AMBIENTE
AMBIENTE
La ciclovia dell'acqua pedala forte
La ciclovia dell'acqua pedala forte
ARTE
ARTE
Il Carnevale di Putignano
Il Carnevale di Putignano
SAPERE
SAPERE
I 20 anni del pane Dop di Altamura
I 20 anni del pane Dop di Altamura
INTERROGANDO IL FUTURO
L’ACQUEDOTTO2024N.1
Futuro sostenibile da ricercare all’interno di un modello di sviluppo che sappia coniugare crescita economica e progresso sociale. Un cammino impegnativo ma virtuoso che si propone di generare attrattività, accompagnando ogni giorno cittadini, imprese e turisti in un viaggio esperienziale fatto di innovazione, radici ed identità. Sono tante le sfide dell'agenda 2024 per la Regione Puglia, impegnata nella crescita e consolidamento di positivi trend in un anno che sarà fondamentale per i tanti impegni, responsabilità e progettualità sotto la lente di osservazione del mondo intero. Progetti di rigenerazione urbana e sociale, investimenti strutturali ed in ricerca e sviluppo, sperimentazione e innovazione continua, opportunità e minacce dell’intelligenza artificiale, sono sfide quotidiane che vedono protagoniste le Istituzioni, le imprese, ed i centri di ricerca e formazione presenti sul territorio, in prima linea per progettare un domani più semplice, accessibile, sostenibile ed inclusivo. In questo cammino, la macchina regionale per accogliere i grandi del Pianeta in Puglia a giugno in occasione del G7 è da tempo partita e sarà questa una occasione preziosa per raccontare anche una storia a più voci fatta di eccellenze, sensibilità e capacità. L'intero “sistema Puglia” ha fino ad oggi dato prova di saper richiamare attenzioni crescenti sulla scena nazionale e internazionale, vivendo una rinnovata centralità sia rispetto alle dinamiche nazionali sia rispetto all’area del Mediterraneo, dove le politiche di cooperazione e di integrazione si fanno sempre più importanti per l’Europa. Ora l’asticella dovrà essere ancora più alta e dovrà coinvolgere l’intero territorio. Gli eventi alle porte rappresenteranno un momento irripetibile, e da non perdere, per dispiegare al meglio tutto il potenziale “made in Puglia”, estendendo l’efficacia e gli effetti della consolidata capacità di accoglienza, ampliando le reti di relazioni internazionali, accrescendo la percezione del nostro valore in tutto il mondo. Una occasione per intensificare le connessioni proiettandosi a rigenerate opportunità cerniera a cavallo tra Oriente e Occidente, di cui la Puglia può essere uno snodo fondamentale, all'insegna della
LA PRIMA ACQUA | L’Editoriale 1
SOMMARIO 2
» SAPERE - pag. 32
» ARTE - pag. 24
» AMBIENTE - pag. 12
Sommario
4 FUTURO
Un aiuto per il clima dall'AI
8 FUTURO
Intervista all'Intelligenza Artificiale
12 AMBIENTE
Su e giù per 190 Km
22 IL CONTAGOCCE
213 milioni di euro di investimenti
23 sott'acqua
Acqua in agricoltura, al via i piani di gestione
24 ARTE CULTURA BELLEZZA
Sfila la tradizione
30 10 IN CONDOTTA
Il dispositivo "No pAIn"
32 SAPERE
La Dop in tavola
39 PAROLE COME GOCCE
Chi è nudo non teme l'acqua
L’ACQUEDOTTO | 2022 | N. 3 3
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» FUTURO - pag. 4
UN AIUTO PER IL CLIMA DALL'AI
FUTURO 4
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L'Intelligenza Artificiale potrebbe essere la soluzione al cambiamento climatico. Oppure no. La società scientifica si sta interrogando su quale sarà l'impatto ambientale dell'AI e verso quale piatto penderà la bilancia tra vantaggi e svantaggi. Durante i primi giorni della COP 28 di Dubai è stata adottata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il primo documento nel quale si fa esplicito riferimento all'intelligenza artificiale come strumento per affrontare in modo efficiente il cambiamento climatico. Nello specifico il documento ha introdotto alcune linee guida che i Paesi aderenti devono seguire per identifica-
re e sostenere lo sviluppo di soluzioni basate sull’AI per l’azione sul clima.
Più di recente uno studio condotto dal Boston Consulting Group ha dimostrato che applicando l'intelligenza artificiale alle tecnologie attualmente in uso potremmo ridurre fino al 10% le emissioni di gas serra entro il 2030, vale a dire entro la data indicata dall'omonima agenda “2030” redatta dall'Unione Europea in occasione dell'accordo di Parigi. Come spesso accade con le tecnologie potenzialmente dirompenti occorrerà che ci si accordi per seguire le medesime regole. In questo momento lo scenario è molto variegato.
