Sommario Sommaire
Redazione / Rédaction Comitato di redazione / Comité de rédaction Fernanda CASIRAGHI (Presidente AIIM) Niccolo CAISSOTTI DI CHIUSANO (Vice-Presidente) Carlo Filippo BRIGNONE (Tesoriere) Caporedattore / Rédacteur en chef Fabrizio CARBONE (Segretario Generale AIIM, giornalista pubblicista)
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Direttore Generale & Direttore della Pubblicazione Directeur Général & Directeur de la Publication Patrick ZIRAH
Pubblicità / Publicités Direttore commerciale della rivista Directeur commercial du magazine Guy FIMA Commerciali / Chargées de Clientèle Pauline CORNOU, Stefania POLINORO
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Traduzioni e articoli in francese Traduction et articles en français Fabrizio CARBONE Servizio amministrativo & finanziario Service administratif & financier Leila SADNI
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Amministrazione / Administration Deposito legale - Febbraio 2008 Dépôt légal à parution - Février 2008
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“Le Trocadero” 43, Av. de Grande Bretagne MC 98000 Monaco Tél. : +377 97 70 75 95 Fax : +377 97 70 75 96 info@monaco-commincation.mc www.monaco-communication.mc
Premessa di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco / Préface de S.A.S. le Prince Albert II de Monaco...................................................................................................................p. 3 La Fondazione Principe Alberto II e gli imprenditori italiani / La Fondation Prince Albert II et les entrepreneurs italiens..........................................................................................p. 5 La governance globale è la chiave per un futuro sostenibile dell’energia / La gouvernance globale est la solution de l’avenir pour une énergie durable.............................................p. 10 Decidere il futuro, possibili scenari per le politiche energetiche fino al 2050 / Décider l’avenir, scénarios des politiques énergétiques possibles jusqu’en 2050...........................p. 13 Fissore Agency, un associato all’AIIM nel settore dello smaltimento rifiuti / L’Agence Fissore, un membre de l’AIIM dans le secteur du traitement des déchets....................................p. 15 Qualità della vita e qualità dell’ambiente / Qualité de la vie et qualité de l’environnement....p. 16 Ecogeo, un’impresa italiana all’avanguardia nel settore dell’ambiente / Ecogeo, une entreprise italienne à la pointe du secteur de l’environnement.........................................................p. 18 La SMEG, una grande società impegnata nello sviluppo sostenibile / La SMEG, une grande société engagée dans le développement durable . .........................................................p. 22 L’Associazione Monegasca degli Amici del Veicolo Elettrico / L’Association Monégasque des Amis du Véhicule électrique.........................................................................................p. 24 Newteon, una giovane impresa protagonista del trasporto elettrico / Newteon, une jeune entreprise protagoniste du transport électrique.............................................................p. 25 Generali, la compagnia di assicurazioni in prima linea sul fronte dell’ambiente / Generali, un assureur s’engage pour la protection de l’environnement................................................p. 29 L’AIIM sottoscrive la Carta sulla Responsabilità Sociale delle Imprese / L’AIIM soutient a Chartre sur la Responsabilité Sociétale des entreprises..............................................p. 36 Elit Interim… L’interinale ecoresponsabile ! / Elit Interim… L’intérim autrement !.............p. 37 Finanza e sviluppo sostenibile / Finance et développement durable..................................p. 40 Dresdner Bank, un impegno per l’ambiente e la Fondazione Principe Alberto II di Monaco / Dresdner Bank, un engagement pour l’environnement et pour la Fondation Prince Albert II de Monaco.................................................................................................................p. 42 Credere nell’avvenire e difendere le proprie opinioni / Croire en l’avenir et défendre ses convictions..................................................................................................................p. 46 Quattrocento esperti hanno discusso di energia nel convegno organizzato dalla Fondazione Farefuturo..................................................................................................................p. 48 Business Knowledge Bureau, pubbliche relazioni per un’industria più moderna / Business Knowledge Bureau, relations publiques pour une industrie plus moderne.........................p. 50 La Rivoluzione ambientale, il protocollo di Kyoto.............................................................p. 53 AFIM sam, la bella storia del successo italiano di un’Agenzia immobiliare monegasca associata all’AIIM / AFIM sam, la belle histoire du succès italien d’une Agence immobilière monégasque associée à l’AIIM.........................................................................................................p. 54 Generali & IM2S.........................................................................................................p. 57 Le riforme fiscali in Italia ed il loro impatto sulla piazza di Monaco / Les réformes fiscales en Italie et leurs impacts sur la place monégasque.............................................................p. 58 Pierpaola Bernasconi, associata all’AIIM, vince il primo premio alla Fiera di Vicenza 2007 Pierpaola Bernasconi, associée à l’AIIM, gagne le premier prix à la Foire de Vicenza 2007...p. 62 Gianluca Fossat, un giovane imprenditore italiano dell’AIIM al “Forum delle Nazioni” Gianluca Fossat, une jeune entrepreneur italien de l’AIIM au “Forum des Nations”............p. 63 La Festa di Natale degli italiani di Monaco / La Fête de Noël des Italiens de Monaco.........p. 64 Château de la Chèvre d’Or...........................................................................................p. 68
Photo couverture : Visite de S.A.S. le Prince Albert II de Monaco à Vintimille Copyright : Palais de Monaco
Associazione degli Imprenditori Italiani del Principato di Monaco Association des Entrepreneurs Italiens de la Principauté de Monaco 17, Avenue de l’Annonciade - 98000 Monaco - Tel / Fax +377 93 50 44 90 - info@aiim.asso.mc Monaco Imprese e il formulario d’iscrizione sono scaricabili su : www.aiim.asso.mc Monaco Imprese et le formulaire d’inscription sont téléchargeables sur : www.aiim.asso.mc Monaco Imprese n° 4
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La Fondazione Principe Alberto II di Monaco e gli imprenditori italiani
Intervista a S.E. Bernard Fautrier, Vicepresidente e Amministratore Delegato La Fondazione Principe Alberto II di Monaco promuove la gestione sostenibile delle risorse naturali e la ricerca di soluzioni per l’ambiente in tre grandi settori : il cambiamento climatico, la biodiversità e l’acqua. Per raggiungere i suoi obiettivi, l’organizzazione appronta tutti i mezzi necessari per accelerare la realizzazione di progetti a livello internazionale, creando una rete di scienziati, imprese e di cittadini pronti ad operare uniti per la stessa causa. Incontriamo Sua Eccellenza Bernard Fautrier, Vicepresidente e Amministratore Delegato della Fondazione. Monaco Imprese : Nel corso dell’udienza privata da S.A.S. il Principe Alberto II, i rappresentanti del Com.It.Es. (Comitato degli Italiani all’estero, ndr.) coscienti della grande attenzione del Principe Sovrano nei riguardi della politica dell’ambiente, hanno fatto conoscere la possibilità di replicare a Monaco il Museo “A come Ambiente” di Torino, nella sua versione
“itinerante” (su gomma, ndr.) creata per sensibilizzare il maggior numero di persone ai problemi del pianeta. Ella ha avuto modo di visitare il Museo, accompagnato da un nostro associato, l’Ing. Mauro Migliorero (coordinatore del progetto sul territorio monegasco, ndr.) e dal Vicepresidente dell’AIIM, Conte Niccolò Caissotti di Chiusano. Cosa può dirci in merito allo stato di avanzamento dell’idea ? S.E. Bernard Fautrier : La vostra domanda è di grande attualità. Come sapete, abbiamo recentemente organizzato a Monaco un’esposizione che riprende la stessa preoccupazione - mirabilmente rappresentata al Museo di Torino - di sensibilizzare il pubblico alle problematiche dell’ambiente. Si tratta della “Casa dello sviluppo sostenibile” (esposta presso la Salle du Canton dal 24 novembre al 2 dicembre 2007, ndr.). Stiamo attualmente pensando di rendere mobile questa “casa”, mettendola in un camion, e prevedendo un sistema di montaggio/ smontaggio rapido. Dobbiamo quindi tenere conto del know-how del Museo di Torino. Sulla base di un accordo di partnership con quest’ultimo, potremmo creare a Monaco un “sistema automobile” di sensibilizzazione, al fine di consentire la diffusione della conoscenza in materia di sviluppo sostenibile, lungo un percorso mediterraneo. E’ importante associare all’iniziativa gli imprenditori italiani, vale a dire grandi gruppi privati italiani legati all’ambiente. Sono certo del pieno accordo del Principe Sovrano. Sarebbe pertanto auspicabile fissare presto una riunione tra la Fondazione, i partners italiani e francesi (il progetto di “casa itinerante” è francese, ndr.) e gli eventuali sponsor per consentirne l’avanzamento. Credo che l’Associazione degli Imprenditori Italiani (AIIM) possa giocare un ruolo molto importante. E’ necessario che questa sinergia sia il frutto di una federazione tra entità monegasche, l’AIIM e la Fondazione.
M.I. : Sappiamo che la Fondazione Principe Alberto II di Monaco sta lavorando su progetti di compensazione dell’anidride carbonica con un membro della nostra Associazione (Ing. Mauro Migliorero, ndr.) ed il dott. Agostino Re Rebaudengo, Presidente e Amministratore Delegato della società ASJA, produttrice di energia verde, con il quale l’AIIM ha recentemente organizzato una cena-dibattito. Che cosa può dirci in merito a queste collaborazioni ? S.E. Bernard Fautrier : Abbiamo contattato la società ASJA per valutare un accordo non esclusivo inerente all’acquisizione, per il suo tramite, di certificati di compensazione delle emissioni di CO2 : i cosiddetti “certificati verdi”. Incontriamo tuttavia alcuni problemi riguardo al programma informatico, proposto da ASJA e messo a disposizione del pubblico, il quale sembra molto complesso e suscettibile di creare difficoltà. Abbiamo appena ricevuto una proposta concorrente relativa ad un sistema più dettagliato, più facile da utilizzare e, soprattutto, meno oneroso. M.I. : Che cosa pensa dei progetti italiani, sia istituzionali, sia industriali, in materia di protezione dell’ambiente ? Secondo Lei, l’Italia potrebbe essere un partner privilegiato della Fondazione ? S.E. Bernard Fautrier : Ottima domanda. Il Principe Sovrano gradirebbe vivamente che, nel corso dell’anno 2008, la Fondazione possa avere una branch italiana. Abbiamo cominciato con un ramo francese e poi inglese, operativo dal mese di ottobre 2007. Stiamo finalizzando la creazione di un ramo americano, e abbiamo in cantiere una branca canadese e svizzera. La presenza in Italia non è solo un aspetto formale. Abbiamo molto da imparare da questo Paese e dalle sue imprese, a causa della loro inventiva e del loro dinamismo nell’affrontare la problematica attuale inerente allo sviluppo sostenibile e all’ambiente in generale. Citerò tre esempi che m’interessano da vicino : .../... Monaco Imprese n° 4
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1) La presenza in Italia di molteplici fonti di energia rinnovabili : Risulta evidente che le scelte o le “non scelte” energetiche fatte dall’Italia (abbandono del nucleare per via referendaria negli anni ’80, ndr.) l’hanno portata ad essere più creativa, per esempio, della Francia. L’Italia è una Nazione avanzata in questo settore, e le imprese dinamiche si muovono in un terreno favorevole. 2) Lo sviluppo di materiali innovativi per le costruzioni in grado di assorbire l’anidride carbonica. Penso, nel caso specifico, ai prodotti della Italcementi. 3) Infine, nell’ambito delle riflessioni che porto avanti per conto del Governo, guardo con estremo interesse l’introduzione del pedaggio urbano nel centro città di Milano (ecopass, ndr.) introdotto il 1° gennaio 2008 al fine di ridurre il traffico, e con messa a disposizione di mezzi di trasporto ecologici in alternativa alla macchina. Come tutti i grandi centri urbani, Monaco è confrontata al problema del traffico dei pendolari. Rifletteremo quindi attentamente a questa possibilità nel corso della nostra tavola rotonda di marzo. Il fatto che l’Italia sia il primo esempio latino, dimostra in modo inequivocabile che in questo Paese si cercano soluzioni radicali. Se un’autorità milanese ci potesse parlare di quest’esperienza a marzo, il suo intervento sarebbe molto gradito. Questi tre esempi d’inventiva sia delle imprese, sia delle amministrazioni territoriali italiane, rispondono alla vostra domanda e sono d’estremo interesse per la Fondazione. M.I. : In occasione della colazione di lavoro organizzata dalla Jeune Chambre Economique nel mese di settembre scorso, siamo rimasti colpiti dalla Sua opinione sul nucleare e sui biocarburanti di seconda generazione. Potrebbe darci qualche precisazione in merito ? S.E. Bernard Fautrier : Si tratta di due argomenti che mi appassionano perché sono delicati e polemici. In materia d’energia nucleare, nessuno, almeno in Europa, pensa che sia possible garantire uno sviluppo soprassedento su qesta fonte, tenuto conto dei ritmi di crescita attuali della domanda energetica. Questo principio si applica anche alle economie in transizione (la Francia vende centrali nucleari alla Cina) e dobbiamo assolutamente favorire questo processo. E’ preferibile che i 6
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cinesi producano energia grazie al nucleare piuttosto che con il carbone. Ciò nonostante, dobbiamo fare il possibile per sviluppare energie rinnovabili. I biocarburanti o agrocarburanti rappresentano fonti di energia di grande interesse a patto che non entrino in concorrenza con le coltivazioni destinate all’alimentazione umana, e non procurino sperequazioni ambientali dovute ad un eccessivo consumo d’acqua oppure all’utilizzo massiccio di pesticidi. A questo proposito, esprimo molte riserve sulla produzione di biocarburanti di prima generazione perché ne vediamo oggigiorno le conseguenze : 80% di aumento del prezzo del grano e 100% di quello del mais sui mercati mondiali, a scapito del fabbisogno alimentare delle popolazioni. Con riferimento ai biocarburanti di seconda generazione, posso dare esempi concreti di progetti appoggiati dalla Fondazione. All’inizio del 2007, abbiamo sviluppato, con test in laboratorio, dei biocarburanti (etanolo) derivanti da una pianta africana. Il grande vantaggio offerto da quest’ultima, risulta dalla sua funzione non alimentare. La pianta cresce in terreni non coltivati e necessita di pochissima acqua. A quanto sembra, il solo impatto negativo è dato dall’eventuale cambio di coltivazione a causa della presenza di grosse radici difficili da estirpare. Un secondo esempio, applicato da qualche mese con ottimi risultati, è lo sviluppo in Africa del biodiesel a partire dal seme di una pianta particolare : la jatropha. In Kenia, la Fondazione ha un progetto ben determinato, di sostegno alle fattorie. Abbiamo creato un semenzaio che produce jatropha. Quest’ultime sono messe a disposizione di un certo numero di fattorie che ripiantano a loro volta le talee in zone non idonee alle coltivazioni alimentari. Queste piantagioni producono in tempi rapidissimi una noce capace di fornire un olio simile al carburante diesel. Questa opportunità permetterà a questi paesi di produrre l’olio sul posto e quindi di essere meno dipendenti energeticamente dalle importazioni dall’estero, ai prezzi odierni, riequilibrando le bilance dei pagamenti e dandosi maggiori possibilità di sviluppo. E’ quanto stiamo facendo in Kenia. Al limite, esisterebbe anche la possibilità di avere un’utilizzazione estremamente localizzata di questa fonte energetica. Sono in corso alcuni studi, presso l’Università di Hiroshima
in Giappone, per la costruzione di un reattore portatile - quindi facilmente sistemabile in una fattoria - capace di fornire circa 800 litri di biodiesel di alta qualità al giorno, in altre parole, energia dal produttore al consumatore. Il solo problema è il costo, stimato tra 30 e 40.000 €. Un altro progetto, approvato dal Comitato tecnico-scientifico, ma non ancora ratificato dal Consiglio di amministrazione della Fondazione, si trova a Mali ove si coltiva un seme similare capace di produrre, unicamente in loco, un olio di qualità inferiore, ma idoneo a far funzionare i gruppi elettrogeni di comunità con meno di 1000 anime. Non ci sono problemi di emissione di anidride carbonica, dovuta al trasporto su gomma, per recarsi alle raffinerie. Inoltre, questa produzione rappresenta un’attività creatrice di ricchezza su posto. Ecco quindi tre esempi di sviluppo di carburanti puliti (due in corso e uno in attesa d’approvazione) che non possono ovviamente sostituire il petrolio a medio termine, ma che rispondono alle esigenze di non concorrenza alimentare, d’inoffensività sull’ambiente e di basso consumo d’acqua (per esempio, in Kenia, la jatropha piantata durante la stagione delle piogge, passa la stagione secca senza essere irrigata o quasi). Tutto ciò consente di avere una certa indipendenza energetica nonché capacità d’esportazione (il Madagascar è un paese esportatore di jatropha, ndr.). Nelle regioni mediterranee, dobbiamo invece pensare all’energia solare. Una tecnologia che può sembrare curiosa oggigiorno, ma che comincia a svilupparsi per esempio nella zona del Golfo, consiste nel termosolare produttore di vapore. Dal momento in cui si produce vapore, è possibile immagazzinarlo - contrariamente al fotovoltaicoe quindi avere elettricità 24 ore su 24 sul principio delle centrali termiche. Infine non va dimenticato che la migliore energia è quella che risparmiamo. Le prospettive in questo senso possono essere una migliore qualità delle nuove costruzioni ed i sistemi integrati di produzione di energia verde.
La Fondation Prince Albert II de Monaco et les entrepreneurs italiens Interview de S.E. M. Bernard Fautrier, Vice-Président et Administrateur Délégué La Fondation Prince Albert II de Monaco encourage une gestion durable des ressources naturelles et des solutions pour l’environnement dans trois grands domaines : le changement climatique, la biodiversité et l’eau. Pour ce faire, elle se dote de moyens d’actions qui lui per mettent de jouer un rôle d’accélérateur au niveau international, en créant des réseaux de scientifiques, d’entreprises et de citoyens prêts à oeuvrer ensemble vers les mêmes objectifs. Nous rencontrons S.E. M. Bernard Fautrier, Vice-Président et Administrateur Délégué, au siège de la Fondation. Monaco Imprese : Lors de l’audience privée chez S.A.S. le Prince Albert II, les représentants du Com.It.Es. (Comité des Italiens à l’Etranger, ndlr.) conscients de la grande attention que le Prince Souverain porte à la politique de l’environnement, ont fait connaître la possibilité de répliquer à Monaco le Musée “A come Ambiente” de Turin, en une version “itinérante” créée pour sensibiliser le plus grand nombre de personnes aux problèmes de la planète. Vous avez visité ce musée accompagné d’un adhérent à l’AIIM, M. Mauro Migliorero, en sa qualité de coordinateur du projet sur le territoire monégasque, et de notre Vice-
Président, Comte Niccolò Caissotti di Chiusano. Que pouvez-vous nous dire sur l’état d’avancement de cette idée ? S.E. M. Bernard Fautrier : Votre question est de grande actualité. Comme vous savez, nous avons organisé récemment à Monaco une exposition qui reprend la même préoccupation - remarquablement représentée au Musée de Turin - de sensibiliser le public aux problématiques de l’environnement. Il s’agit de la “Maison du Développement Durable” (exposée à la Salle du Canton du 24 novembre au 2 décembre 2007, ndlr.). Je suis en train de travailler au projet de rendre mobile cette maison, en prévoyant un système de montage/ démontage rapide et en la mettant dans un camion semi-remorque. Nous devons donc engager une réflexion qui puisse tenir compte du savoir faire du Musée de Turin. Par le biais d’un partenariat avec ce dernier, nous pourrions, à partir de Monaco, créer ce système “automobile” de sensibilisation qui permettrait de diffuser les connaissances sur le développement durable sur un parcours méditerranéen. Nous pourrions associer à ce projet, dont je suis sûr du soutien du Prince Souverain, les entrepreneurs italiens et la Fondation, c’est-à-dire un partenariat entre de grands groupes privés italiens liés à l’environnement et les institutions monégasques. L’idée de “maison itinérante” étant française, il serait souhaitable de fixer une réunion entre la Fondation, les partenaires italiens, français et les éventuels sponsors pour faire avancer un projet qui est actuellement très concret. Je crois que l’Association des Entrepreneurs Italiens (AIIM) pourra jouer un rôle très important. Il faut que cette synergie soit fédérée par des entités monégasques, l’AIIM et la Fondation.
M.I. : Nous savons que la Fondation Prince Albert II de Monaco travaille sur des projets de compensation de CO2 avec un adhérent à l’AIIM (M. Mauro Migliorero, ndlr .) et M. Agostino Re Rebaudengo, Président et Administrateur Délégué de la société ASJA, productrice d’énergie verte, avec lequel l’AIIM a récemment organisé un dînerdébat. Quel est le stade d’avancement de ces collaborations ? S.E. M. Bernard Fautrier : Nous venons de contacter la société ASJA pour étudier un accord non exclusif visant l’achat, par son intermédiaire, de certificats de compensation d’émission de CO2, les soi-disant “certificats verts”, ainsi que d’autres origines de certificats de réduction d’émission, mais nous rencontrons des problèmes au niveau du logiciel informatique de ASJA, mis à la disposition du public, qui s’avère très complexe et susceptible de créer des difficultés. Par contre, on nous a proposé un système plus détaillé, plus simple à mettre en œuvre et surtout moins cher. M.I. : Que pensez-vous des projets italiens, institutionnels et industriels, en matière de protection de l’environnement ? Est-ce que l’Italie pourrait être un partenaire privilégié de la Fondation ? S.E. M. Bernard Fautrier : C’est une excellente question. Le Prince Souverain souhaiterait vivement que, dans le courrant de l’année 2008, nous puissions avoir une branche italienne dans la Fondation. Nous avons commencé avec une branche française, puis anglaise, opérationnelle depuis octobre dernier. Nous sommes en train de finaliser la création d’une branche américaine et nous avons, en chantier, une branche canadienne et suisse. La présence en Italie n’est pas seulement un aspect formel car nous avons beaucoup à apprendre de ce Pays et de ses entreprises, de part leur dynamisme et leur
S.E.M. Bernard Fautrier, M. Robert Calcagno, M. Stéphane Valeri S.E.M. Rubens Ricupero, M. Klaus Topfer, S.A.S. Le Prince Albert II, M. Tim Flannery, M. Henry Proglio Monaco Imprese n° 4
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inventivité en ce qui concerne les processus liés à toute la problématique du développement durable et de l’environnement actuels. Je vais vous citer trois exemples qui m’intéressent beaucoup : La présence de sources d’énergie renouvelables : Il est évident que les choix ou les “non-choix” énergétiques faits par l’Italie (abandon du nucléaire par referendum dans les années 80, ndlr) l’on conduite à être beaucoup plus inventive de ce qu’à été, par exemple, la France. Il y a incontestablement une avance en cette matière et un grand dynamisme des entreprises dans un terrain favorable. L’inventivité en elle-même sur les matériaux de construction absorbant le CO2, je pense notamment aux produits que développe Italcementi. Enfin, dans le cadre des réflexions que je conduis pour le Gouvernement, je regarde avec le plus grand intérêt la mise en place du péage urbain à Milan (ecopass, ndlr.) le 1er janvier 2008, afin de restreindre la circulation à l’intérieur de la ville, en offrant, par ailleurs, des moyens de transport écologiques. Comme tous les grands centres urbains, la ville de Monaco est confrontée aux problèmes liés à la circulation pendulaire. Nous réfléchirons donc attentivement à cette possibilité lors de notre table ronde en mars. Le fait que l‘Italie soit le premier exemple latin, démontre incontestablement qu’en ce Pays on cherche des solutions radicales. Si une autorité milanaise venait nous parler de cette expérience en mars, ce serait très apprécié. Ces trois exemples d’inventivité soit des entreprises, soit des collectivités territoriales italiennes répondent à votre question et sont de nature à nous intéresser énormément. M.I. : Lors du petit déjeuner-débat organisé par la Jeune Chambre Economique de Monaco au mois de septembre dernier, nous avons été touché par votre opinion sur le nucléaire et sur les biocarburants de deuxième génération. Pouvez-vous nous apporter des précisions à ces sujets ? S.E. M. Bernard Fautrier : Ces sujets me passionnent car ils sont délicats et polémiques. En matière de nucléaire, plus personne, du moins en Europe, ne conteste le fait que pour continuer à assurer un développement durable, compte tenu de l’accroissement de la demande énergétique, il est impossible de faire l’impasse sur cette source d’énergie. Ce principe s’applique aussi aux économies en transition (la France vend des 8
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centrales nucléaires à la chine) et nous devons le favoriser car il est préférable que les chinois produisent de l’énergie grâce au nucléaire qu’avec du charbon. Par contre, nous devons tout mettre en œuvre pour développer les énergies renouvelables. Les biocarburants ou agro-carburants sont des sources du plus grand intérêt pour autant qu’ils ne viennent pas en concurrence avec des cultures alimentaires et qu’ils ne posent pas des problèmes environnementaux liés à la surconsommation d’eau ou sur-utilisation de pesticides. Je suis, à ce titre, très réservé sur la fabrication de biocarburants de première génération parce qu’on en voit les conséquences aujourd’hui : 80% d’augmentation du prix du blé et de 100% du prix du maïs sur les marchés mondiaux, en dépit des besoins de l’alimentation humaine. En matière de biocarburants de deuxième génération, nous avons des exemples concrets de projets que soutient la Fondation. Au début de l’année 2007, nous avons développé, avec des essais en laboratoire, des biocarburants (éthanol) à partir d’une plante africaine. Ce projet est lié aux activités mises en œuvre dans la Région Champagne-Ardenne dans le cadre du Pôle de compétitivité des agro-carburants. L’avantage de cette plante est qu’elle n’est pas destinée à l’alimentation. Elle pousse sur des surfaces qui ne sont pas normalement affectées à des productions alimentaires et ne nécessite pratiquement pas d’eau. Apparemment, le seul impact négatif aujourd’hui est lié au changement éventuel de culture, dû à la présence d’énormes racines difficiles à extirper. Un deuxième exemple, en application depuis quelques mois et qui semble bien marcher, est le développement et l’utilisation en Afrique du biodiesel à partir de la graine d’une plante particulière : le jatropha. Au Kenya, la Fondation s’intéresse à un projet bien ciblé, de soutien à des fermes. On a créé une pépinière qui produit des plantes de jatropha. Celles-ci sont ensuite mises à disposition d’un certain nombre de fermes qui replantent à leur tour les boutures dans des zones non aptes aux cultures alimentaires. Ces plantations produisent très vite une noix capable de fournir une huile qui n’est rien d’autre qu’un carburant diesel. Cette utilisation permettra à ces pays de produire cette huile sur place et donc d’être moins dépendant énergétiquement des importations de l’étranger aux prix qu’on connaît actuellement, en rééquilibrant leur balance des
comptes et se donnant ainsi d’avantage de possibilités de mieux se développer. C’est ce qu’on fait au Kenya. Il y aurait aussi, à la limite, la possibilité d’avoir une utilisation très locale de cette source d’énergie. Nous avons des études en cours à l’université d’Hiroshima, au Japon, pour la construction d’une sorte de réacteur portable, que l’on peut facilement avoir dans une ferme, permettant de produire environ 800 litres de biodiesel par jour avec une garantie de grande pureté : de l’énergie du producteur au consommateur. Le seul problème est le coût situé entre les 30 et 40.000 €. Un autre projet, approuvé par le Comité scientifique et technique, mais pas encore validé par le Conseil d’administration de la Fondation, se trouve au Mali où on récolte une graine semblable, ne venant pas de la même plante, permettant de produire uniquement sur place une huile de qualité moins bonne mais toutefois capable de faire fonctionner des groupes électrogènes pour des petits villages de moins de 1000 habitants. Il n’y a pas de problème d’émission de CO2 lié au transport sur route pour se rendre aux raffineries. Enfin, cette production d’énergie est une activité génératrice de revenu sur place. Voici donc trois exemples de développement de carburants propres (deux en cours et un à valider) qui ne peuvent pas, bien entendu, remplacer le pétrole à moyen terme mais qui répondent aux exigences de non concurrence alimentaire, d’inoffensivité sur l’environnement et de faible consommation d’eau (par exemple, au Kenya, le jatropha planté pendant la saison des pluies, tient pendant toute la saison sèche pratiquement sans être irrigué). Ceci permet d’avoir une certaine indépendance énergétique et capacité d’exportation (le Madagascar est un pays exportateur de jatropha). Par contre, dans nos régions méditerranéennes, nous devons surtout penser au solaire. Une technologie qui peut paraître folle aujourd’hui mais qui commence à se développer dans la région du Golfe notamment consiste dans le thermo-solaire producteur de vapeur. A partir du moment où on produit de la vapeur, celle-ci peut être stockée contrairement au photovoltaïque - et donc fournir de l’électricité y compris la nuit (c’est-à-dire 24h/24) sur le principe des centrales thermiques. Enfin, nous ne devons pas oublier que la meilleure énergie est celle que l’on ne consomme pas. Les perspectives en ce sens peuvent être la qualité environnementale des constructions et les systèmes de génération d’énergie propre intégrés. Fabrizio Carbone
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La governance globale è la chiave per un futuro sostenibile dell’energia Cos’è il WEC Il World Energy Council (Consiglio Mondiale dell’Energia) fondato nel 1923, è la più importante organizzazione “multi-energy” al mondo, non governativa, non-allineata e senza fini di lucro. Il WEC ha aderenti in 96 Paesi, include la maggior parte dei più grandi produttori e consumatori di energia, e gode di status consultivo ufficiale presso le Nazioni Unite. L’organizzazione, che ha la sua sede centrale a Londra, si occupa di tutte le fonti energetiche : carbone, petrolio, gas, nucleare, energie rinnovabili. Il WEC opera per promuovere l’offerta e l’utilizzo sostenibile dell’energia per il più grande beneficio di tutti, favorendo la ricerca e lo scambio di conoscenza in materia di nuove tecnologie, statistiche e stili di consumo, aspetti ambientali della produzione e uso delle fonti. Il WEC organizza ogni tre anni il Congresso Mondiale dell’Energia. Il Congresso è considerato come il principale evento al mondo dedicato a tutte le fonti energetiche e attrae migliaia di partecipanti, tra i quali i membri del WEC, leader dell’industria energetica, ministri e responsabili di organizzazioni internazionali, docenti e ricercatori universitari, media e singole persone interessate allo sviluppo dell’energia sostenibile. I Congressi prevedono un’esposizione fieristica di livello mondiale, interventi di personalità politiche e opinion maker del mondo economico, tavole rotonde e centinaia di ricerche, presentate e discusse da esperti d’energia.
