Luci sul Ponte ARTE AMBIENTE Geoparco Unesco AMBIENTE Geoparco Unesco
Un “ponte” non è solo un’opera straordinaria e fondamentale d’ingegneria, ma è anche una cornice simbolica ideale che ci permette di guardare verso un "oltre" ed un “altrove”, costruendo un collante con una ideale passerella verso il futuro.
I ponti sono non a caso una delle opere più grandiose che l’uomo abbia mai realizzato, per la loro utilità ma anche per la loro carica di significato metaforico. Gli antichi romani avevano intuito che la costruzione di ponti facilitava le conquiste territoriali, ma consentiva anche una rapida espansione commerciale e culturale con lo scopo di assottigliare il più possibile le differenze tra i popoli. Attraverso la costruzione di ponti ed edifici, utilizzando la tecnica ad arco degli Etruschi (solidità e durata), Roma manifestava la sua bravura, efficacia, bellezza, forza e opulenza, tutto ciò che serviva a stupire il mondo. Opere come queste sono destinate a segnare inevitabilmente cambiamenti nell’ambiente in cui si inseriscono ma anche nelle persone che vi interagiscono. L’attrazione verso ciò che è sconosciuto o lontano ha attivato nell’essere umano da sempre la capacità creativa di “gettare dei ponti”, consentendo una virtuosa comunicazione e possibilità di incontro tra differenti realtà, senza per questo annullare ciò che era preesistente. Dove si costruiscono ponti non ci sono assimilazione, fusione o identificazione totali, ma piuttosto accrescimento di conoscenza e scambio di idee. Il ponte sia allora, in un tempo di riflessioni sul nostro complesso domani, una esperienza concreta di unità e diversità, sinonimo di connessione e vicinanza, un universo fatto di fatica nell'attraversamento, ma anche raggiungibilità di nuove ambiziose mete. Un “ponte” verso il futuro allora è un invito simbolico a un'opera di unione d'intenti e di connessione profonda sul progresso scientifico e tecnologico che, se da una parte guarda allo sviluppo della società, dall’altra si confermi attenta in termini di sostenibilità e di rispetto per l’ambiente.
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» ARTE- pag. 29
» AMBIENTE - pag. 32
Sommario
4 FUTURO
Acqua da tutelare
11 sott'acqua
Acquaponica, esperienza pugliese
12 10 in condotta
Il Politecnico di Bari a Londra
14 ARTE CULTURA BELLEZZA
Puglia en plein air
22 IL CONTAGOCCE
Premio Impatto PA
24 ARTE CULTURA BELLEZZA
Luci sul Ponte
29 ARTE CULTURA BELLEZZA
Tra la sorpresa e il sogno
32 AMBIENTE
L'Alta Murgia Geoparco Unesco
39 parole come gocce
Il senso della sete » FUTURO - pag. 4
ACQUA DA TUTELARE
"L'acqua è un bene essenziale non solo per la vita quotidiana, ma anche per lo sviluppo sostenibile delle nostre comunità e dell'intera economia nazionale”.
A dirlo il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione del Festival dell’Acqua, giunto a Firenze per l'ottava edizione. L'acqua è un bene primario ma esauribile, nel rispetto del quale ciascuno deve porsi con grande responsabilità. “I cambiamenti climatici – ha aggiunto il ministro – stanno purtroppo modificando il nostro rapporto con questa risorsa preziosa. È nostro dovere garantirne una gestione sicura, minimizzando gli sprechi e promuovendo un uso consapevole”. Di qui la necessità di “conservare” le risorse idriche, pianificare gli investimenti nelle infrastrutture e valorizzare il ruolo delle istituzioni e dei cittadini nella gestione dell’acqua: “Solo attraverso la collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini possiamo costruire un sistema capace di affrontare le sfide attuali e prepararci al futuro”. Il Festival dell'acqua, organizzato da Utilitalia (federazione che riunisce le imprese dei servizi
pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas in Italia) è stato l'occasione per lanciare un piano di proposte, il cosiddetto “Patto per l’Acqua” che mira a migliorare la resilienza delle reti idriche, garantire servizi di qualità ai cittadini e adattare il sistema ai cambiamenti climatici.
“Attraverso questo patto – ha spiegato il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – le aziende che hanno operato e reso possibile la crescita del comparto in questi anni si sono impegnate a fare un passo avanti per garantire investimenti adeguati alle sfide del climate change e hanno chiesto al Governo di accompagnare questo percorso, fondamentale affinché anche i territori senza gestore integrato possano crescere”.
Tre giorni di confronto tra i principali temi oggi sul tavolo idrico. A partire dalla governance del servizio, con la necessità di passare sempre più a una gestione industriale, piuttosto che in economia: condizione necessaria per incrementare gli investimenti e portarli alla famosa quota 100 euro annui per abitante fissata proprio dal “Patto per l’Acqua” .
Oggi, nonostante l’accelerazione degli ultimi 10 anni, cioè da quando il servizio idrico è passato sotto la regolamentazione Arera, siamo poco sopra 60 euro. A imporre una spinta sugli investimenti sono anche gli impatti, sempre più evidenti, dei cambiamenti climatici: le reti devono essere adattate al nuovo contesto, per immagazzinare acqua (e contenere quindi i danni) nei momenti di abbondanti precipitazioni per poi sfruttarle nei lunghi periodi di siccità. Senza sottovalutare la produzione di acqua complementare, puntando sulla dissalazione e la gestione avanzata delle acque sotterranee. Esattamente 30 anni fa, con la Legge Galli, il legislatore nazionale indicò la frammentazione gestionale-territoriale del ciclo idrico e la non integrazione delle varie. Diventa quindi importante gestire l'acqua in un clima che cambia e i numeri lo dimostrano: nell’ultimo anno idrologico (da maggio del 2023 a maggio del 2024) la capacità idrica degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale ha subìto una contrazione compresa tra -17% e -45% a seconda delle zone. In Sicilia, la regione più colpita dalla siccità dell’estate appena trascorsa, il volume di acqua invasato è crollato del
40%. La siccità che nel 2022 aveva colpito il Nord Italia – con un calo del 24% delle precipitazioni, a livello nazionale, rispetto alla media 1991-2020 e una disponibilità idrica scesa del 50% rispetto alla media del lungo periodo 1951-2022 – negli ultimi mesi ha interessato in particolar modo il Sud, territorio nel quale le infrastrutture sono più vulnerabili, la percentuale media di perdite di rete è più alta e la frammentazione gestionale più marcata.
