Il mensile de
10 Ottobre 2020
TEMPO DI RINASCIMENTO PER BARI
Acquedotto Pugliese ha radici profonde, addirittura precedenti a Roma Capitale. Quando è stato presentato il primo, e rivoluzionario, progetto del nostro Acquedotto? Visita il nuovo portale aqp.it: aqp.it Troverai la risposta e scoprirai cosa offriamo a territori e comunità .
La prima ACQUA
QUANDO L’ACQUA È FELICITÀ
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olentieri accompagno i visitatori nel Palazzo dell’Acqua, quello che amo chiamare la “Cattedrale laica dell’Acqua”. Mi piace spiegare loro il perché di questo palazzo nel cuore della città per celebrare un evento storico, una vera rivoluzione: l’arrivo dell’Acqua a Bari, in Puglia. Mi piace registrare le loro osservazioni, le loro richieste, il loro stupore, la gioia di aver visto qualcosa di… impensabile, proprio nella “porta” accanto, dove non immagini tanta forza espressiva, tanto valore dato ad un evento celebrato anche nei paesi più piccoli della Puglia. Come condurli per mano: dalle sorgenti fino a casa dei singoli utenti, fino a Santa Maria di Leuca, alla punta estrema della regione. Una lunga, lunghissima, storica attesa, soddisfatta, fra lo stupore della gente e l’entusiasmo per l’evento. Sull’acqua, abbiamo molto da dire. Per l’acqua abbiamo molto da operare. Consapevoli della crisi di un bene primario e delle esigenze crescenti nelle popolazioni. Il bisogno di fare oggi scelte coraggiose. Senza indugio, lavorando perché presto si addivenga a nuovi programmi, con nuovi obiettivi, per nuovi risultati. I tempi della politica, a volte, sono diventati molto lunghi. Oltre cento anni fa furono capaci di fare cose strabilianti, con mezzi rudimentali, ma con tanto entusiasmo e con celerità. Vedo Acquedotto Pugliese e penso alle piramidi, ai ventimila operai impiegati, agli ingegneri e ai geometri che colmarono vallate, dirupi e attraversarono foreste per arrivare fino al Capo di Leuca. Vedo il coraggio e la gioia che oggi impiegano in Camerun per realizzare semplici pozzi per prelevare acqua. Gente che ha bisogno di acqua per vivere. Osservo, comunque, anche l’uso improprio che viene fatto dell’acqua, gli sprechi che spesso dobbiamo registrare e correggere. Intanto, intorno a noi, la consapevolezza politica ha realizzato un vero rinascimento, una rinascita alla quale dobbiamo molto. La Città di Bari, nel giro di una trentina d’anni, sotto molti aspetti ha cambiato volto. Ci sono voluti alcuni decenni, ma ce l’abbiamo fatta. Ha ragione chi parla di continuità amministrativa, indipendentemente dall’appartenenza politica. Le esigenze dei cittadini non sono frutto di colori, di appartenenza, ma di bisogni universali, da soddisfare in maniera adeguata. Vederli soddisfatti, vedere felici i cittadini, per un politico, è quanto di più gratificante ci possa essere. Il Presidente di Acquedotto Pugliese Simeone di Cagno Abbrescia
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la pura estetica, perché sono stati riaperti anche gli spazi culturali, dall’elegante Teatro Piccinni, agli storici alberghi, già destinati all’oblio, come l’Oriente, senza dimenticare il Teatro Margherita, costruito su palafitte in stile art nouveau, oggi riadattato a straordinario spazio artistico. Grazie ad una vivace vita notturna, all’aumento della sicurezza per le strade e alle spiagge più pulite: Bari sta tornando alla ribalta”. Il global editor di Lonely Planet Tom Hall ha aggiunto sulla scelta di Bari: “La maggior parte dei turisti non considera Bari nella propria rotta verso i grandi protagonisti della Puglia, situati più a sud, ma la città offre storia e cultura e nelle numerose trattorie la cucina locale, quella barese, diventa arte”. Il Covid-19 non ci ha bloccati, non ci ha paralizzati. E’ successo anche per Acquedotto Pugliese. Anche durante il lockdown ha proseguito, in grande sicurezza, i lavori in
n primato che pochi conoscono. Correva l’anno 2019. Ieri, tanto tempo fa! Forse dobbiamo cominciare a dire “ante o post Covid”! Bari è stata scelta da Lonely Planet tra le 10 migliori destinazioni europee. Si è posizionata al quinto posto. Città da non perdere, da visitare. Con una motivazione originale e tutta da sfruttare, redatta da addetti ai lavori, da esperti della principale travel media company: “Dalla città portuale un tempo malridotta, che sorge sul tallone d’Achille italiano, si gode la rinascita avvenuta nel corso di un decennio. Il rinnovato centro storico è il cuore, i negozi chiusi sono diventati ristoranti a conduzione familiare dove le nonne cucinano piatti di orecchiette in graziose piazze. Ma i cambiamenti vanno oltre
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cantiere. Il completamento dei lavori al depuratore Bari Ovest, fra i tanti, sono la conferma, una sfida vinta. Questo significativo lavoro si può inquadrare nel rinascimento, nella rinascita di Bari, nel nuovo slancio alla qualità della vita, al suo benessere. “Con riferimento alla storia della civiltà, - dice l’Enciclopedia Treccani – rinascita si usa talvolta invece di rinascimento, sia nel significato più stretto (la Rinascita per antonomasia), sia con significato più esteso, non limitato cioè al periodo storico a cui si dà comunemente tale nome: quando, più che sui limiti cronologici e i caratteri di quel determinato periodo, si voglia insistere sul fatto del risorgere, del rinnovarsi in esso di determinate forme di vita: economica, civile, politica; culturale, e degli studî classici, dell’arte”. La Città di Bari si è come riavviata verso una profonda trasformazione con la gestione degli ultimi tre sindaci della città: Simeone di
LA SUA RINASCITA IL SUO RILANCIO Cagno Abbrescia, sindaco di Bari dal 1995 al 2004 e deputato per due legislature, dal 28 marzo 2018 Presidente del Consiglio di Amministrazione di Acquedotto Pugliese. Michele Emiliano, sindaco di Bari dal 2004 al 2014, presidente della Regione Puglia dal 2015, appena rieletto. Antonio Decaro, sindaco di Bari dal 2014, rieletto e tutt’ora in carica, della città metropolitana di Bari dal 2015 e presidente dell’ANCI dal 2016. In occasione della presentazione del Report Integrato – Bilancio 2019 di Acquedotto Pugliese, il primo evento pubblico dopo la chiusura del lockdown tenuto a Bari presso il CUS (Centro Universitario Sportivo), per la prima volta si sono ritrovati tutti e tre insieme i sindaci e hanno confermato il grande balzo che la città ha compiuto dal 1995 ad oggi. Una vera rivincita, segnata da risultati e traguardi che segnano il nuovo rinascimento per la Città di Bari. Papa Francesco è venuto a Bari per ben due volte. Questa presenza ravvicinata a Bari, ha messo in gran risalto, nella prima venuta, il 7 luglio 2018, la dimensione ecumenica che la Città ha storicamente sempre avuto. Qui Oriente ed Occidente hanno fatto rivivere, alla presenza di Patriarchi e Capi di Chiese e comunità cristiane del Medio Oriente la vera vocazione di Città di pace. Una presenza che si è posta fra realtà e sogno, risvegliando e ratificando il ruolo di Bari, ponte fra due città, Costantinopoli, per secoli in conflitto fra loro. Bari custodisce le sacre spoglie di San Nicola. La seconda venuta a Bari di papa Francesco,
