Il mensile de
06 Giugno 2020
La prima ACQUA
LA RIPARTENZA
I
n questi mesi abbiamo scoperto quanto efficace e necessaria è la rete, la tecnologia digitale che ci ha consentito di tenerci in contatto. E’ servita per il nostro ufficio, ma è servita per tenere anche i nostri figli in collegamento con la scuola. Tutto da casa. Ma anche svago e giochi. Nuove opportunità, nuove modalità di contatto. La “distanza sociale” ci ha fatto scoprire la bellezza delle relazioni, il bisogno di sentirci vicini a parenti, amici, colleghi. Un dato ci ha particolarmente colpito: la forte tenuta della comunità. Ora siamo alla ripresa dei cantieri e, nel rispetto delle raccomandazioni e delle prescrizioni, sono stati riavviati tutti i lavori che daranno un’ulteriore impulso alla qualità e alla tutela della nostra acqua, della nostra rete e del territorio. Sono emerse competenze e passione. Valori che fanno crescere. Il Governatore della Banca d’Italia, guardando alla situazione generale del Paese, così ha concluso la sua relazione annuale che sento di condividere: «Da più parti - ha detto Ignazio Visco - si dice: insieme ce la faremo. Lo diciamo anche noi purché non sia detto solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettivamente un impegno concreto. Per farcela - ha sottolineato - servono altre due condizioni: saper guardare lontano e affrontare finalmente le debolezze che qualche volta non vogliamo vedere». Questo il lavoro che ci attende per la svolta che tutti desideriamo e la ripartenza che abbiamo già avviato.
BANDIERE Con 14 bandiere la Puglia sale nella graduatoria nazionale, grazie a scelte di sviluppo sostenibile e agli investimenti realizzati per la depurazione
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e due nuove località pugliesi che si fregiano delle Bandiere Blu, Isole Tremiti e Melendugno (Le), aggiungendosi alle altre dodici, sono un bel riconoscimento all’operato della Regione Puglia, dell’Ente Parco Nazionale del Gargano e delle Amministrazioni Comunali dei paesi costieri, grazie alle scelte fatte in difesa dell’ecosistema marino. Acquedotto Pugliese, con le sue scelte ambientali, ha concorso pienamente a questo successo. Ha operato in difesa delle acque di balneazione, attraverso un’oculata gestione ambientale di quei territori, che hanno risposto alle richieste che l’Organizzazione Internazionale FEE (Foundation for Environmental Education) adotta, fissando criteri rigidi e stringenti per assegnare il prestigioso riconoscimento. Premio che non valuta solo le spiagge, ma anche i criteri di gestione sostenibile del territorio, con particolare riferimento, tra le altre voci, alla depurazione delle acque reflue.
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dalle Isole Tremiti a Melendugno
“Non può non rallegrarmi la notizia che la Puglia è stata insignita quest’anno di ulteriori due Bandiere Blu”, dichiara Marina Lalli, responsabile nazionale del Settore Turismo di Confindustria. “Sale in posizione nazionale fra le regioni più virtuose che si sono impegnate sul territorio per superare i parametri stringenti previsti dalla singolare competizione. Il turismo si avvarrà del risultato e mieterà nuovi successi, pur in un momento molto delicato come quello che viviamo, a causa dell’emergenza sanitaria. E’ evidente che il risultato è da ascrivere anche al consistente e mirato impegno di Acquedotto Pugliese per gli interventi fatti sull’intera rete di depuratori della regione.
Marina Lalli: “Consistenti interventi di AQP”
La qualità delle acque della lunga costa hanno bisogno di un impegno notevole che oggi ci consente di esprimere soddisfazione per il riconoscimento conseguito.” Il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gargano, il prof. Pasquale Pazienza, così esprime la sua soddisfazione:
Pasquale Pazienza: “Plauso ad AQP per impegno su depurazione”
“Le bandiere blu assegnate per la prima volta alla Cala delle Arene delle Isole Tremiti e per il tredicesimo anno a diverse spiagge di Peschici, rappresentano un’iniezione di ottimismo per il turismo che in questo anno tragico deve necessariamente ripartire. Si tratta di un marchio di qualità ambientale che premia l’impegno delle amministrazioni nell’aver organizzato una serie di infrastrutture materiali e immateriali per assicurare i migliori standards prestazionali attraverso cui realizzare un impatto ambientale sempre minore. Ai fini della valutazione che ha visto premiati i due comuni del nostro Parco, l’eccellente qualità delle acque di balneazione è considerata il criterio imperativo tra gli altri aspetti oggetto di valutazione. In considerazione della rilevanza di questo parametro un plauso va anche fatto all’Acquedotto Pugliese per il crescente impegno posto sul tema della depurazione delle acque reflue, inserito in un vasto programma di interventi sui depuratori gestiti e dislocati su tutto il territorio regionale”. AQP, quindi, protagonista di questo entusiasmante successo.
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Le Bandiere Blu, per i turisti che sempre più numerosi giungono nella nostra regione, sono una garanzia di qualità ambientale e di sviluppo sostenibile. C’è da augurarsi che le difficoltà causate dall’emergenza sanitaria non rallentino quel processo virtuoso che ha visto la Puglia
Ma, per tantissimi, le Isole Tremiti sono legate alla poesia, alla bellezza della natura, della mitologia, della storia e del canto di Lucio Dalla che proprio nella verdissima San Domino amava ritirarsi per creare canzoni memorabili. Tra le sue più belle 4 marzo 1943 e Com’è profondo il mare raccontano della sua infanzia, orfano di padre e della giovanissima mamma che lo partorì a sedici anni, “mi aspettò come un dono d’amore, fino dal primo mese”, “stretto al petto che sapeva, sapeva di mare / giocava a far la donna, col bambino da fasciare”. Ma il mare torna nelle canzoni di Lucio Dalla come “dramma collettivo” Com’è profondo il mare: “Frattanto i pesci, dai quali discendiamo tutti, assistettero curiosi, al dramma collettivo di questo mondo che a loro indubbiamente doveva sembrare cattivo”. Non ci ha forse spinti nel suo essere “profondo” proprio questo virus che ci ha sconvolti e aiutati a capire che la natura, il mare, si aspettano da noi uomini di essere amati e rispettati? Le Tremiti sono un pugno di pietre lanciate a
caso in mare dal re di Argo dal Gargano. Ma la leggenda narra e le chiama Diomedee. Diomede, eroico personaggio mitologico che Omero racconta in fuga, per mare, dalla Tracia per una vendetta d’amore di Venere, qui approdò. Ogni angolo di questo affascinante arcipelago è come se rispecchiasse il verde intenso del promontorio del Gargano, ricco di grotte bianche, di spiagge, di angoli di mare irraggiungibili e di natura incontaminata. Dove il mare, infaticabile, aiutato dal vento, continua a scavare grotte marine di rara bellezza. Le Tremiti puoi solo scoprirle e ammirarle se le giri in barca e scendi a visitare quello che l’uomo nel tempo ha saputo costruire, specie nelle isole di San Nicola e San Domino. Abazia, castello, mura di protezione, torrioni, piazze, vicoli fino alla tomba di Diomede che la tradizione vuole lì sepolto. “Tu non mi basti mai / davvero / non mi basti mai / io io / io ci provo sai, / non mi dimenticare mai. Lucio Dalla”. Non è possibile. Mattonelle disseminate nell’isola. Messaggi indimenticabili. Dalla mitologia alla realtà dei vincoli, alle prescrizioni, ai requisiti da rispettare per conquistare l’ambìto riconoscimento della Bandiera Blu.
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riconosciuta anche a livello internazionale come una delle mete turistiche più belle e ambite al mondo.
Lo stesso dicasi per Melendugno, nel Salento, ricco di arte e di storia, centro turistico sempre più conosciuto e apprezzato dai turisti. Questa distesa di mare bianco, turchese, verde smeraldo, ìndaco, celeste, così trasparente, racchiuso fra faraglioni e grotte, aperto, con una sabbia bianca ricoperta di sole, circondato da riserve naturali e antiche torri di avvistamento per difendersi dalle navi turche che arrivavano dal vicino Oriente. Siamo a nord di Otranto. Siamo in Terra d’Otranto, terra di cruenti battaglie e di invasioni delle truppe ottomane di Maometto.