Per garantire un futuro sostenibile dell’energia occorrerà un livello straordinario di collaborazione globale tra industria e governi ed una maggiore integrazione dei mercati regionali ed internazionali dell’energia, ha dichiarato il WEC (World Energy Council : Consiglio Mondiale dell’Energia) alla chiusura del 20° Congresso Mondiale, tenutosi in Roma a novembre scorso. I tre anni che ci separano dal prossimo Congresso, nel 2010 a Montreal, saranno determinanti per definire l’assetto energetico dei prossimi 30 anni. Per promuovere la massima collaborazione in questo periodo cruciale, il WEC ha deciso di estendere il proprio mandato per affrontare le tre sfide principali della sostenibilità energetica: eliminare la povertà di approvvigionamento, fissare il valore del carbonio, e stabilire standard per lo scambio di energia e gli investimenti a fronte di una crescente ondata di nazionalizzazioni nel settore. Per orientare queste decisioni, il nuovo mandato comprenderà le seguenti responsabilità: Un quadro globale per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2012 e per garantire la stabilità del prezzo del carbonio; Standard generalizzati per il commercio e gli investimenti nel settore energetico; 10
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Nuovi schemi finanziari per limitare la rischiosità degli investimenti e assicurare livelli realistici di redditività; Maggior impegno del settore pubblico e partnership pubblico-privato per affrontare la crescente interdipendenza globale in materia di energia; strategia determinante per sradicare la povertà energetica. Un maggiore contributo da parte dell’industria aumenterà l’efficacia delle politiche dei governi che garantiscono la massima incentivazione agli investimenti a lungo termine. Occorrono massicci investimenti per raddoppiare le forniture energetiche complessive entro il 2050 senza conseguenti aumenti nelle emissioni di carbonio. “Il WEC è ottimista sulla possibilità di realizzare una terza rivoluzione energetica a patto che s’intervenga con urgenza per esplorare tutte le opzioni energetiche” è quanto ha affermato André Caillé, presidente uscente del Congresso. “L’industria dispone di tutte le più recenti tecnologie, necessarie allo sviluppo dei combustibili fossili, dell’energia nucleare, dei grandi impianti idroelettrici e delle energie rinnovabili capaci di rendere lo sviluppo compatibile con il cambiamento climatico”.
Il WEC ritiene che i combustibili fossili rimarranno il principale pilastro dell’approvvigionamento energetico mondiale per la prossima generazione, ma occorrono maggiori investimenti per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, per ottenere forme più pulite e alternative d’energia, e aumentarne l’efficienza. Il risparmio di energia deve diventare una priorità anche ai fini della sicurezza energetica sul lungo periodo. L’energia nucleare rappresenterà una quota rilevante e crescente del mix di energia. Per una riduzione totale delle emissioni sarà necessaria una forte attenzione ai trasporti, compreso lo sviluppo dei biocarburanti. “Ora, i nostri obiettivi dovrebbero essere il passaggio ad uno sviluppo economico responsabile, la tutela del clima e la riduzione delle disuguaglianze a livello globale. Dobbiamo agire con rapidità per affrontare questi temi, che riguardano sia i governi sia le imprese, e le singole persone. Il WEC, che ha aderenti in tutto il mondo, rappresenta l’organizzazione perfetta, un luogo d’incontro per tutti i soggetti interessati, cosa essenziale per elaborare le soluzioni concrete di cui abbiamo bisogno oggigiorno,” ha affermato Pierre Gadonneix, Presidente del WEC e Presidente - Amministratore Delegato di Electricité de France.
La gouvernance globale est la solution de l’avenir pour une energie durable
ce énergétique globale en constante expansion; une stratégie clé pour éradiquer la pauvreté énergétique.
Parvenir à une future énergie durable exigera un niveau de coopération globale sans précédent, entre l’industrie et les gouvernements, ainsi qu’une intégration plus poussée des marchés énergétiques régionaux et internationaux, a déclaré le WEC (World Energy Council : Conseil Mondial de l’Energie), lors de la conclusion de son 20ème Congrès Mondial à Rome en novembre dernier.
Une intensification de la contribution de l’industrie conduira les gouvernements à mettre en œuvre des politiques capables de garantir des incitations aux investissements qui devront être maximalisés sur le long terme. Des investissements substantiels sont indispensables pour doubler les approvisionnements globaux en énergie d’ici 2050 sans toutefois entraîner une augmentation des émissions de carbone.
Les trois années qui aboutiront au Congrès de Montréal en 2010, décideront des 30 prochaines années de notre système énergétique. Pour encourager un haut niveau de coopération au cours de ces années cruciales, le WEC est en train d’étendre son mandat pour couvrir les trois enjeux majeurs de la durabilité énergétique, à savoir : éradiquer la pauvreté, fixer la valeur du carbone et établir des règles générales en matière de commerce et d’investissements énergétiques dans le cadre d’une nationalisation croissante de l’énergie. Pour orienter ces décisions, le nouveau mandat inclura désormais les responsabilités suivantes : Un cadre global visant à diminuer les émissions des gaz à effet de serre d’ici 2012 qui permette également de garantir un prix stable du carbone; Des règlementations en matière de c o m m e rc e e t d ’ i nve s t i s s e m e n t s énergétiques; De nouveaux modèles financiers susceptibles de limiter le risque des investissements et d’offrir des bénéfices réalistes; Une intensification de l’engagement des gouvernements et la création de partenariats entre les secteurs public et privé pour répondre à l’interdépendan-
“Le WEC envisage avec optimisme la possibilité qu’une troisième révolution énergétique puisse advenir, à condition qu’une action urgente soit entreprise pour poursuivre avec fermeté toutes les options énergétiques” a déclaré André Caillé, Président sortant du Congrès. “L’industrie est dotée des plus récentes technologies disponibles nécessaires pour développer les combustibles fossiles, le nucléaire, des sources hydro et renouvelables capables de concilier le développement et les changements climatiques” .
gétique. Une réduction globale de l’émission imposera de se concentrer fortement sur le secteur des transports, qui devra inclure le développement des biocarburants. “Nos objectifs devront viser le passage du développement économique responsable, à la protection du climat et à la réduction des inégalités globales. Nous devons agir vite pour traiter des ces questions en impliquant les gouvernements et les entreprises ainsi que les individus. Avec une participation de membres provenant du monde entier, le WEC est l’organisation par excellence susceptible de regrouper toutes les partie prenantes, facteur essentiel pour élaborer les solutions concrètes dont nous avons besoin aujourd’hui” a déclaré Pierre Gardonneix, Président du WEC et PDG de l’Electricité de France
Le WEC est convaincu que les combustibles fossiles resteront un élément incontournable de la fourniture énergétique mondiale pour les prochaines générations, mais de plus gros investissements dans la recherche ainsi que le développement de nouvelles technologies s’imposent pour fournir des formes d’énergie plus propres et alternatives et stimuler l’efficience énergétique. La conservation de l’énergie doit elle aussi devenir une haute priorité de la sécurité énergétique future. L’énergie nucléaire représentera une part toujours croissante du mix éner-
Connaître le WEC Le Conseil Mondial de l’Energie (World Energy Council) fondé en 1923, est l’organisation non gouvernementale, non alignée et sans but lucratif, la plus représentative au monde de l’industrie énergétique. Il compte des membres dans 96 pays, inclus les plus grands producteurs et consommateurs d’énergie, et bénéficie d’un statut consultatif officiel auprès des Nations Unies. L’organisation, basée à Londres, a pour mission de promouvoir la fourniture durable de toutes sources d’énergie: charbon, pétrole, gaz, nucléaire, énergies renouvelables, et ce pour le plus grand avantage de tous, en favorisant la recherche et l’échange d’informations en matière de nouvelles technologies, statistiques et styles de consommation, aspects environnementaux de la production et de l’utilisation des sources. Le WEC organise tous les trois ans le Congrès Mondial de l’Energie. Ce Congrès est considéré comme étant l’évènement le plus important au monde concernant les différentes sources d’énergies et attire des milliers de participants, dont les membres du WEC, ministres et responsables d’organisations internationales, professeurs et chercheurs universitaires, media et particuliers intéressés au développement de l’énergie durable. Les Congrès prévoient des expositions, interventions de personnalités politiques et du monde économique, tables rondes et des centaines d’études présentées par des experts. Monaco Imprese n° 4
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Decidere il futuro
Possibili scenari per le politiche energetiche fino al 2050 Per soddisfare le richieste del mercato mondiale, le forniture di energia dovranno raddoppiare entro il 2050. Questa, in sintesi, la conclusione cui è giunto uno studio intitolato “Scenari di politica energetica fino al 2050”, compiuto dal Consiglio Mondiale per l’Energia (WEC). Per raggiungere l’ambizioso obiettivo, gli esperti assicurano che le risorse mondiali sono sufficienti, ma che la vera sfida sta nel garantire un’efficace distribuzione dell’energia prodotta e una gestione eco-compatibile dei gas serra derivati. “La teoria che sia impossibile soddisfare le richieste mondiali di energia risolvendo allo stesso tempo il problema dei cambiamenti climatici è un falso mito”, si legge nello studio. Lo studio - che è il frutto di una serie di workshop a cui hanno partecipato oltre 400 esperti provenienti da industria energetica, governi, mondo accademico e organizzazioni non governative - ha elaborato 4 diversi scenari nel tentativo di prevedere le evoluzioni future del mercato energetico globale. La principale forza che guiderà l’espansione del mercato energetico sarà il prezzo dell’energia, destinato ad una continua crescita. Questo fattore porterà ad un miglioramento delle tecnologie di estrazione e produzione, e ad una maggiore diversificazione delle fonti. In particolare si assisterà ad un incremento dello sfruttamento delle centrali idroelettriche, di quelle nucleari, dei biocarburanti e delle energie rinnovabili. Per facilitare il raggiungimento di una politica energetica sostenibile, lo studio fissa anche degli obiettivi misurabili riguardanti la capacità d’accesso, la sicurezza degli approvvigionamenti e la compatibilità ambientale delle varie fonti energetiche.
Ad oggi, circa 2 miliardi di persone non hanno accesso ad alcuna fonte di energia. Lo studio raccomanda che entro il 2035 questi siano ridotti ad un miliardo e, entro il 2050, a 500.000. La maggior parte dei problemi inerenti alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, è dovuta allo scarso livello d’investimenti nelle infrastrutture. Entro il 2035, gli esperti auspicano lo sviluppo di un sistema sicuro al 99% in Europa, America del Nord e in alcune parti dell’Asia, e che, per il 2050, lo stesso livello di affidabilità sia raggiunto in Africa e America Latina. Per quanto riguarda invece i problemi ambientali, si raccomanda che, nonostante l’aumento previsto del consumo di energia, entro il 2050 si arrivi ad ottenere un livello di emissioni di gas serra pari a quello odierno. Gli obiettivi fissati dagli esperti possono essere raggiunti attraverso una più stretta collaborazione fra esecutivi nazionali e settore privato, e fra i governi tra loro, oltre ad una maggiore integrazione dei mercati energetici e un potenziamento della ricerca. Per quanto riguarda le dinamiche che caratterizzeranno i mercati delle singole fonti energetiche nei prossimi 40 anni, gli esperti sono giunti alle seguenti conclusioni: Petrolio : Un maggiore coinvolgimento dei governi statali aiuterà ad ammorbidire le tensioni del mercato del greggio. Gas : Le fibrillazioni del mercato del gas peggioreranno in quasi tutte le regioni del mondo, specialmente dopo il 2020. Il continente americano seguirà la stessa sorte, ma dopo il 2035 riuscirà ad aumentare le proprie forniture grazie alla scoperta di nuovi giacimenti. Carbone : Le riserve di carbone potranno aiutare a soddisfare l’aumento della domanda di energia nel breve pe-
riodo, ma dovranno essere poi sostituite a causa del loro impatto ambientale negativo. Nucleare : Tensioni si svilupperanno anche in questo settore a causa della lentezza nella costruzione di centrali, dovuta anche alle preoccupazioni della comunità internazionale per il possibile sviluppo di tecnologia nucleare per uso militare, oltre che civile, da parte di alcuni paesi. Rinnovabili : Seppure in crescita, l’offerta di questo tipo di energia rimarrà marginale. Gli esperti del WEC, infine, hanno espresso una serie di raccomandazioni per assicurare una politica energetica sostenibile che comprendono : la promozione di una migliore efficienza energetica; la fissazione di un prezzo a livello mondiale per gli scambi di anidride carbonica; lo sviluppo di una maggiore integrazione fra i diversi mercati energetici; la creazione di una nuova struttura internazionale per facilitare il trasferimento di tecnologia dai paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo; la promozione di un dialogo a livello mondiale sul tema della sicurezza della domanda e dell’offerta.
Decider l’avenir Scénarios des politiques énergetiques possibles jusqu’en 2050 Pour satisfaire les demandes du marché mondial, les fournitures d’énergie devraient doubler d’ici 2050. Telle est, en quelques mots, la conclusion de la recherche intitulée “Scénarios des politiques énergétique jusqu’en 2050”, effectuée par le Conseil Mondial de l’Energie (WEC). Pour rejoindre cet ambitieux objectif, les experts affirment que les ressources mondiales sont suffisantes mais que le vrai défi sera celui de garantir une disMonaco Imprese n° 4
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gétique. Les chercheurs recommandent que d’ici 2035, ce chiffre se réduise à un milliard et, avant 2050, à 500.000. La majorité des problèmes concernant la certitude de l’approvisionnement énergétique, est due aux faibles investissements dans les infrastructures. Avant 2035, les experts souhaitent le développement d’un système sûr à 99% en Europe, Amérique du Nord et en certaines zones de l’Asie, et que, en 2050, le même niveau de fiabilité soit obtenu en Afrique et Amérique latine.
“La théorie qu’il serait impossible de satisfaire la demande mondiale d’énergie en trouvant en même temps un solution au problème des changements climatiques, est un faux mythe”, lit-on dans la recherche.
Par contre, en ce qui concerne, les problèmes de l’environnement, on recommande que, malgré l’augmentation prévue de la consommation d’énergie, on puisse avoir, d’ici 2050, un niveau d’émission de gaz à effet de serre égal à celui de nos jours.
Cette étude est le fruit d’une série de workshops auxquels ont participé plus de 400 experts venant de l’industrie énergétique mondiale, gouvernements, universités et organisations non gouvernementales. Les analystes prévoient 4 scénarios différents des évolutions futures du marché énergétique global. La force principale qui guidera l’expansion du marché énergétique sera le prix de l’énergie en constante augmentation. Ce facteur nous portera à une amélioration des technologies d’extraction et de production, et à une diversification majeure des sources. Plus particulièrement, nous assisterons à une exploitation croissante des centrales hydro-électriques, nucléaires, des biocarburants et des énergies renouvelables.
Aujourd’hui, environ 2 milliards d’individus n’ont accès à aucune source éner14
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Charbon : Les réserves de charbon pourront aider à satisfaire l’augmentation de la demande énergétique sur le court terme mais elles devront laisser le pas à cause de leur impact négatif sur l’environnement. Nucléaire : Les tensions se développeront aussi dans ce secteur à cause de la lenteur dans la construction des centrales, due en partie aux préoccupations de la communauté internationale vis-à-vis du possible développement de technologie nucléaire à des fins militaires, outre que civils, de la part de certains pays. Renouvelable : Bien qu’en augmentation, l’offre de ce type d’énergie restera marginale.
Ces objectifs peuvent être obtenus grâce à une étroite collaboration entre les exécutifs nationaux et le secteur privé, ainsi qu’entre les gouvernements ; à une intégration majeure des marchés énergétiques et au développement de la recherche. En ce qui concerne les dynamiques qui caractériseront les marchés des différentes sources d’énergie dans les prochaines 40 années, les experts sont arrivés aux conclusions suivantes Pétrole : Une implication majeure des gouvernements sur le marché du brut aidera à atténuer les tensions.
Pour faciliter la réalisation d’une politique énergétique soutenable, la recherche fixe des objectifs concernant la capacité d’accès, la certitude des approvisionnements et la compatibilité environnementale des différentes sources d’énergie.
Gaz: Les aléas du marché empireront dans presque toutes les régions du monde, surtout après 2020. Le continent américain connaîtra le même sort mais, après 2035, il pourra augmenter ses fournitures grâce à la découverte de nouveaux gisements.
Enfin, les experts du WEC donnent des recommandations pour assurer une politique énergétique durable qui comprennent: la promotion d’une meilleure efficacité énergétique; la fixation d’un prix au niveau mondial pour les échanges d’anhydride carbonique; une plus grande intégration entre les différents marchés énergétiques; la création d’un nouvel organisme international pour faciliter le transfert de technologies des pays industrialisés à ceux en voie de développement; la promotion d’un dialogue, au niveau mondial, sur le thème de la certitude de l’offre et de la demande.
© Monaco Communication
tribution efficace de l’énergie produite et la gestion eco-compatible des gaz à effet de serre qui en dérivent.
Fissore Agency
un associato all’AIIM nel settore dello smaltimento rifiuti L’olandese BOLLEGRAAF non solo è leader mondiale, ma anche la più antica realtà (1950) nel settore rifiuti. La tecnologia utilizzata da BOLLEGRAAF precede di molti anni qualsiasi altro concorrente, tant’è che il più grande impianto di selezione del mondo, corrente in New Jersey (per la città di New York) e capace di trattare oltre duecento tonnellate all’ora, è firmato dalla stessa azienda. FISSORE Agency, unitamente alla BESTRADE D.F. Ltd, con sede in Londra, è agente generale esclusivo BOLLEGRAAF per alcuni Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, tra cui Monaco.
nica, cavi, materiali in schiuma, rifiuti e spazzatura). E’ recente l’accordo di distribuzione tra FISSORE Agency e MEDICSHRED Technologies GmbH di Salisburgo, partner di IDAHO NATIONAL LABORATORY (USA) relativamente al nuovissimo “Sistema per il trattamento dello Scarto Medicale, nonché per rifiuti infettivi, biopericolosi e radioattivi”. In ultimo, ma non per questo meno importante, FISSORE Agency ha creato un proprio marchio (“F.A.”) per la distribuzione in tutto il mondo d’impianti per l’ottenimento di Pellet da combustione, vale a dire proveniente da legname.
FISSORE Agency Screening & Recycling Machinery-Biohazardous & Medical Waste Systems è un’Agenzia specializzata nel trattamento, smaltimento e recupero delle varie tipologie di rifiuti e si avvale di partnership con le aziende più importanti del settore a livello mondiale : la britannica VULCANES Ltd, formata da un gruppo d’ingegneri d’altissimo livello, con l’indiana OIL FIELD TEKNIKS e FISSORE Agency, curano la distribuzione della “P2P” (dalle plastiche ai carburanti) nonché di sistemi esclusivi ed unici al mondo per l’inertizzazione dei fanghi di qualsiasi tipo.
L’Agence FISSORE
Un’altra importante collaborazione è con LUBO, affermata azienda olandese specializzata nella fabbricazione di “schermi di separazione” e tecnologie alternative per la “separazione”. Proviene da LUBO il complesso “sorting system” che accompagna l’esclusivo “Sistema Autoclave” sviluppato unitamente al produttore britannico AEROTHERMAL, per il trattamento dei rifiuti, anche provenienti da raccolta non differenziata, con recupero fino all’80% dei materiali e trasformazione automatica del rifiuto organico in “flock”, un materiale inerte e combustibile. FISSORE è anche agente dell’austriaca WAGNER, la quale produce trituratori per qualsiasi esigenza (legno, plastiche rigide e morbide, rottami di elettro-
Un membre de l’AIIM dans le secteur du traitement des déchets. L’hollandaise BOLLEGRAAF est non seulement une entreprise leader au niveau mondial dans le secteur du traitement et recyclage des déchets, mais aussi une des plus ancienne (1950). La technologie utilisée par BOLLEGRAAF est tellement en avance par rapport à la concurrence, que le plus grand centre de sélection du monde, à New Jersey (pour la ville de New York) capable de traiter plus de deux cents tonnes à l’heure, a été équipé par cette entreprise. L’Agence FISSORE, appuyée par la société BESTRADE D.F. Ltd de Londres, est agent général exclusif de BOLLEGRAAF pour une grande partie des Pays de la Méditerranée, dont Monaco. FISSORE Agency Screening & Recycling Machinery-Biohazardous & Medical Waste Systems est une agence spécialisée dans le traitement, l’assainissement et la récupération des différents types de déchets, et bénéficie de partenariats avec les plus importantes entreprises du secteur : la britanni-
que VULCANES Ltd (fondée par un groupe d’ingénieurs) avec l’indienne OIL FIELD TEKNIKS et l’Agence FISSORE, suivent la distribution de la “P2P” (du Plastique au Pétrole) ainsi que des systèmes exclusifs et uniques au monde pour rendre inertes les boues de tous genres. Une autre collaboration importante est entretenue avec la société LUBO, une entreprise hollandaise spécialisée dans la fabrication des “écrans de séparation” et de technologies alternatives pour la “séparation”. LUBO a mis au point la technologie “sorting system” qui accompagne le système exclusif “autoclaves”, développé en collaboration avec la société britannique AEROTHERMAL, pour le traitement des déchets provenant aussi du tri non sélectif, en récupérant jusqu’à 80 % des matériaux et en transformant automatiquement la partie organique en “flock” (matière inerte et combustible). FISSORE est aussi agent de la société autrichienne WAGNER, qui produit des broyeurs pour tous les besoins (bois, plastiques rigides et mous, débris électroniques, câbles, ferrailles, mousses, ordures ménagères, etc.). Récemment, l’Agence FISSORE a conclu un accord avec la société MEDICSHRED Technologies GmbH de Salzbourg, qui est partenaire des IDAHO NATIONAL LABORATORY (USA), pour la distribution du tout nouveau système pour le traitement des déchets médicamenteux, infectieux, bio-dangereux et radioactifs. Enfin, l’Agence FISSORE a créé une propre marque (“F.A.”) pour la distribution mondiale d’installations pour l’obtention de “Pellet” pour la combustion, c’est-à-dire de dérivés du bois. www.fissoreagency.com Monaco Imprese n° 4
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Qualità della vita qualità dell’ambiente e viceversa Pubblichiamo l’opinione dell’ing. Mauro Migliorero, titolare dello studio BICQ di Monaco, associato all’AIIM, il quale da oltre 20 anni lavora nell’ambito delle normative internazionali: Ambiente ISO 1400, Qualità ISO 9001, Sicurezza OHSAS18001, Etica SA 8000, per l’ottenimento delle certificazioni nelle aziende del settore industriale, terziario e della Pubblica Amministrazione
compatibili e rispondenti alle esigenze degli utenti, contribuendo in tal modo al miglioramento della qualità dell’ambiente in cui viviamo. Gli strumenti in questione sono le norme ISO (International Standard Organisation) 14001 ed il regolamento comunitario EMAS (Environmental Management Scheme Audit) nati più di dieci anni fa per aiutare il mondo
ambientale secondo le norme suddette, è l’individuazione delle relazioni tra le attività produttive e i parametri ambientali con i quali queste ultime s’interfacciano, quali, ad esempio: l’aria, il suolo, i rifiuti, i consumi energetici, ecc. Nell’applicazione e conseguente certificazione della norma 14001 e del regolamento EMAS è espressamente richiesto che gli obiettivi di miglioramento, fondamentali per l’ottenimento dei risultati voluti prendano in considerazione gli aspetti ambientali significativi, vale a dire quelli che causano o potrebbero causare impatti maggiormente negativi sul territorio di riferimento. Un sistema di gestione ambientale certificato e, di conseguenza, gestito con l’ausilio della norma ISO 14001 o il regolamento EMAS, sarà tanto più efficace quanto più la valutazione degli aspetti ambientali significativi sarà approfondita. Lo studio BICQ di Monaco sta lavorando, sin dal 1996 (anno di nascita della norma ISO 14001) su progetti ambientali certificati per aziende e società di vari settori in Italia, Francia e Tunisia.
Mauro Migliorero Oggigiorno per poter disporre di una buona qualità della vita, uno dei requisiti necessari è quello di poter vivere in un ambiente di qualità. Ciò significa che il mondo che ci circonda deve permetterci di operare e lavorare nel migliore dei modi, senza doverci preoccupare degli effetti negativi sull’ambiente causati dalle nostre più importanti attività quotidiane: il lavoro ed il trasporto. Per raggiungere l’obiettivo, è necessario trovare un giusto equilibrio tra queste attività ed il loro impatto ambientale. Esistono oggi strumenti di gestione di tipo preventivo che permettono di tenere sotto controllo le differenti attività, siano esse industriali che di servizi, rendendole, nello stesso tempo, eco16
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produttivo a migliorare le proprie prestazioni al fine precipuo di ridurre le pressioni esercitate dal comportamento umano sul territorio, all’origine del cattivo stato di salute delle nostre risorse ambientali. Tali norme sono molto utili anche alle Pubbliche Amministrazioni, le quali incidono sul comportamento delle popolazioni emettendo regolamenti e, di conseguenza, sulla qualità ambientale dei loro territori d’insediamento. Per cui, sia la norma ISO 14001, sia il regolamento comunitario EMAS, si prestano ad essere applicati ad ogni tipo di organizzazione. Il passaggio fondamentale attorno a cui ruota l’intero sistema di gestione
A Monaco in particolare, in sinergia con il “Groupe Expression” di Jean Tonelli, stiamo accompagnando alla certificazione ambientale il Grimaldi Forum, e siamo in fase di valutazione di altri importanti progetti ambientali con strutture pubbliche e private monegasche. Inoltre in collaborazione con la Fondazione Principe Alberto II, lavoriamo su vari progetti come la messa a punto di un museo ambientale a Monaco, in sinergia con il “Museo A come Ambiente” di Torino, e ad un progetto di compensazione di CO2. Da parte nostra, siamo convinti che tali ed altri progetti debbano essere sviluppati a Monaco in quanto lo Stato monegasco, benché piccolo, può dare un grande esempio di civiltà in ter-
mini ambientali, come ha spesse volte ribadito S.A.S. il Principe Alberto II, attuando proposte innovative, a cui anche lo studio BICQ sarà orgoglioso di apportare il proprio contributo. Ci troviamo di fronte ad un problema etico, ad una situazione dove l’interesse dell’individuo va cercato nell’interesse comune. La soluzione ai problemi ambientali è legata ad un cambiamento di mentalità che deve coinvolgere la popolazione mondiale.Oggigiorno, il lavoro deve essere svolto con l’obiettivo di salvaguardare il Pianeta a beneficio delle generazioni future, ed è pertanto dovere di tutti noi lavorare concretamente in questa direzione. Per quanto ci riguarda, da parte nostra, portiamo un piccolo, ma significativo contributo quotidiano nell’ambito dei trasporti, muovendoci in Monaco con una FIAT 600 elettrica (presentata al salone “Ecocity” di Monaco nel 1999) completamente ricondizionata dal centro ricerche FIAT con il quale abbiamo collaborato per diversi anni nel settore dei veicoli a minimo impatto ambientale. Concluderei parafrasando la famosa frase di J.F. Kennedy : “Non chiederti cosa gli Stati, i governi possono fare per il futuro dell’ambiente, ma chiediti cosa puoi fare tu per il futuro dell’ambiente”.