L’acqua è un elemento vitale, che da millenni regola la vita sulla Terra, disciplinando gli equilibri. Tuttavia, negli ultimi decenni, stiamo assistendo a cambiamenti senza precedenti nel clima globale, con impatti significativi sul ciclo dell'acqua e sulle risorse idriche del Pianeta. Fenomeni meteorologici estremi, quali alluvioni e siccità, stanno diventando sempre più frequenti ed intensi, con esternalità negative per numerose aree del mondo. L’Accordo di Parigi del 2015, che si è posto come obiettivo principale quello di mantenere al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali la crescita della temperatura media globale sulla superficie delle terre emerse e degli oceani entro la fine del secolo, limitandola a 1,5°C, è già consi-
derato utopico. Il riscaldamento globale è una delle conseguenze maggiormente percepibili del cambiamento climatico. Non sorprende quindi che la temperatura media globale per il 2023 sia stata la più alta mai registrata: +0,6°C al di sopra della media 1991-2020 e +1,48°C al di sopra della media pre industriale 18501900. L’Italia non risulta indenne al cambiamento climatico e alle sue conseguenze: la penisola è posizionata nel cuore della regione mediterranea che, a causa delle sue caratteristiche morfologiche, si è riscaldata e continuerà a riscaldarsi più rapidamente della media globale. La siccità ha colpito duramente il Paese, che è al 5° posto tra i 27 Paesi europei e il Regno Unito per quota di territorio esposta a siccità severo-estrema negli ultimi due anni, pari al 13,2%, 5,6 punti percentuali al di sopra della media europea. Con l'eccezione dell'anno pandemico del 2020, in cui le misure di lockdown adottate a seguito della di"usione della pandemia COVID-19 hanno notevolmente rallentato le attività economiche e di conseguenza il consumo di risorse naturali, ri-
portandolo ai livelli del 2009, il trend è in peggioramento: nel 1973, l’Earth Overshoot Day è stato il 3 dicembre, nel 2003 il 12 settembre, nel 2022 il 28 luglio, mentre nel 2023 è caduto il 2 agosto (con un lievissimo miglioramento rispetto all’anno precedente). Attualmente, la popolazione mondiale sta quindi consumando risorse equivalenti a 1,7 pianeti all'anno, mentre nei primi anni '70 il rapporto era di 1:1. Nel contesto internazionale, l’Italia è uno dei Paesi con il più elevato debito ecologico: l’Overshoot Day nel 2023 nel Paese è arrivato il 15 maggio (invariato rispetto al 2022, ma peggiorando di 2 giorni rispetto al 2021). Se tutti gli abitanti del pianeta seguissero lo stile di vita degli italiani, sarebbero necessari 2,7 pianeti per soddisfare le esigenze della popolazione mondiale, basandosi sul ritmo di consumo attuale.
L'acqua quindi è il segno tangibile dei cambiamenti climatici in atto. È fonte di vita e insieme elemento fragile e prezioso, un indicatore dei mutamenti del nostro ambiente che dobbiamo imparare ad ascoltare e comprendere.
SOTT ACQUA
ACQUAPONICA, È PUGLIESE LA PRIMA FATTORIA IN EUROPA
Prima in Europa: è la fattoria acquaponica che utilizza acque reflue depurate per la produzione agricola e l’allevamento di pesci. Un progetto pionieristico realizzato a Castellana-Grotte, in provincia di Bari, selezionata tra otto nazioni per la purezza delle sue acque. Il progetto Aware (Aquaponics from wastewater reclamation), finanziato con 5,1 milioni di euro, promette così di segnare una svolta nel settore agroalimentare europeo. Anche se sembra futuristica l’acquaponica arriva dal passato: già usata da Babilonesi e Aztechi, è una tecnica che integra l’allevamento di pesci (acquacoltura) con la coltivazione di piante senza suolo (idroponica), e si presenta come una soluzione innovativa per affrontare le attuali sfide ambientali. L’impianto pilota è costituito da una cupola che ospita tre vasche, ciascuna alimentata da acqua naturale o depurata, e sarà inizialmente utilizzato per allevare i pesci tilapia e produrre lattuga, una combinazione testata con successo in precedenti esperimenti di acquaponica. Per la direttrice generale di Acquedotto Pugliese Francesca Portincasa si tratta di “un progetto sperimentale che alimenta un ciclo virtuoso di economia circolare, motivo di grande orgoglio per noi di Acquedotto Pugliese, che ha portato alla nascita nei pressi del nostro impianto di depurazione di Castellana Grotte della prima fattoria “acquaponica” d’Europa, utilizzando le nostre acque affinate per allevare pesce e far crescer piante per il consumo umano. L’acquaponica – ha spiegato – è una tipologia di agricoltura mista ad allevamento sostenibile basata su una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica al fine di ottenere un ambiente simbiotico. Questo processo, rispetto ai metodi tradizionali, utilizza molta meno acqua che viene filtrata grazie ad un meccanismo di digestione naturale, e riduce inoltre il consumo di energia elettrica, di reflui e di trattamenti chimici, garantendo infine un prodotto sicuro. La sperimentazione che parte dalla Puglia e l’esperienza di questo progetto 100% sostenibile potranno essere replicate in tutto il mondo, contribuendo alla salvaguardia della risorsa idrica", ha concluso la dg Portincasa.
