Cuore Azzurro n°118 del 31/05/2015

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magazine

Organo ufficiale dell’Associazione Italiana Napoli -Club Anno X- nr 118- 31/05/2015

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a Alla ricerca dell uta Champions perd

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ie per z a r g , o s s ti e P Ciao i fatto a h e h c o ll e u q tutto

Proviamo a far festa almeno alla fine Qualità, affidabilità, potenza


Gli azzurri hanno la possibilità di salvare la staGione battendo la lazio

Il NapolI sI gIoca tutto IN 90 mINutI

Col Genoa senza licenza Uefa, non c’è battaglia neanche per l’Europa League la classifica

il proGramma Verona - JuVentus atalanta - Milan Cagliari - udinese Fiorentina - ChieVo inter - eMpoli napoli - lazio roMa - palerMo saMpdoria - parMa sassuolo - genoa torino - Cesena

Juventus Roma Lazio Napoli Fiorentina Genoa Sampdoria Inter Milan Torino Palermo Hellas Sassuolo Chievo Empoli Udinese Atalanta Cagliari Cesena Parma

2-2 1-3

Direttore responsabile: Saverio Passaretti

ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB

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Edito dall’A.I.N.C. Coordinamento: : Star Press Hanno collaborato: Francesco Basile,

87 70 66 63 61 59 55 52 52 51 46 46 46 43 42 41 37 31 24 18

38 37 37 37 37 37 37 37 38 37 37 38 37 37 37 37 38 37 37 37

26 19 20 18 17 16 13 13 13 13 11 11 11 10 8 10 7 7 4 6

9 13 6 9 10 11 16 13 13 12 13 13 13 13 18 11 16 10 12 7

3 5 11 10 10 10 8 11 12 12 13 14 13 14 11 16 15 20 21 24

72 53 67 68 58 61 46 55 56 43 51 49 46 28 43 40 38 44 36 31

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Salvatore Longobardi, Bruno Marra, Mario Passaretti, Carmine Tascone, Ciro Piemonte. Fabrizio Piccolo Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007

domenica 31 maggio 2015


liberamente

lo straNo approccIo del NapolI alla super sfIda Per fortuna le partite di calcio si giocano in campo, le chiacchiere in linea di massima non portano a nulla. Se però analizzassimo la settimana di avvicinamento alla “partita da 50 milioni” scopriremmo che mentre alla Lazio è stato fatto tutto il possibile per arrivare pronti alla partita, a Napoli è stato fatto di tutto per distrarre l’ambiente. Ci si è messo anche il destino nelle ultime ore, ma il discorso parte da lontano. Cominciamo da lunedì. Gli azzurri sono depressi, e con la testa già in vacanza. La sconfitta di Torino, il crollo nervoso degli ultimi minuti, dimostrano che la squadra ha mentalmente staccato la spina. Poi succede che la sera a Roma il biscotto non lo fanno, ed ecco che gli azzurri tornano in corsa. E ne accorgono anche in società che festeggiano con un twitter celebrativo l’evento. Al martedì mattina abbiamo una squadra che aveva staccato la spina, ed un’altra col morale sotto i tacchi. Diciamo che partono più o meno alla pari. Solo che a questo punto a Roma fanno tutto quello che si deve fare in un momento del genere. Si focalizza l’attenzione sulla partita, c’è qualche dichiarazione di rito, che in assoluta lascia il tempo che trova, ma che serve a dare coraggio a tutto l’ambiente, a cancellare la paura del dopo derby. Poi fanno quello che si fa in qualsiasi squadra al mondo in momento del genere: cercano il calore dei tifosi: ed ecco l’allenamento di giovedì a porte aperte. Via via fino con giocatori che si caricano a vicenda con varie dichiarazioni. A Napoli un genio decide che è il caso di indire una conferenza stampa per parlare del futuro di Benitez (salvo poi proibire domande sul futuro del tecnico). Qualcuno avalla l’ipote-

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si di fare un allenamento al San Paolo aperto al pubblico, ma da questo orecchio nessuno ci sente. Mercoledì, giovedì e sostanzialmente venerdì mattina non si parla della partita ma di Benitez, della monnezza di De Laurentiis, di Bigon che va via col presidente che dice che non è buono. Poi il diavolo ci mette la coda: la morte di Pesaola è una coltellata la cuore dei tifosi ed ecco che da venerdì ad ora di pranzo in poi si parla in città solo del Petisso. Ovvio che questo ultimo accadimento tragico non è colpa di nessuno, ma è servito a perfezionare la settimana perfetta. Anche perché, in costanza di silenzio

l’editoriale di

liberato Ferrara

stampa, interrotto solo per la comunicazione di cui sopra, della partita non si è mai parlato. Poi sta ad intendersi: per alcuni è bene prima di gare del genere non far salire la tensione, già altissima. Meno se ne parla meglio è. Per altri tutto l’ambiente deve essere granitico, deve avere una sola cosa in mente. Vediamo stasera cosa succede. Le squadra, per motivi diversi, sono a pezzi, entrambe. Il campo ci dirà che saprà reagire meglio, chi avrà meglio preparato la partita. Opinione personale: a Roma hanno fatto le cose giuste. La speranza è di sbagliare clamorosamente.

