15 professione golf club inverno 2017

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PROFESSIONE

Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 - Lo - Mi - ISSN 1123-4830 - GO.TU. S.u.r.l. Editore

by GOLF&TURISMO

GOLF CLUB CLUB SPECIALE TURISMO 2017: una stagione d’oro Verdura: perla di Sicilia Turchia: modello da copiare ASSOCIAZIONI Golf Impresa cresce INTERVISTE Florindo Bozzo Vittorio Bersotti Steve Isaac Mariano Merlano MANUTENZIONE Bermuda questa sconosciuta TENDENZE U.S.A.: pronti al boom

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SOMMARIO

AUTUNNO-INVERNO 2017 PROFESSIONE

GOLF CLUB

EDITORIALE - Una timida ripresa

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Fulvio Golob

Quadrimestrale dedicato agli operatori dei circoli di golf Anno V - numero 15 - Autunno/Inverno 2017 - 8,00 euro

NOTIZIE

Direttore Responsabile: Fulvio Golob fulvio.golob@professionegolfclub.it

AITG - Il notiziario degli addetti ai lavori

Redazione: redazione@professionegolfclub.it Andrea Ronchi (02 42419218), Roberta Vitale (02 42419315)

A REGOLA D’ARTE - Ora si lavora davvero sodo

Comitato tecnico: Stefano Boni (Dottore Agronomo e Superintendent Diplomato), Paolo Croce (consulente tecnico), Alessandro De Luca (Tappeti Erbosi Federgolf), Wolfgang Kuenneth (World of Leading Golf), Mariano Merlano (Area Verde AITG), Fabrizio Pagliettini (Presidente AITG), Franco Piras (European Institute of Golf Course Architects), Nicola Zeduri (consulente tecnico) Hanno collaborato a questo numero: Stefano Boni, Salvatore Brancati, Paolo Croce, Marco Dal Fior, Alessandro De Luca, Maurizio De Vito Piscicelli, Isabella Data, Donato Di Ponziano, Roberto Lanza, Paolo Montanari, Filippo Motta, Fabrizio Pagliettini, Luca Porcu, Graziano Semiani, Roberto Roversi, Maurizio Trezzi, Andrea Vercelli, Marta Visentin

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A cura della redazione

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A cura dell’Associazione Italiana Tecnici di Golf Isabella Data

ICS - Applausi per i club virtuosi INTERVISTA - In armonia con l’ambiente - Steve Isaac Roberto Roversi

PREMI INTERNAZIONALI - Il Lindberg Bowl 2017 A cura della redazione

CONSORZI - L’impresa di Golf Impresa FORE! - E fra i nostri Circoli, comunicazione zero Donato Di Ponziano

Creative Director: Patrizia Chiesa

SERIOUS GOLFERS - Un Open trionfale, in attesa di vere novità

Vice Presidente: Silvio Conconi Direzione, redazione, amministrazione: Via Winckelmann, 2 - 20146 Milano Telefono: 02 42419.1 r.a. - Fax: 02 48953252 redazione@professionegolfclub.it amministrazione@professionegolfclub.it Sito web: www.professionegolfclub.it Abbonamenti: 02 424191 - 02 42419217 - abbonamenti@professionegolfclub.it (L’abbonamento alla rivista parte dal primo numero raggiungibile all’atto dell’effettivo pagamento) Pubblicazione periodica mensile registrata al tribunale di Milano con il numero 255 del 19/7/2013. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 - DCB Milano. Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Publimaster Surl, Via Winckelmann, 2 - 20146 Milano Tel. 02 42419.1 r.a. - Fax 02 47710278 - publimaster@publimaster.it Amministratore Delegato: Alessandro Zonca Ufficio traffico/commerciale: Nadja Terzolo (02 42419229) - nadja.terzolo@professionegolfclub.it

Roberto Lanza Filippo Motta

PERSONAGGI - Dalle Alpi al mar Ligure - Vittorio Bersotti Alessandro De Luca

GOLF E DIRITTO - Gli organi di giustizia INTERVISTA - Profondo verde a sud di Milano - Mariano Merlano Roberto Lanza

INCHIESTA - Pronti al boom - I golfisti negli U.S.A.

Andrea Ronchi

BILANCI - Turismo: una stagione d’oro… COVER STORY - Verdura - Perla di sicilia TURISMO - Turchia - Un modello da copiare Maurizio Trezzi

MANUTENZIONE - Bermuda questa sconosciuta

Paolo Croce

INCONTRI - Open Days a Roma

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Marta Visentin

CIRCOLI ITALIANI - Cavaglià - La crescita continua A cura della redazione

A cura della redazione

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Salvatore Brancati

Stampa: Tiber Spa - Via della Volta, 179 - 25124 Brescia © 2017 Go.Tu. Surl

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Maurizio De Vito Piscicelli

SOLUZIONI SOFTWARE - SysGolf

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Paolo Montanari

Diritti di riproduzione: è vietata la riproduzione, anche se parziale, e con qualsiasi mezzo, di fotografie, testi e disegni. Testi e foto inviati in redazione non verranno restituiti eccetto dietro esplicita richiesta. L’Editore resta a disposizione degli interessati quando, nonostante le ricerche, non sia stato possibile contattare il detentore di riproduzioni di eventuali fotografie o testi. Ai sensi dell’art. 2 comma 2 del Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di via Winckelmann 2, 20146 Milano. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati - sig.ra Federica Vitale - per esercitare i diritti previsti dal Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003.

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Paolo Croce

PERSONAGGI - Quarant’anni di passione - Florindo Bozzo

Presidente: Alessandro Zonca

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A cura della redazione

Grafica e impaginazione: Mario Monza (02 42419221) - grafica@publimaster.it

Editore: Go.Tu. Surl

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A cura della redazione

PRO SHOP - L’esempio di Chervò

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RISTRUTTURAZIONI - Golf Club Udine

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Roberto Roversi

CLUBHOUSE - Bologna - Eleganza minimalista A cura della redazione

BACKTEE - Golfisti 2.0: da soci a clienti

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Marco Dal Fior

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EDITORIALE

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Fulvio Golob

Una timida ripresa

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hiudiamo questo terzo numero 2017 di Professione Golf Club quando ormai si possono già tirare somme e bilanci quasi definitivi. L’anno è stato senz’altro il migliore nella storia del nostro golf per quanto riguarda i green fee venduti a giocatori stranieri, che secondo le proiezioni saranno circa 700mila. Un balzo in avanti molto, molto importante, di cui parla in dettaglio un bell’articolo sul turismo di Maurizio De Vito Piscicelli. A seguire, la cover story che stavolta dedichiamo a un circolo/resort di crescente successo come il Verdura siciliano e infine un altro pezzo turistico che fotografa la situazione in Turchia. Dove, nella zona di Antalya/Belek, con 15 campi coinvolti, i giri di campo sono 353mila da inizio anno al 31 ottobre. Il che vuole dire la metà di quelli italiani, ma su dieci mesi e con - più o meno - un decimo dei percorsi. In altre parole, buone notizie per le nostre strutture, ma abbiamo ancora tantissimo

spazio per crescere. Sul fronte dei giocatori, seppur di poco, il numero dei golfisti in Europa torna a crescere. Secondo l’ormai abituale ricerca realizzata da KPMG, i giocatori tesserati sono aumentati nel 2016 dell’1,2% (in totale +50.028). Al contrario è in diminuzione il numero dei campi (attorno a 7.000), che hanno terminato con un -28, frutto di 52 chiusure a fronte di 24 nuove aperture. Si tratta di lievi scostamenti, ma che indicano, in entrambi i casi, un’inversione di tendenza: positiva la prima, negativa la seconda. Questa interessante ricerca, come sempre coordinata da Andrea Sartori, Global Head of Sports di KPMG, ha solo un limite: non vengono considerati, perché di impossibile rilevazione, i golfisti non iscritti ad alcuna associazione o federazione, in certe nazioni (Gran Bretagna, Germania, Francia, ecc.) addirittura superiori a quelli con una tessera nel portafoglio. A livello nazionale, il 44% degli Stati evi-

denzia una crescita di praticanti, il 35% si può considerare stabile e infine il 24% segna un regresso. Sul totale dei giocatori registrati, due terzi (67%) sono maschi, mentre non si è modificato rispetto alla ricerca precedente il rapporto fra popolazione e golfisti, che è rimasto ancorato sulla media dello 0,9 per cento. Questo dato generale dell’Europa (quasi un giocatore ogni 100 abitanti) è molto superiore a quello italiano, che invece non va oltre lo 0,0015%, ossia un golfista su circa 670 abitanti. Sul fronte dei nostri giocatori, anche quest’anno sembra che non ci discosteremo molto da quota 90mila, anche si parla di una timida ripresa. Sperando che il punto più basso del riflusso sia stato superato, vedremo come verrà accolto nel 2018 l’aumento della tessera federale da 75 a 100 euro, deciso per il finanziamento del grande sforzo economico collegato alla Ryder Cup 2022. Lo sapremo presto.

Ad Alessia Nobilio la Pallina d’Oro 2017 La Pallina d’Oro, riconoscimento dato dai soci AIGG a chi si è distinto nel mondo del golf, nel 2017 è andata alla giovanissima Alessia Nobilio. La sedicenne del Golf Club Ambrosiano ha colto la vittoria nell’International Junior of Belgium, un secondo posto allo Spanish Ladies Amateur e nel World Junior Girls Championship, disputato a Ottawa in Canada, le è sfuggito il successo solo dopo un combattuto play off. Alessia Nobilio è in procinto di trasferirsi in un college americano per poi entrare nel circuito professionistico a

stelle e strisce. Ad accompagnare la giovanissima golfista milanese, che nel corso della Pro Am dell’Open d’Italia dove era in squadra con il vincitore del Masters, lo spagnolo Sergio Garcia, ha realizzato una “hole in one” alla buca 12, c’era la famiglia e una folta rappresentanza del suo circolo. La consegna della Pallina d’Oro è stata l’occasione per ricordare l’attività benefica svolta dall’AIGG che dal 2008 a oggi ha raccolto oltre 130 mila euro, grazie alla sensibilità dei propri soci e alla collaborazione dei circoli che ospitano le gare dei giornalisti. Per il 2017 i destinatari della quota raccolta nel corso dell’anno sono state l’Associazione Golf per la Vita di Milano e l’Associazione Amici Bambini Cardiopatici di Torino alle quali sono stati consegnati seimila euro ciascuna. Per Golf per la Vita, che si occupa di insegnare i fondamentali del gioco del golf a persone con disabilità motorie e intellettive relazionali, ha ritirato l’assegno il presidente Beppe Julita, mentre per l’Associazione Amici Bambini Cardiopatici, che ha sede presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, erano presenti Emanuela Lavazza, moglie di Giuseppe Lavazza, vicepresidente dell’omonimo gruppo alimentare, e il socio AIGG Gian Dell’Erba.

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NEWS - NEWS - NEWS - NEWS ➤ AIGG & AITG Premio alla carriera per Walter Gabaglio

➤ TOSCANA Nasce Golfing in Florence

Era l’anno 1977 quando appena maggiorenne Walter Gabaglio entrò a far parte a livello lavorativo della grande comunità del Circolo Golf Monticello, una delle più esclusive e importanti realtà italiane e, cosa più determinante, il Circolo del golf del suo paese di nascita. Un lungo percorso lavorativo che anno dopo anno lo ha portato ad affiancare nuovi Consigli Direttivi, nuovi Presidenti e nuovi Soci e che 40 anni dopo lo vede premiato dall’AITG in partnership con AIGG (Associazione Italiana Giornalisti Golfisti) con il “Premio alla Carriera”, consegnato presso la sala stampa dell’Open d’Italia. Un premio che lo scorso anno ha visto premiato Gaudenzio Bonomini, direttore di Molinetto. Per gli addetti ai lavori, per la FIG e per il mondo dei professionisti Walter Gabaglio è un nome di garanzia e riferimento assoluto, ma per gli “ex giovani” addetti di molti Circoli lombardi, ora diventati Segretari e Direttori, Walter è qualcosa di più. Non solo un Collega più grande e più esperto sempre disponibile ogni qual volta gli si faccia una richiesta o gli si chieda un consiglio ma prima di tutto un amico vero, sincero e leale. Un amico sempre presente ai Meeting AITG, sempre in prima fila con interventi puntuali e precisi, in cui metteva a disposizione le sue esperienze. Walter, con Giuseppe Nava e Gaudenzio Bonomini, ha rappresentato per molti un modello da seguire. Anche loro prima amici e poi colleghi, senza mai fare distinzione di esperienza, che con il loro modo di operare hanno contribuito a far crescere i loro Circoli di appartenenza, l’AITG e una intera generazione di nuovi di addetti, sempre con la stessa passione. Nella foto, la consegna della targa durante le giornate dell’Open d’Italia 2017 al Golf Club Milano. Da sinistra: Stefano Cazzetta (vice presidente AIGG), Davide Santagostino (consigliere AITG), Walter Gabaglio, Mariano Merlano (consigliere AITG), Roberto Roversi (vice presidente AIGG), Fabrizio Pagliettini (presidente AITG) e Fulvio Golob (presidente AIGG).

Tre prestigiosi Circoli toscani si sono riuniti per una collaborazione che consente a Firenze di diventare una nuova golf destination. Le Pavoniere, Poggio dei Medici e Ugolino Firenze si trovano nei dintorni della città a una distanza quasi equivalente dal centro. Il progetto “Golfing in Florence” è nato per fondare un polo di attrazione in un mercato sempre più esigente ma con un’importante capacità di spesa. I tre club si sono organizzati per gestire le richieste di turisti diretti, Tour Operator, agenzie di viaggi e albergatori e si promuoveranno insieme in fiere ed eventi costituendosi come una destinazione attrattiva. Numerosi i vantaggi che si avranno contattando i club o il nuovo sito web creato per prenotare il miglior tee time disponibile, per offrire servizi personalizzati a Tour Operator e albergatori, per il noleggio del materiale necessario in caso il cliente non ne sia provvisto. Sarà definito un prezzo convenzionato per i green fee, con un programma di incentivazione. L’idea di Golfing in Florence nasce grazie all’appoggio del Comitato Regionale Toscano della FIG e al Patrocinio dei Comuni di Firenze, Prato, Scarperia e San Piero. Il progetto beneficerà del supporto promozionale della Regione Toscana. www.golfinginflorence.com

➤ IMPEGNATI NEL VERDE Undici storie di golf che meritano di essere raccontate La 74ma edizione dell’Open d’Italia è stata la più grande e ricca di sempre. Ma oltre a quelli che hanno ottenuto gli score più bassi, a essere festeggiate sono state anche undici storie di successo che dimostrano come il golf possa fare la differenza. Ne parliamo diffusamente in questo numero, a partire da pagina 18, ma ci piace anticipare qui le motivazioni. Come quella di Villa Condulmer, dove la conversione a macroterme del tappeto erboso ha permesso di ottenere notevoli risultati di risparmio idrico ed energetico migliorando nel contempo la qualità delle superfici di gioco. O come Perugia, Dolomiti e Garfagnana che con i loro impianti fotovoltaici contribuiscono a ridurre l’inquinamento del pianeta da CO2. Sono stati premiati anche golf che conservano e valorizzano il patrimonio storico: Frassanelle che ha deciso di raccontare la storia del suo territorio in un volume unico nel suo genere, Acaya dove a pochi passi dalla clubhouse è possibile visitare uno dei più importanti sistemi di grotte dei monaci basiliani, San Domenico che ha restituito alla cultura nazionale una necropoli messapica e Archi di Claudio che è impegnato nella valorizzazione di uno dei più importanti acquedotti della Roma antica. Sono stati premiati anche Varese per gli interventi condotti sul suo prezioso patrimonio arboreo, e Les Iles, per le sue numerose iniziative di miglioramento e tutela della biodiversità. Nell’occasione è stato consegnato anche l’attestato di Certificazione GEO al Golf Club Carimate, nono circolo italiano a raggiungere questo ambitissimo traguardo. (Stefano Boni)

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NOTIZIARIO

Associazione Italiana Tecnici di Golf

Autunno 2017: stabiliamo un contatto Ecco gli interventi previsti per il secondo Meeting di quest’anno, per crescere insieme professionalmente, fornire alternative e promuovere opportunità di Fabrizio Pagliettini Cari amici, eccoci pronti con il consueto entusiasmo ad accogliere l’arrivo della data del Meeting di novembre; un appuntamento consolidato a cui tutto il Direttivo tiene particolarmente perché lo spirito associativo si basa sul rapportarsi e confrontarsi con gli Associati, sullo “stabilire un contatto” che ci consenta di vivere questa due giorni come fonte di ricarica di energie e di idee al servizio della collettività. Che poi il “confronto” sia anche “conforto” è purtroppo una costante di questi ultimi anni in cui difendere la professionalità delle nostre categorie è sempre più difficile. Ogni anno ci troviamo a commentare situazioni di disagio che hanno colpito i nostri Colleghi. Anche in questo caso AITG ha un ruolo ben preciso: non fare mancare l’attenzione verso i problemi dei nostri Associati, ma soprattutto fornire alternative, fungere da Segreteria personale, promuovere opportunità.

E POI PARLARE DI NOI. Farlo con la consapevolezza di tutelare un movimento che cresce, che attraverso i Meeting e l’impegno personale continuo, acquisisce professionalità, diventando un valore aggiunto. In questa ottica ritengo fondamentali gli incontri macroregionali che ci hanno consentito in questi mesi di riunire insieme nostri Associati, Comitati e Delegazioni, Presidenti e Consiglieri dei Circoli della Lom-

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bardia, del Piemonte, della Liguria, del Veneto, dell’Emilia, del Trentino alto Adige e delle Marche. Abbiamo parlato di PAN ovviamente, ma non solo. Penso soprattutto che abbiamo ricordato che la forza lavoro rappresenta il motore che muove il mondo del golf, un motore che va tenuto acceso, riconoscendogli la competenza e la conoscenza necessarie per affrontare il quotidiano e superare le difficoltà. “Stabiliamo un contatto”, questo il titolo scelto per il nostro Meeting; lo faremo attraverso gli interventi che si susseguiranno in un appassionato ed intenso programma della prima giornata. Come sempre apriremo con i saluti istituzionali della Federazione Italiana Golf e della PGAI. Avremo poi modo di salutare con un applauso il nostro collega Walter Gabaglio premiato alla carriera in collaborazione con AIGG al recente Open d’Italia. Insieme a lui conosceremo i nominativi dei tre candidati per settore al premio Club e Course Manager dell’Anno che saranno votati nel corso della giornata e premiati durante la cena. Introdurrò con piacere quindi il Dr. Agr. Andrea Tantardini del Laboratorio Fitopatologico SFR Regione Lombardia che metterà al corrente gli Associati dei risultati di una prova di contenimento di rhizoctoniasp e sclerotiniahomeocarpa su green con prodotti contenenti microrganismi antagonisti; seguirà l’intervento di Alessandro de Luca e Massimo Mocioni sulle direttive europee e la loro influenza sulla gestione dei tappeti erbosi. Avremo poi il piacere di ascoltare la voce dell’Avv. Ernesto Russo che promette un intervento molto interessante in cui esaminerà, tra le altre cose, una recente sentenza di materia fiscale di vitale importanza per tutti noi. Dopo la pausa pranzo ascolteremo tutti insieme il Prof. Andrea Marsan, che presentato dal nostro Socio Mario Bovone, ci informerà in merito ai più aggiornati metodi di difesa dagli animali che danneggiano i nostri campi (in primis cinghiali e corvi).

Il pomeriggio prosegue con l’intervento del Direttore del Campus di Cesped Xavier Giol che presenterà Webinars, un metodo innovativo di comunicazione via web che ci potrà consentire di aggiornarci e risolvere quesiti agronomici con collegamenti dal proprio pc e a seguire la Prof.ssa Agr. Elizabeth Guertal curerà invece due interventi più specifici: “La fecondazione e la gestione delle materie organiche nel terreno e “i Fertilizzanti ed i nutrienti per le piante”. Per quanto riguarda il settore Club Manager, Lorenzo Lucattini ci aggiornerà come richiesto da diversi Associati, sull’argomento privacy. Concludiamo poi con Fulvio Golob, direttore di Golf & Turismo e di Professione Golf Club, che sarà il moderatore di una tavola rotonda con oggetto “Valorizzare una quota Associativa creando consorzi tra Circoli”; parteciperanno Luca Angelini, Paolo Besagno e Paolo Grecu. Ci saranno poi i momenti indispensabili da dedicare al piacere di stare insieme con la voglia di divertirsi e di offrire di noi la parte più sorridente; in questa ottica la cena e la serata di lunedì accompagnata dalla musica di Filippo Cirri e ancor di più la gara di golf prevista per martedì, saranno i momenti più adatti per vivere qualche ora con leggerezza e serenità. Invito come sempre tutti gli Associati a partecipare ai momenti dedicati agli Sponsor che come più volte sottolineato rappresentano per noi vitale risorsa e preziosa fonte informativa. A tal proposito do il benvenuto ai nuovi Partner, augurandomi di creare anche con loro un rapporto duraturo e soddisfacente. Vi aspetto con grande piacere e ringrazio sin d’ora l’organizzazione del Parc Hotel Paradiso Golf & Resort per la collaborazione che ci ha riservato in sede di programmazione e che ci riserverà nei giorni dell’Evento. Un’ultima citazione personale a nome di tutto il Direttivo: desideriamo salutare la nascita di Eleonora, la nipotina della nostra Segretaria Rita Genovese, che sarà la “Mascotte” indiscussa del nostro Meeting!

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NOTIZIARIO

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Associazione Italiana Tecnici di Golf

Una sentenza dal sapore un po’ amaro di Ernesto Russo (Avvocato, Consulente AITG)

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e quote promozionali o di frequenza, i greenfees, i corrispettivi per golf car, carrelli, armadietti e per le iscrizioni alle gare da parte di esterni sono tra i temi maggiormente dibattuti nell’ambito della gestione del Club in relazione al loro trattamento fiscale. Una recente sentenza di una Commissione Tributaria Provinciale (CTP Milano, n. 4564/19/17) ha preso in esame tali questioni con riferimento a tre avvisi di accertamento (IVA, IRES ed IRAP) i cui procedimenti sono stati riuniti per connessione oggettiva e soggettiva. Si evidenzia in premessa che le questioni affrontate nella sentenza sono talmente ampie che solo l’analisi attenta dei documenti a fondamento della pretesa dell’Agenzia delle Entrate potrebbe consentire prese di posizioni nette. Il decisum della Commissione Tributaria coinvolge, però, numerose questioni di assoluto interesse per tutti i Circoli italiani per cui un primo commento è senz’altro necessario. In sentenza si ribadisce, innanzitutto, che non è stata messa in discussione la qualifica di ASD né il diritto a godere delle agevolazioni fiscali riservate a tale categoria di enti. La questione sostanziale oggetto del processo è stata, piuttosto, stabilire quali proventi dell’Associazione potessero considerarsi in diretta attuazione delle finalità istituzionali e, quindi, decommercializzabili. E, fatta eccezione per i greenfees ritenuti dalla CTP non tassabili sulla scia di quanto statuito anche dal GUP in sede penale, tutti gli altri corrispettivi che il Circolo aveva considerato istituzionali o decommercializzati sono invece stati considerati di natura squisitamente commerciale con accoglimento delle pretese dell’Agenzia.

