L'Acquedotto VI 2023

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FUTURO

AMBIENTE

L’ACQUEDOTTO - 2023 - N.6 - Foto di copertina Chad Ajamian

Green Technology Expo Parco del Pollino

ARTE

Acqua e parsimonia

UNITI PER IL CLIMA



LA PRIMA ACQUA | L’Editoriale

Uniti per il clima, contro il ripetersi di eventi estremi. La foto aerea in copertina è stata selezionata dal “World Press Photo 2023” per la sua capacità di offrire una prospettiva visivamente sorprendente sugli impatti ambientali e sociali in tempo di crisi climatica globale. Realizzata con trattamento ad infrarossi per dimostrare l’impatto di una inondazione nel Nuovo Galles del Sud, costituisce una opportunità per scienziati, idrologi e soccorritori, ma anche un monito per tutti i cittadini. Sono stati tanti i numeri, i temi e le sfide posti al centro al vertice sul clima Cop28 a Dubai, con l’ambizioso obiettivo di accelerare la transizione ed affrontare le cause del riscaldamento globale antropico, mantenendo il riscaldamento globale sotto gli 1,5°C. La Conferenza ha riunito leader di governi, imprese, organizzazioni non governative e società civile, con l'obiettivo di trovare soluzioni concrete al problema più pressante del nostro tempo. Da Dubai è giunto un richiamo ed un impegno non più differibile, che riecheggia ancor più forte alla fine di un anno particolarmente delicato per gli equilibri internazionali, per la Pace e per gli effetti che la Guerra ha determinato sui territori coinvolti, ma anche nel resto del mondo incidendo sulle famiglie e sulle imprese. Il segretario generale dell’ONU Guterres ha messo in guardia sul fatto che "il destino dell'umanità è in bilico" e ha invitato i leaders a porre fine alla catastrofe climatica e alla dipendenza mondiale dai combustibili fossili, richiedendo una giustizia climatica da tempo attesa. A Dubai anche la Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni che ha messo in luce l’impegno corale per il cambiamento climatico. Sfide che saranno centrali nella Presidenza italiana del G7 dell'anno prossimo, ricordando l’accoglienza dei Grandi che avverrà in Puglia dal 13 al 15 giugno dove convergeranno 7 capi di Stato e di governo ed almeno cinquemila persone tra delegazioni, staff e apparati di sicurezza. Una responsabilità che vedrà pronto il territorio già oggi proiettato all’organizzazione di questo strategico appuntamento con la storia.

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SOMMARIO

» AM B I E NT E - p a g . 2 6

» A M B I E NT E - p a g . 1 4

» A RTE C U LTU R A B E LLE ZZA - pag. 32


L ’ A C Q U E D O T T O | 2 0 2 32 |

Sommario 4 FUTURO Ecomondo

10 FUTURO La fine del mondo

14 AMBIENTE I 30 anni del Pollino

22 IL CONTAGOCCE 40 GWh di energia

24 10 in condotta La storia di Giulia Galati

26 AMBIENTE Made in carcere

31 SOTT'ACQUA Trasformazione digitale

32 ARTE CULTURA BELLEZZA La parsimonia dell'acqua

39 parole come gocce » F UT URO - pag . 4

Il patto dell'acqua

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ECOMONDO

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a mosso i suoi primi passi 26 anni fa ed è cresciuta di anno in anno in maniera esponenziale, arrivando ai numeri registrati nell'ultima edizione. È la fiera “Ecomondo” di Rimini che nel 2023 è tornata a parlare di green economy, transizione energetica, economia circolare e cambiamento climatico, ma che nell'ultima edizione si è colorata anche di blu, con un'ampia sezione dedicata ai temi della blue economy e della tutela degli ambienti marini. “Una manifestazione che è cresciuta tantissimo – ha dichiarato entusiasta Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group – Abbiamo infatti occupato 1.500 metri quadri con aziende, associazioni, istituzioni ed imprese che lavorano in diversi settori; 30 delegazioni provenienti da tutto il mondo e 1.500 espositori. Tra le novità – ha proseguito Ermeti – la blue economy, perchè siamo sempre più convinti che tutelare anche l'ecosistema marino, dove agisce l'uomo, sia ugualmente importante”. Per questo, per la prima volta, numerosi sono stati gli aventi fuori salone,

ben 39, che hanno riguardato proprio questo tema, con letture culturali, meeting ed incontri, in particolare rivolti agli studenti, per sensibilizzare le nuove generazioni su questi temi ed invitarli a vivere in armonia con l'ambiente marino e terrestre. Sul palco della cerimonia inaugurale non poteva mancare Gilberto Pichetto Fratin, ministro all'Ambiente e alla Sicurezza Energetica che ha puntato l'attenzione della platea sulle sfide che il cambiamento climatico offre al governo nazionale, ma anche a quelli locali e in primis alle imprese del territorio: “Il cambiamento climatico è ormai una realtà ed è anche una grande sfida: quella di abbattere le emissioni di Co2 del 55% entro il 2030. Un obiettivo arduo che è possibile raggiungere solo grazie all'innovazione tecnologica – ha spiegato il ministro Pichetto Fratin – Un processo che va visto come opportunità, pensando ad un nuovo modello di consumo e di produzione. Un modello che quindi investe tutti i settori in maniera trasversale. In particolare, i settori maggiormente coinvolti in questa rivoluzione verde sono quelli della mobilità sostenibile,


