L'ACQUEDOTTO VI 2024

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AMBIENTE

Da Ecomondo ad H2O

Luci sul Natale

AMBIENTE

La ciclovia dell'acqua

Resilienti di fronte alle sfide del cambiamento, traendo dalle situazioni complesse l’energia e le risorse per poter stare meglio domani. “Resilienza”, come quella evocata dall’immagine di copertina scelta per accompagnare in modo simbolico le riflessioni di fine anno: una pianta che resiste tenacemente alle condizioni di contesto che cambiano, affrontando oggettive difficoltà senza perire, presentandosi come un potente simbolo di forza, adattamento e speranza. Valorizzare, conservare e rigenerare: è quanto possiamo fare ora noi per poter pensare al futuro che sarà, ridisegnando le priorità in una nuova agenda condivisa e partecipata. Grazie alla resilienza, le crisi e le difficoltà possono trasformarsi in opportunità di crescita e rinascita personale. È con questo spirito ed attitudine che ci si approssima alla chiusura di un anno complesso, caratterizzato da fronti turbolenti nello scenario economico, sociale e culturale, a livello globale e locale. I singoli territori hanno dovuto fare i conti con le difficoltà della crisi energetica, della pace sociale, dei cambiamenti climatici repentini e della crisi idrica correlata. Praticare la resilienza permette dunque di arricchirci, di imparare e di apprezzare cose nuove e talvolta sorprendenti, di rinascere più forti e consapevoli di sé stessi e del mondo. Lo si può fare anche partendo da idee e soluzioni che la comunità scientifica, le Istituzioni, le aziende ma anche i singoli cittadini hanno condiviso in questi mesi in importanti occasioni pubbliche di confronto, come Ecomondo a Rimini e H2O a Bari. Depurazione, riuso, approvvigionamento, dissalazione, transizione digitale e nuove tecnologie contro le perdite idriche, in un quadro di regole e prospettive da tracciare di comune accordo con l’Europa, potranno garantire efficienza idrica, riciclo e riduzione dell’inquinamento. Sono questi i temi cardine su cui lavorare nella prospettiva 2025 e in quella più ampia di medio e lungo periodo. Ed è questo lo spirito condiviso con cui si è posto “Sete: 100 idee per salvare il mondo”, un progetto realizzato da StartupItalia in collaborazione con la Regione Puglia ed il patrocinio di Acquedotto Pugliese. Una occasione preziosa che ha selezionato proposte concrete per affrontare le sfide globali legate alla gestione della risorsa idrica, promuovendo sostenibilità ed innovazione.

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Sommario

AMBIENTE - pag. 4

4 AMBIENTE

Da Ecomondo a H2O

10 AMBIENTE

Sete: 100 idee per salvare il mondo

14 AMBIENTE

La ciclovia dell'acqua

22 IL CONTAGOCCE

10 anni del Premio industria Felix

24 ARTE CULTURA BELLEZZA

Il mondo raccontato in 130 scatti

31 Sott'acqua

Relining a Gravina in Puglia

32 ARTE CULTURA BELLEZZA

Luci sul Natale

36 10 in condotta

L'arte del calzolaio

39 parole come gocce

Pianeta acqua

DA AD

DA ECOMONDO

AD H2O

Sostenibilità e innovazione: sono le due parole chiave al centro della 27edizione di Ecomondo, la fiera internazionale green di Rimini. Negli ultimi 5 anni il 78,4% delle imprese ha investito in innovazione per la sostenibilità (indagine Ecomondo-Unioncamere condotta su un campione di imprese dell'ecosistema della manifestazione). A confermarlo anche i dati nazionali presentati in occasione della 13a edizione degli Stati Generali della Green Economy: riduzione delle emissioni di CO2 di oltre il 6%; Italia all'avanguardia nell'economia circolare (3,6 euro di Pil per ogni chilo di risorsa consumata); oltre il 44% la produzione di elettricità da fonte rinnovabile sulla generazione totale; produzione biologica nazionale in crescita; ma anche sfide aperte, come il progressivo aumento del consumo di suolo e l'obiettivo di una mobilità sostenibile. Ad inaugurare la fiera il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratinche che definisce Ecomondo “un osservatorio privilegiato sull'economia nazionale. Qui c'è l'Italia vincente della

transizione ecologica, rivolta alla decarbonizzazione, all'efficienza, all'uso ragionato delle risorse naturali, all'innovazione”.

A Ecomondo, il sistema Puglia ha presentato una collaborazione e visione sinergica che riunisce Regione Puglia, Ager, Asec, AQP e Pugliapromozione con una visione di futuro sostenibile radicata nella storia del territorio. Una sinergia che trae forza dalle profonde radici pugliesi e da una tradizione di resilienza e gestione consapevole delle risorse, dimostrando come, attraverso una gestione integrata delle acque e dei rifiuti, sia possibile generare benefici concreti per il territorio e le comunità. La qualità delle acque, la tutela ambientale e il supporto al turismo verde sono così espressioni di una Puglia che valorizza il proprio passato mentre guarda alle sfide del domani. Il sistema Puglia si propone come un modello replicabile e innovativo, che dal cuore della tradizione pugliese si apre al Mediterraneo, trovando un equilibrio tra memoria storica e innovazione sostenibile. Di qui l'idea del concept che ha connotato lo stand: “A –L’origine del futuro”.