Soci frequentatori e Soci assenti La Commissione si è pronunciata nel

senso della commercialità delle quote versate da tali categorie di Soci in quanto aventi diritto ad accedere (tutto l’anno i Soci frequentatori e sole 8 volte i Soci assenti) alle strutture del Circolo consistenti in clubhouse, ristorante, piscina ed area fitness con espressa esclusione del campo da golf e dei campi da tennis. In considerazione del tenore della norma di legge (art. 148 TUIR) e delle finalità istituzionali espresse nello statuto dell’Associazione (“promuovere esclusivamente la pratica, lo sviluppo e la diffusione del golf e del tennis tra i propri Associati”), i corrispettivi versati per il godimento di sole strutture non sportive sono stati correttamente considerati di natura commerciale indipendentemente dalla proclamata natura di quota associativa.

Entrate derivanti da piscina, area wellness, ristorante e clubhouse Ferma la natura commerciale dei corrispettivi in questione (specie ove si trattasse di vere e proprie aree wellness e relax e non di palestre di tonificazione), ciò che è assolutamente importante rilevare è che la CTP ha provveduto a considerare commerciale anche la quota parte dei contributi associativi versati dalle categorie di Soci (diversi dai frequentatori ed assenti) aventi diritto ad accedere anche alle strutture sportive. Nella sentenza non si dà atto di come sia stato operato detto scorporo per Soci che non versavano una quota specifica per usufruire dei servizi non prettamente sportivi ma, probabilmente, l’aver individuato in maniera netta quale fosse il corrispettivo per accedere a piscine, ristorante, aree relax e club house (quota Soci frequentatori) ha indotto gli accertatori ed il Giudice ad effettuare la ripresa in termini di commercialità della parte di quota associativa non riferita al godimento di servizi sociali sportivi. Detti spazi e servizi non sportivi, come spesso avviene, erano stati affidati dall’ASD

in gestione a soggetti terzi. L’organizzazione dei rapporti tra le suddette società e l’Associazione, per come risultante anche dai contratti, è stata ricondotta unicamente in capo all’ASD. In sentenza si legge infatti che “si evidenzia la vera natura del servizio prestato, esclusivamente di tipo commerciale, risultando altresì strumentale l’uso dei servizi resi per il tramite della club house, della piscina ed area fitness, per la promozione dell’intera struttura associativa”. L’Agenzia aveva, peraltro, già avuto modo di evidenziare che la concessione in locazione e/o comodato di locali non rientra in ogni caso nell’attività istituzionale propria di un’ASD e che nel rendiconto economico-finanziario dell’ente erano confluite delle voci di spese direttamente imputabili all’attività imprenditoriale di bar e ristorante, quali le quote di ammortamento del costo della cucina e degli arredi. Da tali elementi, non confutabili dalla sola lettura della sentenza, la Commissione ha rilevato una “forte ingerenza della ASD nella gestione di queste società commerciali”.

Quote promozionali tesserati liberi ed entrate da esterni per iscrizione alle gare Sul punto, le motivazioni riportate in sentenza a sostegno di una pretesa commercialità sono assai scarne. Non si condivide assolutamente l’assunto della CTP laddove ha considerato non decommercializzabili i corrispettivi versati per l’iscrizione alle gare da Soci di altri Club affiliati alla FIG. Se, infatti, appare pacifico che la partecipazione alle gare sia necessariamente da considerarsi in diretta attuazione delle finalità istituzionali, appare altrettanto evidente che detti corrispettivi non siano da considerarsi commerciali (per espressa previsione dell’art. 148, comma 3 TUIR) sia che provengano da propri Soci sia che siano versati da “iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per

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NOTIZIARIO

Associazione Italiana Tecnici di Golf legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali”. I Soci di altri affiliati FIG, per espressa previsione dello Statuto e del Regolamento Organico Federale, devono necessariamente essere tesserati alla Federazione Italiana Golf e, pertanto, l’iscrizione ad una gara da parte di un tesserato non potrà comunque considerarsi commerciale indipendentemente dal Circolo di appartenenza. In riferimento, invece, alle quote “promozionali” versate dai tesserati liberi il giudizio può essere meno netto laddove, ma in sentenza questo non si evince in modo esplicito, il motivo della ripresa commerciale fosse da ricondursi ad una non formale appartenenza alla FIG di questa categoria di soggetti ancora non menzionati nello Statuto Federale.

Altri proventi per servizi accessori Sono stati considerati di natura commerciale, infine, le entrate realizzate per servizi accessori resi ai Soci, proprietari delle golf car e dei carrelli elettrici. Non si può non evidenziare la contrarietà del disposto della CTP di Milano alla Risoluzione DRE Lombardia del 22/04/1999 la quale, in risposta ad una nota del C.R. FIG Lombardia, aveva ritenuto che potessero costituire naturale completamento degli scopi specifici e particolari che caratterizzano un Circolo golf, i servizi elencati nella richiesta di parere: greenfees; iscrizioni alle gare; utilizzo di diversa attrezzatura (carrelli per il trasporto sacche, bastoni da golf e sacche porta bastoni, armadietti spogliatoi, palline campo pratica); noleggio golf car; servizio rimessaggio golf car; cessioni palline di recupero; cessioni di attrezzature sportive dismesse. La DRE Lombardia, nella pronuncia citata in sentenza in riferimento ai greenfees, si era posta nel solco della Circolare del Ministero delle Finanze n. 124/E del 12/5/1998 che aveva chiarito che l’attività svolta “in diretta attuazione degli scopi istituzionali”, non è solo quella genericamente rientrante fra le finalità istituzionali dell’ente, in quanto il legislatore subordina l’applicazione del regime di favore alla circostanza che l’anzidetta attività costituisca il naturale completamento degli

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scopi specifici e particolari che caratterizzano ciascun ente associativo

Direttiva comunitaria in materia di IVA In riferimento al tributo IVA, la difesa dell’Associazione ha fatto riferimento all’art. 132, par. 1, lett. m), della Direttiva n. 2006/112/CE, secondo cui gli Stati membri esentano “talune prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica, fornite da organismi senza fini di lucro alle persone che esercitano lo sport o l’educazione fisica” volendo affermare (v. sent. CGUE n. 468/2012) che i corrispettivi per l’utilizzo del campo da golf sarebbero soggetti al regime di esenzione IVA sia che il frequentatore del Circolo sia un Socio o tesserato dello stesso, sia che sia un soggetto esterno. Sul punto la CTP non intravede un contrasto con quanto sancito a livello comunitario per due ordini di ragioni. La prima perché “la normativa comunitaria va di certo combinata ed integrata con la normativa interna” e la seconda perché “l’esercizio della tassazione non può di certo interessare le attività da questi espletate aventi natura commerciale, proprio perché esulano dalle finalità istituzionali perseguite dall’ente in oggetto”. Si ribadisce in conclusione che non si conoscono nel dettaglio gli atti del processo e, inoltre, che dalla lettura della sentenza, non si può desumere quanto la decisione della Commissione Tributaria sia stata condizionata dalla considerazione dell’Agenzia delle Entrate secondo cui, in ogni caso, vi sarebbe un’inapplicabilità de plano dell’art. 148, comma 3 TUIR (decommercializzazione dei corrispettivi specifici versati da associati e tesserati per servizi in diretta attuazione delle finalità istituzionali) “a causa della mancata inclusione nello statuto della ASD dei requisiti previsti nel comma 8 del medesimo articolo”. È certamente opportuno attendere quantomeno la sentenza di secondo grado ma, nelle more, il mondo del golf continua a trattenere il fiato auspicando che documenti di prassi amministrativa ormai datati vengano aggiornati e trovino conferma onde consentire ai Club una programmazione più serena delle proprie attività.

IL FUORI GARA E LE SUE POTENZIALITÀ

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hi siamo noi per obbligare un socio a giocare fuori gara nei giorni festivi entro le 9 della mattina o dopo le 14? Forse questa domanda nei momenti di benessere dei nostri circoli non ce la siamo mai fatta ma oggi forse per parte di tutti noi è arrivato il momento di porsela. I circoli per migliorare il loro bilancio organizzano gare tutti i weekend dell’anno, anche in mesi che fino a qualche tempo fa erano considerati sacri per far riposare il campo, mancano i nuovi tesserati, i soci fanno sempre più fatica a giocare tutte le gare, i visitatori scelgono solo le gare con premi allettanti e noi facciamo giocare i nostri soci paganti abbonamento ad inizio anno ad orari impensabili. Credo che oggi per mantenere i soci annuali i direttori con le loro Commissioni Sportive debbano avere il coraggio di modificare parametri radicati nel tempo e pensare che il socio annuale che non fa mai gare è uguale al socio annuale che gioca 50 o 60 gare all’anno anziché iniziare una battaglia ad offrire l’abbonamento annuale a prezzi scontati. A fine anno molti di noi si sono trovati di fronte a soci che danno le dimissioni perché non riescono mai a giocare o perché c’è sempre gara, per andare a farsi soci in percorsi a 27 o 36 buche, dove invece quel tipo di problema non esiste. Oggi dobbiamo avere il coraggio di trasmettere ai nostri referenti, sia Commissione sportiva che Consiglio Direttivo, che il nostro socio annuale deve avere il diritto di giocare fuori gara, durante l’orario di gara, all’orario che gradisce e che questa opzione non influisce sugli incassi riferiti alle iscrizioni gara, anche perché è visibile dalle classifiche dei nostri campi che le gare non hanno mai il pieno assicurato. Credo che in questo modo il giocatore abituato a giocare sempre fuori gara ha la possibilità di giocare molte volte di più ed alla fine dell’anno se vorrà andare via lo potrà fare senza però dare colpa alla mancata possibilità di giocare, non tralasciando che in questo modo ottiene anche la possibilità di spendere meno. Forse è un cambio importante, magari alcuni campi lo hanno già fatto, ma oggi il nostro socio deve fidelizzarsi e questa insieme al progetto delle convenzioni che presenteremo in aula sarà la strada da seguire.

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Esaltante bis degli italiani nell’ultima MedZone John Deere Golf Cup! Ben Tornata 1600T III Serie! I rough di tutta Italia ti aspettano…

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opo l’edizione italiana di Tirrenia (PI), svoltasi a Marzo dello scorso anno presso il Cosmopolitan Golf & Country Club, anche l’edizione 2017 dell’ormai classica MedZone John Deere Golf Cup è di nuovo tornata nelle mani della squadra Italiana dopo un’avvincente scontro con gli Iberici (Spagnoli e Portoghesi) svoltosi lo scorso ottobre presso Il Pestana Belaura Golf Club di Sintra -Lisbona. Questa edizione è stata arricchita anche dal testa-testa di due squadre di PRO-AM, dove il nostro pro Alberto Zani del Franciacorta Golf Club ha dato il meglio di sé supportato anche dall’amateur “Gino” Grassi del Verona Golf Club, i quali hanno riportato in clubhouse il primo punto “pieno” di giornata. Alla fine, anche questa volta con formula Match-Play quattro palle scratch, gli Italiani hanno avuto la meglio, ma non senza sofferenza, visto il finale di otto ad otto. Ma grazie alla regola “Ryder Cup”, la detenzione precedente del titolo ha fatto sì che la coppa riprendesse il volo Lisbona/Malpensa! Le tre giornate della MesZone John Deere Golf Cup, comunque, non sono state di solo sport e competizione tra i tre gruppi di professionisti delle due penisole mediterranee, ma l’occasione, come nelle passate edizioni, ha dato modo di affrontare tematiche sui prodotti e soluzioni all’avanguardia che da sempre John Deere propone ai Golf Courses di tutto il mondo. Come sempre questo tipo di manifestazione ha dato la possibilità a diverse figure, di differente background e nazionalità, di confrontarsi e di poter creare un interessante networking. Nello specifico questa volta è stato approfondita la tematica sull’utilizzo della tecnologia “ibrida” nelle macchine da golf, dove John Deere è il pioniere con ben oltre 12 anni d’esperienza. In particolare è stato analizzato l’utilizzo dell’ibrido nelle triple da green e un’azienda indipendente spagnola (Civil Turf) ha fornito i risultati di un’interessante ed approfondita ricerca della quale riporteremo anche all’interno dell’82° Meeting AITG.

A settembre è stata presentata a tutti i Dealer John Deere Europei, durante l’RTP svoltosi in Olanda, e poi lanciata ufficialmente ai clienti Italiani ed Iberici durante l’ultima MedZone Cup in Portogallo. Dopo due anni ritorna nel Portfolio John Deere la “grande” rotativa da rough 1600T III Serie, più potente e affidabile che mai: 4 nuovo morte Stage V da oltre 60Hp. Turbocompresso 4 impianto idraulico e di raffreddamento ulteriormente implementati 4 postazione di guida UltraConfort e trasmissione dalle prestazioni illimitate Il tutto per riconfermare un must nel taglio delle zone più difficili dei Golf Courses Italiani.

Trusted by the best courses on earth! Altri Golf Courses di primaria importanza scelgono le soluzioni JOHN DEERE GOLF

Anche nel 2017, campi di primo livello si sono affidati alla soluzione John Deere Golf. Ecco alcuni nuovi partner:

THE BELFRY Gran Bretagna - tre campi da golf

PGA CATALUNYA & QUINTA DO LAGO Spagna/Portogallo - cinque campi da golf

L’ISLE ADAM PARIS Francia - un campo da golf

GLENEAGLES Gran Bretagna - tre campi da golf

I primi nell’ibrido, gli ultimi nel prezzo, i più lunghi per garanzia!

John Deere: la prima azienda nel settore delle macchine per la manutenzione dei campi da golf ad introdurre nel 2005 le prime macchine a tecnologia ibrida. Continua la proposta di John Deere, con il supporto della propria rete di Dealer Selezionati e Specializzati Golf, della tripla 2500E-Cut Ibrida, ad un prezzo veramente imbattibile! In oltre offre una GARANZIA ESTESA a 4 ANNI per tutti i componenti elettrici ed elettronici di tutte le macchine E-Cut Ibride. Per saperne di più contattate il Vs. Dealer John Deere Golf di riferimento. www.deere.it

«CURARE IL GREEN NON SIGNIFICA SOLO TAGLIARE L’ERBA, SI TRATTA DI UNA SCIENZA COMPLETA E UN’ARTE SERIA». (SCOTT FENWICK, MANAGER DELLA PROPRIETÀ E DEI CAMPI DA GOLF DI GLENEAGLES)

“Quando si lavora dove gli altri giocano, si ha bisogno di un partner di fiducia che aiuti a tenere il campo in condizioni perfette. È quello che fa John Deere, con macchine e assistenza di altissimo livello, tecnologie all’avanguardia e un impegno costante nei confronti di questo magnifico sport”.

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NOTIZIARIO

Associazione Italiana Tecnici di Golf

Un problema comune: le scorribande dei cinghiali Ci sono molti modi per contenere le devastazioni degli ungulati: ecco cosa suggerisce un esperto di zoologia applicata in ambiente terrestre

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ndrea Marsan, professore a contratto, da oltre trent’anni collabora con l’Università di Genova per la quale svolge ricerche e dove insegna “Zoologia Applicata in ambiente terrestre”. La sua attività di zoologo è principalmente legata alla gestione della fauna selvatica, soprattutto i grandi mammiferi, e alla risoluzione dei danni e dei conflitti che questi possono produrre alle attività antropiche, e recentemente ha illustrato in un convegno, in maniera semplice ed efficace la situazione degli ungulati in Italia e, specificatamente, nella regione Liguria. Dopo una breve introduzione sulla “storia” demografica del cinghiale, il professor Marsan ha parlato di un altro animale selvatico che ha trovate nelle città, l’ambiente ideale dove vivere: il gabbiano reale. Il gabbiano, abituato alle alte scogliere, ha adottato facilmente i tetti dei palazzi di Ge-

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nova, dai quali può agevolmente lanciarsi in picchiata alla ricerca di cibo abbandonato o gettato via. Quello della spazzatura è un grande problema e rappresenta anche una delle principali cause della discesa degli ungulati selvatici in città che, con poco sforzo, trovano nei cassonetti o per la strada, tutto il cibo di cui hanno bisogno (e anche di più). In alcuni casi, poi, si sono verificati casi di nutrizione volontaria dei cinghiali selvatici da parte di privati, proprio come si fa con i piccioni. Questo ha portato gli animali, un tempo cauti e diffidenti, ad abituarsi sempre più al rapporto con l’uomo, visto come un dispensatore di cibo e non come una minaccia. A favorire le incursioni dei cinghiali è anche la conformazione della città. A Genova non esiste una vera e propria divisione fra zona abitata e bosco, ma molto spesso i palazzi

e le strade si trovano a pochissimi metri dall’habitat naturale dei cinghiali. Quali sono i pericoli? Il cinghiale non è, per natura, un animale aggressivo. Se attacca lo fa per difendersi o perché si sente “messo alle strette”. Il rischio maggiore è rappresentato dagli incidenti stradali e dall’incontro dei cinghiali con dei cani, che sono visti come una minaccia da parte dell’ungulato. Quali possono essere le soluzioni? Il professor Marsan ci ha raccontato la sua esperienza al Parco delle Cinque Terre, all’interno del quale ha contribuito alla progettazione e alla realizzazione di una recinzione formata da una rete elettrosaldata alta un metro e lunga circa 6 km, lungo tutto il perimetro del parco. A questa rete si sono aggiunti i cosiddetti “pastori elettrici”, un recinto elettrificato a circa 3.500 volt capace di respingere gli ungulati e contenere notevolmente il problema.

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Il prelievo venatorio non risulta invece essere una soluzione efficace. Sebbene riesca a contenere, per un breve periodo, il numero degli ungulati, va a colpire prevalentemente animali adulti, superiori ai 4 anni di età, lasciando animali giovani e inesperti sul territorio che, inevitabilmente, ripopoleranno i boschi nella successiva stagione. Si è parlato anche della possibilità di sterilizzare i cinghiali utilizzando un contraccettivo orale tramite delle “mangiatoie” specifiche per questi animali. (contraccettivo orale) Purtroppo questa soluzione è efficace e praticabile solamente in zone piccole e delimitate (isole, ad esempio) vista la difficoltà a raggiungere tutti gli animali della regione. Anche nel caso di sterilizzazione tramite puntura sarebbe praticamente impossibile raggiungere un numero significativo di esemplari sterilizzati vista il consistente numero di ricatture e la prolificità degli ungulati. Si stima che in tutta Italia siano presenti circa 600mila/1milione di cinghiali, dei quali 50mila nella sola Liguria. È impensabile catturarne e sterilizzarne un numero tale da modificare l’andamento demografico di questa popolazione in maniera significativa. Non è nemmeno sensato sterilizzare gli ani-

mali che si addentrano in città, una minoranza ininfluente rispetto al totale. La soluzione, secondo il professor Marsan, è quindi quella di completare, potenziare e mantenere funzionanti le recinzioni già esistenti ed eliminare le fonti di cibo, volontarie e non, istruendo la popolazione a un corretto smaltimento dei rifiuti, ricorrendo, se necessario, all’utilizzo di cassonetti “blindati” nelle zone collinari della città. Per quanto riguarda gli animali che entrano in città, la legge (221 del 2015, art. 7 gazzetta ufficiale) parla chiaro: i cinghiali catturati non possono essere rimessi in libertà e, conseguentemente, vanno abbattuti o sistemati in strutture predisposte. Una delle motivazioni è che gli ungulati che “scoprono” la città e le sue risorse alimentari (spazzatura o “mangiatoie”) facilmente riproveranno a tornare in contesto urbano alla ricerca di facile cibo, e quasi sicuramente non lo faranno da soli. A tal proposito si è espressa anche ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), che da anni accoglie i cinghiali trovati in città, affermando che la legge deve essere modificata per consentire la reimmissione degli ungulati nel loro habitat, magari in zone più lontane dai centri abitati. L’abbattimento deve comunque essere l’ul-

tima soluzione: è fondamentale informare la popolazione e sensibilizzare gli Enti preposti a contenere in maniera non cruenta i cinghiali nel loro habitat con apposite recinzioni. È possibile farlo e si risparmierebbero soldi e polemiche inutili. Cosa può fare il singolo cittadino? – Non nutrire VOLONTARIAMENTE gli animali selvatici (non solo cinghiali, ma anche piccioni o gabbiani). È vietato dalla legge (sempre la 221/2015 art 7) e si rischiano sanzioni; – Non lasciare spazzatura che possa attirare gli animali selvatici; – In caso di incontro con un cinghiale, mantenere la calma e allontanarsi lentamente, senza allertare l’animale. Il cinghiale non è aggressivo ma può essere disturbato da rumori improvvisi o cani. Nelle zone collinari è bene tenere i cani al guinzaglio per evitare spiacevoli incidenti. – Prestare attenzione alla guida quando si percorrono strade in vicinanza di boschi. Uno dei rischi maggiori è infatti quello di investire un cinghiale che sta attraversando la carreggiata, con conseguenze sempre poco piacevoli sia per l’animale che per la vettura e i suoi occupanti.

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A R E G O L A D ’A R T E

Associazione Italiana Arbitri Golf Nella foto, Kevin Chappell sulla torre della televisione durante la Presidents Cup

Ora si lavora davvero sodo ... e il gruppo di lavoro R&A/USGA sta anche facendo sul serio. Decine di migliaia le osservazioni sul cambio del regolamento che verrà messo a punto il prossimo anno e poi scatterà nel 2019 di Isabella Data

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on che al tempo del primo draft si sia scherzato. Assolutamente. Diciamo solo che, nella prima bozza che è stata diffusa e sottoposta all’attenzione di ogni golfista, non c’era niente di definitivo. Con il 31 agosto scorso si è chiuso il processo di valutazione delle proposte sulle nuove regole e di raccolta dei feedback. Pensate che, al gruppo di lavoro R&A/USGA, sono arrivate decine di migliaia di osservazioni. Un bel lavoro processarle tutte, esaminarle, selezionare quelle valide. Un lavoro impegnativo, anche un po’ massacrante, ma che ci dà la garanzia di un processo attento e approfondito. Anche partecipa-

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to. È vero che solo una minima quota dei praticanti mondiali ha preso carta e penna o computer/tablet/smartphone e si è messo a sindacare sulle proposte, però il fatto che sia così elevata la quota di osservazioni è un bel segnale di interesse. Hanno incuriosito maggiormente: la proposta di ridurre il tempo di ricerca della palla persa da 5’ a 3’; la proposta di sveltire le procedure di droppaggio con il drop a distanza ravvicinata al terreno; gli spunti che mirano a elevare la velocità di gioco e che sono in generale ben accolti. C’è un’intrinseca bellezza nella tradizione del golf slow, ma in generale si avverte che i tempi sono cambiati, i ritmi della nostra vita si sono accelerati e c’è bisogno di ridurre

i tempi di gioco non solo per esigenze televisive e di maggior spettacolo, ma anche per bilanciare la pratica del golf con i nostri altri impegni. Del resto tanti sport, come il calcio (pensate al sistema VAR – Video Assistant Referee), ma anche il tennis, tanto per fare due esempi di sport popolarissimi, stanno marciando nella direzione di una modernizzazione che modifichi ritmi di gioco e spettacolarità.

