Leggere:tutti n. 92 - dicembre 2014

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Mensile del libro e della lettura Numero 92 Dicembre 2014

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Libri sotto l’albero

Strenne di Natale

Più Libri più Liberi

4-8 dicembre 2014 a Roma All’interno: Leggere:tutti Junior



Leggere:tutti in edicola a 3,00 euro

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Gelo di Maurizio De Giovanni Einaudi, 2014 Tornano I Bastardi di Pizzofalcone, dopo il successo di pubblico e di critica di Buio, con l’ispettore Lojacono e la sua mitica squadra alle prese con un nuovo caso. Gelo di Maurizio De Giovanni è ambientato in una Napoli dove l’inverno è stranamente freddo e impietoso. Il vento di tramontana colpisce sul volto la squadra di polizia mentre indaga sull’omicidio di una diciannovenne ritrovata morta per strangolamento. Proveniente dalla Calabria, la ragazza scappava dal padre manesco e delinquente e si era rifugiata dal fratello, studente fuori sede nella capitale partenopea, anche lui ritrovato morto e brutalmente massacrato di botte. Per i Bastardi di Pizzofalcone non sarà un caso facile da risolvere.

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L’editoriale Belpaese, nonostante di Giuseppe Marchetti Tricamo La posta di Leggere:tutti Giorni di dicembre Vetrina Auguriamo Buon Natale con un bel libro di Francesca Scaringella Più libri più liberi A dicembre è tempo di leggere di Filippo Di Girolamo Sogni e mestieri Storia di pane e di parole che aprono il cuore di Lucia Castagna Intervista Dal giallo dei delitti al rosso dell’amore di Lucia Castagna Noir, thriller e gialli Un Natale di emozioni e di brividi di Maria Rosaria Grifone Strenne Non è Natale senza un buon libro di Claudia Valenti Cina Bei Dao, poeta contemporaneo di Cristina Cipolla Poesia Quattro caldarroste e i versi di Neruda di Giovanni Matteo Allone Autobiografia La verità nascosta tra una battuta e l’altra di Renato Marengo Mass media Informazione e democrazia, legame indissolubile di Floriana Mastandrea Guida Parigi sentimentale e letteraria di Sergio Di Giacomo Appuntamenti Il ruggito del Libraio Storia patria Il sogno di un’Italia migliore di Giorgio Giovannetti Libreria Centenaria Mitterand le strenne le acquistava da Pinault di Angelo Sferrazza Nell’isola dei libri Paola Turci, un’autobiografia di Susanna Mancinotti Autori Le rose di Cordova, un romanzo di successo di Sergio Auricchio Talent show Come trionfare a X Factor di Monica Menna Musica e storia Il suono di un’armonica tra i cannoni di Monica Menna Musica Il fiume infinito dei Pink Floyd di Gaetano Menna Enigmistica Le isole e quello che la parola dice di Federico Mussano Zibaldone Recensioni e segnalazioni Iniziative Navi e Libri per Barcellona anche nel 2015 di Girolamo Terracini Dizionari Noi, la nostra stessa lingua di Federico Mussano Anniversari Aldo Manuzio: 1515-2015 di Bruno Palombo Autori & editori In libreria Il fascino del libro illustrato di Federica Rondino Progetti Bibliometro: un’idea che funziona di Elisa Bertuccioli Italia abusiva Non solo dentisti e panifici. Anche la Madonna di Grazia Spersi Storia Il senso della patria nella Grande guerra di Roberto Bencivenga Intervista Nell’arte e nella vita: magia di Velia Viti Librando Messaggi La felicità è contagiosa di Liliana Cantatore Interviste Riprendiamoci le nostre sovranità di Girolamo Terracini Premi & concorsi Fumetti Il trionfo del web-comics di Alino Misteri Il mistero della tomba di Federico II di Jessica D. Riggi 3 Il meglio del fumetto di ieri, oggi e domani di Valentina Sergi Non solo libri a cura di Simonetta Alfaro Trend L’editoria salvata dai ragazzi di Marco Piscitello Leggere:tutti Junior a cura di Anna Garbagna

Leggere:tutti Mensile del libro e della lettura Anno 10 - n. 92 Dicembre 2014

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Direzione e redazione Via Nomentana 257 - 00161 Roma tel. 0644254205 - fax 0644254239 www.leggeretutti.it info@leggeretutti.it

Illustrazioni di copertina Leggere:tutti Elena Cinguino - IED Torino Leggere:tutti Junior Marco D’Ambrosio - IED Torino

Direttore responsabile Giuseppe Marchetti Tricamo g.marchetti@leggeretutti.it Pubblicità Filippo Di Girolamo filippo.digirolamo@leggeretutti.it pubblicita@agraeditrice.com A.P.S. Advertising Srl Via Tor De’ Schiavi 355 - 00171 Roma Tel. 06 89015166 - Fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it

n.92 dicembre 2014

Stampa Arti Grafiche Boccia - Salerno

Distribuzione in edicola ME.PE Logistica - Milano Hanno collaborato a questo numero Simonetta Alfaro, Alino, Giovanni Matteo Allone, Sergio Auricchio, Roberto Bencivenga, Elisa Bertuccioli, Chiara Campanella, Liliana Cantatore, Tiziana Cappellini, Lucia Castagna, Cristina Cipolla, Andrea Coco, Clarissa Coppola, Margi De Filpo, Claudio Deplano, Filippo Di Girolamo,

Bartolomeo Errera, Martino Lorenzo Fagnani, Ilaria Finotti, Anna Garbagna, Giorgio Giovannetti, Alessandra Graziani, Maria Rosaria Grifone, Carla Iannacone, Adriana Lazzini, Luciano Luciani, Renato Marengo, Floriana Mastandrea, Gaetano Menna, Monica Menna, Federico Mussano, Lucilla Noviello, Bruno Palombo, Matteo Papucci, Nico Parente, Marco Piscitello, Federica Rondino, Francesca Scaringella, Valentino Sergi, Angelo Sferrazza, Loredana Simonetti, Grazia Spersi, Mariachiara Tarantino, Claudia Valenti, Cristiana Vettori, Velia Viti.

Registrazione Tribunale di Roma n.156 del 22 aprile 2005. Abbonamento annuale Italia euro 30,00 Estero UE euro 50,00 Extra UE euro 70,00 Cumulativo (10 copie, stesso indirizzo) euro 150,00 da versare tramite c/cp n. 61767000 intestato a: Agra srl, Via Nomentana 257 - 00161 Roma Distribuzione Edicole, librerie, case editrici, biblioteche, manifestazioni ed eventi. Prezzo a copia: euro 3,00. La rivista è inoltre inviata agli abbonati e ai soci del Club Leggere:tutti. Copie arretrate euro 3,00 cadauna.

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PREMIO LETTERARIO

CITTÀ DI CASTELLO SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA RISERVATO A OPERE INEDITE DI POESIA

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NARRATIVA

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SAGGISTICA

È bandita la IX edizione 2015 del Premio Letterario «Città di Castello» Scadenza: 31 maggio 2015

Informazioni e bando sul sito

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Premio letterario ‘Città di Castello’

Presidente della giuria

Alessandro Quasimodo Attore e regista teatrale Giurati

Antonella Appiano Anna Kanakis Daniela Lombardi Alessandro Masi Claudio Pacifico Ron Alberto Stramaccioni

Organizzazione:

Giornalista e scrittrice Attrice e scrittrice Giornalista Segretario Generale Società Dante Alighieri Ambasciatore d’Italia Cantautore Docente Università per Stranieri di Perugia

Segreteria del Premio ASSOCIAZIONE CULTURALE TRACCIATI VIRTUALI CASELLA POSTALE 38 - 06012 CITTÀ DI CASTELLO Tel. 333 5410750 – e-mail: tracciativirtuali@virgilio.it


: l’Editoriale di Giuseppe Marchetti Tricamo

Belpaese, nonostante “L’Italia assassinata dal cemento”, canta Francesco De Gregori, “l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, viva l’Italia, l’Italia che non ha paura”. Eh sì, proprio così, per lunghi anni molti luoghi naturali di questo nostro Paese sono stati cancellati dal cemento, città intere sono state replicate al mare con l’aggiunta di moli e posti barca. Agglomerati criminali rovesciati sul territorio dalla Liguria alla Calabria e poi, oltre lo Stretto, anche in Sicilia hanno inferto ferite mortali alterando il profilo delle nostre coste del Tirreno e dell’Adriatico. Tomaso Montanari su la Repubblica (18 novembre 2014) ci dice che la costa da Trieste a Santa Maria di Leuca, lunga 1472 chilometri, nel 1950 era priva di fabbricati in 944 chilometri mentre oggi è libera per meno della metà, solo 466. Sono dati da primato che fanno del litorale adriatico il più urbanizzato del bacino del Mediterraneo. E poi guardiamo le nostre città strozzate dalle periferie. Costruzioni che ovunque hanno aggredito e deturpato l’ambiente. Terreni agricoli diventati condomini, capannoni, installazioni commerciali, strade, parcheggi. Torrenti deviati e interrati. Betoniere e cantieri. Cemento e asfalto. Ma è questo il progresso? È lo sviluppo? Ne siamo certi? Guardiamo Genova e Messina. Due città morfologicamente simili. Una al Nord e una al Sud. Guardiamole dal mare, vedremo un inerpicarsi di case aggrovigliate e abbarbicate alle colline. Dov’è quella città che fece scrivere ad Anton Čechov “Genova è la città più bella del mondo” (Il Gabbiano). E dove sono i dolci pendii dei Peloritani che fecero da sfondo alle tele di Antonello da Messina? Lassù, a Genova, si riduce l’alveo del Bisagno e in prossimità della foce si copre con parcheggi, strade, case. Laggiù, a Messina, si imprigionano e si intubano molti dei cinquantadue torrenti che attraversano la città. E oggi che i fiumi tracimano, le colline franano, le città annegano si versano dal Nord a Sud lacrime asciutte. Ma le responsabilità sono molte, gravi e diffuse. Si è compromesso con colpevole insensibilità un patrimonio di grande bellezza, unico al mondo. Abbiamo assistito a una gara tra le regioni e tra i comuni per alterare l’ambiente. Tutti sordi al richiamo dell’articolo 9 della Costituzione che tutela il paesaggio. Si è neutralizzato l’effetto delle leggi nazionali (da quella del 1939 sulla “Protezione delle bellezze naturali” in poi) con i condoni. Disattese le raccomandazioni e gli accordi internazionali come la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo. E non si è dato ascolto a quanti hanno denunciato per decenni l’insensato consumo del territorio nazionale. E lì dove si è cementificato di più che in altre zone si sono avuti i maggiori

dissesti idrogeologici. Il WWF denuncia che in venticinque anni “in ben 78 piccoli paradisi naturali, al posto di ginepri, gigli di mare, stagni pullulanti di fenicotteri e aironi, foreste” sono sorte strutture ricettive, dighe, darsene e nuove urbanizzazioni. Le regioni più coinvolte sarebbero le nostre belle isole, Sardegna e Sicilia. Come fare a difendersi da tutto questo? Sull’argomento la letteratura è vasta. Antonio Cederna, nel 1966, quando era tempo di prevenire o frenare il dissesto, diceva che questi interventi “distruggono la stessa potenzialità turistica delle zone investite”. E oggi il WWF conferma “che un pezzo strutturale della nostra economia è stato così mangiato dal cemento, a scapito di una offerta turistica, in aree di qualità, che coinvolge migliaia di aziende”. Oggi che molta acqua, oltre che passare sotto i ponti, ha inondato le città quali soluzioni adottare? Imparare a nuotare! È la proposta dei simpatici conduttori del Ruggito del coniglio (Radio2Rai). “Noi abbiamo molte idee nuove”, replica il dottor Inevitabile nel racconto di Stefano Benni (la Repubblica, 19 novembre 2014), “contro le nutrie che rodono gli argini, immetteremo nei fiumi decine di coccodrilli” e ancora: “verranno costruite case in cui ci sarà solo un quinto piano, per evitare allagamenti”. E poi: “finché il popolo italiano non si abitua ai crolli, alle esondazioni e alle frane sarà sempre spaventato e insicuro. E dato che il disastro climatico è irreversibile, diventa necessaria una nuova cultura, che è appunto quella dell’Inevitabilità”. È l’arguto e pungente Benni a farci apparire verosimile questa sua ironica intervista a un immaginario dottor Inevitabile, “responsabile governativo dell’UTMA, Ufficio Tutela Mutamento Ambientale”. Ma la situazione è seria e gli italiani ne sono coscienti. Non cadono nel vuoto gli appelli di Domenico Finiguerra con 8mq al secondo, salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento (EMI) e di Carlo Petrini con Voler bene alla terra (Giunti). Noi questo Paese, nonostante sia un po’ ammaccato, lo amiamo, perché resta ancora oggi il Belpaese. Ogni volta che scopriamo un angolo per noi nuovo di quest’Italia sopravvissuta al degrado ci emozioniamo. E siamo in molti, come confermano i dieci anni di censimenti dei Luoghi del cuore, un’iniziativa del Fondo Ambiente Italia diventata un libro-indagine di Federica Armiraglio (Il Mulino), che racconta e mostra una grande varietà di luoghi e di storie. Un altro libro con il medesimo titolo e con il sottotitolo L’Italia scelta dagli italiani è stato pubblicato da Rizzoli. Sì, lo amiamo perché, caro Goethe, questo è ancora “il Paese dove fioriscono i limoni e nel verde fogliame splendono arance d’oro”. Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 5


: La

posta di Leggere:tutti

La peculiarità della carta stampata

I pregi del digitale Mi sono abbonata all’edizione digitale del mio quotidiano e devo dire che, oltre a risparmiare, la lettura del testo è di molto agevolata dal fatto che puoi ingrandirlo. Inoltre, puoi leggere o rileggere le edizioni di giorni precedenti, tutti gli inserti, le edizioni delle altre città, alcuni periodici, puoi salvare le pagine che vuoi e così, se ti va, puoi farti un archivio per argomenti ecc. É il progresso, bellezza... (Lucia Rosselli, Roma)

6 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Finalmente oggi è arrivata “Leggere:tutti”! Ho dato una scorsa e l’ho trovata come al solito molto bella e ho letto l’Editoriale che mi trova, come sempre, d’accordo. “La lettura quotidiana” è, sia un sentito “elogio della lettura” della carta stampata, che una critica ai tempi frenetici che stiamo vivendo che tolgono spazio alla “lentezza” che dà sapidità al vivere. Pensare, come lei scrive, caro direttore, che quei furgoncini con i quotidiani ancora “fragranti” d’inchiostro percorrono centinaia di chilometri perché li possiamo trovare ogni mattina ad attenderci in edicola, dà il senso del dinamismo, della capacità insita nelle idee di diffondersi e svilupparsi nel confronto e nella riflessione. E accostare la lettura al cibo, anch’esso espressione di cultura, non solo materiale, consumato e gustato magari con le specialità della Sicilia, come lei propone, dà come

si suol dire “un tocco” in più, quella “lentezza” che ci fa cogliere il bello della vita e concederci un attimo di riflessione. L’attesa, lo sfogliare il quotidiano, gli spazi per gli approfondimenti, sono peculiarità della carta stampata che nessun altro mezzo di informazione possono e sanno donare. A proposito della meritoria iniziativa dell’Osservatorio Giovani-Editori che si propone di diffondere l’informazione di qualità tra i giovani per sviluppare lo spirito critico che libera illuministicamente l’uomo dalle tenebre dell’ignoranza, mi sovviene il ricordo della prima liceo quando la professoressa di Lettere ci propose la lettura del quotidiano in classe. Il giornale lo leggevo già a casa ma il confronto di idee tra diversi quotidiani, la discussione tra noi amorevolmente e professionalmente suscitata dalla cara professoressa, elettrizzavano ed emozionavano e mi facevano sentire “grande”, adulta. Ricordo sempre quelle ore con gratitudine nei confronti di una persona che ci stimolava e “apriva” le nostre giovani menti. E la discussione continuava in famiglia dove ci

si confrontava con i genitori apprendendo ancora di più. Molto interessante il riferimento alla “Gazzetta di Mantova” e alla Mostra allestita a Palazzo Te. Credo che la “carta stampata”, nonostante l’aggressività dei mezzi digitali, debba essere tutelata, perlomeno affiancando i due “mezzi” e sono profondamente d’accordo con lei quando sostiene che le edicole siano un presidio essenziale da proteggere e garantire. L’iniziativa dell’Osservatorio è una prova della validità delle sue convinzioni. Insistere su questa strada, con convinzione e fiducia, credo sia l’unico mezzo per vivere e assaporare il presente. (Andromeda Star, Genova)



: Giorni

di Dicembre

7 Dicembre 43 a.C.

22 Dicembre 1944

Muore a Formia il 7 Dicembre del 43 a.C. Marco Tullio Cicerone. Attraverso l’opera di Cicerone, grande ammiratore della cultura greca, i Romani poterono anche acquisire una migliore conoscenza della filosofia. Tra i suoi maggiori contributi alla cultura latina ci fu senza dubbio la creazione di un lessico filosofico latino: Cicerone si impegnò, infatti, a trovare il corrispondente vocabolo in latino per tutti i termini specifici del linguaggio filosofico greco. Tra le opere fondamentali per la comprensione del mondo latino si collocano invece le Lettere (Epistulae, in particolar modo quelle all’amico Tito Pomponio Attico).

Nasce ad Alessandria D’Egitto Filippo Tommaso Marinetti. Nel 1909, con un “manifesto” apparso sul Figaro di Parigi, diede vita al movimento futurista; nel 1910 pubblicò, in francese e in italiano, il romanzo Mafarka il futurista, che suscitò clamorose polemiche, e nel quale è già in atto la poetica delle “parole in libertà”, che, perseguendo l’immediatezza e il dinamismo dell’espressione, esaspera fino al meccanicismo onomatopeico il dannunziano “amor sensuale della parola”. Celebre la sua opera letteraria Zang Tumb Tumb.

8 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

14 Dicembre 1944 Nasce il 14 Dicembre a Santa Maria Capua Vetere Errico Malatesta, scrittore italiano, tra i principali teorici del movimento anarchico. Collaborò ad un gran numero di testate rivoluzionarie ed è nota la sua amicizia con Michail Bakunin. Assieme a quest’ultimo e a Pierre-Joseph Proudhon, rappresenta uno dei pensatori più importanti della corrente libertaria, da alcuni ritenuto il più importante teorizzatore e rivoluzionario dell’anarchia. Nel 1919, in vista della rivoluzione, contribuì alla costituzione dell’Unione anarchica italiana; nel 1921 fondò il quotidiano Umanità nova.

31 Dicembre 1855 Nasce a San Mauro di Romagna Giovanni Pascoli. Con la sua ricerca linguistica audacemente sperimentale, aprì la strada alla rivoluzione poetica del Novecento. Nella celebre prosa Il fanciullino, Pascoli definiva il suo modo di intendere e di fare poesia: il segreto era di affidarsi a uno sguardo nuovo come quello di un bambino che riscopre la realtà, ovvero ricrea il mondo liberandolo dalla patina delle abitudini. Quello sguardo è la

poesia stessa dotata di sensi più sottili e audaci in grado di accedere al mistero che circonda la realtà e al dolore che minaccia anche le forme più splendenti.



: vetrina

Auguriamo Buon Natale con un bel libro Ricordatevi che in libreria trovate edizioni che incontrano i gusti di grandi e piccini. Ve ne consigliamo alcune per i vostri regali per le feste di fine anno. di Francesca Scaringella

C

ome tutti gli anni vi auguriamo buone feste selezionando letture sia per voi sia per i vostri cari, a cui regalare una porta verso preziosi momenti da dedicare solo a se stessi. Anche questa volta vi consigliamo libri che possono accogliere i gusti di molti. Da autori che con generi differenti sono riusciti a intercettare un pubblico molto giovane, a uno scrittore che ha tra i suoi affezionati gli eterni romantici, fino a una serie di ricette di un idolo di grandi e piccini che accompagna alla cucina la filosofia. Alessandro D’Avenia, dopo i suoi successi Bianca come il latte e Cose che nessuno sa, torna sugli scaffali delle librerie con Ciò che inferno non è, un romanzo che con gli occhi di un diciassettenne ripercorre la grandezza di Don Pino Puglisi, il prete beato ucciso dalla mafia per aver voluto contrastare la penetrazione malavitosa nelle vie di Palermo. Un ritratto toccante che non sconfina nell’idolatria, ma ne ricostruisce l’uomo che ha fatto del suo credo una vera e propria missione di vita. Dopo il toccante Un giorno, ecco di nuovo un romanzo di David Nicholls, Noi, tradotto da Massimo Ortelio. Questo libro è per l’autore l’occasione di scavare sui sentimenti e sulle relazioni di una famiglia, composta da Connie, Douglas e il loro figlio adolescente Albie. Il matrimonio di Connie e

Douglas si basa sulla loro diversità, è questo che ha cementato nel tempo il loro rapporto. Da una parte una moglie esuberante, dall’altra un marito riservato con la passione per la biochimica. Trent’anni dopo il loro primo incontro, la loro unione sembra essere per Douglas la situazione ideale e felice nella quale permanere per sempre, accompagnati dal loro unico figlio. Ma per Connie la stessa situazione va stretta, anzi forse è arrivato il momento di iniziare un nuovo percorso, una nuova vita e non insieme a Douglas. Con una postfazione di Peter Cameron, anche il romanzo del 1962 di Dorothy Baker Cassandra al matrimonio riproposto da Fazi, con la traduzione di Stefano Tummolin, parla di famiglia, di quegli intrecci tra consanguinei che tanti drammi possono scaturire, insieme, forse, alla felicità. Cassandra torna a casa per il week end per partecipare al matrimonio della sorella gemella con un medico, ma il suo intento non è quello di condividerne la gioia, bensì quello di sabotare l’evento. Insomma quello che descrive la Baker è un personaggio femminile a trecentosessanta gradi che esplora molti stati d’animo e si palesa anche e soprattutto nelle sue amabili debolezze. Dimentica il mio nome è l’ultimo fumetto firmato Zerocalcare, autore molto apprezzato dai ragazzi e non, che sta-

Hai un romanzo nel cassetto?

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volta si cimenta in un racconto che attinge alla sua storia personale. Anche lui narra dei legami famigliari, prendendo spunto dalla sua di famiglia. Mai si sarebbe aspettato che sua nonna, elegante e raffinata signora francese, potesse celare un passato coinvolgente e avventuroso. Ed è proprio sua madre a rivelarglielo, quando la nonna viene a mancare. E tra nuove prospettive di ricordi e profonde riflessioni sul passato, il protagonista si interrogherà sui valori e sui sacrifici che si è disposti a fare per non contraddire se stessi. Marco Balzano invece sceglie di raccontare nel suo ultimo romanzo, L’ultimo arrivato, del distacco dalle proprie radici, scoprendo una parte della storia italiana un po’ dimenticata, capace però di rendere comprensibili tante circostanze attuali. Un tema particolare che recupera dall’oblio un’Italia forse mai veramente cambiata. Balzano racconta di Ninetto, detto pelleossa, un bimbo che emigra dal sud verso Milano. Dalla Sicilia degli anni Cinquanta ecco le avventure di un ragazzino di solo nove anni costretto a lasciare la famiglia. Costretto dalla vita, che solo così può fargli attendere un barlume di possibilità nella sua esistenza. Al contrario, è la stagnazione il filo conduttore delle quindici voci d’Irlanda racchiuse in un unico volume. Dubliners 100 è la raccolta di autori irlandesi che si confrontano con Gente di Dublino di James Joyce che compie cento anni. E come Joyce allora, le frustrazioni e i dilemmi esistenziali di persone che si sentono spettatori della vita e non veri protagonisti, sono narrati da scrittori, sia affermati sia esordienti, di quell’isola che testimonia di un popolo ai confini del mondo. Per concludere, vi consigliamo due testi molto differenti tra loro che però hanno in comune l’affrontare le notti insonni. Per gli amanti di Haruki Murakami è uscito un suo racconto del 1993 illustrato. Sonno è la narrazione di una donna che una notte, dopo una strana visione di un uomo ai piedi del suo letto, comincia a non dormire più. Alla sua vita diurna scandita dalla solita routine, si unisce una nuova esistenza notturna durante la quale ella tenta in ogni modo di far trascorrere le ore. Finché dopo alcuni giorni la stanchezza comincia a svanire e iniziano a comparire delle ombre. L’edizione, tradotta da Antonietta Pastore, è affiancata dai disegni di Kat Menschik, che arricchisce il racconto dello scrittore giapponese con momenti visionari. Per tutti gli appassionati di un noto attore, di filosofia e di cucina, c’è un libro che racchiude tutto questo. Bud Spencer ha pubblicato Mangio ergo sum, scritto insieme a Lorenzo De Luca, dove simpaticamente narra come una dieta ferrea abbia creato ricette gustose e tanta creatività. La fame che lo attanaglia di notte gli provoca strani incubi nei quali incontra e si confronta con vari filosofi, da Platone a Cartesio a Kant. Ma le loro massime vengono confutate dall’attore con una saggezza molto più semplice, più vicina al buonsenso popolare. E a ogni risveglio notturno ecco che Bud Spencer si mette alla prova nel cucinare e spiegare al filosofo di turno una nuova leccornia. Inclusa nel libro anche una curiosità: la prefazione del volume è di Luciano De Crescenzo, che abitava nello stesso palazzo a Napoli dell’attore, oltre a frequentare la stessa scuola dove Bud lo difendeva dai bulli.

Alessandro D’Avenia

David Nicholls

Mondadori, 2014 pp. 317, euro 19,00

Traduzione Massimo Ortelio

Dorothy Baker

Marco Balzano

Traduzuone Stefano Tummolin

Sellerio, 2014 pp. 212, euro 15,00

Ciò che inferno non è

Cassandra al matrimonio Fazi, 2014 pp. 256, euro 16,00

Noi

Neri Pozza, 2014 pp. 431, euro 14,00

L’ultimo arrivato

Haruki Murakami

AA.VV.

Traduzione Antonietta Pastore

A cura di Thomas Morris, Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai

Einaudi, 2014 pp. 88, euro 15,00

Minimum Fax, 2014 pp. 240, euro 15,00

Bud Spencer, Lorenzo De Luca

Zerocalcare

Sonno

Mangio ergo sum Nicola Pesce editore, 2014 pp. 252, euro 16,90

Dubliners 100

Dimentica il mio nome Bao Publishing, 2014 pp. 240, euro 18,00

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: Più

libri più liberi

D

’estate o d’inverno, in momenti diversi delle nostre giornate, lunghe o corte che siano, è sempre tempo di leggere. C’è sempre, se vogliamo, lo spazio per un buon libro. Ma lo sarà ancora di più a dicembre: da giovedì 4 dicembre a lunedì 8 dicembre 2014, quando il palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma ospiterà la tredicesima edizione di Più libri più liberi. Appuntamento consolidato nella mappa degli eventi culturali italiani – momento di riflessione sull’anno che va a concludersi e rampa di lancio per l’imminente stagione natalizia – la Fiera nazionale della piccola e media editoria quest’anno sfida la crisi aggiungendo un giorno al suo programma e proponendo un cartellone ricco di conferme e novità. Come sempre saranno decine gli ospiti e centinaia gli espositori che testimonieranno l’intraprendenza e la vivacità di un settore chiave dell’editoria italiana, che il Presidente del Senato Pietro Grasso (ospite dell’edizione 2013) ha definito “simbolo di un’imprenditoria che sa difendere la propria indipendenza culturale ed economica”. Promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori, la Fiera torna dunque a proporre una panoramica completa e variegata su tutte le realtà nazionali che si avventurano nelle rotte meno battute dal mainstream e dai grandi marchi, portando alla luce nuovi talenti e futuri bestseller, stuzzicando la curiosità del lettore e alimentando la diversità culturale del paese. Con un’offerta sempre più apprezzata dal pubblico, come dimostra la regolare crescita di presenze a Più libri più liberi (54.000 visitatori nella scorsa edizione). Nel 2014 si rafforza la partecipazione

A dicembre è tempo di leggere Al palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma si svolge dal 4 all’8 dicembre la tredicesima edizione della Fiera della piccola e media editoria. di Filippo Di Girolamo

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di ospiti internazionali: scrittori provenienti sia da paesi già conosciuti per la produzione letteraria (Francia, Spagna, Stati Uniti), che da territori ancora in buona parte inesplorati (Irlanda, Portogallo, Uruguay). Grandi narratori molto amati dal pubblico italiano (Björn Larsson),presidenti-poeti (il presidente della Repubblica d’Irlanda Michael D. Higgins), fondatori di organizzazioni come Réporters Sans Frontières (JeanChristophe Rufin) e testimoni di un presente tormentato (l’ucraino Andrei Kurkov): mai come quest’anno l’elenco spazia per estensione geografica e per trasversalità culturale e viene rafforzato dalla conferma della partnership con il prestigioso premio transalpino Prix Goncourt. L’espansione della presenza di autori stranieri non ridurrà tuttavia quella dei protagonisti della narrativa e della saggistica nazionale. A Roma sono attesi romanzieri e poeti, giornalisti e fumettisti, attori e musicisti, ma anche politici, magistrati, sindacalisti, imprenditori, a testimonianza non solo della vivacità culturale del momento storico in Italia ma anche di un approccio che – rispettando preferenze e abitudini del pubblico – si propone in perfetto equilibrio tra fiction e saggistica, narrazioni di fantasia e racconto della realtà. Nel weekend di Più libri più liberi, gli appuntamenti saranno diverse centinaia e si declineranno nella ormai tradizionale varietà di formati: presentazioni, incontri, dialoghi, tavole rotonde, reading, approfondimenti, Come sempre Più libri più liberi rivolge particolare attenzione anche al mondo professionale, confermando la sua natura di laboratorio per i piccoli e medi editori, a partire dalla fotogra-

fia del mercato editoriale con i dati di Nielsen e dell’ AIE sugli economics della piccola editoria. Ben 15 appuntamenti rivolti al pubblico dei piccoli editori, ai professionisti del libro e agli operatori del settore. Più libri è però anche occasione formativa sul mondo del libro per gli studenti delle università e delle scuole di perfezionamento romane, nell’ottica di un avviamento al lavoro nel campo dell’editoria: con il ciclo Più libri più idee al centro di quattro approfondimenti in altrettanti atenei romani e, per la prima volta, di due poli universitari del Lazio saranno incontri e seminari dedicati al marketing editoriale, alla transmedialità e alle nuove professioni nell’editoria. Più libri più liberi propone quest’anno un programma particolarmente ricco di ospiti internazionali. A partire da Bjorn Larsson, Diego Enrique Osorno, Percival Everett, Jean-Christophe Rufin, Marcos Giralt Torrente, Vicente Battista, Santiago Gamboa, Céline Minard, Sorj Chalandon, Philippe Forest, Edith de Hody Dzieduszycka, Charles Lambert, Radhika Jha, Dubrovka Ugrešić, Teolinda Gersão, Michael D. Higgins, Andrei Kurkov, Sergej Gandelvskij. Quello raccontato dagli ospiti italiani a Più libri più liberi è un paese a trecentosessanta gradi, protagonista della fantasia degli scrittori, dei reportage dei giornalisti, delle tante e diverse forme in cui si possono plasmare i contenuti di un libro. A Roma il pubblico potrà incontrare decine di autori, scoprire le novità, approfondire i temi attraverso tavole rotonde, reading, interviste. Sul fronte della narrativa, Più libri più liberi ospiterà gli autori di molti romanzi di recente

pubblicazione tra gli altri, Giuseppina Torregrossa (Viaggio con Celeste, Nottetempo), Giovanni Ricciardi (Il dono delle lacrime, Fazi) e Cristiano Cavina (La pizza per autodidatti, Marcos y Marcos), Giorgio Fontana (Morte di un uomo felice, Sellerio) e Lorenzo Amurri (Perché non lo portate a Lourdes, Fandango), Francesco Mari (La ragazza di Scampia, Fazi) e Elisa Casseri (Teoria idraulica delle famiglie, Elliot), Antonio Pennacchi (che presenta il graphic novel di Canale Mussolini, Tunuè), Giorgio Falco (Condominio oltremare, L’Orma) e Massimiliano Ciarrocca (Pronto Francé, Fazi), Paolo Logli (Dura pioggia cadrà, Castelvecchi) e Lia Levi (Il braccialetto, E/O). Luca Poldelmengo e Piergiorgio Pulixi saranno a Roma come autori di Sabot/age, la collana E/O fondata da Massimo Carlotto (presente anche con La via del pepe, lettura con accompagnamento musicale di Maurizio Camardi e Mauro Palmas). Da sempre molto stretto, il rapporto tra Più libri più liberi e il territorio locale si consolida ulteriormente nel 2014, attraverso una serie di eventi che precedono o si svolgono in concomitanza con la Fiera. Uno degli appuntamenti più attesi è il ciclo di incontri organizzati dalla Regione Lazio e condotti dall’Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili Lidia Ravera. Non solo Salone e incontri con gli autori, ma momenti in cui i piccoli editori discutono, approfondiscono e si aggiornano per le sfide di oggi e di domani che il settore deve affrontare. Sono ben 15, tra convegni e workshop, gli incontri a cura di AIE riservati al pubblico degli editori, ai professionisti del libro, agli operatori del settore.

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: Sogni

& Mestieri

Storia di pane e di parole che aprono il cuore Davide Longoni, laureato in lettere e avviato a una carriera giornalistica, è tornato nel forno di famiglia e, grazie al lievito madre e farine selezionate e derivate da grani antichi, ha sperimentato un nuovo tipo di pane. E di cui lui racconta nel libro “Il senso di Davide per la farina”. di Lucia Castagna

S

milla, il protagonista di un romanzo di grande successo, aveva il senso per la neve. Davide, il protagonista di una storia vera, ha il senso per la farina. Una storia che sembra una favola, e che racconta in questo libro insieme alla sua passione per il pane, alimento simbolico, prodotto di eccellenza ma anche mistero, magia, sorpresa che si rinnova a ogni impasto. E ci spiega come farlo, seguendo le indicazioni delle sue ricette, anche se non è un libro di ricette, e lui si tiene ben lontano dalle lusinghe televisive degli show culinari e dei talent di moda. Lui è Davide Longoni, curioso e volitivo, laurea in lettere, lavoro in una prestigiosa agenzia di fotogiornalismo, amore per le moto e i viaggi e i libri, cresciuto in una solida famiglia brianzola fra il profumo del pane che papà Angelo preparava nel suo forno e i sogni che andavano oltre il paese, alla ricerca di una sua realizzazione personale. Da ragazzo, il sabato pomeriggio lo passava in panificio a fare la pizza e, quando non aveva la scuola, di notte faceva il pane. “Ero sereno, tranquillo, anche se qualche volta mi dispiaceva non esser con i miei amici che si divertivano, ma il mio senso del dovere prevaleva sempre, e non mi sono mai tirato indietro. Non sapevo ancora quale sarebbe stata la mia strada da grande, ma di una cosa ero sicuro: non mi sarei fermato a lungo lì…”. E invece… Andiamo per ordine: dopo la laurea in Lettere cosa è successo?

Davide Longoni 14 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Un colpo di fortuna: uno stage all’agenzia Contrasto, a occuparmi dei progetti speciali dei più grandi fotografi del mondo. Mi riusciva anche bene, tanto che ci sono rimasto oltre due anni. Però sentivo che non era la mia


strada e, con l’incoscienza delle giovinezza, un giorno qualunque me ne sono andato. Senza un’alternativa, senza un progetto. Avevo cambiato fidanzata, ero tornato a Carate nella casa dei miei, e mi guardavo intorno. E poi?

Una sera ho portato la mia ragazza a mangiare a Milano, in un posto nuovo che andava per la maggiore. Ci siamo seduti, e quando il cameriere è arrivato con il cestino del pane distrattamente ne ho assaggiato un pezzetto, tanto per ingannare l’attesa. Ho sentito subito che era qualcosa di diverso da quello che avevo mangiato da sempre, un profumo, un sapore, e quella crosta croccante e dorata… una vera rivelazione. Ho chiesto al cameriere, e mi ha detto che era pane fatto con il lievito madre, prodotto da uno strano signore che si chiamava Eugenio Pol e viveva come un eremita in Valsesia. Il giorno dopo ho fatto una ricerca su Internet, e ho scoperto che era stato il primo, verso la fine degli anni Novanta, a usare questa pasta madre, che produceva il suo pane da solo per pochi ristoranti “stellati” di Milano, e che prendeva gli ordini attraverso la segreteria telefonica. Abitudini che ha ancora oggi. Quel giorno ho preso la moto per andare a cercarlo fino al suo paese, ma non c’era. Ci ho provato altre volte, senza fortuna, e ancora oggi non sono mai riuscito a trovarlo. Però ha trovato la ricetta perfetta per la pasta madre, che sostituiva il lievito di birra…

Sì, da Piergiorgio Giorilli, che aveva appena pubblicato un libro importante, Il pane. Un’arte, una tecnologia. Teneva un corso di due giorni, e mi sono precipitato. Dopo poche ore passate con lui, ho capito che il pane era di nuovo nella mia vita. Sono tornato al nostro panificio con molte conoscenze in più, e un pezzo di pasta madre che ho conservato in acqua, rinfrescandola ogni giorno prima di adoperarla, e poi generarne dell’altra. E poi è arrivata anche la scoperta delle farine.

