BOCS Ltd - catalogo

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BOCS Ltd

CATANIA/BERLINO/LONDRA


BOCS Ltd Catania/Berlino/Londra

Catalogo a cura di/Catalogue curated by Miriam La Rosa Testi/Texts Miriam La Rosa, Marcella BorzĂŹ Traduzioni/Translations Miriam La Rosa Grafica e impaginazione/Layout and graphic Claudio Cocuzza + ADD DESIGN / www.add-design.it Crediti fotografici (mostre)/Photo credits (exhibition) Filippo Leonardi, Claudio Cocuzza Pubblicato in occasione della mostra/Published for the exhibition BOCS Ltd Luogo Centro Culturale Polivalente c/o Palazzo della Cultura di Catania Date giugno / luglio / settembre 2015 Dates June / July / September 2015 Stampato in Italia/Printed in Italy 2016

Un ringraziamento particolare all’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania/A special thanks to the Cultural Department of the Municipality of Catania


BOCS Ltd

CATANIA/BERLINO/LONDRA


BOCS Ltd (Catania/Berlino/Londra) Privato e Pubblico insieme per la promozione dell’arte contemporanea Marcella Borzì L’avere ospitato il progetto BOCS Ltd tra le sale del Palazzo della Cultura di Catania è stata una bella sfida e opportunità per questa città. BOCS è, infatti, uno spazio espositivo realizzato ai margini della geografia della città di Catania, in un quartiere al tempo stesso storico e periferico delle frequentazioni dei cittadini. Non così è invece per l’importanza che BOCS occupa nel panorama della scena artistica e giovanile: fenomeno che ha meritato e merita l’attenzione di quanti osservano la nascita e la vitalità di organizzazioni a tutela di percorsi artistici realmente contemporanei nella ricerca e fuori dai circuiti tradizionali dell’arte. Ho avuto l’incarico di gestire il Centro Culturale Polivalente di Catania, sito presso il Palazzo della Cultura e destinato all’organizzazione di mostre ed eventi nell’ambito del progetto IART Il Polo diffuso per le identità e l’arte contemporanea in Sicilia, nel momento in cui prendeva corpo il progetto BOCS Ltd. Quale occasione migliore di un progetto finanziato con fondi europei, dedicato interamente alla promozione dell’arte contemporanea in tutte le sue forme per sostenere idee, e intrapreso per rinsaldare legami e crearne di nuovi, per accogliere il nuovo che già c’è e che ha bisogno di un maggiore campo di visibilità e, soprattutto, un riconoscimento da parte delle Istituzioni! L’avere accolto la proposta di realizzarlo in questa sede, forse anche accelerandone i tempi di gestazione, ha dato luogo in un tempo breve, tra giugno e settembre 2015, a tre mostre che hanno visto coinvolti insieme a BOCS alcuni importanti spazi espositivi del panorama internazionale dell’arte contemporanea: SCHAU FENSTER di Berlino e Five Years di Londra. Catania, Berlino e Londra sono, infatti, le città che BOCS Ltd ha inteso collegare fisicamente e metafisicamente, con la scelta in totale autonomia da parte degli spazi espositivi di artisti e opere che caratterizzano e sintetizzano in qualche modo la loro mission. Catania, dunque, quale luogo che accoglie e favorisce un confronto internazionale in grado di alimentare lo scambio di idee sulle nuove metodologie di lavoro e sugli approcci al contemporaneo tra artisti siciliani e artisti delle principali capitali dell’arte in Europa. Ecco il “resoconto” di quanto è accaduto in questi mesi.

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BOCS Ltd (Catania/Berlin/London) Private and Public together to promote contemporary art Marcella Borzì The act of hosting the project, BOCS Ltd, within the rooms of Palazzo della Cultura in Catania has been a great challenge and a good opportunity for the city. BOCS is, in fact, an exhibition space realised at the geographical borders of the city of Catania, in a historical yet peripheral neighbourhood for the gathering of its residents. Hence, BOCS plays an important role in the panorama of the young and artistic scene. This is a phenomenon that has deserved – and still deserves – the attention of those who notice the birth and energy of organisations, which safeguard truly contemporary artistic currents, outside of the traditional art circuits. I received the appointment of coordinating Centro Culturale Polivalente (multicultural centre) in Catania – located within Palazzo della Cultura and designed for the organisation of exhibitions and events, in the setting of the project IART Il Polo diffuso per le identità e l’arte contemporanea in Sicilia (IART the distributed Pole for the identities and contemporary art in Sicily) – when the project BOCS Ltd was taking shape. What better occasion for a project financed with European funding, entirely dedicated to the promotion of contemporary art; a project undertaken to reinforce old links and create new ones, while welcoming the innovation that already exists, that needs a wider visibility and, especially, recognition from the Institutions! The process of attempting to realise the project in this venue, perhaps also accelerating the timeframe of development, has given space – for a short time between June and September 2015 – to three exhibitions. These have seen the involvement of, alongside BOCS, some important exhibition spaces in the international panorama of contemporary art: SCHAU FENSTER from Berlin, and Five Years from London. Catania, Berlin and London are, in fact, the cities that BOCS Ltd intended to connect both physically and theoretically, with the complete autonomous choice of the organisations regarding both artists and works somehow representative of their mission. Catania, in other words, is the place that welcomes and favours an international confrontation to encourage exchange of ideas on new work methodologies and attitudes towards contemporary art – between Sicilian artists and artists from the main capitals of art in Europe. This is the ‘summary’ of what has happened in these months.

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Nel tentativo di definire (questa) collaborazione… Miriam La Rosa L’utilizzo di termini come network e collaborazione, con riferimento all’arte contemporanea, è ricorrente. Tuttavia, mentre l’associazione del primo al mondo dell’arte ha una datazione piuttosto recente, principalmente connessa all’espansione della globalizzazione e alla continua crescita dell’influenza di Internet, il secondo cela indubbiamente origini più remote. La storia dell’arte, infatti, annovera numerosi esempi di collaborazioni artistiche e tra artisti. Per menzionarne alcune, tra le più memorabili, basti pensare a Man Ray e Marcel Duchamp, Luis Buñuel e Salvador Dalí o Robert Rauschenberg e Jasper Johns. Pertanto, l’idea di un impegno congiunto, di una pratica di tipo processuale o, in altre parole, dell’impiego un mezzo per raggiungere un fine piuttosto che della ricerca un fine in se stesso, è un concetto di grande rilevanza nel fare arte. Allo stesso tempo, la definizione di collaborazione non è inequivocabile e completamente tangibile, poiché dipendente da una serie di condizioni e dalle molteplici peculiarità delle parti coinvolte; se l’importanza di questa pratica è raramente messa in discussione, difatti, i modi per attuarla sono, di contro, estremamente differenti. Dunque, cosa si intende realmente quando si parla di ‘collaborazione’? Superando la mera fabbricazione oggettuale e dirigendosi verso un approccio più discorsivo, collaborazione implica movimento, sia geografico, sia intellettuale, apertura e scambio. Queste prerogative sono alla base di BOCS Ltd; un progetto di network internazionale concepito da Giuseppe Lana e Claudio Cocuzza, rispettivamente, direttore artistico e tecnico del BOCS. Con lo scopo di generare un supporto per i suoi partecipanti, attraverso una collaborazione transnazionale, BOCS Ltd comprende il coinvolgimento di tre artist-run spaces di Catania, Berlino e Londra. Ciascuno di questi è stato invitato a presentare le opere di due artisti e a condividere una prospettiva personale sulla struttura dell’organizzazione e sul proprio approccio alla pratica della collaborazione. Le organizzazioni partecipanti sono SCHAU FENSTER di Berlino, Five Years di Londra, e BOCS di Catania. Il progetto si sviluppa in diversi momenti, allestiti nella project room del Centro Culturale Polivalente a Catania. Questi sono, in particolare: un’esposizione di opere degli artisti Filippo Leonardi e Sebastiano Mortellaro (BOCS) in mostra dal 12 al 26 giugno 2015, una mostra delle opere degli artisti Johannes Buss ed Ekaterina Mitichkina (SCHAU FENSTER) dal 31 luglio all’8 agosto 2015 e una mostra sul lavoro delle artiste Sally Morfill e Rochelle Fry (Five Years) in corso dal 5 al 15 settembre 2015. Nella loro varietà, le tre mostre mettono in luce le diverse tendenze di ricerca e le pratiche di artisti provenienti da queste organizzazioni. Nondimeno, e nonostante la talvolta naturale propensione a etichettare e formare classificazioni di categorie specifiche, il progetto non intende creare standardizzazioni di tipo alcuno, né suddivisioni.