A come Acqua, l’elemento su cui tutto si fonda: un bene comune e pubblico che richiede tutela, conoscenza e una gestione sempre più coordinata, efficiente e sostenibile; adattiva nel governare il cambiamento climatico. Cambiamenti climatici al centro del “Water for the Mediterranean: quale Agenda per i prossimi anni”: entro il 2050 i Paesi del Mediterraneo allargato dovranno fare sempre più i conti con una prospettiva comune: più domanda di acqua e meno risorse idriche a disposizione a causa del cambiamento climatico. Siccità alternate a eventi estremi che mandano in tilt sistemi progettati per un altro contesto. Un impoverimento idrico che può e deve essere affrontato con maggiore cooperazione su temi come i consumi, l’efficientamento, l’interconnessione, il riuso e le fonti alternative. Di qui la sfida dell'integrazione, lanciata da Regione Puglia, Acquedotto Pugliese (AQP) e The European House – Ambrosetti. Il paper in questione, con il quale si scatta la prima fotografia unitaria dell’area, mette in luce criticità, ma soprattutto best practice da mettere

a sistema a beneficio di tutti. In particolare di Paesi come l’Italia la cui economia è fortemente condizionata dalla disponibilità idrica: il Bel Paese è primo nell’area per valore aggiunto attivato dalla filiera dell’acqua. Il report raccoglie numeri chiave, competenze strategiche e infrastrutture rilevanti nel Mediterraneo allargato, un’area da 1,3 miliardi di abitanti e 12,5 trilioni di dollari di Pil, che si estende dall’Atlantico al Golfo Persico e include 45 Paesi (di cui 22 con affaccio diretto sul mar Mediterraneo) e zone collegate, tutte densamente popolate e ricche di biodiversità, ma oggi accomunate dagli impatti del cambiamento climatico. Una filiera cruciale e tuttavia ancora troppo poco centrale nell’agenda politica.

In questo scenario la Puglia rappresenta un hub strategico, per la posizione geografica e come modello per la gestione dell’acqua in situazioni estreme: mancanza di fonti primarie e scarse precipitazioni. Queste sfide sono state storicamente affrontate con un’infrastruttura unica, eccezionalmente complessa e interconnessa, e

Lo stand di AQP, concepito come un’esperienza multisensoriale, con “A l’origine del futuro” che guida i visitatori in un percorso interattivo: immagini e suoni sui ledwall raccontano l’universo dell’acqua.

proseguono oggi con un imponente piano di investimenti mirati alla tutela dell’acqua, all’economia circolare, alla transizione energetica e alla digitalizzazione.

“La straordinaria interconnessione del sistema idrico pugliese – ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – rende la Puglia un osservatorio particolarmente efficace. Tra l’altro gli importanti investimenti di AQP, che con 127 euro pro capite superano sia la media italiana di 70 euro sia quella europea di 82, vanno sempre più nella direzione tracciata dall’Agenda per il Mediterraneo e pongono la regione come hub qualificato e strategico per lo scambio di competenze”. Alla presentazione del paper ha partecipato anche il commissario nazionale per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua: “Noi – ha commentato – diciamo sempre che ci sono Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come la Spagna e Israele, che possono essere d’esempio. Ma anche in Italia abbiamo delle eccellenze, come ad esempio il sistema Acque del Sud o come Acquedotto Pugliese, che sta dimostrando a tutto il Mediterraneo come si può gestire l’acqua, come si può risparmiare la risorsa e quali sono tutti gli effetti positivi sul Pil che

questo comporta. Gli studi comunitari ci dicono che nei prossimi anni il cambiamento climatico comporterà una perdita di Pil per tutta l’Europa. Tutti i Paesi che si infrastruttureranno per combattere la crisi idrica saranno quelli che avranno meno perdita di Pil. Ci sono ovviamente tante criticità in Italia e laddove c’è il sistema idrico integrato che funziona, riusciamo a combatterle”.

Acquedotto Pugliese è da tempo impegnato nel know-how transfer e nella cooperazione sia con l’attività della AQP Water Academy International sia come componente dell’Institut Méditerranée de l'Eau (IME) e del World Water Council, di cui è l’unico rappresentante italiano. L’azienda ha inoltre aderito al Global Compact delle Nazioni Unite. “L’interconnessione, non solo infrastrutturale ma anche delle competenze, è la nostra cifra ed è per noi una priorità. – ha sottolineato il presidente di AQP, Domenico Laforgia – Questo ci consente, anche in una congiuntura di crisi idrica come quella che stiamo vivendo, di sviluppare una resilienza impraticabile per chi opera su scala più piccola. È importante che tutti accelerino sulla strada di una maggiore integrazione”. A Ecomondo spazio anche alle città resilien-

ti: AQP ha assegnato il “Water for life AQP Award” (riconoscimento internazionale dedicato alla sostenibilità giunto alla terza edizione) alla città di Copenaghen. Da un punto di vista della gestione dell’acqua, la capitale danese si presenta come un case study per le pratiche di raccolta dell’acqua piovana – anche in condizioni di precipitazioni estreme – e il suo successivo utilizzo per scopi civili, ad esempio l'irrigazione, lo scarico dei servizi igienici e la pulizia delle strade. Le attività hanno incluso la costruzione di infrastrutture verdi, quali tunnel sotterranei di accumulo, così come lo sviluppo e riprogettazione di parchi e aree naturali adatti per poter fungere da bacini idrici. Questi interventi sono stati combinati con la progettazione e uso dei tetti verdi dove la vegetazione ha il compito di assorbire l’acqua. “Copenaghen – ha commentato l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia, Serena Triggiani, presente a Ecomondo – dimostra come le città possano diventare più resilienti attraverso l'innovazione, la sostenibilità e il coinvolgimento della comunità. Quello che anima entrambe le nostre realtà è una chiara, condivisa e diffusa consapevolezza dei rischi climatici e degli impatti che ci hanno spinto a creare un modello di resilienza per la gestione dell’acqua, valido esempio anche per altri contesti operativi. Sebbene i contesti climatici e geografici siano diversi, i principi fondamentali della resilienza urbana e della gestione sostenibile dell'acqua possono essere adattati reciprocamente. La Puglia, con il suo impegno nella gestione sostenibile dell'acqua, rappresenta un esempio di come queste strategie possano essere adattate e applicate in altri contesti”.