PERCORSO DI LAVORO E NUOVI STRUMENTI La stesura definitiva delle nuove Regole del Golf è prevista per gli inizi del 2018. L’applicazione dovrebbe partire dal gennaio 2019, salvo particolari casi come i tornei dell’European Tour, il

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15 cui anno sportivo 2018-2019 inizia per l’appunto già nel 2018, per cui sarebbe auspicabile un’applicazione omogenea delle Regole. Anche quest’aspetto è in fase di discussione. I libretti con le nuove Regole saranno improntati a semplicità e facilità d’uso, con disponibilità di short form (una Player’s edition) per una più pratica e immediata verifica di cosa si deve fare. I Referee avranno in dotazione stesure più approfondite, anche se sparirà, almeno per il momento, il librone delle Decisioni. Lavoro complesso, giacché le Regole sono ridotte di numero e, in diversi aspetti, riordinate radicalmente: si pensi all’introduzione delle Aree di Penalità comprendenti ostacoli d’acqua, wild area e bunker.

MA DOVE TIRI LA PALLA? Kevin Chappell ha avuto un’interessante decima buca nel suo match play domenicale alla Presidents Cup (torneo

equivalente alla Ryder Cup): il suo tee shot è atterrato su una torre TV posta dietro al putting green. La torre TV era in un ostacolo d’acqua. La palla di Kevin è finita in mezzo a un rotolo di cavi elettrici sulla piattaforma della torre TV. Kevin si è arrampicato sulla torre per considerare le sue opzioni di gioco, assistito da un Rules Official. Inizialmente ha verificato se poteva tirare il colpo direttamente dalla torre, ovviando all’interferenza con il rotolo di cavi. Questo lo poteva fare, perché dalle Regole è consentito ovviare a un’ostruzione movibile in ostacolo d’acqua. Sarebbe stato un colpo divertente e spettacolare; a detta di Phil Mickelson, suo compagno di squadra, anche grandioso, da eroe del golf. La storia è finita male, perché Kevin ha poi deciso di ovviare all’ostruzione “Torre TV”, classificata con regola locale come TIO (Temporary Immovable Obstruction), droppando come previsto in ostacolo, ma non si è accorto che, nel fare ciò, aveva inavvertitamente pog-

giato a terra il bastone in ostacolo. In match play è un’infrazione che si paga cara, con la perdita della buca. E così è stato. C’è chi ha commentato i tempi lunghi del ruling e delle decisioni del giocatore. Per comprendere meglio le dinamiche del gioco e dell’applicazione delle Regole, occorre riflettere sulla portata economica e professionale, nei tornei professionistici, di una decisione affrettata. Non solo una vittoria o meno, ma anche migliaia di dollari (non nel caso della Presidents Cup, comunque) che entrano o meno nelle tasche del professionista e del suo caddie! Tali atteggiamenti sono meno comprensibili nei tornei amatoriali. Cari amateurs, non scimmiottate! Associazione Italiana Arbitri Golf Associazione Sportiva Dilettantistica Via Tacchi, 1 - 38068 Rovereto (Tn) C.F. 94040950225 info@aiagolf.it - www.aiagolf.it

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GOLF CLUB ACAYA AMBROSIANO ARCHI DI CLAUDIO ARGENTARIO ARONA ASIAGO ASOLO BAGNAIA BARLASSINA BIELLA BROLO BASSANO CAMPO CARLO MAGNO CANSIGLIO CARIMATE CASENTINO CASTELCONTURBIA CASTELLARO CAVAGLIÀ CERVIA CESENATICO CILIEGI COLLI BERICI COLLINE DEL GAVI CONERO CUS FERRARA DES ILES BORROMÉES DOLOMITI FILANDA (ALBISOLA) FIORDALISI FIRENZE UGOLINO FLORINAS FRANCIACORTA FRASSANELLE FRONDE GARFAGNANA GOLF NAZIONALE HERMITAGE IS ARENAS IS MOLAS LE FONTI LES ILES MARGARA MENAGGIO & CADENABBIA MIGLIANICO MILANO MIRABELLA MONTECCHIA NAZIONALE OLGIATA PADOVA PARCO DI FIRENZE PARCO DI ROMA PARMA PERUGIA PINETINA PONTE DI LEGNO PUNTA ALA PUSTERTAL QUARRATA RAPALLO ROVEDINE ROYAL PARK I ROVERI SAN DOMENICO SAN MICHELE SANT’ANNA SANREMO SATURNIA SERRA TORINO UDINE VARESE VERDURA VERONA VILLA CONDULMER VILLA D’ESTE

CERTIFICAZIONE G.E.O.

GEO CERTIFIED 2017

GEO CERTIFIED 2014

GEO CERTIFIED 2014

GEO CERTIFIED 2013 & 2016

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IMPEGNATI NEL VERDE Riconoscimento Cat. Acqua 2013 e Cat. Patrimonio culturale 2017 Riconoscimento Cat. Energia 2013 Riconoscimento Cat. Patrimonio culturale 2017 Riconoscimento Cat. Acqua e Biodiversità 2011 Riconoscimento Cat. Energia 2014 Attestato di Merito 2007 – Riconoscimento Cat. Paesaggio 2015 Riconoscimento Cat. Paesaggio 2016 Riconoscimento Cat. Acqua 2013 Certificazione Nazionale 2001 Attestato di Merito 2004 Riconoscimento Cat. Paesaggio 2016 Attestato di Merito 2008 Riconoscimento Cat. Biodiversità 2010 Certificazione Nazionale 2001 Riconoscimento Cat. Acqua 2011 Attestato di Merito 2007 Riconoscimento Cat. Energia 2016 Riconoscimento Cat. Acqua 2012 Attestato di Merito 2004 Attestato di Merito 2005 - Certificazione Nazionale 2007 Attestato di Merito 2008 Attestato di Merito 2008 Riconoscimento Cat. Energia 2014 Attestato di Merito 2008 Attestato di Merito 2008 Riconoscimento Cat. Energia 2017 Riconoscimento Cat. Paesaggio 2014 Attestato di Merito 2004 - Riconoscimento Cat. Biodiversità 2013 e Paesaggio 2014 Riconoscimento Cat. Paesaggio 2016 Riconoscimento Cat. Energia 2014 - Riconoscimento Cat. Acqua 2016 Riconoscimento Cat. Energia 2012 Riconoscimento Cat. Paesaggio 2015 e Cat. Patrimonio culturale 2017 Riconoscimento Cat. Energia 2012- Riconoscimento Cat. Paesaggio 2013 Riconoscimento Cat. Energia 2017 Attestato di Merito 2007

MARCHI

BIOAGRICERT

CTG 2003 -Emas - Certiquality BIOAGRICERT ISO 14001

BIOAGRICERT Attestato di Merito 2004 - Certificato Nazionale 2007 CSQA Riconoscimento Cat. Biodiversità 2016 Riconoscimento Cat. Acqua 2016 Riconoscimento Cat. Recupero ambientale 2015 e Cat. Biodiversità 2017 Attestato di Merito 2005 Riconoscimento Cat. Energia 2013 e Patrimonio storico, artistico e culturale 2016 Riconoscimento Cat. Acqua 2010 Attestato di Merito 2007 Riconoscimento Cat. Energia 2015 Attestato di Merito 2007 - Riconoscimento Cat. Acqua 2012 Riconoscimento Cat. Acqua 2014 Riconoscimento Cat. Acqua 2011 Riconoscimento Cat. Energia 2015 Riconoscimento Cat. Recupero ambientale 2015 Riconoscimento Cat. Acqua 2013 Riconoscimento Cat. Acqua 2011 Riconoscimento Cat. Energia 2017 Attestato di Merito 2005 - Certif. Nazionale 2007 - Ric. Cat. Energia 2011-2015 Certificato Nazionale 2004 Riconoscimento Cat. Acqua 2011 Riconoscimento Cat. Energia 2016 Riconoscimento Cat. Acqua 2011 Riconoscimento Cat. Paesaggio 2014 Riconoscimento Cat. Energia 2010 Riconoscimento Cat. Biodiversità 2014 Riconoscimento Cat. Patrimonio culturale 2017 Riconoscimento Cat. Biodiversità 2015 RINA Riconoscimento Cat. Patrimonio storico, artistico e culturale 2016 Riconoscimento Cat. Paesaggio 2014 Riconoscimento Cat. Energia 2011 Attestato di Merito 2005 - Certificazione Nazionale 2007 Certificato Nazionale 2005 - Riconoscimento Cat. Energia 2015 Attestato di Merito 2004, 2007 – Certif. Nazionale 2008 – Ric. Cat. Paesaggio 2017 Riconoscimento Cat. Biodiversità 2014 Certificato Nazionale 2001 CTG 2003 Riconoscimento Cat. Acqua 2017 Riconoscimento Cat. Acqua 2010

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Impegnati nel Verde premia i Circoli di golf che hanno adottato tecnologie, metodologie e gestioni che hanno consentito dei miglioramenti ambientali nei seguenti campi: PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E CULTURALE - ACQUA - BIODIVERSITÀ - PAESAGGIO - ENERGIA

Ad oggi sono oltre 70 i Circoli che hanno ottenuto questo premio. Impegnati per l’ambiente e unisciti a loro: sarà il primo passo per arrivare all’ambita Certificazione G.E.O.!

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ISTITUTO PER IL CREDITO SPORTIVO Impegnati nel Verde e GEO

I Circoli premiati durante la cerimonia all’Open d’Italia presso la tenda dell’Istituto per il Credito Sportivo. Nella foto a destra, Renato Paratore.

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Applausi per i club virtuosi Sono 11 i Circoli italiani che hanno ottenuto i riconoscimenti ambientali per l’anno 2017, consegnati durante l’Open d’Italia che si è svolto al Golf Club Milano. Fra gli altri, presente anche Renato Paratore, testimonial ICS

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ISTITUTO PER IL CREDITO SPORTIVO Impegnati nel Verde e GEO 1

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Nelle foto, tutti i Circoli premiati con il riconoscimento che gli è stato consegnato dal Commissarrio Straordinario dell’ICS, Paolo D’Alessio, e dal vice presidente della FIG, Antonio Bozzi. 1) Certificazione GEO al GC Carimate (ritira Giuseppe Crippa); 2 - 12 Certificazione Impegnati nel Verde: 2) Perugia (Silvano Moca),

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ome da tradizione, tra i vari eventi promossi in occasione del 74° Open d’Italia disputato al Golf Club Milano, c’è stata la consegna dei premi Impegnati Nel Verde – GEO, il riconoscimento che la Federazione Italiana Golf, attraverso la Sezione Tappeti Erbosi del Centro Tecnico Federale, assegna ai circoli che più di altri si sono distinti nell’attuare pratiche e protocolli più rispettosi dell’ambiente e del territorio. A ospitare questa cerimonia, giunta ormai alla sua ottava edizione, è stata l’area ospitalità dell’Istituto per il Credito Sportivo che da tempo patrocina questo importante premio del golf italiano. “ICS è la banca dello sport e finanziamo progetti d’investimento – ha esordito Paolo D’Alessio, Commissario Straordinario dell’Istituto per il Credito Sportivo – Da anni esiste un ottimo rapporto con la Federgolf e con i circoli. Sappiamo che quello attuale è un momento un po’ critico per il nostro golf, ma c’è la necessità di crescere grazie anche alla spinta che il movimento golfistico italiano potrà ricevere dalla Ryder Cup che nel 2022 si disputerà a Roma. Noi vogliamo contribuire a questo sviluppo che, però, dovrà essere eco-sostenibile. Ecco perché siamo al fianco della Federgolf nel supportare l’iniziativa ‘Impegnati nel Verde’.” Sui temi ambientali si è soffermato anche il vice presidente FIG An-

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tonio Bozzi, che assieme al Segretario Stefano Manca rappresentava la Federazione, il quale ha sottolineato il ruolo della Sezione Tappeti Erbosi e del Comitato Scientifico che valuta i progetti e assegna i riconoscimenti e del quale fanno parte Alberto Minelli (presidente), Alessandro De Luca, Massimo Mocioni, Stefano Boni e Marta Visentin. “Come Federazione dobbiamo essere i primi a sostenere un golf sempre più rispettoso dell’ambiente – ha detto Bozzi - Crediamo che in questa logica il premio ‘Impegnati nel Verde’ rappresenti un importante elemento di stimolo anche perché prende in esame diverse aree di intervento nelle quali i circoli possono operare.” Ospite d’onore della cerimonia è stato Steve Isaac, Direttore della Sezione Sostenibilità della R&A di St Andrews, l’organo che governa il golf mondiale, esclusa l’area del Nord America. “Devo congratularmi con la Federgolf per il lavoro che ha svolto in questo ambito – ha affermato Isaac – In tutto il mondo sta crescendo una sensibilità maggiore da parte del golf nei confronti della tutela dell’ambiente e questo rappresenta per R&A un fatto molto positivo.” A essere festeggiate e premiate sono state undici storie di successo che dimostrano come il golf possa svolgere un ruolo decisivo nella tutela del territorio e del suo patrimonio storico e ambientale. Nella categoria “Acqua”, nella quale vengono presi in

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3) Varese (Olinto Cecconello), 4) gli attestati, 5) Frassanelle (Anna Noemi Camillotti Casati), 6) San Domenico (Francesco Melpignano), 7) Garfagnana (Pierluigi Barsanti), 8) Acaya (Claudio Marco Oliva), 9) Les Iles (Alessandro Leonardi), 10) Dolomiti (Luca Borzaga),11) Villa Condulmer (Aldo Preo), 12) Archi di Claudio (Maurizio Perna). esame gli interventi realizzati dai circoli per ottenere una riduzione dei consumi idrici, a essere premiato è stato il Golf Club Villa Condulmer che con la conversione a macroterme del tappeto erboso è riuscito a ottenere notevoli risultati in termini di risparmio idrico ed energetico migliorando nel contempo la qualità delle superfici di gioco. Per la sezione “Energia” il riconoscimento è andato al Golf Club Garfagnana, al Golf Club Dolomiti e al Golf Club Perugia i quali con l’installazione di impianti fotovoltaici hanno ottenuto considerevoli risultati nel risparmio di energia elettrica contribuendo alla riduzione dell’inquinamento ambientale grazie a minori emissioni di CO2. È stato istituito, inoltre, un nuovo premio che prende in esame la conservazione del patrimonio storico, artistico e culturale che spesso si accompagna a un circolo di golf. In questa categoria si sono distinti il Golf Club Frassanelle, che ha deciso di raccontare la storia del suo territorio in un volume unico nel suo genere, il Golf Club Acaya, dove a pochi passi dalla clubhouse è possibile visitare uno dei più importanti sistemi di grotte dei monaci basiliani, il Golf Club San Domenico, che ha restituito alla cultura nazionale una necropoli messapica, e il Golf Club Archi di Claudio, impegnato nella valorizzazione di uno dei più importanti acquedotti della Roma antica. Al Golf Club Des Iles Borromèes, inve-

ce, è stato assegnato un riconoscimento per le numerose iniziative promosse per il miglioramento e la tutela della biodiversità. Per la categoria “Paesaggio” il premio è andato al Golf Club Varese per i suoi importanti interventi condotti sul suo prezioso patrimonio arboreo. Infine è stato consegnato l’attestato di Certificazione GEO, il riconoscimento più importante e prestigioso che tiene in considerazione i risultati ottenuti da un circolo in tutte le sezioni, al Golf Club Carimate, nono circolo italiano a raggiungere questo ambito traguardo.

I circoli premiati per Impegnati nel Verde CERTIFICAZIONE GEO: GC Carimate CATEGORIA ACQUA: GC Villa Condulmer CATEGORIA BIODIVERSITÀ: GC Les Iles CATEGORIA PATRIMONIO ARTISTICO, STORICO E CULTURALE: GC Acaya, GC Archi di Claudio, GC Frassanelle e GC S. Domenico CATEGORIA ENERGIA: GC Dolomiti, GC Garfagnana e GC Perugia CATEGORIA PAESAGGIO: GC Varese.

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IN ARMONIA

CON L’AMBIENTE Partendo da sostenibilità e gestione dei campi, ecco l’interessante colloquio che durante i giorni dell’Open d’Italia abbiamo avuto con uno dei massimi esperti in questo campo, dal 2009 responsabile del progetto “verde” all’R&A di Roberto Roversi

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al 2004, anno della sua fondazione, “The R&A” è impegnata nel supportare tutte le attività che promuovono e diffondono il gioco del golf nel pianeta. La sua sede è a St Andrews, nella “home of golf”, ma è bene precisare che si tratta di una realtà separata dal Royal & Ancient Golf Club St Andrews. Tra le varie competenze della R&A c’è anche quella di organizzare The Open, il major più antico e conosciuto del golf mondiale. Attraverso il R&A Rules, inoltre, questo ente governa le regole del golf in tutto il mondo, a eccezione degli Stati Uniti e del Messico, coinvolgendo circa 140 paesi e una trentina di milioni di golfisti. Lo scopo del R&A è quello di vedere sempre più persone che giocano il golf a livello mondiale, ma ritiene che questo sviluppo debba avvenire in modo sostenibile. Proprio per questa ragione da diversi anni è stata inserita tra le funzioni di questo organismo anche quella di dettare le linee guida per una corretta gestione dei campi da golf sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale. Il Direttore di questa sezione è Steve Isaac che riveste questo incarico dal 2009. Lo abbiamo incontrato al Golf Club Milano in occasione dell’Open d’Italia quando la Federazione Italiana Golf, con il sostegno dell’Istituto per il Credito Sportivo, ha consegnato i riconoscimenti GEO-Impegnati nel Verde. «Come R&A – spiega Steve Isaac – abbiamo la responsabilità globale dello sviluppo del gioco e in questo ambito rientra anche la sostenibilità ambientale dei campi da golf. Noi forniamo alle federazioni e agli stessi circoli principi generali in merito ad alcuni aspetti legati alla gestione dei percorsi, come ad esempio l’uso dell’acqua e dell’energia elettrica, perché crediamo che avere buone regole cui attenersi rappresenti comunque un fatto positivo. Inoltre parliamo con gli architetti che progettano i campi da golf per incentivare una sinergia che ci porti ad avere percorsi più rispettosi dell’ambiente e più eco-sostenibili».

Cosa significa per R&A parlare di sostenibilità? Abbiamo individuato quattro parametri fondamentali basati direttamente sui tre elementi dello sviluppo sostenibile definito dalle Nazioni Unite nel 1987 (considerazioni ambientali, economiche e sociali), integrate da un parametro aggiuntivo collegato alla prestazione tecnica. La nostra definizione di sostenibilità di un campo da golf è: ottimizzazione della qualità del gioco in armonia con la conservazione del suo ambiente naturale sotto una gestione economicamente sana e socialmente responsabile. Questi quattro parametri non possono essere considerati isolatamente. L’impatto di ogni azione intrapresa durante la costruzione di un campo da golf, o nella sua gestione successiva, deve essere valutato con l’insieme dei quattro fattori citati per raggiungere un equilibrio utile tra loro in base alle condizioni e alle normative locali. Come è cambiata nel tempo la sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali da parte del mondo del golf? Ormai la sostenibilità ambientale è diventata quasi un requisito legale regolamentato da norme e procedure specifiche. Inoltre rappresenta un aspetto verso il quale l’opinione pubblica mostra sempre più interesse e attenzione. Coloro che sono coinvolti nello sviluppo e nella gestione dei campi da golf sono consapevoli di tutto questo e hanno adottato pratiche e metodi di manutenzione che rispettano questa tendenza. Bisogna dire che alcune federazioni nazionali si sono dimostrate più sensibili nei confronti di questi temi e si sono più impegnate più di altre. Tra quelle più attive c’è sicuramente la Federazione Italiana Golf che per molti anni ha svolto un ruolo di primo piano attraverso il lavoro della sua Sezione Tappeti Erbosi e con i programmi della certificazione GEO. In che modo un circolo di golf diventa più “amico” dell’ambiente? Non c’è un’unica risposta. La sostenibilità ambientale è un insieme di buone pratiche che vanno adottate e realizzate nel tempo.

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Una di queste è sicuramente quella relativa all’uso dell’acqua. Attraverso una gestione responsabile si può ottenere una sua buona conservazione e un immagazzinamento sicuro per evitare sprechi. Il miglioramento degli impianti di irrigazione e le nuove essenze di erba, inoltre, consentono ulteriori risparmi idrici. Un altro aspetto riguarda l’utilizzo dei fitofarmaci approvati che sono sempre meno impiegati sia per le restrizioni di legge ma anche per la disponibilità di nuovi metodi biologici per combattere le malattie dei tappeti erbosi. Esistono anche modalità di gestione di un campo da golf che tendono a favorire la presenza della fauna selvatica, così come ci sono per altri ambiti legati alla sostenibilità ambientale, come l’aspetto culturale-storico e quello paesaggistico, che vengono premiati con il riconoscimento “Impegnati nel Verde. Qual è la situazione del golf in Europa dal punto di vista del rispetto ambientale? Per la sua lunga tradizione l’Europa tende ad essere un leader nella campo della sostenibilità ambientale. Abbiamo normative tra le più severe del mondo e la stessa consapevolezza nei confronti di questi problemi è decisamente aumentata. Devo dire che il golf europeo è ricco di molti buoni esempi di pratiche responsabili, come possono testimoniare i numerosi riconoscimenti “Impegnati nel Verde” e di certificazione GEO che sono stati assegnati in tutta Europa. Tuttavia, come accade in tutti i settori aziendali, ci sono anche determinate situazioni nelle quali si potrebbe fare molto meglio. Diciamo che il lavoro da fare per R&A non manca. Questa diversa attenzione verso le questioni legate all’ambiente ha cambiato anche il modo per progettare campi da golf? Assolutamente sì. Anzi deve proprio cominciare con la fase di progettazione la ricerca della maggiore sostenibilità ambientale possibile di un campo da golf. Gli architetti e chi si occupa della realizzazione di un percorso devono essere in prima linea nell’adottare criteri e modalità costruttive rispettosi dell’ambiente e che, soprattutto, rendano più agevole il lavoro di chi poi avrà la responsabilità di gestire il percorso nel segno delle normative presenti. In quale area di intervento (acqua, energia, uso fitofarmaci, ecc.) si sono avuti i maggiori risultati? La politica della R & A sulla sostenibilità copre molti aspetti, inclusi quelli citati. Essere, comunque, un’organizzazione globale comporta il fatto che le singole questioni affrontate possano variare da continente a continente, se non addirittura da paese a paese per cui è difficile rispondere con precisione a questa domanda. Tuttavia esistono alcuni ambiti comuni che sono riscontrabili ovunque e includono la conservazione e l’uso dell’acqua, la prevenzione dell’inquinamento con la riduzione dei prodotti chimici, l’efficienza energetica, la gestione dei rifiuti e la protezione della fauna selvatica. Posso dire che in queste aree, pur con risultati diversi a seconda dei paesi interessati, si sono fatti molti progressi.

