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VITA DA RICERCATORE
VITA DA RICERCATORE Angela Di Giannatale
Dall’oncologia pediatrica alla ricerca di base
Oncologa pediatra, Angela Di Giannatale si occupa oggi anche di ricerca di base sul neuroblastoma, dopo aver lavorato in Francia e negli Stati Uniti
a cura di FABIO TURONE Quando a sei anni Angela Di Giannatale, oncologa pediatrica presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, disse alla mamma che da grande avrebbe voluto fare la scienziata, e in particolare il medico, già mostrava una spiccata predilezione per la chirurgia, testimoniata dalle ardite operazioni che eseguiva su tutte le sue bambole. Negli anni del liceo, il classico Saffo di Roseto degli Abruzzi sulla costa adriatica, fu affascinata dal giornalismo e dall’idea di viaggiare e raccontare il mondo, e convinse suo padre a comperarle in edicola ogni settimana una rivista di attualità politica che pubblicava un corso di giornalismo in fascicoli: studiava, imparava e metteva in pratica nella redazione del giornale del liceo; qui scoprì anche la passione per il teatro, quando la scuola portava in scena le tragedie greche.
La laurea in medicina
Per una “perfettina” – come si defi nisce oggi Di Giannatale – l’ottimo voto di 55 su 60 all’esame di maturità rimase a lungo indigesto. “Colpa dello scritto di latino, e dei suggerimenti confusi che il professore ci diede nell’intento di aiutarci, fi nendo per farci sbagliare.”
Subito dopo la maturità c’è un nuovo esame da affrontare, quello per l’ammissione alla Facoltà di medicina dell’Università Cattolica, a Roma, che supera senza troppa fatica: “Dopo il primo anno, passato in un appartamento, mi sono potuta trasferire in collegio, diventando molto amica delle altre ragazze ospitate, tanto che due di loro sono state poi mie testimoni di nozze”.
Da studentessa esigente con se stessa non ha diffi coltà a tenere una media che le garantisca l’ottenimento di borse di studio, e trova anche il tempo per interessi extracurricolari e una gioiosa vita sociale: “Sono stati anni molto belli, scanditi da scherzi goliardici e molta attività fi sica. In primavera sfi davamo gli altri collegi della Cattolica nelle Colle-
giadi, e io ero bravissima nella corsa nei sacchi” racconta nel suo appartamento nella zona della Piramide Cestia a Roma, in strategica collocazione tra le strutture in cui divide oggi le sue giornate, la sede del Gianicolo dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e quella di ambulatori e laboratori in zona San Paolo.
Da Roma a Parigi e ritorno
Dopo sei mesi, ad Angela viene proposto di tornare a Roma per una sostituzione di maternità, nel reparto di oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli diretto da Riccardo Riccardi, e al rientro della collega ha l’occasione di trascorrere circa un anno nel reparto di neuroncologia dell’Ospedale Giannina Gaslini di Genova, sotto la guida di Maria Luisa Garrè, a imparare tutto quello che riesce sui tumori cerebrali.
Quando Fondamentale la raggiunge per questa intervista, è reduce da un faticoso turno notturno in ospedale, e Terapie pediatriche innovative ogni tanto viene interrotta dal picco- Il primo, vero incontro con la ricerlo Emanuele, che ha quattro anni e fa ca avviene quando Birgit Geoerger, nel capolino dalla porta, mentre la piccola cui gruppo ha lavorato a Villejuif, le Myriam, che ha solo un anno, è in com- propone di tornare a Parigi per lavorapagnia del padre Christian. re nell’ambito del consorzio europeo
I due si sono conosciuti a Parigi, do- per le terapie oncologiche pediatriche ve Angela si era trasferita nel 2007, du- innovative (Innovative Therapies for rante l’ultimo anno di specializzazio- Children with Cancer, ITCC), con una ne in pediatria: “Nella scuola di specializza- Dai piccoli borsa di ricerca di due anni. Oltre a seguire i zione, sempre alla Cattolica, ero entrata subito ottenendo una delpazienti al bancone piccoli pazienti arruolati in sperimentazioni cliniche, Angela ha le sei borse disponibili” ricorda. Il concorso di laboratorio il compito di stende re i protocolli per stu si era svolto dopo la laurea, consegui- di clinici di fase 1 (in cui si verificano ta questa volta con il massimo dei vo- sicurezza e tollerabilità di un nuovo ti e la lode. “A Parigi volevo andare per farmaco su piccoli gruppi di soggetti) migliorare le mie conoscenze sui tu- e di fase 2 (in cui si esaminano gli efmori solidi pediatrici e sullo sviluppo fetti terapeutici osservati nelle fasi 1 e di nuovi farmaci.” E così entra con uno si determina il dosaggio ottimale dei stage al prestigioso centro oncologico farmaci). “È stata un’esperienza molto Gustave Roussy di Villejuif, al confine formativa, che ha suscitato in me un meridionale della Ville Lumière. forte interesse per la ricerca di base” ri-
L’incontro galeotto con Christian corda. Grazie a questo ruolo, firma il avviene nella cucina comune della primo studio importante come prima Maison d’Italie, Casa Italia, all’inter- autrice, che le vale l’invito al prestino della città universitaria, dove anche gioso congresso annuale dell’associalui, di un anno più grande, ha trovato zione americana di oncologia clinica una camera mentre completa il dotto- (ASCO), a Chicago: “Mentre il francese rato in storia medievale alla Sorbona. lo avevo studiato a scuola e al liceo per Dopo avere ultimato il corso di specia- tanti anni, e lo parlavo bene, il mio inlizzazione in pediatria, Angela ottiene glese era molto incerto, e in vista deldi rimanere come interna mentre lui, la presentazione orale dello studio TOper approfondire i suoi studi sui papi TEM sul neuroblastoma presi diverse medievali, si trasferisce ad Avignone, lezioni di inglese a Parigi, finendo per nel sud della Francia, che fu sede del pa- parlarlo con un marcato accento franpato per gran parte del Trecento. cese” racconta ridendo.
