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TESTIMONIANZA
TESTIMONIANZA Grandi donatori
Cinquant’anni passati insieme, in una vita piena di peripezie. Alla morte del marito, Adele ha deciso di intitolargli una borsa di studio: “Credevamo entrambi nella ricerca e questo è un modo per far ricordare il suo nome”
a cura di ANTONINO MICHIENZI Jeans, maglioncino rosa, i capelli bianchi tenuti in ordine con pettinini color avorio, un settimanale fresco di stampa sul tavolo. Ha 94 anni, ha visto la guerra tra Milano e il Lago Maggiore, attraversato da ricercatrice gli anni d’oro dell’industria chimicofarmaceutica italiana, ha girato il mondo su una nave da crociera come membro dell’equipaggio.
Adele è una donatrice AIRC: nel 2020 ha deciso di istituire una borsa di studio in memoria del marito Carlo, mancato pochi mesi prima. Su suggerimento del fratello Antonio, professore al Politecnico, che ben conosceva AIRC, si è messa in contatto con l’Ufficio Grandi Donatori.
“Io e mio marito, insieme, credevamo nella ricerca, ed è per questo che ho deciso di donare per una borsa di studio in sua memoria: oltre a sostenere la ricerca, questo è un modo per tenerlo vivo e far ricordare il suo nome” dice.
La vita di Carlo e Adele è piena di avventure. Lui, nato a Trieste, a due anni si imbarca con la madre per raggiungere il padre emigrato in Argentina. Passano pochi anni e, dopo la morte della madre, torna con una zia in
Se desideri legare il tuo nome, o il nome di una persona cara, alla ricerca sul cancro, puoi scegliere anche tu, come Adele, di istituire una borsa di studio biennale o triennale intitolata.
Con una donazione straordinaria di 25.000 o 35.000 euro annui, in base all’esperienza del ricercatore, contribuirai concretamente alla formazione di un giovane e brillante ricercatore.
Per ogni domanda specifica e per individuare la formula di donazione più giusta per te è a disposizione Eleonora Erdas dell’Ufficio Grandi Donatori. Tel. 02 779 72 89 28 | FONDAMENTALE | GENNAIO 2022eleonora.erdas@airc.it Italia. Diventa maestro, poi ingegnere, e durante la guerra partecipa alla Resistenza. In seguito, ha girato il mondo lavorando come ingegnere con imprese italiane che collaboravano con gli Stati Uniti.
Poi l’incontro con Adele, all’epoca ricercatrice, il matrimonio e una vita insieme, tra lavoro, viaggi e bridge. “Carlo era un grande bridgista, noto a livello internazionale” dice Adele, tirando fuori dal mazzo un altro prezioso ricordo della sua vita. “Al punto che nel 1988, quando era ormai in pensione, un’importante compagnia di crociera lo assunse come maestro di bridge. Ci andai anche io e per tre mesi e mezzo circumnavigammo il globo: Gibilterra, Florida, Barbados, Galápagos, le Isole Marchesi, l’Australia. E poi l’Oceano Indiano, la Malesia, l’India, fino al Mar Rosso e Israele.”
Quella del bridge è una passione che accompagna Carlo fino alla morte, avvenuta il giorno della vigilia di Capodanno del 2020. Pochi mesi dopo, Adele contatta AIRC per intitolare a lui una borsa di studio. “Era stato Carlo a chiederlo” racconta.
Appena la pandemia lo permette, Adele va a trovare il ricercatore Alessandro Medda, destinatario della borsa di studio, che all’Istituto europeo di oncologia a Milano sta studiando i tumori di testa e collo.
Tornare in un laboratorio dopo tanti anni è un’emozione. La meraviglia si fonde con i ricordi di una vita. “Tutto mi ha stupito” dice. “Il lavoro con i computer, l’attrezzatura moderna… non si può neanche fare un confronto con i laboratori dei miei tempi.” E poi, sul giovane ricercatore: “Mi è piaciuto quel ragazzo. Mi ha raccontato che è stato il primo laureato della sua famiglia. Esattamente come mio padre. E come Carlo” dice con un sorriso Adele, che confessa di volere andare a trovarlo almeno un’altra volta: “Voglio salutare Alessandro e poi vorrei continuare a donare per una nuova borsa di studio, perché credo nella ricerca e voglio tenere ancora vivo il ricordo di mio marito”.