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Oggi Melendugno è isola naturalistica. Con la tecnologia della fitodepurazione fa uso della capacità depurativa naturale degli ecosistemi. È raggiante per la gioia il sindaco Marco Potì. “Per Melendugno e le sue marine è un ritorno. Questo riconoscimento lo avevamo in maniera ininterrotta dal 2010. Il 2019 si è interrotto per alcuni dati sulla raccolta differenziata. E’ una riconquista e siamo ancora più soddisfatti e orgogliosi. Una grandissima iniezione di fiducia in un periodo così buio e drammatico per l’intera Nazione e in particolare per le località turistiche. La prossima stagione balneare è tutta da inventare. Amo dire che possiamo vederla un po’ più blu e meno nera, con questi riconoscimenti. Da oltre dieci anni, oltre le Bandiere Blu,
Yle Sanmbati: “Con la fitodepurazione AQP sei in un sogno”
le 5 Vele di Legambiente, la Bandiera dei Pediatri Italiani, perché le nostre spiagge sono a misura dei bambini, un’altra caratteristica e riconoscimento delle nostre marine: sabbia borotalco e acque cristalline. Dati ARPA PUGLIA: tutti zero i parametri che potrebbero far diminuire la qualità delle nostre acque. E questo grazie alla fitodepurazione che gestisce Acquedotto Pugliese, il trattamento dei reflui delle nostre fogne (oltre ai centri di Melendugno, Martignano e Calimera e le località turistiche per il 90% coperte da rete fognaria) gestite nell’impianto consortile di San Foca che come recapito finale non ha né la falda, né il mare, ma i laghetti di fitodepurazione. Questo è uno dei motivi che ci vede costantemente premiati anche a livello nazionale, grazie anche alla puntuale assistenza dei tecnici di AQP. Acque di balneazione, riutilizzo dei reflui, le spiagge per i bambini e attrezzate per i disabili. Famosa in tutt’Italia la spiaggia di San Foca destinata ai malati di SLA e alle persone con altre disabilità motorie. Da cinque anni siamo uno degli esempi positivi d’Italia. Una valida alternativa ai sistemi di depurazione tradizionali. Notevoli sono i vantaggi dal punto di vista economico ed ambientale. L’impianto
depurate naturalmente, grazie anche ad una fitta vegetazione palustre. “Questo impianto è il risultato di una forte sinergia fra amministratori, operatori turistici e Acquedotto Pugliese.” Ci ha dichiarato con piacere Ylenia Sambati, operatore turistico leccese, Yltour, molto apprezzato anche a livello internazionale. “Il lavoro fatto da tanti anni per mantenere ai livelli più alti le meravigliose spiagge e i borghi antichi del Salento, veri scrigni d’arte diffusa, oggi è nuovamente premiato, riconosciuto. I turisti sanno apprezzare la qualità dei servizi e la tutela del territorio. Noi operatori turistici ci impegniamo a farli scoprire, a renderli sempre più accoglienti, vivibili. Gli amministratori e Acquedotto Pugliese hanno trasformato un impianto di depurazione in un luogo naturalistico apprezzato e visitato tutto l’anno da scolaresche e turisti.
Marco Potì: “Un impegno a favore, grazie ad AQP”
sorge in una zona umida di particolare valore naturalistico. Occupa una superficie di otto ettari di cui cinque occupati dai bacini di lagunaggio. Un’area naturale che evidentemente intercetta i flussi migratori dell’avifauna, che utilizza e nidifica spontaneamente in questa oasi naturalistica incontaminata. Abbiamo la mobilità sostenibile, il trasporto lungo la costa con pulmini elettrici e tante altre qualificatissime attività. Abbiamo un buon rapporto con AQP. Stiamo cercando di coprire al 100% di rete fognaria tutte le località marine. Località a nord e a sud dell’abitato che ho chiesto all’AIP e ad AQP di includere nel piano degli investimenti. Massima collaborazione con la sezione locale di AQP per quanto riguarda la manutenzione: i suoi tecnici intervengono sempre in maniera repentina. La nostra è una pratica di gestione dei reflui esemplare. Un problema, lo smaltimento dei reflui, diventa un valore aggiunto. Con i laghetti abbiamo ricreato ambienti naturali. Era una palude, prosciugata. Con questi laghetti c’è una flora rigogliosa che ha creato un habitat naturale per i volatili di passaggio. Lo usano per nidificare. Da punto critico, ne abbiamo fatto un punto a favore, grazie ad AQP. Le bandiere riconoscono le buone pratiche di gestione del territorio, insieme alla raccolta differenziata spinta, porta a porta: siamo al 75-78%. Ambiente e turismo vanno a braccetto. La linea di sviluppo la segnano le Bandiere. Siamo la località turistica con sempre maggior numero di presenze.”
E’ una zona spettacolare, è un’oasi di benessere, di natura. Noi salentini siamo follemente innamorati di quella parte di Salento, veramente splendida. E’ la parte lite style del nostro territorio. Ti scioglie il cuore. E’ meravigliosa per l’equilibrio che la natura e l’uomo sono riusciti a mantenere. L’intervento di AQP con la fitodepurazione ne è valido esempio. Connubio perfetto fra macchia verde, questa sabbia color borotalco, come la chiamiamo noi perchè è talmente sottile e delicata. E poi il colore del mare che cambia con la luce del sole. E questi bacini naturali che ospitano specie migratorie molto rare che incontriamo spesso quando andiamo a cavallo. Aironi che ti danno l’impressione di stare in un sogno. Questa è la parte onirica del nostro territorio. La parte del Salento che non ti aspetti e che è a due passi da casa tua.” A Melendugno c’è il più grande impianto di fitodepurazione d’Italia, tra i primi d’Europa per grandezza e capacità di portate di reflui civili. Un’esperienza pilota nel campo della gestione delle acque in Puglia, un ecosistema equilibrato.
L’impianto è meta di visite delle scolaresche e dei cittadini. Si compone di sei vasche in successione e comunicanti, nelle quali le acque reflue derivate dal depuratore, sono
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“Le attività di depurazione, - dichiara compiaciuto il Responsabile AQP degli impianti Piervito Lagioia - sono attuate in modo generalizzato e al top delle prestazioni. Per giungere a tanto, oltre alle ordinarie scelte aziendali (interventi infrastrutturali, di manutenzione straordinaria, costruzione di nuove derivazioni di utenza con i relativi tronchi idrici e fognari), determinante è stata la scelta di destinare ben 65 milioni di euro degli investimenti, dei 160 del 2019, ad interventi mirati alla depurazione: 15 milioni in più dell’anno precedente. Interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari a garantire la
tutela della salute, il rispetto degli adempimenti normativi e l’efficientamento della gestione. Da tener presente, inoltre, la lunghezza delle nostre coste, otre 800 chilometri, la fitta rete e il numero elevato dei depuratori in attività, ben 184”. Le due nuove Bandiere Blu fanno salire la Puglia nella graduatoria delle regioni italiane. Siamo al terzo posto, ex equo con le Marche. L’accesso alla Bandiera Blu deve rispondere ai requisiti di 12 articolati parametri, fra cui: la qualità delle acque di balneazione, la depurazione delle acque reflue, la gestione dei rifiuti, l’Educazione Ambientale, l’Informazione e le Iniziative Ambientali. Requisiti da certificare con monitoraggi affidati, fra i tanti, all’ARPA e ai Ministeri della Salute e dell’Ambiente. Un bel risultato per la nostra regione, sostenuto da AQP con una campagna di promozione intitolata “La ricetta Puglia”, una ricetta di successo, che si basa sull’efficacia del sistema dei 184 depuratori gestiti da Acquedotto Pugliese.
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I colleghi Vito Longo, Giuseppe Rollo, Piero Scipilliti, coordinati da Desio Carparelli, responsabile di conduzione e manutenzione degli impianti di Lecce e Melendugno e dal Responsabile dell’Area Esercizio Depurazione della provincia di Lecce Mario Pietrosanti.
APPROVVIGIONAMENTI PIU’ ACQUA PIU’ SICUREZZA IL RACCORDO TRA L’INVASO DEL FORTORE E L’INVASO DEL LOCONE È STRATEGICO PER L’APPROVVIGIONAMENTO IDRICO SIA DELLA ZONA GARGANICA, SIA DELL’INTERA PUGLIA CENTRALE
svolge AQP sul territorio: “L’avvio di quest’opera di miglioramento infrastrutturale da parte dell’Acquedotto Pugliese è una bella notizia, una di quelle notizie che le imprese si aspettano di ricevere in questo momento difficile per poter confidare in una ripresa economica solida e duratura. L’Acquedotto Pugliese anche questa volta gioca un ruolo importante per la Puglia, perché con le sue gare fa da volano alla crescita di un gran numero di imprese locali che hanno un rapporto consolidato con questa società, molte delle quali si trovano nel territorio di Bari e BAT. Investimenti infrastrutturali come quelli di Acquedotto Pugliese, oltre a creare nell’immediato liquidità per le aziende e posti di lavoro, gettano le basi per gli investimenti privati e per un rilancio della competitività del territorio. Questo tipo di interventi è ciò di cui le imprese ora hanno bisogno, perché, a differenza dei sussidi a pioggia, gli investimenti pubblici sono un concreto passo avanti verso un ritorno ad un sistema economico e sociale sano e produttivo”. Investimenti e lavoro per poter disporre di più
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na interconnessione necessaria e di grande sostegno all’utilizzo e alla distribuzione dell’acqua del Locone sia nel foggiano, previsti 900 l/s (litri di acqua al secondo), sia nel centro della Puglia, con una portata di acqua massima di 1.450 l/s. Da qui la rete, a sua volta, è collegata con la parte più a sud della regione. Questa nuova disponibilità e questa nuova richiesta di acqua potranno essere utilizzate e affrontate con i collegamenti di rete che saranno costruiti. I progetti sono tre ed in fase di approvazione, di verifica ed in fase autorizzativa. Abbiamo presentato il progetto al Presidente di Confindustria di Bari-BAT, Sergio Fontana, che così si è espresso sul ruolo economico che
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Sergio Fontana “Quest’opera di AQP è una bella notizia”
acqua in Puglia. Per poterla usare abbiamo bisogno di più reti, di più infrastrutture, specie al Sud. A Giuseppe De Filippo, Presidente del Consorzio di Bonifica della Capitanata, abbiamo illustrato il progetto di AQP recentemente approvato. Realizzerà l’interconnessione dell’acqua dell’invaso del Fortore-Occhitto con l’invaso del Locone. Una condotta lunga 61 km che collegherà il Nodo Idrico di Foggia alla Vasca di Canosa. “Che meraviglia! – E’ stata la sua espressione – . Potremo disporre di più acqua potabile per usi civili e utilizzare l’acqua del Fortore per le sempre crescenti esigenze agricole del Consorzio che si estende per una superficie di 450.000 ettari di terreno, di cui irrigui solo 150.000. Il nostro Consorzio di Bonifica ha una consistenza idraulica particolarmente articolata: - oltre a 55 corsi d’acqua pubblici in manutenzione. La lunghezza sistemata è pari a circa 1.200 km;
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- oltre 170 canali di bonifica. La lunghezza sistemata è pari a circa 970 km; - oltre 70 apparecchiature meccaniche e fluviali; - oltre 15 polder attrezzati (per 11.000 ha) con 15 idrovore di sollevamento; - n. 5 acquedotti rurali. Comprendiamo le esigenze di AQP, perché anche noi, nel Consorzio, siamo chiamati ad agire per dare acqua il più possibile. Per tutto questo, siamo una realtà economica molto viva. Le nostre produzioni irrigate vanno dalle piantagioni di frutta e verdura, a tanti tipi di ortaggi. I pomodori da noi prodotti e messi in scatola realizzano un grande risultato economico finale. Abbiamo otre 6.000 km di condotte, di diverso calibro per la distribuzione irrigua. Abbiamo quattro dighe in gestione e ne prevediamo di nuove. Il mio Consorzio è una splendida anomalia nei tanti consorzi pugliesi, molti commissariati da anni. C’è un’ottima collaborazione con Acquedotto Pugliese. Siamo consapevoli che l’acqua per gli usi civili ha la precedenza, ma con le opere che state per realizzare, per tutti sarà realizzata una maggiore sicurezza negli approvvigionamenti. Ci auguriamo presto di realizzare con AQP una grande intesa con la Regione Molise. Le nuove interconnessioni possono solo agevolare il miglior utilizzo dell’acqua per tutto il territorio di nostra competenza.