Negli Stati Uniti l'AI è non sottoposta a un vero e proprio regolamento. Al contrario l'U-
FUTURO 6
nione Europea si è dimostrata molto più avanti su questo fronte dotandosi di un documento condiviso. Stiamo parlando dell' “AI act” adottato l'8 dicembre 2023 dopo un lungo percorso legislativo iniziato nel 2021. Il documento stabilisce i limiti di utilizzo dell'intelligenza artificiale in rapporto al diritto alla privacy e al trattamento dei dati, ma introduce anche una serie di indicazioni che i governi e le amministrazioni possono adottare per rendere più efficiente l'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Attualmente uno dei principali ambiti di applicazione dell'AI è quello medico. Ma le potenzialità sono altissime. Basti pensare che, secondo quanto riportato dall'osservatorio Arficial Intelligence del Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato dell'AI ha raggiunto in Italia un valore di circa 500 milioni di euro e che più del 60% delle aziende ha messo a punto progetti di sviluppo collegati a questo nuovo strumento. L'impatto economico in termini di crescita sarà, con poche sorprese, positivo. Ma per l'ambiente quali rischi ci sono?
Uno dei principali vantaggi dell'intelligenza artificiale è la possibilità di analizzare ed elaborare enormi quantità di dati relativi ai fenomeni climatici per ricavare modelli di previsione che consentano, ad esempio, di affrontare in modo differente i cosiddetti eventi estremi. Inoltre attraverso l'intelligenza artificiale è possibile ottimizzare l'utilizzo e la gestione dell'energia. Concretamente: molte realtà produttive riescono a valutare il proprio impatto ambientale monitorando le emissioni di anidride carbonica. L'intelligenza artificiale permette di analizzare in modo specifico ogni singolo passaggio determinando l'esatta percentuale di Co2 prodotta in ogni fase della produzione. Le aziende possono quindi capire nel dettaglio come e perchè generano emissioni e studiare soluzioni adatte a ridurne l'impatto. Guardiamo ora il rovescio della medaglia. Ogni “click” nel mondo digitale ha bisogno di un consumo di energia. Tanto che il “web” è spesso
definito come il quarto Paese più inquinante al mondo. Per fare in modo che l'intelligenza artificiale sia “addestrata” a dovere per essere utilizzare in rapporto ai cambiamenti climatici occorre permetterle di acquisire il maggior numero possibile di dati. Processo che richiede enormi emissioni di Co2. Uno studio condotto dall'Università del Massachusetts, antesignana nell'analisi del fenomeno, ha stimato che per mettere a punto un modello di Intelligenza artificiale serve un quantitativo tale di energia corrispondente all'emissione di 284 tonnellate di anidride carbonica, vale a dire l'equivalente di cinque volte l'impatto di un automobile in 10 anni di attività.
Non solo Co2, ma anche anche consumo idrico. È stato stimato che OpenAI, la società che ha sviluppato la tanto discussa ChatGPT, abbia utilizzato circa 700mila litri di acqua dolce per raffreddare i computer che hanno sviluppato il programma, i cosiddetti data center. Negli anni successivi il processo è stato tuttavia reso meno impattante. Appare chiaro però a questo punto che occorre un impegno collettivo per monitorare gli sviluppi del fenomeno.
Le Nazioni Unite di intesa con Microsoft hanno annunciato la creazione di un osservatorio per monitorare gli impatti dell'AI sull'ambiente. La finalità è quella di capire se, e come, i Paesi membri stanno rispettando le indicazioni per la riduzione delle emissioni e in che misura l'intelligenza artificiale sta contribuendo. Occorre considerare che probabilmente soluzioni per ridurre l'impatto dell'AI potrebbero arrivare dalla stessa intelligenza artificiale: ciò che potrebbe apparire come un'innovazione futuristica è in realtà già passato.
L'intelligenza artificiale infatti ora è diventata “generativa”. Ciò significa che è in grado di creare autonomamente, o quasi, testi, immagini e suoni e può anche rispondere a delle domande. Non resta quindi che interrogarla direttamente.
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INTERVISTA ALL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE
CIAO
Ciao! Come posso aiutarti oggi?
Voglio sapere cosa ne pensi del cambiamento climatico.
Si tratta di un problema globale significativo con potenziali impatti di vasta portata sull’ambiente, sugli ecosistemi e sulle società umane. Affrontarlo richiede cooperazione internazionale, pratiche sostenibili e consapevolezza per mitigarne gli effetti. Se hai domande specifiche o argomenti relativi al cambiamento climatico, non esitare a chiedere!
L’intelligenza artificiale come te può essere utile per affrontare i cambiamenti climatici?
Sì, l’intelligenza artificiale può svolgere
un ruolo cruciale nell’affrontare il cambiamento climatico. Le tecnologie AI possono essere impiegate in vari modi, tra cui: Modelli climatici: l’intelligenza artificiale può migliorare i modelli climatici, fornendo previsioni e simulazioni più accurate per comprendere meglio i modelli e le tendenze climatiche.