Ho capito che erano l’accesso alla diversa qualità del pane. Sempre nelle ricerche su Pol, ho trovato che usava solo farine di un mugnaio piemontese, Renzo Sobrino, e sono andato a cercarlo. Questa volta, con maggior fortuna. E ho scoperto il suo mulino, dove lavorava e lavora le sue sementi selezionate

con il metodo di una volta, e macina ancora a pietra senza mai cedere alle lusinghe della modernità. Con la stessa curiosità e attenzione per i grani, specie quelli antichi, sono andato fino in Sicilia, terra da sempre particolarmente adatta alla coltivazione dei cereali, e sono arrivato da Filippo Drago che produce, fra le altre, la farina Tumminia, con cui si fa il pane nero di Castelvetrano. Dal nord al sud, ho fatto una selezione attenta di prodotti che volevo adoperare, e che hanno costituito il successo del mio pane. Adesso che ha un suo forno a Milano e una grande area verde nell’hinterland, con un laboratorio di produzione biologica selezionata, come vede il suo futuro?

Sono una persona concreta, e il pane mi ha insegnato da sempre l’umiltà dell’approccio alla vita, e anche i suoi valori. Non mi interessano i franchising e il successo all’estero. Sogno una piccola azienda agricola, che produca pane, olio, frutta di prima qualità, e una scuola di panificazione professionale, magari in Sicilia, per insegnare l’amore e il rispetto per la terra, e un mestiere che è il più antico e il più bello del mondo. Sono sicuro, con questo lavoro non sarò mai ricco, fra qualche anno mi verrà la schiena curva come mio padre, le mani deformate dall’artrite, e solo pochi buoni amici. Ma almeno avrò fatto qualcosa di cui essere fiero. Davide Longoni

Il senso di Davide per la farina Ponte delle Grazie 2014 pp. 144, euro 13,00 Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 15


: Intervista

C

avaliere della Repubblica per meriti culturali, giornalista, docente di scrittura creativa, autrice e conduttrice radiofonica e televisiva e di romanzi di successo, Cinzia Tani attraversa con entusiasmo le strade della narrazione con il coinvolgimento sincero di chi ama profondamente il proprio lavoro, e i suoi affreschi letterari, spesso in bilico fra atmosfere tenebrose e grandi passioni, hanno collezionato premi e riconoscimenti prestigiosi. Il suo ultimo romanzo, La storia di Tonia, accolto con entusiasmo dal suo pubblico attento e fedele, e pienamente ripagato dall’attesa, è una saga di epoche e mondi diversi visti attraverso gli occhi dei personaggi e delle loro pulsioni, con la famiglia della protagonista che, insieme ad altri contadini, emigra da un piccolo paese del Veneto verso l’Australia, per andare a lavorare le terre in quello sperduto angolo di mondo. A Sidney, la giovanissima Tonia vive i tasselli della sua vita: l’inizio come cameriera nella casa di una ricca famiglia inglese, la passione travolgente e impossibile con il primogenito, le nozze predestinate, i quattro figli, la ricerca di autonomia e di riscatto sociale con il suo ristorante italiano, un omicidio che vede coinvolto, innocente, il figlio più amato, il giallo fino al colpevole insospettato e, in mezzo, la tragedia di un popolo umiliato e dominato dalle atrocità degli inglesi, il coraggio della gente italiana che arriva a fondare la città di New Italy, e poi la “stolen generation”, la generazione rubata dei bambini aborigeni strappati con forza alle famiglie, e mille altre sfumature fra le tinte accecanti dell’Australia, nel Cinzia Tani

Dal giallo dei delitti al rosso dell’amore Ogni romanzo di Cinzia Tani è all’insegna delle passioni, e la diversità di genere è solo apparente. Anche nel suo ultimo successo in libreria, “La storia di Tonia”, grande epopea storica e familiare ambientata fra l’800 e il ‘900, gli ingredienti si mescolano sapientemente. di Lucia Castagna

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passaggio al Novecento e gli echi della Grande guerra. Una storia raccontata con passione, in una natura che sembra esploderci davanti agli occhi e che l’autrice ha visitato a lungo, con l’attenzione metodica di un esploratore solitario. “Viaggio per documentarmi, per impregnarmi di tutto quello che è intorno a me, e poi cercare di raccontare in modo quasi cinematografico, perché le parole assumano suoni e forme e colori e sapori e odori e diventino i luoghi e le cose e i personaggi delle mie storie”. Nel suo percorso letterario, come passa da storie nere, delitti, efferatezze e crudeltà, a storie di grandi passioni e grandi emozioni?

In realtà, il dualismo è solo apparente, perché ogni mio romanzo racconta soprattutto grandi sentimenti, storie in cui l’amore, l’amicizia, l’odio, la crudeltà, la vendetta, la rabbia, la gelosia, il perdono si intrecciano, e sono sempre raccontati a tinte forti, perché possano coinvolgere ed emozionare. Io adoro l’epica, i grandi romanzi anglosassoni, francesi, russi, che leggo e rileggo proprio perché mi danno sempre questo profondo senso di partecipazione, e che vorrei assimilare per trasfonderlo nelle mie storie. E anche quando prevale il delitto, come in Assassine o Amori crudeli o Io sono un’assassina, c’è sempre anche un percorso amoroso. Così come nella Storia di Tonia c’è il racconto di una grande storia d’amore e di avventura, ma anche di un omicidio e di un colpevole inaspettato. Quando ha deciso di diventare scrittrice?

Non l’ho mai deciso, perché credo

che lo sapessi da sempre… ho un ricordo lontano di me sulle ginocchia di mia nonna mentre lei leggeva un libro. Avrò avuto forse quattro anni, non sapevo ancora leggere, ma le dicevo “vorrei averlo scritto io”… A otto anni, però, avevo già scritto una commedia teatrale per parenti e amici, “Ladri, polizia e principesse”, e da allora, fra racconti, romanzi e saggi, non ho mai smesso. Scrittrice, ma anche grande lettrice. Qual è il primo libro che ha letto?

Forse la vita di San Francesco… Andavo a scuola dalle suore, e avevano una bancarella con le storie dei martiri e dei santi delle edizioni Paoline, e io ero molto coinvolta dai racconti di quelle vite straordinarie. Poi, a parte tutta la biblioteca infantile, con le fiabe dei fratelli Grimm e delle tradizioni popolari, Pinocchio, la serie di Piccole donne e Salgari, ricordo un vero innamoramento per Il buio oltre la siepe, un romanzo più da adulti, ma io ero allenata alla lettura e quindi ho potuto capirlo e amarlo profondamente. Lei vive in una casa con oltre ventimila libri. Quali l’hanno più influenzata?

Madame Bovary, Il grande Gatsby, Delitto e castigo … e Justine, di Laurence Darrel, che fa parte del Quartetto di Alessandria, in cui l’autore racconta la stessa storia d’amore, di politica e di perversione da quattro diversi punti di vista, per dimostrare che non solo la verità è relativa, ma la stessa personalità umana è inafferrabile ed esiste solo in funzione dell’osservatore. Sì, sempre grandi classici, che leggo e rileggo perché, dopo la prima volta,

ogni altra volta scopri nuovi particolari, qualcosa che prima, nell’attenzione soprattutto alla trama, magari ti era sfuggito. E rileggerli è un piacere nuovo, specie quando voglio cercare la loro influenza nella mia scrittura e nella storia che voglio raccontare. Pagine sottolineate, sgualcite, accarezzate… leggo sempre e dovunque, mentre mangio, mentre cammino per la strada e ogni tanto cado o urto un passante, per quanto sono immersa in quello che le parole raccontano. Sì, sono la più bella compagnia della vita. Cinzia Tani è stata nostra ospite al Festival Food&Book (10-12 ottobre 2014, Montecatini Terme), dove ha presentato La storia di Tonia, intervistata da Lucilla Noviello.

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: Noir,

thriller, gialli

Un Natale di emozioni e di brividi Noir, thriller, giallo classico o storico: sono tanti i libri ricchi di emozioni da mettere sotto l’albero di Natale. Un regalo sicuramente gradito da chi vuole farsi coinvolgere nella lettura dalla prima all’ultima pagina. di Maria Rosaria Grifone

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o scintillio natalizio e il calore delle feste possono sembrare in contrasto con le storie di delitti e la potenza di sentimenti conturbanti. Eppure, per gli appassionati, un noir, un thriller o un giallo classico o storico può essere l’idea regalo perfetta. Per chi ama il commissario più famoso d’Italia, Sellerio ha pubblicato da poco Morte in mare e altre indagini del giovane Montalbano, una raccolta di racconti che Andrea Camilleri ha scritto tra il 2013 e il 2014 ambientandoli negli anni Ottanta. Vigàta è solo un piccolo particolare nell’affresco di un Paese che si sta piano piano complicando e Montalbano il protagonista di indagini di ogni tipo, dalla speculazione edilizia ai contrasti familiari. Libro imprescindibile per i fan, Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano è un’occasione per tutti i lettori per scoprire il lato più irruento del commissario, ritratto qui in quegli anni giovanili in cui, lavorando a contatto con il mondo del crimine, vive al massimo la propria vocazione rendendosi conto che, nonostante l’animo umano sia per definizione corruttibile, vale sempre la pena di impegnarsi ogni giorno per far trionfare la giustizia. Per gli amanti del thriller, è da tenere d’occhio invece Non sono un assassino, secondo romanzo di Francesco Caringella, direttore scientifico della Dike Giuridica Editrice, magistrato e consigliere di Stato, edito da Newton Compton. È la storia di un omicidio anomalo, senza movente, in cui un giudice si trasforma in imputato e dovrà imbarcarsi in un nebuloso processo per dimostrare la sua innocenza contro tutto e contro tutti. Un romanzo capace di catturare il lettore ed accompagnarlo fino all’ultima pagina in un 18 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014


complicato e spesso doloroso viaggio tra le aule di giustizia, gli ambienti della camorra pugliese ed un’intricata rete di bugie che spesso assume le sembianze di una incredibile verità. Da segnalare, nella celeberrima collana di Mondadori dedicata ai Gialli, Le immagini rubate di Manuela Costantini. Dopo aver riscosso successo con gialli e gialli storici usciti con piccole e medie case editrici, l’autrice approda a un traguardo sicuramente notevole per qualunque scrittore tratti il genere, e lo fa con un thriller di ottima fattura che non a caso è stato vincitore del Premio Alberto Tedeschi 2014. La narrazione si apre con un omicidio dei più spietati: una donna è stata finita con una lunga lama sottile che le ha trapassato il cuore. Partono le indagini e viene fermato un fotografo. Il sospettato è un uomo con problemi mentali, con la mente di un adolescente insicuro nel corpo di un adulto. Ha l’ossessione di catturare con la sua fotocamera istantanee di oggetti e persone, rubando dettagli di visi e quindi anche immagini di capelli. Sembra la soluzione perfetta, ma l’avvocato Filippo Dolci non è convinto: sente che il fotografo non è l’uomo giusto e che il responsabile di un crimine orrendo deve essere cercato altrove, prima che riprenda ad uccidere. Per chi preferisce i gialli storici, è uscito da poco per Einaudi Nell’ombra e nella luce, il nuovo libro di Giancarlo De Cataldo, magistrato prima che scrittore, che si è imposto all’attenzione dei lettori italiani con l’ottimo Romanzo criminale. Questa volta l’autore tarantino (ma romano d’adozione) porta i suoi estimatori alla scoperta della Torino del 1848. Tra delitti, oscure trame politiche e occhio analitico sul panorama umano di una delle più importanti città italiane in piena rivoluzione industriale, si svolge una trama che regala al lettore un sapiente mix dei paradigmi propri del genere crime e della suggestione storica del nostro Risorgimento. Il cacciatore del buio è il titolo dell’ultimo thriller firmato da Donato Carrisi, edito da Longanesi. Con il suo libro di esordio, Il suggeritore, pubblicato nel 2009, Carrisi si è subito affermato fra i maestri del crime novel, diventando l’autore italiano di thriller più venduto e apprezzato all’estero. Dopo Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta

e L’ipotesi del male, l’autore pugliese è al quinto romanzo, con un libro che riprende là dove si era fermato proprio Il tribunale delle anime. Perno della storia stavolta è la Santa Penitenzieria Apostolica, un’istituzione antichissima, nata nel XIII secolo sotto Innocenzo IV per riunire i penitenzieri di Roma in un collegio presieduto da un cardinale. Un organo che ha il compito di trattare le cause che riguardano le assoluzioni dalle censure e le dispense riservate al papa e che nei secoli si è occupato di cose oscure, indicibili e pericolose. Marcus è un prete, l’ultimo dei Penitenzieri, che ha perso la memoria, l’identità, tutto: gli rimane l’ossessione e il suo talento, la capacità di individuare le “scie anomale” che si lasciano dietro gli assassini. E la mette al servizio di una serie di omicidi apparentemente irrisolvibili. Sandra, che fa la fotorilevatrice della polizia scientifica, vive anche lei un momento difficile. Insieme cercheranno di scovare la verità e sciogliere gli enigmi che si muovono per le vie di Roma fra thriller e horror.

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: Strenne

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Non è Natale senza un buon libro Sugli scaffali delle librerie anche quest’anno sono pronte molte novità editoriali in attesa di finire sotto l’albero. di Claudia Valenti

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in dall’antichità ci si regalava qualcosa durante le feste. Già presso gli antichi Romani, i cittadini offrivano doni al re e si scambiavano regali a vicenda in occasione delle festività solenni, come per le Calende di gennaio. Il dono che veniva offerto o ricevuto era detto “strenna”. Nella nostra cultura odierna, la strenna è diventata ormai esclusivamente natalizia. In occasione del Natale infatti tutti si scambiano qualcosa. Per questo motivo molti autori pongono sul mercato le loro pubblicazioni proprio nei mesi di novembre e di di20 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

cembre: sperano che la frequentazione delle librerie a ridosso delle feste possa portare i loro testi sotto gli occhi di tutti e possa così trasformarli in doni. Il loro desiderio è che i loro libri fungano da regali di Natale. E da qui nascono le strenne editoriali. Così anche quest’anno, una serie di libri saranno proposti sugli scaffali delle librerie nel periodo delle festività, in attesa di essere impacchettati e di finire sotto l’albero. Tra questi troveremo: L’erba delle notti, del Premio Nobel 2014 per la Letteratura, Patrick Modiano; il nuovo romanzo di Gianrico Carofiglio, La

regola dell’equilibrio; Carne e sangue, in cui Patricia Cornwell racconta la ventiduesima indagine di Kay Scarpetta; il nuovo romanzo di Valerio Massimo Manfredi, Le meraviglie del mondo antico; il nuovo libro Avrò cura di te, steso a quattro mani da Chiara Gamberale e Massimo Gramellini; e l’ultimo romanzo di Alessandro D’Avenia, Ciò che inferno non è. Queste ultime novità editoriali sono molto ambite, specialmente dalle persone che sono abituate a leggere un po’ di tutto e che amano tenersi aggiornate sulle uscite più recenti. Ma a Natale, in fondo, tutti i libri meritano l’attenzione dei compratori; tutti i libri hanno le potenzialità per diventare regali. La discriminante sta solo nel tipo di persona a cui si vuole indirizzare il proprio dono. Si può comprare un libro di fotografia, ricette, viaggi, fumetti o graphic novels, a chi ancora coltiva i propri hobby; un libro di psicologia, scienze sociali o religioni, a chi ama interrogarsi; un libro sul Natale stesso, magari a un bambino, a cui si vuole raccontare le origini di questa festa e la sua particolare atmosfera. Esistono testi pronti ad accontentare ogni richiesta. Si può dire allora che un libro sia uno dei doni migliori che si possa fare a Natale. E non solo perché soddisfa qualsiasi tipo di esigenza; e non solo perché è già di per sé un oggetto pieno, intrinsecamente veicolo di significato; ma anche perché nel donarlo acquisisce sempre un valore aggiunto, mettendo in comunicazione due persone e regalando loro, oltre al semplice testo, un consiglio, un pensiero e una visione che si ha dell’altro.


: Cina

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a Cina ha un passato culturale ricco di arte e storia. Tra le arti cinesi, la poesia ricopre un ruolo di eccellenza per la potenza espressiva e l’impatto simbolico che la sua scrittura riesce a regalare come nessun’altra comunicazione linguistica. La poesia cinese classica in forme metriche rigidamente consolidate nel tempo, splendente di potente fascino e ricchezza, raggiunge il suo massimo splendore in epoca Tang (618-916). Essa si basa su temi tradizionali e si discosta da quella contemporanea per la forma che invece è molto libera. Tra i poeti viventi che meglio rappresentano la Cina di oggi Zhao Zhenkai, meglio noto come Bei Dao, riveste un ruolo di notevole prestigio. Nato a Pechino nel 1949 da una famiglia dell’alta borghesia, anch’egli, come tanti giovani negli anni della Rivoluzione Culturale, fu costretto a militare nelle Guardie rosse. Nel 1978 fondò la rivista indipendente “Jin tian” (Oggi), insieme al suo amico Man Ke, portando un’aria di rinnovamento nella storia della poesia cinese. Nel 1980 la rivista venne chiusa a seguito del drastico controllo da parte del governo di Pechino. Dopo le agitazioni di piazza Tienanmen, la sua permanenza in patria risultò molto difficile. Dal 1989 vive all’estero dove insegna e tiene conferenze, conseguendo importanti premi letterari e riconoscimenti. Visto il successo, la rivista è stata rifondata nel 1990 a Oslo da un gruppo di poeti cinesi anche loro esuli con a capo sempre Bei Dao, divenendo una delle riviste più importanti cinesi all’estero. Il suo pseudonimo, che tradotto significa isola del nord, dà un’idea del suo mondo, pseudonimo confacente alla qualità che lo contraddistingue nel suo configurarsi poeta cinese contemporaneo: “La singolarità intellettuale o meglio la capacità di durare soggettivamente nelle condizioni di maggiore desertificazione”. La produzione poetica in Cina, a causa del sistema socialista, ha subito una battuta di arresto di almeno 30 anni. Ciò ha determinato una forte esigenza di libertà espressiva, con l’introduzione di parole come inferno, cielo, uccello. Bei Dao è considerato anche l’animatore del movimento Menlong (indistinto, oscuro), la cui poesia Huida (Risposta) diventa il baluardo del movimento stesso, che attraverso una rinnovata forma poetica mira a raccogliere le inquietudini e la disillusione

Bei Dao, poeta contemporaneo Tra i poeti viventi che meglio rappresentano la Cina di oggi Zhao Zhenkai, meglio noto come Bei Dao, riveste un ruolo di notevole prestigio. di Cristina Cipolla

di tanti anni passati nel vortice della Rivoluzione Culturale, ed esprime anche le aspirazioni dell’ancor giovane generazione. Dalla raccolta “Speranza fredda” (a cura di C. Pozzana Einaudi, 2003) citiamo Anniversario: E dunque ci perderemmo sull’abisso. Nel giorno dell’anniversario La tempesta ubriaca di passato Cola a picco con noi Il Vento prende forma nel buco della chiave E il ricordo dei morti Il sapere della notte

Altre raccolte poetiche, da cui si può arguire la sua prepotente soggettività, sono state edite nel 1985 col titolo Bei Dao Shixuan o meglio Poesie scelte di Bei Dao. In lingua inglese: The August sleepwalker, ed. New Direction (1988), Form of distance, ed. Anvil press, London 1994, Unlock (2000) e The rose of time. Un florilegio di poesie è stato pubblicato nell’antologia Nuovi poeti cinesi a cura di C. Pozzana e A. Russo, 1996 Einaudi, e in Speranza fredda a cura di C. Pozzana, 2003 Einaudi. Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 21


: Poesia

Quattro caldarroste e i versi di Neruda Una strenna per l’imminente Natale per i giovani la raccolta “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”. Per tutti gli altri c’è l’imbarazzo della scelta. di Giovanni Matteo Allone

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n notti come questa l’ho tenuta tra le braccia./ L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito...”. Era il 1962. L’editore Sansoni di Firenze aveva pubblicato una pregevole raccolta di tutte le poesie di Pablo Neruda, introduzione e traduzione di Dario Puccini. Giovane insegnante, esule in un paese della Calabria, declamavo con sof­ferta partecipazione a un pubblico di colleghi, disperati come me in lunga crisi di astinenza, davanti a un bicchiere di vino e quattro caldarroste, i versi d’amore del poeta cileno, nella dolente solitudine della sera, richiamando alla memoria sensazioni di remote e anelanti passioni. “Cimitero di baci, ancora hai fuoco nelle tombe...”. Lascio immaginare interessati apprezzamenti e languidi sospiri. “Leggi, leggi ancora, fantastico ‘sto poeta”. E gli occhi si accendeva­no, bruciavano di febbre, irridenti, nella improbabile attesa che l’alba di domani ci regalasse il sorriso di una fanciulla, “Il corpo di pelle, di muschio, di latte, avido e sodo...”, a cui sospirare struggenti parole d’amore. Ed era un amore penoso, rassegnato, lo steso che aveva ispirato Neruda. “Madooonnaaa! leggi, leggi di nuovo”. Accrescevo l’agonia, lo ammetto: ero un sadico che sperimentava nel volto degli uditori lo specchio di una sete a lungo repressa, un’ansia di irriverenti pulsioni. “Nuda sei azzurra come la notte a Cuba...” Gli occhi brilli forse anche per il vino, ai limiti della decenza. La fantasia galoppava verso quell’isola, allora per noi esotica, tanto amata da Hemingway. “Il tuo corpo è liscio come le pietre dell’alba / I tuoi baci son grappoli di ru22 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014


giada…” La mente vagava lontana agli incontri furtivi con la mia ragazza sul greto asciutto e assolato del torrente del paese nativo. Non poteva durare a lungo, anche per il dolore c’è un limite, oltre il quale è la pura follia. “É suonata l’ora della vendetta, e io ti amo...”. L’ultimo bagliore di un sogno a occhi aperti si spegneva tra l’eco dello sferragliare di un treno a distanza e lo sciabordio delle onde del mare poco distante, tra il denso fumo delle sigarette di cui era pregna la stanza e le certezze da rimandare a chissà quando. Chiudevo il libro: “Solo restai come un tunnel...” Non posso fare a meno dal considerare il ruolo “ruffianesco” del poeta, alle sue ardite metafore cariche di immagini di un delirio erotico, alla sensualità, all’allegria sfrenata, violenta di quei versi scritti dal poeta appena ventenne. Come il poeta cileno mi immergevo nella tenera rievocazione di paesaggi adolescen­ziali, foravo le cupe e piovose atmosfere della maturità, varcando le coordinate spazio-tempo, tuffandomi nelle stagioni della vita, nella gioia, “collana, sonaglio delirante per le tue mani dolci come l’uva “, nel dolore, “tutto fu in te naufragio “. Neruda canta l’anima del mondo offrendo al lettore ciò che il lettore sente e non riesce a esprimere, presta la sua voce, le sue parole, metafora dell’esistenza, a chi voce non

ha, diventa, insomma, il “ruffiano” dell’umanità. Come strenna per l’imminente Natale ai giovani suggerisco la raccolta Venti poesie d’amore e una canzone disperata e da Cento sonetti d’amore da cui sono tratti i versi citati. Per tutti gli altri c’è l’imbarazzo della scelta: Canto generale, Odi elementari, Ceno sonetti d’amore. Per tutti coloro che non si limitano a scrivere versi ma leggono anche quelli degli altri suggerisco un classico del nostro Novecento: il raffinato poeta fiorentino Mario Luzi, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, al quale solo per l’insipienza degli Accademici di Svezia è stato negato il Nobel. E non appaia fuor di luogo in questo contesto la mia indicazione se si considera la passione del poeta italiano per i poeti di lingua ispanica, le sue traduzioni dei poeti sudamericani (La Cordigliera delle Ande e altri veri del 1983); passione ricambiata se si guarda agli inteventi sulla sua poesia da parte di Coral Garcìa Rodrìguez, di Pedro Luis Ladròn de Guevara Mellado, di Jesùs Diaz Armas, di Francisco Dego ecc. Mario Luzi, il poeta che meglio di ogni altro ha saputo rappresentare le inquietudini, il dramma, il travaglio, le illusioni e le delusioni del secondo Novecento della nostra Nazione. A questo proposito voglio ricordare i versi de “Per il battesimo dei nostri frammenti” del 1985 (ed. Garzanti) e al testo in es-

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 so contenuto sulla morte di Aldo Moro “acciambellato in quella sconcia stiva ”. Un poeta che meriterebbe di essere più letto, soprattutto nelle scuole, del quale il poeta francese Yves Bonnefoy ebbe a dire di trovare nei suoi versi “la grazia delle figure del pittore Masolino e la fermezza dello sguardo delle figure del Masaccio. Un poeta caratterizzato da umiltà francescana e orgoglio foscoliano, sempre teso verso un reale bisogno metafisico e il recupero di un “alfabeto assoluto”, nella contrapposizione tempo-eternità, individuo-cosmo. Ai lettori mi permetto di segnalare di Luzi due volumi: “Parlate”, ed. Interlinea, E 10, a cura di Stefano Verdino, in cui il poeta si impersona in Pasolini e in Antigone per dar voce alla coscienza e ai conflitti degli uomini contemporanei e di recentissima pubblicazione per questo Natale “Poesie ultime e ritrovate” ed. Garzanti.

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: Autobiografia

M

i sono molto divertito molto qualche anno fa a lavorare con Nino Frassica come autore con lui di sei edizioni del suo Festival del Cabaret Rai Tre. Con lui ci si diverte anche al di fuori della scena e durante il lavoro l’ho spesso visto prendere appunti. Nino, hai finalmente pubblicato gli appunti della tua vita?

Le cose più divertenti che ho scritto in questo mio libro le ho prese proprio dagli appunti sulle cose più divertenti che ho visto, detto e sentito nel corso di anni di lavoro in tanti programmi diversi e a contatto con tanti personaggi e tanta gente comune. Quanti libri hai già scritto, Nino?

Cinque e mezzo.

Come cinque e... mezzo?

Si, perché quattro li ho scritti tutti io, uno l’ho scritto a metà con Michele Foresta, Mago Forest, sulla magia. Che differenza c’è tra questo tuo nuovo libro e i precedenti? Ma c’è davvero scritta la tua vita o è anche questo “un scherzo” come dici tu?

China acquerellata di Stefano Vannozzi.

Beh la differenza è che questa volta tento per la prima volta la narrativa. I libri precedenti erano sempre ispirati a programmi famosi come Quelli della notte, Indietro Tutta. Erano più una raccolta di gag, di frasi, di tormentoni divenuti celebri, legati ai personaggi che interpretavo. Questa volta c’è proprio il racconto della mia vita, della mia carriera, dei miei gusti, dei miei desideri. Solo che i fatti veramente successi li ho mescolati con cose di fantasia, e non sarà mica tanto semplice distinguerli, scoprirli. Bisogna proprio tirarli fuori, andarseli a trovare i fatti veri, sono mescolati con altre notizie inventate: non si sa se sono veri o falsi certe

La verità nascosta tra una battuta e l’altra Nino Frassica rivela a “Leggere:tutti” i segreti della sua autobiografia quasi vera, pubblicata da Mondadori. Gli appunti semiseri di un comico surreale. di Renato Marengo

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volte non lo so nemmeno io. E’ chiaro comunque che si tratta fondamentalmente di un libro divertente, potrei dire che si ride dalla prima all’ultima pagina senza esagerare.

Come definiresti il tuo stile?

Come lo definiresti tu, quindi, un libro biografico o un libro comico?

Un libro surreale. Io adoro il surrealismo. In questi ultimi anni ho lavorato soprattutto nella fiction e nel cinema e sia in tv che nel cinema in Italia non c’è più spazio per il surrealismo. Scrivendo questo libro ho potuto finalmente sbizzarrirmi come mi pare nel surrealismo più surreale. Un libro è davvero una cosa tua, dove non c’è uno sceneggiatore o un regista che ti dice cosa dire, cosa fare o come farlo, sei a contatto con te stesso e sei il solo a decidere cosa raccontare, come raccontarlo e cosa inventare per divertirti e divertire. Io mi sono diverti molto a scriverlo e sono convinto che i lettori si divertiranno a leggerlo. Mi sono sentito davvero a mio agio, l’ho scritto, l’ho riscritto tante volte, l’ho corretto, l’ho letto e l’ho riletto e quando leggendolo mi divertivo davvero mi convincevo che andava bene e andavo avanti.

C’è molto frassichese nel linguaggio di questo tuo romanzo? Ci sono i tuoi esilaranti errori di approssimazione, di improbabili similitudini, di parole argutamente storpiate?

Questo libro l’ho scritto con molta attenzione, nel migliore italiano possibile, sono stato molto attento a non fare errori. Naturalmente se qualcuno troverà qualche errore, beh, dirò che l’ho fatto apposta. Non lo saprete mai se è vero, se è voluto o se ho fatto davvero un errore....

Beh la differenza tra il mio modo di scrivere e quella di uno scrittore abituale è simile al modo di raccontare i fatti del giorno di Striscia la notizia rispetto a un normale TG. Quale notizia è più vera, quella di Striscia o quella di uno dei tanti TG? Bisogna cercarla la verità, tra una battuta e l’altra, tra ironia e cronaca. Lo stile del mio libro è questo, dire cose vere mentre cerchi di divertire, ma dire anche cose che potrebbero essere vere e che certamente divertono. Io non rivelerò mai, neppure sotto tortura, se una cosa che ho scritto in questa mia biografia è al 70% vera o se è all’89% falsa. Ma la casa editrice che libro si aspettava da te, il racconto della vita di Nino Frassica o un libro di comicità?

Quando la Mondadori mi ha chiesto di scrivere un libro con la mia biografia, volevano proprio che scrivessi la vera storia della mia vita, come fanno per la loro collana sulle biografie tanti altri personaggi famosi. Abbiamo molto discusso su questo e alla fine hanno accettato questo mio modo di raccontarmi. Ma ho promesso agli editori che certamente la scriverò, a 90 anni...

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: Mass

media

I

l principio delle repubbliche è l’uguaglianza, togliendosi la quale e condensandosi le ricchezze in mano di pochi, si apre la strada alla tirannia”. Lo sosteneva, già nel XVIII secolo, Pietro Verri, filosofo ed economista, ed è la linea portante e condivisibile del saggio di Arnaldo Miglino (Il colore della democrazia), avvocato cassazionista e docente universitario. Il lavoro tratta, in maniera discorsiva, l’evoluzione dei fatti storici e dei concetti che sostengono l’idea e la pratica della democrazia. Democrazia discende dalla parola greca antica demokratia, a sua volta derivante da demos, popolo, e da kratos, potere. Esprime dunque il concetto di potere popolare e, nell’uso che ne fecero i Greci, indica un particolare sistema di governo della collettività. Il termine democrazia compare per la prima volta nelle storie di Erodoto, che racconta di un sistema in cui le decisioni spettano a tutti, e quelle che non possono essere prese dal popolo direttamente, sono affidate a persone da questo controllate. Nell’elogio ai caduti della prima guerra del Peloponneso, Tucidide fa dire a Pericle. “Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli, piuttosto siamo noi a costruire un modello per gli altri. Si chiama democrazia […]”. Se gli Ateniesi erano perfettamente consapevoli che la democrazia apparteneva alla loro civiltà, anche per noi moderni, la democrazia antica è quella di Atene: perciò non si può cogliere il senso della democrazia senza partire da quella ateniese, seguendo lo sviluppo storico degli eventi che l’hanno determinata.

Informazione e democrazia, un legame indissolubile Fondamentale nella democrazia moderna, il ruolo dell’informazione e dei mass media: chi li controlla può controllare le coscienze, da qui l’esigenza che non si accentrino nelle mani di chi governa. di Floriana Mastandrea

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Per questo l’autore compie un approfondito excursus nella storia della democrazia, dividendo il libro in due parti. Nella prima, traccia la storia dell’Ellade dall’invasione dorica alle tirannidi, passando per la vittoria di Maratona fino all’età di Pericle, per giungere ai principi della democrazia ateniese. Nella seconda parte, si occupa delle invasioni barbariche dell’Impero Romano d’Occidente, fino ad arrivare allo stato assoluto; passa per la rivoluzione inglese, americana e francese, pone l’accento sul significato storico e istituzionale delle rivoluzioni liberali, analizza il diciannovesimo e il ventesimo secolo, per giungere alla democrazia contemporanea. Se inevitabili appaiono le differenze dovute al contesto storico e sociale, molte rimangono le analogie tra la democrazia antica e quella moderna, immaginata e realizzata, entrambe basate su principi essenziali. Valori fondanti, la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà, che si realizzano eliminando l’accentramento del potere e promuovendo la sua diffusione; organizzando il go-

verno della comunità, non secondo il capriccio degli uomini, ma seguendo la legge, espressione della volontà popolare; promuovendo la partecipazione dei cittadini all’attività pubblica; erogando prestazioni allo scopo di: soddisfare le esigenze della collettività, attenuare le disparità di condizioni politiche, economiche, sociali e culturali, e offrire opportunità ai cittadini. I più facoltosi sono tenuti a contribuire in maniera maggiore al finanziamento delle attività pubbliche. I poteri sulla collettività sono concepiti come un servizio, e pertanto le prerogative e le posizioni differenziate di coloro che comandano, sottoposti a controllo, sono giustificate (rispetto a coloro che obbediscono) nella misura strettamente necessaria a realizzare gli interessi della comunità. I conflitti che investono le scelte politiche e sociali sono razionalizzati e si combatte con la dialettica, anziché con la violenza, facendo prevalere la volontà della maggioranza. La libera discussione e informazione e la mancanza di segretezza sugli affari pubblici, l’impossibilità di concentra-

re prerogative politiche, economiche e dell’informazione, consentono il controllo di chi esercita il potere, e il funzionamento dei procedimenti con i quali si gestiscono i conflitti politici e sociali. Il rispetto della legge è garantito da un sistema giudiziario a cui nessuno può sottrarsi, governanti compresi. Fondamentale nella democrazia moderna, il ruolo dell’informazione e dei mass media: chi li controlla può controllare le coscienze, da qui l’esigenza che non si accentrino nelle mani di chi governa. Il risultato sarebbe di un’opinione pubblica non più controllore, ma controllato, e con un’opinione funzionale ai voleri di chi comanda, come accaduto, ad es., durante il fascismo. Il pluralismo dei mezzi di informazione e la loro appartenenza a diversi soggetti, consentono al cittadino la possibilità di esprimere un giudizio critico e sorvegliare chi gestisce il potere. Ma sono sufficienti queste garanzie, perché la nostra possa definirsi una democrazia compiuta o è sempre a rischio, e va attentamente coltivata e sorvegliata?