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Dove sarà possibile migliorare maggiormente? In ogni ambito! Nessuno è perfetto e il percorso verso la vera sostenibilità non raggiungerà mai un punto finale perché il mondo e la società sono in continua evoluzione. Qual è la percezione delle questioni ambientali da parte dei giocatori? Non sono davvero sicuro che gran parte dei golfisti abbiano presente cosa significhi esattamente la sostenibilità ambientale di un campo da golf e cosa comporti. Sicuramente molti avranno anche un’esperienza diretta di questi problemi nella loro vita quotidiana, sia sul fronte domestico che in quello del lavoro, ma non sempre riescono a trasferirla sul campo da golf. Credo che sarebbe difficile discutere con loro di un golf più sostenibile considerato che la loro richiesta principale consiste nell’avere le migliori condizioni del campo in termini di aspetto e qualità di gioco. Un obiettivo non sempre raggiungibile a meno che non si vogliano usare quei vecchi sistemi che la nuova consapevolezza ambientale ha mandato in pensione. Una maggiore sensibilità anche da parte dei golfisti aiuterebbe il lavoro di chi opera nella cura e nella gestione dei percorsi. Quali sono oggi i problemi principali da risolvere nella manutenzione di un campo da golf? Direi soprattutto come combattere le malattie, i parassiti e le infestanti avendo a disposizione una gamma limitata di fitofarmaci come imposto dalle nuove norme. Il nostro impegno per il futuro sarà quello di trovare metodi alternativi di gestione, molti dei quali già disponibili, come ad esempio le pratiche culturali, che possono ridurre al minimo questi potenziali problemi. I programmi di intervento avviati con queste procedure stanno già dando buoni risultati. Tra l’altro proprio in Italia l’iniziativa “BioGolf” promossa della Federgolf rappresenta un ottimo esempio per mettere in pratica questa soluzione che sta facendo importanti passi in avanti. Come saranno i campi da golf del prossimo futuro? Diversi da quelli che siamo stati abituati a vedere negli ultimi decenni. Saranno più secchi e più resistenti, grazie ai progressi raggiunti nella selezione delle essenze usate per il tappeto erboso, e con un aspetto più naturale. La sua presenza all’Open d’Italia e i suoi stretti rapporti con la Sezione Tappeti Erbosi della Federazione Italiana Golf testimoniamo un solida relazione con il nostro paese. Da cosa nasce? La R&A ha un’ottima e lunga relazione con la Federazione Italiana Golf. Per quanto riguarda la mia area di responsabilità, quella della sostenibilità, la Federgolf, attraverso la sua Sezione Tappeti Erbosi, ha fatto un sacco di lavoro eccellente in questi anni. Ciò comprende l’attività di ricerca, promuovendo la selezione di varietà di erba che richiede una minore manutenzione, l’introduzione del BioGolf, le certificazioni Impegnati nel Verde e GEO per i circoli. Non vediamo l’ora di collaborare ancora più strettamente nei prossimi anni.

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PREMI INTERNAZIONALI

Personaggi e tradizione

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A Donato Di Ponziano il Lindberg Bowl 2017 Eccezionale riconoscimento per il grande tecnico italiano, con il premio conferitogli dalla PGA of Europe e andato in precedenza a nomi sacri del golf come Bonallack, Schofield, Ortiz-Patiño, Sorenstam, O’Grady…

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l Christer Lindberg Bowl 2017 è stato assegnato dalla PGA of Europe al nostro Donato Di Ponziano, da anni insostituibile collaboratore di Golf & Turismo e di Professione Golf Club. Il premio gli verrà consegnato, nel corso di un gala dinner organizzato nello splendido resort greco di Costa Navarino, il prossimo 25 novembre. Christer Lindberg è stato il primo presidente della più importante associazione professionale golfistica europea e a lui andò il premio nella prima edizione, che risale al 1998. Successivamente, al nome di Lindberg hanno fatto seguito protagonisti assoluti del nostro sport in Europa, veri e propri monumenti del golf come Michael Bonallack, Ken Scofield, Peter Al-

liss, John Jacobs, Annika Sorenstam, Peter Dawson, George O’Grady e via via fino allo scorso anno, quando venne insignito del premio il giudice dei giudici, John Paramor. L’elenco di questi personaggi dà ancora più risalto alla scelta caduta sul nome di Donato Di Ponziano, senza dubbio il tecnico di golf italiano più “internazionale” e più conosciuto all’estero. Il premio è stato attribuito al 56enne sanremese in riconoscimento del significativo contributo allo sviluppo del golf e della PGA of Europe, di cui è stato presidente per alcune stagioni, a partire dal 2012. Sotto, in questa pagina, l’albo d’oro del Christer Lindberg Bowl, e Di Ponziano in compagnia di Ian Woosnam e del Principe Carlo d’Inghilterra.

Roll of Honour 1998 – Christer Lindberg 1999 – Neil Coles 2000 – Michael Bonallack 2001 – Emma Villaceiros 2002 – Ken Schofield 2003 – Jean-Etienne Lafitte 2004 – Peter Alliss 2005 – John Jacobs 2006 – Jaime Ortiz-Patiño 2007 – Richard Perthen 2008 – Annika Sorenstam 2009 – La famiglia Solheim 2010 – Peter Dawson 2011 – George O’Grady 2012 – Glenmuir 2013 – Joe Steranka 2014 – Phil Weaver 2015 – IMG 2016 – John Paramor

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Proprietari di campi

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L’IMPRESA

DI GOLF IMPRESA Sono aumentati rapidamente nelle ultime stagioni i circoli e gli impianti entrati a far parte dell’EGCOA Italy, che raccoglie le strutture di proprietà legate a imprenditori del golf nel nostro Paese. Fino ad arrivare a un passo da quota 50...

Golf Club Frassanelle

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a lunga estate del 2003 ce la ricordiamo tutti. Temperature africane instauratesi ben prima della canicola estiva e che hanno avuto termine solo alla fine del mese di ottobre. Siccità prolungata che mise in ginocchio buona parte della produzione agricola e con Sindaci e Presidenti di Regione a richiedere al governo centrale lo stato di calamità naturale. Un assaggio infernale di quello che il cambiamento climatico, la cosiddetta tropicalizzazione del mediterraneo, ci avrebbe portato negli anni a seguire. Per noi golfisti e tecnici del settore quell’estate disgraziata ci portò fairway e green rosolati a puntino e ci indusse a rompere gli indugi proponendo finalmente le specie macroterme da tappeto erboso anche per l’Italia del nord, in particolare per la pianura padana. Fu una scelta opportuna con il senno di poi, e ne abbiamo già parlato proprio su queste pagine. Ma nel piccolo mondo del golf nostrano, quei mesi infuocati ed assetati erano anche il condizionamento ambientale di uno sparuto gruppetto di imprenditori golfisti, i quali attraversando la penisola da sud a nord e da est a ovest non smetteva di riunirsi con regolare periodicità. Dopo cinque lunghi incontri da maggio a ottobre, dopo interminabili discussioni, proposte, mozioni d’ordine, proprio sul finire dell’anno, il 17 dicembre 2003 il frutto del loro peregrinare sotto il solleone venne finalmente alla luce. Ad Asti fu fondato infatti

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il Consorzio Golf Impresa annoverante tra i dieci soci fondatori, attraverso le rispettive società proprietarie, le strutture di: Cavaglià, Druento, Frassanelle, I Girasoli, Il Golfino, Golfindoor, Grugliasco, Panorama Golf, San Vito e San Valentino. Obiettivo quello di tutelare gli interessi degli imprenditori del settore golfistico. L’idea originaria in realtà nacque da Bill Amick, progettista di campi da golf, già presidente dei Golf Designers americani, da qualche anno in attività anche in Italia. Fu proprio lui infatti a suggerire all’amico e collega Giorgio Ferraris, anch’egli progettista di campi, di mettere in piedi un’organizzazione di proprietari di campi da golf, sul modello di quella esistente negli States dal 1979. A Giorgio Ferraris la proposta piacque e non tardò a convocare a San Vito di Gaggiano, nel maggio 2003, il primo gruppo di potenziali aderenti. Sei mesi dopo i giochi erano fatti. In quel periodo lo sviluppo del golf italiano marciava a un ritmo che non si poteva certo definire sostenuto, al pari cioè di buona parte dei paesi europei, ma tutto sommato cresceva con regolarità e costanza, avendo incrementato negli ultimi 5 anni (dal 1999) di circa 3.000 golfisti/anno, pari ad una percentuale complessiva di circa il 30%, fino ad arrivare a un totale di 72.000 giocatori tesserati. Se allora occuparsi di golf era assimilabile ad una scommessa, si poteva ragionevolmente affermare che poteva trattarsi di una scommessa vincente, e proprio per vincerla gli imprenditori di cui sopra avevano pensato di organizzarsi in una struttura al di fuori di mamma

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A sinistra un incontro IGCOA. Milano, GC Le Rovedine: da sinistra il presidente del Circolo, Paolo Piras, il presidente federale Franco Chimenti e il presidente della associazione dei proprietari, Giuliano Bagnoli. Qui sopra, GC Crema. FIG che non poteva, statutariamente, aiutare più di tanto gli impianti cosiddetti commerciali. Le cose da fare e da organizzare erano molte, dall’offrire servizi e consulenze, allo studiare le migliori strategie per aumentare le risorse, così come verificare tutti gli strumenti utili per ridurre i costi di esercizio. Idee e proposte non mancavano e tutti i Presidenti dell’organizzazione che si sono succeduti: Ivan Rota, Alberto Schellino, Alberto Sciatti e l’attuale Giuliano Bagnoli hanno instancabilmente perseguito negli anni gli obiettivi di cui sopra, non ultimo grazie anche alle modifiche statutarie del 2008, in funzione delle quali il Consorzio, che viene ad assumere il nome di EGCOA Italy (European Golf Course Organisation Association of Italy), si è aperto a tutti gli impianti che operano nel mondo del golf. Nel frattempo il golf italiano conosce momenti di roseo ottimismo e, stando ai dati FIG, raggiunge l’apice del suo sviluppo nel 2011 quando il numero dei tesserati sfiora quota 102.000. È cresciuto però nel mentre anche il numero degli impianti ed il record storico di giocatori non si traduce di per sé in un positivo risvolto economico essendo ancora troppo pochi i golfisti per impianto così da permettere a quest’ultimo di funzionare senza seri problemi finanziari. Peraltro la “sbornia” dei centomila si esaurisce in fretta e negli anni a venire la perdita di tesserati si fa via via più marcata fino a giungere ai nostri giorni agli attuali 90.259 (dato FIG – 31 dicembre 2016). Il golf italiano entra ufficialmente in crisi, o, per meglio dire,

entrano in crisi buona parte degli impianti golfistici che vedono ridurre i propri ricavi sia per l’abbandono del golf da parte della compagine sociale più anziana, meno motivata e tendenzialmente più economicamente border line, e sia per le strategie commerciali di aziende private che incentivano la mobilità degli utenti golfistici sottraendoli agli effetti pratici alle quote sociali e agli abbonamenti annuali. In questa situazione di grave difficoltà economica non può purtroppo bastare la disputa della Ryder Cup 2022, nè l’organizzazione di Open milionari, a risollevare le casse di buona parte dei nostri impianti. Per quanto pubblico potranno avvicinare al golf e per quanta promozione potranno fare di questo sport, questi eventi non potranno, da soli, essere la panacea dei mali strutturali del golf italiano, mali, del resto, che originano in misura non secondaria dalla crisi economica del nostro paese e che pertanto non hanno solo una ragione interna, dovuta cioè alla insufficiente risposta dell’imprenditoria golfistica alle aspettative dell’utente golfista. Viviamo pertanto con sportiva attesa e fiducia i grandi eventi golfistici che ci attendono nei prossimi anni, ma non responsabilizziamoli di prerogative che non hanno: la soluzione alle problematiche economiche del nostro golf va ricercata altrove, tra gli imprenditori, i tecnici, i lavoratori e gli appassionati del settore. E proprio una larga fetta degli imprenditori di questo nostro sport, sempre quelli del 2003 nel frattempo diventati 47, si propone oggi di agire in prima persona per arginare le conse-

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Gli impianti e le strutture di GOLFIMPRESA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48

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Academy Bologna Alisei Alleghe Golf School Antico Borgo di Camuzzago Asolo Bellosguardo Vinci Brianza Casentino Castell’Arquato Cavaglia Centanni Ciliegi Colombaro Colombera Colli Berici Cortina Cosmopolitan Crema Cus Ferrara Frassanelle Galzignano Gardagolf Golf in Milano Gressoney Monterosa Grugliasco Les Iles Moncalieri Monferrato Molino del Pero Montecchia Panorama Parco di Firenze Le Pavoniere Poggio dei Medici Pragelato Primule Punta Ala Quarrata Rapallo Le Robinie La Romanina Le Rovedine Salice Terme St. Anna La Serra Tirrenia Vicenza Vigevano

Casalecchio sul Reno (BO) Pietrasanta (LU) Pian de Pezze (BL) Bellusco (MB) Cavaso del Tomba (TV) Vinci (FI) Usmate Velate (MB) Poppi (AR) Castell’Arquato (PC) Cavaglià (BI) Bagno a Ripoli (FI) Pecetto (TO) Salò (BS) Castrezzato (BS) Brendola (VI) Cortina d’Ampezzo (BL) Tirrenia (PI) Crema (CR) Ferrara Rovolon (PD) Galzignano Terme (PD) Soiano del Lago (BS) Milano Gressoney St. Jean (AO) Grugliasco (TO) Brissogne (AO) Moncalieri (TO) Casale Monferrato (AL) Monzuno (BO) Selvazzano Dentro (PD) Varese Firenze Prato Scarperia (FI) Pragelato (TO) Mazzè (TO) Punta Ala (GR) Quarrata (PT) Rapallo (GE) Solbiate Olona (VA) Favria Canavese (TO) Noverasco di Opera (MI) Rivanazzano Terme (PV) Cogoleto (GE) Valenza (AL) Tirrenia (PI) Creazzo (VI) Vigevano (PV)

guenze della crisi economica, per progettare una inversione di tendenza e per porre le basi per una ripresa dei fatturati e del numero degli utenti. Risultato di questa rinnovata “voglia di fare” e di un serio impegno nel settore, l’elaborazione di un piano programmatico volto ad affrontare, e possibilmente risolvere, le tematiche più cruciali che affliggono una buona maggioranza degli impianti golfistici nazionali. L’occasione per la presentazione del Piano programmatico di lavoro si è avuta ai primi di settembre presso il GC Brianza quando i rappresentanti di ben 25 circoli aderenti al Consorzio, più 5 ospiti, più alcune aziende, si sono riuniti per uno proficuo scambio di opinioni. Nel corso dell’incontro sono emerse le principali problematiche che avversano le gestioni dei club e sono state analizzate le possibili soluzioni. Si è ancora una volta evidenziata la difficoltà di intraprendere le corrette strategie di intervento senza un coordinamento ed una politica unitaria, ecco perché si è sentita l’esigenza di predisporre un piano di interventi per rendere più “sostenibili” le gestioni dei club. Ecco qui di seguito le linee guida del predetto piano.

IL PIANO PROGRAMMATICO DI GOLF IMPRESA PREMESSA Il movimento golfistico nazionale sta vivendo una crisi che non ha eguali nella sua storia. In termini di giocatori tesserati, oltre alle isole britanniche e all’Irlanda, nonché ai colossi Francia e Germania, la nostra penisola è sopravanzata da nazioni di più recente golfizzazione quali Svezia, Spagna, Olanda, Finlandia, Danimarca, Austria e Norvegia e persino (è storia recentissima) dalla minuscola Svizzera. Negli ultimi sei anni il movimento golfistico nazionale ha perso oltre il 10% di giocatori. In pratica un giocatore su dieci non lo è più. Secondo alcune ricerche di mercato vi sono concrete possibilità che, a livello europeo, entro il 2020 vi sia il rischio di perderne un ulteriore 20 % (fonte E.G.C.O.A – 2016, vedere articolo scorso). Siamo di fronte a numeri preoccupanti che ci devono far riflettere e proporre nuove idee e strategie di fronte ad una crisi che è strutturale e necessita di rimedi radicali sotto il profilo dell’ offerta, della qualità, della tipologia e della localizzazione della nostra impiantistica. Occorre una progettualità che ci porti a definire meglio l’utente golfista del terzo millennio con l’intento di predisporre un prodotto ad hoc, completo di nuovi servizi e nuove formule di fruibilità. Non vi è altra strada e soprattutto non vi è più tempo per attendere miracolanti interventi esogeni. Sono i Golf Club a doversi assumere in prima persona la responsabilità di progettare nuove strategie e di individuare le migliori politiche di sviluppo. Lavorare insieme deve diventare la nuova parola d’ordine di GolfImpresa e di tutti i campi

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Proprietari di campi - IGCOA da golf aderenti. Lavoro che potrà certamente servire da importante supporto alla Federgolf per tutte le iniziative di promozione e diffusione del nostro sport. Su questo aspetto Golf Impresa può e deve fare di più al fine di articolare una sempre più stretta e proficua collaborazione con la FIG.

L’ATTIVITÀ ISTITUZIONALE DI GOLF IMPRESA GOLF IMPRESA HA SCOPO ANTICONCORRENZIALE per disciplinare la reciproca concorrenza sul mercato fra Club ed impedire che si instaurino tra loro rapporti di elevata concorrenza e monopoli. Si adopererà per evitare politiche di dumping fra Circoli, ma lavorerà anche per sviluppare la solidarietà tra Club al fine di cessare ogni rapporto con strutture, organizzazioni e aziende che fungono da tesserifici e/o da gruppi di acquisto di green fee, e che sfruttano la crisi economica allo scopo di sviluppare i loro interessi privati a danno di tutto il movimento golfistico nazionale e dei Club che ne sono i massimi rappresentanti. PROMOZIONE E SVILUPPO DELLE POTENZIALITÀ DEI CLUB ADERENTI nell’intento di incrementare i ricavi at-

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traverso: politica comune di attrazione di nuovi golfisti e di utenti esteri con realizzazione di un portale da veicolare al di fuori del golf con inclusi servizi per gli associati (es. centralizzazione prenotazioni tee time e lezioni, standardizzazione dei corsi di avviamento al golf, ecc). Inoltre GolfImpresa potrà consentire la condivisione dei database per marketing e promozione, istituire campagne di comunicazione e promozionali, stringere accordi con Enti/Organizzazioni ai fini della promozione e dello sviluppo del golf. RIDUZIONE DEI COSTI GENERALI LEGATI ALLA GESTIONE DEI CLUB. Ad esempio: negoziazione collettiva in esclusiva per gli aderenti di GolfImpresa con i principali fornitori di prodotti, materiali, servizi e utenze. SERVIZI AGLI ASSOCIATI. Fornitura di consulenze tecniche (fiscali, amministrative, legali, agronomiche, ambientali, sportive, turistiche, di marketing, ecc) a costi convenzionati ed esclusivi. Comune politica di organizzazione di circuiti di gare. Azioni di lobbying per obiettivi di primaria importanza (carburanti agricoli, revisione PAN, ecc). Ricerca sponsor. Ricerca tecnologica e studi di settore. Contrattazione collettiva CCNL FORMAZIONE PROFESSIONALE diretta dei propri tecnici e collaboratori.

Circolo Golf e Tennis Rapallo

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Proprietari di campi - EGCOA

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GLI OBIETTIVI DI GOLF IMPRESA Impegno a livello di gentlemen’s agreement fra Presidenti al fine di cessare qualsiasi rapporto con aziende che commerciano green fee. Creazione di un GolfImpresaPass che permetta il transito, a costi convenzionati, di utenti dei Club associati, all’interno dei Club costituenti GolfImpresa. Il GolfImpresaPass permetterà l’ingresso gratuito in tutte le club house (da valutare la eventuale politica scontistica per usufruire di piscina, campo pratica, palestra, e altri servizi) e permetterà il gioco sul percorso con una riduzione pari al .....% del costo del green fee. Realizzazione di un portale web all’interno del quale si potrà: A) Visionare pagine promozionali di ogni club aderente ed eventualmente offrire, per i club interessati, pacchetti turistici e sportivi, incluse sistemazioni alberghiere, proposte di itinerari e cose da vedere, B) Prenotare tee time, C) Prenotare partenze in gara, D) Prenotare lezioni, E) Standardizzare corsi di promozione al golf, F) altro da decidere. Offerta di servizi ai club aderenti a costi convenzionati. Occorre individuare e scegliere i professionisti per ogni singolo settore di attività e raggiungere con loro un accordo economico. Inizio delle attività di lobbying. In particolare per: A) Revisione PAN, B) Contrattazione collettiva CCNL C) Agevolazioni agricole. Disciplinare i rapporti con i professionisti di golf, anche attraverso un accordo quadro a livello di Lega oppure fornendo indicazioni a livello di linee guida per i singoli club aderenti.