L’impatto del progetto non si limiterà all’aspetto produttivo: la fattoria avrà un risvolto positivo sull’economia locale, creando una catena di valore che coinvolgerà produttori, ricercatori e imprese del territorio.
“Questo progetto rappresenta una grande opportunità per Castellana-Grotte e l’intera Puglia, sia in termini di innovazione tecnologica che di valorizzazione dei nostri prodotti tipici”, ha dichiarato il sindaco di Castellana Grotte Domi Ciliberti.
L’obiettivo finale del progetto Aware non è solo dimostrare la fattibilità dell’acquaponica su scala locale, ma promuovere un modello replicabile in tutta Europa, soprattutto in contesti urbani o in aree dove la scarsità di risorse idriche limita la produzione agricola tradizionale. La Puglia, con le sue risorse naturali e la sua spinta verso l’innovazione, si pone così al centro della trasformazione verso un’agricoltura più sostenibile ed efficiente, capace di affrontare le sfide ambientali globali con soluzioni locali.
Da Bari a Londra per realizzare un giardino sensoriale. Il contributo è del Politecnico di Bari e del suo laboratorio di fabbricazione digitale Fab Lab. Per realizzarlo è stata impiegata la tecnologia additiva e il cosiddetto “mattone ecologico” creato appositamente, una dimostrazione del potenziale delle stampanti 3D.
“La manifattura additiva – spiega il prof. Giuseppe Fallacara, ordinario di Progettazione architettonica al Poliba – sta cambiando radicalmente il modo di pensare l’architettura ma siamo ancora nella fase inziale: le università hanno un ruolo essenziale per la formazione di nuove figure professionali che possono interpretare al meglio queste nuove tecnologie”. Il giardino si è aggiudicato il primo premio per sostenibilità ambientale perché, secondo la giuria, è “un bellissimo esempio di fusione tra tecniche antiche e moderne e costituisce un ottimo esempio per progettare e costruire giardini in modo più sostenibile”. All’anteprima del Chelsea Flower Show non è mancata la visita di re Carlo d’Inghilterra e della regina Camilla che hanno seguito con interesse la storia del progetto sviluppato dal Politecnico di Bari.
CONDO TTA in
PUGLIA EN PLEIN AIR
Dal clima alla Generazio-
ne Z, dal lusso all’open air. Sono le sfide e le tendenze del turismo in Italia e nel mondo, affrontate nel corso della 61esima edizione del TTG Travel Experience e InOut | The Contract Community, che per tre giorni ha animato i padiglioni del quartiere fieristico di Rimini, dall'8 al 10 ottobre. Un programma ricco che si è articolato all'insegna della “Veritas”, tema portante di tutta la manifestazione fieristica che ha messo al centro l'ospite, con la sua richiesta di autenticità.
Il TTG è sempre stata la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale, in una 3 giorni dove si sono ritrovati operatori internazionali, key players delle principali aziende del comparto, enti del turismo, tour operators, agenzie di viaggi, compagnie aeree, trasporti, strutture ricettive,
servizi per il turismo, tecnologia e soluzioni innovative. Un vero e proprio laboratorio, quindi, di idee per operatori turistici di tutto il mondo, fonte di informazione in cui intercettare nuove tendenze e innovazioni, format turistici e ispirazioni dei consumatori che ha posto la Regione Puglia su uno dei gradini più alti dal punto di vista turistico, sia nazionale che internazionale, che continua a crescere in tutti i mesi dell’anno.
La ricchezza paesaggistica, naturalistica e culturale della regione sembra offrire, in ogni periodo dell’anno, opportunità turistiche e apprezzamenti.
In occasione del TTG la Regione Puglia ha presentato i dati dell’Osservatorio regionale del Turismo della Puglia, rispetto ai primi otto mesi del 2024, mostrando come si è registrato un significativo incremento sia degli arrivi (4.234.000) che delle presenze turistiche (15.339.000). Numeri frutto di un'offerta turistica variegata:
accanto al mare, si è fatto un lavoro orientato sulla diversificazione del prodotto che comprende le feste patronali, i borghi, il patrimonio culturale immateriale.
“Quando cresce l’attenzione internazionale deve crescere anche la qualità dei servizi, delle infrastrutture e delle competenze. Dovremo continuare a concentrare le nostre forze non solo sulla promozione, ma sulla qualità di questo sistema turistico che è il più giovane di tutti ma che sta scontando le criticità dei sistemi più maturi”, parole di Aldo Patruno, Direttore Dipartimento Turismo Regione Puglia.
La crescita ha interessato sia i turisti italiani che stranieri, con quest’ultimi che hanno evidenziato un aumento maggiore: +20% per gli arrivi e +15% per le presenze.
I flussi turistici nazionali registrano un incremento del +3% per gli arrivi a fronte di un andamento stazionario delle presenze. Da gennaio ad agosto di quest’anno, sono stati registrati
incrementi superiori al 10% degli arrivi nei mesi di marzo (in concomitanza con le festività di Pasqua), di maggio e di giugno. Nei mesi di luglio e agosto gli arrivi sono cresciuti del +3,5% e le presenze hanno mostrato una sostanziale stabilità (+1%), con una buona performance del mercato estero che ha compensato il rallentamento interno.
Per i mesi di settembre e ottobre, le previsioni indicano una crescita degli arrivi del +4% e un mantenimento dei valori dello scorso anno per le presenze. “La crescita degli arrivi e delle presenze conferma che la Puglia è sempre più una destinazione di riferimento sia a livello nazionale che internazionale – ha affermato Gianfranco Lopane, assessore al Turismo della Regione Puglia – manteniamo alta l’attenzione sul mercato nazionale, sui flussi italiani, e lavoriamo per garantire una crescita sostenibile e rispettosa delle comunità locali e dell’ambiente, a partire dalle iniziative volte alla valoriz-
A
Mola di Bari, sbattitura del polpo (foto Andrea Ruggeri).
sinistra: Otranto, Faro di Punta Palascìa (foto Bigup Eventi).
zazione dei nostri Prodotti turistici di punta”. Nel 2023 la Puglia si posiziona all’ottavo posto nella top ten Istat delle regioni italiane per numero di presenze complessive.