Qualité de la vie Qualité de l’environnement et vice versa Nous publions l’opinion de M. Mauro Migliorero, directeur du cabinet BICQ de Monaco, membre de l’AIIM, lequel depuis 20 ans travaille dans le domaine des normes internationales : Environnement ISO 14001 - Qualité ISO 9001 - Sécurité OHSAS18001 - Ethique SA 8000, pour l’obtention des certificats des les entreprises du secteur industriel, tertiaire et de l’administration publique Aujourd’hui, pour pouvoir disposer d’une bonne qualité de vie, il faut pouvoir vivre dans un environnement de qualité. L’espace qui nous entoure doit nous permettre de travailler de manière optimale, sans devoir nous préoccuper des effets négatifs sur l’environnement, causés par nos plus importantes activités quotidiennes : le travail et le transport. Pour rejoindre cet objectif, nous devons trouver un point d’équilibre entre ces activités et leur impact sur l’environnement.
Nous avons aujourd’hui des instruments de gestion de type préventif qui permettent de tenir sous contrôle les différentes activités industrielles ou de services, en les rendant à la fois éco-compatibles et conformes aux exigences des usagers, et en contribuant à l’amélioration de la qualité de l’environnement dans lequel nous vivons. Les instruments en question sont les normes ISO (International Standard Organisation) 14001 et le règlement communautaire EMAS (Environmental Management Scheme Audit) nés il y a plus de 10 ans pour aider le monde productif à améliorer ses prestations pour réduire les effets négatifs du comportement humain sur l’environnement. Ces normes sont aussi très utiles aux administrations publiques, lesquelles produisent des règlementations qui influencent les comportements des populations, donc la qualité de leurs territoires. Ainsi, la norme ISO 14001 et le règlement communautaire EMAS, se prêtent à être appliqués à tout type d’organisation. Le passage fondamental du système de gestion environnementale est la relation entre les activités productives et les paramètres sur lesquels ces dernières s’appliquent, par exemple: l’air, le sol, les déchets, les consommations énergétiques, etc. Pour l’application et la certification de la norme 14001 et du règlement EMAS, on demande expressément que les objectifs d’améliorations, fondamentaux pour l’obtention des résultats voulus, prennent en considération les aspects environnementaux significatifs, c’est à dire ceux qui causent ou pourraient causer les impacts plus négatifs sur le territoire de référence. Un système de gestion environnemental certifié, et donc géré en tenant compte de la norme ISO 14001 ou du règlement EMAS, sera d’autant plus efficace que l’évaluation des aspects environnementaux significatifs sera approfondie. Le cabinet BICQ de Monaco est entrain de travailler depuis 1996 (année d’entrée en vigueur de la norme ISO 14001) sur des projets certifiés, liés à l’environnement, pour des entreprises et sociétés appartenant à différents secteurs d’activité en Italie, France et Tunisie. A Monaco, en partenariat avec le “Groupe Expression” de M. Jean Tonelli, nous sommes en train de suivre le Grimaldi Forum pour qu’il obtienne la certification environnementale, et nous sommes en phase d’évaluation pour d’autres projets importants avec des structures publiques et privées.
Enfin, en collaboration avec la Fo n d at i o n P r i n c e A l b e r t I I d e Monaco, nous travaillons sur différents projets tels que la mise au point d’un musée à Monaco sur l’environnement, en synergie avec le musée “A come Ambiente” de Turin, et à un projet de compensation de CO2. Nous sommes convaincu que ces projets doivent être développer à Monaco parce que l’Etat monégasque, bien qu’il soit petit, peut donner un grand exemple de civilisation sous le profil de l’environnement - comme a souvent rappelé S.A.S. le Prince Albert II - en mettant en œuvre des projets innovateurs, auxquels le cabinet BICQ sera orgueilleux de donner son propre conseil. Aujourd’hui le travail doit être effectué avec l’objectif de protéger l’environnement au bénéfice des prochaines générations, et c’est donc notre devoir d’œuvrer concrètement en cette direction. Nous sommes confronté à un problème éthique, une situation dans laquelle l’intérêt de l’individu doit se reconnaître dans l’intérêt commun. La solution aux problèmes de l’environnement est liée à un changement de mentalité qui concerne la population mondiale. Aujourd’hui le travail doit être effectué avec l’objectif de protéger l’environnement au bénéfice des prochaines générations, et c’est donc notre devoir d’œuvrer concrètement en cette direction. En ce qui nous concerne, nous donnons tous les jours notre apport en nous déplaçant à Monaco avec une Fiat 600 électrique (présentée au salon “Ecocity” de Monaco en 1999) complètement reconditionnée par le centre recherche de Fiat avec lequel nous avons collaboré pendant de nombreuses années dans le secteur des véhicules à faible impact sur l’environnement. Je conclue en paraphrasant la célèbre phrase de J.F. Kennedy : “Ne te demande pas ce que les Etats, les Gouvernements peuvent faire pour le futur de l’environnement, mais demande toi ce que tu peux faire pour le futur de l’environnement”. Mauro Migliorero Bureau de conseil BICQ E-mail : bicq@libello.com www.bicq.mc Monaco Imprese n° 4
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Ecogeo
Un’impresa italiana all’avanguardia nel settore dell’ambiente fre consulenza a comunità montane, a parchi regionali e varie province. Sulla rete nazionale, la società opera principalmente sugli acquedotti. ECOGEO ha lavorato per oltre 1200 comuni, offrendo progettazioni per acquedotti, studi di prevenzione dell’inquinamento delle acque, con infrastrutture contro la corrosione. All’interno della struttura vi sono inoltre laboratori specifici d’analisi (chimiche, fisiche, batteriologiche, geotecniche, ecc.).
Diego Marsetti L’impresa nasce negli anni 70, sotto il nome di PAGINETTI, ma la grande avventura ECOGEO inizia 4 anni fa per diventare oggi un punto di riferimento in ambito ambientale nazionale ed internazionale. A capo della società troviamo il dott. Diego Marsetti che MONACO IMPRESE, in questo numero dedicato allo sviluppo sostenibile, ha voluto intervistare. Monaco Imprese : Cerchiamo di capire con il dott. Marsetti come funziona ECOGEO e quali sono i servizi che la società offre. Diego Marsetti : ECOGEO è una struttura privata che collabora con comuni, province, regioni, comunità montane ed Asl - per esempio con studi su rischi sismici in Veneto e Friuli - ma in linea generale realizza progetti ad hoc per privati in tutto quello che riguarda la difesa del suolo, le acque e l’idrogeologia. Monaco Imprese : Dove opera principalmente ECOGEO ? Diego Marsetti : Pur avendo sede a Bergamo, ECOGEO ha per clienti numerosi comuni ai quali offre consulenza tecnica nel campo della geologia, ingegneria, architettura, informatica e delle analisi. Inoltre, sempre da Bergamo, of18
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M.I. : Chi si rivolge a voi ? Diego Marsetti : Essenzialmente privati, strutture medio grandi, come il gruppo Parmalat, Granarolo, Brembo, Gatorade, Pepsi Cola, solo per citarne alcuni. Gruppi che necessitano di progetti come quelli, ad esempio, di nuovi impianti per la perforazione delle acque. Oggi l’avventura ECOGEO riguarda non solo l’Italia, ma è sempre più internazionale : negli ultimi sei anni la società ha lavorato molto nelle Antille, in Centro Africa, negli Emirati Arabi ma anche Francia, in particolare in Camargue. ECOGEO è un’unica struttura che si occupa di ambiente a 360 gradi ed offre risposte e consulenze per ogni problematica che riguarda le varie discipline di ambiente e territorio. M.I. : Chi fa parte della “famiglia ECOGEO” ? Diego Marsetti : E’ un’azienda a conduzione familiare, una SRL dove ognuno segue la propria disciplina. Una struttura che è cresciuta negli anni, grazie innanzi tutto a Renato Marsetti, mio padre, e uno staff altamente qualificato ed in formazione continua, partendo proprio dal sottoscritto. Una volta laureato all’Università degli Studi di Milano in Scienze Geologiche, ho conseguito una specializzazione in idrogeologia e, recentemente, un master in acustica ambientale. Un’intensa preparazione a livello sia teorico, sia pratico che mi rende oggigiorno un preparato interlocutore in convegni presso le università italiane ed autore di numerose pubblicazioni.
M.I. : Quali sono secondo Diego Marsetti i primi problemi da abbattere in Italia per quanto concerne l’ambiente, tema peraltro sotto i riflettori della recente cronaca? Diego Marsetti : Un aspetto negativo è la burocrazia, troppo “pesante” che rallenta il mondo imprenditoriale e spinge molti imprenditori all’estero per la realizzazione delle loro infrastrutture. D’altra parte, non dobbiamo dimenticare che gli italiani sono amanti del proprio territorio. Se si guarda l’imprenditoria locale, emerge l’alta qualità, anche se paragonata a livello nazionale. Infine, nell’ambito della formazione universitaria sarebbe bene che ci fosse più pratica e meno teoria. M.I. : Si parla abbastanza di ambiente : l’informazione è corretta oppure c’è confusione ? Diego Marsetti : Alcune volte, la normativa riguardante sia il piccolo imprenditore, sia la grossa azienda, crea confusione. Spesso di provvedimenti ambientali ne vengono varati troppi, al punto che gli stessi operatori del settore restano confusi. ECOGEO cerca in ogni modo di essere veloce e concreta, guardando al futuro. Le risposte dell’azienda devono saper guardare avanti, anche di 5 anni. Una formula che rende ECOGEO un’impresa all’avanguardia. M.I. : Ringraziando il dott. Marsetti gli chiediamo una considerazione finale. Diego Marsetti : Ciò che cerco di comunicare sempre, anche durante i miei convegni e seminari, è di prestare maggiore attenzione al bene più prezioso per tutti noi : l’acqua. E’ tanta, ma non è infinita. Dovremmo essere più consapevoli dei processi che ruotano attorno a questo bene, e farne un uso razionale e sostenibile. ECOGEO la mette in primo piano, cercando di sensibilizzare enti pubblici ed aziende private. Inoltre oggigiorno è bene non dimenticare le fonti alternative d’energia, che sono sempre più presenti nei nostri progetti : impianti geotermici, fotovoltaici e pannelli solari.
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Ecogeo Une entreprise italienne à la pointe du secteur de l’environnement L’entreprise naît dans les années 70 sous le nom de PAGINETTI, mais la grande aventure ECOGEO commence il y a 4 ans, pour devenir aujourd’hui une référence dans le domaine de l’environnement national et international. A la tête de la société nous trouvons M. Diego Marsetti que MONACO IMPRESE, en ce numéro spécial sur le développement durable, a voulu interviewer. Monaco Imprese : Essayons de comprendre avec M. Marsetti comment fonctionne ECOGEO et quels sont les services offerts par la société. Diego Marsetti : ECOGEO est une structure privée qui travaille avec les communes, provinces, régions, collectivités territoriales et administrations publiques, par exemple en fournissant des études sur les risques sismiques, mais, de manière générale, en réalisant des projets ad hoc pour les particuliers en tout ce qui concerne la protection du sol, les eaux et l’hydrogéologie. M.I. : Quels sont les secteurs d’intervention de ECOGEO? Diego Marsetti : La société ECOGEO, dont le siège est à Bergame, a pour clients plusieurs communes auxquelles elle offre des conseils et études techniques dans les domaines de la géologie, ingénierie, architecture, informatique et des analyses. En plus, toujours à partir de Bergame, nous offrons des conseils aux collectivités de haute montagne, aux parcs régionaux et à différentes provinces. Sur le plan national, la société opère surtout sur les aqueducs. Depuis sa naissance, sous le nom de PAGINETTI, ECOGEO a travaillé pour
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plus de 1200 communes différentes, en fournissant des projets pour aqueducs, études pour la prévention de la pollution des eaux, avec des infrastructures contre la corrosion. A l’intérieur de la structure, nous avons aussi des laboratoires d’analyses spécifiques (chimiques, physiques, bactériologiques, géotechniques, etc.). M.I. : Quelles sont les personnes qui s’adressent à vous ? Diego Marsetti : Essentiellement des particuliers, des structures grandes et moyennes, comme, par exemple, le groupe Parmalat, Granarolo, Brembo, Gatorade et Pepsi Cola. Des groupes qui nécessitent des projets comme des nouvelles installations pour la perforation des eaux. Aujourd’hui l’aventure ECOGEO ne concerne plus que l’Italie mais devient internationale : au cours des six dernières années, la société a beaucoup travaillé aux Antilles, en Centre Afrique, aux Emirats Arabes Unis, mais aussi en France, plus particulièrement en Camargue. ECOGEO est une structure qui s’occupe d’environnement à 360° et offre des conseils en toutes disciplines. M.I. : Qui fait partie de la “Famille ECOGEO” ? Diego Marsetti : C’est une entreprise familiale, une SARL où chacun s’occupe de son secteur. Une structure qui a grandit au fil des années, grâce à mon père, Renato Marsetti, et à une équipe hautement qualifiée et en formation continue, à partir de moi-même. Après ma maîtrise en sciences géologiques à l’Université de Milan, je me suis spécialisé en hydrogéologie et j’ai obtenu récemment un master en acoustique environnementale. Une solide préparation théorique et pratique qui me rend un interlocuteur valable dans les conférences auprès des universités italiennes. Je suis aussi auteur de plusieurs livres.
M.I. : Quels sont selon vous les premiers problèmes à régler en Italie en matière d’environnement ? Diego Marsetti : Un aspect négatif est donné par une bureaucratie lourde qui ralentit les entreprises et pousse les investisseurs à l’étranger pour construire leurs infrastructures. D’autre part, il faut dire que les Italiens aiment leur territoire. Si nous regardons l’entreprenariat local, une grande qualité émerge, même comparée au niveau national. Mais, en matière d’enseignement universitaire, il vaudrait mieux que l’on ait plus de travaux pratiques et moins de théorie. M.I. : Nous parlons beaucoup d’environnement : l’information est correcte ou bien il y a de la confusion ? Diego Marsetti : Souvent, la règlementation concernant à la fois le petit artisan et la grosse entreprise, crée de la confusion. Nous avons tellement de règles que même les professionnels du secteur rencontrent des difficultés. ECOGEO cherche en tous cas à être rapide et concrète, en regardant en avant. Les réponses des entreprises doivent aller du devant, même à cinq ans : cette formule rend ECOGEO une société d’avant-garde. M.I. : En remerciant M. Marsetti, nous lui demandons une dernière considération. Diego Marsetti : Ce que je dis toujours, même lors de mes conférences ou séminaires, est de prêter la plus grande attention au bien le plus précieux que nous avons : l’eau. Il y en a beaucoup mais elle n’est pas sans fin. Nous devrions être plus conscients des processus qui concernent ce bien et en faire un usage rationnel et soutenable. ECOGEO met l’eau en premier plan, en cherchant à sensibiliser les organismes publics et les entreprises. Enfin, il est souhaitable de ne pas oublier les sources d’énergie renouvelable, lesquelles sont de plus en plus présentent dans nos projets : les installations géothermiques, photovoltaïques et les panneaux solaires. Sara Contestabile
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La SMEG
Una grande societa impegna nello sviluppo sostenibile ne”, diffusi dai più importanti mass media di Monaco, la SMEG sensibilizza i suoi clienti ed il grande pubblico. Infine, dal 1990, la SMEG è fermamente impegnata sul piano della promozione dei veicoli elettrici, i quali rappresentano il terzo della flotta aziendale. La società è anche presente, in qualità di partner principale, a certi eventi mirati quali, ad esempio, il Salone EVER dedicato ai veicoli ecologici e alle energie rinnovabili, che quest’anno si terrà dal 2 al 30 marzo presso il Grimaldi Forum.
Guy Magnan Intervista rilasciata da Guy Magnan, Amministratore - Direttore Generale della “Société Générale de l’Electricité et du Gaz” (SMEG) Monaco Imprese : Ci presenti brevemente la SMEG. M. Guy Magnan : Da oltre cento anni, la SMEG garantisce la distribuzione dell’energia elettrica e del gas sul territorio monegasco. La società è altresì incaricata della gestione e manutenzione della rete pubblica di illuminazione. Inoltre, dal 1987, la SMEG sfrutta una centrale termofrigorifera, allacciata a reti urbane di riscaldamento e raffreddamento, a servizio del quartiere di Fontvieille. M.I. : La SMEG non è indifferente ai cambiamenti climatici in atto ed all’esaurimento progressivo delle energie fossili. Quali sono le vostre azioni per la protezione dell’ambiente, la sensibilizzazione del pubblico al risparmio energetico, ed il vostro impegno per la diffusione di veicoli ecologici ? M. Guy Magnan : La SMEG contribuisce finanziariamente alla sostituzione delle caldaie a gasolio con quelle a gas, meno inquinanti. Grazie a questo intervento, sono circa 1200 le tonnellate di CO2 che vengono risparmiate ogni anno. Con gli slogan “L’abuso di energia è pericoloso per il pianeta” e “Consumiamo meglio con moderazio22
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M.I. : La SMEG permette ai suoi clienti, consumatori d’elettricità, di tradurre in modo concreto il loro impegno in favore dello sviluppo sostenibile grazie ai nuovi contratti di vendita dei Certificati di Origine Rinnovabile. Potrebbe spiegarci meglio questa offerta ? M. Guy Magnan : In effetti, la SMEG rimette al cliente che lo desidera un Certificato di Origine Rinnovabile (C.O.R.), con il quale dà la garanzia di origine dell’energia e menziona : La centrale di produzione, la sua potenza e il volume di energia prodotto; la quota parte di questo volume riservata e venduta al cliente per suo uso esclusivo, e il carattere rinnovabile della fonte di energia utilizzata. I C.O.R. rilasciati dalla SMEG danno luogo al versamento, da parte del clien-
te, di un premio pari a 0,38 centesimi di euro per kw/ora, ciò che rappresenta per un consumatore medio persona fisica, un sovracosto dell’ordine di 12-15 euro all’anno. M.I. : Il nuovo anno è appena iniziato : quali sono i vostri progetti per il 2008 ? M. Guy Magnan : La SMEG, in qualità di attore dello sviluppo del Principato, continuerà a mettere in opera tutti i progetti e le idee suscettibili di contribuire al miglioramento del livello di vita, già eccezionale, di Monaco, tenendo ovviamente conto dell’evoluzione dei mercati dell’energia e delle nuove tecnologie. L’azienda dovrebbe, nel corso dell’anno, fare i primi passi per la realizzazione d’impianti di produzione alimentati ad energia rinnovabile. A tale riguardo, alcuni progetti d’impianti fotovoltaici sono attualmente in studio.
La SMEG une entreprise en première ligne sur le front de l’environnement I n t e r v i ew d e M . G u y M a g n a n , Administrateur - Directeur Général de la Société Monégasque de l’Electricité et du Gaz (SMEG)
M. Guy Magnan : En fait la SMEG remet au client qui le désire un Certificat d’Origine Renouvelable (C.O.R.), dans lequel elle précise notamment la garantie d’origine de l’électricité, où sont mentionnés :
Monaco Imprese : Pouvez-vous nous rappeler en quelques mots qui est la SMEG ? M. Guy Magnan : Depuis plus de cent ans, la SMEG assure la distribution de l’électricité et du gaz sur tout le territoire de la Principauté de Monaco. Elle est également chargée de la maintenance et de l’exploitation des installations de l’éclairage public. Depuis 1987, la SMEG exploite en outre une centrale thermofrigorifique, reliée à des réseaux urbains de chauffage et de réfrigération, desservant le quartier de Fontvieille.
les centrales de production, leurs puissances installées et le volume d’ énergie produit; la quote-part de ce volume dont les droits ont été réservés et vendus à l’usage exclusif du client, de même que le caractère renouvelable de la source d’énergie utilisée. Les C.O.R. délivrés par la SMEG donnent lieu au versement par le client d’une prime d’un montant de 0,38 centimes d’euros du kilowattheure, ce qui représenterait pour un particulier,
consommateur moyen, un surcoût de l’ordre de 12 à 15 euros par an. M.I. : La nouvelle année vient de débuter : Quels sont vos projets pour l’année 2008 ? M. Guy Magnan: La SMEG, en tant qu’acteur dans le domaine du développement de la Principauté, continuera de mettre en œuvre des actions susceptibles de contribuer à l’amélioration du cadre de vie exceptionnel de Monaco, en tenant compte de l’évolution des marchés de l’énergie et des nouvelles technologies. Elle devrait en 2008 entreprendre une démarche pro-active en matière de réalisation d’équipements de production à partir d’énergie renouvelable. Des projets d’installations solaires photovoltaïques de démonstration sont d’ailleurs à l’étude en Principauté.
M.I. : La SMEG n’est pas indifférente au réchauffement climatique et à l’épuisement des énergies fossiles. Quelles sont vos actions pour la préservation de l’environnement, l’incitation aux conomies d’énergie, et votre engagement pour la promotion des véhicules propres ? M. Guy Magnan : La SMEG contribue financièrement et techniquement au remplacement des chaudières au fioul par des chaufferies gaz, moins polluantes. C’est donc environ 1200 tonnes de CO2 qui ne sont pas rejetées dans l’atmosphère, chaque année. Sur le thème de “L’abus d’énergie est dangereux pour la planète”, avec en accroche le conseil “Consommons mieux avec modération”, la SMEG sensibilise ses clients au moyen d’un plan média assurant la couverture de la Principauté. Enfin, depuis 1990 la SMEG s’attache à promouvoir l’utilisation des véhicules électriques, le tiers de sa flotte en est d’ailleurs constitué. Elle s’engage également en tant que partenaire principal de certains événements, comme par exemple EVER, le salon des Véhicules Ecologiques et des Energies Renouvelables qui se déroulera cette année du 27 au 30 mars au Grimaldi Forum. M.I. : La SMEG permet à ses clients consommateurs d’électricité de traduire concrètement leur engagement en faveur du développement durable notamment grâce aux nouveaux contrats de vente de Certificats d’Origine Renouvelable. Pouvez-vous nous détailler cette offre ?
S.A.S. Le Prince Albert II, M. Georges Dick, M. Jean-Marie Laffont Monaco Imprese n° 4
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L’Associazione Monegasca degli Amici del Veicolo Elettrico (AMAVE) di ammortizzare i costi di questi ultimi nell’arco di 3 o 4 anni. D’altra parte, il Governo monegasco offre interessanti sconti : 30% sul prezzo di listino di un VE, bollo gratuito, targhetta d’identificazione, messa a disposizione di prese nei parcheggi per ricariche gratuite. Per le macchine ibride, lo sconto fisso è pari a 3000 €. Infine, tra le operazioni recenti dell’AMAVE, citiamo il prestito di biciclette a pedalata assistita agli abbonati ai parcheggi pubblici. Georges Dick L’AMAVE è stata fondata nel 1996 con l’obiettivo principale di promuovere l’utilizzo del veicolo elettrico (VE) e di concretizzare le iniziative del Governo monegasco in tale settore. L’associazione non è contraria alle altre forme di veicoli ecologici, ma milita per le emissioni zero. Per quanto concerne i veicoli ibridi (VI), l’AMAVE sostiene che si tratta di una tappa obbligata verso “l’Elettrico performante”, peraltro, già avviata con l’offerta di VI pluggins (hybrids rechargeables). Il veicolo elettrico non deve essere paragonato ad una semplice automobile. Si tratta di un mezzo di trasporto urbano, adatto ai nostri tempi, funzionale e non inquinante, ma il suo sviluppo è legato ad un cambiamento profondo degli usi e costumi degli utenti. A tale riguardo, l’associazione sensibilizza i giovani ai vantaggi dello scooter elettrico. Quest’anno, l’associazione festeggerà i 10 anni dell’operazione Jeun’elec (prove su strada, concorsi, ecc.) per ragazzi di 14 anni, i quali saranno automobilisti nel 2015. Il Presidente dell’AMAVE, Georges Dick, attira la nostra attenzione sul risparmio economico derivante dall’utilizzo di veicoli elettrici (costo dell’elettricità e consumi rispetto ai veicoli tradizionali), il quale permette 24
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L’Association Monégasque des Amis du Véhicule Electrique (AMAVE) L’AMAVE a été créée en 1996 avec le but principal de promouvoir l’utilisation du véhicule électrique (VE) et de concrétiser sur le terrain les initiatives du Gouvernement Princier. L’association n’est pas contraire aux autres formes de véhicules écologiques mais elle milite pour zéro émissions. Quand aux véhicules hybrides (VH), l’AMAVE soutient qu’il s’agit d’une étape obligée vers l’électrique performant, par ailleurs déjà engagée avec les VH pluggins (hybrids rechargeables).
Le véhicule électrique ne doit pas être comparé à une voiture automobile. C’est un moyen de transport urbain adapté à notre siècle, fonctionnel et non polluant. Son développement est lié au changement profond des mœurs et des habitudes des usagers. Pour ce faire, l’association sensibilise les jeunes aux avantages du scooter électrique et leurs donne des notions d’environnement urbain. Cette année l’association fêtera les 10 ans de l’opération Jeun’elec (essai, concours, ..) pour les enfants de 14 ans qui seront les utilisateurs de VE en 2015. Le Président de l’AMAVE, M. Georges Dick, attire notre attention sur les avantages économiques, liés à l’utilisation des véhicules électriques, qui permettent d’amortir le coût élevé de ces derniers en 3 ou 4 ans. D’autre part, le Gouvernement monégasque propose des remises avantageuses : 30% de réduction sur le prix d’achat d’un VE, gratuité de la vignette, plaque distinctive, mise à disposition de prises dans les parking pour les recharges gratuites. Pour les voitures hybrides, la prime fixe est de 3 000 €. Enfin, parmi les opérations récentes de l’AMAVE, nous citons la mise à disposition gratuite de vélos électriques aux abonnés des parkings monégasques.
Newteon
Una giovane impresa protagonista del trasporto elettrico articolato. Il 2007 è stato un anno esplosivo e di grande soddisfazione, soprattutto a livello di vendite, tanto che a fine anno abbiamo raggiunto l’equilibrio finanziario. Un bel successo se consideriamo il fatto che siamo partiti con il solo premio della Chambre.