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Ideazione di una strategia di marketing al fine di avviare una politica di promozione turistica per i club aderenti. Negoziazione collettiva in esclusiva per gli aderenti di GolfImpresa con i principali fornitori di prodotti, materiali, servizi e utenze. Ricerca sponsor Istituzione di circuiti di gare riservati ai club aderenti Creazione di eventi (Seminari, Conferenze, Meeting), volti anche, ma non solo, alla promozione del gioco del golf. Apertura di un ufficio per centralizzare i servizi Formazione professionale dei propri tecnici e collaboratori. Firme di accordi con Enti locali, organizzazioni sportive, aziende private, cittadini, per lo sviluppo e la promozione del gioco del golf. Sviluppo di attività di merchandising. Nel valutare gli obiettivi di cui sopra si potranno forse avere perplessità in merito al numero e alla portata degli stessi, soprattutto tenendo conto dei costi ad alcuni di essi legati, e della situazione di estremo disagio gestionale in cui sono impantanati moltissimi club. Occorre però essere realisti e considerare che per le situazioni di emergenza occorrono interventi severi, urgenti e strutturali, e che determinino una brusca inversione di tendenza, riportino al golf coloro che lo hanno abbandonato e ne avvicinino le decine di migliaia di potenziali nuovi golfisti che al momento non riusciamo ad interessare. È in gioco il futuro del nostro golf e nessuno può tirarsi indietro.

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E fra i nostri Circoli, comunicazione zero Il golf è certo meno caro di molti altri sport, ma molte volte i prezzi sono ancora più bassi del dovuto per l’errata caccia al cliente di molti club

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a ragione chi dice che a parte il calcio e pochi altri, la pratica dello sport in Italia costa. Guardiamo alle discipline che la gente giudica più popolari del golf, quelli più diffuse e accessibili, o almeno quelle che tali vengono considerate. Difficile smentire la necessità di sborsare tanti denari se dovete acquistare una bicicletta per soddisfare la passione di pedalare sia su strada che su sterrato; oppure se dovete dotarvi di sci più attacchi, scarponi e tuta, prendere l’auto per recarvi in montagna e acquistare il giornaliero per divertirvi facendo sport sulla neve; se volete diventare degli esperti cavallerizzi provate a comperare un cavallo, pagare la retta per la stalla e la cura dell’animale; se avete voglia di veleggiare anche con una piccola barchetta, bisogna essere pronti a un investimento economico mica da ridere. Mano ad un portafoglio sostanzioso anche per praticare motociclismo e automobilismo, caccia e pesca, parapendio e alpinismo, pure subacquea e tennis. Poi viene il golf che nella testa di tanti, direi troppi, è uno sport più caro degli altri da praticare. Certo non è a buon mercato, sicuramente non lo sarà mai se non si passa attraverso la realizzazione massiccia dei campi pratica o promozionali, strutture che, nella logica mondiale della crescita del nostro sport, hanno rappresentato in tanti paesi un serbatoio di clienti importantissimo per i club dotati dei classici percorsi a 9, 18 o 36 buche. Così hanno saputo fare benissimo alcune nazioni continentali, come la Francia, l’Olanda, la Svizzera e la Germania. In quelle limitate realtà di campi pratica esistenti in Italia, se vuoi giocare e divertirti il costo non è più alto della frequentazione di una palestra: è una verità che forse pochi sanno, ma è così. Non lo si dice comunque mai abbastanza! Nonostante la crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi 10 anni e che si spera abbia concluso la forza delle sue tempeste depressive, lo zoccolo duro di quei golfisti in grado di mantenere vivo il piccolo mercato italiano, quello che le grandi aziende produttrici di attrezzatura mettono sotto la voce “Altro”, quello che oggi è obiettivamente un po’ sotto dimensionato per le necessità dei nostri campi, è sempre esistito e credo che non avrà ragione di scomparire. Il problema nasce, come è nato, nel momento in cui buona parte di quello zoccolo duro di praticanti si accorge che i club sono alla disperata ricerca di soci e sono pronti a calare le braghe dei loro prezzi per potersi accaparrare

una nuova quota. Una sorta di “dumping” che altro non fa che ammazzare indistintamente tutti coloro che hanno qualcosa da offrire, pure quello che al prezzo più basso si aggiudica il cliente. Quando si sa il prezzo del club 1 si contatta il club 2, che a conoscenza della prima offerta abbassa immediatamente la sua pretesa economica. Con in tasca lo sconto ricevuto, il golfista va a contrattare con il club 3 che abbassa ulteriormente la richiesta e poi con il club 4 e magari anche il 5, per arrivare all’ultimo, quello che crede di aver fatto l’affare e che invece ricava così poco da non sopravvivere dopo aver ammazzato tutti. Pochi di coloro che “offrono” conoscono bene la fisionomia della richiesta, pochi lo hanno studiato, pochi hanno guardato ai numeri ed il loro significato. Soprattutto pochi si sono confrontati tra di loro: comunicazione zero! In pratica: esisteva di fatto un piccolo mercato, per carità non paragonabile a quello di altri Paesi, ma che aveva la consistenza di poter far sopravvivere un po’ tutti in un momento di difficoltà. Un mercato però a cui si è lasciato condurre il gioco delle tariffe al ribasso, una pratica che di primo acchito può sembrare vantaggiosa per chi la vuole seguire. I costi delle quote associative nei club avrebbero giustamente potuto essere diminuite per soddisfare coloro che la crisi l’avevano patita maggiormente. Ma scelta non avrebbe potuto essere più dannosa di quella di guardarsi intorno e offrire lo stesso prodotto a meno del vicino, solo per accaparrarsi un cliente che invece aveva il potenziale per spendere il giusto. www.donatodiponziano.net

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alle parti di Biella, l’aneddoto è noto ma merita di essere ricordato, risale a metà degli anni ‘50 quando uno dei più famosi architetti dell’epoca, John Stanton Fleming Morrison, si ritrovò a Magnano, nei pressi di Biella, per visionare un sito di oltre 70 ettari: “Qui – disse il progettista inglese lisciandosi i baffi – potrebbe sorgere il campo da golf più bello d’Europa”, aggiungendo però con po’ di sano patriottismo: “II più bello al di fuori delle isole britanniche!”. Dall’alto della sua conoscenza il buon Morrison non si sbagliò e in sessant’anni di storia il Golf Club Biella Le Betulle ha mantenuto intatto il suo grande fascino raccogliendo una serie infinita di premi e riconoscimenti. A presiedere lo storico sodalizio c’è da due mandati Florindo Bozzo, ingegnere, biellese di nascita e origine ma torinese di residenza, che proprio sui fairway e green de Le Betulle ha mosso i primi passi golfistici negli anni ‘70 sino a raggiungere un significativo

handicap one digit. Per il sessantaquatrenne Bozzo quarant’anni di immutata passione per il gioco e un grande attaccamento al club (ha al suo attivo anche due mandati da vicepresidente), doti fondamentali per chi si trova nel suo ruolo, che traspaiono dall’entusiasmo e competenza con cui ci racconta perché Le Betulle è considerato da molti esperti il campo più bello d’Italia. Come spiega la magia di questo luogo e la bellezza del percorso? «Sovente ci capita di sentire questa affermazione quando interloquiamo con giocatori esterni al nostro Circolo e, non nego, questo riconoscimento ci fa sempre un gran piacere, il tutto ammantato da un certo malcelato orgoglio. Credo che questa indiscussa leadership ci derivi da un mix di fattori concomitanti, come per un piatto ben preparato di ottima cucina. In primis l’ambiente naturalistico e paesaggistico all’interno del quale il nostro percorso si situa, contesto da sempre praticamente intoccato. Siamo ai piedi dell’arco alpino delle Alpi Biellesi che ci circondano a 180 gradi,

Incontro con il presidente di uno dei Circoli più noti d’Italia, celebre per il suo bellissimo 18 buche. Stiamo parlando del Golf Club Biella Le Betulle, ricco di storia e di tradizione

QUARANT’ANNI DI PASSIONE

Nella foto, il delicato par 3 della buca 5 di Biella e a destra Florindo Bozzo, con l’Amministratore Delegato di Rolex Italia, Gianpaolo Marini, al termine di una gara del prestigioso circuito firmato dalla maison ginevrina.

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a circa 700 metri di altitudine, nel parco regionale protetto della Serra Morenica di Ivrea, immersi nel verde di castagni, betulle e querce, con scorci prospettici e panorami splendidi e diversi qualunque buca si stia giocando. Si è sempre a contatto con una natura incontaminata, senza alcuna presenza di costruzioni o altri sintomi della mano dell’uomo, in cui flora e fauna locali imperano. Capita sovente, quando si gioca soprattutto al mattino presto o alla sera, di incontrare caprioli, lepri, scoiattoli e purtroppo anche qualche cinghiale, che ci procura sovente seri danni al tappeto erboso, che girovagano, indisturbati e protetti per il campo. Il terreno circostante alle buche, in prevalenza argilloso, favorisce la presenza di erica, ginestra e ciliegi selvatici e la loro fioritura dona pennellate di colore estremamente diversificate nel corso delle stagioni, con il verde di fondo che le fa risaltare. Senza dimenticare il feuillage autunnale: giallo oro, rosso vivo e tutte le altre tonalità, con montagne, a volte innevate e cielo azzurro a far da sfondo. Per preservare queste caratteristiche di percorso naturale siamo stati tra i primi a sposare, con entusiasmo, le nuove tecniche agronomiche “biologiche”, pratiche colturali che impongono il divieto sul campo di sostanze nocive per l’ambiente». Può raccontarci le principali caratteristiche tecniche delle 18 buche di Biella? «Il disegno del campo, creato dall’architetto inglese Morrison nei primi anni ’50 del secolo scorso, si adatta perfettamente all’andamento collinare di quest’area, sempre mosso ma mai estremo, esaltando il rispetto, tenacemente ricercato, di non essere mai invasivi e sempre rispettosi della natura circostante. Dal punto di vista squisitamente golfistico e della tecnica di gioco, Biella richiede sempre, in ogni colpo, di “piazzar palla”; ciò vuol dire che ogni colpo deve esser ben valutato, per sfuggire alle numerose insidie che ogni buca accuratamente nasconde: il giocatore è premiato quindi più per la precisione che non per la sua lunghezza. Il percorso non presenta pressoché mai le cosiddette “ buche di riposo”: le buche par 3 sono tutte oltre i 170 metri, quelle par 4 e par 5 si giocano non avendo praticamente mai “i piedi i piano” e molte sono in accentuato dogleg, i green sono piccoli e molto ondulati, quasi sempre molto veloci, quest’ultima prerogativa tra l’altro è un ulteriore “must” del Circolo e ha contribuito non poco a dargli la fama di cui si onora. In complesso ne deriva un percorso a 18 buche molto diversificato, in cui

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ogni buca ha la sua connotazione ben precisa e differente dalle altre, aspetto che ne facilita la memorizzazione e un costante divertimento, qualsiasi sia il livello di gioco. Amo sempre dire, ricorrendo ad un’analogia musicale, che il campo di Biella è come una sinfonia in cui ogni nota è al suo posto, capace di soddisfare anche l’udito più esigente, senza mai cali di toni o esagerazioni. Il merito di questo “ensemble” piacevole ed equilibrato è quindi frutto sia della natura che dell’abilità dell’architetto che ha saputo sfruttare al meglio le caratteristiche e le potenzialità del territorio, particolarmente adatte ad accogliere un percorso di golf. La continua cura e manutenzione del percorso, con costanti migliorie nel tempo, hanno poi fatto sì che venissero ulteriormente esaltate le eccellenze naturalistiche e di gioco di questo nostro course». Ci può raccontare la storia del club? «Il campo è stato inaugurato nel 1957, dopo circa tre anni di lavori preparatori, clubhouse inclusa: quindi quest’anno Biella compie il suo onorato sessantesimo anno di vita sportiva. La volontà di dotare Biella di un campo da golf d’eccellenza fu un’intuizione caldamente vagheggiata e poi strenuamente voluta da un gruppo di appassionati (costituito soprattutto da imprenditori del tessile ndr) già allora amanti di questo sport. Si era nell’immediato dopoguerra e iniziative di questo genere esprimevano la volontà di guardare avanti, per rendere concreti sogni di grande prospettiva, precorrendo i tempi. Questi visionari antesignani la videro giusta e, con la caparbietà e tenacia che da sempre hanno contraddistinto i piemontesi, in breve raccolsero i fondi e realizzarono il loro sogno. Lo spirito “Old England” che pervade il Circolo (in omaggio alla patria del golf di cui l’architetto Morrison era espressione di primo piano, ndr) è stato gelosamente conservato in tutto questo tempo, per preservare la tradizione e lo spirito originario da cui trassero origine le prime mosse di questa iniziativa. Tutti i Presidenti che via via si sono poi susseguiti negli anni hanno sempre tenuto fede a questa linea tradizionale di indirizzo, in ogni miglioria, ampliamento e modifica che hanno promosso sia per il campo che per le strutture ad esso connesse». Il club è stato teatro anche di alcune importanti manifestazioni. «Il palmarès del Circolo è ricco di eventi sportivi di rilevanza internazionale e nazionale basti pensare alle numerose edizioni della famosa “Lancia d’Oro” in cui negli anni ’60/’70 si sfidarono sul nostro campo campioni memorabili del passato quali, solo per citarne alcuni, Van Donck, Canessa, Casera, Bernardini, Angelini, Grappasonni, Canizares, Barrios, Casper, Aaron, Stadler e il grande Severiano Ballesteros». Nel suo ricordo personale un paio di momenti indelebili? «Certamente l’European Championship maschile del 2006 in cui vinse un giovane sedicenne nordirlandese di nome, allora sconosciuto, Rory McIlroy, sbaragliando con facilità sconcertante un nutrito novero di atleti internazionali ben più titolati e maturi di lui. Ci si è immediatamente resi conto che quel ragazzino avrebbe avuto tutti i numeri per diventare poi quella stella di prima gran-

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dezza che ora tutti noi conosciamo. Basti pensare che nel primo giro Rory mise a segno un 65 (8 sotto il par 73 del campo, ndr) che costituisce ancor oggi il record del percorso. Un ulteriore momento memorabile per me è stato il festeggiamento, nel 2007, del cinquantesimo anniversario di vita del Circolo: in quell’occasione si sono ricordate gran parte delle tradizioni e rinverditi tutti i ricordi legati al nostro sodalizio, con rimpianti per i tempi passati ma con soddisfazione per quanto si era fatto e per cosa ancora ci prospettava il futuro». Fiore all’occhiello del circolo è il Campionato Internazionale Under 16… «Sono ormai 11 le edizioni consecutive di questo importante Torneo internazionale giovanile che si sono disputate a Biella: anche questa dell’Under 16 sta diventando per noi una forte tradizione, che proseguirà peraltro anche nel 2018 e, speriamo, oltre. Questa importante consuetudine viene ormai considerata internazionalmente come una fucina di nuovi campioni, basti pensare che nelle passate edizioni hanno partecipato, o vinto, atleti del calibro di Manassero, Reitan, Migliozzi, Paratore, Porteous, Fitzpatrick e Pieters». Pur avendo numeri ovviamente inferiori ai Club vicini alle grandi città, storicamente Le Betulle è una scuola di giovani talenti che ha regalato al golf azzurro alcuni ottimi giocatori. Qual è il segreto? «Secondo me il segreto sta tutto nella particolare e indiscussa bravura dei numerosi maestri che via via si sono sono succeduti nella storia del Circolo, primo fra tutti il mitico e non mai sufficientemente rimpianto Marcello Vinzi, del quale sono stato anch’io allievo, ahimè ormai molti anni fa! Professionisti come Angelini, Reale e Guerisoli, per citarne solo alcuni, hanno saputo forgiare al meglio i ragazzini di cui disponevano portandoli a diventare ottimi giocatori o nuovi insegnanti, per continuare la tradizione golfistica di Biella e italiana». Il golf in Italia sta vivendo un periodo particolare tra crisi e cambiamenti imposti dal mercato. Come si posiziona un club storico come il vostro e quali sono le strategie attuali e per il futuro per restare sempre al top? «Secondo me il golf in Italia è una “ bestia strana”, indubbiamente ancora uno “ status simbol”, con tutti i pregi e difetti che ciò può comportare. Avvicinarsi e rimanere nel golf in Italia è infatti ancora difficile per diversi motivi. Richiede tempo e non consente un approccio “frettoloso”, pena il non capirne a fondo lo spirito e il divertimento intimo che ne può derivare. Richiede perseveranza, pazienza e agonismo, doti sempre più rare in un mondo che ricerca ormai spasmodicamente il “tutto e subito”. Entrare in sintonia con lo “Spirit of the game”, le sue regole comportamentali e il rispetto per il campo e per gli altri giocatori non è cosa semplice ed immediata perché attiene ad aspetti legati all’equilibrio e all’educazione, qualità oggigiorno assai rare. Inoltre i giovani, parlo soprattutto di coppie e di neo famiglie, hanno ormai perso quella disponibilità e quella capacità di spesa di cui potevano disporre

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in passato, causa la perdurante e asfittica situazione economica dovuta alla crisi ancora in atto, crisi che ha colpito soprattutto le nuove generazioni. Tutti questi fattori hanno creato una sorta di ostacolo, per me anche una sorta di alibi incomprensibile, alla creazione di giocatori neofiti, fenomeno che peraltro non si registra all’estero. La cura per questa “sonnolenza” del nostro sport può consistere nell’aprire di più le porte dei nostri Circoli, affidarsi al passaparola per disfarsi una buona volta di molte di quelle false credenze che continuano a connotare il nostro sport, entrare nelle scuole promuovendo il golf come sport, e non come passatempo per vecchietti, incentivare le famiglie e i ragazzi, curare i Club dei Giovani, ecc. Ecco perché a Biella ci sta tanto a cuore il Campionato Under 16, come messaggio e sprone per le nuove leve. In questo quadro di sostanziale stagnazione, buone soddisfazioni ci sono però giunte dai frequentatori esteri, che sempre più apprezzano le nostre caratteristiche. Quest’anno il 25% circa dei nostri introiti ci è giunto da esterni, pur non essendo all’interno di un territorio squisitamente turistico, a dimostrazione del valore peculiare posseduto dal nostro Club. La tendenza quindi è di proiettarci sui paesi stranieri che ci ritengono attrattivi per comunanza di intenti». A fine 2017 scadrà il mandato dell’attuale consiglio, bilancio di questi quattro anni? «Giocoforza ci si è dovuti concentrare su di una politica conservativa, di contenimento cioè dei costi e di mantenimento della compagine sociale. In questa linea, analogamente a quanto si può verificare in molte altre realtà simili alla nostra, le scelte tariffarie sono state sempre attentamente valutate in modo da poter giungere a quell’indispensabile equilibrio di bilancio che sempre deve caratterizzare un’oculata gestione. La lunga crisi che ha caratterizzato quest’ultimo periodo, particolarmente sentita nell’ambito tessile all’interno del quale noi ci situiamo, non ci ha di certo permesso di fare voli pindarici, limitandoci nelle nostre possibilità di investimenti per migliorie, nuove strutture, sostanziali sostituzioni di macchinari per il campo, ecc. In tal senso si è cercato di operare al meglio per sfruttare le non certo rilevanti risorse che via via si sono rese disponibili nei vari bilanci».

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Due scorci delle buche 9 e 16 (qui sopra). In basso, la zona bar della deliziosa club house del Circolo, in perfetto stile “Old England”. Negli ultimi anni sono stati fatti diversi lavori di manutenzione (taglio degli alberi a destra della buca 7), ripulitura in diverse aree di rough (buca 4), ecc. In che ottica si inseriscono questi interventi? «Per noi sono normali lavori di manutenzione straordinaria, finalizzata a conservare e migliorare possibilmente il nostro già invidiabile patrimonio golfistico, naturalistico e di servizio agli ospiti del Circolo». Inoltre sono state modificate due buche, la 11 e soprattutto il par 5 della 18. Ci può spiegare come cambieranno queste due buche che prima erano considerate tra le più facili del campo? «Il principio su cui si basano queste modifiche migliorative è conseguente a quanto già accennato in precedenza: occorre sempre sforzarsi affinché sia preservato e incrementato il valore aggiunto del campo. In questa linea si è deciso di rendere più lunga la buca 18, visto che se ne aveva la possibilità. Per far ciò è stato creato un nuovo green (più piccolo e ondulato rispetto al precedente, arretrato di circa 40 m rispetto alla posizione attuale, cosa che ha permesso di giocare indisturbati anche durante i lavori, ndr),il tutto per renderla più lunga e quindi più impegnativa. L’ultima buca del percorso, in un campo come Biella, non può infatti permettersi di essere la buca più facile e meno rappresentativa del tracciato, per di più fronte alla clubhouse. Invece il nuovo fosso creato fronte green della buca 11, praticamente ininfluente per i buoni giocatori, costituisce un ostacolo aggiuntivo per i meno bravi; ma la ragione vera per il quale è stato realizzato questo fosso è per meglio segnalare l’alimentazione idrica del lago adiacente e per favorire il drenaggio delle acque piovane che in quell’area spesso ristagnavano».

per comunicare il “messaggio golf” a una platea sempre più ampia. In tema di sforzi da fare per convogliare nuovi adepti al golf ho già accennato prima alla politica giovanile e al turismo estero. Aggiungerei qui che non farebbero male strutture pubbliche a basso costo di investimento sul tipo dei campi pratica pubblici francesi, strutture che potrebbero contribuire, anche solo per curiosità e con costi risibili, a rompere quel muro di diffidenza che ancora, come detto, tenacemente ammanta il nostro sport. Ma questo è un compito della politica che, anch’essa miope, non ha ancora ben compreso quale possa essere il ruolo educativo e ricreativo del golf. Certamente i prossimi Open d’Italia, ormai assunti a livelli di indiscusso primo piano nel panorama dei trofei più importanti del mondo, costituiranno un’ulteriore ed ottima leva sul fronte della comunicazione. Il successo dell’ultimo Open al Golf Club Milano indica che si è sulla strada giusta, anche per merito della forte partecipazione italiana, Francesco Molinari in testa. Lungo questo tracciato la Ryder Cup, fortemente voluta dalla Federazione e dal CONI, potrà rappresentare davvero la ciliegina sulla torta, per poter sfondare definitivamente».

Dal suo punto di vista cosa si dovrebbe fare per rendere il golf un sport un po’ più popolare in Italia, cercando di avvicinare i numeri dei “cugini” francesi e spagnoli? E la Ryder Cup a Roma potrà aiutare in questo processo? «In questo momento la Federazione sta compiendo grossi sforzi

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Filippo Motta

Un Open trionfale, in attesa di vere novità L’evento al Golf Club Milano, primo con montepremi di livello mondiale, ha ottenuto un successo clamoroso. E lascia ben sperare per la crescita del golf italiano, a patto che varie cose cambino...