Tutto questo comporta un buon andamento economico: secondo una stima condotta dall’Ufficio Osservatorio di Puglia Promozione, in collaborazione con Questlab e l’Università Ca’ Foscari, ponderata sui valori dei conti territoriali Istat e attualizzata al 2024, l’impatto diretto e indiritto del turismo sull’economia regionale è del 13,3%, ovvero di 10,4miliardi di euro in termini di valore aggiunto, pari a 7,3miliardi in termini di consumi (12,3% del valore regionale) con un impatto occupazionale del 15,4% per un totale di 228mila occupati. Tutte le province pugliesi hanno registrato un aumento degli arrivi nei primi otto mesi del 2024 rispetto al 2023. Per le presenze, la provincia di Foggia mostra un andamento stazionario determinato dalla contrazione delle presenze italiane nel mese di luglio. Bari,
Brindisi e Barletta-Adria-Trani risultano le più dinamiche con crescite superiori o in linea con la media regionale. La provincia di Bari ha registrato la crescita più significativa con un aumento del +15% per gli arrivi e del +13% per le presenze. Nella Provincia di Taranto gli arrivi crescono del +12% a fronte di un incremento più contenuto delle presenze con un +2%. Mentre, Lecce, si assesta al + 4% per gli arrivi e un +1% per le presenze.
Nei primi otto mesi del 2024, le presenze turistiche straniere rappresentano il 30% del totale e il 34% circa per gli arrivi. Germania e Francia si confermano come i principali mercati di origine rispettivamente con più di 680mila e 650mila presenze. Nell’ultimo anno, entra a far parte della classifica dei primi cinque mercati per origine dei flussi la Polonia che raggiunge il quarto posto con una crescita delle presenze del +47% nei primi otto mesi del 2024.
I principali mercati extraeuropei registrano significativi aumenti: Stati Uniti (+16% le
presenze), Canada (+22%), Argentina (+60%) mentre tra i mercati europei emergenti si registrano incrementi dall’Est, in particolare da Ungheria, Romania e Repubblica Ceca. Il costante lavoro in campo digitale è stato premiato con il premio “Smart Destination” di Data Appeal con una “menzione speciale per la destinazione che si è maggiormente distinta nella gestione e nell’approccio innovativo e data-driven al destination management”. Al di là del sentiment digitale, che la Puglia studia da anni, è stata premiata la capacità dell’Assessorato al Turismo e di Puglia Promozione di coinvolgere a livello digitale gli operatori pubblici, in particolare i Comuni, dopo aver lavorato per anni con gli operatori privati. Puntare alla crescita e alla consapevolezza delle potenzialità del web e lavorare insieme per
la comunicazione, la promozione, l’accoglienza in digitale è un punto focale della strategia di quest’anno, sancita anche con il Patto di comunità digitale #weareinPUGLIA, che ha visto in sei mesi aderire più di 100 Comuni pugliesi. Lo sport tra le nuove sfide della Regione Puglia con i Giochi del Mediterraneo alle porte. Nel 2026 i Giochi del Mediterraneo “Taranto 2026” si svolgeranno dal 21 agosto al 3 settembre in Puglia. “Lo sport è una componente fondamentale di questa diversificazione del prodotto” – commenta Aldo Patruno, Direttore Dipartimento Turismo Regione Puglia, aggiungendo – stiamo lavorando da tempo su grandi di eventi sportivi, come il Giro d’Italia o il calcio femminile a 5 che vedrà nel mese di dicembre vedrà con molta probabilità, la finale four di Champions League a Bari”.
Grottaglie, Quartiere delle Ceramiche (foto Regione Puglia). Ostuni, veduta della "città bianca" (foto Carlo Elmiro Bevilacqua).
Acquedotto Pugliese ha ricevuto il premio Cnel Impatto PA per l'attenzione particolare rivolta agli obiettivi di sostenibilità e crescita, previsti dall'Agenda ONU2030.
“È un grande onore ricevere questo premio, rivolto a sottolineare il valore della sostenibilità come fondamento e volano di sviluppo di tutta l’attività messa in campo da Acquedotto Pugliese, come testimoniato dal Piano Strategico al 2026", ha dichiarato la consigliera Falcone. Per il Presidente di AQP Domenico Laforgia: “il riconoscimento costituisce un motivo di grande e profonda soddisfazione in un momento in cui le sfide ambientali sono sempre più pressanti –testimoniando come sia ancora più stringente la necessità di preservare e valorizzare il patrimonio idrico, il fondamento di ogni sviluppo e progresso per i cittadini – contribuire ad assicurare un’evoluzione di tutte quelle esperienze virtuose, in grado di determinare uno sviluppo rispettoso delle caratteristiche naturali del territorio e delle necessità individuali e collettive delle comunità servite”.
LUCI SUL PONTE
Il Ponte Acquedotto visto con una luce e da una prospettiva inedita. È tornato a splendere in tutta la sua bellezza il luogo simbolo di Gravina in Puglia, emblema del territorio e simbolo identitario di grande valore. Un luogo magico e maestoso, alto 37 metri e lungo 90, che collega le due sponde del torrente Gravina. Un ponte che richiama senso di identità, quello di una comunità fiera ed in cammino. Ha scandito il tempo della fatica di generazioni di contadini che ogni giorno si recavano al lavoro nei campi e delle lavandaie. Quel ponte, il cui selciato ha risuonato dello scalpitio dei cavalli e delle bestie da soma e che ha conosciuto per generazioni le corse frenetiche ed i giochi dei bambini, amplificandone l'eco delle loro voci. Un simbolo al centro di set cinematografici internazionali che si sono avvicendati: Joaquin Phoenix che attraversa il ponte nei panni di Gesù per raggiungere il Getsemani,
il Pinocchio di Garrone nel suo viaggio per tornare a casa del padre, fino a James Bond in “No time to die”, interpretato da Daniel Craig. Il Ponte Acquedotto rende evidente questo cordone ombelicale con la comunità ed è emblema di una narrazione condivisa. È oggi un “luogo del cuore”, grazie alle 25.726 preferenze del Fai, grazie alle quali ha ottenuto il settimo posto in classifica.