Sergio Contaldo Incontriamo Sergio Contaldo, cofondatore di NEWTEON, una società di vendita e distribuzione di veicoli “ecofriendly”, molto sensibile alle questioni ambientali. Sergio nasce a Castro in provincia di Lecce. Finiti gli studi universitari presso il Politecnico di Torino ed il conseguimento di un MBA a Barcellona, parte a lavorare in Francia, Spagna (dove inizia ad interessarsi di energia rinnovabile), Svizzera, Etiopia e California, sviluppando sempre di più una coscienza ecologica e una grande attenzione nei confronti delle fonti di energia alternativa, fino al giorno in cui arriva l’occasione di entrare nel mondo degli imprenditori. Monaco Imprese : Come nasce NEWTEON ? Nel 2005 avete partecipato al concorso proposto annualmente dalla Jeune Chambre Economique di Monaco, ci racconti la sua esperienza. Sergio Contaldo : Nel 2005 abbiamo presentato il progetto della società, con un dettagliato business plan, ai rappresentanti della Jeune Chambre. Siamo stati scelti tra 17 concorrenti ed abbiamo vinto il concorso ottenendo un aiuto finanziario, diverse agevolazioni logistiche e burocratiche, ma soprattut-
to la possibilità di farci conoscere sulla piazza economica di Monaco. La denominazione NEWTEON è stata trovata nell’agosto del 2006 grazie ad un suggerimento di mia moglie (anch’essa italiana di Genova). Il progetto è nato a seguito dell’incontro, in Italia, con uno dei maggiori costruttori di veicoli elettrici in Europa, specializzato nelle batterie al litio. Abbiamo immediatamente colto le potenzialità del prodotto (le batterie al litio sono usate sia nei telefoni e computer, sia nei camion, autoveicoli e barche) e le opportunità di affari. Abbiamo quindi concluso un contratto di esclusività per la Francia, creando una rete di distribuzione che dipendesse da Monaco e dal nostro primo ufficio aperto in Francia. Oggi stiamo conquistando i mercati scandinavi, l’Austria e gradualmente altre nazioni. Nel dicembre 2006, abbiamo concluso un importante contratto con il comune di Cannes, che ci ha permesso di ampliarci, assumendo sia una responsabile di comunicazione marketing, sia un commerciale, e di essere più strutturati lavorando in modo più
M.I. : Che tipo di veicoli elettrici o ibridi fornite? Qual è il vostro target attuale ? Cosa ci può dire circa le strategie e prospettive per il futuro? Sergio Contaldo : Al momento forniamo vari modelli di veicoli per le collettività e per uso commerciale, il che rappresenta il target su cui investiamo a livello sia di marketing e comunicazione che d’immagine. Domani ci sarà anche il settore dei privati. Abbiamo già venduto alcuni veicoli e continuiamo a ricevere sempre più richieste. Ci stiamo organizzando per affrontare questo passo successivo, che avverrà, secondo le nostre previsioni, in modo rapido e definitivo. Vediamo sempre più diffondersi provvedimenti quali, ad esempio, il progetto per l’adozione della Pastille Verte in Francia, per sensibilizzare il pubblico alla diminuzione delle emissioni di CO2, e una sovvenzione di 5000 € per l’acquisto di veicoli elettrici, che ci danno una grande visibilità, con conseguente esplosione di domanda, sia per via telematica (sito internet), sia telefonica. Molto presto investiremo in una campagna di comunicazione che stimoli le famiglie all’acquisto di un veicolo elettrico come seconda macchina. Una scelta ecologicamente importante, ma anche pratica e oltretutto più economica. M.I. : Quali sono attualmente le agevolazioni e quanto può costare un veicolo elettrico nel Principato di Monaco? Sergio Contado : Una macchina elettrica che percorre 100.000 km nell’arco di 5 anni, può farci risparmiare fino al 30% della spesa di acquisto e gestione. Questo discorso è valido sia per le società, sia per i privati. Oggi chi acquista .../... Monaco Imprese n° 4
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un mezzo elettrico, lo paga di più rispetto a quello termico, ma ha dei costi di manutenzione e di utilizzo cinque volte inferiori. Per darvi un’idea dei prezzi, un autobus elettrico viene da 15.000 a 250.000 €. Il nuovo Fiorino elettrico, una meraviglia tecnologica e il nostro fiore all’occhiello per il 2008, costa circa 30.000 €, il che è veramente un buon prezzo tenuto conto delle prestazioni raggiungibili e la tecnologia offerta. Monaco è molto avanti rispetto ad altri paesi a causa della politica di grande attenzione alla tutela dell’ambiente. Ad oggi, il Principato ha ordinato cinque veicoli ed altrettanti sono stati commissionati per il 2008. Nel caso di acquisto, vengono offerte interessanti agevolazioni, vale a dire uno sconto del 30% sul prezzo del veicolo nuovo con un tetto di 9000 €. M.I. : Qual è la differenza tra un veicolo elettrico e un ibrido, e quali sono i rispettivi vantaggi ? Sergio Contaldo : Il primo ha soltanto un motore elettrico, delle batterie che si ricaricano, ed è totalmente non inquinante. Per quanto concerne gli ibridi, abbiamo due diversi tipi : quelli di serie e quelli paralleli. Ad esempio, tra quelli di serie abbiamo la Toyota Prius o la Lexus dove il motore elettrico e quello termico lavorano assieme per accompagnarsi l’uno all’altro. Invece, nei modelli paralleli, i motori funzionano in modo indipendente. I nostri veicoli sono di tipo parallelo. Vengono sfruttati in modo diesel sulle lunghe distanze e poi, premendo un pulsante sul cruscotto, passano alla modalità elettrica in città. Il veicolo diventa così silenzioso, pulito, e totalmente non inquinante. M.I. : Oggi si parla molto d’inquinamento e di variazioni climatiche. Secondo lei, quanto può aiutare l’utilizzo di mezzi di trasporto elettrici? Sergio Contaldo : E’ una buona domanda. Questo è proprio uno dei motivi alla base della creazione di NEWTEON, dei valori in cui crediamo fermamente, e che influenza sia la nostra filosofia di vita, sia il nostro modus operandi. E’ la ragione per cui ci siamo impegnati solo ed esclusivamente sui veicoli elettrici e ibridi, piuttosto che su altri tipi, come quelli alimentati con biocarburanti per esempio. Ovviamente è una questione molto complessa ma che deve essere considerata per il futuro soprattutto per i nostri figli. L’elettricità è prodotta oggigiorno sia dalle centrali termiche, che inquinano 26
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tanto quanto le macchine, sia da quelle nucleari, che non inquinano. Abbiamo certamente il problema delle scorie radioattive, ma è meglio preoccuparsi del problema del loro smaltimento che continuare a degradare l’atmosfera del pianeta. L’energia elettrica può essere prodotta da sorgenti pulite come il nucleare, l’eolico, il solare, che soppianteranno il petrolio, e saranno sempre più sicure in avvenire. Infine, anche le modalità di utilizzo, trasporto e stoccaggio dell’energia, saranno ancora più efficaci e meno inquinanti grazie alla tecnologia applicata all’idrogeno. Oggi, ad esempio, la maggior parte dei veicoli hanno motori termici alimentati a benzina o gasolio. In città, un motore termico sfrutta solo il 12% della sua potenza, mentre un motore elettrico, delle cento parti di energia a disposizione, ne sfrutta il 95%. In altri termini, il petrolio che è un’energia sporca, è utilizzato al 10% del suo potenziale, mentre l’energia elettrica che è pulita, è sfruttata al 95% grazie al progresso tecnologico. Ecco le ragioni per le quali NEWTEON si concentrata sui veicoli elettrici e ibridi. Secondo noi è la soluzione concreta per il futuro. Questi mezzi richiedono ora batterie al litio, ma in un futuro prossimo sfrutteranno l’idrogeno. In conclusione è meglio investire in un veicolo elettrico, anche se all’acquisto risulta più costoso e non ha ancora una rete d’assistenza capillare, se si vogliono ottenere notevoli benefici a lungo termine. M.I. : Sembra che abbiate le idee molto chiare e che siate fortemente motivati in quello che fate. Sergio Contaldo : Siamo una piccola squadra caratterizzata da forti ideali, e che lavora in modo affiatato con passione e una grande sensibilità verso le questioni ambientali. Cerchiamo di operare dando il nostro contributo lungo tre direttrici : la promozione di veicoli elettrici ; una comunicazione efficace che sensibilizzi il pubblico alle questioni dell’inquinamento ; e convincendo le persone che ci circondano a prendere piccoli accorgimenti che possono contribuire, nel loro piccolo, a migliorare l’ambiente. Un paio di esempi per tutti : utilizzare esclusivamente e con moderazione carta riciclata e fare attenzione allo spreco energetico.
Newteon Une jeune entreprise protagoniste du transport électrique Nous rencontrons M. Sergio Contaldo, co-fondateur de NEWTEON, une société de vente et distribution de véhicules écologiques, très sensible à la protection de l’environnement. Sergio Contaldo est né à Castro, en Italie. Après des études universitaires au Polytechnique de Turin et un MBA à Barcelone, il part travailler dans plusieurs pays : France, Espagne (où commence son intérêt pour les énergies renouvelables), Suisse, Ethiopie et Californie, en développant toujours plus, une conscience écologique et une grande attention envers les sources d’énergie alternatives, jusqu’au jour ou l’occasion d’entrer dans le monde de l’entreprise se présente. Monaco Imprese : Comment NEWTEON naît-elle ? En 2005 vous avez participez au concours annuel proposé par la Jeune Chambre Economique de Monaco : racontez-nous votre expérience. Sergio Contaldo : En 2005, nous avons présenté le projet de société, avec un business plan détaillé, aux représentant de la Jeune Chambre. Nous avons été choisi parmi 17 concurrents, gagné le concours et obtenu ainsi des aides financières, logistiques et bureaucratiques, mais surtout la possibilité de nous faire connaître sur la Place économique monégasque. Avec mon épouse (elle aussi italienne) j’ai choisi la dénomination NEWTEON en août 2006 Le projet est né après la rencontre, en Italie, avec l’un des plus grands constructeurs de véhicules électriques en Europe, spécialisé dans les batteries au lithium. Nous avons immédiatement compris les potentialités du produit (les batteries au lithium sont aussi bien utilisées dans les téléphones et ordinateurs que dans les camions, voitures et bateaux) et les opportunités d’affaires. Nous avons donc conclu un contrat d’exclusivité pour la France, en créant un réseau de distribution qui dépendait de Monaco et de notre première société en France. Aujourd’hui nous sommes en train de conquérir les marchés scandinaves, l’Autriche et peu à peu d’autres nations. En décembre 2006, nous avons conclu un important contrat .../...
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avec la mairie de Cannes, ce qui nous a permis de grandir et d’embaucher une responsable de communication et marketing ainsi qu’un commercial, et d’être ainsi plus structurés dans notre travail. L’année 2007 a été excellente et nous a donné de grandes satisfactions, surtout au niveau des ventes, à un point tel, qu’à la fin de l’année nous avons trouvé l’équilibre financier. Un très grand succès si l’on pense que nous sommes partis simplement avec le prix de la Chambre. M.I. : Quels types de véhicules hybrides et électriques fournissez-vous ? Quelle est votre cible actuelle ? Que pouvezvous nous dire à propos des stratégies et prospectives futures ? Sergio Contaldo : Actuellement, nous offrons différents modèles pour les collectivités et le commerce, ce qui représente la cible sur laquelle nous investissons au point de vue marketing, communication et image. A l’avenir, nous aurons aussi le secteur des particuliers. Nous avons déjà vendu certains véhicules et nous continuons à recevoir des demandes toujours plus importantes. Nous nous organisons pour être prêts à affronter l’étape suivante qui arrivera, selon nos prévisions, de manière rapide et définitive. Nous voyons de plus en plus de mesures telles que, par exemple, le projet d’adoption de la “Pastille Verte” en France, pour sensibiliser le public à la diminution des émissions de CO2, et une subvention de 5000 € pour l’achat de véhicules électriques, qui nous donnent une grande visibilité et une explosion de la demande, soit sur notre site internet, soit par téléphone. Nous investirons bientôt dans une campagne de communication qui stimulera les familles pour l’achat d’un véhicule électrique en tant que deuxième voiture. C’est un choix écologiquement important mais aussi pratique et économique. M.I. : Quelles sont les aides actuelles et combien peut coûter un véhicule électrique en Principauté de Monaco ? Sergio Contado : Un véhicule électrique qui parcourt 100.000 km en 5 ans, peut nous faire économiser jusqu’à 30% des frais d’achat et de gestion. Cet avantage est valable soit pour les sociétés, soit pour les particuliers. Aujourd’hui, celui qui achète une voiture électrique, la paye plus chère par rapport au même modèle thermique, mais supporte des coûts d’entretien et d’utilisation 5 fois inférieurs. 28
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Pour vous donner une idée des prix, un autobus électrique coûte de 15.000 à 250.000 €. Le nouveau Fiorino électrique, une merveille technologique et notre atout pour 2008, revient environ 30.000 €, ce qui est un excellent prix compte tenu des performances et la technologie offerte.
Aujourd’hui, l’électricité est produite par des centrales thermiques, qui polluent autant que les voitures, et des centrales nucléaires qui ne polluent pas. Bien entendu, nous avons le problème des déchets radioactifs, mais il est préférable de s’occuper du traitement de ces déchets que de continuer à dégrader l’atmosphère de la planète.
La Principauté Monaco est très avancée par rapport aux autres pays, grâce à sa politique de protection de l’environnement. L’administration monégasque nous a déjà acheté cinq véhicules et nous a passé une commande d’une quantité équivalente pour 2008. Il est intéressant de signaler, que l’Etat offre une remise de 30% en cas d’achat d’un véhicule électrique neuf, dans la limite de 9000 €.
L’énergie électrique peut être produite à partir de sources propres comme le nucléaire, l’éolien, le solaire, qui remplaceront le pétrole, et seront de plus en plus sûre dans l’avenir. Enfin, les modalités d’utilisation, de transport et stockage de l’énergie seront toujours plus efficaces et moins polluantes grâce à la technologie appliquée à l’hydrogène.
M.I. : Quelle est la différence entre un véhicule électrique et un véhicule hybride, et quels sont les avantages respectifs ? Sergio Contaldo : Le premier a uniquement un moteur électrique, des batteries qui se rechargent, et est totalement non polluant. En ce qui concerne les hybrides, nous avons deux types différents : ceux de série et les parallèles. Parmi les premiers nous avons, par exemple, la Toyota Prius et la Lexus, où les moteurs électrique et thermique travaillent ensemble pour s’accompagner l’un à l’autre. Par contre, dans les modèles parallèles, les moteurs travaillent de manière indépendante. Nos véhicules sont de type parallèle. Ils sont exploités en mode diesel sur les longues distances, puis, en poussant sur un bouton sur le tableau de bord, ils passent en mode électrique en ville. Le véhicule devient ainsi silencieux, propre et non polluant. M.I. :Aujourd’hui nous parlons beaucoup de pollution et de changements climatiques. A votre avis, combien peut aider l’utilisation de moyens de transports électriques ? Sergio Contaldo : C’est une bonne question et c’est un des motifs à la base de la création de NEWTEON, des valeurs dans lesquelles nous croyons fermement, et qui influence aussi bien notre philosophie de vie que notre modus operandi. C’est la raison pour laquelle nous nous sommes consacrés exclusivement aux véhicules électriques et hybrides, en plutôt qu’à d’autres types, comme ceux roulant au biocarburant par exemple. Il s’agit d’une question difficile, mais qui doit être prise en considération, surtout pour l’avenir et le bien être de nos enfants.
Aujourd’hui, par exemple, la plus grande partie des voitures ont des moteurs thermiques et des réservoirs d’essence. En ville, un moteur thermique exploite uniquement les 12% de sa puissance, tandis qu’un moteur électrique, des cents parties d’énergie à sa disposition, en utilise les 95%. En d’autres mots, le pétrole qui est une énergie sale, est utilisé à raison de 10% de son potentiel, tandis que l’énergie électrique, qui est propre, est exploitée à 95% grâce au progrès technologique. Voici les raisons pour lesquelles NEWTEON s’est concentrée sur les véhicules électriques et hybrides. A notre avis, c’est la solution pour l’avenir. Le véhicule électrique demande actuellement des batteries au lithium mais dans un avenir proche il utilisera l’hydrogène. En définitive, il vaut mieux investir dans une voiture électrique, même si elle est plus chère à l’achat et que le réseau après-vente n’est pas bien développé, si l’on souhaite obtenir des avantages à long terme. M.I. : Il semble que vous ayez les idées claires et que vous soyez très motivés en tout ce que vous faites. Sergio Contaldo : Nous sommes une petite équipe, consciente de ses idéaux, et qui travaille assidûment, avec passion, et une grande sensibilité envers l’environnement. Nous essayons de donner notre apport à cette cause en trois directions principales : la promotion des véhicules électriques ; une communication efficace qui puisse sensibiliser le public au problème de la pollution ; et en convainquant les personnes qui nous entourent à prendre de petites précautions capables d’améliorer l’environnement. Deux exemples pour tous : utiliser exclusivement et avec modération du papier recyclé et éviter les gaspillages énergétiques. Silvia Bozzone
Generali
la compagnia di assicurazioni in prima linea sul fronte della protezione dell’ambiente Crescita demografica, riassetto del territorio (deforestazione), aumento del traffico ed inquinamento conducono ad una moltiplicazione dei fattori di rischio senza precedenti. Altro fattore preoccupante : lo sfruttamento massiccio delle risorse fossili o naturali porta inevitabilmente al loro esaurimento, e tale fenomeno si accentua sempre di più. Nel 2005, il mondo ha consumato tanta energia quanta ne è servita durante il decennio 1950-60. Questa constatazione deve condurre all’approntamento di nuovi modelli economici di produzione e approvvigionamento industriale. Nell’arco di una generazione, l’ambiente si è via via degradato, presentando fenomeni aleatori estremi (tempeste, uragani,…) in aumento ed un innalzamento del livello dei mari ed oceani. Questi problemi hanno impatti diretti sul settore assicurativo :
1) In materia di catastrofi naturali : Il decennio degli anni 60 ha censito 27 catastrofi naturali per 89 miliardi di dollari di danni coperti da assicurazione; il periodo 1993-2002 ha conosciuto 63 catastrofi naturali (2,3 volte in più) causando 567 miliardi di dollari di pregiudizio (7 volte di più) per 102 miliardi di danni assicurati (15,6 volte in più) ; nonostante il 2004 sia stato considerato un anno eccezionale con i suoi 123 miliardi di dollari di danni, il 2005 ha battuto questo triste record con oltre 150 miliardi di danni causati dai due uragani, Katrina e Wilma, al loro arrivo in Luisiana e golfo del Messico. 2) In materia sanitaria : Il riscaldamento climatico ha effetti devastanti. Basterebbe pensare ai decessi sopravvenuti a seguito di canicole di cui si teme un aggravamento della fre-
quenza ed intensità. Gli esperti si preoccupano dell’apparizione di malattie tropicali in zone attualmente temperate, le quali sarebbero legate alla proliferazione d’insetti dovuta all’aumento della temperatura. Costoro prevedono altresì l’aggravarsi di molti problemi respiratori per effetto dell’inquinamento atmosferico. Non ultimo, l’utilizzo massiccio di sostanze chimiche, che confluiscono nelle acque e nel suolo, porteranno nuove malattie di cui si valutano ancora male le conseguenze a lungo termine. 3) Infine, i fenomeni climatici colpiscono in pieno il comparto della riassicurazione che concentra i grandi rischi. Di fronte al carattere imprevedibile di questi fenomeni (intensità, luogo di sopravvenienza, frequenza,…) gli assicuratori potrebbero vedersi costretti ad allungare la lista dei casi
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non coperti in quanto, nel caso di aumento della frequenza delle catastrofi naturali, essi non avrebbero il tempo di accantonare fondi propri sufficienti per fronteggiare sinistri di tale ampiezza. Il sondaggio realizzato da IFOP (primaria società di elaborazioni statistiche, ndr.) per conto di Generali, sul comportamento degli imprenditori francesi di fronte a queste nuove sfide, pone al centro della loro visione strategica le problematiche legate all’esaurimento delle risorse fossili (petrolio, gas, carbone), ai rischi d’inquinamento, allo scarseggiamento dell’acqua ed all’ambiente in generale. Il 71% degli operatori economici considerano che le aziende possano e debbano contribuire alla risoluzione dei problemi ambientali ; il 65% delle persone interrogate ha dichiarato di avere preso provvedimenti per fare fronte a queste sfide. Dal canto suo, Generali desidera agire in modo fattivo. Nel codice etico che definisce le linee direttrici da seguire, la Compagnia si è esplicitamente impegnata in favore della protezione dell’ambiente. Per Claude Tendil, Presidente e Direttore Generale di Generali France : “Gli assicuratori devono svolgere un ruolo di vedetta per segnalare i problemi ambientali. Il Gruppo s’impegna a salvaguardare l’ambiente che considera un patrimonio pubblico essenziale. A tale fine, il Gruppo prende decisioni, assicurandosi che le sue iniziative in campo economico siano compatibili con la tutela dell’ambiente, e ciò non soltanto nel rispetto delle norme vigenti, ma tenendo anche conto degli ultimi traguardi della ricerca scientifica e delle migliori pratiche in materia di ecologia.” Nel discorso pronunciato nel mese di ottobre 2005 all’Università di ParisDauphine per l’inaugurazione del master in assicurazioni, Claude Tendil ha fatto partecipe il pubblico di una sua riflessione sul futuro della professione di assicuratore rispetto ad un contesto ambientale preoccupante. Questa disamina ha suggellato l’impegno di Generali nel settore della protezione del pianeta, precisando i tre compiti fondamentali spettanti ad un assicuratore che pone la questione ambientale al centro del suo sviluppo :
La torre Generali 30
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1 - Essere in grado di sanzionare le pratiche irresponsabili, facendo opera di pedagogia ; spronare un nuovo approccio per la valutazione economica e l’assunzione del rischio, al fine di dissuadere progetti ecologicamente pericolosi.
2 - Prevenire al meglio i rischi allargando il campo della consulenza preventiva. Con un potenziamento della ricerca, gli assicuratori possono orientare le decisioni dei clienti verso una strategia vincente sia per loro, sia per la compagnia ed il futuro del pianeta. 3 - Essere capaci di accompagnare la nascita di nuove tecnologie grazie a soluzioni assicurative innovative. L’assicuratore deve pertanto oltrepassare il bisogno di ancorare le tariffe alle statistiche. Questi tre principi sono stati adottati da Generali France essenzialmente in quattro direzioni : l’ambiente, la salute, la preparazione del futuro, e la sicurezza dei beni e delle persone. Generali ha pertanto la volontà di agire in modo costruttivo, prestando consulenze e proponendo premi vantaggiosi ai clienti desiderosi di contribuire alla tutela dell’ambiente : 1/ - Sviluppando azioni d’informazione in materia di prevenzione dei rischi, in particolare inerenti alle conseguenze del riscaldamento del pianeta. Nel primo semestre del 2006, è stata portata avanti un’azione di sensibilizzazione nei confronti dei clienti, sui comportamenti da adottare per la protezione dell’ambiente (limitare il consumo d’acqua e di energia, ridurre la quantità di rifiuti prodotti, …). Una guida contenente consigli pratici è stata stampata e consegnata in circa 200.000 esemplari. 2/- Invitando la clientela (imprese e persone fisiche) ad adottare politiche e comportamenti rispettosi dell’ambiente mediante l’offerta di tariffe vantaggiose e servizi aggiuntivi. 3/ - Facendo conoscere, sul sito internet dedicato allo sviluppo sostenibile : www.generali-avenir.com, iniziative esemplari di soggetti che innovano seguendo una logica di produzione del reddito, virtuosa sotto il profilo ecologico. Con riferimento alle imprese, Generali ha lanciato un metodo innovativo per la valutazione ottimale dei rischi delle piccole e medie imprese. La procedura consiste nel proporre alle aziende una diagnosi gratuita delle loro performance e del livello di controllo del rischio sulla base di criteri di analisi allargati, di cui alcuni legati allo sviluppo sostenibile. Questa valutazione può comportare vantaggi finanziari (riduzione del budget globale per le copertura assicurativa fino al 30%) oppure servizi aggiuntivi e mirati quali, ad esempio,
un’assistenza per la gestione delle crisi aziendali e l’audit giuridico dei principali contratti dell’impresa. Due esempi concreti dell’impegno di Generali in materia ambientale 1. Il progetto di un grattacielo à La Défense (interland parigino) : la torre Generali sarà la più alta torre ecologica d’Europa. Forte dei suoi 300 metri di altezza e 50 piani, l’edificio totalizzerà 90.000 m2. L’opera integrerà tutte le tecnologie più avanzate (turbine a vento, pannelli solari, ricuperatori d’acqua, raffreddamento naturale dell’immobile, …) al fine di minimizzare l’impatto sull’ambiente. L’utilizzo di queste tecniche permetterà di ridurre del 60% il consumo d’energia dello stabile ed il 70% delle emissioni di CO2 rispetto ad un fabbricato classico. L’opera dovrebbe essere consegnata nel 2011. 2. Una barca ecologica per il Vendée Globe Challenge : Proseguendo l’impegno tradizionale nel campo della corsa d’altura, Generali ha costruito un veliero di 60 piedi (18,28 metri) concepito sulla base
di un progetto innovativo che integra le energie rinnovabili (motore alimentato a diester, pannelli solari, eoliche, …) per fornire elettricità all’imbarcazione. Fondata a Trieste nel 1831, Generali è oggigiorno largamente presente nel mondo. Il Gruppo opera in 42 paesi, in particolare in Europa, Asia ed America latina. Nel 2005, è diventata la prima compagnia estera in Cina e, nel 2006, ha iniziato ad operare in India. L’attività del Gruppo tocca tutti i settori dell’assicurazione, i servizi finanziari e l’assistenza. Nel 2006, Generali ha realizzato un fatturato pari a 64,5 Md€ ed un risultato netto consolidato di 2,4 Md€. Il Gruppo gestisce 397 Md€ di attivi, conta 61.000 collaboratori, 30.000 agenti e distributori indipendenti, e quasi 50 milioni di clienti nel mondo. La Francia rappresenta il 2° mercato del Gruppo dopo l’Italia. Presente nell’esagono dal 1832, Generali ha accelerato il proprio sviluppo a partire dalla metà degli anni 90, grazie ad un forte dinamismo interno ed a svariate acquisizioni. Con il 7,5% del mercato francese,
Generali è attualmente il 2° assicuratore generico nazionale, con una clientela composta da oltre 6 milioni di persone fisiche, 560.000 imprese e professionisti. Generali conta quasi 8000 dipendenti e si appoggia a canali di distribuzione diversificati, i quali costituiscono una delle reti più potenti di Francia, con 1200 agenti generali, 2000 mediatori, 1500 gestori indipendenti di patrimoni, 2200 consulenti a stipendio, importanti partners bancari ed internet providers. Nel 2006, Generali France ha proseguito la sua crescita con un attivo di 14,2 Md€ e un risultato netto consolidato di 405 M€ con un rialzo del 38 %. Generali è presente nel Principato di Monaco dal 1921. In effetti, la prima agenzia della “Concorde” (fliliale al 100% di Generali dal 1905) fu affidata al Sig. Laurenti, poi, nel 1956, al Sig. Comberti, e dal 1975 ai Signori Mourenon e Giannotti. L’agenzia da loro diretta si trova al 3° posto nella classifica del Gruppo. Ci piace ricordare infine che il dott. José Giannotti è Consigliere di amministrazione dell’AIIM.
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Generali Un assureur s’engage pour la protection de l’environnement Croissance démographique, aménagement des territoires (déforestation,…) accroissement des transports, pollution, conduisent à une multiplicité de facteurs de risques sans précédent. Autre facteur alarmant : l’exploitation intensive des ressources fossiles ou naturelles conduit inéluctablement à leur épuisement et ce phénomène s’accélère. Ainsi, en 2005, il a été consommé dans le monde autant d’énergie que durant toute la décennie des années 1950-1960. Ce constat doit conduire à une mutation des modèles économiques actuels car il sera nécessaire de transformer les schémas de production et d’approvisionnement de nombre d’industries face à ces enjeux.