Ecomondo 2024 ha confermato il suo ruolo centrale nell’evoluzione della green economy italiana. Con la partecipazione di aziende, istituzioni e associazioni, la fiera ha offerto un importante punto di confronto sulle soluzioni per affrontare le sfide ambientali ed economiche del futuro. La transizione ecologica, infatti, non è solo un obiettivo, ma una realtà in continua evoluzione, dove innovazione e sostenibilità vanno di pari passo.

Sete: 100 idee per salvare il mondo

La gestione sostenibile delle risorse idriche è una delle sfide globali più urgenti: nonostante l’acqua copra circa il 70% della superficie terrestre, solo meno del 3% di questa è potenzialmente potabile, e solo una frazione della stessa è accessibile all'uomo. L'Italia è al terzo posto in Europa nella classifica dei Paesi che consumano più acqua, preceduta solamente da Grecia e Irlanda. Per questo motivo, StartupItalia in collaborazione con Regione Puglia, Acquedotto Pugliese (AQP) e l’Ufficio italiano per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO ITPO Italy) ha lanciato “SETE: 100 idee per salvare il mondo”, una Call4ideas rivolta a innovatori di tutto il mondo. La Call4ideas e Call4startup di SETE riguarda 4 categorie di progetti, con particolare riferimento alle diverse destinazioni d’uso del sistema idrico: domestico, energetico, industriale/agricolo, tecnologico/digitale. Dieci start up sono state le protagoniste a Bari in occasione di Accadueo – la manifestazione internazionale dedicata alla filiera idrica – al Centro Congressi Fiera del Levante. Vincitrice della prima edizione è stata Blue Eco Line,

startup toscana con sede a Firenze:si è distinta per le sue soluzioni tecnologiche volte a contrastare l’inquinamento da plastica nei fiumi. Grazie ai suoi due sistemi innovativi, “River Eye” e “River Cleaner”, affronta il problema con un approccio integrato, utilizzando l’Intelligenza artificiale per monitorare e censire i rifiuti plastici, e un sistema automatizzato per intercettare i rifiuti flottanti, trasportandoli al livello stradale per un recupero efficiente. “Il livello di questa call4ideas è stato altissimo, con startup molto interessanti e fortemente verticalizzate sul tema dell’acqua in diverse declinazioni – ha commentato Lorenzo Lubrano Lavadera, CEO di Blue Eco Line-. È stata un’esperienza stimolante, ricca di idee esportabili in molti contesti caratterizzati da problematiche di scarsità idrica. Anche grazie a questo premio, consolideremo la struttura della nostra startup e avvieremo un primo round di finanziamento significativo, che ci consentirà di scalare con nuove soluzioni”. Progetti innovativi che evidenziano le buone pratiche sulla gestione dell'acqua. È il caso di PlanetFarms col suo vertical farming, che consente una riduzione del 95% del consumo

idrico. PipeIn che si occupa della manutenzione predittiva delle condotte di acquedotto e oleodotti, riducendo gli sprechi e il rischio di rottura e aumentando la vita media delle condutture. E ancora Genius Watter, una soluzione per desalinizzare tramite osmosi inversa, purificare e distribuire acqua pulita da fonti di acqua salina, salmastra e contaminata, ovunque sia necessario. Al centro quindi le buone pratiche che vedono il Mezzogiorno d’Italia, e in particolare, la Regione Puglia e l’Acquedotto

Pugliese rappresentare, grazie al loro impegno negli anni, dei veri e propri hub per l’innovazione sostenibile. L’Acquedotto Pugliese, in particolare, ha guidato la trasformazione della gestione idrica nella regione. Grazie all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione delle reti, AQP ha ridotto di 80 milioni di metri cubi il prelievo di acqua dall’ambiente, mantenendo inalterato il servizio. Inoltre, il 99,9% delle acque reflue viene sottoposto a depurazione avanzata, con l’obiettivo di raggiungere il 100%

È la startup toscana, di Firenze, BlueEcoLine la vincitrice del progetto "SETE: 100 idee per salvare il mondo". Un progetto innovativo con un robot che ripulisce i fiumi.

del riuso agricolo entro il 2028. “Il mondo lo si può salvare solo cambiandolo, e ci possiamo riuscire mettendo a sistema tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, nella salvaguardia delle reti idriche. – ha commentato Francesca Portincasa, Direttrice Generale di Acquedotto Pugliese – Servono testa, cuore e idee brillanti per cambiare il mondo e grazie al progetto SETE si è realizzata una call4ideas importante e sorprendente con ben 65 startup che si sono concentrate sul problema della crisi idrica e sulla crisi climatica”.

“Quando si parla di salvaguardia di risorse idriche non si tratta solo di acqua, ma più in generale di un modello di sviluppo che va ripensato, attraverso le qualità e le idee che nascono in questo territorio. – commenta Gianna Elisa Berlingerio, Direttrice del Dipartimento Sviluppo Economico Regione Puglia – Avere raccolto in prima istanza 86 progetti su un tema verticale come l’acqua è straordinario. SETE si inserisce nel progetto #mareAsinistra per la valorizzazione dei talenti mettendoli nelle condizioni di lavorare in Puglia; la nostra Regione ha messo a disposizione delle startup e delle PMI, 80 milioni di euro e altri 90 milioni sono pronti da assegnare, affinché si possa

rafforzare il nostro ecosistema regionale”. “Il problema dell’acqua è globale e riguarda tutti. – commenta Dino Fortunato, Chief Technical Advisor UNIDO ITPO Italy – Grazie a SETE vogliamo partire dai territori per individuare soluzioni esportabili in tutto il mondo, specialmente in Paesi in via di sviluppo”.

