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ESMO 2022
ESMO 2022 Tumori diffi cili
Dall’infanzia all’età adulta, la battaglia contro i tumori “nati cattivi”
In occasione del più importante congresso europeo di oncologia, si è parlato di come affrontare i tumori (tra i quali alcuni tumori cerebrali infantili) che sono ancora particolarmente diffi cili da trattare, facendo leva sulle conoscenze di base
a cura di DANIELA OVADIA Perché il cancro è l’imperatore di tutte le malattie? Uno dei motivi principali è che il suo “ sviluppo è un processo evolutivo.” Così ha dichiarato Nicholas McGranahan, dello UCL Cancer Institute di Londra, presidente della Sessione speciale sui “tumori troppo diffi cili da trattare” che ha riscosso particolare interesse durante il recente congresso della Società europea di oncologia molecolare (ESMO) tenutosi a Parigi. Al cancro si applicano infatti i tre principi dell’evoluzione per selezione naturale (variazione, ereditarietà, selezione): è grazie a questi tre passaggi che le cellule all’interno della massa tumorale cambiano ogni volta che si duplicano, di generazione in generazione. È un fenomeno che, nei tessuti maligni, avviene in poche settimane o mesi, e genera una grande variabilità cellulare. In sostanza, poiché le cellule del cancro hanno caratteristiche diverse tra loro, diventa molto complicato trovare il farmaco in grado di eliminarle tutte. “Proprio la diversità intratumorale è un aspetto cruciale che rende alcuni tumori diffi cili da trattare” ha spiegato McGranahan, specifi cando che i tumori pediatrici, soprattutto quelli cerebrali, sono particolarmente ricchi di variabilità, il che spiega perché sono così complicati da aggredire.
DIFFICILI FIN DAGLI ESORDI
McGranahan ha presentato i dati del suo studio TRACERx, che riguarda in particolare il tumore polmonare non a piccole cellule, tipico dell’adulto. Con raffi nate analisi geneti-
INQUINAMENTO IL DANNO POLMONARE COMINCIA DA PICCOLI
Ha avuto risalto sui giornali di tutto il mondo la ricerca presentata a ESMO Parigi da Charles Swanton, del Francis Crick Institute di Londra, nel Regno Unito, sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sul rischio di sviluppare il cancro del polmone. Swanton e i suoi collaboratori hanno identifi cato il meccanismo molecolare che, in caso di esposizione intensa e prolungata alle particelle inquinanti, può favorire lo sviluppo del tumore polmonare non a piccole cellule. In particolare, hanno scoperto che la citochina interleuchina-1beta (IL-1beta) svolge un ruolo crucia-
che, è stata ricostruita la storia evolutiva di ogni singolo tumore. “Grazie a questa sorta di ‘archeologia’ della malattia siamo riusciti a capire esattamente in che momento della sua evoluzione acquisisce la capacità di dare metastasi e perché proprio il gruppo di cellule che costituiscono il clone cellulare più aggressivo ha un vantaggio in termini di diffusione della malattia e resistenza ai farmaci.”
Il dato più interessante dello studio riguarda il 35 per cento dei casi in cui il gruppo di cellule capaci di dare metastasi è presente già in tumori piccolissimi, sotto il millimetro di diametro. “Questi sono i tumori ‘nati cattivi’, i più difficili da trattare, a meno che non si riesca ad identificare un farmaco in grado di agire proprio contro la mutazione chiave che governa tutta la trasformazione della cellula” ha continuato McGranahan, illustrando così quanto sia stretto il rapporto tra ricerca di base e ricerca clinica nei tumori complicati da curare.
DENTRO E FUORI
Roel Verhaak, del Jackson Laboratory for Genomic Medicine di Farmington, negli USA, ha sottolineato che la difficoltà di curare alcuni tumori dipende da una combinazione di fattori interni ed esterni alla massa tumorale, come dimostrato nei gliomi, il tipo più comune di tumore cerebrale maligno nei bambini.
Il consorzio GLASS, guidato da Verhaak, sta creando una mappa molecolare dell’evoluzione del glioma durante la terapia. I dati finora disponibili indicano che alcune chemioterapie inducono un eccesso di mutazioni nel tumore, mentre la radioterapia aumenta significativamente le piccole delezioni. In alcuni casi, quindi, le cure stesse potrebbero avvantaggiare la crescita di cloni cellulari particolarmente resistenti alle cure, un problema che si può evitare se riusciamo a conoscere bene le prime mutazioni che portano la malattia verso la forma più aggressiva e che possono fungere da campanello di allarme. Le forme più resistenti alle cure si accompagnano anche a cambiamenti nel microambiente intorno al tumore, con un aumento delle cellule immunosoppressive, in grado di bloccare i meccanismi naturali di difesa dell’organismo. Anche contro questo fenomeno è possibile mettere in atto delle misure di contrasto.
le nel meccanismo che collega le polveri sottili (PM2.5) al tumore polmonare, attraverso la mutazione del gene EGFR. In termini più semplici, il particolato inquinante provoca infiammazione e questa a sua volta favorisce la comparsa delle mutazioni che, con gli anni, possono indurre il cancro. Più precoce è l’esposizione all’inquinamento, maggiore è il rischio. Ecco perché i bambini vanno protetti nelle giornate in cui il livello di particolato nelle nostre città sale oltre la soglia di allarme. Swanton suggerisce due implicazioni dei nuovi risultati: “L’intervento più incisivo sarebbe mettere in atto delle strategie per ridurre le PM2.5 presenti nell’atmosfera. Se non è possibile farlo abbastanza rapidamente, dovremmo iniziare a studiare un metodo di prevenzione farmacologica che agisca su questa specifica via dell’infiammazione, in particolare per coloro che sono stati esposti all’inquinamento fin da giovani.” congressi evoluzione tumori pediatrici
TROVARE UNA CURA
“Cosa si intende per un tumore difficile da trattare dal
punto di vista clinico? È un tumore aggressivo, del quale non sappiamo abbastanza, privo di bersagli precisi contro i quali agire e per cui non esistono a oggi cure efficaci. I pazienti colpiti da queste forme peggiorano raL’efficacia della pidamente e anche per cura dipende dall’interno e questo sono difficili da arruolare dall’esterno nelle sperimentazioni cliniche” ha concluso Elena Garralda, dell’Istituto di oncologia Vall d’Hebron (Barcellona, Spagna), spiegando perché i progressi della ricerca su questi tipi di cancro non sono spediti come si vorrebbe. I miglioramenti nella genomica del cancro e nelle terapie mirate hanno ridotto la mortalità per alcuni tumori che rispondono a questa descrizione. “Le sperimentazioni cliniche sono lo strumento a nostra disposizione per accelerare lo sviluppo di farmaci per i tumori difficili da trattare. Dobbiamo coinvolgere un maggior numero di pazienti nelle sperimentazioni cliniche, in particolare in quelle pediatriche.”