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dell'edilizia e dell'agricoltura moderna. Volutamente metto da parte il settore dell'industria pesante, che svolge un ruolo fondamentale nell'economia del Paese Italia e per questo va trattato con particolare cura. La nostra sfida, in quest'ottica, è quella di puntare alla decarbonizzazione e all'eliminazione delle polveri sottili” ha concluso il ministro. Nel corso della fiera a Rimini, anche gli Stati generali della Green Economy, con un focus dedicato alla transizione e all'economia del domani: quindi una green economy che sia decarbonizzata, circolare e rigenerativa. Confronti e incontri tutti volti a far avanzare il cambiamento per arginare in maniera efficace quelli che sono gli effetti della crisi climatica, tutelando le risorse idriche e il sistema agroalimentare. Fonti rinnovabili, mobilità sostenibile, nuovi modelli economici al centro del dibattito che ha coinvolto 1.500 partecipanti e

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100 relatori. “In un quadro in cui permangono significative difficoltà e ritardi per la green economy italiana, l’ampia partecipazione al dibattito degli Stati Generali della Green Economy evidenzia il potenziale di crescita dell’economia verde, che continua a mostrare segnali promettenti sia nel campo della decarbonizzazione dell’economia sia per la circolarità – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile al termine della due giorni – Alla vigilia della Coop 28 che registrerà ritardi rispetto agli accordi di Parigi, proiettando l’aumento della temperatura globale verso 2,4 gradi anziché 1,5, rileviamo dati importanti sia in Cina nell’ambito degli investimenti per la decarbonizzazione sia negli Stati Uniti con l’Inflation Reduction Act che modifica sia la traiettoria statunitense sia quella globale ed è un’importante conferma delle politiche avanzate per il clima e la com-

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha presentato i dati da record: 1,64 miliardi di investimenti.

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petitività dell’economia europea”. Tra i panel di rilevante interesse, anche quello dedicato alla tutela dei mari e degli oceani, al quale è intervenuta tra gli altri anche Claudia Pecoraro, DG Research and Innovation della Commissione europea: “Abbiamo lanciato una missione, quella di restaurare i nostri Oceani e i nostri mari, per prevenire ed eliminare l'inquinamento marino, ma anche quello ambientale e acustico. Un inquinamento che ha un notevole e preoccupante impatto sulla biodiversità. Ma tra gli obiettivi di questa iniziativa c'è anche quella di rendere la blue economy un'economia circolare, per creare una crescita economica a livello locale, con il coinvolgimento attivo dei cittadini e degli studenti. Un richiamo quindi alla partecipazione diffusa”. Ospite di Ecomondo 2023, anche la viceministra all'Ambiente e alla Sicurezza energetica Vannia Gava, che ha colto l'occasione per illustrare quanto fatto negli ultimi anni dal

MASE: “Abbiamo investito oltre 2 miliardi di euro del PNRR per bandi per la realizzazione di impianti di trattamento e recupero rifiuti. E' importantissimo cambiare la cultura del rifiuto, che non va più pensato come scarto ma come risorsa, perchè ormai vi è la concreta possibilità di riutilizzare i sottoprodotti derivanti proprio dai rifiuti. L'Italia – ha concluso la viceministra Gava – nel campo dell'economia circolare è tra i primi posti in Europa e dobbiamo continuare a credere e ad investire in queste imprese del territorio che puntano sulla transizione ecologica”. Tra i protagonisti dell'edizione 2023 di Ecomondo, Acquedotto Pugliese che nel suo stand “Oro Sapiens” ha ospitato anche un panel dedicato proprio al cambiamento climatico. Tra gli interventi, anche quello di Paola Mercogliano, del Centro euro-mediterraneo sul cambiamento climatico: “Le attività che


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noi svolgiamo sono tutte volte allo studio degli effetti della crisi climatica: in particolare studiamo i processi che stanno causando il cambiamento climatico, ma ci occupiamo anche di trovare soluzioni per le imprese, che devono necessariamente diventare resilienti dinanzi ad un cambiamento che avanza; in quest'ottica, aiutiamo anche le istituzioni e la popolazione. Siamo in tutta Italia – ha proseguito Mercogliano – e anche in Puglia, a Lecce, dove ha sede il nostro centro di calcolo, che ci permette di simulare il cambiamento climatico, fornendo informazioni sulle singole città. Il nostro scopo è quindi quello di aiutare le comunità, perchè non possiamo e non dobbiamo pensare che non ci sia più scampo, al contrario dobbiamo mettere in atto politiche di mitigazione per arginare gli effetti. Dobbiamo essere convinti che si possa andare avanti in maniera diversa, migliorando la qualità della nostra vita”. Nell'occasione sono stati anche

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presentati i progetti portati avanti al fianco di Acquedotto Pugliese. “Abbiamo studiato in che modo cambierà la disponibilità di risorsa idrica – ha proseguito ancora Paola Mercogliano – e come evolverà la linea di costa, per capire anche come risolvere il problema della salinizzazione, come le infrastrutture potrebbero essere messe in crisi dal cambiamento climatico. Ed infine quali quindi le priorità per AQP per poter continuare a garantire il servizio in maniera efficiente per tutti i clienti”. Ancora una volta Ecomondo ha rappresentato quindi l'occasione per enti, istituzioni ed imprese di confrontarsi su temi quanto mai attuali, che guardano sempre più ad un futuro sostenibile. È però bene ricordare che, per una transizione ecologica che possa realmente concretizzarsi e che sia durevole nel tempo, occorrono tre ingredienti principali: visione, pianificazione e gestione.

Anche AQP tra le protagoniste di Ecomondo 2023 a Rimini. Il suo stand 'Oro Sapiens' dedicato all' acqua e ai cambiamenti climatici.