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BARI:
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Il Sindaco di Bari - Antonio Decaro
il 23 febbraio 2020, alla vigilia della grande sofferenza del Covid-19, per l’incontro con i Presidenti delle Conferenze Episcopali del Mediterraneo. Così Bari è stata consacrata “Capitale dell’unità”, come l’ha definita il papa, Frontiera di Pace in un Mediterraneo travagliato che accoglie genti, popoli. Con orgoglio il sindaco Antonio Decaro, rivendica nella città altri eventi significativi: il G7 delle Finanze, tantissime manifestazioni sportive di livello europeo e mondiale, la profonda trasformazione di feste e tradizioni molto apprezzate da un turismo sempre crescente. “Questo riconoscimento premia tanti anni di lavoro. Un incessante lavoro di squadra. Un lavoro che parla di legalità, di rispetto dell’ambiente, di difesa del mare, di lotta all’inquinamento e all’abusivismo edilizio, di mobilità sostenibile, di investimenti enormi in infrastrutture. Un lavoro che parla di cultura ed eventi grandi e piccoli che coinvolgono tutti, che ha ricucito il centro con le periferie, e unito la città capoluogo con l’intera regione. Abbiamo investito nelle relazioni internazionali, creato ponti con il mediterraneo e con il mondo intero”, ha commentato su Facebok
il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Il Presidente di AQP, Simeone di Cagno Abbrescia, rivendica l’avvio del cambiamento con il recupero della Città Vecchia da quando si insediò come sindaco di Bari, con una programmazione seria per la realizzazione di un uovo porto e di un nuovo aeroporto, oggi veri centri di attrazione, di scambi, di incontri, di commerci, di turismo. La città, con la ricostruzione del teatro Petruzzelli, del teatro Margherita e del teatro Piccinni, tutti rinati a nuovo splendore, ha segnato la svolta culturale. AQP, divenuto con i suoi investimenti vero motore per lo sviluppo dell’intera regione, ha segnato la svolta economica, sociale, ambientale e culturale. Un contributo sostanziale alla crescita della sostenibilità diffusa. Ora sono in molti a dire, a riconoscere che “la Puglia è la più bella regione d’Italia”. Forse bisogna dirlo proprio ai pugliesi, a quelli che non si rendono conto che la valorizzazione del territorio, dell’arte, della cultura, della sua storia, delle sue tradizioni, delle sue bellezze naturali, della sua lunghissima costa, difesa, protetta e finalmente valorizzata, del suo mare, della sua Murgia, dei suoi castelli, delle sue cattedrali, dei suoi scavi, dei suoi musei, delle sue pinacoteche, della sua arte culinaria, delle sue specialità agroalimentari, dei sui vini, del suo meraviglioso olio extra vergine d’oliva sono quanto ognuno di noi possa desiderare. La Puglia è rinata davvero cento anni fa, quando ebbe l’acqua potabile, l’acqua in tutte le case, l’acqua per le attività produttive.
La Puglia rinasce ogni giorno con gli interventi di Acquedotto Pugliese sui depuratori sempre più tecnologicamente avanzati, con gli interventi sulle reti per il recupero di acqua, intervenendo nella sostituzione di linee ormai a fine ciclo lavorativo. Un impegno costante e crescente.
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Bari - Basilica di San Nicola
SI CREA VALORE SOLO NELLA CONTINUITÀ
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Il porto di Bari
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l rinnovato depuratore di Bari Ovest è uno dei tanti aspetti che segnano il cambiamento in atto nella Città di Bari. Novità e tanto rilancio, dovuto, come ama dire il Presidente di AQP Simeone di Cagno Abbrescia, soprattutto a due grandi strutture completamente rinnovate: porto e aeroporto. Solo amministratori illuminati, pianificano, progettano, ben consapevoli che potrà toccare ad altri la realizzazione e l’inaugurazione, l’avvio dei benefici. Tutto sta nel saper guardare al futuro di Bari, ora considerata tra le migliori dieci destinazioni europee. Punti di forza di questo rinascimento, sono il porto e l’aeroporto. Ne parliamo con Ugo Patroni Griffi, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale di cui fanno parte i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli.
presentate dal contesto di riferimento. Dobbiamo essere grati sia al fatto di aver avuto amministratori sempre molto avveduti, sia al fatto di aver avuto amministratori che hanno riconosciuto l’importanza del principio di continuità. Si crea valore solo nella continuità. Indipendentemente dal cambiamento delle amministrazioni, al fine sono stati portati avanti progetti e programmi già avviati da amministrazioni precedenti. Questo ha arricchito moltissimo la città. Oggi Bari è molto ben infrastrutturata e si sta infrastrutturando ancora di più. Il rinnovato depuratore di Bari Ovest è in linea.
Bari sta dando il massimo del suo splendore, sembra un risorgimento, certamente un rilancio. A cosa è dovuto tutto questo, secondo lei, Presidente?
Noi stiamo investendo moltissimo nell’ambiente. Siamo stati fra i primi, la prima Autorità ad avere un documento di pianificazione energetica ambientale. Stiamo agendo per migliorare la qualità dell’aria e la qualità delle acque. Stiamo istituendo una rete di sensori tecnologicamente avanzata, basata su intelligenza artificiale. Ci permette di monitorare la qualità di questi elementi e di intervenire tempestivamente. Stiamo attirando investimenti nei carburanti in
Il porto è, di fatto, il punto di arrivo del mare. AQP per buona parte dei 184 depuratori che gestisce ha bisogno del mare per farvi confluire le sue acque depurate. Come è stato ripreso il valore-mare, sia da parte di AQP, sia da parte dell’Autorità Portuale?