Giuseppe De Filippo “AQP è una eccellenza riconosciuta”
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Vitantonio Laricchia “Svolta epocale nei progetti AQP”
Fra voi e noi c’è una grande differenza: AQP è una eccellenza riconosciuta. Noi, come Consorzio, siamo un’eccellenza disconosciuta”. Più acqua per la Puglia. Ne parliamo con il col. Vitantonio Laricchia, metereologo. Per tanti anni ci ha raccontato con brio del “tempo che fa” nei TG 3 di Puglia. “Ben venga questa magnifica, grandissima opera nel contesto della Regione Puglia, eseguita da Acquedotto Pugliese, uno dei più importanti di tutta l’Europa. Ha il grande merito di aver “cancellato” la sete in tutta l’Italia meridionale con grandi opere realizzate nel tempo, nel contesto di difficoltà politiche, economiche e strutturali. Scavalcare la Murgia, andare a collegarsi con le regioni Campania e Basilicata e portare acqua alla nostra regione è stato senz’altro e sarà sempre un impegno maggiore. Quest’opera segna una svolta epocale nei progetti che AQP sta affrontando da anni. L’auspicio è che questa nuova opera possa essere di sollievo alla sete delle nostre regioni. Il discorso ovviamente riguarda anche l’agricoltura. Dobbiamo discernere: l’acqua potabile scarseggia e scarseggerà ancora per tanti anni. Il global warming, il riscaldamento globale, nel tempo, ci porterà sempre più a una riduzione dell’alimentazione dell’acqua negli invasi. Come purtroppo è accaduto quest’anno: abbiamo avuto un inverno che non c’è stato, una stagione che non c’è stata. Quindi, c’è stata poca acqua negli invasi, poco ricarico
e, cosa ancora più grave, non c’è stata neve a ridosso degli invasi stessi. La neve è la cassaforte naturale per l’alimentazione degli invasi. La neve è in montagna, si scioglie goccia per goccia e ci assicura almeno una capienza a livello degli invasi in maniera tale che, per uno due anni non abbiamo problemi siccitosi specialmente nei periodi estivi, quando i turisti si riversano nelle località turistiche delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. I paesi che attualmente sono abitati da 2-3000 persone, arrivano fino a 30.000 abitanti con i problemi e i bisogni che ben immaginiamo. Discorso a parte merita l’agricoltura. Bisogna discernere l’uso che dobbiamo fare dell’acqua potabile e l’uso della stessa nelle campagne. E’ un discorso molto più profondo. L’acqua potabile è per gli usi civili, l’agricoltura deve intensificare l’uso delle acque dei depuratori. Sarebbe l’ideale per il fiorire della nostra agricoltura, a maggior ragione oggi con la crisi che c’è stata e con la pandemia che ci ha colpito. Ha dimostrato, specialmente l’agricoltura pugliese di saper reggere il peso di una crisi sottolineata dal fatto che l’economia agricola ha sostenuto il gran peso di una crisi che ci sta avvolgendo, con il mercato che il gran peso di una crisi che ci sta avvolgendo, con il mercato che ha sostenuto il fabbisogno della popolazione per ortaggi, frutta ed altro”. Forti motivazioni per valutare come pervenire ad un incremento di acqua depurata per usi agricoli. Tornando al progetto, di fatto è come se
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FUTURO
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stessimo per realizzare un nuovo acquedotto che collegherà altri due acquedotti già esistenti: quello del Fortore con l’altro del Locone. Sarà consentito, cioè, il collegamento della Puglia Centrale alla Puglia Garganica. L’impianto di potabilizzazione del Locone sarà collegato alla rete che porta acqua a Foggia. “Siamo riusciti a tradurre l’idea dei nostri avi in un progetto”, dichiara con soddisfazione Andrea Volpe. “Integriamo gli schemi di approvvigionamento idrico della Puglia Centrale con quelli del Gargano. Siamo partiti da una visione, ora siamo al progetto. Un’opera d’ingegno”. In questo collegamento, lungo quasi 62 km, si trovano elementi di flessibilità gestionale: la possibilità, cioè, di poter utilizzare acqua, in relazione alle necessità presenti in rete, passando da uno schema all’altro. Si provvederà in tal modo a valorizzare la disponibilità della risorsa e inviarla laddove ce ne sarà più bisogno. Una vera e propria interconnessione fra reti. Inoltre, saranno risolte inefficienze di distribuzione del passato presenti in rete. È evidente che si tratta di fattori rilevanti. Particolare attenzione è stata data alla riduzione dei consumi di energia. Infatti, come ci ha illustrato il Direttore Servizi Tecnici e Manutentivi Antonio de Leo, “la completa realizzazione delle interconnessioni comporterà un’importante riduzione dei consumi energetici stimabile in circa 6.000.000 KWh/ annui. Questi kwh sono pari ad oltre l’1% degli attuali consumi energetici annui di AQP o, per capire la dimensione, sono pari al consumo medio annuo di circa 2.400 famiglie. Questo è il consumo di energia necessario per convogliare verso la Puglia Centrale una portata di 220 l/s (litri di acqua al secondo) dall’acquedotto del Fortore invece che dallo schema Sinni
Pertusillo che utilizza le acque provenienti dagli omonimi invasi della Basilicata. Queste acque oggi bisogna sollevarle. Il salto è di circa 200 mt per superare la Murgia, passare, cioè, da Laterza (Parco del Marchese) verso la Puglia Centro- Meridionale. Ne deriverà un risparmio energetico di circa un milione di euro l’anno ed un beneficio ambientale pari ad una riduzione di circa 2.500 tonnellate di CO2 per anno”. Una scelta di qualificante sostenibilità ambientale. L’obiettivo dell’opera è unire la Puglia Centrale alla Puglia Garganica. Oggi gli acquedotti sono scollegati, rigidamente indipendenti, con un evidente disequilibrio di disponibilità di acqua. Ogni bacino di utenza è condizionato dalla risorsa idrica di cui dispone a monte. L’unificazione dei due acquedotti sarà un vero beneficio per l’intero sistema idrico regionale. L’acqua delle due dighe andrà a disposizione dell’intero sistema pugliese che, val la pena ricordare, è estremamente esteso e con differenziazioni di approvvigionamento molto spinte fra zone e zone. Oggi, in caso di buona stagione idrica nella diga del Fortore, la mancata
NUOVI SCHEMI IDRICI - PUG
DIREZIONE INGEGNERIA - created by Anastasio COTZIAS
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GLIA Centro-Settentrionale
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interconnessione impedisce l’uso dell’acqua nella di manufatti e pozzetti che ospiteranno Puglia Centrale, dove magari c’è più bisogno. le apparecchiature necessarie tutte Inoltre, è sempre più necessario prevenire collegate al telecontrollo. Particolarmente possibili crisi idriche che possono derivare sia significativo il dato relativo all’esecuzione da siccità, sia da guasti al sistema. Una mancata degli attraversamenti che saranno realizzati interconnessione degli impianti non può essere con tecnologia no dig, in modo cioè poco certamente di supporto e di interscambio invasivo e senza scavi. Sono previsti i all’intera rete. Nell’attuale sistema chiuso è seguenti attraversamenti: indispensabile prevenire possibili cadute della n.1 autostradale (A14); n.3 ferroviari; n.9 rete in emergenza. Foggia è sostanzialmente corsi d’acqua e lame; n.4 strade statali; n.15 alimentata dall’Occhitto e dal Fortore. Con strade provinciali. Particolare cura sarà posta questi lavori si aggiungerà il Locone. E’ come alla salvaguardia delle piante di ulivo e alla se tutto diventerà finalmente parte di uno loro ripiantumazione. I comuni coinvolti stesso organismo. La portata dell’operazione sono: Canosa di Puglia, San Ferdinando di corrisponde a un 20% dell’intero territorio Puglia, Cerignola, Orta Nova, Carapelle e servito da AQP. Si provvederà alla copertura Foggia. delle esigenze di tutto il Nord della Puglia e di un pezzo centrale della regione. L’altro lavoro altrettanto rilevante riguarda il trasporto dell’acqua da Canosa a Bari. Ad un certo punto la rete si biforca, a destra e a sinistra, verso Foggia e verso Bari. Le nuove tubazioni saranno in acciaio saldato. Il peso delle tubazioni in acciaio al carbonio è Il Presidente Simeone Di Cagno Abbrescia firma per approvazione l’Interconnessione di circa 17.900.000 kg. del II Lotto, con Francesca Portincasa e Andrea Volpe Prevista la realizzazione
QUANDO LA COPERTA SI FA CORTA L’ACQUA È SEMPRE PIÙ RICHIESTA E CONTESA FRA USI CIVILI E ATTIVITÀ AGRICOLE
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ell’ambito dei Seminari Digitali promossi da AQP Water Academy, il Direttore Approvvigionamento Idrico di Acquedotto Pugliese, Gianluigi Fiori, l’allarme lo ha suonato. Ha parlato di Scenari di crisi idrica e misure per fronteggiarla. Evidentemente, i dati a sua disposizione presentati all’incontro, monitorati con molta attenzione, gli hanno fatto dire che la risorsa attuale è moderatamente bassa e che a settembre sarà necessario verificarne le variazioni.