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Nonostante cadano sotto la definizione di ‘artist-run’, BOCS, SCHAU FENSTER e Five Years rappresentano tre esempi differenti nel loro genere. Difatti, differiscono nella struttura manageriale così come nel ruolo ricoperto dagli artisti. BOCS è artistrun nel senso che il direttore artistico Giuseppe Lana è un artista egli stesso, il quale tuttavia non esibisce mai nello spazio. Artisti sono anche i numerosi collaboratori che gravitano attorno ai progetti del BOCS; svolgendo una serie di compiti che vanno dal supporto pratico e tecnico, alla creazione di una comunità. Allo SCHAU FENSTER, il direttore Jan Kage assurge specificatamente al ruolo di artista/curatore che co-ordina o, secondo le sue stesse parole, cura i curatori invitati a organizzare mostre allo SCHAU FENSTER. Five Years è invece un modello costituito da membri, dove un certo numero di artisti – al momento dodici – gestisce mostre e progetti, esibendo il proprio lavoro all’interno di un programma combinato a interventi di curatori e artisti invitati a collaborare. Denominatore comune è, certamente, l’intenzione di generare occasioni per il dibattito sull’arte contemporanea, nel rispetto delle peculiarità dei contesti in cui ogni spazio è situato. Dalle interviste condotte con i direttori e/o membri di ciascuno spazio (riportate alla fine di questa pubblicazione), sono emerse alcune considerazioni sulla natura della collaborazione e sul ruolo degli artisti. Innanzitutto, collaborazione è stata descritta come la pratica del lavorare insieme e del fare insieme, nel senso più basilare del termine – svolgere compiti di ordinaria amministrazione – o, ancora, come l’opportunità di associarsi ad altri artisti e istituzioni. Da qui, all’interno delle tre organizzazioni, in modo più o meno conscio, gli artisti agiscono da curatori con il lavoro di altri e, nel caso di Five Years, anche con il proprio lavoro. Eppure, se da una parte essere artist-run offre libertà nel processo decisionale e nelle tempistiche entro cui esporre, d’altra parte, stabilisce il principio dell’‘artista curatore come istituzione’ dove il dualismo ‘artista curatore’ sta, chiaramente, a significare artisti che svolgono anche il ruolo di curatori, mentre ‘come istituzione’ aggiunge uno strato supplementare di formalizzazione. Quest’ultima apporta un intero bagaglio di responsabilità al discorso. In effetti, uno dei principali criticismi che può essere mosso agli artist-run spaces è di essere spesso auto-referenziali, nel senso di favorire un approccio eccessivamente individualistico e soggettivo alla pratica dell’organizzazione di mostre, dettato dal gusto e dagli interessi di ricerca di un’oligarchia di pensatori e artefici. Tuttavia, non è questo il rischio in cui qualsiasi organizzazione che lavora sempre con gli stessi co-ordinatori di programmazione – forse, curatori? – può incorrere? Pur essendo artist-run, un’organizzazione che si definisce tale, necessiterà sempre apertura e integrazione di prospettive alternative nella formazione del proprio programma. Di conseguenza, un aspetto importante del progetto BOCS Ltd è di favorire dialogo e innescare conversazioni su processi di lavoro e proposte verso l’arte contemporanea di tipo innovativo, stabilendo un maccanismo di partenariato tra le organizzazioni coinvolte. Il progetto incoraggia, inoltre, la delineazione di una ricca e diversificata nozione di collaborazione, proveniente dall’esperienza di artisti che co-operano distintamente in tre città europee con comunità artistiche stratificate.

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In an attempt to define (this) collaboration… Miriam La Rosa When referring to contemporary art, terms such as network and collaboration are extremely recurrent. However, whilst the former’s association to the art field has a rather recent record – mainly linked to the expansion of globalisation and the evergrowing influence of the Internet – the latter undoubtedly conceals older origins. Art History, in fact, lists numerous examples of artistic collaborations and collaborations between artists. Just to mention a few, amongst the most memorable, we can think of Man Ray and Marcel Duchamp, Luis Buñuel and Salvador Dalí or Robert Rauschenberg and Jasper Johns. Hence, the idea of a joint endeavour, as a processbased practice, i.e. a means to an end rather than an end in itself, is something of great relevance for the making of art. At the same time, the definition of collaboration is not absolute and fully tangible, because it depends on a series of constraints and on the peculiarities of the involved parties. Meaning that: if the importance of this practice is rarely questioned, the ways to make it happen, on the contrary, are highly diverse. So, what do we truly mean when we say ‘collaboration’? If we move beyond the mere fabrication of objects and towards a more discursive approach, collaboration implies movement – both geographical and intellectual – openness and exchange. These prerogatives are at the foundation of BOCS Ltd; an international network project devised by Giuseppe Lana and Claudio Cocuzza – respectively artistic director and technical director of BOCS. With the aim of generating a support structure for its participants, through a transnational collaboration, BOCS Ltd encompasses the involvement of three artist-run spaces from Catania, Berlin and London. Each of them has been invited to display works of two artists, whilst sharing perspectives on their organisation’s framework and approach to collaboration. The participating organisations are SCHAU FENSTER, Berlin, Five Years, London, and BOCS, Catania. The project unfolds in various stages, physically taking place in the project room of Centro Culturale Polivalente (multi-cultural centre) in Catania. These are: an exhibition of works by artists Filippo Leonardi and Sebastiano Mortellaro (BOCS) from the 12th to the 26th of June 2015, a display of works by artists Ekaterina Mitichkina and Johannes Buss (SCHAU FENSTER) from the 31st of July to the 8th of August 2015 and a show presenting works by artists Sally Morfill and Rochelle Fry (Five Years) from the 5th to the 15th of September 2015. In their variety, the three exhibitions epitomise different trends of research and art practices of artists from these organisation. Nevertheless, and despite a perhaps natural tendency of labelling and forming classifications over specific categories, the project does not intend to create standardisations of any kind or to put things in a box. Although falling under the definition of ‘artist-run’, BOCS, SCHAU FENSTER and Five Years represent three different examples in their genre. They, in fact, differ in 8


management structure as well as in the role covered by artists. BOCS is artistrun in the sense that the artistic director, Giuseppe Lana, is an artist himself who however does not show his own work in the space. Artists are also the numerous collaborators gravitating around BOCS’ projects, i.e. carrying out several tasks that go from practical and technical support to community making. In SCHAU FENSTER, the director Jan Kage purposely performs the role of the artist/curator, who co-ordinates or, in his own words, curates the curators invited to organise exhibitions at SCHAU FENSTER. Five Years is then a membership-based model, where a number of artists – currently twelve – manage exhibitions and projects, whilst exhibiting their own work, in a programme combined with interventions from invited practitioners: both artists and curators. A common denominator is, certainly, the intention to generate occasions for debate around contemporary art, in the respect of the peculiarities of the context where each space is located. From the interviews conducted with directors and/or members from each space (reported at the end of this publication), some considerations have risen in relation to the nature of collaboration and the role of artists in these places. To begin with, collaboration has been described as the practice of working together as well as the act of doing together, in the most fundamental sense – such as performing day-to-day administrational tasks – or, furthermore, as the opportunity to associate oneself to other artists and institutions. Hence, within the three organisations, in a more or less conscious way, artists play as curators with the work of others and, in the case of Five Years, with their own work as well. Though, if from one side being artist-run offers freedom in the decision making process and the timeframe in which to exhibit, from the other side, it establishes the principle of ‘artist as curator as institution’ where the dualism ‘artist as curator’ clearly stands for artists who also curate, whereas ‘as institution’ adds a further layer of formalisation. The latter brings a whole set of responsibilities within the discourse. In effect, a major criticism that can be moved to artist-run spaces is that of being often self-referential, i.e. favouring a too individualistic and subjective approach to exhibition making, dictated by the taste and research interests of an oligarchy of thinkers and makers. Nevertheless, is not this the risk that each organisation, working all the time with the same programme coordinators – perhaps, curators? – can fall into? Despite being artistrun, an organisation that defines itself as such will always necessitate openness to and integration of alternative perspectives in the shaping of its programme. Thus, a remarkable aspect of BOCS Ltd is that of favouring dialogue and fostering conversations on new work processes and proposals in contemporary art, by establishing a mechanism of partnership between the organisations involved. Within these premises, BOCS Ltd further encourages the tracing of a rich and diversified notion of collaboration, coming from the experience of artists who distinctly cooperate within three multi-layered contemporary art communities in Europe.