SIAMO IN RISERVA. OGNI GOCCIA CONTA

“Siamo in riserva” è la campagna di comunicazione che Acquedotto Pugliese e Regione Puglia hanno lanciato con l'obiettivo di ridurre gli sprechi. L'emergenza idrica che sta colpendo la Puglia a causa della scarsità di precipitazioni, sta mettendo a dura prova le risorse disponibili. Il visual della campagna trasmette un messaggio chiaro e diretto: un tachimetro con la lancetta che segna la zona di "riserva". Un simbolo forte, che richiama l'urgente necessità di evitare sprechi e consumi eccessivi.

LA CICLOVIA DELL'ACQUA

Se c’è un modo ideale per attraversare la Puglia e scoprirne le bellezze tra cultura, natura ed enogastronomia è farlo in bicicletta a ritmo lento, quando la natura si tinge di colori vivaci, i paesaggi si trasformano e regalano sensazioni uniche. Ed è proprio unica quella che si prova arrivando a Pineta Ulmo, vivendo pienamente le peculiarità di un territorio incontaminato dove l'unico suono è il canto degli uccelli o lo sgorgare dell'acqua. Un paesaggio punteggiato di ulivi secolari e delle classiche abitazioni a trullo. Qui è stato inaugurato un segmento della Ciclovia dell'Acquedotto, lungo otto chilometri: unisce Pineta Ulmo, nel territorio di Ceglie Messapica, a Monte Fellone, nel comune di Martina Franca.

Per i lavori, durati circa un anno, sono stati investiti 1,6 mln di euro, così come previsto dal programma 2018-2024 degli interventi della Regione Puglia.

“Con la Ciclovia dell’Acquedotto, l’Acquedotto Pugliese e la Regione Puglia stanno offren-

do al territorio un’infrastruttura prestigiosa e straordinaria. – dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – Questo intervento, non solo consentirà di guardare da vicino le opere di ingegneria dell’Acquedotto Pugliese, il più grande d’Europa, ma permetterà di valorizzare il patrimonio storico, artistico e agricolo e darà un impulso a forme di turismo e tempo libero basate sulla sostenibilità: dalla mobilità sostenibile al vivere sostenibile, immersi nella natura alla scoperta di luoghi e tradizioni anche eno-gastronomiche, proprie della nostra regione. Lungo il percorso infatti potranno nascere numerose attività collaterali per una crescita economica del territorio e una sempre maggiore promozione”. Soddisfazione è stata espressa anche dall'assessore regionale alla Mobilità Sostenibile Debora Ciliento: “L’intervento completa la realizzazione di un primo tratto di 22 km, finanziato con risorse regionali direttamente collegato al percorso di 166 km, in corso di realizzazione, finanziato con le risorse del PNRR e che sarà ultimato entro il 30 giugno 2026”.

L'assessore aggiunge: “Possiamo già dare la buona notizia che l’ulteriore tratto di 10 km fino a Grottaglie è stato completato e collaudato. Infine, è in fase di progettazione il tratto Sud della Ciclovia della lunghezza di 157 km, da Grottaglie a Santa Maria di Leuca. Questo significa che i cicloturisti potranno pedalare lungo la ciclovia, alla scoperta di un patrimonio naturale, paesaggistico e di archeologia industriale che caratterizza Puglia, Basilicata e Campania, le tre regioni connesse da quest’opera”.

A testare il percorso, in sella ad una mountain bike il presidente di Acquedotto Pugliese Domenico Laforgia: “Con il tratto inaugurato prende ulteriormente forma il progetto della Ciclovia di Acquedotto Pugliese, che nella sua interezza si estenderà da Caposele sino a Santa Maria di Leuca, per una lunghezza di quasi 500 chilometri. Un’opera realizzata da Acquedotto Pugliese grazie alle risorse messe a disposizione da Regione Puglia ed Unione Europea, e alla collaborazione delle amministrazioni comunali e provinciali interessate dal tracciato della ciclovia. Un percorso nel segno dello sviluppo sostenibile, leva strategica di tutta la progettualità e l’operatività messa in campo da

Acquedotto Pugliese”.

Un itinerario su sentieri delimitati dai caratteristici muretti a secco, fra trulli, paesaggi rurali, uliveti che sembrano non finire mai, luoghi suggestivi circondati dalla macchia mediterranea. L’obiettivo è quello di promuovere un turismo sostenibile ed una mobilità dolce rispettosi della storia di questo territorio. Si tratta di un “itinerario narrativo” unico nel suo genere che mette in collegamento luoghi affascinanti ma ancora poco conosciuti del tacco d’Italia. La ciclovia di AQP è il secondo percorso ciclabile europeo su acquedotto ed è parte integrante dell'Itinerario Ciclabile Nazionale n. 11 (Ciclovia degli Appennini) della rete Bicitalia. La ciclovia, inoltre, si inserisce a pieno titolo nel Piano regionale della mobilità ciclistica che, in coerenza con quanto previsto dal Piano strategico di sviluppo del turismo in Italia, mira a realizzare una rete ciclabile regionale continua ed uniformemente diffusa sul territorio, definendo itinerari di lunga percorrenza che valorizzino quelli già consolidati o programmati e privilegino le strade a basso traffico. "Il nuovo tratto contribuirà a promuovere ulteriormente il territorio ed il cicloturismo, con

Inaugurati gli otto chilometri della ciclovia lungo il canale principale dell'acquedotto, che unisce Pineta Ulmo a Ceglie Messapica con Monte Fellone a Martina Franca.