Bari, tradizionalmente ha avuto ottime amministrazioni. La fortuna di Bari è avere una buona classe dirigente che, indipendentemente dalle connotazioni politiche, ha saputo far vivere pienamente la città e sfruttare tutte le opportunità
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dialogando con l’Acquedotto a svincolare l’approvvigionamento delle navi, a Bari, dalla rete idrica cittadina, evitando di creare disagi a Bari Vecchia sostanzialmente nel momento in cui si alimentano le navi. Stiamo lavorando con AQP per dare acqua su tutte le banchine e fornire la possibilità di dare acqua a tutti i servizi che operano nelle banchine dei cinque porti della nostra Autorità di sistema. Addirittura, nel porto di Bari abbiamo una delle gloriose fontanine dell’Acquedotto Pugliese. Una collaborazione che si basa sulla stima, sul rispetto, in questo caso posso dire sull’amicizia personale con il management di AQP.
Non solo un mare per navigare, ma un mare da essere vissuto.
Ha richieste ulteriori da avanzare ad AQP?
Certo. Le Bandiere Blu, le Vele che vengono riconosciute alla qualità dell’acqua per la balneabilità, come vengono vissute da voi? Cosa pensa del contributo dato da AQP? Lavoriamo e collaboriamo tanto con AQP. Ci sono infrastrutture che si raccordano con AQP anche nei porti. Siamo riusciti, finalmente,
La nostra richiesta è continuare a lavorare in questo processo di integrazione. AQP è essenziale in tutti i processi delle infrastrutture logistiche della nostra regione: siano aeroporti, siano porti. Un dialogo che non deve interrompersi. Alcuni anni fa abbiamo sottoscritto un Protocollo d’Intesa con AQP. Forse dovremmo rivederlo per potenziarlo ulteriormente. Grazie, Presidente.
Avv. UGO PATRONI GRIFFI Curriculum accademico: Professore Diritto commerciale, Diritto della Navigazione e Mercati Internazionali nell’Università di Bari – Aldo Moro. Docente di Diritto dei principi contabili e del bilancio e di European Business Law presso la Luiss – G. Carli di Roma. Curriculum professionale: Presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. Avvocato abilitato presso le magistrature superiori, specializzato nel campo del diritto commerciale e in particolare societario, bancario, fallimentare, industriale, laburistico e della navigazione.
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transizione per uscire dall’utilizzo dei carburanti pesanti. Le navi del passato creavano delle forti esternalità ambientali, un forte inquinamento. Già da adesso l’inquinamento è stato ridotto: il tenore di zolfo è stato ridotto a meno dello 0,1 rispetto allo 0,5, normalmente nei porti. Stiamo agendo per alimentare le navi con il gas naturale liquido, rinnovabile che può essere prodotto anche in Puglia, attraverso il così detto bio NLG. Questo ci permette di ridurre ancora di più l’impatto ambientale. Stiamo agendo sulle rinnovabili. Stiamo utilizzando la bioarchitettura per le nuove infrastrutture: credo che, come non mai, c’è un’attenzione particolare al contesto, alle ricadute ambientali di questa attività.
BARI “NOBILISSIMA” CROCEVIA DEL MEDITERRANEO di
LOREDANA FICARELLI
POLITECNICO DI BARI
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gni città è una storia. Bari è una storia avvincente il cui racconto è a rischio. La città è un insieme eterogeneo di temi e condizioni oggi al centro del dibattito sulla contemporaneità e il suo rapporto con il progetto d’architettura. Questa città lineare, distesasi lungo il mar Adriatico rappresenta ancor oggi un nodo cruciale per l’intero Mediterraneo, come incontro tra l’Oriente e l’Occidente. A Bari approdarono civiltà greco-romane di cui oggi ritroviamo gli echi lontani nei caratteri dell’architettura plastica delle mura. I bizantini la denominarono “città isola”, poi li seguirono i Longobardi, i Normanni ed i Borbone: nonostante i diversi regni e le diverse invasioni Bari non cambiò mai la sua realtà di “città di mare” legata incondizionatamente al commercio e al suo sviluppo. Divenne nel corso dei secoli una potenza così eccezionale da rimanere nel Mezzogiorno, seconda solo a Napoli. Dopo le icone degli Asburgo, assai limitate geograficamente, in epoca moderna, almeno sulla costa italiana, affiora una particolare iconologia legata alla scoperta del mare come valore salutista e simbolico: mi riferisco alle colonie marine e alla palazzata fascista del lungomare Nazario Sauro di Bari. Prima di allora il rapporto con il mare era essenzialmente produttivo. R. Panella, Identità e trasformazione in Piano Progetto Città, rivista semestrale del Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell’Università degli Studi “G.D’Annunzio” Chieti, 1995 pag. 28 La città dei mercanti inizia, forse proprio a partire dal 1887, con l’inaugurazione del nuovo Porto, a disegnare il suo skyline: dal mare si avvistavano in sequenza il Palazzo
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della Dogana e l’imponente Capitaneria di porto. Nell’arco di poco più di un ventennio, si diede il via alla costruzione dell’Acquedotto Pugliese, come una delle più monumentali opere infrastrutturali della città che segnarono un’epoca di vero cambiamento e sviluppo: le ferrovie dello Stato ampliarono le proprie rotte lungo la costa adriatica e ionica, favorendo così un’ulteriore crescita produttiva e commerciale della Puglia e del suo capoluogo. I due secoli passati hanno intensificato la complessità della città di Bari, nelle sue più diverse sfumature: dal borgo antico a quello murattiano passando per l’architettura degli anni Trenta e l’espansione oltre i binari della ferrovia fino ad arrivare a quella diffusione informale e spontanea dei luoghi non pianificati. Questo modo di vedere la città per parti, per frammenti come direbbero alcuni vecchi Maestri, è oggi in procinto di cambiare in quanto nuove concezioni culturali stanno pian piano imponendo un RIPENSARE alla città come organismo unico e forse fluido come il nostro tempo. Un processo di conoscenza e di coscienza che è però basato su una continua lettura critica della Storia: una condizione necessaria per
M. Tafuri, Ludovico Quaroni e lo sviluppo dell’architettura moderna in Italia, Edizioni di Comunità, Milano, 1964
LOREDANA FICARELLI - Architetto Professore
Ordinario - POLITECNICO DI BARI – DIPARTIMENTO DICAR Prorettore Vicario del Politecnico di Bari Dal 2015 è Responsabile Scientifico per il Politecnico di numerosi tavoli tecnici sui temi della sostenibilità, valorizzazione della città, del paesaggio, dell’architettura rurale, dei borghi e della rigenerazione urbana. E’ responsabile scientifica di Convenzioni siglate dal Politecnico di Bari rispettivamente con: Regione Puglia-Servizio Demani e Patrimoni (Redazione del Quadro d’Assetto dei Tratturi).