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: Guida

:

U

na guida letteraria nella Parigi di ieri che si specchia nell’oggi della storia, un itinerario vissuto come una passeggiata sentimentale dentro la “geografia della città” che ha ospitato i maggiori artisti, intellettuali, musicisti, e letterati del mondo, in cui si evocano quelli che l’autore definisce “transiti emotivi” con gli autori di ieri che ritornano, come nel film di Woody Allen, a sorridere nell’oggi. Si deve allo scrittore messinese Luigi La Rosa Solo a Parigi e non altrove edito da Ad est dell’equatore, una guida elaborata tra saggio storico e visione romanzata, (progetto grafico e fotografico a cura del catanese Alessio Grillo), che indaga nella Parigi della solitudine, dell’arte, della diversità, nella Parigi “labirinto” evocata da Benjamin, una metropoli che La Rosa osserva e assorbe dal di dentro, nelle sue viscere e nei suoi magici chiaroscuri. Una guida originale, poetica, spiazzante, che rende omaggio a tante figure celebri ma anche a artisti dimenticati, a donne che meritano un risarcimento della storia, ad amori che rompono schemi e creano disagi e drammi. La Rosa, allievo della grande poetessa Spaziani, appassionato francesista ma anche studioso dei linguaggi contemporanei letterari e cinematografici, critico letterario, promotore di laboratori creativi, curatore per Rizzoli - Bur di svariate pubblicazioni tra cui L’anno che verrà, Pensieri erotici e L’alfabeto dell’amore, è autore di racconti per diverse antologie. In questo testo elaborato e composito l’autore vuole creare una grande scacchiera di eventi culturali che si intrecciano in un gioco suggestivo di rimandi, che Parigi rende unici e atemporali, in un viaggio sul campo arricchito da una ricca bibliografia, da citazioni continue, notizie giornalistiche, note narrative, mappe, riferimenti a luoghi, iscrizioni, targhe, edifici, ritrovi, cafè, piazze, circoli, club, tutti gli elementi della “socialità” artistica della Parigi tra Otto e Novecento. Ad est dell’equatore è una guida turistico-culturale “camminativa”, tra topografia e toponomastica viva, che racconta al ritmo di una passeggiata le vicende di Baudelaire, Nadar, Verlaine, Rimbaud, Hemingway, Joyce, Claudel, Rodin, Balzac, Proust, Modi28 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Parigi sentimentale e letteraria Luigi La Rosa ci conduce alla casa dove nacque Edith Piaf, a quella di Van Gogh a Montmatre, ai celebri cafè e alla libreria Shakespeare & Co. di Sergio Di Giacomo

gliani, Chopin, Berlioz, Wilde, Stein, Colette, Cocteau, Piaf, Moreau, Flaubert. Venti personalità dell’Olimpo mondiale che rappresentano da sole un mondo da esplorare, in cui la città non è solo luogo scenografico delle loro vite, ma soggetto protagonista, genius loci, che si anima e che rimane fisso nel tempo. Scopriamo così, ad esempio, la casa dove nacque Edith Piaf, quella di Van Gogh a Montmatre, il luogo dove Rimbaud declamò per la prima volta Il battello ebbro, insieme ai ristoranti e ai cafè celebri, tra cui il “Procope”, fon-

dato da un siciliano, dove si riunivano gli intellettuali illuministi, i locali dove di rue St.German luoghi di elezioni di Sartre o la magnifica Shakespeare & Co, la libreria storica dei beat a ridosso di Notre Dame, culla della cultura angloamericana. Un mondo urbano che è già storia, di rivelazioni, di sapori, di visioni, che diventa fonte per studi e ricerche, in quanto ogni studioso sa che la grande storia passa sempre dalle microstorie dei luoghi e dei personaggi che li hanno vissuti.


: Appuntamenti

Il ruggito del Libraio Diventare librai nel XXI secolo: la Scuola Librai Italiani, nata a Orvieto nel 2006 su iniziativa dell’Associazione Librai Italiani (ALI-Confcommercio) e dell’Università Cà Foscari di Venezia, rappresenta un centro di formazione permanente per chi aspira a diventare libraio.

A

ldo Addis, responsabile della formazione dell’Associazione Librai Italiani, sintetizza: “Sarà Marco Presta, notissimo conduttore del programma radiofonico “Il ruggito del coniglio” a consegnare i diplomi agli allievi dell’ottavo corso di alta formazione in gestione della libreria organizzato dalla Scuola Librai Italiani. L’appuntamento è previsto per sabato 6 dicembre alle ore 12,30 presso la Sala Diamante del Palazzo dei Congressi dell’Eur, ed è inserito all’interno

della Fiera “Più libri, più liberi”. La Scuola Librai Italiani, attualmente a Roma, è nata a Orvieto nel 2006 su iniziativa dell’Associazione Librai Italiani (ALI-Confcommercio) e dell’Università Cà Foscari di Venezia e rappresenta un centro di formazione permanente per chi aspiri a diventare libraio e per chi, già libraio, voglia aggiornarsi professionalmente. Come di consueto, la consegna dei diplomi coinciderà con la pubblicazione del bando per il nono corso che si svolgerà a Roma dal 16 marzo al pri-

mo luglio 2015. Sono tante le novità che verranno introdotte nel nuovo programma: innanzitutto si è deciso di venire incontro alle esigenze delle tante persone che hanno manifestato il desiderio di frequentare la Scuola librai ma hanno incontrato difficoltà ad impegnarsi per un periodo troppo lungo, compattando il corso riducendone la durata. Si è altresì considerevolmente abbattuta la quota di partecipazione. Soprattutto si darà molto più spazio all’innovazione: l’obiettivo è quello di fare della Scuola librai un vero e proprio laboratorio in cui si studiano buone pratiche per la progettazione delle librerie del futuro. È particolarmente significativo che in questo fine anno siano cinque le nuove librerie aperte da allievi della Scuola librai: è la dimostrazione che a fronte di tante chiusure, possa corrispondere la nascita di nuove realtà, più dinamiche e più orientate all’evoluzione che il mercato editoriale sta vivendo. Solo con un’adeguata formazione che prepari professionalmente chi vuole intraprendere il mestiere di libraio, si può pensare di dare al mondo del libro la speranza di uscire da una crisi duplice, legata alla recessione economica e alla rivoluzione digitale che sta modificando in modo tangibile le abitudini di lettura. Per queste ragioni la Scuola Librai Italiani è sostenuta dal Centro Per il Libro e la Lettura del MiBACT e da tutto il mondo editoriale italiano. Fare il libraio è da sempre il sogno di molti: l’invito è quello di pensare di realizzarlo avendo acquisito gli strumenti che solo un’adeguata formazione può dare.” Per tutte le informazioni consultare il sito www.scuolalibraitaliani.org Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 29


: Storia

patria

I

l 5 agosto 1994 c’era, nella prima pagina di Repubblica, una vignetta. Su una spiaggia un cumulo di sabbia ricopriva una figura umana. Sopra un fiore. In primo piano, il disegnatore raffigurava se stesso mentre, in lacrime, usciva di scena lanciando dietro di sé la matita. Così Giorgio Forattini salutava Giovanni Spadolini morto il giorno prima. Sono trascorsi 20 anni da allora. Meno di una generazione, ma sembra un’epoca remota. Svaniti i protagonisti, dissolti gli scenari, cadute nell’oblio le vicende di quegli anni. Eppure se si cita Spadolini, in modo sorprendente, torna l’immagine di una persona onesta e capace. Un Professore colto, ma non arcigno, uno a cui affidarsi nei momenti difficili. Un uomo che, per dirla con Montanelli, “emanava profumo di bucato”. Fu questo lo Spadolini politico. Presidente del Consiglio, fondatore del ministero dei Beni culturali e quindi ministro della Difesa e presidente del Senato. Durante i suoi governi fu varato il “decalogo istituzionale” che con lungimiranza indicava le riforme necessarie per ammodernare lo Stato, e realizzato il “divorzio” tra la Banca d’Italia e il Tesoro avviando così il risanamento della finanza pubblica. Tutto questo è narrato con rapida efficacia nel documentario di Enrico Salvatori, Sogno un’Italia migliore realizzato per Rai Cultura, mentre il volume di Cosimo Ceccuti, Giovanni Spadolini (edito da Mauro Pagliai editore) racconta con precisione e leggerezza anche lo Spadolini giornalista e storico. Carriere fulminati e fortunate: a 22 anni editorialista del Messaggero di Missiroli, poi del Mondo di Pannun-

Il sogno di un’Italia migliore Giovanni Spadolini e il suo impegno costante per una Italia civile, figlia della ragione. Il suo “decalogo istituzionale” indicava le riforme necessarie per ammodernare lo Stato. di Giorgio Giovannetti

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Le parole della politica

zio. Nel 1953 al Corriere della sera. Nel 1955, a 29 anni, è direttore del Resto del carlino,13 anni dopo, a 43 anni, nel 1968, succede ad Alfio Russo alla direzione del Corriere della sera. Il giornalismo di Spadolini fu la prosecuzione dell’altra cattedra, quella universitaria. Uno “storico dell’istante”, per dirla con Umberto Eco. Attento al dibattito socio-culturale, favorevole al gradualismo di Moro, interessato al dialogo tra laici e cattolici. Il giornale per Spadolini era e doveva essere un portatore d’idee, non semplicemente un prodotto. Nacquero così i dibattiti a più voci che trovarono spain quegli anni si creò uno straordinazio nella pagine centrali del Corriere e l’inchiesta Italia Settanta, che promosse rio laboratorio culturale. Sotto la guida e curò nel momento in cui si avviava di Giuseppe Maranini nacquero, oltre l’esperienza regionalista. alla Storia contemporanea, il Diritto Parallela l’esperienza universitaria. parlamentare con Silvano Tosi, il DiIncaricato nel 1950, sin da subito riritto pubblico dell’economia con Alberto Predieri e fu rifondata con Giovolse l’attenzione per le vicende convanni Sartori la Scienza della politica. temporanee: lotta politica, cultura e Negli stessi corridoi fu realizzato il società. Seminario di studi parlamentari. Il primo Un impegno che lo consacrò, 10 ancorso post-universitario italiano che, ni dopo, con la prima cattedra di Stocon metodi innovativi, univa le due ria contemporanea in Italia. Sempre a Firenze, sempre al Cesare Alfieri. Dove12:44 scuole Fiera di Roma2014_Layout 1 20/11/14 Paginadi 1 Diritto costituzionale fioren-

tine, quella del Cesare Alfieri e quella di Giurisprudenza, separate da una sola rampa di scale, ma competitive come solo a Firenze si sa essere. Tra loro Spadolini, che fece comprendere come la storia fosse essenziale per formare i funzionari parlamentari. Per Luigi Salvatorelli gli oltre 40 libri di Spadolini sono i capitoli di un’unica grande opera: la storia della contestazione allo Stato risorgimentale sostenuta dai cattolici da una parte e dai laici e dai radicali dall’altra. Per dimostrare, per dirla con Gobetti, che il Risorgimento fu una rivoluzione conservatrice. Il volume di Ceccuti conferma questa interpretazione e aggiunge un altro tema: Firenze. La “patria dell’anima”, dove, da Pian dei Giullari, grazie anche alla Nuova Antologia, l’antica rivista che Spadolini rilanciò, continua ad emanare quella certa idea dell’Italia che è l’essenza dell’opera di Spadolini. Un impegno costante per una Italia civile, figlia della ragione, e la fiducia che si possa costruire un Paese migliore, anche quando le ragioni della speranza sembrano affievolirsi.

Presentazione 8 dicembre - ore 14 - Sala Corallo a cura di ROBERTO GATTI, LUCA ALICI E ILARIA VELLANI

Vademecum della democrazia Un dizionario per tutti

Una carrellata di temi legati alla politica, dalla “a” di ambiente alla “w” di web, con il contributo di molte firme autorevoli del panorama intellettuale italiano. Con un linguaggio accessibile a tutti, sono affrontati concetti che ogni giorno riempiono le pagine dei giornali, i notiziari televisivi, i salotti dei talk show. È proposta anche un’ampia bibliografia, con testi di autori “classici”, libri contemporanei e riferimenti a siti Internet.

www.editriceave.it Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 31


: Libreria

centenaria

A

sei anni a Natale come regalo “pretendeva” libri in miniatura. Quel bimbo ora ha 83 anni. È un signore alto, distinto, elegante con all’occhiello della giacca, rigorosamente blu o grigio scuro, il nastrino rosso della Légion d’honneur. É Jacques-Henri Pinault, libraio antiquario notissimo nell’esclusivo mondo internazionale dei bibliofili, collezionisti, grandi biblioteche, università, vissuto sempre fra libri e documenti antichi a Rue Bonaparte 36, a non più di cinquanta passi dalla chiesa di Saint-Germain- des-Prés. La sua libreria è lì dal 1917, aperta dai genitori che erano anche stampatori, dopo essere stati restauratori. Una sola vetrina, discreta, rassicurante, ma quando ti fermi a guardarla rimani stordito. Opere rare e straordinarie, autografi, rilegature perfette, ritratti, una piccola isola che resiste ai cambiamenti, al lento tramonto di un mondo anche parigino, minacciato come ovunque dal “nuovo” che avanza. Il quartiere Latino fu luogo eletto per la nascita dei librai-editori. Proprio in rue SaintJacques i fratelli Gering, originari di Costanza, avevano aperto la prima stamperia nel 1473 sotto le insegne del Soleil d’Or. Nel 1789 un catalogo cronologico enumererà tutti i librai e stampatori della zona. Al centro del quartiere di Saint-Germain resiste ancora uno degli “ultimi giapponesi” di questa lontana e straordinaria tradizione. Ed è lui, Jacques-Henri Pinault. Vidi la sua libreria nel 1961, da studente spiantato per la prima volta a Parigi Ce ne erano altre attorno, più grandi e imponenti, ma quella non so perché mi colpì particolarmente. Vi immaginate Parigi Foto di Maria Grazia e Stefano Assettati.

Mitterand le strenne le acquistava da Pinault A Parigi, in Saint-Germain-des-Près a pochi da Les Deux Magots, un mondo del passato mai così attuale: la Libraire da l’Abbeye, una sola vetrina discreta ma se ci si ferma a guardarla si rimane storditi. di Angelo Sferrazza

32 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014


nel 1961? Dietro l’angolo di rue Bonaparte, le caves, i locali dove si suonava jazz, l’esistenzialismo e i timidi, ma colti turisti italiani d’allora (non c’era ancora Disneyland) che entravano al Flore o ai Deux Magots sperando di vedere Jean-Paul Sartre con Simone de Beauvoir, cosa in verità non rara. S’intende che non si limitavano solo a quello. Sarebbe sufficiente girare per quelle strade, fino all’Ecole des beauxarts per scoprire le numerose targhe commemorative di scrittori, poeti, musicisti, pittori che vissero nel quartiere: Racine, Balzac, Heine, Wagner, Oscar Wilde, fra i tanti. Nel palazzo dove Balzac scrisse Il capolavoro sconosciuto, Picasso dipinse Guernica. Non c’era stato ancora il ’68, non c’era la piramide al Louvre, non c’era il Beaubourg. Quando entrai per la prima volta ne la Librairie da l’Abbeye vincendo un forma di strana timidezza? A metà degli anni settanta. Fu una sorpresa. Il signore che avevo visto negli anni precedenti dietro la vetrina e che mi intimidiva, si rilevò invece una sorpresa. Gentile, ma quello che mi colpì fu la sua vastissima sapienza, il suo amore

per i libri, allineati negli scaffali lucidi, curati, dalle rilegature perfette, non ammucchiati ed in quel disordine tipico di altre librerie che dà l’impressione di vecchio. Scaffali i suoi che sembrano altari, dove “onorare” opere preziose e introvabili, ma vive. Sono sempre andato a trovare poi monsieur Pinault nei viaggi a Parigi, qualche volta capitai anche nei periodi natalizi degli anni del consumismo sfrenato e con Parigi che onorava in eccesso la sua definizione di ville lumière. La Librairie sempre isola sicura come un aristocratico club per iniziati. Ogni tanto entrava una persona; si capiva al volo che erano degli appassionati che sapevano cosa cercare, forse per regali, strenne, ma che strenne! Ho incontrato poco tempo fa monsieur Pinault in piena crisi economica. Non sembrava preoccu-

pato per la diminuzione delle vendite, ma piuttosto per l’abbassamento di interesse e l’evidente crisi culturale. Mi diceva che mai come in questi ultimi anni, giovani eredi, lo chiamassero per “liberarsi” di intere collezioni. E non lo facevano per venalità. Ancora buono il mercato americano, giapponese e delle università, ma si vedeva che la cosa lo interessasse poco. Voleva invece mostrarmi lettere di Voltaire, Montesquieu, Luigi XVI, che non “era uno sciocco, ma invece un uomo molto intelligente e colto…”. E poi un incunabolo del 1497, il più antico documento che aveva in quel momento. Intanto in vetrina uno splendido volume di Claude Adrien Helvétius del 1722 Idée general de l’Oeconomie animale e un biglietto di Gabriele d’Annunzio, e tre lettere di Chateaubriand, Madame de Stael e Victor Hugo. Fra tre anni la Librairie compirà cent’anni! Per la Librairie sono passati anche presidenti della Repubblica, da Vincent Auriol a Francois Mitterand, “cliente” per trent’anni. Un dubbio: monsieur Pinault avrà un nipotino che invece di un tablet vorrà per Natale un libro in miniatura?

Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 33


: Nell’Isola

:

dei Libri

P

aola Turci, cantautrice raffinata e di grande successo, nella sua autobiografia racconta, con grande sincerità, del suo rapporto con la musica e con il pubblico e dell’incidente d’auto, che le segna corpo e anima, ma l’aiuta a uscire da una relazione molto tormentata. Ama leggere?

Sì, molto, anche perché sono cresciuta fra i libri di mio padre, che era appassionato soprattutto di politica. Il primo regalo che mi fece sono quei tre tomi di Marx, Gramsci e Lenin, che ancora tengo con cura a casa mia. Quanti anni aveva quando li ebbe in regalo?

Avrò avuto sei, sette anni al massimo. Quando va in tournée mette un libro in valigia?

Sempre.

Ci sono alcuni libri che hanno avuto un significato particolare nella sua vita?

Sì, L’arte della gioia di Goliarda Sapienza e anche Molto forte, incredibilmente vicino di Foer e L’amore ai tempi del colera di Márquez. L’impatto con quest’ultimo libro è stato molto forte, anche perché poi ne parlai con mia madre e lei mi raccontò di aver vissuto una storia simile, dopo anni che si era separata da mio padre. Scrivere la sua autobiografia le è costato molto?

Ho fatto uno sforzo enorme.

L’approccio è stato duro?

Sì, è risultato molto difficile.

A lavoro ultimato come si è sentita?

Sono stata travolta da una benevola sensazione. Mi amerò lo stesso è il titolo più giusto per la mia autobiografia, perché sottolinea un aspetto che reputo vincente: il fatto di essermi infine perdonata degli errori che ho commesso. Non avevo fatto leggere a nessuna persona importante della mia vita il manoscritto e avevo un certo timore all’uscita del libro, perché non si sa mai quali possano essere le reazioni quando ci si apre e ci si confessa. Quale riscontro ha avuto?

Sono stata accolta da tutti con molto calore, per esempio, il mio ex marito, proprio oggi, mi ha scritto una lettera bellissima, di grande affetto. Quali sono gli ultimi libri che ha letto o che ha intenzione di leggere?

In questi giorni ho cominciato a leggere un libro bellissimo, Il furore di essere libro, di Gianfranco Dioguardi. L’ultimo libro che invece ho appena finito di leggere è Reagì Mauro Rostagno sorridendo 34 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Paola Turci, un’autobiografia Questo mese è approdata nell’Isola dei libri Paola Turci, che con noi parla dei libri che ama di più e della sua avvincente autobiografia, edita da Mondadori, “Mi amerò lo stesso”. di Susanna Mancinotti

di Adriano Sofri, edito da Sellerio.

C’è un autore di teatro che ama particolarmente?

Ho superato da poco i cinquant’anni e mi sono voluta fare due regali, il primo è l’autobiografia e il secondo è questo disco antologico, dove ripercorro le tappe della mia carriera, dagli inizi fino al 2005.

Se si trovasse su un’isola deserta e avesse trovato, fra i relitti di una nave, tantissimi libri, quale libro sceglierebbe per vincere la solitudine, la paura e la fame?

Ci può parlare del suo ultimo disco a cui sta lavorando?

Sì, Arthur Schnitzler.

Sì, con i libri di Goliarda Sapienza.

Per vincere la solitudine un qualsiasi libro di Garcia Marchez, per vincere la paura il vangelo.

Mi piacciono molto i romanzi.

L’ombra del vento di Zafón che è un bellissimo libro, che mi potrebbe distrarre e far dimenticare la fame.

Le è mai capitato di fare nottata perché non riusciva a staccarsi da un libro? Tra saggi, romanzi, libri gialli e biografie, quale genere di libri preferisce?

E per vincere la fame?


: Autori

L

e rose di Cordova è un romanzo fortunato. Chantal ed Eliana Corrado, titolari di Scrittura & Scritture, piccola casa editrice di qualità con sede a Napoli, lo pubblicarono alla fine del 2007, e ora, dopo un paio di ristampe nel corso degli anni, stanno per mandarne in libreri–a un’edizione tutta nuova. Nel frattempo, lo scorso ottobre Adriana Assini ha concluso, a Barcellona, il primo, lungo ciclo di presentazioni che, iniziato nel 2008 all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, è poi continuato in prestigiose università, da Bergamo a Salamanca, Almerìa, Siviglia. Inserito tra le letture obbligatorie dei corsi di filologia italiana dell’ateneo di Oviedo, Le rose di Cordova, incentrato sull’emblematica figura di Giovanna I di Castiglia, ha avuto buoni riscontri anche a Bruxelles, dove “la sovrana senza corona” passata ingiustamente alla Storia come la Pazza, visse per alcuni anni durante le nozze con Filippo il Bello d’Asburgo. A fare gli onori di casa della tappa barcellonese, Roberta Ferrazza, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura. Mercedes Arriaga, ordinario dell’Università di Siviglia ha presentato l’Autrice e tutta la sua opera, mentre Mercedes Gonzalez de Sande, dell’università di Oviedo è entrata nel merito del romanzo, da lei tradotto in spagnolo nel 2011.

Le rose di Cordova, un romanzo di successo Lo scorso ottobre Adriana Assini ha concluso con successo a Barcellona un lungo ciclo di presentazioni tenutesi in Spagna sul suo romanzo incentrato su Giovanna I di Castiglia. di Sergio Auricchio

Il tour promozionale de “Le rose di Cordova” inizia nella capitale spagnola e si conclude nel capoluogo catalano. È successo per scelta o per caso?

Credo che sia stato un percorso “naturale”: la storia controversa della terzogenita dei re Cattolici ancora appassiona e incuriosisce gli spagnoli, per molti aspetti ancora ancorati alla sua immagine – falsa - di donna fragile, resa folle dalla gelosia. Tuttavia, la nuova edizione parla italiano ed è destinata ai lettori del nostro Paese.

Certamente. L’uscita del romanzo è prevista per gennaio 2015, sempre con Scrittura & Scritture. Non soltanto, quindi, parla italiano, ma lo aspetta un bel giro promozionale lungo la Penisola, perché la storia di Juana di Trastámara, vittima della brama di potere degli uomini della sua famiglia, è più attuale che mai. Prima dell’estate “Leggere:tutti” ha

Momento della presentazione de “Le rose di Cordova” all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona (Da sinistra: Roberta Ferrazza, direttrice dell’IIC, Mercedes Arriaga, Adriana Assini, Mercedes Gonzalez)

dedicato un articolo a un altro suo romanzo, “La Riva Verde”. Che riscontri sta avendo?

Le dame della Compagnia della Conocchia, protagoniste del romanzo assieme ai tintori del rosso e del blu, stanno ottenendo un buon successo di pubblico e di critica. Delle loro avventure si è parlato a Livorno, Firenze, Roma, Sassari, Alghero, Grosseto, Ferrara, e infine a

Napoli, nell’ambito del Book & Tè, incontri con autrici e autori davanti a una tazza di tè, organizzati da Scrittura & Scritture. La Riva Verde è stato, inoltre, oggetto di intervento di M. Arriaga al XV Congresso degli italianisti spagnoli, tenutosi a Cordova in ottobre. Belle soddisfazioni, alle quali se ne aggiungeranno presto delle altre. (www.adrianaassini.it) Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 35


: Talent

:

Show

N

on esiste la fortuna, esiste il momento in cui il talento incontra l’ occasione”. Non lo ha detto un talent scout ma il filosofo Seneca. La massima si adatta perfettamente però agli aspiranti cantanti e artisti che vogliono sfondare in uno dei tanti talent show di successo. Trasmissioni televisive che non vanno sottovalutate perché praticamente sono l’ unico serbatoio da cui attingono le case discografiche. Seguiti da milioni di spettatori hanno cambiato l’approccio al business show nel bene e nel male; si può essere o non essere d’accordo ma è questa la realtà. Arriva ora in libreria l’agevole guida pratica Come affrontare un talent show (Edizioni Curci, 2014, 184 pp., 13 euro, libro + contenuti riservati online), scritto a quattro mani da Sergio Dall’Ora e Julian Borghesan, due noti promoter ed esperti che conoscono bene la macchina di successo dei talent. Di talent show ce ne sono molteplici sui canali televisivi nazionali ed un capitolo della guida li analizza nel dettaglio. Amici, X Factor, The voice of Italy, Spit, Ti lascio una canzone, Io Canto, Italia’s got talent... ognuno ha i suoi meccanismi, le sue regole, i suoi giudici. Già la scelta della passerella giusta è fondamentale. La guida arriva in libreria proprio mentre su Sky Uno va in onda la nuova edizione di X Factor, con la finale dell’11 dicembre. Nelle varie audizioni svolte per scegliere i protagonisti dell’edizione 2014 sono state migliaia le persone in viaggio verso il successo, con un’unica speranza: convincere i giudici Mika, Morgan, Fedez e Victoria e aggiudicarsi la possibilità di calcare il palco dell’X Factor Arena. Ecco, questo libro vuole aiutare l’aspirante concorrente a raggiungere l’obiettivo, a concretizzare il sogno. Insegna come prepararsi alle audizioni, con suggerimenti su tecnica, look, presenza scenica e scelta dei brani. Molto spazio è dedicato al rapporto con i coach, i compagni di squadra e gli avversari e anche al modo migliore di gestire le opportunità per esibirsi e lo stress da gara. Il libro fa esso stesso da coach all’aspirante artista. Spiega, motiva, dà i consigli sulle cose da fare e da non fare per partecipare alle selezioni e quindi affrontare le varie tappe del programma, le strategie e le tattiche, fino... al 36 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Come trionfare a X Factor In libreria una guida pratica per gli aspiranti concorrenti dei talent show, che insegna come prepararsi alle audizioni, con suggerimenti su tecnica, look, presenza scenica e scelta dei brani. di Monica Menna

successo ed anche dopo, chiedendosi con molto realismo: hai vinto, cosa farai da grande? «La cosa più importante – rispondono gli autori - è essere felici di quello che si è e di quello che si fa. Non si lavora nel mondo della musica per diventare famosi. Se questo accade è una conseguenza del tuo percorso artistico e delle scelte che hai fatto, di un talento che ha messo d’accordo molte persone e del momento giusto che hai saputo cogliere». Certo non è facile, ci vuole talento, per l’appunto, ma anche passione, temperamento, carattere, tenacia, for-

za di volontà, fortuna e tanto studio. La guida può aiutare a canalizzare le energie, a scegliere come agire. Nel testo vi sono pure le testimonianze ed i suggerimenti di artisti ed addetti ai lavori, ma con il codice presente all’interno del volume si può approfondire ulteriormente, accedendo sul web a videointerviste esclusive ad alcuni tra i più importanti nomi del settore discografico, televisivo e dei media, che svelano i meccanismi che regolano lo show; e ancora approfondimenti e contenuti speciali per il training.


: Musica

& Storia

Il suono di un’armonica tra i cannoni L’Accademia di Santa Cecilia, nell’anniversario dello scoppio del primo conflitto mondiale pubblica un suggestivo romanzo illustrato per bambini che coinvolge su storia e musica. di Monica Menna

N

el centenario dello scoppio della Grande Guerra, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha pubblicato l’appassionante libro per ragazzi L’armonica d’argento di Mauro Neri (2014, pp.104 + audiolibro). Le illustrazioni sono di Federica Periotto; in allegato un CD che consente di ascoltare la storia narrata dalla voce dello scrittore e canzoni di guerra. Il volume è realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo nell’am-

bito del progetto “Prima guerra mondiale: la grande trasformazione” promosso da Fondazione G. Feltrinelli, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Istituto Gramsci e con il contributo della Provincia autonoma di Trento. Neri ha dedicato gran parte della sua vasta produzione letteraria al mondo dell’infanzia; il suo nuovo romanzo vede la Prima Guerra Mondiale attraverso gli occhi di un ragazzo e sa raccontare l’orrore della guerra e l’amore per la musica. Ed il racconto ha una sorta di colonna sonora data dal suono dell’armonica Buschmann dal guscio

d’argento, fedele compagna del piccolo protagonista, Angelo; lo strumento gli dà coraggio e forza per sopportare le peripezie a cui andrà incontro, fino al ritorno a Luserna (Trento) dove potrà, finalmente, riannodare i fili della sua vita. C’è da dire che l’Accademia porta avanti meritoriamente il progetto della collana editoriale “I gusci” – curata dalla scrittrice e musicista Paola Pacetti; i gusci sono la cassa di risonanza di alcuni strumenti musicali ed ora scrigno di curiosità letterarie e musicali. Nel libro, per approfondire lo strumento musicale, dopo il romanzo, c’è lo scritto di Pacetti sull’armonica a bocca, strumento tascabile per eccellenza, con un ampio spettro espressivo.

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: Musica

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I

l nuovo album dei Pink Floyd, “The Endless River”, uscito il 7 novembre, giunge a vent’anni di distanza da “Division Bell” ed è l’omaggio di David Gilmour e Nick Mason all’amico Richard Wright, il tastierista scomparso nel 2008. C’è una sola canzone, “Louder Than Words”, il cui testo è della moglie di Gilmour, Polly Samson e serve, in qualche modo, a mettere una pietra sopra le divisioni laceranti del passato. Anche la storia dell’ album e dell’ultima canzone pinkfloydiana sono raccontati nel secondo libro di The Lunatics, Il Fiume Infinito - Tutte le canzoni dei Pink Floyd (Giunti, 12 novembre 2014, pp. 320+16, euro 19.90). Un testo davvero completo e prezioso che analizza genesi, contenuti e retroscena di ogni brano dal 1965 al 2014, comprendendo pure inediti e progetti mai ufficialmente registrati. Il titolo del volume è l’omaggio naturale all’ultimo album della band. The Lunatics raggruppa alcuni tra i più grandi collezionisti italiani dei Pink Floyd, che operano in diversi campi: dischi (ufficiali e bootleg), video, articoli, poster, memorabilia, libri, fotografie. Passione, competenza e accesso a documentazione introvabile rendono unici i loro volumi che straripano di informazioni e foto. Ha avuto grande successo il primo libro di The Lunatics Pink Floyd, storie e segreti (Giunti, 2012, pp.256, euro 22,00), unico nel suo genere, tra collezionismo ed esoterismo rock, ma la nuova opera si candida davvero a diventare fondamentale nell’ambito della pubblicistica legata ai Pink Floyd. “I Pink Floyd come non li avete mai visti”, si legge in quarta di copertina dell’edizione italiana del libro di Hugh Fielder “Pink Floyd al di là del muro” (Il Castello, 2014, pp.240, euro 19,50). Racconta in modo particolareggiato la straordinaria “storia psichedelica” della band dal 1965 ad oggi; dai primi mattoni delle origini, spingendosi “al di là del muro”, per l’appunto, cioè agli anni della maturità e della pubblicazione di dischi rivoluzionari. È arricchito da oltre 200 foto, delle esibizioni live e scattate dietro le quinte. “Pink Floyd: behind the wall” (questo il titolo originario) è un libro accurato e imperdibile. Per approfondire ancor più c’è senz’altro The Dark side of the moon. 38 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Il fiume infinito dei Pink Floyd Arrivano in concomitanza del nuovo disco: il libro dei collezionisti doc che approfondisce 50 anni di canzoni; la storia psichedelica della band al di là del muro; e, finalmente tradotto, il corrosivo Kittler. di Gaetano Menna

Viaggio nell’identità dei Pink Floyd di Marco Bracci (Aereostella 2013, pp. 128, euro 16,00), interamente dedicato al capolavoro della band, un omaggio a 40 anni (e più) dalla sua uscita, alla scoperta dell’identità dell’uomo. Il corposo The prog side of the moon di Cesare Rizzi (Giunti 2010, pp. 240, euro 22,00) parte dall’omaggio ai Pink Floyd (nel titolo ma anche nell’immagine del frontespizio che è la cover di “Meddle”), per spaziare tra suoni e leggende del prog europeo anni ’70, nella complessa rete di rimandi tra rock, jazz, avanguardia.

Per allargare ulteriormente la riflessione (e la visione) va sottolineato il saggio di Friedrich Kittler, Preparare la venuta degli dei. Wagner ed i media senza dimenticare i Pink Floyd (L’Orma, 2013, pp.112, euro 11,00). Uno dei pensatori più cruciali, irregolari ed affascinanti, mai tradotto prima in italiano, spiega la musica moderna, dalla microfisica dei suoni alla metafisica dell’essere. È sempre lo stesso sound, dice Kittler: “Syd Barrett fa cominciare come aurora ciò che Wagner conclude come crepuscolo”.


