Rovente, impattante, preoccupante. È l'estate della tropicalizzazione del clima, delle temperature record (anche dei mari) e della grande sete. La siccità che si registra è fra le più severe degli ultimi decenni, con livelli crescenti di preoccupazione e la necessità di informare al meglio la popolazione per stimolare una collettiva azione di responsabilità. L’impatto dei cambiamenti climatici, con le sue ondate repentine di calore e la scarsità di precipitazioni, hanno portato alla riduzione delle riserve, elevando il livello di allerta e portando tutti alla consapevolezza di dover agire in modo coordinato, efficiente e sostenibile. L’acqua è preziosa e non va sprecata, adottando modelli virtuosi, considerando le priorità del potabile e della domanda irrigua. Molte le soluzioni proposte fra cui quelle che puntano sull’adozione di tecniche di irrigazione più efficienti, implementazione di colture meno esigenti e riutilizzazione di acque reflue trattate. Di fronte a modelli previsionali che studiano da tempo flussi, riserve e previsioni, non ci si è fatti trovare impreparati. La Regione Puglia ha approvato il Piano per il superamento della crisi idrica 2024/2025 individuando azioni di breve, medio e lungo termine, ed ha presentato al Governo la richiesta formale di anticipazione delle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027 per interventi nel settore idrico pari a circa 307,5 milioni di euro. Nell’ambito del Piano Nazionale Interventi Infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico sono inoltre stati giudicati ammissibili due interventi proposti da AQP ed approvati per un importo complessivo di quasi 40 milioni di euro. Risorse importanti ed interventi coraggiosi, imponenti ed innovativi, così come richiesto dalla complessità del contesto attuale, avendo uno sguardo al medio periodo. A questo si aggiungono poi le tante piccole azioni quotidiane affidate alla responsabilità dei singoli cittadini, affinché tutti possano compiere fino in fondo la propria parte. Si sono moltiplicate in tal senso le campagne informative e di sensibilizzazione, che sottolineano il valore di semplici gesti. Non meno importante il valore informativo legato alla condivisione di casi virtuosi di studio, ricerca e sperimentazione, affidati alla comunità scientifica. Tutti orientati nella stessa direzione, con tante gocce di sapere rispetto all’obiettivo prioritario di focalizzazione sulle strategie di risparmio per la nostra preziosa risorsa acqua.
FUTURO- pag. 32
AMBIENTE - pag. 24
ARTE CULTURA BELLEZZA - pag. 14
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Sommario
FUTURO - pag. 4
4 FUTURO
Valore ad ogni goccia
FUTURO
Acqua per tutti, tutti per l'acqua 12 10 in condotta
AI nella finanza
CULTURA BELLEZZA
Regina Viarum
Nuovo depuratore a Manduria
Un'oasi di pace
sott'acqua
Investimenti per le condotte sottomarine
Spiagge per tutti
Che caldo fa
parole come gocce
Quando fuori piove
VALORE AD OGNI GOCCIA
Miliardi di misurazioni da satelliti, navi, aerei e stazioni meteo in tutto il mondo hanno portato il Copernicus Climate Change Service a ritenere che gli eventi estremi legati alla temperatura diventeranno solo più intensi. Nell’estate metereologica più calda mai registrata dal servizio europeo sul clima, la situazione idrica nel Sud Italia resta segnata, tra crisi ed emergenza, da una delle siccità più severe degli ultimi decenni. Le condizioni meteorologiche estreme, caratterizzate da temperature eccezionalmente alte e precipitazioni molto al di sotto della media, stanno contribuendo ad una crisi idrica che avrà effetti sino al 2025, con scenari di “severità” legati ad una sempre più drastica riduzione delle riserve nei bacini idrografici e l’ulteriore aggravamento della difficile situazione. Il fenomeno può essere attribuito principalmente ai cambiamenti climatici, con l’aumento di frequenza e intensità delle ondate di calore oltre all’alterazione dei modelli di pioggia sino alla sua perdurante mancanza, che portano alla riduzione delle riserve. Il caldo estremo porta tra l’altro a più elevati tassi di evaporazione, riducendo ul-
teriormente le risorse idriche in aree che già sperimentano carenza d’acqua. È il caso degli invasi che perdono molta acqua per evapotraspirazione (non meno di 10mila metri cubi all’anno per ogni ettaro di superficie dello specchio d’acqua ed una quantità sicuramente maggiore nel Mezzogiorno e per gli invasi di minori dimensioni) che aumenta al crescere delle temperature medie.
La complessità e l'articolazione del sistema infrastrutturale determinano poi una interdipendenza tra i sistemi di approvvigionamento soprattutto nel territorio del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale che si connota in maniera del tutto peculiare, rispetto al resto del territorio nazionale, per la presenza di una rete imponente di infrastrutture deputate al trasferimento di risorsa idrica tra regioni. Tutto il distretto è caratterizzato da disponibilità idriche la cui distribuzione non è omogenea su base territoriale, in particolare rispetto alle aree a maggiore idro-esigenza, come evidenziato dal Piano di gestione delle acque a livello distrettuale che coinvolge ben sette Regioni: Basilicata, Calabria, Campania e Puglia per intero; Abruzzo, Lazio e Molise in parte. Una situazione che evidenzia ulteriormente la
necessità di una gestione coordinata, più efficiente e sostenibile di risorse idriche sempre più scarse ed impiegate per soddisfare utilizzi sempre più concorrenti. Una gestione adattiva, basata sulla conoscenza (informazioni ed elaborazioni quanto più dettagliate e raffinate), che porta ad una capacità di agire con consapevolezza, consentendo di realizzare azioni (preventive quando necessario) che hanno effetti sulla disponibilità e qualità della risorsa. C’è infatti una sinergia profonda tra il mondo rappresentato dalle previsioni, le analisi conseguenti e le scelte operative, che acquisisce un carattere maggiormente strategico nel momento in cui la risorsa diventa più scarsa, come testimonia l’esempio di Acquedotto Pugliese (AQP) che gestisce il Servizio Idrico Integrato nell'Ambito Territoriale Ottimale più grande d’Italia, in termini di estensione, con oltre 4 milioni di cittadini serviti.