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Alla ricerca della … Un finale di campionato che ricorda l’epilogo dei migliori film gialli, la rocambolesca vittoria giallorossa nel derby capitolino riaccende le spedi Saverio Passaretti ranze azzurre di riagganciare, all’ultimo istante, la agognata zona champion. Paradossale dover sostenere la Roma per noi tifosi napoletani per colpa della inguaribile e smoderata passione per i calciatori azzurri che non sempre hanno compensato tanti sacrifici e sofferenze, nella speranza di veder esaudite le ultime possibilità di qualificazione, una volta sfumate le due finali di Tim Cup ed Europa League. Non sarebbe una magra consolazione battere la Lazio ed accedere ai preliminari champion, non è un ingresso trionfale ma anche l’accesso alla porta di servizio porterebbe al Napoli un flusso economico sufficiente a reimpostare nuovamente la squadra una volta compreso che sarà da riformare patendo dal cambio del Mister. Benitez è chiamato ad una prova d’orgoglio ma confidiamo sulla sua indiscussa professionalità, saprà trasmettere ai giocatori la giusta tensione per affrontare la gara con tenacia ma senza eccessivo patema d’animo. Si aspetta un Napoli delle migliori occasioni, dimenticare per una sfida irripetibile le angosce per un futuro incerto, tanti, infatti, sono i giocatori in lista di partenza i contorni futuri sono avvolti da una fitta nebbia che per l’occasione dovrà sparire dalla mente dei protagonisti. Solo con una grande prestazione impostata su cuore e coraggio si potrà avere ragione degli uomini di Pioli che ampiamente hanno dimostrato di meritare anch’essi la più ambita qualificazione europea, venderanno cara la pelle i bianco-celesti ma contro la spinta di tutto lo stadio avranno vita difficile. A dimostrazione di rispetto per i colori e determinazione giunge notizia che Il Napoli si compatta e va in

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caSa n

la le prIma ritiro. In vista del decisivo match per preparare al meglio quello che sarà un vero e proprio spareggio per la Champions League. Stavolta non c'è stato alcun intervento di De Laurentiis ma, anzi, la decisione è stata presa dagli stessi giocatori che volontariamente si sono stabiliti a Castel Volturno già da mercoledì sera. Un segnale ben accolto dalla tifoseria, non in uno spirito punitivo ma che dimostra la volontà del gruppo di dare il massimo allontanando anche la minima distrazione, l’atto finale di una stagione a fasi alterne ma sempre deludente nei momenti essenziali. Scaramanticamente ci si augura soltanto una gara corretta tra due compagini deluse e preoccupate anche la lazio ha fallito in parallelo la finale Tim Cup, dopo aver eliminato proprio gli azzurri, con una bella gara perduta con l’imbattibile Juve. La vincente avrà recuperato in extremis un martoriato cammino, però, senza voler sminuire i seguaci dell’aquilotto il tifo napoletano merita la soddisfazione finale di approdare alla partecipazione champion in virtù di aver mancato vari obiettivi per madornali distrazioni e con avversarie di medio valore. Restiamo in attesa del boato liberatorio dello storico S.Paolo a sancire il rilancio e il rinnovamento di un progetto sportivo nato sotto i migliori auspici ma progressivamente svanito in un mare di sterili polemiche. Aspettiamo fiduciosi …… !

Ora che volge al d ne horror per i ver taliano, proprio contrapposizione a rinascita sportiva i nazionale con un Champions e due Europa League, è venire errori e dare glio alla Lega sull per il prossimo ann parlando di date, d sticipi, di contemp golarità e di buon se date in pasto al (nel migliore dei c ressi di pochi (nel p sticcio della data coppa Italia slittata 20 maggio alla luc in Champions dell balletto degli orari mento per Juve-N Lazio sono solo le una collana dell’o cordare che da ca Napoli era fissata p 20.45 con qualche cifica: se la Juve fo nale di Champions to della finale di co rebbe giocato d (20.45), se il Napo in finale di Europ rebbe giocato vene Non era specificat

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… coppa perduta !!

napoli

ega ora studI le date a del caleNdarIo

desìo una stagiortici del calcio iin paradossale ai primi vagìti di in campo interna finalista di semifinaliste di opportuno pree qualche consil’organizzazione no calcistico. Sto di anticipi e poporaneità, di resenso. Tutte colla superficialità casi) o agli intepeggiore). Il padella finale di a dal 7 giugno al ce dell’impegno la Juventus e il spostati a piaciNapoli e Romae ultime perle di orrore. Giova rialendario Juveper il sabato alle e opportuna speosse andata in fis, con slittamenoppa Italia, si sadomenica sera oli fosse andato pa League si saerdì sera (20.45). to cosa sarebbe

accaduto se si fossero verificati entrambi i casi (e che avrebbero creato non pochi problemi di accavallamenti con inevitabili fastidi per uno dei due club), mentre RomaLazio era fissata per domenica alle 15. Non si sa perché Juve-Napoli sia stata spostata alle 18 del sabato (che motivo è “per la festa scudetto”?) e sappiamo bene perché Roma-Lazio si sia giocata di lunedì. E peggio ancora nessuno ha ritenuto opportuno salvaguardare la contemporaneità dei due eventi, visto che – nonsisaperchèbis – è stata tolta la regola che vale solo per l’ultima giornata. Il guaio è che andando a verificare l’insensatezza di orari e date di tutta la stagione con posticipi sballati o senza senso (il Napoli che giocava di giovedì sera ha giocato spesso gare anche decisive di domenica e non di lunedì, per dirne una) il risultato è che è tutto da rifare. Alla luce di quanto visto quest’anno, ecco un opportuno vademecum su come organizzare i calendari per la prossima serie A. 1.Prima di stilare i calendari la Lega prenda una bella agenda e segni con un evidenziatore colorato che la finale di Champions League è fissata per il 28 maggio. Si gioca a Milano, bisognerebbe saperlo, ma non si sa mai. Ed eviti di prevede-