: Enigmistica

L

e avventure finora condotte su questa rubrica tra libri ed enigmi ci hanno spesso condotto in acque lontane e in mare aperto. Con il rebus (un verbis per l’esattezza) “ perla LT Omar E à per TO = Per l’alto mare aperto ” avevamo commentato l’omonimo volume di Eugenio Scalfari e poi su flutti color dell’inchiostro, assistiti da una raccolta di saggi curati da Giuseppe Polimeni per le Edizioni Santa Caterina, eravamo riusciti a veleggiare nelle lontane e avventurose – anche linguisticamente – acque salgariane. Navigazioni talvolta ardimentose e ardue, dense di difficoltà: si può lacerare una vela. Si può? Sì, non solo rientra nel novero delle possibilità quando i venti soffiano forte (e i venti per gli appassionati di Edipo non si quietano mai, una Settimana Enigmistica di trentadue anni fa ci mostra un rebus di Massimo Malaguti in cui “ venti secchi ” provengono da due decine di secchielli) ma è anche facile che una semplice S, interpretata a mo’ di esposto crittografico come fece Fra Rubizzo sulla Corte di Salomone, si legga come “ v’è la S tracciata = vela stracciata ” e del resto «Esse o non esse?» era la domanda che ci ponevamo a gennaio 2011. Passa il tempo, scorre l’acqua sotto i ponti e dopo tre anni esatti ci ritroviamo in una città che, bagnata da due grandi fiumi come il Rodano e la Saona, abbonda di ponti e di raffinati eventi culturali. Eventi in cui sovente la sensibilità enigmistica non manca (la città è Lione, ONLY LYON) ed è quanto si è potuto vedere alla Dodicesima Biennale di Lione, conclusasi a gennaio di quest’anno, nella quale ha esposto, presso il Musée d’art contemporain, Antoine Catala. L’artista vive e lavora a New York ma – nato nel 1975 a Tolosa – non ha certo dimenticato il francese e le possibilità offerte da questa lingua (secondo una ricchissima tradizione che trova radici negli antichi rebus di Piccardia conservati a Parigi alla BnF, la biblioteca nazionale) nella composizione rebussistica. Se nel ripercorrere poc’anzi nel segno della Sfinge avventure linguistiche e librarie in acque lontane e in mare aperto avevamo incontrato di tutto ma non isole (memori tuttavia di come proprio un’isola fosse all’inizio di uno dei rebus più storici di sempre, quel-

Le isole e quello che la parola dice Come ha riportato Fernando Pessoa nel “Libro dell’inquietudine”, siamo isole nel mare della vita e «per quanto una persona si sforzi di sapere chi sia l’altra persona, non riuscirà a sapere niente se non quello che la parola dice». di Federico Mussano

lo di Carraturo che, a seconda guerra mondiale appena finita e dalle pagine della Settimana Enigmistica, recitava “ Noi solamente salveremo l’Italia ” grazie alla geniale prima lettura “ NO isola ; MEN tesa; LV è remo; L I T ali à ”) ecco che dall’arte di Antoine Catala esposta alla Biennale di Lione l’isola si materializza! Il était une fois: così cominciano le favole in francese, proprio come da noi l’incipit è «C’era una volta». Un’isola: così comincia la prima lettura (île E.T. lune foie, con l’avvertenza di eliminare la “l” all’inizio di

“lune”) dopo che la sala del MAC di Lione ha ospitato un’installazione con cinque rappresentazioni tridimensionali con l’isola (île) seguita dall’extraterrestre E.T. (E.T.) poi dalla luna (lune/une), infine da una statua immobile a rappresentare il fegato (foie) e da un’ellisse, una sospensione per riflettere su quello che la parola dice. E la parola abbinata all’immagine ci sa dire molto, l’atmosfera onirica del rebus si integra e si plasma reciprocamente con il contesto favolistico richiamato da “ Il était une fois… ” e la magia continua. Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 39


LA VALIGIA INVISIBILE di Azelio Ortali

Azelio Ortali, nato a Ravenna, si è laureato in lettere e filosofia all’Università di Bologna, dove contemporaneamente si dedicava allo studio della composizione musicale: sue composizioni per pianoforte e quartetto d’archi sono state eseguite in pubblico in varie città. Nel libro Come ho visto mio padre chirurgo ricorda la figura del padre che fu chirurgo a Ravenna per un quarantennio. Ha pubblicato diversi libri di poesia riuniti sotto il titolo generale di La valigia invisibile: Per soli romagnoli (Ed. Girasole, Ravenna), Pialasse e maree, Ravenna per caso (Ed. Longo, Ravenna), Assedio di una città, L’orizzonte degli eventi, Se non così (Ed. Ibiskos-Ulivieri, Empoli - Firenze), Dentrofuori, I oman (Gli uomini) in romagnolo con dieci fotografie dell’autore, Gli occhi di Nefertiti con otto fotografie dell’autore, L’incendio con otto fotografie dell’autore, Saper leggere con sei fotografie dell’autore, Amiconemico con sei fotografie dell’autore, Vite parallele con sei fotografie dell’autore, Sinapsi con sette fotografie dell’autore, Oltre i mughi con cinque fotografie dell’autore, I colori della vita con cinque fotografie dell’autore, Messaggi con tre fotografie dell’autore più 1, Impronte con due fotografie dell’autore più 1, Vestiti con sei fotografie dell’autore più 1, Sensi mammiferi con quattro fotografie dell’autore, Partenze con quattro fotografie dell’autore, Due colori con quattro fotografie dell’autore, Sopravvivere con due fotografie dell’autore; Divenire con due fotografie dell’autore, Nascite con tre fotografie dell’autore più 1, Dentro le facce con 90 fotografie dell’autore. Nel romanzo Nucleo Man (Ed. Ibiskos-Ulivieri, Empoli - Firenze) che fa parte di La valigia invisibile ha percorso la strada della fantascienza psicologica In Cavalli veri (Ed. Ibiskos-Ulivieri, Empoli - Firenze) descrive come è stato accettato da un gruppo di cavalli, riuscendo a capire la loro vera indole e il loro linguaggio: fa parte di La valigia invisibile. Il libro L’Italia sui muri passa in rassegna le scritte e i disegni murali degli italiani con 157 fotografie commentate. Dal 2002 vengono pubblicate sue poesie e interi libri on line nella rivista Arte e Carte (www.arteecarte.it). Ha ottenuto vari riconoscimenti e premi letterari, tra cui il Primo Premio Agellum - San Giuliano Terme 1994 per il libro Ravenna per caso, il Primo Premio Viareggio - La Prora 1996 per il libro Se non così, il Premio Speciale della giuria Le Muse - Pisa 2000 per il libro I oman (Gli uomini), il Premio Speciale della giuria Vecchiano 2002 alla carriera e per il libro Gli occhi di Nefertiti. Per l’attività culturale, nel 1997 gli è stato riconosciuto il Trofeo Mediterraneo di Reggio Calabria, nel 1997 è stato incluso tra i 2000 outstanding people of the 20th century dall’I.B.C. di Cambridge. Nella sua città ha realizzato e diretto il Museo Ornitologico e di Scienze Naturali, del quale ha curato il primo catalogo e altri libri legati alle azelio ortali scienze. Nel 1997 ha pubblicato Gli uccelli nei mosaici bizantini dove L’Italia sui muri per la prima volta vengono guardati gli uccelli raffigurati nei mosaici Scritte e disegni murali degli italiani con occhio di ornitologo. 157 fotografie originali Nel 1990 ha descritto in Il Museo Etnografico Cavazzutti di Ravenna Questa è la prima raccolta ordinata e sistematica delle scritte murali - storia di una scoperta il ritrovamento di importanti documenti su un degli italiani. Divisa in cinque argomenti, Museo pubblico scomparso da gran tempo.copre una gran parte del pensiero degli uomini. Si può considerareOrnitologica un documento irripetibile, vario, e inaspettato e È presidente nazionale della Società Italiana fondatore talvolta umoristico di sfoghi murali che poi il tempo con la pioggia e e presidente del Centro Recupero Avifauna di Ravenna. la calce non tarderà a cancellare. È entrato nella fotografia all’età di sei anni con un apparecchio 6x9 a soffietto ereditato da uno zio e ne ha percorso tutti i campi con ogni tipo di tecnica. Varie volte ha esposto in pubblico, come con Facce (a coppie legate da una o più idee), con Egitto vivo, con Cavalli e pineta.

CYAN MAGENTA GIALLO NERO

AZELIO ORTALI ITALIA SUI MURI

IBISKOS-ULIVIERI

IBISKOS

(Continua a gennaio)

ULIVIERI


Leggere:tutti

Zibaldone

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IL LIBRO DEL MESE

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Tornano I Bastardi di Pizzofalcone, dopo il successo di pubblico e di critica di “Buio”, con l’ispettore Lojacono e la sua mitica squadra alle prese con un nuovo caso. “Gelo” di Maurizio De Giovanni è ambientato in una Napoli dove l’inverno è stranamente freddo e impietoso. Il vento di tramontana colpisce sul volto la squadra di polizia mentre indaga sull’omicidio di una diciannovenne ritrovata morta per strangolamento. Proveniente dalla Calabria, la ragazza scappava dal padre manesco e delinquente e si era rifugiata dal fratello, studente fuori sede nella capitale partenopea, anche lui ritrovato morto e brutalmente massacrato di botte. Per i Bastardi di Pizzofalcone non sarà un caso facile da risolvere. Maurizio De Giovanni

Gelo per i bastardi di Pizzofalcone Einaudi, 2014 pp. 300, euro 19,00

Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 41


: zibaldone

Il Sudafrica dalla segregazione alla democrazia di Andrea Coco

Il principio di una rivoluzione umana e i suoi antefatti di Ilaria Gentile

Sono passati venti anni dalle elezioni che nel 1994 hanno sancito la nascita del nuovo Sudafrica e la casa editrice Carocci ha colto l’occasione per rieditare il libro “Breve storia del Sudafrica”, scritto da Mario Zamponi, un’opera rivolta non solo agli studiosi, ma a quanti sono interessati a conoscere le vicende storiche del paese dall’arrivo degli olandesi, giunti nel 1652, fino alle elezioni politiche che si sono svolte nel 2009. Il testo quindi affronta la storia recente della regione poiché il Sudafrica, come spiega l’autore, è stato inventato e sostenuto dalle potenze coloniali e in seguito dalle multinazionali esclusivamente per gestire al meglio le enormi ricchezze del paese. Ma non è questo l’unico punto di riflessione che emerge dalle pagine del libro:Mario Zamponi fa inoltre notare come gli Inglesi abbiano avuto nei confronti degli indigeni un atteggiamento molto ambiguo. A differenza dei Boeri, i coloni di origine olandese sostenitoridella politica segregazionista nonché gli inventori dell’apartheid in vigore tra il 1948 e il 1994, i sudditi di Sua Maestà hanno adeguato il loro comportamento in base alle esigenze economiche del momento. I primi sono stati coerentemente razzisti per motivi ideologici e perché avevano bisogno di contadini sottopagati da far lavorare nelle loro aziende agricole, un modo per sbaragliare la concorrenza degli agricoltori indigeni più bravi nel saper far fruttare il ricchissimo suolo sudafricano. Gli inglesi,invece,sono diventati contrari a questa politica solo con l’avvento della rivoluzione industriale, quando hanno capito che un lavoratore “libero” avrebbe reso di più lavorando (sotto)pagato nelle miniere e fabbriche del paese. Uno sfruttamento reso possibile “proletarizzando” i contadini africani, privati della loro terra dalla quale traevano sostentamento e di conseguenza libertà. Date le premesse è facile intuire come il declino dell’apartheid sia iniziato quando non c’erano più interessi internazionali che giustificassero l’esistenza di un simile assetto socioeconomico. In tutta questa storia, grande ammirazione desta, invece, la dignità della popolazione africana che ha saputo fin dall’inizio apprezzare e far propria l’istituzione politica del Sudafrica e nel 1994 ha scelto, con grande civiltà, di non espellere i vecchi dominatori ma di farli restare nel paese, finora l’unico esempio di una transizione dal colonialismo alla libertà senza traumi (o quasi) per nessuna delle due parti. Mario Zamponi

Breve storia del Sudafrica Dalla segregazione alla democrazia Carocci, 2014 pp. 152, euro 15,00 42 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Complessità e unicità degli eventi sono le premesse da cui si dipanano le analisi di MamadouLy e Dario Renzi, principali esponenti della Comune umanista socialista (Cus). Il volume si presenta come un saggio, politico e antropologico, su quell’ondata rivoluzionaria scaturita a partire dal 2011 che gli organi di informazione occidentale hanno liquidato, in via quasi superficiale, col nome di «primavera araba». Offrire una visione riduzionistica e omologante dei moti che hanno caratterizzato quasi tutti i Paesi dal Nordafrica al vicino Oriente (Egitto, Tunisia, Libia, Yemen, Siria) è esattamente ciò che in tale studio viene confutato. Troppo differenti le culture, i retaggi storici, le condizioni sociali e gli obiettivi dei popoli che vi hanno preso parte. Eppure sarebbe questione troppo sbrigativa isolare ed evidenziare solamente gli elementi di discontinuità tra le varie forme di protesta, come erroneamente ci hanno voluto far credere da “questa parte” dell’emisfero. Anzi. È proprio sull’unicità degli accadimenti e delle loro caratteristiche che si sofferma lo sguardo analitico degli autori. Piazza Tahrir in Egitto ed Homs in Siria sono solo alcuni dei luoghi emblematici delle rivolte/rivoluzioni arabe, purtroppo ancora in corso o sanguinosamente represse. Ma l’indagine scava nel profondo, individua i fattori di rottura e le novità irriducibili che hanno mostrato i protagonisti di queste lotte. Abbiamo assistito, quasi increduli, all’abilità e alla volontà ferrea di donne e uomini di etnie, religioni e sfere sociali differenti nel dar vita a movimenti compatti, uniti nell’intento di porre fine a regimi assolutistici. Le contraddizioni e i passi falsi, certo, non sono mancati. E nonostante ciò qualcosa che avevamo da troppo tempo dimenticato si è rivelato in tutta la sua forza prorompente: la centralità del fattore umano, l’essenzialità antropologica di ogni prospettiva di mutamento. Vite nude ed esposte, lì, in prima persona a rivendicare le proprie esigenze di vivibilità, non mera sopravvivenza. Stragi e assenteismo ingiustificato degli organismi internazionali non hanno permesso di arrestare quest’ondata. Inventività nei canali di comunicazione (web, passaparola diretti, incontri “carbonari”) e la convinzione di cambiare, insieme, la propria storia hanno svelato nuovi scenari da cui è impossibile tornare a un anacronistico status quo. Il nostro e il loro futuro prossimo, in conclusione, non può che essere incerto, forse ancora a tinte fosche, ma di sicuro più consapevole delle potenzialità destabilizzanti della società civile.


In conclusione, un volume fondamentale in quanto grimaldello esplicativo di fenomeni lontani ma pur sempre contagiosi: le contestazioni esistenziali di chi quotidianamente è ignorato. MamadouLy, Dario Renzi

Il principio di una rivoluzione umana e i suoi antefatti Prospettiva edizioni, 2014 pp. 379, euro 20,00

Attese e delusioni di Natale nella città eterna di Renato Minore

C’è un “vero” racconto di Natale, un modello più “vero” dei tanti altri che si sono scritti e si continuano a scrivere dietro il richiamo irresistibile del tema e delle sue suggestioni religiose, sentimentali, etiche? Esiste una sorta di schema forte e variamente replicato e variato, una pista dentro cui si corre sia pure in modi, tempi e velocità diverse? Forse ce n’è uno più decifrabile e marcato degli altri ed è quello in cui la situazione prevede che qualcuno in forma reale o simbolica riceva un “dono”, qualcosa di sorprendente che gli può cambiare la vita, illuminare una notte, scavare nella mente un pensiero più profondo, un lampo di certezza tra dubbi, ansie, dissimulazioni. Non è una vincita eccezionale alla lotteria, magari quella che si estrae qualche settimana dopo il 25 dicembre, ma la rivelazione della “verità”, di una “verità”. Il dono, la rivelazione, la conseguente “verità” del mutamento, della metamorfosi appaiono in modi e forme diverse nei “racconti romani” pensati nell’occasione di questo libro “Natale sotto il Cupolone”da narratori romani, o ormai romanizzati da qualche tempo, che hanno Roma come skyline figurale e reale. Una grande o piccola o minima verità che può affiorare in modi diversi dentro di sé o nell’incontro con l’altro, (in) atteso e comunque decisivo. Un libro di racconti (ha scritto Paolo Febbraro a commento del suo racconto “I demolitori”) è un deposito di casi, di fantasie economiche, che tutte insieme affrescano la nostra mente di toni vari. In un tempo di festa come quello del Natale, quando l’anno si riavvolge e si specchia nei precedenti, leggerlo sottolinea l’ozio vivace che ci apparta e insieme il flusso della diversità che ci aspetta. Nella diversità i racconti di Natale si trasformano in racconti di (aperta o implicita o camuffata o storpiata o smitizzata) “redenzione”. E anche attraverso modelli diversi, la notte di Natale può rispecchiarsi sempre nella redenzione e la rinascita di Scrooge. Che non è un eroe ma un uomo che ha saputo credere in ciò che gli è apparso in sogno, si è fidato dell’apparizione, Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 43


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ha saputo accettare ciò che vedeva, per quanto gli apparisse irreale. A volte la realtà ci fa paura per la sua grazia incontenibile: basta accettarla, come i pastori analfabeti, i sapienti Magi, l’avaro e misantropo Scrooge che non sapeva di essere buono, e una notte lo scoprì, scoprì che era stato soltanto solo e da quella notte non lo sarebbe stato mai più. A cura di Renato Minore

Natale sotto il cupolone Scittori Romani Raccontano Interlinea, 2014 pp. 96, euro 12,00

Contro il razzismo di Martino Lorenzo Fagnani

Frank Said AmirEbo è un giovane senegalese. Il nonno gli organizza la partenza per l’Italia, convinto che in Europa il nipote potrà lavorare e proseguire negli studi. Nessuno dei due sa che il viaggio è in verità una trappola organizzata da individui senza scrupoli. Frank viene infatti privato dei documenti e, raggiunta via mare la Penisola in condizioni disumane, si ritrova schiavo nei campi: per un tempo infinito, è costretto a raccogliere i prodotti stagionali a un compenso ridicolo e a dormire in un capannone-prigione controllato a vista. Ma Frank brama la libertà e alla fine riesce a fuggire. Se non che, proprio a quel punto, inizia una nuova tortura: il nero della sua pelle è sgradito a tanti. In un Paese di bianchi, infatti, molta gente utilizza un colore della pelle diverso dal proprio come parametro di giudizio. E come pretesto per agire di conseguenza, una volta emesso il verdetto: si va dal disprezzo muto, ai piccoli e infidi sgarbi quotidiani, fino agli atti più violenti. Il giovane inizia ben presto a sentirsi perseguitato da quel nero che gli resta attaccato, che lo bracca e lo costringe a umiliarsi in continuazione. Ma, ogni volta che tocca il fondo, riesce anche a trovare seppellita dentro di sé la forza per risollevarsi e reagire, quella scintilla di orgoglio che rifiuta di spegnersi. Non mancano i bianchi che si dimostrano buone persone e aiutano Frank. Eppure la “maledizione” del nero, la mancanza di un’identità sulla carta e lo smarrimento in un mondo sconosciuto e spesso ostile sono lì, ostacoli insormontabili, mostri sempre in agguato, pronti a stravolgere ogni attimo felice che il giovane senegalese riesce a conquistarsi. Maria Suppa ci narra la storia dei molti Frank che quotidianamente sono vittime del razzismo. Un libro che invita a riflettere. Maria Suppa

Malanima

La caravella, 2014 pp. 174, euro 13,00 44 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Il mare non ha mai viaggiato di Valentina Tonolo

Lo stile in un libro è una sonorizzazione che può rientrare in una sinfonia o in una musica da camera. Ci sono libri che sono un’orchestra anche all’aperto, anche in una stanza che con la finestra spalancata portano la musica a risuonare così in armonia da spostare l’aria, facendone una sequenza di movimenti ben diretti. La raccolta di racconti di Giuseppina De Rienzo, scrittrice pluripremiata, spazia e descrive l’interezza scomponibile, la totalità parcellizzante con grande padronanza stilistica. Le sue parole non lasciano possibilità al caso. Inventa, senza disperdere. Costruisce verso l’alto andando in profondità, punta al fuoco che scalda o spegne, all’acqua che accoglie o inghiotte, all’aria che alleggerisce o travolge, all’animo umano che attraversa legami e rotture con impeto che si trasforma a volte in impietosità. L’inesorabile dà la mano all’evitabile, le immagini si alleano con le parole che potenziano l’originalità. Mai una descrizione finisce in digressione fuori posto. Ogni immagine è un piacevole nutrimento, ogni frase si distende sicura e forte all’impatto. Le atmosfere, sempre diverse, focalizzano nitidamente l’ambiente. Il tumulto dell’animo umano spesso si incontra con la lucidità e si scontra con la vertigine. I personaggi possono nascondere o svelare l’imperscrutabile, quel che spicca è la mano di scrittrice che passa attraverso “la sospensione come prima di un evento tragico o prodigioso” e restituisce una consapevolezza non comune. Giuseppina De Rienzo

Il mare non ha mai viaggiato Manni, 2014 pp. 145, euro 15,00

Creta Rossa di Chiara Campanella

Dopo La freccia di mezzanotte, il giornalista free lance e critico cinematografico Giuseppe Colangelo torna, con questo romanzo, a Stigliano, suo paese di origine in provincia di Matera. Tutto ha inizio con il rientro nella sua terra natale di Francesco Tancredi, maresciallo dei carabinieri in pensione, ora residente a Bergamo, per il funerale del fratello Andrea. Il cadavere di questi, orrendamente mutilato, è stato rinvenuto nel cuore di una foresta: una morte misteriosa, a cui


è legata anche quella di Carmelina, una ragazza appena diciottenne, trovata annegata in un pozzo proprio vicino alla tenuta di Andrea. Queste morti inspiegabili ed altri successivi, drammatici, avvenimenti vanno così a riempire via via le pagine di cronaca nera di tutti i giornali, lasciando presagire che qualcosa di brutto si sta abbattendo sul paese. Al di là di ciò che la trama potrebbe inizialmente indurre a pensare, Creta Rossa non è il classico romanzo giallo in cui il maresciallo Tancredi indossa le vesti di detective, ma piuttosto un viaggio del protagonista alla ricerca della sua infanzia: nei luoghi della sua giovinezza Francesco riallaccia rapporti con i vecchi amici, riporta alla memoria lontani ricordi e riscopre le antiche tradizioni locali. Espressioni popolari e modi di dire si inseriscono, infatti, frequentemente nel corso della narrazione, estremamente colloquiale, all’ interno della quale regna sovrano l’ utilizzo del dialetto da parte di tutte le classi sociali, a dimostrazione che si tratta di una lingua viva, degna di essere adoperata in un’ opera letteraria. Una storia coinvolgente, in grado di descrivere, con semplicità e naturalezza, la sensazione di placida armonia di chi sente riaffiorare, dopo lungo tempo, il cumulo di emozioni che lo legano indissolubilmente alla sua terra. Giuseppe Colangelo

Creta Rossa

La vita felice, 2014 pp. 213, euro 14,00

Una donna, un chirurgo, una volontaria di Annarita Monticelli

Di libri che parlano di sé, della propria storia, nell’epoca di fine ideologia, ne abbiamo tanti. Eppure è possibile trovare, proprio in questo piccolo libro, un qualcosa di diverso. Qui ci sono, sì, le riflessioni (in poesie, aforismi, brevi racconti)di una giovane donna sulla propria vita, e sulle proprie scelte. Se, però, appare lei tanto vera nei suoi dubbi, nelle sue paure, nelle sue scoperte, nelle sue sconfitte, (“questo libro è nato dal bisogno profondo di una donna scienziata … di esprimere i sentimenti più profondi nascosti in lei”), è perché dietro questa “storia” c’è una passione. Una passione che le farà subito capire la differenza tra “fare il medico ed essere un medico”. Quella passione la porterà ad essere il chirurgo che opera in “un ambiente di uomini dove non è permesso parlare o provare amore”. La stessa passione l’aveva spinta, giovanissima, a cercare la verità della vita, girando, come volontaria, il mondo. Il senso della vita, al di là della “incompiuta banalità del vivere”, Eleonora Guaitoli, sembra averlo trovato in Africa: da lì “ciò che eri prima mai più tornerai”. E’ l’Africa vera: quella in cui i colori del cielo e la solennità gioiosa di gesti ripetuti (“intorno tutto è lento,

pp. 192, € 12 “Sin da piccolo sapevo già con chi mi sarei voluto sposare: mia madre. Era come se non esistessero altre donne al mondo. Solo lei…” Una storia singolare e allo stesso tempo emblematica, che affronta con leggerezza ma con sorprendente capacità introspettiva un problema sempre più attuale nella nostra società. In libreria o su www.mauropagliai.it

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semplice, dai colori pastello…”) fanno scenario alle tragedie della povertà, lasciando il primo piano a piccoli eroici protagonisti: “l’ho donato io quel sangue a quel bambino… ma aveva gli occhi di chi ti dice grazie…”. Ecco: è la realtà, semplice e profonda, che sentiamo in queste parole pesanti di vita a dare brividi a chi legge, speranze a chi crede nei giovani, sogni a chi cerca se stesso. In fin dei conti, “ilmedico volontario è una persona comune che si spoglia di qualsiasi credenza di onnipotenza” e “ringrazia l’altro”. E mantiene nel cuore il sorriso che consola chi muore; arricchisce chi vive. Il ricavato sarà interamente devoluto all’ospedale St. Luck de Diego di Tanguieta in Benin. Eleonora Guaitoli

Una donna, un chirurgo, una volontaria Viola, 2014 pp. 72, euro 10,00

Primi passi verso l’arte di Federico Mussano

Educare alla comunicazione non è certo facile e quando si tratta di rivolgersi ai bambini cercando di accompagnarli sui sentieri dell’arte (verso dunque attività che li sappiamo stimolare e che seguano, con delicatezza e sensibilità, l’evoluzione dell’espressione infantile contribuendo a definire il ruolo delle arti figurative nell’ambito formativo scolastico) il compito può essere davvero arduo. Con Guida al linguaggio visuale Valeria Francalancia non ha voluto intraprendere la stesura dell’ennesimo manuale o trattato ma ha invece cercato di concepire uno di quei libri «che vengono prima», tali cioè da consentire di «accendere la curiosità e suscitare interesse in chi vorrebbe che tutti i ragazzi guardassero con simpatia ai sentieri dell’arte». Verso i 4-5 anni di età comincia un chiaro sviluppo delle capacità percettive parallelamente ai disegni effettuati in autorappresentazione: il bambino include se stesso (la figura del proprio corpo) nell’ambiente che rappresenta. Lo sviluppo percettivo non è disgiunto da aumentate abilità psicomotorie: occhio e mano si ritrovano in buona coordinazione e l’armonia si arricchisce di elementi rintracciabili nell’abilità di coordinare l’occhio e l’udito, l’atteggiamento e l’espressione, l’espressione e il movimento. I docenti trovano quindi le basi per condurre gli allievi verso la fruizione consapevole delle arti figurative in un contesto di aumentata attenzione (ascolto, osservazione, concentrazione, memorizzazione) corroborata da abilità logiche crescenti nel relazionare e classificare. Questo volume, classificatosi al secondo posto nel Premio letterario “Città di Castello” per la saggistica, ci rafforza nella convinzione (già enunciata da Bruno Munari) che valga la pena di conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per 46 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

tutta la vita: così facendo si conserverà la curiosità di conoscere, si manterrà il piacere di capire, si renderà incontenibile la voglia di comunicare. Valeria francalancia

Guida al linguaggio visuale Luoghi Interiori, 2014 pp. 166, euro 14,00

Lezioni in paradiso di Annarita Paliani

Poetico, realista, il nuovo libro di Fabio Bartolomei, è la storia di Costanza, “dalla pelle di un bianco ostinato, gli occhi azzurri e i capelli neri che si avvitavano dal collo in giù. La sua bellezza possedeva l’incanto della materia terrena raccontata con discrezione dalle linee ondulate della sua veste leggera, un confine di cotone acrilico tra lei e la perfezione del creato”. Un “incipit” da grande letteratura. Costanza è una ragazza semplice, inconsapevole delle sue grandi doti e qualità e non riesce a trovare un lavoro; lo troverà paradossalmente in Paradiso come custode di “diletti”. Ma si troverà a vivere situazioni prettamente terrene con scioperi di custodi, lotte per i diritti, lotte intestine tra custodi corrotti. Con grande fantasia l’autore ci trascina in questo viaggio che è poi la scoperta di Costanza, del suo essere, dei suoi limiti, del dolore delle perdite, del suo stare al mondo, ma anche dei giovani che non trovano lavoro e che sono costretti ad andare all’estero, delle difficoltà, delle frustrazioni che la vita ci riserva. Costanza ha perso la mamma che era piccolissima; giocava con le tazzine del the di plastica,e non si rendeva ancora conto della gravità, cioè che l’aveva persa per sempre. Ma il suo “parziale” dolore non le impedì di guardare la “perdita” nello sguardo del padre Orazio, che era sempre altrove. E lei non voleva perdere anche lo sguardo di suo padre: e si inventò ogni giorno qualcosa per riconquistarlo. E con la stessa passione e grande impegno e sensibilità che si prende cura dei “diletti” in paradiso, rivoluzionando il modo di star loro vicino. Proprio per non soccombere ai soprusi che l’avevano emarginata in vita accetterà questa sfida, soprattutto per non perdere il tanto sperato “lavoro”! Con leggerezza e umorismo “Lezioni in Paradiso” ci rivela il lato divino delle qualità umane. Fabio Bartolomei ha pubblicato, sempre con le edizioni e/o “We are family”, Gran premio delle lettrici di Elle, e a breve è annunciato un film tratto dal suo romanzo “Giulia 1 300 ed altri miracoli”, diretto da Edoardo Leo. Fabio Bartolomei

Lezioni in Paradiso E/O, 2014 pp. 144, euro 15,00


Una Guadalupa difficile di Martino Lorenzo Fagnani

Chi abita nella Ravine Claire, in Guadalupa, non ha un futuro. La povertà, l’abbandono, la violenza e il male di vivere regnano sovrani nell’intrico di stradine buie e fatiscenti del quartiere. C’è chi prova a motivare lo sfacelo della zona ricordando quanto vi accadde più di un secolo e mezzo fa: dicono che la Ravine Claire sia un luogo infestato dagli spettri, maledetto dal sangue di alcuni coraggiosi neri fuggiti dalla schiavitù ma poi trucidati dai bianchi. I più, tuttavia, non si pongono domande, non interrogano il passato e non pensano ai fantasmi, ma si limitano a fare di tutto per dimenticare se stessi. Alimentando in un circolo vizioso lo squallore di quelle strade. C’è chi si dà alla criminalità organizzata, chi alla droga, chi si prostituisce, chi invece si limita ad affogare il proprio male in pantagrueliche abboffate di polizieschi tv e di telenovelas, ammirando sullo schermo un’esistenza parallela e virtuale. Gina Bovoir, invece, vuole sentirsi viva. E ha un modo tutto suo per farlo: sin da quando era giovanissima, mette al mondo figli. All’inizio del 2009, per esempio, è a buon punto con l’ottava gravidanza. Il problema è che, a ogni vita creata, segue da parte di Gina una progressiva perdita di interesse prima per il padre di turno e presto anche per la rispettiva prole. Distoglie lo sguardo non appena si accorge che ciascun piccolo sta crescendo, che non è un bambolotto, che gestire dei figli non è cosa semplice, tanto più se per garantire loro un’infanzia felice e stabile è fondamentale prima affrontare i propri demoni. Così i bambini di Gina crescono in casa sua come estranei, disillusi e amareggiati. Così il primogenito Steve a ventun anni è in prigione per omicidio già da uno e mezzo. Così la giovane Mona è una tossicodipendente che trascina con sé il suo corpo “come un vecchio vestito lurido”. Solo la terzogenita, Sharon, ancora una ragazzina, sembra avere la forza di reagire allo sfacelo della sua famiglia e alla desolazione della Ravine Claire. Dietro la rabbia nei confronti della madre e della vita, conserva la speranza, il coraggio e l’amore. Il romanzo di Giséle Pineau descrive con necessaria durezza e senza inutili patetismi il volto aspro della Guadalupa: non ci sono buoni o cattivi, ma soltanto coloro che sopravvivono e coloro che si perdono. Cento e più vite, infatti, non si fissa sul punto di vista di un solo personaggio, non crea l’eroina o l’eroe per cui fare il tifo, ma si sposta in continuazione da un individuo all’altro e di ciascuno dà voce sia alle meschinità che alla speranza, sia al lato in ombra e mortifero sia a quello luminoso. E così, raccontando di Gina, di Sharon e della Ravine Claire, la Pineau non solo consegna al lettore un’opera scritta

Matthew Kneale

Un ateo racconta la fede Storia di un’invenzione che ha cambiato il mondo Un epico viaggio alla scoperta dell’immaginazione religiosa, attraverso lo sguardo di un romanziere ateo.

Michael S. Malone

Storia della memoria Tesoro e custode di tutte le cose

Siamo umani perché sappiamo ricordare: storia epica e dinamica della memoria.

Joe Palca - Flora Lichtman

Fastidio Cosa ci irrita e perché Psicologia, filosofia e neuroscienza di quello che ci irrita: suoni, odori, automobilisti, amici, mogli e mariti.

Joanne Baker

50 grandi idee fisica quantistica Il mondo microscopico della fisica quantistica può sembrare sconvolgente: oggetti che attraversano i muri, universi alternativi e limiti invalicabili alla conoscenza della realtà.

Trinh Xuan Thuan

Lo scienziato e l’infinito Numeri, uomini e universi L’affascinante avventura degli scienziati, degli artisti e dei filosofi che dall’antichità ai giorni nostri hanno indagato la natura dell’infinito.

www.edizionidedalo.it / Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 47


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con grande perizia, ma anche esamina con coraggio i problemi sociali che affliggono la bella isola di Guadalupa. Giséle Pineau

Le orme del lupo di Cristiana Vettori

Cento e più vite Gremese, 2014 pp. 262, euro 18,00

Giallo di Natale con Sherlock Holmes di Ilaria Finotti

Quando c’è di mezzo il grande Sherlock Holmes, Londra non ha bisogno della polizia. Lo sanno bene gli amanti del genere, il giallo deduttivo in cui nulla è lasciato al caso e ogni elemento, per quanto minimo, può portare alla soluzione del mistero più intricato. Per il Natale 2014 Interlinea presenta nella collana di piccolo formato “Nativitas” il racconto Il caso dell’oca di Natale, frutto della penna dell’infallibile Conan Doyle che racconta, con la voce del fedele Watson, l’ultima avventura del maestro dell’intuizione. Poche pagine ricche di indizi e sorprese per accompagnare una piacevole serata davanti al fuoco: magari sul divano con addosso una vestaglia rossa e (se vi piace) un portapipe a portata di mano, esattamente come Watson trova Holmes all’inizio della storia. La curiosità del più noto investigatore di tutti i tempi viene stuzzicata questa volta durante le feste natalizie, quando al numero 221b di Backer Street approdano per caso, trovati dal portiere Peterson, un logoro cappello nero e una bella e grassa oca pronta per il forno. Ma come restituire il cappello al legittimo e ignoto proprietario? Per Holmes questo sembrerebbe niente più che un passatempo per tenere in esercizio le sue infallibili capacità deduttive, ma quando nel gozzo dell’oca viene rinvenuto il carbonchio azzurro, rarissimo rubino ceruleo sottratto pochi giorni prima alla contessa di Morcar in un prestigioso albergo di Londra, il semplice passatempo muta in una vera indagine, mentre la polizia è convinta di avere già fra le mani il colpevole… Grazie alla penna di Conan Doyle il Natale si tinge di giallo. Il caso dell’oca di Natale è un gustoso racconto che si dipana tra le fredde strade di Londra in cui ci sono tutti gli elementi amati dai fans della coppia investigativa SherlockWatson, un crimine da punire, un mistero da risolvere, indizi da cogliere seguendo le brillanti deduzioni di cui solo Holmes è capace. Inutile dire se il mistero verrà risolto e se ci sarà, anche questa volta, un finale sorprendente che farà trionfare la giustizia. Elementare. Arthur Conan Doyle

Il caso dell’oca di Natale Interlinea, 2014 pp. 64, euro 8,00 48 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Le storie raccolte nel libro Le orme del lupo di Armido Malvolti, pubblicato dalla casa editrice Helicon, hanno un’impronta decisamente realistica e si segnalano per la “esplosiva carica di immediatezza stilistica, variamente adattata alle diverse storie” come osserva nella prefazione Neuro Bonifazi. Nel racconto Le orme del lupo che dà il titolo al libro, lo spirito di avventura spinge il giovane protagonista a correre un serio pericolo, a cui tuttavia egli riesce miracolosamente a scampare grazie all’intervento di una lupa: il racconto ruota intorno all’insolita amicizia fra il ragazzo e l’animale, fino a mettere in discussione gli stereotipi che fanno dei lupi l’em­blema stesso del male. La vicenda è ambientata nella montagna reggiana e rivela lo spirito appenninico dell’Autore che manifesta non solo una grande conoscenza, ma anche un sincero amore per la sua terra. Tuttavia Malvolti sa andare anche oltre le proprie appartenenze per abbracciare spazi e problematiche più ampie: e sono problematiche esistenziali o sociali. Nelle storie raccolte nel libro, dolore e speranza si intrecciano in un rapporto dialettico, come nell’esistenza di tutti noi: ma alla fine prevale la fiducia nella vita e nelle molteplici possibilità che essa può offrirci. Un libro tutto da leggere, dunque, e da gustare con il piacere che si riserva alle opere che sanno coniugare l’eleganza della forma con la profondità dei significati. Armido Malvolti

Le orme del lupo Helicon, 2014 pp. 322, euro 15,00

La vita appassionante di Giacomo Puccini di MariaChiara Tarantino

Nato a Lucca nel 1858, Giacomo Puccini frequentò dal 1880 al 1883 il Conservatorio di Milano, dove ebbe come insegnanti grandi compositori come Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli. Subito dopo compose la sua prima opera lirica, Le Villi. Da allora iniziò l’ascesa verso il successo, anche perché fu proprio grazie a Le Villi che fu notato dall’editore Giulio Ricordi che ne patrocinò la prima rappresentazione.