En l’espace d’une génération, l’environnement qui était stable s’est dégradé, avec une augmentation sensible des aléas extrêmes (tempêtes, ouragans…) et une élévation du niveau des mers et des océans. Ces phénomènes ont des impacts directs sur le secteur de l’assurance : 1) Dans le domaine des catastrophes naturelles : La décennie des années soixante a recensé 27 catastrophes naturelles, représentant 89 milliards de dollars de préjudice, pour 6,5 milliards de dollars de dommages assurés; la période 1993-2002 a connu 63 catastrophes naturelles (2,3 fois plus), causant 567 milliards de dollars de préjudice (7 fois plus), pour 102 milliards de dommages assurés (15,6 fois plus) ; alors que 2004 était considérée comme une année exceptionnelle avec 123 milliards de dollars de dommages, 2005 est venu battre ce triste record avec plus de 150 milliards de dommages causés par
les deux ouragans Katrina et Wilma survenus en Louisiane et dans le golfe du Mexique. 2) Dans le domaine de la santé : Le réchauffement climatique a également des effets : les décès consécutifs aux canicules dont on redoute une accentuation de leur fréquence et de leur intensité. Certains experts s’inquiètent aussi de l’apparition de maladies tropicales dans des zones aujourd’hui tempérées qui seraient liée à une prolifération d’insectes due à une élévation des températures. Les affections respiratoires se développent sous l’effet de la pollution atmosphérique et celle de l’eau et des sols liée à l’utilisation intensive de substances chimiques occasionnera l’apparition de nouvelles maladies dont on évalue mal aujourd’hui l’impact à long terme. 3) Enfin, les phénomènes climatiques touchent de plein fouet le secteur de la réassurance qui concentre tous les grands risques. Face au caractère imprévisible de ces phénomènes (intensité, lieu de survenance, fréquence…), les assureurs pourraient être contraints d’allonger la liste des cas non assurables car, en cas d’accélération de la fréquence des catastrophes climatiques, ils n’auront plus le temps d’accumuler suffisamment de fonds propres pour faire face à des sinistres d’une telle ampleur. Le premier baromètre réalisé par l’IFOP pour Generali sur l’attitude des chefs d’entreprises français face aux nouveaux défis montre que les questions liées à l’épuisement des ressources fossiles (pétrole, gaz, charbon), les risques de pollution, la rareté de l’eau et plus largement à la problématique environnementale s’inscrivent au cœur de la vision stratégique des entreprises. 71% des décideurs considèrent que l’entreprise peut contribuer à relever ces défis ; 65% des personnes interrogées ont déclaré avoir prévu l’adaptation de la stratégie de leur entreprise pour faire face à ces nouveaux enjeux, dont 54% avant 5 ans. Generali souhaite agir dans ce domaine. Dans le code éthique qui défini les principes directeurs devant être suivis par l’ensemble de ses collaborateurs dans le monde, la Compagnie s’est engagée explicitement en faveur de la protection de l’environnement. Pour M. Claude Tendil, Président-Directeur Général de Generali France: “les assureurs doivent jouer un rôle de vigie face aux problèmes environnementaux. Le Groupe s’engage à préserver l’environnement qu’il consi-
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dère comme un patrimoine collectif essentiel. À cette fin, le Groupe prend ses décisions en s’assurant que ses initiatives économiques sont compatibles avec la préservation de l’environnement, et ce non seulement dans le respect des législations en vigueur, mais aussi en tenant compte des dernières avancées de la recherche scientifique et des meilleures pratiques dans le domaine écologique.” Dans son discours prononcé en octobre 2005 à l’Université de Paris-Dauphine pour la leçon inaugurale du master d’assurance, Claude Tendil a proposé une réflexion prospective sur le métier d’assureur face à un contexte environnemental préoccupant. Ce discours a fondé l’engagement de Generali dans le domaine de la sauvegarde de la planète, en précisant les trois rôles majeurs que doit désormais tenir un assureur qui place la question environnementale au coeur de son développement : 1 - Être capable de sanctionner les pratiques irresponsables en faisant oeuvre de pédagogie. Il prône une nouvelle approche de tarification et de souscription des risques pour dissuader des projets écologiquement dangereux.
2 - Mieux prévenir les risques en élargissant le champ du conseil. Par la voie du renforcement et de l’élargissement des études préalables et du conseil en prévention, les assureurs peuvent orienter les décisions de leurs clients entreprises et particuliers dans une stratégie gagnante pour eux, pour l’assurance et pour l’avenir de la planète. 3 - Être capable d’accompagner la naissance de technologies nouvelles par des solutions d’assurance innovantes. L’assureur doit ainsi dépasser son besoin d’établir des tarifs sur des statistiques historiques et accompagner ses clients dans des découvertes permettant de préserver l’environnement. Ces principes ont été mis en œuvre au sein de Generali France en priorité dans 4 domaines : l’environnement, la santé, la préparation de l’avenir et la sécurité des personnes et des biens. Ainsi Generali a la volonté d’agir de façon concrète en apportant conseils et avantages tarifaires aux clients désireux de contribuer à la préservation de l’environnement :
1/ - En développant les actions d’information et de sensibilisation du public en matière de prévention des risques, notamment les conséquences du réchauffement climatique; Au premier semestre 2006, une action de sensibilisation a été menée auprès des clients sur les bons réflexes à adopter pour préserver l’environnement en limitant sa consommation d’eau ou d’énergie ou encore en réduisant son volume de déchets. Un guide de prévention qui contient tous ces conseils pratiques a été édité à près de 200.000 exemplaires et remis aux clients. 2/- En incitant les clients - particuliers et entreprises - à adopter des attitudes ou des politiques plus respectueuses de l’environnement avec des tarifs plus attractifs et des services élargis. 3/ - En faisant connaître les initiatives exemplaires d’entrepreneurs, de collectivités ou de personnes qui innovent dans une logique économiquement rentable et écologiquement vertueuse, notamment sur son site internet, dédié aux questions liées au développement durable : www.generali-avenir.com. Monaco Imprese n° 4
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Pour les entreprises, Generali a fait figure de pionnier en lançant une méthode novatrice pour mieux évaluer les risques d’une PME. La démarche mise en œuvre consiste à proposer aux entreprises un diagnostic gratuit sur leurs performances et leur niveau de maîtrise des risques à partir de critères d’analyse élargis, dont certains sont liés au développement durable. A l’issue de cette évaluation, une note globale est attribuée à l’entreprise. Cette notation peut déterminer des avantages financiers (réduction de budget d’assurance global pouvant atteindre 30%) ou des services plus associés, comme, par exemple, une assistance gestion de crise ou l’audit juridique des principaux contrats de l’entreprise. Deux exemples concrets d’engagement de Generali en matière environnementale 1. Le projet d’une tour située à La Défense (92) : La Tour Generali sera la plus haute tour écologique d’Europe avec 300 mètres de haut et 50 étages, elle totalisera 90.000 m2. Elle intègrera toutes les technologies les plus avancées (turbines à vent, capteurs solaires, récupérateurs d’eau, plateaux végétalisés en façade, refroidissement naturel du bâtiment…) afin d’optimiser l’impact sur l’environnement. L’utilisation de ces différentes techniques permettra de réduire de 60 % la consommation
d’énergie du bâtiment et ses émissions de CO2 de 70 % par rapport à une tour classique. Elle devrait être livrée en 2011. 2. Un Bateau écologique pour le Vendée Globe Challenge : Poursuivant son engagement traditionnel dans le domaine de la course au large, Generali a construit un voilier de 60 pieds (18,28 mètres) conçu sur un projet novateur qui intègre des énergies renouvelables (moteur au diester, capteurs solaires, éoliennes) pour alimenter les besoins en électricité du bateau. Fondé à Trieste en 1831, Generali est aujourd’hui largement implanté dans le monde. Le Groupe opère dans 42 pays, plus particulièrement en Europe, en Asie et en Amérique Latine. En 2005, il est devenu le premier assureur étranger en Chine et a démarré son activité en Inde en 2006. Son activité touche toutes les branches de l’assurance, les services financiers et l’assistance. En 2006, Generali a réalisé un chiffre d’affaires de 64,5 Md€ et un résultat net consolidé de 2,4 Md€. Il gère 397 Md€ d’actifs. Il compte 61.000 collaborateurs, 30.000 agents et distributeurs indépendants et près de 50 millions de clients dans le monde entier. La France est, par ordre d’importance, le 2ème marché du Groupe, après l’Italie.
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Implanté dans l’Hexagone depuis 1832, Generali y a accéléré son développement, à partir du milieu des années 90, grâce à sa forte dynamique interne et en procédant à différentes acquisitions. Avec 7,5 % du marché français, Generali est aujourd’hui le 2ème assureur généraliste national, avec une clientèle qui atteint plus de 6 millions d’assurés ainsi que 560 000 entreprises et professionnels. Generali compte près de 8 000 salariés et s’appuie sur des canaux de distribution diversifiés qui constituent l’un des réseaux les plus puissants en France, avec 1200 agents généraux, 2000 courtiers, 1500 gestionnaires de patrimoine indépendants, 2200 conseillers salariés ainsi que de grands partenaires bancaires et internet. En 2006, Generali France a poursuivi sa croissance, avec une activité de 14,2 Md€ et un résultat net consolidé en hausse de 38 %, à 405 M€. Generali est présent en Principauté de Monaco depuis 1921. En effet, la première agence de la “Concorde” (filiale à 100% de Generali depuis 1905) fut confiée à M. Laurenti, puis, en 1956, à M. Comberti, et depuis 1975 à Messieurs Mourenon et Giannotti (ce dernier est aussi Conseiller d’administration de l’AIIM, ndlr.). L’agence qu’ils dirigent se situe au 3ème rang dans le classement du Groupe. Fabrizio Carbone
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L’AIIM sottoscrive la Carta sulla Responsabilità Sociale delle Imprese L’Associazione degli Imprenditori Italiani di Monaco ha risposto all’appello lanciato dalla Jeune Chambre Economique, unendosi alle imprese ed organismi monegaschi che hanno manifestato il loro impegno per lo sviluppo sostenibile. Nel corso della presentazione ufficiale della Carta, al Monte Carlo Beach Hôtel, il Segretario Generale dell’AIIM, Fabrizio Carbone, ha firmato la dichiarazione in nome e per conto dell’associazione. Redatta dalla Jeune Chambre, di concerto con numerosi organismi associativi, istituzionali ed economici monegaschi, la Carta vuole essere un manuale d’istruzioni ad uso delle entità desiderose di svilupparsi tutelando l’ambiente. Questo documento è concepito attorno a tre punti : lo sviluppo sociale, lo sviluppo economico e la protezione dell’ambiente, e permette ai firmatari d’affermare la loro volontà di promuovere lo sviluppo ecoresponsabile nella vita economica di Monaco. I partecipanti hanno avuto modo di parlare delle loro esperienze nei rispettivi settori d’attività. Per l’AIIM è intervenuto l’Ing. Mauro Migliorero, direttore dello studio BICQ, il quale ha presentato le norme internazionali elaborate dall’ISO (International Standard Organisation) che permettono d’ottenere certificazioni in tutti i settori, tra cui l’ambiente (norme ISO 9001 - ISO 14001 - SA8000, ecc.).
L’AIIM soutient la Chartre sur la Responsabilité Sociétale des entreprises L’Association des Entrepreneurs Italiens de Monaco a répondu à l’appel de la Jeune Chambre Economique, en s’unissant aux entreprises et organismes monégasques qui ont manifesté leur engagement pour un développement durable. Au cours de la présentation officielle de la Chartre, au Monte Carlo Beach Hôtel, le Secrétaire Général de l’AIIM, M. Fabrizio Carbone, a signé la déclaration au nom et pour le compte de l’association. Rédigée par la Jeune Chambre en concertation avec de nombreuses entités associatives, institutionnelles et économiques monégasques, la Chartre se veut un mode d’emploi à destination de tout organisme souhaitant se développer en préservant l’environnement. Ce document est conçu autour de trois points : le développement social, le développement économique et la préservation de l’environnement, et permet aux signataires d’affirmer leur volonté de promouvoir le développement durable dans la vie économique de Monaco. Cet évènement a été l’occasion d’initier concrètement les entreprises présentes au développement responsable. Les intervenants ont fait part de leurs expériences dans leurs secteurs respectifs d’activité. Pour l’AIIM est intervenu M. Mauro Migliorero, directeur du cabinet BICQ, lequel a parlé des normes internationales développées par l’ISO (International Standard Organisation) qui permettent d’obtenir des certifications dans tous secteurs, dont l’environnement (normes de certification ISO 9001 - ISO 14001 - SA8000 , etc.). 36
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Elit Interim….
L’internale ecoresponsabile ! Presenti nel Principato di Monaco dal mese di ottobre 2005. ELIT INTERIM ha immediatamente aderito alla “Carta sulla Responsabilità Sociale delle Imprese” (promossa dalla Jeune Chambre Economique di Monaco, ndr.) inerente allo sviluppo sostenibile. ELIT INTERIM ha desiderato rispondere positivamente alle norme ambientali per convinzione, e si è rapidamente messa in conformità con i criteri fissati dalla Carta. Il suo direttore generale, Jacques Cohen, è largamente convinto della necessità di adottare un’etica ecoresponsabile in seno all’azienda. Monaco Imprese ha voluto incontrare questa squadra fortemente motivata. Monaco Imprese : Vi siete stabiliti a Monaco da poco tempo. Era così importante aderire rapidamente alla “Carta sulla Responsabilità Sociale delle Imprese” ? Jacques Cohen : Anche se siamo una piccola squadra, ci sentiamo responsabili e consideriamo di primaria importanza giocare la carta dello sviluppo sostenibile. Il risparmio energetico, la raccolta differenziata, l’utilizzazione di carta riciclata erano tutte cose facili da fare. Bastava un minimo di organizzazione ed è quello che abbiamo fatto.
M.I. : Siete arrivati a Monaco nel 2005. Qual’è stato il vostro apporto al lavoro interinale monegasco ? Jacques Cohen : Il nosto punto di forza è la presenza e l’impegno in tutti i settori di attività. D’altro canto, abbiamo saputo sviluppare un clima di fiducia grazie alla nostra reattività, ed un servizio di qualità in un contesto dinamico e motivante per i principali attori del mercato. La politica che seguiamo è sia umana, sia vicina ai problemi della gente. Francine Astolfi (responsabile dell’agenzia) : Essendo la soddisfazione del cliente e del candidato l’obiettivo prioritario dell’agenzia, creiamo una relazione duratura tra le due parti e ci adoperiamo per garantire sia lo svolgimento della missione conformemente alle aspettative del cliente, sia lo sviluppo professionale del lavoratore interinale. M.I. : Quali sono i settori di attività che privilegiate ? Francine Astolfi : Non privilegiamo nessun settore in particolare perché rispondiamo a tutte le domande in tutti i settori di attività : ristorazione, immobiliare, grande distribuzione, industria, ... Ci sono naturalmente settori
con maggiori richieste degli altri, ma prestiamo la stessa attenzione nei confronti di tutti. M.I. : Il fatto di essere generici vi sembra un vantaggio ? Jacques Cohen : Questa è la nostra forza in quanto rivolgendoci ad un ampio e variegato settore professionale, non rifiutiamo alcuna candidatura e ciò ci consente di arricchire la nostra banca dati e di poter rispondere a molte domande. Il fatto di essere generici non impedisce al nostro personale d’interessarsi delle particolarità di ciascun settore economico o professionale, al fine di rispondere in modo attento e preciso alle aspettative del cliente. M.I. : Quante domande ricevete afferenti a collaborazioni con italiani ? Francine Astolfi : Dal nostro arrivo ad oggi, abbiamo creato un archivio di oltre 2000 domande di lavoro interinale, di cui un buon 20% proveniente da italiani. Quest’ultimo dato è molto sensibile al lavoro stagionale.
Brigitte Broutin, Jacques Cohen, Francine Astolfi Monaco Imprese n° 4
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Francine Astolfi, Brigitte Broutin, Jacques Cohen
Elit Interim…. L’intérim autrement ! Installée en Principauté depuis octobre 2005, ELIT INTERIM s’est immédiatement investie dans la “Charte sur la Responsabilité Sociétale des Entreprises” (promue par la Jeune Chambre Economique de Monaco, ndlr.) dans le cadre du développement durable. ELIT INTERIM a souhaité répondre aux normes environnementales par conviction et s’est rapidement mise en conformité avec les différents critères fixés par la Charte. Son directeur général, Jacques Cohen est largement convaincu de la nécessité d’adopter une éthique éco-citoyenne au sein de l’entreprise. Monaco Imprese est allé à la rencontre d’une équipe éco-responsable. Monaco Imprese : Vous êtes installés sur la Principauté depuis peu, était-il important d’adhérer si rapidement à la “Charte sur la Responsabilité Sociétale des Entreprises” ? Jacques Cohen : Même si notre implantation sur Monaco est récente, nous nous sentons responsables et avons trouvé primordial de jouer la carte du développement durable. Aider à la maîtrise d’énergie, utiliser le tri sélectif et se servir de papier recyclé étaient 38
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simples à mettre en place. Il suffisait de procéder immédiatement aux quelques aménagements nécessaires et c’est ce que nous avons fait. M.I. : Vous êtes arrivés à Monaco en 2005. Qu’avez-vous apporté en plus à l’intérim monégasque ? Jacques Cohen : D’une part la diversité par notre engagement dans tous les secteurs d’activités. D’autre part, nous avons su développer un climat de confiance et de proximité grâce à notre réactivité, un service de qualité avec une ambiance dynamique et motivante pour les principaux acteurs du marché. Notre politique est à la fois humaine et professionnelle. Francine Astolfi (responsable de l’agence) : L’objectif prioritaire de notre agence étant la satisfaction du client et du candidat, nous établissons une relation durable entre les 2 parties que nous mettons en contact et entretenons ce lien privilégié pour assurer d’une part des missions conformes à la demande du client et d’autre part pour favoriser l’épanouissement professionnel de l’intérimaire. M.I. : Quels sont vos secteurs d’activités privilégiés ? Francine Astolfi : Nous ne privilégions pas un secteur en particulier car nous nous sommes engagés à répondre à toutes demandes dans tous les sec-
teurs d’activités : Hôtellerie, Restauration, Tourisme, Bâtiment, Tertiaire, Grande Distribution, Industrie….Il y a bien entendu des secteurs plus demandeurs que d’autres mais nous restons à l’écoute de chaque profession. M.I. : Le fait d’être généraliste vous paraît-il être un atout ? Jacques Cohen : Là est notre atout, car en nous adressant à un secteur large et varié, nous ne refusons aucune candidature ce qui permet d’enrichir notre fichier d’intérimaires et de pouvoir répondre à diverses demandes. Le fait d’être généraliste n’empêche pas notre personnel permanent de s’intéresser et s’informer des spécifications que requière chaque domaine d’activité voire même chaque profession, pour répondre de manière précise aux attentes du client. M.I. : Avez-vous de nombreuses demandes pour des collaborations avec des Italiens ? Francine Astolfi : Depuis notre installation, nous avons déjà enregistré un fichier de plus de 2000 intérimaires et il faut compter à peu près 20% de demandes concernant les citoyens Italiens. Ces dernières varient en fonction du travail saisonnier. Nelly Nussbaum / Karine Dal-Pont
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Finanza e sivuppo sostenibile Investimenti finanziari nelle società che seguono strategie aziendali compatibili con le politiche di sviluppo sostenibile : quali reali opportunità ?
Gabrilele Tagi Una definizione di questa tipologia di società è quella data dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente che le identifica come aziende che cercano di minimizzare l’impatto ambientale della loro attività e contribuiscono internazionalmente allo sviluppo sociale ed economico delle comunità in cui agiscono. Si tratta in sostanza di società che applicano misure di risparmio energetico, perseguono un’attenta politica di controllo dell’inquinamento, favoriscono l’etica nel comportamento aziendale, forniscono supporto ad iniziative sociali della comunità. Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito alla nascita di numerosi fondi di investimento focalizzati su società che meglio rappresentano strategie e modelli di crescita congruenti con lo sviluppo sostenibile, anche chiamate “SD Companies” (Sustainable Development Companies). Dal 1994 ad oggi l’indice Dow Jones Sustainability ha avuto una rendimento medio annuo composto in USD dell’ 8,47% contro il 7,22% medio annuo del Morgan Stanley World .Ciò significa che il differenziale assoluto di performance tra i due indici, in quattordici anni, è stato del 47% circa. Occorre essere cauti nelle comparazioni poichè gli investimenti azionari internazionali tendono a seguire un approccio 40
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di diversificazione globale per settori. Non e’ dunque così facile attribuire alla corporate governance socialmente responsabile il merito della migliore performance, visto che i settori merceologici dell’indice Dow Jones Sustainability sono diversamente rappresentati rispetto al Morgan Stanley World .
- L’impegno a favorire la partecipazione dei dipendenti alla gestione aziendale e dunque ad instaurare rapporti sindacali più distesi ; - L’eccellenza nella gestione del rischio ; sono tutti atteggiamenti di responsabilità sociale che qualificano una “SD company”.
Se compariamo poi alcuni indici borsistici particolari relativi a settori che più beneficiano del flusso di investimenti legati alla riqualificazione del contesto ecologico, con indici borsistici azionari globali, i risultati sono ancora più eclatanti ; differenziali di performance di decine di punti percentuali sono riscontrabili sulla sola osservazione degli ultimi quattro anni .
Nel mondo dei paesi industrializzati, oggigiorno, la qualifica di “SD company” è ricercata consapevolmente come termine equivalente ad eccellenza nella gestione aziendale e come fattore determinante nella ricerca della massimizzazione dei risultati gestionali. Tutto ciò è ancora più evidente se si fa riferimento al mondo delle multi-nazionali, dove la capacità di accedere a nuovi mercati internazionali e strettamente legata alla credibilità ed accettabilità politica per la comunità beneficiaria.
In questo caso tuttavia non parliamo necessariamente di investimenti in SD companies, quanto di investimenti in settori legati allo sviluppo durevole, senza entrare nel merito della corporate governance aziendale. E’ tuttavia intuitivo che nelle cosiddette ‘green companies’ prevalga una logica di gestione aziendale socialmente responsabile. Veniamo ai fattori logici che rendono gli investimenti in “SD companies” tendenzialmente attraenti. Bisogna dire che, a fronte di un’offerta di fondi specializzati ancora limitata, la domanda di investimenti socialmente responsabili tende ad aumentare ed auto-alimentarsi per due motivi : - La crescente sensibilità dell’opinione pubblica verso argomenti di responsabilità sociale convoglia sempre nuovi flussi di capitale verso questi strumenti; - Molti investitori istituzionali, soprattutto di natura previdenziale, si sono dotati di regole atte a favorire investimenti socialmente responsabili. Ma addentrandoci meglio nel significato di “SD company” comprenderemo facilmente che la natura stessa di queste società è foriera di migliori performance aziendali e dunque borsistiche: - La trasparenza e completezza delle informazioni contabili; - La massimizzazione dell’efficienza, intesa come minimizzazione degli sprechi;
In buona sostanza oggi, per tutte le grandi società la qualifica di “SD company” è diventata quasi imprescindibile e, l’eventuale mancanza di tale riconoscimento, tenderebbe a penalizzare significativamente la società stessa. Tuttavia proprio perché si tratta di un elemento quasi imprescindibile è ormai largamente diffuso tra tutte le società e non rappresenta più un elemento così importante di distinzione nella performance. Questa tendenza penso sia ampiamente riflessa nella differenza di performance tra l’indice Dow Jones Sustainability e l’indice Morgan Stanley : se infatti il primo indice ha cumulato una sovra-performance pari a circa il 47% dal 94 al 2007, dal 2000 al 2007, questa sovra-performance è stata pari soltanto al 3%. In sostanza dunque l’investitore che ricerchi una sovra-performance può ancora fare riferimento a strumenti di investimento specializzati nelle “SD companies”, senza tuttavia aspettarsi sovra-performance particolarmente significative rispetto agli indici globali di mercato. Maggiori attese di performance invece, riguardano quei prodotti che più si focalizzano sui beni e servizi ecologici ed energie alternative. Secondo la stima di numerosi economisti, nei prossimi anni verranno investiti circa 2,5/3 trilioni di USD all’anno per l’adattamento al nuovo contesto ecologico. E’ chiaro che i settori del trattamen-
to dei rifiuti, delle energie rinnovabili, dell’acqua ecc., saranno i grandi beneficiari e dunque continueranno a manifestare una crescita molto elevata. In questo caso dunque le attese di performance possono essere significativamente più elevate, tuttavia facendo attenzione ad alcuni rischi. Tutto il settore ambientale è largamente finanziato da contributi pubblici, che, in un contesto congiunturale ancora favorevole e di solidità dei bilanci pubblici statali, sono più facilmente disponibili. Tuttavia, in un contesto recessivo, la situazione cambierebbe radicalment. Si ricordi, ad esempio, che proprio per questo motivo, molte “green companies” all’inizio degli anni 90 hanno stentato a decollare.
Finance et développement durable Des investissements financiers dans les sociétés qui poursuivent des stratégies d’entreprises cohérentes avec le développement durable : quelles sont les réelles perspectives ? Une définition de ce type de sociétés est celle donnée par la Commission mondiale sur l’environnement qui les identifie comme des entreprises qui cherchent à réduire au maximum l’impact environnemental de leur activité et contribuent au développement social et économique des communautés dans lesquelles elles interviennent. Il s’agit en général de sociétés qui appliquent des mesures d’économie d’énergie, suivent une politique rigoureuse de contrôle de pollution, favorisent l’éthique dans le comportement d’entreprise, et qui apportent un soutien aux initiatives sociales de la communauté. Au cours des quinze dernières années, nous avons assisté à la naissance de nombreux fonds d’investissement axés sur des sociétés qui représentent au mieux les stratégies et les modèles de croissances cohérents avec le développement durable, également appelées “SD Companies” (Sustainable Development Companies). De 1994 à aujourd’hui l’indice Dow Jones Sustainability a connu un rendement moyen annuel composé de 8,47 % contre 7,22% pour le Morgan Stanley World. Cela signifie donc que le différentiel absolu de performance entre les deux indices a été de 47% environ en quatorze ans. Il faut être vigilant dans les comparaisons, étant donné que les investissements internationaux en actions ont tendance à suivre une approche de diversification globale par secteur. Il n’est donc pas si facile d’attribuer à la “Corporate governance” socialement
responsable, le mérite de l’amélioration de la performance, étant donné que les secteurs de produits exposés de l’indice Dow Jones Sustainability sont représentés différemment par rapport à celui du Morgan Stanley World. Si nous comparons ensuite quelques indices boursiers spécifiques dans des secteurs qui bénéficient de flux d’investissements liés au reclassement du contexte écologique avec des indices globaux d’actions en bourse, les résultats sont encore plus probants. Des différentiels de performance de dizaines de points de pourcentage ont été constatés en tenant compte uniquement des quatre dernières années. Dans ce cas, toutefois, nous ne parlons pas nécessairement des investissements dans des “SD companies”, mais des investissements dans des secteurs liés au développement durable, sans aborder la question de la “Corporate Governance”. Il est cependant naturel que dans ces sociétés appelées “Green Companies” prévale une logique de gestion d’entreprise, socialement responsable. Abordons les facteurs logiques qui rendent les investissements dans les “SD Companies” fondamentalement attrayants. Il faut dire que, face à une offre de fonds spécialisée encore limitée, la demande d’investissements socialement responsables tend à augmenter et à s’autoalimenter pour deux raisons : - La sensibilité croissante de l’opinion publique à des arguments de responsabilité sociale attire de plus en plus de nouveaux flux du capital vers ces instruments ; - Beaucoup d’investisseurs institutionnels, surtout des organismes de prévoyance sociale, se sont dotés de règles destinées à favoriser des investissements socialement responsables. Mais en nous engageant dans une définition plus poussée du terme “SD Company” nous comprendrons facilement que la nature intrinsèque de ces sociétés est porteuse de meilleures performances entrepreneuriales et donc boursières : - La transparence et le caractère exhaustif des informations comptables ; - L’optimisation de l’efficacité, visant à réduire le gaspillage ; - L’engagement à favoriser la participation des salariés à la gestion d’entreprise et donc à instaurer des rapports syndicaux plus détendus ; - L’excellence dans la gestion du risque. Ces caractéristiques sont des comportements de responsabilité sociale qui caractérisent une “SD Company”. D a n s l e s p ay s i n d u s t r i a l i s é s, aujourd’hui, la qualification de “SD Company” est sciemment recherchée
comme synonyme d’excellence dans la gestion d’entreprise et comme facteur déterminant dans la recherche de l’optimisation des résultats de gestion. Tout ceci est encore plus évident si l’on se réfère au monde des multinationales où la capacité de percer sur de nouveaux marchés internationaux est étroitement liée à la crédibilité et à l’acceptabilité politique pour la communauté bénéficiaire. En définitive aujourd’hui, la qualification de “SD Company” est devenue presque incontournable pour toutes les grandes sociétés et l’éventuel manque d’une telle reconnaissance aurait tendance à pénaliser de manière significative la société elle-même. Cependant, elle ne représente plus un élément de distinction aussi important dans la performance parce qu’il s’agit justement d’un élément presque incontournable et désormais largement diffusé parmi toutes les sociétés. Cette tendance est amplement reflétée dans la différence de performance entre l’indice Dow Jones Sustainability et l’indice Morgan Stanley : si en réalité le premier indice a accumulé une surperformance égale à environ 47% de 1994 à 2000, cette surperformance équivaut à seulement 3% de 2000 à 2007. Enfin, l’investisseur qui recherche une surperformance peut donc encore se référer à des instruments d’investissement spécialisés dans les sociétés à développement durable sans pour autant s’attendre à une surperformance particulièrement éloquente par rapport aux indices globaux du marché. Des attentes de performance exigeantes concernent plutôt les fonds axés sur les produits et services écologiques et énergies alternatives. Selon une estimation de nombreux économistes, environ 2,5/3 trillions de dollars seront investis chaque année dans l’adaptation au nouveau contexte écologique au cours des années à venir. Il est clair que, les secteurs de traitement des déchets, des énergies renouvelables, de l’eau, etc. seront les grands bénéficiaires et continueront donc à réaliser une croissance fulgurante. Dans ce cas, les attentes de performance peuvent donc être bien plus élevées, en faisant toutefois attention à certains risques. Tout le secteur environnemental est largement financé par les subventions publiques qui, dans un contexte conjoncturel encore favorable et des bilans publics solides, sont plus facilement disponibles. Cependant, dans un contexte de récession, la situation changerait radicalement ; on se rappelle par exemple que, pour cette raison particulière, beaucoup de “green companies” au début des années 90 ont eu du mal à décoller. Gabriele Tagi Monaco Imprese n° 4
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Dresdner Bank
Un impegno per l’ambiente e la Fondazione Principe Alberto II di Monaco Monaco Imprese : La Dresdner Bank (socio corrispondente dell’AIIM, ndr.) è conosciuta per essere molto attenta e sensibile alle politiche di sviluppo sostenibile. Quali sono le azioni concrete che avete realizzato in passato ed i progetti futuri ? Dresdner Bank : Il clima è un fenomeno in continuo mutamento. Oggigiorno, tuttavia, notiamo un’accelerazione significativa del cambiamento climatico rispetto al passato dovuta all’azione dell’uomo. Il riscaldamento del pianeta rappresenta un rischio concreto per l’economia globale, influenzando in maniera sostanziale lo stato di salute delle imprese, la disponibilità di risorse naturali ed il conseguente costo dell’energia. I mutamenti climatici hanno ripercussioni anche nel mondo della finanza.
