L’iconografia di S.Matteo nell’arte medievale Giuseppina Zappella L’argomento in discussione tratta delle origini dell’iconografia di S.Matteo, vale a dire come nasce e si declina questo tema iconografico nei diversi media figurativi. L’iconografia infatti non è solo descrizione di immagini ma meglio potrebbe essere definita la “filologia” dell’arte perché analizza, compara, confronta documenti visivi di ogni genere e soprattutto ne ricerca le fonti testuali e visive. Così faremo attraversando secoli di storia dall’alto Medioevo fino al nuovo Millennio per arrivare a spiegare le polisemiche raffigurazioni del santo nel duomo salernitano. Dalla ricerca emergono due dati significativi: 1. la diffusione dell’immagine del santo in tutta Europa e in Oriente, 2. la presenza nei più diversi media figurativi (pittura, scultura, mosaico, miniatura, legatura ecc.) pur con le innegabili differenze cronologiche, stilistiche e topografiche. S. Matteo è uno degli apostoli ed anche il primo evangelista, così l’arte di ogni periodo gli ha attribuito una posizione di grande rilievo e importanza. • PERIODO TARDOANTICO Nel periodo più antico prevalgono le raffigurazioni collettive e Matteo non appare da solo, ma accanto al Cristo insieme agli altri evangelisti o apostoli. Le figure sono stereotipate e convenzionali e non hanno ancora una precisa connotazione fisionomica, quasi sempre sono anonime ed è difficile distinguere i personaggi in mancanza di specifiche didascalie. I media figurativi più comuni sono le pitture catacombali e le sculture. L’immagine più antica è da individuare forse in un affresco del IV secolo che rappresenta Cristo affiancato da quattro evangelisti dei quali uno è Matteo (catacombe di Marco e Marcelliano). I modelli sono quelli classici, l’abbigliamento e la posa dei personaggi quelli tipici dei nobili togati romani. Le raffigurazioni scultoree sono più comuni e presenti soprattutto nella decorazione dei sarcofagi: - I rilievi sui lati brevi di un sarcofago del sec.IV nella cattedrale di Apt (Provenza) raffigurano tutti e quattro gli evangelisti di due dei quali si leggono i nomi (Iohannes e Marcus), Matteo ha barba e capelli lunghi così come nell’iconografia tradizionale. - Un frammento di sarcofago del Laterano propone un’iconografia diversa: Cristo governa la nave della Chiesa e ai remi sono i quattro evangelisti identificati dalla rispettiva didascalia. - Nelle tavolette eburnee poste sulla fronte del bancale della cattedra di Massimiano a Ravenna (sec.VI) gli evangelisti sono posti ai lati di Giovanni Battista: Matteo, identificato dalla lunga barba è il primo da sinistra. Questa posizione è quella tradizionalmente a lui assegnata in quanto evangelista più anziano ed anche apostolo. • I QUATTRO FIUMI Un’iconografia antica e non molto diffusa rappresenta gli evangelisti come i quattro fiumi del Paradiso terrestre. Non si tratta più di una raffigurazione naturalistica o realistica, come nei casi precedenti (gli evangelisti come uomini) ma piuttosto simbolica che trasmette un diverso messaggio semantico: la comune origine dei quattro vangeli. Così nel sarcofago del beato Rinaldo nel Duomo di Ravenna (sec.V) vediamo Cristo seduto su un trono sotto il quale sgorgano quattro fiumi, ai lati gli apostoli Pietro e Paolo. Analogamente il mosaico absidale dei santi Cosma e Damiano a Roma (530), dominato dalla grande figura del Cristo, presenta nel tamburo sottostante gli apostoli in forma di pecore e al centro l’agnello su una roccia da cui si diramano i quattro fiumi. • IL TETRAMORFO