Parte dalla gioventù (da quando si recò con degli amici a piedi da Lucca fino a Pisa per assistere all’ Aida di Verdi), passa per le prime esperienze, continuando con il successo internazionale, per arrivare al termine della vita di uno massimi operisti del Novecento, nonché della Storia – precursore di nuove frontiere musicali, espressive e stilistiche - l’interessantissimo libro di Giuseppe Adami intitolato Giacomo Puccini e pubblicato da Il Saggiatore. Il sottotitolo è Il romanzo di una vita, ed è perfetto. In effetti, la vita di colui che è probabilmente il più grande compositore del Novecento somiglia ad un romanzo, tanto è appassionata ed appassionante. Giuseppe Adami (18781946) fu scrittore e librettista, anche dello stesso Puccini, ed è quindi uno dei massimi esperti del personaggio, che lo conobbe personalmente ed ebbe l’onore di collaborare con lui per la realizzazione di alcuni capolavori – suoi i libretti delle opere La rondine (1917), Il tabarro (1918) e dell’ultima, incompiuta, Turandot (1924). Fu anche suo confidente; per questo motivo la sua narrazione della storia del geniale compositore è arricchita di aneddoti, documenti e testimonianze sulla sua vita pubblica e privata. “Vissi d’arte, Vissi d’amore” cantava Tosca, protagonista dell’omonimo capolavoro di Puccini, proprio come fece il suo autore. Un libro imperdibile per gli appassionati di opera lirica che vogliono conoscere con un testo scorrevole ma approfondito la vera storia di Giacomo Puccini, e, attraverso di essa, quella delle sue immortali ed indimenticabili Opere. Giuseppe Adami

Giacomo Puccini Il romanzo della vita Il Saggiatore, 2014 pp. 189, euro 16,90

Monnezza amore mio di Gordiano Lupi

Tomas Milian compie 82 anni e decide di raccontarsi a ruota libera, senza nascondere niente della sua vita, partendo dalla tragica morte del padre (un generale di Batista suicida), passando per la fuga da Cuba in direzione Actors Studio, arrivando al successo italiano e concludendo con il triste ritorno negli Stati Uniti. La biografia - sincera e limpida come poche - si legge come un romanzo, non è facile staccarsi da pagine così ben scritte e suggestive, soprattutto per chi è stato fan di un attore capace di inventare battute epocali. Tomas Milian non fa passare niente sotto silenzio, neanche una bisessualità che gli è servita per entrare nel mondo del cinema, neanche il rapporto difficile con la famiglia e con un figlio riconquistato dopo cinque anni di abbandono. Non tace neppure sul consumo di droga, la crisi provocata da alcol e cocaina, la vocazione mistica conclusa con il viaggio in India. E su tutto aleggia quel film americano, da sempre vagheggiato, dal giorno della fuga da Cuba, per concludere che la sua America Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 49


: zibaldone

è stata Roma, che il suo vero personaggio resta il Monnezza. Sono molti i film americani, interpretati nella parte terminale della carriera - da Traffic a The Lost City - ma niente come il suo alter ego borgataro è riuscito a dargli celebrità. Nonostante il cinema d’autore - Bolognini, Visconti, Antonioni… - Tomas Milian resta nell’immaginario collettivo come il Monnezza (Nico Giraldi è un nome di comodo), che nel libro funge da seconda voce, schietta e sincera, per creare la finzione del dialogo tra attore e personaggio. Tomas Milian da buon cubano racconta la sua verità, com’è giusto che sia, perché il libro è la sua biografia, non un saggio di cinema. Una verità che non piacerà a Dardano Sacchetti e Umberto Lenzi, che per anni si sono disputati la paternità del Monnezza, perché l’attore afferma di essere l’inventore del personaggio, di aver scritto dialoghi e battute, di aver ideato look, smorfie, parolacce, rime baciate, imprecazioni. Peccato che nel libro non ci sia spazio per Ferruccio Amendola, doppiatore che ha contribuito al successo di Milian, mentre Bombolo e Quinto Giambi sono citati e omaggiati a dovere. Manlio Gomarasca ha fatto un lavoro egregio, conferendo uno stile perfetto ai ricordi di Tomas Milian, un libro che teneva nel cassetto da almeno quindici anni e che è venuto fuori al momento giusto. Un gioiello. Imperdibile per gli appassionati. Tomas Milian con Manlio Gamarasca

Monnezza, amore mio Rizzoli, 2014 pp. 296, euro 18,50

Roma: leggende, parole, immagini di Federico Mussano

Arte figurativa e poesia: apriamo il volume Roma ner mistero e, un po’ prima di metà libro, vediamo una tavola dedicata all’isola che ha dato i natali a tanti romani e che per tutti gli abitanti della capitale rappresenta un punto di riferimento inequivocabile nonché un oasi al riparo dagli eccessi di traffico che invadono i due lati del fiume. Accanto alla tavola troviamo “L’isola Tiberina” e leggiamo una « leggenna su Roma poco ricordata », il racconto in versi di come si è formata un’isola « a li tempi de Tarquinio, detto er Superbo, / l’urtimo Re de Roma dar core acerbo ». Acerbo il cuore, avaro il regnante (i depositi erano pieni di grano ma la gente arrancava) e così la plebe « s’accordò e je sacheggiòergranaro ». Sacchi di grano nell’acqua, vortici e mulinelli, il Tevere costruisce una specie di montarozzo, « l’acqua girò ‘ntorno a ‘sta sorta de collina » e… fine della leggenda? Forse sì, ma non certo fine del libro, un godibilissimo abbinamento tra l’arte primaria del maestro Bruno Vannucci (senese di nascita, maremmano di adozione, vicino a Roma e alle sue tradizioni, scomparso vicino a Roma nel 2005) e le suggestioni della poesia dialettale. Un abbinamento anche tra verità e 50 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

fantasia, ad esempio tra un giro per le strade di uno dei quartieri più veri e schietti di Roma (Testaccio) e la leggenda del drago affrontato con coraggio dal pontefice …però pur sempre di drago parliamo! Vogliamo consentire a Papa Silvestro I di tremare almeno un po’? Ricordiamoci allora che « invocava tremante la Vergine Santa », diamo per certo (anche per esigenze di rima) che parlasse con la « voce affranta » ma godiamoci appieno, oltre al libro, anche il lieto fine perché Silvestro « dove er drago abitava e fu accalappiato / innalzò ‘na Chiesa pe’ la salvatrice / dedita a Santa Maria Liberatrice »! Al tempo dei draghi non c’era il web, adesso sì ed è quindi da segnalare il sito www.brunovannucci.it che consente approfondimenti sull’artista e sulle opere vannucciane. E. Del Vero, U. Vannuccini, B. Garruto

Roma ner mistero Fra leggenna e vero Moroni, 2013 pp. 98, euro 13,50

La meccanica quantistica e i suoi paradossi di Federico Mussano

Più di un secolo fa ci fu un responsabile dell’ufficio brevetti americano (non Duell secondo una diffusa, ma erronea, attribuzione bensì Ellsworth) che presagì l’imminente arrivo della fine dello sviluppo e delle invenzioni umane ritenendo che ormai tutto, o quasi, fosse stato inventato. Nella seconda metà dell’Ottocento qualcosa di simile – in Germania però e con riferimento alla fisica – lo pensò un professore il quale scoraggiò un giovane promettente (già scottato dal rifiuto di un musicista di Monaco di Baviera ad accogliere il suo desiderio di avventurarsi nel mondo delle sette note) dallo studiare una disciplina che allora si chiamava “fisica” e oggi potremmo chiamare “fisica classica”. Per fortuna Max Planck (questo il nome dello studente, destinato a diventare uno dei padri della meccanica quantistica) accettò solo il consiglio di riporre in un cassetto spartiti e pentagrammi mentre non prese certo per oro colato l’affermazione che la fisica fosse ormai una scienza completa e rassegnata a non assistere più a nuove scoperte. Il primo anno del XX secolo vide così il quarantatreenne Planck pubblicare la legge della radiazione del “corpo nero”, termine coniato nel 1860 da Kirchhoff, pioniere della spettroscopia e autore dell’osservazione che per materiali scuri lo spettro delle frequenze della luce irradiata assume una forma che non dipende dalla temperatura. Ed è facile essere presi dalla vertigine quando, nel voler comprendere e rilevare la temperatura dei colori, si guarda verso il cielo e si vede splendere il Sole con il suo giallo e i suoi 6000 Kelvin pensando che nella notte potremo poi


scorgere Sirio dal colore bianco sfumato in azzurro e dalla temperatura di 30000 (trentamila!) Kelvin. L’universo che ci circonda, dai cieli alla materia, è un universo “quantistico” dominato dai pacchetti di energia definiti “quanti” da Max Planck. Dai lavori di Planck e di tanti altri scienziati (Albert Einstein e Richard Feynman, solo per citarne due) è nata una disciplina scientifica affascinante per i suoi paradossi e capace di sorprenderci come una lotteria… una lotteria cosmica però! Secondo le parole di Ian Stewart: « con l’avvento della meccanica quantistica il perfetto meccanismo a orologeria ha ceduto il posto a una lotteria cosmica in cui si ritiene che eventi fondamentali come il decadimento di un atomo radioattivo siano determinati dal caso, non da una legge ».

“Solo ciò di cui sia stato scritto è veramente accaduto”

H.Jenkins, S.Ford, J.Green

50 grandi idee – fisica quantistica Dedalo, 2014 pp. 208, euro 18,00

Mi chiamavano Professor Fatica

Judith Schalansky Atlante delle isole remote

di Chiara Campanella

Scritto a quattro mani da Luciano Gigliotti, brillante allenatore di atletica, soprannominato “Professor Fatica”, e dal giornalista Claudio Rinaldi, questo è il racconto della carriera di un uomo che ha dedicato la sua vita allo sport, con i segreti e gli aneddoti sul suo percorso formativo, la passione per la disciplina che insegna e la vocazione da allenatore. A lui il merito di aver preparato, tra gli altri, due numeri uno nella storia della maratona: Gelindo Bordin, medaglia d’ oro a Seul nel 1988 e Stefano Baldini, medaglia d’ oro ad Atene nel 2004. Due campioni, estremamente diversi dal punto di vista tecnico, ma eguali per motivazione, agonismo, passione e voglia di arrivare. Dalle pagine emerge il ritratto di un allenatore straordinario, ma soprattutto di un uomo eccezionale, per bene, pulito, coerente ed onesto. Un uomo che ha saputo ottenere il massimo da tutti gli atleti che ha allenato curandone gli aspetti tecnici, ma prima di tutto il rapporto umano, perché il primo obiettivo di ogni organizzazione sportiva, prima ancora di cercare risultati, è quello di formare uomini. Una persona autorevole, mai autoritaria e sempre rispettata, ben consapevole del fatto che un buon preparatore deve saper entrare nel cervello dell’ atleta senza plagiarlo: è infatti fondamentale che questi riesca ad emanciparsi completamente da lui, perché nel giorno della gara sarà solo e da solo dovrà imparare a gestire la tensione, confrontarsi con un altro e misurarsi con se stesso, sempre e soltanto lealmente, per migliorare e superare i suoi limiti. Una lettura scorrevole ed appassionante da cui trarre i più disparati messaggi positivi, in primis l’ importanza di alle-

Lo Sguardo delle Parole Mo.C.A. Montecatini Contemporary Art 4 dicembre 2014 - 22 marzo 2015 Un viaggio fotografico attraverso i ritratti di 35 autori che hanno fatto la Storia della Letteratura mondiale, provenienti dagli archivi Fratelli Alinari, Roger Viollet e Granger.

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: zibaldone

narsi e gareggiare anche per il puro piacere di farlo, perché, è giusto tenerlo bene a mente, lo sport non è solo fatica. Luciano Gigliotti - Claudio Rinaldi

Ma la divisa di un altro colore di Loredana Simonetti

Mi chiamavano Professor Fatica Ediciclo, 2014 pp. 197, euro 16,00

Il fascino di Barcellona di Bartolomeo Errera

Un viaggio a Barcellona, per le strade assolate della città “Incantatrice”, appunti di viaggio lasciati su fogli; risultato, un libro ammaliante che ci proietta nella sua stessa dimensione, un libro come un teletrasporto che ci fa camminare per Barcellona come se fosse il nostro viaggio. Tutto ciò che è descritto è stato vissuto da ognuno di noi in tanti viaggi, ma che non abbiamo saputo cogliere o archiviare nel ricordo. Lo scrive Andrea Rompianesi in una prosa creativa con la quale trae l’essenziale di una trama, ridotta, telegrafica ma non per questo svuotata del fascino dell’azione e del momento. Un’azione di levare, un’arte per cogliere l’unicità dell’attimo. Non è un reportage ma di esso porta la caratteristica delle immagini; oserei dire che la sua prosa è così “istantanea” nella sua creatività da farla apparire come un reportage fotografico. Non me ne voglia Rompianesi se parlo di fotografie che nulla hanno a che fare con la narrativa,ma non intendo sminuire la sua scrittura, al contrario esaltare il suo stile narrativo immaginandolo come innovativo, dove proietta sulla pagina bianca parole essenziali come scatti fotografici. Le sue parole restano nella mente e trasportate agli occhi come singoli scatti che ci proiettano nella visione completa del suo viaggiare per Barcellona. Scrive e descrive con una capacità sintetica dove il particolare, messo tra le parentesi, include il “Tutto” ed il Tutto si riduce nel particolare. Andrea Rompianesi ci offre una visione globale senza descriverla e se pur non detta è viva e presente nel suo tratteggio essenziale. La sua descrizione del viaggio appare simile ad una scenografia completa sulla quale Rompianesi accende di volta in volta dei piccoli spot che illuminano quel particolare che esalta un albergo, una strada, un lampione, persone e cose, che di volta in volta vuole descrivere. Sotto questi coni si incontrano la luce ed il ritmo di questo interessante libro, scorre un’umanità fatta di speranze, illusioni, caratteri, passioni; si sentono gli odori, si vedono i colori, si assaporano i sapori, fatti di Tapas e di blanco Torres. Andrea Rompianesi

Avinguda del paral-el Scrittura Creativa, 2014 pp. 887, euro 14,00

52 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Lungo il percorso di un romanzo di vita, le storie di Carlo e Antonio s’intrecciano, si separano e infine si ritrovano. Giovani vite trascorse nelle trincee, per scelte politiche o per ideali personali, giovani famiglie affamate ma con la dignità di affrontare le giornate senza perdere tempo in autocommiserazioni, tanti figli per il giovane Carlo, unica vera gioia che trova sempre posto tra le pagine di vita, alla continua ricerca del rinnovamento della propria persona, “cittadini rispettati e non bestie da lavoro”. Ma le guerre lacerano e distruggono. Pietro Neglie racconta nel suo libro le esperienze di vita e di guerra di Carlo e di Antonio, attraversando l’Italia dei grandi conflitti e rendendo partecipi i due ragazzi agli eventi storici, “ciascuno con la speranza in cuore di vincere e tornare a casa sano e salvo”, Carlo per proteggere la sua famiglia e il mondo che riteneva giusto, Antonio per costruire una società che fosse più umana. La loro storia si svolge in un’Europa fratricida, in cui lo spazio lasciato all’arroganza di Hitler avrebbe portato a conflitti interminabili. L’autore riesce, attraverso la storia dei due ragazzi, a ricostruire quel periodo storico dal 1915 al 1945 corredandolo di importanti riferimenti, ma consentendo al lettore di seguire sempre il filo della speranza, per fortuna immancabile, che lega le vicende di Carlo e Antonio. Alleggerendo, in questo modo la lettura, il romanzo si legge con piacere e con molta partecipazione. “Qualcuno pensa che il percorso degli uomini sia segnato dal destino, qualcuno che sia soggetto al caso;[…] e chi pensa che la vita sia un miscuglio di tutto ciò.” Pietro Neglie

Ma la divisa di un altrocolore Fazi, 2014 pp. 510, euro 14,90

I signori della grande guerra di Luciano Luciani

La realtà virtuale è per molte persone un luogo fittizio, dove realizzare i propri sogni negati e scaricare le proprie frustrazioni quotidiane. Ma se questo non luogo non fosse collocato fuori della “realtà”, ma piuttosto ne facesse parte a tutti effetti? Insomma, che cosa potrebbe accadere se esistessero davvero uno o più mondi paralleli dove modificare a proprio piacere il futuro, influendo contemporaneamente sulla vita delle altre


persone? Si tratterebbe senza dubbio di un’esperienza appassionante e sconvolgente al tempo stesso, che all’inizio potrebbe apparire gratificante, ma alla lunga rivelarsi molto difficile da gestire, perché bisognerebbe tenere ben presente in quale realtà ci si trova ad agire e con quali persone. Perché nelle dimensioni parallele le situazioni sono simili mai identiche. E Arturo Severini, ‘ingegnere atipico’ come lui stesso ama definirsi per la sua capacità di coniugare il rigore professionale con la fantasia, la sensibilità e l’ironia, è partito da queste considerazioni per affrontare nel suo romanzo “Io, Dio”, temi molto complessi e delicati come il dualismo realtà-finzione, l’egoismo, i rapporti umani, l’importanza delle nostre scelte ma anche della casualità. Alex, il personaggio principale del libro è un italiano medio sotto tutti gli aspetti, lavoro, famiglia, amicizie, che un giorno scopre di possedere il dono di saper scindere la realtà in più dimensioni parallele. Ne approfitta per vivere più vite gratificanti ma ben presto scopre che vivere più vite parallele più avere i suoi lati complicati, soprattutto se si tratta di fare delle scelte che influiranno sulla nostra e sulla vita delle persone che amiamo. Soprattutto se le dimensioni parallele assomigliano a tante realtà virtuali e noi ne facciamo parte…

DIZIONARIO DI TEOLOGIA EVANGELICA a cura di

Pietro Bolognesi, Leonardo De Chirico Andrea Ferrari

Pierpaolo Cervone

I signori della grande guerra Mursia, 2014 pp. 426, euro 18,00

Quel che non avete mai osato chiedere sulle dipendenze di Matteo Papucci

Siete sicuri di conoscere gli effetti di cocaina, marjuana, ectsasy? La loro diffusione? Quanto possono incidere sulla vostra salute, di familiari o amici? Le dipendenze hanno diverse facce, non solo droga e alcool, ma anche tabacco, gioco d’azzardo, cibo, internet. Molte delle comodità che abbiamo attorno, possono diventare il nostro tallone d’Achille se abusate. L’Atlante delle Dipendenze” affronta e approfondisce ognuno di questi argomenti. Una guida esaustiva di tutti gli aspetti dei più grandi cancri sociali del nostro tempo. Leopoldo Grosso e Francesca Rascazzo curano una vera e propria mappa di una realtà dalle mille sfaccettature, illuminando le ombre che si celano dietro stereotipi e ignoranza. Nei suoi dieci macrocapitoli, “Atlante delle dipendenze” cioffre una panoramica globale di ciò che sta avvenendo in Italia e nel mondo: le dipendenze, la loro diffusione, precenzione, servizi, sistemi legislativi e politici. Ogni aspetto è trattato da figure di alto profilo che offrono la loro collaborazione in uno delle guide più complete in circolazione. Ogni capitolo conclude con biografie essenziali che permettono ulteriori approfondimenti personali. Certamente, “Atlante delle dipendenze” non è una lettura serale, ma indispensabile per approfondire

• Oltre 600 voci intrecciano gli elementi biblici, storici, teologici e pratici • Oltre 894 pagine e 200 redattori e collaboratori • Interamente pensato in Italia, ma con il meglio della teologia evangelica mondiale • Rappresentativo del pensiero evangelico • Uno strumento autorevole e indispensabile per sacerdoti, pastori, leader, studenti e cultori della teologia • Informativo e formativo • Ogni voce fornisce lo ‘stato dell’arte’ del tema e una bibliografia che privilegia le opere italiane e in traduzione italiana • Una novità assoluta per l’editoria evangelica italiana

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Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 53


: zibaldone

aspetti del quotidiano spesso trascurati, se non addirittura ignorati. Consigliato sia a esperti che curiosi. L’esposizione semplice, ma dettagliata, arricchisce senza appesantire. “Atlante delle Dipendenze” è un veicolo di conoscenza che interessa ogni soggetto, non solo esperti del settore. Leopoldo Grosso e Francesca Rascazzo (a cura di)

Atlante delle dipendenze Edizioni Gruppo Abele, 2014 pp. 887, euro 30,00

Immaginare e parlare dell’immagine di Federico Mussano

La parola e l’immagine: un rapporto complesso, in buona misura conflittuale (e infatti il titolo dell’introduzione del volume curato da Clotilde Bertoni dell’Università di Palermo nonché da Massimo Fusillo e Gianluigi Simonetti dell’Università dell’Aquila è completato da «Descrizione di una battaglia») e già oggetto di numerosi studi con una recente attenzione emersa nel 2012 quando vi fu la pubblicazione di un saggio di S.S.Scatizzi su Camenae e del volume La scrittura delle immagini (Raffaello Cortina, 2012) in cui M.Cometa indagava il fenomeno dell’ekphrasis, dell’immagine artistica soggetta a descrizione ed interpretazione. Considerazioni sull’affermazione oraziana «ut pictura poesis» non possono mancare così come i riferimenti al Lessing della separazione tra letteratura e pittura sono obbligati. Tra il lucano e il sassone possiamo citare, tra i tanti, il genio di Vinci con l’osservazione che la pittura «fa con più verità le figure de l’opere de natura ch’il poeta»: il pensiero di Leonardo. “La credenza di Leonardo” è il titolo di uno scatto di Ferdinando Scianna a un mobile liberty in legno chiaro (noce? rovere? queste le ipotesi del destinatario del regalo, Roberto Andò che riceve da Scianna il gradito dono nel ricordo di Leonardo Sciascia) ed è anche il titolo di uno dei ventitré contributi offerti da scrittori e registi nel narrare e nel descrivere sensazioni (memorie, ossessioni, sguardi, dettagli, storie, passioni) raccolte nel volume con la costante di trovarsi davanti a un’immagine. Costante soggetta a infinite modulazioni: se la foto di Scianna colpisce per quel suo densissimo nero a carbone che esalta le lame di luce di una finestra invisibile in una compresenza di fantastico e reale con rigorosa trama bianco&nero troveremo un po’ prima di metà libro l’occhio di chi guarda (Giorgio Fontana, Andrea Inglese, Tommaso Pincio) attratto da forme e colori. Colori intensi: il rosso della cavalleria di Malevic evocativo dell’Armata, i moti di un blu tanto ricco di aggettivi evocati nell’ipnotismo rembrandtiano – cadetto, reale, cobalto, ceruleo – quanto denso di interrogativi mnemonicamente 54 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

allucinati, il rosso della carnalità di Marilyn tra l’artista de Kooning e il collezionista Neuberger. Ulteriori modulazioni della costante di rapportarsi all’immagine consistono – e ce lo mostra Valerio Magrelli – nel confrontarsi con due opere contemporaneamente: stesso artista (Francesco Polazzo) e stessa polarizzazione su femminile e infantile, ma quanta diversità (e differenza nell’uso del filo, tra un panno cucito e una polenta tagliata) tra queste due rappresentazioni di vita quotidiana. E ilquotidiano confronto tra parola e immagine prosegue con simultaneità di coinvolgimento (lo leggiamo nella postfazione di Stefano Chiodi) ad ogni livello: affettivo, somatico, psichico, simbolico, emotivo. C. Bertoni, M.Fusillo, G.Simonetti

Nell’occhio di chi ci guarda

Scrittori e registi di fronte all’immagine Donzelli, 2014 pp. 200, euro 21,00

Il fascino del male di Carla Iannacone

In quale parte del cervello, del nostro inconscio, il male si aggira dentro di noi? Il male esiste perché siamo liberi. Se Dio avesse voluto che fossimo perfetti non ci avrebbe impastato col fango. Questo è quanto afferma Alessandro Meluzzi, esperto in psichiatria, nel suo ultimo libro Il fascino del male. «Nell’universo dell’animo umano luce e buio coabitano in un eterno inesorabile chiaroscuro» spiega. Le pagine della cronaca in questi anni si sono riempite di argomenti, che appartengono al giornalismo della cronaca nera diventando il fulcro della stampa e dell’informazione popolare e acquisendo notevole rilevanza comunicativa e massmediologica. Per Meluzzi riflettere sulla psicologia e sull’antropologia del male significa rivolgere uno sguardo critico e analitico sulla natura profonda dell’uomo, sulle sue emozioni e motivazioni spesso oscure e misteriose. Nella mente, nella coscienza, nell’anima, ogni giorno si svolge una battaglia tra un’opposizione o desiderio che (razionalmente) consideriamo buono e una scelta che consideriamo cattiva, finendo sempre con l’indirizzarci verso la seconda che esercita un inesorabile fascino. Nel libro viene affrontato il discorso sul male (necessario per comprendere il bene) così come si evince dal fascino sempre più morboso e pervasivo, che viene esercitato sul pubblico dalle storie di sangue più efferate, con un occhio di riguardo ai passaggi del Vangelo – fortemente voluti dall’autore e onnipresenti nelle pagine del testo – e alla dimensione metafisica dell’essere e del non – essere. Alessandro Meluzzi

Il fascino del male Imprimatur, 2014 pp. 155, euro 14,00


Spartaco, la divina scintilla di Girolamo Terracini

La vicenda umana di Spartaco e la rivolta dei gladiatori hanno sempre attirato l’attenzione di scrittori di diverso pensiero e matrice politica. La storia della terza guerra servile è stata rivisitata anche dal cinema. Ma “Spartaco” è anche una storia d’amore tra il gladiatore e la sua donna, una vicenda affettiva che s’intreccia da una parte con il tentativo di definire e raggiungere una meta sperata, una sorta di patria degli schiavi, dall’altra con la difficile composizione e organizzazione di uomini appartenenti a diverse etnie. Infine, e non sono secondarie, emergono ovunque le tematiche della fede religiosa e della lotta per la libertà e la giustizia. Spartaco è un personaggio che ha certezze, ma a volte è tormentato da dubbi circa la validità delle proprie scelte. Si tratta di una storia che sempre affascina e fa meditare non solo coloro che hanno il compito di ricostruire le vicende storiche di un passato che pare lontano, ma anche coloro che ricercano con cuore sincero la giustizia e la libertà. Ernesto Speroni

Spartaco, la divina scintilla Sindacalisti agricoli uccisi dalla mafia in Sicilia 1944-48 Kimerik, 2014 pp. 288, euro 15,00

Le sette oscure chiavi di Isidus di Tiziana Cappellini

Sconosciuti e misteriosi meccanismi ruotano attorno al pianeta Yuxor. Una ragazza, Selena, si ritrova a fare i conti con un passato che la sua mente non riesce a ricordare, ma che continua a influenzare il suo presente e le sue scelte di vita. Allo stesso tempo, una fondazione segreta si occupa di sventare una minaccia globale nata da un’antica guerra: una setta di vampiri custodisce alcune chiavi che, se riunite, possono portare alla distruzione del mondo.La fantasia è la cifra stilistica di questo romanzo ambientato su un pianeta immaginario, a sua volta composto da mondi diversi tra loro e tutti fortemente connotati dall’elemento naturale.Da mondi innevati ad altri sommersi, il gruppo dei giovani protagonisti della vicenda darà la caccia a sette vampiri con lo scopo di preservare l’intero pianeta. Ognuno di loro lo farà lottando anche contro delle perdite affettive e contro gli incubi di un passato tutto da ricostruLeggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 55


: zibaldone

ire.Eppure anche i vari personaggi che incroceranno sul loro avventuroso e pericoloso cammino saranno a loro volta protagonisti e voci narranti dei numerosi, ma agili, episodi che formano il nerbo ritmato del romanzo stesso.Questo è reso possibile grazie a un’originale struttura concepita dall’autore come fosse una sorta di sceneggiatura cinematografica, scandendo con didascalie l’inizio di ogni episodio che in tal modo assume l’aspetto di scena filmica. E questo tipo di struttura permette l’incontro, la sospensione, l’evoluzione sia dei personaggi sia delle storie, come anche la narrazione di alcune di esse attraverso più punti di vista e fatta quasi attraverso una lente tridimensionale.Altrettanto interessante è anche la commistione di epoche lontane tra loro, quali per esempio la contemporaneità che s’interseca con atmosfere e mondi medievali, oppure ancora con veicoli supertecnologici.Pur incentrandosi attorno alla caccia di sette vampiri da sconfiggere, il romanzo non è per questo cupo o tragico perché a ciò viene aggiunta una dose di ironia sufficiente a sdrammatizzare gli episodi più forti o tristi, senza perdere mai in freschezza e dinamicità.Non mancano risvolti riflessivi come il dubbio amletico sulla scelta tra il bene e il male forse da compiere, da parte della protagonista principale, solo dopo avere percorso un cammino conoscitivo e parallelo alla lotta contro i vampiri.Tutto ciò nell’ottica, a tratti inconsapevole, che spesso le cose non sono quello che sembrano e che le verità, non solo del passato, vanno ricercate correndo il rischio di scoprire anche quanto non si sarebbe mai sospettato. Daniele Bortolato

Le sette oscure chiavi di Isidus Caravaggio, 2014 pp. 400, euro 19,00

Storie sospese di Mariachiara Tarantino

Storie sospese nasce con l’idea di indagare la dimensione dell’ attesa di familiari e amici di persone scomparse, attese penose che, spesso,non sono ancora giunte al termine anche a distanza di anni. Isabella Pascucci, giornalista romana e criminologa, ha voluto ricostruire in questo libro-inchiesta le storie di drammatiche scomparse, di riflesso, le vicende dei congiunti, dando voce direttamente agli interessati, che in alcuni casi attendono chiarezza, verità e giustizia per i propri cari da decenni. Lo ho ha fatto raccogliendo nel volume pubblicato da Castelvecchi una serie di colloqui inediti con i protagonisti di casi purtroppo ben noti alla cronaca italiana ed internazionale. Alcuni esempi sono l’intervista a Letizia Lopez, sorella di Rosaria, la giovane vittima dei mostri del Circeo nel 1975; ai fratelli di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori,sparite nel nulla a Roma nel 1983, Pietro Orlandi e Maria Antonietta Gregori; a Paola Pellinghelli, mamma del piccolo Tommy Onofri sequestrato e ucciso nel 2006 a soli 18 mesi; a Metella, figlia del giornalista Domenico Quirico rapito in Siria nel 2013; e diversi altri,

per un totale di nove, intensi capitoli: storie rimaste “sospese” nell’incertezza e nell’assenza, a volte ancora nella speranza. In una società in cui imperano il sensazionalismo e lo scoop ai limiti del morboso, questo libro si afferma in senso contrario documentando i fatti e gli eventi, indagando parallelamente la dimensione soggettiva e intima dei protagonisti con delicatezza e professionalità; non è un libro facile da leggere, non deve essere stato facile da scrivere: notevoli la competenza e la serietà dell’autrice nel trattare il tema. Il libro ha la prefazione di Massimo Picozzi, l’introduzione di Elisa Pozza Tasca e contiene un’ intervista a Ferdinando Imposimato. Isabella Pascucci

Storie sospese

Castelvecchi, 2014 pp. 320, euro 19,50

Sul corno del rinoceronte di Margi De Filpo

“Sul corno del rinoceronte”, romanzo vincitore del premio “Costa d’Amalfi libri”, racconta la storia di un’amicizia unica, quella fra Meriem, una ragazza tunisina fuggita dal suo paese per amore, e Mary, una giovane viaggiatrice romana innamorata delle culture straniere. Ma racconta anche una storia di morte: la morte di Meriem, la morte di un amore, la morte che si affaccia sulle saracinesche serrate di Kairouan e nelle sue strade deserte, quando il profumo rassicurante dei gelsomini non c’è più e rimane solo l’odore acre dei lacrimogeni. Francesca Bellino, giornalista e reporter di viaggio, fotografa la rivolta tunisina e la cacciata del dittatore Ben Alì attraverso gli occhi arrossati di Mary, che spia la città dal finestrino di un taxi. Mentre cerca di raggiungere il funerale dell’amica, Mary sprofonda nei ricordi: le serate trascorse insieme a Roma, al Pigneto, il primo viaggio in Tunisia per accompagnare Meriem; le immagini voraci di una gioventù concupiscente che ha troppa fretta di crescere. E il romanzo di viaggio diventa un racconto introspettivo e profondo, che parla di speranza, di amori impossibili e di sentimenti che possono arrivare ad intaccare anche le tradizioni, ma non il corso della Storia. Francesca Bellino si occupa da sempre di immigrazione e ha raccontato, in varie occasioni, la società multiculturale, le difficoltà d’integrazione e l’importanza del rispetto e della comprensione delle culture lontane. Un anno fa, ha vinto il “Premio Nazionale Talea”, oggi torna con un romanzo avvincente, che riesce a far emergere particolari e aspetti insoliti della cultura tunisina, e suggerisce al lettore che il modo migliore per comprendere davvero noi stessi è osservarci attraverso lo sguardo di chi ha una cultura completamente diversa dalla nostra. E che, forse, integrazione e amore, non sono altro che sinonimi. Francesca Bellino

Sul corno del rinoceronte L’asino d’oro, 2014 pp. 250, euro 12,00

56 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Rotary.


Concorso

Rotary Invito a scrivere una short story sull’attualità del pensiero di

Paul Harris,

fondatore del Rotary International. In premio “Un viaggio a Barcellona con la Nave di libri”

edizione 2015

entro il 15 marzo Intenti Lo scopo è di richiamare l’attenzione sull’attualità degli ideali di Paul Harris, fondatore del Rotary International. Il Rotary - diceva Paul Harris - è in grado di abbracciare il mondo con i suoi ideali di amicizia, comprensione e servizio.

Il Rotary è un’associazione internazionale formata da professionisti, imprenditori, dirigenti che collaborano alla realizzazione di progetti di volontariato e iniziative umanitarie, promuovendo la buona volontà e la pace tra i popoli. Il Rotary Club Roma Est, fondato a Roma nel 1960, promuove in collaborazione con la rivista Leggere:tutti e il patrocinio delle Biblioteche di Roma un evento riservato agli scrittori italiani o stranieri residenti in Italia, che si inserisca per prestigio e originalità tra i premi letterari. Con il Rotary Club Roma Est si associano nella promozione dell’iniziativa il Rotary Club Roma, il Rotary Roma Sud, il Rotary Roma Ovest.

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Possono partecipare Possono partecipare scrittori italiani e stranieri residenti in Italia, senza limiti di età, anche alla loro prima esperienza letteraria, mediante l’invio di un racconto breve inedito in lingua italiana a tema libero purché nella storia ci sia un riferimento all’Amicizia oppure alla Solidarietà, alla Tolleranza o alla Pace. Il racconto non dovrà superare le 6000 battute, spazi compresi e titolo escluso e dovrà essere redatto con il computer.

Premi Tra i racconti pervenuti (spediti entro i termini stabiliti: farà fede il timbro postale) ne verrà scelto uno al quale verrà assegnato “Un viaggio a Barcellona con la Nave dei libri”. Il Premio non è mutabile in altri premi e per il vincitore sono vincolanti le modalità previste dal vettore del viaggio. Inoltre, l’opera vincitrice sarà pubblicata sulla rivista “Leggere:tutti” e sul sito del Rotary Club Roma Est. La giuria si riserva il diritto di scegliere, oltre a quello vincitore, altri due racconti - considerati finalisti – che verranno pubblicati sul sito del Club. Un premio speciale potrà essere assegnato al più giovane partecipante (se il suo racconto sarà giudicato meritevole di segnalazione).

Scadenza I partecipanti dovranno inviare i loro racconto, in forma cartacea, entro il 15 marzo 2015 a: Rotary Club Roma Est (Short Story Paul Harris), piazza Cola di Rienzo 69, 00192 Roma, oppure in forma digitale, tramite posta elettronica a romaest@rotary2080.org. A margine della loro opera i partecipanti dovranno indicare: nome, cognome, data di nascita, indirizzo, città, provincia, stato, e-mail, telefono ed eventuale appartenenza a un club Rotary.

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: Iniziative

: incontri letterari coordinati dalla giornalista Lucilla Noviello, performance teatrali, laboratori di arte e fotografia con il concorso “Scatta una foto a Barcellona” aperto a tutti i partecipanti ad aMare Leggere. I prezzi partono da 245 euro (prezzi a persona in cabina interna quadrupla, pasti a bordo inclusi).