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l’elaborazione di efficaci strumenti di valorizzazione, di salvaguardia e di recupero. Bisognerebbe superare quell’approccio ecologista sul tema del vuoto urbano per attribuire alle forme della natura e a quelle della costruzione un valore fondativo, come nuovo paradigma della forma urbana. Quest’ultimo rimetterebbe in campo una riflessione sull’analisi e sulla teoria dei fatti urbani come tema centrale dello sviluppo della città presente e futura, senza nostalgiche rievocazioni e che piuttosto reinterpreti i fenomeni storici, attraverso il progetto di Architettura. Le complesse vicende della città di Bari non possono far a meno di un approccio critico e sistematico che riesca ad interpretare in toto le sue trasformazioni, ricostruendo i momenti più significativi della sua costituzione, considerando che ogni città è una grande lezione di architettura collettiva e per questo, a mio parere, definibile come un trattato scritto a più mani nel tempo, sul fronte e sul retro, come fosse un palinsesto. Tutto ciò implica una visione “rinascimentale”, unitaria e complessiva che recuperi in termini di “bellezza” una precisa “idea di città”, nella quale riconoscersi indiscutibilmente non solo come individui ma come civitas. L’architetto è colui che cerca di mettere insieme cose distanti fra loro: l’arcipelago metropolitano e un nuovo modello sperimentale. E’ qualche tempo, ormai, che i termini di continuità e di crisi hanno cominciato a perdere gran parte del loro significato nell’ambito della cultura architettonica italiana. Non che i problemi che vengano sintetizzati da quei termini abbiano perso interesse agli occhi dei critici o degli architetti: tutt’altro, ché mai come in questo momento, anzi, essi appaiono più attuali; ma ciò che si sente invecchiato, ciò che si valuta come appartenente ad un dibattito superato, legato a schemi interpretativi e a canoni espressivi propri ad un capitolo chiuso o che sta per chiudersi, è la maniera di impostare una problematica quale quella, appunto, della crisi e della continuità, tipica della cultura dell’immediato dopoguerra con i suoi lunghi e non poco pesanti strascichi.
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IL DEPURATORE DI BARI OVEST: SE LO CONOSCI NON LO EVITI
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a un bellissimo effetto entrare nell’impianto del depuratore di Bari Ovest, tutto rimesso a nuovo. Una bella giornata di sole rende tutto più luminoso. Possiamo dirlo: respiriamo aria nuova, aria di futuro. A beneficiarne è certamente l’ambiente. E’ stata sfruttata al massimo tutta la nuova tecnologia, impiantata fino a far cambiare volto all’impianto. Un anno fa, venimmo a visitarlo: lavori in corso. In pieno cantiere. Ci furono spiegati gli interventi che si erano resi necessari, quelli in atto e quelli che si sarebbero fatti. Fummo sorpresi dalla quantità degli interventi programmati. Qualcosa cominciava a delinearsi, ma molto era ancora da fare. Il Coronavirus ci ha tolto la possibilità di farlo
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vedere, a lavori completati, in lungo e in largo a tutti. Sono mancati gli studenti, le scuole, le associazioni, le palestre del San Paolo e di Modugno, le parrocchie, anche i sindaci dei Comuni coinvolti. Sarebbe stato bello che finalmente i cittadini del rione San Paolo, “quelli del CEP”, che pazientemente hanno atteso il completamento dei lavori di manutenzione fossero in prima linea, sì a godere lo spettacolo. La sua apertura e la presentazione alle autorità ci ha dato il privilegio di poterlo girare in ogni angolo e renderci conto di cosa accade, di cosa avviene, di come sono trattate le acque reflue che partono dalle case dei cittadini, fino ad essere depurate e riversate a mare. Un grande grafico presenta i lavori all’impianto in ogni dettaglio. Ti rendi conto che quello che
depuratore: Modugno, Grumo Appula, Binetto, Bitetto, Toritto e Palo del Colle. Il risultato di maggior percezione sarà quello relativo alle emissioni odorigene. “Il valore degli immobili del quartiere – ha detto il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – ora sono più che raddoppiati. La bonifica dell’impianto fa già sentire i suoi effetti”. I dati dell’impianto sono particolarmente significativi sia qualitativamente sia quantitativamente: 23.126.400 m3/anno la portata delle acque trattate 624.000 kg/anno di grigliato estratto 192.000 kg/anno di sabbie aspirate 4.200.000 kg/anno di solidi sospesi rimossi 7.200.000 kg/anno di inquinamento organico eliminato (BODs) 70.000 kg/anno di detersivi eliminati 950.000 kg/anno di azoto totale abbattuto 200.000 kg/anno di fosfato totale abbattuto 3.000 kg/anno di metalli pesanti eliminati 4.900.000 kg/anno di fanghi smaltiti (sostanza
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non vedi all’aperto, difficilmente puoi capirlo se non c’è chi, portandoti sul posto, ti aiuta a comprendere cosa avviene, per esempio, con la laminazione liquami influenti, nella vasca volano (ex ricarbonatazione), nell’edificio soffianti, nella vasca di contatto di disinfezione, con l’ispessimento fanghi, con la digestione anaerobica primaria, accellerata, ecc. ecc. Linguaggio troppo tecnico, da addetti ai lavori. Sul pannello, in rosso è rappresentata la parte nuova o ricostruita: il 99% dell’impianto. Un investimento robusto, 35 milioni di euro, finanziato dalla Regione Puglia e dall’AIP (Autorità Idrica Pugliese) per elevare la capacità di trattamento da 241.000 a 360.000 abitanti equivalenti. Un impianto che potrebbe essere sufficiente per l’intera città di Bari. A beneficiarne, invece, sarà l’ampio e complesso sistema della depurazione a servizio della città di Bari, in particolare delle circoscrizioni di Fesca-San Girolamo, Palese, Santo Spirito, parte del quartiere Murat e la Zona Industriale con alcuni comuni che gravitano nel retroterra del