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BOCS (CATANIA) 12/26 GIUGNO 2015 12/26 JUNE 2015

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Filippo Leonardi / Sebastiano Mortellaro 15


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SCHAU FENSTER (BERLINO) 31 LUGLIO / 8 AGOSTO 2015 JULY 31 / AUGUST 8, 2015

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Ekaterina Mitichkina / Johannes Buss 21


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FIVE YEARS (LONDRA) 5/15 SETTEMBRE 2015 5/15 SEPTEMBER 2015

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Rochelle Fry / Sally Morfill 27


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GLI ARTISTI THE ARTISTS

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Filippo Leonardi Catania, Italy Filippo Leonardi è un artista che vive e lavora a Catania. Nel 2002, esplorando il concetto di identità, Leonardi mette a punto una serie di installazioni e interventi partecipativi tra cui: Super-eroi, sviluppato all’interno della Biennale Internazionale Arte Giovane di Torino. Nel 2007 l’artista sviluppa Senza ragione, ciclo di lavori che nasce da una riflessione sull’utilizzo della ragione nelle specie vegetali. La serie è esposta nel 2007 presso la Galleria Collica di Catania e, nel 2008, presso la Galleria Meno Parkas di Kaunas in Lituania. Nel 2009, al PAV di Torino, nell’ambito della mostra Greenhouse, realizza l’installazione ambientale Più nessuna danza. Nel 2010, prende forma la serie Colombaia, work in progress, nata per mettere in comunicazione spazi museali e periferie, utilizzando i colombi viaggiatori. Questo ciclo è esposto presso la galleria Collicaligreggi a Catania, la Marselleria a Milano, il PAV a Torino, il MUSE a Trento e la Filanda in Toscana. Nel 2013 nasce il ciclo di lavori Perchè mangiamo gli animali, riflessione su come la specie umana si pone oggi nei confronti delle differenti specie animali. Opere di questo ciclo sono esposte nel 2013 presso l’Accademia Americana, Roma, e nel 2014 presso il Museo Riso di Palermo. Nel 2015 nasce il ciclo Flora plastica, esposto per la prima volta negli spazi del BOCS di Catania. Filippo Leonardi is an artist that lives and works in Catania. In 2002, exploring the notion of identity, Leonardi generates a series of installations and participatory events such as: Super eroi (Super heroes), developed in the context of the Biennale Internazionale Arte Giovane di Torino (International Biennial of Young Art in Tourin). In 2007 the artist produces Senza ragione (Without reason), a cycle of works borne from a reflection on the use of reason in plants. The series is exhibited in 2007 at Galleria Collica in Catania and, in 2008, at Galleria Meno Parkas in Kunas, Lithuania. In 2009, at PAV in Turin, he realises the environmental installation Più nessuna danza (No dance anymore) within the exhibition Greenhouse. In 2010, the series Colombaia (Dovecote) takes shape as a work in progress borne to put in communication museums and outskirts, by using carrier pigeons. This cycle is displayed at Galleria Collicaligreggi in Catania, Marselleria in Milan, PAV in Turin, MUSE in Trento and Filanda in Tuscany. In 2013 Leonardi develops the cycle of works Perchè mangiamo gli animali (Why we eat animals), an analysis on how the human kind treats different animal types today. Works from this cycle are displayed in 2013 at Accademia Americana (American Academy) in Rome and in 2014 at Museo Riso in Palermo. In 2015 he produces Flora plastic (Plastic flora), a body of works exhibited for the first time at BOCS in Catania.

Flora plastica / Plastic plant - Senza titolo / Untitled #2, 2015, poliuretano espanso, cucurbitacee legenarie / polyurethane foam, cucurbitacee legenarie, 44 x 50 x 48 cm. 30


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Colombaia mobile / Mobile dove-cote #3, 2015, installazione contenente colombi viaggiatori, legno, plexiglass, policarbonato / installation including corrier pigeons, wood, plexiglass and dibond, 180 x 75 x 100 cm.

Dettaglio Colombaia mobile / Detail Mobile dove-cote #3.

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Meglio un uovo oggi che una gallina domani / Better an egg today than a hen Tomorrow, 2013, scritta al neon / Neon writing, 25 x 330 x 10 cm.

Come mangiamo gli animali / How we eat animals, 2014, stampa fotografica su dibond / photographic print on dibond, 80 x 110 cm.

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Sebastiano Mortellaro Siracusa, Italy Sebastiano Mortellaro ha conseguito la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto d’Arte di Siracusa. Dopo aver frequentato per due anni il corso di Pittura di Alberto Garutti presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ha conseguito il Diploma Accademico in pittura presso l’Accademia di Belle Arti Mario Minniti di Siracusa con l’artista Alfredo Romano. Dal novembre 2008 è entrato a far parte dell’archivio S.A.C.S. di Palazzo Belmonte Riso museo d’arte contemporanea per la Sicilia. Il processo di lavoro non è complicato, è uno studio sulla Sicilia, “scavare nel passato e trovare cose e proporle in chiave ironica”. C’è il desiderio di mettersi in bilico, in equilibrio per un istante, nel bel mezzo di un passaggio al tempo stesso storico ed esistenziale avvenuto in Sicilia circa quaranta anni fa, nel passaggio da una società prevalentemente contadina e artigiana all’industrializzazione e all’omologazione politico-culturale. Nel lavoro si mettono in parallelo tempi diversi e distanti, sentendoli entrambi incerti. L’ironia fa da contrappunto alla tragedia di una terra martoriata. Il vuoto tra l’immobile passato e un presente assordante anche se sovrapposti, è tragicamente incolmabile. Sebastiano Mortellaro is an artist from Siracusa. He studied Arte Applicata (Applied Art) at Istituto d’Arte in Siracusa and Painting at Accademia di Belle Arti di Brera in Milian, gaining the Academic Diploma in Painting at Accademia di Belle Arti Mario Minniti in Siracusa with artist Alfredo Romano. Since November 2008 he is part of the S.A.C.S. archive in Palazzo Belmonte Riso Contemporary art museum for Sicily. His work process is not complicated; it is a study of Sicily, aiming to “dig into the past to find things to be proposed in an ironical manner”. There is the desire to be in a precarious equilibrium in the historical and existential transfer, which occurred in Sicily almost 40 years ago, in the transition from an agricultural and artisan society to industrialisation and homologation; both political and cultural. In Mortellaro’s work there is the coexistence of different and distant times, which are perceived as uncertain moments. Irony is the counterpoint of the tragedy of a tormented land. The void between a motionless past and a deafening present, although overlapping, is tragically unbridgeable.

AGORÀ, 2012, installazione e video formato PAL 10 sec, 16 x 2.85 x 4 m. 34


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Lampedusa, 2014, particolare di una serie di 8 foto, foto colore, 100 x 70 cm.

P R I M O I N T E R V E N T O, 2010, site specific di Sebastiano Mortellaro e Stefania Zocco a cura di Francesco Lucifora e Aldo Taranto presso Galleria Civica d’Arte Contemporanea Montevergini Siracusa.

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Live, 2013, installazione con terra, 7,5 x 4,90 m.

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Johannes Buss Berlin, Germany Johannes Buss è un artista e scenografo che vive e lavora a Berlino sin dal 1999. Buss ha studiato belle arti e design in Enschede, Olanda, e Vancouver, Canada. Ha esposto e lavorato per a.o. Barbican Centre, Londra, Johannesburg Art Gallery, Badischer Kunstverein Karlsruhe, Staedtische Kunsthalle Lothringer 13, Monaco, German Embassy, Londra, Haus der Kunst, Monaco, Berlin Festival e Treibstoff Theatertage, Basilea. Dal 2012 Buss produce il suo lavoro sotto il nome Radical Adults Productions, incrociando i confini tra arte, design e scenografia e creando opere per diverse occasioni. I suoi allestimenti variano tra mostre, teatro, set design e festival musicali. Buss è interessato all’estetica della politica. Estrae i media esistenti nella cultura popolare, politica ed economica, alterandoli e ricombinandoli in forma di istallazioni, sculture e spatial design. Johannes Buss is an artist and secnographer that lives and works in Berlin since 1999. Buss studied fine arts and design in Enschede, Netherland,s and in Vancouver, Canada. He has exhibited at and worked for a.o. the Barbican Art Centre London, Johannesburg Art Gallery, Badischer Kunstverein Karlsruhe, Staedtische Kunsthalle Lothringer 13 Munich, German Embassy in London, Haus der Kunst Munich, Berlin Festival and Treibstoff Theatertage Basel. Since 2012 Buss produces works under the name Radical Adults Productions. Crossing borders between art, design and scenography, he creates work for different occasions. Showcases vary from exhibitions, theatre, set design and music festivals. He is fascinated by the aesthetics of the political. He extracts existing media out of popular, political and economic culture and alters and recombines them in form of installations, sculptural objects, and spatial design.

democratic shoes, 2010, pair of adidas sl-72, spray color. 38


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KM (jeder nach seinen F채higkeiten, jedem nach seinen Bed체rfnissen), 2015, glitter with acrylic binder on wood, 22 x 75 cm.