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re per il 29 maggio una finale di coppa Italia, hai visto mai che di nuovo un’italiana arrivi fino in fondo in Europa? 2.Giusto per completezza d’informazione la finale di Europa League è prevista per il 18 maggio a Basilea, forse è anche più probabile che un club italiano possa arrivare anche lì, quindi – please – niente impegni fissati per il 22 maggio, a una settimana dalla fine del campionato. 3.Nel 2016 si giocano gli Europei in Francia. Anche questo bisognerebbe saperlo, ma repetita iuvant. Dunque cara Lega per esattezza le date sono dal 10 giugno al 10 luglio. Meglio tenerlo a mente. 4.L’ora legale quest’anno cade nella notte tra il 24 e il 25 ottobre. Al fine di evitare spiacevoli situazioni considerare bene chi deve giocare alle 12.30 domenica 25 ottobre. Per capirci meglio, in quella settimana si giocano le coppe europee. Le italiane impegnate di giovedì in Europa League, magari in trasferta, non mandiamole allo sbaraglio con orari improbabili come successo più di una volta quest’anno. 5.Si tenga conto dei calendari internazionali e degli impegni dei tanti stranieri con le loro nazionali. Se c’è un turno di qualificazioni o di amichevoli mondiali, evitare di

di

Fabrizio Piccolo

piazzare di sabato alle 12.30 (ad.es. Roma-Napoli con tanti nazionali che avevano giocato oltreoceano di mercoledì) partite importanti, si rischia di falsare una stagione. E non dite: ‘tanto più di così’, salvate la faccia, almeno. 6.Il campionato inizia il 22-23 agosto ma ci sarà un club italiano impegnato nei preliminari di Champions il 18-19 e il 25-26 agosto, tenerne conto per stilare anticipi e posticipi della prima e della seconda giornata. 7.Imparare a memoria le date di tutti gli impegni del parentado di Lotito, dalle comunioni ai battesimi, per evitare sovrapposizioni imbarazzanti con conseguenti slittamenti dell’ultim’ora delle partite della Lazio in A e della Salernitana in B. 8.Ripristinare la contemporaneità obbligatoria per le partite in cui sono impegnate squadre in lotta per il medesimo obiettivo almeno per le ultime due giornate. Le pay-tv se ne faranno una ragione. E mi raccomando, stasera risparmiateci la sceneggiata degli arbitri che aspettano l’ok per dare il fischio d’inizio in contemporanea su tutti i campi. Mai sia che Roma-Palermo (che non serve a niente) inizi qualche secondo dopo Napoli-Lazio (ormai...).

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La partita da 50 mili GHOULAM

CANDREvA

MERTENS

INLER kOULIBALy HAMSIk ANDUJAR

DJORDJEvIC

ALBIOL

DAvID LOPEZ

CALLEJON F.ANDERSON MAGGIO

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ioni inizia alle 20.45 BASTA

MAURICIO

PAROLO

HIGUAIN

DE vRIJ

MARCHETTI

CATALDI

GENTILETTI

LULIC

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tascone: non ho mai creduto al biscotto, so cosa è il derby a roma

“coraggio Napoli, in difesa non sono fenomeni” “Pioli giocherà coperto e punterà sul contropiede, ma non sono imbattibili” Carmine Tascone è uno che la sa lunga sulla vita. Come dice lui è laureato in marciapiedologia, sa come va il mondo, soprattutto come va il mondo del calcio. Non aveva dubbi sul fatto che lunedì scorsa Lazio-Roma sarebbe stata partita vera, verissima. Lui al biscotto non aveva creduto neanche per un secondo. “I napoletani vivono nella cultura del sospetto. Roma e Lazio si odiano, eppure c’è chi parlava di biscotto. E’ una cosa assurda, i tifosi facevano addirittura a gara ad indicare chi avrebbe segnato in questo famigerato ‘caffelatte’. Chi conosce il mondo del calcio sa bene che ci sono cose che vanno al di là della semplice convenienza del momento. Roma-Lazio è più di una partita di calco. E’ l’essenza di quel calcio. Credo che sia la rivalità più sentita a livello di derby. Molto più di Juventus-Torino, che è un derby per modo di dire: la Juventus ha i tifosi che vengono quasi tutti da fuori città, e poi storicamente la differenza di valore tra le due squadre è tale che la rivalità al massimo è sentita a senso unico. A Milano il discorso è molto diverso. Le milanesi giocano per traguardi prestigiosi, sempre. Non guardate le ultime annate, che sono atipiche. Milan ed Inter hanno sempre obiettivi importanti da centrare. Il derby è sentito, ma in fin dei conti non è molto più di un’altra partita. I conti in città non “si regolano” nel derby, ma a fine anno quando si contano i trofei vinti. A Roma, ed in parte a Genova, il discorso è diverso. Il derby è tutto, quasi sempre la gara più importante dell’anno. Pensare che in un contesto del genere si possa ipotizzare un biscotto era follia. La Lazio non avrebbe mai accettato di finire dietro i giallorossi, ed i giallorossi godrebbero da morire se i cugini fossero fuori dall’Europa. Sapevo che non ci sarebbe stato biscotto, i fatti mi hanno dato ragione”. Adesso Napoli favorito?

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“Mi aspetto una partita difficile, la squadra di Pioli partirà con un 3-4-3 ma di fatto si difenderà con cinque uomini, per poi puntare tutto sulle ripartenze. Hai voglia di dire che loro non fano mai questo tipo di gioco, che preferiscono fare la partita. La verità è che quando hai un vantaggio tattico come quello che hanno loro, ossia poter giocare per due risultati, lasciando agli altri l’onere di fare la partita, nessun allenatore in Italia vi rinuncia. Forse Benitez, ma Benitez non è italiano, non si è adattato al nostro campionato, ed adesso è già via. Pioli giocherà con grande attenzione. Per altro loro sono pericolosissimi nelle ripartenze”. Per Tascone però il Napli ha un grande vantaggio “La Lazio non mi sembra squadra in

grado di tenere lo 0-0 per tutta la partita. Per fortuna la loro difesa non è delle migliori: nel derby, infatti, Basta mi è sembrato uno ‘gnocco’ in marcatura. Giocheranno coperti, proveranno a prendere il Napoli in contropiede, ma inevitabilmente concederanno qualcosa in fase difensiva, perché non sono fenomeni indietro.”.