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Open d’Italia numero 74, il primo degli 11 che si dovranno giocare con montepremi di 7 milioni di dollari, è andato in porto con un successo che, indubbiamente, ha del clamoroso e riempie di soddisfazione (nella foto il vincitore Tyrrell Hatton). Nelle quattro giornate, 73mila spettatori rappresentano un traguardo che, anche a voler essere ottimisti, difficilmente si sarebbe potuto immaginare. Credo che questo dato, unito agli altri che sono stati tut-

ti di primissimo livello (bambini, neofiti, famiglie e così via), meriti qualche valutazione. Prima di tutto la considerazione che un field di prestigio attira gli appassionati. E la possibilità di vedere i migliori dei migliori giocatori dello European Tour, con le chicche degli spagnoli Rahm e Garcia – di solito stabilmente localizzati sui campi di oltre oceano – ha probabilmente convinto molti giocatori del fine settimana a presentarsi sui fairway del Milano anziché giocare la solita, scontata gara nel proprio Circolo. Credo peraltro che quasi nessun Club della zona abbia evitato di mettere in calendario la Coppa Fragola nei giorni dell’Open e quindi la presenza di tanti appassionati fa ben sperare per un almeno piccolo cambiamento di mentalità dei golfisti. Ma il dato più intrigante è la presenza di NON giocatori di golf. Ora è evidente che svolgere una manifestazione di tale portata a due passi da Milano, e all’interno di un Parco aperto a tutti, aiuta ad avere tantissimi sportivi che, anche solo per curiosità, hanno varcato l’arco di ingresso. Ecco quindi che forse andrebbe seguita, e subito abbracciata, la proposta del Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che a fronte della conferma del finanziamento regionale anche per il futuro, ha richiesto altre tre edizioni nella sua regione. È comprensibile che la Federazione abbia il desiderio di rendere il proprio maggior evento “itinerante”, ma è altrettanto vero che in nessun’altra zona d’Italia si sarebbe avuta una simile risposta di pubblico. Da capire, ora, soltanto l’impatto in negativo sui numeri che avrà il fatto che, dalla prossima edizione, sembra sarà richiesto un biglietto di ingresso e la ventilata ipotesi di trasferimento da Monza a Castello Tolcinasco. Poco c’è da immaginare sulla prima cosa: non esiste evento sportivo al mondo, specie con protagonisti di primissimo piano, che non richieda un fee d’ingresso e, quindi, il ticket è assolutamente giustificato e comprensibile. Ma è evidente che molti non giocatori non si presenteranno più. Sul fatto che ci si possa trasferire a Tolcinasco, data per scontata e reale la valenza del percorso, temo

che anche questo, per ragioni logistiche, possa essere un minus sul numero dei presenti. Ma anche se fossero 40/50 mila, avremmo raggiunto un traguardo importante. E, in ogni caso, spero che i soci del Golf Milano possano accettare ancora i fastidi che un Open porta, ricompensati, però, dall’orgoglio di vedere il proprio campo come la culla del golf non più solo italiano ma europeo. Quante volte abbiamo parlato della necessità di rivedere le Regole del Golf per renderle più amichevoli verso chi vorrebbe iniziare a giocare? CI stanno lavorando, come tutti sapete, e nel 2019 avremo un “corpo” legale che dovrebbe essere ben più semplice. Ma difficilmente potremo aggiungere, nelle regole stesse, la richiesta che gli arbitri possano giudicare con un minimo di autonomia e buon senso senza applicare il libretto tout court. Mi riferisco, nella fattispecie, al ruling applicato nella Presidents Cup contro Jordan Spieth. Cosa è successo? Molto semplicemente nel match pomeridiano Spieth/Reed vs Day/Oosthuizen siamo alla buca 12, un par 4, e punteggio pari. Jason Day tira il suo drive davanti al green e piazza il secondo a distanza “data” chiudendo la buca in 3. Oosthuizen, più o meno nella stessa situazione, gioca il suo approccio tendando di imbucare l’eagle 2 ma passa la buca. Spieth, conscio che il 3 degli avversari era già acquisito, ferma la palla del sudafricano mentre è ancora in movimento. Una gentilezza, insomma. Ma ecco che l’Official che segue il match comunica che la coppia americana è squalificata per infrazione alla regola 1-2 per cui un giocatore non può influenzare il movimento di una palla in gioco. Spieth e Reed difesi dagli avversari, e dal buon senso, ma condannati da St Andrews. Ecco, siamo all’ennesima applicazione di una Regola, e non si poteva oggi fare altrimenti, che però non aveva alcuna ragione plausibile nel caso di specie. Troppe ore per giocare un giro e regole troppo difficili potrebbero essere un altro chiodo sul coperchio della cassa dello sport del golf. Che sia anche per questo che, anche in Italia, sempre più praticanti giocano disdegnando le gare?

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Incontro con il direttore dello storico Circolo Golf degli Ulivi, nato golfisticamente in Valtellina e approdato a Sanremo nel 2013 per allargare gli orizzonti al settore del turismo

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Vittorio Bersotti

di Roberto Roversi

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uello di Sanremo, conosciuto dagli appassionati come il Circolo Golf degli Ulivi, è uno dei percorsi storici del golf italiano. Le originali 18 buche di questo tracciato, ricavato sul dorso di una collina che degrada verso il mare, furono, infatti, inaugurate nei primissimi anni ’30. Nel corso del tempo il disegno del campo ha dovuto fare i conti con diverse vicissitudini tanto che l’attuale conformazione, un par 69 di poco più di 5 mila metri, è stata definita nel 1972. Da qualche anno alla guida del circolo ligure c’è Vittorio Bersotti che dal 2013 ricopre l’incarico di Direttore. A chiamarlo dalla sua Valtellina (è nato a Sondrio 45 anni fa e fino al 2013 ha lavorato presso il Golf Club Valtellina) è stato l’allora presidente del club sanremese, Alberto Bancheri, che voleva sviluppare una nuova strategia più legata al turismo golfistico in considerazione della posizione del campo sia per la vicinanza con la Francia che per le favorevoli condizioni climatiche. Un progetto che Vittorio Bersotti ha sposato in pieno e che sta portando avanti con grande impegno e con il riscontro di ottimi risultati. Essere il Direttore di un circolo storico del golf italiano, come lo è quello di Sanremo, quali attenzioni richiede rispetto ai circoli più “giovani”? “La storia ha già premiato molti circoli con grande tradizione come il Circolo Golf degli Ulivi di Sanremo che ha ottenuto importanti affermazioni sia dal punto di vista sportivo, con i suoi 3 Open d’Italia disputati su questo percorso, sia con i suoi atleti - ne cito uno per tutti: Casera - e anche sotto l’aspetto del richiamo turistico. Un circolo storico deve sempre rispettare i club più giovani, esattamente come un buon padre di famiglia cercando di supportarli senza dimenticare di quanto sia importante anche il contrario. Mi sorge spontaneo, però, fare un paragone non tanto tra i circoli quanto tra i soci, una sorta di confronto tra vecchie e nuove generazioni dove non sempre si è d’accordo e ci si potrebbe trovare in posizioni diverse e non facilmente scontate. Da una parte la tradizione e storia che cercano di rassicurare, dall’altra il nuovo che vorrebbe introdurre concetti più moderni.”

Nell’Italia del golf si sentono parecchi lamenti sullo stato di salute dei circoli. Come sta il Golf Club Sanremo? “Il nostro golf gode di una buona salute, grazie al prezioso lavoro d’incoming turistico che è stato fatto soprattutto negli ultimi anni. Anche in questo caso devo ringraziare una persona speciale, Marco Sarlo, General Manager di un albergo di lusso, che mi ha trasmesso e insegnato molto per quanto riguarda alcuni aspetti del settore turistico, una chiave sempre più importante e fondamentale del nostro lavoro. Nel 2017 abbiamo complessivamente partecipato a 36 workshop in Europa, con qualche preferenza per i paesi nordici, Balcani, Russia, Emirati Arabi, e sponsorizzato quattro gare di golf in Circoli del nord Italia, mettendo come premi l’olio che produciamo con gli ulivi presenti sul nostro campo, voucher di pernottamenti al Royal Hotel e green fee da utilizzare nei periodi invernali, esaltando così l’eccellenza della Riviera con il suo clima sempre piacevole tutto l’anno.”

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Avete nuovi soci? E se sì, come siete riusciti ad attirarli? “Il golf di qualche decennio fa era uno sport prettamente elitario, ma oggi non è più così! Il nostro circolo è diventato più familiare, a portata di tutti ed è entrato nelle immagini pubblicitarie di Sanremo che viaggiano per il mondo. Grazie a tutto ciò abbiamo un buon numero di nuovi soci, ma ciò che ci rende maggiormente orgogliosi sono gli investimenti e i risultati che stiamo ottenendo con i bambini. La promozione migliore, in ogni caso, resta sempre il passaparola e la qualità dell’accoglienza. Inoltre con i nostri professionisti sempre disponibili, abbiamo creato un pacchetto di lezioni gratuite per far conoscere il golf e la struttura per cui con nessuna spesa si può provare a giocare.” Qual è la peculiarità principale di questo circolo? “Probabilmente quella più evidente non è di natura golfistica, ma rientra nel nome stesso dell’associazione, Circolo Golf degli Ulivi. Sul percorso, infatti, ci sono circa 2.000 piante di ulivi e dal 2014 abbiamo intrapreso una particolare promozione, con una campagna pubblicitaria indirizzata verso il nord Europa, per far conoscere l’olio che viene prodotto con queste piante.. Le olive, rigorosamente “taggiasche” biologiche, vengono raccolte e spremute per ottenere, grazie al lavoro della famiglia Roi, l’olio extravergine di oliva “CRU GOLF” che viene esportato e commercializzato con il nostro logo.” I golfisti, soprattutto quelli che viaggiano, sono sempre più attenti alla qualità dei servizi che offre un circolo: dalla ristorazione alla manutenzione del percorso, dalla professionalità del personale alla qualità delle attrezzature a noleggio. Come valuta quelli di Sanremo? “Tutto si può e si deve migliorare perché le esigenze sono sempre più di livello e richiedono una risposta competente e di qualità. Qui al Circolo Golf degli Ulivi la sala ristorante in stile inglese, recentemente rimodernata, offre un ambiente elegante e un servizio efficiente proponendo soprattutto piatti tipici liguri, ma inserendo anche la cucina francese e quella mediterranea. La manuten-

A sinistra Vittorio Bersotti, direttore del Circolo Golf degli Ulivi, di cui vediamo nelle foto la clubhouse e, qui sopra, una buca.

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Dal putting green del Golf degli Ulivi, una bella veduta verso il mar Ligure. A destra, la parte posteriore della clubhouse zione del percorso è migliorata notevolmente nell’ultimo lustro, principalmente dopo la realizzazione di un nuovo impianto di irrigazione che ha interessato 11 buche in maniera completa e altre quattro in misura parziale. Questo importante investimento ci ha permesso di sopperire a carenze idriche storiche riducendo nel contempo i costi, essendo un impianto di ultima generazione che permette un considerevole risparmio sia idrico che elettrico. Nel 2016 ci è stato assegnato un importante riconoscimento ambientale da parte della FIG per l’attività di salvaguardia del territorio e il ripristino del paesaggio rurale tradizionale. Il mio più grande successo è quello di far parte di una squadra di persone, collaboratori, colleghi, che definire fantastici potrebbe apparire riduttivo. Mi piace sottolineare che loro sanno fare cose che io non so fare.”

La dislocazione del percorso è un po’ particolare e immagino crei qualche problema nella manutenzione. Ce ne vuole parlare? “È il principale costo a bilancio. Proprio per la speciale conformazione del terreno e la presenza di molti alberi sul tracciato non possiamo avere una manutenzione “normale”. Per le sue caratteristiche morfologiche il campo non viene certo annoverato tra quelli lunghi, ma posso assicurare che l’usura dei macchinari è molto più marcata rispetto a quelli utilizzati in un percorso di pianura.”

Quali sono i problemi maggiori che deve affrontare nel suo lavoro? “Più che problematiche le definirei nuove sfide nelle quali generalmente vengo coinvolto dai soci, i quali vedono spesso il giardino del vicino più verde del proprio. Devo preoccuparmi, quindi, di diffondere molta informazione preventiva al fine di anticipare quelle che potrebbero essere situazioni di imbarazzo e quindi spiegare perché sul campo, nel corso della stagione, si devono fare lavorazioni invasive, quali trasemine, carotature o altri interventi”

“Abbiamo dovuto cambiare modo di pensare e di lavorare. Forse lo abbiamo fatto in maniera troppo veloce, ma siamo contenti dei risultati ottenuti seguendo un percorso che ci ha portato anche benefici in termini di green fee. Appena arrivato a Sanremo ho sposato da subito il progetto PAN condividendo la filosofia del biologico. Ne ho parlato con il Consiglio Direttivo e insieme abbiamo deciso di percorrere questa strada. Abbiamo utilizzato semplicemente le regole di eco-sostenibilità che ci hanno imposto e ci siamo adattati, non restando immuni da patologie (ciò non avveniva nemmeno con l’uso dei prodotti chimici). La cosa più complessa è stata quella di convincere, aggiornare e modificare il metodo di lavoro e quindi la professionalità del personale che si occupa della manutenzione del campo. Visto il risultato ottenuto, però, direi che ne è valsa la pena: assenza di inquinamento e soprattutto assenza di contatto da parte dei giocatori, e principalmente della squadra addetta alla manutenzione del campo, con i fitofarmaci. Non posso dare un giudizio che accomuni tutti i circoli. Esprimo semplicemente il mio pensiero e porto la mia esperienza, che potrebbe esser condivisa da altri circoli e da altri colleghi, ma vale anche per il contrario. Conosco situazioni di campi imbarazzanti e preoccupanti, ma non si può e non si deve giudicare, in quanto non sappiamo le direttive che sono state impartite e non conoscia-

CIRCOLO GOLF DEGLI ULIVI Presidente: Silvio Maiga Direttore: Vittorio Bersotti In segreteria: Georgia Maggiora Vergano e Andrea Grosso Greenkeeper: Claudio Polesel Spogliatoi: Gianfranco Cannizzaro e Loredana Polesel Caddy master: Bruno Merlo, Carlo Alberto Santoro e Massimo Mori Manutenzione: Fabio Salvatico, Luca Morotti, Riccardo Mori, Silvano Puppo e Simone Torre

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Le nuove norme in tema di rispetto ambientale (vedi il PAN) hanno creato una situazione non sempre facile per la cura dei campi. Qui come vi siete adeguati?

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PERSONAGGI

Vittorio Bersotti

mo le risorse economiche a disposizione. Ecco perché, sia livello professionale che umano, capisco i colleghi che giustamente sono preoccupati del futuro. Futuro che a volte può essere condizionato da un mancato birdie per colpa dei green malati e mancanza di informazione non interessandosi di quanto sia cambiata la cura del verde, e non comprendendo la difficoltà in cui ci siamo trovati negli ultimi anni e in uno spazio di tempo brevissimo.” I soci comprendono la difficoltà, e a volte anche l’impossibilità, nel riuscire ad avere un percorso sempre in perfette condizioni? “Non tutti i soci ne hanno consapevolezza, soprattutto se hanno giocato male. Scherzi a parte, ma non troppo, è evidente che la questione non può essere generalizzata. Si può dire che la maggior parte dei soci, una volta edotta sui pro e contro del rispetto del PAN, comprende e apprezza il lavoro che viene svolto, ma rimane sempre l’ irriducibile che riconduce il tutto all’importanza del proprio gioco o del costo economico, come se la salute e il nostro posto di lavoro non lo fossero. Esclusi questi ultimi, che per fortuna sono pochi casi, i soci, con il Presidente Maiga, tutto il Consiglio Direttivo, passando per la squadra che lavora in campo, sapendo di lavorare, giocare e vivere in un percorso ecosostenibile, adesso sono diventati orgogliosi di giocare a golf in un Circolo Bio.” Com’è il rapporto con i soci? “È molto bello, basato sul rispetto reciproco che va aumentando nel tempo. Mettendo a disposizione le nostre capacità professionali, sia come sviluppo dell’attività sportiva che di gestione dell’associazione, e operando sempre e comunque per l’esecuzione delle indicazioni impartite dal Consiglio Direttivo, riusciamo a ottenere risultati soddisfacenti anche se non sempre è possibile ad accontentare tutti i soci.” E quello con il Consiglio? “Ho sempre avuto degli ottimi rapporti con tutti i Consigli con i quali ho lavorato. Qui a Sanremo, trovandoci in una fase di fine convenzione che ha comportato qualche difficoltà in più non dipendente dalle nostre volontà, direi che c’è stata una maggiore condivisione delle scelte che ha rafforzato il rapporto.”

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critiche degli stessi soci che saprebbero sempre come fare. È la classica situazione nella quale mi piace definirmi un comandante di aereo, pilotato da passeggeri. Come sempre, invece, è fondamentale la comunicazione, ricordando ai soci che noi eseguiamo le indicazioni date dagli amministratori del circolo, che a loro volta sono eletti dai soci.” Avete molti visitatori esterni? Italiani o esteri? “Negli ultimi anni sono aumentati soprattutto i green fee esteri, con la Francia, nord Europa e in particolare con la Svezia. Abbiamo optato per una strategia di marketing utilizzando le destinazioni principali con arrivo all’aeroporto più vicino a noi che è quello di Nizza. Cerchiamo di vendere il clima, dono che ha la Riviera dei Fiori unitamente all’offerta golfistica inserendo proposte destinate al turismo partendo dalla musica, casinò, gastronomia con la cultura dell’olio, passando alle risorse cittadine come Villa Nobel, e la storia con viale Imperatrice e la chiesa Russa che solo Sanremo ha!” Tutti sono d’accordo che la Ryder Cup del 2022 sia in grado di dare un forte contributo alla crescita del golf italiano. Che ne pensa? C’è già qualche segnale? “Anch’io sono certo che questo grande evento porterà un contributo alla crescita del nostro golf. Penso rappresenti una grandissima opportunità e bisogna dare merito a chi è riuscito a portare in Italia una manifestazione così importante. Adesso, però, è fondamentale che tutto ciò diventi un successo mondiale e che per i prossimi 5 anni le persone preposte alla comunicazione ne parlino costantemente, esaltando le opportunità che la Ryder può dare e raccontare cosa sia!! La comunicazione diventerà determinante soprattutto verso chi non conosce il nostro sport e ancor di più verso chi, e ci sarà sicuramente, ne parlerà male.” Il complimento più bello che ha ricevuto? E la critica meno gradita? “I complimenti fanno sempre piacere, tutti indistintamente. Non ce n’è uno in particolare che mi ha colpito più degli altri. La critica che mi ha fatto più male, invece, me la ricorderò per sempre. Un genitore mi ha detto che mi sarei dovuto ritenere responsabile qualora il figlio non fosse stato bene a causa di una mancata convocazione in rappresentanza del Circolo ad una gara.”

Parliamo di due temi che sono comuni a tutti i circoli e dei quali si discute parecchio: gare e gioco lento. C’è chi dice che nei circoli italiani si fanno troppe gare e che la loro durata è diventata ormai insopportabile. Lei che ne pensa? “La cultura del golf italiano non è quella anglosassone. Questo è il primo dato fondamentale e in questa frase c’è già la risposta alla domanda. Un ricco calendario gare nasce dalla volontà dei soci e inoltre rappresenta una voce importante di bilancio. Non dobbiamo dimenticare che gli introiti derivanti dalla gare permettono di mantenere i posti di lavoro e di avere quote associative moderate. Più gente partecipa ai tornei del circolo, maggiori sono gli incassi che consentono di gestire meglio il circolo. Allo stesso tempo, però, abbiamo il fenomeno del gioco lento con le conseguenti

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GOLF E DIRITTO L’angolo giuridico

GLI ORGANI DI GIUSTIZIA Dopo un articolo sulla Giustizia Federale, stavolta ci occupiamo dei Giudici e dei Tribunali che lavorano per fare osservare regole e leggi in ambito sportivo di Paolo Montanari

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ello scorso numero di Professione Golf Club (Anno 5 – N. 14 – Pag. 7273) abbiamo affrontato il tema della Giustizia Federale, parlando innanzitutto dell’autonomia della giustizia delle Federazioni Sportive Nazionali riconosciute dal C.O.N.I. e del principio del “vincolo di giustizia”. Abbiamo poi visto la struttura della giustizia sportiva nel golf con riferimento alla composizione degli organi di giustizia sportivi, vale a dire il Giudice sportivo nazionale, i Giudici sportivi territoriali e la Corte sportiva di appello; il Tribunale federale e la Corte federale di appello; il Collegio di garanzia dello Sport, nonché la Procura federale ed abbiamo esaminato le rispettive competenze ed il loro funzionamento con riferimento ai Giudici sportivi e alla Corte sportiva di Appello. Occupiamoci ora dei Giudici federali. Essi sono istituti presso ogni Federazione. I Giudici federali, come abbiamo ricordato più sopra, si distinguono in Tribunale federale e Corte federale di appello. Il Tribunale Federale giudica in primo grado su tutti i fatti rilevanti per l’ordinamento federale in relazione ai quali non sia stato instaurato né risulti pendente un procedimento dinanzi ai Giudici sportivi nazionali o territoriali. La Corte federale di appello giudica in secondo grado sui reclami proposti contro le decisioni del Tribunale federale. I componenti degli Organi di Giustizia Federale vengono nominati dal Consiglio Federale ed i componenti del Tribunale federale e della Corte federale di appello durano in carica quattro anni ed il loro mandato non può essere rinnovato per più di due volte. Il Tribunale federale e la Corte federale di appello giudicano in composizione collegiale.