Navi e Libri per Barcellona anche nel 2015 aMare Leggere, Festival di letteratura per ragazzi sul mare organizzato da Leggere:tutti in collaborazione con Grimaldi Lines tornerà con la terza edizione anche nel 2015, dal 21 al 24 marzo; torna anche la Nave dei libri per Barcellona dal 21 al 24 aprile. di Girolamo Terracini

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onfermate anche nel 2015 Una Nave di Libri per Barcellona, giunta ormai alla sesta edizione, e aMare Leggere, Festival della letteratura per ragazzi sul mare, alla terza edizione. Entrambe le minicrociere letterarie sono organizzate da Leggere:tutti in collaborazione con Grimaldi Lines. Cominciamo proprio con aMare Leggere, in programma dal 21 al 24 marzo 2015. L’iniziativa, aperta alle scuole di ogni 58 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

ordine e grado e alle famiglie, negli anni scorsi ha riscosso molto successo vedendo la partecipazione di centinaia di ragazzi provenienti da tutta Italia. La Nave si muoverà dal porto di Civitavecchia nella serata di sabato 21 marzo (proclamata dall’Unesco Giornata Mondiale della Poesia) per far rotta su Barcellona dove arriverà domenica 22, per consentire una prima visita della città, che si protrarrà per tutta la giornata successiva. Il ritorno a Civitavecchia è previsto nella serata di martedì 24 marzo. Il programma prevede

Torna anche Una Nave di Libri per Barcellona, nel 2015 dal 21 al 25 aprile. La Nave dei Libri da sei anni porta a Barcellona centinaia di italiani e tanti scrittori in occasione della Giornata Mondiale del Libro per la Festa di San Giorgio, i libri e le rose (celebrata il 23 aprile e molto sentita a Barcellona). Nel giorno di San Giorgio, il 23 aprile, infatti, in Catalogna le strade sono invase di fiori e libri: vi è l’usanza che gli uomini regalino una rosa alle donne e ne siano contraccambiati con un libro; una grande festa di popolo all’insegna dell’amore dei libri e la cultura con la città che si riempie di libri e rose, gli scrittori firmano le copie dei loro libri per le strada e nelle piazze i poeti recitano le loro poesie. Leggere: tutti ogni anno è presente sulla Rambla con un grande stand con i libri degli scrittori presenti sulla Nave. La Nave partirà come di consueto da Civitavecchia la sera del 21 aprile, e riapproderà in Italia la sera del 25. Hanno partecipato alle precedenti edizioni tra gli altri Carlo Lucarelli, Maurizio De Giovanni, Roberto Riccardi, Massimo Carlotto, tra gli attori e registi Ivan Cotroneo, Isabella Ragonese, Aureliano Amadei. Anche Teresa De Sio è stata protagonista in un grande concerto sul ponte della nave ancorata nel porto di Barcellona). Le due iniziative si sono avvalse fin dall’inizio del Patrocinio dell’ANP - Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della scuola, dell’Istituto italiano di cultura di Barcellona, delle Biblioteche del Comune di Roma, della Regione Lazio e del Comune di Roma. Prezzi a partire da 355 euro. Per un preventivo o per avere tutte le informazioni necessarie per entrambe le iniziative è possibile telefonare alla redazione di Leggere:tutti al numero 0644254205 oppure scrivere una email a info@leggeretutti.it. Programma aggiornato sul sito www.leggeretutti.it


: Dizionari

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osa c’è prima di vocabolario? Prima di dare alle stampe un vocabolario (e cioè un imponente volume che, se ci riferiamo allo Zingarelli 2015, contiene quasi centocinquantamila voci e oltre 380.000 significati) c’è un lavoro minuzioso di ricerca, di aderenza alla realtà di una lingua che mantiene le sue tradizioni ma, al tempo stesso, si rinnova. Per restare nella vertigine dei numeri si possono anche considerare le oltre undicimila citazioni letterarie di cento e più autori, da Francesco d’Assisi a Dario Fo, e le locuzioni e frasi idiomatiche in numero superiore a quarantamila. Prima però di “ vocabolario ”, inteso come lemma, troviamo “ vocabolariesco ” (e qui qualche sorpresa potrebbe starci nel leggere come l’attestazione della voce sia recente, trent’anni o poco più, e come le due abbreviazioni riportate indichino un uso specialmente spregiativo quando si scrive di stile vocabolariesco) e prima ancora “ vlog ”, termine oscuro anche per molti di coloro che con internet e le nuove tecnologie mostrano consuetudine e utilizzo costante, al lavoro o nel tempo libero e nel divertimento… e non useremo certo il raro e letterario termine “ diporto ” – e men che meno “ deporto ” preceduto dalla croce di arcaismo – per indicare lo svago, ma di svago è il caso di parlare. Già, un vocabolario oltre che essere un indispensabile strumento per conoscere la lingua italiana (e per dissipare dubbi di ogni genere, da accenti da mettere o tralasciare fino alle reggenze ovvero all’arte di districarsi, tra aggettivi e preposizioni, in mezzo ai costrutti sintattici richiesti dagli elementi delle proposizioni) tra compiti in classe e lettere ufficiali da spedire (sfociando magari nel burocratico o in burocratese, ma mai nelle sgrammaticature o nelle scorrettezze), può anche sostenerci nello svago, nel gioco (e il gioco non è uno scherzo, lo leggiamo in una delle 55 definizioni d’autore – novità introdotta quest’anno nello Zingarelli – che corredano il vocabolario, nello specifico è “ gioco ” definito da Stefano Bartezzaghi), nel fare con la lingua qualche esperimento (“ esperimento ”? altra definizione d’autore, ce la fornisce Fabiola Gianotti, la signora delle Scienze che guida migliaia di scienziati in complessi esperimenti di fisica… a

Noi, la nostra stessa lingua Il vocabolario della lingua italiana, anche nella sua edizione 2015, a fotografare noi, noi stessi, la nostra stessa lingua. di Federico Mussano

proposito, il lemma “ bosone ” compare sul dizionario e nelle prossime edizioni del volume cartaceo – oppure tramite consultazione online – terremo d’occhio l’aggettivo “ipotetico” di “ipotetico bosone scalare” riferito al bosone di Higgs tenendoci pronti, tra novità della lingua italiana e aggiornamenti scientifici, a perdere tale aggettivo!) Tra blog (“ blog ”, “ videoblog ”… ecco ricondurci a “ vlog ”, forma contratta del lemma precedente) e reti telematiche sociali e pervasive non può certo mancare un selfie ed è forse stato pro-

prio il lemma “ selfie ” (con attestazione recentissima, 2013) ad aver conquistato la maggior parte dei titoli di giornale usciti in coincidenza all’annuncio dello Zingarelli 2015: una foto scattata a sé stessi. E lo Zingarelli continua a fotografare noi, noi stessi, la nostra stessa lingua. M.Cannella, B.Lazzarini (a cura di)

lo Zingarelli 2015

Vocabolario della lingua italiana Zanichelli, 2014 pp. 2688, euro 65,50 (Versione base) Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 59


: Anniversari

Aldo Manuzio: 1515-2015 Numerose iniziative a Bassiano e a Venezia per celebrare i 500 anni dalla morte di Aldo Manuzio, inventore dei caratteri tipografici mobili. di Bruno Palombo

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Casa natale di Aldo Manuzio. Foto di Corrado Bonora. 60 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

febbraio 1515, da due giorni è morto Aldo Manuzio Romano, ottimo umanista che ha impresso molte opere latine e greche con lettera di dedica agli amici… Il suo corpo circondato da libri è stato composto nella chiesa di san Paterniàn. Raffaele Regio, pubblico lettore, ha tenuto l’orazione funebre.” Così annota Marin Sanudo nei diari veneziani la scomparsa di Aldo Manuzio avvenuta il 6 febbraio 1515 dopo giorni di malattia. Sono trascorsi sessantasei anni dalla nascita e poco più di 20 anni dall’inizio dell’avventura veneziana di un giovane che, partito da un piccolo comune Bassiano, oggi in provincia di Latina, passando per Roma, Ferrara, Mirandola e Carpi approda a Venezia e fonda una delle più grandi imprese tipografiche del ’500: la tipografia Aldina. La figura di Aldo pur nella scarsità delle notizie biografiche, a partire dall’anno della sua nascita, fissata oggi in maniera quasi unanime nel 1449, ha molto appassionato gli studiosi per la sua complessità. Martin Lowry, nel suo libro Il mondo di Aldo Manuzio scrive: “In realtà per decifrare il ruolo preciso di un personaggio come Aldo nella vita culturale della sua epoca, richiede un’intera gamma di specializzazioni accademiche, nessuna delle quali è da sola sufficiente a risolvere i problemi …” Ripercorriamo su una carta geografica virtuale gli spostamenti del giovane Aldo. Compì i suoi studi a Roma dove fu allievo di Gaspare da Verona, professore di retorica alla Sapienza e frequentò le lezioni di Domizio Calderini. In seguito si trasferì a Ferrara dopo il 1475, lì nella città estense fu allievo di Battista Guarini. A Ferrara conobbe l’illustre Pico della Mirandola che chiese ad Aldo di occuparsi della formazione dei nipoti, figli della sorella Caterina Pio.


Foto di Bruno Palombo.

Da un documento conservato nell’Archivio di Carpi, datato 8 marzo 1480, si viene a sapere che in qualità di aio ad Aldo viene concessa la cittadinanza e la nomina di tutore di Alberto e Lionello Pio, principi di Carpi. Tra il 1489 e il 1490 Aldo si trasferì a Venezia spinto dalle possibilità che la città lagunare offriva: i manoscritti greci della biblioteca del cardinale Bessarione, la presenza di esuli greci e le molte imprese tipografiche che operavano nella Serenissima. In una Venezia, crocevia europeo del commercio e della cultura egli trovò la possibilità di mettere in pratica il suo sogno di rigenerare la società attraverso la cultura, celebre il suo motto: “Se si maneggiassero più libri che armi, non si vedrebbero tante stragi e tanti misfatti, tante brutture, tanta insipida lussuria”. La sua tipografia diventò ben presto il centro più importante della divulgazione della cultura nel XV – XVI secolo. Tra le sue innovazioni annoveriamo: i caratteri tondi per il greco, quello corsivo o italico, la stampa in 8°, l’introduzione della punteggiatura nei testi, la numerazione delle pagine, la stampa del catalogo delle edizioni, l’introduzione della marca tipografica. La marca tipografica aldina apparsa la prima volta nel 1502 nel secondo volume dei Poetae Christiani veteres fu l’ancora e il delfino che illustrava il motto “Festina lente” (affrettati con lentezza). Tutto questo non basta a spiegare il successo di Aldo nel mondo dell’editoria. Nel 1494 all’impresa tipografica si affiancò l’Accademia Aldina, fondata da Aldo insieme a altre sette persone: Giovanni Battista Cipelli (Battista Egnazio), Paolo Canal, Girolamo Menocchio, Francesco Roseto, Scipione Forteguerri e il greco Giovanni Cretese. Essa accolse i maggiori umanisti dell’e-

poca: Pietro Bembo, Girolamo Fracastoro, Giovan Battista Ramusio, ne fece parte dell’Accademia anche Erasmo da Rotterdam che curò per essa l’edizione dei propri “Adagia” stampati dallo stesso Manuzio nel 1508. Nei venti anni di attività uscirono dalla tipografia aldina oltre 130 edizioni in greco, latino e volgare, la loro alta tiratura contribuì alla diffusione del patrimonio filosofico, letterario e scientifico della cultura greca, dei testi degli autori latini e dei capolavori della lingua italiana come Dante, Petrarca, Boccaccio e le lettere di Santa Caterina da Siena. Dai torchi della tipografia Aldina di campo sant’Agostin uscì inoltre il più bel libro del rinascimento “Hypnerotomachia Poliphili” un romanzo allegorico, pubblicato con 172 xilografie nel 1499, che a distanza di 500 anni mantiene intatto il suo fascino. In occasione della ricorrenza del V centenario della morte, il comune di Bassiano e molte istituzioni nazionali ed europee si apprestano a ricordare l’illustre umanista con iniziative: l’emissione di carte valori ad opera dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, convegni tra cui quelli organizzati dalla Biblioteca Nazionale Marciana, mostre tra cui una allestita presso le Gallerie dell’Accademia, la presentazione del lungometraggio “Festina lente” scritto e diretto da Lucilla Colonna. Il comune di Bassiano sta attivando un sito www.annomanuziano.it dove sarà possibile consultare il programma delle iniziative. Inoltre la società Interlace, con il patrocinio del comune di Bassiano, pubblicherà un’App dal titolo “Aldo Manuzio questione di carattere”, con una cronologia illustrata ed interattiva dei luoghi, “Le invenzioni di Manuzio” e “Hypnerotomachia Poliphili“ con la possibilità di sfogliare on line un’intera edizione.

Il logo realizzato dall’Associazione Culturale “Accademia”.

Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 61


: Autori

& Editori

Stefano Cucchi, per non dimenticare

Tre libri dall’editrice Controluce Il primo, di Armando Guidoni, Gocce di emozioni, è una raccolta di poesie, prefata da A. Onorati: un modo nuovo di costruire il testo, da far pensare al frammento, lapidario nei temi che si incontrano in suggestiva e alta resa lirica: l’impegno scientifico-letterario e l’introspezione proiettata, però, a una oggettività che rende universale il dettato. Il secondo è Righi sulla cenere, racconti brevi e forti di Luca Leoni. L’opera è una fuga nei ricordi (gli antenati, i primi dieci anni di vita dell’autore, il quale dichiara di avere pubblicato per non portarsi nella tomba le voci di chi lo ha cresciuto: le parole udite da fanciullo si sono placate nel suo animo, come una catarsi). Il terzo è Ricominciare da qui, una serrata silloge di Maria Lanciotti, autrice di opere note, anche di narrativa e teatro. In questa raccolta vibra la sapienza di una poetessa che sa plasmare il verso modellandolo in modo che il ritmo interno inventi quello esterno, in una struggente presa di coscienza della vita, con illuminazioni che contengono la simbologia dell’esistenza e del mondo.

“Stefano Cucchi e lo Stato s’incontrano giovedì 15 ottobre 2009”, comincia così il libroinchiesta Mi cercarono l’anima. Storia di Stefano Cucchi, uscito il 22 ottobre 2014, anniversario della morte del 31enne geometra romano. Una settimana prima era stato arrestato per possesso di stupefacenti. Stefano trascorrerà sette giorni “nelle mani dello Stato”, dai Carabinieri alla Polizia penitenziaria, dai magistrati ai medici del carcere, dell’ospedale e del Pertini. Morirà a Roma il 22 ottobre 2009 in un letto del presidio ospedaliero protetto Pertini. “Presunta morte naturale” c’è scritto sul suo certificato di morte. Ma non c’è nulla di naturale nella sua morte: la famiglia - che l’aveva lasciato una settimana prima in buona salute - lo rivedrà dietro a una teca di vetro. Sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Ma dopo tre anni e mezzo, la sentenza del processo, commina condanne lievi ai medici, assoluzione per tutti gli altri, compresi i tre agenti di Polizia penitenziaria accusati di averlo pestato. Una ricostruzione dalla parte dei “vinti”, aggiornata e fedele - che recupera testimonianze accantonate, riporta tutte le contraddizioni delle dichiarazioni e delle perizie e depura i fatti da silenzi e omissioni. “Questo libro è necessario - conclude l’autore, il giornalista di Altreconomia Duccio Facchini - perché racconta la storia di un ragazzo di 31 anni nato a Roma e morto nell’ottobre del 2009 in un ospedale-carcere della sua città. Aveva una madre, un padre, una sorella, degli amici e dei nemici.. Un giovedì sera, è stato arrestato e - dopo sette giorni - è morto. Una vita normale, …, finita in un modo che normale non è. Un libro scritto con l’aiuto della famiglia di Stefano, dell’avvocato Fabio Anselmo e con importanti contributi:prefazione di Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato e Valentina Calderone, giornalista e direttrice di “A buon diritto”. Testi di Ilaria e Giovanni Cucchi, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, interviste a Mauro Palma, presidente della Commissione ministeriale sul sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani e al giornalista Lorenzo Guadagnucci. (www.altreconomia.it)

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Uno, nessuno e centomila Vitangelo Moscarda, in seguito alla banale osservazione della moglie a proposito del suo naso che pende un po’ da una parte, si mette sulle tracce del vero se stesso, accorgendosi però, che se il corpo può essere unico, così non accade per l’anima. La sua ricerca sfocia ad una modificazione tale dei propri comportamenti, che spinge tutti a considerarlo pazzo. Il suo tormentato “io”, ormai impossibilitato a riconoscersi nella maschera che gli altri gli hanno assegnato, si frantuma in “centomila alter ego”. Pirandello stesso, lo definì come il romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. L’audiolibro propone la versione integrale del romanzo nella lettura ad alta voce di Claudio Carini. (www.recitarleggendo. com)

Dexter a fumetti Di giorno, Dexter Morgan è un affidabile componente della polizia scientifica di Miami. Di notte, sfoga i suoi istinti omicidi seguendo un codice: uccide solo i malvagi. Ma cosa succede quando sull’ondata di crimini che investe Miami si staglia l’ombra del suo stesso passato? La Panini Comics da il via alla pubblicazione delle nuove avventure a fumetti di Dexter Morgan, il celebre serial killer di cattivi. Il primo volume, disponibile da agosto 2014, contiene le storie disegnate da Dalibor Talajic e scritte dal romanziere Jeff Lindsay, creatore del personaggio che ha conquistato milioni di fan tra libri e TV.

Cos’è davvero l’anarchia “L’anarchismo non è la visione, basata su congetture, di una società futura, ma la descrizione di un modo umano di organizzarsi radicato nell’esperienza di vita quotidiana” Questo è quando afferma Colin Ward nel suo saggio L’anarchia (edito da Eleuthera): l’anarchia può essere intesa come disorganizzazione caotica, oppure come utopia, generosa ma impraticabile. Ward la intende come efficace forma di organizzazione non-gerarchica e come tale, ci dice, è una vivente realtà sociale. Una realtà, cioè, che esiste, pur se sepolta sotto la prevalente realtà gerarchica. Utilizzando un’ampia varietà di fonti, Ward articola in modo convincente la sua tesi, con argomenti tratti dalla sociologia, dall’antropologia, dalla cibernetica e dalla psicologia industriale, ma anche da esperienze nel campo della pianificazione, del lavoro, del gioco.

Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 63


ottobr

: Autori

& Editori

Giacomo Matteotti, eroe socialista

Assenza di dolore Assenza di dolore è la terza prova narrativa di Silvia Gentile. Il romanzo (ed. Albatros) è ambientato nell’Europa del Nord, e tratta di una storia d’una famiglia giovane, lui siciliano e lei belga, in attesa di una decisione vitale: lasciare i Paesi Bassi per l’isola degli aranci, e formare una nuova esistenza. Strano a credersi, lei e i figli sono d’accordo; i suoceri di lui no; ma proprio quando le cose sembrano subire uno stallo, ecco il colpo di scena: Vito si innamora di una donna del posto, perde la testa e lascia tutto. L’autrice ferma il racconto a questo punto; sicché si deve parlare di un “romanzo aperto”, ben calibrato e significativo.

Nell’ambito delle iniziative promosse nel 90° anniversario della morte di Giacomo Matteotti, il cui momento più solenne è stata la commemorazione alla Camera dei Deputati il 10 giugno 2014, la Fondazione di studi storici Filippo Turati ha accolto la proposta della Fondazione Argentina Altobelli di realizzare un saggio su Matteotti da destinare ai quadri sindacali della Uila-Uil in occasione del V congresso nazionale. Il volume dal titolo Giacomo Matteotti, eroe socialista, (Agra Editrice, pp.112, euro 15,00) è stato curato da Maurizio Degl’Innocenti, professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena, condirettore della rivista “Storia e futuro”, direttore delle collane editoriali per i tipi Lacaita e Angeli, nonché presidente della Fondazione di studi storici Filippo Turati.

Pearl Jam. Still Alive Dopo oltre vent’anni di carriera, i Pearl Jam si sono guadagnati l’etichetta di “padri del grunge”. E Pearl Jam. Still Alive (Arcana Edizioni, Collana Txt, pp. 430 euro 19,50) ripercorre la storia del quintetto americano, dai primi anni Novanta al trionfale ritorno del recente album Lighting Bolt. Attraverso le parole di Eddie Vedder, storica voce del gruppo, ritroviamo la rabbia e i dolori della giovinezza, le ansie per un successo arrivato in fretta, le tentazioni eremitiche contro la vocazione politica di chi si ritrova, suo malgrado, a fare da megafono a un’intera generazione. Infine, la sindrome del sopravvissuto: i Pearl Jam sono “quelli che non sono morti”, lasciandosi alle spalle i compagni di strada tragicamente caduti (Kurt Cobain su tutti). Quel che esce da un percorso tanto sofferto e tanto coerente è una straordinaria raccolta di riflessioni sulla vita.

DA INTERLINEA LE UNICHE COLLANE DI NATALE

Tra novità e riproposte delle collane natalizie “Nativitas” e “Le rane” • PaPa Francesco

Dacci la grazia della tenerezza. Testi sullo spirito del Natale euro 8 • Natale sotto il Cupolone. Scrittori romani raccontano a cura di Renato Minore, racconti inediti di P. Di Paolo, P. Febbraro, O. La Stella, D. Maraini, R. Paris, A. Pascale, R. Petri, A. Picca, C. Volpe e un testo di R. La Capria euro 12

• arthur conan Doyle Il caso dell’oca di Natale euro 6

• antoni GauDí

Sagrada Familia. Natività euro 10 • Natale in poesia. Antologia dal IV al XX secolo, euro 14

• roberto Piumini

La pancia di Maria illustrazioni di Cecco Mariniello euro 12

• emanuela bussolati Piazzetta Natale euro 8

Premio storia Di natale 2014

• Giulia orecchia

Babbo Natale e i Babbi finti illustrazioni dell’autrice euro 8

• anna lavatelli

È Natale, bimbambel illustrazioni di Giulia Orecchia con un cd di musiche natalizie di Giovanni Caviezel euro 14

tel. 0321 612571 – via Micca 24, Novara

www.interlinea.com 64 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014


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: In

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he i libri illustrati siano solo per i più piccoli è un’affermazione poco contemporanea. Sempre più presenti negli scaffali delle librerie essi occupano il loro posto nelle case tra un John Williams e un Nesbø. Nessuna età per questo genere letterario capace di affascinare grandi e piccoli trasportandoci in mondi straordinari. Nel nostro paese si sente parlare indifferentemente di albi illustrati e di libri illustrati, mentre nei paesi anglosassoni la differenza è ben marcata. Nella nazione della Regina, infatti, per illustrated book (libro illustrato) s’intende un’opera per cui il testo scritto è preesistente alle immagini e non necessiterebbe delle illustrazioni per essere compreso (Nikolajeva). Le figure sono subordinate al testo, ma ne danno la linea guida per l’interpretazione. (Blezza Picherle). Quando si parla di picturebook (albo illustrato) invece s’intente un libro il cui significato è creato dall’interazione delle parole e delle immagini (Nikolajeva). Non ancora individuato un posto preciso e dedicato dove collocare libri e albi illustrati nelle librerie, la scelta è lasciata alla sensibilità dei singoli librai anche perché, seppure l’Italia è da sempre culla di illustratori di fama mondiale, tuttavia per molto tempo questo genere letterario è stato ritenuto prerogativa dell’infanzia o al massimo dei ragazzi. Non è di certo per i più giovani il Kafka illustrato da Nikolaus Heidelbac pubblicato dalla Zorro Rojo e purtroppo non ancora arrivato in Italia. Come non lo è La Casa del tempo di Roberto Innocenti con le parole di Roberto Piumini (La Margherita, 24,00 euro). In questo racconto, in cui le immagini hanno la precedenza sulle parole, Innocenti usa i disegni per svolgere un’analisi critica della società, la sua trasformazione che spesso dimentica la memoria. Innocenti è considerato una delle personalità più rilevanti a livello internazionale. Gli illustratori sono spesso degli artisti poliedrici e l’editoria è solo uno dei mondi in cui mettere la loro arte. Gallucci ha pubblicato Il compleanno di Pierre Mornet (17,50 euro) che per la prima volta si è cimentato anche con la parola. Le opere a olio e acrilico dell’artista francese, oltre ad essere destinate all’editoria, sono usate nella 66 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Il fascino del libro illustrato Non ancora individuato in libreria un posto preciso dove collocare libri e albi illustrati. Per molto tempo sono stati ritenuti prerogativa dei ragazzi. di Federica Rondino

moda e nel teatro. Che gli si dia l’accezione di libri per ragazzi, bambini o più raramente per adulti, la realtà è che un buon libro illustrato è senza età, senza tempo. Le illustrazioni sono capaci di catapultare il lettore in altri sé e di scoprirsi un adulto incapace di resistere a Ma le principesse fanno le puzzete?! di Ilan Brenman, magistralmente illustrato da Ionit Zilberman (Gallucci, 14,40 euro). Se qualcuno avesse voglia di scoprire e leggere un buon libro illustrato in lingua francese potrebbe poi comprare, o regalare a un adolescente, Jonah,

scritto da Taï-Marc Le Thanh con illustrazioni di Rébecca Dautremer. Ne è appena uscita, per la casa editrice francese Didier Jeunesse, la terza puntata dal titolo La Balade d’Adam et Véra. La Dautremer è una di quelle illustratrice dal tratto personalissimo e da non perdere. Il pubblico italiano la conosce, tra gli altri, per Alice nel Paese delle meraviglie (21,00 €) edito da Rizzoli nel 2013. Oppure, dato il clima natalizio, si potrebbe scegliere, sempre con le illustrazioni della Dautremer, Une bible realizzato su testo Philippe Lechermeier.


: Progetti

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e grandi metropoli, si sa, possono essere fucine di iniziative insolite, variegate e ad ampio raggio d’azione. È in una metropoli spagnola che ho trovato un’idea molto avanzata di promozione della lettura. Si tratta di Madrid, la capitale. Tra imponenti viali e stretti vicoli centrali è stato piacevole notare un buon concentrato di librerie tradizionali. Una tendenza che in molte parti del mondo sta scemando a favore dei grandi book-store online (pensiamo ad Amazon che la fa da padrone e che tuttora è in causa con vari editori per presunte manovre di boicottaggio dirette a condizionare il prezzo degli e-book). Senza esprimere giudizi categorici su una questione delicata quale è la fase di passaggio che sta attraversando il mondo del libro, le forme di lettura, il sistema produttivo e distributivo che lo riguardano, è comunque confortante notare che in una città multietnica e aperta come Madrid ci sia ancora spazio per le forme tradizionali di diffusione della cultura. Ogni libreria che ho avuto modo di visitare è ben tenuta e curata. Invoglia i curiosi a fare un giro tra gli scaffali, anche solo per osservare. In quartiere Salamanca, nei pressi della maestosa biblioteca Nazionale, mi sono addirittura imbattuta nella XXVI Fiera del libro vecchio e antico. Un ampio aggregato di bancarelle stracolme di preziosi volumi a disposizione dei bibliofili e dei collezionisti. Tante opportunità dunque per tutti coloro che rimangono legati al libro vecchio stampo. Ma Madrid offre ancora di più. Madrid è un crocevia di razze, culture e idee molto differenti eppure ben amalgamate. Madrid riesce a fondere perfettamente tradizione e innovazione. Madrid ha la corrida della Plaza de Las Ventas con i suoi 25.000 spettatori e i suoi toreri vestiti in abiti d’altri tempi che danzano teatralmente sfidando un toro a simboleggiare l’eterna lotta tra l’astuzia dell’uomo e la forza dell’animale. Allo stesso tempo Madrid è anche la patria della movida, associata a tutto ciò che è giovane, frizzante, nuovo, esplosivo, eccentrico. E’ all’interno di questo secondo aspetto della città che va inserita una forma di promozione della lettura molto particolare, collocata tra i binari di quell’intreccio sotterraneo di genti diverse che avviene ogni giorno nella metropolitana cittadina. Il progetto, inaugurato nel

Bibliometro: un’idea che funziona Dalla Spagna arriva un’idea ingegnosa da cui prendere spunto per promuovere la lettura e la circolazione libraria. di Elisa Bertuccioli

2005, si chiama Bibliometro e ancora oggi funziona perfettamente. Onore al merito per chi ha ideato l’iniziativa, per chi l’ha concretizzata, ma anche per una popolazione dedita a una lettura rispettosa. Non è infatti così scontato che iniziative pregevoli come questa ottengano fattivamente buoni riscontri. Tutto dipende dal senso civico e culturale della società a cui sono dirette. Accade spesso che propositi

lodevoli sulla carta si rivelino dei terribili flop nell’applicazione concreta. Bibliometro è un servizio longevo che gode di buona salute e che ogni anno aggiunge nuovi libri a quelli già in suo possesso. Una piccola curiosità che ha inorgoglito l’amor di patria: tra le novità del catalogo 2014 ho trovato anche l’italianissimo Canale Mussolini (“Tierra de nadie” nella trasposizione spagnola) di Antonio Pennacchi. Informazioni pratiche per l’utilizzo del servizio Bibliometro

•In 12 diverse stazioni della metropolitana di Madrid è dislocato un “módulo” (è una sorta di container ultramoderno) che permette di accedere al prestito bibliotecario •Ogni módulo dispone di circa 3.000 volumi corrispondenti a 800 titoli •Ogni singolo lettore può prendere in prestito due libri alla volta per la durata di 15 giorni (prorogabili di altri 15) •Sul sito www.madrid.org/ bibliotecas, su un catalogo a stampa e su un dispositivo touch screen esterno alla struttura si trovano elencati i titoli disponibili al prestito •I libri possono essere richiesti e restituiti a ogni ora (uno sportello automatico è attivo 24 h su 24) •Per informazioni, iscrizioni e richieste l’utente può rivolgersi al personale incaricato che presta servizio all’interno del módulo ogni giorno feriale dalle 13.00 alle 20.00. Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 67


: Italia

abusiva

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n titolo secco, formato soltanto da una parola: Abusivi. È il nuovo libro di Roberto Ippolito, pubblicato da Chiarelettere. Sottotitolo: “La realtà che non vediamo. Genio e sregolatezza degli italiani”. Si tratta di una nuova, clamorosa e dettagliata denuncia dei nostri mali, sulla base di episodi spesso così assurdi da essere perfino divertenti, insomma “una lunga lista di irregolarità fai da te, che fa sorridere ma anche no”, come si legge nel risvolto di copertina. “Leggere:tutti” ha intervistato Roberto Ippolito, che ha già firmato best seller come Ignoranti, ugualmente con Chiarelettere, e prima ancora Evasori e Il Bel Paese maltrattato con Bompiani. Nelle prime pagine lei scrive che il suo libro “è troppo”. Cosa vuol dire?

Medici abusivi, panifici abusivi, meccanici abusivi, psicologi abusivi, centri estetici abusivi, veterinari abusivi, stalle abusive, canili abusivi, tagli abusivi di boschi: nel mio libro ci sono tutti con il racconto di un’infinità di casi. Più cercavo storie e più ne trovavo. Mi sono sentito soverchiato da così tante vicende all’insegna dell’irregolarità. Visto che lei ricorre spesso all’ironia, anche se molto amara, si potrebbe dire che non c’è più religione?

Per affermarlo è sufficiente un caso: sulla magnifica scogliera di Serapo, a Gaeta, è stata installata senza alcuna autorizzazione una statua della Madonna. Ma per essere precisi non è avvenuta una semplice installazione. La statua della Madonna è stata infatti cementata.

Non solo dentisti e panifici anche la Madonna Si resta a bocca aperta leggendo “Abusivi”, il nuovo saggio di Roberto Ippolito, che è un’inchiesta sui comportamenti illegali e senza scrupoli degli italiani. Una lista di irregolarità che fanno sorridere, anzi no. di Grazia Spersi

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Al di là delle azioni illegali che lei rivela con tutti i particolari, gli abusivi non hanno dunque rispetto di nulla?

Una signora ha trovato in un loculo al cimitero di Angri invece dei resti dei propri cari due corpi di sconosciuti. Ci sono perfino i morti abusivi. Usando il plurale intende far capire che ci sono altre vicende simili?

Racconto un caso simile avvenuto a Manduria. Un cittadino di Olbia non riesce a raggiungere la tomba che desidera visitare perché una nuova, costruita senza permessi, gli sbarra la strada. Nei cimiteri non sono poche le tombe non autorizzare e anche le verande illegali. Ci sono abusivi perfino nell’aldilà. Neanche in vita però si può stare allegri visto quello che documenta…

Ho trovato un dentista padre abusivo e un dentista figlio abusivo nello stesso studio a Borgomanero. Ci tramandiamo anche l’illegalità. Quasi ogni giorno i carabinieri denunciano un dentista privo dei requisiti. Si può calcolare che ce ne siamo 15mila. Chi può sentirsi tranquillo facendosi mettere le mani in bocca da una persona priva dei titoli per farlo? E chissà come lavorano le farmacie abusive che esistono. L’abusivismo è un rischio per la salute. Lei si occupa anche di quello edilizio. Quali sono gli aspetti più rilevanti emersi?

Non ci si limita a innalzare case senza rispettare le regole. Vengono realizzate strade o addirittura spuntano ponti senza autorizzazione. I proprietari di alcuni fondi hanno costruito

abusivamente delle stradine deviando il torrente Modica-Scicli in una zona in cui gli straripamenti avvengono. Poi ce la prendiamo con il maltempo. Ma attenzione: all’oltraggio del passato al territorio continuiamo ad aggiungere oltraggio. Mi sono reso conto di quanto sia florido oggi l’abusivismo edilizio: per il 2014 si possono stimare 26mila nuove case illegali. Gli interessi economici in gioco sono pesanti, no?

Nelle pagine di ‘Abusivi’ è possibile leggere una stima settore per settore del peso economico dell’abusivismo. Ho calcolato, in modo assolutamente prudente, che le attività abusive abbiano nel 2014 un giro d’affari pari a 42 miliardi di euro. Prosperano, alimentando l’esercito dei lavoratori in nero (che in Italia sono tre milioni e centomila, ma non se ne parla) e dell’enorme evasione fiscale. Per la collettività è un danno pesante. Il lavoro nero continua a essere una piaga soprattutto del Sud?

Sì. Ma per le professioni abusive il Nord batte nettamente il Sud. Il mio libro documenta quanto sia capillare l’illegalità. Lei parla anche di parcheggiatori abusivi, tavolini abusivi, ambulanti abusivi e di tanti altri. Non c’è speranza di miglioramento?

Ma no. Dobbiamo avere speranza. Un boss ergastolano intercettato lamenta che esistono mafiosi privi di investitura: ‘Tutti abusivi sono’ afferma”. Pertanto qualcuno desideroso del rispetto della regole c’è...

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Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 69


: Storia

Il senso della patria nella Grande guerra Un libro di Paolo Gaspari sull’evento bellico è un invito a riflettere sulla nostra identità nazionale oltre i luoghi comuni e le retoriche passate e presenti. di Roberto Bencivenga

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i celebra quest’anno il centenario della prima Guerra Mondiale. L’Italia entrò nel conflitto l’anno dopo con 650 mila morti, un milione e mezzo di feriti, 200 mila vedove, 300 mila orfani, 4.800.000 uomini sotto le armi, 4 miliardi di lettere fra il Fronte e le famiglie, un costo di 96 miliardi di lire/oro e debiti che abbiamo finito di pagare nel 1988. Scomparsi gli ultimi reduci, il ricordo della guerra ’15-’18 si è fatto sempre più labile e a volte a scuola, per mancanza di tempo, non si riesce neppure a studiarla. Eppure lasciare che l’oblio ricopra ogni cosa e ammanti di smog i sacrari nazionali e le migliaia di monumenti comunali ai caduti, sarebbe un errore gravissimo perché la Grande Guerra è forse l’unico fatto storico del quale si possa andare fieri. Ce lo ripropone in appena 54 paginette un mini saggio di Paolo Gaspari, uno studioso di Storia militare che ha dato vita ad una piccola casa editrice di Udine specializzata proprio sul primo conflitto mondiale con un catalogo di oltre 300 opere fra saggi critici, memorie, diari, biografie, guide storicoescursionistiche, video e raccolte di fotografie e di illustrazioni. Il senso della patria nella Grande Guerra (Gaspari Editore, www.gasparieditore.it, 9 euro) è un invito a riflettere sulla nostra identità nazionale oltre i luoghi comuni e le retoriche passate e presenti. Il libro va dritto al cuore del problema con una sua tesi: la vera unità d’Italia, cifre alla mano, non l’hanno fatta né il Risorgimento né la Resistenza – come per pigrizia culturale o vizi ideologici si sostiene nei libri di scuola – né tantomeno… la televisione. Furono certamente fatti storicamente im70 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014


portanti e fondativi della casa comune ma poco partecipati perché compiuti da poche decine di migliaia di persone. Gaspari ci ricorda alcune cifre: alle prime elezioni post unificazione partecipò il 2,1 % della popolazione; se fra il 1848 e il 1860 morirono in battaglia 6200 soldati, nel solo attacco con i gas sul Monte San Michele il 29 giugno 1916 morirono in poche ore 182 ufficiali e 6250 soldati. I caduti nella Resistenza al nazifascismo furono (stime ANPI) 44.700, compresi i militari trucidati a Cefalonia. Può dar fastidio misurare con i numeri l’intensità dell’amor di patria, ma è un dato di fatto che il senso di fierezza e di appartenenza ad una nazione nascono e si basano a pieno titolo sul sacrificio collettivo e partecipato di un Paese e in particolare dei combattenti. L’Italia, è notorio, è stato l’ultimo Stato europeo a compiere l’unificazione nazionale, per cui è evidente che nel 1914 il sentimento di patria non fosse certo preminente fra le masse rurali (oltre il 60% della popolazione) che però fornirono gran parte dei soldati subendo i nove/decimi delle perdite (anche se percentualmente la borghesia, da cui proveniva il nerbo degli ufficiali, subì le perdite maggiori). Ecco perché – come sottolinea Gaspari nel suo saggio – si può senz’altro affermare che l’olocausto sul Carso fu l’occasione di un lutto di massa e di una presa di coscienza collettiva. Per le famiglie la Grande Guerra rappresentò un trauma

di natura storica in cui il dolore dei singoli individui si fuse con quello della comunità esterna. Si stima che la “la cerchia del dolore” abbia colpito forse i ¾ della società italiana dell’epoca, quasi tutti insomma persero un parente o un amico. Ecco perché il concetto di patria si diffuse d’un colpo alle classi rurali alla base della piramide sociale, le più colpite anche psicologicamente perché sprovviste di una cultura dei diritti e dei doveri di cittadinanza e praticamente prive del diritto di voto. L’oblio che tende a rimuovere quel grande evento dalla coscienza collettiva è dovuto - secondo la riflessione di Paolo Gaspari - ad una serie di equivoci fra loro concatenati: la strumentalizzazione dell’amor di patria fatta dal Fascismo e la sua condanna nell’ultimo dopoguerra da parte della cultura nata sulla Resistenza equiparando in modo sbrigativo il patriottismo al nazionalismo militarista. Sia l’intellighenzia sia i partiti politici di massa rinunciando alla distinzione dei due concetti che il fascismo aveva manipolato come fossero sinonimi, diedero così un colpo di spugna su una delle pagine più significative della nostra storia. Morale della favola: nell’Italia democratica non si è più parlato di patria né in termini di educazione civica né di formazione dei cittadini a quella che l’autore definisce una “religione civile correlata al servizio verso il proprio paese”.