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RISTORANTE LA CAMPANELLA via G. di vittorio 58 - 53048 Sinalunga (SI) - Fraz. Bettolle Tel: 0577 624516 E-mail: brunellamarsico@gmail.it


qui lazio pioli: “perdere non sarebbe un fallimento” roMa - In casa Lazio si attendono gli ultimi 90 minuti prima di fare il bilancio. Eppure, il tecnico Stefano Pioli, ne è certo: in qualsiasi modo vada la sfida con il Napoli per il terzo posto, per i biancocelesti sarà comunque una buona stagione. «Credo che nessuno si dovrà permettere di usare termine il flop o delusione sul campionato della Lazio dice -. Difendo il nostro lavoro, ci si dimentica troppo in fretta da dove siamo partiti, siamo in una posizione in classifica che per bilanci, introiti e spese competerebbe ad altre società: siamo partiti dal nono posto, lo scorso anno avevamo quasi 40 punti dalla Juve, 30 dalla Roma e 20 dal Napoli». Si affida all'orgoglio laziale, dopo la «bella botta» rimediata nel derby perso con la Roma. «Il giorno dopo c'era molta delusione poi ho detto che c'era da fare una scelta: rimanere a nuotare in questa delusione o reagire. Ho dato un giorno libero, e abbiamo cominciato il ritiro. I nostri tifosi sono stati meravigliosi, forse nemmeno loro si rendono conto dell'energia che ci hanno dato». Servirà spenderla tutta in campo. «Chi merita il terzo posto? Chi sarà in quella posizione domani sera - ammette -. Ho fatto questa domanda ai giocatori e conosco la loro risposta. Non abbiamo ancora finito, vogliamo fare risultato positivo e arrivare al terzo posto». Per la trasferta ha convocato sia Biglia che Klose, ma il primo è praticamente indisponibile per il fastidio al ginocchio de-

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stro e lascerà il posto a Cataldi; al tedesco, che non è al meglio per un problema lombare, potrebbe essere preferito Djordjevic. Probabile inoltre l'adozione della difesa a tre. «Il ritiro aveva un obiettivo: stare insieme e recuperare le energiespiega Pioli -. Al di là del futuro di Benitez il Napoli proverà a fare risultato come proveremo a fare noi. Dobbiamo puntare al massimo e mettere in campo tutte le nostre energie. Dobbiamo giocare da Lazio, stando attenti e non andando allo sbaraglio». Niente calcoli. Anche se al San Paolo basterebbe pareggiare per mantenere il terzo posto. Poi si penserà al futuro. «Abbiamo gettato le basi per costruire una Lazio che potrà dare tante soddisfazioni ai tifosi - sottolinea l'allenatore -. La Lazio mi ha messo a disposizione un organico importate, con valori che andranno consolidati e sono convinto che è solamente l'inizio. Abbiamo perso qualche partita, una finale, ma credo che avremo altre occasioni». Magari un preliminare di Champions.

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a questo puNto sI deve solo peNsare a salvare Il savabIle di ciro PieMoNte

Dopo una stagione tra alti e bassi, certo più alti che bassi, destino vuole che ci sia ancora una possibilità. Qualcuno dice per salvare la stagione, io direi per salvare il salvabile. Certo non c’è che dire siamo arrivati in semifinale di Europa League e questo potrebbe bastare, se solo pensiamo che manchiamo da 26 anni a quei livelli, ma allo stesso tempo una semifinale persa (in quel modo) equivale a nulla in termini di premi. Se poi alla fine del campionato ci riteniamo fortunati e felici se combattiamo ancora per un terzo posto con due delle squadre più mediocri degli ultimi anni allora c’è un problema di fondo anche dal punto di vista delle tifoserie. il problema di noi tifosi è che ci aspettiamo tanto, troppo e alla fine si rimane come sempre a mani vuote. L’umiliazione allo Juventus Stadium è l’esempio lampante delle mie parole, sbeffeggiati come una squadra che lotta per la salvezza,anzi in quel caso quel tipo di squadra avrebbe avuto più di-

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gnità. Il solito Napoli di Benitez viene umiliato da tante riserve della Juve e sfocia in un terribile gesto di nervosismo di Britos, il quale si è guadagnato un posto da titolare in questo Napoli il che lascia tanto pensare sul resto della rosa. Degli errori gestionali di inizio anno se ne è tanto parlato, questi errori ci hanno accompagnato per tutto il campionato, non ci voleva un esperto per capire che questa squadra non era pronta per affrontare il campionato se non nel modo in cui è stato fatto. Non potevamo aspettarci assolutamente di più. Nessun rammarico verso Rafa, arrivato con gli onori di casa, tecnicamente tra i migliori al mondo, l’unica cosa che gli rimprovero sono le dimissioni che doveva dare, perché questa non e’ la squadra che si era prefissato di allenare una volta accettato questo ipotetico “progetto”. Come al solito tra le tante incertezze, squadra, presidente, allenatore l’unica sacrosanta certezza e’ l’amore dei tifosi per questa maglia. 20000 biglietti venduti, file ai botteghini per questo Napoli che non merita

tutto quest affetto, ma noi napoletani siamo cosi, fedeli, ottimisti solo per la maglia… e magari anche per la Champions dell’anno prossimo, in fondo in fondo ci credo ancora…avanti Napoli!

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il destino (e la roma) ha offerto aGli azzurri un’ultima occasione

Poche chiacchiere: fuori il carattere Con la Lazio non si può fallire: serve in campo gente determinatissima di