PPPP (pop, power, progression, poetry), 2014, paper lamps with b/w copy prints, color bulbs, installation.

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RFK - the Ambassador, 2011, drawing gouache, xerox transfer, pencil, colour pencil, on paper, 85 x 70 cm.

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Ekaterina Mitichkina Berlin, Germany Ekaterina Mitichkina è nata a Minsk, Bielorussia. Dal 2000 al 2004 ha studiato scultura all’accademia d’arte di Enschede, Olanda. Dal 2006, Mitichkina vive e lavora a Berlino. La sua ricerca consiste principalmente in disegni di formati diversi. Recentemente ha iniziato a utilizzare tecniche tessili quali il ricamo e la tessitura come estensione del suo lavoro. Prima di trasferirsi nell’occidente europeo e studiare arte in Olanda, Mitichkina ha frequentato un liceo artistico classico in Bielorussia. Queste esperienze caratterizzano il suo lavoro, sia formalmente sia concettualmente: i suoi disegni provano una conoscenza magistrale di tecniche e materiali. Ritraggono, inoltre, in maniera principalmente figurativa, ritratti e paesaggi che intersecano momenti privati con avvenimenti politici. Le sue opere spesso parlano di isolamento e desolazione in un esistenzialismo di pressoché “tarkowskiana” maniera. La storia personale di Mitichkina, che va e viene tra est e ovest, è chiaramente visibile e diviene il segno distintivo di tutto il suo lavoro. Ekaterina Mitichkina was born in Minsk, Belarus. From 2000 to 2004 she studied sculpture at the art academy in Enschede in the Netherlands. Since 2006 Mitichkina lives and works in Berlin. Her current work mainly consists of drawings in many different formats. More recently she also started to use textile technics such as embroidery and weaving to extend her body of work. Before moving to the west and studying art in the Netherlands, Mitichkina attended a classical artistic lyceum in Belarus. These experiences also characterises her work, both formally and conceptually; her drawings prove the masterful knowledge of techniques and materials. They depict, in a mainly figurative way, portraits and landscapes that interweave private with political moments. The works often speak about isolation and desolation in an somewhat existentialist “tarkowskian“ way. Mitichkina’s personal history, which goes back and forth between “east” and “west”, is clearly visible and becomes the distinguishing mark of her work.

Rob, 2014, embroider woll, 30 x 20 cm. 42


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one of 2014 (i know you re there, but i don t care), 2014, aquarel, pastelle, pen, gesso, charcoal, 146 x 210 cm.

my dream meets his dream, 2013, 2 x 93 x 145 cm.

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SELFIE, 2014, embroider woll, 30 x 90 cm.

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Rochelle Fry London, UK Rochelle Fry è un’artista che vive e lavora a Londra. Si è laureata alla Royal Academy Schools di Londra, nel 2006. Come membro Five Years dal 2007, cura mostre e ha partecipato a progetti collaborativi con musicisti e artisti. Le sue opere sono state esibite a Londra e a livello internazionale. Mostre recenti includono Young London, 2012, al V22, una personale al 43 Inverness Street, Londra e Ways from Here to There, 2015, a Coleman Projects. Rochelle Fry crea esperimenti visivi fragili, attraverso l’espansione dei limiti fisici dei materiali. Incorporando bronzi dipinti di piccole dimensioni, collocati su tavoli costruiti sopra pannelli riconfigurati dall’artista stessa, e opere in seta appese alle pareti della galleria, i suoi lavori sono strane manifestazioni di movimento, colore, suono e forma. L’effetto è quello di interpretazioni instabili riguardo a preoccupazioni formali. Rochelle Fry is an artist who lives and works in London. She graduated from the Royal Academy Schools, London 2006. As a member of Five Years since 2007, she curates exhibitions and has taken part in collaborative projects with musicians and artists. Her work has been exhibited in London and internationally. Recent exhibitions of her work include Young London 2012 at V22, a solo exhibition at 43 Inverness Street, London, and Ways from Here to There, 2015 at Coleman Projects. Rochelle Fry creates fragile visual experiments by teasing out the physical limits of materials. Ranging from small-scale painted bronzes on tables constructed from reconfigured artist-made floor panels to silk wall-based works hanging on the walls, her works are strange manifestations of movement, colour, sound and form. The effect is one of unstable renditions of formal concerns.

The Idiot, music for a poster, 2012, offset litho. 46


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Snoot Snout, 2015, wax, media player/amplifier and soundtrack, duration 40 minutes.

Conversation of the Eye, 2013, clay, plywood, media player/amplifier and soundtrack by Squares and Triangles, duration 40 minutes.

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The Idiot, structure, 2012, painted bronze.

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Sally Morfill London, UK Sally Morfill è un’artista e educatrice che vive e lavora tra Londra e Manchester. Come membro di Five Years, dal 2007, ha curato mostre per il programma della galleria, continuando la propria pratica di ricerca ed esibendo il suo lavoro. I suoi progetti includono recenti collaborazioni con Ana Čavić, per The Naturalness of Strange Things, in mostra a Five Years nell’Aprile 2015 e con la danzatrice Karen Wood, con la quale ha esplorato il vocabolario e la grammatica della danza e del disegno. In questo periodo, Morfill è parte della mostra The Dreaming House alla Newstead Abbey e il suo lavoro è stato esibito nel Regno Unito, Amsterdam, Vienna e Cina. Sally Morfill sta inoltre studiando per un dottorato di ricerca con base pratica al MIRIAD (Manchester Institute for Research and Innovation at Manchester School of Art and Design), investigando la relazione tra gesti quotidiani e gesti del disegno. Sally Morfill utilizza il disegno in varie forme per catturare il movimento e registrare i gesti del quotidiano; fermando la fuggevolezza del moto all’interno di un’immagine, o di un oggetto, oppure disegnandolo attraverso la performance. Il recente utilizzo del vinile come materiale si manifesta in lavori che sono spesso collocati su parete e presentano qualità effimere. Gesti passeggeri sono, in questo modo, resi visibili in forma temporanea attraverso la mediazione di processi materiali. Sally Morfill is an artist and educator who lives and works in both London and Manchester. As a member of Five Years since 2007 she has curated shows for the programme, whilst continuing her practice and exhibiting her own work. Projects include recent collaborations with Ana Čavić, for The Naturalness of Strange Things, shown at Five Years in April and with dancer, Karen Wood with whom she has looked at the shared vocabulary and grammar of dance and drawing. She currently has work in The Dreaming House at Newstead Abbey and her work has been exhibited in the UK, Amsterdam, Vienna, and China. Sally Morfill is currently studying for a practice-based PhD with MIRIAD (Manchester Institute for Research and Innovation in at Manchester School of Art and looking at the relationship between everyday gestures and drawing gestures. Sally Morfill uses drawing in various forms as a means of capturing movement and recording everyday gestures; sometimes stilling fleeting movement within an image or object and sometimes drawing it out through performance. The recent use of vinyl as a material results in works that are often wall-based and ephemeral. Fleeting gestures are made temporarily visible via the mediation of material processes.

Can you say something (Incomplete), 2013, installation shot of vinyl, emulsion and graphite wall drawings installed at the Museum of Architecture and Design, Ljubljana, Slovenia as part of the exhibition Seamless: the digital in design. 50


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vinyl rectangle, 2013, 40 x 25 cm.

100 metre line drawing, 2013, performed by dancer, Karen Wood at Five Years, London as part of the exhibition Five Years: Fragments.

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The naturalness of strange things #2, 2015, Graphite drawing on paper, part of a collaborative work with Ana Čavić included in the exhibition The Naturalness of Strange Things: the line that (…) at Five Years, London.