Un percorso che nasce da lontano e che oggi è culminato con gli interventi significativi di cura e restyling da poco ultimati, grazie anche ad un investimento di 1,5 milioni da parte della Regione. Oltre alle opere di restauro classico, sono stati effettuati interventi di conservazione tipologica, strutturale e formale, nonché il rifacimento dell'illuminazione notturna, celebrato con un evento denominato “Luci sul Ponte”.
“Un giorno speciale” lo ha definito il sindaco Fedele Lagreca, che non ha nascosto la propria emozione nel vivere questo momento storico
per Gravina e per il suo monumento simbolo, che collega la città alla sua parte più antica e che rappresenta la cartolina della città per eccellenza. Per far ritornare all'antico splendore il ponte – che nella sua storia è sopravvissuto a bombardamenti, terremoti e al logorio dell'erosione dell'acqua del torrente sottostante – ci sono voluti due anni di duro lavoro, non ultima la parte dedicata all'illuminazione realizzata nel pieno rispetto degli equilibri naturalistici del luogo. “Inauguriamo nuovi percorsi che permetteranno di avere uno sguardo più completo verso uno scenario unico” – ha sottolineato il primo cittadino, invitando la comunità gravinese a cogliere il valore del proprio patrimonio culturale e a lavorare per tutelarlo. I dettagli del progetto e delle attività sono stati spiegati durante l'evento dal dirigente dell'ufficio tecnico Onofrio Tragni e al progettista Nicola Stefanelli, che hanno evidenziato le difficoltà occorse nella realizzazione delle opere per un restauro “particolarmente difficile”. “Consegniamo quest'opera non solo ai cittadini di Gravina, ma anche ai loro figli”– ha concluso Stefanelli.
Al recupero reso possibile grazie al contributo della Regione Puglia si è affiancato l’intervento di valorizzazione sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo. In particolare i lavori di ristrutturazione richiesti dal Comune di Gravina in Puglia, proprietario del Bene, si sono concentrati sull’illuminazione scenica e di sicurezza per il percorso pedonale e degli archi, al fine di rendere percorribile anche il secondo livello di arcate del ponte, in una chiave di piena accessibilità. Il bene si è aggiudicato, nel 2020, anche il premio speciale per il luogo più votato sul we4b (ai primi posti di questo riconoscimento speciale si sono posizionati sia la Ferrovia delle Meraviglie – primo classificato che il Castello di Sammezzano al secondo posto).
Così il viaggio, indietro nel tempo, risuona oggi con l'eco di nuove e antiche voci che si fondono. Il ponte fu costruito per permettere l’attraversamento del Crapo (l’antico nome del torrente Gravina) e consentire ai fedeli di raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella. Fonti storiche datano la sua esistenza almeno al 1686. Probabilmente, reso instabi-
Dopo i lavori di restauro, il Ponte Acquedotto, simbolo identitario di Gravina in Puglia è tornato agli antichi splendori (foto Comune di Gravina in Puglia).
le dal sisma del 1686, crollò nel terremoto del 1722. Fu quindi la famiglia Orsini di Roma, che si era trasferita nel feudo di Gravina, a ordinare, intorno alla metà del Settecento, la sua ricostruzione e trasformazione per portare sotto le mura della città le acque delle sorgenti Sant’Angelo e San Giacomo. La costruzione dell'acquedotto, che si origina circa 3 km a nord Ovest del centro abitato, in contrada Lamacolma, venne iniziata nel 1743 e doveva convogliare l'acqua in due fontane, una prima del ponte, denominata Fontana La Stella da usare come abbeveratoio, l'altra al termine, a ridosso della cinta muraria dell'abitato, da utilizzare come lavatoio. Il ponte viadotto fu costruito dall'ingegner Di Costanzo, il quale utilizzò la tecnica romana dell'opus quadratum, realizzando una doppia fila di archi poggianti su pilastri di forma quadrangolare, il tutto con conci squadrati di roccia calcarenitica cavata nell'area. La struttura sulla quale poggiava la tubatura dell’acqua che collegava le due fontane (pilacci), ancora oggi esistenti ai due lati del ponte, era costituita da 25 archi disposti lungo la spalliera. In seguito all’alluvione dell’agosto del 1855, questi archi furono gravemente danneggiati e, poiché pericolanti, furono sostituiti da una spalliera in
tufo. Nel 1860 vennero effettuati interventi di consolidamento e di restauro con la messa in opera di tiranti in ferro e di un selciato rustico di di protezione. Attraversandolo si gode di una vista privilegiata sul profilo cittadino e soprattutto sul profondo canyon della Gravina, un paesaggio nel quale il ponte sembra integrarsi perfettamente grazie alla pietra calcarenitica locale con cui è stato costruito.
Paesaggi mozzafiato oggi con una nuova luce, ecco cosa offre Gavina in Puglia, con le ali spalancate verso le coste baresi e la schiena poggiata sulla Lucania, seduta sulla Murgia, definita da Federico II di Svevia il “giardino di delizie”. Gravina, tempo immemore meta del passaggio delle genti. Lo stesso tempo, lento e costante, che l’acqua ha preso per modellare la culla della sua civiltà rupestre, aprendo un canyon che l’uomo ha collegato con il Ponte Acquedotto, simbolo di ingegno e di bellezza ad unire gli antichi insediamenti e i paesaggi rurali del Parco dell’Alta Murgia alla città moderna. E così il Ponte Acquedotto oggi, con la sua pietra, in questa terra a sud, e' e resterà per sempre uno scrigno prezioso capace di custodire – con rinnovata luce – la storia, l’unicità, la cultura e l’identità di un vero “luogo del cuore”.