Mario Passaretti

Siamo arrivati all’atto finale di questo campionato altalenante,fattodi esaltazioni e delusioni per finire con le tribolazioni vissute nella speranza di un derby che non assumesse i connotati dell’ipotizzato biscotto,ma che invece in base al risultato(2-1 per la Roma che di diritto è qualificata al secondo posto e quindi accesso diretto ai gironi champions) ha ridato grande speranza ai tifosi napoletani.Ebbene sì domenica al San Paolo,andrà in scena l’ultimo atto della stagione calcistica del Napoli,proprio,scherzo del destino,contro la Lazio.Sembra strano ma questo campionato deve farci penare fino alla fine e compiere la grande impresa di battere i bianco-celesti,raggiungendoli in classifica e scavalcandoli in virtù degli scontri diretti che prima del match di domenica sono di vantaggio essendoci stata solo l’andata in casa laziale e terminata con il punteggio di 0-1 a nostro favore .E chi si apettava mai un finale così,da film horror,dove si decide tutto alla

fine in uno scontro diretto dalle sfumature drammatiche perché per una delle due significherebbe stagione fallimentare (soprattutto per il Napoli) con una grossa perdita in termini economici,che potrebbe influire anche sulle prospettive future come la campagna acquisti.Quindi diciamo che il destino è stato benevolo dando agli azzurri la possibilità di salvare la

stagione,battendo la Lazio in uno San Paolo gremito in ogni ordine di posto e pronto a spingere gli azzurri alla vittoria.Chissà che magari mister Benitez voglia farci quest’ultimo regalo per congedarsi pacificamente dal popolo partenopeo molto deluso dalla grinta mostrata dal Napoli in tante partite importanti.Con l’augurio che tutto vada per il meglio..


l’opinione

l’azzurro prIma dI tutto di carlo loNgobardi

Il mondo del calcio mondiale e ancor di più quello italiano, è uno dei migliori esempi della società contemporanea, che girando spesso al contrario rispetto alle più elementari norme organizzative e biologhe, continua ad essere gestito in maniera oligarchica, ad attribuire al matusalemme di turno poteri di ogni genere e non considera, quale irrinunciabile valore aggiunto, la pluralità, il senso di appartenenza, il ricambio generazionale e il doveroso entusiasmo giovanile. Analogamente a ciò, si ritiene corretto, in un fenomeno che coinvolge milioni e milioni di persone, attribuire la titolarità, il bastone del comando, a pochi eletti titolari della verità pallonara. Dispersa, infine, qualsiasi identità nazionale. Pochi esempi sono sufficienti a rappresentare questo accenno di tesi: la giovanissima età di Blatter, la graduatoria della classifica dei marcatori di serie a, che vede primeggiare l’inossidabile quanto encomiabile

Luca Toni in un mare di stranieri; l’imbarazzo dei calciatori di ogni dove che sono stati chiamati a commemorare i cento anni della grande guerra “altrui”; l’incapacità delle squadre di mettere in campo giocatori giovani, basti pensare che Valdifiori, a “soli” 29 anni, è stato recentemente insignito del prestigioso premio “Football leader 2015” quale rivelazione dell’anno; la presenza negli spogliatoi di “clan” dominanti (definizione che evoca schifose organizzazioni) di qualsiasi nazionalità tranne che italiani. Il tutto condito da un ingiustificato umore altalenante dei tifosi che un giorno sono al settimo cielo, un altro nella più profonda depressione da sconfitta. Anche i tifosi azzurri si presentano all’ultimissimo, determinante, appuntamento stagionale con una duplice filosofia di pensiero, che contrappone i pessimisti, i quali, pur di vedere acquisite le loro teorie da “due novembre” o per preservare egoisticamente le proprie coronarie, hanno addirittura inneggiato alla Lazio contro la Roma, e gli ottimi-

sti, coloro che oltre a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, pensano che sia preferibile ottenere un appuntamento da una bella donna anziché angosciarsi sui potenziali esiti. Il Napoli si appresta a disputare la “partitona del 2015” appena dopo aver salutato Benitez e Bigon che approderanno altrove e con l’incognita per la programmazione futura, nel mezzo della disputa tra i disperati per l’abbandono dello spagnolo e gli entusiasti per lo stesso motivo. Ma oggi, però, non serve fare calcoli o ragionamenti, non si può. L’incontro, prima che con la disposizione in campo si deve giocare con il cuore ed il coltello tra i denti, dimostrando l’amore per quei colori azzurri a noi incollati sulla pelle. Lo stesso azzurro che il nostro “Petisso” ha avuto cucito addosso fino alla fine dei suoi giorni senza fare mai riferimento al business plan o ai ricavi. Ma quello, si sa, era un altro calcio. Si chiude la stagione con un solo, unico, imperativo: FORZA NAPOLI…!!!!

arrivederci rafa

di FraNcesco basile-

Anche la stagione calcistica 2014/2015 volge al termine. Siamo alle battute finali di un campionato che, forse, avrà lasciato i rimpianti maggiori che la storia più recente del calcio

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Napoli ricordi: troppi punti persi con le piccole, troppe partite in cui gli azzurri hanno mancato di personalità, di carattere, di grinta, di voglia di vincere. E, il rammarico più grande, la semifinale di Europa League persa contro il Dnipro; dopo 26 anni il Napoli avrebbe potuto giocarsi la finale di una competizione europea. Ma così non è stato. Rafa Benitez, giovedì, nella conferenza stampa congiunta con il presidente De Laurentiis, ha ufficializzato che il suo futuro sarà lontano dal Vesuvio (si attende l’annuncio del Real

Madrid che andrebbe a sostituire, in panchina, Carlo Ancelotti, proprio con l’ormai ex tecnico azzurro, ndr). Con lui probabilmente partirà qualche pezzo pregiato della squadra, oltre al direttore sportivo Riccardo Bigon diretto pare in quel di Verona (sponda Hellas). La squadra è da rifondare se non totalmente, quasi. Ma su quali fondamenta? Forse sui pilastri di un progetto del quale, ai tifosi, non è mai stato indicato il fine. Il presidente, però, non ha parlato di rifondazione, ma di rinnovamento, continuando a percorrere la

strada della internazionalizzazione della squadra e della società intera. Non immaginiamo, in concreto, questo cosa significherà. Nel frattanto domenica si giocherà una partita fondamentale, ovvero lo spareggio con la Lazio per la qualificazione ai preliminari di Champions League. Don Rafè ha dichiarato di volersi congedare dai tifosi azzurri regalando loro il terzo posto. Noi ci speriamo e, nonostante i pareri contrari di qualcuno, lo ringraziamo per quanto fatto a Napoli in questi due anni. Buena suerte Rafa!