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La fine del mondo Blu cobalto come il mare profondo che rapisce e affascina, oro come le preziosità del mondo: i colori che hanno caratterizzato lo stand di Acquedotto Pugliese a Rimini, in occasione di Ecomondo, la fiera che parla di green e di blue economy, ma anche di transizione energetica e di tutela dei mari. Un concept “Oro Sapiens” pensato proprio per rapire e affascinare il visitatore, farlo entrare in un mondo fluido come l'acqua e potente come l'oro. L'idea, nata da una stretta collaborazione fra AQP e l'Accademia delle Belle Arti di Bari, si fonda proprio sulla mission della società partecipata pugliese, che punta alla salvaguardia di una risorsa preziosa e fondamentale per la sopravvivenza del Pianeta Terra. “L'intenzione di partenza – ha spiegato Emanuele Bisceglie, docente di elementi di architettura urbanistica dell'Accademia delle Belle Arti di Bari – era quella di progettare uno spazio con un alto valore simbolico, al fine di divulgare i valori di Acquedotto Pugliese, traducendo allo stesso tempo questi valori con una veste nuova, per spingere il visitatore a porsi delle domande e

a riflettere su alcuni temi. Abbiamo cercato quindi di catturarlo, dandogli quasi l'impressione di non entrare in un semplice stand di una fiera, ma in una chiesa per fargli vivere un vero e proprio viaggio, dal protiro all'abside, vivendo ogni singolo spazio”. Tanti gli elementi presenti, non solo acqua, vita e ambiente, ma anche tecnologia con un ledwall sul quale è stata proiettata una cascata, simbolo di rinascita, e un imponente portale, sulle cui pareti sono state proiettate immagini legate all'acqua, tra il blu cobalto e il giallo oro. Uno spazio nel quale nulla è stato lasciato al caso, ogni elemento infatti era intriso di significato, come la parete con i cristalli di sale, in riferimento ad un'antica teoria, secondo la quale l'acqua sul nostro Pianeta sarebbe arrivata proprio attraverso i cristalli di sale. O come i tulipani, simbolo di vita e di cura. “Un'esperienza che ha richiesto mesi di lavoro in stretta collaborazione con Acquedotto Pugliese e con l'impegno di ben dieci studenti – ha spiegato Michele Giangrande, consigliere accademico e docente di decorazione dell'Ac-


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cademia delle Belle Arti di Bari - Un'esperienza che ha portato risultati importanti e che per questo non può fermarsi qui. Stiamo infatti pensando di portare questo progetto in altre fiere, come la Biennale di Venezia di Architettura o il Salone del Mobile di Milano o ancora come la Triennale Design. Proporremo quindi la realizzazione di un documentario che racconti la genesi di questo concept e soprattutto i retroscena, che nessuno conosce. E come Accademia stiamo anche pensando ad una pubblicazione, per donare ai nostri studenti uno strumento spendibile in futuro”. Lo stand, nei giorni di Ecomondo, è stato anche aperto a vere e proprie visite guidate tenute dagli studenti dell'Accademia delle Belle Arti e rivolte in particolare alle scolaresche. Durante le visite è stato illustrato il concept dello stand di AQP, ma si è anche colta l'occasione per avvicinare i più piccoli al mondo dell'arte. Uno stand quindi aperto a diverse forme d'arte in un contesto particolarmente tecnico, quale può essere quello di una fiera dedicata ai temi della transizione verde. Non solo video-map-

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ping e scenografie mozzafiato, ma anche body painting e spettacoli di danza, con la studentessa Aurora Lombardo che, per l'occasione, si è trasformata in una meravigliosa creatura acquatica. “L'obiettivo che abbiamo voluto raggiungere con questa esibizione artistica – ha spiegato Angela Varvara, docente di scenografia dell'Accademia delle Belle Arti di Bari – è stato quello di sensibilizzare il pubblico presente sulla tutela delle risorse naturali del nostro Pianeta. E al fianco di Acquedotto Pugliese siamo partiti proprio dall'acqua, quale risorsa primaria e preziosa. L'abbiamo quindi celebrata trasformando il corpo di Aurora in quello di una creatura acquatica che nella sua danza ha voluto celebrare se stessa, l'acqua e tutti gli esseri viventi”. E anche il teatro ha trovato largo spazio nello stand “Oro Sapiens”, con lo spettacolo dell'attore e regista Antonio Minelli “Happy steamdead, Mr King”, che ha portato in scena una condizione attuale in stile steampunk: una vicina e quanto mai probabile fine del mondo. Diverse le classi di piccoli studenti che hanno potuto

Nello stand di AQP è andato in scena lo spettacolo dell' attore e regista Antonio Minelli 'Happy steamded, Mr King'.

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godere dello spettacolo. Per salvare il Regno dal declino che lo sta conducendo alla caduta, la vecchia regina e il medico di corte stabiliscono che è necessario rinnovare la governance. Cambiare per conservare. Il re, Mr King, deve morire al termine dello spettacolo e con lui la nuova compagna, allegoria della speranza, ma entro lo spirare del tempo, il re trova la soluzione: la "disinstallazione", emigrare su un altro Pianeta e ricominciare. Una piece teatrale sul “cambiamento”, aperta alla riflessione sui temi della decadenza economica e sociale, sul rapporto con l’ambiente, l’informazione e il potere. “In tutto il testo che è stato strutturato in forma di commedia grottesca, ironica e sarcastica, sono enunciati stral-

ci di dichiarazioni di premi nobel, economisti, fisici – ha dichiarato Antonio Minelli – Tutti dicono cose drammaticamente vere, che noi abbiamo trasformato in battute ironiche. Un esempio su tutti: gli economisti affermano che noi non colonizzeremo più le terre, ovvero non manderemo più eserciti ma turisti. Ed è quello che sta accadendo”. Un concept quindi mai visto in una fiera come Ecomondo, in uno stand che ha accolto centinaia di visitatori, attratti dall'immersivo portale d'ingresso, ma anche dalle esibizioni artistiche che hanno coinvolto grandi e piccini. Tutti alla fine sono usciti un po' cambiati e con la consapevolezza che per salvare il mondo, occorre l'impegno di ciascuno.


