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Imballaggi, il vino italiano teme una nuova “mazzata”
LA PROPOSTA DI REGOLAMENTO EUROPEO IN MATERIA
PREVEDE OBBLIGHI PESANTI PER LE AZIENDE VINICOLE
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di Paolo Ragazzo
Gianluca Demaria
Tra i grandi temi affrontati da Confagricoltura durante lo scorso Vinitaly c’è la proposta di nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi, presentata dalla Commissione europea lo scorso novembre, che rischia di impattare pesantemente su intere filiere strategiche, tra cui il comparto vitivinicolo, cuore pulsante dell’economia nazionale e settore trainante del nostro export, con oltre 12 miliardi di euro di fatturato e 8 miliardi di export. Durante l’evento promosso insieme a Federvini “La revisione della direttiva imballaggi: una riforma a rendere o a perdere?” sono intervenuti gli eurodeputati Silvia Sardone e Pietro Fiocchi, la presidente di Federvini Micaela Pallini, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente
Flavescenza Dorata
del CONAI Luca Ruini. L’associazione agricola ha ribadito che le disposizioni in materia di riduzione, riuso, riciclo ed etichettatura presentano numerose criticità; quelle che più preoccupano sono indubbiamente il ricorso al riuso anziché al riciclo e la standardizzazione degli imballaggi.
Cosa prevede il regolamento
La proposta di regolamento prevede dal 1° gennaio 2030 l’obbligo del riuso: ciò significa che su 100 bottiglie immesse nel mercato europeo, da 5 a 10 bottiglie dovranno essere riutilizzabili. L’azienda avrà l’obbligo di contribuire alla realizzazione e mantenimento di un regime che raccoglie, lava, sanifica e riconsegna le bottiglie agli utilizzatori. Un’altra insidia si annida nell’obbligo di minimizzazione: entro il 1° gennaio 2030, infatti, tutti gli imballaggi dovranno ridurre al minimo peso e volume.
Gli imballaggi impiegati nel settore vitivinicolo sono prevalentemente
DEMARIA:
“IL RIUSO DEI CONTENITORI NON È COSÌ FACILMENTE IMPLEMENTABILE DA AZIENDE COME LE NOSTRE
ORIENTATE ALL’EXPORT” bottiglie di vetro - quindi riciclabili al 100% - inoltre, l’Italia nel 2023 ha raggiunto un tasso di riciclo del vetro pari all’88%, a fronte di un obiettivo UE al 70% entro il 2025. Studi universitari (Università di Wageningen e Politecnico di Milano) dimostrano che il riuso ha performance ambientali migliori del riciclo (vuoto a rendere vs vuoto a perdere) solo entro brevi distanze (non più di 175-200 km), e il vino è un prodotto vocato all’export.
Confagricoltura perplessa
“Dati che non solo vanificano i benefici attesi dai commissari europei - afferma Massimiliano Giansanti, il presidente di Confagricoltura -, ma evidenziano in modo inequivocabile la necessità di valutare con molta attenzione l’introduzione di divieti su alcune tipologie di imballaggio, di tassi obbligatori di materiale riciclato e di obiettivi e target di riutilizzo. Tutte queste misure andrebbero ponderate avvalendosi di evidenze scientifiche a supporto delle
Confagricoltura chiede maggior coordinamento tra Regioni, ma anche più risorse per contrastarla
La Flavescenza dorata preoccupa i produttori vitivinicoli italiani e Confagricoltura ritiene necessario un intervento efficace da parte delle istituzioni per evitare che questa malattia, una delle più distruttive dei vigneti, comprometta il potenziale produttivo di intere zone viticole. “Dietro il controllo della fitopatia c’è molto di più – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - : c’è il tema dell’economia di un territorio e c’è la questione del lavoro. Dobbiamo fare squadra e collaborare con tutte le istituzioni, perché la situazione è di emergenza e per questo chiediamo che vengano assegnati fondi di emergenza”.
È necessario un maggior coordinamento tra i vari sistemi, regionali e nazionale, con il supporto dei consorzi di tutela, ma servono risorse per rafforzare la strategia di contrasto alla Flavescenza dorata. “Fondi appropriati e commisurati alla gravità della situazione, in grado non solo di finanziare la sostituzione delle viti estirpate, ma anche e soprattutto di coprire il potenziamento di una serie di azioni coordinate di lotta alla fitopatia”, ricorda Confagricoltura.
decisioni anche in relazione alle ricadute economiche di settori strategici e iconici come quello del vino e considerando tutte le esternalità ambientali e anche quelle in termini di sicurezza alimentare e qualità organolettiche, determinanti per il settore”.
“Comprendiamo bene la necessità di trovare misure sempre più rispettose dell’ambiente, ma quanto pensato dalle istituzioni europee sul tema contiene elementi che ci lasciano molto perplessi, con benefici attesi in termini di sostenibilità tutti da dimostrare – dichiara Gianluca Demaria, presidente della Sezione Vitivinicola Uve Rosse di Confagricoltura Cuneo e della Sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte –. In un comparto, come quello vitivinicolo, composto da numerose imprese di medie e piccole dimensioni, inoltre, le ripercussioni di queste nuove disposizioni sugli imballaggi rischiano di essere un macigno, sia a livello di costi che dal punto di vista dell’organizzazione aziendale. Il concetto del riutilizzo dei contenitori, ad esempio, non è così facilmente implementabile da realtà, come le nostre, fortemente orientate all’export e con bottiglie di vino che finiscono in ogni angolo del mondo. Molto complesso è immaginare, infatti, di mettere in piedi un sistema che permetta di raccogliere, lavare e sanificare le bottiglie per poi rimetterle sul mercato”.
Per quanto riguarda l’etichettatura, la Commissione Ue propone di inserire su tutti gli imballaggi informazioni armonizzate per consentirne una corretta gestione e smaltimento. Occorre l’armonizzazione delle indicazioni relative all’etichettatura ambientale degli imballaggi da fornire tramite gli strumenti digitali.
“Abbiamo chiesto al Governo e ai deputati italiani al Parlamento europeo di mobilitarsi per tutelare le imprese del