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INTERVISTA AI DIRETTORI ARTISTICI INTERVIEW TO ARTISTIC DIRECTORS

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Quando, e come, è stata formata la vostra organizzazione? (Per quale ragione e/o scopo?) / When, and how, was your organisation formed? (i.e. what was the reasoning behind it?) Giuseppe Lana (BOCS): L’associazione culturale beBOCS nasce per gestire lo spazio espositivo BOCS, attivo a Catania sin dal 2008. Il progetto è sorto in risposta alla carenza di spazi destinati agli artisti emergenti, ampliando il raggio d’azione locale verso l’estero, puntando così ad un proficuo scambio culturale. The cultural association beBOCS was borne to manage the exhibition space BOCS, active in Catania from 2008. The project was conceived in response to a lack of spaces dedicated to emerging artists, extending its focus to a more international scene as well, i.e. with the aim to generate a fruitful cultural exchange. Jan Kage (SCHAU FENSTER): Abbiamo cominciato a lavorare allo SCHAU FENSTER in agosto 2010 per creare una piattaforma per l’arte contemporanea nei suoi diversi stili. Dalle arti figurative all’arte urbana, dalla pittura figurativa a quella astratta, dal concettuale al pop: è possibile trovare posizioni interessanti, entusiasmanti e rilevanti in ogni stile, fintantoché l’artista abbia un’espressione efficace. We started SCHAU FENSTER in August 2010 to create a platform for contemporary art of many styles. From fine art to urban art, from figurative to abstract painting, from conceptual to pop: You can find interesting, exciting, and relevant positions in any style, as long as the artist has an attitude that matters. Edward Dorrian, Rochelle Fry, Ilga Leimanis, Sally Morfill and Alex Schady (FIVE YEARS): Five Years è un progetto collaborativo tra artisti non impostato su fondi, istituito con lo scopo iniziale di stabilire una galleria che fosse artist-run, nel senso che la programmazione della galleria potesse mantenere una relazione diretta e critica tra produzione, discorso e pratica. La nostra storia dal 1998 a oggi: Five Years è stato fondato nel 1998 al numero 40 di Underwood Street, Londra, ad opera di Susan Morris, David Bate e Marc Hulson dallo scioglimento dell’artist-run gallery Accident. Dopo lo show inaugurale What Is A Photograph? (Cosa È Una Fotografia?) Alex Schady, Edward Dorrian, Denise Hawyriso e Denise Webber furono invitati ad entrare a far parte del gruppo. Dal 2000 al 2002 (anno dopo il quale Five Years ha lasciato Underwood Street) Marc Hulson, Alex Schady, Denise Hawyriso e Edward Dorrian erano gli unici membri. Lo spazio in Regents Studios, Londra, fu messo in piedi nel 2007 ad opera di Marc Hulson, Alex Schady e Edward Dorrian. A quel punto l’iscrizione fu aperta, per invito, al fine di includere: Michelle Deignan, Rochelle Fry, Francis Summers, Susan Morris, Cedar Lewisohn, Louisa Minkin, Alice Walton & Jo Addison, Sally Morfill and Esther Planas. Mike Murphy & Kelly O’Connor, Mary Maclean, and Ana Čavić & Renee O’Drobinak (Ladies of the Press*) aderirono nel 2010, seguiti da Charlotte Knox-Williams, Ilga Leimanis and Mia Taylor nel 2015. La membership al momento include: Charlotte Knox-Williams, Ilga Leimanis, Mia Taylor, Mike Murphy, Esther Planas, Sally Morfill, Louisa Minkin, Francis Summers, Rochelle Fry, Edward Dorrian, Alex Schady and Marc Hulson. 56


Five Years is an unfunded collaborative artists’ project, founded with the initial aim to set up a gallery that was artist-run, meaning that the programming of the gallery would maintain a direct and critical relationship between production, discourse and practice. Our history 1998 to present: Five Years was founded in 1998 at 40 Underwood Street, London by Susan Morris, David Bate and Marc Hulson from the dissolution of the artist-run gallery Accident. After the inaugural show What Is A Photograph? Alex Schady, Edward Dorrian, Denise Hawyriso and Denise Webber were invited to join the group. From 2000 - 2002 (after which Five Years left Underwood Street) Marc Hulson, Alex Schady, Denise Hawyriso and Edward Dorrian were the only members. The space at Regents Studios, London was set up in 2007 by Marc Hulson, Alex Schady and Edward Dorrian. At that point the membership was expanded by invitation to also include: Michelle Deignan, Rochelle Fry, Francis Summers, Susan Morris, Cedar Lewisohn, Louisa Minkin, Alice Walton & Jo Addison, Sally Morfill and Esther Planas. Mike Murphy & Kelly O’Connor, Mary Maclean, and Ana Čavić & Renee O’Drobinak (Ladies of the Press*) joined in 2010, followed by Charlotte Knox-Williams, Ilga Leimanis and Mia Taylor in 2015. Membership currently stands at Charlotte Knox-Williams, Ilga Leimanis, Mia Taylor, Mike Murphy, Esther Planas, Sally Morfill, Louisa Minkin, Francis Summers, Rochelle Fry, Edward Dorrian, Alex Schady and Marc Hulson.

Qual è la struttura dell’organizzazione? (Quante persone o membri ne fanno parte? Chi è responsabile del processo decisionale? Come sono gestite le attività e la programmazione?) / What is the structure of the organisation? (i.e. how many people/members are part of it? Who is responsible for the decision making process? How do you manage your activities and programmes?) GL (BOCS): Giuseppe Lana e Claudio Cocuzza, rispettivamente direttore artistico e direttore tecnico, sono gli ideatori e fondatori del progetto BOCS e sono i responsabili del processo decisionale. Negli anni si è creato un solido gruppo di artisti e curatori che tutt’oggi aiutano e supportano le attività, confrontandosi sia nelle scelte degli artisti sia dei progetti da realizzare, componendo la programmazione con un anno di anticipo. Claudio Cocuzza and I, respectively technical director and artistic director, are the conceivers and founders of the BOCS project – being therefore responsible for the decisional process. Throughout the years, a group, made of both artists and curators, began to support the activities, confronting each other on the choice of artists as well as on the projects to realise, i.e. structuring the programming with a year of anticipation. JK (SCHAU FENSTER): Lo spazio è gestito da me. Invito persone dal mondo dell’arte e oltre, a curare mostre di gruppo. Persone interessanti amano cose altrettanto interessanti. Principalmente, i curatori sono artisti essi stessi ma, in passato, hanno partecipato anche musicisti, scrittori, altri curatori e simili. The space is run by me. I invite people from the art world, and beyond, to curate group shows. Interesting people like interesting stuff. Mostly the curators are 57


artists themselves but they have also been musicians, writers, other curators and such. SM/ED (FIVE YEARS): Al momento, ci sono dodici membri all’interno di Five Years. È stabilito un programma per la galleria, che permette a ciascun membro di programmare un totale di quattro settimane di attività all’interno del ciclo. Agendo in autonomia, i membri decidono il contenuto dei propri contributi al programma collettivo. In occasioni dove il consenso è necessario, ad esempio quando si selezionano progetti da presentare all’ACE (Arts Council England) per ottenere fondi, utilizziamo incontri aperti per discutere e votare le varie idee. Five Years è un’organizzazione a scopo benefico registrata, e come tale, i membri formano il comitato responsabile delle operazioni giornaliere, incontrandosi su base trimestrale con il nostro consiglio di amministrazione. Un report annuale e uno statuto finanziario sono pubblicati conformemente alle regolamentazioni della Charity Commission. There are currently 12 members of Five Years. A schedule for the gallery is devised allowing each member to programme a total of four weeks of activities within the cycle. Acting autonomously, members decide the content of their contributions to the collective Five Years’ programme. On occasions where consensus is necessary, e.g. when selecting projects to be submitted for ACE (Arts Council England) funding, we use open meetings to argue and vote on ideas. Five Years is a registered charity, and as such its members form the committee responsible for its day-to-day operation and meet on a quarterly basis with our board of Trustees. An annual report and financial statements are published in accordance with Charity Commission regulations.