alcuni casi energetico e industriale. Siamo ad una diminuzione di disponibilità idrica del -21% da sorgenti e del -39% da invasi. Abbiamo superato i livelli della crisi idrica del 2017-2018 (-21%, -16%)”. Le crisi idriche hanno la caratteristica della durata biennale e, rispetto al passato in cui si presentavano non prima di ogni 7 anni, oggi le stesse si vanno intensificando. AQP vanta una lunga esperienza, maturata con una pluralità di interventi di buone pratiche di gestione delle reti già poste in essere nelle precedenti crisi.
Ha parlato di vulnerabilità dell’approvigionamento idrico.
“L’immissione nel sistema dell’acqua potabilizzata a Conza, l’incremento delle azioni di contenimento delle perdite, la progressiva riattivazione di pozzi, la regolazione della pressione nelle reti sono state le primarie azioni adottate”, tiene a precisare Fiori. La Carta del Servizio Idrico Integrato garantisce un minimo di pressione pari a 0,5 atm (atmosfere) rispetto al punto di consegna all’utenza, con il contatore generalmente posto al piano stradale: tale valore è stato integralmente rispettato anche durante i periodi di maggiore severità di restrizione. Tutte le indicazioni di massima dette, sono derivanti dall’Autorità nazionale di regolazione del servizio.
Quali le cause? Ecco cosa ci ha risposto: “Tante le possibili cause: dall’inquinamento del lago Fortore fino alla sua crisi quantitativa per motivi di siccità, ma anche per motivi strutturali”. Nell’articolo che precede parliamo della firma del progetto che metterà in connessione il Fortore alla rete. Un’opera ormai divenuta necessaria e vantaggiosa. Riprende, Fiori: “Le sorgenti campane, Caposele e Cassano Irpino, hanno ridotto la loro acqua a causa della siccità: poca neve, poche piogge, nei mesi giusti. Siamo ad un valore medio di 4.080 litri al secondo, rispetto ai 5.160 l/s del valore medio degli ultimi 10 anni. Purtroppo, persiste la criticità degli invasi lucani. Gli apporti tendono a dimezzarsi. Alla siccità si aggiungono sia l’inquinamento di uno dei laghi, sia i ritardi con cui non si provvede alle riparazioni strutturali al grande invaso che obbligano, per ragioni di sicurezza imposti dal Servizio Dighe Ministeriale, a tenere un livello di acqua molto basso, non potendo trattenere l’acqua proprio nei mesi dell’accumulo”. Ma, attenzione, i problemi non finiscono qui. Infatti, spiega Fiori: “L’intero sistema degli invasi è interessato da usi concorrenziali: irriguo, prevalentemente, ed in
La crisi, quindi, comporta restrizioni e può
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Se guardiamo anche alle esigenze parallele degli agricoltori, alle loro rivendicazioni, ci rendiamo conto che la coperta si è fatta davvero piccola. Nel Foggiano, a Zapponeta, Margherita di Savoia, Canosa, nel tarantino, nel Metapontino, lungo la Sinnica, l’agricoltura ha avuto il suo notevole sviluppo grazie alla disponibilità dell’acqua per irrigazione. Agrumeti, campi di melograno, di pesche, albicocche, prugne, fragole, distese di tendoni d’uva da taglio delle specie più ricercate dai mercati europei e nazionali, di meloni e angurie, di ogni tipo di verdura fresca, sono strettamente legati alla disponibilità di acqua. Sono coltivazioni intensive che arrivano a maturazione prima sia per la coltivazione in serre sia per il clima. Terreno fertile, acqua e sole.
Ricchezze di Puglia e Basilicata, terre di sapori, di profumi, di primizie. Occorrono strutture che raccolgano tutte le risorse d’acqua possibile. Usi civili e usi irrigui non devono andare in concorrenza Come l’uomo deve poter vivere in civiltà, grazie all’acqua, così l’agricoltura non deve assistere impotente alla fine delle proprie attività per la sua mancanza. Niente lotte fra poveri. Interventi di manutenzione delle reti previsti da articolati investimenti, sia di AQP sia di Enti di Irrigazione, un uso saggio e razionale dell’acqua, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, riuso in agricoltura delle acque depurate, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, ma anche la ricerca e l’innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico sono gli impegni e la consapevolezza che tutti dobbiamo assumere ed accrescere ad ogni livello. Più che un impegno, specialmente noi dipendenti di AQP, dobbiamo considerare tutto questo una vera e propria missione.
Caposele: “Preliminari per l’accesso alla Galleria Principale”
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comportare disagi ai clienti. Ecco perché questi periodi sono accompagnati sempre da campagne di informazione e di sensibilizzazione, tese ad educare al corretto uso della risorsa. L’acqua, dobbiamo essere sempre più consapevoli, è risorsa limitata e non va sprecata.
SOSTENIBILITA’ Una nuova teoria di impresa per un nuovo approccio alla gestione aziendale e alla creazione di valore
AZIENDA
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on Elbano De Nuccio - Dottore Commercialista e Revisore legale, Professore di Contabilità e BilancioFacoltà di Economia-Università LUM Jean Monnet, IFAC Board Member –, con esperienza pluriennale nel campo della consulenza aziendale, contabile, fiscale, contenzioso tributario e finanziaria per società private e pubbliche di rilievo nazionale e internazionale e della pianificazione e controllo di gestione – avviamo una conversazione sul valore del Report Integrato per le aziende. Non un semplice rendiconto, un elenco di numeri, ma un prezioso strumento di comunicazione per creare e dare valore all’azienda. Con quale finalità? Per attivare un presidio organico e integrato rispetto alle richieste del mercato, delle autorità e dell’opinione pubblica. Questi hanno necessità di ricevere un’informativa aziendale più ampia, trasparente e responsabile in modo che gli stakeholder possano avere una visione più completa dei rischi delle opportunità e delle sfide che oggi affrontano le aziende.
anche su informazioni di carattere non finanziario impegna le imprese a prendere in considerazione le tematiche sociali e ambientali e i rischi connessi nella gestione aziendale. Quali i vantaggi offerti dal Bilancio Integrato?
Come questo si collega ai bilanci tradizionali?
Sono molteplici, sia per l’azienda che per i suoi interlocutori.
Il Bilancio Integrato o Integrated Reporting (IR) è lo strumento che coniuga il bilancio tradizionale con la reportistica di sostenibilità, al fine di aumentare la capacità delle imprese di “pensare in maniera integrata”, accrescere il grado di trasparenza nei confronti degli stakeholder, dimostrare la capacità di creazione di valore nel tempo.
Contribuisce a: migliorare la qualità delle informazioni trasmesse ai fornitori di capitale finanziario; promuove e trasmette un’ampia gamma di informazioni che influiscono sulla capacità di un’organizzazione di produrre valore nel tempo; rafforza l’accountability e la responsabilità di gestione delle diverse forme di capitale a disposizione dell’organizzazione, aumentando la
La richiesta di maggiore consapevolezza
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UN ANNO DI SCELTE E DI IMPEGNO
comprensione dell’interdipendenza tra di esse; sostiene il “pensare integrato” ovvero il processo decisionale e le azioni mirate alla creazione di valore nel tempo.
IL BILANCIO INTEGRATO DI ACQUEDOTTO PUGLIESE
E per AQP? Ad AQP abbiamo dato una chiave di lettura per interpretare le informazioni, in modo da illustrare il valore creato nel breve medio e lungo termine consentendo agli stakeholders una allocazione delle risorse produttiva ed efficiente.
