Leggere:tutti n.96

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Leggere:tutti Leggere:tutti compie 10 anni Salone del Libro di Torino 14-18 maggio 2015

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All’interno: Leggere:tutti Junior

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XXX edizione del Premio Dessì

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Mensile del libro e della lettura Numero 96 maggio 2015

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Leggere:tutti in edicola a 3,00 euro

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Come una bestia feroce di Edward Bunker Einaudi, 2015 Max Dembo esce di prigione dopo otto anni di orrori con il solo desiderio di rifarsi una vita normale; vuole rigare dritto e redimersi ma Los Angeles non gli fa sconti. La città della gente per bene si rivela essere uno spietato campo di caccia, non diverso da San Quentin, dove se ti rifiuti di essere cacciatore inevitabilmente diventi preda. E allora Max torna a pensare ai soldi facili. Un ultimo colpo per non dover piú sopportare le umiliazioni e l’ansia di un’esistenza tranquilla. Perché il crimine per Dembo è l’unica paradossale sicurezza. Con uno stile asciutto, uno sguardo lucido e impietoso Bunker mette in scena i sottili meccanismi che regolano una vita criminale e conferma la sua grandezza di scrittore.

Sì, mi abbono a Leggere:tutti e riceverò il libro del mese di maggio (se esaurito, uno a mia scelta tra i disponibili) Abbonamento Italia euro 30,00 Abbonamento estero UE euro 50,00 - extra UE euro 70,00 Abbonamento cumulativo (10 copie, stesso indirizzo) euro 150,00 Nome Via Città

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L’editoriale I nostri 10 anni in riva al Po di Giuseppe Marchetti Tricamo Giorni di maggio Vetrina Oltre i confini del consueto di Francesca Scaringella Fiere Leggere:tutti al Salone del Libro di Mariachiara Tarantino Appuntamenti letterari Rassegna Weekend a Ragusa A Tutto volume Incontri Il mio nome è Fiorello, Catena Fiorello di Lucia Castagna Nobel Böll e la Germania tra guerra e ripresa di Cesira Fenu Europa È difficile in Italia parlare dei tedeschi di Angelo Sferrazza Storia Colpevoli ignoranze e pericolose amnesie di Girolamo Terracini Storia I segreti del re di Danimarca di Angelo Sferrazza Due donne Tra amicizia e champagne di Patrizia Tagliamonte Mondo digitale Leggere è ancora un piacere? di Orietta Rappolli Risorse Una start-up per la qualità nella formazione di Pierpaolo De Luca Miti e leggende La meraviglia che ispirò Omero e Sciascia di Giovanni Matteo Allone Sillabario della lettura Libri che disegnano la biblioteca della vita di Gianni Zagato Musica Gli ingranaggi del tour di Monica Menna Fotografia Gaber è ancora qui di Monica Menna Enigmistica L’oggi da vivere e da raccontare di Federico Mussano Zibaldone Recensioni e segnalazioni 10 anni di Leggere:tutti Eventi Viva le biblioteche: arriva Bibliopride di Victor Togliani Antichi editori Quando i libri intercettano il tempo di Fulvio Caporale Cibo Ricette emotive un po’ irriverenti di Francesca Magni Autori&editori A Roma Una libreria riapre ed è festa! di Maria Rosaria Grifone Non solo libri a cura di Simonetta Alfaro Feticismo Scarpediem, storie insolite di scarpe di Floriana Mastandrea Scrittori e viaggi C’è una Grecia meno osservata di Fulvio Caporale Feste e concorsi Quando i libri attraversano l’Oceano di Giovanni Lisi Librando Romanzi Un’educazione napoletana di Margi De Filpo Premi Premio Città di Castello, in corso la IX edizione Premi & concorsi In Sardegna La XXX edizione del Premio Dessì Successi editoriali Quelli che di fumetto non capivano niente di Federica Rondino Fumetti Quel simpatico sbruffone di Lupo Alberto di Lucia Castagna Novità Diario di un’Apocalisse Fumetti Manara incontra Caravaggio di Alino 3 Il meglio del fumetto di ieri, oggi e domani di Valentino Sergi Fumetti Amarcord di SuperGulp di Ilaria Colombo Leggere:tutti Junior a cura di Anna Garbagna Iniziative Leggere:tutti a Barcellona per la Giornata Mondiale del Libro di M. Tarantino

Leggere:tutti Mensile del libro e della lettura Anno 11 - n. 96 Maggio 2015

Progetto grafico Blu omelette - www.bluomelette.net

Direzione e redazione Via Nomentana 257 - 00161 Roma tel. 0644254205 - fax 0644254239 www.leggeretutti.it info@leggeretutti.it

Illustrazioni di copertina Leggere:tutti Chiara Morra - IED Torino Leggere:tutti Junior Lisa Pasteris - IED Torino

Direttore responsabile Giuseppe Marchetti Tricamo g.marchetti@leggeretutti.it Pubblicità Filippo Di Girolamo filippo.digirolamo@leggeretutti.it pubblicita@agraeditrice.com A.P.S. Advertising Srl Via Tor De’ Schiavi 355 - 00171 Roma Tel. 06 89015166 - Fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it

n.96 maggio 2015

Stampa Arti Grafiche Boccia - Salerno

Distribuzione in edicola ME.PE Logistica - Milano Hanno collaborato a questo numero Simonetta Alfaro, Alino, Giovanni Matteo Allone, Sergio Auricchio, William Bavone, Chiara Campanella, Fulvio Caporale, Fiorella Cappelli, Lucia Castagna, Andrea Coco, Ilaria Colombo, Clarissa Coppola, Pierpaolo De Luca, Claudio Deplano, Filippo Di Girolamo, Emanuela Di Pietrantonio, Bartolomeo Errera, Martino Lorenzo

Fagnani, Cesira Fenu, Ilaria Finotti, Melo Freni, Lucia Fruttaldo, Lucia Gandolfi, Anna Garbagna, Alessandra Graziani, Maria Rosaria Grifone, Carla Iannacone, Giovanni Lisi, Maria Rosaria Lopez, Francesca Magni, Floriana Mastandrea, Gaetano Menna, Monica Menna, Federico Mussano, Aldo Onorati, Irene Aurora Paci, Nico Parente, Orietta Rappolli, Federica Rondino, Francesca Scaringella, Valentino Sergi, Angelo Sferrazza, Loredana Simonetti, Patrizia Tagliamonte, Mariachiara Tarantino, Victor Togliani, Valentina Tonolo, Francesco Torchia, Monia Vandini, Gianni Zagato.

Registrazione Tribunale di Roma n.156 del 22 aprile 2005. Abbonamento annuale Italia euro 30,00 Estero UE euro 50,00 Extra UE euro 70,00 Cumulativo (10 copie, stesso indirizzo) euro 150,00 da versare tramite c/cp n. 61767000 intestato a: Agra srl, Via Nomentana 257 - 00161 Roma Distribuzione Edicole, librerie, case editrici, biblioteche, manifestazioni ed eventi. Prezzo a copia: euro 3,00. La rivista è inoltre inviata agli abbonati e ai soci del Club Leggere:tutti. Copie arretrate euro 3,00 cadauna.

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FONDAZIONEDEGLIARCHI REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO REGIONALE DEL TURISMO DELLO SPORT E DELLO SPETTACOLO

COMUNE DI RAGUSA ASSESSORATO ALLA CULTURA

CAMERA DI COMMERCIO DI RAGUSA

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RAGUSA 12/14 GIUGNO VI edizione

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: l’Editoriale di Giuseppe Marchetti Tricamo

I nostri 10 anni in riva al Po Chi allora c’era ricorda come se fosse ieri l’emozione di quel giorno di maggio del 2005. Eppure il Salone del libro l’avevamo sempre seguito, l’avevamo visto nascere, nel 1988, a Torino Esposizioni in riva al Po, nel verde rilassante del Parco del Valentino (felice intuizione di Guido Accornero e Angelo Pezzana e logo magico di Armando Testa), avevamo visto apparire tra gli stand personaggi illustri come Gianni Agnelli e Giovanni Spadolini (la passione di quest’ultimo per i libri, le riviste, la storia, la cultura era dedizione vera), incontrato scrittori noti ed emergenti, editori, librai, agenti letterari, bibliotecari, traduttori, docenti e un fiume di lettori, apprezzato le pubblicazioni dei Paesi ospiti (il primo fu la Catalogna che con il libro e le rose, nel ricordo della leggenda di san Giorgio e il drago, ha un rapporto speciale). Avevamo ascoltato il poeta russo Iosif Brodskij, appena insignito del Nobel, che diceva che “l’idea di tenere un salone del libro nella città in cui un secolo fa Friedrich Nietzsche perse il lume della ragione è un’idea luminosa con un buon pizzico di follia”. E la città che fu cara a Giovanni Arpino, Italo Calvino, Massimo d’Azeglio, Giulio Einaudi, Giuseppe Giacosa, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Primo Levi, Cesare Pavese, Emilio Salgari e Mario Soldati per noi non celava più alcun segreto e ci appariva luminosa e foriera di promesse. Più che follia quella di Accornero e Pezzana fu grande intuizione, regalarono a Torino e all’Italia una manifestazione innovativa che neppure Parigi con il suo Salon era riuscita a concepire: la più grande e fornita libreria con molte novità, che profumano ancora d’inchiostro, e con migliaia di titoli, altrove talvolta introvabili, portati da grandi editori ma anche da medi e piccoli che arrivano per farsi conoscere oltre i confini del loro territorio. Ma cos’altro sarebbe diventato il Salone? Certamente il più vivace festival della cultura. È il più frequentato convegno delle più lucide intelligenze del mondo, che si confrontano sulle sfide del presente e del futuro. E anche la sede del più approfondito dialogo tra le culture di vari Paesi. A Torino, oggi come ieri, si rafforzano le relazioni e le interazioni tra libro, autore, editore e lettore, che si confrontano e condividono idee. Ma indubbiamente c’è chi dissente. E anche per lo scrittore pentito, che ha partecipato a precedenti edizioni ma che oggi si dissocia, il Salone è un potente megafono. Che debolezza sarà mai stata quella di aver preso parte a un convegno, a una presentazione, a una lettura, a un’intervista alla televisione, alla radio, alla pagina letteraria di un quotidiano, di aver stretto la mano e scambiato una battuta con uno o più lettori? La domanda andrebbe rivol-

ta allo scrittore tedesco Jan Brandt che, nell’anno in cui la Germania è il Paese ospite, afferma che è uscito talmente turbato dall’esperienza torinese da dedicarle un libro, Tod in Turin, edito da DuMont, che nel suo Paese ha prodotto commenti sulla stampa più diffusa, da Die Zeit a Der Spiegel. Anche questo è marketing. “Tutto marketing, tutte strategie promozionali studiate a tavolino. Tuttavia non è detto che in un’epoca in cui tutti sono dappertutto non risulti premiante la scelta del silenzio e dell’assenza” (Ernesto Ferrero, la Repubblica, 5 aprile 2015). Una conferma di oggi, l’invisibile Elena Ferrante (il libro più recente, Storia della bambina perduta, e/o) e due di ieri, Elsa Morante (il suo La Storia, Einaudi, ebbe successo nonostante la scrittrice si negasse a quel tempo a pubblico e giornalisti) e Jerome David Salinger (Il giovane Holden, Einaudi) che si eclissò dal mondo. Gli scrittori, a parere di Juan Goytisolo, si dividono in due gruppi: gli uni puntano alla propria promozione e visibilità mediatica e aspirano al successo; gli altri, no. I primi vogliono “attirare la luce dei riflettori, essere notizia”, senza considerare che “una cosa è l’attualità effimera e un’altra molto diversa la modernità senza tempo delle opere destinate a durare” (la Repubblica, 24 aprile 2015). Ma perché eravamo emozionati in quel giorno di maggio del 2005? No, non ci attendeva alcun red-carpet ma una sobria sala del Lingotto, niente celebrity, nessuno scrittore popstar ma soltanto amici e qualche scatto un po’ mosso per la ressa. Arrivammo, con sottobraccio le copie del primo numero di Leggere:tutti appena stampato, Sergio Auricchio (editore acuto e tenace) e io. L’emozione sparì con le migliaia di copie che presto volarono via. Fu un successo che è proseguito fino a oggi. Memori di quel giorno fortunato, continuiamo a tornare a Torino e ci fa piacere incrociare il direttore Ferrero con all’occhiello una rosa bianca, fatta di pagine di libro. Siamo lieti di incontrare molti di voi con i quali, nella comune passione per la lettura, si è saldata un’amicizia. Voi che leggete la rivista, che ci regalate le vostre riflessioni, che ci sostenete, che ci affidate la pubblicità delle vostre edizioni. Dieci anni sono pochi e molti. Abbiamo visto nascere e crescere editori, affermarsi nuovi scrittori, sorgere eventi letterari, ma ci è capitato di addolorarci per la chiusura di case editrici e librerie e per l’abbandono della lettura da parte di molti, troppi italiani. Noi, con voi, continueremo sulla strada intrapresa, dialogheremo ogni mese e daremo il nostro contributo per portare in libreria qualche lettore in più. E seguiteremo a leggere: per “legittima difesa” (Woody Allen) e per “sognare per mano altrui” (Fernando Pessoa). Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 5


: La

posta di Leggere:tutti

Guardati dall’uomo di un solo libro Caro direttore, prendendo lo spunto dai 50 anni della collana Oscar Mondadori hai tratteggiato un mondo e un modo di porsi, da parte dell’Editore, nei confronti dei lettori che da un lato, con l’attenzione al marketing, anticipava le ben più aggressive strategie di vendita odierne, dall’altro aveva un’etica che, con scelte di qualità e prezzi contenuti, avvicinava una più vasta platea di lettori, non ancora consumatori, soprattutto giovani, ai quali si offriva la possibilità di acquistare opere senza età e, come scrivi, classici come Addio alle armi, proponendo un “percorso letterario” altamente

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educativo e formativo. Anche tu, giovane studente, ti sei innamorato di Hemingway e della sua prosa asciutta ma al tempo stesso lirica e fortemente icastica. Così comincia da un libro di piccolo formato ma denso di umori, l’avventura nell’universo della scrittura. Chi non si è trovato fin da ragazzino un Oscar tra le mani o un ancora più “tascabile” della collana Bur? Libri da tenere in tasca o nella borsa e nelle pause dalle occupazioni, come sottolinei, tirar fuori e assaporare, rileggere un certo passaggio, un’espressione, rivivere una scena con gli occhi della mente, pensare, magari sul tram, o su una spiaggia dorata al tramonto con in sottofondo lo sciacquio della risacca. Fedele compagno, ecco che così anche per noi il libro ci segue in ogni momento dell’esistenza, scandendo il tempo, stabilendo rapporti col vissuto e assonanze. Dici bene che il percorso di Angelo e Arnoldo, per rifarci al precedente Editoriale, segue binari paralleli. I classici Bur, interfaccia degli Oscar, hanno affascinato generazioni di lettori e sono proposti anche all’Università per le ottime

traduzioni dei Classici latini e greci. Vi era in quelle scelte dei due “grandi” dell’editoria, un atteggiamento non solo volto al profitto ma direi quasi paternalistico in senso positivo. Ora le strategie di vendita guardano al solo profitto con presentazioni, meeting, interviste in tutte le salse per cercare di “avvicinare” l’autore al lettore. E molte scelte vanno al ribasso, tanto per seguire la moda del momento subito soppiantata da una nuova. Mi dirai che non tutti i lettori hanno gli stessi gusti o il medesimo livello culturale ed allora si rischia un discorso “classista” (si usa ancora questo termine?) emarginando certe fasce di lettori appassionati magari più del “best seller” che del libro di qualità. E allora la palla passa agli insegnanti, come quella professoressa di cui parla il gentile lettore, che riesce a catturare gli allievi al punto da far leggere 40 libri, sì, leggiamo bene 40, in un anno. E ai genitori più accorti che dovrebbero educare alla lettura fin dalla più tenera età e la nostra Rivista ha quella bellissima Rubrica, curata da Anna Garbagna, dedicata

alla fascia Junior che rivela l’attenzione, definirei missione etica, tua e di tutti di Leggere: tutti. Leggere è aprirsi al mondo con fiducia e buoni propositi e diventare capaci di vedere, nonostante tutto, come si suol dire, “il bicchiere mezzo pieno”, piuttosto che “mezzo vuoto”. Nella nostra era globalizzata abbiamo esempi di miliardari che investono in cultura e ricerca, promuovono campagne per i Paesi martoriati dalla fame e dalla guerra. Una sorta di post-Capitalismo etico? Qualsiasi cosa sia ci si dovrebbe muovere in tal senso soprattutto in campi così delicati come l’editoria. Perché, ricordiamoci, caro Giuseppe, che qualcuno, ora non mi sovviene, diceva “Guardati dall’uomo di un solo libro”. La Storia insegna. Lara Benedettini, Pisa

Cento non sono pochi “Leggere:tutti” si avvia al centesimo numero e nonostante gli “anni” è giovane e fresca come il primo numero. Complimenti e auguri da un lettore-lettore. Stefano Di Napoli, Roma


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CALENDARIO MAGGIO-DICEMBRE 2015 Amici di Brugg 21 - 23 maggio 58° Congresso dell’Associazione Amici di Brugg www.amicidibrugg.it RiminiWellness 28 - 31 maggio Fitness, Benessere & Sport on Stage www.riminiwellness.it Rimini Coffee Festival 28 - 31 maggio Art Bar www.riminifiera.it Sport Dance 6 - 12 luglio 8a Edizione dei Campionati Italiani di Danza Sportiva www.riminisportdance.it Meeting per l’amicizia fra i popoli 20 - 26 agosto XXXVI Meeting per l’Amicizia fra i Popoli www.meetingrimini.org Gelato World Tour 4 - 6 settembre Tokyo Organizzato da Sigep & Carpigiani University www.gelatoworldtour.com Sib Event 12-15 settembre Rimini Italy www.sibevent.it

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Fare business in un quartiere tecnologico, funzionale, con 110mila mtq espositivi, 11mila posti auto, oltre 1,5 milioni di visitatori ogni anno. In un territorio centro dell’innovazione, accogliente, dinamico.

Macfrut 23 - 25 settembre Fruit & Veg Professional Show www.macfrut.com Flora Trade Show 23 - 25 settembre Salone Internazionale del florovivaismo e del paesaggio www.floratrade.it TTG Incontri 8 - 10 ottobre 52a Edizione della Fiera B2B del Settore Turistico www.ttgincontri.it Sia Guest 8 - 10 ottobre 63° Salone Internazionale dell’Accoglienza www.siaguest.it Sun 8 - 10 ottobre 33° Salone Internazionale dell’Esterno Progettazione, Arredamento, Accessori www.sungiosun.it Enada Roma 14 - 16 ottobre 43a Mostra Internazionale degli Apparecchi da Intrattenimento e da Gioco. Roma - Quartiere Fieristico www.enada.it Ecomondo 3 - 6 novembre 19a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile www.ecomondo.com

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Oro Blu Salone dedicato al trattamento e riuso delle acque Inertech Salone sul riciclaggio nel mondo delle costruzioni Città Sostenibile La via italiana alle Smart Grid Key Energy 3 - 6 novembre 9a Fiera Internazionale per l’energia e la mobilità sostenibili www.keyenergy.it Key Energy White Evolution Efficienza Energetica per l’Industria e il Terziario.

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Un quartiere all’insegna del basso impatto ambientale. Un’organizzazione incentrata sulle best practices, in una città dove l’ambiente è in primo piano.


: Giorni

di maggio

5 Maggio 1818

28 Maggio 1839

Nasce a Treviri Karl Marx. Il suo pensiero, incentrato sulla critica, in chiave materialista, dell’economia, della politica, della società e della cultura capitalistiche, ha dato vita alla corrente socio-politica del marxismo che raggiunge il suo apice teorico nel Capitale (1867), durissima accusa alla nostra società, in cui tutto gira intorno alla proprietà privata e al plusvalore.

Nasce a Mineo Lugi Capuana. Esordì come poeta, ma la sua attività si volse ben presto alla critica letteraria e alla narrativa; in esse, Capuana occupa un posto notevole non solo per l’acutezza e sensibilità del gusto giovò a scrittori come Verga e Pirandello nel trovare la loro via, ma per il vigore con cui propugnò, primo in Italia, il romanzo naturalista. Il suo massimo capolavoro è da considerarsi Il Marchese di Roccaverdina.

8 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

21 Maggio 1973

23 Maggio 1906

Muore a Roma Carlo Emilio Gadda. La pubblicazione nel 1957 del romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana lo segnala come un caso letterario. Le inchieste per un duplice fatto criminoso - un furto di gioielli e l’assassinio di Liliana Balducci, una ricca borghese - avvenuto in un palazzo di neo-ricchi, nella romana via Merulana, conducono il commissario Ingravallo, alter ego dell’autore, ad addentrarsi nei meandri dell’umanità che gremisce una Roma che il pugno di ferro del regime tenta di ridurre a un fittizio ordine di facciata. La trama del “giallo” che fa da supporto all’architettura complessa della narrazione, si chiude con un effetto di “non finito” che è uno dei caratteri più evidenti dell’originale impostazione del romanzo.

Muore a Christiania Henrik Ibsen. Tra i maggiori autori teatrali, ha elaborato nei suoi poderosi drammi l’idea dell’impossibilità dell’uomo di realizzare la sua aspirazione al sublime. Al capolavoro giovanile Peer Gynt (1867), centrato su tematiche esistenziali, fa da contraltare l’acuta e disincantata analisi della realtà borghese del bellissimo Casa di bambola. L’ultima fase della sua produzione è percorsa da una vena intimista e si colora di simbolismi e toni elegiaci come quelli de L’anitra selvatica (1884).



: vetrina

Oltre i confini del consueto Questo mese per voi alcune novità di Jeff VanderMeer, Massimo Carlotto, Massimo Rossi, Pupi Avati, Iacopo Barison e Vins Gallico. di Francesca Scaringella

T

ra fantascienza, misteri e adolescenti che devono trovare la forza di crescere in un mondo adulto talvolta troppo duro, potrete trovare in libreria nomi affermati come Carlotto e Avati, ma anche giovani autori che sanno dipingere la nostra società con tratti molto corrispondenti alla realtà, sia con uno sguardo profondo, sia con uno sguardo più leggero. È arrivato anche in Italia il primo capitolo della Trilogia dell’Area X, Annientamento di Jeff Vandermeer, tradotto da Cristiana Mennella. Quest’opera supera i confini della consueta fantascienza per arrivare a creare un genere molto particolare, un ibrido tra fantasy, fantascienza, romanzo d’avventura e soprannaturale. In molti hanno paragonato le atmosfere del volume a quelle dello scrittore Lovecraft o a quelle della serie televisiva Lost, ognuno potrà ritrovare ambientazioni già accennate in altri contesti, ma l’originalità del libro si può ritrovare nella natura che si ribella all’uomo. Questa volta però la natura dichiara guerra all’umanità avendo una struttura complessa, quasi avesse coscienza di ciò che sta compiendo. VanderMeer riesce a catapultarci in un luogo oscuro della Florida, denominato Area X, in cui quattro ricercatrici vengono inviate per esplorare i fenomeni avvenuti nella zona. Tutte le spedizioni precedenti, ben

11, hanno solamente portato a infittire ancora di più il mistero che avvolge l’Area. Massimo Carlotto firma il ritorno di Marco Buratti, detto l’Alligatore. E questa volta l’investigatore dai metodi non convenzionali troverà sul suo cammino Giorgio Pellegrini, il protagonista di Arrivederci amore ciao e Alla fine di un giorno noioso, precedenti successi sempre dello scrittore padovano. Un libro, La banda degli amanti, con tutti i personaggi preferiti di Carlotto che si incontrano in un giallo incalzante. Tutto accade quando un tranquillo professore scompare improvvisamente non lasciando traccia di sé per mesi. Solo la sua amante segreta però può avvicinarsi a scoprire il perché di questa assurda scomparsa. Ed è grazie a lei che Buratti e i suoi soci cominciano un’indagine serrata che li porterà dritti a nel mondo malavitoso e criminale di Giorgio Pellegrini. Un altro veneto, un altro noir, un altro giallo ambientato in terra veneta e a Bolzano. Massimo Rossi firma un intreccio di vicende nere che all’apparenza sembrano essere solo strane coincidenze: La luce nera della paura. Un incidente in mare, uno in una scarpata e un’aggressione a una donna: due morti e una donna minacciata. Il commissario Rollo Weber grazie a questi avvenimenti ha l’occasione che aspet-

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10 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015


tava: fare un’indagine che possa far comprendere quanto lui vale. Con l’aiuto della psicologa Helena Ziegler, ex poliziotta, Weber indagherà tra misteri e spy story che danno ritmo a un libro che riserva sorprese, soprattutto nel passato dei protagonisti che estende ombre molto lunghe nel presente. Ritroviamo il nord dell’Italia anche nel primo romanzo di Pupi Avati che ha in sé molti temi cari all’autore: l’adolescenza, l’amicizia, i segreti e l’ambizione musicale. Ne Il ragazzo in soffitta Berardo Rossi detto Dedo e Giulio Bigi sono due ragazzini che frequentano la stessa classe a Bologna. L’uno estroverso e brillante, l’altro timido e sovrappeso. Due mondi lontani fra loro, soprattutto quando si è adolescenti. Ma vivere nello stesso palazzo fa sì che i due giovani intreccino un’amicizia che nasce spontaneamente, piano piano. Il libro di Avati ricorda alcuni suoi film, nella suspense che sa creare, nelle case che nascondono verità da celare. E i due ragazzi si ritroveranno a combattere un pericolo che si occulta dietro alle oscurità familiari. Anche il primo romanzo che la casa editrice Tunué pubblica ha per protagonisti due ragazzi. Stalin + Bianca di Iacopo Barison, della collana “Romanzi” diretta da Vanni Santoni, è un libro particolare che attraverso il racconto di un viaggio narra un mondo di periferia in un contesto che potrebbe essere una città di qualsiasi Paese al mondo. Stalin, così viene chiamato il personaggio principale per i suoi baffoni, è un ragazzino con problemi di rabbia. Bianca è sua amica, ma anche suo amore platonico non vedente. Barison in una chiave moderna racconta il senso di ribellione di due giovani che si incamminano verso qualcosa di non ben definito per allontanarsi da ciò che li fa soffrire. La struttura narrativa del romanzo è però colma di piani temporali e punti di vista, anche se il prevalente è quello di Stalin. E con citazioni cinematografiche, Stalin ha sempre con sé una videocamera, e pensieri e riflessioni sulla vita, Barison ci invita in un oceano in cui i ragazzi si ritrovano a nuotare per non affondare. Per concludere vi suggeriamo una lettura più leggera. Final cut. L’amore non resiste è la nuova commedia brillante di Vins Gallico, giovane scrittore calabrese che parte da un’idea molto particolare. In un’epoca in cui sofferenza, smarrimento e fallimento di una storia sentimentale devono essere celati agli occhi dei più, per mostrare sempre il nostro lato migliore e positivo, ecco che arriva una ditta di traslochi che porta via le cose degli ex. E non solo, il protagonista del libro, in base alle tariffe ha ideato anche di poter riportare le motivazioni per cui si è stati lasciati, con la possibilità di poter replicare. Insomma, in un mondo dove l’inadeguatezza e l’essere lasciati è un dolore da nascondere, le persone pagherebbero pur di non affrontare il dolore.

Jeff Vandermeer

Massimo Carlotto

Trad. Cristiana Mennella

E/O, 2015 pp. 195, euro 15,00

Annientamento Einaudi, 2015 pp. 186, euro 16,00

La banda degli amanti

Massimo Rossi

Pupi Avati

Scrittura & Scritture, 2015 pp. 320, euro 14,50

Guanda, 2015 pp. 248, euro 16,00

Iacopo Barison

Vins Gallico

Tunuè, 2014 pp. 176, euro 9,90

L’amore non resiste Fandango, 2015 pp. 213, euro 16,00

La luce nera della paura

Stalin + Bianca

Il ragazzo in soffitta

Final cut

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: Fiere

N

el 2005, quindi esattamente 10 anni fa, Leggere:tutti presentava il suo primo numero al Salone del Libro di Torino. 10 anni di grande entusiasmo, centinaia di collaboratori sempre sotto la direzione di Giuseppe Marchetti Tricamo, e circa 3 milioni di copie complessive. Anche quest’anno Leggere:tutti non poteva non essere presente a Torino, scegliendo una formula particolare. In concomitanza con l’Expo, ha scelto di partecipare a Casa CookBook, dove la cucina incontra la cultura. Venerdì 15 maggio alle ore 12.00 Leggere:tutti, oltre a festeggiare all’anniversario con uno spumante naturalmente italiano, presenterà la prossima edizione di Food&Book Festival del libro e della cultura gastronomica (www. foodandbook.it), a Montecatini Terme (che nel 2015 si terrà dal 16 al 19 ottobre), organizzato con successo già da due edizioni: la rassegna ha per protagonisti noti scrittori che nei loro romanzi raccontano il cibo e chef stellati che lo esaltano nelle loro ricette e spesso in libri di successo; tra gli appuntamenti di Food&Book presentazioni di libri, workshop, concorsi letterari, degustazioni, showcooking, cene in esclusiva con grandi chef. L’appuntamento è dunque allo Spazio CookBook venerdì alle ore 12.00; coordina l’incontro Carlo Ottaviano, direttore del festival, con la partecipazione del Sindaco di Montecatini Terme Guseppe Bellandi. Interverrà Valentina Tepedino, insieme agli Chef Marcello Leoni (Italia), Luca Brughelli (Svizzera – a testimonianza della sempre maggiore attenzione al panorama internazionale di Food&Book) e al ristoratore e scrittore Renato Collodoro, torinese doc.

Leggere:tutti al Salone del Libro Leggere:tutti festeggia 10 anni alla 28° edizione del Salone internazionale del Libro di Torino, in programma dal 14 al 18 maggio 2015. Sarà presente presso lo spazio Cookbook. Venerdì 15 un incontro con chef affermati per la presentazione della terza edizione di Food&Book. di Mariachiara Tarantino

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Il 28° Salone Internazionale del Libro di Torino è in programma a Lingotto Fiere da giovedì 14 a lunedì 18 maggio 2015. Attesi celebri autori di narrativa italiana e internazionale, oltre che ospiti dal mondo dello spettacolo, dello sport e della musica. Innumerevoli gli appuntamenti e gli ospiti di quest’anno, che presenta diverse novità a partire dal maggiore coinvolgimento scuole e studenti, grazie alla collaborazione con i diversi istituti scolastici sin dalla nascita del Bookstock Village e consolidatosi con le esperienze dei progetti Adotta uno scrittore, Salone Off e Salone Off 365. Tema conduttore sarà Le meraviglie d’Italia. L’anno dell’Expo di Milano offre infatti l’occasione di ripercorrere il nostro rapporto con l’immenso patrimonio artistico, architettonico, letterario, musicale, linguistico - compresi il design, la moda, il cinema, la fotografia - del nostro Paese. Guideranno questa rilettura studiosi e divulgatori, storici dell’arte, scrittori, fotografi: Andrea Carandini, Flavio Caroli, Philippe Daverio, Vittorio Sgarbi,

Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Melania Mazzucco, Cesare De Seta, Attilio Brilli. Il Paese ospite d’onore è la Germania, presente con un grande stand e molti autori dei generi letterari più diversi, anche a confronto con scrittori stranieri: Katja Petrovskaja, Markus Gabriel, Wolfgang Streeck, Günther Walraff. Non mancheranno divulgatori scientifici, autori per bambini e di graphic novel. Molto attesa anche una delle star della filosofia europea, Peter Sloterdijk, e il maggiore egittologo vivente, Jan Assmann. Regione Ospite d’onore 2015 è il Lazio; essere la Regione ospite significa in primo luogo sostenere la partecipazione degli editori laziali attraverso un bando dedicato. Presso lo stand sono previsti eventi quotidiani: dalle attività per i ragazzi in collaborazione con i Piccoli Maestri alle biblioteche, i musei, gli istituti culturali e i teatri del Lazio che si racconteranno al grande pubblico; agli aperitivi-reading a base di libri e prodotti enogastronomici offerti da Arsial (Agenzia regionale per

lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio). Fuori dallo stand si tratta il tema delle politiche culturali: l’Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio Lidia Ravera dialogherà i protagonisti della scena politica italiana, da Dario Franceschini a, Nicola Zingaretti. In occasione dei 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, Lidia Ravera presenterà inoltre un evento/omaggio con Fabrizio Gifuni. Per tutti gli appuntamenti e le informazioni visitate il sito www.salonelibro.it.

Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 13


: Appuntamenti

Letterari

Nasce Arf!, nuovo festival del fumetto e dello storytelling

Roma, 22-24 maggio 2015 Dal 22 al 24 maggio, all’Auditorium del Massimo di Roma, sbarca la prima edizione di ARF! festival dedicato alla narrazione per immagini: fumetto, illustrazione e graphic novel. La rassegna è stata ideata e organizzata da Daniele Bonomo, Paolo Campana, Stefano Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi - disegnatori, sceneggiatori e designer - per riportare nella capitale un modello di festival che renda nuovamente protagonisti gli autori, gli editori e i lettori. Tre giorni di attività, dalle 10 alle 20, con più di settanta tra i migliori fumettisti italiani. Quattro grandi mostre in esclusiva con Gipi, che ha realizzato la locandina ufficiale del Festival, Zerocalcare - entrambi in mostra con le tavole inedite dei loro prossimi libri, presentate in esclusiva e in anteprima nazionale. Una retrospettiva sarà completamente dedicata a Valentina, l’immortale personaggio di Guido Crepax, che quest’anno festeggia il 50° anniversario dalla sua prima pubblicazione. Presenti gli espositori di alcune delle più importanti case editrici italiane di fumetto, librerie specializzate e scuole di comics. Ingresso gratuito fino a 12 anni. www.arfestiv.al

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Graffi: Festival del fumetto e dell’illustrazione di realtà

Celle Ligure, 28 maggio-2 giugno 2015 Graffi è un festival di fumetto e illustrazione di realtà promosso dal Comune di Celle Ligure, con il contributo della Fondazione Agostino De Mari - Cassa di Risparmio di Savona, nato da un’idea e con la collaborazione di Alex Raso, Valentina Biletta e all’associazione culturale Librialsole. L’evento, attraverso le graphic novel, affronterà con sensibilità, ironia, coscienza temi quali la legalità, l’impegno civile, il rispetto del pianeta, i personaggi che hanno dedicato la vita al bene della società, gli eventi che hanno segnato la nostra storia, le malattie che condizionano il mondo moderno. Il progetto rientra nell’ambito della manifestazioni culturali di impronta sociale promosse da anni dal Comune di Celle Ligure. Forte il collegamento con la manifestazione Libri al Sole che si tiene a luglio e che giunge quest’anno alla decima edizione. La manifestazione si terrà dal 28 maggio al 2 giugno 2015. Qualche accenno del programma: dal 28 maggio al 2 giugno presso la Sala Consiliare e presso lo Spazio 22 di Leony Mordeglia alcune mostre di fumetto e illustrazione. Dal 30 maggio al 2 giugno, sempre negli stessi spazi mostra mercato di editoria del fumetto di realtà. Durante la settimana vi saranno incontri con le scuole a cura dell’Associazione Libera, un workshop con lo sceneggiatore Sergio Badino e un incontro con Paolo Mottura, nota copertina di Topolino. Il 30 maggio Spettacolo “Dentro gli spari” di e con Giorgio Scaramuzzino, un monologo tratto dal romanzo di Silvana Gandolfi “Io, dentro gli spari” – (Salani) Premio Andersen 2011. Il 31 maggio durante tutta la giornata esposizione in via Boagno di fumettisti e illustratori tra i quali Alessandro Parodi e Fabrizio Longo; Roberto Lauciello Valentina Biletta; Alex Raso, Simone Alfarone. La serata affronterà il delicato argomento dell’Alzheimer. A seguire la proiezione di “Arrugas”, il film d’animazione tratto dalla graphic novel di Paco Roca edita in Italia da Tunuè. Lunedì 1° Giugno è previsto un incontro con il procuratore antimafia Gian Carlo Caselli e Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato.


Sublimar: nutrire l’anima, energia per lo spirito

Milano, 5-7 giugno 2015 Dal 5 al 7 giugno 2015 torna a Milano la seconda edizione di Sublimar, il festival di editoria religiosa. Nel suggestivo chiostro del Museo Diocesano troveranno posto gli stand dei principali editori internazionali del settore.
Questi apparterranno a tutte le più grandi correnti religiose oggi presenti: Cristianesimo nelle sue varie forme (cattolico, ortodosso ed evangelico), Ebraismo, Islam, Induismo, Buddismo, Taoismo e gruppi minori purché davvero spiritualmente orientati.