Ottimizzazione delle energie rinnovabili: gli algoritmi di intelligenza artificiale possono ottimizzare il funzionamento delle fonti di energia rinnovabile come l’eolico e il solare, migliorando l’efficienza e l’integrazione nelle reti elettriche esistenti. Cattura e sequestro del carbonio: l’intelligenza artificiale può aiutare a sviluppare e ottimizzare le tecnologie per catturare e immagazzinare le emissioni di carbonio, contribuendo a ridurre i livelli di gas serra. Reti intelligenti: l’intelligenza artificiale consente la creazione di reti intelligenti in grado di gestire in modo efficiente la
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distribuzione dell’energia, riducendo gli sprechi e supportando l’integrazione delle fonti energetiche rinnovabili. Agricoltura di precisione: le applicazioni dell’intelligenza artificiale in agricoltura possono migliorare l’efficienza, ridurre l’uso delle risorse e contribuire a pratiche sostenibili, aiutando ad adattarsi alle mutevoli condizioni climatiche.
Monitoraggio climatico: l’intelligenza artificiale può analizzare grandi quantità di dati provenienti da satelliti, sensori e altre fonti per monitorare e valutare i cambiamenti nell’ambiente, supportando il rilevamento precoce dei problemi legati al clima. Sebbene l’intelligenza artificiale abbia un grande potenziale, è importante utilizzarla in modo responsabile ed etico per garantire che le soluzioni sviluppate contribuiscano positivamente allo sviluppo sostenibile.
Pensi che il cambiamento climatico sia reversibile?
Affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici è impegnativo e alcuni cam-
biamenti sono già irreversibili. Tuttavia, gli sforzi globali concertati per ridurre le emissioni di gas serra, la transizione verso fonti energetiche rinnovabili e l’implementazione di pratiche sostenibili possono aiutare a mitigare ulteriori danni e rallentare la progressione del cambiamento climatico. Anche se un’inversione completa di tutti gli effetti potrebbe non essere possibile, le misure proattive possono fare una differenza significativa nella protezione dell’ambiente e nella promozione della resilienza. Richiede impegno e collaborazione sostenuti su scala globale.
Come può essere utilizzata l’intelligenza artificiale per affrontare la siccità?
L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per affrontare le sfide legate alla siccità in diversi modi:
Gestione dell’acqua: l’intelligenza artificiale può ottimizzare la gestione delle risorse idriche analizzando i dati provenienti da sensori, satelliti e previsioni meteorologiche. Ciò consente un’allocazione più efficiente delle risorse idriche e il
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rilevamento precoce di potenziali condizioni di siccità.
Agricoltura di precisione: le tecnologie AI possono aiutare gli agricoltori a ottimizzare le pratiche di irrigazione, garantendo che l’acqua venga utilizzata in modo efficiente sulla base di dati meteorologici e sulle condizioni del suolo in tempo reale. Ciò può contribuire a ridurre lo spreco di acqua in agricoltura.
Modellazione climatica: modelli climatici avanzati basati sull’intelligenza artificiale possono fornire previsioni più accurate sui modelli di siccità, aiutando le comunità e le autorità a prepararsi e a rispondere agli eventi di siccità.
Sistemi di monitoraggio e allerta precoce: l’intelligenza artificiale può analizzare dati provenienti da varie fonti per creare sistemi di allerta precoce per la siccità.
Allarmi tempestivi possono consentire misure proattive, come campagne di conservazione dell’acqua e pianificazione della risposta alle emergenze.
Analisi delle immagini satellitari: gli algoritmi di intelligenza artificiale possono
analizzare le immagini satellitari per valutare la salute della vegetazione, i livelli di umidità del suolo e altri indicatori di stress da siccità. Queste informazioni aiutano a monitorare le condizioni di siccità e a pianificare interventi appropriati. Conservazione dell’acqua nelle aree urbane: i sistemi basati sull’intelligenza artificiale possono aiutare a ottimizzare l’utilizzo dell’acqua nelle aree urbane identificando le perdite, promuovendo tecnologie di risparmio idrico e gestendo la distribuzione dell’acqua in modo più efficiente.
Sebbene l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento prezioso, dovrebbe essere integrata con strategie più ampie che coinvolgano cambiamenti politici, coinvolgimento della comunità e pratiche di gestione idrica sostenibile per affrontare efficacemente le sfide della siccità.
Grazie mille
Prego! Se hai altre domande o se c'è qualcos'altro con cui posso aiutarti, non esitare a chiedere.
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Le immagini a pp. 8-10 sono state generate dall'Intelligenza Artificiale.