Secondo la tua opinione, ed esperienza, quali sono i benefici/vantaggi principali di un artist-run space? Quali gli svantaggi? / In your opinion, and according to your experience, what are the main benefits/advantages of an artistrun space? What are the disadvantages, if any? GL (BOCS): Negli ultimi vent’anni in Italia ci sono stati diversi esempi e testimonianze di artist-run spaces. Questi spazi indipendenti hanno dato l’opportunità a un confronto generazionale tra artisti, supplendo le tradizionali istituzioni dedicate all’arte emergente. Oggi, a distanza di anni, se da un lato si riconosce il valore ed il ruolo degli artist-run spaces, è anche vero che questo fenomeno dilaga sempre più nella tendenza. Questo atteggiamento è preoccupante in quanto può sfociare facilmente in una mera speculazione autoreferenziale, che indubbiamente indebolisce lo scopo principale progetto. In the last 20 years in Italy, there have been multiple examples and testimonies of artist-run spaces. These independent spaces have given the opportunity to produce generational confrontation amongst artists, compensating for the traditional institutions dedicated to emerging arts. Today, after years, if from one side both value and role of artist-run spaces is recognised, from the other side this phenomenon is rapidly overturning into a fashionable trend. This attitude 58


is concerning, since it can easily become a self-referential speculation, which undoubtedly weakens the primary scope of the project. JK (SCHAU FENSTER): I benefici principali? Tanto divertimento, in primis. Molti artisti interessanti e tanti amanti dell’arte da conoscere. A seguire: molte buone conversazioni e amicizie. E moltissime lunghe notti a celebrare l’arte. The main benefits? A lot of fun, in the first place. And a lot of interesting artists and art lovers to meet. With this, a lot of great conversations and friendships. And a lot of long nights celebrating art. RF/IL (FIVE YEARS): Il vantaggio di un artist-run space è l’indipendenza: l’artista è libero di creare ciò che vuole, esplorare o sperimentare al di fuori dei vincoli del contesto commerciale o di un rigido processo di selezione di giuria. L’artist-run space crea, inoltre, una situazione, una piattaforma o comunità; l’artista non è isolato. Lo svantaggio è che l’artist-run space è organizzato volontariamente da individui che hanno molti altri impegni; una pratica artistica, un lavoro (nel caso dell’insegnamento), una famiglia, ed è spesso condizionato dal fatto di dare il minimo per mantenere le cose in movimento. The advantage of an artist-run space is independence: the artist is free to create what they want, exploring or experimenting without the constraints of a commercial context or a rigid juried selection process. The artist-run space also creates a context, a platform or community; the artist is not isolated. The disadvantage is that the artist-run space is voluntarily organised by individuals who have many other commitments; an art practice, work (in our case teaching), family and it is often about giving the minimum time to keep things going. AS: Gli artist-run spaces danno agli artisti la possibilità di agire liberamente. Non si è dipendenti da gallerie commerciali, o dal sistema pubblico, per esibire o curare un lavoro. Tutti noi coinvolti in Five Years esibiamo i nostri lavori in una serie di contesti e sedi differenti ma è molto utile avere uno spazio in cui poter testare ed esplorare idee in un ambiente pubblico. Sin dalla sua fondazione nel 1998, Five Years ha sviluppato un circolo di persone coinvolte con lo spazio e questo implica la presenza di un ampio gruppo di artisti che sono familiari al tuo lavoro e lo vedono svilupparsi attraverso gli anni. Nel gruppo c’è un ampio raggio di interessi e approcci al fare arte. Quello che abbiamo in comune è il compito di organizzare la struttura e l’ethos dello spazio, ma in molti altri modi il nostro lavoro è davvero differente. Questo ci fornisce una serie di opinioni consapevoli, capaci di criticare e discutere il lavoro che produciamo. La critica apportata agli artist-run spaces è che sono egocentrici ma io vorrei vedere questo come una limitazione e, soprattutto, un vantaggio importante. Artist-run spaces give artists agency. You are not dependent on a commercial or public gallery system to show or curate work. All of us involved with Five Years show work in a number of different contexts and venues, but it is very useful to have a space in which you can test out and explore ideas in a public context. Since it was set up in 1998, Five Years has developed a circle of people involved with the space and this means there is a large group of artists who are familiar with your work and see it developing over time. Amongst the group, there is a range of interests and approaches to making work. What we have in common is the task of 59


setting up the structure and ethos of the space, but in many other ways our work is very different. This provides us with a range of informed voices and opinions to critique and question the work we make. The critique made of artist-run spaces is that they are self-serving, but I would see this both as a limitation and its most important advantage. SM: Oltre settecento artisti hanno contribuito a oltre duecento mostre o eventi curati e organizzati da membri di Five Years. Questo ci ha dato la possibilità di incontrare numerosi professionisti e sviluppare relazioni lavorative nuove e produttive, o di impegnarci con progetti (come questo) che si sono manifestati a noi, per via del fatto che siamo un artist-run space piuttosto che artisti individuali. Molte persone conoscono Five Years, senza sapere i singoli nomi dei suoi membri. More than 700 artists have contributed to over 200 shows or events curated or organised by Five Years members. This has given us opportunities to meet diverse practitioners and develop new and productive working relationships, or to engage with projects (like this one) that have arisen through the fact that we are an artistrun space rather than through the individuals involved. A lot of people have heard of Five Years without knowing the names of its members.

Qual è il vostro mission statetement? / What is your mission statement? GL (BOCS): Il BOCS nasce da un’esigenza di creare sul territorio un punto di riferimento, uno spazio per l’arte che coinvolga tutti, addetti ai lavori e non. La finalità è di contribuire alla crescita artistica e culturale del luogo che viviamo. Il BOCS è un “piccolo spazio” per l’arte contemporanea che, attraverso un “grande network”, ambisce a essere matrice di nuove trasformazioni che possono aiutare a modificare la percezione esterna nei confronti del nostro territorio. BOCS is borne from a need to create a reference point on the territory, a space for art able to involve everyone; both specialists and non. The intention is to give a contribution to the artistic and cultural growth of the place we live in. BOCS is a ‘small space’ for contemporary art, which, through a ‘big network’, aims to be medium of new transformations that can improve the external perception of our territory. JK (SCHAU FENSTER): L’arte è il risultato di un atteggiamento. Io curo i curatori. Art comes from attitude. I curate the curators. ED, RF, IL, SM and AS (FIVE YEARS): Mission statement non è una frase che noi utilizziamo. Quesiti come: chi siamo, cosa facciamo, qual è il nostro metodo di fare le cose sono, invece, aperti ad una continua esaminazione. In generale: Five Years è un’associazione libera di artisti, di pubblico e produttori. Siamo un’organizzazione no profit impegnata a mantenere e supportare l’arte e gli artisti. Nel fare ciò, miriamo a produrre una struttura attraverso cui la pratica e la recezione dell’arte possono essere intraprese come attività autonome e volontarie. Tentiamo di operare secondo i principi di co-operazione, uguaglianza e solidarietà, seguendo procedure democratiche che rappresentano il nostro processo decisionale. 60


Miriamo a operare come un’organizzazione votata all’educazione e alla comunità (dove il termine educazione è inteso come realizzazione di potenzialità secondo emancipazione e la parola comunità intesa come sinonimo di movimento e distribuzione di singolarità in modo libero). Agiamo come punto di incontro di idee, opere d’arte e persone, facilitando individui eterogenei e networks che, in turno, costituiscono un numero differente di comunità e pubblico. Mission statement isn’t a phrase we use. Questions of: who we are, what we do, our method of doing things are open to ongoing examination. In general: Five Years is a free association of artists, audiences and producers. We are a not-forprofit organisation committed to the maintenance and support of art and artists. In doing so, we aim to produce a framework whereby the practising and reception of art might be undertaken as a voluntary and autonomous activity. We attempt to operate under the principles of co-operation, equality and solidarity with democratic procedures underlying our decision-making. We intend to function as an educational and community minded organisation (with education understood as the emancipatory realisation of potentiality and community understood as the free movement and distribution of singularities). We act as a meeting place for ideas, art-works and people, facilitating different and heterogeneous individuals and networks that in turn constitute a number of different communities and publics.