Nel governare la macchina idraulica ogni giorno AQP attinge circa il 55% di acqua da 5 invasi (Sinni, Pertusillo, Conza, Occhito e Locone) che servono anche l’agricoltura, il 33% dalle sorgenti irpine e la restante parte, il 12%, da circa 180 pozzi dislocati soprattutto nella parte meridio-
nale della Puglia e dedicati esclusivamente all'uso potabile. Questo mix di fonti si sviluppa su 6 schemi idrici che attraversano 3 territori regionali (Campania, Basilicata e Puglia) e che sono fortemente interconnessi tra loro, consentendo di colmare – in parte – eventuali carenze idriche di uno schema con l’altro. Dal 2009 ad oggi AQP ha risparmiato un volume di 80 milioni di metri cubi di acqua (pari a due volte circa quello contenuto nell'invaso di Conza) e solo nei primi sei mesi 2024 ha risparmiato altri 15 milioni di metri cubi, riuscendo a soddisfare il fabbisogno potabile con un minor prelievo dall’ambiente. Al di là degli usi plurimi (con il potabile, prioritario per legge, che sconta l’impatto significativo di agricoltura, seguito da industria e in minima parte da usi civili per il verde ed il lavaggio stradale) l'acqua deve essere gestita con attenzione e con un approccio integrato che consideri sia la domanda irrigua agricola sia quella idrica potabile, adottando tecnologie e politiche che promuovano l'uso sostenibile della risorsa per garantire la sicurezza a lungo termine. Tra le soluzioni (proposte) vi sono l'adozione di tecniche di irrigazione più efficienti, come l'irrigazione a goccia, e l'implementazione di colture
La diga del Pertusillo, che sorge a pochi chilometri da Potenza, è un invaso che contiene 150 milioni di metri cubi di acqua, proveniente da 650 sorgenti sotterranee. Un’infrastruttura che garantisce l’approvvigionamento di acqua potabile a 4 milioni di utenze in Puglia e Basilicata. (foto Carlos Solito)
meno esigenti in termini di acqua. Anche la riutilizzazione delle acque reflue trattate per l'irrigazione rappresenta una strategia promettente per ridurre il prelievo dalle fonti naturali. Già oggi da 6 impianti AQP mette a disposizione circa 10 milioni di metri cubi di acqua affinata all’anno, riutilizzabile in agricoltura e non solo. Nel 2023, sulla base della domanda pervenuta, ne ha distribuita 1,16 milioni di metri cubi e, in attesa della realizzazione delle reti irrigue, altri 24 impianti depurativi sono già pronti a fornire 35 milioni di metri cubi l’anno. In risposta al contesto emergenziale, la Regione Puglia, dopo aver approvato il Piano per il superamento della crisi idrica 2024/2025 individuando azioni di breve, medio e lungo termine, ha presentato al Ministero per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR la richiesta formale di anticipazione delle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027 per interventi nel settore idrico pari a circa 307,5 milioni di euro. Oltre alle risorse dell’FSC, che serviranno per realizzare opere strategiche, la Regione ha, inoltre, aggiudicato la gara per l’affidamento dei lavori sull’Invaso Pappadai con fondi propri pari a 1.319.069 euro, con un intervento che consentirà, durante il periodo invernale, di accumulare una ri-
serva di circa 19.900.000 metri cubi di acqua e l'obiettivo di utilizzare le riserve già dal 2025. Nell’ambito del Piano Nazionale Interventi Infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (PNIISSI) sono inoltre stati giudicati ammissibili due interventi proposti da AQP ed approvati per un importo complessivo di quasi 40 milioni di euro.
Quello che si sta portando avanti è dunque un lavoro imponente su tutti i fronti. Anche i cittadini, con piccoli gesti quotidiani, possono dare un contributo, continuando ad essere i più virtuosi nel consumo di acqua potabile: la Puglia ha infatti un bel primato, essendo la regione con il consumo pro capite più basso d’Italia, 155 litri al giorno per abitante contro una media italiana di 215. In alcune regioni si superano anche i 400 litri, una situazione insostenibile. L’acqua è preziosa e non va sprecata. La virtù dei pugliesi è anche frutto di un passato, quello prima della nascita di Acquedotto Pugliese agli inizi del secolo scorso, in cui i nostri nonni soffrivano la sete. Ma in questa fase di crisi idrica bisogna fare ancora di più, sprecare meno acqua possibile e riutilizzarla. È importante, inoltre, dotare gli edifici di impianti di autoclave che possano garantire la distribuzione dell’acqua dal contatore a tutti i piani.
Semplici regole per risparmiare acqua: un esempio potrebbe essere quello di utilizzare l'acqua di lavaggio e cottura della verdura e della frutta per annaffiare le piante.
ACQUA PER TUTTI. TUTTI PER L'ACQUA
“...Una rotonda sul mare” e perché no “Profumo di mare” senza dimenticare “Marea”. Sono alcune delle canzoni si possono canticchiare (anche stonando, nessuno se ne accorge) sotto la doccia in soli tre minuti. Tre minuti, il tempo necessario per non sprecare acqua. Ed è la lotta allo spreco idrico la mission di Acquedotto Pugliese, una strategia per rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse idriche ed è in questo contesto
che si inseriscono due campagne di comunicazione: la prima, “Risparmia acqua, risparmia il pianeta” e “Acqua per tutti, tutti per l'acqua”.