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SU
E GIÙ PER 190 KM
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Nella suggestiva regione della Puglia, dove la storia si fonde armoniosamente con la natura, sorge un'infrastruttura unica nel suo genere che offre un'esperienza straordinaria ai ciclisti e agli amanti della natura: la Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese. Una strada percorribile a piedi o in bicicletta che attraversa la regione e che in 190 km permetterà ai cicloturisti di innamorarsi del più grande fiume della Puglia. L'infrastruttura segue infatti il percorso di un fiume invisibile, ovvero il canale principale, un'opera idraulica straordinaria che porta l'acqua a tutti i pugliesi. Questo itinerario affascinante si snoda lungo i percorsi dell'antico acquedotto, portando i visitatori in un viaggio attraverso la storia millenaria della regione e offrendo al contempo uno spettacolo mozzafiato della sua bellezza
naturale. In particolare, partendo da contrada Figazzano è possibile percorrere il primo tratto della Ciclovia dell’Acqua, itinerario realizzato sui camminamenti del Canale Principale dell’Acquedotto Pugliese, il centenario fiume nascosto che dal 1906, per risolvere i problemi tradizionali di siccità della regione, trasporta l’acqua del fiume Sele dall’Irpinia alla Puglia. Quattro le nuove tratte su cui sono iniziati i lavori che termineranno nel 2026, con un investimento di 35milioni di euro totali, di cui 28 a carico del PNRR, e che collegheranno il tratto attuale in Valle d'Itria alla Murgia gioiese, passando da quella olivata del barese, sino alla Costa Sveva e di lì verso le sorgive terre spinazzolesi. Un percorso della più ampia ciclovia che, da Caposele in provincia di Avellino a Santa Maria di Leuca nel Leccese, attraversa tre regioni, unendo le diverse comunità. “Un'occasione imperdibile per gli amanti del-
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le due ruote – ha spiegato Domenico Laforgia, presidente di Acquedotto Pugliese – che avranno così l'opportunità di poter conoscere da vicino le opere realizzate da AQP e, allo stesso tempo, meravigliarsi dinanzi a tutta la bellezza del nostro territorio. Si tratta di un'opera importante realizzata dalla Regione Puglia, mediante i fondi del PNRR; gli attuatori siamo noi, che abbiamo messo a disposizione i tratti del percorso, oggetto di esproprio e che affiancano le nostre infrastrutture idrauliche”. L'Acquedotto Pugliese, costruito tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, è un capolavoro ingegneristico che ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della regione. La sua costruzione rappresenta un punto di svolta nella storia dell'approvvigionamento idrico, consentendo l'irrigazione delle terre e migliorando la qualità di vita delle comunità locali.
La Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese permette ai ciclisti di seguire proprio le tracce di questa
epopea storica, consentendo loro di immergersi nelle tradizioni locali e di apprezzare il patrimonio culturale della Puglia.
Lungo il percorso della ciclovia, i ciclisti avranno l'opportunità di ammirare la bellezza incontaminata della campagna pugliese. I panorami mozzafiato dei campi di ulivi, dei vigneti e degli agrumeti si alternano, offrendo un'esperienza visiva unica. Ma la Ciclovia dell'Acqua è anche un santuario per la fauna locale, con numerosi uccelli e animali che popolano le aree circostanti. Questo itinerario permette quindi ai visitatori di connettersi con la natura, godendo di un ambiente tranquillo e rigenerante.
Un'alternanza di paesaggi rurali e luoghi suggestivi, in cui si rivela la forza evocativa della macchia mediterranea e dei trulli pugliesi. Finanziata da Regione Puglia e realizzata da Acquedotto Pugliese, la Ciclovia propone quindi un itinerario dedicato a passeggiate a
Paesaggi rurali e suggestivi caratterizzano la Ciclovia di Acquedotto Pugliese. Un percorso a piedi o in bici per un turismo alternativo. Nelle pagine seguenti alcuni scorci del tratto regionale.
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piedi e in bicicletta, con l'obiettivo di promuovere un turismo diverso, ecosostenibile e rispettoso della storia e dei luoghi interessati. “Un'opera infrastrutturale di grande valore perchè abbraccia più ambiti, dal turismo alla mobilità sostenibile – ha sottolineato Anita Maurodinoia, assessore ai Trasporti della Regione Puglia – Ma è anche l'occasione per valorizzare sempre di più il nostro paesaggio, tutto quel patrimonio immateriale e paesaggistico che possediamo”.
La Puglia, infatti, offre ciclovie di grande interesse, inserite nel Piano regionale della mobilità ciclistica, che sviluppa percorsi per circa 2.300 km su tutto il territorio, che si integrano con reti nazionali e internazionali.
“La dorsale che porta l'acqua in Puglia da altre regioni limitrofe è un'opera di ingegneria grandiosa. E questa ciclovia permetterà proprio a tutti di comprenderne la grandezza – ha dichiarato soddisfatto il governatore pugliese, Michele Emiliano – Rappresenterà infatti l'occasione per conoscere il nostro territorio da un nuovo punto di vista. Per citare il celebre film L'attimo fuggente, vorrei consigliare a tutti di seguire questi percorsi proprio per imparare a guardare le cose da un'altra prospettiva”. Per Emiliano, la Ciclovia di Acquedotto Pugliese consentirà sia ai Comuni attraversati, sia ai privati proprietari di vecchi casolari abbandonati di poter realizzare una serie di infrastrutture collaterali, come ad esempio centri per l'assistenza tecnica alle bici o strutture legate all'hospitality e al food. “Fondamentale tutto questo per promuovere il turismo non solo sulla costa ma anche nell'entroterra – ha proseguito Michele Emiliano - e soprattutto per destagionalizzare il turismo pugliese. Un territorio che guarda quindi ad un futuro sostenibile, a basso impatto ambientale, dove l'attività fisica diventa una vera e propria medicina per combattere le malattie a più alto rischio”.
Presto, quindi, lungo tutto il percorso i cicloturisti potranno anche trovare punti di ristoro
con specialità locali, aree pic-nic per una sosta rigenerante e punti di interesse storico e culturale che arricchiranno il viaggio; oltre alle famose “cap de firr”, le fontanine in ghisa di Acquedotto Pugliese, dove potersi rigenerare, bevendo della buona acqua.
La Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese è quindi molto più di un semplice itinerario ciclistico: è un viaggio attraverso il cuore pulsante della Puglia. Coniugando storia, natura e salute, questa ciclabile offrirà un'esperienza completa per chiunque voglia esplorare questa affascinante regione.
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TURISMO SU DUE RUOTE
ll fenomeno del cicloturismo italiano va progressivamente consolidandosi. Da un lato, le presenze dei cicloturisti “puri” – ovvero coloro per i quali pedalare è la principale motivazione di vacanza – sono più che raddoppiate dal 2019 ad oggi, passando dai quasi 4 milioni e mezzo di presenze degli hard biker a più di 9 milioni.
Dall’altro, emerge un’offerta turistica sempre più orientata verso servizi territoriali bike friendly e che guarda in particolare al target alto spendente, soprattutto internazionale. Le imprese settorialmente specializzate hanno visto crescere i propri fatturati e gli operatori turistici si dicono molto ottimisti sulle prospettive di crescita per il prossimo anno.
Un settore, quello del cicloturismo importante per la valorizzazione del nostro Paese. I dati del rapporto del 2023, Viaggiare con la bici, realizzato dall’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (Isnart) sono chiari: un impatto economico di oltre 1 miliardo di euro nel 2022 e oltre 9 milioni di presenze turistiche (più del doppio rispetto ai 4,4 milioni del 2019). Questo significa che in Italia sia in atto una “rivoluzione a pedali”: il 38% delle imprese che operano esclusivamente nel segmento d’offerta legata al cicloturismo continua a registrare una crescita dei ricavi. Tra il 2019 e il 2022 i cicloturisti che hanno scelto le regioni del Sud (Puglia e Basilicata in testa) sono passati dal 7% al 17,4%; un aumento anche per il centro Italia, dal 10,9% al 15,8%, mentre Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana da sole hanno attratto il 47% dei flussi cicloturistici del 2022.
Nel rapporto viene specificato che “non basta fare ciclovie o adeguare all’utilizzo in bicicletta nuovi itinerari su strade bianche”. Di qui il suggerimento: “Per promuovere lo sviluppo turistico di una destinazione sono necessari servizi a misura di ciclista, come la geolocalizzazione delle piste e dei punti ristoro/strutture ricettive, i portabici davanti alla struttura ricettiva, i punti informativi lungo il percorso, i bike shop convenzionati e le ciclo officine per le riparazioni e i pezzi di ricambio”.
Tra le proposte indicate dal report c’è anche lo sviluppo di nuovi percorsi ciclabili secondo un disegno che caratterizzi il prodotto italiano: “L’utilizzo cioè di piccole arterie che, complice il processo di spopolamento delle aree interne del Paese, potrebbero facilmente diventare delle ciclovie di fatto, andando a costituire il grosso di un’offerta cicloturistica originale tipicamente italiana. Con investimenti limitati (come la segnaletica, le ciclo officine e punti ricarica per le e-bike) si renderebbero rapidamente fruibili nuovi territori, contribuendo significativamente al loro sviluppo” .
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MONTE SANT'ANGELO 'BELLEZZA CAPITALE'
Monte Sant'Angelo è Capitale Cultura di Puglia 2024. È anche la città dei due siti Unesco: da una parte la grotta-santuario dell’arcangelo Michele, dall’altra una porzione della Foresta Umbra in cui domina incontrastata la natura selvaggia con le sue faggete vetuste.
© Pasquale Ciuffreda
il contagocce
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L’economia circolare è una delle tre priorità del Piano Strategico 2022-2026 di Acquedotto Pugliese e prevede investimenti per 213 milioni di euro. Oltre al riuso dell’acqua depurata in agricoltura, AQP è da anni impegnato nel ciclo dei fanghi. Grazie a sperimentazioni come la produzione di biocarburanti e progetti già avviati come la cogenerazione elettrica da biogas, inoltre, i fanghi di depurazione diventano sempre più una risorsa. Una volta in funzione, si stima che i 17 impianti svilupperanno una produzione da cogeneratore di 16,5 gigawattora (GWh) all'anno. Una rete idrica che mira a valorizzare le naturali sinergie tra i settori idrico, energetico e dei rifiuti, garantendo servizi di elevata qualità.
SFILA LA TRADIZIONE
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Un'esperienza straordinaria, un'esplosione di colori, musica, folklore e tradizioni che affascina i visitatori che arrivano da ogni parte d'Italia. E' il Carnevale di Putignano, nel Barese, che con i suoi giganti di cartapesta regala emozioni uniche a grandi e piccini. Le celebrazioni, che hanno radici profonde nella storia locale, si svolgono nel centro storico di Putignano, che per l'occasione si trasforma in un palcoscenico vivace e festoso.
La festa ha inizio con l'atteso corteo inaugurale, un tripudio di carri allegorici creati con maestria dai talentuosi artigiani locali. Questi carri, veri e propri capolavori artistici, danno vita ad uno spettacolo di creatività e impegno che coinvolge non solo i cittadini, ma anche numerosi artisti provenienti da altre parti d'Italia.