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Preliminarmente occorre ricordare che tutti i soggetti tesserati sono tenuti ad inviare direttamente al Procuratore federale un rapporto informativo sui fatti venuti in qualunque modo a loro conoscenza nei quali possano ravvisarsi illeciti sportivi o scorretto comportamento morale e civile durante lo svolgimento dell’attività sportiva secondo quanto previsto dallo Statuto della F.I.G. e dall’art. 2 del Regolamento organico di Giustizia, sempre che per i medesimi fatti non sia già stato instaurato, ovvero risulti pendente, un procedimento dinanzi ai Giudici Sportivi nazionali o territoriali. Gli stessi soggetti sono in ogni caso tenuti a prestare la massima collaborazione alla Procura Federale e agli Organi Giudicanti per l’accertamento e la valutazione dei fatti oggetto del rapporto informativo in merito ai quali essi dispongono di elementi conoscitivi utili. Tutti i soggetti tesserati potranno, inoltre, presentare ricorso direttamente dinanzi ai Giudici federali, al fine di tutelare una situazione protetta dall’ordinamento federale che essi assumono essere stata lesa. Quanto sopra costituisce l’attività preliminare all’avvio del procedimento dinanzi ai Giudici federali. I procedimenti dinanzi al Tribunale federale sono instaurati: a) con atto di deferimento del Procuratore federale; b) con ricorso della parte interessata titolare di una situazione protetta dall’ordinamento federale. Il Procuratore federale esamina il rapporto informativo di cui sopra e lo trasmette immediatamente al Sostituto procuratore territorialmente competente, con eventuali indicazioni in merito all’istruttoria da compiere. Il Sostituto procuratore incaricato procede alle indagini preliminari ritenute necessarie ed invi-

ta l’incolpato a munirsi di un difensore di fiducia, che non rivesta cariche federali, interroga l’incolpato, garantendo se richiesta la presenza del suo difensore, raccoglie le prove testimoniali e ordina l’esibizione di atti e documenti ritenuti rilevanti. In ogni atto istruttorio deve essere garantito il diritto di difesa. Al termine dell’istruttoria, che deve esaurirsi entro quaranta giorni dall’invito all’incolpato di cui sopra, il Sostituto procuratore incaricato può: a) archiviare il procedimento per manifesta infondatezza della notizia di illecito; b) archiviare con provvedimento motivato per insufficienza degli elementi probatori ed indiziari raccolti in ordine alla notizia di infrazione; c) promuovere il giudizio disciplinare davanti al competente Tribunale federale con deferimento contenente l’esposizione dei fatti e l’indicazione delle prove raccolte e degli indizi ed il parere sulla loro attendibilità. L’atto di deferimento deve concludersi con la contestazione definitiva e formale dell’addebito, l’indicazione della potenziale relativa sanzione e l’avvertimento all’incolpato della facoltà di chiedere l’emissione del decreto sanzionatorio. Il provvedimento di archiviazione deve essere comunicato alla segreteria del Tribunale federale, all’incolpato, al soggetto denunciante e ad ogni altro soggetto che abbia un interesse diretto, il quale ha facoltà di proporre una successiva denuncia indirizzata al medesimo procuratore fondata su nuove prove e/o indizi i quali, se ritenuti idonei, potrebbero indurre lo stesso procuratore ad esperire ulteriori indagini. Il denunciante può altresì proporre formale opposizione al provvedimento di archiviazione, con ricorso da proporre al Tribunale federale entro cinque giorni dalla comunicazione del provvedimento medesimo. La Procura federale, se venuta comunque a conoscenza di fatti rilevanti ai fini della giustizia federale, può promuovere d’ufficio l’istruzione. I provvedimenti in oggetto devono essere emessi dalla Procura Federale entro novanta

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rubrica a cura dell’Avvocato Paolo Montanari avvpaolomontanari@aruba.it

giorni dalla ricezione della notizia di illecito e, in ogni caso, non oltre un anno dall’evento, salvi i casi che costituiscano oggetto o emergano a seguito di procedimento penale. L’atto di deferimento del Sostituto Procuratore deve essere comunicato all’incolpato, presso l’associazione ove l’indagato medesimo è tesserato, entro i dieci giorni successivi dalla sua emissione. L’incolpato, entro cinque giorni dalla ricezione dell’atto di deferimento del Sostituto Procuratore incaricato, può, con memorie scritte da depositare presso il medesimo Sostituto Procuratore, dichiarare di accettare incondizionatamente i fatti contestati e le sanzioni indicate nel deferimento, rinunciando al giudizio di primo grado e chiedendo l’emissione del decreto sanzionatorio. Nel caso in cui in cui l’incolpato chieda l’emissione del decreto sanzionatorio, il Sostituto Procuratore federale trasmette gli atti alla Procura generale dello sport, che, entro i dieci giorni successivi, può formulare osservazioni con riguardo alla correttezza della qualificazione dei fatti operata dalle parti e alla congruità della sanzione indicata. Decorso tale termine, in assenza di osservazioni, il Sostituto procuratore federale emette il decreto sanzionatorio. L’emissione del decreto comporta, a ogni effetto, la definizione del procedimento e di tutti i relativi gradi nei confronti dell’incolpato. Entro dieci giorni dalla ricezione dell’atto di deferimento, in difetto di richiesta di decreto sanzionatorio, il presidente del collegio del Tribunale federale fissa l’udienza di discussione e comunica all’incolpato, alla Procura federale e agli altri soggetti eventualmente indicati dal regolamento della Federazione la data dell’udienza. Fino a tre giorni prima, gli atti relativi al procedimento restano depositati presso la segreteria dell’organo di giustizia e l’incolpato, la Procura federale e tutti i soggetti interessati e legittimati possono prenderne visione ed estrarne copia. Entro il medesimo termine, possono, inoltre, depositare o far pervenire memorie, indicare i mezzi di prova di cui intendono valersi e produrre documenti. Tra la comunicazione e la data fissata per l’udienza deve intercorrere un termine non inferiore a venti giorni. Il presidente del collegio, qualora ne ravvisi giusti motivi, può disporre l’abbreviazione del termine. L’abbreviazione può essere altresì disposta in considerazione del tempo di prescrizione degli

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illeciti contestati, purché sia assicurato all’incolpato l’esercizio effettivo del diritto di difesa. Per la tutela di situazioni protette dall’ordinamento federale, quando per i relativi fatti non sia stato instaurato né risulti pendente un procedimento dinanzi agli Organi di Giustizia sportiva, è possibile ricorrere dinanzi al Tribunale federale. Il ricorso deve essere depositato presso il Tribunale federale entro trenta giorni da quando il ricorrente ha avuto piena conoscenza dell’atto o del fatto e, comunque, non oltre un anno dall’accadimento. Decorsi tali termini, i medesimi atti o fatti non possono costituire causa di azione innanzi al Tribunale federale, se non per atto di deferimento del procuratore federale. Il ricorso deve contenere: a) gli elementi identificativi del ricorrente, del suo difensore, dei soggetti nei cui confronti il ricorso è proposto ed, eventualmente, dei controinteressati; b) l’esposizione dei fatti; c) l’indicazione dell’oggetto della domanda e dei provvedimenti richiesti; d) l’indicazione dei motivi specifici su cui si fonda; e) l’indicazione dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende valersi; f) la sottoscrizione del difensore, con indicazione della procura debitamente sottoscritta dal ricorrente. Laddove ritenuto necessario ai fini della decisione, il collegio può disporre, anche d’ufficio, l’assunzione di qualsiasi mezzo di prova. L‘udienza innanzi al Tribunale federale si svolge in camera di consiglio ed è facoltà delle parti di essere sentite. Nei giudizi disciplinari, l’incolpato ha sempre il diritto di prendere la parola dopo la Procura federale. Dell’udienza viene redatto sintetico verbale. La decisione del Tribunale federale è senza indugio comunicata alle parti e pubblicata. Il mezzo per impugnare le decisioni del Tribunale federale è esclusivamente il reclamo della parte interessata innanzi alla Corte federale di Appello. Il reclamo è depositato presso la Corte federale di appello non oltre il termine di 15 giorni dalla pubblicazione della decisione. Il reclamo e il provvedimento di fissazione d’udienza sono comunicati, a cura della segreteria, ai rappresentanti della parte intimata e delle altre parti eventualmente presenti nel precedente grado di giudizio ovvero alle stesse parti personal-

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mente. Decorso il termine per proporre reclamo, la decisione del Tribunale federale non è più impugnabile, né contro tale decisione è ammesso il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport. La proposizione del reclamo non sospende l’esecuzione della decisione impugnata, tuttavia il presidente del collegio, quando ricorrono gravi motivi, può disporre, con lo stesso provvedimento col quale fissa l’udienza di discussione, la sospensione dell’esecuzione ovvero altro provvedimento che appaia, secondo le circostanze, il più idoneo a evitare alla parte che ha proposto reclamo un pregiudizio irreversibile. All’udienza, da tenersi tempestivamente, il collegio conferma, modifica o revoca il provvedimento dato dal Presidente. Il provvedimento in ogni caso perde efficacia con il dispositivo della decisione che definisce il giudizio. Col reclamo la controversia è devoluta al collegio davanti al quale è proposto nei limiti delle domande e delle eccezioni non rinunciate o altrimenti precluse. La trattazione è orale e concentrata e assicura alle parti ragionevoli ed equivalenti possibilità di difesa, consentendo a ciascuna il deposito di almeno un atto scritto o di una memoria. Il collegio, anche d’ufficio, può rinnovare l’assunzione delle prove o assumere nuove prove e deve sempre definire il giudizio, confermando ovvero riformando, in tutto o in parte, la decisione impugnata. Non è consentita la rimessione al primo giudice. Quando definisce il giudizio, il Presidente del collegio dà lettura del dispositivo e, se l’esigenza dell’esposizione differita delle ragioni della decisione non consente il deposito contestuale della motivazione per la particolare complessità della controversia, fissa nel dispositivo un termine non superiore a dieci giorni per il deposito della sola motivazione. In quest’ultimo caso, l’esecuzione della decisione non è impedita e, ove ammesso, il ricorso al Collegio di garanzia dello sport rimane improponibile fino alla pubblicazione della motivazione. Se il reclamo è dichiarato inammissibile ovvero è rigettato l’eventuale cauzione per le spese diviene irripetibile. Per il contenuto e la sottoscrizione degli atti di parte e del processo verbale, la disciplina delle udienze e la forma dei provvedimenti in generale, si applicano i principi regolatori del codice di procedura civile. La decisione della Corte federale di Appello è senza indugio comunicata alle parti e pubblicata.

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Mariano Merlano - Ambrosiano

La professione di Superintendent è un mix tra studio e competenza, teoria e pratica sul campo, abilità e scelte ponderate al momento giusto. L’attuale responsabile della manutenzione all’Ambrosiano, quarantaduenne piemontese nativo di Novi Ligure, con le idee chiare e la parlantina sciolta, impersona perfettamente questo profilo in chiave moderna e professionale

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eguendo la massima che “L’esperienza è una cosa che non puoi avere gratis”, Mariano Merlano ha fatto carriera prestando servizio in diversi circoli del nord ovest prima di arrivare di recente al Golf Club Ambrosiano ed essere eletto nel 2016 vicepresidente dell’AITG (Associazione Italiana Tecnici di Golf), con l’incarico di consigliere area Course Manager. Ma l’approdo nel mondo del golf, come spesso succede, è stato quasi casuale e risale a metà degli anni ’90: «Il mio primo lavoro nel golf risale a quando avevo 16 anni e nelle vacanze estive per guadagnare qualche soldo accompagnai un amico muratore a Villa Carolina dove erano iniziati i lavori del campo - racconta Merlano -. Il “colpo di fulmine” scoccò però l’estate seguente quando arrivò il Superintendent Davide Lombardi che mi prese subito in simpatia. Nel giugno dell’anno successivo, pochi giorni dopo aver conseguito il diploma di analista contabile ero già assunto al golf. Davide mi ha fatto maturare, inserendomi nello staff come responsabile dell’irrigazione, poi, un anno e mezzo più tardi, quando Lombardi si è licenziato per cambiare lavoro, mi sono trovato a fare il capo squadra con lui come consulente». Per alcuni poteva già essere il punto d’arrivo ma Mariano l’ha visto invece come un inizio: «Volevo fare il corso alla scuola federale ma con Villa Carolina non era possibile, nel frattempo a Colline del Gavi però cercavano un giovane greenkeeper da far crescere e mi hanno mandato a Sutri nel 1998. Nel giugno del 1999 mi chiamano dal Golf Biella Le Betulle e a settembre sono a Magnano. Vivevo nel golf nella casa gialla vicino al campo pratica, abbiamo fatto tanti lavori in quel periodo, come i drenaggi dei bunker, migliorie ai green e poi l’impianto di irrigazione satellitare che ho seguito personalmente in tutte le fasi. È stato un lavoro enorme, un’esperienza estremamente impegnativa che ha cambiato radicalmente il campo e la sua gestione». Le tappe successive vedono Mariano impegnato prima in Liguria a La Filanda dal 2004 al 2008: «Il Golf Club Albisola è una struttura che se gestita correttamente non può non avere successo, sono contento che il club abbia riaperto e che si sia riusciti a salvare il campo che ora è in perfetta condizione». E poi per una decina d’anni di nuovo in Piemonte, dal settembre 2008 all’agosto 2017 al Golf & Country Club Valcurone: «Conservo ottimi ricordi di questo lungo periodo, negli anni si sono succedute diverse fasi più o meno fortunate ma siamo sempre riusciti, anche nei momenti più difficili, a presentare un campo in buona condizione». Nel settembre del 2017 Merlano ha iniziato la sua attività all’Ambrosiano, club nato nel 1992 a Bubbiano (nei pressi di Milano) dalla passione golfistica di un gruppo di amici: «Ho trovato subito un bell’ambiente dinamico e in crescita con una gestione giovane e in pieno sviluppo». Il percorso, progettato dallo studio americano Cornish & Silva, è un divertente ed impegnativo 18 buche par 72, con green molto ampi, numerosi bunker e caratterizzato da ben dodici buche circondate da specchi d’acqua di varie dimensioni: «L’acqua, che nel corso degli ultimi anni è diventata un bene sempre più difficile da reperire, nel caso del Golf Ambrosiano è gestita tramite un consor-

Alcune vedute dell’Ambrosiano, circolo di cui Mariano Merlano gestisce i lavori sul campo. Percorso bello e impegnativo, in 12 buche è interessato da ostacoli d’acqua. zio chiamato Ticinello Mendosio. L’area del golf detiene dei diritti di acqua insieme agli agricoltori locali e con una gestione attenta riusciamo a tenere monitorate le riserve interne. Nel corso degli ultimi anni lungo diverse sponde dei laghi, causa il livello acqua, si sono avuti dei cedimenti. Si è iniziato un lavoro, che procederà anche durante questo inverno, di rimodellamento delle sponde. Un pensiero a parte meritano le palizzate di contenimento dei green; ad oggi è stata rifatta completamente quella del green della buca 16, però la proprietà ha già in programma il rifacimento delle palizzate poste al green 8 e green 17». Può fare una descrizione dal punto di vista delle erbe e delle essenze del Golf Ambrosiano con caratteristiche e peculiarità? «Green, tee e fairway sono in Agrostis Stolonifera cultivar Pencross, semiroughs e roughs in Lolium perenne e Festuca Arundinacea. La cultivar “Pencross”, la più utilizzata in Italia fino a qualche anno fa, forma un tappeto denso e uniforme perfetto per le superfici dei tee e fairway per taglio basso e resistenza al logorio. Avere i fairway

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Mariano Merlano (terzo da sinistra) accanto a Francesco Molinari, in compagnia di altri lavoratori impegnati sulle buche e nei servizi del Golf Club Ambrosiano. In particolare, secondo da destra, il direttore Davide Santagostino, consigliere AITG. uniformemente in Agrostis Stolonifera permette di avere un tappeto erboso molto buono e tagliato a 14 millimetri per l’intera stagione. Sui green offre buone prestazione se tagliata sopra i 3,5 mm, sotto quest’altezza di taglio perde alcune sue caratteristiche soffrendo un po’ la concorrenza della Poa annua». A seguito dell’introduzione dei divieti sanciti dal PAN (Piano di Azione Nazionale), quali sono le problematiche che stanno emergendo e come si possono risolvere? «Le problematiche sono diverse ed importanti. Nel breve periodo gli attacchi fungini, dove non sono più disponibili prodotti chimici per il controllo, diventano continui e la levigatezza, l’uniformità e la scorrevolezza dei nostri green è sempre a rischio. Nei prossimi anni il non poter intervenire con nessun tipo di erbicida sia in “pre” che in “post” emergenza porterà alla fine del tappeto erboso conosciuto come “prato inglese”, in base alle peculiarità di ogni zona ci saranno campi invasi dal “pabbio” da luglio a settembre e campi invasi dalle dicotiledoni, trifoglio, tarassaco, plantago e la bellis. Anche per gli attacchi delle larve degli insetti, che ogni anno saranno più numerosi dell’anno precedente, non avremo rimedi utili per limitarne l’invasione. Per risolvere davvero il problema il tappeto erboso ad uso sportivo dovrebbe essere regolamentato ad hoc e non essere inserito nelle aree extra agricole. In Spagna, Portogallo e Francia è stato fatto questo, nei loro campi da golf hanno alcuni fungicidi erbicidi e insetticidi chimici per mantenere nelle corrette condizioni di gioco il tappeto erboso. Ricordo che l’adozione del PAN per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n.150 (recante: “Attuazione della direttiva 2009/128/ CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi” ndr) è un’attuazione di una direttiva Europea. Spero che nel 2018 si riescano ad ottenere delle deroghe per il controllo delle malattie fungine e delle infestanti per poter riuscire ad eseguire il nostro lavoro». Quanto è importante seguire la linea di un golf ecosostenibile puntando alla valorizzazione delle risorse locali e alla riduzione degli sprechi? «Non è importante, è fondamentale, l’utilizzo di prodotti sostenibi-

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li e ricercare il più possibile di lavorare ove possibile con fornitori locali può evitare inutili sprechi». Siamo reduci da un’estate torrida e con pochissime precipitazioni. Qual è la sua opinione sulla Bermuda grass, può essere davvero una soluzione per i campi della penisola, in particolare nel nord Italia/Pianura Padana? «È una domanda a cui non posso rispondere con un sì o con un no. Le diversità che ci sono tra campo e campo portano ad una serie di variabili che vanno analizzate in maniera specifica, ma faccio due esempi: Bermuda sì per un campo con 27 buche, fairway in miscuglio molto infestato da Poa annua o “pabbio”, pochissima ombra sul percorso, impianto d’irrigazione deficitario, disponibilità d’acqua limitata (40.000 metri cubi ogni 9 buche) e buona affluenza estiva al gioco di soci e giocatori. No per un campo a 18 buche con fairway in Agrostis Stolonifera, più del 30% di zone d’ombra sul percorso, buona copertura dell’impianto d’irrigazione, ottima disponibilità di acqua (80.000 metri cubi ogni 9 buche) e affluenza al gioco estiva di soci e giocatori non importante». Come si riesce ad avere un percorso con un livello di cura elevato contenendo i costi (sempre sia possibile) in tempi di crisi come quelli attuali? «Investendo sulle persone, mi spiego meglio, in questi anni di crisi sicuramente la professionalità può far ancora più differenza di prima. Fondamentale per questo risultato è poter preparare il budget, verificarne almeno tre volte all’anno i costi a consuntivo per aver un giusto controllo delle spese. La gestione dei fornitori, chiedere più preventivi, il saper ogni tanto evitare qualche lavoro che non comporti disagi al campo, saper ridurre, quando possibile, la frequenza di taglio dei fairways, gestire il taglio dei roughs solo dove c’è crescita. Poi effettuare le concimazioni, principalmente quelle azotate, in maniera precisa e mirata e superare “l’abbiamo sempre fatto così”. Se si vuole ottenere delle riduzioni bisogna rivedere l’intera gestione». Quali sono i principali interventi necessari durante l’anno? «A causa delle limitazioni del PAN, si è cambiato l’approccio delle

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Mariano Merlano - Ambrosiano manutenzioni soprattutto sui greens. Se prima si poteva sopperire ad un tappeto erboso non tenuto agronomicamente alla perfezione, con i prodotti fitosanitari a controllo delle malattie fungine e infestanti, adesso per prevenire e limitare gli attacchi crittogamici dobbiamo effettuare tutte le operazioni agronomiche necessarie per avere un tappeto erboso più forte e resistente. Nel 2018 sui greens saranno previste tre chiodature e una carotatura, 4 verticut e 8 top dressing con sabbia silicea, verranno effettuate fertilizzazioni granulari mensili nei mesi di crescita e interventi liquidi fogliare settimanali per la distribuzione di microelementi, ammendanti e tensioattivi. La stessa linea sarà seguita sulle superfici di tees e fairways con una riduzione degli interventi granulari e fogliare.». In base alle sue esperienze come si differenzia a livello di richieste/critiche il socio frequentatore dal giocatore itinerante/turista che gioca occasionalmente sul percorso? «Partiamo dal presupposto che ritengo entrambi portatori positivi di migliorie e fare la differenza tra tipologie di giocatori credo non sia corretto poiché ci sono molteplici variabili per giudicare o criticare un percorso di golf. Il socio è sicuramente più abituato a vedere i difetti o i pregi del suo circolo ed indicarne gli eventuali miglioramenti, il giocatore itinerante nota i problemi solo durante la giornata nella quale gioca. Venire in Pianura Padana a giocare nel mese di luglio o agosto è sicuramente difficile e differente che giocarci nei mesi di aprile e maggio poiché i percorsi hanno qualità differente». Rapporto con la dirigenza con eventuali differenze tra “private club” dove ci si interfaccia con i soci del consiglio e campi di proprietà? «Dal primo settembre sono arrivato in un circolo dove la proprietà ha delegato tutta la funzione manageriale ed operativa alla direzione. Avere un rapporto diretto con la mia direzione credo sia un grosso vantaggio sia per me che per la mia squadra». Quali sono le cose che più fanno innervosire un Greenkeeper? «Le intromissione dei non addetti ai lavori, che parlano “per sentito dire” oppure se ne vengono fuori con “in quel campo lì fanno così” senza sapere di cosa stiano parlando. Le faccio un esempio, un giorno un giocatore mi disse che il mio campo era bello e costava poco mantenerlo perché giocava poca gente... In realtà sappiamo tutti che preparare un campo per una gara di 40 persone o di 120 è uguale, le superfici rimangono le stesse, non è che se giocano meno persone non si tagliano delle buche...».

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ore, si partiva alle 6 del mattino e dopo aver posizionato i primi irrigatori si accendevano le motopompe sui due laghi, una volta in pressione l’impianto ogni 15-20 minuti si effettuava lo spostamento della zona da irrigare. Si percorrevano in moto circa 40 km e si arrivava a mezzogiorno bagnati come pulcini e stanchi, ma se non si era caduti si era felici del lavoro svolto». Il mondo del golf, soprattutto in Italia, è molto cambiato negli ultimi anni, una trasformazione tutt’ora in corso, come si sta evolvendo la vostra professione? «Le motivazioni del cambiamento che sta subendo la nostra professione sono diverse e non sono legate solo all’aspetto della crisi economica che ha colpito il nostro mondo lavorativo. Oggi un Superintendent deve avere conoscenza su tutte le normative che circondano la professione come: PAN, gestione budget, sicurezza sul lavoro, gestione dei rifiuti pericolosi, corsi di formazione, gestione personale, ecc. Normative che fino a qualche anno fa erano solo di competenza delle proprietà e dei consigli direttivi. La collaborazione tra la figura del Direttore e quella del Superintendent deve essere giornaliera e continua. Con questo rapporto quotidiano e di confronto il Superintendent avrà la gestione operativa della manutenzione del campo sotto controllo». Dal suo punto di vista cosa si potrebbe/dovrebbe fare per rendere finalmente il golf un sport un po’ più popolare in Italia? «Ritornando a portare il golf nelle scuole, facendo pubblicità popolari alla grande massa, cercando di far cadere quell’opinione generale che il golf è uno sport esclusivo e solo per ricchi. Vorrei vedere delle pubblicità semplici da cartelloni da sagra o sui pannelli dei pullman delle nostre città, uscire dal nostro mondo e stuzzicare interesse a chi non è ancora golfista». La Ryder Cup a Roma potrà aiutare in questo processo? «Credo e spero di sì, è un evento incredibile e la Federazione è stata brava ad aggiudicarselo, ma adesso deve essere altrettanto brava a divulgarlo insieme a tutti i Circoli, per far aumentare il numero di praticanti di questo magnifico sport».