Charles Sirna Administrateur Délégué, CEO 42
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Le banche ed i risparmiatori hanno bisogno di conoscere con assoluta certezza le linee guida inerenti alla politica ambientale per valutare ed orientare gli investimenti. La necessità di rivoluzionare il settore energetico apre nuove prospettive per lo sviluppo economico e sociale. La soluzione chiave consiste essenzialmente nell’adozione, a livello mondiale, di tecnologie low-carbon. Il gruppo Dresdner Bank ha un ruolo di grande rilievo nel settore dei finanziamenti ed investimenti connessi al clima ed al credit risk management. I principali campi d’azione della banca sono i seguenti : - Studio, revisione e ottimizzazione del suo internal carbon risk management; - Definizione degli impatti e dei rischi concreti legati alla carbon risk reduction, così come alle strategie di mercato
in campo energetico; - Consolidamento della posizione di top player nel trading europeo delle emissioni e conseguente sviluppo della relativa consulenza a beneficio dei clienti; - Finanziamenti agevolati per programmi pubblici focalizzati sulla implementazione delle tecnologie low-carbon. M.I. : S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco ha recentemente nominato nel Consiglio di Amministrazione della Sua Fondazione, il Sig. Otto Steinmetz, attuale componente del Consiglio Direttivo di Dresdner Bank. In che modo sarà coinvolta la Dresdner Bank nelle attività della Fondazione? Dresdner Bank : Il 3 ottobre 2007, in occasione della seconda riunione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, il Principe Sovrano ha dato
Joachim Strautmann Administrateur Délégué
il benvenuto a due nuovi consiglieri : John Gummer, già Segretario di Stato britannico incaricato per l’ambiente, e Otto Steinmetz, componente del Consiglio di Amministrazione del nostro Gruppo e responsabile del Dipartimento Risk, nonché del gruppo di esperti in materia di clima in Allianz. In tale occasione, sono stati presentati quattro nuovi progetti che vedranno coinvolti sia i componenti della Fondazione, sia I rispettivi Gruppi di appartenenza, nella realizzazione di uno studio dell’impatto del riscaldamento globale sullo stato di salute degli orsi polari e del loro habitat naturale; formalizzazione di una missione in Madagascar e Monzambico, finalizzata ad implementare le conoscenze sulla biodiversità; promozione della cooperazione fra centri urbani per il trattamento dei rifiuti al fine di finalizzare progetti concreti; promozione e sviluppo della coltivazione di piante medicinali in Africa, al fine di incoraggiare lo sviluppo economico e sociale di queste regioni. M.I. : In che modo Dresdner Bank Monaco ed il suo dirigente, Charles Sirna, possono contribuire al conseguimento degli obiettivi di S.A.S. il Principe Alberto II e della Sua Fondazione ? Charles Sirna : Prima di tutto, si tratta di una convinzione personale. Ho molto apprezzato l’impegno di S.A.S. il Principe Alberto II sancito nel discor-
so che Egli ha pronunciato in occasione della sua intronizzazione il 12 luglio 2005. Il Sovrano ha chiaramente affermato che la salvaguardia dell’ambiente deve rappresentare l’apporto concreto del Principato di Monaco alla Comunità internazionale. Quando, nel 2006, ho saputo che il Principe Sovrano si recava al Polo Nord, ho immediatamente capito che il Gruppo Dresdner Bank disponeva di competenze e risorse idonee a sostenere la Sua volontà politica. Bisognava tuttavia creare un legame tra noi. Così ho proposto alla nostra casa madre d’intitolare la nostra inaugurazione : “L’impegno del Principato di Monaco e della Dresdner Bank in materia di protezione del clima ed in favore dello sviluppo sostenibile”, e d’invitare S.A.S. il Principe Alberto II, il quale ci ha onorato della Sua presenza. L’inaugurazione è stata preceduta da un incontro preparatorio, da me organizzato, tra S.E. Bernard Fautrier, Vicepresidente e Amministratore Delegato della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, ed il dott. Sandhoevel, Direttore Generale di Allianz Climate Solutions. In seguito, S.E. Bernard Fautrier ha invitato la Dresdner Bank a partecipare alla sessione inaugurale del Salone EVER (veicoli ecologici, ndr.) nel marzo 2007. Ho colto questa opportunità per sensibilizzare i massimi responsabi-
li delle filiali del Gruppo, quali RMC Londra e Allianz Global Investors Münich (il terzo gestore di attivi patrimoniali al mondo) ed organizzare il primo contatto tra S.E. Bernard Fautrier ed il Sig. Steinmetz, membro del Direttivo della Dresdner Bank, gettando in questo modo le premesse all’ingresso di quest’ultimo nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione. Abbiamo in programma per il prossimo 27 febbraio 2008, una colazione di lavoro nella sede berlinese di Dresdner Bank, alla quale dovrebbero partecipare il Principe Sovrano, molte personalità politiche tedesche, i più alti dirigenti del nostro Gruppo e di Allianz, e le più prestigiose imprese tedesche specializzate nelle questioni legate allo sviluppo sostenibile. In tale sede, S.E. Bernard Fautrier ed il Consigliere di Governo per l’ambiente e le infrastrutture, Robert Calcagno, presenteranno i progetti della Fondazione e del Governo monegasco. Quanto detto dimostra la mia forte convinzione e grande pazienza nell’attesa dei primi risultati. E’ compito di un dirigente di filiale mettere in risalto le specificità locali e fare comprendere alla direzione generale della casa madre l’effetto leva ottenibile combinando la volontà politica locale con la forza di primari gruppi mondiali. Monaco Imprese n° 4
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Nonostante la nostra attività principale a Monaco sia quella di soddisfare una clientela esigente in materia d’investimenti finanziari di alto spessore, è nostro dovere - e, in materia di ambiente, un dovere morale - contribuire all’irraggiamento internazionale del Principato di Monaco, favorendo nello stesso tempo gli interessi del Gruppo.
Dresdner Bank Un engagement pour l’environnement et pour la Fondation Prince Albert II de Monaco Monaco Imprese : La Dresdner Bank (membre correspondant de l’AIIM, ndlr.) est connue pour être très attentive et sensible aux politiques de développement durable. Quelles sont les actions concrètes que vous avez menées et les projets futurs ? Dresdner Bank : Le climat change continuellement et depuis toujours. Aujourd’hui nous remarquons toutefois une accélération significative de ce phénomène par rapport au passé à cause des comportements humains. Le réchauffement de la planète représente un risque concret pour l’économie globale, en influençant sensiblement l’état de santé des entreprises, la disponibilité de ressources naturelles et, par conséquence, le coût de l’énergie. Les changements climatiques ont aussi des répercussions dans le monde de la finance. Les banques et les épargnants ont besoin de connaître clairement les grandes lignes des politiques environnementales pour évaluer et diriger les investissements. La nécessité de révolutionner le secteur énergétique ouvre de nouvelles perspectives pour le développement économique et social. La solution-clé consiste essentiellement en l’adoption, à niveau mondial, de technologies lowcarbon. Le Groupe Dresdner Bank joue un rôle significatif dans le secteur des financements et investissements liés au climat et au credit risk management. Les principaux champs d’action de la banque sont les suivants : - Etude, révision et optimisation de son internal carbon risk management; - Définition des impacts et des risques concrets liés à la carbon risk reduction, ainsi qu’aux stratégies de marché en matière énergétique; - Consolidation de la position de top player dans le trading européen des émissions et développement conséquent de l’activité de conseil y afférente au bénéfice des clients; - Aides financières pour les programmes publiques inhérents à l’implantation de technologies low-carbon. 44
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M.I. : S.A.S. le Prince Albert II de Monaco a récemment nommé dans le Conseil d’Administration de sa Fondation, M. Otto Steinmetz, membre actuel du Conseil de Direction de Dresdner Bank. De quelle manière Dresdner Bank participera aux activités de la Fondation ? Dresdner Bank : Le 3 octobre 2007, à l’occasion de la deuxième réunion du Conseil d’Administration de la Fondation Prince Albert II de Monaco, le Prince Souverain a souhaité la bienvenue à deux nouveaux conseillers : M. John Gummer, ancien Secrétaire d’Etat britannique chargé de l’environnement, et M. Otto Steinmetz, membre du Conseil d’Administration de notre Groupe et responsable du département Risk, ainsi que du groupe d’experts en matière climatique chez Allianz. A cette occasion, quatre nouveaux projets ont été présentés. Ils verront la participation des membres de la Fondation et de leurs Groupes d’appartenance pour la réalisation d’une étude sur l’impact du réchauffement global sur l’état de santé des ours polaires et de leur habitat naturel ; la formation d’une mission à Madagascar et au Mozambique, destinée à implanter les connaissances sur la biodiversité; la promotion de la coopération entre centres urbains pour le traitement des ordures ménagères afin de finaliser des projets concrets ; la promotion et le développement de cultures de plantes officinales en Afrique afin d’encourager le développement économique et social en ces régions. M.I. : De quelle manière Dresdner Bank Monaco et son Directeur, M. Charles Sirna, peuvent-ils contribuer à la réalisation des objectifs de S.A.S. le Prince Albert II et de Sa Fondation ? Charles Sirna : Il s’agit d’abord d’une question de conviction personnelle. J’avais apprécié l’engagement de notre Souverain dans le discours qu’Il a prononcé à l’occasion de Son avènement le 12 juillet 2005. Il avait clairement indiqué que la préservation de l’environnement devait être l’un des apports de la Principauté à la communauté internationale. En 2006, lorsque j’ai su que S.A.S. le Prince Albert II se rendait au pôle nord, j’ai compris que le Groupe Dresdner Bank disposait des compétences et ressources capables de soutenir la volonté politique du Souverain. Il fallait cependant créer le lien entre les deux. C’est ainsi que j’ai proposé à notre maison mère d’effectuer notre inauguration sur le thème de “L’engagement de la Principauté de Monaco et de la Dresdner Bank sur la protection du climat et en faveur du développement durable”, et d’y inviter le Prince Souverain, lequel nous a honoré de Sa présence.
Avant cet évènement, s’étaient rencontrés en ma présence S.E. M. Bernard Fautrier, Vice Président et Administrateur Délégué de la Fondation Prince Albert II et le Dr. Sandhoevel, Directeur Général de Allianz Climate Solutions. Suite à cette rencontre, S.E. M. Bernard Fautrier nous a invités à participer à la session inaugurale du Salon EVER (véhicules écologiques, ndlr.) en mars 2007. J’ai saisi cette occasion pour sensibiliser les hauts responsables des filiales de notre Groupe, telles que RCM Londres et Allianz Global Investors Münich (le 3ème gérant d’actifs au monde) et organiser le premier contact entre Messieurs Fautrier et Steinmetz, membre du Directoire de Dresdner Bank, prélude à son entrée au sein du Conseil d’Administration de la Fondation Prince Albert II de Monaco. Nous préparons actuellement un déjeuner de travail au siège berlinois de Dresdner Bank, le 27 février 2008, auquel devrait participer le Prince Souverain, des personnalités politiques allemandes, des hauts dirigeants de notre Groupe, d’Allianz et des plus prestigieuses entreprises allemandes spécialisées dans les questions liées au développement durable. Au cours de ce déjeuner, S.E. M. Bernard Fautrier et le Conseiller de Gouvernement pour l’environnement et les infrastructures, M. Robert Calcagno, présenteront les projets de la Fondation et du Gouvernement Monégasque. On voit donc bien qu’il faut être armé de convictions fortes et de patience pour que les efforts puissent produire les premiers effets. Le rôle d’un dirigeant de filiale est aussi celui de mettre en valeur les spécificités locales, et de faire comprendre aux directions générales des maisons mères l’effet de levier réalisé en combinant la volonté politique locale avec la force de groupes mondialement reconnus. Ainsi, même si notre activité principale à Monaco est de satisfaire une demande exigeante en matière de services financiers haut de gamme, notre devoir - et dans le cas du développement durable je dirais même notre conscience - est de contribuer au rayonnement de la Principauté tout en favorisant les intérêts économiques de notre Groupe.
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Credere nell’avvenire e difendere le proprie opinioni
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Presente in 19 paesi con 30 filiali o succursali nel mondo e più di 2000 collaboratori, il Gruppo LCF Rothschild è diventato uno degli istituti finanziari indipendenti più dinamici d’Europa. Essendo presieduto e detenuto dal 1997 dal Barone Benjamin de Rothschild, figlio del Barone Edmond de Rothschild, il carattere familiare conferisce al Gruppo una posizione unica sulla piazza finanziaria e garantisce una grande indipendenza nella consulenza alla clientela. Mettiamo in opera, con convinzione e perseveranza, i principi alla base del successo della famiglia Rothschild da molte generazioni : una visione a lungo termine, insensibile alle mode, e l’alleanza tra know-how, innovazione ed etica alla ricerca costante dell’eccellenza a servizio dei patrimoni che ci sono affidati. Tra gli impegni difesi da lunga data dalle Fondazioni Edmond e Benjamin de Rothschild, la salvaguardia del pianeta ed il sostegno all’innovazione figurano al primo posto. Questa doppia vocazione è altresì condivisa dalla Fondazione Polare Internazionale, la quale riceve l’appoggio delle Fondazioni Edmond e Benjamin de Rothschild dalla sua creazione. L’apertura del Gruppo LCF Rothschild a questo progetto risponde alla volontà del Barone Benjamin de Rothschild di associare il gruppo bancario, da lui
presieduto, ad un tema di fondamentale importanza per il nostro futuro e, in particolare, di contribuire fattivamente alla diffusione della educazione e conoscenza in materia Per saperne di più : www.polarfoundation.org www.lcf.rothschild.com
Croire en l’avenir et défendre ses convictions Présent dans 19 pays avec 30 filiales ou succursales dans le monde et plus de 2000 collaborateurs, le Groupe LCF Rothschild est devenu l’un des établissements financiers indépendants les plus dynamiques d’Europe.
Présidé et détenu depuis 1997 par le Baron Benjamin de Rothschild, fils du Baron Edmond de Rothschild, son caractère familial lui confère une position unique sur la place financière et autorise une grande indépendance dans le conseil auprès de ses clients. Nous mettons en œuvre avec conviction et persévérance les principes qui ont fait le succès de la famille Rothschild depuis des générations : une vision à long terme ne cédant pas aux modes et l’alliance du savoir-faire, de l’innovation et de l’éthique dans une poursuite constante de l’excellence au service des patrimoines qui nous sont confiés. Parmi les engagements défendus de longue date au travers des Fondations Edmond et Benjamin de Rothschild, la protection de la planète et le soutien à l’innovation figurent au premier plan. Cette double vocation est également partagée par la Fondation Polaire Internationale qui reçoit ainsi le soutien des Fondations Edmond et Benjamin de Rothschild depuis sa création. L’ouverture du Groupe LCF Rothschild à ce projet répond à une volonté du Baron Benjamin de Rothschild d’associer le groupe bancaire qu’il préside à un thème majeur pour les années qui viennent et plus particulièrement de contribuer ainsi activement au rayonnement de l’éducation et de la connaissance sur ce sujet. Pour en savoir plus : www.polarfoundation.org www.lcf.rothschild.com Monaco Imprese n° 4
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Quattrocento esperti hanno discusso di energia nel convegno organizzato dalla Fondazione Farefuturo Lo scorso 17 gennaio si è svolto a Roma il convegno Una strategia energetica sostenibile, sicura e competitiva per l’Europa, organizzato dalla Fondazione Farefuturo. Il convegno, al quale hanno partecipato oltre quattrocento persone, esperti, addetti ai lavori, rappresentanti delle imprese del settore, si è aperto con la relazione del segretario generale di Farefuturo, Adolfo Urso presentatore e relatore della proposta di legge per un piano energetico nazionale che preveda anche la riapertura del nucleare civile in Italia, in corso di discussione in commissione Attività Produttive della Camera dei deputati - che ha illustrato il documento della Fondazione sui temi relativi all’energia. “Quella dell’energia - ha sottolineato Urso - anche per i suoi vitali risvolti economici e ambientali, è una questione che deve essere affrontata in modo bipartisan perché l’Italia ha bisogno di una rivoluzione copernicana da realizzare insieme e in fretta”. Occorre riaprire al nucleare in tempi brevi, come chiede anche il disegno di legge in esame nella Commissione Attività produttive. “L’indagine conoscitiva attivata - ha messo in evidenza Urso -
dimostra che vi sono tutte le condizioni tecnologiche, economiche e ambientali per riprendere il percorso interrotto dal referendum di vent’anni fa”, con il no alle centrali scaturito dal disastro di Chernobyl e dall’ondata emotiva che ne è seguita. I lavori si sono conclusi con l’intervento del ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani secondo cui sul nucleare l’Italia deve ripartire con la ricerca di quarta generazione e attrezzarsi per avere un know how, in modo tale che quando avremo la tecnologia, si possa prendere in considerazione la scelta. Bersani si è espresso anche sui termovalorizzatori affermando che “se si devono fare, allora vanno fatti”. Sulla riapertura all’energia atomica il presidente di Edison, Umberto Quadrino, ha dichiarato che “se verrà rilanciato un piano nazionale, tutte le aziende importanti dovranno fare uno sforzo ed Edison farà la sua parte”, aggiungendo che “è il momento di fare una riflessione non emotiva” sul nucleare che è “una delle opzioni da prendere seriamente in considerazione per il futuro”, perché “le fonti di energia che emettono poco o nulla non possono essere ignorate se si vogliono centrare gli obiettivi di Kyoto”. Per Massimo Romano, amministratore delegato di Sogin, per “migliorare la sicurezza energetica” occorre “disporre di tutte le opzioni tecnologiche, industriali e commerciali”. Per questo motivo, aziende, istituzioni ed enti di ricerca “devono lavorare per lasciare aperta l’opzione nucleare al Paese consentendogli, quando vi saranno le condizioni, di poter scegliere in piena libertà”. Romano ha sottolineato anche la necessità di puntare sulle competenze pubbliche: “Il nucleare non è il banale esercizio di una tecnologia, ma il governo di un sistema complesso in cui le competenze pubbliche sono più importanti di quelle industriali”. Laura Rinaldi Articolo pubblicato dal settimanale italiano TRIBUNA ECONOMICA
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Business Knowledge Bureau Pubbliche relazioni per un’industria piu’ moderna
Jean Kerwat Residente nel Principato dai primi anni ’90. Jean Kerwat è un Libero Professionista, associato all’AIIM, che svolge l’attività di Consulente in Pubbliche Relazioni nel campo dell’industria e della ricerca di partnership finanziarie e tecnologiche. Prima di giungere a Monaco, egli ha vissuto negli Stati Uniti dove ha lavorato in qualità di Advisor in Comunicazione Industriale. Monaco Imprese : Dott. Kerwat, ci descriva la sua attività professionale. Jean Kerwat : La mia attività consiste nell’introdurre imprese europee, in particolare appartenenti ai settori dell’edilizia ed Alta Tecnologia, in alcune Nazioni del Mediterraneo e del MedioOriente, e di procurare loro partnership in grado di garantire un valido e duraturo supporto negli stessi Paesi. Le imprese interessate a partecipare a nuovi progetti all’estero dovranno utilizzare tecniche avanzate di Business Intelligence per accelerare il processo di valutazione delle nuove opportu50
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nità. L’accordo con un Partner locale qualificato e la conclusione di eventuali joint-venture, oppure la costituzione di Consorzi per ogni singolo progetto, sono parte integrante della procedura. Infine, l’opportunità di prendere una partecipazione azionaria in un Gruppo e la ricerca di potenziali soci, sono incarichi che rientrano nella mia attività professionale. M.I. : Per quali motivi ha deciso di stabilirsi nel Principato di Monaco? Jean Kerwat : Monaco offre alcuni vantaggi importanti nel mondo delle Pubbliche Relazioni Industriali. Nel Principato risiedono, oppure vi transitano, imprenditori ed investitori di alto livello che sono azionisti e/o fanno parte dei Consigli d’Amministrazione di società di rilevanza internazionale. Un altro elemento essenziale è la vicinanza all’aeroporto internazionale di Nizza, ben collegato ai più importanti scali del Mediterraneo e del Medio
Oriente. Per me è indispensabile restare in contatto con clienti e imprese, ed essere aggiornato in tempo reale sulla loro decisione di valutare nuovi progetti oppure esplorare nuove opportunità. Ma non sono solo queste le ragioni per le quali risiedo nel Principato assieme a mia moglie ed ai miei due figli. A Monaco, una famiglia come la mia può condurre una vita più serena, ma sempre moderna, ed è il posto in cui abbiamo i nostri amici ed i nostri interessi. M.I. : Ci parli del suo impegno nel settore edile. Jean Kerwat : Il mio interesse per l’Edilizia nasce con la Laurea in Architettura, conseguita nel 1976 presso l’Università di Firenze. Pur restando nel campo delle Pubbliche Relazioni per l’Industria, seguo sempre da vicino tutte le fasi di un progetto, dalla presentazione alla realizzazione. Quando c’è disaccordo tra Cliente e Contractor, mi impegno al massimo
Attualmente rappresento un General Contractor libico a cui ho fatto stipulare un accordo con il Gruppo europeo che ha realizzato negli Emirati Arabi alcune delle opere edilizie di maggior rilievo. Ho sempre mantenuto solidi rapporti professionali in Libia, dove sono nato, ed ho avuto anche l’opportunità di collaborare, in qualità di Advisor, ad alcuni progetti nel Maghreb ed in Arabia Saudita. E’ un momento importante per gli investimenti soprattutto in quei Paesi del Nord Africa che beneficiano degli aumenti del costo del petrolio, di cui sono produttori, e che vogliono sviluppare attività con ampi margini di crescita in vari settori: Turismo, Edilizia, Alta Tecnologia, Trasporti, Agricoltura. La realizzazione di infrastrutture indispensabili all’accelerazione industriale aumenta in modo esponenziale la necessità di trovare fornitori di alto livello, capaci di soddisfare la domanda, rispettando gli standard internazionali di qualità. Molte società in Europa e negli USA, hanno le competenze necessarie per diventare Partner privilegiati in alcuni dei progetti più importanti.
M.I. : Prima ha fatto riferimento all’Alta tecnologia, può darci qualche spiegazione in merito ? Jean Kerwat : Il mio interesse per l’Alta Tecnologia si è sviluppato durante il soggiorno negli USA, dal 1980 al 1990. In quegli anni iniziava a diffondersi la televisione via cavo e via satellite ed erano commercializzati i primi veri PC. I telefoni portatili erano finalmente accessibili al grande pubblico e, per la prima volta, potevamo utilizzare la rete ISDN (Integrated Services Digital Network) che permetteva la trasmissione digitale di voce e dati sul doppino telefonico, garantendo migliore qualità e maggiore velocità, oltre a nuovi servizi come la videoconferenza. Si tratta di un settore in piena espansione di cui non si conoscono, almeno per ora, i veri limiti, e che continua a generare nuovi mercati e nuove attività. Bolle speculative permettendo, credo che le nuove tecnologie occuperanno un ruolo sempre più importante anche nella Comunicazione Industriale. M.I. : Quali sono i progetti più interessanti che ha realizzato nella sua vita professionale ? Jean Kerwat : In Europa ho collaborato ad alcuni progetti nei settori della Comunicazione e della Information Technology.
Verso la metà degli anni ’80, ho contribuito alla creazione in Italia di una società per l’archiviazione digitale di disegni, progetti e mappe catastali, in partnership con uno Studio d’Ingegneria. L’archivio è stato realizzato mediante alcune unità CAD (Computer Aided Design) della Auto-Trol di Denver (USA) su stazioni Apollo, una delle più veloci e affidabili in quegli anni, mentre i plotter (stampanti per progettazione) provenivano dalla californiana CalComp. Negli anni ’90, ho partecipato, in qualità di azionista ed amministratore, a due Startup europee : la prima in collaborazione con il Gruppo De Agostini e la TTV (Gruppo Euphon), e la seconda con la 21 Investimenti di Alessandro Benetton. Nel Principato ho trattato l’acquisto e gestito la ristrutturazione di una società del settore dell’Information Technology che è stata poi acquisita dal Gruppo Monaco Telecom. Con lo stesso Gruppo Monaco Telecom ho quindi siglato un accordo, tuttora in essere, in qualità di Advisor per l’area del Mediterraneo, il Medio Oriente ed i Paesi dell’Europa dell’Est.
S.A.S. il Principe Alberto II rimette a Jean Kerwat l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine di St Charles Monaco Imprese n° 4
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per trovare una soluzione il più possibile accettabile per entrambi, purché ci siano i presupposti necessari, e le parti non siano troppo distanti fra loro.
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Business Knowledge Bureau Relations publiques pour une industrie plus moderne Résident monégasque depuis le début des années 90, Jean Kerwat, associé à l’AIIM, exerce la profession libérale de Consultant en Relations Publiques pour l’industrie et la recherche de partenariats financiers et technologiques. Avant de s’installer à Monaco, il a vécu aux Etats-Unis, où il a travaillé en tant que Consultant en Communication. Monaco Imprese : M. Kerwat, pouvez-vous nous décrire votre activité professionnelle ? M. Jean Kerwat : Mon activité consiste à présenter des entreprises européennes, en particulier des secteurs de l’Industrie du Bâtiment et de la Haute Technologie, dans certains pays de la Méditerranée et du Moyen Orient, et de leur fournir des partenariats pouvant garantir un soutien efficace et durable dans ces mêmes pays. Les entreprises souhaitant participer à de nouveaux projets à l’étranger, devront utiliser des techniques avancées de Business Intelligence, afin d’accélérer le processus d’évaluation des nouvelles opportunités. L’accord avec un partenaire local qualifié et la signature d’éventuelles joint-ventures, ou constitution de groupement d’entreprises pour chaque projet, font partie intégrante de la procédure. Lorsque l’occasion de participer à l’actionnariat d’un Groupe se présente, la recherche d’un associé potentiel rentre dans le cadre de mes compétences. M.I. : Pour quelles raisons avezvous choisi de vous installer à Monaco ? M. Jean Kerwat : Monaco offre des avantages importants dans le monde des Relations Publiques du secteur industriel. En Principauté, résident ou transitent des entrepreneurs et des investisseurs de haut niveau qui sont actionnaires ou font partie des Conseils d’Administration de sociétés prestigieuses. 52
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L’autre élément essentiel est la proximité de l’aéroport Nice Côte d’Azur, relié aux plus importants aéroports de la Méditerranée et du Moyen Orient. Il est indispensable de garder le contact avec les Clients et les Entreprises pour être toujours informé des décisions d’évaluer de nouveaux projets ou d’explorer de nouvelles opportunités. Celles-ci ne sont pas les seules raisons. J’habite à Monaco avec ma femme et mes deux enfants car c’est l’endroit où une famille comme la mienne peut avoir une vie plus sereine, mais toujours moderne, et c’est ici que nous avons nos amis et nos intérêts. M.I. : Parlez-nous de votre activité dans le Bâtiment. M. Jean Kerwat : Mon intérêt pour l’industrie du bâtiment naît avec ma Maîtrise en Architecture obtenue en 1976 à Florence. Tout en étant présent dans le domaine des Relations Publiques pour l’Industrie, je suis toujours de près l’évolution d’un projet, de la présentation à sa réalisation. Lorsqu’un désaccord survient entre le Client et l’Entrepreneur, je m’engage à trouver une solution équitable, pourvu que les deux points de vue ne soient pas trop différents. Actuellement je représente un General Contractor libyen pour qui j’ai négocié un accord avec un Groupe européen qui a réalisé aux Emirats Unis des travaux importants. J’ai toujours gardé des rapports professionnels solides en Libye, où je suis né, et j’ai eu aussi l’opportunité de collaborer en tant que Advisor à certains projets au Maghreb et en Arabie Saoudite. C’est un moment important pour les investissements, surtout dans les pays de l’Afrique du Nord qui bénéficient de l’augmentation du coût du pétrole dont ils sont producteurs, et qui veulent développer des activités avec une marge de croissance importante, du Tourisme au Bâtiment, à la Technologie, aux Transports, à l’Agriculture. La réalisation d’infrastructures indispensables à l’accélération industrielle augmente de manière exponentielle la nécessité de travailler avec des fournisseurs qualifiés, en mesure de satisfaire la demande, tout en respectant les standards de qualité. En Europe et aux Etats-Unis, de nombreuses Sociétés ont les compétences nécessaires pour devenir partenaires privilégiés dans des travaux importants.