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n lavoro complesso e coinvolgente, la redazione del Bilancio di Sostenibilità, recentemente approvato dal Consiglio di Amministrazione e inviato all’Assemblea degli Azionisti (Regione Puglia) per la sua definitiva approvazione.
Una rendicontazione sempre più efficacie in questa direzione rafforza una cultura sempre più volta allo sviluppo a lungo termine del business.
“Un anno di lavoro. Il più grande appuntamento dell’Azienda con i suoi clienti e quanti hanno interesse al suo successo, alla crescita del suo valore. Il Bilancio integrato è una completa rendicontazione d’impresa. È il rapporto delle attività promosse e svolte in maniera Connessa con territori e comunità – lo abbiamo definito così - in grado di fornire interessanti indicazioni e informazioni. Dopo aver analizzato il passato, si proietta soprattutto al futuro dell’azienda, garantendo trasparenza, correttezza e sicurezza.
Ci sono pilastri di riferimento che possiamo individuare con chiarezza? Certamente. Tutela dell’ambiente, attenzione alle persone, solidarietà: sono i pilastri irrinunciabili di un’impresa che voglia sopravvivere nel lungo periodo. Il confine tra impresa profit e non profit è sempre meno definito. Vale anche per le utilities? Certamente. E’ un segnale incoraggiante, se si considera che giunge da un settore, come quello delle utilities di cui AQP fa parte, legato a doppio filo alla qualità della vita e all’equità sociale.
Il Report è un documento trasparente, vero ponte di comunicazione tra le attività dell’impresa e le nuove richieste informative della collettività, della comunità finanziaria e di tutti i portatori di interesse.
Lo sforzo fatto è nella sinteticità, completezza, obiettività delle informazioni selezionate e presentate con imparzialità. Un lavoro di qualità in crescente miglioramento in questo secondo esperimento realizzato. Il percorso proposto prevede un approccio graduale, che porterà all’elaborazione dell’Integrated Report coerente con gli standard previsti dal Framework dell’IIRC e conforme anche a GRI standard e al Decreto Legislativo 254/2016.” Così ne parla Antonio Braccio, Direttore Amministrazione e Controlli.
L’IR non è un semplice strumento di reporting ma una nuova teoria di impresa e implica un nuovo approccio alla gestione aziendale e alla creazione di valore orientati all’Integrated Thinking & Actions (pensiero e azioni integrati).
Fra i tanti dati, solo uno, quello più emblematico per il territorio: il valore aggiunto generato e distribuito agli stakeholder è stato pari a 241 milioni di euro (in crescita rispetto ai 233 milioni dello scorso anno).
La sostenibilità è infatti parte integrante di un processo più ampio di creazione di valore.
Il Report Integrato anche quest’anno unisce gli aspetti economicofinanziari e le informazioni di carattere non finanziario, per evidenziare la capacità dell’azienda di creare valore sostenibile per sé e per la comunità.
Una comunicazione nuova per le aziende?
In coerenza con il percorso di rafforzamento dei processi di sostenibilità all’interno delle attività core, AQP ha avviato un percorso volto all’integrazione dei processi di reporting, sulla base del presupposto per cui integrated reporting means integrated thinking (reporting integrato significa pensiero integrato - ndr).
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POTERE
AFFRONTARE UNA “NUOVA NORMALITÀ”
della COMUNICAZIONE
DIGITALE
SAPERE
“Le crisi, come sempre accaduto, svelano il meglio e il peggio delle persone e delle organizzazioni. Questa crisi sta avendo costi umani e sociali tragici e segnerà profondamente, io credo, il futuro di breve e medio periodo. Tutti, ciascuno nel proprio ambito, hanno dovuto reinventarsi e reinventare sia il proprio modo di vivere sia i propri processi organizzativi.
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isorgimento Digitale. Lo ha definito così questo periodo da coronavirus il fumettista Marco D’Ambrosio, meglio noto come Makkox. Questa volta l’unità nazionale, anzi, planetaria, l’ha fatta un virus e Internet ci ha messi immediatamente in rete, senza preavviso alcuno. È stato definito in tanti modi, questo periodo. “Siamo in guerra” fu l’immediata dichiarazione del nostro Presidente Simeone di Cagno Abbrescia resa alla WEB TV di AQP, parlando a tutti i dipendenti. È guerra fu. Anzi, lo è ancora. L’informatizzazione digitale, sempre più diffusa, ha fatto il resto. Ha fatto tutto. Ne parliamo con il Prof. Eugenio Di Sciascio, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione del Politecnico di Bari. È stato Magnifico Rettore del Politecnico di Bari per il sessennio 2013-2019. Si è dimesso dalla carica di Rettore ed è stato nominato vicesindaco di Bari dal 7 agosto 2019. Professore, come raccontare quello che il coronavirus ha scatenato sul piano della comunicazione digitale?
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Se c’è però un elemento chiaro in questo periodo, è proprio il dominio della comunicazione digitale. I social media hanno rappresentato spesso il modo con cui mantenere contatti altrimenti limitati dal lockdown; abbiamo reso familiari brand ignoti, quali zoom, jitsi, webex, fino a qualche mese fa noti a ben pochi.” Lo smart working, un tempo riservato a pochissimi lavoratori, è divenuto di colpo la modalità normale di lavoro d’ufficio e ciò ha favorito le organizzazioni meglio strutturate e più avanti nella trasformazione digitale. Sono stati fatti, nel giro di pochi giorni, cambiamenti che in tempi normali avrebbero richiesto mesi o anni, spesso snellendo di colpo procedure ataviche. Molti di questi cambiamenti sono già entrati nel tessuto delle organizzazioni, soprattutto quelle più propense ad adattarsi, e bisogna evitare di tornare indietro. D’altronde dico sempre che “necessity is the mother of invention”. Un elemento su cui però credo sia fondamentale riflettere è come sia necessario evitare che gli effetti di questi cambiamenti si riflettano sulle fasce più deboli della popolazione che erano già spesso affette dal cosiddetto “digital divide”. L’educazione al digitale e la disponibilità gratuita di connettività e dispositivi telematici deve andare di pari passo con la trasformazione in atto o creeremo nuove categorie di esclusi.”
E’ stata una vera emergenza cui abbiamo dovuto rispondere. Come giudica le reazioni adottate dai cittadini e dalle aziende?
“Lo smart working credo sarà una nuova normalità nel lavoro d’ufficio. Lo abbiamo scoperto in questo periodo e in molti casi diventerà parte del patrimonio organizzativo delle aziende e delle persone. Certo, siamo “animali sociali” e niente può sostituire completamente il contatto umano, ma io ritengo che tenderemo a utilizzarlo molto di più anche in futuro.
“I cittadini hanno risposto nella stragrande maggioranza con grande consapevolezza e rispettando le regole imposte dal lockdown, anche a costo di notevoli sacrifici. Anche le aziende, inclusa AQP, hanno saputo rispondere bene ad una sfida immediata e inattesa. Certo, aziende e organizzazioni, a seconda della tipologia di attività, hanno affrontato problematiche completamente diverse e di diversa complessità. Oggi dobbiamo affrontare una “nuova normalità”, mettendo a frutto le lezioni spesso imparate a caro prezzo e reinventandoci. Dobbiamo farlo in fretta. Il tempo è la variabile fondamentale. Dobbiamo avere coscienza che il “dopo” non sarà un ritorno al “prima”.”
Nell’immediato per continuare a favorire il distanziamento sociale che si è rivelato fondamentale nella lotta alla pandemìa, nel futuro probabilmente in modalità “blended”, qualche giorno in sede, qualche giorno a casa. Ciò comporterà importanti cambiamenti anche in altri settori, dai trasporti alla ristorazione oltre alle implicazioni dirette, organizzative e contrattualistiche. Non so se avremo un “Risorgimento Digitale”, sono però ragionevolmente certo che il covid-19 provocherà una accelerazione di processi già in corso, rivelandosi un catalizzatore di cambiamenti. Lo vediamo già, sia a livello globale nei rapporti tra stati e grandi organizzazioni sia nella vita di ogni giorno
AQP ha fatto prontamente ricorso al “lavoro agile”. Il 50% del personale ora sta lavorando da casa. Come mettere a frutto questa esperienza? Qualcuno lo definisce “Risorgimento Digitale”. Condivide? Prima o poi l’emergenza finirà: che scelte fare oggi?
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SAPERE
AQP: “Risposta positiva a sfida immediata e inattesa”
INNOVARE CON SICUREZZA
di ciascuno di noi. Potremo avere un vero risorgimento se ciascuno saprà affrontare la sfida del cambiamento, che non è solo tecnologico, e il Paese saprà ritrovare lo slancio corale che ebbe nel secondo dopoguerra.”