l'obiettivo di dare nuova linfa ad un turismo diverso, ecosostenibile e rispettoso della storia e dei luoghi interessati. La mobilità sostenibile, in questi ultimi anni, si è rivelata un punto di forza di questo territorio e della Regione Puglia. Il nuovo percorso qualificherà sempre più l'offerta di un'opera strategica che ci collega con i più importanti itinerari nazionali", ha osservato il sindaco di Ceglie Messapica, Angelo Palmisano. Dello stesso avviso il sindaco di Martina Franca Gianfranco Palmisano: “Si tratta – ha spiegato – di un intervento importante sulla ciclovia di Acquedotto Pugliese, punto di riferimento per escursionisti e appassionati delle due ruote e infrastruttura strategica per incentivare il turismo lento e sostenibile sul quale puntiamo anche noi come amministrazione comunale. Le ciclovie contribuiscono alla scoperta e alla valorizzazione del territorio. Il nuovo tratto, che attraversa una delle zone più suggestive delle campagne di Martina e della Puglia, consentirà di scoprire anche questa meravigliosa area della Valle d’Itria e di apprezzarne la bellezza paesaggistica”. Per il primo cittadino di Villa Castelli Giovan-

ni Barletta “l’opera inaugurata rappresenta un tassello importante di quella positiva progettualità messa in campo dalla Regione Puglia, rivolta a sviluppare la mobilità lenta e a valorizzare ulteriormente il paesaggio pugliese. Paesaggio che in questo territorio appare come uno dei più belli e vari di tutta la regione, che potrà beneficiare di ulteriori flussi turistici, con tutto l’indotto economico che ne deriva”. Storia e natura in un connubio eccezionale: il tracciato segue il canale principale di Acquedotto Pugliese e dispone di 4 aree di sosta attrezzate, di cui 2 con fontanelle (Pineta Ulmo e Ponte Cavaliere), per offrire momenti di ristoro e relax a contatto con la natura. C'è di più: la pista, costruita in misto stabilizzato o cementato, è delimitata da staccionate in legno di castagno e caratterizzata dalla presenza di ponti canale storici, esempi straordinari di ingegneria idraulica dei primi del Novecento, che offrono panorami incantevoli sulla Valle d'Itria. Il progetto della ciclovia abbraccia l’idea di sviluppo sostenibile su cui si basa tutta l’attività di Acquedotto Pugliese, come testimonia il Piano Strategico al 2026.

SGUARDI DAL PERTUSILLO

Non è naturale ma il fascino non gli manca quando l’acqua è al giusto livello: parliamo del lago di Pietra del Pertusillo, costruito tra il 1957 e il 1962 nel territorio dei comuni di Grumento Nova, Montemurro e Spinoso a sbarramento del fiume Agri. © Giuseppe Panaino

il contagocce

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Solidità e investimenti: per questo Acquedotto Pugliese (AQP)

è stato insignito del premio nazionale “Industria Felix - L’Italia che compete” per la categoria Società partecipate a maggioranza pubblica. Il riconoscimento – il decimo ricevuto dal Gruppo – è stato ritirato a Milano dal Chief Financial Officer (CFO) di AQP, Antonio Braccio. “Questo premio – ha dichiarato Braccio – rappresenta un'importante conferma del valore del nostro modello industriale e del lavoro instancabile di tutto il team di AQP per garantire servizi sempre più efficienti ai cittadini pugliesi. Essendo un’azienda pubblica, operiamo con criteri aziendali che puntano a massimizzare l'efficienza e l’efficacia, ottenendo un impatto positivo non solo sulla gestione dell’acqua, ma anche sullo sviluppo economico e sull’occupazione, grazie a investimenti infrastrutturali costanti”.

IL MONDO RACCONTATO IN 130 SCATTI

Sono vite, storie ed emozioni quelle cristallizzate negli scatti della “World Press Photo Exhibition” 2024. Per l’undicesimo anno consecutivo la mostra è tornata a Bari, all'interno del Teatro Margherita dall’11 ottobre al 31 dicembre, organizzata da Cime, realtà pugliese tra i maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam e promossa dalla Regione Puglia e da Puglia Culture in collaborazione con il Comune di Bari e con la partnership dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e del Conservatorio “Nicolò Piccinni”. Storie di donne e di uomini, di guerre, di migrazioni, di grandi temi che riguardano il pianeta ad ogni latitudine e longitudine: dalla povertà ai disordini politici, dalla crisi climatica ai diritti civili e sociali. Sono 130 gli scatti vincitori di questa 67° edizione del contest World Press Photo, la cui esposizione è curata

quest’anno dalla messicana Martha Echevarria: immagini selezionate tra 61.062 fotografie candidate e scattate da ben 3.851 fotografi provenienti da 130 paesi del mondo. Si tratta di lavori di fotogiornalismo e fotografia documentaristica firmati da fotografi professionisti delle maggiori testate internazionali, da Reuters al New York Times da The Washington Post a National Geographic a BBC, da CNN al Times, da Le Monde a El Pais. Fotografie che rappresentano, ancora una volta, un’autentica finestra sul mondo e permettono di compiere un viaggio critico tra gli eventi che hanno caratterizzato il 2023 e di orientarsi tra i temi più caldi che lo hanno animato.

In particolare, si tratta di scatti che offrono un racconto globale attraverso una divisione geografica del concorso che permette di offrire un ampio sguardo su tutte le regioni del pianeta: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-est asiatico e Oceania.

Per ciascuna delle sei aree geografiche di riferimento, una giuria ha decretato i vincitori regionali per le quattro categorie di concorso: Foto singola, Storie, Progetti a lungo termine e Open Format. Quest’ultima categoria, introdotta dall’edizione 2022, comprende opere realizzate attraverso tecniche miste, ad esempio immagini ad esposizione multipla, applicazioni e ricami, collage fotografici e video. È stata poi competenza di una giuria globale composta dai presidenti delle sei giurie regionali, la selezione, tra i 24 vincitori locali, delle quattro opere vincitrici a livello internazionale, tra cui l’attesissima World Press Photo of the Year. Un lavoro di studio e di scelta che ha reso necessarie settimane di confronto, da cui sono scaturite quest’anno anche sei menzioni d’onore e due menzioni speciali della giuria nei con-

fronti di scatti che documentano la guerra tra Israele e Hamas. Nel raccogliere queste storie, la giuria ha voluto promuovere e incoraggiare una maggiore comprensione e consapevolezza degli eventi attuali e allo stesso tempo ricordare l’importanza della libertà di stampa in tutto il mondo. A presiedere la giuria globale quest’anno è stata Fiona Shields, a capo del dipartimento di fotografia del giornale britannico The Guardian.