In un’estate particolarmente calda e siccitosa che minaccia le riserve idriche del Sud Italia, Acquedotto Pugliese ha sottolineato come ogni piccolo gesto quotidiano, come la doccia, possa contribuire alla salvaguardia della risorsa idrica. Il cuore della campagna è, infatti,
l'idea di cantare sotto la doccia, un'abitudine comune a molti. Questo gesto diventa un'unità di misura semplice e facile da ricordare: la durata della doccia non dovrebbe superare quella di una canzone, circa tre minuti. Per aiutare in questo, AQP propone una playlist di brani della durata media di tre minuti, selezionati per rendere l'esperienza piacevole e facile da seguire. In questo modo, ogni doccia diventa anche un'azione consapevole, un gesto quotidiano rispettoso dell’ambiente e del pianeta.
“Acqua per tutti, tutti per l'acqua” è la campagna per l'utilizzo responsabile della risorsa idrica: un patto con ogni cittadino. La campagna si apre con un visual dal forte impatto visivo: 3 mani che sorreggono una bottiglia d’acqua che simboleggiano l’impegno comune nel custodire e preservare la nostra risorsa naturale più importante. La mano di un uomo, di una donna e di un bambino rappresentano la trasversalità del tema. Sullo sfondo, un paesaggio estivo, arso dal sole che evidenzia quanto l’acqua sia importante non solo per gli esseri umani ma, anche per la Terra.
“Tutti per l’acqua” è una chiara richiesta di collaborazione che vuole richiamare l’attenzione invitando ad agire nel rispetto e nell’utilizzo consapevole della nostra preziosa fonte di vita. Alla base c'è la necessità di incoraggiare un consumo consapevole e responsabile delle risorse idriche, specialmente tra le giovani generazioni, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile. L'Agenda che identifica, tra i 17 traguardi da raggiungere, quello dedicato all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari (Goal n. 6 - Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie).
Dieci in condotta a Francesco Elmi, Chief Marketing Officer di QuestIT per uno studio sulle applicazioni dell'Intelligenza Artificiale.
L'AI sta di fatto trasformando il modo di vivere e lavorare e ci si chiede quale impatto avrà sul settore finanziario, comparto da sempre orientato all’efficienza e all’innovazione.
Cosa è già realtà e cosa possiamo aspettarci per il futuro?
Una prima risposta arriva dalla recente indagine condotta da QuestIT, tech company senese specializzata nella realizzazione di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale, da cui emerge che la finanza è il secondo settore in cui l’AI è più utilizzata. Le sue potenzialità risultano molto sfruttate soprattutto dalle realtà e dai professionisti del Nord Italia (79%), seguiti da quelli del Centro (14%) e del Sud (7%).
CONDO TTA in
CI
CURA DELLA NOSTRA ACQUA
Ogni giorno ci prendiamo cura del nostro acquedotto, bene prezioso per la comunità.
Nel tuo abitato stiamo realizzando, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, un grande progetto per migliorare il servizio, ridurre le perdite e ottimizzare le pressioni idriche.
Stiamo lavorando per l’acqua, stiamo lavorando per te.
REGINA VIARUM
Èla regina di tutte le grandi strade e oggi fa parte ufficialmente dei siti UNESCO. Parliamo della “Via Appia Regina Viarum” che diventa il 60° sito italiano considerato Patrimonio dell'Umanità e il 5° per la regione Puglia, dopo Castel del Monte, i Trulli di Alberobello, il Santuario di San Michele Arcangelo e la Riserva naturale Foresta Umbra. La nomina è avvenuta nell'ambito della 46esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale riunitosi a Nuova Delhi il 24 luglio scorso. A essere riconosciuta dall’UNESCO è il percorso integrale che va da Roma a Brindisi e che comprende anche la variante traianea, tratto campano e tratto pugliese. Il risultato ottenuto è il frutto di un lavoro congiunto di quattro regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 città metropolitane e province, 74 comuni, 14 parchi, 25 università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, la Pontificia commissione di archeologia Sacra della
Santa Sede. Per la Regione Puglia si tratta di un obiettivo che consacra il duro lavoro svolto in questi anni, durante i quali si è scommesso sull'offerta turistica e culturale, riuscendo a valorizzare l'identità dei borghi e del territorio tracciato dal passaggio della Via Appia. Per secoli è stata un opera essenziale e vitale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l'Oriente. Adesso l'Unesco ha colto l'eccezionale valore universale della straordinaria opera: un monumento gigantesco dell'ingegneria stradale che, con una lunghezza di 650 chilometri, collega Roma a Brindisi. Tutto risale al 312 a. C. quando il censore Appio Claudio Cieco volle costruire una strada per collegare inizialmente Roma a Capua, e poi prolungata fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi. L'obiettivo era quello di progettare un tracciato verso la Grecia e l'Oriente, man mano che avanzava la conquista romana. Fu poi l’imperatore Traiano, nel 109 d.C., a far realizzare la variante Via Appia Traiana, per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi.
Concepita per esigenze militari l'infrastruttura divenne da subito strada di grandi comunicazioni commerciali e di primarie trasmissioni culturali e, nel tempo, è diventata il modello di tutte le successive vie pubbliche romane così come, in un certo senso, l’origine del complesso sistema viario dell’Impero, che è anche alla base dell’attuale rete di comunicazione del bacino del Mediterraneo. Lungo questa rete stradale sono state create fittissime rotte di scambio incrociate anche con le vie d’acqua, permettendo così, nel corso dei secoli, un flusso praticamente ininterrotto di persone, idee, civiltà, merci, religioni e idee, percorsi che sono ancora vivi e sentiti da chi abita ancora oggi questi territori. Il nuovo Patrimonio dell'Umanità esibisce ancora, in molti tratti, la perfezione tecnica delle pavimentazioni, la grandiosità dei ponti, delle tagliate e delle innumerevoli altre opere infrastrutturali e di bonifica idraulica. Il significato storico e culturale ha fatto sì che la via sia di-
ventata un simbolo carico di valore che studiosi e artisti, con le loro opere, hanno contributo a mantenere vivo nel tempo. Negli anni sono stati diversi gli appellativi con cui gli autori antichi la definirono: “insignis, nobilis, celeberrima, regina viarum”, testimoniando tutte le valenze politiche, amministrative, economiche, sociali e propagandistiche che le valsero la sua millenaria fortuna.