oncologia pediatrica neuroblastoma metastasi
Verso la ricerca di base
Il 2012 si rivela un anno ricco di decisioni importanti: la coppia di giovani ricercatori decide di sposarsi, e lo fa in giugno nella Chiesa Italiana di Parigi, in presenza di familiari e amici intimi. Poco dopo, lei riesce a ottenere un finanziamento svizzero per approdare finalmente alla ricerca fondamentale e al sogno americano: grazie all’interessamento di Birgit Geoerger, riesce a entrare nel laboratorio di David Lyden, alla Cornell University di New York, per occuparsi di biopsia liquida e dei cosiddetti esosomi, piccole vescicole che viaggiano nell’organismo trasferendo messaggi complessi da una cellula all’altra, e che hanno un ruolo anche nello sviluppo e soprattutto nella metastatizzazione dei tumori: “Sono un po’ come le avanguardie dell’esercito invasore, che entrano nelle cellule sane con le istruzioni per imporre loro di preparare l’accampamento su cui poi crescerà la metastasi” spiega. “Quando sono arrivata, nel novembre del 2012, io non sapevo fare nulla da sola in laboratorio, e all’inizio ho avuto anche at- Con la tacchi di panico quando, nel corso dei meeting di laboratorio, dovevo parlare in inglese di tecniche che conoscevo poco, ma dopo esserci ambientati abbiamo passato un periodo fantastico.” tenacia della sportiva applicata alla scienza
Con Christian, che a New York ha trovato un posto come visiting scholar alla Columbia University, arreda da zero una casetta a Roosevelt Island: ogni mattina prende la teleferica immortalata in centinaia di film americani per spostarsi a Manhattan, dove il lavoro di ricerca su cellule in vitro e modelli animali la occupa spesso fino alle dieci di sera. All’inizio studia tumori del pancreas, del polmone e del seno, poi propone e ottiene di dedicarsi anche al “suo” neuroblastoma, il tumore sul quale aveva già fatto ricerca in Italia e in Francia.
VITA DA RICERCATORE Angela Di Giannatale
Angela Di Gianna- “Quello che mi tale con il suo è piaciuto molto gruppo di ricerca dell’ambiente negli Stati Uniti è l’opportunità di sviluppare il proprio progetto e la consuetudine a dare fiducia anche ai giovani” racconta. “Io ho impiegato il primo anno ad acquisire nuove tecniche e le competenze necessarie a progettare i miei esperimenti, poi ho avuto un contratto per restare ancora 18 mesi a fare ricerca.”
La passione per l’opera
In quel periodo partecipa, una o due volte alla settimana, alle riunioni del gruppo diretto da Cheung Nai-Kong al centro oncologico Sloan Kettering, per seguire le loro attività sul neuroblastoma sotto la guida di Shakeel Modak portoghesi e tedeschi potrebbe continuare, ma, anziché restare come ricercatore associato, nel 2015 Angela decide di tornare in Europa: viene accolta al Bambino Gesù a Roma, dove, all’interno del Dipartimento diretto da Franco Locatelli, coordina un gruppo in cui alterna l’attività di ricerca e quella clinica, sempre focalizzata sul neuroblastoma, mentre il marito si sposta all’Istituto storico italiano per il medioevo vicino a Piazza Farnese.
Con l’arrivo dei figli, Emanuele nel 2018 e Myriam nel 2021, ha dovuto riorganizzare le proprie giornate per fare i conti con le guardie notturne e i turni nel week-end: ha ridotto i viaggi e le escursioni in montagna e rinunciato al kickboxing, cui si era appassionata durante il secondo anno di specializzazione, fino a diventare cintura nera.
Un Investigator Grant
Nel 2021, insieme all’ultima figlia, è nato anche il suo progetto quinquennale finanziato da un Investigator Grant di AIRC, che punta a conoscere meglio il ruolo degli esosomi nel complesso meccanismo che porta il neuroblastoma a produrre metastasi, preferenzialmen(che oggi dirige il gruppo specializzato te nel midollo osseo. Obiettivo del proin questo tumore). È un periodo in cui getto è individuare e testare, in vitro e Angela passa moltissime ore al banco- in modelli animali, nuovi potenziali farne: “Gli americani sono particolarmen- maci che prevengano la formazione delte bravi a organizzare aperitivi e spun- le metastasi, da proporre poi per le suctini di lavoro, col risultato che dopo un cessive fasi di sperimentazione clinica. breve stacco si riprende a lavorare in la- “Io ho fatto il percorso inverso, partenboratorio fino a tardi” spiega con un sor- Un progetto per do dalla ricerca clinica per approdare alla riso malizioso. Grazie alla convenzione stipulata testare nuovi farmaci contro ricerca di base, che mi appassiona moltissimo” conclude. dalla Cornell con il Metropolitan, temle metastasi A breve l’aspettano due viaggi per alpio dell’opera, scopre anche una nuo- trettanti congressi internazionali, in va passione, condivisa con il marito. Grecia e a Parigi, per raccontare ciò che “Appena potevamo, andavamo all’o- osserva con occhiali diversi da quelpera: ho amato particolarmente il Don li che immaginava sognando di fare la Giovanni di Mozart” ricorda. giornalista: il mondo dell’instabile equi-
La fervida attività scientifica e l’in- librio che nel microambiente tumorale tensa vita sociale con colleghi e amici fa la differenza tra l’aggravarsi della maamericani, italiani, spagnoli, francesi, lattia e la completa guarigione.