“Le immagini scelte sono state realizzate con rispetto, coraggio e profondità, spesso in circostanze inimmaginabili – ha detto Shields –Hanno una risonanza universale, che va oltre i paesi d’origine”. A vincere il World Press Photo of the Year è stato il palestinese Mohammed Salem con una fotografia scattata per Reuters il 17 ottobre del 2023 nell’obitorio dell’ospedale

Sopra: Johanna Maria Fritz, panoramica di un'area allagata di Cherson, Ucraina, 2023. A sinistra: Arie Basuki, inquinamento nel fiume Cileungsi, Indonesia, 2023.

A pp. 23-24: Jaime Rojo, Biosfera delle farfalle monarca, Messico, 2023. © World Press Photo Foundation

Nasser: lo scatto immortala il drammatico momento in cui una donna palestinese di 36 anni, Inas Abu Maamar, stringe il corpo di sua nipote Saly, di soli 5 anni, rimasta uccisa insieme ad altri quattro membri della sua famiglia durante un attacco missilistico israeliano che ha colpito la sua casa a Khan Younis, Gaza. Lo stesso autore ha descritto questa foto come un "momento forte e triste che riassume il significato più ampio di quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza". Di questa opera la giuria ha sottolineato come l'immagine sia stata composta con cura e rispetto, offrendo allo stesso tempo uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile.

Il premio World Press Photo Story of the Year è stato assegnato alla fotografa sudafricana

Lee-Ann Olwage di Geo per il progetto Valim-babena ambientato in Madagascar. Gli scatti documentano la vita del novantunenne Paul Rakotozandriny, “Dada Paul” affetto da demenza da 11 anni e assistito da sua figlia Fara Rafaraniriana, di 41 anni. In Madagascar, l’assenza di cultura e sensibilizzazione riguardo al

tema della demenza e del disturbo mentale in genere fa sì che le persone che mostrano sintomi di perdita di memoria siano spesso stigmatizzate: in questo contesto, la storia di Fara e Dada Paul ben rappresenta il principio del valim-babena: il dovere dei figli adulti di aiutare i propri genitori. Un dovere che, in malgascio, è considerato vera e propria espressione d'amore, la restituzione di un debito morale per la cura che i genitori dedicano alla crescita dei figli. Del premio World Press Photo Long-Term Project è stato insignito il fotografo venezuelano Alejandro Cegarra con il lavoro dal titolo I due muri realizzato per New York Times/Bloomberg. A partire dal 2019, il Messico si è trasformato da Paese di accoglienza per migranti e richiedenti asilo a un Paese che applica rigide politiche di immigrazione molto simili a quelle degli Stati Uniti. L'immigrazione e le politiche estere adottate dalle diverse amministrazioni statunitensi, i protocolli COVID-19 e i tumulti politici ed economici nel Centro e Sud America concorrono alla crisi in atto ai confini del Messico. Questi elementi espongono le fami-

Sopra: Lalo de Almeida, un pescatore attraversa il letto asciutto di un ramo del Rio delle Amazzoni, Brasile, 2023. A sinistra: Eddie Jim, un anziano sta con suo nipote nel punto in cui ricorda che c'era la costa, Fiji, 2023. A p.2: Sandra Mehl, una foresta di querce nel sud della Louisiana, 2016. © World Press Photo Foundation

glie di migranti nelle città di confine a violenza, a corruzione e condizioni precarie. Forte della propria esperienza di migrazione dal Venezuela al Messico nel 2017, il fotografo Alejandro Cegarra ha avviato questo progetto nel 2018 per documentare la situazione di queste comunità di migranti profondamente vulnerabili e mettere in luce, con rispetto e sensibilità, la loro resilienza. In particolare, il reportage si focalizza sull’esperienza dei migranti che cercano di raggiungere gli Stati Uniti a bordo del treno chiamato “la bestia”.

Il premio World Press Photo Open Format è stato infine assegnato alla fotografa ucraina Julia Kochetova che ha realizzato un’opera dal titolo “La guerra è intima”, nella quale intreccia le immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica. L’autrice ha realizzato un sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile documentaristico di un diario personale per mostrare al mondo l'esperienza di vivere con la guerra come realtà quotidiana. L’edizione 2024 della World Press Photo Exhibition Bari è impreziosita da una specifica area allestita all’in-

terno dello spazio espositivo interamente dedicata al tema quanto mai attuale della libertà di stampa, realizzata grazie ai dati e alle testimonianze che giungono dalle fonti dell’organizzazione non governativa e no-profit Reporter Senza Frontiere (RSF). All’interno, è possibile trovare un memoriale dedicato ai fotografi caduti, nel mondo, durante l’esercizio della propria attività di reporter dal 1992 ad oggi. E ancora, novità di questa edizione barese della mostra World Press Photo Exhibition è la presenza, all’interno dello spazio espositivo, di una parete interattiva dedicata ai sogni e ai desideri dei visitatori: sotto la grande scritta “Immagina un mondo migliore” grandi e piccini possono offrire il proprio contributo sotto forma di frasi, pensieri, visioni, illustrazioni. Un modo per integrare le emozioni e il vissuto di ciascun visitatore con il messaggio che ciascuna foto in mostra consegna agli occhi di chi la osserva e per riflettere, collettivamente e a partire dagli spunti offerti dai 130 scatti, sul mondo attuale e sulle visioni, positive, di un futuro più roseo.