Quali sono/sono stati i progetti più stimolanti e provocatori sviluppati fino a questo momento? Quali, invece, quelli di maggiore successo? / What have been the most challenging projects you have run, so far? What are the most successful ones? GL (BOCS): In sette anni di attività abbiamo sviluppato diversi progetti. Ogni residenza ed esposizione all’interno dello spazio ha dato l’opportunità di istaurare non solo una relazione professionale, ma anche profonde amicizie. Inoltre, grazie a progetti esterni realizzati in giro per la Sicilia con il nome di BOCS origini, abbiamo creato una vera piattaforma di scambio e confronto tra Italia ed estero, attraverso la formula delle residenze artistiche internazionali, operando in luoghi (del territorio siciliano) distanti dai centri più attivi e riconosciuti in questo senso. Tra i più provocatori e di maggiore successo è stato PIANO B presentato a Torino durante Artissima Lido nel 2011. Insieme al lavoro di canecapovolto, abbiamo esposto un video in super 8 realizzato nel 1974 dallo ‘zio Pietro’ (Pietro Filistad), non un artista ma semplicemente un abitante del quartiere dove operiamo con il nostro spazio. In seven years of activity, we have developed several projects. Each residency and exhibition in the space has given us the opportunity to establish, not only a professional relationship, but real friendships as well. Moreover, thanks to external projects realised around Sicily, with the name of BOCS origini (BOCS origins), we have developed a real platform of exchange and confrontation between Italy and other countries, through the formula of international artistic residencies, operating in places – of the Sicilian territory – far away from the most active, and renowned, 61


contemporary art scene. Amongst the most provocative and successful ones, was PIANO B (Plan B), presented in Turin during Artissima Lido in 2011. Together with the work of canecapovolto, we showed a video in super 8 realised in 1974 by ‘uncle Pietro’ (Pietro Filistad): not an artist, but simply an inhabitant of the neighbourhood where our space is located and operates. JK (SCHAU FENSTER): La mia esperienza con l’esibire arte è il risultato di dodici anni di organizzazione di PARTY ARTY – una serata di vibes from different tribes (letteralmente: vibrazioni da tribù differenti) che combina musica club, arti visive e poesia. Per il nostro nono anniversario abbiamo organizzato una grande retrospettiva, con cinquantatré artisti che, a Kunstraum Kreuzberg/Bethanien, hanno ritratto diecimila visitatori in sette settimane. Al momento siamo di ritorno da Zagabria, Croazia, dove ho curato la mostra collettiva Inter Nation Art. Nella casa della Croatian artist association HDLU (più simile a un tempio, in realtà) abbiamo esposto le opere di venticinque artisti da ventitré paesi diversi. Ogni artista ha disegnato una bandiera, ciascuna dello stesso formato. La mostra ha indagato lo stato di crisi nell’Europa contemporanea e la natura cosmopolita dell’arte stessa, affermando: L’arte è veramente universale. Le Nazioni sono artificiali. My experience with showing art comes from a twelve year history of organising PARTY ARTY – a night of vibes from different tribes, which brings together club music, visual arts and poetry. For our 9th anniversary we organised a big retrospective, showing 53 artists in Kunstraum Kreuzberg/Bethanien drawing 10.000 visitors in 7 weeks. Right now we are returning from Zagreb, Croatia where I curated a group show called Inter Nation Art. In the house of the Croatian artist association HDLU (more like a temple, really) we showed the works of 25 artists from 23 countries. Each artist designed a flag, all the same format. The show addressed the state of crisis in contemporary Europe and cosmopolitan nature of art itself, claiming: Art is truly universal. Nations are artificial. SM (FIVE YEARS): I termini ‘provocatorio’ e ‘di successo’ sono problematici. I progetti curati e organizzati dai membri di Five Years hanno incluso mostre personali, eventi basati sulla performance, pubblicazioni e mostre completamente non selezionate. Da un punto di vista programmatico ci sono sfide di tipo pratico per gli organizzatori, nella stesura del programma, ma noi speriamo sempre che il lavoro presentato possa rappresentare una sfida anche per il nostro pubblico. The terms ‘challenging’ and ‘successful’ are problematic. Projects curated or organised by Five Years members have ranged from one-person shows, performance-based events, and publications to totally non-selected shows. On a pragmatic level there are practical challenges for organisers in staging the programme, but we would hope that the work presented will also prove challenging to its audience. ED: Mantenere un artist-run space senza fondi è impegnativo abbastanza. Diciassette anni, più di settecento partecipanti, oltre duecento mostre, progetti ed eventi curati e organizzati rende la cosa… di successo? Maintaining an un-funded, artist-run project is challenging enough. Seventeen years, more than 700 contributors, over 200 shows, projects and events curated 62


or organised makes it… successful?

Qual è l’aspetto più interessante di un progetto come BOCS Ltd, in rapporto alla pratica e allo scopo della vostra organizzazione? / What are the most interesting aspects of a project such as BOCS Ltd in relation to both the practice and scope of your organisation? GL (BOCS): BOCS Ltd è un tassello importante per la crescita e il supporto di ciò che abbiamo realizzato in questi anni. Siamo partiti dal quartiere in cui si trova il BOCS e ci siamo aperti alla città. Ci siamo focalizzati sulla Sicilia e abbiamo collaborato con realtà del nord e sud dell’Italia. Negli ultimi due anni stiamo cercando di confrontarci anche con realtà europee. Abbiamo iniziato con Berlino e Londra, ma stiamo già lavorando per coinvolgere altre capitali. Le differenze socio-culturali tra le varie realtà europee, ci danno l’opportunità di confrontarci e imparare molto. BOCS Ltd is an important step for the growth and support of what we have realised in the past years. We started from the neighbourhood where BOCS is located and we opened up to the city. We focused on Sicily and collaborated with realities of both north and south of Italy. Since two years ago, we have been trying to confront ourselves with other European realities as well. We started with Berlin and London, but are already working to involve other capitals. The socio-cultural differences between the different European scenarios give us the opportunity to learn a lot. JK (SCHAU FENSTER): La decisione di aderire al progetto è stata principalmente dettata dall’opportunità di lavorare ancora una volta con Giuseppe Lana, una persona che stimo molto, e con l’Italia, un Paese che amo. The decision to participate in the project was mainly related to the opportunity of working once again with Giuseppe Lana, who is a person that I like a lot, and with Italy, which is a country I love SM (FIVE YEARS): Sviluppare connessioni internazionali con altri artist-run spaces offre l’opportunità di iniziare conversazioni su come agiamo e ci guida verso possibili progetti futuri come scambi e residenze. Attraverso progetti come questi, la pratica dei membri di Five Years, generalmente autonomi, converge verso la partecipazione collettiva. Developing international connections with other artist-run organisations offers the opportunity to open conversations about how we do things and leads to the potential for future, projects, exchanges and residencies. It’s through projects such as this that the usually autonomous practices of Five Years members begin to converge through collective engagement.

Come definiresti il concetto di collaborazione? / How would you define collaboration? 63


GL (BOCS): Oltre ad aver lavorato con altri artist-run spaces, in questi anni abbiamo collaborato anche con gallerie, fondazioni e istituzioni pubbliche e private, puntando sempre verso collaborazione sia di qualità che di supporto. Other than working with artist-run spaces, in the past years we have collaborated with galleries, foundations and institutions both public and private, aiming to a collaboration based on quality but also mutual support JK (SCHAU FENSTER): Lavorare insieme. Working together. RF/IL (FIVE YEARS): Collaborare apre le porte a risultati inaspettati. Potenzialmente, un’intensa e laboriosa esperienza: è una relazione basata sulla fiducia reciproca. La condivisione della propria pratica con un’attenzione particolare a creare qualcosa di nuovo, soprattutto una collaborazione interdisciplinare. Collaboration opens you up to unexpected outcomes. Potentially, an intense and challenging experience, it is a relationship based on mutual trust. A sharing of your practice with a view to creating something new, especially cross-disciplinary collaboration. AS: Five Years è stato stabilito diciassette anni fa e, come gruppo, abbiamo una vera e propria storia di collaborazione. La collaborazione prende forme diverse e nel caso di Five Years include l’organizzare mostre insieme, il partecipare alle esibizioni degli altri etc. Quando si gestisce un artist-run space, collaborazione significa anche lavorare insieme in cose più ordinarie, preparare dichiarazioni dei redditi, compilare documenti, organizzare incontri etc. La longevità conta, e nel corso degli anni abbiamo sviluppato consapevolezza delle abilità e degli approcci che ciascun membro apporta al gruppo. Creiamo insieme, organizziamo insieme, discutiamo insieme, risolviamo problemi insieme e lo facciamo da molti anni. Five Years was established 17 years ago and as a group we have a history of collaborating together. Collaboration takes many forms and in the context of Five Years this includes putting on shows together, making art together, appearing in each others work etc. When running an artist run space, collaboration also means working together on more mundane tasks, preparing tax returns, setting up charity documents, organising meetings etc. Longevity matters and, over time, we have developed a very good understanding of the skills and approaches that each member brings to the group. We make together, we organize together, we argue together we solve problems together and we have been doing it for many years.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro? / What are the organisation’s goals for the future? GL (BOCS): Lavoriamo per diventare anello della catena di un network internazionale, senza mai dimenticare le nostre origini. Working to become ring of an international network’s chain, without ever forgetting our origins. 64