Una delle caratteristiche che ha reso la Via Appia meritevole di questo prestigioso riconoscimento è il grande passo in avanti di natura ingegneristica che ha rappresentato. Fino al IV secolo a.C. le strade erano solitamente sterrate e difficili da percorrere in caso di maltempo. La Via Appia invece rappresentò una novità. La strada era famosa infatti per la sua pavimentazione solida e durevole, realizzata con grandi pietre basaltiche che permettevano un traffico pesante e duraturo nel tempo. Questo metodo di costruzione influenzò notevolmente la successiva realizzazione di strade in tutto
La via Appia è la strada più importante del mondo romano, la "regina delle strade” come l'ha definita il poeta Stazio nel I secondo dopo Cristo. Oggi è un percorso lungo più di 600 km.
l'impero romano. Si trattava della prima grande strada pubblica costruita in maniera pianificata e metodica. Il tracciato della Via Appia fu esteso più volte, in corrispondenza con l’espansione dell’influenza romana sulla Penisola, prima fino a Benevento, intorno al 268 a.C., poi attraverso gli Appennini fino a Venosa e di nuovo fino a Taranto. Infine, nel II secolo a.C., raggiunse Brindisi, principale porto per le navi dirette in Grecia e in Oriente. Il tratto pugliese è caratterizzato dal valico di San Vito, sovrastato da un’altura isolata, il Castiglione. La via Traiana toccava la massima altitudine (947 m s.l.m.), dirigendosi poi dalla dorsale dei monti della Daunia, che veniva superata mediante uno stretto passaggio artificiale, il cosiddetto Buccolo. Da qui la via scendeva con notevole dislivello verso Aecae, attuale Troia, per poi abbandonare il tracciato rettilineo del tratturello Camporeale-Foggia dirigendosi invece verso Herdonia, al centro del Tavoliere delle Puglie. Da Herdonia la strada proseguiva verso Canusium (Canosa), Coratum (Corato), Rubi (Ruvo), Butuntum (Bitonto) seguendo poi due diversi tracciati: la “via Appia-Traiana” lungo la costa che toccava Barium (Bari), Neapolis (presso Polignano a
Mare) ed Egnatia (a nord-est di Fasano). La seconda, la “via Minucia Traiana”, più antica e interna, che passava per Midunium (Modugno), Caelia (Ceglie del Campo), Capursi (Capurso), Noa (Noicattaro), Azetium (Rutigliano) e Norba (Conversano), per poi riunirsi alla costiera nei pressi di Egnazia.
La strada proseguiva poi per terminare a Brindisi, con il monumento delle colonne terminali. L’ipotesi più accreditata dalla tradizione afferma che si tratta di un monumento fatto innalzare nel 110 circa d. C. dall’imperatore Traiano, per celebrare – con il potenziamento del porto – la costruzione di una deviazione della via Appia per il tratto che da Benevento conduceva a Brindisi, passando da Canosa, Ruvo, Egnazia; strada che da lui fu detta Traiana o Appia-Traiana (ma anche Egnazia). Il Borgo di Egnazia conserva ancora un parco con il foro, l’area dei templi, il criptoportico, l’anfiteatro, le fornaci, il complesso termale e l’area delle necropoli. Si tratta di un’antica città rinvenuta nei pressi di Fasano, dove resta visibile un tratto della via Minuccia poi divenuta la via Traiana, costruita ovviamente da Traiano. Qui c’è la Tomba delle melegrane, nota per i suoi affreschi a motivi geometrici e vegetali.
La Puglia vanta quindi cinque siti UNESCO. Nel 1996 furono inseriti i primi due: Castel del Monte e i Trulli di Alberobello. Castel Del Monte è situato tra i Comuni di Andria e Corato, in provincia di Bari, fu costruito dall'imperatore Federico II nel 13° secolo. Castel del Monte è un esempio unico nel suo genere di architettura militare medievale: perfettamente conservato, è in grado di incantare i visitatori per il rigore della sua pianta ottagonale e della sua forma, l'eclettismo dei suoi elementi culturali e il mistero che ancora oggi lo circonda. I Trulli di Alberobello, conosciuti in tutto il mondo per le loro forme eccezionale, sono delle costruzioni preistoriche caratterizzate da piante circolari, muretti a secco rigorosamente bianchi, piccole finestre e tetti conici. I Trulli di Alberobello che creano un’intera area urbana vicino Bari sono circa 1500 e alcuni sono ancora funzionali e adibiti ad alberghi, ristoranti e negozi.
Nel 2011 fu inserito in lista il Santuario di San Michele Arcangelo che si trova a Monte
Sant’Angelo, in provincia di Foggia. Costruito nel 490 d. C., cadde sotto il dominio longobardo nel 650 d.C., che lo trasformarono nel principale centro di culto dell’Occidente. Rimanendo sempre nel Foggiano, nel 2017 fu inserita tra i siti UNESCO la Riserva naturale Foresta Umbra che si trova nel Parco Nazionale del Gargano ed si estende per circa 400 ettari ad un’altitudine di 800 metri. Qui si trova lo Zappino dello Scorzone, un pino d’Aleppo di oltre 700 anni, tra i più grandi e anziani d’Italia. Nelle foreste della riserva, inoltre, si trovano diversi alberi di tasso utilizzato in passato per la produzione di archi. Per quanto riguarda gli animali da terra, abitano lupi, lepri, scoiattoli, cervi, daini, volpi, tassi.