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I 30 ANNI DEL POLLINO

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l Parco Nazionale del Pollino, posto sulla dorsale appenninica calabro-lucano che affaccia sui due mari, Jonio e Tirreno, con i suoi oltre 192.000 ettari di estensione, 120.000 abitanti e 1700 specie vegetali è la più grande area protetta d’Italia. All’interno del suo territorio sono 56 i comuni che – fra Basilicata e Calabria – caratterizzano un immenso paesaggio naturale, culturale e sociale, tutto da scoprire. “Passato, presente e futuro” del Parco sono stati messi al centro di un evento celebrativo dei 30 anni del Parco Nazionale del Pollino tenutosi a Rotonda, comune in cui ha sede l’Ente Parco. In una ricca giornata si sono intrecciate voci, sensibilità ed esperienze per raccontare progetti e attività riguardanti peculiarità ambientali, progetti di conservazione e tutela della biodiversità, il prestigioso riconoscimento di “Geosito mondiale Unesco”, le iniziative di sensibilizzazione sul territorio, la prospettiva

turistica e la sfida della sostenibilità, fino alle attività di prevenzione e tutela e quelle di anti-incendio. Numerose le testimonianze istituzionali e le esperienze sul campo che hanno permesso di aprire lo scrigno di tutte le attività di scoperta, valorizzazione e promozione realizzate mettendo al centro il patrimonio ambientale e culturale. L’obiettivo sottolineato dalla Presidente del Parco Valentina Viola, nell’ottica di politiche di programmazione di visione condivise tra le Istituzioni e le Comunità, è “quello di far acquisire sempre più consapevolezza che essere parte di un’area protetta rappresenta di fatto un valore aggiunto ed una straordinaria opportunità di sviluppo locale e non già un insieme di vincoli da rispettare”. Lo ha confermato Luigi Spadone – Vice Presidente Nazionale Federparchi – secondo cui “in questi trent'anni sono cambiate tante cose. Oggi la coscienza collettiva è mutata, insieme alle pri-


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orità, e la presenza della comunità testimonia come i parchi siano considerati un valore aggiunto per le generative opportunità di sviluppo e di crescita dei territori. Vi è poi un trend significativo: “la gente ha voglia di tornare in montagna, nei borghi, nelle terre di mezzo per ritrovare se stessi lontano dal caos delle città. Dopo il Covid come Federparchi, insieme al Ministero, abbiamo con responsabilità accompagnato la promozione dei territori mentre sempre centrale è rimasta l'educazione ambientale diffusa trasversalmente a partire dalle giovani generazioni”. Nell’importante cammino compiuto dal Parco vi è il prezioso riconoscimento ottenuto con l’ingresso dell’Area protetta all’interno della Rete Europea e Globale dei Geoparchi sotto l'egida dell'UNESCO. Luigi Boise, Responsabile Geoparco Unesco Parco del Pollino, raccon-

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ta come “ottenere tale riconoscimento sia stato di fatto molto complesso, considerati gli elevati criteri di selezione, così come è difficile mantenerlo nel tempo. Oggi si è freschi di conferma per un nuovo quadriennio, da vivere con responsabilità e impegno. Ci sono sempre più prescrizioni su cui mantenere ferma l’attenzione consolidando il livello di attenzione di un territorio attento all'economia sostenibile”. E proprio in tal senso, fra le sfide importanti per l’intero territorio figura la presenza della Carta Europea del Turismo Sostenibile con il coinvolgimento di tutto il territorio per elaborare un'offerta di turismo compatibile con le esigenze di tutela della biodiversità. Racconta Marianna Gatto, Responsabile area pianificazione Sviluppo Socio Economico: “il nostro Parco ha ottenuto tale certificato già 10 anni fa ed ha intrapreso la fase due della CETS attraverso la quale si certificano gli operatori del

Il parco nazionale del Pollino ha compiuto 30 anni tra passato, presente e futuro. Il bilancio è positivo: la gente ha voglia di tornare in montagna lontano dal caos cittadino. Sopra: foto Pierluigi Rottura, a pp. 14-15 e 16 foto Francesco Vigliotti.

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Conservazione di un cospicuo patrimonio ambientale è una delle mission messe in campo dall' Ente Parco per tutelare il patrimonio naturalistico. Foto Pierluigi Rottura

territorio impegnati in un vero e proprio piano d'azione a promuovere sistemi di sostenibilità ambientale. Dopo il rinnovo, che dovrebbe avvenire in primavera, il parco del Pollino intraprenderà anche la terza fase, ovvero quella che certifica tour operators e agenzie capaci di creare itinerari turistici sostenibili”. Ma il Parco, con la sua estensione e le sue peculiarità, è soprattutto un tesoro da scoprire calpestando i suoi sentieri, immergendosi fra i suoi colori, profumi, sapori, da vivere in tutte le stagioni. Proprio negli spazi dell’Ecomuseo di Rotonda, dove è presente l’esposizione permanente, è stata allestita una mostra fotografica dedicata al trentennale del Pollino. Per Bruno Niola, responsabile comunicazione Ente Parco – “comunicare la grandezza e bellezza del nostro Parco è una bellissima responsabilità. Il nostro ruolo è quello di conservare e pro-

teggere un cospicuo patrimonio ambientale attraverso progetti di monitoraggio, ma anche investire nella sensibilizzazione delle comunità. Spesso quando si parla di parchi nazionali, si pensa solo agli animali e alla natura, invece, molto forte è la presenza dell'uomo, come nel caso del nostro Parco fortemente antropizzato. E quindi esso va vissuto, scoperto, amato in tutte le sue peculiarità. Per questo, nell’occasione celebrativa dei trent’anni, abbiamo voluto mettere al centro il lavoro di due fotografi che hanno vissuto personalmente l’essenza del Parco Nazionale del Pollino. Pierluigi Rottura – architetto e fotografo – racconta come tutto sia nato: “partecipando al workshop del National Geographic Italia, abbiamo avuto l'opportunità di avviare un tirocinio fotografico presso il Parco del Pollino, trascorrendo sei mesi tra le sue bellezze, un