Cybersecurity a protezione delle aziende
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a privacy è un grande valore. Non tolleriamo che terzi possano intromettersi abusivamente nei dati aziendali, spesso, sensibili e quindi da proteggere. Nel Seminario promosso da AQP Water Academy, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la vasta problematica, i rischi a cui siamo esposti e come prevenire e difenderci da possibili attacchi, sia sotto l’aspetto legale/ normativo, organizzativo, sia quali sono i possibili interventi di tipo tecnico che proprio la cybersecurity consente. Al relatore Alberto Antonacci, Responsabile Infrastrutture e Sicurezza – della Direzione Information Technology di AQP, abbiamo posto alcune domande. Cosa intendiamo per Cybersecurity? “La sicurezza informatica (infosec) è un insieme di mezzi, tecnologie e pratiche volte a proteggere il patrimonio informativo di un’azienda, riducendo le probabilità che i dati del business possano essere cancellati, sottratti, modificati, corrotti o usati in modo inappropriato o non autorizzato.” Quale la mission della Direzione Information Technology di AQP? “La Direzione nella quale opero, fra l’altro, lavora per mitigare gli «information risks» (rischi connessi all’informazione) bilanciando costi e benefici con l’obiettivo di mantenere sempre valida la logica presente nella triade confidentiality, integrity, availability dei dati: riservatezza, integrità, disponibilità.” Il seminario è stato molto utile, abbiamo avuto l’opportunità di avere un quadro di riferimento dei principali tasselli che compongono l’innovazione come chiave per il cambiamento: dall’intelligenza artificiale, alla blockchain, cybersecurity, robotica, economia circolare, all’internet delle cose alla realtà aumentata, per analizzarne i vantaggi ma anche stimolare un approccio consapevole a un umanesimo digitale. Un vero terremoto che dalle aziende deve essere vissuto come un’opportunità per emergere in un mercato Nicola Pellegrini, Cosimo Morelli, sempre nuovo. Alberto Antonacci, Federico Pignataro
Sicuramente semplificazione e digitalizzazione saranno fondamentali, ma sarà “il cuore” a determinare il nostro futuro.” E il futuro, come lo chiama il prof. Di Sciascio, lo abbiamo intravisto apprezzando il valore della conoscenza e della capacità di utilizzo degli strumenti Social durante il lockdown che ci ha tenuti solo fisicamente ben relegati in casa per evitare contagio e diffusione del coronavirus. Rapida la capacità di organizzazione e di adattamento che ci siamo prontamente dati a domicilio. In AQP il 50% del personale sta lavorando da casa con contratto lavoro agile. Momenti di riunioni collegiali che in altri momenti avrebbero comportato anche lunghi spostamenti, sono stati superati con videochiamate e rese produttive con efficacia. Anche il Consiglio di Amministrazione è stato tenuto via Web. Ci siamo spostati dalle scrivanie dell’ufficio alle nostre case dove, forse, abbiamo dovuto recuperare un po’ di spazio per poter lavorare in tranquillità. Tutti sui social, tutti digital. Abbiamo scoperto che con il digitale abbiamo spostato il terreno di confronto. Ci siamo affidati alla tecnologia e alla comunicazione digitale. Ma abbiamo scoperto quanto vasta è la platea di utenti che usano Facebook, Instagram, Whatsapp, Messenger, Twitter, Linkedin. Ora dobbiamo chiederci: tutti con successo? Eventuali vantaggi derivati in questo periodo alle aziende dovranno ancora essere valutati e la nuova organizzazione aziendale, nel futuro, non potrà prescindere dal Web e dalle App. Questo è stato sperimentato e vale anche per noi di Acquedotto Pugliese. Ma in tutti è presente la consapevolezza che sia l’uso del digitale, sia con i social abbiamo imparato e praticato un nuovo linguaggio con il quale le aziende, per competere, devono assolutamente organizzarsi. E’ come aver imparato ad usare una nuova lingua. Conoscenza ed uso che dovranno estendersi sempre più perché essere Social ed Online, è l’unica scelta per fare business oggi. E la chiave di volta è la comunicazione digitale, patrimonio condiviso per tutto il personale. “Nessun contraccolpo per l’Azienda. Tutto è andato avanti normalmente. La nuova
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CONTROL ROOM: AZIENDA A PORTATA DI CLIC
organizzazione ha dato continuità al nostro lavoro”, lo afferma particolarmente soddisfatto Gaetano Mariano, Responsabile Organizzazione – Formazione e Servizi Generali della Direzione Risorse Umane. “Ho rilevato il gradimento diffuso per i Seminari organizzati e già tenuti. Un vero momento d’incontro per parlare in libertà di argomenti che molti di noi conoscono poco. Sentir parlare di approvvigionamento idrico, di stato delle sorgenti, di problematiche diverse con tutti gli attori, i protagonisti. Abbiamo sentito parlare di come è cambiata la nostra vita lavorativa. Nulla sarà come prima. Sarà diverso e sarà in meglio. Il coronavirus è diventato per noi un’opportunità: ha accelerato i processi di digitalizzazione e predisposto la nostra forma mentis a al cambiamento. La nostra vita lavorativa è cambiata e cambierà ancora. Come possiamo vedere, non ci ha colti impreparati. Non solo siamo partiti bene, siamo partiti in anticipo. Le misure emesse a livello centrale e regionale, spesso le abbiamo anticipate. Questi incontri, questi seminari con colleghi e tra colleghi di cui discutiamo tutti i giorni, dimostrano che nessuno ha una contezza adeguata, l’esatta percezione che c’è tra i diversi soggetti. La nostra non è stata una pretesa di dare una lezione formativa, ma realizzare un coinvolgimento su temi che riguardano tutti. Passare dalla conoscenza per arrivare alla condivisione. L’esempio classico è quello delle tariffe. Problema che riguarda tutti, anche il nostro operato. Ognuno di noi dà un contributo diretto alla qualità tecnica e contrattuale. Abbiamo dato una visione preventiva, con tempismo. Abbiamo fatto sentire uniti fra di loro i lavoratori, sfruttando un momento negativo in positivo. Abbiamo messo tutti in condizione di dare il meglio di se stessi, serenamente, venendo incontro alle diverse esigenze di tutti. Abbiamo protetto i lavoratori e l’azienda. Tutto è stato ed è vagliato dall’Unità di Crisi. Abbiamo coinvolto sistematicamente le OO.SS. Abbiamo lavorato a tutela dei nostri dipendenti, ma anche dei nostri clienti, con concretezza ed efficacia. AQP non ha mai chiuso. Abbiamo aderito alla forte volontà del Presidente e dei Coordinatori guardando anche al futuro dell’attività della nostra Azienda”.
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MARCO MOTTOLA della Direzione Servizi Tecnici e Manutentivi – Responsabile Manutenzione Specialistica, che ha tenuto una sua comunicazione nei Seminari Digitali promossi dalla AQP-Water Academy sulla CONTROL ROOM abbiamo posto alcune domande. Perché una control room? “La gestione di tutte le attività della filiera Servizio Idrico Integrato (SII) comporta per AQP un fattore di complessità in quanto per ogni ambito esistono parametri critici chiave da monitorare e rischi industriali con differenti impatti sull’utenza. L’obiettivo di AQP è quindi quello di dotarsi di una struttura di Control Room che si integri con l’attuale sistema di Telecontrollo e sviluppi un sistema organico di processi tale da gestire eventi e criticità sia rilevati dal campo in modo automatizzato mediante sensori sia provenienti da segnalazioni ricevute dall’utenza finale.” Quali sono i benefici di una control room? “-Abbattimento delle distanze fisiche grazie alle funzioni di telecontrollo a distanza di alcune opere.
-Incremento della capacità di prevenzione delle anomalie (guasti alle opere o fuori limite di parametri di processo) grazie alle analisi sui trend storici delle misure e all’utilizzo degli strumenti di simulazione. Questo potrà contribuire al miglioramento della capacità di programmazione degli investimenti. Agiremo sempre più ex-ante. -Riduzione dei tempi di risposta alle richieste del cliente finale migliorando la qualità del servizio e riduzione dei costi operativi grazie all’efficientamento dei processi operativi.”
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SAPERE
-Incremento della attività di monitoraggio e controllo e della capacità di reazione dell’organizzazione agli eventi di guasto, occorsi sulle nostre opere grazie all’evoluzione del Call Center Tecnico.
CO N TA G OC C E
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L’Italia è il Paese più idrovoro di Europa, con 160 m3 di acqua prelevata per uso potabile per ogni abitante all’anno. Il doppio della media europea, due volte la Francia e quasi tre volte la Germania.
L’ACQUA
BARI - I reperti ritrovati da AQP ad Altamura in mostra a Bari
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ome il deserto, nelle lontane regioni della penisola araba, è una sorta di immensa spugna porosa, che basta pungere per essere ripagati da un imponente fiotto di petrolio, così la terra di Puglia - se qualcuno dovesse infliggerle impreviste per quanto opportune punture, è pronta a restituire millenni di secoli passati, sotto forma di anfore, calici, monili, suppellettili e oggetti di culto.
sabbie della storia, c’è pure l’Acquedotto Pugliese. Tra nuove condotte, ampliamento o rifacimento di quelle esistenti e, ancora, prodigiosi raccordi, sfavillanti giunti, futuristici pozzetti, allacci, rubinetti, viti e bulloni, l’azienda idrica è sempre là a dare uno scossone dalle “fondamenta”, tranciando vie e piazze di città che solo il nome basta ad evocare gloriose tradizioni in epoche lontane decine e decine di secoli.
Spesso si tratta del corredo funerario nel sepolcro di qualche vip del tempo dei greci o la copiosa mercanzia nella bottega di facoltosi artigiani d’età imperiale, o, più recentemente, le “reliquie”, con tutto il sacro armamentario, di qualche fraticello questuante o di un prelato di rango, dall’alto medioevo in su.
E tra queste, solo per citarne alcune, Taranto la leggiadra Taras degli Spartani dei primi dell’VIII secolo a.C., o Altamura con le fortificazioni megalitiche dei Peuceti del IV secolo a.C. o Mesagne, fiorente centro messapico del sec.VI prima di Domineddio, caduta sotto i dardi infuocati del comandante Archita giunto da Taranto a metterle il giogo nel 366 a.C.