M.I. : Vous avez fait référence à la Haute Technologie, pouvez-vous nous donner quelques explications à ce sujet ? M. Jean Kerwat : Mon intérêt pour la Haute Technologie s’est développé pendant mon séjour aux EtatsUnis, de 1980 à 1990. Pendant ces années la télévision par câble et par satellite a accéléré son développement. On a commercialisé les premiers vrais PC ; les téléphones portables étaient finalement accessibles au grand public et, pour la première fois, nous pouvions utiliser le RNIS, le réseau numérique à intégration de services, qui permettait sur une même ligne le passage de la voie et la transmission des données, garantissant une meilleure qualité et rapidité, outre la vidéoconférence. C’est un secteur en pleine expansion dont on ne connaît pas les véritables limites, tout au moins à ce jour, et qui continue à générer de nouveaux marchés et de nouvelles activités. Je crois que, mise à part la bulle spéculative connue malheureusement de tous, les nouvelles technologies joueront un rôle toujours plus important même dans la Communication Industrielle. M.I. : Quels sont les projets plus intéressants que vous avez développés dans votre vie professionnelle ? M. Jean Kerwat : En Europe j’ai participé à des projets dans les secteurs de la Communication et des Technologies de l’Information. En Italie, au milieu des années 80, j’ai contribué à la création d’une société d’archivage numérique de dessins et de plans cadastraux, en association avec un cabinet d’Ingénierie. L’archivage a été réalisé par le biais d’unités CAD (Computer Aided Design) de la Auto-Trol de Denver, USA, avec des workstation Apollo, à l’époque parmi les plus rapides et les plus fiables, alors que les plotters (imprimantes pour les plans), provenaient de la CalComp, en Californie. Dans les années 90, j’ai participé, en tant qu’actionnaire et administrateur, à deux Startup européennes en collaboration : la première avec le Groupe De Agostini et la TTV (Groupe Euphon) et la seconde avec la 21 Investimenti de M. Alessandro Benetton. En Principauté, j’ai suivi l’acquisition et le développement d’une société dans le secteur des Technologies de l’Information qui a été achetée ensuite par le Groupe Monaco Télécom. Avec le même Groupe Monaco Télécom, j’ai signé un accord, toujours actuel, en qualité d’Advisor pour la région de la Méditerranée, le Moyen Orient et les Pays de l’Europe de l’Est.
La Rivoluzione ambientale Il Protocollo di Kyoto
Con il Protocollo adottato a Kyoto nel dicembre 1997, e firmato a New York nel marzo 1998, sono state fissate le decisioni operative per attuare gli impegni assunti in materia ambientale, vale a dire, ridurre nel periodo 2008-2012 le emissioni di gas serra del 5,2% rispetto al 1990, cioè ad invertire un trend che segnava già un incremento del 20%. L’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto venne rinviata al momento in cui lo avessero ratificato, cioè importato nella legislazione nazionale, almeno 55 Stati le cui emissioni rappresentassero globalmente almeno il 55% di quelle dei paesi industrializzati del 1990. L’adesione della Federazione Russa soddisfò questa condizione ed il 16 febbraio 2005 il Protocollo entrò in vigore. L’accordo è stato ratificato da Unione Europea, Giappone, Canada, Russia ed altri paesi che rappresentano insieme più del 60% delle emissioni planetarie. L’Australia lo ha ratificato recentemente durante l’ultima conferenza di Bali. Gli impegni di riduzione sono a carico di alcuni settori industriali, soprattutto di quello della produzione di energia, e la quota percentuale di riduzione varia a seconda dei paesi, mentre alcuni Stati, come l’Islanda, possono addirittura aumentare le proprie emissioni. Gli USA, che con il 36% di emissioni di anidride carbonica sono i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico, non hanno ratificato il Protocollo, nonostante siano stati tra i principali promotori dell’accordo con la precedente Amministrazione, rappresentata da Al Gore. Il Protocollo prevede politiche nazionali di riduzione delle emissioni (miglioramento dell’efficienza energetica, sviluppo di fonti di energia rinnovabili, etc.) e di cooperazione con le altre parti contraenti attraverso meccanismi flessibili di attuazione. Questi meccanismi, International Emission Trading (IET), Joint Implementation (JI) e Clean Development Mechanism (CDM), permettono di incidere sui quantitativi
di emissioni di gas a livello nazionale e internazionale. L’IET consiste nella possibilità di creare un mercato dove Stati e aziende si possono scambiare permessi di emissione preventivamente assegnati. Nell’Unione Europea, che ha autonomamente anticipato il meccanismo, gli Stati membri hanno rilasciato alle imprese ad alto consumo energetico (centrali elettriche, vetrerie e cementifici, raffinerie di petrolio etc.) dei certificati rappresentativi delle quote di CO2 concesse. Le imprese che rimangono sotto tali limiti possono vendere le quote non utilizzate a quelle che hanno emesso CO2 in eccesso. Il meccanismo dei CDM/JI consente ai paesi industrializzati di adempiere, in parte, agli impegni in materia di riduzione realizzando progetti per il contenimento delle emissioni nei paesi in via di sviluppo o nelle economie in transizione dell’Est Europa. Gli strumenti descritti si basano sul principio che il cambiamento climatico è un problema mondiale, pertanto è indifferente il luogo in cui le emissioni vengono ridotte; conviene quindi intervenire sui paesi meno sviluppati, dove i margini di miglioramento dell’efficienza sono più ampi a parità di costo. Il Protocollo è stato un grande traguardo perché ha comportato il riconoscimento della correlazione tra attività umane e riscaldamento globale ; ha identificato dei meccanismi di cooperazione per risolvere il problema, invertendo la tendenza alle emissioni ; ha sancito il principio delle “responsabilità comuni, ma differenziate” per le Nazioni ed infine ha consentito di trasferire tecnologie ecologicamente compatibili ai paesi in via di sviluppo.
Oggi, dopo molti studi sulle conseguenze economiche dei cambiamenti climatici che stimano danni sul PIL fino al 20% in caso di inattività rispetto al cambiamento climatico, siamo ben oltre gli obiettivi originari del Protocollo, con ipotesi di riduzioni delle emissioni del 50% prima del 2050. L’Europa, conservando il proprio ruolo trainante nella lotta al riscaldamento globale, ha proposto una riduzione delle emissioni fino al 30% entro il 2020. Il Protocollo di Kyoto è una rivoluzione non solo industriale ma anche sociale che coinvolge l’intera popolazione. La sfida è passare da un modello di produzione energetica concentrata in grosse centrali per combustibili fossili ad una generazione distribuita, composta da una moltitudine di impianti a fonti rinnovabili, di diverse dimensioni, che sfruttano in maniera ottimale le risorse del territorio (idrico, fotovoltaico, eolico, etc.). Parallelamente sono previsti altri interventi quali gli incrementi nell’efficienza e nel risparmio energetico e l’introduzione dei biocombustibili per limitare le emissioni provocate dai trasporti terrestri, aerei e marittimi. L’attuazione di questa rivoluzione ambientale ha avuto come stimolo una serie di incentivi, come i Certificati Verdi per la produzione di energia verde e i Conti Energia per la produzione da impianti fotovoltaici, che hanno determinato un flusso enorme di investimenti verso questi settori e verso la ricerca e lo sviluppo di nuove forme di produzione di energia pulita. L’utilizzo di questi meccanismi di mercato è stato una delle carte vincenti del Protocollo che ha reso le energie rinnovabili, i biocombustibili e la Carbon Finance il “business del futuro”. Paolo Ghini (Membro dell’Associazione Laureati Università Bocconi ALUB) Monaco Imprese n° 4
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AFIM SAM
La bella storia del successo italiano di un’Agenzia Immobiliare monegasca associata all’AIIM A dirigere la società AFIM SAM è il torinese Sergio Camoletto. Laureato all’Università di Torino in economia e commercio, giunge a Monaco nel 1978 come direttore dell’immobiliare italosvizzera SIPI e, dopo un anno, crea AFIM. Nel 2006, AFIM si trasforma in Società Anonima Monegasca, con un capitale sociale di 795.000 euro e 10 dipendenti. L’attività principale di AFIM consiste nella vendita, locazione e gestione di beni immobiliari nel Principato di Monaco. Monaco Imprese : Dott. Camoletto, nella sua qualità di professionista del mercato immobiliare dal 1978, lei ha vissuto in prima persona l’evoluzione e lo sviluppo di Monaco. Quali sono secondo lei i cambiamenti più significativi ? Sergio Camoletto : In questi tre decenni il mercato immobiliare è cambiato moltissimo soprattutto in termini di offerta dei beni, la quale, riducendosi drasticamente, ha portato ad un’impennata dei prezzi. Quando sono arrivato a Monaco, verso la fine degli anni 70, c’erano ancora molti immobili in costruzione. Si poteva comprare sulla carta. L’investitore aveva davanti a sé una scelta abbastanza ampia. I prezzi oscillavano fra 800 € e 1200 € al metro quadrato, ed il mercato era dominato dagli italiani, i quali rappresentavano circa il 70 % dei compratori. A causa dell’esiguità del territorio, già densamente costruito, nel corso degli anni è diventato sempre più difficile e oneroso, ed ultimamente quasi impossibile, reperire nuove aree edificabili. Abbiamo quindi avuto una contrazione fortissima dell’offerta a fronte di una domanda sempre sostenuta. Da alcuni anni ormai, l’offerta è essenzialmente costituita da rivendite. I compratori sono, per la maggior parte, europei del nord e dell’est, e la percentuale d’italiani è in forte calo, intorno al 10-20 %. Il prezzo medio supera oramai i 30.000 euro al metro quadrato, vale a dire 30 volte più alto di 30 anni fa ! 54
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M.I. : Qual’è l’operazione immobiliare che l’ha maggiormente impegnata a Monaco? Sergio Camoletto : Sicuramente la partecipazione all’accorpamento fondiario ed alla promozione del prestigioso immobile “21 Princesse Grace” ; operazione che ha avuto inizio nel 1979 per terminare nel 1991. Sono stati infatti necessari 7 anni per acquisire le 5 ville che occupavano il terreno ove ora sorge l’immobile; 2 anni per ottenere i permessi per poi arrivare al debutto del cantiere nel 1988 ed alla fine dei lavori nel 1991. M.I. : Però l’immobile “21 Princesse Grace” ha un tocco d’italianità in più ! Sergio Camoletto : Esatto. Una gara internazionale, appositamente indetta, ha premiato come vincitore e realizzatore del progetto un architetto italiano, il prof. Tommaso Valle, docente all’Università “La Sapienza” di Roma, e noto al pubblico per opere quali il Velodromo coperto di Milano, il restauro della Moschea della Mecca, il padiglione italiano all’Esposizione Universale di Osaka, l’ammodernamento dell’aeroporto di Roma Fiumicino, la sede della Banca d’Italia e dell’Alitalia, la nuova Fiera di Roma, la nuova sede del Consiglio Europeo di Bruxelles…. Recentemente un’importante mostra ha celebrato a Roma i 50 anni d’attività dello Studio Valle, con cui ho mantenuto eccellenti rapporti di collaborazione e d’amicizia. M.I. : Quali sono le recenti acquisizioni e gli investimenti effettuati da AFIM ? Sergio Camoletto : Recentemente ho partecipato al montaggio del progetto immobiliare “L’Oiseau Bleu” in boulevard de Belgique, in associazione con il gruppo facente capo alla famiglia Marzocco, la quale ha preso una partecipazione azionaria nel capitale sociale di AFIM nel 2006.
M.I. : Quali altri servizi propone AFIM ? Sergio Camoletto : A Monaco offriamo ai clienti una gamma di servizi completi, attinenti alla vendita, acquisto, locazione e gestione di beni immobiliari, fornendo un’assistenza che va molto spesso oltre il settore squisitamente immobiliare, quindi particolarmente preziosa per l’investitore straniero che non conosce le specificità del Principato. Inoltre siamo consultati regolarmente da alcune banche monegasche, in qualità di esperti, per stime immobiliari. Nel 2000, per estendere il nostro raggio d’azione, abbiamo creato in Francia, a Cap d’Ail, la società AFIM France, che offre gli stessi servizi ma nelle zone limitrofe a Monaco, in particolare fra Mentone e Villefranche. AFIM France ha 4 dipendenti e si è occupata, tra l’altro, della commercializzazione esclusiva del complesso residenziale “Résidence Beauséjour” a Beausoleil - comprendente 170 appartamenti - allora di proprietà di Beni Stabili, una società quotata alla Borsa di Milano. In 30 anni di professione mi sono anche occupato d’investimenti all’estero sia per conto proprio, sia per conto di clienti, alle Baleari (Spagna), a Miami (Florida), in Italia e in Francia. Attualmente sto realizzando, con altri investitori, un complesso residenziale di ville, appartamenti e un centro commerciale alle porte di Torino, una torre di 56 piani con uffici ed un Hotel 5 stelle a Panama City, nell’America centrale. Questa intensa attività mi ha consentito di ampliare gli orizzonti in campo internazionale, di acquisire la conoscenza di nuovi mercati e di nuove opportunità d’investimento, di cui possono beneficiare i clienti di AFIM, pur lasciando a Monaco l’attività principale e la base operativa.
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tivité du cabinet Valle avec lequel j’ai maintenu d’excellents rapports de collaboration et d’amitié. M.I. : Quels sont les derniers investissements et acquisitions effectués par AFIM ? Sergio Camoletto : J’ai participé au montage du projet immobilier “L’Oiseau Bleu” au boulevard de Belgique, en association avec le groupe de la famille Marzocco qui a pris une participation dans le capital social de AFIM en 2006.
AFIM SAM La belle histoire du succès italien d’une Agence immobilière monégasque associée à l’AIIM A la tête de la société AFIM SAM nous rencontrons le turinois Sergio Camoletto. Licencié à l’université de Turin en économie et commerce, il s’installe à Monaco en 1978 comme directeur de la société immobilière italo-suisse SIPI et, un an après, il crée AFIM. En 2006, AFIM se transforme en société anonyme monégasque avec un capital social de 795.000 euros et 10 salariés. L’activité principale de AFIM consiste en la vente, location et gestion de biens immobiliers en Principauté de Monaco. Monaco Imprese : M. Camoletto, en tant que professionnel du marché immobilier depuis 1978, vous avez vécu en première ligne l’évolution et le développement de Monaco. Quels ont été pour vous les changements plus significatifs ? Sergio Camoletto : Dans les 30 dernières années, le marché immobilier a beaucoup changé surtout en terme d’offre de biens, laquelle s’est énormément réduite en faisant flamber les prix. Quand je suis arrivé à Monaco, vers la fin des années 70, il y avait encore beaucoup d’immeubles en construction. On pouvait acheter sur plan et l’investisseur avait un choix assez large. Les prix variaient entre les 800 et 1200 euros au mètre carré, et le marché était dominé par les Italiens, lesquels représentaient environ 70% des acheteurs. A cause de l’exiguïté du territoire, déjà très construit à l’époque, il est devenu de plus en plus difficile et onéreux, et récemment presque impossible,de trouver de nouveaux terrains constructi56
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bles. Nous avons donc eu une très forte raréfaction de l’offre face à une demande toujours soutenue. Depuis quelques années, l’offre est aujourd’hui essentiellement constituée par des reventes. Les acheteurs sont en grande partie des Européens du Nord et de l’Est. Le pourcentage d’Italiens est en forte baisse, environ le 10-20 %. Le prix moyen dépasse désormais les 30.000 euros au mètre carré, c’est-àdire qu’ il est environ 30 fois plus élevé qu’il y a 30 ans. M.I. : Quelle a été la plus importante opération immobilière que vous avez réalisée à Monaco ? Sergio Camoletto : Sans doute la promotion du prestigieux immeuble “21 Princesse Grace” : une opération qui a commencé en 1979 pour terminer en 1991. Il a fallu 7 ans pour acheter les 5 villas qui occupaient le terrain où se trouve l’immeuble aujourd’hui ; 2 ans pour obtenir les permis et démarrer le chantier en 1988, puis finir les travaux en 1991. M.I. : Mais l’immeuble “21 Princesse Grace” a une touche d’italianité en plus ! Sergio Camoletto : C’est exact. Un appel d’offre international, spécialement lancé, a récompensé comme vainqueur et réalisateur du projet un architecte italien, le professeur Tommaso Valle, de l’Université “La Sapienza” de Rome, connu de tout en chacun pour ses oeuvres telles que le Vélodrome couvert de Milan, la restauration de la Mosquée de La Mecque, le pavillon italien à l’Exposition Universelle d’Osaka, la modernisation de l’aéroport de Rome Fiumicino, les sièges de la banque d’Italie et Alitalia, la Foire de Rome, et le nouveau siège du Conseil de l’Europe à Bruxelles. Récemment, une importante exposition a célébré à Rome les 50 ans d’ac-
M.I. : Quelles sont les autres services proposés par AFIM ? Sergio Camoletto : A Monaco, nous offrons à nos clients une gamme complète de services concernant l’achat, la vente, la location et la gestion de biens immobiliers, avec une assistance qui va très souvent au delà du secteur purement immobilier, donc particulièrement précieuse pour l’investisseur étranger qui ne connait pas les spécificités de la Principauté. Nous sommes aussi régulièrement consultés par certaines banques monégasques, en qualité d’expert, pour des évaluations immobilières. En l’an 2000, afin d’étendre notre rayon d’action, nous avons créé en France, à Cap d’Ail, la société AFIM France, qui offre les mêmes services mais dans les zones limitrophes, en particulier entre Menton et Villefranche. AFIM France, avec 4 salariés, s’est occupée, entre autre, de la commercialisation exclusive de l’ensemble immobilier “Résidence Beauséjour” à Beausoleil - comprenant 170 appartements- qui appartenait à la société italienne Beni Stabili, cotée à la bourse de Milan. En 30 ans d’activité professionnelle, je me suis occupé d’investissements à l’étranger soit pour mon propre compte, soit pour le compte de clients, aux Baléares (Espagne), à Miami (Floride), en Italie et en France. Actuellement je suis en train de réaliser, avec d’autres investisseurs, un ensemble immobilier de villas, appartements et un centre commercial aux portes de Turin, une tour de 56 étages de bureaux et un hôtel 5 étoiles à Panama City, en Amérique centrale. Cette activité intense m’a permis d’élargir l’horizon à l’international, et d’acquérir la connaissance d’autres marchés et de nouvelles opportunités d’investissement dont peuvent bénéficier les clients de AFIM, tout en laissant l’activité principale et le quartier général en Principauté.
Generali e IM2S Protocollo d’intesa tra il Gruppo Generali Liquidazione Danni e l’Istituto Monegasco di Medicina e Chirurgia Sportiva L’impresa di assicurazioni GENERALI è la prima Compagnia in Italia, la terza in Europa e la seconda in Francia. Forte del suo peso, il Gruppo Generali Liquidazioni Danni (GGL), a capo della gestione sinistri dei clienti di GENERALI, ha firmato una convenzione con IM2S, l’Istituto Monegasco di Medicina e Chirurgia Sportiva. L’accordo consentirà ai clienti italiani della Compagnia di beneficiare della competenza e delle prestazioni di eccellenza di IM2S nel settore della chirurgia osteoarticolare. Oltre a dimostrare il dinamismo delle imprese italiane a Monaco, l’iniziativa suggella il riconoscimento di un Centro di Eccellenza, quale punto d’incontro della fiducia accordata da LL.AA.SS. il Principe Rainieri III ed il Principe Alberto II, e della volontà del Presidente di IM2S, Dott. Philippe Ballerio. Una “Bella Avventura” seguita con estremo interesse dallo Stato monegasco e dagli azionisti italiani e francesi, tutti animati dalla volontà di far risplendere la Piazza monegasca nel mondo della medicina e chirurgia.
Alla firma della convenzione hanno assistito S.E. Mario Polverini, Ambasciatore d’Italia in Monaco, desideroso di onorare l’iniziativa con la sua presenza ; il Dott. Manelio Zambelli, direttore di GGL Milano ; la Dott.ssa Elena Silvani, responsabile dei sinistri alle persone e dell’accreditamento convenzionale di GGL Milano ; il Dott. Philippe Ballerio, Presidente del Consiglio di Amministrazione di IM2S, assieme ai suoi Consiglieri. Con quest’accordo, GENERALI dà testimonianza della fiducia che ripone in un Istituto di successo, seguito sin dalla nascita sotto il profilo assicurativo.
Generali et IM2S Signature d’une convention entre le Groupe Generali Liquidazione Danni et l’Institut Monégasque de Médecine et Chirurgie Sportive Première entreprise d’assurances en Italie, la Compagnie GENERALI est également un des acteurs majeurs de l’assurance en Europe où elle occupe la 3ème place et aussi en France où elle se situe au deuxième rang. Le Groupe Generali Liquidazioni Danni (GGL), qui gère les sinistres des clients de GENERALI, vient de signer un protocole d’accord avec l’Institut Monégasque de Médecine & Chirurgie Sportive- IM2S
- qui permettra aux clients italiens de la Compagnie de pouvoir bénéficier des compétences et prestations de haute qualité que IM2S dispense dans le domaine de la chirurgie osteo-articulaire Au-delà de cette initiative, qui montre le dynamisme des entreprises italiennes en Principauté, c’est la reconnaissance d’un Centre d’Excellence qui se veut être le point de rencontre entre la confiance témoignée par LL.AA.SS. le Prince - Rainier III conjointement avec le Prince Albert II, et la volonté du Président de IM2S, Docteur Philippe Ballerio, qui a été suivi, dans ce que l’on peut qualifier de “Belle Aventure”, par l’Etat monégasque, les actionnaires français et italiens, tous animés par la volonté de faire connaître Monaco dans le domaine de l’excellence médicale. A la signature de la convention ont assisté S.E. M. Mario Polverini, Ambassadeur d’Italie en Principauté, désirant honorer cette initiative par sa présence, M. Manelio Zambelli, directeur de GGL Milan, Mme Elena Silvani, responsable des sinistres de personnes et de l’agrément conventionnel de GGL Milan, le Docteur Philippe Ballerio, Président du Conseil d’Administration de IM2S, accompagné par tous ses Conseillers. Avec cet accord, GENERALI témoigne la confiance qu’elle met dans la réussite d’un Institut qu’elle accompagne au niveau des assurances depuis sa création.
Le Dr Philippe Ballerio serant la main à Mme Elena Silvani, à gauche M. Manelo Zambelli, à droite S.E.M. Mario Polverini Monaco Imprese n° 4
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Le riforme fiscali in Italia ed il loro impatto sulla piazza di Monaco Cena dibattito dell’AIIM con il Prof.Victor Uckmar
Chi è Victor Uckmar ? Professore emerito dell’Università di Genova, Presidente del Centro di Ricerche Tributarie dell’Impresa presso l’Università Luigi Bocconi di Milano, e docente all’Università Cattolica di Salta in Argentina, Victor Uckmar è uno dei maggiori fiscalisti italiani, consulente di diversi governi in tutto il mondo. Ricopre numerosi incarichi di prestigio a livello nazionale e internazionale. E’ consigliere di amministrazione di Xerox Spa, Esaote SpA, Marconi Selenia Communications, Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Istituto Farmacologico Serono. Dirige le riviste “Diritto e pratica tributaria” e “Diritto e pratica tributaria internazionale” ed è Presidente dell’Instituto Latino Americano de Derecho Tributario. È membro del Consiglio Superiore delle Finanze e consulente del Centro Interamericano de Administraciones Tributarias. Victor Uckmar è presidente di Assofiduciaria e della commissione “Questioni Fiscali” della Sezione italiana della Camera di commercio internazionale e membro dell’Executive Board della stessa Camera; egli è inoltre delegato per l’Italia al Committee on the Development of Trade presso l’Economic and Social Council delle Nazioni Unite.
La cena dibattito, organizzata dall’Associazione degli imprenditori italiani (AIIM) è stata animata da due oratori d’eccezione, il Prof. Victor Uckmar ed il suo giovane e brillante assistente, l’avv. Paolo de Capitani di Vimercate. Erano presenti molti commercialisti e professionisti monegaschi, l’Ambasciatore d’Italia in Monaco, Mario Polverini, e il Consigliere di Gabinetto di S.A.S. il Principe Alberto II, Laurent Anselmi. L’incontro è stato l’occasione per discutere alcune delle più recenti novità fiscali che sono intervenute in ambito italiano, ma che riverberano i loro effetti anche sugli imprenditori che operano a Monaco. Purtroppo, si è potuto, ancora una volta e non senza rammarico, constatare l’instabilità del sistema impositivo italiano, che oltre ad essere uno dei più gravosi e pressanti nel mondo a fronte di servizi pubblici non sempre da primato, è anche caratterizzato da frequenti interventi di modifica, spesso in senso contrastante rispetto a precedenti riforme, anche molto recenti.