La Puglia adesso ha un'importante responsabilità, ma anche una grande occasione per far apprezzare ancora di più il suo territorio: con i suoi 5 siti riconosciuti dall'UNESCO potrà garantire prestigio alle sue mete turistiche e tutelare i siti che fanno parte.
Attivato, seppur in maniera graduale, il nuovo impianto di depurazione consortile a servizio degli abitati di Sava e Manduria, nel Tarantino. Una vera e propria trasformazione del vecchio depuratore di Manduria in un impianto di spinta: è collegato con una condotta di circa 12 chilometri alla nuova struttura in località Urmo Belsito, con recapito finale - tramite un’ulteriore condotta di circa 4,5 chilometri - in 12 trincee drenanti nella zona di Masseria della Marina per le acque che, depurate e affinate, saranno riutilizzate in agricoltura.
L’impianto gestirà interamente gli abitati di Sava e Manduria, sino a 5000 m³ di acqua al giorno, recapitabili presso le trincee drenanti già realizzate; ferma restando una potenzialità massima di 10.000 m³ al giorno di acqua trattata (pienamente utilizzata al completamento dei tre complessivi stralci d’opera di prossima realizzazione).
UN'OASI DI PACE
Oltre la linea del mare, nella campagna pugliese punteggiata di ulivi, scopriamo le Cesine una riserva naturale del Salento estesa su circa 348 ettari (gestita dal WWF). Qui le cicale accolgono il visitatore con il loro canto insistente. Siamo a due passi da Vernole, in una una delle poche zone paludose rimaste lungo la costa che collega Brindisi a Otranto, caratterizzata da due stagni, Salapi e Pantano Grande, a ridosso del mare da cui si separano grazie ad una striscia di dune sabbiose. Per secoli la zona è stata palude, ma ben più grande di quanto è adesso. La palude era considerata un ambiente malsano dai contadini locali, soprattutto per la presenza delle zanzare. Alla fine dell’800 si comincia a parlare di una bonifica della zona per renderla coltivabile, lavoro che fu fatto grazie alla costruzione di canali e l’impianto di alberi che avevano il compito di assorbire l’acqua rimasta. Poi ci fu la Riforma Fondiaria dei primi anni Cinquan-
ta che ridisegnò la proprietà dell’area: alla Regione Puglia vennero affidati circa 350 ettari di terreni, altri 300 furono frazionati e destinati a coloro che bonificarono Le Cesine. Nel 1971 è diventata Zona Umida di Interesse Internazionale, nel 1979 Oasi del WWF, infine nel 1980 Riserva Naturale dello Stato. L’oasi si trova lungo una delle principali rotte migratorie e ospita numerosissimi uccelli acquatici.
Sono state censite ben 32 Specie di orchidee spontanee. Ed è proprio la particolare complessità degli habitat della Riserva che rende le Cesine un’area ad elevata valenza naturalistica. L'oasi delle Cesine ha come simbolo il "moriglione", una particolare specie di anatra tuffatrice, presente nelle acque della riserva nei periodi autunnali ed invernali.
In inverno nei pantani le anatre e altri uccelli acquatici Codoni, Mestoloni, Alzavole, Fischioni, Moriglioni, Morette , Volpoche trovano un sicuro riparo, anche se non mancano le occasioni di incontrare specie rare ed elusive anche negli altri ambienti.
I birdwatchers possono spesso ammirare anche l’Aquila minore (Hieraaetus pennatus). In primavera e autunno le migrazioni tra Africa e Europa sono il pretesto per i visitatori per ammirare le spettacolari evoluzioni dei rapaci Albanelle minori, Falchi di palude, le rare Albanelle pallide,, gruppi di Grillai e Falchi cuculo. Tra le rarità nidificano ben due coppie di Fistione turco mentre i tratti di bosco sono popolati da fringuelli, cinciarelle, cinciallegre, occhiocotti e usignoli, i veri sovrani assoluti. Fra i canneti le specie nidificanti come la folaga, il tuffetto e il germano reale approfittano della tranquillità del luogo per allevare i propri piccoli e le dune offrono altrettanta pace a fratini (Charadrius alexandrinus) e Fraticelli (Sterna albifrons). I tanti bird-watchers che frequentano questi posti incantati possono ammirare anche il Pellicano bianco, il Gabbiano corso e scorgere il Vescovo dorato (Eu-
plectes afer), specie esotica che ormai nidifica ogni anno.
L'oasi delle Cesine offre la possibilità di tour organizzati. I Percorsi natura sono vari e cambiano secondo la tipologia del visitatore: partono tutti dal Centro visite, una splendida masseria fortificata che il WWF ha ristrutturato per destinarla a spazio didattico e d’accoglienza. Comprende grandi saloni, con terrari, acquari, vetrine con raccolta di utensili locali, spazi per la visione di documentari. Gli itinerari tagliano la macchia e la pineta e portano sul bordo degli specchi d’acqua: qui sono a disposizione i capanni d’osservazione che favoriscono il riconoscimento degli uccelli.
Un'oasi di pace e natura. A rischio però. Nessun luogo è al sicuro dagli effetti del cambiamento climatico, nemmeno le Oasi WWF. Oltre alle alluvioni sempre più frequenti, anche gli incendi rappresentano un rischio sempre
All'interno dell'Oasi delle Cesine possiamo anche fermarci all'interno della masseria dove la parte più antica è la Torre cinquecentesca. Qui arrivano scuole, turisti e famiglie per il ristoro.
