VITA DA RICERCATORE Teresa Pellegrino
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a cura di FABIO TURONE uando è partita per gli Stati Uniti, piena di ottimismo e di passione per la ricerca, aveva già superato un importante scoglio: ignorando chi con cinismo le diceva che la borsa di studio che le interessava, bandita dall’Università di Caserta per andare sei mesi all’estero, era sicuramente già destinata a un raccomandato, aveva fatto comunque domanda. La borsa l’aveva vinta, e con quella aveva potuto raggiungere in California il suo compagno di università e di vita. Il primo contatto con i nuovi colleghi di laboratorio era stato però tragico: “Tornai a casa in lacrime, perché con il mio inglese scolastico avevo capito sì e no il venti per cento delle cose dette in riunione dal collega incaricato di fare il punto sulle ricerche in corso. Solo più tardi seppi che il collega veniva dalla Louisiana, e aveva un terribile accento che anche molti altri in laboratorio faticavano a capire”.
Il margine di miglioramento
Nanoparticelle come cavalli di Troia contro i tumori più aggressivi Laureata in chimica, si è aggiudicata diversi grant AIRC e ben tre prestigiosi ERC per lo studio di nanomateriali in grado di portare il farmaco nel cuore del tumore e distruggerlo dall’interno 4 | FONDAMENTALE | GIUGNO 2022
Teresa Pellegrino è seduta nel suo ufficio dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, attorniata da disegni suoi e delle sue figlie appesi alle pareti, e sorride rievocando quell’inizio traumatico. Ogni tanto si affaccia alla porta qualcuno, e il rapido scambio di battute chiarisce che oggi ha una completa padronanza dell’inglese, oltre che delle nanotecnologie con cui lavora per mettere a punto terapie innovative basate su nanoparticelle per aggredire i tessuti tumorali. Il suo accento è discreto, e qualche inflessione pugliese riemerge solo occasionalmente: “Sono originaria di Palo del Colle, un piccolo paesino a una quindicina di chilometri da Bari, di cui si è parlato molto per la medaglia d’oro olimpica nella marcia vinta a Tokyo dal mio compaesano Massimo Stano”. Viene da lì anche suo marito Libero Manna, che le presentarono quando, dopo il diploma dell’istituto tecnico chi-