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secca). Tutto questo è l’inquinamento annuo sottratto al mare. Il dato si commenta da solo. Acquisire consapevolezza su questi numeri significa capire e apprezzare la forte valenza di un depuratore e di un depuratore in grado di mantenere pulita l’acqua di mare, atteso che ci troviamo proprio nei pressi di alcuni stabilimenti balneari della città di Bari, a volte particolarmente affollati. Certi risultati, ovviamente, sono la risultanza di scelte progettuali di Acquedotto Pugliese, ora divenute opere eseguite. Fra l’ampia gamma di tecnologia disponibile sul mercato, AQP, per scelta, privilegia quella a più elevata garanzia di rendimento depurativo. Anche l’utilizzo di spazi dedicati è elemento di valutazione, unitamente al consumo energetico e ai costi di manutenzione di tutti gli apparati installati. Da sottolineare che una delle priorità adottate attiene alle condizioni di sicurezza che l’impianto deve garantire agli addetti nell’accessibilità e nella possibilità di intervento agli stessi. Altro elemento di attenzione ha riguardato la problematica relativa allo smaltimento dei fanghi. Le iniziative che vedono oggi impegnato AQP riguardano la riduzione dei quantitativi ed il miglioramento della qualità degli stessi. Senza impianti tecnologicamente così avanzati, gli effetti negativi si scaricano sull’ambiente e sulla popolazione. Purtroppo ai depuratori arriva di tutto: sabbia, solidi grossolani, sacchetti di plastica, stracci, plastica, ecc. Tutti elementi estranei alla funzione del depuratore che, attraverso la grigliatura, la prima operazione che viene svolta, consente una separazione molto funzionale. E’ il trattamento preliminare che viene effettuato. In mancanza si verificherebbe un accumulo sgradevole degli stessi sulla superficie del mare. I danni all’abitat marino e all’uomo, in caso di contatto, sono di tutta evidenza. A volte, capita di registrare sulla superficie dell’acqua una schiuma fastidiosa e pericolosa. Lo scarico di oli e di grassi, anche in fogna, oltre che al largo, creano la formazione di pellicole impermeabili sulla superficie che impediscono il naturale processo di riossigenazione del mare. Anche per sostanze organiche sono previsti trattamenti adeguati a vari livelli per ridurre le quantità di ossigeno disciolto nell’acqua a causa dell’attività batterica che ossida le sostanze
Sono sempre da valutare e da tener presente i benefici che si ottengono dal trattamento delle acque reflue. In mare vengono immesse acque ecocompatibili, cioè di qualità tale da non interferire negativamente con il corpo ricettore. La vita acquatica ed il mantenimento della capacità di autodepurazione del mare, grazie al complesso processo di depurazione previsto, sono salvaguardate. E’ realizzata sia la prevenzione sia la protezione della salute nell’uomo e negli animali mediante l’eliminazione di agenti patogeni eventualmente presenti nei liquami. Tutto questo avviene all’interno del depuratore, con sofisticati sistemi operativi. Le acque così affinate, ove mai non sono rilasciate direttamente a mare, consentono ai corsi d’acqua eventualmente utilizzati, di essere più puliti e gradevoli, con possibilità di un loro utilizzo anche per attività ricreative. Il depuratore non è più un bubbone da guardare con diffidenza o con sospetto. Contro di esso, a volte, purtroppo, registriamo iniziative di contrapposizione che non agevolano la più rapida realizzazione dei lavori, tutti sempre mirati al miglioramento dell’impianto e del territorio. Un servizio di primaria necessità, sinonimo di civiltà e di benessere. L’impianto di Bari Ovest appena completato, merita di essere conosciuto e visitato. Avere consapevolezza delle sue complesse funzioni consente a tutti di apprezzarne la portata e l’utilità da cui non possiamo prescindere.
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organiche immesse nel mare con conseguenti rischi per la sopravvivenza della fauna acquatica superiore e l’emanazione di cattivi odori dovuta alla demolizione della sostanza organica in carenza di ossigeno. L’ultimo livello del processo del trattamento delle acque attiene alla disinfezione delle stesse da batteri e virus (colera, tifo, salmonella). La contaminazione delle acque può contribuire al diffondersi di epidemie nell’uomo e negli animali. Nel depuratore di Bari Ovest è stato realizzato un impianto oggi tecnologicamente all’avanguardia. E’ un contributo determinante al miglioramento delle condizioni di vivibilità del territorio e delle acque del mare dove confluiscono acque ecocompatibili e di qualità tale da non interferire negativamente con l’intero habitat del corpo ricettore.
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EMILIANO: IL DEPURATORE DI BARI OVEST SOGNO, DIVENUTO BELLEZZA INDUSTRIALE
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l Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha ricordato “i problemi degli abitanti del San Paolo a causa di questo depuratore affidato a privati, in appalti misteriosi, spandeva un cattivo odore devastante. Problema che, da Sindaco di Bari, mi affliggeva. Divenuto Presidente ho sentito il dovere di andare incontro al Quartiere San Paolo che è grande come una città. Domani firmeremo il contratto per il depuratore che si trova nei pressi del quartiere Japigia, al servizio anche di altri Comuni. Non solo avremo un mare pulito, ma una città liberata dagli odori dei vecchi depuratori. Una rivoluzione. Ogni casa del quartiere san Paolo da oggi varrà il doppio. Non c’è più puzza e soprattutto sarà possibile recuperare energia, con bassa emissione di C02L’impianto produce energia per il processo industriale medesimo. Abbiamo realizzato un sogno che quando sono diventato sindaco mi veniva soffocato in gola dall’indifferenza della Regione dell’epoca. Non si interessava della condizione dei cittadini, ma degli appalti che distribuiva. Esprimo al Presidente di AQP, ai suoi
collaboratori, alle imprese, a quanti hanno realizzato i lavori, la mia gratitudine. Vi dico che avete realizzato un sogno. Da sindaco, AQP aveva altre modalità di gestione dei depuratori. Erano infinite le indagini della Magistratura sui singoli depuratori, gestiti da privati. Si sono dimessi tanti amministratori perché destinatari incolpevoli di avvisi di garanzia. Oggi AQP è un’altra azienda, un altro mondo, come tutto il resto della Puglia. Gestisce tutti i depuratori in prima persona. Anche i lavori di questo grande impianto. Apprendere che tutto è stato seguito da un Rup, dipendente di AQP, è una di quelle cose che dà l’emozione di appartenere ad una azienda pubblica, efficiente, che fa utili, che realizza l’interesse collettivo, che crea l’orgoglio di lavorare qui, capace di creare bellezza industriale. Da ambientalista come passo, sono tifoso dell’industria moderna che consente alla sicurezza, alla salute di convivere dentro la modernità. Ho colto la bellezza di questo impianto. Entrando ho capito la profonda rivoluzione che siete stati capaci di realizzare. Ribadisco la mia gratitudine e soddisfazione, rappresentando l’azionista, che è il popolo pugliese, al Presidente di AQP. Ringrazio anche il Direttore Generale dell’Autorità Idrica, che rappresenta i Comuni gestiti in questo impianto.
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crescita della regione e dell’Italia; voi siete capaci di lavorare per tutta l’Italia, non solo per la Puglia, spero che qualcuno lo capisca. Vi garantisco che continueremo a puntare su di voi per rigenerare l’agricoltura, per attrarre nuove produzioni, per gestire e non buttare in mare l’acqua che trasformate, praticamente, in acqua potabile, in alcuni depuratori, in tabella 4 è praticamente potabile. Avete contribuito al cambio di autostima di ciascun pugliese. La nostra è una Regione che fa il proprio dovere e che realizza i propri sogni e assume le proprie responsabilità. Acquedotto Pugliese è il simbolo di questi sogni e di questa responsabilità.