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Napoli avanti con la carica dei 101... gol napoli-cesena

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Napoli: andujar, Mesto, Koulibaly, albiol, ghoulam, david lopez, Jorginho, Callejon, hamsik (82' insigne), Mertens (89' gargano), gabbiadini (66' higuain). all.rafa Benitez Cesena: agliardi, Volta, Capelli (73' rodriguez), Krajnc, renzetti, Carbornero, de Feudis (82' Cazzola), Cascione, tabanelli (57' lucchini), Brienza, defrel. all. di Carlo Arbitro: irrati di pistoia Marcatori: 15' defrel, 19' d. Mertens, 21' M. gabbiadini, 45'+2' defrel, 57' d. Mertens Note: ammoniti ghoulam, Capelli, Koulibaly

Napoli - La carica dei 101. Il Napoli segna il gol numero 101 in campionato e batte il Cesena in rimonta in una partita bella e piena di emozioni. Gli azzurri lanciano cosÏ lo sprint Champions diventando anche il miglior attacco del campionato insieme alla Juve con 67 reti. E tra 5 giorni c'è proprio Juventus-Napoli nella febbre del sabato sera. Napoli spettacolo che dopo aver subÏto a freddo il colpo di Defrel, segna due gol splendidi prima con Mertens e poi con Gabbiadini. All'ultimo secondo del primo tempo pareggia ancora Defrel, davvero un bel giocatore. Nella ripresa però il Napoli si prende campo e partita dominando senza sosta e segnando il sorpasso con un'altra magnifica azione di Dries Mertens in combinazione con Hamsik. Adesso ne mancano due alla fine, 180 minuti per la corsa che porta all'Europa dei campioni.

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Lo stadio della Juve è maledetto juventus-napoli

3-1

Juventus: Buffon, padoin, Barzagli (46' Bonucci), ogbonna, asamoah, sturaro, pereyra (79' pepe), Marchisio (71' pirlo), pogba, Coman, Morata. all. antonio Conte Napoli: andujar, Maggio, albiol, Britos, ghoulam, lopez silva, gargano (78' Jorginho), Callejon, Mertens, insigne (68' hamsik), higuain (46' gabbiadini). all.rafa Benitez Arbitro: Banti di livorno Marcatori: 13' pereyra, 50' d. lopez silva rig., 77' sturaro, 90'+3' pepe rig. Note: espulso Britos al 91'. ammonito ghoulam.

Torino - Il Napoli lotta, segna il primo gol in assoluto allo Juventus Stadium, raggiunge il pareggio ma poi cede nel finale perdendo per 3-1. Prima però gli azzurri avevano avuto almeno due nette occasioni per segnare la seconda rete, ma due super parate di Buffon ed una palla che ha sfiorato il palo di un nulla hanno negato al Napoli almeno il pareggio. Il gol azzurro è arrivato con David Lopez bravo e veloce a riprendere la respinta di Buffon su rigore calciato da Insigne. Lo stesso spagnolo ha sfiorato la doppietta con un tiro al volo all'incrocio deviato da Buffon con una super parata. Peccato. Finisce 3-1 allo Juventus Stadium ma probabilmente valutando il computo delle occasioni gol globali il Napoli poteva uscire da Torino con un risultato positivo.

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Si è spento all’età di 90 anni il grande Bruno Pesaola, conosciuti come il Petisso. Ha legato il suo nome soprattutto alla storia del Napoli del quale è stato a lungo giocatore e poi allenatore. Da tempo era malato. Bruno Pesaola si è sempre considerato un napoletano nato all’estero. Non c’è stato nessuno che più di lui abbia incarnato il prototipo del napoletano: intelligente, scaltro, capace di ottenere i risultati migliori nei momenti più difficili. Arrivò in Italia per giocare nella Roma di Amadei, che ritrovò a Napoli passato qualche anno, dopo aver servito a Novara con i suoi cross dalla sinistra il più grande centravanti italiano, Silvio Piola. In Campania, Pesaola restò per la maggior parte della sua carriera, anche se il suo successo più grande lo conquistò (da allenatore) a Firenze quando riuscì a portare la squadra viola alla vittoria dello scudetto nel 1969. Il Napoli gli deve, comunque, una rocambolesca salvezza dalla retrocessione, nel 1983. (li.fe.) Inizio a scrivere con le lacrime agli occhi. Oggi non se ne è andato un pezzo di storia del Napoli. Se ne è andato un mito della mia infanzia, un uomo che poi ho avuto l’onore di conoscere ababstanza bene, per aver passato varie volte qualche ore con lui. Il Petisso è un pezzo della mia vita di tifoso prima, e professionale poi.

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Due anni fa, la settimana prima di Pasqua, eravamo a cena al ristorante di Peppe Bruscolotti. L’idea nacque così, per caso: perché non organizzare una rimpatriata a casa del Petisso? Peppe non ci pensò un minuto e disse sì, così come Improta. Si aggiunsero poi Vinicio, Cané, oltre a Mimmo Carratelli che non ha mai giocato per il Petisso, ma ne è stato il cantore di sempre. Volle essere della partita anche Alberto Savino, che aveva giocato nel Napoli, ma mai col Petisso, e non vedeva l’ora di conoscerlo. Solo chi ama davvero il calcio può capire quello che sto per scrivere: quel lunedì mattina fu per me uno dei giorni giorno più belli della vita. Mi trovavo insieme agli isoli della mia prima infanzia. Un qualcosa, una sensazione straordinaria, mi sembrava un sogno. Avendo vissuto l’epopea di Maradona, tante volte avevo parlato con Diego, ma mai avevo provato una simile emozione. Gli idoli della prima infanzia, lì, tutti insieme. Ci fosse stato anche Sivori avrei fatto bingo, purtroppo con Sivori ho fatto in tempo solo a parlare a telefono, una volta. E’ stata quella l’ultima volta che ho visto Pesaola. Era vecchio e malato, non si alzava da una sedia a rotelle che con pudore teneva nascosta sotto un lenzuolo per non dare nell’occhio. Le gambe lo avevano lasciato, ma restava lucidissimo. Non ricordo chi gli chiese: “Cosa daresti per tornare indietro nel tempo?” La classica domanda un po’ sciocca, alla quale nessuno si sogna di avere una risposta. Il Petisso alzò lo