maggiore, così come indicato dal report sugli scenari climatici italiani elaborato dal CMCC (Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici). Qui entrano in campo le azioni di prevenzione, ma anche alcuni strumenti tecnologici innovativi, che agiscono con sempre maggiore efficacia per la tutela della natura. Si tratta del piano antincendio boschivo: gli strumenti previsti dal PAIB (piano antincendio boschivo) sono di supporto alle decisioni, ai fini del coordinamento delle attività e degli interventi di prevenzione e lotta antincendio. Le attività di conoscenza del territorio, della vegetazione che vengono svolte tutto l’anno nelle oasi sono la prevenzione migliore che si possa fare. E proprio all'Oasi delle Cesine ci sono “Gli alberi parlanti”. Realizzato da CMCC e Protezione Civile Regione Puglia il progetto OFIDIA 2 conta su ben 30 “alberi parlanti”
(Tree Talker) in grado di informare sullo stato idrico degli alberi, la temperatura fogliare, l’ampiezza ed il colore della chioma, fornendo dati di pre-allarme e allertando su eventuali stress della foresta, mentre 30 ulteriori sensori “Tree Talker Fire” riescono a individuare la presenza di una fiamma di pochi centimetri alla distanza di 30 metri, oltre a misurare la concentrazione di anidride carbonica e particolato atmosferico. Insieme ad una centralina meteo collegata ad una sala operativa, consentono di calcolare, in tempo reale, pericolo e probabilità d’incendio o avvisano, geolocalizzandolo, il principio d’incendio in corso, consentendo un immediato intervento delle squadre antincendio che presidiano il territorio. Anche grazie a questo sistema, si evita l’espandersi delle fiamme come nel disastroso incendio del 2018 o di quello di inizio estate 2024 domato in poche ore.
SOTT ACQUA
CONDOTTE SOTTOMARINE DA 14 MILIONI DI EURO
Due importanti interventi, finanziati con 14 milioni di euro (fondi POR-FESR Puglia 2014/2020) mirano a prolungare le condotte sottomarine a servizio dei depuratori di Bari. Questi lavori permetteranno di spostare più a largo e più in profondità il rilascio delle acque affinate, migliorando la qualità delle acque e l’ambiente marino.
Il primo intervento riguarda la condotta sottomarina a servizio dei depuratori di Bari Ovest e Bitonto: Saranno aggiunti 2.100 metri di tubazione alla condotta esistente, che attualmente si estende per 750 metri (lungo la foce di Lama Balice). Questo permetterà di spostare il rilascio delle acque depurate a 2.850 metri di distanza e a una profondità di 35 metri, rispetto ai precedenti 12 metri. L’intervento include anche l’installazione di nuove elettropompe con un efficiente impianto elettrico e un moderno sistema di illuminazione a LED.
Lavori analoghi sono previsti sulla condotta sottomarina a servizio del depuratore di Bari Est, nel quartiere Japigia: la condotta sarà estesa di 1.500 metri, passando dagli attuali 750 metri a 2.250 metri di lunghezza, e raggiungerà una profondità di 32 metri, rispetto agli attuali 17 metri. Questi lavori partiranno nel secondo semestre dell’anno. La protezione dell’ambiente marino è uno degli obiettivi principali di questi interventi: la prateria sottomarina di posidonia oceanica, situata nel Posidonieto San Vito-Barletta, sarà tutelata grazie allo spostamento del rilascio delle acque depurate più a largo. “Gli interventi di Acquedotto Pugliese sulla costa sono determinati in funzione dello sviluppo cittadino, essendo Bari per circa 46 km bagnata dal mare. Da anni lavoriamo in stretta collaborazione con AQP per realizzare i lavori sulle condotte sottomarine, che di fatto miglioreranno la balneabilità del nostro mare, consentendo alla città di continuare a investire sulla riqualificazione e valorizzazione del lungomare”, osserva il sindaco di
“L’importante intervento lungo la costa barese si colloca nella visione complessiva di Acquedotto Pugliese che unisce l’ammodernamento infrastrutturale agli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale delle opere. Una strategia che si unisce allo sviluppo dell’economia circolare, come l’intesa con il Comune di Bari per il riuso delle acque affinate del depuratore di Bari Est per irrigare il futuro Parco della Costa Sud. Un modo concreto per tutelare e valorizzare un bene così prezioso e sempre meno disponibile come l’acqua”, osserva la direttrice generale di Aqp, Francesca Portincasa.
“ Il prolungamento delle condotte sottomarine a servizio dei depuratori di Bari garantisce, infatti, una migliore qualità delle acque di balneazione e notevoli benefici alle attività collegate alla pesca. L’esempio concreto di uno sviluppo sostenibile, rispettoso delle necessità dei cittadini e di quelle dell’ambiente naturale”, osserva il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese.