Insomma, un grande giacimento, proprio lì a qualche metro sotto i piedi, pronto a fare capolino non appena qualcuno decida di sprofondarvi le mani. Ma questa, in realtà, non è solo la storia di Puglia ma di tutto quel grande e fortunato paese che si chiama Italia.
Ed è proprio a Mesagne ad aver restituito dalle sue viscere, ai primi di luglio, una tomba d’epoca medievale, destinata alla custodia del castello normanno-svevo della città, come ha spiegato la soprintendente
Ma torniamo a casa nostra. Tra quei “curiosi” a cui piace ogni tanto immergere le mani nelle
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C U LT U R A
ALLA RICERCA DEI TESORI NASCOSTI
Maria Piccarreta, appassionatasi alla tesi che possa trattarsi del primo esemplare di un’intera necropoli sotto piazzetta Sant’Anna dei Greci, lo storico cuore pulsante della città, là dove Acquedotto Pugliese ha avviato un cantiere per l’adeguamento della rete fognaria.
C U LT U R A
Così andando a ritroso negli anni, e neanche poi tanto, ecco affiorare dal sottosuolo di Taranto, sepolture, fornaci, pozzi e tracciati viari, testimonianze di antiche attività di culto e di produzioni artigianali. Un cospicuo bottino, databile tra il VI e I secolo a.C., frutto della “campagna di scavi” lanciata da Acquedotto Pugliese per la sostituzione di chilometri di reti idriche nei rioni periferici della città, con l’innovativa tecnologia “Stop System”, che consente di eseguire i collegamenti tra i tronchi stradali e le singole utenze per mezzo di otturatori, senza interrompere il flusso idrico a monte e a valle della tratta intercettata. E veniamo al pezzo forte della “collezione”. I lavori per la nuova rete fognaria nell’area urbana di Altamura, che hanno portato, un paio d’anni fa, alla scoperta di una serie
di 23 oggetti, che rinviano ad attività domestiche e cerimonie conviviali, databili alla seconda metà del IV secolo a.C., insieme ad un bel cratere apulo a figure rosse, più antico di alcuni decenni. Gli oggetti e, in particolare, il cratere, raffigurante un giovane cinto di corona, sdraiato sulla kline, intento a prendere del cibo da un vassoio, mentre uno dei satiri svuota del vino da un otre, provenivano molto probabilmente dalle botteghe artigiane di Taranto, note per la raffinatezza della lavorazione. Oggetto di un sapiente e accurato restauro, effettuato dai tecnici della Soprintendenza, grazie al contributo offerto da Acquedotto Pugliese, i reperti sono stati esposti nella grande mostra organizzata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana presso la chiesa di San Francesco della Scarpa, nel centro antico di Bari. Insomma, scava scava, questa antica e fascinosa terra di Puglia non finisce mai di stupirci per i racconti di storia, umanità e civiltà passate che ci restituisce. E se il merito, almeno in parte, è dell’Acquedotto Pugliese, noi che di questa grande famiglia facciamo parte, non possiamo che esserne felici. Oltre che orgogliosi.
Bari: il grande cratere ritrovato negli scavi AQP ad Altamura
PUGLIA
RICCO SCRIGNO D’ARTE
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Mesagne, durante i lavori per la rete fognaria, effettuato un prezioso ritrovamento archeologico: una tomba con uno scheletro grande ed uno piccolo. E’ stata l’occasione per parlarne con l’arch. Maria Piccarreta, Responsabile della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per La Città Metropolitana di Bari e per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto.
ritrovamenti, gli stessi vanno approfonditi e ricercate soluzioni tecniche adeguate alla loro salvaguardia, anche adeguando i lavori già programmati. Dal punto di vista archeologico, noi abbiamo bisogno di scavare per conoscere e capire quello che viene alla luce e la consistenza che è sotto terra. Valutiamo se approfondire gli scavi, ovviamente con fondi statali, oppure richiudere. Tutte le società che fanno scavi nei centri urbani, storici, di fatto sono come un nostro braccio operativo che ci aiuta a capire. Sono davvero tanti i siti da tenere sotto osservazione. Sono disseminati sul territorio.”
Negli scavi che AQP fa, quasi sistematicamente si imbatte in tesori
E’ un’incombenza a carico di AQP, allora? “Certamente. Noi abbiamo la nostra sorveglianza, l’archeologo di AQP, per quel lavoro, è la sentinella del sistema, ma rende conto al suo committente, cioè ad AQP in capo al quale rimane l’obbligo di collaborare con la Soprintendenza.” La Puglia, il nostro territorio, è ampio e ricco di insediamenti archeologici. La nostra storia è abbastanza antica. Quale ritrovamento ricorda con particolare soddisfazione?
nascosti. La Puglia è un grande territorio ricco di archeologia e arte. Parliamo del rapporto con la Sovrintendenza. Una collaborazione indispensabile per salvaguardare il patrimonio artistico e al tempo stesso fare i lavori.
“Certamente il ritrovamento fatto con AQP è quello di Mesagne che ha avuto un’eco notevole sulla stampa nazionale. Lo scheletro dell’adulto abbracciato a un bimbo. Ritrovamento che evoca i sentimenti e le emozioni delle persone. “
“I vostri lavori sono opere pubbliche. Per gli interventi nelle città è obbligatoria la sorveglianza archeologica. Attività che serve a salvaguardare le attività dal punto di vista culturale e archeologico.
“Un’immagine struggente “, così è stato commentato il ritrovamento. Uno scheletro di donna che sul suo grembo ha un bimbo adagiato. Un lungo, tenero abbraccio che dura da secoli. Le diverse tombe risalgono al periodo tra il XIII e il XV secolo. Il ritrovamento è avvenuto durante i lavori di scavo per la sistemazione della rete fognaria nella piazzetta Sant’Anna dei Greci.
Circa la collaborazione, da un lato trattasi di compiti istituzionali, quale la sorveglianza del territorio da un punto di vista archeologico, dall’altro, poiché sono tantissimi i lavori che AQP sta facendo, ci garantisce una sorta di mappatura del territorio anche da un punto di vista archeologico. E’ archeologia preventiva che AQP sostiene. Pur obbligatoria, se durante i lavori, come successo in tante cittadine ci sono
“Sono tantissime e tutte cose bellissime quelle ritrovate. Domina la Magna Grecia a Taranto, Brindisi, Lecce. Dal ritrovamento dei reperti
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occorre passare alla loro valorizzazione. Facendo deviazioni al percorso delle condotte, per valorizzali, bisogna portarli a conoscenza del territorio. Questo, ormai, è abbastanza noto nella sua consistenza di possibilità archeologiche da ritrovare.
danno un contributo fondamentale alla conoscenza. A Mesagne, territorio ricchissimo di queste tombe, si è cercato di capire. Lo scomodo che un cantiere determina con rumore, cantiere altro, al tempo stesso ripaga la comunità con questi ritrovamenti. Alla fine, viene fuori la storia, quella che è stata l’identità di una comunità. Fare un percorso così sarebbe interessantissimo.
Vado oltre. Mi piacerebbe costruire un rapporto anche di sperimentazione. In Puglia, in generale, conoscendo bene ormai il territorio, potremmo fare una sperimentazione preventiva insieme a chi di fatto opera, in questo caso AQP. Fare in modo da valorizzare quello che si trova negli scavi, anche, per esempio, con una grande mostra con i ritrovamenti. Questa è la soluzione più semplice. Sarebbe bello dire verso dove si vuole andare con tutto il mondo dell’archeologia preventiva. Sono tantissimi e bellissimi i ritrovamenti.
Trovare gli spazi giusti, poi, per esporli. Noi siamo avvantaggiati in questo. Abbiamo moltissimi musei civici archeologici. Tanti reperti sono dati in deposito temporaneo ai Comuni che li tengono esposti. Anche questo è tema interessante da approfondire. Questi lavori diventano la linfa di conoscenza, hanno un ruolo incisivo nell’identità di una comunità che andrebbe anche valorizzato dalle società stesse che operano sul territorio.
Con l’archeologia preventiva si potrebbe attivare quell’attività di ricerca specializzata che indica verso dove andare. Si effettua con interventi, in aree sensibili, che comportano sondaggi diagnostici del terreno. Lavori di scavo veri e propri da effettuare prima di dare avvio alle opere da realizzare. Queste misure sono lavori di salvaguardia, utili a ricercare, preservare e studiare preventivamente quanto di significativo può essere rinvenuto del patrimonio archeologico durante i lavori in corso.
AQP ha già una storia di suo. Per fare le sue opere, ha conosciuto e scoperto tutta la regione, vero strumento di conoscenza ulteriore per tutti i centri abitati.”