sgurado e disse: “Ma sei pazzo? Con tutta la fatica che ho fatto per arrivare a questo punto mi cheidei di tornare indietro nel tempo”. Questo era il Petisso, questo è il Petisso che resterà vivo nei cuori di chi lo ha conosciuto ed inevitabilmente gli ha voluto bene. Lui che quando parlava dello scudetto vinto con la Fiorentina quasi non ci poteva credere. “La verità è che l’anno prima eravamo arrivato secondi col Napoli. Conoscendo la piazza ero certo che avrebbero preteso lo scudetto. Allora io me ne andai a Firenze per vivere una stagione tranquilla… E meno male”. Un pozzo senza fine di aneddoti il Petisso, un napoletano nato per errori in argentina. Ce ne è uno che raccontava spesso. Era allenatore del Napoli ed un giornalista particolarmente insistente voleva avere notizie di mercato in esclusiva. Chiedi una volta, chiedi due, chiedi tre, alla fine il Petisso di ruppe le scatole, e a basso voce gli mormorò: “Lo dico solo a te, ma no mettermi in imbarazzo con gli altri: il Napoli ha preso…” E disse il nome di un fantomatico giocatore argentino. Il giorno dopo il nome uscì con grande evidenza su quel giornale. Peccato che quel giocatore non esisteva. Quel nome significava “merda” in argentino. Grande Petisso, è stato bello crescere nel tuo mito, è stato poi fantastico conoscerti qualche anno dopo e fare insieme a te un tratto del cammino. Ciao, porta un bacio a Sivori: sta aspettando per organizzare una partita di calcio, o un tavolo di poker, è la stessa cosa.

Addio P

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Petisso, ti vogliamo bene

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Rafa e Aurelio si lasc

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ciano da buoni amici

“A Napoli ho vissuto due anni splendidi. Il mio ciclo finirà domenica e spero di chiudere con un successo importante nel match contro la Lazio”. Rafa Benitez saluta Napoli ed Aurelio De Laurentiis nella conferenza congiunta con il Presidente azzurro a Castelvolturno.“Dirsi addio è sempre triste, Napoli ha rappresentato una esperienza importante e bellissima. Porterò sempre nel cuore questa città ed i tifosi. Ringrazio Aurelio e la Società per avermi dato questa grande opportunità e per avermi aiutato tantissimo in queste due stagioni”. “Ci sono stati momenti più o meno positivi, come accade nel calcio, ma abbiamo vinto due trofei ed abbiamo raggiunto la semifinale di Coppa Uefa. E’ il punto più alto toccato dal Napoli degli ultimi 26 anni e sono sicuro che con il lavoro di De Laurentiis e di tutta la Società questa squadra otterrà successi ancor più prestigiosi”. “A Napoli sono stato splendidamente, i tifosi mi hanno sostenuto, la gente mi ha dato grandissimo affetto ed ancora oggi lo sento addosso. Vado via soprattutto per l’esigenza di stare con la mia famiglia, questa è stata la chiave della mia decisione ed il Presidente sapeva della mia scelta. Ma prima di tutto oggi penso al match di domenica con la Lazio perché può coronare queste due stagioni con un risultato importantissimo e l’ingresso in Champions”. Ha qualche rimpianto? “Il calcio è fatto di successi e an-

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che di rimpianti. Certamente siamo stati ad un passo dalla finale di Coppa uefa e non ci siamo arrivati per episodi sfavorevoli arbitrali e occasioni da gol mancate. Ma fa perte del gioco. Ma abbiamo raggiunto traguardi importanti e vincere non significa solo ottenere successi ma anche crescita individuale e della rosa. Abbiamo ottentuo il record di punti e gol della storia del Napoli e possiamo ancora bissare il primato di gol fatti domenica, cercando di battere la Lazio per la partita più importante della stagione” Poi una dedica ai napoletani: “Sono triste perché qui sono stato accolto in maniera fantastica. Ringrazio tutti, amerò sempre Napoli, la gente e le sue bellezze. Andrò via portando con me ricordi splendidi. Grazie ancora a tutti e sono certo che questa squadra e questo Club raggiungeranno i successi ed i traguardi che meritano perché Napoli è una città speciale”. De Laurentiis annuisce. “Ringrazio Rafa per questi due anni bellissimi che ci hanno fatto crescere tanto. Adesso proseguiremo il nostro processo di internazionalizzazione e semineremo per implementare la rosa e costruire un gruppo sempre più competitivo”. Aurelio De Laurentiis tra passato, presente e futuro saluta Rafa Benitez, rende omaggio al tecnico azzurro e parla del progetto azzurro rilanciando le ambizioni del Club. “Innanzitutto voglio fare i miei ringraziamenti pubblici

a Rafa, due estati fa lo volli fortemente, mi conquistò già dopo la prima chiacchierata. Il suo lavoro è stato importantissimo, ci ha dato una dimensione europea ancor più solida e sono soddisfattissimo di quello che ha creato in queste due stagioni. Il nostro rapporto è sempre stato positivo e sereno, le nostre strade si dividono con grande cordialità anche perché sapevamo, che dopo due anni sarebbero decaduti i termini del contratto. Benitez voleva riavvicinarsi alla famiglia ed è un legittimo desiderio dopo tanto tempo lontano dai suoi cari. Tra noi ci sarà sempre amicizia ed un rapporto importante. Gli auguro un futuro radioso perché è un tecnico che merita grandi successi”. De Laurentiis poi guarda al futuro: “Il nostro progetto continuerà con la stessa intensità, così come semineremo per una crescita ulteriore del Club. Per il sesto anno consecutivo siamo in Europa, sperando di poter conquistare la Champions domenica, e siamo l’unica Società ad aver raggiunto questo traguardo. Eravamo al 46esimo posto del ranking Uefa e a desso siamo al 20esimo davanti a Inter, Roma, Milan e Liverpool e oltretutto siamo al settimo posto nella classifica mondiale della IFFHS” “Negli ultimi due anni siamo stati l’unica squadra a vincere due trofei dopo la Juventus e vogliamo ancora vincere in futuro. Abbiamo un piano di crescita che riguarda anche il Club. Ho due priorità al mo-