Quest'anno la manifestazione è giunta alla sua 630^ edizione; tema scelto dalla Fondazione del Carnevale di Putignano “Il viaggio nel tempo”. “Scelto proprio perchè in questi anni ne abbiamo vissuti tanti e ci sembrava giusto ripercorrere, anche attraverso i nostri carri allegorici, i momenti più salienti della nostra storia – ha spiegato Carmela Curci, presidente della Fondazione - Il carnevale, negli anni, è cambiato tanto, pensate per esempio che alcuni dei bozzetti di questa edizione sono stati realizzati con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, questo a sottolineare l'evoluzione dei tempi che viviamo”. Una tradizione che è importante tramandare alle nuove generazioni, avvicinando i più giovani a quest'arte: “Ultimamente, purtroppo è un po' difficile trovare dei ragazzi disposti a trascorrere ore e ore nelle botteghe dei maestri cartapestai, per apprendere quest'antica arte. I ragazzi oggi sono infatti molto più interessati ad altro, in partico-
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lare alla tecnologia. Noi ci stiamo adoperando però per incentivare sempre più i giovani ad avvicinarsi a questo mondo, anche con corsi di alternanza scuola-lavoro”.
Tra le novità di questa 630^ edizione, una macchina del tempo, realizzata in luminarie, un cubo megagalattico posizionato sul corso principale, per affascinare e meravigliare i visitatori.
Cosa succederebbe infatti se una persona del nostro tempo si ritrovasse sbalzata in un anno a piacere dal 1394 ad oggi? Un viaggio nel passato, possibile grazie alla farinella, pietanza tipica della tradizione contadina del luogo, che per questa edizione del carnevale diviene “Farinelite N630”. “La Fondazione Carnevale di Putignano – ha raccontato Gianluca Ignazzi, Direttore Organizzativo della manifestazione – come tema ha quindi proposto ai suoi artisti della cartapesta un viaggio nel tempo, un viaggio nel passato per esplorare gli effetti di questo composto che provoca
allegria e voglia di festeggiare”. Lo spirito del carnevale più autentico, quello che da ormai 630 anni si vive a Putignano, e il suo piatto tipico, la farinella, uno sfarinato di orzo e ceci tostati risalente alla tradizione contadina: questi i veri protagonisti del Carnevale 2024, dove ancora una volta tradizioni e gusto si incontrano e si mescolano, raccontando storie e proponendo visioni e ambientazioni diverse, nel tempo e nei costumi.
Ma tra gli elementi chiave di questa storica festa, c'è anche la musica: numerosi sono infatti i gruppi musicali locali e internazionali che hanno animato le piazze con ritmi travolgenti, invitando la gente a ballare e divertirsi. Le bande itineranti creano una colonna sonora unica che accompagna i visitatori lungo le vie del centro storico, creando un'atmosfera festosa e coinvolgente. Uno degli aspetti più suggestivi del Carnevale di Putignano è la gastronomia. Le strade infatti sono disseminate di bancarelle che offrono prelibatezze locali, da specia-
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Pennelli, tavolozze e acqua sono gli ingredienti che i maestri cartapestai utilizzano nelle loro botteghe per dare vita alle opere d'arte che sfilano a Carnevale.
lità dolciarie a piatti tradizionali; i visitatori hanno avuto così l'opportunità di gustare le delizie culinarie della regione. Le manifestazioni culturali e le rappresentazioni teatrali arricchiscono ulteriormente l'offerta del Carnevale. Spettacoli di artisti di strada, teatro comico e performance artistiche trasformano la città del Barese in un palcoscenico vivente. Gli spettatori anche quest'anno avuto avuto l'opportunità di immergersi completamente in un mondo di allegria e spensieratezza. E anche in quest'edizione della manifestazione si è in qualche modo parlato di sostenibilità, riciclo e riuso. Basti pensare che la cartapesta altro non è che la carta di giornale riciclata e riutilizzata per dare vita a vere e proprie opere d'arte, incollata con un tipo di colla naturale, creata mescolando acqua e farina. La lavorazione della cartapesta è un procedimento artistico lungo e variegato. Realizzando delle vere e proprie sculture, si parte con la creazione di una forma in argilla, quella che andrà a donare forma e dettagli al prodotto finito. Termi-
nata questa fase si passa alla realizzazione di un calco in gesso, una sorta di negativo che riproduce fedelmente la forma di argilla; una colata di gesso caldo viene versata sul modello dopodichè, una volta raffreddata, si procede staccando il calco.
A questo punto ecco entrare finalmente in scena la cartapesta.
La carta utilizzata è quella dei quotidiani, ideale per la sua leggerezza e la sua porosità. Imbevuta della colla tradizionale realizzata con acqua e farina, la carta spezzettata in striscioline spesse, viene fatta aderire al calco precedentemente rivestito di olio: quest’ultimo consentirà alla cartapesta di non attaccarsi alle pareti in gesso, favorendo un distacco più agevole quando sarà asciutta. È in questo momento che l’opera sarà modellata plasmando ad arte strati e strati di carta.