Ogni operatore potrà presentare la propria proposta editoriale tramite apposite conferenze, che si alterneranno a dibattiti interconfessionali su determinate tematiche.
Quest’edizione ha luogo in corrispondenza con Expo, e il suo tema non può che essere il Nutrimento.
 Perché… non di solo pane vive l’uomo – e I libri diventano così pane per l’anima. Il Festival della Letteratura di Tutte le Religioni è organizzato dalla F.F.M.Onlus, associazione di persone che dedicano, oggi come ieri, ampi stralci della vita al dialogo interreligioso. Al suo interno giornalisti, studiosi, religiosi, persone di cultura e di spettacolo o semplici “uomini di buona volontà”. www. sublimar.it

EDIZIONI

anniversario 2005-2015

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In costiera il turismo riparte dalla cultura Costiera amalfitana, 5 giugno – 11 luglio 2015

..incostieraamalfitana. it riparte da 9. Quella che, infatti, prende il via a fine Maggio, sotto l’auspicio del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali, ed i patrocini non onerosi, tra gli altri, di Milano Expò 2015, per alcune Sezioni della kermesse letteraria, e del Club “I Borghi più belli d’Italia”, è la 9a edizione della Festa del Libro in Mediterraneo. E riparte dalle collaborazioni importanti con l’Association Internationale Critiques Litteraires, l’Università della Tuscia di Viterbo, Libera contro le mafie. Cerimonia di apertura il 5 Giugno presso il Relaxing Pool “Le Nereidi” di Amalfi; chiusura l’11 Luglio nei Giardini di Villa Guariglia, a Vietri sul Mare, con la consegna del Premio costadamalfilibri; passando attraverso “La Notte dello Stile Mediterraneo”, il 7 luglio, nella Grotta dello Smeraldo a Conca dei Marini, con le eccellenze culturali ed enogastronomiche del nostro Mezzogiorno. A fare da cornice ad uno degli appuntamenti culturali più attesi della prossima estate, i salotti con 32 autori di novità letterarie nelle suggestive location di Amalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Scala, Vietri sul Mare, e nelle librerie di Salerno. E poi i concorsi, da quello rivolto ai ragazzi/e delle Scuole Medie Superiori “Scrittore in…banco”, con la collaborazione di Ipernetwork Team Salerno e di ABE edizioni, ai Premi nazionali di VideoPoesia “Giuseppe Di Lieto”, di Cinematografia “Libri in…corto”, di Poesia “Giardino Segreto dell’Anima”. Gli appuntamenti con l’Alta Moda, l’Arte, il teatro con “Libri in…scena”, i gemellaggi con Festival della Letteratura e Premi Letterari. “..incostieraamalfitana.it è ora un brand che ha la pretesa di affermare il prodotto “Cultura Costa d’Amalfi” in ambiti ampi e costruttivi,” - sottolinea Alfonso Bottone, direttore organizzativo della Festa del Libro in Mediterraneo - “perché la Cultura è turismo, è economia, è occupazione”. La 9a edizione dell’evento sarà interamente dedicata a Reyhaneh Jabbari, la giovane iraniana impiccata per l’uccisione dell’uomo che voleva stuprarla.

www.edizionienea.it

Leggere non è mai stato così naturale

Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 15


: Rassegna

P

agine scritte, lette, recitate, raccontate, narrate e gustate: dal 12 al 14 giugno a Ragusa si festeggiano i libri con “A Tutto Volume”. Il festival letterario, concepito dalla Fondazione degli Archi e patrocinato dal Comune di Ragusa, è sostenuto da importanti partner privati e si realizza anche grazie a una forte e originale spinta popolare: il “Comitato per A Tutto Volume”, costituito da un gruppo di cittadini impegnati ormai da tre edizioni a convogliare risorse umane ed economiche per il successo della manifestazione. Confermati per il sesto anno autori di spicco del panorama editoriale italiano: da Gherardo Colombo a Natalia Aspesi, da Antonio Caprarica ad Andrea Scanzi, da Michela Marzano a Massimo Fini, da Chiara Saraceno a Tiziano Scarpa, solo per citarne alcuni. Notevole anche la lista degli editori presenti: Bompiani, Chiarelettere, Donzelli, Effige, Feltrinelli, Garzanti Libri, Giunti, Il Saggiatore, Longanesi, Marsilio, Mesogea, Mimesis, Mondadori, Piemme, Ponte alle Grazie, Rizzoli, Sellerio, Sperling & Kupfer. Pluralità di voci, generi e temi per appagare tutti i gusti dei lettori, adulti e bambini, molti dei quali affezionati da tempo al festival. Ai più piccoli sarà dedicato uno spazio per ascoltare e condividere le fiabe più belle fresche di pubblicazione. Le conversazioni con gli autori si terranno tra le meraviglie del barocco ragusano, nelle piazze, nei vicoli, nei palazzi storici e in luoghi normalmente non destinati a iniziative culturali. Il libro è l’attore principale: nelle tre serate salirà sul palcoscenico dove gli incontri tradizionali diventano reading, momenti di musica e spettacolo, una delle novità della sesta edizione. A lui si ispirano le installazioni artistiche urbane e le mostre d’arte disseminate per la città. Il direttore organizzativo Alessandro Di Salvo esprime soddisfazione per una delle rassegne letterarie più riuscite: “Le cinque edizioni precedenti hanno riscontrato un successo sempre crescente, facendo della manifestazione un appuntamento imperdibile non solo per gli amanti della lettura, ma anche per tutti coloro che hanno sentito e vissuto una terra in fermento, aperta e orgogliosa di aver puntato sulla cultura e sulla qualità”.

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L Ev

Weekend a Ragusa A Tutto Volume

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Dal 12 al 14 Giugno si rinnova A Tutto Volume, l’interessante festival letterario di Ragusa.

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A Tutto Volume ha un’identità forte e uno scopo ben preciso: far vivere ai visitatori un weekend all’insegna della cultura, della bellezza architettonica e del buon cibo, il giusto mix per gli amanti del turismo culturale. Tra i monumenti patrimonio dell’Umanità inseriti dall’Unesco nella Heritage List, scrittori e lettori si incontrano non solo in occasione degli appuntamenti in programma, ma anche la mattina a colazione o passeggiando per le vie della città. Gli incontri si svolgeranno in diversi punti del centro storico di Ra-

gusa Superiore, intorno all’imponente Cattedrale di San Giovanni Battista e di Ibla - il quartiere antico dall’anima barocca. Inoltre è l’occasione ideale per scoprire i prodotti tipici e la cucina locale, rinomata a livello nazionale grazie alla presenza in città di ben tre chef stellati. Nel programma della rassegna è inserita anche la sezione Extra Volume che dà spazio, in modo spontaneo, al fermento culturale del territorio. Radio Capital e la testata online “Gli amanti dei libri” sono media partner dell’evento.

Federico Costagli, nato a San Miniato (PI) nel 1988 e da sempre interessato alla scrittura, studia medicina all’Università di Pisa e scrive tra una lezione di neurologia e una di ortopedia. Il Mistero del Tappo nell’Oceano, scritto e illustrato all’età di 13 anni, stampato in pochissime copie nel 2002, viene pubblicato questa volta, rivisto e colorato, per un più ampio pubblico di giovani lettori.

ISBN 978-88-7841-924-7

9 788878 419247

Prezzo € 13,00 (IVA inclusa)


Burracomania Un viaggio tra Gioco, Ricette Racconti e Interviste

il linguaggio del vento di Rosa Barretta Martusciello

prefazione di Lorenzo Orsini

di Anna Maria Giglio e Graziella Casamenti

intervengono gli autori Conducono l’editore Alessandra Ulivieri, Carla Lombardi, Daniela Monachesi e Daniela Quieti

Lorenzo Baggiani Nadia Balduini Bentivoglio Rosario Bevacqua Pier Sarre Borio Evoluzione - La saga del Trio L’Eden del cuore Diario di una difesa ovvero La notte delle lanterne e altri racconti l’innocenza del mostro

Giancarlo Beconcini Ritorno alla natura

TIMUR LENK

Per un regime che vede il suo potere minacciato dalla sopravvivenza delle religioni, è giunto quindi il momento di eliminare il problema alla radice. Per questo, quattro commandos ben addestrati sono pronti a recarsi nel passato fino all’anno 33 dopo Cristo, con una precisa missione da compiere. Impedire la morte sulla croce di un uomo chiamato Jeshua...

Le zaqare

ISBN 978-88-7841-936-0 ISBN 978-88-7841-916-2

Pre o

Poesie

Prezzo € 22,00

e gli altri animali

Re gatto

Luciano Cimino

Jacaranda

Il quadrifoglio

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788878 419155 ISBN 978-88-7841-915-5

RE GATTO E GLI ALTRI ANIMALI

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...Oggi sento nel cuore un vago tremore di stelle... e le rose sono bianche, bianche come la mia pena...

Federico Costagli ore 14,30

ANTOLOGIA

Prezzo € 15,00 (IVA inclusa)

La volpe e l’uva

F.G.L.

In copertina: Elaborazione grafica dell’autore

...Oggi sento nel cuore un vago tremore di stelle...

di Federico Costagli

Favole alfabetiche

IBISKOS-ULIVIERI

La volpe e l’uva

L’ABC racconta...

FAVOLE ALFABETICHE L’ABC racconta...

Il mistero del tappo nell’oceano

In copertina e all’interno illustrazioni di Chira

DANIELA MONACHESI

“In fondo al mare tu non sai mai quel che puoi trovare: tesori nascosti, velieri affondati oppure anche un tappo circondato da una città marina in cui vivono degli strani esserini”

FAVOLE ALFABETICHE

L’ABC racconta... di Daniela Monachesi

Daniela Monachesi ore 16,30

AA.VV. Dizionario degli Autori Contemporanei IBISKOS-ULIVIERI

DANIELA MONACHESI

Chira nasce nella provincia di Macerata, anno 1988. Dopo il liceo classico frequenta il quadriennio di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, si diploma nel 2012. Continua a studiare frequentando corsi di illustrazione, fumetto, animazione e a dipingere. Nel 2014 espone al Centro Sociale Sisma di Macerata, alla Biblioteca L. Benincasa di Ancona, alla Biennale degli Artisti Indipendenti di Liverpool, alla Fiera Internazionale Parallax di Londra. Si appassiona anche all’animazione e visual mapping. Presenta un’istallazione pittorico-animata alla Galleria O. Licini di Ascoli Piceno. www.chirastudio.com

788878 419155

In copertina: Studio-dipinto per Mostra personale di Graziana Ulivieri Museo Leonardiano - Vinci - FI - Italy N° 1 dipinto in Mostra Istituto Cultura Italiano Bruxelles Belgio

ULIVIERI

Lunedì 18 maggio presentazioni

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AA.VV. ...Oggi sento nel cuore un vago tremore di stelle...

Luciano Cimino Il viandante dei sogni

Bookstock Village laboratori - arte - illustrazioni - autori

Jacaranda In copertina: elaborazione grafica di Amalia Santopio

In copertina: Studio-dipinto per Mostra personale di Graziana Ulivieri Museo Leonardiano - Vinci - FI - Italy N° 1 dipinto in Mostra Istituto Cultura Italiano Bruxelles Belgio

Orietta Palma Notari Fritto misto a cavallo del tempo

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ANTOLOGIA Jacaranda

Re gatto

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RE GATTO E GLI ALTRI ANIMALI

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ANTOLOGIA

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AA.VV. Agenda 2015

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In copertina: elaborazione grafica Photochrome

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ISBN 978-88-7841-932-2

Roberto Orlandini Figlio del tempo

....OGGI SENTO NEL CUORE UN VAGO TREMORE DI STELLE...

Il Viandante dei sogni

con quattro fotografie dell’autore + 1

Azelio Ortali Ammaestrare

Daniela Monachesi Di carità scolpite orme

...E non sorprende che il poeta pronunci, gridi, anzi, tramite l’urgenza espressiva del verso, il suo inesorabile messaggio di condanna verso le innumerevoli facce dell’odio umano, dalla violenza domestica all’inquinamento radioattivo, dai soprusi infantili alla follia delle guerre combattute a nome di tutto / religione, potere, denaro. La giustizia, la solidarietà, la fede sono le più elevate forme d’amore che l’uomo possa concepire, perché superano le barriere del vantaggio personale per divenire fondamento collettivo di un mondo migliore: questo il testamento che il poeta ci consegna, nell’auspicio che, nonostante le incertezze del vivere umano, nel futuro sia ancora possibile trovare una finestra di speranza / illuminata da una luce sempre accesa....

AZELIO ORTALI

AMMAESTRARE Foglie segnate Adele Natali

...Ma l’amore del poeta si traduce anche nell’affetto verso gli amici più cari, nella sensibilità per l’arte e la scrittura, espressioni visibili di un invisibile dialogo con il cuore, o nell’intimità con la natura, evocata come muta e benevola confidente dall’uomo maturo o contemplata con sguardo meravigliato dall’eterno fanciullo...

IL VIANDANTE DEI SOGNI - POESIE

Nato a Torino il 19 novembre 1961, dopo le scuole medie ha iniziato un ininterrotto percorso artistico che, con la frequentazione di corsi di pittura, scultura e arti applicate, lo ha portato al perfezionamento nelle varie discipline. Ha dato, in questo modo, sfogo alla passione che sempre lo ha animato. Da qualche anno si è avvicinato alla poesia e alla scrittura in genere: ha collaborato a giornali locali, sui quali sono apparse anche sue liriche. La sua poesia nasce dal profondo dell’animo e comunica messaggi di elevata moralità che coinvolgono l’intera umanità.

LUCIANO CIMINO

Luciano Cimino (fu Pasquale e di Amalia Santo Pio)

Daniela Quieti Quel che resta del tempo

ULIVIERI

“La Valigia Invisibile” Libro 29

AMMAESTRARE

In copertina: elaborazione computerizzata dell’autore

ULIVIERI

Timur Lenk La croce vuota

Jacaranda

Alfredo Lucifero Marco Minguzzi Requiem in Re Minore K. 627 per Epifanie Soli, Coro, Orchestra e Morte

Marianna Giordano Storia di una burrasca familiare

IBISKOS

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Bruno Ferrari Là... dove sorride il sole

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Lorena Falci Bianconi Una penna per Nelly

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Agenda 2015

Timur Lenk con il suo adorato Winston

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IBISKOS-ULIVIERI

no con ben 12 riconoscimenti letterari, di cui 4 primi premi assoluti e 3 premi speciali di giuria. Il suo successivo romanzo Alida. (Ed. Biblioteca del Vascello, 2005) si aggiudica il Premio “Giovanni Gronchi” 2006. È l’unico autore ad aver vinto due volte il prestigioso Premio “Il Molinello” per il racconto inedito (2003 e 2008). Nel 2007 il suo racconto La poesia di Guardacampo è stato premiato come il migliore nella storia del Premio “Domenico Rea”. Il suo romanzo Il giornalino di Tito (Bastogi, 2010) ha ricevuto numerosi riconoscimenti letterari, tra cui il Primo Premio “Firenze capitale d’Europa” 2010. In L’enigma di signorina nessuno (Ed. Ibiskos-Ulivieri) Timur Lenk si dedica alla ricostruzione di un fatto storico finora sconosciuto, e si aggiudica fra 516 concorrenti il Premio della Critica al concorso internazionale Pegasus (2013), nonché, per la seconda volta, il premio “Padus Amoenus”. Questo suo nuovo libro è scritto al di fuori del tempo e dello spazio.

AA.VV. Sulle ali del ricordo

LA CROCE VUOTA

Anno 2080 Nel corso di una riunione, il Presidente che regge le sorti di un mondo divenuto un’unica nazione annuncia al Consiglio Mondiale che i viaggi nel tempo sono ormai divenuti una realtà. LA CROCE VUOTA

REQUIEM in re minore K. 627 per SOLI, CORO, ORCHESTRA e MORTE

il Premio RAI GR2. Nel 2003 REQUIEM in reaggiudica minore 627Echi di pubblica la raccolta K. di racconti leggenda, d’amore, di fiaba (Ed. IbiskosUlivieri), che vince il premio “Padus per SOLI, CORO, Amoenus” 2005. Nel 2004 il suo romanzo Graffi e graffiti (Ed. Biblioteca del VascelORCHESTRA elo) èMORTE il libro italiano più premiato dell’an-

Lia Ciciliot La spuma del mare

Agenda 2015

Timur Lenk, nato nel 1951 alla congiunzione zodiacale del Cancro con il Leone. Scrittore per vocazione, ha una fede inAgave crollabile nella libertà, nell’amore e nella saggezza delle piccole cose. Esordisce nel nuovo millennio con l’opera La prima storia d’amore dell’anno 2000 che si

MARCO MINGUZZI

Marinella Cossu Celesti geometrie TIMUR LENK

MARCO MINGUZZI

Marco Minguzzi nasce a Firenze il 5 Giugno del 1959, lo stesso giorno in cui, sessant’anni prima era nato Federico Garcia Lorca, coincidenza questa che lo riempie di massimo orgoglio poiché, tra l’altro, il poeta andaluso è da sempre considerato dall’autore come un Maestro a cui rivolgersi con somma deferenza e che lui annovera tra i suoi fari culturali preferiti insieme a Cesare Pavese, Dante, Omero, Shakespeare, Rimbaud e Dostoevskij. Nel capoluogo fiorentino svolge la professione di Avvocato anche se, pur amando il suo “lavoro forense”, ritiene impossibile che un uomo realizzi compiutamente la propria personalità a colpi di arringhe, citazioni o comparse varie ma che tale “miracolo umano” possa compierlo invece solo l’arte in ogni sua declinazione, sia essa poesia, letteratura, musica, scultura, pittura etc. Ha pubblicato nel 1996 una raccolta di poesie per la casa editrice Il Ventaglio di Roma dal titolo Autopsia di un Sogno, e proprio in una di esse, egli va a constatare, con malcelata amarezza che “poeti e scrittori non lo si nasce e neppure lo si diventa…si è solo condannati ad esserlo!”

Un corpo riverso in una camera d’albergo con accanto una pistola: parrebbe un normale caso di suicidio. Ma chi è quest’uomo che si è tolto la vita? Un ancor giovane professore di filosofia che va a fare visita in una fredda mattina d’inverno al suo anziano maestro e si sente lanciare contro una sfida tremenda che suona come una maledizione. Accettarla può essere molto rischioso, ma M. non si tira indietro. Anche se ha poco, poco tempo per risolvere il mistero. Da quel plumbeo mattino di fine dicembre 20... inizia per il professor M. un viaggio inquietante dove realtà e allucinazione, sogno e incubo si interscambiano in un amplesso affannoso dove gemiti di piacere e sofferenza sono battuti sul pentagramma di un Requiem da alcuni misteriosi e inquietanti personaggi incontrati da M. Ma chi sono queste persone che quasi stregano M. nel suo tormentato viaggiare tra una Firenze innevata, triste e silente che s’incrocia e sovrappone ad una Parigi insofferente e rabbiosa? E che sta succedendo in quella camera d’albergo dove magistrato e polizia cercano d’identificare il corpo del suicida? In questa sfida giocata su un tremendo boulevard senza ritorno, M. non è solo. Ha un fedele compagno di viaggio che mai lo abbandona e lo sostiene in ogni attimo della sua galoppata verso... Angoscianti fili, come serpenti attorno a Laocoonte, a legare diaboliche scatole cinesi, fino a che M. la sera del... A proposito: ma chi è M.?

AMMAESTRARE

a)

La casa sullo scoglio

poesie di Patrizia Grossi Zolezzi

IbISkOS-ULIVIERI

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PAD. 1 D 44

SALA AVORIO ore 11,00

A volte le nuvole hanno la forma dell’amore

IL MISTERO DEL TAPPO NELL’OCEANO

88-7841-924-7

Autori in transito

14-18 MAGGIO 2015

FEDERICO COSTAGLI

Costagli, nato a San Minel 1988 e da sempre o alla scrittura, studia all’Università di Pisa e una lezione di neurolodi ortopedia. Il Mistero nell’Oceano, scritto e il’età di 13 anni, stampato ime copie nel 2002, viecato questa volta, rivisto , per un più ampio pubovani lettori.

Lunedì 18 maggio 2015 - ore 11,00

ISBN 978-88-7841-920-9

9

788878 419209

Prezzo € 22,00 (IVA inclusa)

In copertina: elaborazione grafica Photochrome

AA.VV. Re gatto e gli altri animali

Via S. Lavagnini, 40 - EMPOLI (FI) Cell. 333 2474408 Tel. 0571 79807 - Fax 0571 700633 info@ibiskosulivieri.it - www.ibiskosulivieri.it Distribuzione Diretta


: Incontri

Il mio nome è Fiorello, Catena Fiorello È la sorella di Rosario e Beppe, i due idoli della televisione. Ma lei, pur avendola fatta per un po’, ha preferito lasciarla per dedicarsi solo alla scrittura. E pure se il cognome è ingombrante e i pregiudizi sono tanti, i suoi libri hanno molto successo. di Lucia Castagna

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a un nome importante e un cognome ingombrante, ma è fiera di aver superato i giudizi e i condizionamenti che potevano frenarla e ferirla e, forte di mente e di cuore, ha deciso di non farsi sfiorare da quello che potrebbe farle ancora male. Perché, se sei la sorella dei Fiorello, Rosario il mattatore degli show grandi ascolti e Beppe il protagonista di tante fiction di successo, sei sempre sottoposta al confronto, al riferimento familiare, a uno sguardo prevenuto, specie se vuoi fare la scrittrice e il tuo amore per la letteratura e il tuo ingresso nel mondo editoriale sono guardati con sospetto. Soprattutto perché sei donna, e in una società ancora troppo maschilista come la nostra, certi arroccamenti mentali sono difficili da superare. Ma lei è determinata, tenace nel suo orgoglio e indifferente al pregiudizio degli altri, e va avanti per la strada che ha scelto. “Perché, se hai una grande passione, senti una spinta interiore che non permette a nessuno di fermarti”. Poteva continuare con la tv, programmi scritti e condotti da lei come “Nati senza camicia” e “Blog – reazione a catena”, andati in onda con successo su Rai Due, o fare ancora l’autrice dei talk show domenicali, ma non le piace apparire, non si ritrova nel linguaggio piccolo e limitato del teleschermo, e ha scelto il suo mondo appartato di scrittrice, perché quello a cui tiene di più è il consenso dei suoi lettori, che la giudicano solo per le emozioni che trasmette con le sue parole e le sue storie. Con due fratelli un po’ giullari, che fin da ragazzi avevano sempre voglia di esibirsi, come è nata questa sua vocazione?

Fin da piccolissima ho sempre sen-

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tito la necessità di scrivere. Ma non ero la ragazzina col diario quotidiano, piuttosto mettevo per iscritto su un quaderno le frasi che mi venivano in mente. Come delle riflessioni occasionali, slegate le une dalle altre, che erano lo specchio dei miei pensieri ballerini. Leggevo, divoravo libri, anche se a casa c’erano pochi soldi per comprarli, e sognavo che prima o poi anche io ne avrei scritto uno. Ho studiato legge, senza mai pensare di fare l’avvocato, ma perché per scrivere serve cultura, formazione, preparazione, perché troppa gente si sveglia e dice oggi mi metto a scrivere un libro… Il libro che ti ha cambiato la vita?

Un giorno di felicità, di Isaac Bashevis Singer, il premio Nobel che io neppure conoscevo. L’avevo trovato in casa di un’amica e pensavo fosse la storia di un ragazzino siciliano, perché aveva una specie di coppola in testa, e invece era il kippah, il copricapo degli ebrei. Era un racconto bellissimo, quasi un diario del protagonista che scopre la sua vocazione di scrivere e di reinventarsi la favola della vita nella miseria e nell’angustia desolante del ghetto di Varsavia, dove la famiglia Singer si era trasferita prima della sciagurata Seconda Guerra Mondiale. E un giorno hai cominciato a scrivere il tuo libro…

Era Nati senza camicia, venti interviste a personaggi famosi che hanno cambiato il loro destino con la sola forza di volontà. Non era il romanzo a cui già pensavo da tempo, ma una “prova di scrittura” in libreria, visto che già collaboravo con alcune testate giornalistiche. Poi la Rai mi propose di condurre una serie di incontri proprio con i protagonisti del libro, e gli ascolti furono così incoraggianti che subito arrivò Blog – reazione a catena. Ma la televisione non era il mio ambiente, la mia vocazione, e così l’ho lasciata per dedicarmi solamente alla scrittura.

E allora è arrivato il primo romanzo, Picciridda.

La storia di Lucia, una “picciridda” siciliana che, negli anni ‘50 e ‘60, vede i genitori emigrare in cerca di fortuna, e lei, come tanti bambini, è affidata ai nonni e agli zii. E mentre aspetta il loro ritorno e una carezza che non arriva mai, sente il disagio di guardare le famiglie “normali” attraverso lacrime e sorrisi… È un romanzo a cui sono molto legata, perché dentro ci sono le mie emozioni, i miei sentimenti, la mia

terra, i ragazzini che siamo stati anche noi… E il prossimo anno, a dieci anni dalla sua uscita, voglio ripubblicarlo con una nuova veste grafica, perché tutti i miei nuovi lettori, quelli che mi seguono con amore fedele, possano leggerlo. Poi sono venuti altri titoli di successo…

Casca il mondo casca la terra, Dacci oggi il nostro pane quotidiano, Un padre è un padre, che ancora adesso, a ogni presentazione, mi regalano il calore della gente. Ma i critici mi ignorano, qualcuno dice che scrivo libri per commesse, con tutto il rispetto per la categoria, e per

conquistare i loro consensi dovrei essere pallida, di sinistra, portare golf con le maniche lunghe un po’ slabbrate e frequentare solo certi salotti. Poi, però, è successo che qualcuno si è incuriosito, ha letto qualcosa, e mi ha fatto i complimenti, scusandosi per il pregiudizio. Adesso è pronto per l’uscita il mio ultimo lavoro, una bellissima storia d’amore fra due persone grandi, perché non mi piace dire anziane, e con il loro amore salveranno quello di due giovani… Potevo scrivere un libro di sesso, oppure un giallo con tanti morti, ma sono fiera di essere un outsider. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 19


: Nobel

Böll e la Germania tra guerra e ripresa Heinrich Böll, coscienza critica della Nazione, ha utilizzato la satira per i suoi j’ accuse della società opulenta e ha dato voce agli ultimi sia nei racconti che nei romanzi. di Cesira Fenu

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einrich Böll (Colonia, 1917 – Bonn, 1985), scrittore Nobel nel 1972, ha dato voce agli ultimi, sia nei racconti nei quali eccelse che nei romanzi. Coscienza critica della Nazione, ha utilizzato lo strumento caustico della satira per i suoi j’ accuse della società opulenta. Prime prove sono racconti ma egli balzò alla notorietà nel 1949 col romanzo Il treno era in orario (Mondadori). Böll descrive la guerra vista dai tedeschi, in questo caso dal giovane Andreas che, partito in treno da una città renana per il fronte orientale, sa che tra Leopoli e Cernovcy morirà. Conta i giorni sul treno che, riempiendosi e svuotandosi di soldati ad ogni stazione, attraversa la Germania. I toni della narrazione sono smorzati, linguaggio piano, l’autore rende l’atmosfera lontana dalla retorica di regime. È la guerra vissuta dai soldati, dall’uomo normale col suo bagaglio di paura, affetti, emozioni, pensieri. Così Andreas sa che morirà tra pochi giorni e il treno in orario, ripetuto in ogni stazione, allude all’appuntamento con la morte. Pagine intrise di profondo lirismo. Anche il paesaggio autunnale che sfila dai finestrini sembra assumere il tono dimesso, malinconico della narrazione. Quasi rassegnato, Andreas sa che non rivedrà la Germania, né quei luoghi, il Reno, vedrà invece l’infinito e grigio orizzonte polacco. Morirò prima della fine della guerra, riflette. Tragedia incombente: di un popolo, del mondo e individuale. Il tema della guerra è fondamentale in Böll, reduce da vari fronti. Egli mette la Germania di fronte alle sue responsabilità. L’occhio di Böll si fissa su particolari, oggetti e persone fruste e logore, sudicie, su aspetti della realtà di miseria e guerra di cui dà descrizione minuziosa. Andreas nel postribolo do-

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ve conosce Olina, l’amore vero di due anime destinate ancor prima di nascere a incontrarsi, nota lo squallore che gli sta attorno. La tovaglia sudicia, la tappezzeria smangiata. Ma da questo squallore emergono i sentimenti più puri tra i due giovani. E Olina, cercando di salvare la vita di Andreas, finirà per essere pedina nel gioco che determinerà la morte di tutti. Böll denuncia la delirante idea della grande Germania, il Nazismo, lo sterminio degli ebrei. Altro aspetto presente è la religione, la preghiera semplice, spontanea di creatura che si affida e che, come Andreas, prega per gli ebrei della Galizia, terra di terribili pogrom, e di Leopoli sua capitale. In Viandante se giungi a Spa…(Mondadori), serie di racconti (1951), a tratti i personaggi appaiono deformati, grotteschi, come ne L’uomo dei coltelli, dove protagonista e pubblico sembrano appartenere alle composizioni espressioniste di Grozs e Dix. Il pubblico è come assetato di sangue. È un mondo a parte, una realtà da baraccone, come se la finzione fosse reale e il reale finzione. La Germania è un cumulo di macerie, materiali e ideali. È un mondo macerato, fracido, immerso nel fango, sotto una pioggia costante. Lo sguardo dello scrittore si posa sull’umanità che lo abita, dolente, miserevole e evangelicamente prende le parti degli affaticati e oppressi. E il paesaggio fa da controcanto alla misera condizione umana. Emerge la difficoltà di esprimersi dopo che il nazismo aveva inquinato la lingua e la vita culturale della Nazione. Böll si rifà alle short stories di Hemingway e a Remarque, Faulkner, Dos Passos. Egli ritiene che la guerra si superi sviscerandola in tutte le sue manifestazioni. Si parla di letteratura delle macerie. Poetica realista che richiama una nuova morale. Böll non descrive, registra la realtà scabra e opprimente che parla da sola. L’immane tragedia nei colori polverosi, nel mondo che pare in bianco e nero. I personaggi sono i reduci che non riescono a inserirsi nella società. Dov’eri, Adamo? (Bompiani) segue gli esempi succitati. La guerra è degli antieroi, è come una malattia. I personaggi sono angosciati dalla morte, unica via d’uscita. Guerra assurda, rende l’uomo impotente e alienato. La Germania della ripresa è ritratta

nel 1953 in E non disse nemmeno una parola (Mondadori). Si evidenzia la carenza di alloggi e la coabitazione che rendono difficile la vita matrimoniale di Kate e Fred che, pur amando la moglie, se ne va a dormire all’aperto. Kate si affida alla preghiera e porta avanti la famiglia. Denuncia del consumismo, della mercificazione e dell’ipocrita cattolicesimo ufficiale, il romanzo esalta gli ultimi e il Cristianesimo evangelico. Del 1963 è Opinioni di un clown (Mondadori). Romanzo arrabbiato, denuncia la classe dirigente tedesca. Hans, ateo, si fa clown e in questa veste martella sia il perbenismo della borghesia imprenditoriale e la sua connivenza col nazismo, sia la classe politica cattolica. Monologo drammatico. Il clown caustico, irriverente, ironico e malinconico è speculare al nano di Grass, questo sì, amorale. Il diverso, l’outsider rivelano, attraverso un’ottica rovesciata, altra, l’assurdità del mondo. Impegnato in prima linea, nel 1972 Böll ha ricevuto il Nobel per il capolavoro Foto di gruppo con signora (Einaudi).

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: Europa

È difficile in Italia parlare dei tedeschi Che Germania conosciamo, quella di Tacito, di Goethe, di Mann, di Beethoven, Wagner, di Kant, Hegel, di Bismarck, della repubblica di Weimar, dei banchieri di Francoforte? Chi sono i tedeschi di oggi? Intanto al Salone del Libro di Torino conosceremo i loro scrittori. di Angelo Sferrazza

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ochi sanno che in Italia scorre un fiume carsico che si chiama Germanico e che da secoli riemerge a distanza di decenni. Un paio di anni fa è successo. Con le acque sono riaffiorate anche una quantità di oggetti, cose fuori moda, da rigattiere, ma anche curiose. A chi si è gettato in acqua per recuperarle non è sfuggita una bella cornice con dentro un ritratto coperto di muschio e alghe. Ad una prima pulizia sembrò al maestro elementare del luogo, il più colto dei presenti, quello di Bismarck, poi ad una successiva pulizia di un altro signore, ma con i baffi molto, molto più piccoli di quelli del Cancelliere, alla fine qualcuno esclamò “ma è la Merkel”. Si proprio lei, Angela Merkel, per molti la responsabile di tutti i mali dell’Unione europea, da processare e da condannare al rogo! Quando il fiume esce alla luce si porta dietro oltre alle minuterie, luoghi comuni, preconcetti e feroci polemiche. Parlare dei tedeschi in Italia, è impresa ardua, che riesce a pochissimi. Nel nostro paese non si sa molto della Germania e del suo percorso politico e culturale dal 1945 ad oggi, da quel primo maggio quando Hitler si tolse la vita assieme ad Eva Braun e all’intera famiglia Goebbels. Su questo evento è utile leggere Gli ultimi giorni di Hitler dell’inglese H. R. Trevor-Roper, agente dell’Intelligence Service, che entrò fra i primi nel bunker, pubblicato in Italia da Mondadori già nel 1947. Che Germania conosciamo dunque, quella di Tacito, di Goethe, di Thomas Mann, di Beethoven, Wagner, di Kant, Hegel, di Bismarck, della repubblica di Weimar, dei banchieri di Francoforte? Chi sono i tedeschi di oggi? Ci aiuta nell’esplorazione Die Zeit che in una intervista al politologo Ekkehart Krippendorf 22 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015


alla vigilia delle ultime elezioni per il rinnovo del Bundestag. Scrive: “I tedeschi per la prima volta nella loro storia hanno la sensazione di essere un Paese moralmente integro, economicamente funzionante, decente sotto il profilo della giustizia, sul piano internazionale persino ammirato …“. Non è compiacimento, ma diffusa e radicata convinzione, i tedeschi sembrano infatti vivere quasi in uno stato di quiete, dopo la tempesta. Sciocco e disinformato chi nelle recenti polemiche anti-Merkel, ha usato toni e paragoni da osteria. I tedeschi hanno un vero terrore di quel passato, difese sempre alte, non solo sul piano politico e legislativo, ma soprattutto culturale, aiutati in questo da una stampa di alta qualità, autonoma e credibile. Quasi due anni fa è uscito un romanzo (pubblicato in Italia da Neri Pozza) Imperium di Christian Kracht, scrittore svizzero non immune da critiche. Racconta di un giovane nudista vegano, August Engelhardt, che agli inizi del secolo passato raggiunge un’isola del Pacifico, colonia guglielmina, per fondare una comunità di mangiatori di cocco, solo cibo che darebbe l’eternità. Romanzo di grande scrittura, ma nello stesso tempo di raffinata perversione intellettuale. Così il giudizio del critico dello Spiegel. Perché quando di parla di nudisti, vegetariani (lo era Hitler), il pensiero corre subito ad una delle fonti dove si è abbeverato il nazismo. Una corrente di pensiero con radici lontane, dalla comunità di Arona alla fine del XIX secolo, alla fondazione nel 1887 della colonia ariana di Nueva Germania in Paraguay da parte di Bernhard Föster, cha aveva sposato la sorella di Nietzsche. E i nudisti poi, con la loro Körper Kultur hanno dato un contributo non da poco alla teoria della razza ariana. Non sono pochi i romanzi finiti sotto la lente della stampa. Un altro è Lui è tornato di Timur Vermes, questa volta criticato con veemenza dalla Süddeutsche Zeitung. Naturalmente “lui” è Hitler. Ė Tranquilla la Germania? Diciamolo brutalmente: ci si può fidare? Questa sua vocazione alla difesa dell’ortodossia economica, non nasconde secondi fini? Certo la voglia di essere guida dell’Europa un po’ preoccupa, ma poi a ben vedere può essere benefica, perché risveglia gli altri Paesi della Ue e spinge al confronto, in verità non facile. La Germania ha ritrova-

to il suo ruolo di potenza del Centro, con ad Ovest i confini da secoli già fissati e che ogni volta violati hanno prodotto catastrofi spaventose. Ad Est pur avendo perduto immensi territori, mezza Prussia, la Slesia ed altro, con la caduta dell’Impero sovietico si è riaperto, con altri mezzi, la creazione di quello spazio vitale a cui da sempre i tedeschi avevano ambito. Certo per la Germania la Ue è un condominio un po’ troppo vivace, specie ai piani bassi. La tentazione di diventarne l’amministratore è forte. Non piace questa Germania a questa sola velocità. La Germania potrebbe dare molto di più. Il fatto che stenta a farlo, qualche timore lo provoca. Spaventa questa sua vocazione all’ubbidienza. Lo scrittore Peter Scneider, che da una utopica sinistra è approdato a posizioni più moderate, scrisse molti anni fa che i tedeschi si sono convertiti “con tutto il cuore” alla libertà solo per un atto di obbedienza. E ancora “ Gli americani volevano che noi imparassimo ad essere liberi. E, poiché da questa parte comandavano loro,per noi era un

ordine che andava che scrupolosamente eseguito”. Commento Saverio Vertone in Il ritorno della Germania (Rizzoli 1992) all’indomani dell’unificazione “Tutto fa pensare che i tedeschi abbiano obbedito con entusiasmo, se è vero che fino a oggi (o ieri) la Germania è stata la democrazia più stabile, più condivisa, più garantita dell’intero Occidente”. Sono passati venticinque anni. Ancora lo è.

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: Storia

I

l saggio introduttivo a Iena. Diario di un partigiano dietro la Linea Gotica in Garfagnana di Giuseppe Lazzarini (Tra le righe libri), “I piccoli maestri. Un ritratto del movimento partigiano italiano” dello storico Andrea Giannasi, ripercorre la storia della Resistenza italiana e l’esigenza di ricostruire contorni e cornici. Questo perché è più che mai urgente porre all’attenzione del lettore la questione dell’attualità della Resistenza. Un mondo da troppi anni sotto un attacco pericoloso, composto da ignoranze e amnesie. Eppure non possono trovarsi in discussione i valori di chi scelse il campo più difficile; di coloro che compresero che la libertà e la democrazia sono valori che albergano nell’intimo di ogni uomo. Uomo che anela alla condivisione e non alla divisione; alla pace e non alla guerra; alla fraternità; all’eguaglianza. La Resistenza fu spesso scelta intima, personale, individuale, che si scontrò contro la ferocia del razzismo e dell’annientamento. La politica, l’ideologia vennero dopo, quando il mondo resistenziale divenne oggetto cristallizzato con finalità partitiche. Prima di ogni scelta ideologica fu il sospiro della liberta ad animare le scelte. E Giannasi nel suo saggio parte proprio da cosa vuol dire “essere partigiano”. Bisogna tornare all’11 febbraio del 1917 quando uscì a Torino un numero unico di un giornale dal titolo “La città futura”. Si trattava di un lavoro edito dalla Federazione giovanile piemontese del Partito Socialista. Antonio Gramsci curò per intero la stesura del giornale, che aveva lo scopo di “educare e formare” i giovani socialisti alla “disciplina politica”, alla

Colpevoli ignoranze e pericolose amnesie È destinato ad aprire un nuovo dibattito il saggio introduttivo al libro “Iena. Diario di un partigiano dietro la Linea Gotica in Garfagnana” di Giuseppe Lazzarini (Tra le righe libri). di Girolamo Terracini

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solidarietà e alla vita organizzata del partito. Ecco l’embrione sociale, ecumenico, collettivo del mondo partigiano che l’autore poi esamina raccontando di bandiere, dell’abbigliamento dei combattenti, dei nomi di battaglia, della fame, dei simboli di riconoscimento e del valore identitario della galassia resistenziale. Arrivando fino al comprendere il pensiero partigiano attraverso le lettere di condannati a morte della Resistenza. Sono decine le ultime lettere e quasi tutte avvolgono, quasi abbracciando idealmente, i valori di Patria, di Libertà, di Onore, di Fedeltà, nei quali avevano creduto e avevano combattuto. Quei partigiani figli del fascismo, nati ed educati nel culto della violenza, della prevaricazione, mantengono inalterati i concetti primari imparati fin da bambini, ma trasformandoli in soggetti vivi e positivi. Ecco la bontà della democrazia, della condivisione, dell’anelito alla libertà. I partigiani sono italiani; arrivano dal Ventennio, hanno indossato l’unifor-

me da Balilla, e poi da Avanguardista, sono state piccole italiane e hanno gioiosamente vissuto le esercitazioni del sabato fascista. Goduto della Befana di Mussolini, amato persino l’idea di essere partecipi di una grande nazione quando nel 1936 fu proclamato l’Impero. Ma alla fine scelsero la libertà fondando le proprie azioni nei valori della Resistenza. L’urgenza, che richiama lo storico Andrea Giannasi, è alla fine quella di far tornare centrale il ruolo dei valori resistenziali. Per questo il mondo partigiano deve tornare a vivere senza mascheramenti, orpelli, scenografie o bandiere univoche. Tornare ad essere quella bacinella condivisa non solo

perché unica, ma perché contenitore riconosciuto da tutti come luogo all’interno del quale alberga il seme della nostra democrazia. E il passo da compiere, secondo l’autore, è semplice. Basta leggere la Costituzione italiana per trovare i valori per i quali combatterono i partigiani dall’8 settembre 1943 al 25 aprile del 1945 (senza dimenticare gli antifascisti che subirono le violenze fin dal 1919). In definitiva riconoscere come bene fondante e collettivo il fatto che l’Italia con il piccolo mondo resistenziale offrì una risposta non solo armata – che comunque fu vitale perché impegnò molte unità che i nazifascisti avrebbero potuto dispiegare sul fronte – ma anche culturale, civile, sociale, storica. L’Italia attraverso i partigiani ha riscattato il fascismo, il razzismo, i massacri in Etiopia, le leggi razziali, l’appoggio al nazismo e alle stragi della soluzione finale. “Per questo oggi – conclude Andrea Giannasi – non possiamo dirci italiani, se non riusciamo a condividere quei valori, che albergano nella Costituzione, nati tra le fila di maldestri, variopinti e scalcinati patrioti”.

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: Storia

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I segreti del re di Danimarca Dario Fo ricompone in forma romanzata i fatti, gli amori, i tradimenti, gli intrighi di potere ai tempi di Cristiano VII. di Mimmo Mastrangelo

S

ulla falsa riga de La Figlia del Papa, è semplicemente eccezionale il racconto che ci regala Dario Fo in “C’è un re pazzo in Danimarca” (Chiarelettere, pagine 144, euro 13,90). Da una ricerca fatta dal figlio Jacopo sui sovrani danesi del settecento e grazie al ritrovamento di documenti inediti, Fo ha potuto ricomporre, in forma romanzata, la storia del re di Danimarca e Norvegia, Cristiano VII (1749 - 1808), insieme ai fatti, agli amori, ai tradimenti, agli intrighi di potere e alle politiche di governo che si susseguirono durante la sua monarchia. Cristiano VII divenne sovrano a diciassette anni in

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seguito alla morte del padre Federico V, non riuscì a tenere la guida del regno a causa di forti stati di malessere che lo facevano apparire pazzo ai sudditi e lo tenevano lontano per lunghi periodi dalle pubbliche vicende. Ma consapevole delle avidissime mire di potere della crudele (e bellissima) matrigna, Giuliana Maria di Brunswisck-Luneburg, decise di nominare come primo ministro del governo il suo medico Johann Friedrich Struensee. Il quale oltre a diventare l’amante della moglie del re, Carolina Matilde di Gran Bretagna, si rilevò, con sorpresa di tutti, un politico illuminato che, tra l’altro, promulgò la libertà

di pensiero e scrittura, eliminò la tortura, sancì la fine della schiavitù nelle colonie d’Oriente. Riforme, insomma, degne di uno Stato moderno e civile… Con il colpo stato della regina-madre e di altri congiurati a lei vicino, Carolina verrà allontanata dal marito (e dai figli) ed esiliata, mentre il suo amante sarà arrestato ed impiccato. Ma il processo di trasformazione avviato nel regno danese dal dottor Struensee non si arresterà, prenderà camminare su altre gambe, infatti sarà il piccolo principe Federico, figlio di Cristiano, a dare continuità ad un’ opera di governo riformatrice (meglio, rivoluzionaria) che sancirà pure l’abbattimento dei privilegi di casta, la promozione della cultura, il diritto del popolo all’istruzione e all’emancipazione da una condizione sottomessa. Seguendo il registro di un’appassionante saga familiare in cui prendono respiro macchinazioni e soperchierie, bisogna dar atto a Dario Fo che col suo lavoro ci fa conoscere uno spicchio di storia di uno Stato, il quale pur ritrovandosi ai margini dei potentati dell’Europa dell’epoca, verrà attraversato da eventi straordinari che, in sostanza, anticiperanno nella storia degli uomini la portata politica, sociale della stessa Rivoluzione Francese. C’è un re in Danimarca è certamente la storia di un ideale di governo e di politica che si realizza, la narrazione del sogno di un processo rivoluzionario che si avvera ed apre inedite svolte. Romanzescamente argomentando le pagine dell’opera potrebbero apparire quelle classiche di un racconto a lieto fine, con i buoni che vincono sui cattivi, invece fa bene Dario Fo a rimarcare che negli accadimenti della Danimarca del XVIII secolo, nella storia del re pazzo “vincono gli uomini che hanno da parte loro la forza della ragione”. E, aggiungiamo noi, fede.


: Due

donne

L

’avevo incontrata per un’intervista anni fa a Roma, quando Voland si trovava nel quartiere Monti. Lei aveva l’aria di una scolara in attesa dell’inizio delle lezioni, composta e incantevole nel suo vestito nero con tuba d’ordinanza. Aveva parlato di Una forma di vita in modo generoso e fluido, attenta a rivolgersi verso il mio registratore, antiquato supporto tecnico per raccogliere le sue preziose parole. Tornata a casa avevo svolto l’intervista, e pur faticando un po’ in alcuni punti, quando i rumori di fondo coprivano la sua voce o lei andava troppo spedita, mi ero gustata quel suo francese leggero e personale. Ecco poi che, qualche tempo fa, torna a Roma col suo Pétronille (il 21°, con al centro l’amicizia al femminile e la passione per lo champagne); ma in quei giorni io non ci sono, quindi propongo un’intervista via mail, prassi comune oggi, anche se niente vale una chiacchierata a tu per tu. Comune ma inattuabile con Amélie perché - dimenticavo! - lei non usa computer, dunque niente posta elettronica. Non rimane allora che inviare le domande a Voland, che le farà avere al suo agente francese e…miracolo (delle poste e di Amélie) in tre giorni tutto mi torna indietro: le risposte vergate a mano, con un inchiostro azzurro chiaro e una grafia elegante, d’altri tempi… Davvero se si scrive ad Amélie Nothomb si ottiene sempre una risposta?

Rispondo a tutto quello che non sia maleducato o stupido. E davvero la risposta lei la scrive a mano, affranca la lettera e la imbuca?

Sì. Non conosco altre maniere.

Non voglio svelare nulla, ma si può dunque ragionevolmente pensare che la storia raccontata in Pétronille sia autobiografica?

La prima metà lo è. La seconda è più di fantasia. Il Melvin di “Una forma di vita” le scriveva: “i suoi libri mi parlano”. Lo stesso accade a Pétronille. Dunque è questo uno dei segreti del suo successo, saper parlare ai lettori?

Suppongo di sì. È molto misterioso anche per me. Quali sono le “cattive maniere” dei letterati che Pétronille non sopporta e per le quali parte da Parigi?

La presunzione, la maldicenza, il fatto di credersi il centro del mondo.

Adoro la sua ironia, sì, mi sono molto divertita, come spesso mi succede con i suoi libri. Ma stavolta mi sono anche un po’ commossa… Pétronille ha fatto

Tra amicizia e champagne Intervista ad Amélie Nothomb in occasione della pubblicazione del suo ventunesimo romanzo Pétronille (Voland). Una storia metà autobiografica e metà di fantasia. di Patrizia Tagliamonte

per caso uscire allo scoperto la parte più sentimentale di Amélie?

Il tema è l’amicizia. In amicizia sono sentimentale quasi quanto in amore. Può confermarmi che la sua tenuta da scrittura è una sorta di “pijama” antinucleare giapponese? E quali altri sono i suoi riti quando scrive, se ne ha?

Sì. E ho solo un’altra mania: ho bisogno d’avere le mani pulite.

Lei è responsabile della caduta di un mio grande mito: davvero Vivienne Westwood è quella vecchia e detestabile punk che descrive?

Sì. Ma non è ammirevole essere tan-

to incredibilmente spiacevole?

Da londomane quale sono faccio fatica a credere che lei detesti Londra… Nel frattempo si è un po’ ricreduta o è rimasta della sua idea?

Nel tempo ho imparato ad apprezzare di più Londra. Ma non è il mio grande amore.

Sono d’accordo con le sue parole “è infinitamente più difficile fare domande che rispondere”. La conosco per essere infinitamente più amabile e disponibile di Vivienne e spero di non averla troppo annoiata…

…è stato un piacere!

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: Mondo

digitale

Leggere è ancora un piacere? Naomi S. Baron, docente all’American University di Wasghington e studiosa dei fenomeni legati alla comunicazione digitale, in una recente analisi evidenzia la preferenza per il libri di carta degli studenti Usa. E in Italia? di Orietta Rappolli

U

n’interessante analisi contenuta nel libro fresco di stampa negli Stati Uniti ‘Words Onscreem: The Fate of Reading in a Digital World’ di Naomi S. Baron, fa ben sperare sull’attitudine giovanile americana, e, forse, di rimbalzo (come viaggiano i tempi oltreoceano - mediterraneo…due anni?) nostrana, alla lettura. L’autrice, docente di Linguistica alla American University di Wasghington e studiosa dei fenomeni legati alla comunicazione digitale, ha concluso, grazie ad una lunga ricerca sui comportamenti degli studenti tra i venti e i trenta anni, rispetto alla lettura, con una netta preferenza per la carta, a discapito del pur dilagante display. L’attrazione tattile, olfattiva, riflessiva per i libri tradizionali, contro quella visiva, istintiva e istantanea generata da un video luminoso ed interattivo sorprende nell’era di massimo sviluppo tecnologico (perlomeno in America, da noi l’innovazione va a rilento, se si esclude il picco di massa di smartphone e tablet principalmente legato allo svago, meno alla cultura). E merita attenzione. A casa nostra, in concomitanza con l’uscita del libro della Baron, il cui titolo italiano è ‘Parole sullo schermo: il destino della lettura in un mondo digitale’, Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione (Acimga, Aie, Anes, Argi, Asig, Assocarta, Assografici e Fieg), nel consueto incontro annuale, lanciavano l’allarme calo del consumo di libri, quotidiani e periodici analizzando il rapporto tra crisi economica e inappetenza culturale degli italiani. Incrociando i dati in sofferenza, dell’industria manifatturiera del settore che se contiene le perdite, fa i conti con la riduzione del mercato per la

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comparsa degli ambienti elettronici e i nuovi competitor internazionali come la Cina e l’India, con quelli di ridotta facoltà d’acquisto e pigra propensione alla lettura delle famiglie italiane, la presentazione sulle stime del 2014 non lasciava scampo. Più della metà dei cittadini non arriva a leggere un solo libro all’anno, oltre 800 mila persone, secondo l’Istat, sono uscite dal mercato della lettura, oltre 1,9 milioni hanno abbandonato il quotidiano e 3,6 milioni un periodico. Un bonus lettura per invogliare i ragazzi dai 18 ai 25 anni a leggere con il contributo statale del 75%, la proposta emersa e che ha fatto subito discutere. La molla propulsiva rappresentata dal mercato giovani, darebbe linfa concreta ad un ambito importante del comparto cultura per ripartire da quel terreno che resta, per il nostro paese, la più grande risorsa ma patrimonio in recessione, brutta minaccia non solo per la ripresa del nostro Pil, ma soprattutto per la qualità della vita e della convivenza sociale. Crisi uguale impoverimento culturale, insomma, futuro ancora più incerto e perdita della nostra identità. Tornando in America, che sempre ci precede e speriamo in questo caso, la riscoperta del testo di carta da parte dei suoi giovani induce a credere che non tutto sia perduto. Ancora la Baron, rilevava come un nodo cruciale per l’apprendimento con un canale digitale, fosse l’adattamento implicito ad una lettura meccanica e disarticolata. Non proprio consono ad un buon rendimento. Così come poco meno di un anno fa la nostra scrittrice Chiara Valerio in una intervista sul piacere della lettura, avvertiva come l’organicità e l’autenticità di un testo tradizionalmente su carta, potessero conservarsi più coerentemente che non se consumato su un dispositivo, attraverso il quale lo si può (proprio come dice la Baron) scorporare, capovolgere, scorrere con distrazione. Dello stesso avviso la Ministra Miur Stefania Giannini, in una sua intervista, auspicava la sinergia tra le due modalità di lettura, al fine di preservare la comprensione profonda, concettuale e linguistica del suo contenuto. Avvalendosi, se proficuo, anche del mezzo più smart.

Una ‘buona’ lettura, dunque, fa la differenza. E se il motore giovani rappresenta il futuro, un paese di adulti lontani dalla cultura, se dalla lettura, è un paese che arretra. La scienziata Margherita Hack in una intervista del 2012, evidenziava il valore incommensurabile della cultura, citando l’esperienza italiana del dopoguerra che grazie ad essa diveniva in breve la quinta potenza industriale.

Non è necessario demonizzare l’utilità indiscutibile di poter accedere a moltitudini di informazioni con un clic, e rintracciare risposte di ogni tipo in un nanosecondo. La rete è una grande piattaforma, e la tecnologia che ce la rende praticabile, uno strumento ormai insostituibile. Se però deleghiamo per intero al multitasking la nostra curiosità, potremmo rischiare di rinnegare qualificandoli come scaduti, quei processi culturali che ci hanno portato l’evoluzione, prima che tecnologica, antropologica. E non andremmo molto lontano. Anche se di poco notevole confezione e fattura, nonostante la regia sia a firma Francois Tuffaut, resta memorabile Fahrenheit 451, l’inquietante film, tratto dall’omonimo romanzo di Ray Bradbury, in cui è ingaggiato lo sterminio dei libri e della conoscenza perché la vera libertà intellettuale non possa sopravvivere. Una metafora del nostro tempo ambiguo.

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: Risorse

Una start-up per la qualità nella formazione “Il futuro sta nelle cose ben fatte” è lo slogan di Digizen, la prima start up della “Sapienza” di Roma che unisce il mondo aziendale e quello universitario per valorizzare gli asset di aziende e PA. Un’opportunità per grandi e piccoli editori. di Pierpaolo De Luca

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ben noto da tempo che l’Italia per la sue caratteristiche di economia matura, con alti costi di produzione del lavoro e con vincoli ben maggiori dei paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), non può competere a livello globale sulla “quantità”. È piuttosto sulla “qualità” che bisogna puntare, in tutti gli aspetti dello sviluppo economico del paese, soprattutto nel settore privato. Il made in Italy ha successo nel mondo quando eccelle nella qualità: alta moda, lusso, settore alimentare sono solo alcuni esempi. La questione della qualità è quindi quanto mai attuale e non riguarda solo il prodotto ma anche il processo produttivo che lo genera. Brevetti, procedure certificate, materie prime controllate e personale qualificato costituiscono il valore e il potenziale di un’azienda. Soprattutto quest’ultimo aspetto, la preparazione e la competenza della forza lavoro, è la sfida che l’Italia dovrà affrontare per essere in grado di mantenere una posizione di riguardo fra i paesi più sviluppati a livello mondiale. Per questo motivo diventa centrale l’attenzione sulla qualità della formazione professionale. Come offrire un percorso formativo di qualità? In che modo ottimizzare le risorse dedicate alla formazione attraverso l’individuazione di best practices? È possibile migliorare la gestione della formazione, aumentarne l’efficacia produttiva e fortificare i settori latenti aziendali? L’iniziativa della Sapienza – Università di Roma, con la collaborazione di alcune aziende private è orientata a rispondere a queste domande. “Il futuro sta nelle cose ben fatte” è 30 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015


uno degli slogan di Digizen (www.digizen.it), la prima start up della Sapienza che offre servizi e prodotti digitali sulla qualità dei processi formativi e della ricerca attraverso analisi strutturali delle procedure di training e del fabbisogno formativo, nonché mediante un’accurata mappatura delle criticità e l’attivazione di interventi innovativi rispetto agli obiettivi e alle attese organizzative. Lo spin off unisce il mondo aziendale e quello universitario per offrire assistenza, supporto e consulenza alle imprese, ma soprattutto applicazioni software sulla progettazione, gestione e valutazione dei processi di qualità per la ricerca industriale e la formazione professionale. I livelli di intervento strategico sono quattro: • sviluppo di software di processi di gestione e misurazione della qualità di processi/prodotti formativi. • erogazione di specifici servizi per la gestione, il coordinamento, il monitoraggio della qualità dei processi di formazione; • attività di consulenza su tutti gli aspetti del processo formativo; • progettazione e sviluppo di sistemi evoluti di e-content e di strumenti “intelligenti” per la valutazione di competenze; Digizen risponde alla sempre crescente domanda di imprese e istituzioni di supportare la gestione delle diverse fasi del processo formativo -analisi, progettazione, sviluppo e valutazione -, attraverso un’attività mirata di monitoraggio coerente con parametri di qualità, condivisi a livello nazionale e internazionale. Il modello di analisi e i software, realizzati ad hoc dagli sviluppatori dello spin off, permettono di rintracciare, con applicazioni rapide e semplici, gli aspetti più e meno funzionali del processo formativo per attivare azioni correttive e migliorarne la gestione. La stessa comparazione dei corsi rispetto agli standard di qualità all’interno dello stesso contesto organizzativo, o aziendale, offre dati e strumenti utili per orientare le politiche di investimento formativo, premiando l’efficacia e l’efficienza, ma riducendo anche errori o imprecisioni che rischiano di compromettere la riuscita positiva di un corso. Attraverso i report statistici di Digizen, è possibile attivare processi di im-

plementazione delle aree più critiche all’interno di un processo formativo oppure di quegli stessi corsi che mostrano un livello di qualità inferiore rispetto al valore medio raggiunto da altri corsi dello stesso tipo (o categoria) in un periodo di tempo circoscritto. Chi sono quindi gli interlocutori della start up? Organizzazioni di diversi settori eco-

nomico-produttivi (finanza, energia, trasporti, servizi, etc.), associazioni di categoria e sindacali, fondi paritetici per la formazione finanziata, enti pubblici e territoriali, insomma tutti quegli enti che investono sulle policies formative per innovare e migliorare la produttività in un mercato sempre più globalizzato e ad alta competitività. Qualità, competenze digitali, tutorship e orientamento professionale e cultura della valutazione sono i tag in cui crede Digizen e che promuove attraverso i suoi prodotti e servizi, perché “il futuro sta nelle cose ben fatte!”. I prodotti della start up hanno suscitato interesse in Italia, ma anche in altri paesi Europei; il software QuTE (Quality in Training and education) ad esempio, sviluppato con il supporto della regione Lazio e già presentato in Finlandia (paese all’avanguardia nel campo della educazione), sarà oggetto di discussione alla conferenza internazionale Edulearn a Barcellona il 7 e 8 luglio 2015.

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: Miti

& Leggende

La meraviglia che ispirò Omero e Sciascia Stretto di Messina: scrittori, ne hanno narrato le meraviglie, Omero vi collocò il mito di Scilla e Cariddi. Il passato si proietta nel futuro nel libro di Franz Riccobono e Adolfo Berdar. di Giovanni Matteo Allone

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l passato che si attualizza e si proietta nel futuro: il tratto più emblematico del volume Le Meraviglie dello Stretto di Messina di Franz Riccobono e Adolfo Berdar, ed. Sfameni. Uno stupendo paesaggio lo Stretto calabro-siculo. Da un lato l’Aspromonte imbiancato di neve, dall’altro i Peloritani digradanti verso il mare sulle cui rive si estende ad anfiteatro la città con una penisoletta a forma di falce a racchiudere il porto e che va dalla punta di S. Raineri alla Lanterna dello scultore fiorentino Montorsoli. Quel porto da dove nel 1571 partì la flotta cristiana al comando di don Giovanni d’Austria che sconfisse i turchi a Lepanto. Miti e leggende ne hanno arricchito il fascino. Una leggenda racconta che fu Poseidon, il dio del mare, a dividere le due sponde con un colpo del tridente e che Saturno per punire il padre Urano con una falce gli tagliò i testicoli. La falce gli sfuggì di mano e cadendo andò a formare il porto di Messina, mentre i frammenti dei testicoli si sparsero per il mare andando a formare le isole Eolie. In ogni leggenda c’è sempre un fondo di realtà. L’attraversamento dello Stretto in tempi antichi costituiva per i naviganti un serio pericolo, essendo il mare sempre agitato per le impetuose correnti. Un mito racconta che Ercole l’attraversò aggrappato alle corna di un toro. Omero, Apollonio, Virgilio, Ovidio, Dante, fra i poeti, Sallustio, Plinio, e, in tempi più recenti, Bufalino, Sciascia, D’Arrigo, fra gli scrittori, ne hanno narrato le meraviglie. E a tali meraviglie si sono ispirati artisti di fama: Antonello, Cagli, Guttuso, Migneco. Omero vi collocò il mito di Scilla e Cariddi (Odissea, L. XII): In una grotta vive Scilla e penosamente guaisce… l’altro scoglio è più basso e ha un grande 32 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015


fico selvatico… alle sue radici la chiara Cariddi gargarizza con acqua bluastra), delle Sirene, di Ulisse. Sempre Omero racconta che da lì passò Giasone con la nave Argo che una mareggiata scaraventò contro le enormi scogliere. Nel descrivere il viaggio di Enea da Troia al Lazio, Virgilio nel III libro dell’Eneide non manca di riferire che Dextrum Scylla latus, laevum implacata Charybdis obsidet. Dante nel VII canto dell’Inferno paragona gli urti che si scambiano avari e prodighi all’onda là sopra Cariddi che s’infrange con quella in cui s’intoppa. I romani, per far passare le truppe tra le due sponde, vi costruirono un ponte mobile. Auguriamoci che i contemporanei abbandonino l’idea di farne uno stabile. Meglio affidarci alle suggestioni poetiche anche a quelle che hanno del soprannaturale come la leggenda che in epoca medievale ricorda l’impresa di San Francesco di Paola che attraversò lo Stretto sul suo mantello non trovando alcun barcaiolo disposto a trasportarlo dalla Calabria alla Sicilia. Sui monti adiacenti che si estendono tra il Capo Peloro e le falde dell’Etna ebbe origine anche il mito dei Ciclopi, perché nelle cave collinari furono trovati grandi teschi e molari attribuiti a una stirpe gigantesca che in epoca remota abitò queste contrade e che lo scienziato Adolfo Berdar stabilì fossero fossili di fauna africana, esattamente scheletri di elefanti. Abitata da tempi preistorici tanto da attribuirne la fondazione al mitico Orione, figlio di Nettuno, e tale da suscitar l’orgoglio del poeta Pasquale Fortunato che scrisse Messina c’era e Roma era campagna, la zona falcata, che termina in punta con la stele su cui si innalza una statua della Madonna con alla base la scritta in latino Vos et ipsam civitatem benedicimus, che ci ricorda la Lettera scritta ai messinesi dalla Vergine, conserva strutture architettoniche di straordinario interesse nonostante la distruzione operata da eventi naturali (terremoti, alluvioni) e dagli uomini (bombardamenti, incuria, abbandono). In questa estremità a chiusura del porto l’imperatore Carlo V fece costruire il forte SS. Salvadore sul luogo dove il conte Ruggero il normanno aveva fondato un monastero. Questa fortezza si allaccia al baluardo di Don Blasco (1538) dalle mura ciclopiche

ancora ben visibili. Il sistema di difesa di questa Cittadella di forma pentagonale, fondata nel 1681 dal tedesco Nurenberg, terminava con la Torre di S. Raineri del Montorsoli e denominata Torre del Garofalo (1555), per ricordare il mitico gorgo di Cariddi; sita al centro del Fretum Siculum, oltre che funzione difensiva, era punto di riferimento per i naviganti che attraversavano lo Stretto. Alta 42 m. è composta da un basamento di pietra calcarea a tronco piramidale e da un volume prismatico che costituiscono due stanze sovrapposte, raccordate da due cornici marcapiano e collegate da una scala a spirale, illuminata da piccole feritoie per l’uso delle armi. I piani superiori, a crociere, presentano finestre strombate in terza elevazione e archi rientranti in quarta. In cima sono collocati dei lumi alimentati da olio acquistato con le somme riscosse dalla gabella imposta ai velieri che ancoravano nel porto. La Cittadella, ritenuta inespugnabile, difesa valorosamente dall’esercito borbonico, fu conquistata nel 1861 dopo un lungo assedio dalle truppe del generale Cialdini. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 33


: Sillabario

della lettura

Libri che disegnano la biblioteca della vita Dettate alla figlia Maria Carla le inedite “schede” dei libri che hanno intessuto l’esistenza di Carlo Fruttero vengono ora pubblicate (“Da una notte all’altra” Mondadori), con un’introduzione di Ernesto Ferrero. di Gianni Zagato

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li scrittori seri hanno sempre un fondo di ironia e la esercitano, prima di tutto, su sé medesimi. Dilatano con sottile perfidia i propri nascosti o dissimulati difetti e li portano, quando meno te l’aspetti, in superficie con studiato disincanto. È così che si fanno amare e dunque avvicinare. Carlo Fruttero, di cui compare oggi nelle librerie Da una notte all’altra, ultima delle sue perle, è stato uno scrittore serio. Un artigiano scrupoloso, pignolo, testardo della scrittura, sua e degli altri, se è vero che non gli è bastato essere giallista, romanziere, saggista, curatore di una delle più celebri riviste italiane di fantascienza, traduttore impeccabile dall’inglese e dal francese. Quando, dopo aver vagabondato per mezza Europa facendo i mestieri più disparati fino a diventare “giostraio dell’autoscontro” nelle Fiandre, arriva giovanissimo alla casa editrice Einaudi (“si stava benissimo, a parte la paga che era bassa, ma in compenso c’era la libertà…), lo mettono a correggere le traduzioni degli altri (“uno strazio infinito, sempre pessime”) e gli affidano persino la correzione (“l’ho messo in un decente italiano”) del Diario di Anna Frank. Nella scrivania di fronte alla sua c’è un certo Italo Calvino, che degli scrittori seri e ironici del Novecento è certamente il primo in classifica. La serietà sabauda di Carlo Fruttero s’accompagna, per un lungo e mirabolante sodalizio, con quella così singolarmente romana di Franco Lucentini e l’ironia stralunata dell’uno si somma a quella filosofeggiante dell’altro, in un connubio di produttività e creatività artistica tra i più originali della nostra letteratura. Ironia persino contagiosa, se il to-

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rinesissimo Fruttero finiva immancabilmente per essere scambiato dal salumiere di Piazza Statuto, cuore della sua città, per il romanissimo Lucentini. Ma “la ditta F&L”, come sanno bene i suoi lettori oggi nostalgici, combinava l’architettura delle storie da raccontare di Lucentini con la precisione dello stile di scriverle di Fruttero. E l’esito poteva essere, come quasi sempre è stato, la perfezione. Oppure, come nel caso della Trilogia del cretino, l’anticipatrice capacità di lettura dei vizi, delle storture, dei luoghi comuni che caratterizzano non solo “il cretino” che sta fuori di noi ma anche quello che alberga dentro di noi. Questa complementarietà così indovinata nel panorama delle nostre lettere nulla toglieva alla singola capacità letteraria di entrambi e fungeva, semmai, da valore aggiunto di due personalità autonomamente grandi nel loro mestiere di scrittori come di operatori culturali. È così che anche dopo la morte di Lucentini e con essa la fine della “ditta”, Fruttero ci consegnerà altra ottima letteratura, come Mutandine di chiffon, autobiografia rigorosamente semiseria, e Donne informate sui fatti, ancora un intrigante romanzo giallo. Succede anche che l’ottuagenario scrittore torinese, munito del fido bastone della vecchiaia più da scalata prealpina che da salotto borghese, si presenti alla Fenice di Venezia per la rassegna dei finalisti del Premio Campiello con un abitino verdognolo stinto demodé e scarpette di pezza gialla su calzini color carne. Perfidamente Bruno Vespa, conduttore di quell’edizione, racchiuso come i maschi delle prime file del teatro nell’impeccabile smoking nero su camicia bianca e papillon di raso ancor più nero, chieda alle telecamere del-

la “diretta televisiva” di inquadrare dall’alto al basso con istantanea proprio sulle scarpette il singolare abbigliamento dello scrittore. I l quale, imperturbato e con il consueto semitono di una vita, così si spiega al pubblico: “Per varie cause avevo solo questo completino qua. Ma vorrei chiarire che a Torino un mio guardaroba dignitoso c’è. Ho due vestiti scuri, uno di lino e l’altro di lana di Tasmania…”. “E le scarpe?”, chiede il conduttore spingendo al fondo la sua malignità. “Ah, queste qui sono delle espadrilles basche, comprate vent’anni fa per tre mila lire. Io le volevo nere, ma di quella misura lì c’erano solo gialle, cinesi…”. Presi come per mano dalla stessa inconfondibile ironia veniamo adesso guidati nella lettura di questo suo libro sui “suoi libri”, quelli che più ha amato nel corso della sua vita e che ci fa amare, presentandoceli con apparente semplicità e quasi noncuranza ma in realtà inquadrandoli per noi in un crescente bisogno che ci prende, pagina dopo pagina, di leggerli o, più ancora, rileggerli da capo. In gran parte merito della testarda

pazienza di Maria Carla, la figlia che lo soccorre nell’ultima parte della vita e lo convince a dettargli il “riassunto” dei suoi libri preferiti, Da una notte all’altra. Passeggiando tra i libri in attesa dell’alba” è l’itinerario di un uomo che ama la lettura non meno dello scrivere. “Di leggere, di scoprire autori nuovi, di incantarsi, di sorprendersi, non si è mai stancato”, afferma Ernesto Ferrero nell’introduzione di questo sillabario della lettura che ci racconta con magistrale semplicità come testi di epoche e lingue tra loro diverse possano tessere il filo del dialogo sempre aperto e inconcluso della vita che scorre sotto qualsiasi latitudine e di come ogni libro che vale sia sempre, per chi lo sa leggere, “contemporaneo del futuro”. Quando un giorno gli fu chiesto di esprimere un’opinione da “esperto di letteratura inglese e francese” sulla professione del tradurre, rispose dicendo di “non essere mai stato esperto di niente”. E però aggiungendo con tono sicuro: “Leggevo moltissimo”. Quest’ultima e singolare fatica ne è una felice conferma, se mai ne avessimo avuto bisogno. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 35


: Musica

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Gli ingranaggi del tour Come si organizzano i propri concerti? Cosa bisogna fare, dalla sala prova al palco? Il libro del batterista Marco Bazzi insegna alle band ad affrontare tutti gli aspetti manageriali, logistici ed economici connessi ai loro concerti. di Monica Menna

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a musica è una cosa maledettamente seria, che richiede spiccate doti artistiche, tecnica, ma anche managerialità. Il musicista è un “professionista” che deve saper gestire la propria musica, nel mix di arte-tecnica-business. Il batterista Marco Bazzi ha dedicato due libri ai gruppi musicali. Dopo il primo “Il senso della band” (che ha spiegato come rendere unico ed inconfondibile un complesso), giunge ora Il Tour (Edizioni Curci, 2015,192 pp., 14.90 euro,

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libro + contenuti multimediali online a cui si accede con il “CurciCode”). Nei contenuti aggiuntivi messi a disposizione sul web ci sono testimonianze ed interviste che arricchiscono e integrano l’opera. Va sottolineato il sottotitolo-slogan della collana Curci: «Oltre la tecnica, tutti gli elementi che rendono la band unica». Tre band di livello diverso – da esordiente ad affermata – sono alle prese con l’organizzazione del proprio tour, ne affrontano tutti gli aspetti: pianificazione delle date, definizione del budget, contatti con i gestori dei locali, contrattualizzazione dell’ingaggio,

scelta del repertorio, imprevisti sul palco. Il punto di vista non è solo quello dei musicisti, ma anche degli altri protagonisti coinvolti. Emergono così, tra gli alti ed i bassi di ciascuna esperienza, le nozioni ed i consigli indispensabili per trasformare il percorso dalla gavetta al successo, in un autentico momento di crescita personale e professionale. Può sembrare avvilente doversi occupare di cose materiali quando si vorrebbe dedicare completamente, corpo ed anima, all’arte. Niente di più sbagliato; quella organizzativa è una parte indispensabile della propria attività, che non si può assolutamente trascurare, se non si vuole rischiare di compromettere l’intera carriera. La band sono avvisate.


: Fotografia

Gaber è ancora qui Il teatro-canzone, le battute corrosive, la straordinaria espressività, l’attualità del grande Giorgio rivivono negli scatti d’autore di Reinhold Kohl. di Monica Menna

L

a forza di Giorgio Gaber era il palcoscenico, l’habitat congeniale al suo teatro-canzone, ai suoi spettacoli corrosivi, ironici, divertenti, amari, scritti con Sandro Luporini. Arriva ora libro di fotografie di Reinhold Kohl, Giorgio Gaber… io mi chiamo G e sono ancora qui (Aereostella, 2015, 112 pp., 18 euro). Il book, a 12 anni dalla scomparsa dell’indimenticabile artista, ci propone un viaggio nel suo immaginario, con le foto di scena, rigorosamente in

bianco e nero, dell’obiettivo di Kohl e le battute scritte da Luporini, tratte dagli spettacoli. In appendice anche un’intervista esclusiva, concessa a Kohl, che lo stesso Gaber aveva trascritto e corretto con la sua Olivetti portatile (e come documentotestimonianza viene riportata nel libro come riproduzione fedele dell’originale, con le correzioni, le cancellature, i caratteri della macchina da scrivere). L’obiettivo sa riprendere anche l’anima di Giorgio Gaber, quel suo vivere il palcoscenico, il rapporto magico con il pubblico. Leggiamo tra le tante battute estrapolate, “…Il tutto è falso, il

falso è tutto…”, essenza di questo libro e dell’artista Gaber. Il “falso”, ovvero il teatro, il palcoscenico, è più vero della realtà, di ciò che esiste fuori dalla scena. Ci sono, negli scatti proposti, la forza, l’imponenza dell’artista che sa catalizzare l’attenzione, che sa affascinare. «Le sue immagini ed i suoi pensieri – annota Marco Travaglio nella prefazione – sono talmente attuali che sembrano datati oggi, anzi domani». C’è anche, nel testo, una riflessione della figlia Dalia Gaberscik che sottolinea come il book realizzato «testimonia perfettamente la straordinaria espressività di Gaber che Reinhold, tra i pochissimi, ha saputo cogliere e valorizzare in pieno».

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: Enigmistica

C

osa si dice di oggigiorno, come si vive l’oggi? Oggi l’enimmistica vive: questa fu una constatazione di Ettore Allodoli nella prefazione all’edizione di inizio Novecento, per i tipi di Carabba Editore in Lanciano, del libro “La Sfinge, enimmi di Antonio Malatesti con aggiunta La Tina”. Il commento di Allodoli (pessimista inerte – secondo la definizione del Pancrazi – ma che non disdegnava di commentare la parte più briosa della letteratura secentesca) situava quindi l’oggi nel XX secolo e sosteneva che nonostante l’enigmistica avesse «cenacoli, giornali, riviste sue proprie» eppure nessuno se ne accorgeva! Quanta differenza con il Seicento fiorentino in cui al commerciante di stoffe Antonio Malatesti (Aminta Setajuolo era infatti un suo pseudonimo quasi anagrammatico) non arrideva il successo in termini di denaro ma splendeva la sua stella come poeta (e addirittura poeta insigne secondo l’amico letterato Lippi… ecco altri due pseudonimi anagrammoidi coniati dall’amico, Amostante Latone per Antonio Malatesti e Perlone Zipoli per Lorenzo Lippi stesso): la Firenze del XVII secolo se ne accorgeva eccome di enigmi e indovinelli, Allodoli ricorda come «la Sfinge fu stampata e ristampata, e arricchì l’editore» e «l’enimma diventò un genere letterario che si volle nobilitare con dotte ricerche». Già, le ricerche: oggi è tempo di dati, di elaborazione dati, internet e google (e le ricerche con google ci consentono di trovare in rete la scansione dell’opera di Malatesti curata da Allodoli, volume che nel 1968 giunse all’Università di Toronto), secoli fa era tempo di Dati, Carlo Roberto Dati altro collega di Malatesti all’Accademia degli Apatisti fondata da Agostino Coltellini. Era quest’ultimo più bravo come avvocato che come enigmista, ma anche lui non si sottraeva al confronto con l’arte di Edipo e si faceva chiamare Ostilio Contalgeni: impossibile nel Seicento sfuggire all’abitudine dello pseudonimo anagrammatico, era una moda … a proposito, il Coltellini scrisse un indovinello sulla moda che cominciava con «Attento m’oda ognun»! Dopo viaggi in secoli passati torniamo all’oggi e rivisitiamo il quesito iniziale: cosa si dice di oggi? Dicono di oggi… questa pare essere la risposta più naturale, www.diconodioggi.it e non parliamo più della seta commerciata dal Malatesti bensì del tessuto con cui è 38 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

L’oggi da vivere e da raccontare Da una constatazione del critico e scrittore Ettore Allodoli sull’enigmistica di altri tempi ai tempi nostri, alla passione di calarsi nell’universo della finzione narrativa con la percezione di come il tempo sia fatto di una stoffa diversa. di Federico Mussano

costituito il tempo perché «nell’universo della finzione narrativa, anche il tempo è fatto di una stoffa diversa» e «accanto al tempo del calendario esiste un tempo inventato dagli scrittori». Diventa piacevole immaginare i giorni per come scorrono nelle pagine letterarie, diventa possibile grazie alle nuove tecnologie e network (non solo il sito citato ma twitter e facebook) vivere un progetto editoriale basato su un vasto database di citazioni letterarie che parlano dei 366 giorni dell’anno: romanzi, raccon-

ti, poesie che si svolgono in un giorno dichiarato o fanno riferimento a una data, dal primo gennaio (compleanno di Lolita di Nabokov) alla notte di Capodanno raccontata da Saramago, passando per il 29 febbraio, data rara ma presente anch’essa in diversi racconti. Romanzi, racconti, poesie, ma anche opere d’arte, film, canzoni, iniziative museali e ludiche come Quadri e date in gioco, una domenica d’aprile alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma...


Leggere:tutti

IL LIBRO DEL MESE

Zibaldone Max Dembo esce di prigione dopo otto anni di orrori con il solo desiderio di rifarsi una vita normale; vuole rigare dritto e redimersi ma Los Angeles non gli fa sconti. La città della gente per bene si rivela essere uno spietato campo di caccia, non diverso da San Quentin, dove se ti rifiuti di essere cacciatore inevitabilmente diventi preda. E allora Max torna a pensare ai soldi facili. Un ultimo colpo per non dover piú sopportare le umiliazioni e l’ansia di un’esistenza tranquilla. Perché il crimine per Dembo è l’unica paradossale sicurezza. Con uno stile asciutto, uno sguardo lucido e impietoso Bunker mette in scena i sottili meccanismi che regolano una vita criminale e conferma la sua grandezza di scrittore.

Edward Bunker

Come una bestia feroce Introduzione Niccolò Ammaniti Prefazione James Ellroy Traduzione Stefano Bartolussi

Einaudi, 2015 pp. XII - 338, euro 14,00

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: zibaldone

Copernico, l’uomo di Girolamo Terracini

Un uomo. È proprio nel sottotitolo che si ritrova il filo rosso di quest’opera, l’elemento portante di uno scritto che rende onore a Niccolò Copernico, fondatore dell’astronomia moderna. Carmine Titomanlio tesse l’elogio di uno scienziato il cui merito di aver elaborato il sistema eliocentrico ha forse messo in ombra l’essere umano, con le sue debolezze, la sua tempra, le sue paure. Attraverso la “presa diretta” degli avvenimenti, favorita dalla scelta di affidare a una sceneggiatura la narrazione, l’Autore ridona vita a personaggi, episodi, passioni ed emozioni ingrigite non solo dallo scorrere del tempo ma anche da una ripetitività, da una quasi dimenticanza nei confronti di chi, animato dall’amore per la conoscenza, ha cambiato la Storia dell’uomo e del suo rapporto con l’universo. Allontanandosi dalle canoniche rappresentazioni di Copernico, l’Autore dà colore a un’epoca lontana, ne risveglia gli entusiasmi, i dubbi, le tragiche passioni, le stesse che porteranno alla morte lo scienziato quando, come leggenda vuole, vide la sua grande opera astronomica finalmente stampata ma corredata da una premessa Ad lectorem, un testo che presentava l’ipotesi eliocentrica come semplice accorgimento matematico, senza valore fisico, contraddicendo così la dedica al Papa in cui lo stesso studioso insisteva sul significato cosmologico della sua teoria. Tanto fu il dolore da ridurre in fin di vita Niccolò, l’uomo, colui di cui troppo spesso ci si dimentica. Titomanlio Carmine

Niccolò -Un uomo Kimerik, 2015 pp. 68, euro 12,00

Ballata per mia madre di Federica Rondino

Vincitore del Premio Jaén de Novela Inédita nel 2011 e del Premio de Novela Elena Poniatowska nel 2012,“Ballata per mia madre” è un romanzo in cui la vita e la morte diventano metafora della scrittura. Al centro del racconto la vita di Guadalupe Chaves ripercorsa attraverso le parole dell’io narrante ossia l’autore, che della donna è il figlio. La vita di Guadalupe è il filo per raccontare la storia travagliata del Messico, delle sue contraddizioni e delle sue meraviglie, di quegli angoli 40 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

dimenticati in cui delle vite si dispiegano in un rapporto dolce e conflittuale tra una madre e un figlio. Nessuna ipocrisia in Julián Herbert che mette a nudo la sua vita di figlio al seguito di una madre prostituta che amava i figli, ma non i loro padri. “La mia memoria – scrive Herbert – è un cartello di cartone scritto a mano affisso fuori da un aeroporto (…). Sono nato nel 1971 nella città e porto di Acapulco di Juárez, a Guerrero. A tre anni ho conosciuto il mio primo morto: un affogato. Ho passato l’infanzia a girare di città in città, di bordello in bordello, seguendo le condizioni di nomade che la professione di mia madre imponeva alla famiglia. (…) Ho fumato crack da una lampadina. Ho fatto un tour mondiale di quindici giorni come cantante di una rock band. Sono stato all’Università e ho studiato letteratura. (…) Niente di tutto ciò mi ha preparato alla notizia della leucemia di mia madre.” Nessun eroe, nessuna vittima, nessun carnefice: ognuno ha una vita di cui è l’artefice malgrado tutto. Herbert si trova al capezzale della madre ricoverata in ospedale e in fin di vita mentre alla memoria tornano i giorni vissuti insieme tra un bordello, una casa di fortuna e una partita di calcio vista mentre la sua giovane giornata si svegliava e quella dei giocatori volgeva all’ora del riposo. All’ospedale, quando Guadalupe è entrata,un ignoto ha errato il nome scrivendo Charles.Quella donna che per tutta la vita aveva usato il corpo femminile per sopravvivere si è ritrova, sul ciglio della morte, non più donna: ironia della sorte. “Ballata per mia madre” non è una racconto sulla prostituzione o sulle lacrime: è un testo che scorre come un fiume in cui a volte si possono dare delle pagaiate per raddrizzare la traiettoria, ma quasi sempre è quel fiume che decide il procedere di ognuno di noi. Elegante e pungente, violento e delicato, il romanzo di Herbert è un bel gioiello della letteratura latinoamericana contemporanea. Julián Herbert

Ballata per mia madre Gran Via, 2014 pp. 218, euro 14,50

Jean Claude Izzo, storia di un marsigliese di Irene Aurora Paci

Abbiamo tra le mani la prima biografia italiana di JeanClaude Izzo, stesa da Stefania Nardini, una scrittrice e giornalista umanamente innamorata dell’opera dell’autore e della città viva e vitale da lui raccontata. A pubblicarla non possono essere che le edizioni e/o, la casa editrice che nel 1997 ha scoperto Total Khéops dell’autore marsigliese, l’ha chiamato Casino Totale e poi l’ha fatto seguire dai due romanzi che hanno completato la trilogia (con Chourmo. Il cuore di Marsiglia, 1999, e Solea, 2000). Più tardi si è occupata di consegnare ai lettori italiani Il sole dei morenti (2000), Mari-


nai perduti e Vivere stanca (2001). Oggi dunque torna, dopo una versione riveduta di Aglio, menta e basilico. Marsiglia, il noir e il Mediterraneo, che si proponeva già come raccolta di scritti inediti a descrizione di una vita, quella di uno scrittore imprescindibile dalla notorietà avuta e data nel rapporto con la Ville du Soleil. «Ed è la memoria, non la nostalgia, che viene spesso utilizzata da Izzo come strumento di analisi politica.» si legge a p. 22: noi allo stesso modo ricostruiamo una biografia con l’ordine cronologico degli eventi ed il racconto a più voci regalato dalle donne che ne hanno costellato la vita (la madre, le compagne). Conosciamo dapprima il padre Gennaro-Ciccio, quando bambino lascia Salerno partendo dal porto di Napoli e con la valigia di cartone ed il sudore della fronte diventa adulto da rital; assistiamo all’incontro di Ciccio e di Isabel, detta Babette, la madre spagnola; subiamo anche noi la loro cacciata dal quartiere del Panier durante i rastrellamenti dei tedeschi; e finalmente il 20 giugno 1945 siamo nella casa di rue Brunettière quando nasce Jean-Claude. Da allora lo seguiamo nelle sue ricerche, nei tentativi, nelle militanze e nelle lotte. Nella poesia, nel giornalismo, nell’amore. Nei viaggi e nelle scoperte. Vediamo il mare, il porto è sempre nell’abbraccio dello sguardo, le navi sono una costante, mobile. Odoriamo l’anice del pastis, ne assaggiamo la consistenza densa guardando il ghiaccio sciogliersi nel bicchiere spesso. Soprattutto con gli occhi di Izzo e le parole di Nardini e quelle delle testimonianze raccolte, capiamo che «Marsiglia non è soltanto una mescolanza di razze. Ma di sentimenti.» (p. 103). Così come l’autore pare essere un mosaico di attenzioni e di sensibilità, che ha compiuto «un miracolo letterario: ha restituito alla gente il senso di appartenenza» (p.130). Non sono tante le pagine di questo omaggio, ma sono intense e calibrate, calde di emozione: un inno all’umanità di Jean-Claude Izzo e di una città meticcia e luminosa, talvolta abbagliante. Quindi da vivere. Stefania Nardini

Jean Claude Izzo Storia di un marsigliese E/0, 2015 pp. 144, euro 15,00

Cin Cin, Amèlie! di Loredana Simonetti

Quando scegliamo un libro da leggere, spesso riflettiamo il nostro stato d’animo di quel momento: se viviamo una sufficiente serenità ci piace impegnarci in letture che richiedono più attenzione del solito, come saggi, libri storici, biografie o articolate introspezioni dell’anima… a volte affrontiamo vere e proprie “crociate” all’insegna dell’impegno intellettuale, per arrivare stremati, ma con soddisfazione, alle ultime pagine di un buon libro, magari quello postumo, distillato con Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 41


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le migliori intenzioni! Se, invece, attraversiamo dei periodi faticosi – e nessuna famiglia ne è risparmiata -, delle volte non riusciamo neanche a leggerlo, un libro e a questo stadio bisogna seriamente pensare di cambiare anche il panorama giornaliero. E’ proprio in questi momenti che è necessario sostenere lo sforzo di cogliere alcune opportunità del mondo dei libri che, silenziosamente, ci vengono offerti. Ci vorrebbe qualcosa di nuovo, d’inconsueto, di veramente originale, capace di distogliere l’attenzione dal momento negativo e di rinnovare le nostre migliori cellule in rovinoso decadimento. Un libro di Amélie Nothomb serve anche a questo! Pétronille è un’amica nuova della scrittrice, con uno stile di vita diverso dal suo, ma una passione comune uguale alla sua, priva di moderazione: lo champagne. Una compagna di flûte, con la quale sorseggiare con leggerezza i migliori champagne e costruire, tra lo stordimento delle bollicine, un nuovo divertente panorama di vita. “Non so quanto tempo posso aver trascorso in quegli abissi, in uno stadio intermedio tra il sonno e la morte. Mi aspettavo un risveglio comatoso. Mi sbagliavo. Emergendo da quel tuffo, ho scoperto ancora un’altra voluttà: mi sentivo zuccherina come frutta candida…”. Nella lucidità concessa dallo stordimento provocato dallo champagne, Pétronille si rivela una leale compagna di viaggi, senza plagiare la sua amica, né farsi plagiare dall’insospettabile ubriachezza di Amélie. La genialità della sua scrittura – con un plauso sincero alla traduzione di Monica Capuana – e l’irriverenza divertente dei dialoghi tra le due amiche, sono la conferma che AmélieNothomb è una delle più originali scrittrici di oggi. Il suo libro si divora, anzi…si beve, meglio ancora se accompagnato da una sobria flûte di champagne, soprattutto nelle ultime straordinarie pagine! Sei sempre la bentornata, Amélie! Amélie Nothomb

Pétronille

Voland, 2015 pp. 130, euro 15,00

Un dono di Rilke ai giovani di Giovanni Piccolo

Le Lettere a un giovane poeta sono tra i testi più importanti della letteratura e della spiritualità dell’ultimo secolo: è una sorta di breviario spirituale indirizzato in modo particolare ai giovani, a chi è “impreparato” e principiante nella vita. Questa edizione raccoglie, insieme alle dieci lettere all’aspirante poeta in una nuova traduzione, anche altri testi quasi sconosciuti in Italia (una lettera al giovanissimo cognato, due testi tratti dal Testamento e un frammento in prosa) che ben si accordano tra loro: in questi scritti Rilke diventa amico e consigliere di 42 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

ogni giovane lettore, lo accompagna nel difficile cammino di formazione alla vita, fra angosce e tristezze, entusiasmi e fatiche. Nella crisi del rapporto tra generazioni che viviamo, è essenziale, infatti, che vi sia chi trasmetta chiavi di lettura della realtà, metta a disposizione la sapienza accumulata e aiuti il giovane a uscire dagli “ammassi di esperienze semifrantumate” in cui rischia di smarrirsi illudendosi di trovarvi felicità e futuro. Preziose, in particolare, le annotazioni di Rilke sull’amore come lavoro, come costruzione di sé, come arte, cioè, come virtù. L’amore è infatti difficile: richiede attesa, pazienza, sofferenza, fatica, sforzo, volontà. Per “imparare l’amare”, occorre imparare molto altro, in particolare, la volontà e la pazienza; la volontà, senza la quale restiamo senza nerbo, incapaci di stabilità e robustezza; la pazienza, che è l’arte di vivere l’incompiuto, di convivere con i nostri enigmi, che ci rende capaci di accogliere noi stessi e gli altri nei limiti che ci segnano. L’appassionata prefazione di Enzo Bianchi, priore di Bose, poi indica tracce di percorso per i giovani che vogliano imparare a vivere con intensità, imparare a “diventare pienamente umani”. Questo libretto è un vero dono di amicizia: da amici (Rilke e Bianchi) per amici, con l’invito a tenere gli occhi aperti per cogliere la bellezza e la preziosità presente nella nostra vita quotidiana. Rainer Maria Rilke

Lettere ad un giovane Qiqajon, 2014 pp. 127, euro 10,00

Il paradosso di Pancrazio di Clarissa Coppola

Giovane vittima di una sorta di immobilismo è Pancrazio, il protagonista di questo romanzo edito da Mursia. Un paradosso vivente perché non riesce a far emergere come vorrebbe una parte di sé. Il libro cattura il lettore già dall’inizio grazie allo stile particolare dell’autore che con un lessico popolare e dialoghi dialettali riesce a raccontare divertenti situazioni passando in rassegna la storia dei vari personaggi. Non mancano infatti nella storia i riferimenti a familiari, amici stretti e conoscenti di Pancrazio con i quali si vengono a creare disguidi e ambiguità. E tutto ciò conferisce al testo l’immediatezza espressiva della quale chi legge non riesce a fare a meno. Luigi Pistillo descrive minuziosamente, e con tanto di digressioni, ogni elemento utile a definire i caratteri instabili della figura principale narrando vicende a raffica che coinvolgono proprio perché a ogni capitolo corrisponde una nuova piccola grande disavventura per il malcapitato impassibile alla forza esterna. È un libro simpatico che per l’assurdità fa sorridere, una lettura che trascina perché in fondo è semplice ritrovare


nel protagonista le comuni debolezze di ognuno di noi. Un momento di piacevole svago che fa anche pensare all’amara contraddizione umana dell’essere o apparire, fare o non fare. Luigi Pistillo

Il paradosso di Pancrazio Mursia, 2015 pp. 235, euro 16,00

Tutto è nella rete, la rete è nel tutto di Girolamo Terracini

Glauco Benigni svela i segreti strutturali di Internet nel primo volume della serie Web nostrum. Un’indagine per decodificare e comprendere le grandi mutazioni digitali. Arriva nelle librerie online, in ebook e in print on demand, il primo dei quattro titoli della serie Web nostrum “Tutto è nella Rete. La Rete è nel tutto”. Un’indagine sulla Rete e i suoi effetti realizzata dal giornalista e massmediologo Glauco Benigni e edita da goWare, che decodifica gli aspetti più complessi e nascosti del mondo digitale. «L’intento di questa opera composta da quattro titoli — spiega l’autore — è di divertire mentre si indaga la grande Rete cercando di “svelare” e non di “ri-velare” alcuni suoi segreti strutturali, che sono divenuti presto dei tabù e che non vengono abitualmente affrontati». Nel primo volume Glauco Benigni mette in evidenza come la Rete sia nata e cresciuta in una dimensione diversa da quella materica, fisica, visibile: una dimensione che prima non esisteva, alla quale oggi si accede, come attraverso lo specchio di Alice. Una dimensione sempre/dovunque in cui: lo spazio delle azioni/reazioni copre ogni luogo del pianeta raggiunto dai flussi digitali; il tempo di accesso e riproduzione ai/dei contenuti tende a zero e la loro velocità di trasporto tende a infinito. Tutto ciò è stato reso possibile solo grazie ai numeri, alla potenza di calcolo e alla visione dei matematici. Tutto ciò però ha destato anche enormi problemi di governance globale, appetiti immensi da parte di finanzieri privi di etica e ha generato comunità transnazionali (YouTube, Facebook, YouPorn ecc.) che si comportano come Stati sovrani. Un testo coinvolgente come un thriller, nel quale l’autore — dal suo osservatorio privilegiato sui media e la comunicazione digitale — conduce a scoprire gli aspetti più paradossali e contraddittori della Rete, svelando quello che né Nicholas Carr, né EvgenyMorozov, JaronLanier o Andrew Keen vi hanno raccontato nella loro critica dell’altra faccia della rete. L’autore, Glauco Benigni, è giornalista, sociologo e scrittore. Ha lavorato 20 anni a “La Repubblica”, poi 15 anni in Rai. È autore-conduttore di programmi Tv ed è stato consuLeggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 43


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lente di grandi aziende (Eutelsat, Rai Trade, Sipra).Tra i suoi libri: Re Media (1989), Apocalypse Murdoch (2003), YouTube. La storia (2008) e Gli angeli custodi del papa (2004, tradotto in diverse lingue). Glauco Benigni

Tutto è nella rete, la rete è nel tutto goWare, 2015 pp. 100, Epub, euro 4,99

Atmosfere noir di Lucia Gandolfi

Il cinema noir francese possiede un registro riconoscibile: le atmosfere, i luoghi, i personaggi appartengono agli scrittori e ai registi che hanno saputo tradurre fatti reali in immagini: in storie. Bantcheva e Chiesi iniziano il loro viaggio nel noir partendo dai tableux che a loro volta rimandavano ai feuilles volantes, fino ai canards e ai feuilletons: romanzi a puntate. Soprattutto questi ultimi possono essere considerati il punto di partenza del polar. Anche se non esaustiva, i due autori ci accompagnano attraverso una ricca filmografia. Sessant’anni di cinema: una lettura che, sono sicura, alternerete alla visione dei film iniziando con registi come Henri Diamant Berger o Jacques Becker e il loro Arséne Lupin, un trasformista capace di assumere le fattezze di chiunque, deride la società “bene” e vive secondo un suo personale codice d’onore. Il cinema noir è caratterizzato da una dominante realistica anche quando s’insinuano elementi fantastici o romanzeschi e finendo con Jacques Audiard - Sulle mia labbra - con Vincent Cassel. Georges Simenon è l’autore che ha maggiormente ispirato il noir non solo francese. Trenta dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo dal 1941 al 1998. Lo scrittore mescolava realtà e complessità narrativa. Il lento procedere della storia, i dialoghi con i personaggi e non l’azione sono il suo marchio. La contaminazione dei generi è necessaria per spingersi oltre anche se non sempre i risultati ottenuti soddisfano lo spettatore. La commedia poliziesca è nata nello stesso periodo del noir, alla suspance si accompagna l’ironia e la comicità creando un clima altrettanto inquietante. Il mélo e il noir insieme scandagliano quelle storie dove i sentimenti più profondi dei personaggi degenerano nel crimine (Gueule d’amour - 1937). I luoghi nel noir, sia interni che esterni, sono scelti in funzione del crimine e dell’indagine, sono lo specchio dell’ambiente entro il quale si muovono i personaggi. I luoghi propizi per le rapine saranno le banche, le gioiellerie, i casinò. Il 36 Quai des Orfevres sono i locali della polizia, oltre a quartieri malfamati come Pigalle e città portuali come Marsiglia o più recenti come le Banlieue, il quartiere periferico di Parigi. L’immaginario legato ai bistrot, ai caffè e ai ristoranti co44 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

me luoghi di ritrovo di malviventi e informatori si sono adattati alle nuove esigenze narrative, altri luoghi, invece come i cabaret e le discoteche rimandano sempre a un immaginario criminale. Tuttavia i registi francesi considerano questi cambiamenti più un arricchimento che un vero e proprio cambiamento, Può considerarsi positivo che i luoghi caratteristici di ieri e di oggi convivano nella cinematografia noir. La bibliografia in coda completa il volume. Denitza Bantcheva e Roberto Chiesi

Il cinema noir francese Gremese, 2015 pp. 158, euro 19,50

Indagine su Jack Lo Squartatore di Nico Parente

Edito dalla torinese casa Yume, Il Killer delle prostitute di Massimo Centini non è l’ennesima trovata tra romanzo e falsa inchiesta atta a riportarci indietro nel tempo per ripercorrere i crudeli delitti commessi da Jack lo squartatore. No. Quella di Centini, antropologo e docente di storia della criminologia, è una perfetta ricostruzione del profilo del serial killer più famoso della storia. Partendo da una dettagliata analisi dei delitti consumatisi nell’allora (1888) degradato quartiere londinese di Whitechapel, l’autore ci consente, attraverso anche i costanti paragoni posti tra gli strumenti d’indagine odierni e i limiti tecnici di un tempo, di dare un aspetto, almeno sotto il profilo psicologico (anche se neppure un identikit viene a mancare all’interno del volume), allo squartatore rimasto nell’anonimato e divenuto quasi una figura mitologica, fonte d’ispirazione per opere letterarie, cinematografiche e fumettistiche. Centini non azzarda, non inventa e soprattutto si muove negli oscuri meandri di una catena di morte inquietante come poche (se distaccata dall’aura di mistero e curiosità creatasi attorno ad essa) come un vero investigatore. Ci fornisce documenti del tempo, ci propone varie ipotesi sulla patologia mentale che poteva aver colpito Jack The Ripper e, cosa ancor più interessante, non tralascia personaggi ed episodi analoghi a quelli firmati dall’assassino londinese appartenenti alla nostra epoca (vedi Mostro di Firenze). Un’indagine complessa e ormai avvolta dal fascino macabro del mistero, ma dietro la quale potrebbero anche aver agito più individui e per svariati motivi. Il libro risulta ben scritto e l’autore incuriosisce costantemente il lettore con le sue ipotesi, contribuendo a una lettura snella e non impegnata. L’apparato iconografico è gradevole e rende ancor più accattivante questo valido volumetto. Distanziatevi dal modello colto e massonico di Jack lo squartatore proposto dai fratelli Hughes in From Hell – la vera storia di Jack lo squartatore(2001) ed immergetevi nel saggio di Massimo Centini per viaggiare in una Londra misteriosa, densa di fumi e cattivi


odori, di gesta sanguinarie e delitti irrisolti. Conoscerete la “vera storia” di Jack lo squartatore. Massimo Centini

Il killer delle prostitute Indagine su Jack Lo Squartatore yume, 2015 pp. 159, euro 15,00

Oltre le barriere di William Bavone

Usualmente quando ci si accosta all’argomento Islam si è portati ad eseguire una ricerca atta a consolidare e legittimare la propria diffidenza ed ostilità nei suoi confronti e non si cerca mai di comprendere ciò che si distingue da noi. Se andiamo in libreria troviamo una vasta bibliografia capace di raffigurare il Medio Oriente come il vicino dal quale diffidare o come il nemico da combattere. Una costante rafforzata dal bombardamento mediatico sul medesimo tema.Questo libro appare rivoluzionario sia in occidente – andandosi a collocare come innovativa in una bibliografia per lo più di condanna e antagonista nei confronti dell’Islam – sia nel mondo arabo – in quanto derivante dai testi di Gamal al-Banna ritenuti “eretici” dal mondo islamico. Gamal al-Banna è stato un filosofo egiziano (1920-2013) che lungo la sua vita ha perseguito un profondo studio del Corano andandone a rivoluzionare prima la visione (strumento per l’uomo e non viceversa) e poi l’interpretazione. Numerose le opere di quest’autore che paradossalmente è fratello di Hasan al-Banna, fondatore dei Fratelli Musulmani, ma dal quale ha sempre dimostrato distacco allontanando da se la visione tradizionalista dell’Islam. Il primo lavoro dell’autrice palestinese AmalHazen è proprio quello di ricercare all’interno della bibliografia di Gamal al-Banna, il libro ed il capitolo cardine del suo pensiero rivoluzionario (capitolo V in La strategia dell’appello islamico nel XXI secolo come la presenta il movimento dell’appello alla vivificazione islamica – Il Cairo 2000). Secondo grande merito dell’autrice è donarcene la traduzione e l’esplicazione proprio in quest’opera: un lavoro che dà la possibilità di sviluppare una nuova visione dell’Islam diametralmente opposta per intenderci a quella salafita caldeggiata dall’ISIS. Gamal al-Banna ergeva il suo pensiero su tre pilastri: il Corano (la sorgente), l’uomo (la foce) e il tempo (la cornice che contestualizza l’uomo e l’interpretazione del testo sacro). Gli islamisti tradizionali tendono a glissare completamente il fattore tempo e trasformare l’uomo in strumento per la realizzazione della parola del Corano. Per Gamal al-Banna quella descritta non è altro che una condizione che costringe alla cronica arretratezza e chiusura culturale le popolazioni islamiche fomentandole all’antagonismo verso chi non riconosce il medesimo culto. Equiparazione di genere e di razza, apertura al dialogo e all’interazione con altre culture e religioni, libertà di penLeggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 45


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siero, ingiudicabilità del prossimo se non dinanzi a Dio e molto altro troverete a gran sorpresa in questa pregevole opera di matrice islamica. L’augurio è che testi di questo tipo si moltiplichino e siano fonte di dibattito e discussione sia in Occidente che in Medio Oriente per giungere, finalmente, al superamento di barriere mentali dannose per tutti.

La verità oltre la fiction di Carla Iannacone

AmalHazen

I.M.D. è un poliziotto in incognito facente parte della sezione Catturandi di Palermo e che ha partecipato all’arresto di boss mafiosi tra cui Bernardo Provenzano, Salvatore e Sandro Lo piccolo, Giovanni Brusca, Vito Vitale e Gianni Nicchi. Già autore di 100% Sbirro, La Catturandi e Dragoni e Lupare, in questo testo ci racconta tanti aspetti inediti

Gamal al-Banna Una nuova visione dell’ISlam La Zisa, 2014 pp. 96, euro 12,00

Non c’è riposo per Tony di Martino Lorenzo Fagnani

Edimburgo. L’ispettore McLean indaga sull’omicidio di una ragazza, trovata sgozzata e immersa nell’acqua. Il modus operandi è quasi lo stesso di un serial killer di molti anni prima, poi catturato, condannato a trent’anni e ammazzato in carcere dal compagno di cella. Il nuovo mostro sarebbe quindi un emulo di quello morto e i macabri particolari li avrebbe studiati sul best seller dedicato al caso da una spregiudicata giornalista. McLean, che aveva fatto arrestare il primo omicida, fatica però ad affrontare il caso con lucidità. L’ultima vittima del vecchio round era infatti stata Kirsty, la sua stessa fidanzata. Comprensibile quindi che lui non viva bene questo déjà vu e abbia la brutta impressione che i fantasmi del passato stiano tornando a fargli visita. Nel frattempo le morti continuano e, come se non bastasse, la città viene attraversata da una serie di incendi inspiegabili. Il secondo capitolo delle avventure di Anthony McLean è avvincente come il primo e si tinge più che mai di nero. L’ispettore vaga per una città che si deforma per diventare un labirinto di oscurità, nebbia e pioggia, con un’atmosfera quasi satanica che serpeggia tra la gente impegnata negli ultimi acquisti natalizi. E su questo scenario troneggiano due immagini spaventose: un antico libro che la leggenda vuole dettato dal diavolo, e il cadavere di Kirsty sballottato dalla corrente del fiume.Differenza fondamentale tra il nuovo romanzo di Oswald e Nel nome del male: McLean si fa coraggio e inizia ad affrontare certe questioni che dentro di lui sono rimaste in sospeso per lungo tempo, innanzitutto il trauma dovuto alla morte di Kirsty. L’ispettore si deve impegnare, ma pian piano qualche risultato riesce a portarlo a casa, così che anche i rapporti sociali possano beneficiarne. Accanto ai nuovi arrivati, tornano alcuni personaggi del primo libro, come Emma, Bob il Burbero, Poldo e la fortissima sovrintendente capo McIntyre. James Oswald

Il libro del male Giunti, 2015 pp. 400, euro 12,90

46 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

della lotta alla mafia. Il volume offre una riflessione su episodi inediti e aspetti oscuri legati alla cattura dei latitanti: la trattativa Statomafia, la ricerca di Matteo Messina Denaro, i mancati arresti, le stragi, e molti altri episodi interessanti e inquietanti della storia giudiziaria italiana. Il libro è diviso in due parti: nella prima, “L’azione”, lo scrittore - poliziotto riassume le operazioni e i successi messi a segno dal gruppo della Mobile negli ultimi anni; nella seconda, “La riflessione”, formula ipotesi e ragionamenti sulla trasformazione in corso dentro Cosa nostra e sulle strategie che sarebbero utili da adottare nella lotta contro la Mafia ai giorni nostri. I.M.D. (l’acronimo con cui si firma l’autore per ragioni di sicurezza personale) va spesso nelle scuole per parlare di legalità, impegnato in una massiccia campagna di sensibilizzazione dei giovani; nascono, così, percorsi di comprensione tali da fornire gli strumenti per capire i fenomeni criminali e combatterli. La Catturandi - La verità oltre le fiction, il quarto libro di I.M.D. per Dario Flaccovio Editore, è il seguito della sua prima pubblicazione, La Catturandi, che ha avuto un enorme successo di pubblico, varie ristampe e ha ispirato serie tv e documentari, oltre a essere stato tradotto all’estero. Un passaggio molto interessante è la sezione “La tela dei ragni”, in cui si narra di come la mafia goda di appoggi in tanta gente “normale” che avuto un favore e poi lo rende al tempo opportuno. Un sistema perverso dunque, dove la malavita consolida il suo potere nella società e dove ogni cittadino deve fare la sua parte affinché venga per sempre debellato questo male che affligge la collettività. I.M.D.

La Catturandi La verità oltre la fiction Dario Flaccovio, 2014 pp. 155, euro 13,00


Il crimine in diretta di Francesco Torchia

Mettiamola così: basta la figura del commissario Siciliano a ripagare la spesa e l’impegno di un thriller che si snoda per più di 700 pagine. Il commissario giganteggia con tutta la sua carica di buon senso e insofferenza verso le contorte pastoie burocratiche, con tutta la sua bonomia di sapore quasi contadino e vividi lampi di luce investigativa; insomma, una sorta di Maigret rivisitato con la sagacia e l’ironia del commissario Ingravallo – senza la finissima rete lessicale di Gadda ovviamente, ma non pretendevamo tanto! Per il resto il racconto ha in sé qualcosa di magistrale e metaforico insieme, perché la vicenda è giocata tutta sulle note del possibile, del “perché no?”. Nell’assurdo di un postmoderno dominato da una televisione a tutto tondo che oramai mira a catturare soprattutto l’istintività dello spettatore, la sua impulsività sentimentale, il reality immaginato da Fabrizio De Sanctis potrebbe davvero vedere la luce in qualche parte di questo nostro Occidente, ben al di sotto delle luci del tramonto preconizzate da Spengler. E l’autore porta fino alle estreme conseguenze tale possibilità, ponendola sotto i riflettori di un’osservazione attenta e serrata, quasi un’analisi al microscopio da cui emerge, senza riserve, l’assunto che in parte stiamo già vivendo quel tipo di realtà. Sul piano narrativo De Sanctis predilige un’esposizione dal chiaro sapore cinematografico e il lettore deve – sottolineo deve – accettare i ritmi imposti da questa regia, per godere a pieno di tutti gli incastri della vicenda, dei risvolti sociali, i colpi di scena. Sebbene sia un thriller, l’aspirazione – e forse l’intenzione – è quella di riportarci alle passate modalità di lettura totalizzante, quelle, per intenderci, dei grandi romanzi ottocenteschi, quando sul comodino accanto al letto c’era soltanto un corposo volume di Tolstoj o Hugo a catalizzare i meccanismi dell’immaginazione e dell’identificazione. E per chi ancora non fosse sufficientemente convinto, sappia che le trecento pagine finali non solo regalano un inatteso cambio di registro, ma anche una accelerazione tale da catturare il lettore e appassionarlo fino all’ultima, davvero imprevedibile, sorpresa conclusiva. Fabrizio De Sanctis

Format – Crimine in diretta TV Fratini, 2014 pp. 746, euro 25,00

Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 47


: un

anniversario importante

Leggere:tutti compie 10 anni 2005-2015 In occasione dei 10 anni di Leggere:tutti il numero speciale di giugno avrà una diffusione straordinaria di 50.000 copie nelle edicole italiane al prezzo scontato di 1,00 euro

L

eggere:tutti, il cui primo numero fu presentato prioprio al Salone Internazionale del Libro di Torino nel 2005, festeggia 10 anni alla 28° edizione del Salone, in programma dal 14 al 18 maggio 2015. Sarà presente presso lo spazio Cookbook. Diretta fin dalla nascita da Giuseppe Marchetti Tricamo, la rivista vuole far crescere la lettura in Italia rivolgendosi ad un pubblico il più ampio possibile. Particolare attenzione è posta alle piccole e medie case editrici e alle librerie indipendenti. Leggere:tutti ha voluto essere un enzima per lo sviluppo di altre iniziative, parlando di libri ma anche di tutto quello che c’è intorno: scrittori, case editrici, librerie, biblioteche, istituzioni culturali, e-commerce… La lente di Leggere:tutti focalizza la propria attenzione su tutti i generi di

I collaboratori di Leggere:tutti

Leggere:tutti ringrazia i numerosi e affezionati lettori nonché i collaboratori che hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo della rivista in questi 10 anni. Tra loro: Simonetta Alfaro, Alino, Giovanni Matteo Allone, Hilary Antonelli, Sergio Auricchio, Agostino Bagnato, Barbara Bechelloni, Roberto Bencivenga Elio Cadelo, Chiara Campanella, Fulvio Caporale, Fiorella Cappelli, Antonio Caprarica, Francesca Carangelo

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libri: dalla saggistica ai romanzi dall’economia al marketing, dai libri per ragazzi a quelli di storia e geografia, dai libri per viaggiare a quelli per sognare come i libri di poesia.
 Numerose sono le iniziative e le attività realizzate da Leggere:tutti negli anni. Tra le tante si segnalano: • Un treno di libri per Napoli: è stato organizzato per due edizioni di Galassia Gutenberg un treno speciale con 500 lettori e scrittori; • Una Nave di Libri per Barcellona (sesta edizione): una crociera letteraria organizzata da Civitavecchia a Barcellona dal 2010 in coincidenza con la festa di “San Giorgio, i libri e le rose” con cui si celebra con grande parteci-

Lucia Castagna, Ennio Cavalli, Ivana Cippitelli, Andrea Coco, Antonella Colombo, Gianluca Colombo, Ilaria Colombo, Clarissa Coppola, Barbara De Amicis, Antonia Del Sambro, Federica De Mita, Claudio Deplano, Gildo De Stefano, Giò di Belviso, Simone Di Biasio, Sergio Di Giacomo, Filippo Di Girolamo, Massimiliano Di Mino, Pierpaolo Di Mino, Emanuela Di Pietrantonio, Giancarlo Dosi, Antonio Duva, Vittorio Emiliani, Bartolomeo Errera, Martino Lorenzo Fagnani, Cesira Fenu, Melo Freni, Gianpiero Gamaleri,

pazione della popolazione nella città catalana la Giornata Mondiale del Libro (23 aprile). Nel 2015 si è svolta la sesta edizione. • aMare Leggere (terza edizione): Festival della letteratura per ragazzi sul mare; crociera letteraria Civitavecchia-Barcellona riservata agli studenti e ai loro insegnanti e famiglie. Giunta nel 2015 alla terza edizione, anche quest’anno ha guidato centinaia di ragazzi alla scoperta del piacere della lettura in occasione della Giornata mondiale della Poesia (21 marzo). • Food&Book - La cultura del cibo, il cibo nella cultura: Festival del libro e della cultura gastronomica la cui terza edizione è in programma a Montecatini Terme ad ottobre 2015.

Anna Garbagna, Alessandra Graziani, Emilia Gridà Cucco Gangi, Maria Rosaria Grifone, Annarita Guaitoli, Carla Iannacone, Roberto Ippolito, Adriana Lazzini, Luciano Luciani, Gordiano Lupi, Susanna Mancinotti, Floriana Mastandrea, Mimmo Mastrangelo, Gaetano Menna, Monica Menna, Maria Chiara Milanesi, Federico Mussano, Roberto Nicchi, Lucilla Noviello, Lucia Oggianu, Aldo Onorati, Annarita Paliani, Luigi Paolicelli, Nico Parente, Marco Piscitello, Gabriella Ricciardi,

Enzo Romeo, Federica Rondino, Serena Rossi, Giulietta Rovera, Stella Maria Sablone, Valentina Sannino, Serena Santi, Barbara Scaramucci, Francesca Scaringella, Valentino Sergi, Angelo Sferrazza, Giuseppe Sicari, Marina Silvestri, Loredana Simonetti, Simone Smart, Claudia Spagnoli, Rossella Strazzeri, Patrizia Tagliamonte, Mariachiara Tarantino, Valentina Tonolo, Donatella Trotta, Marzia Trovato, Claudia Valenti. …e scusateci se abbiamo dimenticato qualcuno!


Grazie

Un grazie agli studenti dello IED di Torino per le copertine di Leggere:tutti. Grazie agli oltre mille inserzionisti che nel corso dei 10 anni hanno sostenuto la nostra rivista. Tra loro:

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: zibaldone

Poi è venuto l’uomo a fare rumore

venuto l’uomo a fare rumore» e 15 anni dopo il rumore degli spari e dello schianto dell’auto si udì forte sul lungotevere. Carla Cucchiarelli

Quella notte a Roma

di Federico Mussano

Iacobelli, 2014 pp. 160, euro 14,50

Laura è un’insegnante oggi in pensione, ma in pensione possono andare le persone e non certo la «marea di interessi e passioni» e i ricordi. Tra questi ultimi il ritrovarsi a mangiare in un ristorante di Macerata (la città in cui Laura studiava, Accademia di Belle Arti) assieme a qualche professore tra cui Luigi (un docente che pretendeva molto e ricordava agli studenti «la conoscenza è contro l’ignoranza, ci vuole impegno») e alcune compagne del corso di scultura, tra cui un’altra che – come lei – aveva scelto di portare, come lavoro finale, una mano: lavoro finale sicuramente impegnativo, pensiamo a quante ossa e articolazioni si trovano in una mano. La scelta della collega studentessa era stata poi motivata da una dichiarata passione nella chiromanzia e allora perché, nel clima lieto attorno al tavolo (al ristorante con l’allegria di un esame superato), non farsi leggere la mano? Ridendo, scherzando, ma «quando toccò a Luigi e lei prese la mano del professore tra le sue divenne improvvisamente nervosa, spiegò che aveva visto un avvenimento tragico». Quante ossa e articolazioni si trovino in una mano lo sapeva bene Luigi Di Sarro, medico prima ancora che artista se vogliamo vedere le cose dal punto di vista cronologico, lungo l’asse temporale della vita che purtroppo si interrompe così presto e troppo presto per una vittima innocente della paura (forze dell’ordine impegnate nella lotta al terrorismo, cittadini con diritti compressi e ridotti dalla legislazione d’emergenza e dalla legge Reale in particolare) che aleggiava negli anni di piombo: la cronologia e la sorella Iole nel capitolo “O creare o morire” ci ricordano come Luigi, con papà Teobaldo, avesse «fatto un patto, si sarebbe laureato in medicina, come lui desiderava, poi avrebbe seguito la sua strada nel mondo dell’arte». E così, dalle arti di Esculapio (peraltro non abbandonate, fu ad esempio tra i primi a praticare l’agopuntura in Italia, forte anche di un periodo trascorso in Oriente), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma per sublimare quell’attrazione verso la figura e la composizione grafica – secondo un estro vissuto con (secondo le parole di Mirella Bentivoglio) “ambidestrismo psichico” – che già da bambino, e lo rammenta mamma Alba, lo aveva portato a mettere un cavalletto persino sul balcone. E l’anatomia artistica che insegnava in Accademia la sapeva continuamente reinventare, come ricorda l’amico Roberto Maria Siena che fu con lui a Palazzo Buonaccorsi a Macerata. Di Luigi Di Sarro si possono ammirare le opere in vari luoghi, soprattutto a Roma nel Centro di documentazione della ricerca artistica contemporaneaa lui intitolato. Opere e scritti: nel 1964 scriveva «Il mondo sarebbe silenzio. Poi è

Il buio ha paura dei bambini

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di Claudio Deplano

Angelo è un bambino che a nemmeno dieci anni vede stravolta la propria vita. I suoi genitori muoiono nell’esplosione della loro casa, lui rimane da solo con la vecchia nonna che però non può tenerlo con sé. Da Napoli, via Piombino dove per un breve periodo rimane con i parenti della nonna, finisce a Bologna. Da una vecchia palazzina del Vomero a una villa sui Colli bolognesi, da una affollata casa di pochi metri quadrati a una di tre piani che ai suoi occhi è ingiusto sia abitata da tre sole persone, lui e i suoi nuovi genitori. Da figlio unico in un quartiere popolato da famiglie numerose a meridionale in una città del nord dove non gli è difficile capire cosa sia il razzismo, anche se in breve riesce a farsi accettare da tutti, o quasi. Angelo, anche se apparentemente non lo dà a vedere, convive con un lato oscuro, ha in sé qualcosa che chiama il nero: “Hai presente il polpo?... Tiene quel sacchetto nero dentro e ogni tanto schizza fuori l’inchiostro... Non se lo può portare sempre appresso. Quando diventa assai lo deve cacciare”. Il nero di Angelo non deriva dalla tragedia che ha segnato la sua vita, ma ne è la causa. Dietro l’apparente normalità della vita di un bambino, fatta della scuola, dei giochi con gli amici, della scoperta di una città, Bologna, molto diversa dalla Napoli in cui è nato, e di una nuova famiglia che non gli fa mancare niente, si nasconde un’ombra, un lato oscuro. Il suo nero è alimentato dall’ipocrisia di adulti che non mantengono mai le promesse. Da quelli che lo hanno messo al mondo a quelli che lo hanno voluto per colmare un vuoto nella loro vita coniugale. Ambientato nella seconda metà degli Anni Settanta, Il buio ha paura dei bambini - scritto dal giornalista Emilio Marrese facendo ricorso a ricordi, esperienze, conoscenze della sua vita pur non essendo propriamente autobiografico, nonostante anche l’autore sia nato a Napoli e cresciuto a Bologna come il protagonista del romanzo - è un libro che alterna alcuni momenti “scuri” a molti momenti solari, che strappa sorrisi, che fa riflettere su come i bambini, nella loro ingenuità, vedono le cose degli adulti e gli avvenimenti della società che ruota loro intorno, su quale sia il loro senso di giustizia. Un libro con un finale assolutamente sorprendente. Emilio Marrese

Il buio ha paura dei bambini Piemme, 2015 pp. 246, euro 14,90


Red Country di Andrea Coco

L’ambientazione è quella del western classico: cercatori d’oro incalliti, personaggi senza scrupoli, rappresentanti della legge più corrotti dei corrotti, contadini che lottano per difendere le loro terre e raccolti, nativi che si muovono nell’ombra pronti a colpire gli invasori bianchi e…varia umanità. Insomma, a prima vista sembrerebbe la classica storia western come tante ne sono state scritte se non fosse che“Red Country” è un ibrido tra il fantasy e il western, che denuncia la sete di conquista e l’istinto primordiale di sopraffazione tipico degli esseri umani. Shy Sud, per esempio, è una giovane donna che vive dei frutti del suo lavoro di contadina. Assentatasi dalla fattoria di famiglia assieme al patrigno Agnello per vendere frumento nella vicina città, al suo ritorno ha una brutta sorpresa: la proprietà è stata razziata e bruciata e i fratelli minori, affidatili dalla madre, sono stati rapiti. Per ritrovarli, devono attraversare le Terre Remote e inizia così il loro viaggio avventuroso. Sesto titolo di Joe Abercrombie, eletto tra i migliori bestseller dal “Sunday Times” (2013) e dal “New York Times” (2014), la storia è ambientata nel medesimo universo della trilogia “La Prima Legge” e anche in quest’occasione l’autore si rivela un ineguagliabilecostruttore di ribaltamenti diprospettiva. All’interno del libro non esistono buoni o cattivi, bensì individui lacerati da profondi conflitti di ordine morale e da passati che non passano mai del tutto. Individui che devono fare quotidianamente i conti con la sopravvivenza e con le proprie motivazioni e ambizioni, perseguite anche a costo d’ingiustizie terribili. Un discorso a se stante è il difficile rapporto tra nativi, “gli Spettri”,e civilizzati, dove i primi sono descritti come ricchi di una spiritualità antica e di una mirabile disciplina. Nonostante i soprusi di cui sono vittime, li stanno spogliando della loro terra e della loro cultura, gli Spettri continuano a essere sorretti da una dignità tragica. Le loro reazioni violente sono la risposta a una civiltà, quella dei bianchi, di cui hanno conosciuto solo i lati peggiori. Lo scrittore instilla così nel lettore il dubbio che il selvaggio non siail nativo, ma, piuttosto, l’uomo occidentale e per di più in misura molto maggiore. Con Red Country Abercrombie ha saputo scrivere un libro che conquista il lettore, travolgendolo con la sua empatia disarmante, il suo cinismo rivelatore e il suo humour fosco e dissacrante. Joe Abercrombie

Red Country

Gargoyle, 2015 pp. 639, euro 24,90

AUTORE:

DAVID A. SEAMANDS LIBERI DALLA TRAPPOLA DELLA PERFORMANCE

Come liberarsi dall’ansia di riuscire. Siete intransigenti nei confronti di voi stessi e di chi vi circonda? Se desiderate fuggire dall’impietosa trappola della performance ed essere semplicemente voi stessi l’autore vi aiuterà a compiere i passi necessari per liberarvi dall’ansia di riuscire e potrete sperimentare gioia.

METTER VIA LE COSE DA BAMBINI

Tutti abbiamo modelli di comportamento infantili che ci impediscono di raggiungere la maturità spirituale ed emotiva. Dio può riprogrammare queste vecchie tendenze, ma devi prima decidere di farla finita con le cose da bambino. Devi abbandonarle. Queste pagine ti mostrano come puoi raggiungere lo sviluppo personale che Dio desidera da te.

LA GUARIGIONE DEI RICORDI

Il tempo da solo non può guarire ricordi dolorosi che abbiamo espulso dalla nostra mente cosciente. Eppure, tali ricordi continuano a perseguitarci e a causare nella nostra vita problemi emozionali e spirituali che le forme consuete di guarigione non sono in grado di risolvere. L’autore spiega come si possa liberare l’uomo dalla tirannia dei ricordi dolorosi.

www.eun.ch

EDITRICE UOMINI NUOVI srl 21030 Marchirolo (Varese) • Tel 0332-723007 • info@eun.ch Eun-Editrice Uomini Nuovi

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: zibaldone

Memorie e non fantasmi di Lucia Gandolfi

Questo lavoro teatrale deve essere messo in scena all’aperto in un luogo molto simile, in una serata estiva. Immaginatevi di trovarvi in una grande città e imbattervi per caso in un angolo particolare che sembra sopravvivere al tempo: piazzetta del Pozzo Vecchio. Ma se voi foste un assessore di nome Tiravento che ha deciso di abbattere i negozi che si affacciano sulla piazza perché troppo vecchi e allontanare i loro proprietari come Mario potreste trovarvi contro Narrante. “Sono colui che dipana storie, sgroviglia fili ingarbugliati; scioglie i blocchi, spiana gli intoppi. Io sono il distrigatore, lo sbrogliatore, lo sterratore dei vicoli ciechi e delle strade senza uscita.” Mario è un robivecchi, abita nel retro del suo negozio ingombro di mobili e suppellettili e fin da bambino possiede un talento speciale: è in grado di evocare la memoria dei proprietari degli oggetti che ha in negozio siano essi vivi o morti. Qualche volta entrano dei potenziali clienti, alcuni di loro hanno una vita difficile come Lara o la Maga del Pozzo. È Narrante che li ha riuniti tutti, ha un piano preciso… Non ci credete? Eppure Narrante lo avete già incontrato quella notte particolare in cui vi siete svegliati pensando ci fosse qualcuno con voi, o quando avete ricevuto notizie da quella persona che avevate perso di vista... Danilo Bramati

Maga del pozzo Moretti & Vitali, 2014 pp. 72, euro 12,00

Un antidoto alla comunicazione del terrore di Maria Rosaria Lopez

Leggendo gli ultimi casi di cronaca sembra aumentato il rischio di derive fondamentalistiche in Europa. Ci si domanda se è possibile trovare un antidoto alla comunicazione del terrore e alla volontà di costruire muri fisici e ideologici tra due civiltà millenarie. I muri per separare Grecia dalla Turchia e Marocco dalla Spagna e i muri ideologici del fondamentalismo islamico e degli integralisti cristiani sono basati sul terrore e l’odio razziale. 52 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

Rifiutando questa strategia di morte e di oscurantismo nasce questo libro costruito come un dialogo, “uno scambio senza apriorismi né politichese” tra i due studiosi Edgar Morin e TāriqSahīdRamadān. La lettura del libro risulta piacevole e veloce, grazie alle domande poste da Claude-Henry DuBord, specialista nel pensiero critico, e alle conseguenti risposte trattate in una prospettiva storica. Sfatando alcuni sensi comuni, si riscopre che la tradizione islamica non èuna eredità statica ma un lascito vivo attraverso una interpretazione contemporanea. Per Ramadān“L’essenza è nel movimento, alcuni principi sono immutabili altri cambiano”. Il concetto divino è inteso da Morin come il “Mistero con la M maiuscola” nell’Universo. Analogamente per Tarin esiste un Dio unico,percepito attraverso la fitrah, l’aspirazione naturale verso il senso, l’ideale, il trascendente e il ghaib l’invisibile e il mistero. Sulla dignità della donna Morin mette in evidenza la dualità nella cultura cristiana dell’uguaglianza dell’uomo e della donna, perché figli di Dio e la subordinazione della sposa al suo sposo. Ramadan considera lo status della donna rispetto all’uomo con apporti diversi e preziosi. “Le neuroscienze ci insegnano che nello sviluppo differenziato dei due emisferi del cervello, l’uomo risulta più emotivo della donna ma lo manifesta di meno”. Il confronto delle loro idee “pericolose” su temi universali riguardano anche scienza,etica,democrazia; questione palestinese, fondamentalismo, integrazione, perdono, con l’ambizione di poter vivere insieme pur essendo diversi per opinioni, fedi, culture, e rifiutando lo scontro scontato fra civiltà. Edgar Morin - TāriqSahīdRamadān

Il pericolo delle idee Erickson, 2015 pp. 271, euro 17,50

Una Macondo marziana di Andrea Coco

Marte in un futuro lontano, un pianeta in via di colonizzazione attraversato da ferrovie dove passano, veloci e inaspettati, convogli trainati da locomotive nucleari. Ebbene un bel giorno, nel Grande Deserto del Quartosfero NordOccidentale, accanto alle rotaie di una ferrovia, spunta un villaggio, Desolation Road, un agglomerato dove il passato non conta e il presente è un’incognita, un non luogo che in capo a poco tempo si popola di vagabondi di ogni genere. Nasce così, quasi per caso, una comunità ostinata e variegata che osserva due sole regole di vita: si bussa prima di entrare e non si disturba durante la siesta. A capo di questo villaggio, i cui pochi abitanti rappresentano le varie categorie del genere umano, c’è il saggio e buon dottor Alimantado, il fondatore di Desolation, che assegna terre e case ai nuovi venuti e più di


tutti ha a cuore la sopravvivenza dei suoi abitanti. E con lui Persis Tatterdemalion, pilota d’aerei, precipitata sul villaggio e mai più decollata, nonché famiglie in lotta e stranieri di passaggio, come Adam Black col suo spettacolo itinerante di Lezioni Stravaganti. Un andirivieni di varia umanità, che nasce, vive, si sposa, muore, talvolta uccide, in attesa che si compia il destino del villaggio. A livello narrativo l’opera può essere suddivisa in due parti: i primi capitoli dove l’autore, Ian McDonald, presenta gli abitanti di Desolation e la seconda parte del libro dove invece la trama si infittisce, si vivacizza e ogni pretesto è buono per inventare nuove storie. Desolation Road è un romanzo che manifesta appieno la passione diIan McDonald per le ambientazioni complesse e raffinate e per una ricerca narrativa molto elaborata dal punto di vista stilistico e di costruzione della vicenda. L’autore ha realizzato una storia di frontiera ispirandosi a due grandi scrittori, Ray Bradbury e Gabriel García Márquez, e alle loro opere Cronache Marziane e Cent’anni di solitudine. Dalla prima ha preso le suggestioni marziane e il senso del fantastico, dalla seconda il senso del magico e dell’ineluttabilità del destino; infatti non è un caso che Desolation Road assomigli moltissimo proprio al villaggio di Macondo, descritto da Márquez. Tutte caratteristiche mescolate da Ian McDonald con una buona dose d’ironia, per creare un tessuto narrativo fatto di personaggi, storie e luoghi che si intrecciano, si perdono e si ritrovano, dando vita a un romanzo indimenticabile. Ian McDonald

Desolation road Zona42, 2015 pp. 404, euro 15,90

Se la Germania detta leggi all’Europa di Ilaria Finotti

Se si parla di Germania, il poeta Franco Buffoni non vuole saperne di politically correct. Gli anni trascorsi laggiù a insegnare, i molti aspetti degni d’ammirazione di quel Paese, uno di quelli «meno corrotti, più efficienti e meglio organizzati del nostro» accendono i riflettori del suo sguardo su ciò che non va: una politica economica miope, per cominciare, frutto di una «meticolosa arroganza, che contrasta nettamente con il senso profondo dell’unità europea» e che rischia di dare ragione alle parole dell’ex ministro tedesco Fischer (era il 2012): «La Germania rischia di affossare l’intera Europa per la terza volta in un secolo».Ma può lo sdegno trasformarsi costruttivamente in poesia, ci si potrebbe chiedere, e soprattutto può la poesia aiutarci a capire qualcosa di più sull’Europa moderna dove l’unità è ancora un lontano miraggio e le decisioni sono prese da una sola, potente parte? Franco Buffoni crede di sì. Nasce così un pamphlet in versi che raccoglie componimenLeggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 53


: zibaldone

ti (alcuni inediti) dedicati a vario titolo a una nazione tanto amata quanto criticata. L’autore non fa sconti e ci offre versi che fanno riferimento sia a un recente passato noto a tutti, sia al presente degli ultimi anni e alla rinnovata arroganza di un paese affetto da una strana «nevrosi da obbedienza». Il senso ultimo della raccolta è chiaro: ricordare alla Germania autoproclamatasi guida europea di avere ancora molto da ricordare e poco di cui andare fiera, ieri come oggi, una nazione cui si può e si deve dire: «quieta, zitta, a cuccia / Già hai dato il meglio, non strafare». Franco Buffoni

O Germania

Interlinea, 2015 pp. 88, euro 12,00

Storie belle (e non) del Belpaese di Federico Mussano

I transalpini potrebbero essere interessati a un libro sull’Italia, su questa terra che oscilla tra l’essere «degna erede del Rinascimento oppure arena mediatica di rocambolesche vicende politiche»? Sicuramente sì e questa convinzione può essere duplice se si pensa alla pari duplice modalità di essere transalpini: il concetto è evidentemente unico (il transalpino è al di là delle Alpi, frontiera geografica naturale e confine politico tra Italia e Francia) e dipenderà quindi dal punto di partenza l’operazione di rendere assoluto un concetto relativo. A febbraio 2014 l’editore francese Armand Colin manda alle stampe “Sacrés Italiens!”, autore Alberto Toscano definito «il più francese dei giornalisti italiani» con trent’anni di corrispondenze dalla Francia alle spalle. A fine 2014 Alberto Toscano ne appronta una versione in italiano (con aggiornamenti ed estensioni nelle parti che per il lettore francese potevano essere scontate e conosciute – ad esempio dove si parla di Mitterrand – ma non per il lettore italiano con in mano il libro edito da Della Porta Editori): “Benedetti italiani!” è il titolo mentre l’immagine di copertina è una sequenza di icone a noi familiari, dalla Vespa (appassionanti le pagine del libro dedicate al coraggio di Enrico Piaggio e al genio dell’ingegner d’Ascanio) alla torre di Pisa, da una nave da crociera mezza affondata a oggetti d’alta moda fino a testimonianze della cucina italiana. Quali sono le differenze di fondo tra l’atteggiamento del cittadino italiano e del cittadino francese riguardo la politica e la vita culturale e sociale in cui si trova a vivere e a essere, possibilmente, un attore del proprio destino? La domanda è difficile, la risposta può essere multipla ma, qualora si voglia restringere il campo all’individuazione di una sola differenza con il supporto anche della storia recente, possiamo notare una diversa percezione del concetto di Stato: Toscano annota «i francesi lo mitizzano sistematicamente e 54 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

gli italiani sistematicamente lo demistificano». Si dice che i proverbi siano la saggezza popolare e che per molti aspetti questa saggezza abbia aspetti universali tra i popoli, ecco quindi scoprire che «l’occasione fa l’uomo ladro» trova un corrispettivo (e non solo a livello di repertorio proverbiale ma anche di scandali avvenuti) in «l’occasion fait le larron». Ma è forse solo italica quella partizione (quasi scientifica, sostanzialmente inesorabile nei modi e immutabile nel tempo) tra furbi e fessi: il riferimento obbligato nell’analizzare il fenomeno è Giuseppe Prezzolini che nei suoi cento anni di vita deve aver avuto un’ampia base statistica di uomini e donne incontrati (dagli umili ai potenti del pianeta) per riflettere sul fenomeno e dedicare alla distinzione tra furbi e fessi il primo capitolo della collezione di aforismi “Codice della vita italiana”. Alberto Toscano

Benedetti italiani! Della Porta, 2014 pp. 316, euro 16,00

Capire l’altro di Annarita Paliani

Lidia Tarantini, psicoterapeuta, con una grande esperienza realizzata in Tunisia a contatto con pazienti di religione islamica e poi in Italia, in Puglia con immigrati, inquesto suo testo esamina alcune certezze che non si adattano a pazienti stranieri. Nella sua costante ricerca di una strategia che sia a misura di culture e religioni differenti,ci dice che la chiave di volta va cercata nella relazione con l’Altro. Quali processi di pensiero portano l’analista a compiere quel gesto creativo che è l’interpretazione?Accanto al “guardare” l’Altro, alla voce e all’ascolto è l’immagine la vera protagonista del percorso analitico, lo “sguardo che ascolta” potremo dire riferendoci ad un altro saggio dell’autrice. E questa costante ricerca e sperimentazionedi strumenti nuovi; quali ad esempio l’utilizzo del “Gioco della Sabbia” tecnica nota come una modalità di lavoro con i bambini ha mostrato una grande potenzialità terapeutica nel lavoro con i pazienti adulti spostando l’attenzione dalla parola al gioco, e si è rilevato fondamentale per stabilire una comunicazione non verbale appunto con pazienti stranieri ed immigrati in contesti diversi dai nostri. Un libro utile e prezioso e attualissimo che vuole essere una testimonianza per gli operatori dei centri di accoglienza, delle ASL, degli ospedali e delle case famiglia che sono in costante e sofferta ricerca di una relazione con l’Altro. Il libro è arricchito da una affettuosa prefazione del Prof. Alfredo Ancora. Lidia Tarantini

L’altro prossimo venturo La relazione terapeutica con il migrante Franco Angeli, 2014 pp. 144, euro 18,50


Andavamo lontano di Valentina Tonolo

Tre parti, un intreccio intriso di realtà dure, di situazioni tuttora tenute ai margini da chi preferisce seguire la corrente dell’ignoranza e dei discorsi stereotipati. Elia i discorsi stereotipati li abbatte col suo primo romanzo. Le storie di emigrazione e immigrazione raccontate con preparazione, incalzante razionalità, sentite considerazioni che si estendono alla filosofia politica e che a tratti diventano un fiume in piena, attraversano il nostro passato, proseguono nel nostro presentetoccano la sensibilità e la coscienza del lettore. Ogni persona raccontata ha un motore chiaro: l’esigenza esistenziale di mantenere alta la dignità, quel valore sacro tanto decantato e poco rispettato, e la consequenziale necessità di uscire dagli stenti, le umiliazioni e le frustrazioni per sé e per la famiglia. Quando le porte si chiudono ripetutamente e le difficoltà aumentano non ci sono alternative, si lascia la propria terra e si portano con sé in una tasca le radici come ricordi, auspicando di ritornare, per quanto cambiati, senza la disperazione o l’amarezza che si ha alla partenza. Nel frattempo la solitudine dell’esilio e la nostalgia intrinseca diventano parti inevitabili di quella valigia aperta in un altro luogo. Si narrano viaggi per un futuro migliore non solo per chi parte dall’Italia, ma per chi vi arriva da straniero, ingombrante già ai centri di accoglienza, per chi proviene dalla guerra, intraprende con disagio estremo l’inferno di anni tradotti in chilometri, fatti di deserti, clandestinità poco sopportabile, spostamenti da una città all’altra, gommoni e sacrilegi. Alassane M. Bengue, senegalese, Olen, albanese, molte donne bosniache tutti a rischio espulsione quando il tempo dilatato in anni di viaggio subisce un’accelerazione improvvisa, apocalittica e il permesso di soggiorno rimane un sogno agognato, ma ottenuto da qualcuno, perché qualcuno a cui va bene esiste eccome. Al centro del romanzo poi troviamo un crocevia di viaggi interni di migranti che si muovono sulle direttrici nord-sud e una stazione, Bologna, coi treni pronti a dare il via al movimento ordinario, stazione fatta saltare il 10 agosto 1980 alle 10.40. Tutte quelle persone si trasformano in un elenco insostenibile di morti, vittime innocenti in nome di “Niente” che sostituisce il tutto, domina l’economia, sposta gli interessi internazionali e dove approda ribalta le categorie: la guerra diventa missione di pace, la distruzione di massa, spudorata o subdola, costruzione per una civiltà. E il futuro? Elia descrive la rete di solidarietà, di validità di persone che non rimangono ferme nell’indifferenza, ma sanno dare un contributo senza condizionamenti, al cambiamentoeffettivo. Noi che “andavamo lontano”, dove stiamo andando ora?Elia con questo libro molti spunti li dà. Antonio Elia

Andavamo lontano Manni, 2014 pp. 248, euro 18,00 Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 55


: zibaldone

Poesie senza confine di Fiorella Cappelli

Forte, solidale, struggente, compassionevole, intensa, preziosa, significativa, generazionale, aperta: curata da Gabriella Valera Gruber e dedicata a “Gliad, Naftali, Eyal, giovanissimi Palestinesi, a Mohammed, giovanissimo Israeliano, e a tutti gli uccisi da un’idendica barbarie”, questa Antologia bilingue di cultura giovanile e poetica dell’alterità, pubblicata gratuitamente da Ibiskos Editrice Risolo è il risultato della decima edizione del Concorso Internazionale di Poesia e Teatro Castello di Duino riservato ai giovani fino a 30 anni di età ed è organizzato da Gabriella Valera e Ottavio Gruber per l’Associazione di volontariato Poesia e Solidarietà di Trieste. IO/TU - YOU/ME è una silloge poetica di raccolta che apre con cinque pagine di ringraziamenti dovuti e sentiti verso chi si è prodigato ed ha sostenuto l’iniziativa per poi proseguire con l’attenta analisi che la Valera Gruber fa su alcune significative e toccanti liriche contenute all’interno di essa e volgere l’attenzione alle domande chiave suggerite dal tema IO/TU lanciato per la partecipazione alla decima edizione del concorso, un bando che ha promosso sempre “ temi che suggerissero una dualità o pluralità di prospettive” (come riportano le note in calce all’analisi poetica, che ripercorrono date e titoli delle antologie con temi dati nei vari anni). Nelle pagine a seguire i nomi dei vincitori e le motivazioni del premio per poi procedere a quelle che riportano per intero le poesie partecipanti il concorso provenienti da: Turchia, Cina, Italia, Spagna, Ungheria, Bosnia-Erzegovina, Malesia, USA, Arabia Saudita e tanti altri Stati... tutti insieme per una fratellanza: quella che riconosce nella Solidarietà l’unico grande abbraccio di pace. Un’antologia curata “come un tesoro”, per averla tra le mani, per conservarla nel cuore, per leggerla nella doppia, tripla traduzione, resa possibile grazie al lavoro di svariati traduttori: dalla lingua originale, all’italiano, all’inglese; tra loro: Silvia Nita, Paola Gentile, Sandro Pecchiari, HirmaHibert. Neslisah Aslan (Turchia),Silvia Meterc (Italia),Daniele Campanari (Italia), Chen YueJie (Cina), e Oscar Pérez Lozano (Spagna) i premiati. Il contenuto delle poesie, reso ancor più significativo ed emozionante dall’arricchimento delle motivazioni, dal grande lavoro eseguito con cura da parte di quanti hanno collaborato alla fattibilità e alla visibilità di questo concorso e di questo tomo fanno sperare che si possa credere, attraverso la poesia ad “un mito della rinascita in un percorso che abbracci religioni ed aspettative, sogni e realtà, fra Occidente e altri mondi” come scrive Gabriella Valera nella motivazione alla poesia di Neslisah Aslan, Turchia, premiata con la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana. Gabriella Valera Gruber (a cura di)

Io/Tu – You / Me

Ibiskos Editrice Di Risolo, 2014 pp. 166, euro 12,00 56 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

Il quaderno dei Dolci liquorosi di Monia Vandini

Ricordo quando, da bambina, facevo scorribande in cucina e “tocciavo” il dito nell’impasto che la nonna preparava con meticolosa attenzione: quando aggiungeva il liquore (nocino, maraschino o un po’ di grappa) mi sembrava un momento magico e trasgressivo, atteso con grande trepidazione ogni volta. “Il quaderno dei Dolci liquorosi” edito da Kellermann, a cura di Elisabetta Tiveron, è un ricettario colmo di preparazioni casalinghe leggermente alcoliche vestito da quaderno, scritto in bella calligrafia da Nicoletta Piol e deliziosamente illustrato da Roberto Da Re Giustiniani. Si parte dagli Albesi al Barolo, passando per le Crépes Suzette e terminando con la zuppa inglese: una carrellata di ricette regionali italiane(con qualche escursione esotica), per ricordare una cucina casereccia ma raffinata che ha il profumo dei ricordi. Elisabetta Tiveron

Il quaderno dei dolci liquorosi Kellermann, 2014 pp. 69, euro 9,00

Un quadrato senza lati di Aldo Onorati

Questa silloge di Marco Onofrio si impernia su due fulcri: l’irresolubile problema dell’io al confronto dell’Universo e la Natura in se stessa. Tali motivi si intersecano, entrano in osmosi e in conflitto, generando una poesia nuova, tra le più aggressive e profonde di questi anni. Fabio Pierangeli in prefazione scrive: “Onofrio non sceglie strade semplici; piuttosto, si tuffa in baratri vertiginosi, dal basso di una poesia viscerale all’alto di un rimando metafisico”. È che l’autore, lungi dal cantare il monocordo, coglie la realtà nel suo “gran mar dell’essere” (per dirla con Dante), cioè nelle sue contraddizioni, ben sapendo che spesso l’assurdo contiene più verità del razionale. “Esploro la più amara oscurità: /sono un clandestino, brancolo/ nella cabina chiusa a chiave/ di una nave abbandonata/ in fondo al mare./ Quanti sorsi d’angoscia / dentro questa scatola abitata/ dal suono permanente senza età”: ecco un esempio di metafore azzardate, geniali, polisemiche, riconducibili ai tragici (o grotteschi?) perché sulla vita, la morte, l’universo, l’amore.


E’ una visione alternativa del mondo. Il cosmo di Onofrio è complesso, vulcanico, viscerale, violento e dolce, laddove “la nostalgia che transita nel tempo/ dà un senso sopracuto ad ogni cosa/ e non risolve niente// Il cielo è una voragine di carne/ un groppo di dolore aggrovigliato/ una membrana tesa…” Con Onofrio si chiudono due filoni ormai consunti della lirica italiana: quello del ”cuore” (ove ogni autore piange se stesso e si commisera) e quello della “ragioneria del dire”. Ha ripreso in mano le regole della metrica, in modo che un certo ritmo precipuo dell’autore trova subito la sua collocazione in una scansione interiore di rara bellezza espressiva e di intenso cogitare. Ha tolto l’astrazione e reinserito il pensiero. Marco Onofrio

Ai bordi di un quadrato senza lati Marco Saya, 2015 pp. 80, euro 10,00

Dialoghi in rosa di Chiara Campanella

È la testimonianza di due straordinarie donne il libro di Maria Rosaria De Simone e Giovanna Ferrari, preparatissime insegnanti accomunate dall’unico obiettivo di combattere, con ogni mezzo, la violenza di genere. Entrambe portano coraggiosamente avanti la loro battaglia: la prima, giornalista romana impegnata nel sociale, attraverso le pagine di un giornale; la seconda, madre di una donna barbaramente uccisa dal marito, mediante la partecipazione a convegni e trasmissioni televisive per diffondere la storia della figlia. Le due donne si conoscono per caso a Roma e, scambiandosi dei messaggi su Facebook, danno il via ad una chat, tutta al femminile, nella quale si raccontano il loro vissuto. Il dialogo si snoda portando avanti conversazioni che spaziano da tematiche di tutti i giorni, come le babbucce per i neonati, a problemi più profondi come la fede, di grande conforto per Maria Rosaria ma non per Giovanna, alla quale è venuta meno con la perdita di sua figlia. Non mancano poi considerazioni sul loro lavoro, in particolare sull’ambiente scolastico: un luogo che non consente a molti studenti di sviluppare le loro effettive potenzialità a causa di insegnanti più burocrati che educatori. Le due autrici concordano inoltre nell’affermare che da genitori èdifficile riconoscere i propri errori nell’educare i figli, ma soprattutto che un genitore non potrà mai negare le colpe di un figlio che si è macchiato di femminicidio perché ciò significherebbe confermarlo nella sua malvagità. Un testo autentico e commovente, scritto per le donne con l’augurio che, con un po’ di ottimismo e tanta forza, possano volgere lo sguardo verso un futuro più roseo.

L’ora incerta di Susanna Mancinotti

La nuova collana Electaphoto comprende nuovi e originali percorsi di ricerca tematica come quello che Luigi Spina ha intrapreso recentemente nel cuore della Roma antica, tra Foro Romano e Palatino. Dopo l’immersione tra i marmi della collezione Farnese, che ha sortito bianchi e neri di una qualità tattile (Electa 2009 -2010) e dopo il dialogo con l’antico a Villa Adriana, Luigi Spina torna a fotografare il paesaggio archeologico italiano con una sequenza fotografica scandita dal tempo. L’ora incerta è in particolare il risultato di un lavoro intrapreso da Spina nel centro della città antica, tra Foro Romano e Palatino, che va oltre l’immagine stereotipata. _LB_Archi e templi, ripresi in diverse ore del giorno, fino alla cosiddetta “ora grigia” in cui il colore lascia spazio al bianco e nero, assumono un’aura di sacralità. L’anno scorso Spina ha trascorso più di sessanta giorni nell’area archeologica, dall’alba al tramonto, per realizzare un percorso fotografico, suddiviso in dieci capitoli, che segue il ritmo delle ore. “Ho inseguito la luce all’interno dello spazio del Foro Romano e del Palatino, per trovare le sfumature leggere, le tonalità calde oppure quelle fredde del mattino, che davano a uno stesso reperto, un volto nuovo, restituendone la suggestione e il fascino del trascorrere del tempo” spiega Luigi Spina. “Ho potuto fotografare anche alle sei del mattino, quando ancora non era possibile per i visitatori accedere, e sono rimasto a ritrarre, senza la presenza di alcuno, colonne, archi, cimeli, anche sotto i nubifragi. Lo scorrere delle ore, la dinamicità delle nuvole e la pioggia stessa, hanno reso le immagini inedite e pregne di significato.” Il volume, che contiene 140 illustrazioni a colori e in tricromia, comprende due saggi di Ferdinando Castagnoli e Giovanni Fiorentino. Luigi Spina

L’ora incerta Electaphoto, 2015 pp. 176, euro 35,00

Giovanna Ferrari, M. Rosaria De Simone

Chat in rosa

Dialogo sopra i massimi e i minimi sistemi Il ciliegio, 2014 pp. 205, euro 15,00 Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 57


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www.confronti.net


: Eventi

V

ivo in un limbo fatto di mondi futuri, popolati da alieni e da astronavi e di magici reami in cui si aggirano draghi e splendide guerriere, ma se ripenso a come nasce questa mia deformazione percettiva, i ricordi mi riportano a una giornata in biblioteca all’età di 14 anni. In attesa di trovare un testo di geografia astronomica per studiare i movimenti dei corpi celesti l’occhio mi cade su un piccolo libro della Mondadori dimenticato sul banco, forse in attesa di una sistemazione. Serie Urania; titolo I giganti di pietra di Donald Wandrei. Affascinato dal disegno di copertina lo sfoglio curioso, inizio a leggerlo… e resto folgorato! Era la scoperta della fantascienza, la forma letteraria in sincrono perfetto con le mie aspettative. Soluzioni alternative ad antichi misteri, l’incontro con razze aliene dentro e fuori dal nostro piccolo mondo, le meraviglie della tecnologia del futuro e il tema del viaggio e dell’esplorazione fino al contatto con mondi lontani… un sacco di bella roba insomma! La biblioteca è un mondo fantastico, dove tutti vorremmo Borges alla reception. Io in quel momento varcavo la soglia di una porta spaziotemporale! Quale luogo migliore in cui lasciare la mente libera? Io faccio l’illustratore e in quanto tale sono un consumatore iper-bulimico di immagini. Possiedo parecchie migliaia di libri di fotografia e di arte in generale, ma le fonti per realizzare i disegni iperrealisti, che facevo negli anni ’80, non bastavano mai. Utilizzavo anche una Mamya 6x6 per fare a volte io stesso le foto di quello che dovevo dipingere e le stampavo in bianco e nero, ma è lapalissiano che non si può trovare tutto e a portata di mano. Un giorno ero alla disperata ricerca di una fotografia che ritraesse, con ricchezza di dettaglio, chicchi di caffè tostati e perfetti nella forma e nel colore. Mi era stato chiesto di realizzare una illustrazione iperrealista che rappresentasse la vaschetta col prodotto adagiata su una distesa di Arabica. Avevo fatto alcuni scatti del caffè acquistato in torrefazione, ma i chicchi, venduti come il non plus ultra della qualità, erano invece brutti e striminziti, tutt’altro che “iper”. “Perché non provi alla biblioteca delle immagini?” Mi dice un amico. Un paio di illustratori avevano uni-

Viva le biblioteche: arriva Bibliopride Organizzato dall’AIB Associazione Italiana Biblioteche, Bibliopride si svolgerà dal 22 maggio al 6 giugno in tutta Italia. Victor Togliani, illustratore e scenografo internazionale, ha scritto un testo in occasione della manifestazione: “La banca delle immagini”. di Victor Togliani

to le forze e aperto questo miracoloso emporio dell’immagine. Fornivano ai colleghi lo strumento per superare le difficoltà che loro stessi avevano incontrato nel reperire la documentazione necessaria. Michel Fuzellier, che ha una memoria meno spappolata della mia, mi rammenta che erano Mauro Olgiati e Raffaele Di Benedetto gli artefici di cotanta meraviglia. Il grande appartamento coi muri ricoperti da librerie stava dalle parti di Porta Romana. Gli scaffali erano divisi per argomenti, ma le “dida” non recitavano: letteratura, filosofia, storia, saggistica, viaggi, esoterismo, ma: animali, vegetazione, paesaggi, architettura, nudi di donna, mezzi di trasporto, ecc. Potevi prendere a prestito i libri come in una normale biblioteca.

Poi è arrivato internet e le immagini digitali hanno saturato il mondo. Ma rimane scolpita nella memoria la gioia immensa che provavo nel muovermi come un gatto curioso tra quelle cataste di leccornìe editoriali alla ricerca dell’icona perfetta, per esaudire le mie esigenze di ladro di figure! Organizzato dall’AIB Associazione Italiana Biblioteche, Bibliopride si svolgerà dal 22 maggio al 6 giugno in tutta Italia. Milano è stata scelta come città simbolo della nuova edizione: venerdì 22 maggio ospiterà a Palazzo Reale un convegno internazionale dal titolo Strong Libraries, strong societies mentre sabato 23 maggio alla Rotonda della Besana è in programma una giornata di festa dedicata alla città con eventi per i più piccoli, oltre a una interessantissima maratona letteraria. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 59


: Antichi

editori

N

el 1931 veniva fondata una delle più importanti case editrici italiane, Frassinelli, per volontà di Carlo Frassinelli, un tipografo piemontese innamorato del libro come oggetto d’arte e come veicolo di cultura. Era una piccola realtà editoriale ma nasceva insieme ad altre straordinarie avventure come Bompiani, Einaudi che avrebbero cambiato il panorama letterario e culturale dell’epoca. Frassinelli non aveva grandi pretese industriali, il suo era un piccolo marchio, ma voleva libri di qualità. Il suo lavoro fece conoscere ai lettori italiani grandi autori come O’ Neill, Melville, Twain, Joyce, Bàbel, Kafka, solo per citarne alcuni. Nel 1965 a causa di problemi economici la Frassinelli chiude. Nel 1982 fu acquistata dalla Sperling & Kupfer e la sua tradizione letteraria venne arricchita da autori come: Alice Walker, Tom Wolfe, Toni Morrison, Nikos Kazantzakis, Manuel Vázquez Montalbán, Alda Merini, Wole Soyinka. Oggi, a 83 anni dalla fondazione della Frassinelli, il direttore editoriale, Giovanni Francesio, intende ribadire l’intento delle origini, pubblicando libri di qualità e intercettando le curiosità di lettori a volte intimiditi dalla presenza di libri troppo simili fra loro.

Come sarà la “nuova” Frassinelli?

Da un punto di vista editoriale mi auguro che sia almeno all’altezza della Frassinelli del passato prossimo e del passato remoto, perché la Frassinelli è un marchio di primissimo livello. Il suo catalogo ha Premi Nobel e autori di qualità come ad esempio David Mitchell, che ha sempre pubblicato con Frassinelli. Il nostro progetto di

Quando i libri intercettano il tempo Intervista a Giovanni Francesio, direttore editoriale della Frassinelli, la casa editrice che intende ribadire l’intento selle origini, pubblicando libri di qualità e cogliendo le curiosità dei lettori. di Fulvio Caporale

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rinnovamento ha avuto come scopo una rivisitazione radicale del publishing e ha affrontato un lungo studio sulle nuove tendenze della narrativa letteraria, all’estero e in Italia. In Italia la narrativa fa fatica mentre all’estero va un po’ meglio. Per questo abbiamo scommesso sulla formula americana, abbandonando la brossura, eliminando le gabbie fisse, scegliendo copertine inusuali nel contesto italiano degli ultimi anni e abbiamo stretto la produzione sulla narrativa. Perché avete scelto come primo libro della “nuova” Frassinelli “Le ore invisibili” di David Mitchell?

Volevamo cominciare con un autore di qualità che già apparteneva al nostro catalogo. David Mitchell è un autore davvero interessante che ha cominciato a pubblicare con Frassinelli fin dal suo esordio. Il secondo libro della collana sarà Io sono Alfa di Patrick Fogli, che ha scritto un romanzo molto particolare. Un romanzo distopico. In cui un gruppo terroristico organizza attentati senza rivendicarli. E’ un ter-

rorismo che devasta il tessuto sociale mostrandoci tutta la nostra fragilità. Poi pubblicheremo Febbre. Romanzo di una vita dimenticata di Mary Beth Keane che ha scritto un romanzo basato su una storia vera. La protagonista fu il primo caso di portatrice sana di tifo. Non sapeva di essere malata e lasciava dietro di se una scia di morte. Viene messa in quarantena e il fatto straziante è che l’eroina del romanzo è il personaggio crudele, perché inconsapevolmente uccide le persone e la sua storia paradossale e inevitabile suscita un trasporto doloroso ed empatico nel lettore. Ritiene che i lettori in Italia siano cambiati negli ultimi anni? Voglio dire si può tracciare un profilo sociologico del lettore italiano?

È difficile fare una sintesi. E’ avvenuto un normale cambiamento gene-

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Cosa le piace di più del suo lavoro?

Mi piace quando i libri che pubblichi intercettano lo spirito del tempo e la sintonia del momento. Mi piace l’ambiente, mi piace scegliere le copertine, mi piace il rapporto con gli autori. Ci sono altre cose che non mi piacciono ma queste non te le dico.

Mauro Neri L’armonica d’argento

La Grande Guerra vista con gli occhi di un ragazzo 8:57

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l’aRmonica D’aRgento Mauro Neri

illustrazioni Federica Periotto

i gusci

razionale anche se negli ultimi anni un aspetto positivo è stata la crescita dei lettori adolescenti. La narrativa per adolescenti si è imposta con un certo successo. Vent’anni fa si diceva che gli adolescenti non leggevano. Oggi non è più così. Un esempio, ma ce ne sono tantissimi altri, è il libro di Chbosky “Noi siamo infinito”. Un libro scritto nel 1999 che è diventato, dopo il film, un libro di culto. Esiste, quindi, una generazione giovane che sta trovando nella lettura un suo spazio.

libri che raccontano musica

La Grande Guerra vista con gli occhi di un ragazzo. Angelo aveva dieci anni quando prese avvio questa storia. Ma quando scoppia una guerra, e per di più mondiale, cosa volete che ne sappia la gente di un paesino sperduto tra le montagne? All’improvviso piombano in piazza camion carichi di truppe in divisa, cannoni, bombe e tenentini freschi di accademia che sbraitano ordini in tedesco e alla fine non ci capisce più nulla nessuno.

Il libro è stato realizzato nell’ambito del progetto “Prima guerra mondiale: la grande trasformazione”, promosso da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Istituto Gramsci, con il contributo di Fondazione Cariplo.

106 pagine, 14 euro con cd audio allegato illustrazioni Federica Periotto editore Accademia Nazionale di Santa Cecilia Collana i Gusci

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: Cibo

A

circa due anni dalla pubblicazione di Ricette Umorali, fa il bis con un secondo trattato gastro-filosofico in cui unisce, agli ingredienti delle pietanze, i sentimenti dello chef e gli stati d’animo dei commensali. Ironico, irriverente, nemico dei prontuari tradizionali di cucina e delle mode alimentari, Ricette Umorali il bis (Fazi) conserva l’amore per la buona tavola e il profondo rispetto per il substrato simbolico del cibo, ma al primo volume aggiunge una visione estrema del desco con manicaretti volutamente poco commestibili, come l’Amuchina o le crocchette per il miglior amico dell’uomo. Se, poi, per un buon barbecue è indispensabile la lettura de Le Braci di Sandor Marai, triste risulta invece la sorte del dolce più famoso della letteratura, la Madelaine, che anziché scintillare nelle vetrine di Cartier, è relegata al fondo degli scaffali dei supermercati. Molti sono i rimandi alle lettere, ma anche alla musica, al cinema e all’arte figurativa. Senza però mai perdere di vista il piatto, il gusto e la convivialità della buona tavola. Tu sei una storica dell’arte. Come nasce l’idea di scrivere di cucina?

Ho cominciato a comporre questi testi culinari su un blog poiché il cibo, insieme all’arte, rappresenta la mia grande passione. Tuttavia, le mie non sono ricette in senso stretto: partono con tutti i crismi dei prontuari per poi divagare, stravolgersi, non giungere mai a effettivo compimento. Le preparazioni si mescolano a ricordi, spunti e suggestioni suggerite dagli ingredienti. Nel primo libro hai raccontato la tua esperienza di studentessa fuori sede che, per mera sopravvivenza, tra fornelli di fortuna, coinquilini ed esami, impara finalmente a cucinare. Qual è stavolta il filo rosso che unisce le ricette?

Sullo sfondo di Ricette Umorali il bis si aggira un fenomeno che contrassegna la mia generazione (e non solo): la fuga di palati ossia la diretta conseguenza della fuga dei cervelli. A ogni cervello che emigra corrisponde, difatti, un palato che inevitabilmente lo segue e, di conseguenza, una cucina estera da esplorare e una lancinante nostalgia dei sapori di casa. Mi interessa, inoltre, la traduzione della cucina italiana all’estero e, di contro, la trasposizione delle cucine 62 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

A d

Ricette emotive un po’ irriverenti Dopo l’apologia della Nutella, la ricetta dell’Aulin e il dramma del rigiro della frittata, Isabella Pedicini torna a discorrere di cibo con “Ricette umorali. Il bis” (Fazi).

e m b v L l e e c d a S i d t I F È p v

di Francesca Magni

etniche qui da noi. Anche gli innesti tra diverse gastronomie sono preziosi e, a volte, esilaranti. E sulla disperazione dell’italiano in cerca di un espresso in un paese straniero si potrebbero scrivere tomi. Le ricette sono suddivise in base agli umori e organizzate in base alle figure della geometria solida. Come mai?

Gli umori rappresentano la cifra identitaria di entrambi i libri: la mia è una gastronomia emotiva in cui tutte le pietanze sono calibrate secondo gli stati d’animo che, più delle spezie e del

grado di cottura, influiscono sulla riuscita del piatto. Se nel primo libro la suddivisione delle ricette era pensata in base agli utensili di cucina, in Ricette Umorali il bis la ripartizione segue le forme delle figure solide, cercando una corrispondenza tra una geometria codificata e quella interiore che, proprio attraverso il cibo, viene allo scoperto. Le pietanze costituiscono, infatti, un formidabile veicolo di narrazione, uno strumento con cui costruire racconti e squadernare memorie e flussi di coscienza.

A R


ALFREDO LUCIFERO tra letteratura e scultura

Alfredo Lucifero, noto esponente dell’ambiente culturale italiano del periodo che va dalla fine del Secondo Novecento a oggi, sia per quello letterario che delle Arti Figurative. Ne fanno testo i numerosi libri pubblicati, i premi ricevuti, le prestigiose mostre di scultura fatte in spazi significativi, come la “Versiliana” di Pietrasanta, il “Principe di Piemonte” a Viareggio, e poi a Montepulciano, Cortona, dove ha Alfredo Lucifero intervistato conseguito il primo premio assoluto al Concorso Internazionale Gino Severini con da Romano Battaglia l’opera Il male. In tal senso Alfredo Lucifero è interprete esemplare del processo di evoluzione che caratterizza la cultura moderna, quale espressione della società contemporanea, proprio per quella mixtio di classicismo e modernismo, come ben si apprezza nella scultura, creata con la tecnica della fusione in bronzo a cera persa, e nella scrittura sintetica ed essenziale, capace di esprimere una problematica esistenziale di veglie, ansietà, gioie, quale strumento di ricerca, quindi di verità, che sale dalle regioni dell’anima e del cuore. L’artista si riconosce, come già Ungaretti che aveva conosciuto in gioventù, docile fibra dell’Universo, accetta l’oscuro travaglio della vita come catarsi dello spirito, crea un linguaggio quanto mai espressivo, essenziale e talora scarnificato, spesso epigrammatico, come suono che rompe il silenzio per divenire arte e vita. Ciò si evince anche dalla forma saggistica del testo Epifanie, pubblicato per i tipi della Ibiskos-Ulivieri, dove il tema centrale della vita e della morte definisce la ricca umanità dell’artista, che fuoriesce anche dai Racconti di caccia nei quali a prevalere sono l’amore per la natura e la vita all’aria aperta. Sempre alla Ibiskos-Ulivieri, Lucifero affida la sua poesia con la pubblicazione de: La vita infinita in cui la forma estetizzante, pur presente, si fonde con una problematica esperienza di vita nella ricerca del suo snodo e della propria funzione, tra Eros e Thanatos, luce e tenebre, dove a prevalere è sempre la vita. Di pari passo in scultura nascono opere come Il Male, al quale si contrappongono il busto del Budda, dolce e buono, e quello di Papa Francesco, consegnato allo stesso pontefice dall’artista, in Piazza San Pietro a Roma. È dunque tutta l’arte di Alfredo Lucifero caratterizzata da un’espressione ossimorica e paradossistica, quale coinvolgente e inestricabile intreccio di letteratura e vita, scultura e vita, come tratto originale di una personalità forte, e soprattutto umana.

Identità

Dentro gli attimi siamo tutti uguali (2011), Riflessioni lungo il mare (2012), La vita infinita (2013). Prosa: Asterischi (1990), Il fagiano (1997), Il ponte girante (2002), Ulisse per sempre (2004), Il fagiano e il cinghiale (2006), Le donne e la luna (2010), La rivoltella nel cassetto (2012), Correre Correre (2013); Il 26 agosto 2012 ha ottenuto la medaglia del “Presidente della Repubblica Italiana” per le sue opere di scultura e poesia. Nel 2013 è stato candidato al Premio Nobel per la letteratura. Negli ultimi anni ha ottenuto oltre 50 premi letterari per la poesia e la prosa tra cui si indicano: Premio Speciale della giuria - “Semaforo Rosso”; Rassegna d’arte e letteratura “I grandi Maestri Contemporanei”; Premio letterario “Liutprando e la Rocca de’ desiderio” - accademia Internazionale Francesco Petrarca - Barbarano Romano (VT); Premio “Foyer des Artistes” - S. Alessio in Aspromonte; Premio Letterario Internazionale Città di Lerici; Premio poesia iniziative letterarie XIX ediz. 2007 - Milano; Premio letterario nazionale di poesia e narrativa “Il Simposio” - Buccino (Salerno); Premio Città di Salò; Concorso letterario Europa “Gran prix de Poèsie” - presso la sede del Parlamento Europeo; Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “Il porticciolo” - La Spezia; Premio internazionale di poesia “S. Domenichino” - Città di Massa; Premio Letterario Internazionale “Il Molinello”; Centro Culturale “Il Porticciolo” - La Spezia. Sempre nel 2013 con la raccolta di poesia “Riflessioni lungo il mare” ha ottenuto i seguenti premi: Rassegna d’arte e letteratura “Omaggio al Carnevale di Viareggio” - 1° premio; Premio Letterario Internazionale “Golfo di Trieste 2013” - 1° premio; Premio della critica città di Massa.

ALFREDO LUCIFERO

ma non ci somigliamo:

da La vita infinita

ISBN 978-88-7841-914-8

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788878 419148

Prezzo € 12,00 (IVA inclusa)

IBISKOS-ULIVIERI

Alfredo Lucifero (primo a destra) con Arrigo Petacco e Romano Battaglia

RACCONTI DI CACCIA

ghiacciate dal candido gelo.

RACCONTI DI CACCIA I cinghiali de “La Disperata”

gocce d’acqua asciugate dal sole tiepido

ALFREDO LUCIFERO

Le zaqare IBISKOS

ULIVIERI

Alfredo Lucifero calabrese di origine, è a Pisa, di professione avvocato, magis onorario. Ha frequentato negli anni ’50 artisti dell’importanza di Ardengo So Giuseppe Ungaretti e Leonida Repaci letteratura e la scultura e lo hanno accom gnato fino ad oggi. Ha pubblicato nume opere di poesia e di prosa. Ha ottenuto nu rosi riconoscimenti e vinto importanti p a livello nazionale e internazionale per la esia, la narrativa e la scultura. Inoltre è Presidente della Giuria del Premio lette “Le Muse” di Pisa. Suoi libri sono stati sentati da Romano Battaglia agli “Incon Caffè” de La Versiliana di Pietrasanta. La opera poetica è stata presentata a Firenze 2004 al Bar Letterario “Le Giubbe Ross nel 2005, 2011, 2012 alla Camerata dei P Ha collaborato saltuariamente con la ri “Diana”. Ha interpretato e curato la pu cazione delle memorie 1944-1946 di Fal Lucifero, ministro della Real Casa, insi al prof. Francesco Perfetti, con il titolo L timo re (ed. Mondadori). È presente c scultore nell’Enciclopedia dei Pittori e S tori italiani per gli anni 2003-2011; nel 2 un catalogo delle sue sculture ha avut prefazione di Vittorio Sgarbi, con saggio tico di Lia Bronzi che ha prefato tutti i di letteratura dell’autore. Alfredo Lucife Presidente onorario della camerata dei p di Firenze. È presente come scultore nell ciclopedia dei Pittori e Scultori italiani pe anni 2003-2013. I cataloghi delle sue scu hanno avuto tra gli altri critici, la prefaz di Vittorio Sgarbi. Ha pubblicato i seguenti libri: Poesia: schere di sabbia (1959), Il segreto del te (1994), Ferie di agosto (2000), Epigr mi per Lesbia (2003), Un’altra vita (20 Introspezioni (2009), Il senso della In copertina: dipinto di Anton Van Dyck Caccia al cinghiale - Uffizi Firenze


: Autori

& Editori

Nasce Edizioni dei Cammini

Paul Weller, l’uomo cangiante L’uomo cangiante, The changing man, è il titolo di uno dei brani più significativi di Paul Weller, senza dubbio uno dei più importanti cantori dell’Inghilterra. Ma è anche il titolo del bel libro a cura di Antonio Tony “Face” Bacciocchi (VoloLobero Edizioni). Dall’avventura gloriosa dei Jam, in bilico tra punk e revival mod (ascoltatevi l’album All Mod Cons) e disintegrati da Weller alll’apice del successo; per ripartire con il soulpop di Classe degli Style Council (imperdibile l’album Cafè Blue), con i quali ha conosciuto la gloria e poi l’oblio negli anni ‘80. Interprete autentico del malessere infido della sua generazione, Weller è ripartito da solo, con passo incerto eppure caparbiamente ancorato alle origini, ai tempi soul, all’estetica 60’s, alla chitarra Rickenbaker. Ed è riuscito di nuovo a fare centro. Sotto i suoi occhi sono passati la rivoluzione epocale del punk, gli anni della Thatcher, l’avvento di internet (che continua cocciutamente a detestare), la morte del vinile e una nuova concezione di fare musica. Artista arrogante ed eccessivo, questo libro ne ricostruisce un ritratto fedele attraverso la sua biografia, i successi e le curiosità.

Edizioni dei Cammini nasce dalla collaborazione fra Lit Edizioni e Luca Gianotti, uno dei più noti e riconosciuti maestri italiani dell’arte del camminare e fondatore della Compagnia dei Cammini. Attraverso suggestioni, immagini, riflessioni e narrazioni del presente e del passato, da Robert Louis Stevenson a Henry David Thoreau, da John Muir a Hilaire Belloc, fino ad arrivare ai nostri giorni con David Le Breton, Wu Ming 2, Tiziano Fratus e tanti altri, Edizioni dei Cammini vuole tracciare un nuovo itinerario fatto di passi e parole in cui l’arte del camminare si rispecchia e trova completamento nella grande letteratura. Quello del viaggio è forse uno dei temi più affascinanti e più frequentati in letteratura; profondamente radicato nell’uomo, il desiderio di muoversi, spostarsi ed esplorare, è stato uno dei motori più potenti dell’evoluzione umana. In una società che privilegia la velocità, l’efficienza e il risultato, l’atto di camminare assume quindi un valore particolare; la scelta di andare a piedi equivale a un gesto e a una pratica di resistenza e offre una filosofia e un’etica alternativa a quelle predominanti. Al tema del viaggio a piedi molti scrittori hanno dedicato e continuano a dedicare pagine bellissime, indagandone aspetti, significati e motivazioni. Esercizio psicofisico e pratica mistica e meditativa, il camminare offre possibilità d’indagine e sperimentazione illimitate, che beneficiano prima di tutto di un rapporto immediato con la natura e l’ambiente circostante. Camminare significa quindi vivere un momento di crescita e arricchimento personale, di contatto con se stessi e gli altri, in una nuova prospettiva più universale e umanitaria. Nonostante le molteplici declinazioni e ispirazioni, “il cammino” implica inevitabilmente un’apertura al mondo e l’esposizione a una moltitudine di sensazioni e sentimenti. Primi tre titoli in uscita, da fine aprile in libreria: David Le Breton con Camminare. Elogio dei sentieri e della lentezza; “La via del sentiero. Un’antologia per camminatori a cura di Wu Ming 2; infine Dave Kunst con Clinton Trowbridge per L’uomo che fece il giro del mondo a piedi. www.edizionideicammini.it

piedino maggio 2015.qxp_piedone gennaio 2015 16/04/15 08:48 Pagina 1

DOMENICO SEMINERIO

CINQUE GIALLI SUL NERO 64 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

ISBN

978-88-6859-029-1

www.eunoedizioni.it

Sede: Redazione: 94013 Tel. e fax Mail

anche in e-book ISBN

978-88-6859-053-6

Euno Edizioni

Via Mercede 25 Via Dalmazia 5 Leonforte (En) 0935 905877 info@eunoedizioni.it

In libreria

Promozione: Dehoniana libri Distribuzione: Proliber


“La voce di carta”: il romanzo collettivo tutto al femminile

I cortili letterari di Fano Sono iniziati con successo a Fano gli incontri “Cortili letterari”. Giunta alla terza edizione, la manifestazione letteraria è nata con l’obiettivo di diffondere e supportare, attraverso incontri liberi e gratuiti nel cuore della città, le opere di autori italiani emergenti pubblicati da case editrici indipendenti. Così anche per il 2015 i quattro appuntamenti della rassegna hanno luogo all’interno di quattro diversi cortili privati della città di Fano: luoghi dedicati, per un pomeriggio, alla condivisione di letture e di storie. Avvio, il 25 aprile, nel cortile di palazzo Castracane con Francesco Mandelli e il suo Osnangeles (Baldini & Castoldi), titolo che fonde con ironia Osnago e Los Angeles evidenziandone differenze ma anche comunanza di tipologie umane (surreali, poetiche, ingenue) e storie divertenti. Si prosegue il 23 maggio (ore 18) nel cortile di palazzo Rotati con Marco Peano che presenta L’invenzione della madre (minimum fax), il 27 giugno (ore 18) cortile di palazzo San Michele, Arco d’Augusto con Alice Torriani e L’altra sete (Fandango), il 25 luglio (ore 18) al Bastione Sangallo con Lorenzo Iervolino che presenta Un giorno triste così felice (66thand2nd).

Un progetto di scrittura collettiva ma tutto al femminile: questo è il romanzo La voce di carta edito da Ananke e realizzato dal Collettivo Idra e il cui progetto editoriale è stato seguito dallo scrittore Jonathan Arpetti. Il romanzo nasce da una staffetta letteraria, in cui ognuna delle 18 autrici nello scrivere il proprio capitolo, ha dovuto rispettare, tempi, battute, trama, e stile letterario. Anastasia, la ragazza sordomuta dai lunghi capelli ramati, che comunica scrivendo in un quaderno, e a cui lascia il compito di dare voce alle sue intuizioni: è stata lei il punto di partenza della staffetta letteraria. Nel corso del romanzo cresce in Anastasia la consapevolezza della sua diversità, che allo stesso tempo diventerà la sua forza: “Da oggi non parlerò più e, per comunicare mi servirò della scrittura. Per tutta la vita ho cercato di apparire come gli altri, imitando quello che la gente normale fa, ma la verità è che normale non lo sono: sono diversa”. Ambientato nella città eterna, il noir si svilupperà attorno alla scomparsa di una giovane donna e alla figura del Maestro, che opera all’interno di una setta misteriosa nei sotterranei del Conservatorio Santa Cecilia. In tale contesto si svilupperà la tormentata storia d’amore tra la bella stagista detective e l’affascinante ispettore di polizia Orlando Metelli. Una storia avvincente, ricca di colpi di scena, dove capitolo dopo capitolo, emerge la personalità di Anastasia, in un gioco di specchi dove nulla è come appare. Il romanzo è stato presentato sia al Circolo dei lettori di Torino che alla Fandango Incontro a Roma. Diciotto le autrici, tutte giornaliste e scrittrici provenienti da tutta Italia: Laura Maria Bellini, Genny Biagioni, Barbara Bracci, Stefania Conte, Barbara De Amicis, Ludovica De Vito, Giulia Di Liberti, Serena Fiandro, Eleonora Gandini, Lucia Giallorenzo, Chiara Grande, Anna Lamonaca, Lea Mazzei, Maria Francesca Rotondaro, Roberta Rotondi, Gabriella Serravalle, Giada Vastano, Pamela Ventura. Tamara Pavan si è occupata delle illustrazioni contenute all’interno del romanzo.

Femminilità Estro Forza nella scuderia Viola Editrice www.violaeditrice.it

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: Autori

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& Editori

Alceste: una storia d’amore ferrarese Si apre, con il ritrovamento di un inedito carteggio, un nuovo panorama nella storia intima, culturale e artistica di Giorgio de Chirico. La pubblicazione di un centinaio di lettere dell’artista alla fidanzata Antonia Bolognesi, conosciuta e frequentata durante il suo soggiorno a Ferrara (1915-1918), rivelano una nuova prospettiva in cui contestualizzare questo periodo così particolare nella vita dell’artista. Proprio nell’anno del Centenario del suo arrivo a Ferrara, il pronipote, Eugenio Bolognesi, fornisce alla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico un nuovo e quanto mai insolito strumento di indagine: Alceste: una storia d’amore ferrarese (Maretti Editore). In parallelo a una così bella storia d’amore tra giovani, con progetto di matrimonio (fallito), emergono nuove notizie sulla situazione professionale dell’artista nell’immediato dopoguerra, svelandoci un’inedita conoscenza della sua vita privata. La vicenda intima della famiglia Bolognesi nella figura di Antonia (la mitologica Alceste, la moglie ideale) viene qui trattata dall’autore con sensibilità al fine proprio di lasciare la parola a de Chirico e far emergere il valore intrinseco delle lettere. www.marettieditore. com

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Nuova vita… per il vampiro che ride Il Vampiro che Ride di Suehuirio Maruo ha decisamente un valore affettivo per la Coconino Press: questo stupendo Manga horror è stato infatti il suo primo libro, stampato nel 2000, anno in cui Igort decise di fondare la casa editrice in quel di Bologna. A distanza di oltre 14 anni dalla prima edizione, la Coconino ha deciso di riproporla ai lettori in due interessanti volumi, di cui uno inedito in Italia: il seguito ufficiale della storia (intitolato Paradiso) che, nel frattempo, Maruo ha completato. Fin dalla prima edizione, Il Vampiro che Ride) di Suehiro Maruo suscitò un fortissimo scalpore, per la sua crudezza e spietatezza. Il primo volume dell’opera si apre tra le macerie di una città devastata da un tremendo cataclisma. Tra la morte, che ha colpito ovunque, si aggira una figura furtiva, che saccheggia ignobilmente i cadaveri. Scoperta dalla popolazione, viene costretta a rivelare il suo volto: una donna dal viso sfigurato, additata come un demone. La furia degli uomini non conosce pietà e la donna viene impiccata e sepolta. Ma la morte stessa si rifiuta di accoglierla, rimandandola sulla terra. E’ così che nasce la leggenda della “Donna Cammello”, vampiro assetato di morte e orrore. Con un salto del tempo, si ritorna poi ai nostri giorni, al Giappone moderno. Qui, Konosuke e Luna sono due alunni che vivono il dramma di una società crudele, priva di valori,votata agli eccessi più depravati: pedofilia, prostituzione minorile, violenze, bullismo, dipendenze. E i due, schiacciati da questa società, finiranno per cedere alle lusinghe della donna vampiro, di cui diverranno feroci adepti. Nel secondo capitolo, Paradiso, Konosuke e Luna sono sempre in caccia e non cessano di mietere vittime da portare alla loro maestra,. Ma il loro destino cambierà quando si incrocerà con quello di Makoto, giovane alla ricerca della sorella Miko, custode di un terribile segreto. Quelle de Il Vampiro che Ride sono pagine di un horror assoluto, violento, distopico, al quale è impossibile rimanere indifferenti, non esserne turbati nel profondo.


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Roma

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ra stata aperta a Roma nel 1991 da Bruno Boschin, ed era un luogo molto amato: parliamo della Libreria del Viaggiatore, che proponeva guide turistiche, libri fotografici stranieri, atlanti, letteratura di viaggio. Un anno fa circa, la morte del fondatore e la chiusura. Ma quasi per miracolo, nonostante le difficoltà del periodo, la libreria riapre. Cambia il civico ma la via è la stessa, quella del Pellegrino, nel cuore di Campo de’ Fiori, dove al numero 165 è rinata, per volontà di Luigi Politano, editore di Round Robin, e della sua socia Elenora Pellegrini la Libreria del Viaggiatore, storico punto di riferimento degli appassionati di letteratura di viaggio, romani e non. Nella bottega di Boschin non c’erano soltanto guide convenzionali, ma testi di letteratura e poesie, saggi, memorie, per una conoscenza a più voci del Paese da visitare. Completavano gli scaffali assiepati del piccolo spazio mappe d’epoca e mappamondi. Anche a lui si deve l’idea e l’organizzazione del festival dedicato alla letteratura di viaggio a Villa Celimontana. La scommessa di Luigi Politano ed Eleonora Pellegrini si è spostata sull’altro lato della strada, in un ambiente di centosessanta metri quadri disposti su due piani, dove la libreria presenta il suo ricco catalogo di oltre dodicimila titoli sul viaggio e le sue declinazioni, la redazione di Round Robin, una sala lettura dove intrattenersi sfogliando libri, nonché uno spazio dedicato alle presentazioni di libri e agli eventi. “Entro l’estate – spiega Politano – in osservanza con i tempi tecnici dettati dal Comune, apriremo anche il Caffè del viaggiatore. Per il momento - aggiunge - ci stiamo concentrando sulla programmazione delle attività. Grazie ad un accordo stretto con Polaris (la casa editrice specializzata nella pubblicazione di guide di viaggio), stiamo organizzando corsi per imparare a realizzare una guida turistica e preparando workshop e sezioni dedicate”. In cantiere c’è anche un Festival del Mediterraneo: “L’intenzione - svela Politano - è quella di organizzarlo su un’isola del nostro mare, coinvolgendo scrittori ed editori provenienti dall’area mediterranea, ma per adesso non aggiungiamo altro. Stiamo ancora lavorando ad una struttura che non è

Una libreria riapre ed è festa! Una seconda vita per la Libreria del Viaggiatore a Roma. Un evento eccezionale in un periodo in cui le librerie scompaiono una dopo l’altra e non solo in Italia. di Maria Rosaria Grifone

quella di un classico festival”. Un work in progress, insomma, che promette grandi avventure per chi abita a Roma e per chi ci passa. In attesa che sia pronto il sito internet, le novità della Libreria del Viaggiatore sono in rete su Twitter e su Facebook. La Libreria del Viaggiatore è aperta tutti i giorni, tranne la domenica. Il lunedì dalle 14.30 alle 20.00 e dal martedì fino al sabato dalle 10.00 alle 20.00. La riapertura dell’attività avviene quasi in concomitanza con l’avvio, sempre a Roma, dell’ “Angolo dell’av-

ventura”, la libreria del tour operator Avventure nel Mondo. Un’area di duecento metri quadri a Lungotevere Testaccio 10, nella sede dell’agenzia. Oltre ottomila volumi: guide, cartine, letteratura di viaggio, monografie, saggi e ancora libri per i bambini. Anche qui l’idea è di creare uno spazio per iniziative che ruotino intorno al tema del viaggio. Roma si arricchisce quindi di due nuove librerie, dopo un periodo di chiusure a catena che non sembra arrestarsi. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 67


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solo libri

a cura di Simonetta Alfaro

Gherardo delle Notti Quadri bizzarrissimi e cene allegre

Firenze, 10 febbraio - 24 maggio 2015 Quando Gerrit van Honthorst se ne andò improvvisamente da Roma nella tarda primavera del 1620 per fare definitivamente ritorno nella natìa Utrecht, dovevano essere circa dieci anni che egli risiedeva in Italia. Probabilmente infatti egli era giunto a Roma all’inizio del secondo decennio del XVII secolo (1610-1611 circa). Il periodo dell’attività italiana del pittore è quello qualitativamente più ricco e denso di novità stilistiche. L’accostamento alla rivoluzione caravaggesca fu pressoché immediato e i suoi primi dipinti attestano la forza e la crudezza dell’arte di un giovane artista nordico folgorato dal naturalismo del Merisi. Honthorst diventò in poco tempo un grande protagonista, il suo stile si regolarizzò e raggiunse vette di mirabile virtuosismo, specialmente nelle scene a lume di notte, da qui il soprannome Gherardo delle Notti. La mostra presenterà quasi tutti questi dipinti e documenterà accuratamente sia la fase iniziale, più cruda e nordica, sia quella più famosa e matura. In permanenza alla Galleria degli Uffizi fino al 24 maggio 2015. www.polomuseale. firenze.it/uffizi

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Feste barocche a Palazzo Braschi

Roma, 1 aprile – 26 luglio Una festa può ammaliare e stupire anche se priva di colore? Sì, se parliamo di feste orchestrate da abili registi e scenografi, architetti fantasiosi e pittori, musicisti e poeti, come accadeva nel Seicento a Roma. È la festa barocca, il gran teatro delle arti e della finzione, con apparati effimeri che simulano montagne e nascondono facciate di chiese e di palazzi; cortei che si snodano nelle pieghe della città antica e raccolgono consensi e applausi a scena aperta. Con canti e litanie, maschere in carrozza e cavalli berberi lanciati all’impazzata lungo il Corso, durante il Carnevale. Ma per diffondere le immagini di quei tripudi di folla e di colore, per amplificarne nei secoli il suono e le preghiere si producevano stampe calcografiche, come fogli di giornale o cronache illustrate in tirature importanti, degne degli eventi che si andava a imilare. E quelle stampe in bianco e nero non toglievano nulla alla ricchezza dei toni della festa né al suo clamore, perché nel minimo dettaglio inciso dall’artista, nel nero del solco scavato nella lastra e inchiostrato ad arte, scorreva tutta l’euforia della festa, si ritrovava lo spirito del luogo e degli accadimenti; forse perfino il suono, tanta era la grazia nel riprodurre i gesti e le sembianze della folla e la bellezza di una stoffa appesa a una finestra in segno di allegria e di omaggio ai passanti. Tutto questo sarà esposto dal 1 aprile al 26 luglio 2015 a Palazzo Braschi, nella mostra “Feste barocche”, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, un evento che è parte del progetto culturale “Barocco a Roma. La meraviglia delle arti”, promosso dalla Fondazione Roma e organizzato dalla Fondazione Roma - Arte - Musei per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico barocco della città e del territorio. Cinque sezioni scandiscono il tempo di visita all’interno di altrettante sale espositive, focalizzando i temi principali delle occasioni di festa a Roma nel Seicento. Info: www.fondazioneromamuseo.it


: Feticismo

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oss non l’aveva mai sentito, né tantomeno immaginava che anche lei, la super platinata, indossasse come lui solo scarpe italiane, pensò che era un vero peccato che se ne fosse andata prima di avere l’opportunità di conoscersi, chissà quali altre affinità c’erano tra loro!” Da: Il giallo delle scarpe di Marilyn. Sette storie di scarpe, originali, accattivanti, realizzati con descrizione dettagliata di personaggi e scenari, con una scrittura quasi cinematografica, come efficacemente la definisce Renzo Arbore nella prefazione, al punto da far immergere il lettore fino a immaginarli, fino quasi a viverli. Pino Ammendola, noto volto televisivo, attore, doppiatore, scrittore, regista e autore di cinema e teatro, romano acquisito, rimasto napoletano nell’anima e nella nostalgia per la sua città, della sua origine ha trasposto nei racconti la migliore creatività, il gusto per la cucina che si spinge fino alla sperimentazione, la fantasia colta. Le sue storie insolite (Scarpediem. Storie di scarpe straordinarie, Take editori, pp. 258, euro 14) si cimentano con l’oggetto feticistico delle scarpe, rappresentative della personalità di una donna, e, una più intrigante dell’altra, si leggono con fluida voracità. Arricchite da insospettati colpi di scena, sono un escamotage per conoscere meglio luoghi, persone, aneddoti, riferimenti storici, il suo stesso vissuto, poiché come l’autore ammette, ogni storia si rifà a un viaggio, a un ritaglio di memoria, a un’esperienza vissuta, ispiratrice di un racconto. Calzature speciali, è il primo racconto, in ordine cronologico, a cui è legata una significativa tappa che lo vede spezzare, ancora molto giovane, le catene della “negritudine autoriale” (radiofonica e televisiva), dopo che il suo committente gliel’aveva rifiutato, contestandogli, “lui un altro uomo, che le donne non ragionavano a quel modo”. Invece Stefania Casini qualche anno più tardi, l’avrebbe letto con entusiasmo e pubblicato su una rivista femminile che dirigeva. Dopo la storia di Elsa e dei suoi magici stivali rossi, l’autore ritrae le sue muse in un contesto partenopeo sensuale e misterioso, come un calzolaio creativo, inventore di stivali a mezza coscia abbottonati con stringhe elastiche, coturni da dea greca, tacchi in metallo cromato o sandali capresi, per

Pino Ammendola

Scarpediem, storie insolite di scarpe In un libro di Pino Ammendola: percorsi immaginari che fanno commuovere o sorridere, evocando nel lettore, maschio o femmina, la propria “segreta” passione per le scarpe. di Floriana Mastandrea

non parlare della collezione delle preziose scarpe delle dive. Percorsi immaginari che hanno il merito di commuovere o far sorridere, evocare nel lettore maschio o femmina, la propria “segreta” passione per le scarpe, evidenziando nel contempo un fenomeno di costume, molto più psicanalitico di quanto sembri. Storie di scarpe in cui le piccole “macchine” per il nostro viaggio quotidiano, diventano la chiave per leggere trame nascoste, per avvertire vibrazioni impalpabili, quasi magici grimaldelli

per aprire porte segrete e scoprire le orme lasciate dalla vita. L’autore, Pino Ammendola, nel ‘65 ha debuttato con Dino Risi in Operazione San Gennaro. Nel ’75 si è laureato con lode in Giurisprudenza, con una tesi sulla poesia dei giuristi napoletani del ‘700. Ha lavorato con i più grandi nomi italiani del teatro e del cinema (da Randone a Lavia, da Fellini a Tornatore). Ha all’attivo più di 20 commedie come autore e nel 2011 ha ricevuto il “Premio Roma” è arte per il teatro. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 69


: Scrittori

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& Viaggi

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a Grecia ha vissuto periodi di splendore e anni difficilissimi. Gli anni della crisi economica sono stati fra i più duri per la penisola ellenica, che dispone di poche risorse ma di un patrimonio archeologico e paesaggistico straordinario. Il turismo infatti è una delle sue prime risorse e anche quest’anno, complice il maltempo nel resto d’Europa, non ha conosciuto flessioni, anzi in alcune isole c’è stato anche un aumento di vacanzieri. Ma al di là della sua patina superficiale costituita dal mare, dalle spiagge e dal buon cibo a poco prezzo, (anche in questo caso dipende dalle isole e dai luoghi che si scelgono), c’è una Grecia meno osservata e frequentata, che è stata raccontata da uno scrittore straordinario, Patrick Leigh Fermor, uno fra gli scrittori di viaggi più interessanti e colti che mi sia capitato di leggere. Fermor fu un militare di carriera e un viaggiatore per passione. I suoi viaggi si sono trasformati in libri bellissimi, a volte ricostruiti dopo molti anni, grazie alla sua prodigiosa memoria, come Fra iboschi e l’acqua (1986), edito in Italia da Adelphi, che racconta un viaggio che Fermor fece a diciotto anni con il proposito di andare a piedi e a cavallo dalla Slovacchia fino alle Porte di Ferro dove, quasi, si congiungono i Carpazi con i Balcani. Il suo viaggio, dunque, attraversa tutta l’Ungheria e mentre Fermor lo ricorda, la sua prosa arricchisce il racconto di nuovi dettagli, informazioni sulla popolazione e le lingue che si parlano nelle zone che ha attraversato, dettagli sulla storia del paese, le invasioni che ha subito e i cambiamenti che nei secoli lo hanno formato. Il racconto diventa un viaggio picaresco, una favola che incanta per la nitidezza del ricordo ma anche per la ricchezza di dettagli che rendono anche il racconto più banale pieno di fascino. Non è un viaggio avventuroso ma il racconto lento di un incantesimo in cui tutto viene visto al rallentatore e per questo viene assaporato come in un sogno. Fermor, infatti, racconta di contadini incontrati in mezzo ai boschi, di notti stellate passate a guardare la luna, di leggende, fiabe e storie di territori che non esistono più, di conversazioni con aristocratici e personaggi di altri tempi che spesso lo ospitano nelle loro impareggiabili dimore. Sono immagini lievi e profonde, sostanziate da una capacità lirica impareggiabile che rende Patrick Leigh Fermor un autore di alto profilo letterario al pari di Robert Byron e Bruce 70 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

C’è una Grecia meno osservata Il racconto lento di Patrick Leigh Fermor: un incantesimo in cui tutto viene visto al rallentatore e per questo viene assaporato come in un sogno. di Fulvio Caporale

Chatwin. Ma Fermor non è stato solo un importante scrittore di viaggi, che peraltro ha stimolato un’ intera generazione di viaggiatori, basterebbe pensare al suo magnifico libro Mani, sempre pubblicato da Adelphi, dove racconta il suo viaggio nel Peloponneso e che ha influenzato centinaia di migliaia di lettori, ma fu anche un eroe di guerra. Sua la famosa operazione che a Creta nel 1943, portò al rapimento del generale nazista Heinrich Kreipe. Fermor, dopo aver rapito il generale, il quale pensava che lo scrittore inglese fosse un greco, tale era la sua capacità di mimetizzarsi, lo trasportò su un bimotore in Egitto. Fu realizzato anche

un film sull’impresa: “Colpo di mano a Creta”. Il protagonista sul grande schermo fu Dirk Bogarde. Dopo la guerra Fermor abbandonò la divisa e decise di mettersi a viaggiare e a scrivere dei suoi viaggi. Figlio di un nobile inglese, fin da piccolo Fermor aveva mostrato la sua indipendenza di carattere, tanto che dopo esser stato espulso dal collegio per aver tenuto per mano la figlia del fruttivendolo, piccolo scandalo nell’Inghilterra delle caste, si era messo a viaggiare per scoprire il mondo. È morto nel 2007. Da tempo viveva nella sua adorata Grecia a Kardamili, amato dai contadini del luogo che lo consideravano uno di loro.


: Feste

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& Concorsi

abato 23 e domenica 24 maggio si svolge la XIV edizione della “Festa del libro e della lettura di Ostia”, dal 2010 organizzata – al ritmo di due-tre l’anno – dall’Associazione culturale Clemente Riva. Com’è tradizione, questo appuntamento ormai caro a tutti gli appassionati di Roma e del suo Litorale vuole “agganciare” i valori della cultura e della lettura a quelli della solidarietà in una prospettiva che guarda ai bisogni e alle istanze sociali del territorio. Stavolta, gli obiettivi si allargano e diventano internazionali: la consueta raccolta fondi realizzata attraverso la disponibilità ad offerta libera di migliaia di libri usati ma in ottime condizioni (con un’ampia scelta in particolare di gadget e testi per bambini e ragazzi) è destinata, oltre che alla Caritas di Ostia, alla Onlus MAIS e in modo specifico alla Biblioteca che questo organismo da vari anni sostiene e valorizza in uno dei sobborghi più difficili e disagiati di Rio de Janeiro. Il titolo scelto per la Festa è infatti: “Quando i libri attraversano l’Oceano”. Ci sarà spazio naturalmente per le presentazioni di alcune novità editoriali. In primo piano, i deliziosi racconti pubblicati nel volume “Gino il bagnino” di Ruggero Pianigiani (autore di poesie che ora debutta nella narrativa), pronti a diventare un classico della letteratura per ragazzi e illustrati dall’artista Mario Rosati (Viola Editrice): il protagonista è un bagnino “filosofo”, dotato di grande saggezza popolare, che ogni estate aiuta un gruppo di ragazzi, che frequentano il suo stabilimento balneare, ad “entrare” con coraggio e intelligenza nel grande mistero della vita. Inoltre verrà presentato il libro “Palcoscenico Bibbia”, preziosa trilogia di Atti unici ispirati all’Antico Testamento, realizzata dal giornalista Gianni Maritati in collaborazione con l’autore e regista teatrale Sergio Ronci (Apl Edizioni): un testo che, ispirandosi ai libri di Giona, Rut e Tobia, vuole far scoprire soprattutto ai giovani la perenne attualità della Bibbia, in particolare dell’Antico Testamento. Non solo. La Festa ospita la seconda edizione di “FumettOstia”, concorso nazionale ideato e lanciato dalla stessa Associazione culturale Clemente Riva. Si tratta di una gara estemporanea di fumetto, gratis e aperta a tutti, a tecnica libera e con materiale proprio, su un tema che viene rivelato a sorpresa

Quando i libri attraversano l’Oceano A Ostia Lido, sul litorale di Roma, ritorna la “Festa del libro e della lettura” (che esalta i valori della cultura e della solidarietà) e “FumettOstia” (gara estemporanea di fumetto). Il gemellaggio con la Biblioteca di Rio de Janeiro. di Giovanni Lisi

ai concorrenti poco prima della gara stessa. La giuria è formata dai volontari dell’Associazione e presieduta dal talentuoso disegnatore Gianluca Serratore, vincitore della prima edizione del concorso. I premi (fumetti e gadget “a tema”) sono messi a disposizione da Star Shop Ostia. Altro aspetto importante della Festa è l’iniziativa “Dona un libro ai donatori”: grazie alla concomitante “Giornata del sangue”, che si svolge presso la Parrocchia lidense di S. Monica la mattina di domenica

24 maggio, si dà la possibilità ad ogni donatore di prendere un libro gratis (se ne vuole di più, scatta come sempre l’opzione dell’offerta libera). L’appuntamento è nel Teatro della Chiesa di S. Monica, che si affaccia sull’omonima piazza in Ostia Lido (Roma). L’ingresso è libero e gratuito. Per informazioni, approfondimenti e contatti: assclementeriva@gmail.com; associazioneclementeriva.wordpress. com; festadellibrodiostia.wordpress. com; prismanews.wordpress.com. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 71


: Librando Storia della Discomusic

Imprimatur: nasce il progetto Archipelagos Imprimatur promuove la cultura transnazionale: la casa editrice è stata premiata dal bando della Comunità europea nell’ambito dei programmi di sostegno economico che la CE ha messo in atto per la diffusione della cultura tra gli stati membri, la casa editrice Imprimatur ha ottenuto i fondi del “Creative Europe - Support to Literature Projects” per il progetto Archipelagos, ovvero una collana di romanzi storici selezionati tra le grandi opere letterarie di otto paesi stranieri. Imprimatur si è posizionata al 6° posto della graduatoria generale che ha incluso 53 progetti (su 261 presentati), e prima tra le case editrici dello Stivale (5 in tutto). Il finanziamento coprirà il 50% dell’ammontare complessivo che Imprimatur investirà per la realizzazione del progetto. Imprimatur editore realizzerà una collana, Archipelagos, che consterà di otto romanzi storici tutti bestseller nei paesi di origine. L’obiettivo dichiarato è quello di far conoscere storie e leggende dei paesi di provenienza delle opere. Il romanzo storico diventa quindi il mezzo attraverso cui diffondere la storia e la cultura. Per maggiori informazioni sul progetto, www. imprimatureditore.it

Sono state fenomeno di massa negli anni ‘80. Eccessive, sfrenate, ideali per divertirsi e collezionare nuove avventure. Ma le discoteche ultimamente chiudono i battenti. E, complice la crisi, hanno smesso di risplendere. Se nel 1995 erano più di 5mila oggi non arrivano a 2500 in tutta Italia. C’è il rischio che, dello splendore di quelle notti, si conservi solo uno sbiadito amarcord. Ecco perché merita un plauso il libro edito da Arcana La disco, storia illustrata della Discomusic. Perché troppo spesso la discomusic è stata tacciata di essere vuota e priva di contenuti, declassata a musica di serie b. In realtà la discomusic, così spensierata, disinibita e briosa, è stata un melting pot di portata non certo inferiore alle correnti musicali politicamente corrette: nel suo immenso universo confluivano culture razze e realtà minoritarie, etniche e sessuali, tra le più disparate, veicolate ed unite dal rito collettivo della danza e dell’espressività individuale. In questo monumentale viaggio ad opera di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano (libro dedicato a Donna Summer e condito da una intervista a Giorgio Moroder) i lettori ripercorreranno l’intera storia della discomusic, partendo dalle origini. Parliamo del 1974, quando Never can Say Goodbye di Gloria Gaynor debuttava al n°1 dell’appena istituita Disco Action, classifica dei brani più gettonati delle discoteca. Da quel momento, la discomusic sarebbe diventata sempre più popolare, spinta dai gettonatissimi pezzi di mostri sacri come Barry White e la sua Love Unlimited Orchestra, Isaac Hayes, le già citate Donna Summer e Gloria Gaynor (portata al successo proprio da Moroder), Kool & the Gang. La discomusic divenne febbre del sabato sera: il successo planetario dei Bee Gees divenne un fenomeno di costume grazie ai film ‘Stayin’ Alive’ e ‘La febbre del sabato sera’. Non mancano poi gli autori famosi per un solo brano (George McRae con Rock Your Baby o Van McCoy con The Hustle, tanto per citarne alcuni). Un libro imperdibile per chiunque capisca che anche ballare a ritmo di disco music è arte umana.

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Daniele Sepe, quando fumetti e musica si fondono Bellissima ed originale novità per ‘round midnight Edizioni: parliamo de il Canzoniere Illustrato del sassofonista e autore Daniele Sepe,. È lo stesso editore Domenico Cosentino a spiegare la sua scelta: “Ho conosciuto Sepe ai suoi concerti. Quando ho visto disegnare i suoi testi ne sono rimasto affascinato ed ho pensato che il Canzoniere Illustrato fosse l’ideale per la nostra collana Big Mama. Trasformare delle canzoni in fumetti è qualcosa di totalmente innovativo”. In realtà il Canzoniere Illustrato è stato autoprodotto dallo stesso Sepe nel 2012, per essere oggi riedito dalla ‘round midnight. L’opera è una raccolta di inediti pubblicati secondo una formula che racchiude più generi letterali e musicali: un canzoniere di testi e canzoni che ripercorrono 12 brani della tradizione mediterranea, partendo dal jazz, passando per il funk, fino al rap. La musica è stata poi trasformata in arte illustrata con 12 fumetti, ognuno indipendente l’uno dall’altro per storia e stile e creati dalla matita di 12 fumettisti. Una copertina, a cura di Altan, dal carattere folk che rappresenta una fanfara multietnica, rende l’idea di multi genere che è presente nel Canzoniere. www.roundmidnightedizioni.com

Grand Tour, libri per ripensare la filiera del libro Il Grand Tour è una collana di libri per ragazzi ambientati in Italia, stampata in piccole tirature e pensata per l’adozione nelle scuole per le classi quarta, quinta elementare e prima media. È un progetto collaborativo tra autori e librerie indipendenti che punta a valorizzare tutta la filiera del libro (scrittura, editing, illustrazione, packaging e vendita da parte di un libraio appassionato e competente) con una filosofia che parte dal basso, da chi i libri, prima di tutto, ama leggerli. I romanzi della serie saranno prodotti con l’aiuto delle librerie aderenti e scritti dal Conte Ettore Gazza di Mezzanotte, uno pseudonimo dietro cui si nascondono molti affermati autori e illustratori italiani. Il Grand Tour verrà distribuito in esclusiva nelle librerie che aderiranno al progetto ed è pensato per essere veicolato nelle scuole da maestri e professori che vogliono divertire i loro alunni con letture intelligenti. Il Grand Tour, presentato durante l’edizione 2015 della Fiera del libro per ragazzi di Bologna, vedrà la collaborazione con il Salone del Libro di Torino: verranno ideate e organizzate attività nelle scuole durante l’anno nei territori sede delle librerie aderenti. Ad inaugurare la collana, La locanda fantasma: protagonista è Margherita, dodici anni e il sogno di andare in vacanza. Invece, proprio all’inizio dell’estate, i genitori le dicono che nonna Ines è malata. La famiglia raggiunge in fretta la cittadina piemontese di Acqui Terme, dove la nonna vive in una cascina tra i boschi. È proprio la nonna a rivelare a Margherita un grande mistero: sull’altro versante della collina infatti sorge una locanda dimenticata, un tempo appartenuta al Conte Mezzanotte. Secondo la nonna il Conte era un personaggio affascinante, e ancora più affascinante doveva essere la sua locanda: un albergo che era anche il punto di partenza per un viaggio straordinario. Il Grand Tour. E così sarà Margherita, assieme a due ragazzi del posto, Rama e Goffredo, a scoprire cosa si nasconde oltre l’antico cancello della villa: l’inizio di una fantastica avventura… www.ilgrandtour.com

COLLEGIO UNIVERSITARIO S. CATERINA DA SIENA IN COLLABORAZIONE CON L’UNIVERSITÀ DI PAVIA Lezioni teoriche, laboratori, incontri con scrittori ed esperti, stage in primarie realtà editoriali

PER COSTRUIRE UNA PROFESSIONALITÀ EDITORIALE SU BASI TECNICHE E CULTURALI NUOVO BANDO: OTTOBRE 2015 Lezioni: febbraio-giugno 2016. Stage: da settembre 2016. Collegio Universitario S. Caterina da Siena Via San Martino 17/b - 27100 Pavia tel. 0382.375099 • e-mail: mastereditoria@unipv.it web: www.mastereditoria.it Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 73


: Romanzi

Un’educazione napoletana È in libreria Vicària di Vladimiro Bottone, ambientato nel 1841 A Napoli: l’unica metropoli europea di metà Ottocento che ancora non aveva originato un romanzo. di Margi De Filpo

A

mbientato nel 1841 in una Napoli ricca di miasmi e speranze, “Vicarìa” racconta la legge dei tribunali e quella non scritta, di chi affonda le proprie radici nella miseria e nella corruzione. Una città, un quartiere, in cui la speranza, il caso e la fortuna determinano il futuro, in cui l’Albergo dei poveri è noto come “Reclusorio” o “Serraglio” e un bambino che tenta di scapparne va incontro alla morte. Nella Napoli che Vladimiro Bottone descrive in modo crudo e tattile,

74 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

un orfano come Antimo non ha il diritto di avere un futuro. Il futuro che il giovane commissario Fiorilli, che ha appena preso servizio a Vicarìa, si augura per sua figlia e per tutti i bambini della città. La visione di un piccolo corpo malandato e malnutrito, che sembra un mucchietto di ossa, e il senso di giustizia e pietà, trascinano Fiorilli in una ricerca della verità al limite dell’ossessione, fra medici pedofili, funzionari corrotti, camorristi, vecchi stanchi e bambini esposti a ogni genere di pericolo. Tutta la scena si svolge attorno al tribunale della Vicarìa, la prigione della città e anche il luogo dove si svolge l’estrazione del Regio Lotto. Una storia cruda, dura,

condita di speranze e malasorte in cui, oltre alla figura del commissario Fiorilli, spiccano anime se non candide, almeno caritatevoli o gentili. Con uno stile lento, descrittivo e curatissimo, a volte fin troppo ricercato, Vicarìa racconta un paese e un sistema di vita. Nella sua descrizione della Napoli dell’800 leggiamo i nostri tempi, i fatti di cronaca, la rassegnazione che troppo spesso aleggia in una città di cartapesta e cartastraccia, capace di slanci di umanità insospettabili e bassezze inaudite e sconfortanti, dove fra caso, fortuna e giustizia spesso non si riesce a cogliere nessuna differenza. Vladimiro Bottone

Vicària

Rizzoli pp. 487, euro 19,00



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14-04-2015

10:07

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PREMIO LETTERARIO

CITTÀ DI CASTELLO SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA RISERVATO A OPERE INEDITE DI POESIA

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NARRATIVA

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SAGGISTICA

È bandita la IX edizione 2015 del Premio Letterario «Città di Castello» Scadenza: 31 maggio 2015

Presidente della giuria: Alessandro Quasimodo, Attore e regista teatrale Giurati: Anna Kanakis, Scrittrice e attrice Ron, Cantautore – Antonella Appiano, Giornalista Claudio Pacifico, Ambasciatore d’Italia Alessandro Masi, Segretario Generale Società Dante Alighieri Daniela Lombardi, Giornalista Alberto Stramaccioni, Università per Stranieri di Perugia

www.premioletterariocdc.com

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Organizzazione:

Segreteria del Premio ASSOCIAZIONE CULTURALE TRACCIATI VIRTUALI CASELLA POSTALE 38 - 06012 CITTÀ DI CASTELLO e-mail: Tel. 333 w w5410750 w . s t a–m p a l tracciativirtuali@virgilio.it ibridigitale.it

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: Premi

Premio Città di Castello, in corso la IX edizione Giunto alla IX edizione, il Premio “Città di Castello” può essere ormai annoverato tra le più autorevoli kermesse letterarie del nostro Paese.

G

razie alla lungimirante e appassionata regia del suo organizzatore, Antonio Vella, e dei suoi più stretti collaboratori della Associazione Culturale “Tracciati Virtuali”, Il Concorso, riservato a opere inedite di Narrativa, Poesia e Saggistica, vede ogni anno la partecipazione di centinaia di scrittori provenienti da ogni regione d’Italia e anche dall’estero, grazie al prestigio di cui gode e che è testimoniato dall’autorevole Alto Patronato del Presidente della Repubblica del quale si può fregiare. Un prestigio internazionale, dicevamo, ottenuto anche grazie alla creazione della sezione speciale dedicata a «Mondi e Culture sulle sponde del Mediterraneo». Il Premio letterario “Città di Castello” è infatti l’unica iniziativa del genere in Italia che a partire dal 2013 ha stabilmente una sezione speciale permanente dedicata a promuovere la conoscenza, la cooperazione e l’interazione tra la cultura italiana e la cultura araba dei Paesi della Riva Sud del Mediterraneo, soprattutto dopo i fermenti culturali che, anche se con risultati politici molto altalenanti e controversi, hanno ispirato i moti delle primavere arabe. La giuria, peraltro già autorevole, si è ulteriormente arricchita quest’anno con l’ingresso di due nuovi personaggi: la scrittrice e attrice Anna Kanakis e il cantautore Ron: la commissione è ancora una volta presieduta dal critico Alessandro Quasimodo, ed è completata dalla giornalista e scrittrice Antonella Appiano, dall’Ambasciatore d’Italia Claudio Pacifico, da Alessandro Masi Segretario Generale della Società Dante Alighieri, da Alberto Stramaccioni dell’Università per Stranieri di Perugia e dalla giornalista Daniela Lombardi.

Anna Kanakis e Ron

Ricordiamo in questa occasione che i primi due classificati delle tre sezioni ricevono in premio la possibilità di pubblicare l’opera con la casa editrice tifernate LuoghInteriori, e hanno in questo modo la possibilità di proporsi sul mercato editoriale italiano e confrontarsi con il pubblico dei lettori. Nelle precedenti edizioni infatti sono stati “scovati” interessanti opere di autori che poi hanno visto confermare dai risultati in libreria quelle che sono state le intuizioni della commissione, a riprova di un rigore e una serietà di giudizio sulla quale abbiamo fondato le basi fin dalla prima edizione del 2007. Parallelamente al concorso ufficiale, ogni anno viene svolto un appassionato lavoro a favore degli studenti delle

scuole di ogni ordine e grado, con l’intento di coadiuvare le istituzioni scolastiche nella costituzione di laboratori di scrittura e di lettura, realizzando, in questo modo e in sinergia, un percorso formativo di straordinaria efficacia. Il 31 maggio si chiuderanno le iscrizioni e poi duro lavoro di selezione fino al 24 ottobre, data della cerimonia di premiazione a Città di Castello, al termine della quale si chiuderà la IX edizione e si battezzerà la nuova edizione per il 2016. Per informazioni e commenti è possibile interagire con la pagina Facebook del Premio Letterario Città di Castello e con il sito web www.premioletterariocdc.it. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 77


: Premi

:

& Concorsi

Premio internazionale di Poesia Città di Latina

Scadenza 30 giugno 2015 Il Gruppo Editoriale EDU, con il patrocinio del Comune di Latina e della Provincia di Latina, ha indetto la prima edizione del Premio internazionale di Poesia Città di Latina. Il Premio è aperto a poesie singole inedite, in lingua italiana, estera o in vernacolo. Le opere saranno valutate con assoluta scrupolosità dalla Giuria del Premio, composta di poeti, scrittori, editori e giornalisti di comprovata fama ed esperienza. Edizioni DrawUp, partner tecnico del Premio, curerà la pubblicazione di un’antologia finale con i migliori lavori pervenuti, e offrirà ai primi classificati, in aggiunta ai tanti altri premi previsti, un percorso editoriale nazionale di primario livello. L’iscrizione è online, effettuabile direttamente attraverso il sito web del Premio Città di Latina (www.premiocittadilatina. it), per evitare i costi e le fastidiose incombenze di spedizione. All’interno del bando integrale, scaricabile dal sito web www.premiocittadilatina. it in formato Pdf, tutti i dettagli del Premio. La scadenza del premio è fissata per la data del 30 giugno 2015. La cerimonia di premiazione avverrà invece il 5 Settembre in luogo che sarà preventivamente comunicato.

78 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

Racconti nella rete, fino al 31 maggio si può partecipare Scadenza 31 maggio 2015

Rimane ancora poco tempo per partecipare al Premio Letterario Racconti nella Rete che giunge alla quattordicesima edizione, organizzato come sempre dal giornalista Demetrio Brandi. Nel sito www.raccontinellarete.it fino al 31 maggio si possono inserire racconti brevi inediti, con una sezione dedicata ai racconti per bambini, e soggetti inediti per cortometraggi. I venticinque racconti selezionati saranno pubblicati in una antologia edita da Nottetempo mentre il vincitore della sezione Racconti per Corti potrà partecipare alla realizzazione del cortometraggio che si girerà a Lucca in collaborazione con la Scuola di Cinema Immagina di Firenze. Una nuova opportunità per tutti coloro che hanno un racconto nel cassetto e desiderano arrivare alla pubblicazione. Cosa che avviene puntualmente da alcuni anni con l’antologia dei venticinque vincitori di “Racconti nella Rete” curata da Demetrio Brandi, presidente del premio, che quest’anno sarà impreziosita dalla copertina firmata da Sergio Staino. Questo concorso letterario ha una sua peculiarità: il momento decisamente vitale, emozionante e innovativo della pubblicazione in rete dei racconti, fase altamente significativa sotto il profilo della comunicazione, dello scambio e del confronto culturale.Consigliamo quindi a chiunque voglia partecipare di inserire i propri racconti e soggetti in tempo utile per poter essere letti e commentati dalle centinaia di utenti che frequentano il sito. In una sorta di agorà virtuale, sul sito www.raccontinellarete.it tutti trovano lo spazio privilegiato per dar voce alle proprie fantasie, memorie o sogni, per saggiare il valore e la qualità del proprio lavoro, per incontrare talenti sconosciuti o confrontarsi con diversi stili narrativi, generi e contenuti. In questi ultimi anni il premio letterario Racconti nella Rete è decisamente cresciuto nella popolarità e nella qualità degli elaborati, tanto da poter a ragione essere definito un vero e proprio fenomeno mediatico. Per informazioni: info@ raccontinellarete.it www.raccontinellarete.it tel.0584 961169.


: In

Sardegna

T

rent’anni e non sentirli. Avrà il sapore della grande occasione, quest’anno, il premio “Giuseppe Dessì”: il concorso letterario intitolato allo scrittore sardo promosso dall’omonima Fondazione, giunge infatti alla sua trentesima edizione. Un traguardo significativo per uno dei più longevi e rispettati premi letterari italiani, che culminerà dal 15 al 20 settembre nella consueta settimana di eventi - chiusa dalla proclamazione dei vincitori - a Villacidro, la cittadina a una cinquantina di chilometri da Cagliari, dove Dessì visse l’infanzia e l’adolescenza e che ispirò tante pagine della sua produzione letteraria, compreso il suo romanzo più fortunato, “Paese d’ombre” (Premio Strega nel 1972). C’è ancora tempo per partecipare: il bando (consultabile nel sito della Fondazione Dessì - www. fondazionedessi.it) scade il prossimo 20 giugno. Trenta edizioni di prestigio

Basta ripercorrere l’albo d’oro del premio Dessì per farsi un’idea della sua storia. A partire dai primi due vincitori, Sandro Petroni nella narrativa e Piero Bigongiari nella poesia, nella prima edizione del 1986, è un susseguirsi di grandi autori. Tra i premiati degli anni passati ecco nomi del calibro di Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Giuseppe Lupo, Antonio Pascale nella narrativa; tra i poeti campeggiano autori come Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona e Alba Donati. Alle due sezioni letterarie si affianca fin dalla seconda edizione il Premio Speciale della Giuria: inizialmente collegato a un libro, dal 2006 è diventato il tributo a una figura di spicco della cultura, della società o della politica italiana. La lista dei premiati vede, tra gli altri, i nomi di Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio e Toni Servillo. La costante ricerca della qualità

Uno dei segreti del Dessì è stato affidare la scelta dei vincitori a giurie rigorose, guidate da grandi esperti: un filo rosso che unisce il critico letterario Claudio Varese, presidente della

La XXX edizione del Premio Dessì Avrà il sapore della grande occasione, quest’anno, il premio Giuseppe Dessì, giunto alla XXX edizione.

giuria nelle prime edizioni, all’attuale presidente Anna Dolfi, professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze, Accademica dei Lincei e tra i più autorevoli studiosi dell’opera di Giuseppe Dessì. Anche per questo, forse, i principali editori italiani inviano ogni anno centinaia di volumi: nel 2014 sono stati 398, 208 per la narrativa e 190 per la poesia. La Fondazione

Della conservazione e valorizzazione dell’opera - non solo letteraria - di Giuseppe Dessì, si occupa dal 1989 la

fondazione a lui intitolata, ospitata nella bella casa dove lo scrittore visse con la famiglia. Qui, accanto ad alcuni degli oggetti più cari a Dessì (la scrivania, la macchina da scrivere, la libreria, i bastoni, la collezione di pipe), l’istituzione culturale custodisce il vasto fondo librario e documentario e la collezione di dipinti realizzati da Dessì, di apprezzabile valore artistico. La Fondazione Dessì ha visto un recente rinnovamento dei suoi vertici: così l’edizione numero trenta del premio sarà la prima per Christian Balloi, da poco nominato presidente. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 79


: Successi

editoriali

Quelli che di fumetto non capivano niente La BeccoGiallo festeggia 10 anni di graphic novel. Galeotto fu un pomeriggio afoso d’estate nella verandina di una casa dalle parti di Treviso, sull’argine del fiume Monticano. Intervista a Guido Ostanel e Federico Zaghis. di Federica Rondino

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anni di BeccoGiallo, d’impegno sociale e di immagini: un bel risultato per una casa editrice fondata da due “non specialisti” di fumetto. Vi aspettavate i risultati ottenuti? No, non ce l’aspettavamo! Se ci pensi: avevamo poco più di vent’anni, zero o poca esperienza in campo editoriale e - appunto - una formazione fumettistica decisamente normale... Poi un giorno, incuriosito dalle nostre primissime scelte editoriali (gli argomenti trattati, l’uso del fumetto per raccontare fatti di cronaca, il tipo di confezione e formati di stampa, la distribuzione in libraria di varia, la comunicazione) un critico del fumetto ci invita a cena a casa sua, alla fine della quale ci saluta così: “Ragazzi, è stato un piacere. Voi farete strada nel mondo del fumetto. E sapete perché? Perché voi di fumetto non ci capite niente.” Aveva di sicuro ragione sulla nostra scarsa preparazione, se paragonata a quella dei principali colleghi e concorrenti, ma forse aveva colto un punto interessante: il mondo del fumetto italiano procedeva ormai da un po’ di tempo sulla rassicurante strada maestra a velocità di crociera. Pareva un po’ timido, forse intimorito da alcuni tentativi editoriali finiti male. A noi, rispetto all’editoria tradizionale, sembrava decisamente un mondo autoreferenziale, quasi sempre conservatore nelle scelte compiute...

Se doveste disegnare una tavola che rappresenta il momento in cui vi è venuta l’idea di fondare la BeccoGiallo, e il momento in cui si è concretizzata, come sarebbe?

Ah, se solo sapessimo disegnare! Comunque la scena è questa: esterno giorno, primissimo pomeriggio afoso 80 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015


d’estate, piena pianura padana. Io e Federico siamo seduti nella verandina esterna di una piccola casa in provincia di Treviso, a due passi dall’argine del fiume Monticano. Il cane Red - un po’ in là con gli anni - ci ascolta affaticato. Uno di noi si rivolge all’altro un po’ preoccupato: “E adesso, cosa facciamo?”. L’idea di mettere in piedi BeccoGiallo è nata così, come risposta comune e semplice a una doppia esigenza molto concreta: quella di dover fare qualcosa dopo gli studi e i tirocini del caso, e quella di voler fare qualcosa assieme che ci piaceva dall’altra. Com’ è cambiato il mondo della graphic novel sociale in Italia negli ultimi anni?

La storia editoriale italiana più recente ci sembra parlare piuttosto chiaramente: molti dei professionisti che prima avevano guardato con sospetto (chissà poi perché?) al legame fumetto-società-politica, o ancora molti di quelli che avevano gridato di petto al sacrilegio di fronte alla nascita di un progetto a fumetti integralmente costruito sul racconto di fatti di cronaca come quello proposto da BeccoGiallo (Peppino Impastato, Il delitto Pasolini, La strage di Bologna, piazza Fontana, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i fatti del G8 di Genova), poi hanno pian piano cambiato idea...

E nelle vostre scelte editoriali cosa è cambiato?

Di fatto poco o niente, ci par di poter dire. Dici che dovremmo cominciare a preoccuparci?

Dopo #assagewikileaks qualche altro esperimento di twitter fiction?

I risultati dell’esperimento fatto per #assagewikileaks sono stati decisamente incoraggianti: ora ci riproviamo con

una twitter fiction firmata da Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini dedicata al caro Presidente Sandro Pertini. Come funziona il processo creativo e realizzativo di una graphic novel all’interno della BeccoGiallo?

Le fasi salienti sono due: la scelta del progetto e l’editing dell’opera, ovvero l’inizio del processo lavorativo e la sua parte conclusiva. Individuare la proposta giusta fra tante, decidere di investire su quella che sembra avere davvero il fiato per camminare sulle sue gambe, oppure anche solo la scelta del tema da affidare a uno o più autori, sono momenti delicati e sempre un po’ speciali. E poi l’estenuante lavoro di editing, dai primi passi con l’autore, fino alla ricomposizione organizzata del tutto, scegliendo formati e carte, font e colorazioni, immaginando i titoli definitivi e le copertine più efficaci.

Quale è il social più utile per diffondere i vostri lavori?

Dipende molto dal singolo libro. A volte si è dimostrato decisamente più efficace Twitter, altre invece Facebook. Per alcuni progetti specifici, per esempio, Instagram si è rivelato molto utile. L’impiego coordinato dei vari strumenti a disposizione, sia per la gestione dei contenuti sia per la gestione dei tempi di comunicazione, ci sembra la via capace di dare i risultati migliori sul lungo periodo. Con la sensazione che i rapporti interpersonali, fondati sulla disponibilità, l’ascolto, la comprensione, l’umana gentilezza, la credibilità, l’onestà, l’umiltà, che si esprimono nelle relazioni di ogni giorno, stiano sempre alla base di ogni progetto di ampio respiro e non possano ancora essere sostituite.

Graphic novel o fumetto: stessa cosa o due generi distinti?

Ecco una delle domande che ha più appassionato il mondo editoriale italiano negli ultimi anni: Graphic Novel oppure Fumetto? Andiamo con ordine: diciamo che il fumetto è un linguaggio, fatto di segni iconici e di segni verbali, usati sapientemente insieme per costruire una “narrazione per immagini” il più possibile efficace. Questa narrazione può essere cortissima, corta, media, lunga, lunghissima. Può essere autoconclusiva oppure pensata in più puntate seriali. Ora: diciamo che si è convenuto di chiamare “Graphic Novel” una narrazione a fumetti tendenzialmente autoconclusiva e di respiro medio-lungo, soprattutto per ragioni commerciali. Tutto qui. Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 81


: Fumetti

Quel simpatico sbruffone di Lupo Alberto Un po’ Snoopy, un po’ Will Coyote, con le sue debolezze e disavventure da uomo comune, ha conquistato generazioni di fans. Silver, il suo “papà”, racconta i suoi primi quarant’anni, la nuova formula del suo giornale con tanti nuovi amici e nuovi libri. di Lucia Castagna

Guido Silvestri 82 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

H

a compiuto da poco quarant’anni, ed è sempre il Lupo più amato da tutti quelli che sono cresciuti con lui, e hanno trasmesso quest’amore ai loro figli, in una sorta di condivisione trans-generazionale che rafforza e sorprende. Forse perché, con quella sua dose di sfortuna e alla perenne ricerca dell’arte di arrangiarsi, innamorato ma caparbiamente ostile al matrimonio, un po’ vitellone e un po’ sbruffone, senza nessuna voglia di crescere e di affrontare le responsabilità, rispecchia l’uomo comune di sempre, che conosciamo bene e che in fondo è simpatico proprio per le sue debolezze, il guascone che conquista sempre tutti. Lupo Alberto è nato dalla penna e dalla fantasia di Guido Silvestri, in arte Silver, che per la prima volta pensò a lui e alla mitica fattoria dei McKenzie intorno agli anni ’70, mentre si guadagnava da vivere come ragazzo di bottega presso lo studio di Bonvi, uno dei più importanti disegnatori dell’epoca, nella sua Modena. E, come ha detto Oreste del Buono, “tra i grandi personaggi del fumetto italiano si è conquistato un posto d’eccellenza. E se l’è conquistato con il tempo, la fantasia e il metodo”. Confida Silver: “Forse il Lupo ce l’ho sempre avuto nel sangue. A 13 anni disegnai la prima striscia dedicata a una sorta di suo prototipo, e pian piano lo andavo perfezionando, con i vari connotati estetici e caratteriali che poi sono stati gli elementi del suo successo. Dentro il mio primo lupacchiotto affamato c’erano un po’ di Snoopy e un po’ di Jacovitti, ma soprattutto il Wile Coyote di Chuck Jones, per il quale avevo una cotta totale”.


Quando è stata la prima uscita in edicola?

Nel 1974, un debutto in bianco e nero nella sezione «Zoom Strip» del settimanale Il Corriere dei Ragazzi. E subito si sono tutti innamorati di questo adolescente peloso dalla traiettoria «random», che corteggia la gallina Marta grazie alla quale ha una sorta di «wild card» per entrare nella fattoria dei McKenzie, nella grande Contea della Valle delle Fattorie, dove c’è Mosè, il bobtail da guardia suo fiero antagonista amoroso, ma anche il suo sodale, Enrico la Talpa, pungolatore di bagordi viriloidi e scacciapensieri. E tutti gli altri animali, che incarnano i difetti e a volte anche i pregi degli uomini. Però, all’inizio, Alberto non era proprio il protagonista…

No, la striscia si intitilava “La fattoria dei McKenzie”, ed era pensata alla Robert Altman, come una saga collettiva. Poi Alfredo Castelli, redattore al Corriere dei Ragazzi, la ribattezzò con il nome del vero protagonista, che avevo preso dall’attore Alberto Lupo, uno degli idoli dell’epoca. E quel suo tipico colore “blu puffo” in realtà è nato da un incidente grafico in fase di stampa, perché io lo avevo disegnato a pennarello in striature grigette e bluette, ma chissà come in copertina venne fuori quella sfumatura blu che è stata uno degli elementi di distinzione e di successo.

Dopo tutti questi anni, pur innamorato di Marta, è sempre ancorato alla sua vita da single…

Come tanti uomini di oggi, gli piace fare il fidanzato ma vivere da scapolo, nella sua casa dove, pur essendo un “rude lupo della foresta”, non rinuncia ai piccoli piaceri domestici come la tv, un catino e uno specchio sbeccato che usa per radersi, mobili vecchi probabilmente di seconda e terza mano, un vecchio telefono a muro stile Anni Venti attaccato a un albero, quasi certamente con allaccio abusivo, che gli permette di ricevere e fare telefonate senza problemi… Qualcosa che somiglia a tante situazioni che conosciamo…

Tiziano Ferro e altri personaggi che ogni mese si racconteranno in un inedito faccia a faccia. E ci sono altre novità: seguendo la moda della cucina, la Cesira in ogni numero regala due ricette specialissime, e dall’Inghilterra sono arrivati anche i pinguini gay Gus & Waldo, e poi i gattini impertinenti… insomma, la fattoria si è allargata. Oltre che un fenomeno editoriale, Lupo Alberto è stato anche un protagonista televisivo.

Negli Anni Ottanta è diventato un cartone animato in onda su Rai Due, con molto successo, tanto che ne fu prodotta anche una seconda serie. Ma all’improvviso, il direttore di allora disse che il personaggio era chiaramente troppo di sinistra, e in una rete simpatizzante per la Lega non andava più bene. Così passò a Rai Tre, notoriamente più rossa. Ma avevano fatto tutto loro: io ho trattato temi sociali, ma senza strizzare mai l’occhio alla politica. Adesso abbiamo dei buoni contatti per nuove produzioni, perché il successo dei canali di animazione è in aumento in tutto il mondo, e lui è di certo un personaggio molto amato e corteggiato. Lo dimostra anche il successo dei libri.

Sì, è un segnale di grande soddisfazione: il cofanetto con la raccolta delle avventure dei sei personaggi principali, uscito per le feste di Natale, è ancora molto richiesto. E adesso sono arrivati nelle librerie “Le storie” e “Quante storie”, che piacciono sempre. Ai più grandi e ai più piccoli.

Il mensile di Lupo Alberto, per la prima volta, ospita degli “umani”.

Abbiamo dato spazio ai protagonisti “reali” dei nostri tempi, e anche amici del Lupo, cominciando con Ligabue, Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 83


: Novità

C

ome sarebbe l’Apocalisse a Roma? Gli scettici e gli attenti alla cronaca potrebbero dire che i romani stanno già vivendo la loro personale apocalisse, ma questa è fiction, un lavoro di fantasia messo su carta magistralmente attraverso stili diversi da due giovani autori romani: è Roma Città Morta di Luca Marengo e Giacomo Bevilacqua. Il loro è un diario e come lo stesso Bevilacqua afferma: “Da che mondo è mondo un diario è composto da pensieri messi giù alla rinfusa, è un ibrido, una finestra che si apre su un mondo costruito da chi scrive, e che speri che qualcuno, un giorno, aprirà per leggere. Luca prende appunti a modo suo, con la scrittura, io a modo mio, con la scrittura e con il disegno. Sono due linee di pensiero parallele, che corrono su binari di forma diversa”. Roma Città Morta (che sarà presentato al Salone del libro di Torino con Roberto Recchioni domenica 17 maggio) è una vera e propria novità nel panorama editoriale italiano, un romanzo a fumetti, in cui si alternano due voci, due punti di vista diversi (l’ironia di Keison, il fumettista e il pessimismo filosofico di Marengo, lo scrittore con l’occhio bendato) ma che si inserisce e non tradisce la migliore tradizione letteraria zombie. Tutto inizia con un virus di origine sconosciuta. Rapido e violento, come l’epidemia che ne segue. In breve tempo, una parola relegata fino a quel momento a un universo fittizio, “zombie”, diventa di uso comune, entrando a far parte della vita quotidiana della razza umana. Roma, barricata nelle sue antiche mura, è riuscita in qualche modo a sopravvivere sia al virus che all’orda di morti viventi, e i suoi abitanti sembrano aver trovato il modo di riorganizzarsi e tirare avanti. I due protagonisti hanno un solo compito: documentare ciò che vedono, descrivere la situazione all’interno della città, testimoniare la vita di chi è sopravvissuto all’epidemia. Più si addentrano nel cuore della Capitale e più scoprono che le cose, lì dentro come all’esterno, non sono affatto come sembrano. Mentre le poche certezze vacillano e gli interrogativi si moltiplicano, Marengo e Keison cominciano a chiedersi chi sia stato realmente a trasformare Roma in una città morta. Perché Roma e perché ancora zombie?

“L’Apocalisse zombie è più che altro

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Diario di un’Apocalisse Disponibile in libreria “Roma Città Morta” (MultiPlayer Edizioni) di Luca Marengo e Giacomo Bevilacqua.

un pretesto per parlare di molte altre cose. Un pretesto pericoloso e affamato, con una spiccata propensione verso la carne umana”. Racconta Luca Marengo, giornalista e sceneggiatore cresciuto a film, fumetti e videogiochi: “Roma è la mia città, è la mia casa, la amo e in qualche modo la odio al tempo stesso, dunque mi è sembrato doveroso iniziare il nostro viaggio da qui”. Oggi è molto più semplice associare uno scenario apocalittico alle desolate superstrade americane; The Walking Dead (graphic novel e serie tv) e tutta la cinematografia americana ha dato molto agli ap-

passionati del genere. La sfida per Roma Città Morta è proprio quella di scardinare quell’immaginario e dare ai lettori la visione più familiare del Cupolone o di Porta Pia assediate da orde di morti che camminano. Per Giacomo Bevilacqua, il papà del celebre A Panda Piace, fumetto pubblicato in Italia, Francia e Belgio, l’horror è un’opportunità per affrontare le paure che più rifuggiamo: “Roma Città Morta mi ha dato la possibilità di parlare di uno dei temi horror che mi spaventa maggiormente e con cui dobbiamo tutti fare i conti ogni giorno oggi più che mai: l’incertezza del futuro”.



: Fumetti

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Manara incontra Caravaggio Fumetto d’autore e di pittura: esce per Panini Comics “Caravaggio: la Tavolozza e la Spada” di Milo Manara. di Alino

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ilo Manara, il grande fumettista veronese, che il Salone del Fumetto di Napoli ha appena omaggiato con una mostra personale, oltre che con il titolo di (primo) Magister di COMICON, non ha spesso affrontato, nella sua lunga carriera, la biografia disegnata; è capitato con il motociclista Valentino Rossi, dove pure l’aspetto biopic era sfumato. Ma era da tempo che si attendeva la biografia a fumetti del grande pittore Michelangelo Me-

risi da Caravaggio, controversa figura di artista dalle umane disavventure e irrequietezze, ma incontrovertibile genio della pittura dal Seicento ai giorni nostri, dove le sue opere destano sempre ancora tanta ammirazione. Manara stesso aveva già affrontato Caravaggio ben due volte in quel suo progetto di rivisitazione della pittura di tutti i tempi attraverso gli stili e le modelle dei vari autori, nel volume Il Pittore e la Modella, di una quindicina d’anni fa. In quell’occasione una bella e cadaverica Fillide giaceva nelle braccia del pittore, che la ritrasse per il suo dipinto famoso La Morte del-

la Madonna, destando enorme scalpore tra i benpensanti. Ed ora questo volume (cui seguirà un secondo), Caravaggio: la Tavolozza e la Spada, edito in Italia da Panini Comics, in cui la vita del grande maestro della luce viene letta attraverso le relazione che ebbe con varie donne, la già citata Fillide, ma anche Anna Bianchini. Da un punto di vista tecnico, l’autore veronese, pur disegnando ancora nel suo classico formato grande e a strisce, usa un tratto che, opportunamente completato in una splendida gradazione di grigi (come nelle tavole ammirate a Napoli), si misura con la colorazione digitale, per la prima volta, con effetti altrettanto spettacolari come nella saga ad acquerelli de I Borgia.

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Salone del libro di Torino 14 - 18 maggio 2015

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Il meglio del fumetto di ieri, oggi e domani Vademecum tripartito sul meglio del fumetto: una selezione sulle migliori ristampe, pubblicazioni e anticipazioni della nona arte di Valentino Sergi

Dal presente

Linus #599 A.VV. – Baldini & Castoldi, aprile 2015, spillato, 122 pp. Col., 5.50 Euro. Linus compie cinquant’anni, con un archivio prossimo ai 600 numeri. La «rivista dei fumetti e dell’illustrazione» nasce nell’Italia del boom economico e delle grandi contestazioni dall’ingegno di Giovanni Gandini e presenterà nelle sue pagine i Peanuts, la controcultura americana, il surrealismo latino, ma anche la conturbante Valentina di Crepax, Pogo, Krazy Kat, Bc, Dick Tracy e Corto Maltese di Hugo Pratt. Oggi una nuova generazione di autori è chiamata ad interpretare quei classici immortali, per restituire un pizzico d’eternità a un pezzo di Storia del fumetto italiano. In 3 parole: immortale, storica, contemporanea

Dal passato

Strangers in Paradise Terry Moore – Bao Publishing 2013/2015, brossurato, 6 voll., b/n, 18,00 Euro cad. Agli inizi degli anni ‘90 il mercato del fumetto U.S.A. è inflazionato dagli eroi in calzamaglia in albetti dai colori sgargianti e dalle copertine metallizzate oggetto di speculazione. Un giovane cartoonist, Terry Moore, decide con coraggio (e incoscienza) di autoprodurre una serie in bianco e nero, in bilico tra thriller e romance, con un cast di personaggi complessi, sfaccettati. In 14 anni e 90 episodi firma un romanzo grafico che conquista i lettori di tutto il mondo. Un capolavoro del fumetto moderno finalmente riproposto in edizione integrale da libreria. In 3 parole: dolceamaro, romantico, alternativo

Dal futuro

Black Church Andrea Mozzato – Officina Infernale, aprile 2015, brossura, 280 pagine in b/n + adesivi, 11 Euro. Un compendio di malessere, cattiveria e sporcizia grafica, realizzato da uno degli ultimi grandi protagonisti del fumetto indipendente italiano. Da sempre fedele a una linea scorretta, oscura e indigesta, l’etichetta/pseudonimo Officina Infernale materializza incubi a grana grossa, collage sediziosi e ironiche malvagità. Quest’ultima opera è consacrata al male, nelle sue molteplici (e sataniche) forme ed è consigliata a un pubblico maturo, consapevole e dallo stomaco decisamente corazzato. In 3 parole: nero, satanico, indipendente

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: Fumetti

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ono ricordi che non si cancellano quelli che ci legano all’infanzia. Il Corriere dei Piccoli era per mia madre un modo per ricordare l’affetto del padre che le leggeva i fumetti per farla addormentare. Alan Ford e il gruppo T.N.T. con il protagonista bello e timido, l’irascibile Bob Rock, caricatura dell’autore Max Bunker, il cleptomane Conte Oliver, l’aviatore tedesco inventore dei più strani marchingegni Otto Grunf, la Cariatide Geremia, il lamentoso vecchietto afflitto dai peggiori mali, mi riportano alla mia infanzia, quando ero attratta da quei tipi umani grotteschi, miserabili, surreali, che interpretavamo senza sosta nei nostri giochi. Luciano Secchi, in arte Max Bunker è l’ideatore di Alan Ford e il promotore della diffusione in Italia, negli anni ‘70, dei supereroi Usa. Spider-Man e i Fantastici Quattro entrarono a far parte, con altri indimenticabili come Corto Maltese, Tin Tin, Sturmtruppen, Lupo Alberto di Silver, del programma Super Gulp ideato da Guido De Maria. L’autore modenese di Giumbolo aveva collaborato con Francesco Guccini e Bonvi alla realizzazione di moltissimi Caroselli, mentre con Giancarlo Governi firmava la trasmissione con cui nel 1978 vinse il premio della regia nel settore Tv per ragazzi. La rivista Linus presentava in Italia in quegli anni le strisce dei Peanuts di Schulz e alla Rai nel 1970 Lucio Dalla presentava i fumetti nel programma Gli eroi di cartone ideandone anche la sigla. Il passare del tempo ha il pregio di far vedere i ricordi sotto una speciale luce risplendente, così come i programmi Tv di quando eravamo bambini, come Carosello e Super Gulp che sono diventati oggetto di culto. Basta poco a catapultare la nostra memoria nel passato; un sapore o la musica, come il jingle di Super Gulp con i suoi onomatopeici “Sbang”, “Crash”, “Gulp”, inventati da Franco Godi, creatore di centinaia di sigle, tra cui quella di Carosello. E i tormentoni di Nick Carter, ideato da Bonvi e Guido De Maria per la prima serie del programma intitolata Gulp, i fumetti in TV, trasmesso dal secondo canale della Rai dal 14 settembre 1972, “Mentre su New York calavano le ombre della sera” oppure “Dice il saggio..”, “…E l’ultimo chiuda la porta” hanno il potere magico di sbalzarci nel periodo di grazia che si vive quan88 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

Amarcord di SuperGulp Il passare del tempo ha il pregio di far vedere i ricordi sotto una luce speciale, così come i programmi Tv e i fumetti di quando eravamo bambini sono diventati oggetto di culto. di Ilaria Colombo

do si è bambini. Oggi ci ritroviamo a leggere ai nostri figli gli stessi albi di Tin Tin il cronista sempre alla ricerca di avventure con il suo fedele terrier bianco Milou, con il suo amico, il Capitano Haddoc, irascibile e simpaticissimo mentre, in preda ai fumi dell’alcol, esclama: “Tonnaire de Brest!”; i due poliziotti gemelli Dupon e Dupon, che ripetono l’uno le frasi dell’altro, ribaltandone il senso. L’avventura di Tin Tin in Tibet è tra le mie preferite, una storia di amicizia tra il giovane cronista dal ciuffo biondo e

il suo amico cinese Tchang, vero amico dell’autore belga Hergé, disperso dopo un incidente aereo sulle cime dell’Himalaya. Quando eravamo bambini capivamo tutto con l’intuito e condividevamo l’idea di fondo di questo fumetto che un giorno Hervé ha descritto così: ”Se mi sono messo a viaggiare non è stato solamente per vedere nuovi paesaggi o per documentarmi, ma per scoprire altri modi di vita, altri modi di pensare: insomma per allargare la mia visione del mondo”.


Leggere:tutti

Junior

A cura di Anna Garbagna

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: Alimentazione

Mangiare bene divertendosi Insegnare fin da piccoli il corretto stile di vita è l’unica ‘arma’ per far crescere i nostri ragazzi sani, di fisico e di mente. E non è detto che imparare sia sempre noioso, soprattutto se si parla di cucina. di Anna Garbagna

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’Expo attualmente in corso ci sta insegnando quanta curiosità e quanta storia delle nostre radici si possono imparare studiando gli ingredienti dei nostri piatti, sempre più piccole “opere d’arte”. Si chiama proprio La storia che avanza il libro di Alessandro Lumare (Edizioni Artebambini), un invito a trovare e trasmettere la bellezza con pochi gesti e interventi essenziali. Una bellezza a chilometro zero, percepibile nel quotidiano, che si assapora come un semplice e gustoso pasto. Così nel piatto i piccoli pezzi di avanzi diventano racconto e le immagini si lasciano trastullare dal senso delle parole nate dal sapiente lavoro d’intuizione e poesia di Lumare. Una formica trova un verde pisello rotondo, saporito e profumato, buono per la sua pancia. Allora lo chiude in una scatola di buccia d’arancia, perché per mangiarlo ha bisogno di piatto, forchetta, coltello, tavolo e molto altro.
Il signor formica (di Panero, Gambaro e Rocca, edizione Artebambini) è un testo ritmato e giocoso con illustrazioni e grafica accattivanti che raccontano una storia dal finale a sorpresa per scoprire insieme il valore delle poche cose di cui abbiamo veramente bisogno. Ha dedicato un intero numero al cibo (e all’arte) la Rivistadada, vera ri-

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vista laboratorio. Sia che ci piacciano di più i dolci, sia che preferiamo un bel piatto di pasta, siamo tutti accomunati da una cosa: il bisogno di cibo. Attenzione però: non è più solo fame ma una questione di gusto. Ed ecco che il cibo entra a far parte dell’arte, attraverso rappresentazioni in cui, a volte, diventa perfino protagonista. Ma cos’ha realmente a che fare l’arte col gusto? E che gusto ha l’arte? (n° 31-Arte e cibo). La varietà dei cibi in tavola è una delle regole della sana educazione alimentare ma... quanta fatica farlo capire ai bambini! Eppure un modo c’è: la verdura, la frutta e gli altri piatti possono diventare un gioco ed essere apprezzati anche dai nostri piccoli. Carlotta non mangia di Alessandra Pizzi (Edicolors) è una filastrocca in rima baciata in cui il piccolo lettore si immedesima nella figura di Carlotta e percorre con lei il cammino dal rifiuto immotivato del cibo all’apprezzamento della sua varietà. Come fare apprezzare la frutta e la verdura ai più giovani? Ci aiuta in questo Silvia Camatta, autrice di Dall’arancia alla zucchina (Edicolors). Ma per andare sul pratico, ecco La forchettina (Gallucci) di Miralda Colombo, blogger di ilcucchiainodialice.it, perché

cucinare con i bambini è divertente. Non solo pranzi e cene, ma anche dolci, merende, pic-nic e specialità dal mondo. Ricette sane e gustose animate da disegni colorati e vivaci per apprendere i segreti della dispensa perfetta. E c’è anche un capitolo dedicato ai papà! Dalla stessa autrice ecco Il cucchiaino (Gallucci), che spiega come rendere lo svezzamento un momento di gioia e di condivisione. I bambini sono abituati a vedere frutta e verdura già pronte e confezionate nei supermercati, ma hanno mai visto davvero una pianta di peperoni? E sanno che le patate nascono sotto terra e che la vite è un rampicante? I Frutti della terra (Gallucci) di Judith Nouviom, con i disegni di Florence Guiraud, è davvero una grande guida ai frutti della campagna con tante curiosità, dati storici e disegni per conoscere e saper riconoscere i vegetali che troviamo nel nostro piatto. Quante volte la mamma, dopo avere dedicato tempo ed energie per preparare una pietanza per il proprio figlio, si trova davanti una bocca ir-

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: Alimentazione

rimediabilmente chiusa? Il pasto è uno dei momenti importanti della giornata di ogni bambino e ha implicazioni fisiche e psicologiche. In La salute sa di buono (Mondadori Electa) di Massimo Agosti e Antonio Torchia, un pediatra e uno chef hanno condiviso la loro esperienza professionale per elaborare una guida facile ma autorevole all’alimentazione dei bambini da 1 a 6 anni, il periodo in cui si definiscono le abitudini alimentari di ogni individuo. Si chiama Prendere una lepre ed ha come bellissimo sottotitolo “La nuova scienza in cucina e il corretto nutrimento dell’anima” il libro edito da Lavieri e scritto da Biagio Bagini ‘con una introduzione che Pellegrino Artusi non avrebbe mai scritto’. Un manuale pratico per gli amanti degli animali veloci e di quelli lenti che offre ricette davvero inusuali quali la “Lepre in umido” che recita: “Ingredienti: una lepre, pioggia, una bicicletta. Tempo di preparazione: una giornata. Difficoltà: media”. Non stupisce che il libro sia uno dei tre finalisti al Premio Cento Letteratura per ragazzi. Le edizioni Paoline hanno lanciato la collana “Il Parco per l’Expo”, rac-

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conti della Collana “Il parco delle storie” dedicate ai temi dell’Expo. Tra i titoli, Il Castello di Riso di Sofia Gallo, Un folletto in cucina di Fulvia Degl’Innocenti, La guerra del miele di Pino Pace, Zuppa fatata, zuppa stregata di Laura Walter e Una spiga per Kahlim di Chiara Valentina Segré, per parlare ai più piccoli di alimentazione, risorse ed ecologia in maniera approfondita secondo le diverse età. Cucinare è bellissimo oltre ad essere un’arte che stimola la vena creativa, forza fondamentale per affrontare il viaggio dell’esistenza. Una delizia per il palato, una coccola per l’anima e, se condivisa, è anche una divertente attività. Secondo antichi riti, mangiare insieme lo stesso cibo significa partecipare della stessa sostanza e favorisce addirittura un legame profondo e duraturo. Ecco perché insegnare ai ragazzi a cucinare volentieri significa aiutarli a sentire la forza dell’amore. Ragazze in cucina e Ragazzi in cucina sono due titoli di Edicart con oltre 40 ricette facili per tutte le occasioni. L’idea di un cibo “buono” nella testa

dei nostri ragazzi dovrebbe idealmente ricollegarsi ad alimenti sani, integrali, saporiti e comunque non assoggettati a processi industriali. Oggi invece, troppo spesso, l’idea va a tutto il cibo: dalle merendine confezionate agli alimenti dolcificati o zuccherati, dalle salsine colorate alle creme tutte olio e zucchero. Come fare sì che nella loro testa si formi l’immagine giusta? Educare il loro palato ai sapori veri, preparando cibi sani attraverso il “gioco” in cucina, è il primo passo perché il cibo buono sia davvero sano e nutriente anche per il loro organismo e per il loro cervello (“Giocando in cucina” di Speciani e Bottino, Tecniche Nuove). Si chiama “Ci provo gusto” la collana di Editoriale Scienza progettata da Emanuela Bussolati e Federica Buglioni che propone tre titoli (Giochiamo che ti invitavo a merenda?, Il club dei cuochi segreti e Storie in frigorifero). Nasce da due mamme esperte di editoria l’idea di un mondo fatato e dei suoi piccoli personaggi − i coloratissimi Pips − alle prese con questioni molto pratiche e quotidiane, tra cui…


mangiare frutta e verdura! Nasce così Pips’ World, l’app che dà una mano alle mamme. Allegri, dispettosi e pasticcioni, sono un gruppo di creature alte un pollice dai nomi e i costumi ispirati alla Natura (Edizioni Piuma). Panna, zucchero, farina e... cinque amiche del cuore: ecco la ricetta perfetta per la nuova avventura delle Tea Sisters dal titolo I dolci del cuore. Le cinque ragazze infatti aiutano la loro amica Tamara a realizzare il sogno della sua vita: aprire una pasticceria dove si servono deliziosi dolcetti e torte che donano a tutti il buonumore (Piemme – Battello a Vapore). Da Piemme anche È ora di …mangiare sano!: una mattina Geronimo si alza e... i pantaloni non si allacciano più! E’ ora di rimettersi in forma! Fortunatamente a scuola di Benjamin, Geronimo incontra la dietologa Bilancina Pesogiusto, che gli spiega tutto ciò che occorre sapere sull’alimentazione e sul nostro corpo: di quante calorie abbiamo bisogno, quali cibi è meglio mangiare e quando. Diverso invece è quando Geronimo

e i suoi amici partono per Milano, dove li attende un grande evento: la presentazione in anteprima, a Palazzo Reale, di un’antica e preziosissima pergamena con la ricetta originale del panettone. Ad aspettarli, però, c’è una brutta sorpresa: il prezioso documento è stato rubato e il ladro si è travestito da... Geronimo Stilton! Parte così una caccia al ladro per le vie del centro città (occasione per visitare luoghi come il Castello Sforzesco, il Duomo, il Palazzo Reale, il Teatro alla Scala, la Pinacoteca di Brera, il Museo della Scienza e della Tecnica) con un Geronimo, quello vero, camuffato da panettone per non farsi riconoscere. Riusciranno gli Stilton a smascherare il ladro e a ritrovare la famosa ricetta? L’avventura, che si snoda tra le vie di Milano, offre l’occasione per scoprire i luoghi più suggestivi della città in occasione di Expo 2015 (Operazione Pa-

nettone, Piemme-Battello a Vapore). Le rane Interlinea propongono tre libri sempre interessanti: Il libro del cibo sano e appetitoso dell’orco di Grigorij Oster, un vero ricettario da orco che ci insegna come cucinare un ottimo “brodo di sbadati”, uno “spiedino di monelli” o una “frittata di piccoli delinquenti”; Maso Ciucciamaso, di Anna Lavatelli, divertente libro sul cibo e sui problemi dell’alimentazione senza alcuna retorica né moralismi e I Cici, di Roberto Piumini, una storia piena di fantasia per parlare in modo semplice ed efficace ai bambini della necessità di una sana alimentazione. Chi ha paura di Colagrasso? si chiede Benedetta Frosali, autrice di questo libro oltre che biologa nutrizionista che, per i tipi di Federighi editore insegna ai bambini a mangiare bene. Un librogioco, con le avventure di una banda di personaggi divertenti che guidano i giovani lettori alla scoperta dell’educazione alimentare e della vita sana perché l’autrice, che è anche mamma, è giustamente convinta che non sia la privazione, ma la misura, a fare la differenza.

Leggere TuttI n.96 Maggio 2015 : 93


: Intervista

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i chiama “Ci provo gusto” la collana di Editoriale Scienza progettata da Emanuela Bussolati e Federica Buglioni. Ormai al loro terzo libro (dopo Giochiamo che ti invitavo a merenda? e Il club dei cuochi segreti ecco Storie in frigorifero), le autrici hanno dato vita ad una serie di appuntamenti che i bambini (e le loro mamme) aspettano con grande gioia. Abbiamo fatto loro una serie di domande alle quali ha risposto Federica per conto di entrambe.

Come è nata l’idea di questa serie di libri? Altri ne seguiranno?

Cominciamo a rispondere dall’ultima domanda: sì, altri due libri usciranno: Storie in frigorifero a maggio, un altro a settembre. E saranno molto diversi dai precedenti, perché le strade che portano al cibo sono tante: ci si può arrivare attraverso la passione per la scienza, la cucina, la natura, la convivialità. Proprio da questa convinzione è nata la nostra idea di raccontare – e celebrare – i tanti linguaggi del cibo, affinché l’educazione alimentare possa evadere dalla gabbia angusta dell’educazione nutrizionale. Il cibo non è una sterile somma di vitamine e proteine: è soprattutto gioia e cultura.

Alcuni cibi, è noto, non sono graditi ai bambini per consistenza e sapore. Come riuscire a farli amare e, soprattutto, come spiegare loro che ‘le verdure fanno bene’?

A volte facciamo l’errore di “nascondere” gli alimenti che fanno bene, come se avessero qualcosa che non va. Questo, nella mente dei bambini, non fa che confermare l’idea che sia giusto diffidare delle verdure. Gli ortaggi vanno valorizzati, non nascosti. Vanno cucinati - e possibilmente coltivati insieme. Per assecondare il palato dei bambini, basta non mescolare troppi sapori diversi e privilegiare il crudo e le cotture brevi: i cibi freschi e croccanti sono i più graditi.

Quanto EXPO, secondo voi, contribuirà nell’educazione alimentare dei piccoli?

Le proposte per le scuole non sono ancora state ufficializzate, è difficile rispondere. Se qualche bambino uscirà dall’EXPO pensando “Da grande voglio fare il contadino”, allora questo sforzo avrà avuto un senso. Noi speriamo anche che i bambini possano andare all’EXPO per scoprire che il cibo 94 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

Una ricetta a quattro mani Si chiama “Ci provo gusto” la collana di Editoriale Scienza progettata da Emanuela Bussolati e Federica Buglioni. di Anna Garbagna

è unione, fratellanza, incontro con l’altro: di questi valori c’è molto bisogno oggi. Purtroppo non mancherà la chiassosa presenza dei marchi del junk food, un compromesso che i piccoli faranno fatica a comprendere. Francamente facciamo fatica anche noi. Da quando le nostre nonne ‘facevano tutto in casa’ e i piccoli crescevano a pane e marmellata, a oggi, che con preparati e merendine sembrerebbe tutto più facile, che cosa è realmente cambiato nell’alimentazione (e nelle teste) dei bambini?

Per prima cosa è cambiata la fame.

I bambini di ieri giocavano fuori in libertà e tornavano a casa con una fame viscerale, che rendeva ancora più buone le merende di ieri. E poi c’è un’altra differenza: le merende del passato non erano ‘oggetti commestibili’, ma il frutto di abilità e sapienza, il risultato del saper fare, il prodotto di una cultura condivisa. Si dice che il pane, le ciambelle, le marmellate di un tempo fossero fatte con amore, ma non è giusto sminuire il lavoro delle donne al semplice affetto: le madri e nonne erano custodi di conoscenze e abilità importanti.


: Novità Tutti chef a scuola con il progetto “Ricette a colori” Le scuole italiane si sfidano “a suon di ricette” grazie a Ricette a Colori, il progetto lanciato da Rainbow per studenti e insegnanti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado per sensibilizzarli sull’importanza di un’alimentazione sana ed equilibrata. Nell’anno di Expo, Rainbow sposa il valore dell’educazione a una sana alimentazione con di attività in collaborazione con Rai Gulp e Rai Expo. Le Winx saranno portavoce della corretta alimentazione grazie anche al magazine “OKAY!” - distribuito in oltre 15.000

scuole. I ‘piccoli chef’ dovranno creare una ricetta - con l’aiuto anche dall’Arcobaleno Alimentare delle Winx, un poster da attaccare in classe e che descrive i cibi, le loro proprietà e le quantità da assumere ogni giorno documentarne le fasi della preparazione e indicare i benefici degli ingredienti scelti per partecipare all’iniziativa entro il 30 giugno. Il Premio sarà il riconoscimento del “cuoco stellato” Alessandro Circiello, ambasciatore del progetto, all’interno del portale web “cucina con Gulp” e la notizia sul magazine del Canale Rai Gulp, con la possibilità di vedere realizzata una delle ricette.

Il genio al lavoro In occasione della grande mostra tutta dedicata a Leonardo che si terrà a Milano a Palazzo Reale dal 15 aprile a 19 luglio, Jaca Book arriva in libreria con due novità tutte dedicate al grande genio: Il ladro di Monna Lisa, ispirato appunto alla Gioconda, e Un’invenzione geniale, ispirato alle macchine di Leonardo. Del resto, come resistere allo sguardo magnetico della bella Monna Lisa? Impossibile non cadere in tentazione, al punto da mettere a segno un furto sensazionale e fuggire con il dipinto della Gioconda ben nascosto sotto il braccio. È quello che fa Angelo, che si è innamorato follemente di quegli occhi incantatori. Sotto lo stesso tetto con la sua amata la vita sarà uno splendore. Ma Monna Lisa non gli toglie mai gli occhi 
di dosso. Nemmeno per un secondo...e dopo due anni Angelo rischia quasi di impazzire. Forse sarà meglio sbarazzarsene e fuggire al più presto. Ma la bella Gioconda spezzerà altri cuori? (Il ladro di Monna Lisa di Géraldine Elschner e Ronan Badel). Un’invenzione geniale (di Géraldine Elschner e Rémi Saillard) narra invece la storia bizzarra di Valentino, una simpatica pecora dal manto arruffato che, quando scoppia un temporale e si bagna sotto la pioggia, si fa piccola piccola, fino a diventare minuscola come un topolino. Quando invece ritorna il sole, cresce, cresce, cresce fino a tornare la pecora di sempre. Davvero un bel problema! Anche perché sembra non esistere alcun rimedio. Anche il veterinario non sa che pesci pigliare. Ci vorrà tutta l’inventiva di Leone, un pastore a dir poco geniale, che ama così 
tanto la sua adorata pecora da progettare per lei marchingegni senza pari: un ventaglio gigante, un carro munito di ruote e resistente all’acqua e... udite udite... un meraviglioso ombrello (volante!) che, con il vento, si porta via Valentino... Ci vorrà un’altra invenzione geniale per ritrovarlo al più presto! I libri fanno parte del progetto ‘Ponte delle Arti’ che propone sempre storie grazie alle quali avvicinare i bambini all’artista di riferimento con alcune informazioni e curiosità legate all’artista stesso. Per educarli da subito alla cultura del bello.

I quattro libri di lettura di Tolstoj La fama di Lev Tolstoj è dovuta sia ai grandi romanzi che al suo pensiero pedagogico e politico, concretizzatosi nella fondazione di una scuola per i figli dei contadini del suo villaggio per i quali scrisse le favole dei Quattro libri di lettura. La steppa, le foreste russe, luoghi esotici e paesaggi marini sono teatro delle avventure di personaggi indimenticabili di storie che ora assumono la forma di una favola ora di un racconto dal vero, di una leggenda o di una descrizione scientifica In questo almanacco di racconti per l’infanzia – dove vita e morte, natura e civiltà, uomini e animali sono legati in maniera indissolubile – Tolstoj dà voce alla fantasia, ai sogni e alle paure dei piccoli figli di contadini alla cui educazione dedicò con passione una parte importante della sua vita. Accompagnata dai disegni inediti di Alice Beniero, questa edizione mette più che mai in risalto la portata e l’universalità dell’opera.

La storia più bella Arriva in libreria Gli Apostoli di Gesù. Testimoni del Vangelo (di Enrico di Daniele, Tau Editrice), un bel libro in cui sono messi in luce alcuni episodi più significativi della vita degli Apostoli. Vero protagonista è lo Spirito Santo che, con la sua costante presenza, rende bella e degna di stima la vita della Chiesa dei primi decenni. Scopo del volume è di far conoscere, stimare e imitare lo stile di vita dei primi cristiani che, ascoltando l’insegnamento degli Apostoli e cibandosi del Pane eucaristico, vivevano nella gioia fraterna e nella condivisione, come ciascuno di noi è chiamato a testimoniare. Il libro si inserisce sulla linea dei precedenti come strumento nelle mani dei bambini per aiutarli ad avvicinarsi alla Bibbia e come sussidio per i catechisti.

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: Iniziative

Leggere:tutti a Barcellona per la Giornata Mondiale del Libro Dal 21 al 24 aprile 2015 si è svolta la sesta edizione di Una Nave di Libri per Barcellona organizzata da Leggere:tutti e Grimaldi Lines. I libri degli scrittori Italiani nello stand di leggere tutti sulla Rambla di Mariachiara Tarantino

Fotografia di Maria Rosaria Lopez

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i è conclusa la sesta edizione di Una Nave di Libri per Barcellona, crociera letteraria Civitavecchia-Barcellona e ritorno organizzata in occasione del 23 aprile – Giornata Mondiale del Libro, che a Barcellona si svolge in forma particolarmente coinvolgente con la Festa di “San Giorgio, i libri e le rose” durante la quale gli uomini regalano alle donne una rosa e vengono contraccambiati con libri, una grande manifestazione popolare all’insegna dell’amore per i libri e per la cultura, durante la quale la città che si riempie di rose e libri. Leggere: tutti come ogni anno è stato sulla Rambla con un grande stand con i libri degli scrittori che hanno partecipato all’evento a bordo della nave Grimaldi Lines. Il viaggio è stato particolarmente coinvolgente, grazie a scrittori, attori, e artisti che vi hanno preso parte anche quest’anno. Gli scrittori a bordo in questa edizione: Armando Bonato Casolaro, Fiorella Cappelli, Letizia Cobaltini, Elena Diomede, Bartolomeo Errera, Pierangela Fleri, 96 : Leggere TuttI n.96 Maggio 2015

Roberto Gervaso, Laura Lauzzana, Federico Mollicone, Roberto Riccardi, Vittorio Russo, Simona Sparaco; ha coordinato alcuni incontri il giornalista Carlo Ottaviano. Spazio anche al buon mangiare e al buon bere: come sempre rinnovata la collaborazione con Caffè Moak; tra gli appuntamenti, interessante l’ incontro sulla ristorazione in Spagna, Francia e Italia con Alessandro Castro, Bruno Colucci, e lo chef Alessandro Cecere, mentre Valeria Delle Chiaie ha condotto i partecipanti in un “viaggio” alla scoperta della cucina con i fiori. Proposta anche una suggestione letteraria a cura dell’attore Gino Manfredi (“Le rose e le parole”) in abbinamento al vino “Rosa delle sabbie”. A riguardo si segnala la collaborazione con la Tenuta Garusola produttrice della “Rosa delle Sabbie”, spumante rosè da uve di Fortana, scelto come vino ufficiale della manifestazione; vino che ben si è accompagnato alle produzioni gastronomiche del Delta Padano, protagoniste di una serata di gala

alla Casa degli Italiani sponsorizzata da Oro d’Argenta e Sagra dell’Anguilla di Comacchio. Ci si è avventurati anche “Alla scoperta dell’olio d’eccellenza” con la degustazione guidata da Fabrizia Cusani (Albo Nazionale degli esperti d’Olio) e la presentazione del libro Il valore dell’olio (Agra Editrice) di Giampaolo Sodano e Mario Pacelli. Ed ancora film e performance teatrali: una con Ennio Coltorti con lo spettacolo Moz.Art, l’altra con il gruppo Voci nel Deserto, oltre alla performance del burattinaio- cantautore e scrittore Piero Nissim, che hanno riscosso molto successo. Si è parlato anche di un tema di particolare attualità, “La buona scuola”, in un incontro che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del Presidente dell’ANP, Giorgio Rembado. Sulla Nave una libreria è stata organizzata e gestita da Culture Club Cafè. Particolarmente coinvolgenti anche le iniziative in programma a Barcellona all’Istituto Italiano di Cultura e alla Casa degli Italiani, dove si sono svolti incontri con gli scrittori della Nave e si è celebrata la Giornata del Libro anche con #ioleggoperchè e i “Messaggeri” Simona Sparaco e Roberto Riccardi che hanno distribuito libri scelti dall’Aie per il progetto (www.ioleggoperche.it). Spazio anche al concorso fotografico Scatta una foto a Barcellona, le cui foto migliori sono state pubblicate sul sito www.leggeretutti.it. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con ANP – Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della scuola, dell’Istituto italiano di cultura di Barcellona, Casa degli Italiani di Barcellona, Biblioteche del Comune di Roma, Regione Lazio e Comune di Roma; Caffè Moak, Libreria Culture Club Cafè, Tenuta Garusola, Sagra dell’Anguilla, Oro d’Argenta.


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