TT ACQUA

RELINING A GRAVINA IN PUGLIA

Sono stati necessari solo 3 piccoli scavi e appena 18 giorni di lavori, con tempi ridotti del 70% e soprattutto zero disagi per i cittadini. Obiettivo: assicurare un servizio idrico efficiente e affidabile a Gravina in Puglia: grazie all’innovativa tecnica del relining, Acquedotto Pugliese (AQP) ha dato nuova vita alla condotta suburbana che alimenta d’acqua potabile l’abitato della città. L’intervento è stato eseguito con una particolare tecnica di risanamento strutturale non invasiva che ha visto l’inserimento di una nuova condotta in materiale plastico e modellabile, una sorta di “calza” di rivestimento, all’interno della vecchia tubazione in acciaio da 50 centimetri di diametro. L’applicazione del relining ha evitato uno scavo profondo circa 4 metri e lungo 350 metri. Per tutta la durata dell’intervento, Acquedotto Pugliese ha garantito l’alimentazione idrica della città grazie a un bypass realizzato ad hoc. L’investimento

“Ringrazio vivamente AQP – commenta il sindaco di Gravina in Puglia, Fedele Lagreca – per aver adottato l’innovativa tecnica di lavoro, che ricorrendo a mezzi più moderni ed efficienti, non solo ha comportato un risparmio di tempi e di costi, realizzando anche un risultato più apprezzabile e duraturo per una rete idrica che, come ben sappiamo, necessita spesso di manutenzione, ma ha anche evitato i comprensibili disagi che metodologie più tradizionali potevano creare fra i cittadini di Gravina”.

“Questo intervento – sottolinea l’ing. Valeria Caporaletti, responsabile dell’Area

Esercizio Territoriale Bari di AQP – ha un valore aggiunto su più fronti. Da un lato garantisce un servizio idrico più efficiente e affidabile, dall’altro risponde a un’esigenza fondamentale di tutela ambientale, contribuendo alla salvaguardia di una

La condotta suburbana, fondamentale per l’alimentazione dell’abitato, collega direttamente il serbatoio di Gravina con lo snodo della rete di distribuzione urbana. Negli ultimi anni la tubazione ha avuto bisogno di diversi interventi di riparazione, per cui si è deciso di intervenire in modo risolutivo. Le operazioni preparatorie del relining sono state complesse e hanno visto l’impiego di tecnologie avanzate e personale altamente qualificato. Un robot per la videoispezione ha permesso di esaminare l’interno della vecchia condotta e un macchinario ad alta tecnologia ha rimosso gli ostacoli che avrebbero potuto compromettere l’inserimento della “calza”. È stato necessario sostituire con tecniche tradizionali solo un piccolo tratto della vecchia tubazione caratterizzato da un percorso non lineare che impediva l’operazione. Si è quindi proceduto con l’introduzione del rivestimento all’interno della vecchia condotta in acciaio, che ora funge esclusivamente da copertura della “calza”, garantendole ulteriore protezione.

LUCI SUL NATALE

Una lunga e festosa sequela di oggetti luminosi (ben 350) che si snodano lungo un percorso che va da piazza Matteotti al cuore del centro storico. Una storia che ci porta indietro nel tempo con uno sguardo al futuro. Siamo a Ruvo di Puglia in provincia di Bari dove la magia si ripete, come ogni dicembre da otto anni a oggi. Non solo la magia della luce, ma anche quella del grande lavoro di tutti coloro che a ogni anno contribuiscono a realizzare le suoni e le luci d'artista che colorano la città per le feste di Natale. Un'esperienza unica, premiata anche a livello internazionale, capace di unire le generazioni e di dare vita a un vero e proprio welfare culturale. Un percorso che non solo illumina e riscalda la città, ma parla delle politiche pubbliche che la animano e che valorizzano la di-

mensione collettiva dello spazio pubblico, delle relazioni umane e dei beni comuni: con lo sguardo all'insù si possono ammirare la giostra dei cavalli a dondolo, i funamboli, il grande albero di fiori, la riproduzione del rosone della Cattedrale, le creature fantastiche. Il visitatore rimane incantato dalle astronavi ispirate alle macchine di Leonardo Da Vinci, i caleidoscopi, i cavalli giganti, le carpe volanti, gli uccelli luminosi, le farfalle colorate, gli acchiappasogni, le girandole luminose.

Non solo: gli occhi che evocano le poesie di Gianni Rodari, gli strumenti musicali che citano il tratto di Picasso, le parole favolose di Giacomo Leopardi, Danilo Dolci, Vittorio Arrigoni, Bruno Munari, Italo Calvino, i 35 alberi che poi saranno messi a dimora in aree verdi urbane. Ogni pezzo al suo posto, pronto ad incantare. L'ampio itinerario che parte da piazza Matteotti e si snoda attraverso il nucleo antico lungo

La magia del Natale in alcuni luoghi caratteristici della Puglia: a Ruvo con "Luci e suoni d'artista" e a Laterza con l'albero interamente realizzato a uncinetto.