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Se la Puglia ha il mare più pulito d’Italia, tutto questo è avvenuto in pochi anni. Se siamo stati capaci di dare all’acqua del nostro mare la trasparenza, che tengo d’occhio dalla mia finestra sul lungomare, posso tenere d’occhio l’efficienza dei nostri depuratori. Se siete riusciti in questa impresa fondamentale per l’immagine, per il turismo, per la salute, per l’orgoglio di essere pugliesi, per ridare al mare la sua bellezza originale, questo è merito dell’Acquedotto Pugliese. Punto! Soprattutto dell’idea della gestione pubblica di questa azienda che gestisce uno dei beni pubblici più importanti di tutti che è l’acqua. Vi garantisco compiti che vi verranno affidati nella
Bari - Teatro Comunale Piccinni
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DEPURATORE DI BARI OVEST: NUOVO SERVIZIO ALLA CITTÀ E AL SUO MARE
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ignificativa l’esperienza comunicata dal Presidente di AQP Simeone di Cagno Abbrescia sin da quando era sindaco della città: “Ogni volta, un rosario di lamentazioni giuste per i problemi che l’impianto creava al quartiere San Paolo, soprattutto: l’aria era irrespirabile in alcuni momenti. Questo intervento ha modificato totalmente l’impianto, divenuto fiore all’occhiello di AQP, della Regione Puglia, voluto dalla Giunta Regionale, insieme all’AIP e dalle attività certosine di AQP. E’ stato realizzato un impianto che si può considerare all’avanguardia in Europa. Impianto che non solo depura le acque, ma produce energia dalla lavorazione dei fanghi. Fiore all’occhiello di tecnologia e grande servizio per la città di Bari. E’ già prevista la realizzazione di analoghi interventi per il depuratore di Bari Est. Va dato atto alla Regione di aver puntato su queste realtà e ad AQP di aver svolto un grande lavoro utilizzando elevatissima tecnologia. Questa è una giornata storica per il progresso delle popolazioni, come servizio alla Città e al suo mare, sempre più balneabile, come noi stiamo cercando di fare per i 184 depuratori che gestisce AQP per l’intero mare di Puglia”.
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GUARDIAMO ALL’ACQUEDOTTO DEL FUTURO
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iornata molto importante: rappresenta esempio di sinergia fra più parti. All’interno della squadra di AQP, con la progettazione, la realizzazione delle opere infrastrutturali e la gestione si è riusciti a realizzare quegli “interventi a cuore aperto” di cui ha parlato l’ing. Andrea Volpe prima. Sinergia con le imprese che insieme a noi hanno lavorato, hanno operato e contribuito a questo risultato. Ora, stiamo guardando all’acquedotto del futuro, un impianto potenziato senza consumare altro suolo. Sfida importante. Siamo andati in controtendenza. E’ un impianto che punta ad essere energeticamente sostenibile. Dimostrazione che il sistema della depurazione è una risorsa e non un problema. I fanghi verranno utilizzati per produrre energia. Risparmieremo CO2, risparmieremo ricorse da fonti fossili, saremo autosufficienti e positivi alla struttura dei costi. Ridurre la bolletta dell’energia è un bel risultato, premia l’impegno di tutti. E’ un impianto che va oltre le tabelle. Potevamo limitarci a progettarlo, realizzarlo, rispettando tre parametri, invece, anche con la Regione Puglia abbiamo scelto di andare su tabelle più severe. Se un domani vogliamo affrontare ulteriori sfide, un riuso di quest’acqua, potremmo essere pronti ad accoglierla. Motivi in più per essere tutti orgogliosi, acquedottisti e imprese. Abbiamo creduto ad una sfida che sembrava impossibile: ci abbiamo creduto, lavorato, il risultato oggi è all’attenzione di tutti.
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FRANCESCA PORTINCASA COORDINATORE INDUSTRIALE E SERVIZI TECNICI
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“L’ACQUEDOTTO CHE VERRÀ”: UN RACCONTO DI CENTO ANNI,
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LUNGO NOVE MESI PER ESALTARE LA GRANDEZZA
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a parola alle immagini. Un grande impegno, una grande capacità di sintesi. Oggi agevolati anche da droni che sono capaci di volare su siti, su situazioni, in cunicoli inimmaginabili, impossibili, irraggiungibili e filmare, fotografare, riprendere immagini ardite. AQP ne ha fatto una nuova campagna istituzionale che racconta i progetti futuri, legando la sua straordinaria storia di azienda pubblica lungo un percorso durato oltre cento anni. Infrastrutture sconosciute e lontane, ambiente differenziato, dalle sorgenti di Caposele, Cassano Irpino fino alla cascata finale di Santa Maria di Leuca, percorrendo lunghe vallate e l’aspra Murgia, per immettersi sempre silenziosa, fresca, dolce, nelle condotte, sui ponti, nelle tubazioni lunghe tre volte il percorso Roma-New York. Fino al rubinetto delle nostre abitazioni, delle nostre aziende Dieci brevi filmati, opera della maestria e dell’arte del regista Andrea Costantino, mostrano i paesaggi di Puglia, Campania e Basilicata attraversati dal più grande acquedotto d’Europa. Acquedotto? Forse possiamo dire da un grande “fiume sotterraneo” che percorre, non visto, scenari sempre nuovi e sempre mutevoli ad ogni stagione, in un territorio apparentemente piatto, senza fiumi e senza monti, ma, come dice Lino Patruno, già Direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, “dal Gargano aspro e misterioso di fede, alle affannate colline del Subappennino, al Tavoliere gonfio di frumento, alla mirabile rete di cattedrali e castelli, alla nostra Murgia ossessionata di pietra, al giardino della Valle d’Itria, alla carnosa sessualità del Salento dove spira già aria d’Oriente”. (Raffaele Nigro – Parliamo di Puglia – Adda Editore).