SPIAGGE PER TUTTI
Godere della bellezza del mare, assaporare una boccata d'aria fresca che ha il sapore del relax, del riposo, della libertà. Gesti semplici e apparentemente quotidiani per tutti coloro che, nelle settimane di grande afa estiva, si concedono una pausa sulle spiagge pugliesi. Gesti e momenti che possono diventare, invece, delle sfide complesse e frustranti per chi, a causa di handicap o malattie degenerative, nella propria quotidianità già combatte con le difficoltà dovute alla presenza di piccole o grandi barriere. Da qui l'importanza, per la comunità, di lavorare collettivamente per il raggiungimento degli obiettivi di inclusione, a partire dalla disponibilità di ciascuno a fare il proprio per la serenità degli altri. Affinché ogni donna e ogni uomo possa dire “Io posso”. Due parole brevi e semplici, come quelle che il salentino Gaetano Fusco, affetto da SLA dal 2014, ha voluto che fossero scritte davanti al suo letto: un incitamento a
fronteggiare la malattia e che è divenuto ben presto un impegno ad abbattere ogni forma di barriera fisica, mentale e sociale. È da questa idea che è nata l'associazione 2HE (Center for Human Health and Environment), che promuove iniziative tese a consentire a chi è affetto da disabilità, di migliorare la propria qualità di vita, soddisfare i propri bisogni, realizzare le proprie aspirazioni e desideri. A partire da quello, blu come un sogno, di fare il bagno nelle bellissime acque pugliesi. E dunque in Salento a partire dal 2015, sulle spiagge di San Foca, Porto Cesareo e Gallipoli il motto “Io posso” ha trovato concretezza in un progetto che in poco tempo ha coinvolto tanti volontari, il cui numero continua a crescere giorno dopo giorno. Una vera e propria comunità solidale, il cui primo traguardo è stata la realizzazione della Terrazza “Tutti al mare!”, un accesso al mare gratuito, attrezzato per ospitare persone con disabilità motoria, sorto nella splendida cornice salentina di San Foca, nella marina di Melendugno (Lecce). Offrendo le
proprie competenze, il proprio tempo e cuore, i volontari operano, sposando l’ideale del “noi possiamo”, per permettere a tutti di godere a pieno dell'esperienza di una permanenza sicura all'interno dello stabilimento balneare: in particolare, la struttura è dotata di attrezzature e servizi dedicati a coloro che soffrono di malattie invalidanti come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica). Ecco che su queste spiagge gli ospiti vengono accolti insieme alle loro famiglie presso postazioni dotate di sedia e lettino, mentre le persone affette da tetraplegie, che sono in condizioni di tracheostomia o che hanno con sé impianti PEG trovano sistemazione presso delle postazioni speciali, con maggior spazio di manovra, nonché acqua ed energia elettrica per alimentare i loro macchinari. Tutti gli ospiti possono usufruire sul posto di ausili dedicati alla balneazione, ma anche sollevatori, macchinari di backup
(aspiratori, ventilatori, ecc.) ma anche della professionalità di personale dedicato, come operatori socio sanitari e altri volontari a supporto. Un'esperienza di successo che rientra tra le tante che, ogni estate, vengono censite da InVisibili, realtà che si occupa, tra le altre cose, di promuovere l'accessibilità delle spiagge di tutto il litorale italiano per le persone con disabilità, aggiornando l'elenco dei lidi accessibili che è stato redatto, per la prima volta, nel 2017. Un lavoro di indagine puntuale, che consiste in una ricerca eseguita con il supporto di professionisti del settore e sulla base di criteri precisi, quali la presenza di passerelle, di servizi igienici, di spogliatoi abbastanza ampi da permettere a chi è costretto in carrozzina di muoversi liberamente nello spazio. E ancora la presenza di stalli riservati e la disponibilità di ausili alla balneazione come le sedie Job o Sea Side, particolari sedute dotate di ruote gran-
Nella marina di Melendugno è stata aperta la Terrazza “Tutti al mare” attrezzata per chi ha difficoltà motorie.
di che consentono di entrare direttamente in mare e di spostarsi con agilità sulla sabbia. A fronte di questa indagine sono state circa 700 le spiagge accessibili censite nel 2023, tra cui diverse realtà pugliesi simili a quelle salentine. Menzione speciale per la spiaggia di Campomarino di Maruggio, nel Tarantino, in quanto non solo munita di passerelle e piazzole con sdraio, ombrelloni fruibili da bagnanti in carrozzina e di servizi igienici, spogliatoi e idonee docce, ma anche una delle realtà del Sud che meglio si avvale di volontari: si tratta di membri della confraternita della Misericordia e che sono a disposizione quotidianamente per aiutare le persone con disabilità a vivere al meglio la loro permanenza in spiaggia. Gli esempi di San Foca, Gallipoli, Castro, Maruggio non sono certamente casi isolati in Puglia, dove lo stesso governo regionale ha di recente emanato un decreto in base al quale un certo numero di spiagge devono essere rese accessibili ai bagnanti disabili e munite di servizi necessari al loro benessere a alla loro agevole fruizione
dello stabilimento. “Credo che un impulso, i cui migliori risultati si vedranno nei prossimi anni sia stato il Bando sul Turismo Accessibile che, demandato alle Regioni ha individuando compagini di Comuni in grado di migliorare l’accoglienza balneare, finanziandone le migliorie – è il commento di Roberto Bazzano, presidente di Bandiera Lilla, organizzazione che si occupa di accessibilità –. Inoltre, Regione Puglia sta approvando in questi giorni una legge alla cui elaborazione abbiamo dato il nostro contributo insieme ad altre Associazioni, secondo la quale ogni Comune pugliese costiero dovrà avere almeno entro la prossima estate almeno un spiaggia accessibile. Ci auguriamo che chi ne ha già una o più voglia aumentare il numero, magari approfittando degli incentivi che vi saranno. Speriamo che altre regioni seguono presto l’esempio della Puglia”. Un esempio virtuoso di inclusione e di solidarietà, che incorniciano, esaltandola, la bellezza di una regione in cui la meraviglia è a libero accesso per tutti.