Il manufatto di cartapesta avrà, a questo punto, le stesse sembianze del modello di argilla. Si può così passare all’ultima fase, quella in cui l’ispirazione e la fantasia dei pittori illumine-
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Indietro nel tempo è il tema scelto quest'anno per il Carnevale di Putignano: evento straordinario di tradizione e modernità.
ranno di colori ad acqua un’opera già palpitante di arte propria. Tutto questo non sarebbe però possibile senza la forza della comunità: tutti i cittadini infatti collaborano mettendo da parte i quotidiani, la carta migliore per la cartapesta, mentre molti volontari accettano di sacrificare moltissimo tempo per realizzare i carri. Una manifestazione, quindi, che non è solo un'occasione di svago, ma anche un momento di forte coesione sociale. Le comunità locali infatti si uniscono per celebrare le proprie tradizioni e accogliere i visitatori con calore e ospitalità.
Il Carnevale di Putignano ha una storia lontanissima; si tratta infatti della manifestazione più lunga d’Europa, perché parte il 26 dicembre e si conclude alla vigilia della Quaresima ed è tra le più antiche e longeve del mondo. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma la manifestazione assume la sua attuale configurazione a partire dalla prima metà del XIV secolo e più precisamente a partire dal 26 dicembre 1394, giorno della traslazione delle reliquie di Santo Stefano nella Città di Putignano, momento che coincide con l’antica Festa delle Propaggini che dà appunto avvio al
Carnevale. Si narra che i Cavalieri di Malta nel portare le Reliquie da Monopoli a Putignano per metterle al riparo dagli attacchi saraceni sulla costa, abbiano incontrato lungo la strada dei contadini intenti a innestare viti (in gergo a fare propaggini) che per la grande gioia di vedere arrivare la protezione del Santo sul loro territorio, abbiano subito abbandonato i campi per accodarsi al corteo sacro e fare festa in libertà. Non solo sfilate colorate e vivaci, ma anche riti, tradizioni e simboli propri dell'identità del territorio. In questo senso, il Carnevale di Putignano è diventato, nel corso degli anni, un vero e proprio brand conosciuto e apprezzato in tutta Italia e all’estero, aprendosi contestualmente a contaminazioni e collaborazioni con altri carnevali italiani ed esteri. Putignano ha infatti avviato, assieme ad altri Carnevali storici d’Italia, l’iter per il riconoscimento della sua manifestazione a Patrimonio Immateriale dell’Unesco.
Un evento straordinario che mescola tradizione e modernità, arte e divertimento; un'esperienza indimenticabile che porta gioia e vitalità nelle strade di Putignano, catturando i cuori di chiunque vi partecipi.
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Storie di eccellenza del nostro territorio da dieci in condotta. Si chiama "No pAIn" ed è il prototipo ideato prof. Agostino Giorgio ricercatore e docente di Elettronica dei Sistemi e delle Applicazioni Digitali del Politecnico di Bari: si tratta di un dispositivo duale del braccialetto elettronico che fornisce una sorta di scudo per la vittima.
L'intelligenza artificiale riconosce con elevatissima attendibilità una situazione di pericolo e trasmette messaggi di alert con le coordinate GPS della potenziale vittima. In questo modo partono automaticamente ed immediatamente richieste di aiuto.
È una sorta di segnale di richiesta di aiuto (la mano con il pollice ritratto) in forma elettronica che viene trasmesso in forma totalmente automatica e può raggiungere chiunque ed ovunque. Il dispositivo hardware potrebbe essere messo in commercio assieme ad una serie di servizi a tutela delle donne.
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LA DOP IN TAVOLA
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Nel cuore dell'Alta Murgia, ad Altamura, si respira l'essenza della tradizione, tessuta con le mani laboriose e la dedizione in ogni impasto. Il pane è il protagonista di una narrazione che attraversa i secoli, portando con sé il profumo di un tempo antico. Si racconta che persino Orazio nelle Satire del 37 a.C., evocando i paesaggi dell'infanzia, avesse celebrato il miglior pane, descrivendolo un compagno di viaggio imprescindibile per il viaggiatore diligente. Plinio, a distanza di tempo, avrebbe usato termini simili per descrivere la stessa bontà che il pane di Altamura regala.
Risalgono agli Statuti Municipali del 1527 i primi scritti ufficiali delle attività di panificazione.
Il pane è immortalato nelle foto d’epoca, quando veniva portato a spalla dai garzoni su un’asse di legno oppure nelle ceste delle massaie dirette verso i forni pubblici, custodi di una tradizione che trova la sua forza nel territorio.
Questo pane che dura per giorni e si accompagna al pomodoro fresco e all’olio extravergine degli uliveti murgiani è stato nel tempo il principale alimento per le famiglie numerose e per coloro che lavoravano la terra e governavano le greggi. Una religione gastronomica, ma anche un alimento anti-spreco. Dopo qualche giorno, quando non era più fresco, si preparava in inverno la cialledda calda (pomodoro ciliegino, cipolla, olio extravergine di oliva, peperoncino, rape, patate) e d’estate la cialledda fredda (pomodoro ciliegino, cipolla, origano, olio extravergine, alloro, sedano, basilico, timo).