le vie De Gasperi, Veneto, Modesti, Schiavi, Cattedrale per affacciarsi su alcuni dei principali corsi cittadini, come corso Carafa e Cavour e arrivare in piazza Bovio anche davanti al Museo Jatta, in piazza Menotti Garibaldi e piazza Dante, racconta una storia condivisa fatta di mani operose, idee coraggiose, occhi attenti, sguardi sorpresi e visioni audaci che in questi anni hanno portato la città al centro dell’attenzione internazionale per la sua originalità e per i tanti messaggi e valori che le opere e le loro storie raccontano. I tradizionali alberi natalizi sono allestiti davanti alla Scuola Bosco in corso A. Jatta, alla Scuola Bovio in largo Di Vagno, su Corso Cotugno, su Corso Giovanni Jatta e davanti alla RSA Maria Maddalena Spada. Un progetto attento alla sostenibilità. Oltre a lavorare sul recupero delle opere e sull'utilizzo di materiali ecosostenibili, anche quest'anno alla città resteranno in eredità altri alberi che fino a gennaio faranno parte del percorso luminoso in piazza Matteotti, per poi essere messi a dimora definitivamente in spazi pubblici cittadini. Insieme a quelli delle ultime due edizioni, raggiunge il centinaio il numero di nuovi alberi in città frutto di questo progetto: un intervento in grado di assorbire la pur minima quantità di Co2 prodotta dalle luci. Riportare la natura al centro degli spazi urbani e della vita collettiva, promuovere la conoscenza del mistero che ancora accompagna certi aspetti della vita delle piante e condividere la bellezza delle forme e dei colori che queste ci regalano ogni giorno. Il Sindaco Pasquale Chieco, ha sottolineato come le Luci d'Artista ruvesi siano ben diverse da quelle di altri paesi, anche più note, perché qui le installazioni sono realizzate a mano da comuni cittadini attraverso laboratori creativi e pensate appositamente per la città. Questo dettaglio le rende uniche e ancora più preziose, rappresentando al meglio il senso di comunità e partecipazione che caratterizza Ruvo di Puglia. Il Natale di luci e suoni di Ruvo non è l'unico suggestivo. Basta spostarsi a Laterza in provincia di Taranto per ammirare l'albero sostenibile:12 metri di altezza per un diametro di quasi

4 metri e mezzo, circa 800 kg di cotone. Ha il suo posto d'onore in piazza. Le trenta dell’associazione “Il punto a giorno” hanno fatto un piccolo capolavoro che poi non è neanche tanto piccolo lavorando da febbraio scorso, estate compresa. Sostenibilità al primo posto. Sostenibile è anche l'albero di una piccola frazione salentina, Uggiano. Decorato con ornamenti artigianali realizzati a mano, l’albero rappresenta un risultato concreto del laboratorio di manufatti natalizi promosso nell’ambito di “Articolo 118”. Le decorazioni che rappresentano i colori della bandiera della pace, incarnano i principi fondamentali del progetto “Articolo 118”, ispirato all'articolo della Costituzione italiana, che incentiva la libera iniziativa della società civile per il bene comune. L’albero è illuminato esclusivamente con luci Led a risparmio energetico, dimostrando come bellezza e sostenibilità possano andare di pari passo.

Una tradizione lungo due generazioni. Prima il bisnonno, oggi lui. È la storia di Piero Schettini che recentemente ha vinto il bando “Bari artigiana” e presto, nel borgo antico, aprirà la sua nuova bottega. Attualmente Piero lavora a Noicattaro. Il paese, della provincia di Bari in cui suo nonno ha condotto la sua attività artigianale. “Nel corso degli anni – ha spiegato Schettini – ho cercato di riagganciare tutti i fili delle competenze che servono per svolgere questo mestiere. Ho svolto numerosi corsi, in particolare ho frequentato un centro di ricerca per la calzatura in cui ho acquisito la qualifica di stilista modellista".

Il suo è un racconto appassionato: “Realizzo calzature come gli artigiani di un tempo. – sottolinea Piero Schettini – Con l'avvento dell'industrializzazione la figura del maestro di bottega ha assunto nuove forme, la mia ricerca si è quindi allargata oltre i confini della tradizione familiare. Sto tuttora ripercorrendo i passi degli artigiani che hanno portato lustro al made in Italy".

CONDO TTA in

Parole come gocce

I RICORDI DELL'ACQUA

AUTORE: Elif Shafak

EDITORE: Rizzoli

PAGINE: 544 pagine

EURO: 20,00

Un legame indissolubile. Quello che lega l'uomo all'acqua, alla molecola H2O. È racchiuso in questo rapporto la trama di “I ricordi dell'acqua” (di Elif Shafak, edito da Rizzoli). Elif Shafak consegna un’opera che amplifica lo sguardo raccontando cosa lega tra loro gli uomini. Un lungo racconto lungo più di 500 pagine: Una goccia d’acqua è sospesa sul capo del re di Assiria mentre legge il poema di Gilgamesh su una tavoletta di lapislazzuli: è la prima avvisaglia dell’inondazione che distruggerà la biblioteca del colto e feroce Assurbanipal. Nel libro vengono citate le più antiche civiltà sia orientali che quelle d'Occidente. Di sponda in sponda, dal Medioriente al cuore dell’Occidente, dove nella Londra di metà Ottocento, sulle rive del Tamigi, nasce Arthur; ragazzo poverissimo e dalla mente luminosa, verrà sedotto dalle letture sulle spedizioni archeologiche condotte a Ninive, dove decide che si compirà il suo destino. Tra le insenature di questo libro, la cui lettura scorre come se si attraversasse un fiume, c'è Zaleekhah, donna del XXI secolo, studiosa di idrogeologia, reclusa nella sua casa-chiatta sul Tamigi e in cerca di una nuova via. E poi ancora una bambina turca di etnia yazida, che dopo il battesimo nel Tigri è rapita dall’Isis per essere venduta come schiava. Ed è quella goccia iniziale appena formata, che non ha ancora toccato terra e che continuerà a trasformarsi, senza mai smettere di compiere il suo cammino, a unire inesorabilmente i protagonisti di questa storia. L’acqua che unisce i popoli e il mondo, portatrice di vita e di distruzione, l’acqua che non c’è più e quella che intirizzisce, grigia e fredda. L’acqua ricompenserà ben presto Zaleekhah per le sue scelte, con una nuova speranza nella forma di Nen, tatuatrice appassionata di mitologia assira, che la porta a riconnettersi con le sue origini ma la conduce al tempo stesso a un netto contrasto con una famiglia dalla mentalità conservatrice e senza scrupoli.

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