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“È con grande stupore che ho visitato le sorgenti e gli impianti di AQP. Per raccontare questa storia sono partito da qui, dallo stupore dello sguardo di una bambina, una bambina che ci parla dal futuro perché non è ancora nata. La scelta stilistica di drone e grandangolo e pochi dettagli con tele è dovuta a questo: esaltare la grandezza. Le linee che accompagnano gli stacchi tra inquadrature hanno legato e reso dolce il racconto. La musica composta per questo lavoro ha esaltato ogni fotogramma. Tutti i pugliesi dovrebbero visitare le sorgenti dell’acquedotto e il Palazzo dell’Acqua di via Cognetti a Bari per poter ricordare ogni giorno cosa c’è oltre il rubinetto di casa”, così Andrea Costantino parla, ancora ammirato, di quello che ha visto e fatto rivivere per noi sullo schermo. I filmati hanno dato a tutti la possibilità di scoprire, di conoscere un’azienda mai vista, la storia delle sue vicende imprenditoriali pioneristiche, di essere informati sulla meticolosità dei suoi interventi per garantire acqua potabile di qualità, sul suo futuro, sui suoi progetti. Vedi l’acqua, fresca, rapida, chiara, bella, docile, inviata nei percorsi utili all’uomo, flessibile, sempre mutevole. Il Presidente Simeone di Cagno Abbrescia ne parla in ogni suo intervento: nuova acqua, nuove fonti, parla addirittura di un nuovo acquedotto, di risanamento delle reti “non possiamo cercare acqua nuova e non valorizzare tutta quella che abbiamo”, lo dice riferendosi soprattutto alla vetustà delle reti, al riuso delle acque depurate soprattutto in agricoltura e all’impiego dei fanghi. I cambiamenti climatici, la domanda di più acqua per tutte le attività, oggi fanno i conti con la diminuzione di acqua alle sorgenti, alla cura che bisogna avere nell’uso più attento dell’acqua, ai tanti lavori in atto per migliorare l’impiantistica. A narrare la storia de “L’acquedotto che verrà”, la voce di una bimba che ancora non è nata, che si gode le acque materne, ma che è in grado di raccontarci quello che l’acqua ha già fatto e quello che si dovrà fare. Nove racconti, come nove sono i mesi dell’attesa per la bimba, per ogni bimbo. AQP è per definizione azienda sostenibile. La sostenibilità è un processo che caratterizza tre aspetti di ogni azienda, anche per AQP: ambientale, economico e sociale. L’utilizzo delle risorse naturali, acqua, energia, finanziamenti e investimenti, l’utilizzo delle migliori tecnologie e gli assetti societari e organizzativi devono essere tutti armonicamente finalizzati sempre alla soluzione delle esigenze, ai bisogni e alle aspirazioni dell’uomo. Anche per AQP “sviluppo sostenibile è lo sviluppo volto a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni”. E’ il futuro che ci viene raccontato dove stiamo andando, cosa bisogna fare. La Puglia potrà sempre contare su Acquedotto Pugliese, sulla professionalità e sulle competenze delle sue donne e dei suoi uomini. Piccoli filmati, grandi messaggi.
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Idea e regia Andrea Costantino, Sceneggiatura Alfredo De Giovanni e Mara Salcuni, Musiche originali Antonio Tuzza, Voce off Marianna Ezia Di Muro, Grafiche Giancarlo D’Incognito, Riprese drone Francesco Cocco, Riprese camera Enzo Jenz Canta e Francesco Cocco, Montaggio e color correction Andrea Costantino e Francesco Cocco, Studio di registrazione audio Andrea Savoia, Assistente alla regia Fabrizio Guida, Produzione AncheCinema
PICCOLE GOCCE DI SOLIDARIETA’
FINANZIATA LA COSTRUZIONE DI TRE POZZI (FORAGE) NELLA REGIONE DI EDEA -CAMERUN
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n cartello, scritto in francese, in Africa, nello Stato del Camerun, parla di Acquedotto Pugliese. Una scelta aziendale di solidarietà ha portato AQP nel cuore dell’Africa, in Camerun, a nord dell’Equatore, rispondendo ad una richiesta di aiuto avanzata dall’Associazione di Volontariato “UNA SPERANZA PER IL CAMERUN”. “Il nostro “sogno nel cassetto” che abbiamo con il nostro Don Andrè Marie, è quello di fare arrivare a più persone possibili il bene prezioso e fondamentale dell’ACQUA POTABILE e, un domani, realizzare un centro “educativo” dove i ragazzi possano frequentare scuola ed anche imparare lavori che poi gli permettano di avere un futuro in Camerun (agricoltura, allevamento, ecc...)”. Così, si esprimevano in una richiesta presentata al Presidente di AQP, i responsabili dell’Associazione: Elisa, Mauro e Don Andrè Marie. Una richiesta divenuta realtà. AQP ha finanziato la costruzione di tre pozzi tecnologicamente all’avanguardia nella regione di Edea. La gratitudine della comunità espressa in un piccolo filmato: una festa, tanta gioia, un’esultanza, all’apparire dell’acqua, trovata a 60 metri di profondità. “Ci sono zone del mondo in cui c’è una grave carenza di acqua potabile. – Così commenta la scelta il Presidente di AQP, Simeone di Cagno Abbrescia - Nella regione di Edea in Camerun il nostro impegno è quello di seminare il coraggio. Il coraggio di non chiudere gli occhi e di fare qualcosa di concreto: Acquedotto Pugliese ha da poco finanziato la realizzazione di 3 pozzi tecnologicamente all’avanguardia. Perché l’acqua è un bene di tutti.”
Il Camerun è un paese ricco di foreste al sud, ad ovest confina con la Nigeria. Paesi che stanno soffrendo e subendo il cambiamento climatico determinato dai livelli di CO2 dei gas serra sempre in aumento a livello planetario, ad opera soprattutto dei paesi industrializzati, che scaricano gli effetti anche sui territori del terzo mondo, vittime di siccità e inondazioni. Tutto il terzo mondo è afflitto da carenza d’acqua. Oltre un miliardo di persone non ha acqua potabile.
Ogni anno oltre 3,4 milioni di uomini, donne e bambini muoiono per malattie connesse alla carenza di acqua. Utilizzano prevalentemente acqua che ristagna. Chi più di noi, popolo pugliese, può capire questo dramma? Solo da cento anni abbiamo conosciuto il valore, la possibilità di poter disporre di questo bene vitale alla nostra sopravvivenza umana e civile: l’acqua potabile. Una nuova vita. Un bene a cui ci siamo abituati. Un bene al quale, certamente, non sapremmo, né vorremo mai rinunciare. In Camerun la popolazione, formata da
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COMITATO CAMEROUN-ITALIE POZZO N. 7 POZZO E CASTELLO D’ACQUA REALIZZATO GRAZIE AL FINANZIAMENTO DE LACQUEDOTTO PUGLIESE (ITALIA) PER L’INTERCESSIONE DI SAN PADRE PIO DA PIETRELCINA
25.492.000 abitanti, è solo una stima. Moltissimi vivono nelle foreste, in capanne fatte di fango, paglia e foglie, con lamiere il più delle volte solo poggiate sopra. Impossibile il censimento della popolazione. Impossibile ed inesistente una rete di servizi di acqua, luce, scuole, viabilità. Sono le parrocchie, non solo cattoliche, laddove riescono ad insediarsi, in Camerun, che organizzano i servizi primari “possibili”, grazie alla solidarietà e alla generosità di tante comunità, associazioni, aziende. Popoli e territori lungamente ridotti a colonie e spesso solo sfruttati, depredati, ridotti a pattumiere. Territori sui quali cresce inesorabile la siccità. Ora, piccole gocce d’acqua, scaturite dalla solidarietà, danno l’aiuto possibile. Dal Camerun abbiamo visto, in un micro filmato a noi inviato come ringraziamento, dove è stato realizzato questo settimo pozzo: nei pressi di una chiesa parrocchiale, delle sue strutture, di scuole elementari, medie e superiori, a disposizione anche degli abitanti della foresta circostante. Capita spesso di assistere al riempimento di grosse taniche di acqua che anche bambini piccoli portano in testa (immaginate lo sforzo e le conseguenze fisiche!) per far ritorno dopo lunghi tratti alle loro capanne, scomparendo in foreste senza strade, con grandi rischi e pericoli. Chi ha visto può darne testimonianza.