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luogo variegato dal punto di vista paesaggistico e culturale. Da un lato, abbiamo cercato di raccontare tutto quello che un comune turista può vedere, dall'altro, il dietro le quinte legato alle attività che un parco nazionale gestisce in ambito di conservazione naturalistica insieme agli aspetti socio-antropologici che insistono sul territorio”. Conferma in tal senso il suo collega Francesco Vigliotti, naturalista e fotografo: “Tra i ricordi più belli di questa esperienza ci sono le lunghissime sciate in alta quota per andare a scattare le foto ai pini loricati imbiancati tra condizioni meteo spesso avverse che ci hanno spinto al limite restituendoci al contempo esperienze uniche. Molto spesso non si ha percezione del ruolo cruciale che i parchi svolgono nella conservazione della biodiversità del

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territorio. Tutti i parchi, da quelli nazionali a quelli regionali fino alle riserve protette, sono un'eredità presente e futura da tutelare”. 30 anni di storia, a partire dalla sua istituzione avvenuta nel 1993, dunque sono un bel traguardo ma anche una bella prospettiva da cui ripartire per guardare al futuro. L’impegno che si è cercato di tracciare con le testimonianze di chi ogni giorno mette insieme competenze e sensibilità per la tutela è promozione del parco è quello di camminare insieme. La sfida sarà quella di avere un ruolo sempre più centrale di “laboratorio permanente”, in cui sperimentare modelli virtuosi di convivenza con la natura, nella consapevolezza dell’importanza del patrimonio ambientale, da leggere insieme a quello umano, culturale e sociale.

Il parco è anche storia, cultura e patrimonio ambientale dove turista viene accompagnato e coccolato attraverso percorsi e passeggiate. Foto Pierluigi Rottura

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ALBERI MONUMENTALI, PATRIARCHI VERDI Sono 180 gli esemplari verdi, definiti anche patriarchi. Gli stessi sono stati divisi in 34 schede e inseriti nel nuovo atlante della Regione Puglia. © Francesco Tarantino


didascalia: Lorescimilis voluptat ma des alis exerum, veles excepud antur? Volorio nsequibus dunt ut qui optium que diorum eum necabo. Nem nonsedi oreptatem quistii scienit. Nella pagina accanto: Velictis simenis conectur, cusandae. Metusapel magnatus demperum eature volupta tinustis pratur alisitatum fugiantur aspidelis eosapis eatur aut aliquamus reic tem everovi dundita Atios con pra dolu.


il contagocce 40 Autosufficienza energetica, significativa riduzione delle emissioni di anidride carbonica ed un risparmio economico, sempre annuale, di circa 6 milioni di euro. Tutto questo grazie agli impianti di cogenerazione. Acquedotto Pugliese ne sta realizzando 17, che si aggiungeranno ai 3 già attivi, e presto arriverà a gestire un parco di 37 strutture con un’autoproduzione energetica da fonte rinnovabile pari a circa 40 GWh all’anno. A pieno regime, grazie agli investimenti del piano strategico, produrremo nel 2026 oltre 90 GWh di energia da fonti rinnovabili, utilizzando oltre al biogas, il fotovoltaico e l’idroelettrico. Un’efficienza energetica che siamo contenti si traduca in un vantaggio ambientale ed economico per le comunità servite.



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“Un sogno”. È il commento di Giuliana Galati ricercatrice del Dipartimento di Fisica del'Università di Bari che insieme a Ruggero Rollini, ha curato una rubrica dedicata a fisica e chimica. Si tratta di “Noos: L'avventura della conoscenza", il viaggio nell'attualità scientifica guidato da Alberto Angela su RaiUno. Ha 33 anni, si è laureata in Fisica nucleare, subnucleare e astroparticellare a Bari, ha svolto il dottorato alla Federico II di Napoli e ora è di nuovo all’Università di Bari, dove è impegnata come ricercatrice. La scienza, lei, vuole farla arrivare a tutti: l’ha fatto negli anni tramite podcast e video YouTube. Ha partecipato anche a SuperQuark+. Cosa si aspetta dal futuro? “il mio sogno è quello di continuare nella ricerca”.

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all'errore al rimedio, dallo scarto al riuso. Il tutto, in nome di una seconda opportunità: questa la filosofia di “Made in Carcere”, il progetto di accompagnamento dei detenuti nel loro percorso di rieducazione e reinserimento sociale attraverso laboratori di sartoria e confezionamento. Un marchio, un lavoro, un luogo di ritrovo fisico, che supera barriere e limitazioni, ma anche uno spazio per la mente e per il cuore, all'interno del quale tutti ritornano ad essere uguali; ad essere umani. Nella famiglia di Made in Carcere, detenuti e detenute riprendono ad essere semplicemente uomini, donne, persone, così come i materiali di scarto delle attività umane ritornano ad essere vivi, protagonisti di una nuova stagione della loro storia. Nuovi, appunto. Nato a Lecce nel 2007 da un'idea di Luciana Delle Donne, fondatrice della cooperativa senza scopo di lucro Officina Creativa,

il marchio Made in Carcere raccoglie sotto di sé la produzione di manufatti “diversa(mente) utili”: articoli di abbigliamento, borse e altri accessori, originali e colorati. Articoli definiti dagli stessi referenti di Made in Carcere come prodotti “utili e futili”, confezionati da donne e uomini detenuti, ai quali viene offerto un percorso formativo e professionalizzante, con lo scopo di un definitivo reinserimento nella società lavorativa e civile. In questo modo, Made in Carcere prova, ogni giorno, a contaminare la società economica e civile, attraverso la promozione e la diffusione di un innovativo modello di economia circolare e rigenerativa. Un modello di impresa etica, basato su principi di rigenerazione e consapevolezza delle persone che vivono in una condizione di emarginazione, a tutela dell'impatto ambientale e dell'inclusione sociale, determinando così nel tempo un cambiamento sistemico su tutto il territorio. Protagonisti del processo sono donne, uomini e minori in stato di detenzione o