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Basti pensare alla vicenda della tassazione degli immobili ai fini IVA, che è stata modificata più volte nel giro di pochi mesi, in occasione del varo del decreto Visco-Bersani (d.l. 4 luglio 2006, n. 223) oppure alla riforma della participation exemption (PEX), istituto introdotto nel 2004, con il fine di scongiurare la doppia tassazione degli utili d’impresa ed allineare così il sistema fi-
Da sinistra verso destra : Niccolò Caissotti di Chiusano, Laurent Anselmi, Maria Grazia Velenzano Menada, Mario Polverini, Fernanda Casiraghi, Victor Uckmar
scale italiano a quelli vigenti negli altri Paesi europei, anche a seguito della condanna del sistema del credito d’imposta da parte della Corte di Giustizia. Ebbene, in soli tre anni dalla sua introduzione, la percentuale di esenzione delle plusvalenze finanziarie che godono della PEX è passata dal 100% al 95%, per poi scendere ancora al 91% e all’ 84%, per infine risalire, con la proposta legge finanziaria 2008, al 95%. E si tratta delle modifiche più semplici tra quelle che sono state apportate al meccanismo: basti pensare all’asimmetrico trattamento che ormai è previsto per le plusvalenze e le minusvalenze, che obbliga gli operatori a spendere tempo e risorse per adempiere correttamente all’obbligo d’imposta, con aggravio economico che supera quindi quello del pagamento del tributo. Purtroppo, altra amara constatazione della serata, accade spesso che interventi di modifica al sistema fiscale vengano proposti a seguito di scandali giornalistici e senza vagliare attentamente il loro impatto sulla generalità dei contribuenti. Oltretutto, si tratta di interventi che spesso giungono “quando i buoi sono già scappati”. Con riferimento agli ultimi sviluppi nel settore della fiscalità italiana, la legge finanziaria 2008 prevede la riforma del sistema delle cosiddette “black list”. Come noto, tali liste contengono gli elenchi di Paesi
considerati a fiscalità privilegiata per i quali il Fisco italiano adotta contromisure di restrizione, con il fine di proteggere la sua base imponibile da fughe di capitali ed erosioni d’imposta attuate tramite fittizi trasferimenti di residenza o delocalizzazione di attività d’impresa, con esportazione dei profitti tassabili ed aggravio dei costi sull’Italia. Al riguardo, peraltro, si è constatato come il Principato di Monaco abbia subito negli ultimi anni anche la concorrenza fiscale di Paesi che, pur non essendo considerati paradisi fiscali, offrono ai cittadini e alle imprese straniere rilevanti incentivi fiscali per attrarli entro i loro confini, tanto che Londra, come riportato dal Financial Times, ospita ormai un numero di cittadini stranieri che godono di un regime fiscale particolare. Le nuove disposizioni italiane prevedono un mutamento di prospettiva, nel senso che dopo la riforma - che sarà introdotta anche tramite l’emanazione di appositi decreti attuativi - saranno considerati come paradisi fiscali, per taluni aspetti, soltanto quei Paesi che rifiutano di collaborare con il Fisco italiano sotto il punto di vista dello scambio di informazioni. Il livello del prelievo nel Paese estero, invece, assumerà rilievo soltanto per altre fattispecie. Diversamente da oggi, pertanto, si disporrà di una “white list” in cui saranno inclusi i Paesi non consi-
derati come paradisi fiscali, mentre i Paesi esclusi subiranno un trattamento di sfavore. Questa riforma, evidentemente mira (anche) a spingere alcuni Stati considerati fino ad oggi non collaborativi, come il Principato di Monaco, a sottoscrivere con l’Italia apposite convenzioni per lo scambio di informazioni, che consentano alle autorità di entrambi i Paesi sottoscrittori di contrastare fenomeni di elusione ed evasione fiscale. E’ vero che Monaco sino ad oggi ha sempre evitato di adeguarsi alle richieste avanzate anche a livello europeo per aprirsi ad un adeguato scambio di informazioni e preferisce, per esempio, applicare una ritenuta alla fonte sugli interessi da risparmio piuttosto che fornire l’identità dei soggetti beneficiari. Tuttavia, pur in attesa dei dettagli che saranno contenuti nei decreti attuativi, proprio la legge finanziaria 2008 offre la possibilità di nuove prospettive per le relazioni tra l’Italia ed il Principato. In particolare, laddove le due parti davvero addivenissero ad un accordo per lo scambio di informazioni, cadrebbero almeno alcune delle barriere e delle restrizioni fiscali al libero commercio che oggi sono invece di ostacolo agli imprenditori, non solo italiani, del Principato di Monaco. Monaco Imprese n° 4
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Qui est Victor Uckmar ? Professeur émérite à l’Université de Gênes (Italie), Président du “Centre de Recherches Fiscales de l’Entreprise” auprès de l’Université Luigi Bocconi de Milan, et conférencier à l’Université de Salta en Argentine, Victor Uckmar est l’un des plus grands experts en matières fiscales italien et conseiller de plusieurs gouvernements du monde entier. Il est chargé de beaucoup de fonctions de prestige de niveau national et international. Il est conseiller d’administration de Xerox Spa, Esaote SpA, Marconi Selenia Communications, Fondazione Cassa di Risparmio di Genova, Istituto Farmacologico Serono. Il dirige les revues “Droit et pratique fiscale” et “Droit et pratique fiscale internationale”. Il est membre du Conseil Supérieur des Finances en Italie, Président de l’Institut latino-américain de droit fiscal et conseiller du Centro Interamericano de Administraciones Tributarias. M. Uckmar est Président de Assofiduciaria et de la commission “Questions Fiscales” de la Section italienne de la Chambre de commerce internationale, membre de l’Executive Board de cette dernière, et délégué pour l’Italie au Committee on the Development of Trade auprès de l’Economic and Social Council des Nations Unies.
Les réformes fiscales en Italie et leurs impacts sur la Place monégasque
M. Laurent Anselmi, Conseiller de S.A.S. le Prince Albert II. La rencontre a été l’occasion pour discuter des plus récentes nouveautés fiscales qui sont intervenues en Italie, mais qui ont des effets pour les entrepreneurs monégasques.
Dîner Débat de l’AIIM avec le Prof. Victor Uckmar
Malheureusement, nous avons pu encore une fois constater l’instabilité du système fiscal italien. Bien qu’il soit l’un des plus lourd au monde et se référant à des services publics loin d’être excellents, il est caractérisé par des modifications continuelles, souvent en contraste avec les réformes précédentes, même très récentes.
Le dîner débat, organisé par l’Association des Entrepreneurs Italiens (AIIM) a été animé par deux orateurs d’exception, le Professeur Victor Uckmar et son jeune et brillant assistant, Maître Paolo de Capitani di Vimercate. De nombreux expertscomptables monégasques étaient présents. Parmi les personnalités on comptait S.E. M. Mario Polverini, Ambassadeur d’Italie à Monaco, et
Il suffit de penser à la taxe sur la valeur ajoutée des immeubles qui a été modifiée plusieurs fois en l’espace de quelques mois, pour arriver au décret Visco-Bersani (d.l. 4 juillet 2006, n. 223) ou bien à la réforme de la par-
ticipation exemption (PEX), disposition introduite en 2004 pour éviter la double imposition sur les bénéfices des entreprises et aligner ainsi le système italien à ceux en vigueur dans les autres pays européens, grâce aussi à la condamnation du mécanisme du crédit d’impôt de la part de la Cour de Justice. Ainsi, après trois ans de son introduction, le pourcentage d’exemption des plus-values financières qui bénéficient de la PEX est passé de 100% à 95%, pour descendre à 91% et à 84% et pour remonter enfin, avec la loi de finance 2008, à 95%. Il faut dire aussi qu’il s’agit de la modification plus simple parmi celles qui ont été apportées au mécanisme : il suffirait de penser au traitement “asymétrique” désormais prévu pour les plus et moins-values,
Me Paolo de capitani di vimercate et M. Diego Munafo 60
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qui oblige les opérateurs à perdre du temps et de l’argent pour s’acquitter correctement de l’impôt, avec une charge économique réelle souvent supérieur à ce dernier. Au cours de la soirée, on a pu aussi constater que les modifications du système fiscal sont très souvent introduites suite à des scandales médiatisés et sans avoir étudié préalablement leur impact sur l’ensemble des contribuables. De plus, il s’agit d’interventions qui arrivent souvent quand le jeu est fini. Quant aux nouveautés récentes, la loi de finance 2008 prévoit la réforme du système des soi-disant “black lists”. Comme nous le savons, ces listes mentionnent les pays considérés à fiscalité privilégiée, pour lesquels le Fisc italien adopte des contre-mesures de restriction afin de protéger son assiette imposable des fuites de capitaux et érosions d’impôt pratiquées par le biais de transferts fictifs de résidence ou délocalisation d’activités commerciales, impliquant l’exportation de bénéfices taxables à l’étranger. A ce sujet, nous avons remarqué que la Principauté de Monaco a subit, ces dernières années, la concurrence fiscale de pays qui, bien que n’étant pas considérés comme des “paradis fiscaux”, offrent aux entreprises et ressortissants étrangers d’importants avantages fiscaux, à un point tel que Londres, comme indiqué par le Financial Times, héberge désormais un grand nombre d’étrangers qui jouissent d’un régime fiscal privilégié. Les nouvelles dispositions italiennes prévoient un changement de perspective, dans le sens que, après la réforme, seront considérés comme étant des “paradis fiscaux” uniquement les pays qui refusent de collaborer avec le Fisc italien sur le plan des échanges d’informations. Le niveau du prélèvement fiscal étranger ne sera pris en compte que pour d’autres questions. Par rapport à aujourd’hui, nous disposerons d’une “white list” dans laquelle seront inclus les pays non considérés comme étant des “paradis fiscaux”, tandis que les pays inclus subiront un traitement défavorable. Il est évident que cette réforme vise aussi à pousser certains états considérés jusqu’à ce jour comme noncollaboratifs, par exemple la Principauté de Monaco, à souscrire avec l’Italie certaines conventions pour l’échange d’informations qui permettront aux autorités des deux pays de lutter contre des phénomènes d’évasion fiscale. Il est vrai aussi que Monaco a, jusqu’à présent, évité de se conformer aux demandes, avancées même au niveau européen, de s’ouvrir à un échange d’informations et préfère, par exemple, appliquer une retenue à la source sur certains revenus de l’épargne plutôt que de fournir l’identité des bénéficiaires. Ceci dit, en attendant les détails qui seront donnés par les différents décrets d’application, la même loi de finance pour 2008 donne la possibilité d’ouvrir de nouvelles relations entre l’Italie et Monaco. Plus particulièrement, si les deux parties arrivaient à trouver un accord pour un échange d’informations, certaines barrières et restrictions fiscales au libre commerce, qui aujourd’hui représentent un obstacle indéniable pour les entrepreneurs de Monaco (toutes nationalités confondues) tomberaient. Paolo de Capitani di Vimercate Monaco Imprese n° 4
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Pierpaola Bernasconi
Associata all’AIIM, vince il primo premio alla Fiera di Vicenza 2007 del gioiello. E’ stata l’unica designer di Monaco invitata ad esporre ad Orogemma - Vicenza, nell’ambito del primo Salone dei Designers, “Le Forme del Gioiello”; al Forum dei Designers ha presentato la relazione “Haute Couture Jewels”, il suo manifesto sul lusso avanzato.
Pierpaola Bernasconi Associée à l’AIIM, gagne le premier prix à la Foire Internationale de Vicenza 2007 Pierpaola Bernasconi Si va sempre più diffondendo il connubio tra arte e oreficeria, dove artisti d’indiscussa fama realizzano piccole opere d’arte, avvalendosi di artigiani orafi altrettanto capaci. Pierpaola Bernasconi ci ha abituato a questa filosofia, sin da quando si è stabilita nel Principato di Monaco, portando con sé dall’Italia quella fantasia e quel genio creativo che le hanno consentito di sviluppare la sua singolare esperienza professionale.
Il existe toujours plus d’affinités entre Art et Orfèvrerie ; un monde où des artistes renommés réalisent leurs oeuvres avec l’aide d’artisant-orfèvres tout autant capables. L’italienne Pierpaola Bernasconi nous a habitué à cette philosophie. Depuis qu’elle s’est installée en Principauté de Monaco, elle porte en elle cette fantaisie et ce génie créatif qui lui ont permis de développer une expérience professionnelle singulière.
Dopo anni di attività nel settore orafo e prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo, ecco ancora un premio ad un concorso internazionale: il riconoscimento in occasione della Fiera di Vicenza 2007 - la manifestazione internazionale dedicata ad oreficeria, gioielleria, argenteria, orologeria e tecnologie orafe - dove Pierpaola ha vinto il primo premio al Tahitian Pearl Trophy, davanti ai migliori designers italiani, con l’opera “Stelle Cadenti”, pendente in oro “bruciato”, perle di Tahiti e diamanti. Pierpaola Bernasconi ha un passato professionale eclettico : laureata in medicina e chirurgia, ha esordito nella pittura ed oggi si occupa di design 62
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Stella Cadenti
Après plusieurs années d’activités dans le secteur de l’orfèvrerie et de mérites obtenus dans le monde entier, voilà encore un prix gagné à un concours international, organisé par la Foire de Vicenza 2007 - la manifestation internationale dédiée à l’orfèvrerie, bijouterie, argenterie et horlogerie - où Pierpaola a remporté le premier prix au Tahitian Pearl Trophy, devant les meilleurs dessinateurs italiens, avec l’oeuvre “Stelle Cadenti” (Etoiles filantes, ndlr.) pendentif en or “brûlé”, perles de Tahiti et diamants. Avec le même bijou, Pierpaola participera au concours mondial de 2008. Pierpaola Bernasconi a un passé professionnel éclectique : après son doctorat en médecine et chirurgie, elle se lance dans la peinture, pour s’occuper, aujourd’hui, du dessin de bijoux. Elle a été l’unique designer monégasque à avoir été invitée à l’exposition Orogemma-Vicenza dans le cadre du premier Salon des Dessinateurs, “Le Forme del Gioiello” (“Les Formes des Bijoux”, ndlr.); au Forum des Dessinateurs, elle a présenté l’exposé “Haute Couture Jewels”, son manifeste sur le luxe d’avant-garde.
Gianluca Fossat : un giovane imprenditore italiano dell’AIIM al “Forum delle Nazioni” Il 2° Forum dell’investimento “Do it in Monaco” organizzato il 15 novembre scorso dalla JCE (Jeune Chambre Economique) e dalla CDE (Chambre de Développement Economique), ha ospitato il “Forum delle Nazioni” giunto invece alla sua 3ª edizione. Monaco, forte delle 133 comunità straniere ivi residenti, si aperto nuovamente agli investitori stranieri al fine di dare risposte precise alle domande inerenti all’insediamento imprenditoriale nel Principato. Le formalità da compiere, le strutture societarie, gli aspetti fiscali ed altri vantaggi, sono stati oggetto di un dibattito multiculturale moderato da Franck Biancheri, già Consigliere di Governo per le Finanze e l’Economia, ed attuale Presidente della CDE. I conferenzieri, provenienti da svariati paesi e settori dell’economia, hanno parlato delle chiavi del loro successo professionale per consentire agli investitori stranieri di trarre vantaggio dalla loro esperienza monegasca. L’Italia era rappresentata dal giovane imprenditore Gianluca Fossat, Presidente di Go-On Consulting, e associato all’AIIM.
Gianluca Fossat : un jeune entrepreneur italien de l’AIIM au “Forum des Nation” Le deuxième Forum de l’investissement “Do it in Monaco”, organisé le 15 novembre dernier par la JCE (Jeune Chambre Economique) et la CDE (Chambre de Développement Economique), a hébergé la troisième édition du “Forum des Nations”. La Principauté de Monaco, avec ses 133 communautés étrangères résidentes, s’est nouvellement ouverte aux investisseurs étrangers afin de donner des réponses précises aux questions concernant l’établissement des entreprises à Monaco. Les formalités à remplir, les structures sociétaires, les aspects fiscaux et les autres avantages ont fait l’objet d’un débat multiculturel dirigé par M. Franck Biancheri, Président de la CDE et ancien Conseiller de Gouvernement pour les finances et l’économie. Les conférenciers, venant tous de pays et secteurs d’activité différents, ont parlé des clés de leur succès professionnel pour permettre aux investisseurs étrangers de tirer bénéfice de leur expérience monégasque. L’Italie était représentée par le jeune entrepreneur, M. Gianluca Fossat, Président de la société Go-On Consulting et membre de l’AIIM. Monaco Imprese n° 4
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La Festa di Natale degli italiani di Monaco Alla tradizionale serata organizzata dal Com.It.Es., Monaco Imprese e l’A.I.I.M. erano presenti con uno stand espositivo. Notevole l’affluenza. E’ stato un grande successo, come da previsioni, la Festa degli italiani di Monaco, organizzata dal Comitato degli Italiani all’estero (Com.It.Es.) avvenuta domenica 16 dicembre presso l’Auditorium Rainier III. Un momento importante e molto atteso da tutti i connazionali per il tradizionale scambio degli auguri. Una grande festa che ha visto la partecipazione di oltre 1500 invitati che si sono intrattenuti nei festeggiamenti, indice di una comunità sempre in crescita ed assolutamente attiva nell’arricchimento culturale ed economico del Principato.
La festa del 2007 è stato un momento di grande prestigio grazie alla presenza di S.A.S. il Principe Alberto II e di numerose personalità. Fra i tanti nomi illustri, spiccavano quelli di Monsignor Bernard Barsi, Arcivescovo di Monaco ; Stéphane Valeri, Presidente del Consiglio Nazionale; René Novella, Segretario di Stato; Laurent Anselmi, Consigliere di Gabinetto del Principe Sovrano ; Jean Pastorelli, Consigliere di Governo per gli affari esteri ; Réné Georges Panizzi, Capo del Protocollo del Ministro di Stato ; Henry Doria, Vicesindaco ; André Muhlberger, Direttore della Pubblica Sicurezza e Mario Polverini, Ambasciatore d’Italia in Monaco.
S.A.S. il Principe Alberto II
Messaggio Natalizio del Presidente del Comites, Niccolò Caissotti di Chiusano “ Monseigneur, Autorités, Concitoyens soyez les bienvenus ! Nous avons l’honneur et le plaisir d’avoir ce soir avec nous le Prince Souverain de Monaco Albert II ainsi que plusieurs Hautes Personnalités [......] Merci à tous d’être venus si nombreux à cette soirée. Monseigneur, sapendo quanto Lei conosca bene la nostra lingua, mi permetto ora di rivolgermi a Lei in italiano, visto anche che questa sera festeggiamo il Natale della Comunità italiana di Monaco. Altezza Serenissima, la Sua Presenza qui tra di noi ci onora e ci riempie di gioia e d’orgoglio. E’ la risposta che attendevamo, quando, nel corso dell’udienza che cortesemente Lei ci ha concesso nel settembre scorso, Le abbiamo accennato al nostro desiderio di vedere maggiormente riconosciuta l’importanza della presenza italiana nel Principato (il Presidente Caissotti di Chiusano era accompagnato dal Vicepresidente Carbone, ndr.). Presenza importante, non soltanto in termini quantitativi ma anche e soprattutto qualitativi. Il Suo gesto, Monseigneur, di venire qua tra noi questa sera è, ai nostri occhi, pieno di significato, ed offre l’occasione per esprimerLe pubblicamente i sentimenti che la Comunità italiana di Monaco, rappresentata dal Com.It.Es., nutre nei confronti del Principato. Sono certo, infatti, d’interpretare i sentimenti di tutti gli italiani di Monaco quando Le dico : Monseigneur, gli italiani di Monaco, di cui Lei vede qui una bella rappresentanza, Le vogliono bene e vogliono bene a questo Paese che è diventato la loro seconda Patria, che li ha accolti come meglio non si potrebbe, che ha offerto loro serenità, sicurezza e pace ed una qualità di vita difficilmente eguagliabile, in un ambiente meraviglioso che giustamente Lei ora vuole proteggere, senza per questo rinunciare allo sviluppo. Gli italiani di Monaco hanno trovato qui condizioni ideali per esercitare le loro attività, hanno sfruttato queste condizioni e molti di loro hanno avuto successo, contribuendo così, in maniera significativa, al progresso e allo sviluppo economico del Principato, e di questo, Monseigneur, ne andiamo giustamente fieri. E’ quindi con sentimenti di profonda e sincera gratitudine che noi italiani di Monaco, ci rivolgiamo a Lei, Altezza Serenissima, al Suo Governo ed a tutte le Istituzioni Monegasche, per le opportunità che ci sono state offerte e che noi abbiamo saputo cogliere. Gli italiani di Monaco desiderano aiutare questo splendido Paese a continuare a crescere, nel rispetto assoluto dell’ambiente, perché questo è nel loro stesso interesse, e condividono le Sue giuste preoccupazioni per la tutela e la difesa del nostro pianeta, e sono pronti a dare, ciascuno nel suo ruolo, il proprio contributo per il successo della Sua azione. Monaco ha tanto da offrire in termini di opportunità così come l’Italia in termini di capacità lavorativa e creatività. Altezza Serenissima, Lei sa che può contare sulla Comunità italiana di Monaco, la quale desidera essere sempre più coinvolta nella realizzazione dei Suoi progetti, che sono belli ed ambiziosi, perché Monaco divenga veramente, e qui cito le Sue stesse parole, un Paese modello ed un modello di Paese. Grazie ancora Altezza Serenissima per questo Suo gesto che testimonia una volta di più, il calore e la simpatia che Lei ha sempre avuto verso il nostro grande e bel Paese, l’Italia [...] Grazie ancora e di nuovo buon Natale a tutti voi ed alle vostre famiglie. 64
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Il presidente Niccolo Caisotti di Chiusano
La Fête de Noël des Italiens de Monaco A la traditionnelle soirée organisée par le Com.It.Es., Monaco Imprese et l’A.I.I.M. étaient présents avec un stand d’exposition. L’affluence a été remarquable.
Le personalità sono state ricevute dai Consiglieri del Com.It.Es. Dopo il cocktail di benvenuto, dal palco dell’Auditorium, è intervenuto il Presidente, Niccolò Caissotti di Chiusano, il quale oltre a porgere i consueti auguri, ha voluto rivolgere al Principe Sovrano un sentito ringraziamento per la sua presenza alla festa, sottolineando l’affetto autentico che gli italiani residenti a Monaco da sempre provano nei confronti della sua Persona, e di come la grande comunità sappia e voglia contribuire alla crescita del Principato. A seguire ha preso la parola l’ambasciatore italiano a Monaco, Mario Polverini che si è soffermato sul grande dinamismo e l’intraprendenza della nostra comunità, qualità che contraddistingue gli italiani all’estero, numerosi in tutto il mondo. Mario Polverini ha fatto anche un accenno all’importante ruolo degli ambasciatori italiani, dediti alla promozione internazionale del sistema-paese. Fra gli interventi non è mancato quello dell’arcivescovo di Monaco, Mons. Barsi, che ha auspicato un anno di pace per tutte le comunità. La conclusione della cerimonia ha rappresentato un importante momento per tutti : il messaggio esclusivo di S.A.S. il Principe Alberto II, il quale ha regalato a tutti gli italiani i suoi più calorosi auguri di buon Natale e felice anno 2008. Standing ovation d’obbligo per il Principe Sovrano, al quale due splendide bambine italiane hanno donato un panettone, espressione del Natale del nostro Bel Paese. Come da tradizione, la serata è stata segnata da tre eventi culturali: una mostra di quadri di artisti italiani emergenti organizzata dalla Galleria Artemisia, la trasmissione di un documentario sulle eccellenze gastronomiche dei ristoranti italiani a Monaco e un meraviglioso concerto di un’orchestra a pizzico ligure, con la partecipazione dell’amico Tenore Massimo La Guardia. Infine, un sofisticato e ricchissimo buffet è stato offerto dai migliori ristoranti italiani del Principato. 66
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La Fête des Italiens de Monaco a marqué un énorme succès. Organisé par le Com.It.Es. (Comité des Italiens à l’Etranger, ndlr.) le 16 décembre dernier à l’Auditorium Rainier III, ce moment était très important et attendu par tous les Italiens. Une grande fête qui a vu la participation de plus de 1500 invités, signe d’une communauté en croissance et toujours active dans l’enrichissement culturel et économique de la Principauté.
La fête de 2007 a été un moment de grand prestige grâce à la présence de S.A.S. le Prince Albert II et de nombreuses personnalités, dont Msr Bernard Barsi, Archevêque de Monaco ; M. Stéphane Valeri, Président du Conseil National ; S.E. M. René Novella, Secrétaire d’Etat ; M. Laurent Anselmi, Conseiller du Cabinet Princier; M. Jean Pastorelli, Conseiller de gouvernement pour les relations extérieures; M. René Georges Panizzi, Chef du Protocole ; M. Henry Doria, premier adjoint du Maire ; M. André Muhlberger, Directeur de la Sûreté Publique et S.E. M. Mario Polverini, Ambassadeur d’Italie à Monaco.
qualités qui distinguent les Italiens à l’étranger, très nombreux dans le monde entier. M. Polverini a fait aussi une rapide allusion au rôle important des ambassadeurs italiens par rapport à la promotion internationale du système pays. De son côté, Msr Barsi a souhaité une année de paix pour toutes les communautés. La conclusion de la cérémonie a représenté un moment important pour tous : le message exclusif de S.A.S. le Prince Albert II, lequel a transmis à tous les Italiens ses voeux les plus sincères de joyeux Noël et de bonne année 2008. De très longs applaudissements ont accompagné la fin du discours du Prince, auquel deux petites filles ont remis un panettone, expression du Noël de notre Beau Pays. Comme le veut la tradition, la soirée a été marquée par trois évènements culturels : une exposition de cadres italiens d’artistes émergents organisée par la Galerie Artemisia, la projection d’un documentaire sur les excellences gastronomiques des restaurants italiens de Monaco, et un merveilleux concerts d’un orchestre à cordes ligure avec la participation de l’ami Ténor Massimo La Guardia. Pour finir, un sophistiqué et richissime buffet a été offert par les meilleurs restaurants italiens de la Principauté de Monaco.
Les personnalités ont été reçues par les Conseillers du Com.It.Es. Après le cocktail de bienvenue, le Président, M. Niccolò Caissotti di Chiusano, a présenté ses voeux à la communauté italienne et a adressé son chaleureux remerciement au Prince Souverain pour sa présence à la fête, en soulignant la profonde affection que les Italiens de Monaco éprouvent depuis toujours pour sa Personne ; tout en confirmant le désir de la communauté italienne, de contribuer à la croissance de la Principauté. L’Ambassadeur d’Italie a ensuite pris la parole en évoquant le dynamisme et la grande volonté d’entreprendre de notre communauté,
Fabrizio Carbone Vicepresidente
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Il “Château de la Chèvre d’Or” Tra cielo e Mediterraneo, il Château de la Chèvre d’Or è un albergo paradisiaco che offre un ambiente raffinato ed accogliente nel cuore della città medievale di Eze, a due passi da Monaco. Circondato da giardini privati a strapiombo sul mare, questo Relais & Château dispone di 34 camere luminose dotate di ogni confort, di cui due suite e una “presidenziale” estremamente raffinata. Il Bar del Château, con terrazza panoramica, è un punto d’incontro ideale per passare momenti unici di relax e musica jazz. Per il piacere del palato, l’hotel propone 4 ristoranti diversi : la Chèvre d’Or (2* Michelin) una delle migliori tavole della Costa Azzurra in un quadro panoramico eccezionale e un’atmosfera Belle Epoque ; I Remparts sulla terrazza del ristorante gastronomico ; il Café du Jardin per colazioni leggere e soleggiate ; il Grill du Château, che offre una splendida vista sui giardini in un ambiente familiare. Per il relax e benessere, l’albergo dispone di sale massaggi e fitness con sauna e hammam, svariati solarium e libero accesso al Tennis
Club di Eze. Inoltre, l’hotel offre due piscine riscaldate, di cui una nella suite presidenziale, entrambe dotate di jacuzzi esterni. Infine, per i soggiorni di lavoro, è proposta una sala riunione per 50 persone. Il Château de la Chèvre d’Or annuncia la riapertura per venerdì 14 marzo con un nuovo arredamento del ristorante, l’ammodernamento di un gran numero di stanze ed una riorganizzazione degli spazi.
Le Château de la Chèvre d’Or Entre ciel et Méditerranée, le Château de la Chèvre d’Or est un hôtel paradisiaque qui offre une ambiance rare et chaleureuse, au cœur de la cité médiévale d’Eze, et à deux pas de Monaco. Entouré de jardins privés uniques surplombant la Grande Bleue, ce Relais & Château dispose de 34 chambres lumineuses avec tous conforts, dont deux suites et une suite présidentielle d’un raffinement extrème.
Le Bar du Château, avec terrasse panoramique, est un lieu d’accueil idéal, à l’ambiance feutrée et conviviale, pour passer de grands moments de jazz et de détente. L’hôtel, pour le plaisir de ses hôtes, propose 4 lieux différents de restauration : la Chèvre d’Or (2* Michelin) une des meilleures tables de la Côte d’Azur dans un cadre panoramique exceptionnel et une atmosphère Belle Epoque ; les Remparts sur la terrasse du restaurant gastronomique ; le Café du Jardin, proposant des déjeuners décontractés, légers et ensoleillés ; le Grill du Château qui, dans un cadre familial, offre une vue superbe sur les jardins. Pour la détente et le bien-être, l’hôtel dispose d’une salle de massages et de fitness avec sauna et hammam, de solariums et d’un accès libre au Tennis Club d’Eze. En particulier, l’hôtel offre deux piscines chauffées à flan de colline, dont l’une à débordement dans la Suite Présidentielle. Toutes les deux sont accompagnées de jacuzzi extérieurs. Enfin, pour des séjours plus studieux, une salle de conférence, pour des réunions de travail jusqu’à 50 personnes, est proposée. Le Château de la Chèvre d’Or annonce sa réouverture le vendredi 14 mars avec, au programme, une nouvelle décoration du restaurant, une rénovation d’un grand nombre de chambres et un réaménagement des espaces.
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