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pag L'angolo del diritto

L'angolo del Diritto

Capitolo 1: la responsabilità civile dei capi.

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Ciao a tutti! Con questa piccola rubrica si cercherà di spiegare, il più chiaramente e meno soporificamente possibile, come funziona il mondo del diritto e come questo possa interessare le nostre attività con i ragazzi.

Partiamo subito da un presupposto: tutti noi siamo responsabili penalmente e civilmente, sia mentre indossiamo l’uniforme che quando viviamo la nostra vita di tutti i giorni.

Chiaramente, le occasioni in cui ci rendiamo responsabili si fanno più frequenti quando svolgiamo le nostre attività scout. E come potrebbe essere diverso? Agli scout si gioca, si innalzano imponenti sopraelevate, si usano attrezzi più o meno pericolosi, si va in montagna e in grotta o a fare rafting e tante altre attività divertenti e, potenzialmente, pericolose. Pertanto, ci sono rilevanti possibilità di fare dei danni o di farsi male e questo vale tanto per noi capi quanto per i nostri ragazzi.

Come anticipato, la responsabilità può essere civile oppure penale. Oggi ci occuperemo della prima.

Per quanto a noi scout può interessare, la responsabilità civile ci riguarda per due situazioni distinte: per il realizzarsi di una nostra condotta illecita oppure per quella tenuta dai ragazzi minorenni che sono sottoposti alla nostra vigilanza, per il tempo in cui lo sono effettivamente.

Facciamo subito alcuni esempi: il capo reparto che, con in mano la Fiamma del Reparto, muove sconsideratamente questa e rompe il vetro di una macchina posteggiata lì vicino; e il novizietto che, giocando a pallone con il resto del Reparto, rompe una finestra della casa che li sta ospitando. Nel primo caso, risponderà del danno (equivalente al costo dell’aggiustare il vetro infranto della macchina) esclusivamente il capo che ha causato l’illecito. Nel secondo caso, risponderà del danno (equivalente al costo dell’aggiustare il vetro della finestra) il minore, insieme con i suoi genitori e con tutti i capi responsabili ai quali il ragazzo era stato affidato. Varrebbe lo stesso principio se al posto della finestra ci fosse una qualsiasi altra persona alla quale la pallonata ha rotto, ad es., il naso.

Per il realizzarsi di una nostra condotta illecita, viene anche a ricomprendersi il caso in cui, durante una attività da noi preparata -come ad es. durante una uscita sui monti- uno dei minori si faccia male. Questa possibilità è quella che merita una maggiore attenzione da parte di noi soci adulti.

Si badi bene: la nostra responsabilità civile come capi è tale se siamo effettivamente presenti e se abbiamo i ragazzi sotto la nostra vigilanza. Pertanto, il capo malato, rimasto a casa dall’attività, non potrà rispondere dell’illecito civile in questione ma potrebbe benissimo risponderne il vecchio lupo appisolatosi in branda mentre i lupetti giocavano nel prato.

Tuttavia, il codice civile ci offre un appiglio, al fine di evitare di essere considerati responsabili civili per il danno causato dal minore a cose, persone o, persino, a se stesso. Precisamente, i capi possono liberarsi della responsabilità suddetta se provano di non aver potuto impedire il fatto. Semplificando, il capo responsabile deve dimostrare che l’avvenimento è stato tanto repentino e improvviso che non sarebbe stato possibile evitarne la realizzazione e, inoltre, di aver adottato tutte le cautele necessarie, le misure organizzative e disciplinari idonee ad evitare che il minore commetta danni ad altri o si faccia male. Per fare alcuni esempi, se il capo, camminando per strada con al seguito l’intero branco, attraversa la strada sulle strisce pedonali e, nel mentre, una vettura sopraggiunta investisse un povero cucciolo, nessun rimprovero potrebbe essere mosso al vecchio lupo: infatti, egli ha rispettato le ordinarie regole cautelari della strada e ha controllato che tutti le rispettassero. Non così se avesse attraversato in curva, senza strisce pedonali, magari avendo lasciato un considerevole spazio tra sé e i lupetti arrancanti per la fatica. O, ancora, sarebbe certamente responsabile il capo che si mettesse a giocare a calcetto con i ragazzi in cima al cucuzzolo della montagna, e uno di questi si facesse male cadendo giù per il pendio, ma non lo sarebbe se praticasse la medesima attività su un prato in piano e per nulla pericoloso, nel quale un minore si è fatto male perché caduto a causa di una storta.

Dagli esempi fatti si capisce immediatamente che un possibile addebito della responsabilità civile (e il suo conseguente risarcimento) sarà previsto quando il capo non ha realizzato le attività con attenzione e cura, riducendo al minimo il rischio, da una parte, per i minori che gli sono stati affidati e, dall’altra, per gli eventuali danni che questi possono causare.

Ora, appurata la possibilità che si realizzino dei danni a cose e/o persone, dobbiamo ricordarci che noi scout abbiamo un fondamentale supporto, cioè l’assicurazione. Infatti, la società assicuratrice copre i danni civili che, proprio specificamente, sono commessi da tutti i soci AGESCI durante le nostre attività. Dunque, sarà l’assicurazione a pagare per il finestrino o per il vetro della casa rotto, per il naso spaccato e le cure necessarie al lupetto e così via.

Non si sottolinea mai abbastanza l’importanza dell’assicurazione, soprattutto ai campi estivi e verso i cambusieri e le persone non censite che vengono ad aiutarci in queste occasioni. Pertanto, concludiamo questo breve articolo ricordando a tutti noi soci AGESCI che possiamo fare tutte le attività che ci vengono in mente e che possono essere educative e divertenti per i nostri ragazzi ma che vanno realizzate secondo le migliori tecniche e competenze che, prima di tutti, noi capi dobbiamo avere.

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