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sottoposti a limitazioni della libertà personale, che quindi vivono una condizione di disagio e marginalità. È a loro che viene offerta l'opportunità di acquisire delle competenze tecniche e professionali, per poi proseguire nel lavoro e percepire un regolare stipendio ma soprattutto costruire e rinsaldare la propria personale consapevolezza e dignità. Il ciclo economico e produttivo messo in opera dallo staff e dai protagonisti di Made in Carcere è basato sulla caratteristica fondamentale dell'auto-sostegno, in un regime di libera concorrenza: ciò che conta, in questo sistema, non è solo la mera capacità produttiva, ma la stessa capacità di supporto alle relazioni umane nonché l'attenzione alla salute dell'ambiente, attraverso il recupero di sfridi e materiale tessile scartato dalle imprese che, invece di prendere la via degli inceneritori, diventa materia prima per la lavorazione in carcere. Ecco che si de-

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linea, così, l'etica della seconda opportunità per gli uomini e le donne e della doppia vita per i tessuti. Un messaggio di speranza, concretezza e solidarietà che è veicolato attraverso la chiave di lettura dell'ironia, della semplicità e della creatività. Queste le caratteristiche che denotano i prodotti Made in Carcere e, prima di loro, gli uomini e le donne dalle cui mani nascono questi capolavori di solidarietà. Il progetto, che si ramifica su tutto il territorio pugliese attraverso numerose sedi territoriali, rappresenta ormai uno dei capisaldi delle tantissime attività di rieducazione dei detenuti proposte all'interno della casa circondariale di Lecce: “All'interno del carcere salentino c'è un grande impegno da parte della direzione, della polizia penitenziaria e degli operatori volontari, affinché i progetti realizzati siano veramente utili al riscatto del detenuto – spiega, infatti, la stessa direttrice Maria Teresa Susca,

Dallo scarto al riuso: è la filosofia del progetto dei detenuti del carcere di Lecce. Una sorta di reinserimento sociale attraverso laboratori e confezionamento.

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In carcere si stabilisce una vera e propria giornata di lavoro per realizzare tutto quello che è inedito e originale in base al modello di economia rigenerativa.

che prosegue – crediamo nel reale valore di queste attività, che sono tante e che hanno la caratteristica di ricreare all'interno del carcere le condizioni che le persone coinvolte ritroverebbero al di fuori. Questa – prosegue – è la base solida su cui poggia il reale processo di redenzione, che passa dalla rieducazione e dal reintegro all'interno di relazioni interpersonali, preludio al vero e proprio reinserimento sociale”. Un processo che, ricreando un ambiente speculare ad un reale contesto lavorativo, contribuisce al processo di costruzione di una nuova consapevolezza per il detenuto e al rafforzamento della sua dignità di persona, a prescindere dal reato commesso e dalla pena che è chiamato a scontare. “Da questi percorsi professionalizzanti si raccolgono sempre degli ottimi frutti – racconta, ancora, la direttrice Susca –. I risultati si vedono sotto più fronti e punti di vista: i detenuti, innanzitutto, imparano o tornano ad abituarsi al rispetto delle regole, della routine lavorativa, dei ruoli all'interno di un gruppo di lavoro. È inevitabile

che, per gli stessi detenuti, tutto questo abbia ricadute positive sull'impegno e sulla visione di una vita sana e nel rispetto della legge e delle regole del vivere civile”. Una macchina da cucire come arma di redenzione di massa, dunque, all'interno di un contesto in cui l'attenzione si posa sull'inedito e originale concetto di “Bil – Benessere interno lordo”: è questo il titolo di uno dei tantissimi progetti che rientrano nel contenitore di Made in Carcere e che, sostenuto da Fondazione con il Sud, vede coinvolte 65 persone in stato di detenzione e 8 partner di progetto dislocati in 3 Regioni del Sud Italia – Puglia, Campania e Basilicata. In questi territori, Officina Creativa vuole replicare il modello di “economia rigenerativa” sviluppato attraverso il brand sociale Made in Carcere, creare nuovi posti di lavoro, trasferire le proprie competenze e la propria esperienza ad altre cooperative ed associazioni e valutare l’impatto sociale che queste attività generano su più livelli – individuale, comunitario ed ambientale.