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QP non ha segreti per te: conosci tutto del suo passato e del suo presente. Come un Salmone di fiume, hai saputo risalire la corrente, destreggiandoti con tutte le domande, anche quelle a trabocchetto. Bravissimo! Seguici anche sulle nostre pagine social.” “Mi sono guadagnato questo complimento e sono stato considerato “Salmone di fiume”. Posso dire che ho vinto, ma non so cosa. Bisogna accontentarsi. Un premio, però, l’avrei voluto.” Così ci ha scritto il cliente M.F. di Cisternino (BR) dopo aver partecipato al quiz on line sul sito AQP.it. Ci siamo interrogati sul desiderio di M.F. rimasto non appagato. Abbiamo cercato di capire il perché dell’insoddisfazione del nostro cliente. Lo abbiamo fatto chiedendo lumi, una spiegazione, alla dott.ssa Vanna Pontiggia, Vice Presidente Regionale dell’Ordine degli Psicologi di Puglia. “E’ la conferma che i quiz sono sempre abbinati a una ricompensa. Se partecipo e vinco, un premio lo voglio. Sentirsi riconosciuto il merito di saper risalire la corrente, come fanno i salmoni, non è sufficiente. Tutti i quiz che seguiamo in TV, sui social, alla fine, un premio lo conquistiamo. Facciamo il tifo, a volte, per condividere il risultato finale. Rispondiamo come se il premio può essere assegnato anche a noi”. Ma, la dott.ssa Pontiggia fa il suo affondo, guardando anche alla realtà aziendale di Acquedotto Pugliese: “Questo criterio, corrisponde soprattutto alle strategie delle aziende commerciali che alla fine mettono in palio “ricchi premi”. Intanto, si compra il prodotto e si concorre a far fare bussines alle aziende. I clienti, così facendo, sono fidelizzati. Questa è una scelta ormai molto diffusa. Il premio aiuta a mettere in contatto, in relazione sempre più un cliente con l’azienda. In tal modo, il cliente concorre, non si limita a guardare, ma si attiva, partecipa, si incuriosisce, risponde. Tutto questo non è poco. Acquedotto Pugliese, pur essendo, di fatto monopolista, considera con grande attenzione i clienti e la qualità del servizio. Inoltre, le scienze cognitive hanno fornito un contributo alla tecnica del questionario/ intervista, mettendo in evidenza che essa costituisce una forma di interazione sociale, anche se praticata meno di frequente. Di conseguenza tale atto comunicativo non va considerato come un mero evento informativo. Pertanto non possono essere trascurati gli aspetti comportamentali, emotivi e cognitivi sia dell’intervistato che dell’intervistatore. Altri fattori che entrano in gioco nella risposta ad una intervista sono la situazione sociale in cui la stessa viene effettuata e il ruolo di entrambi gli interlocutori. Ancora, in questo atto interpersonale non si può pensare ad una univocità semantica dello stimolo, poiché in comunicazione al processo di codifica segue quello di decodifica e quindi anche del soggettivo valore semantico. D’altra parte non è da trascurare il valore pragmatico sotteso all’intervista costituito ad
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IL SALMONE NON BASTA
esempio da intenzioni ed effetti. A volte il questionario/ intervista può presentare vincoli, restrizioni a cui l’intervistato deve adattarsi e che l’intervistatore non può ignorare nella formulazione della domanda. Poiché queste fasi si svolgono in pochissimi secondi è facile che si incorra in errori, tra cui i più comuni sono o intenzionali, di memoria, di comunicazione. L’ intervistato dovrebbe poter precisare la sua opinione, nonostante i vincoli che l’intervistatore potrebbe aver posto. Ne consegue che l’aspetto apparentemente contraddittorio delle opinioni espresse dal cliente M.F. di Cisternino (Brindisi) non é imputabile in modo lineare e deduttivo all’oggetto di rilevazione, quanto alle opinioni e agli aspetti soggettivi prima considerati”.
Chi è Vanna Pontiggia
Psicologo/Psicoterapeuta (libero professionista), Vicepresidente Ordine Psicologi Regione Puglia, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Gioia del Colle, Specializzata in Diritto Sanitario ed in Economia Sanitaria, Docente in Scuole di specializzazione e Master Post Universitari, Autore di numerosi lavori di ricerca e pubblicazioni, Relatore in numerosi Convegni Regionali, Nazionali e Internazionali, Formatore in diverse Istituzioni, Organizzatore scientifico di eventi formativi e convegni, già Dirigente Psicologo ASL BA, già Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Bari.
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LA LOGICA DEI QUIZ
Parole come g cce
LE CRONACHE DI SAN CIDANO Nicola De Silla
Autore: Nicola De Silla Editore: Sacco Pagine: 156 Euro: 14,90
Nicola De Silla nasce a San Donaci, un paese del Salento nel 1965, dove tutt’ora vive e lavora. Sposato con due figli, ama definirsi un cattolico incoerente. Coltiva sin da ragazzo tre grandi passioni: la storia delle tradizioni popolari del suo territorio, la lettura e l’equitazione classica. Le Cronache di San Cidano è il suo primo romanzo.
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e Cronache di San Cidano è un romanzo ambientato in un paesino del Basso Salento subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Narra la storia di un giovane ingegnere barese, Antonio Rizzi, inviato dall’Acquedotto Pugliese nel remoto “Finibusterre”. Costretto suo malgrado ad abbandonare il
capoluogo pugliese per una delle zone più remote e sottosviluppate della penisola, il nostro protagonista scoprirà il grande cuore della gente salentina. Sperimenterà il valore dell’amicizia con un signorotto del luogo ed intreccerà una relazione al contempo appassionata ed incerta con una bella vedova dai trascorsi chiacchierati. Il suo arrivo destabilizzerà la comunità minandone i ruoli saldamente ridefiniti dopo il conflitto bellico. Ingaggerà una violenta lotta con i nuovi notabili, che tra alti e bassi, lo porterà a scoprire una forza ed una determinazione che egli pensava di non possedere. Scoprirà la bellezza dei luoghi e la ricchezza della storia di quella terra la cui luce è più viva che altrove. Ne assaporerà il fascino ancestrale e la contaminazione culturale sentendosi un tutt’uno con quel microcosmo ancora così lontano dalla frenesia della ricostruzione dell’Italia post bellica.
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La Voce dell’Acqua Direttore Responsabile - Vito Palumbo
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