Tra la scoperta e il sogno
Uno sguardo dall’alto, quando la notte consegna una splendida alba al nuovo giorno e il panorama diventa poesia. Con un suggestivo volo radente sulla gravina che separa il territorio di Laterza da quello di Ginosa, si è conclusa la seconda edizione del Canyon Balloon Festival, la manifestazione organizzata da Mongolfiere al Sud Italia e pensata per promuovere la crescita sostenibile del Parco protetto pugliese della Terra delle Gravine attraverso un’esperienza turistica innovativa. “Un'edizione che è andata oltre le più rosee aspettative – ha raccontato Francesco Ruggieri, organizzatore della manifestazione – abbiamo ospitato tantissimi turisti provenienti non solo dalla nostra stessa regione, ma anche dal centro e dal nord Italia. E ancora, abbiamo accolto un buon numero di turisti stranieri, soprattutto di origine inglese e francese. Il territorio ha risposto benissimo – ha aggiunto, concludendo – ci auguriamo di poterlo riproporre, con l'auspicio di migliorare ogni anno di più”. E se è vero che il volo è la parte più suggestiva dell'esperienza, è vero anche che la mongolfiera è essa stessa uno stato d'animo, a cavallo tra la velocità
del vento e la leggerezza del sogno, da vivere istante per istante, godendosi anche i momenti precedenti al volo, dedicati alla preparazione degli equipaggi, al gonfiaggio dei palloni, alla prima fiammata che spinge verso l'alto. Un'esperienza nell'esperienza, che porta tutti gli avventori a svegliarsi all'alba assaporando il gusto di un risveglio poetico, dove il cielo è fasciato delle tinte tipiche del sorgere del sole e dove si assiste, appassionandosi, a tutte le fasi di preparazione del viaggio. E poi il momento del briefing, in cui gli istruttori esperti raccontano cosa aspettarsi dall'esperienza e i gesti da compiere per salire e scendere dal pallone aerostatico, lasciando agli avventori la possibilità di pregustare l'ebbrezza di un volo senza tempo. E allora si guadagna quota, sorvolando campi, ulivi e un'intera gravina che racchiude, come se fosse uno scrigno, ricchezze preziose visibili solo con uno sguardo aereo. Si plana su una bellezza fatta di terra, di verde, di macchie di vegetazione e masserie piccole come puntini densi di pugliesità. “Il nostro territorio, la Terra delle Gravine è veramente adatto a questo, ideale: non ha nulla da invidiare alla Cappado-
cia – racconta Domenico Gigante assessore al Turismo del Comune di Ginosa, appena sceso dal suo primo volo in mongolfiera –. Abbiamo potuto ammirare gli uliveti dall'alto, e ancora i canyon e tutto ciò che rende il nostro territorio scrigno di bellezza e che attrae centinaia di migliaia di visitatori ogni anno. E allora mi chiedo: perché non proseguire su questa bellissima strada turistica? Riempire i nostri 'contenitori' di esperienze meravigliose e appassionate, vissute in maniera autentica, è la vera opportunità che anche noi come amministratori dobbiamo cogliere nell'attività di promozione del territorio. Una di queste è proprio la possibilità di far ammirare la meraviglia della Puglia a bordo di mongolfiere, perché dall'alto è possibile avvertire la reale sensazione di stupore e di magia che la nostra regione è in grado di regalare, lasciando scoprire, a poco a poco, stupende chicche che altrimenti sarebbero state ignorate”. In effetti, il Canyon Balloon Festival mira a promuovere la regione e l'incontaminato Parco della terra delle Gravine con i suoi immensi canyon e spiagge, collegando Puglia e Basilicata e mettendo in mostra le sue risorse culturali,
culinarie e naturali e promuovendone l'utilizzo in vari ambiti. Il tutto, rivolgendosi ad un pubblico diversificato, comprese famiglie con bambini, giovani e adulti che provengono da varie località geografiche e che vogliono scoprire un angolo della Puglia al momento ancora inesplorato. “Si tratta di un'offerta interessante in gradi di far scoprire la nostra regione in modo diverso e non convenzionale – racconta Emma Taveri, destination manager, parlando anche lei subito dopo l'esperienza del volo –. Il turismo esperienziale è infatti quello che viene richiesto dai viaggiatori. Si tratta quindi di un'esperienza bellissima, emozionante, da fare in un territorio che ha delle potenzialità enormi e che può offrire attraverso questo tipo di opportunità anche la possibilità di fare dei viaggi emozionanti capaci di far scoprire la Puglia anche fuori stagione. In questo modo – prosegue – la stessa offerta turistica della regione può beneficiare dell'allungamento della stagionalità e dell'aggiunta, rispetto ad un turismo classico, di attività come queste. Questo tipo di visite, questo tipo di esperienze non fanno altro che aggiungere un valore importante per diffe-
renziare la nostra regione e far vivere dei tour e delle attività diverse. Un'esperienza unica, quella di assaporare questo territorio dall'alto e, sicuramente, un momento da consigliare assolutamente e da regalarsi senza alcun dubbio”, conclude Emma Taveri.