Da prodotto quotidiano a simbolo di identità e benessere, ha avuto il potere di trasformare l'economia di Altamura con 70 mila abitanti e 90 forni. Ha varcato negli anni i confini nazionali, arrivando a raggiungere 23 Paesi di tutto il mondo dall’Australia agli Stati Uniti, da Singapore alla Cina.
Mollica soffice e crosta croccante. Pane alto, accavallato (u’ skuanete), pane basso, largo, oppure con un taglio esagonale tale da confe-
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rirgli l'aspetto del tradizionale cappello di un prete (cappidd d’prevte).
Cinque sono le fasi che coprono il ciclo di preparazione: impastamento, formatura, lievitazione, modellatura e cottura nel forno a legna. Il segreto, però, risiede nel lievito madre, il cuore pulsante e l’unicum del pane altamurano. Un'irripetibilità che si manifesta attraverso l'aria, il clima, l'incidenza batterica e l'acidità. Semola rimacinata di grano duro e lievito madre, acqua e farina sono chiavi di un equilibrio impossibile da replicare altrove.
È un'esperienza sensoriale e culturale che Altamura, città dell’Uomo di Neanderthal più antico d’Italia e delle orme dei dinosauri, custodisce gelosamente.
In questo connubio di ingredienti, si rivelano le tracce di un'eccellenza legata al territorio, tanto che il marchio Dop (Denominazione di
origine protetta) ne diviene la firma. Il suo rigido disciplinare veglia su una tradizione che si tramanda da generazioni.
La semola di grano duro ricavato dalla macinazione di grani duri (varietà appulo, arcangelo, duilio, simeto) è prodotta in un territorio delimitato che comprende i Comuni di Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini, Spinazzola, Minervino Murge (almeno l’80%), mentre per la restante quota è previsto l’utilizzo di altre varietà, sempre coltivate sul territorio. L’acqua da utilizzare nell’impasto, come previsto dal disciplinare, è quella dell’Acquedotto pugliese. Ha un ruolo fondamentale, tanto che, a seguito di studi meticolosi, ne sono stati definiti i parametri.
Per celebrare i 20 anni di questo riconoscimento il Consorzio del Pane di Altamura Dop, dal 16 novembre al 16 dicembre 2023, ha allesti-
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"Pani d'Italia" è la mostra allestita al Monastero del Soccorso di Altamura per celebrare i 20 anni del riconoscimento Dop a tavola.
to, al Monastero del Soccorso, la mostra “Pani d’Italia”. Un’esperienza sensoriale attraverso gli odori delle tante e diversificate varietà di materie prime utilizzate nella produzione dei pani tradizionali, molti dei quali accomunati - come il “pane di Altamura DOP” – dall’impiego del lievito madre e dal tipo di cottura negli antichi forni a legna. Sono state esposte le forme di pane DOP, IGP, PAT e presidi Slow Food delle venti regioni d’Italia, corredate da gigantografie i cui originali provengono dagli Archivi Alinari. Un ideale viaggio dal Sud al Nord: quello “materico” rappresentato dalle forme di pane, prodotte dai mastri panificatori nei luoghi d’origine e poi il livello “narrativo”: ogni forma, infatti, è stata corredata di un bre-
ve testo evocativo della trazione dei territori e delle comunità di appartenenza. E per concludere, quello iconografico con l’installazione Nel nome del pane di Wanda Fiscina: tredici terrecotte con smalti che hanno riproposto le forme tradizionali del pane di Altamura e dei pani più diffusi sul territorio nazionale. Questa prelibatezza artigianale trova la sua casa nel Museo del Pane, all’interno di uno dei più antichi forni di Altamura (risalente al 1300 come dimostrato dai documenti di compravendita). La prima esperienza museale, legata al pane, in Puglia. Situato a breve distanza dalla maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, questo museo non è solo un tributo agli antichi fornai di Altamura, ma un
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autentico "luogo dell'anima". Non è un museo statico, ma un vivace centro culturale che si integra perfettamente nel tessuto della città. Oltre a essere un richiamo per gli amanti del pane e della storia locale, è la pietra angolare nella promozione turistica e gastronomica del territorio.
L'architettura stessa in cui è immerso questo luogo è un contenitore che amplifica l'esperienza dei visitatori. Si anima di studenti e di turisti in un'esperienza visiva e gustativa che si traduce in crepitii di forni, mani in pasta, pani di tutte le forme allineati sugli scaffali.
Qui, i cinque sensi vengono sollecitati simul-
taneamente, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nel processo di panificazione. Al termine di questa esperienza, il museo non solo offre un assaggio di prelibatezze locali, ma dona al visitatore un ritratto vivido e appassionato del territorio, dei suoi abitanti e dei sapori e delle radici culturali che lo animano.
Il pane di Altamura per cui è stato avviato l’iter per la candidatura a Patrimonio Immateriale dell’UNESCO rappresenta un’eredità gastronomica, culturale e sociale, da proteggere e da tramandare. Senza dubbio l’identità di questa comunità.
Il museo del pane di Altamura è un luogo dell'anima per conoscere le prelibatezze del nostro territorio e apprezzarne le qualità.
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