Nello stesso modo la storia della Grande Guerra - ritornata nei programmi scolastici solo nel 1960 - non è stata inserita tra le discipline destinate alla formazione etico-civile dei cittadini, escludendola sostanzialmente dagli studi superiori e dai programmi di insegnamento universitario. Di qui l’auspicio conclusivo del mini saggio di Paolo Gaspari che le celebrazioni del Centenario possano rappresentare l’ultima occasione per riproporre il tema della Grande Guerra all’attenzione del mondo della scuola e dell’Università.

Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 71


: Intervista

Nell’arte e nella vita: magia Le opere di Lodovica San Guedoro, pur ancorate nel presente, paiono misteriosamente appartenere ad un’altra epoca della scrittura. di Velia Viti

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omanziera, drammaturga ed esteta, Lodovica San Guedoro vive tra Monaco di Baviera e Vienna. Dal 2007 pubblica esclusivamente presso Felix Krull Editore, una piccola, grande casa editrice bilingue di Monaco.

Tra le atmosfere arcaiche di “Fiorelluccia”, una fiaba siciliana e quelle squisitamente mitteleuropee che permeano “L’ultima estate di Teresa Tellez” si spalanca uno stupefacente abisso…

C’è la stessa distanza, in effetti, che separa le regioni dell’istinto da quelle della ragione, la sensualità infantile dal sentimento adulto, l’abbandono all’ebbrezza di vivere e la volontà di capire e di mutare l’esistenza umana, la gioia e la sofferenza. Un albero non si nutre solo attraverso le sue radici, ma anche attraverso le sue foglie, che generalmente si trovano in una sostanza più rarefatta della terra. Un’anima multiforme e ricca di fermenti vitali, per espandersi, cerca il nutrimento a lei più consono dove lo può trovare, talvolta molto lontano dalle sue origini. Per non parlare dei ritorni: mia madre, una siracusana, aveva il biondo viso della Ute del duomo di Bamberga. Le mie radici affondano in una Sicilia antica e fanciullesca, fantasiosa e intuitiva, vitale e poetica, pregna di forti sensazioni e di umori, di caratteri originali e bizzarri, questo era il mondo dei miei nonni, ma anche in una città variopinta, tumultuosa e brillante quale Napoli, dove sono nata e vissuta fino al tredicesimo anno di età. Quale genere letterario predilige? Lodovica San Guedoro 72 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Il genere del momento, quello che un


determinato contenuto esige per erompere alla luce, e mi calo in esso come lo avessi sempre conosciuto, anche se è la prima volta che lo impiego, perché è una forma innata. Ma la varietà delle forme non è che la metamorfosi giocosa di una stessa universale onda poetica. La poesia è la cosa che mi è più cara di tutte, anche nella vita, è il suo fascino inevitabile, e se non c’è, la invento. La semplicità forte della scrittura di “Fiorelluccia” mi suggerisce una parentela letteraria con Omero e Tolstoj…

Davvero? Sarà dovuta proprio all’ambientazione arcaica.

timenti che la rabbia, altra intelligenza che quella pratica per condurre a buon fine le sue ladronerie, altra volontà che la determinazione a rubare per soddisfare la sua fame primordiale e senza fondo. Abita le macchie, le chiome degli alberi, chissà che recessi dell’aranceto, dorme sui tetti. Non fa quasi uso della parola, è un silente mistero, è sola. Spira da lei, in ogni caso, una certa selvaggia potenza.

miei nonni in cui le avevo trascorse io stessa. Ma quello che più ancora mi ha colpita è stato apprendere che anche lei l’avesse tanto amate, quella campagna e quella casa, e inoltre struggentemente vagheggiate, dopo essersene dovuta allontanare per sempre alla stessa età in cui me ne ero allontanata anch’io per sempre, intorno ai vent’anni. Mi è parso ella fosse una me stessa che mi avesse preceduta nel tempo.

Nel testo del volumetto, molto grazioso e curato, si ripete, cadenzato, un arabesco…

A questo punto, so anche chi è la ragazzina selvaggia che appare nell’ovale di copertina.

Nulla. Il personaggio e le sue gesta sono scaturiti del tutto inconsapevolmente, di getto e senza piano, da strati profondi. Con tutto ciò la fiaba è pregna di significati, sui quali a posteriori mi sono interrogata anch’io.

Quel convolvolo è Fiorelluccia, che ne possiede la stessa vitalità molesta, le stesse attitudini infestanti. L’arabesco, dopo la parola fine, si raddoppia specularmente: è perché, per la disperazione dei due vecchi, ha fatto ingresso nella storia, proveniente da chissà dove, come scaturito anche lui da un atto di stregoneria, Camillo, una seconda Fiorelluccia, in calzoni, altrettanto affamato e determinato a colpire.

“Fiorelluccia” è un essere eccentrico, con tratti di ferocia, dall’insaziabile voracità…

Mio Dio! Ma ora perdoni la mia curiosità: chi è quella Nellina, a cui ha dedicato la fiaba?

Cosa si è prefissa di dire attraverso questa fiaba?

…come scaturito dall’inferno per devastare l’ordinata vita dei suoi nonni, benché si dica che è stata lasciata da una figlia partita per l’America. È una creatura immorale e amorale, affine al fauno, al coboldo, simile a un burattino maligno, chiusa e torva come un feticcio, fino all’ultimo s’ignora cosa si muova dietro la sua fronte. Ancor più che precristiana, è preumana. Non conosce l’allegria e la comunione coi suoi simili, non ha altri sen-

Mi viene da ridere… No, si sbaglia, quella non è Nellina, ma è sempre una parente, una mia zia, oggi centenaria. Metamorfosi di uno stesso spirito infantile, probabilmente stimolato dal contatto con le stesse persone e cose.

Questa della dedica è anche una storia un po’ magica. Nellina è una mia cugina, ma dell’età di mia madre, che io non avevo mai incontrata in vita mia e con cui sono venuta in contatto solo pochi mesi fa, mentre andavo alla ricerca, tra parenti, di istantanee di famiglia per una autobiografia fotografica che progettavo. Durante una telefonata, mi ha svelato di aver trascorso tante estati della sua infanzia nella stessa campagna dei Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 73


: Librando La Callas inedita di Dario Fo e Franca Rame Avrebbe dovuto debuttare nel luglio 2013 all’Arena di Verona lo spettacolo realizzato a quattro mani da Dario Fo e Franca Rame dedicato a Maria Callas, con la grande attrice a vestire i panni della Callas; ma Franca venne a mancare proprio a maggio di quell’anno e tutto fu annullato. E’ uscito lo scorso 15 ottobre la versione in libro del progetto, intitolato Una Callas dimenticata e pubblicato da Franco Cosimo Panini. L’opera ripercorre la vita della più grande cantante lirica di tutti i tempi, rivelandone appunto il lato “dimenticato”, o meglio sconosciuto, e irresistibile, il tutto nello stile inconfondibile degli autori. L’appassionante storia del soprano viene infatti ripercorsa a tre voci (Dario Fo, l’Attrice-Callas e l’Attore-Narratore) non solo nel suo lato biografico ma anche e soprattutto attraverso scene, commenti, aneddoti a volte fantasiosi che ritraggono una Callas, o meglio una Maria, intraprendente, combattiva, sofferente o trionfante, innamorata, anche simpatica, e in ogni caso umanissima. Il libro è in sé un vero gioiello: il formato è un 23x29, cartonato, e contiene brillanti disegni di Dario Fo che accompagnano e integrano il copione.

Nuova collana storica per Yume La Yume si allarga: la casa editrice torinese, per ampliare l’offerta ai lettori, inaugura a novembre una collana di narrativa storica, con tre titoli tutti da scoprire. La Yume, nata a Torino nel dicembre 2013, ha improntato la sua attività sulla diffusione della conoscenza storica, con argomenti che vanno dalla sindonologia all’analisi criminologica sui serial killer. Motivo di vanto sono gli autori, fra i quali troviamo Massimo Centini e Antonio Lombatti e Renzo Rossotti. La collana di narrativa nasce dal desiderio di offrire un modo alternativo di avvicinarsi alla storia, accanto alla già avviata produzione saggistica. Il lettore abituato alla saggistica scoprirà il piacere di mescolare verità storiche con l’immaginazione, mentre chi legge romanzi apprezzerà le ricostruzioni particolareggiate di un’epoca e di un modo di pensare diversi da quelli contemporanei. I primi tre titoli spaziano dal medioevo ai primi anni del ‘900, con storie coinvolgenti, ricche di mistero e suspense. Si inizia con Il Diario di Satana, celebre testo di Leonid Andréyev che la casa editrice Yume ha deciso di riproporre. Cosa succede quando Satana in persona decide di reincarnarsi e vivere da essere umano? Emozioni sconosciute e rapporti sociali metteranno alla prova Lucifero. Un testo arguto, uno scambio di battute che trascina il lettore fino alla sorprendente conclusione. Seguono gli autori Carlo Tosco e Gian Luca Giani, vincitori del Primo Concorso Letterario Loving Italian Book. Tosco, con Le armi del buio, ci porta grazie alla sua scrittura evocativa nella Savoia del ‘400. Un thriller dove, insieme col protagonista, il lettore viene a conoscenza delle verità celate nell’abbazia di Valfredda, verità che hanno a che fare con l’eresia, in un viaggio di formazione unico. Giani, nel suo “Il giallo delle pagine gialle” racconta di suo nonno, fondatore della Seat, coinvolto in una storia di spionaggio dove realtà e invenzione letteraria si confondono. In una Torino proiettata verso il futuro, grandi famiglie industriali si scontrano, in un intrigo fatto di verità sussurrate e sorrisi di circostanza. (www.yumebook.it)

XIV PREMIO LETTERARIO RACCONTI NELLA RETE Invia il tuo racconto inedito al sito www.raccontinellarete.it entro il 31 maggio 2015 Tra tutti gli autori inseriti nel sito, una giuria qualificata sceglierà i venticinque vincitori che saranno pubblicati nella quattordicesima antologia “RACCONTI NELLA RETE” a cura di Demetrio Brandi, edita da Nottetempo. Il Premio Racconti nella Rete è collegato alla XXI edizione del festival letterario LuccAutori.

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74 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

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Comportati bene e resterai solo: parola di Mark Twain Comportati bene e resterai solo. Un manuale cinico sulla dannata razza umana (Piano B Edizioni) raccoglie oltre trenta scritti tra saggi brevi, j’accuse, articoli e discorsi, molti dei quali inediti in Italia, per tentare di dare vita a un vademecum sulla dannata razza umana, come Mark Twain era solito definire i suoi simili. Poco noto al grande pubblico italiano è infatti tutto il lavoro che Twain svolse durante la sua vita come giornalista, saggista e autore di esilaranti satire sulla vita politica, sociale e la natura umana. Comportati bene e resterai solo scava in questa parte meno nota della sua opera, che impegnò buona parte dei suoi ultimi di vita. Gli scritti selezionati vanno così a creare una specie di mosaico filosofico sorprendente, quasi un trattato antropologico, oltre che un resoconto cinico, umoristico e a tratti amaro, sempre irriverente, capace di passare in rassegna vizi, virtù, fobie e paradossi della razza umana, con lo stile ironico che ha reso celebre in tutto il mondo Mark Twain. Comportati bene e resterai solo presenta numerosi testi, citazioni e discorsi mai tradotti in italiano, pubblicati sui giornali e riviste sui quali Twain scriveva regolarmente.

Calabuig, nuovo marchio per i classici del futuro Calabuig è una nuova avventura editoriale con la missione di rilanciare la narrativa all’insegna di garanzia e indipendenza. “Qualità letteraria e libertà di scelta sono i timoni del nostro nuovo marchio” sottolineano gli editori Vera Minazzi e Sante Bagnoli (Jaca Book) “che nasce per accompagnare i lettori alla scoperta di narratori inediti contemporanei e della seconda metà del Novecento destinati a diventare gli scrittori di culto di domani. Sarà privilegiata una politica d’autore che punta a scoprire più opere della stessa penna, e al tempo stesso proporre una ricca varietà di prospettive e provenienze culturali”. Perché Calabuig? È un nome dai mille colori e dalle variopinte suggestioni tra arte e cultura. Al cinema è stato il titolo di un film del 1956, scritto da Ennio Flaiano e diretto da Luis Garcia Berlanga; in musica appare in un album del 1978 di Roberto Vecchioni: Calabuig, stranamore e altri accidenti. “Nei libri sarà un grande spettacolo di fuochi d’artificio, a illuminare le letterature del mondo”, promette il direttore editoriale Mariarosa Bricchi: “Proporremo storie di terre prossime e lontane racconti dall’Europa, dall’America, dall’Africa, dall’Asia, selezionati per l’eccellenza nella scrittura e per la capacità di riaccendere il gusto e il desiderio della lettura”. Il viaggio di Calabuig parte con la pubblicazione dei primi due titoli: Il romanzo luminoso dell’uruguayano Mario Levrero, poliedrica figura di scrittore, fotografo, libraio, enigmista, e i racconti La signora Melograno di Goli Taraghi. L’esplorazione della letteratura internazionale proseguirà con la luminosa malinconia del francese Dominique Fabre, la Tokyo psichedelica del giapponese Kazushige Abe, la misteriosa trasparenza dei racconti dell’argentina Hebe Uhart, le bizzarre avventure di un inventore musicista con l’australiano Murray Bail. In equilibrio fra Storia e vissuti personali, le memorie di Szép Ernő sull’olocausto in Ungheria, l’introspezione e la riflessione sul senso della vita con i racconti del turco Yusuf Atilgan e l’Egitto tratteggiato dal maestro della narrativa araba Sonallah Ibrahim.

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: Librando

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Il mio primo don Chisciotte Conoscete già la storia di Don Chisciotte? Chissà quante volte vi è capitato di sentirlo nominare, magari insieme a un certo Sancho Panza. Per chi non lo avesse mail letto, conoscere tutte le loro gesta significherà leggere un tomo di mille pagine, che è tra i più belli mai scritti al mondo. Nell’attesa, però, potrete divertirvi coni vostri figli: Il mio Don Chisciotte (Donzelli Editore, traduzioni di Bianca Lazzaro) vede le illustrazioni di Felix Lorioux, uno degli illustratori per l’infanzia più popolari in Francia a cavallo tra Ottocento e Novecento. Oltre al Don Chisciotte, si devono a lui celebri edizioni illustrate di alcuni grandi classici come le Favole di La Fontaine, le Fiabe di Perrault e il Robinson Crusoe.

Guida essenziale ai vini d’Italia 2015. Parola di Doctor Wine È stata presentata con successo in anteprima al Festival Food&Book a Montecatini Terme la Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2015 di Daniele Cernilli, appena pubblicata da Mondadori. La Guida raccoglie le schede di 871 aziende vinicole selezionate personalmente da Daniele Cernilli, giornalista e scrittore, wine critic di fama internazionale, direttore della rivista online Doctor Wine. La Guida è articolata per schede aziendali – ogni produttore è presentato in media con tre vini, i due più prestigiosi e uno ritenuto migliore come rapporto qualità/prezzo - per Regione, con valutazione specifica organolettica per ogni vino espressa in centesimi (80-100).

VIII EDIZIONE Aperte le iscrizioni sul sito bukfestival.it Per info: segreteria@progettarte.org

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I daft Punk e la musica elettronica Quanto ne sapete sui Daft Punk? Vi piace da morire per la scena elettronica? Bene, i Daft Punk sono per voi un gruppo imprescindibile. Il perché, ce lo spiega Diego Carmignani, giornalista di musica, cinema e spettacoli, nel suo libro Daft Punk, musica robotica (prefazione di John Vignola, edito da Gargoyle Books). Carmignani, collaboratore di testate specializzate come il Mucchio Selvaggio, ci svela curiosità e vere proprie chicche sui parigini GuyManuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter, che hanno fondato il gruppo nel lontano 1993, generando un culto pervicace e costante. Perché, come narra, Bangalter, “ Ci fu un incidente nel nostro studio. Stavamo lavorando con il campionatore, che, esattamente alle 9 e 9 minuti del 9 settembre 1999, esplose. Quando riprendemmo conoscenza, ci accorgemmo che eravamo diventati robots”. Parola di Daft Punk.


: Messaggi

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i scrivono ancora libri inaspettati. Magari proprio mentre anche tu cominci a sospettare che li hai già letti tutti. E questo ti riporta indietro di anni, quando i tuoi dicevano un altro libro? Ma se ne hai già tanti… E nel rispondere sì, ma questo è nuovo, sapevi che era vero e per questo ti sentivi felice. Il libro di Domenico Ventriglia (L’algebra della felicità, Nutrimenti, Roma, 2014) è appunto un libro nuovo, comunica una freschezza che in mezzo al troppo mestiere è divenuta ormai rara. Un po’ come i nuovi pianisti: non fanno un errore, ma hanno barattato con la tecnica la felicità di suonare. Appunto, cosa rara la felicità… Quella di cui parliamo non è solo la freschezza di un esordio felice: è piuttosto una qualità dell’anima, una vocazione alla leggerezza che si misura costantemente con nuove modalità di racconto. C’è, nel libro di Domenico Ventriglia, un po’ di Calvino nella sperimentazione del racconto, un po’ di Baricco nell’arte del montaggio, un po’ - molto - di una raffinata cultura informatica e metamatematica restituita in termini di gioco. Non c’è in questo nessuno studio particolare, sono piuttosto affinità elettive, intuizioni sviluppate sul filo del sorriso e del paradosso. A prescindere da un acrobatico montaggio la vicenda in sé sembra presto raccontata: a partire dalla riunione di una occhiuta multinazionale, L’algebra della felicità è la storia di Valentina, attraverso la storia di sua madre, Maria, e di suo figlio, Darwin, un bambino che non è un bambino. Magari è un delfino, magari altro ancora. Comunque un essere che attraverso una mutazione genetica sviluppa una predisposizione alla felicità e la diffonde come contagio. E quindi un essere che va contro ogni logica, contro ogni potere costituito. E quindi anche un essere che va al più presto eliminato. Questo è il cuore e il messaggio del libro. Forse, come suggerisce la copertina del libro, Darwin è solo un bambinetto che ha perso i denti, e in questo sorriso sdentato che si trasmette fino alle orecchie a sventola irradia l’estasi di una sconosciuta felicità matematica… In questa storia, come in un libro game, l’autore invita il lettore al suo gioco. Vuole che ne ricostruisca i pez-

La felicità è contagiosa Darwin, un bambino che non è un bambino ma un essere che attraverso una mutazione genetica sviluppa felicità e la diffonde. di Liliana Cantatore

zi, che ne sciolga gli enigmi, che si appropri del senso: anche, che rifletta sulle implicazioni relative al modo in cui viviamo l’aridità del nostro tempo. Quanto allo stile è tutto nel montaggio e in questo sorriso leggero e profondo che lo anima dall’interno, con improvvise e struggenti aperture che poi ti colgono di sorpresa. Come questa: Le porte si chiudono. Maria si affaccia al finestrino, la mamma con uno sforzo estremo accelera, barcollando vistosamente. Il treno inizia a camminare. Pochi metri le separano ormai. Improvvisamente la va-

ligia si apre e tutti gli indumenti e i pezzi più pregiati della dote vengono risucchiati dal movimento del treno. Prima salgono nel vortice poi ridiscendono confusamente. Piovono pezzi di cielo. Frammenti di felicità si disperdono fra i treni e sopra i binari. Maria riesce ad afferrare uno dei fazzoletti di seta, ricamato dalle suore, che incredibilmente vola meglio di un aeroplanino di carta. Un autentico piano sequenza che si fa metafora. Davvero un’impresa da considerare, quella di Domenico Ventriglia. Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 77


: Interviste

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erubati di Sovranità, la guerra delle élite contro i cittadini” edito da Il Punto di Incontro è l’ultimo saggio di Gianluca Ferrara autore di diversi libri (questo è il settimo) e direttore editoriale di Dissensi Edizioni una casa editrice indipendente.

Prima di entrare nello specifico del libro, ai suoi saggi hanno contribuito personaggi come Beppe Grillo, Vandana Shiva, Alex Zanotelli, don Andrea Gallo e Paul Connett, chi l’ha influenzata maggiormente?

Ognuno di loro mi ha donato qualcosa, tuttavia se devo sceglierne uno sicuramente Alex Zanotelli è la persona che di più ha incanalato il mio desiderio di giustizia e desiderio di contribuire al cambiamento. Alex, inoltre, ha delle caratteristiche sempre più rare al giorno d’oggi: la coerenza, l’umiltà e una grande fede in quel Dio della speranza e della vita che la società materialista occidentale ha dimenticato. Veniamo al libro. Chi ci ha derubato della nostra Sovranità?

Noi cittadini negli ultimi decenni c’è stata dichiarata guerra da un’élite economico finanziaria che ha declinato in economia attraverso il modello neoclassico una regola molto semplice: la legge del più forte sul più debole. L’asimmetria nella distribuzione delle ricchezze è sempre maggiore. Si pensi che le 85 persone più ricche del pianeta godono di una ricchezza pari a quella dei 3,5 miliardi più poveri. Negli ultimi anni siamo stati derubati delle nostre Sovranità principali: quella politica (tutti i partiti portano avanti lo stesso programma), quella monetaria (la moneta non è più dello Stato ma occorre chiederla in prestito alle banche speculative indebitandosi), quella alimentare (tutta l’industria agro-alimentare è di proprietà di poche multinazionali) e quella più importante di tutte che è quella umana dato che da uomini siamo stati trasformati in consumatori. Lei ha scritto per Il Manifesto e ora collabora con Il FattoQuotidiano.it, che ruolo hanno avuto i mass media in tutto ciò?

I grandi mass media appartengono a questa élite economico finanziaria che sono stati usati come clave per addormentare le nostre coscienze. Noi abbiamo perso il diritto fondamentale a ricevere una vera informazione, invece “l’industria della disinformazione” ci fa vivere in una sorta di Truman Show

Riprendiamoci le nostre sovranità L’ultimo saggio di Gianluca Ferrara è un utile strumento per trasformare frustrazione e indignazione in partecipazione e cambiamento. di Girolamo Terracini

raccontandoci una realtà falsata.

In questo contesto che ruolo ha svolto la politica?

La democrazia della rappresentanza è malata, occorre una partecipazione diretta dei cittadini a difesa di beni comuni. Oggi la vera sfida non è più tra centro destra e centro sinistra, ma tra partiti, multinazionali e banche da una parte e cittadini dall’altra. E a questa sfida ognuno deve contribuire. Lei nel libro sostiene che il termine crisi non è idoneo per descrivere l’attuale momento storico.

Infatti, quella che viene definita

“crisi” in realtà è stata una truffa delle banche speculative, la vera crisi è più seria: noi stiamo vivendo un terremoto epocale, la fine di un periodo storico cominciato con la rivoluzione industriale e terminato con la finanziarizzazione dell’economia dove ci sono dei computer che creano ricchezza per pochi muovendo enormi quantità di capitali. Occorre transitare in un nuovo paradigma che non sia più basato sulla dominanza, ma sulla condivisione delle risorse e sulla tutela dell’ambiente. Per realizzare ciò occorre prima di tutto far prevalere la speranza.

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Altom


Un nuovo esordio letterario, un libro sorprendente dalla prima all'ultima pagina. Pagine 144

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: Premi

& Concorsi

Assegnato il contropremio Carver 2014 Il romanzo I cavalli delle giostre di Antonio Gentile, la raccolta di poesie Qualcosa mi attende di Anna Belozorovitch e il saggio Conversazione sulla famiglia con Leon Battista Alberti di Francesco Ciotti sono i vincitori dell’edizione 2014 del Contropremio Carver. I premi sono stati assegnati domenica 19 ottobre presso la sala conferenze della Biblioteca Comunale “Cialdi” di Civitavecchia nell’ambito del festival del libro “Un mare di lettere”. La giuria coordinata da Andrea Giannasi ha voluto assegnare premi speciali a “Party per non tornare” del Gruppo Nove per la narrativa, a “I giorni e le strade” di Carla De Angelis per la poesia e “Scenari meteorologici ambientali mediterranei” di Giuseppe Cugno. Premio Prospektiva a “Una coscienza inesistente” di Martino De Vita. Le case editrici premiate con questi libri sono Aracne e Flaccovio per la saggistica; Lietocolle e Fara per la poesia e Anordest, Home scrivens e Kimerik per la narrativa. Appuntamento alla tredicesima edizione nel 2015 con il contropremio che semplicemente leggendo i libri premia i migliori, senza cercare etichette, marchi o nomi famosi.

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Racconti nella Rete 2015. XIV edizione

Scadenza 31 maggio 2015

Nato da un’idea del giornalista Demetrio Brandi, il Premio Racconti nella Rete è collegato al XXI Festival letterario LuccAutori. La quattordicesima edizione del premio letterario si sviluppa durante tutto l’anno sul sito www. raccontinellarete.it dove gli scrittori possono pubblicare i loro racconti. Possono partecipare al Premio tutti coloro che hanno un racconto inedito, oppure un soggetto per la sezione Corti. Racconti nella Rete vuole essere un’opportunità di espressione e confronto fra aspiranti scrittori. In una sorta di agorà virtuale, tutti trovano infatti lo spazio privilegiato per dar voce alle proprie fantasie, memorie o sogni, per cimentarsi nella scrittura creativa e per saggiare il valore e la qualità del proprio lavoro, incontrando talenti sconosciuti o confrontandosi immediatamente con i diversi stili narrativi, generi e contenuti. È questo il momento in cui tutti, dal professionista al dilettante, hanno piena possibilità di espressione e uguale dignità di ascolto. Per partecipare basta registrarsi al sito www.raccontinellarete.it. Il racconto, a tema libero, non dovrà superare le cinque cartelle di testo: se l’elaborato sarà ritenuto interessante verrà subito inserito nel sito. Il termine ultimo ed improrogabile per l’invio del materiale è fissato al 31 maggio 2015. I venticinque racconti scelti dalla giuria tecnica composta tra gli altri dallo scrittore e poeta Ennio Cavalli e dalla giornalista e scrittrice Chiara Lico saranno inseriti nell’antologia “Racconti nella Rete 2015” edita da Nottetempo. La presentazione in anteprima avverrà insieme alla proiezione del cortometraggio vincitore della sezione Corti in occasione del festival letterario LuccAutori in programma a Lucca nel mese di ottobre. Sul sito potrete vedere il cortometraggio realizzato dalla Scuola di Cinema Immagina tratto dal soggetto di Matteo Agamennone vincitore della XIII edizione del premio dal titolo “Palline di Pane” realizzato dalla Scuola di Cinema Immagina di Firenze per la regia di Giuseppe Ferlito. www.raccontinellarete.it


: Fumetti

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Il trionfo del web-comics All’indomani di una riuscita edizione di Lucca Comics&Games, a dicembre è tempo di tirare delle somme, anche nel mondo delle nuvolette. di Alino per Napoli COMICON

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dicembre è tempo di tirare delle somme, anche nel mondo delle nuvolette, ed all’indomani di una riuscita edizione di Lucca Comics&Games. E la prima immagine che salta agli occhi è la lunghezza delle file per avere un disegno, palese segnale di successo, da alcuni autori non notissimi al grande pubblico, ma che hanno in comune l’utilizzo sapiente dei new media e del web in particolare. Un vero fenomeno, che

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diventa successivamente editoriale, che parte di solito con la pubblicazione di alcune storie su Facebook, per poi sbarcare sulla carta stampata, in relazione ai numeri straordinari che il web permette di convogliare e di raggiungere. Un successo che non è più una novità nel mondo del Fumetto, e che vede in Zerocalcare il nome di riferimento. Ma dell’autore romano torneremo a parlare: qui invece volevamo segnalare altri nomi che hanno fatto il vuoto tra i padiglioni lucchesi, e conseguentemente in libreria. Come ad esempio il secondo volume di Sacro/ Profano di Mirka Andolfo, edito da

Dentiblù edizioni, che ha superato il guado delle 2500 copie vendute, confermando l’affetto che il pubblico ha riversato sulla storia d’amore ironica e piccante tra il diavoletto Damiano e la procace Angelina, ora pubblicate nel volume “ Purgatorio ”, che raccoglie e amplia le storie uscite sui social network. Un’altra autrice ha davvero destato interesse in questo autunno ed è Lorenza Di Sepio, con Simple&Madama: La scintilla, pubblicato su carta da Magic Press anche in questo caso dopo il successo registrato in rete. Ma il vero fenomeno del momento sembra essere Sio, ovvero Simone Albrigi, che ha pubblicato con la casa Shockdom la serie Scottecs, strisce ironiche e minimali, note anche grazie al seguito canale youtube del suo autore.


: Misteri

Il mistero della tomba di Federico II Alcuni misteri sono destinati a rimanere tali, ed anche se gli strumenti scientifici si perfezionano, le analisi diventano più accurate e gli esperti sono preparatissimi, a volte la verità rimane velata. di Jessica D. Riggi

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l nostro è un periodo storico che dà poco spazio alle domande poiché le risposte arrivano, ed anche subito. Ma se, volontariamente, si vuol mettere a tacere una scomoda verità, la figura del ricercatore si darà mai pace? No, se il ricercatore si chiama Caterina ed è una docente che sta portando avanti uno studio lasciato in sospeso dal suo defunto padre, e che vede come oggetto la tomba di Federico II. Dopo la morte dell’imperatore, avvenuta nel 1250 in Puglia, nel rispetto delle sue ultime volontà, il corpo venne trasferito, nel duomo di Palermo. La prima apertura del sarcofago risale

al 1781, al tempo dell’ultimo grande restauro della cattedrale. L’operazione venne intrapresa da Francesco Daniele che, successivamente, disegnò la salma di Federico di Svevia confermando che questa fosse in ottimo stato di conservazione e si mantenesse intatto anche l’intero arredo funebre originale. Oltre a Federico il sarcofago conteneva altri due corpi che si pensava appartenessero a Guglielmo duca d’Atene e Pietro d’Aragona. La seconda riapertura del sarcofago federiciano avvenne dal 1994. Finanziata dalla Regione Siciliana, l’operazione di ricognizione si avvaleva di sofisticate tecniche non

invasive e di tutte le più innovative strumentazioni. Nonostante i tre corpi contenuti nel sarcofago siano stati trovati in uno stato di completo sconvolgimento rispetto all’ultima apertura, le ricerche condotte in tale sede non hanno dato grandi risultati, a parte affermare che uno dei due corpi accanto a quello di Federico appartiene ad una donna. Le domande che non hanno ancora trovato risposta sono: chi è la donna sepolta con Federico II? E perché la tomba dell’imperatore (che all’ultima apertura avvenuta nel 1781 conteneva le spoglie in perfetto stato) adesso sembra un “caotico condominio”? In questo libro si raccontano le ricerche di Caterina e di altri due studiosi, Peter Marchett e padre Carmelo, determinati a risolvere questi misteri. I tre iniziano un percorso a ritroso sugli ultimi eventi prima della morte dell’imperatore e sulla sua sepoltura. Le ricerche porteranno loro a consultare antichi testi nelle storiche biblioteche di Bonn e di Alessandria D’Egitto, a decodificare codici criptati e risolvere indovinelli linguistici e matematici che li condurranno ad una scoperta sensazionale. Ma qualcuno vuole impedire che la verità sulla tomba di Federico si sveli, tanto da minacciare la vita degli studiosi. Daniela Scimeca scrive un thriller storico (edito da Bonfirraro) costruito su fonti reali: documenti storici, incisioni, testimonianze oculari tramandate nei secoli. L’originalità dell’opera è nella presenza al suo interno di vari generi letterari; oltre il thriller troviamo il giallo, la storia d’amore, il romanzo storico con intreccio pesudo-filologico. Non c’è da stupirsi, infatti, se il romanzo è stato finalista regionale al Premio RAI La Giara 2012 e ha ricevuto diversi apprezzamenti dalla giuria tecnica. Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 83

D Il Bo p


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A

Il meglio del fumetto di ieri, oggi e domani Vademecum tripartito sul meglio del fumetto: una selezione sulle migliori ristampe, pubblicazioni e anticipazioni della nona arte. di Valentino Sergi (in collaborazione con Lo Spazio Bianco)

Dal Presente:

Dal Passato:

Dal Futuro:

Riff Reb’s

Kazuo Koike, Kazuo Kamimura

Mike Mignola

Kleiner Flug, 2014 pp.120, Euro 15,00 Volti di fantasmi scheletrici si delineano sulla schiuma delle onde di un mare selvaggio e assassino solcato da galeoni brulicanti un’umanità aliena, ferina. Dopo Il Lupo dei Mari, Reb’s sceglie un grande romanzo di Pierre Mac Mahon per riportarci su uno di questi fragili e spietati formicai galleggianti, realizzando un ritratto terribile e meraviglioso dell’Oceano e dei suoi disgraziati abitanti. In 3 parole: profondo, brutale, avventuroso.

Edizioni BD/J-Pop, 2014 3 voll. da 340 pp. in b/n, 22,50 Euro Il volto femminile della vendetta e la poetica del massacro purificatore, celebrati da Quentin Tarantino in Kill Bill, trovano il loro archetipo orientale post-moderno nell’odissea sanguinaria di questa splendida geisha killer. Più sensuale e impietosa della nostra Satanik, questa sirena giapponese armata di katana, figlia delle inquietudini degli anni ’70, ha segnato in modo indelebile l’estetica noir di un’intera generazione. In 3 parole: conturbante, raffinato, crudele.

Magic Press, 2014 pp. 152, Euro 14,00 Hellboy, antieroe per eccellenza, dopo l’Apocalisse affronta un’epopea dantesca per sbrogliare la matassa delle sue origini e apprendere il peso della diabolica eredità costituita dalla Mano del Destino. Dal Pandemonio di Milton agli scontri fratricidi del Macbeth, Mignola intreccia echi classici alla personale revisione del mito supereroico in un’opera che lo vede finalmente tornare al tavolo da disegno. In 3 parole: epico, simbolico, imprevedibile.

A Bordo della Stella del Mattino

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Lady Snowblood

Hellboy all’inferno – La discesa


: Non

solo libri

A cura di Simonetta Alfaro

Hans Memling

Roma – fino al 18 gennaio 2015 Le Scuderie del Quirinale a Roma intendono offrono per la prima volta al pubblico italiano l’occasione di una grande rassegna dedicata ad Hans Memling, l’artista che nella seconda metà del Quattrocento, divenne il pittore più importante di Bruges, cuore finanziario delle Fiandre e centro di produzione artistica tra i più avanzati dell’area fiamminga. Una monografica che mette in luce le eccelse qualità di questo protagonista assoluto del Rinascimento fiammingo. La mostra prende in esame ogni aspetto della sua opera, dalle pale monumentali d’altare ai piccoli trittici portatili, oltre ai celeberrimi ritratti, genere in cui Memling seppe perfezionare lo schema campito su uno sfondo di paesaggio. Fino al 18 gennaio 2015. (www.scuderiequirinale.it)

Lo sguardo delle parole

Montecatini – fino al 22 marzo 2015 Al MO.C.A. (Montecatini Contemporary Art) da non perdere la mostra Lo sguardo delle parole, curata da Bruno Ialuna e Leonardo Pupilli. Un viaggio fotografico attraverso i ritratti di 35 autori che hanno fatto la Storia della Letteratura mondiale, provenienti dagli archivi: Fratelli Alinari (Firenze), Roger Viollet (Parigi), Granger (New York). Foto di Nadar, Albert Harlingue, Man Ray, Boris Lipnitzky, Gaston Paris, Jean Paul Guilloteau, Hermann Biow. Tra gli scrittori: Andersen, Zola, Verga, Fallaci, Svevo, Manzoni, Dickens, Hemingway. Christie, Proust, Flaubert, Wilde, Pirandello, Garcia Lorca, Yourcenar. Dal 4 dicembre 2014 al 22 marzo 2015 (info: tel. 0572 918299; mail mocamct@gmail.com).