mento. Stanzieremo 30 milioni per costruire un Centro Tecnico per il settore giovanile, abbiamo già visto 20 ettari di terreno su cui formare sei campi da gioco ed una struttura adeguata munita di scuola per accogliere la nostra “cantera”. Poi investirò soldi di tasca mia per la ristrutturazione dello stadio che prenderà via il 31 maggio e durerà 16/18 mesi per completare in maniera perfetta l’intero progetto”. Sull’aspetto tecnico: “La rosa che abbiamo attualmente, anche grazie a Rafa Benitez, è vasta e competitiva. Faremo degli innesti mirati nei ruoli che già abbiamo individuato. Voglio ricordare che noi abbiamo un terzo del fatturato della Juventus, ma anche di squadre quali il Milan o il Borussia Dortmund, e dobbiamo ottimizzare le nostre risorse. Non possiamo spendere 8 milioni di ingaggio per un giocatore, ma certamente possiamo cercare gli uomini adatti che possano accrescere la qualità della rosa. Dipenderà anche dalle richieste e le idee del nuovo tecnico. Chi sarà? Non abbiamo ancora chiuso una trattativa a riguardo ma posso assicurarvi che sarà un allenatore che, come Benitez, si senta napoletano dentro. La napoletanità è una condizione dello spirito ancor prima che un fattore territoriale. Ciò che posso dire ai nostri tifosi è che faremo le scelte giuste perché la nostra è una Società sana, in espansione e che avrà sempre un ruolo da protagonista in futuro”.

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una città imborGhesita che deve ritrovare orGoGlio e passione

Napoli, la nostra memoria è sempre ciò che fa la storia di

bruNo Marra

Un antico adagio, appartenente alla saggezza popolare, recita che il futuro molto spesso è scritto nel nostro passato. Ma a Napoli, probabilmente, ce ne stiamo dimenticando. Siamo all’epilogo decisivo e fondamentale di questa stagione, ci stiamo giocando una partita che può valere la Champion e domenica il San Paolo sarà in fibrillazione. Tutto bello ed entusiasmante, con la speranza di coronare un altro splendido traguardo. Però ciò non esime dall’evidenziare quanto terrorismo ideologico e quanto pressapochismo sia stato profuso in questi mesi sulla testa del Napoli da un popolo distratto ed imborghesito. Se venisse un marziano oggi nella nostra città penserebbe che il nostro cuore azzurro sia straziato da una imminente retrocessione in Serie B e chissà da quali nefaste congiunture astrali che ne compromettono le basi. La parola fallimento alberga in ogni angolo, l’avvilimento, il livore e giudizi strumentali attraversano l’ambiente azzurro come fosse un vento inarrestabile e non risparmiano nessuno dal Presidente, all’allenatore ai protagonisti in campo. Perché De Laurentiis, secondo i censori più arditi ed i disfattisti a ferma permanente è “un imprenditore senza cuore”,

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Rafa Benitez è un incapace che non si sa adattare al calcio italiano, Higuain e compagnia sono un branco di mercenari. Signori miei qui si stanno perdendo i lumi della ragione ed il senso della realtà. Cominciamo per gradi. Comunque dovesse finire il match con la Lazio, il Napoli è in Europa per il sesto anno consecutivo. Cari miei principi del forum, sapete che non era mai successo nella storia azzurra e soprattutto che la nostra è l’unica Società italiana ad aver ottenuto il traguardo dell’ingresso sul palcoscenico internazionale? Sapete che nell’Era De Laurentiis il Napoli ha scalato centinaia di posti nel ranking Uefa e che in quest’ultimo biennio è risalito dal quarantesimo al ventesimo posto della classifica mondiale per Club? Ma soprattutto ricordate dov’eravamo 10 anni fa? Appena scampati dal limbo della Serie C. Qui non si tratta di imbracciare un discorso retorico o di comodo, qui si tratta semplicemente di punteggiare la verità e la dimensione di un ambiente, di una squadra e di una città che non hanno un retaggio di nobiltà assoluta, che non vengono dal lusso calcistico sfrenato, che non hanno una bacheca strabordante di trofei e che non sono certo abituati a bere champagne al punto da rifiutare un buon vino di annata. Solamente quest’anno il Napoli

potrebbe conquistare un altro potenziale ingresso in zona Champions, ha disputato due semifinali e comunque vada è in Europa matematicamente. Mi spiegate il senso della parola fallimento? E cosa dovrebbero dire Inter e Milan. E cosa la stessa Roma che ha speso questa estate oltre cento milioni per poi peggiorare il punteggio dell’anno scorso? La verità è che dobbiamo recuperare un sano realismo, capire chi siamo, dove stavamo, dove stiamo e dove potremmo essere. Con la consapevolezza che il nostro futuro dipende da oggi, da come sapremo interpretare quest’epoca di crescita e di dimensionamento ad

alto livello. Rafa Benitez andrà via ma ci lascia in eredità due adagi da cui dovremo fare tesoro: “sin prisa, sin pausa” e “spalla a spalla”. Senza avere fretta e stndo uniti si possono raggiungere i più grandi risultati. E quando diciamo con orgoglio che “il Napoli siamo noi” dobbiamo essere all’altezza della nostra passione. A cominciare da domenica e per sempre. Perché nessuno dimentichi che “quand’era fanciullo amava una maglia e un pallone, guardando la Curva che canta io provo la stessa emozione”. Il canto che nascerà per sempre dal nostro cuore, perché sarà sempre il Napoli l’unico eterno amore.

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