JK (SCHAU FENSTER): Pubblicare dei cataloghi che possano documentare i cinque anni passati, le mostre, e i progetti più importanti. Printing some catalogues to document the past 5 years and the more important shows and projects. ED, RF, IL, SM and AS (FIVE YEARS): Non utilizziamo necessariamente il termine ‘obiettivo’ per riferirci a qualcosa inteso in lungo termine; ma ‘miriamo’ a continuare a presentare un programma innovativo di mostre ed eventi che mantengano una discorsività attiva e critica riguardo alla pratica. Certamente con un’attenzione particolare agli eventi educativi, pubblicazioni, incontri, seminari, gruppi di discussione, laboratori e risorse di ricerca, attraverso un crescente network internazionale che includa altri spazi e individui. We wouldn’t necessarily use the term ‘goals’ in any long-term sense; but we ‘aim’ to continue presenting an innovative programme of exhibitions and events that maintains an active, critical discourse around practice. Certainly with the view to extending our programme of educational events, publications, talks, seminars, discussion groups, workshops and research resources through a widening international network with others.

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GLI SPAZI THE SPACES

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BOCS Catania, Italy BOCS, è il primo artist-run space a Catania ufficialmente costituito, esterno al circuito espositivo tradizionale; un contenitore “crudo” e versatile, dove al suo interno le produzioni artistiche interagiscono a 360°. Dal punto di vista architettonico, lo spazio è lasciato allo stato grezzo, ma da un punto di vista progettuale, è ricco di enormi potenzialità. Cresce, infatti, e si modifica grazie alle collaborazioni, agli interventi e alle sperimentazioni dei vari artisti che, di volta in volta, sono ospitati in residenza o che presentano un loro progetto. BOCS vuole essere una risposta alla carenza di spazi destinati ad artisti emergenti, ampliando il raggio d’azione locale verso l’estero, puntando così ad un proficuo scambio culturale. Lo spazio espositivo è situato all’interno dello storico quartiere portuale di Catania che si sta lentamente riqualificando anche grazie alla nascita di diverse realtà legate al mondo dell’arte contemporanea. Il BOCS nasce da un’esigenza di creare sul territorio un punto di riferimento, uno spazio per l’arte che coinvolga tutti, addetti ai lavori e non. La finalità è di contribuire alla crescita artistica e culturale del luogo che viviamo. Il BOCS è un “piccolo spazio” per l’arte contemporanea che, attraverso un “grande network”, ambisce a essere matrice di nuove trasformazioni, aiutando a modificare la percezione esterna del nostro territorio. BOCS is the first artist-run space in Catania to be officially established, outside of traditional exhibition circuits, a “raw” and versatile container in which artistic productions interact all-around. From an architectonic point of view, the space is left to its crude state, which is however full of enormous potentialities for the projects that can be realised in it. The space develops and changes thanks to collaboration, participation and experimentation of several artists who are either hosted in residence, or invited to present their projects. BOCS wants to provide an answer to the lack of spaces for young artists, widening the range of local action towards the outside, thus leading to a profitable cultural exchange. It is located in the historical harbour neighbourhood of Catania, positively redeveloped thanks also to the birth of several activities linked to contemporary art. BOCS is borne from the need to create a landmark in the area, an art space that involves both staffs and outsiders. The aim is to contribute to the artistic and cultural growth of the place we live. BOCS is a “small space” for contemporary art that, through a “big network”, aims to be the matrix of new changes, helping to improve the external perception of our territory.

Indirizzo / Address VIA GRIMALDI, 150 - 95121 CATANIA, ITALY Email info@bebocs.it Sito web / Web site bebocs.it 68


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SCHAU FENSTER Berlin, Germany SCHAU FENSTER (Vetrina) è uno spazio artistico a Berlino-Kreuzberg. Venticinque metri di vetrina e venticinque metri di muro, racchiusi in quattro metri e mezzo di altezza: tutto qui. Da agosto 2010 SCHAU FENSTER porta in mostra esposizioni collettive a ritmo mensile. Nessuno stile particolare, o moda, è servito. Il programma è eclettico e si concentra sulla scena contemporanea di Berlino, giacché è possibile trovare posizioni differenti in molti angoli diversi. Non contano stile o medium: ciò che conta è l’atteggiamento. Per trovare tutte queste posizioni di qualità, il direttore Jan Kage invita diversi curatori a esibire la propria prospettiva sull’arte. Questi curatori sono spesso artisti essi stessi, ma possono anche essere amanti istituzionali dell’arte o galleristi, musicisti o scrittori. Nomi importanti o underground: persone interessanti amano arte altrettanto interessante. Per loro SCHAU FENSTER è una piattaforma. Accanto a queste mostre (o al loro interno) c’è anche spazio per performances, letture e conferenze, concerti sperimentali e proiezioni cinematografiche. SCHAU FENSTER (Display Window) is an art space in Berlin-Kreuzberg. A 25 meters long window front and a 25 meters long wall, plus four and a half meters of height: that is it. Since August 2010, SCHAU FENSTER exhibits group shows in a monthly rhythm. No particular style or fashion is served. The programme is eclectic and focuses on Berlin’s contemporary scene, since interesting positions can be found in many different corners. Not style or medium counts: rather, the attitude. To find all these different qualitative situations, director Jan Kage invites numerous curators to show their perspective on art. These curators are often artists themselves but can also be institutional art lovers or gallerists, musicians or writers. Big names or underground: interesting people love interesting art. For these, SCHAU FENSTER is a platform. Next to these exhibitions (or within them) it is also a space for performances, readings and lectures, experimental concerts and film screenings.

Indirizzo / Address RAUM FÜR KUNST LOBECKSTR.30-35 10969 BERLIN, GERMAN Email jan1kage@gmail.com Sito web / Web site schau-fenster.info 72


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FIVE YEARS London, UK Five Years consiste in una società di dodici membri, ciascuno dei quali può presentare due progetti di mostra nella galleria, ogni diciotto mesi. Ciascun membro può scegliere di includere il proprio lavoro in uno dei due episodi, se lo ritiene opportuno, mentre il secondo deve essere meramente basato su invito. Oltre a queste regole basilari, ogni membro agisce autonomamente nel prendere decisioni sulla natura e il contenuto del proprio intervento all’interno del programma espositivo di Five Years. La libertà creativa che questa struttura favorisce opera come un motore, generando una continua e rapida successione di progetti nuovi, e ramificandosi costantemente all’interno di territori inaspettati, che vanno oltre il controllo di qualsiasi ruolo direzionale di tipo individuale. Le adesioni al momento includono: Charlotte Knox-Williams, Ilga Leimanis, Mia Taylor, Mike Murphy, Esther Planas, Sally Morfill, Louisa Minkin, Francis Summers, Rochelle Fry, Edward Dorrian, Alex Schady and Marc Hulson. Five Years consists of a membership of twelve contributors, each of whom may present two exhibition projects in the gallery, every 18 months. Each contributor can choose to include their own work in one of these slots if they wish, but the other show must be purely invitational. Aside from these basic rules, each member acts autonomously of the others in deciding the nature and content of their contributions to Five Years’ exhibition programme. The creative freedom that this structure allows operates like an engine, generating a continuous, rapid succession of new projects and continuously branching out into unpredictable territory, beyond the control of any individual directorship. Membership currently stands at Charlotte Knox-Williams, Ilga Leimanis, Mia Taylor, Mike Murphy, Esther Planas, Sally Morfill, Louisa Minkin, Francis Summers, Rochelle Fry, Edward Dorrian, Alex Schady and Marc Hulson.

Indirizzo / Address 66 REGENTS STUDIOS, 8 ANDREWS RD, LONDON E8 4QL, UK Email info@fiveyears.org.uk Sito web / Web site fiveyears.org.uk 76


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Le mostre sono state realizzate nell’ambito del progetto “I Art: il Polo diffuso per le Identità e l’Arte Contemporanea in Sicilia”, con il contributo PO FESR 2007/2013, LINEA DI INTERVENTO 3.1.3.3. Un ringraziamento particolare va all’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania. Finito di stampare nel mese di/Printed in Aprile/April 2016 presso/at Pixartprinting Spa. Stampato su carta/Printed on paper FSC Classic Demimatt. 80




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