Van Gogh, l’uomo e la terra

Milano – fino all’8 marzo 2015 La rassegna, a cura di Kathleen Adler, presenta una lettura dell’opera di Van Gogh del tutto inedita e si focalizza sulle tematiche legate a Expo 2015: la terra e i suoi frutti, l’uomo al centro del mondo reale, la vita rurale e agreste strettamente legata al ciclo delle stagioni. In un’epoca in cui la maggior parte degli artisti rivolgeva lo sguardo al paesaggio urbano, frutto dell’industrializzazione europea della fine del XIX secolo. Un percorso che accompagnerà il visitatore attraverso oltre 50 lavori, alla scoperta di opere note e di altre mai viste prima. Fino all’8 marzo 2015 presso la prestigiosa sede del Palazzo Reale di Milano. L’esposizione è patrocinata dall’Ambasciata del Regno dei paesi Bassi a Roma e inserita negli eventi ufficiali del Van Gogh Europe. (www.comune.milano.it/palazzoreale)

Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 85


: Trend

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erché uno scrittore in ascesa come Paolo Di Paolo, finalista al penultimo Strega con un romanzo su Gobetti, decide di tornare in libreria con un libro per ragazzi intitolato La mucca volante? Prima di chiederlo a lui, Leggere:tutti ha dato un’occhiata a uno degli ultimi documenti dell’Aie (Associazione italiana editori) sull’internazionalizzazione della nostra editoria scoprendo che nel decennio 2001 – 2011 il numero di traduzioni, diritti venduti all’estero e coedizioni internazionali è così cresciuto che i libri per l’infanzia rappresentano il 23,7% del nostro export. Un dato che Barbara Schiaffino, direttrice della rivista che da più di trent’anni incarna la voce più autorevole di questo settore in Italia, “Andersen”, commenta così: “La tendenza all’internazionalizzazione è spiegabile con il fatto che il nostro mercato per ragazzi è ristretto: si tratta quindi del frutto di una strategia precisa, perseguita anche dagli editori più piccoli e finalizzata ad aprire nuove strade e trovare sbocchi. I libri per bambini sono opere a più mani - narratore, illustratore, grafico con formati e soluzioni cartotecniche dai prezzi spesso così alti che il nostro mercato non basterebbe a coprirli. Ne deriva una maggiore intraprendenza degli editori la cui attenzione è sempre puntata anche fuori dai confini, non tanto in termini di scouting, quanto di commercializzazione. Questo determina tra l’altro l’innalzarsi della qualità della proposte, perché bisogna penetrare nicchie che hanno già produzioni di grande livello al loro interno. Inoltre nel settore infanzia c’è una forte consapevolezza delle difficoltà di ciò che si fa e le case editrici sono sempre coese. Nell’Aie, ad esempio, opera un gruppo di lavoro che unisce grandi e piccoli per concertare assieme iniziative di sostanza che incidano sulla promozione del libro e della lettura in Italia. Non vince mai l’idea di corporazione, ma quella dell’interesse di tutta la filiera, comprese le librerie. Il dato dell’incremento dell’export deve comunque molto anche al peso specifico dell’illustrazione, che rende più facile farsi notare e leggere a un albo di 32 pagine con immagini bellissime, rispetto a un romanzo di 300”. Dobbiamo allora aspettarci altri ca86 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

Barbara Schiaffino

L’editoria salvata dai ragazzi Questo segmento dell’editoria italiana che per allargare il proprio mercato guarda con sempre maggiore attenzione all’estero rappresenta una percentuale ragguardevole del nostro export. Il parere di Paolo Di Paolo e di Barbara Schiaffino. di Marco Piscitello

si Di Paolo? “Forse, ma quello della “Mucca volante” resta particolare. Il suo successo non deriva dal fatto che l’autore sia noto tra gli adulti, cosa che per i bambini non conta nulla, ma dal lavoro attento e specifico sul linguaggio che con grande umiltà lui ha svolto. I bambini non si ingannano: va detto un bravo a Paolo e alla sua editor Beatrice Masini”. A questo punto, allora, non resta altro che sentire lui, Di Paolo. “Sono affascinato da sempre dalla letteratura

per l’infanzia,” racconta “e secondo me in Italia abbiamo una qualità notevole. Faccio l’esempio di Alessandro Sanna e del suo “Fiume lento,” più che un illustrato un crossover per cultori. Detto ciò, volevo scrivere “La mucca volante” da quando avevo 8 anni: è la prima storia che mi sia venuta in mente nella vita. E ho adorato realizzarla perché mi ha permesso di riprendere in mano anche la matita, e così tornare al bambino che sono stato disintossicandomi dal mondo e dalla scrittura degli adulti.”


Leggere:tutti

Junior

A cura di Anna Garbagna

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: Natale

Corriamo a vedere sotto l’albero Il risveglio, la sorpresa, la corsa per scartare i regali. Un rito che si ripete ogni anno ma che, ad ogni Natale, è sempre nuovo. di Anna Garbagna

B

abbo Natale viene da sempre raffigurato con la barba bianca e il suo vestito rosso ma… siamo sicuri che sia sempre così? Ci racconta di un Babbo Natale irriverente Raymond Briggs che, in Babbo Natale (Rizzoli) narra una storia natalizia poetica e raffinata, a volte stravagante, ma con un tratto onirico e leggero dove sembra di sentire cadere la neve. Per non parlare di quando decide di andare in vacanza: stanco di essere solo e al freddo si dirige verso sud ma, ogni volta che trova un bel posticino, gli succede sempre qualcosa e poi c’è sempre chi lo riconosce! Ma è tempo di rientrare, le vacanze sono sempre troppo brevi e la cassetta della posta trabocca di lettere: meglio rimboccarsi le maniche per il prossimo Natale! (Babbo Natale va in vacanza, R.Briggs, Rizzoli). “Tanto tempo fa e forse ancora adesso, in una città c’era una piazzetta bruttina, sporchina, grigina, noiosina”. Al centro c’era un abete un po’ storto e dimenticato da tutti finché un giorno si trasferisce nel quartiere una coppia piena d’entusiasmo e con un bimbo in arrivo, che porterà lo scompiglio tra gli abitanti con una semplice idea: decorare l’albero con l’aiuto di tutti i vicini… E’ allegra e gioiosa la storia scritta da Emanuela Bussolati Piazzetta Natale (Interlinea Le Rane). Per i tipi della stessa casa editrice, Roberto Piumini ci regala invece La pancia di Maria, storia ‘rivisitata’ della nascita di Gesù. Torna Ole Könnecke per Beisler Editore e, nel suo Camillo e il regalo di Natale, narra di un pacchetto che cade dal cielo e da una slitta che vola via... Un racconto delicatissimo sui e per i bambini. Per fare un Coccolo ci vogliono: un albero, i raggi del sole che scaldano due foglioline un po’ speciali, la pioggia 88 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014


che nutre le radici dell’albero così le foglioline crescono, crescono… Coccolo è una storia raccontata con amore da una mamma al suo bimbo (Raffaella Castagna, Ed. Astragalo). La Coccinella edizioni propone una serie di bellissimi libretti sagomati per la serie “Buon Natale” (L’omino di neve, Babbo Natale, L’albero di Natale e La calza della Befana) oltre a Giochiamo a disegnare il Natale. Ma non manca di ‘ingolosire’ grandi e piccini con I menù delle feste di Blue Berry (Carmela Cipriani) per rendere ancora più dolci le feste di fine anno. Suoni fatati, finestrelle apri e chiudi, storielle divertenti nei nuovi magici volumi di Natale Edicart da mettere sotto l’albero: ecco perciò La notte di Natale, Il magico viaggio di Babbo Natale e Un amico per Babbo Natale, con tasti da premere per ascoltare le musiche più dolci. Sempre da Edicart, La storia di Natale, un album dal testo semplice e tanti sticker staccattacca per completare i grandi scenari. Il Natale – Cerca & trova nelle storie della Bibbia di Charlotte Thoroe è proposto da Elledici per aiutare i bambini a vivere la storia della nascita di Gesù, mentre la serie “Le preghiere” di Anna Peiretti, propone, in 4 libretti illustrati, testi semplici nati dalle esperienze di vita quotidiana dei piccoli. E se fosse Giotto, attraverso i suoi affreschi, a spiegarci La natività? Da Il Castello editore un libro ‘grande’ per i più piccoli. Un vero “Natale d’autore” è proposto da Einaudi Ragazzi con Che notte è questa!, otto racconti a firma di Mino Milani, Pierdomenico Baccalario, Roberto Piumini, Guido Sgardoli, Angela Nanetti, Alessandro Gatti, Beatrice Masini, Elisa Puricelli Guerra: perché Natale è qualcosa che non lascia indifferenti e ogni persona ne ha un’esperienza diversa. C’è chi lo festeggia con solennità, chi lo trova una scusa ideale per tuffarsi sul cibo, chi lo vorrebbe migliore rispetto a quello dell’anno precedente, chi rimpiange quelli dell’infanzia. E c’è chi preferirebbe ignorare del tutto questa data. Forse non lo sapevate ma i giocattoli, buoni o cattivi che siano, scrivono a Babbo Natale per scegliere i loro bambini e questa volta Babbo Natale, con la sua slitta tirata da renne lungo il cielo, ha il suo da fare a trovare i bambini che i giocattoli hanno scelto! Anche i

giocattoli scrivono a Babbo Natale (Jaca Book) di Christine Beigel e Roland Garrigue è un libro delizioso che svela un segreto che nessuno avrebbe mai immaginato…. Natale – Una storia meravigliosa di Charlotte Grossetête (ed. Paoline) riassume con parole semplici la storia di Gesù. Partendo da Maria, la ragazza di Nazareth che, fidanzata con Giuseppe, sta facendo i preparativi per le nozze, il libro racconta dall’Annunciazione all’infanzia di Gesù. Sei angioletti vivono nel cielo, giocando in pace e in armonia. Un giorno ricevono l’incarico cantare le lodi al Re dei Re. Partono per raggiungere Gesù Bambino, ma è un viaggio lungo e faticoso e chiedono un passaggio alla cometa. Angioletti per mille storie di Fulvia Degl’Innocenti è un racconto simpatico per piccoli lettori fino a 7 anni. Sempre da Edizioni Paoline “Nostro Padre è…“ di Maria Luisa Eguez, una filastrocca bellissima e particolare, parafrasi e sintesi del Padre Nostro, arricchita da poetiche e preziose illustrazioni. Ancora da Paoline due proposte teatrali-musicali: Natale ti mette le ali di Daniela Cologgi e Vittorio Giannelli, per mettere in evidenza il vero significato del Natale, e “Anche oggi è Natale”, storia che ci riporta indietro nel tempo, ad incontrare luoghi, momenti e personaggi di 2000 anni fa. Giunti propone Gioca a Natale con Peppa di Silvia d’Achille, un albo con giochi, sticker e un inserto di cartoncino per costruire il calendario dell’Avvento. Da Dami editore due libri bellissimi di Anna Casalis: Il libro dei Bonghi, con illustrazioni di Tony Wolf, e Stella Stellina, a forma di cuscino, per accompagnare i bambini nell’ora della nanna. La renna Renato, giunta in Italia dalla Norvegia, è il primo regalo che i genitori fanno al piccolo Nino in arrivo. Renato ha una missione speciale: aiutare il piccolo a conoscere il mondo e a rispettarlo. Comincia così una vera e propria avventura dentro e fuori le mura di casa. L’amico di pezza (fasidiluna edizioni) di Arcadu e Boschini è una lettura dolce e delicata che aiuterà i giovani lettori a capire che piccoli gesti come riciclare vecchi giocattoli, acquistare cibi prodotti a pochi km di distanza, spegnere le luci... sono fondamentali per costruirsi un mondo migliore. Il futuro è dei bambini e solo loro possono cambiarlo. Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 89


: Natale

Io regalo un libro a te Tra i più grandi sta tornando la piacevole tradizione di regalarsi un libro a Natale. di Anna Garbagna

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on si può certo perdere il ritorno di Susanna Tamaro per i tipi di Giunti Junior col suo Salta, Bart!, un libro che è un viaggio di formazione attraverso mondi fantastici, capace di regalare ai lettori una riflessione sulle distorsioni che tecnologia e consumismo danno a una società ossessionata dal benessere ma dimentica dei valori più importanti e del rispetto per il pianeta che la ospita. Avventure, sentimenti ed emozioni sono il leit-motiv di Bianca-Avventura di una corsara di Simona Pagano (ed. Astragalo), storia di una Corsara imbarcata come marinaio sull’incrociatore tedesco Emden allo scoppio della prima guerra mondiale. Che effetto fa essere figlia di due biologi marini? Si viaggia molto e si scoprono tante cose, ma si avrebbe anche voglia di fermarsi, come desidera Kate in L’isola di Arcangelo (Luisa Mattia) edito da Beisler che per questo Natale propone anche il nuovo capitolo della coppia Rico e Oscar con Rico, Oscar e la Pietra Rapita di Andreas Steinhöfel, alle prese con una nuova indagine mozzafiato. Chi sono le piccole pesti? Due maschi supponenti, convinti che tutte le bambine siano noiose e fifone. Loro invece sono furbi e coraggiosi... almeno finché non si parla di fantasmi! (Piccole pesti di Manuela Olten, EDT Giralangolo). Sempre da EDT, Il grande libro dei mestieri di Eric Puybaret, un albo sull’identità di genere che, a partire dal tema del sessismo linguistico, propone ai bambini tanti mestieri e ne suggerisce quella che a volte sembra un’inconsueta declinazione al femminile. Fiabe classiche re-illustrate da nuovi illustratori italiani e stranieri: De Agostini con “Fiabe Preziose” propone una nuova collana per i più piccini. Per le 90 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014


più grandi ecco Cady e la ricetta della felicità di Lisa Graff, storia di una simpatica bambina dal talento speciale: quello di saper cucinare la torta perfetta per ogni persona. Fiabe classiche anche per Lavieri editore che ripropone Cappuccetto Rosso, Raperonzolo e Il Brutto Anatroccolo. Dopo i bestseller “Voglio fare la scrittrice” e “Voglio fare la giornalista”, ritorna Paola Zannoner con Mia e una nuova emozionante avventura: Voglio fare l’innamorata (De Agostini), in cui la protagonista quindicenne si cimenta con la stesura di un vero romanzo d’amore e arriverà ad incontrare niente meno che il fantasma di Jane Austen! Emme Edizioni propone una nuova collana a firma di Roberto Piumini destinata ai più piccoli che ruota attorno ad un nuovo personaggio, il piccolo orso Bobbo, protagonista di storie brevi destinate al racconto orale, al momento di intimità tra genitori e bambini, quello del “prima della nanna”. Ecco i primi titoli: Bobbo dove vai?, Bobbo e gli amici, Bobbo cosa fai?, Bobbo all’avventura a cui si aggiunge Il libro del bebé di Anna Curti, pensato per accompagnare il bambino nei suoi primissimi mesi di vita. Per i più grandi Einaudi propone invece un nuovo volume della collana “Carta Bianca” dal titolo L’equazione impossibile del destino di Elisa Puricelli Guerra, sull’imprevedibilità dell’amore. Tornano i personaggi creati da Ellis Winer: da Gallucci editore ecco I gemelli Templeton danno spettacolo in cui i fratelli John e Abigail, affrontando rocambolesche avventure, sventeranno un malefico piano e porteranno scompiglio nel teatro in cui si svolgono le prove di un nuovo spettacolo. Il giorno del suo compleanno, in un bosco, una bambina incontra un’altra bimba. Tra le due sboccia un’immediata amicizia che le lega indissolubilmente: è questo “ Il compleanno ” (Gallucci) di Pierre Mornet, una storia che attinge alle leggende e ci presenta una

nuova e straordinaria Alice (nel paese delle meraviglie) che cullerà i lettori più piccoli e ammalierà i più grandi. Se pensate ad un regalo bellissimo per i più piccoli, pensate a Bounce Bounce, di Brian Fitzgerald, progetto vincitore del Silent Book Contest 2014, primo concorso internazionale dedicato al libro senza parole pubblicato da Carthusia Edizioni. “Bounce Bounce” è un libro senza parole per raccontare l’avventura di un animaletto originale che dentro un palloncino “rimbalza e vola” nel cielo, nello spazio, nel mare... Un viaggio attraverso un mondo sospeso tra sogno e realtà in cui ogni luogo e ogni personaggio, ha una sua curiosa identità tutta da scoprire. Una storia per immagini che coinvolge il lettore in un ritmo giocoso e avvincente capace di sorprendere fino all’ultima pagina. Da non dimenticare anche Insieme più speciali di Beatrice Masini e Ninne nanne ninne ni, per ‘parlare’ con il proprio piccolo al ritmo della musica e delle parola fin da quando è nella pancia, nato dal laboratorio musicale di Elisabetta Garilli, esperta di didattica musicale applicata (tutto Carthusia). Sogni, speranze, diversità: questi i temi toccati da Valentina edizioni per Natale. E’ il caso di Fatù e la stella dei desideri di Cristina Nenna, storia di una bambina che sogna di diventare un’astronauta e di una stella cadente in crisi per i desideri irrealizzati degli uomini: si incontreranno nella notte africana per ristabilire i veri valori. Non è facile farsi accettare quando si è diversi dagli altri: lo sa bene l’orso bianco di Kahrù (di Paolo Ligabue) che vive tra gli orsi bruni, ma il coraggio può cambiare le cose! E’ un inno alla lentezza, alla poesia e

alla bellezza del grande scenario africano Le vacanze del signor Rino di Rapha I Baud e Aur lie Neyret, storia di amicizia nel più bel continente del mondo (tutto Valentina ed.). Sport e complicità: che cosa può volere di più un ragazzo da un romanzo? “ Il campione che sarà ” di David Conati (Raffaello Ragazzi) è la storia di amicizia e passione sportiva, perché un vero campione lo è prima di tutto nella vita. E poi avventura, con Ramingo e la tempesta (di Ivana Saio, Edicolors), un racconto illustrato originale e divertente da leggere, integrato da un manuale di messa in scena per chi ha voglia di cimentarsi nella regia di uno spettacolo teatrale. E perché non parlare di politica? Pierino e il Default – la crisi economica rappata a mio figlio di Giampiero Attanasio (Federighi ed.) nasce proprio dall’esigenza di raccontare in modo semplice e divertente alcuni dei temi più attuali della politica e dell’economia, attraverso esempi tratti dalla vita quotidiana. Per ultimo e non da ultimo, perché non regalare un bel dizionario? Con la lingua in continua evoluzione, ecco il modo per essere sempre aggiornati. Da ‘selfie’ a ‘svampare’, da ‘wedding planner’ a ‘redditest’ fino a ‘scouting’, lo Zingarelli 2015 ‘fotografa’ una lingua sempre in movimento, che capta le dinamiche della società e le esprime in voci e significati nuovi, modi di dire e locuzioni figli del loro tempo. Oltre 144mila voci e 380mila significati, 55 definizioni d’autore e 55 riflessioni: lo Zingarelli è davvero una bellissima strenna che segnala tra l’altro oltre 3mila parole da salvare, 964 sfumature di significato, 44.600 locuzioni e frasi idiomatiche. Il dizionario, annualmente aggiornato, non poteva non essere anche in versione digitale. Per i più piccini invece ecco Le mie prime 1000 parole (Margherita ed.), il primo dizionario per insegnare quanto sia bella la lingua italiana (soprattutto per inventare le favole!). Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 91


: Giochi

Dai, divertiamoci! Chi l’ha detto che i libri debbano prendere il posto del gioco? Al contrario! di Anna Garbagna

C

on Editoriale Scienza, il divertimento è assicurato. Si comincia con Spia per gioco, un libro intriso di azione e suspense, per proseguire con Studio di Animazione, per creare i primi video con lo smartphone o la fotocamera digitale: dallo storyboard al montaggio, dalla creazione dei personaggi all’allestimento del set, i nostri piccoli registi impareranno a dare vita a un filmato d’animazione. Il mio libro degli esperimenti (Dedalo ed.) è la raccolta dei più begli esperimenti che gli apprendisti scienziati potranno realizzare a casa o a scuola con l’aiuto degli insegnanti e dei genitori. Ideati da ricercatori esperti e riuniti in sei grandi temi (astronomia, biologia, matematica, neuropsicologia, fisicachimica e scienze della terra-geografia), gli esperimenti di questo libro consentono a piccoli e grandi lettori di affrontare temi scientifici di tutto rispetto divertendosi. Tante volte ci chiediamo “Perché?”. Dedalo edizioni cerca di dare una risposta con un libro che non ha la pretesa di fornire una risposta esaustiva a ogni domanda posta a inizio pagina, ma piuttosto si pone l’obiettivo di destare nei lettori, grandi e piccoli, il desiderio di conoscenza e la curiosità nei confronti del mondo che ci circonda, troppo spesso dato per scontato. Ma chi ti ha dato la patente? è un libro-gioco con tante alette da sollevare, indovinelli e quiz per scoprire il codice della strada divertendosi. A cosa serve il semaforo? Cosa significano i segnali? Un’idea originale per insegnare ai più piccoli la prudenza sulla strada (AnneSophie Baumann, Editoriale Scienza). Un misterioso castello, 100 preziosi manoscritti e un quadro senza nome: una storia indimenticabile per svelare le origini della famiglia Stilton e della città di Topazia. Tutto questo è Il ca92 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014


stello delle 100 storie di Geronimo Stilton (Piemme-Battello a Vapore), la centesima avventura del topo amatissimo dai bambini, corredata da cento carte per un gioco fantastico. La passione per i draghi è inarrestabile: dopo “Come diventare cacciatore di draghi” e la graphic novel Operazione drago ecco ora “Colora il tuo drago”, l’album che raccoglie i disegni di Marco Feo da colorare, staccare e incorniciare (Astragalo). Natale è anche l’occasione per augurare il meglio per l’anno in arrivo e non c’è libro più piacevole di un calendario che ci accompagni, giorno dopo giorno, prima verso il Natale, poi nell’anno che verrà. Pom Pom edizioni propone con l’amatissima Peppa Pig due calendari per il 2015 e un Calendario dell’Avvento con idee, consigli e suggerimenti e tanti sticker per personalizzare le creazioni natalizie. Novità assoluta da Pom Pom è invece la collana con le famosissime illustrazioni Gorjuss di Suzanne Walcott: Il libro delle risposte, Se io fossi e My scrapbook accompagneranno le ragazze che amano questo dolcissimo personaggio. Anche da Edicolors, un originalissimo Calendario dell’Avvento (scritto da Veronica Pellicano), un libro illustrato che, al posto delle finestrelle, regala 24 fiabe da gustare giorno per giorno in famiglia. Una validissima alternativa al classico calendario. Ancora un Calendario, questa volta edito da Paoline: una tavola di cartoncino corredata di 25 finestrelle apribili, dietro alle quali i più piccoli troveranno una frase riferita alla vita di Gesù e il suggerimento di un impegno per prepararsi al Natale come festa e come celebrazione di un importante momento della fede cristiana. La lettura è anche scoperta; ad accompagnarci in questo viaggio meraviglioso è Touring Junior con Discover the savage World, un percorso ad alto tasso di adrenalina e Italia da

Brivido di Cinzia Rando, storie di fantasmi e paesi abbandonati, prigioni e luoghi di tortura, giardini segreti, antri e grotte creati dall’uomo o dall’estro della natura che svelano un’Italia ‘misteriosa’ tutta da scoprire. Veicoli d’emergenza è invece la rappresentazione illustrata degli 8 veicoli di soccorso più avanzati del mondo, disegnati con minuzia di particolari: mezzi come l’autopattuglia della polizia, il camion dei pompieri, l’aereo anfibio anti incendio e l’ambulanza non avranno più segreti (Touring Junior). Le avventure del pesce palla di Anna Maria Venera fa parte di una nuova serie di divertenti libri-gioco pensati per aiutare i bambini dai 4 ai 6 anni a crescere emotivamente e psicologicamente sereni: una storia e tante attività diventano un pretesto per arricchire il proprio vocabolario (Ed. Erickson). Della stessa serie, ma realizzato con lo scopo di spiegare concetti matematici significativi e iniziare a effettuare ragionamenti con i numeri, ecco Il picnici di Volpe Rossella. Completano l’offerta di Erickson 6 folletti nel mio cuore di Rosalba Corallo, per aiutare i più piccoli a conoscere e accettare le proprie emozioni e la collana “Leggere facile” di Carlo Scataglini, tre favole disponibili singolarmente oppure insieme ad un quaderno con giochi ed esercizi sulla comprensione del testo per imparare divertendosi. Ci sono rime della natura e rime del corpo, rime di cose e persone, di riso e pianto, di fiaba e di indovinello: Rime del fare e non fare (Gallucci) di Bruno Tognolini, uno dei padri de la “Melevisione”, sono le filastrocche più attuali dell’inventore del Fantabosco. A tutti è capitato di chiedersi se principesse, regine, principi,

re pensano come noi, mangiano, bevono, agiscono come noi, insomma, se sono come noi oppure se fanno parte di un universo governato da regole diverse e soprattutto da... ‘abitudini’ sempre eleganti e perfette. “ Ma le principesse fanno le puzzette? ” (Ilan Brenman) offre una risposta a quest’interrogativo (Gallucci). Edicart, per i maschietti amanti del genere d’azione, tecnologici, che credono nel potere dell’amicizia, amplia la sua offerta all’interno del catalogo Crealibri con i libri di Max Steel: La terra è in pericolo, Max Steel all’attacco, L’invasione degli Elementor e Turbo energia sono solo alcuni dei titoli che vedono protagonista Max Steel e i personaggi del suo mondo. Tornano in libreria alcuni beniamini dei lettori: tornano, con la loro sesta avventura, Ely e Bea, le monelle protagoniste dei romanzi nati dalla penna di Annie Barrows (Ely e Bea, Ballerine a tutti i costi) che non mancheranno di strappare più di un sorriso. E tornano anche gli eroi di Gabrielle Vincent in Ernest e Celestine al circo, che dimostreranno che voler bene a qualcuno significa saper accettare anche le scelte che non condividiamo e non fargli mai mancare il nostro sostegno (entrambi Gallucci). Canzoni, filastrocche e ninnenanne: ecco Trallallero e Cantiamo in allegria, le proposte Raffaello Ragazzi per leggere, ascoltare, cantare. Cadono le prime gocce di pioggia, il Diluvio sta per arrivare. L’Arca è pronta a partire, per portare in salvo due esemplari di ogni specie animale: ma i pinguini sono in tre e, da buoni amici quali sono, in tre saliranno a bordo. A costo di nascondersi in valigia...(L’Arca parte alle otto – l’esistenza di Dio spiegata da tre pinguini di Ulrichi Hub, Rizzoli). Perché l’amicizia è anche questo. Leggere TuttI n.90 Ottobre 2014 : 93


: Novità Animali a quattro… stelle! Come possiamo rendere felici i nostri animali, educarli e insegnare loro la più adeguata attività o disciplina ludicosportiva? Lo scopriamo in Astrobau & Astromiao, libro novità di Paco Editore firmato da Federica Farini, speaker radiofonica, conduttrice della seguitissima trasmissione di astrologia Astrobau su Radio Bau & Co., la web radio del Gruppo Finelco (Radio Monte Carlo, Radio105 e Virgin Radio) interamente dedicata agli animali. In questo manuale, che racconta lo zodiaco dei dodici segni, in formato “umanimale”, scopriremo che l’astrologia può davvero aiutarci a comprendere meglio il temperamento, i gusti e la personalità sia dei bipedi che dei quattrozampe e scoprire così le nostre affinità con loro.

94 : Leggere TuttI n.92 dicembre 2014

: Per essere costantemente “inDialogo” Malgrado il moltiplicarsi dei modi di comunicare, parlarsi diventa sempre più difficile. Lo sa bene la casa editrice inDialogo che propone un testo per genitori di adolescenti dedicato all’uso e all’educazione ai nuovi media, Generazione 2.0, oltre al libretto per i ragazzi Tutto in un tweet. Oltre a questi la casa editrice propone un testo dedicato alla famiglia (Talenti di famiglia) e a tutti i più attuali temi che evidenziamo i cambiamenti culturali in atto sul modo di intendere e di vivere la relazione di coppia e la responsabilità genitoriale; il tema della fecondazione assistita e le provocazioni derivanti dalla presenza delle famiglie di migranti. Per non perdere di vista i ‘talenti’ racchiusi nell’“essere famiglia”.

I bambini in scena ne “La Traviata” a Roma: ancora aperte le iscrizioni Cantare l’opera lirica, metterla in scena, studiarla e, soprattutto, amarla: questi gli obiettivi dell’Associazione Musicale Europa InCanto che vuole avvicinare gli alunni della scuola dell’obbligo alla magia del teatro. Nel 2015 il programma - dopo Il Flauto Magico, il Rigoletto e Il Barbiere di Siviglia - prevede La Traviata di Giuseppe Verdi al Teatro Argentina di Roma. Un percorso didattico per grandi e piccini grazie alla versione riadattata dell’Opera di Verdi, in scena a maggio con i bambini protagonisti. Il progetto inizia a dicembre con corsi di formazione per docenti, per proseguire con laboratori in classe con cantanti lirici e finire a maggio con gli spettacoli. Ancora aperte le iscrizioni scrivendo a info@europaincanto.it e visitando il sito www.europaincanto.com.


: Eventi Scrivi tu il finale Si chiama Scrivi Il tuo capitolo finale – Leggi Sherlock Holmes e riscrivi la conclusione, l’iniziativa per agli studenti di 33 scuole, tra secondarie di primo e secondo grado di Roma, ideata per avvicinare i ragazzi alla scrittura attraverso la lettura di romanzi che hanno per protagonisti i loro eroi. La sfida è quella leggere il libro Sherlock Holmes, uno studio in rosso, che verrà distribuito nelle scuole, e di riscrivere di proprio pugno l’ultimo capitolo del romanzo, ricreando così un finale alternativo. Gli elaborati dovranno avere una lunghezza compresa tra le 3 e 6 cartelle, da consegnare entro e non oltre il 31 Gennaio 2015 alla Giulio Perrone Editore, che ne valuterà i contenuti insieme ad una Giuria di qualità composta da: Mariacarmela Leto, Alessio Brugnoli, Pier Luigi Manieri, Claudio Giustini e Silvia Preti. “Come casa editrice ci siamo da sempre occupati del rapporto con le scuole perché crediamo che i lettori di domani debbano essere supportati e formati a partire da adesso, con letture, stimoli e iniziative come questa – ha affermato Giulio Perrone Spero che questa iniziativa abbia il giusto successo soprattutto sui ragazzi, che saranno i veri protagonisti”.

Un regalo di Natale molto speciale Tutti lo conoscono con lo pseudonimo di Lewis Carroll: in realtà, il famoso matematico e professore a Oxford si chiamava Charles Lutwidge Dodgson. Ma ciò per cui tutti i bambini sicuramente lo ricordano è perché è l’autore di una delle favole più raccontate di sempre, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Dodgson, nel tempo libero, amava fotografare. Un giorno incontrò nei giardini del college Alice, la figlia del preside Henry Liddell, una bimba sognatrice e particolarmente vivace che gli chiese di essere fotografata. Per intrattenere Alice e i suoi fratelli tra uno scatto e l’altro, il matematico iniziò a raccontare storie fantastiche che piacquero così tanto ai bambini che presto l’appuntamento con Dodgson divenne una piacevole abitudine. Alla richiesta che una di queste narrazioni venisse messa per iscritto, il professore acconsentì e mandò ad Alice Liddell il manoscritto intitolato Le avventure di Alice sotto terra, in cui si narrava di Alice che, inseguendo un coniglio bianco, era inciampata nella sua tana e caduta in un mondo incantato dove tutto era sottospora. Era nato Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, con una dedica di grande poesia: “Come regalo di Natale, a una cara bambina, in memoria di un giorno d’estate”. Dal 22 novembre al 18 gennaio 2015, Riluce - esercizi di arte luminosa, festeggia i 150 anni del libro con una mostra che si svolgerà a Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets dal titolo Sottosopra – Lo strampalato mondo di Alice. La mostra, liberamente tratta dal libro scritto da Lewis Carroll nel 1864 e pubblicato con le illustrazioni di Sir John Tenniel nel 1865, è un percorso visionario attraverso i momenti più celebri del viaggio di Alice: dalla tana del Bianconiglio al Tè dei Matti, dallo Stregatto, all’irascibile Regina di Cuori. Un allestimento che – come il libro di Carroll – mira a coinvolgere adulti e bambini: installazioni interattive, videogiochi e scenografie raccontano di un luogo dove tutto è possibile. Il visitatore è invitato a liberare la fantasia e vivere il viaggio alla scoperta del Paese delle Meraviglie, un mondo che appartiene all’immaginario collettivo come pochi altri.

Leggere TuttI n.92 Dicembre 2014 : 95



InediTO, Premio Colline di Torino 2015

PREMIO ANDREA TORRESANO

Scadenza 31 gennaio 2015 La Gilgamesh Edizioni, col Patrocinio del Comune di Asola (MN ha indetto la I Edizione del Premio Letterario Nazionale di Poesia e Narrativa “Andrea Torresano”, stampatore cinquecentesco che nel 1479 comprò a Venezia la tipografia del francese Nicolas Jenson e che fu suocero e socio in affari di Aldo Manuzio dal 1495. Sono previste due sezioni: Opere di poesia a tema libero (da un minimo di 30 testi) E Opere di narrativa a tema libero (romanzo o raccolta di racconti di minimo 70 cartelle) La premiazione si svolgerà il giorno 21 marzo 2015 alle ore 17.00 ad Asola (MN) – città natale dello stampatore cinquecentesco Andrea Torresano, che nel 1479 comprò a Venezia la tipografia del francese Nicolas Jenson e che fu suocero e socio in affari di Aldo Manuzio dal 1495 – in una sede culturale istituzionale di prestigio che verrà rivelata successivamente sul sito della Casa Editrice. Il premio consisterà nell’attestato di vincitore assoluto della sezione, nella pubblicazione gratuita dell’opera da parte della Gilgamesh Edizioni, con regolare contratto di edizione, e in 20 copie omaggio della stessa. Per partecipare c’è tempo fino al 31 gennaio 2015. (www. gilgameshedizioni. com)

Scadenza 31 gennaio 2015 L’Associazione culturale Il Camaleonte di Chieri (TO) ha indetto la XIV edizione del concorso letterario nazionale InediTO - Premio Colline di Torino inserito nell’ambito della manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura e presieduto dal 2013 dal poeta Davide Rondoni. Il premio si pone l’obiettivo di scoprire e promuovere nuovi autori attraverso sezioni dedicate alla narrativa, alla poesia, al teatro, al cinema e alla musica, grazie a un ricco montepremi, dando la possibilità ai vincitori delle sezioni Narrativa-Romanzo e Poesia di pubblicare l’opera attraverso il coinvolgimento di editori qualificati. Inoltre vengono conferite delle menzioni per ogni sezione e i premi speciali “Strade di Colori e Sapori” in collaborazione con i 10 Comuni delle Colline di Torino e “InediTO Young” ad un autore minorenne promettente con la sponsorizzazione di Aurora Penne. Attraverso la pubblicazione con Anordest del romanzo I cavalli delle giostre vincitore della Sezione Narrativa 2013, Antonio Gentile, diventato membro della giuria, si è aggiudicato il Premio Carver 2014. Un riconoscimento che conferma InediTO quale concorso talent scout e traghettatore verso il mondo dell’editoria. La proclamazione dei vincitori si terrà a maggio al Salone del Libro di Torino e la premiazione attraverso la rassegna di reading organizzata in alcuni dei comuni aderenti, in collaborazione con la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura di Torino e il Salone OFF. Il Premio, avrà da quest’anno il patrocinio della Città di Torino ed è gemellato con il concorso letterario U.G.I. (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini, cui sarà devoluto parte del ricavato delle iscrizioni). Mentre i partner sono il Centro di Poesia Contemporanea di Bologna e il M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza. Le opere presentate dovranno essere esclusivamente in lingua italiana e inedite, ossia mai pubblicate con un editore fino alla premiazione. La quota di partecipazione è di 30 euro e le opere dovranno pervenire entro il 31 Gennaio 2015. (www.ilcamaleonte.info/inedito-premiocollineditorino)

NEOS EDIZIONI

Prefazione di ALESSANDRA COMAZZI

NATALE A TORINO GALUPERIE E ALTRE STORIE

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Quaranta ristoranti, pescherie e banchi dedicati al pesce, per gustare, dalle acciughe ai granchi atlantici, cibi tradizionali e curiosi.

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LEGGERE TUTTI N.92 DICEMBRE 2014 : 81


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