“Penso che un sogno così non ritorni mai più”, recita il claim scelto da Mongolfiere al Sud Italia per promuovere la seconda edizione del suo festival e per iniziare ad immaginare, dopo il successo delle prime due, anche le prossime tappe della manifestazione. Una dedica al grande cantautore di origini pugliesi Domenico Modugno e a tutta la musica italiana ma, al contempo, una poesia che, più di ogni altra cosa, è in grado di riassumere il senso di ciò che si prova a sorvolare i cieli pugliesi a bordo di meravigliose mongolfiere: un senso di leggerezza e di etereo capace di annullare rumori e suoni e di far sentire protagonisti di un volo nel quale sembra di staccarsi non solo da terra, ma dall'intera realtà, per abbracciare un mon-
do fatto di nuvole e di bellezza, dopo il verde degli alberi e il marrone della terra sfilano sotto gli occhi di visitatori increduli, desiderosi solo di godere, respiro dopo respiro, a grandissime boccate, di quell'aria pulita che sa solo di buono. Un film muto, ma dai colori brillanti, che sembra scorrere al di sotto di quel grande cesto intrecciato che, spinto da una vivida fiamma, continua a salire verso l'alto. “E volare, volare, volare, più in alto del sole ed ancora più su, mentre il mondo pian piano sparisce lontano laggiù”, avrebbe cantato, con la sua voce calda e così familiare, il grande Modugno ed è proprio meraviglioso pensare che lui stesso, in un mondo irreale, possa aver scritto questi versi a bordo di un poetico e colorato pallone aerostatico in volo. In aria, dunque, nell'atmosfera eterea di tante mongolfiere che si rincorrono cavalcando il vento, come macchie di colore che nel cielo raccontano la bellezza della Puglia più autentica. Proprio lì, dove i sogni prendono il volo.
Il giro in mongolfiera offre la possibilità di scoprire la Puglia in modo diverso, non convenzionale (foto Anice Studio).
L'ALTA MURGIA GEOPARCO UNESCO
Nel sud della Puglia, c’è un territorio che custodisce una bellezza primordiale, fatta di roccia, vento e silenzio. È l'Alta Murgia, apparentemente aspra, che rivela un patrimonio naturale e storico inestimabile. Un luogo dove il passato geologico e quello umano si intrecciano in una narrazione millenaria, tra paesaggi scolpiti dal tempo. Ha ottenuto il 9 settembre scorso uno dei riconoscimenti più prestigiosi a livello mondiale: l’inserimento nella lista dei Geoparchi Mondiali dell’Unesco.
Questo traguardo ha proiettato il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, i 13 Comuni che ne fanno parte, le comunità locali, in una rete internazionale composta da 213 Geoparchi distribuiti in 48 Paesi. Una conquista frutto di lavoro, di studio e di passione, che ha portato questo angolo di Puglia sotto i riflettori del
mondo, come 12° geoparco italiano. “Significa raccontare nel mondo le nostre eccellenze”, afferma Francesco Tarantini, commissario straordinario dell'Ente Parco. L'ingresso nella lista dei Geoparchi non è solo una targa da esibire con orgoglio, ma un'occasione concreta di sviluppo sostenibile, capace di valorizzare un territorio che è già cresciuto, anche solo durante la fase di candidatura.
Il Parco Nazionale dell'Alta Murgia si estende su 68.000 ettari. Dalla caratteristica pietra calcarea che domina il territorio, fino alle gravine, canyon profondi, ogni angolo racconta una storia antica, scritta non solo sulla superficie della terra, ma anche nel sottosuolo, dove si nascondono vere e proprie gemme del passato. Tra i tesori che hanno reso l'Alta Murgia un Geoparco di rilevanza mondiale spiccano, infatti, le 25.000 orme di dinosauro ritrovate a Cava Pontrelli e l’Uomo di Neanderthal di Altamura, scoperto nel 1993 nella Grotta di Lamalunga,
le cave di bauxite di Spinazzola. Queste tracce di vita antica sono parte di un patrimonio paleontologico e geologico inestimabile che ha contribuito a fare della Murgia un vero e proprio "paradiso dei geologi". Il dossier presentato all’Unesco nel novembre 2021, redatto in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Ambientali e Geologia dell'Università di Bari ha evidenziato le enormi potenzialità di questa terra, una riserva di bellezze naturali, un crocevia di storia e cultura. “Abbiamo dimostrato che la Murgia non è solo un patrimonio geologico, ma anche paleontologico, culturale, archeologico ed enogastronomico”, sottolinea Tarantini, ricordando il lavoro svolto nel corso delle visite ispettive degli esperti Unesco avvenute tra il 2022 e il 2023.
Tra i geositi più significativi recentemente valorizzati c'è la cava di bauxite a Spinazzola, recuperata e aperta al pubblico per far conoscere meglio la storia geologica pugliese. La bauxite, che con il suo rosso intenso colora il paesaggio, rappresenta un simbolo della lunga
interazione tra uomo e territorio, un dialogo continuo che si riflette nella volontà di coniugare tutela ambientale e sviluppo sostenibile. Il riconoscimento di Geoparco ha ampliato il raggio d’azione del Parco, coinvolgendo nuovi comuni e territori confinanti. L'inclusione di Acquaviva delle Fonti e Laterza è stata possibile ripensando ai territori circostanti come corridoi ecologici che connettono aree naturalistiche di grande valore al di fuori del perimetro originario del Parco. Questi corridoi non solo estendono la rete di protezione e conservazione, ma sono un simbolo della volontà di collaborazione tra enti e regioni diverse: le gravine di Laterza, Gravina in Puglia e Matera, unendo tre parchi (il Parco Regionale della Terra delle Gravine, il Parco Regionale della Murgia Materana e il Parco Nazionale dell'Alta Murgia), abbracciando due regioni, Puglia e Basilicata, in una rete di protezione e valorizzazione ambientale. Un sistema territoriale capace di generare opportunità economiche e culturali per le comunità locali.
Altamura, Jazzo Cicero (foto Pietro Amendolara). A sinistra, costone murgiano (foto Domenico Martinelli). A pp. 32-33, cave di bauxite (foto Mario Brambilla).
Con l’istituzione del Parco Nazionale dell'Alta Murgia nel 2004, la Puglia ha posto le basi per una gestione integrata del territorio, orientata alla tutela della biodiversità e alla promozione del turismo sostenibile.
In questi vent’anni di attività, sono stati raggiunti risultati importanti, come la conservazione di una vasta area e la creazione di un modello di sviluppo compatibile con le esigenze dell'ambiente.