Fra Sovrintendenza e AQP è necessario fare un percorso insieme. Spesso è visto come un blocco ai lavori il rinvenimento di reperti. E’ vero. Questo è un rallentamento ai lavori. Ma queste società, a partire da AQP, hanno un ruolo molto importante di conoscenza, di valorizzazione, che va di pari passo con l’identità culturale e la crescita culturale. E’ un servizio che si abbina a un altro servizio. Mi piacerebbe sancirlo questo rapporto più diretto con AQP. L’archeologia preventiva è da approfondire. Va vista da entrambe le parti. Auspico un incontro mirato con il Presidente di AQP. Sono andata a rivedermi il numero di atti che abbiamo con AQP, tutti i vari allacci, ecc. Quasi tre quarti del nostro lavoro archeologico è con voi: una portata notevole. Le difficoltà maggiori sono la tempistica, la snellezza delle procedure. Sarebbe interessante mettere un punto, vedere dove siamo arrivati oggi e qual è il ruolo di queste attività nelle varie città, grazie a questo patrimonio immenso che viene recuperato. A Taranto, per esempio, con i fondi del Ministero abbiamo deciso di approfondire lo scavo, mi riferisco ad una famosa tomba, ma le aziende
Mesagne - L’abbraccio
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SottACQUA
LA TORRE MISTERIOSA N
on siamo a Castel del Monte. Non è una torre ottagonale del castello federiciano.
Queste torri “misteriose” si chiamano torrini piezometrici. Servono, fra l’altro, a realizzare disconnessioni idrauliche in grado di scongiurare pericolose oscillazioni di pressioni nelle adduttrici (cioè nelle grandi tubazioni). Queste oscillazioni, possono essere causate dalla distribuzione urbana dell’acqua, sempre molto variabile in quantità. I torrini, sollevati rispetto al livello della condotta che il più delle volte è interrata, possono anche raccogliere l’acqua in vasche poste in cima alla loro struttura. Così sospese, fissano il carico piezometrico, evitano le oscillazioni delle pressioni nelle condotte. Tutto a presidio e garanzia della distribuzione alle utenze da esso alimentate. Li troviamo in aperta campagna e li troviamo anche in città, nei centri abitati. Assolvono anche alla funzione di accumulo dell’acqua. Una piccola riserva, in alto rispetto alle abitazioni e agli stabilimenti industriali. Come una sorgente d’acqua sospesa in alto che, a caduta libera può riempire le tubazioni e alimentare gli edifici che hanno pressoché la stessa quota del torrino. Tutto senza far ricorso all’energia elettrica, ma utilizzando la quota a cui è sospesa la riserva idrica con pendenza naturale. Questi torrini costituiscono anche delle disconnessioni idrauliche: il punto in cui c’è lo sfiato per quelle bolle d’aria che possono crearsi lungo la condotta. Arrivate nel torrino, sfociano nell’aria e non proseguono nelle condotte. La torre per i più era “sottacqua”, misteriosa. Ora, ha perso il suo mistero!
San Cesareo di Lecce (LE) - Torrino di AQP
IL MOVIMENTO È VITA COME L’ACQUA CORRENTE Consigli per tenersi in forma
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appiamo che fare sport, fare ginnastica, fa bene alla salute.
concentrazione, di darci degli obiettivi, ne risente.
Come con l’acqua: sappiamo che quella stagnante non è buona, non fa bene. Con l’acqua dei pozzi, prima dell’arrivo dell’Acquedotto Pugliese, spesso, ci si contagiava.
Noi abbiamo bisogno di un corpo che sia sano, che sia forte anche nelle attività quotidiane capace di dare una direzione ai nostri pensieri. Pensiamo a quando siamo malati. Abbiamo delle sofferenze: inevitabilmente la nostra volontà si indebolisce e anche la nostra capacità di lavoro, di concentrazione, di portare avanti degli obiettivi con vigore, con forza.
BELLEZZA
L’acqua corrente, lo sappiamo bene, invece, è vita. E questa non è una definizione e basta. E’ realtà vera. Spesso, però, siamo sopraffatti dalla pigrizia. Questo, per molti, è stato uno degli effetti del coronavirus che ci ha relegati in casa per quasi novanta giorni, ininterrottamente.
La soluzione scelta: non una lezione registrata, autogestibile. L’idea forte di AQP è stata quella di creare una
Ne parliamo con l’allenatrice-istruttrice Emilia Straziuso, insegnante di Yoga registrata presso Yoga Alliance 250 Plus, docente di Pilates e Professionista Shiatsu registrata all’Albo Fisieo. Da dieci anni titolare e amministratrice dell’Asd Centro Hara di Bari, Centro di discipline olistiche. “Il programma mira a rendere più elastiche le articolazioni, a sciogliere le tensioni muscolari, a garantire una buona postura e a migliorare la respirazione anche con attenzione all’attivazione e tonificazione delle fasce muscolari, in particolare della regione del Core”. “Questo percorso, ci fa sapere la docente, lo abbiamo pensato proprio perché l’attività di lavoro in smart working inevitabilmente ci porta a stare molto tempo seduti. Dal punto di vista posturale compromette la statica del nostro corpo. Questo periodo, inoltre, ci ha obbligato ad un isolamento dai nostri contesti sociali di riferimento. Ciò che ha causato un certo abbassamento delle nostre energie, indebolisce il corpo. Tutto questo diminuisce anche la volontà. Quando siamo deboli, privi di forze nel corpo, anche la nostra capacità di
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nella sua Area, ne parla nell’accattivante invito rivolto a tutti i colleghi AQP ad iscriversi alla palestra virtuale in cui si terranno le lezioni. Una proposta innovativa e allettante che consente anche di interagire, a fine lezione, con l’allenatrice. “Da casa, ognuno potrà seguire i 10 incontri, a cadenza settimanale: CLASSE GINNASTICA INTEGRATA al PILATES Gym della durata di 50 minuti. Un programma di ginnastica per svegliare il nostro corpo ad un nuovo benessere che possa sempre migliorare la qualità del nostro lavoro che oggi, in molti, siamo stati chiamati a realizzarlo a domicilio. Sono convinta che la qualità del lavoro nasce, deriva proprio dal benessere del nostro corpo. Se sto bene, lavoro meglio”.
classe di ginnastica virtuale per recuperare quella dimensione della socialità che inevitabilmente abbiamo perso. La possibilità di sentirsi anche davanti ad uno schermo capaci di percepire la presenza dei colleghi. Ricostruire il tessuto lavorativo e sociale che in qualche modo si è perso in questo tempo. Siamo uomini sociali, abbiamo la necessità di condividere i nostri spazi con gli altri. Nel confronto c’è la crescita. L’utilizzo della lezione in gruppo con la previsione di offrire domande, interloquire con l’insegnante per avere un confronto e un riscontro. Abbiamo detto NO a canali anonimi di you tube. Lo strumento della chat ci consente di sentirci insieme in questo percorso. Io con loro, ma anche loro tra di loro. Un altro aspetto che intendo segnalare. Ho potuto riscontrare che, pur vera la mancata presenza dell’insegnante, un po’ si sacrifica la possibilità di poter intervenire. Spiego. Le persone, poiché devono lavorare da sole, devono anche assumere la direzione del proprio movimento, diventare maestri di se stessi. Questo porta molta più consapevolezza. Noi occidentali abbiamo perso il contatto con il nostro corpo, con i messaggi che ci manda. Sono messaggi autentici, mentre la mente ci inganna, ci porta in direzioni le più diverse. Il corpo no. E’ sincero, parla di noi, delle nostre sofferenze, del nostro isolamento, le spalle chiuse, segni di protezione. I reni che ci fanno male sono il segno della paura. Quando lavoriamo da soli e dobbiamo autogestire i nostri movimenti, diventiamo una cosa bellissima, maestri di noi stessi. Esperienza che ho recuperato e che non avrei mai immaginato”. L’iniziativa è stata particolarmente apprezzata. “La nostra idea è semplice: aver cura di te”. Così Antonella Strambelli, Responsabile Area Welfare e Comunicazione Interna della Direzione Risorse Umane, proponendo l’iniziativa nata
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Parole come g cce
SULL’ACQUA
H. M. van den Brink Autore: H.M. van den Brink Editore: Marsilio Editore Pagine: 128 Euro: 15,00 Edizione del: 2019
«Come A voce alta di Bernhard Schlink e Tu, mio di Erri De Luca, questo breve romanzo europeo riconduce le ombre della guerra a un tempo in cui le illusioni erano all’ordine del giorno, infondendo una luce tragica nell’imperturbabilità della giovinezza e nell’ansia della memoria». André Aciman, autore di Chiamami col tuo nome
Ad Amsterdam, nella calda estate del 1939, due ragazzi di diciassette anni vogano sull’Amstel. Il fiume scorre lento, Anton e David formano un’unità armoniosa con la barca, le acque cristalline e il cielo. La loro felicità è fatta di «carne, muscoli, sole e legno, acqua e pietra». È concreta, palpabile. Mentre l’Europa trattiene il respiro davanti allo spettro della guerra, la vita di Anton e David è lì, è l’intenso allenamento con il riflesso del sole sullo scalmo di rame, due corpi che eseguono gli stessi movimenti, perfettamente sincronizzati, uniti dalla fatica e dall’esaltazione, dal miracolo del lavoro di squadra. Il richiamo costante e irresistibile dell’acqua, la relazione quasi mistica con il fiume, cancellano tutte le paure. Sono due ragazzi profondamente uniti dalla stessa passione, la più forte che mai conosceranno. Cinque anni dopo, Anton è davanti al club di canottaggio abbandonato. La guerra è sullo sfondo, la casa di David è vuota. Rimane viva, nel corpo e nella mente, la memoria di un’amicizia preziosa e irripetibile, di un tempo dove tutto era ancora possibile, e di quella gioia pura che solo il risultato di uno sforzo fisico può dare.
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La Voce dell’Acqua Direttore Responsabile - Vito Palumbo
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