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SOTT ACQUA SOTT TRASFORMAZIONE DIGITALE, OPPORTUNITÀ DA COGLIERE Si chiama water management dove le utility hanno un ruolo sempre più importante. Nel gestire le infrastrutture, stanno riducendo perdite e sprechi, avendo riguardo anche alle fasi di erogazione. Grazie alla capacità di analizzare i consumi, sono sempre più nella condizione di indirizzarli, contribuendo a una migliore gestione delle riserve. Nella realtà appena descritta, il ruolo dell’innovazione digitale è centrale: dal monitoraggio dei consumi, grazie alla diffusione di contatori intelligenti, alla manutenzione preventiva e predittiva legata alle infrastrutture ed alla riduzione delle perdite, sino all’analisi dei comportamenti ed alla customer experience dei consumatori. Al centro, come obiettivo è una migliore gestione mettendo sempre più in diretta relazione i consumi con la disponibilità delle risorse, tenendo conto delle previsioni e delle variabili che possono influenzare (come ad esempio i cambiamenti climatici). Per questo è necessario investire: la trasformazione digitale può aiutare i gestori dei servizi idrici (oltre che i Comuni e gli ente pubblici territoriali) a comprendere meglio i modelli di fornitura e domanda di acqua, identificare le inefficienze e le opportunità, ridurre le perdite; fornire un monitoraggio in tempo reale della qualità dell’acqua, consentendo una risposta rapida ai problemi e alle emergenze. Questo richiede investimenti significativi in sensori, apparecchiature e altri strumenti. Inoltre, lo sviluppo di competenze è già importante per sostenere l’adozione di soluzioni digitali nel settore idrico, quanto raccogliere e analizzare dati sui modelli di utilizzo dell'acqua, sulla generazione e distribuzione dell'acqua, sull'efficacia e sulle prestazioni delle infrastrutture e altri parametri chiave utilizzando piattaforme e strumenti digitali. Ci sono dati e soprattutto numeri che parlano di un sistema efficiente per il recupero della risorsa idrica. Abbraccia un vasto arco temporale, partito sin dal 2003 con i primi interventi. Tra il 2013 ed il 2016, con il completamento delle cosiddette commesse 1 e 2 (213 M€) che hanno interessato 238 comuni, sono stati sostituiti 314 km e realizzati 242 Km di condotte idriche, con un recupero idrico complessivo di 35 Mnc/anno. La commessa di risanamento 3 (80 M€) attualmente in corso di realizzazione su 21 comuni, con la sostituzione di 155 km di condotte, contribuirà al completamento ad un recupero idrico complessivo di 12 Mnc/anno. Al 2029 è prevista la chiusura della commessa di risanamento 4 (796 M€) che interesserà 94 comuni e prevede la sostituzione di 1.280 km di condotte, con un recupero idrico atteso di 35 Mmc/anno. Alla data dei 7 lotti territoriali, 4 sono in corso di esecuzione, per gli altri 3 sono in chiusura le gare per l’affidamento dei lavori.

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arla di storia, di passato, di tradizioni, di una vita umile e frugale, fatta di sani principi, un po' faticosa forse, ma senza dubbio autentica. È la mostra “La parsimonia dell'acqua”, ideata dall'associazione no profit H2O Milano e promossa dal Polo bibliomuseale della Regione Puglia, che ha fatto tappa a Bari, nel Palazzo dell'Acqua. Una mostra che, attraverso gli oggetti che la caratterizzano, ovvero ventotto annaffiatoi Harpagium, vuole veicolare un messaggio importante: quello di imparare a tutelare la risorsa acqua, declinandolo però con un'anima differente, quella dell'artista che l'ha ideato. Si tratta di una sorta di doccia in ceramica che è sopravvissuta nella campagna salentina attraverso i secoli, ma che nel corso dei decenni era entrata in disuso perdendo il suo significato. I nuovi contadini, infatti, non sapevano nemmeno a cosa servisse, ma oggi grazie al

lavoro di artisti e artigiani, questi manufatti sono stati recuperati. Definito anche “dispensatore di pioggia”, è stato infatti reinterpretato da architetti, designer e artisti che si sono fatti ispirare, ognuno dal proprio sentimento, nei confronti della risorsa acqua. Dal 2006, l'associazione no profit H2OMilano, promuove infatti un’idea di design sostenibile, che rispetti le autonomie culturali e produttive locali e favorisca l’accesso all’acqua come diritto universale. Grazie a workshop, mostre e pubblicazioni, l'associazione mira a rendere le persone consapevoli del loro ruolo nel salvaguardare un bene così prezioso come l’acqua. “E questa mostra – ha spiegato Cintya Concari, presidente dell'associazione – che parte proprio da questo oggetto che potremmo definire umile, proveniente dalle campagne salentine, ci sembra possa rappresentare al meglio i principi della nostra associazione”. E così si possono ammirare parole d'acqua intrecciarsi a decorazioni che ricordano i colo-


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ri dell'acqua e della terra, ma che richiamano anche antiche tradizioni e simboli della vita contadina, come la nunna, rappresentata su un annaffiatoio; o ancora come l'acquaiolo, antico mestiere di coloro che vendevano l'acqua sorgiva in paese. L'acqua simbolo di ricchezza, per questo preziosa, è rappresentata su questi manufatti d'autore, spesso con decorazioni d'oro o di platino. L'esposizione artistica ha infatti l'intento di voler raccontare tutta l'attualità e l'obbligatorietà di affrontare una tematica quanto mai attuale, legata alla risorsa acqua, in questo particolare momento storico, culturale e sociale che il Pianeta Terra sta vivendo. “Un oggetto, quello in mostra, che ha origini antiche e che ci riporta a ripensare ai nostri stili di vita – ha proseguito Cintya Concari - abbiamo bisogno di più frugalità, abbiamo bisogno di pensare più lentamente. Ed è questo il messag-

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gio intrinseco della mostra: il ritorno all'antico, alla ricerca di una vita forse un po' più faticosa ma con valori veri e importanti”. E proprio per raggiungere questo obiettivo, la mostra attraverserà tutta la Puglia. Partita da Tricase, nel Leccese, ha poi fatto tappa a Bari, nel Palazzo di Acquedotto Pugliese. Successivamente è stata portata a Taranto, nella biblioteca Acclavio, per poi arrivare nel Museo Ribezzo di Brindisi e nella biblioteca Magna Capitana a Foggia. Infine, “La parsimonia dell'acqua” giungerà a gennaio 2024 nel Museo Castromediano a Lecce, qui chiuderà il suo tour pugliese. “Noi abbiamo chiamato all'appello 28 artisti diversi, non solo italiani e non solo pugliesi, di età differenti, uomini e donne, affinchè ognuno di loro potesse lanciare un messaggio importante e trasversale: l'acqua è il bene più importante che abbiamo

Una doccia in ceramica, il cosiddetto annaffiatoio Harpagium reinterpretato da architetti, designer e artisti.