Dalla prossima estate ogni comune costiero dovrà prevedere almeno una spiaggia accessibile. La proposta è contenuta nel Bando Turismo accessibile della Regione Puglia
Che caldo fa
Da qualunque prospettiva la si guardi, estate fa rima con mare, sole e attività all'aperto. Per tutti: grandi, bambini, famiglie e, ovviamente, amici a quattro zampe. Tra gli animali domestici sono i cani, in particolar modo, a godere dei vantaggi della bella stagione, poiché generalmente più avvezzi alla socialità e perché amanti, per loro stessa natura, dei momenti trascorsi all'aria aperta tra passeggiate, corsette e addirittura giornate in spiaggia in compagnia dei loro padroni. E se tutte queste rappresentano attività comuni, da svolgere con i propri migliori amici nella quotidianità, è vero anche che ci sono cani che manifestano una spiccata propensione per il servizio nei confronti degli altri, che in estate più che mai si rende utile in special modo sulle spiagge pugliesi. E dunque a partire dai primi caldi prendono il via, in Puglia le attività dei volontari della Scuola Cani Salvataggio Nautico, associazione che addestra e che forma le unità cinofile al salvataggio in mare, iscritta nel Registro Regionale della Protezione Civile. I bagnini pelosi si attivano, così, nel pattuglia-
mento delle spiagge e della costa in compagnia dei volontari che si avvalgono di gommoni di salvataggio e sono pronti a tuffarsi in acqua e a raggiungere in tempi brevi chiunque abbia necessità di soccorso per riportarlo prontamente a riva. Si tratta si un servizio utilissimo alla balneazione, che rende i cani protagonisti dell’estate e offre loro la possibilità di vivere in piena attività una stagione che, a causa delle sue elevate temperature, potrebbe diventare anche loro nemica. Ed effettivamente, durante i mesi più caldi dell’anno, i nostri amici animali sono particolarmente esposti ai rischi che, generalmente, sono propri delle categorie più fragili degli esseri umani come bambini e anziani. Sole e gran caldo possono essere veri nemici degli animali, per cui è opportuno proteggerli evitando l’esposizione e le uscite nelle ore più calde della giornata, preferendo delle passeggiate più lunghe al mattino presto e la sera e facendone di molto brevi negli orari più assolati. E ancora, scegliendo opportune protezioni solari per alcune zone del loro corpo che sono più sensibili, come la punta del naso
o delle orecchie ed evitando di lasciar camminare i nostri cani sull’asfalto o sulla sabbia bollente. Il tutto per evitare i pericolosi colpi di calore, che si manifestano con sintomi come la polipnea, il fiatone e la tendenza del cane a rimanere stesi sul pavimento. Un’ipotesi non così remota con le temperature proibitive delle estati pugliesi, per cui occorre intervenire tempestivamente bagnando il cane con acqua fresca ma non ghiacciata, in modo da abbassare subito la temperatura, in attesa di far visitare il cane da un veterinario. Dimostrazione, questa, che l’estate degli umani e l’estate dei nostri amici pelosi può portare con sé gli stessi momenti di gioia ma anche le stesse problematiche che occorre prevenire prima che curare. La prevenzione passa, in questo senso, anche da piccoli gesti quotidiani, come la scelta di cibi leggeri e freschi: anguria, cetrioli, ghiaccioli sono alternative perfette, infatti, per poter mantenere idratati, rinfrescati e dissetati sé stessi e il proprio cane
ed evitare di incorrere nei colpi di calore. E ancora, perfette, per questo scopo, sono attività estive che hanno a che fare con l’acqua: non solo il classico bagno al mare con il proprio cane, ma anche un vero e proprio tuffo in piscina, come quello che è possibile fare in molte strutture che, con il tempo, si sono specializzate proprio nei servizi estivi e di balneazione per famiglie con animali. Sono tanti gli stabilimenti in Puglia in cui tutto questo è possibile: tante le opportunità offerte all’interno di una regione che, nel tempo, si è caratterizzata per l’eccellenza della propria offerta turistica e di servizi per i bagnanti, tra cui anche quello di salvataggio nautico.
Un territorio in cui è sempre più facile potersi concedere una vacanza senza rinunciare alla presenza del proprio migliore amico a quattro zampe; dove è più bello condividere il mare, la spiaggia e l’estate con le creature più belle e affettuose, che seguirebbero la propria famiglia in qualsiasi momento e contesto di vacanza.
Vivere l'estate con i nostri amici a 4 zampe: questo significa creare per loro le condizioni affinché non soffrano il caldo idratandoli spesso.
Parole come gocce
QUANDO FUORI PIOVE
AUTORE: Vincenzo Levizzani
EDITORE: Il Saggiatore
PAGINE: 296 pagine
EURO: 24,00
“Perché l’acqua si muove e perché si ferma, perché rallenta, o accelera, e come si muove verso l’alto nell’aria, sotto l’effetto del calore solare e poi cade giù come la pioggia?”: a porsi questa domanda è stata Leonardo da Vinci. Una domanda che ritorna, con frequenza. Che si ripete nel corso dei secoli. A dare una spiegazione ci ha pensato Vincenzo Levizzani nel suo “Quando fuori piove” (sottotitolo: Storia e futuro della pioggia). La pioggia è il più frequente, ma anche il più misterioso ed elusivo tra gli eventi meteorologici. Senz'altro uno di quelli che, sin da quando eravamo bambini, ci ha posto davanti a interrogativi incessanti: perché piove in un determinato momento? Perchè le precipitazioni sono sempre diverse? A volte assistiamo ad acquazzoni di breve durata, altre volte la pioggia è leggera e prosegue anche per ore e ore: come facciamo allora a dire che è piovuto poco o tanto? Come quantifichiamo la pioggia? In questa sua nuova avventura scientifica, Vincenzo Levizzani ci svela i segreti delle precipitazioni atmosferiche e ci racconta in che modo l'umanità, nel corso dei millenni, le ha vissute e affrontate. Capire il funzionamento delle precipitazioni non significa infatti solo cercare (e magari riuscire) ad interpretare le previsioni del tempo, ma esplorare il meccanismo che sta alla base dell'esistenza di flora e fauna sul nostro pianeta. Saperne di più ci permette di preservare le dinamiche estremamente delicate che rendono possibile la vita sulla Terra. L'autore parla dei rischi associati al cambiamento climatico e di come questo importante problema globale influenzi le nubi e la variazione delle precipitazioni in diverse regioni del mondo. In particolare, il cambiamento climatico comporta un aumento delle precipitazioni nelle aree più piovose, mentre in quelle meno soggette a piogge si osserva una sua ulteriore diminuzione. Ha mostrato che studi recenti evidenziano già un inaridimento delle regioni del Mediterraneo. Per Levizzani, il riscaldamento globale altera il ciclo dell’acqua nel sistema Terra e muta la circolazione atmosferica: queste due cose insieme contribuiscono ad aumentare il numero e l’intensità di siccità e alluvioni. Il meccanismo è molto complesso e i modelli fanno fatica a descriverlo nella sua totalità e nelle interconnessioni che occorrerebbe avere sempre presenti. Vincenzo Levizzani (Formigine, 1957) è dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna.