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EMERGENZA/2 In Lombardia contributo a chi spara. E nel Cuneese?

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CERCO VARIE

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Come già avvenuto nelle province di Alessandria e Asti, le prime a prevedere rimborsi spese a coloro che sono in possesso dei requisiti e competenze per collaborare alle misure di gestione, monitoraggio e sorveglianza della specie cinghiale, anche la Regione Lombardia, con il fine di ridurre il rischio di diffusione della Psa nelle popolazioni di cinghiali, ha predisposto un contributo pari a un massimo di 100 euro per ogni femmina di cinghiale adulta e subadulta abbattuta nei territori dell’Oltrepo pavese. L’obiettivo è quello di aumentare il numero di cinghiali abbattuti nell’area di 50 km attorno all’area infetta. L’iniziativa si inserisce nell’alveo delle possibilità offerte dal regolamento di esecuzione sulle misure di contrasto della Psa ed è co-finanziata dall’Unione europea. “Perché non adottare una misura simile anche in provincia di Cuneo”, si domanda Confagricoltura Cuneo?

pi, tutti in caccia di selezione. Un totale di poco più di 14.500 selvatici abbattuti, cifra ben distante dai 50mila previsti dal piano di depopolamento. Resta, così, vivo il rischio che la malattia giunga anche in provincia di

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Cuneo: se diventasse zona rossa, genererebbe ricadute molto serie non solo per l’attività venatoria, che sarebbe bloccata, ma anche per il turismo, specie nell’area delle Langhe e nelle zone montane e pedemontane. “Pur- troppo - conclude Allasia - ci sono ATC in cui non si spara. Contano i numeri e questi dicono che non si abbattono capi. Sono stati da poco rinominati i nuovi presidenti degli ATC, ma la loro designazione è avvenuta sulla base delle vecchie regole che sappiamo perfettamente che vanno cambiate perché il sistema ha più volte dimostrato che non funzionano. Occorrono ATC che rispondano alla Regione quando devono farlo. Ci au- guriamo che questa legislatura riesca a portare fino in fondo una riforma degli ATC e dei CA in modo da poter ottenere delle risposte più immediate alle necessità degli abbattimenti dei selvatici”.

Confagricoltura ha partecipato alla prima riunione della Cabina di regia per la siccità, indetta dalla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni per affrontare la crisi idrica, condividendo alcune proposte concrete. L’organizzazione ha chiesto al Governo un “Piano Acque” organico, che fornisca al Paese e al settore primario opere infrastrutturali significative dove raccogliere e stoccare le precipitazioni atmosferiche. Questo piano può essere realizzato recuperando risorse sia dal PNRR, sia dai Fondi di coesione. Nel dettaglio, sono stati individuate alcune linee di intervento sia per l’anno in corso che di medio lungo termine.

Proposte per far fronte alla siccità dell’anno in corso

- Sia a livello nazionale che regionale occorre attivare in tempi rapidi una cabina di regia che coinvolga tutti gli attori pubblici, prevedendo momenti di consultazione con le parti coinvolte;

- rivedere le priorità d’uso rispetto alla disponibilità

FONDI REGIONALI

Le grandi dighe continuano ad essere una proposta per risolvere nel medio-lungo termine il problema

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