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sul Pianeta – ha spiegato Roberto Marcatti, vicepresidente associazione no profit H2O Milano – Non è un caso che quando si va sugli altri pianeti la prima cosa che si cerca è proprio l'acqua. Noi da circa 20 anni lavoriamo al fianco degli istituti di ricerca proprio per trasmettere questo messaggio, tra grandi e piccini”. Un oggetto semplice che richiama però un'antica filosofia di vita, la parsimonia, partendo da un principio semplicissimo, alla base del suo funzionamento, così come sottolineato da Agostino Branca, ceramista che ha affiancato gli artisti nella realizzazione degli oggetti in mostra: “Questo oggetto veniva utilizzato in passato per innaffiare le piantine di tabacco. Serviva per trasportare l'acqua dai contenitori in muratura che si costruivano in Salento, fino ai semenzai di tabacco. Si immerge completamente tenendo libero il foro in alto, poi si estrae tenendo chiuso il foro in alto con le dita, in questo modo non si perde nemmeno una goccia di acqua. Poi una volta giunti davanti alle piantine, i contadini salentini li-

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beravano il foro, permettendo così all'acqua di uscire a pioggia. Proprio per questo – ha concluso Agostino Branca – abbiamo pensato che questo oggetto potesse essere considerato l'emblema della parsimonia perchè distribuisce l'acqua con saggezza”. Tra i messaggi della mostra c'è anche quello di incoraggiare la cooperazione internazionale attraverso il design, utilizzando anche l'arte e la creatività degli artisti per affrontare le sfide più urgenti, nel caso specifico, la salvaguardia della risorsa acqua. Una mostra accolta con grande entusiasmo da parte di Acquedotto Pugliese per il messaggio che porta con sé, come evidenziato da Francesco Crudele, consigliere del Consiglio di amministrazione di AQP: “Da sempre l'arte è la benvenuta nel Palazzo dell'Acqua. E così abbiamo voluto ospitare questa mostra che coniuga arte, artigianato e acqua. Parsimonia è la parola giusta in questo momento storico, durante il quale dobbiamo essere molto attenti a tutelare questo bene così prezioso”.

La mostra 'La parsimonia dell' acqua' è stata allestita nel palazzo di AQP : l'acqua come bene prezioso, da tutelare e preservare.

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CI PRENDIAMO CURA DELLA NOSTRA ACQUA

Ogni giorno ci prendiamo cura del nostro acquedotto, bene prezioso per la comunità. Nel tuo abitato stiamo realizzando, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, un grande progetto per migliorare il servizio, ridurre le perdite e ottimizzare le pressioni idriche. PER INFO:

Stiamo lavorando per l’acqua, stiamo lavorando per te.

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Parole come gocce TITOLO AUTORE: Abraham Verghese EDITORE: Neri Pozza PAGINE: 736 pagine EURO: 22,00 Un racconto di tre generazioni della stessa famiglia indiana del Kerala attraverso i suoi personaggi e luoghi così intrinsecamente connessi. Abraham Verghese racconta una commovente storia di amore, fede e medicina. Un libro non è solo una saga familiare che racconta la storia di una ragazza appena 12enne, promessa sposa. Il patto dell'acqua è un romanzo potente e coinvolgente che evoca, con grande autenticità, l'India di un tempo e la sua evoluzione culturale e politica. La natura epica del romanzo si ripercuote anche in altri temi: colonialismo, politica, lotta di caste e classe, privilegi, progresso, sia sociale che personale. Siamo agli inizi del ‘900, Ravancore, Costa di Malabar in India. Suo marito, ha trent’anni di più, è vedovo, con un figlio ancora bambino. La piccola sposa va incontro al suo futuro cosí come è stato deciso da altri, come hanno fatto sua madre e la madre di sua madre prima di lei. Una mattina, nella nuova casa, all’alba la 12enne viene sorpresa da una strana presenza: “su di lei incombe un gelsomino sradicato, saldamente tenuto dalla proboscide di un elefante”. Fino ad allora aveva visto elefanti venerati nei templi e coccolati, elefanti per il trasporto di legname dai villaggi verso la foresta. Ma questo elefante è di sicuro il più grosso che abbia mai visto. Poi nota, vicino all’elefante, un uomo che dorme su una branda di corda. Dall’intelaiatura di legno incurvata sporgono i gomiti e le ginocchia di suo marito. Nella postura del suo robusto braccio sinistro, piegato per fargli da cuscino, e nelle dita della mano strette l’una all’altra scorge il riflesso dell’ospite inatteso che le ha appena offerto il gelsomino. È noto a tutti però che i parenti dell’uomo da decenni siano colpiti da una maledizione piuttosto particolare: in ogni generazione c’è sempre una persona che muore affogata in circostanze misteriose. E non è semplice interrompere questo maleficio perché nel Kerala l’acqua è ovunque e nutre non solo la terra, ma anche l’anima e il corpo creando un forte legame con la vita. Dando vita all’alleanza con la terra, con Dio. E chi non rispetta questo patto con l’acqua, che collega tutti nel tempo e nello spazio, è perduto. La giovane sposa viene accolta con affetto dalla sua nuova famiglia e nel corso della sua esistenza vivrà esperienze incredibili, tra grandi amori e dolorose perdite, fino a diventare una testimone privilegiata dei cambiamenti rivoluzionari della sua terra. La sua famiglia si espanderà e si ritirerà con le nascite e le morti. Finché arriverà una nipote che porterà il suo nome, studierà medicina e giungerà a una scoperta sconvolgente. Abraham Verghese è fisico e autore.


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