Uno dei pilastri di questo modello è la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), adottata dal Parco per promuovere una gestione responsabile delle risorse naturali e culturali. Il recente Bando Innova incentiva la tutela della biodiversità, la promozione del turismo sostenibile e lo sviluppo di progetti di economia circolare, coinvolgendo le realtà locali, supportando imprese, associazioni e comunità nel valorizzare le risorse del territorio senza comprometterne l’integrità.
Due progetti sono stati premiati e saranno attuati sul territorio.
“Parchigiani – La resistenza della biodiversi-
tà” è un approccio innovativo e partecipativo alla tutela degli insetti impollinatori fra campi di volontariato che coinvolgono studenti universitari sulla raccolta di dati ed eventi aperti al pubblico che includono giornate educative, degustazioni e attività sul tema.
Il progetto “Hygrolana Altamura – Pellet a misura di natura” propone la raccolta e il recupero della lana di pecora sucida, solitamente scartata, trasformandola in pellet organico per sostenere gli allevatori locali, promuovere la sostenibilità agricola e ridurre gli sprechi. Così la lana diventa una risorsa preziosa per la fertilità del suolo, contribuendo al contempo alla conservazione delle tradizioni. Con l’ingresso nella rete mondiale dei Geoparchi Unesco, i comuni dell'Alta Murgia sono chiamati ad una grande sfida: adeguarsi agli standard internazionali in termini di fruibilità, tutela e valorizzazione delle risorse locali. Questo significa non solo proteggere il territorio, ma anche migliorare infrastrutture e servizi, rendendo accessibile in modo sostenibile il patrimonio culturale e naturalistico:
“Abbiamo celebriamo un traguardo straordinario per i territori dell’Alta Murgia e delle Premurge – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente, Serena Triggiani –, dopo un percorso che ha visto impegnarsi e lavorare insieme attivamente diversi attori, tra cui il Parco dell’Alta Murgia, con il presidente Tarantini, e tutti i sindaci, le associazioni e i cittadini dei comuni compresi in questa terra meravigliosa. E questa stessa unità e visione comune, con Regione Puglia che non farà mai mancare il suo sostegno, ci consentirà di dare sempre maggiore valore a un patrimonio geo biodiverso che non è solo ricchezza e garanzia di un futuro sostenibile, ma anche volàno di crescita economico e sociale, stimolo per la nascita di nuove forme di sviluppo turistico, di tipo naturalistico, culturale, enogastronomico, scolastico, educativo, sportivo, solo per
citarne alcune”.
Il Parco dell’Alta Murgia ha già una rotta definita e le priorità su cui far lavorare i Comuni che vi fanno parte: lotta all'abbandono dei rifiuti, apertura dei musei, messa in rete delle risorse locali e miglioramento delle infrastrutture stradali e del segnale radiomobile. L'obiettivo è quello di creare un sistema integrato di sviluppo che li renda protagonisti di un percorso di crescita condiviso.
Il riconoscimento Unesco rappresenta dunque un’opportunità senza precedenti per l’Alta Murgia, un’occasione per trasformare questo “cuore di pietra” in un simbolo di innovazione, sostenibilità e cultura.
Un territorio che, pur rimanendo fedele alla sua essenza, si apre al mondo con la forza delle sue radici millenarie e con lo sguardo rivolto verso il futuro.
Gravina, Jazzo Pantano. A sinistra: architettura rurale. A p. 2: paesaggio murgiano. (foto Pietro Amendolara).
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Parole come gocce
IL SENSO DELLA SETE
L’acqua tra geopolitica, diritti, arte e spiritualità
AUTORE: Fausta Speranza
EDITORE: Infinito edizioni
PAGINE: 256 pagine
EURO: 17,00
Il senso della sete. Non è soltanto un libro. Il senso della sete spiega il legame profondo tra l'acqua e il diritto alla salute. In un'epoca segnata dai disastri ambientali legati ai cambiamenti climatici e dal consumo umano eccessivo delle risorse del pianeta, l'acqua è l'emblema di quell'equilibrio naturale che gli esseri umani non possono continuare ad alterare senza annientare se stessi. Alla denuncia di tematiche improrogabili, come il diritto di accesso all'acqua potabile sempre meno scontato, o la siccità, causa di conflitti e flussi migratori, si accompagna l'analisi della dimensione spirituale, culturale e artistica con cui nei secoli l'uomo ha guardato all'acqua.
Un saggio scritto con dovizia di particolari dalla giornalista Fausta Speranza che parte dalla centralità dell’acqua nello sviluppo umano analizzando le implicazioni storiche, sociologiche, economiche, geopolitiche, ecologiche, religiose e artistiche. Scrive del fragile equilibrio uomo-natura giunto al capolinea, rotto: nel 2030, si legge, il 47 per cento della popolazione mondiale vivrà in zone a elevato rischio idrico, con conseguenze più gravi per l'elevatissimo stress sociale. Il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello mondiale, dopo un decennio di temperature record a testimonianza del riscaldamento globale, come documentato dal Programma di osservazione della terra dell’Unione Europea. Con il surriscaldamento dei mari aumenta notevolmente la possibilità di tifoni e uragani, ma anche il pericolo di desertificazione che rischia di espellere dalla loro terre impoverite milioni di contadini. Nel saggio, inoltre, si legge che Paesi come Qatar, Israele, Libano e Iran ogni anno prelevano in media più dell’80 per cento delle proprie risorse totali di acqua. Si traduce in un serissimo rischio di rimanerne a corto. Fausta Speranza ha lavorato sulla scorta della “Laudato si’”, l’enciclica del 2015 con cui Papa Francesco ha introdotto il concetto di ecologia integrale. E non è un caso che il volume si apra proprio con una lettera del Santo Padre all’autrice, nella quale esprime apprezzamento per il lavoro e sottolinea come “coltivare e custodire il Creato” sia “un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi, per far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un luogo abitabile per tutti”.