Un aneddoto particolarmente originale capitato in questi anni di attività? «Sono talmente tanti che faccio fatica a sceglierne uno, ma sicuramente il metodo d’irrigazione che si eseguiva a Le Betulle, prima della costruzione dell’impianto d’irrigazione automatizzato satellitare, era unico e non sarà mai più sicuramente utilizzato. Il sistema consisteva nel girare insieme ad un collega con una moto da cross 200cc per tutto il campo a spostare settore per settore 10 irrigatori volanti a “baionetta”. Un’irrigazione completa estiva durava 6

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PRONTI AL BOOM Il totale dei giocatori americani è calato per il quinto anno consecutivo, ma i golfisti seriamente coinvolti sono in crescita. E poi c’è la schiera dei possibili neofiti, il cui numero è letteralmente esploso negli ultimi anni...

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I golfisti negli U.S.A.

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I golfisti negli U.S.A. di Andrea Ronchi

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ational Golf Foundation ha preso in esame il numero dei golfisti in America stilando un resoconto con dati molto interessanti che fotografano l’andamento del golf a stelle e strisce. Un fattore preso in esame, che esula dalle rilevazioni tradizionali, è che è stata inserita la statistica dei giocatori che non vanno in campo (lo vedremo in seguito). Se è vero che il numero di giocatori che calcano le buche rimane un valore essenziale e inestimabile, è altrettanto vero che non racconta l’intera storia. Il numero dei neofiti nel 2016 ha raggiunto la quota record di 2 milioni e mezzo, infrangendo anche il primato del 2000 quando Tiger Woods spopolava. Un altro dato più che incoraggiante viene da coloro che, non avendo mai tirato un colpo, hanno dichiarato interesse per palline e bastoni. Nel solo ul-

timo anno l’incremento è stato del 7,6% facendo raggiungere i 12 milioni e 800 mila potenziali giocatori. Lo riscriviamo in numero perché sia più chiaro? 12.800.000! (Tabella 1) Il dato riferito ai golfisti, ovvero coloro che hanno più di 6 anni e hanno giocato almeno due volte nel corso degli ultimi 12 mesi, segna una contrazione dell’1,2% facendo scendere i giocatori da 24,1 milioni a 23,8. Il dato però, seppure sia il quinto di un decremento che prosegue dal 2011, quando i giocatori erano 25,7 milioni, si può leggere positivamente. Spieghiamoci. (Tabella 2) In questa tabella vediamo il totale dei giocatori divisi per categoria di coinvolgimento. Gli “Avid” (Entusiasti) sono i cosiddetti “malati di golf”. Questi giocatori, 8,8 milioni su 23,8, quindi un terzo dei totali, sono negli Stati Uniti i “responsabili” di due terzi delle gare giocate e dei soldi spesi nel settore. Il 98% di loro ha detto che per nulla al mondo smetterà di giocare. Il secondo segmento, quello che definiremmo degli “appassionati”, rappresenta

Tabella 1 - PERSONE INTERESSATE AL GOLF ANNI E NUMERO DI PERSONE Soggetti interessati con più di 6 anni (in milioni)

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Tabella 2 - NUMERO DI GOLFISTI DIVISI PER GRADO DI COINVOLGIMENTO ENTUSIASTI

30.0

MILIONI DI PERSONE

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APPASSIONATI

NON IMPEGNATI

25.7

25.3

24.7

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5.7

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4.0

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3.7

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Negli Stati Uniti sono stati messi a punto molti programmi per incentivare il golf a livello giovanile. coloro che giocano con meno intensità degli Avid ma coprono l’altro terzo di gare disputate. Rappresentano il 48% dei giocatori totali, si impegnano nel golf senza farne una malattia e il 96% di loro continuerà a giocare. Queste due categorie sommate sono tornate a salire raggiungendo il livello più alto dal 2011. Oggi sono 20,1 milioni, rappresentando l’85% dei giocatori totali. Sono loro i più interessanti perché muovono l’economia del mercato golf. Ecco perché Oltreoceano hanno di che gioire. E allora da chi viene il decremento? Dalla terza categoria, i “Non impegnati”, persone che non sono ancora coinvolte sul serio, che possono smettere o riprendere più di una volta. Negli anni il calo di questa categoria di fatto ha segnato quello dei golfisti totali e, seppur scendano in campo meno di cinque volte l’anno spendendo pochi soldi nel settore, la U.S.G.A. non li trascura. Non è un caso se è stato avviato un processo di revisione mondiale delle regole, per aiutare la facilitazione dell’accesso al campo e semplificare la gestione dell’handicap di gioco. Ma veniamo ai giocatori che non scendono in campo. Chi sono? Sono coloro che, seppur non vanno mai in campo, sanno fare uno swing. Queste persone frequentano i centri di golf indoor con simulatori o altri ambienti dediti allo svago, strutture quindi differenti dal golf tradizionale. E perché sono stati inseriti nelle statistiche? Semplice, perché seguono il golf facendo audience. Scettici? Beh, prendete ad esempio il basket. Quanti in America hanno il canestro in giardino, dove passano tempo a tirare senza per forza scendere sul parquet? “La maggior parte degli sport non limita la partecipazione a una particolare struttura come invece ha sempre fatto il golf – ha detto Keith Storey, vice presidente

della Sport Marketing Surveys che conduce ricerche di partecipazione in oltre 100 discipline sportive e fisiche per il PAC (Physical Activity Council) – È giunto il momento anche per questo sport di valutare anche coloro che non scendono sui fairway in erba”. I dati dei giocatori “Off-Course”, così vengono chiamati, è aumentato dell’11% nell’ultimo anno dimostrando così dove vanno coloro che lasciano i driving range. Molti di essi continuano a giocare a golf per mero divertimento. Quanti sono? 8,6 milioni di persone! Questi dati portano gli americani che “sanno fare uno swing” a un totale di 32 milioni nel 2016, con un incremento di 900 mila “swingatori” nell’ultimo anno. Si tratta di oltre il 10% della popolazione americana. Inutile qualsiasi tipo di paragone! Un ultimo dato preso in esame è quello legato agli juniores, giocatori di età compresa tra i 6 e i 17 anni. In America sono 2,9 milioni, con le giovani che conquistano il 33%. Se facendo una proporzione sul totale degli swingatori siamo intorno al 9%, percentuale che ricalca i dati europei (Italia compresa), rapportandoci ai soli giocatori “tesserati” (23,8 milioni) saliamo oltre il 12%, sintomatico di un golf molto in salute. Negli States grazie a “First Tee” e al programma “National School” il golf è entrato in oltre 9.000 scuole in tutti gli Stati Uniti. Sono stati avviati anche programmi quali PGA’s Junior League Golf e Drive, Chip and Putt Championship in accordo con la USGA e il Masters, che supportano la diffusione del golf tra i giovani. Ultimo dato, che è meglio non paragonare a quello nostrano, è il segmento d’età con il maggior numero di giocatori: 9,3 milioni di golfisti, divisi in 6,2 on-course e 3,1 off-course, hanno un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. Ci fermiamo qui.

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BILANCI

Turismo golfistico

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UNA STAGIONE D’ORO… … ma la strada è ancora lunga. Se infatti da un lato i green fee stranieri sono in forte crescita (+40% dal 2015), molti circoli dovranno decidere… cosa fare da grandi. E il prossimo triennio sarà senz’altro decisivo per il consolidamento dei flussi di giocatori verso il nostro Paese

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di Maurizio De Vito Piscicelli

ee Westwood e Darren Clarke in uno spot su Sky Sport UK per promuovere una vacanza golfistica italiana, Edoardo Molinari intervistato dal più importante Tour Operator golfistico del mondo che racconta i posti migliori dove giocare a golf in Italia, le riviste di golf internazionali piene di articoli sulla nostra “Dolce Vita” golfistica. Tutte cose piuttosto incredibili per chi scrive ma che ci hanno fortunatamente accompagnato nel corso del 2017, la miglior stagione della recente storia del turismo golfistico italiano. Sta infatti per concludersi l’anno che ha ufficialmente sancito la consacrazione dell’Italia del golf quale nuova destinazio-

ne turistica internazionale e di questo ne sono testimonianza i 700.000 green fee stranieri raccolti dai campi da golf italiani nel corso del 2017 con un incremento del 40% rispetto agli stessi dati del 2015. Questo mini boom del turismo golfistico straniero in Italia è stato possibile grazie a quattro fattori concomitanti. In primis la maggiore disponibilità dei campi da golf italiani ad ospitare clienti stranieri ma anche e soprattutto i grandi investimenti messi in campo dal progetto nazionale Italy Golf & More negli ultimi due anni, gli effetti benefici della Ryder Cup del 2022 in Italia e anche, bisogna ammetterlo, le difficoltà di alcuni importanti competitor quali Turchia, Francia, Tunisia ed Egitto non più percepite come destinazioni sicure dai turisti internazionali.

Arzaga (a sinistra) e Castelconturbia: due realtà di rilievo nel panorama golfistico italiano orientato verso il turismo

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56 hanno fatto è stato principalmente per una loro convenienza (Spagna e Portogallo sono quasi fully booked) e grazie alle risorse investite dal gruppo Italy Golf & More in queste azioni di co-marketing vitali per il successo del turismo golfistico italiano, ma anche estremamente dispendiose in termini economici. Durante quest’anno magico abbiamo visto con gioia 12 Regioni italiane e la Federazione Italiana Golf girare l’Europa per fiere, Open, workshop e presentazioni nelle sedi dei principali operatori europei dove è stato finalmente possibile presentare con onestà ma anche con orgoglio i punti forti dell’offerta turistico – golfistica italiana, accanto però alle debolezze sulle quali bisognerà ancora lavorare tanto nei prossimi anni. E se è vero che è stato bellissimo vedere l’Italia del golf passare da “Other Golf Destinations” a “Popular

Nel corso del 2017, mentre nel panorama italiano abbondavano le posizioni ideologiche e piene di demagogia in opposizione all’appoggio dato dal governo alla organizzazione della Ryder Cup del 2022, l’offerta turistico-golfistica italiana è riuscita a guadagnarsi uno spazio sempre maggiore sui media specializzati e nei programmi dei principali Tour Operator internazionali, quali ad esempio Golfbreaks.com oppure YourGolfTravel.com, due colossi del settore (70-80 milioni di fatturato, 120.000 viaggi di golf all’anno e più di 100 persone impiegate) finalmente decisi ad investire tempo e risorse sulla promozione dei 142 campi da golf con almeno 18 buche esistenti in Italia. Non si creda che questi due grandissimi Tour Operator e molti altri ancora di caratura minore abbiano deciso di iniziare a mandare i loro clienti in Italia per farci un favore. Se lo

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The main tourist draw of this central region is arguably Bologna, the gastronomic capital of Italy, but other provincial towns such as Parma and Modena lie within easy reach. Petrolheads can drive from Bologna to tour Italy’s worldfamous Motor Valley, home to Ferrari, Ducati, Lamborghini and Maserati. For those keen to explore the Adriatic coastline, Rimini, Riccione and Cervia are excellent options, while spa-goers should head for Castel San Pietro and Riolo. Golfers have a huge choice — the region has over 25 courses, two with 27 holes (Cervia and Modena), 14 with 18 holes and 4 with nine holes. The green fees — averaging around £38 — are as attractive as the courses, with Emilia Romagna Golf promoting the same discounted prices for midweek and weekends. emiliaromagnagolf.com

for Italy M

ention Italy and most people think of its inimitable cuisine, of historic cities bursting with culture, the bucolic countryside where sun-soaked villages and terraced vineyards cling to hills speckled with olive groves or the glittering coastline with sandy coves and cliff-hugging residences. But despite 141 championship courses, many designed by golf legends, and average green fees that hover around the €50 (£42) mark, the country has yet to be hailed a major golf destination. All that could change over the next couple of years, with Italy preparing to host the 2022 Ryder Cup and seven-figure investment by Italy Golf & More, a collaboration between private sector partner regions, the Italian Golf Federation and the Ministry of Tourism (MIBACT).

S H O R T H A U L | I TA LY

EMILIA-ROMAGNA

GAME ON

FRIULI VENEZIA GIULIA

Tucked away in the north east of Italy, bordering Austria to the north, Slovenia to the east and facing the Adriatic Sea to the south, this region is an area that’s rich and multifaceted in culture and landscapes, with high mountains, lakes, valleys, lagoons and beaches. Although only a few hours from Venice, it remains one of country’s least touristy regions, with uncrowded historical sights and attractions including the Roman ruins in Aquileia and the port of Trieste, famed for serving the finest coffee in Italy. There’s a lack of crowds on the greens too, and golfers can tee off on seven 18-hole courses, with affordable green fees that average around just €50 (£42). turisimofvg.it

While Rome will be the focus of attention in 2022 — the Marco Simone Golf & Country Club, only 10 miles from the capital, is set to host the world’s most elite players — there are many other top courses to consider. The partner regions coordinating Italy’s biggest golf tourism drive are home to 112 golf courses and include Lombardy, Piedmont, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia and Sicily. With frequent, short flights from the UK and Ireland, each one has appeal for a range of golfers of all abilities and budgets, with many resorts also home to esteemed restaurants, cuttingedge spas and a range of activities to suit every member of the family. Which one will you choose? italygolfandmore.com federgolf.it

REASONS TO CHOOSE ITALY FOR YOUR NEXT GOLFING HOLIDAY

LAZIO

Home to the capital, Rome, the highest number of lakes in the entire country and an abundance of hot springs around Viterbo, this central region is set to host the 2022 Ryder Cup at the Marco Simone Golf & Country Club, a testing course with 27 holes, some of which have views of Saint Peter’s dome. Lazio also has 12 18-hole courses, including the oldest golf club in the country, Circolo del Golf di Roma Acquasanta, dating back to the beginning of the last century. The headquarters of the Italian Golf Federation are based in Lazio at Golf Nazionale, where players can test their mettle on one of the toughest and most challenging golf courses in Italy, situated just 30 miles from Rome. visitlazio.com

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The 2022 Ryder Cup host nation has it all, from excellent courses and keen prices to culture, history and great cuisine taly’s reputation as a golf destination is growing rapidly as more people discover the quality of its courses. The announcement that the 2022 Ryder Cup will be going to Italy has helped – just the third time it will have ventured outside America and the British Isles. Italy beat off three other bidding countries, with the awarding committee impressed by plans to reconstruct the proposed course and increase investment in the Italian Open. That event’s prize fund was doubled from €1.5 million in 2016, with a €7 million prize fund guaranteed for each of the following 11 years. Golf Club Milano, the host course in 2016 and 2017, lies

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Clockwise from right: San Domenico Golf, Puglia; Modena Golf and Country Club, Emilia Romagna; Castello di Spessa Golf, Friuli Venezia Giulia; Villa d’Este, Tivoli

promotional feature countrybycountry.com

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LIGURIA

Home to 43 courses, Veneto is the place to combine golf with culture, history and gastronomy. While Venice gets much of the attention, Veneto has far more to offer. Its cities include Verona, Vicenza, Treviso and Padua, with areas of outstanding beauty — Lake Garda and the Dolomites — attracting outdoor enthusiasts. Golfers with a penchant for the 19th hole will love this region, bestknown for its wines, such as Valpolicella’s bold Amarones and Italy’s finest bubbly, Prosecco. Visitors who want to explore the Prosecco route should combine a trip with play at Asolo Golf Club, while those keen to discover Veneto’s most famous red wine should tee off at Golf Club Verona, just six miles outside the city. golfinveneto.to

Golf and history in harmony Sometimes the enjoyment of Italy’s golf and architecture can be combined even more directly. For example, Castel d’Aviano Golf Club is inside the Natural Park at Villa Policreti, created in the 16th century. Nowadays, Villa Policreti is an elegant hotel and home to a

renowned restaurant and clubhouse overlooking the course. Arzaga Golf is located inside Palazzo Arzaga, a 15th-century mansion converted into one of the most prestigious golf and spa resorts in Europe. Both of its courses lie in a 144-acre estate in the hills facing Lake Garda. The 18hole course is a parkland layout with typical Jack Nicklaus II-style features, while the nine-hole layout is a Gary Player design. The Lombardy region of Italy boasts more UNESCO Sites than any other, including the Bernina Rhaetian Railway, which connects Italy to Switzerland and travels on slopes of up to a seven per cent gradient as it meanders through small villages, ancient glaciers and breathtaking landscapes.

The golf courses often also showcase the extraordinary beauty of a natural landscape rich in parks, lakes, rivers, mountains and beaches. Mount Etna – one of nine UNESCO World Heritage Sites on Sicily – is Europe’s largest active volcano, and golfers can get a superb close-up view by heading to Il Picciolo Etna Golf Resort laid out on its slopes. You can also go on excursions here to explore Mount Etna’s beautiful landscape, with its vineyards, orchards and typical Mediterranean vegetation. Sicilians have a sweet tooth and are among the best dessert– makers in Italy. Try cannoli, granita and their most famous export, cassata. But if you need some refreshment after clambering

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GM Promotion

True to its name, Piedmont lies at the feet of the mountains, with more than 30 Alpine peaks soaring over 3,000 metres. The region is also endowed with numerous lakes, some cradled in its poetic hills, such as Lake Maggiore and Lake Orta, others with their deep colours set in the highlands. With such breathtaking panoramas, it’s not surprising that golf has flourished, with more than 60 clubs scattered around the region offering varying levels of challenges. Not only are many of the courses — such as the 36-hole Circolo Golf Bogogno — set in areas of outstanding natural beauty, but they’re also an excellent starting point for discovering a region of Italy with much to offer: cities such as Turin, rich in art, history and culture and home to some incredible restaurants. piemonteitalia.eu federgolfpiemonte.it

SICILY Home to heavenly beaches, nature reserves, majestic mountains and Mount Etna, Europe’s largest active volcano, Sicily is one of the world’s most beautiful golf destinations where tourists can play year round. The island has four golf 18-hole courses (Il Picciolo Etna, I Monasteri Siracusa, Le Saie and Taormina); one golf resort with 45 holes (Verdura), another with 36 holes (Donnafugata) and an additional club with nine holes (Villa Airoldi). The island is also home to Greek temples, Roman mosaics and more vineyards than any other Italian region. regione.sicilia.it/turismo visitsicily.info

Clockwise from top right: Portofino, Liguria; Golf Des Iles Borromées, Piedmont; Il Picciolo Golf Club, Sicily; Monticello Golf Club, Lombardy; Alta Murgia National Park

ABTA Golf 2017

countrybycountry.com

[66] OCTOBER 2017 | TRAVEL

GOLFNEWS.CO.UK

TRAVEL | OCTOBER 2017

EMILIA ROMAGNA IS A REGION IN THE

The Antognolla is an 18-hole championship golf course set in the 600-hectare Antognolla estate at the heart of Umbria – 20 minutes north of Perugia – and against the stunning backdrop of Antognolla Castle. This Robert Trent Jones II design puts a premium on long, straight drives, while Circolo Golf Perugia is also well worth a visit. Italians take great pleasure and pride in their food. Each region’s cuisine is based on local traditions, history and the seasonal local produce. In Piedmont, for example, the white truffle of Alba’s intense aroma can enhance the flavour of ‘plain’ food such as poached eggs, or turn tajarin (fresh handmade pasta) or raw

Is Arenas in Sardinia

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THE CLIMATE

■ BERGAMO, VIEW FROM CITY HALL TOWER, Italy’s weather varies LOMBARDY considerably from the north to the south of the country. In the north – between the Alps and the Tuscan-Emilian Apennines – the climate ranges from very cold winters to very hot, humid summers. By May it is 22c, and it is still in that range throughout September. Winters are not especially wet. In the centre the climate is milder, with a smaller difference in temperature between summer and winter and a shorter and less intense cold ■ LAKE GARDA season. Summers are longer, but the humidity found in northern cities is mitigated by the sea. In the south and the islands winters are never particularly harsh, and spring and autumn temperatures are similar to those reached in the summer in other areas of Italy. It rarely dips below ■ ROME FORUM 15˚c, even in January, and the summers are in the mid-30s. Rainfall May to September is negligible.

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temperate climate and is a great golfing opportunity not to be missed. A treat awaits golfers just a few kilometres from the business and fashion capital of Milan, where country clubs surrounded by vegetation and rural architectural structures are reminiscent of many clubs in England. Lombardy deserves a special mention for the great variety and high quality of its food and wine, with in excess of 248 traditional products. Some of the country’s finest wines come from Franciacorta, the Oltrepò Pavese and the zone of Garda.

Delicious food and wines can be found across Veneto, whether in the renowned cities or the unique countryside littered with antique villas. The region is also home to one of the most significant historic cities of Italy, Verona, the setting for Shakespeare’s tragedy Romeo and Juliet. What is striking about Verona is the extraordinary wealth of its art, history and culture, from the Roman remains with the arena to Celtic, Medieval and Renaissance masterpieces of unrivalled beauty. Verona Golf Club’s attractive tree-lined course is a good test for all golfers, and also provided the platform for Matteo Manassero to launch his international career. Meanwhile, regularly rated among the best courses in Italy, Padova has hosted a number of

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SICILY HAS BEEN A POPULAR DESTINATION for tourists eager to soak up its fascinating mixture of history, art and culture. Little wonder, with the island having been a Greek colony, a Phoenician settlement, a Roman province, a Byzantine region, an Arab emirate and a Norman Kingdom on its way to the eclectic culture that is apparent today. It’s an intoxicating combination that many people have found hard to resist, and the same can also now be said about its golf offering. With a varied range of quality courses and temperate climate, matched by a growing choice of direct flights to its four airports and a plethora of historical, cultural and gastronomic delights, Sicily has everything needed for a golf break offering outstanding courses and that little bit more, and is fast establishing itself among Europe’s top golf destinations.

■ DONNAFUGATA LINKS COURSE, SICILY

an unmistakable Italian town with elegant squares and ancient architectural buildings, including the cathedral and the hilltop Udine Castle which is home to several museums and an art gallery. Trieste is the region’s capital, the seaport city with a wealth of culture that’s situated towards the end of a narrow strip of Italian territory, lying between the Adriatic and Slovenia. The main square, one of the biggest in Europe, faces the sea and is fronted with the city’s most impressive buildings. Meanwhile, the 11th century castle at Gorizia, with its stunning views across the town and the Alps beyond, is among Friuli Venezia Giulia’s most alluring attractions. The region’s proximity to its Central European neighbours, not only provides a fantastic opportunity for a trans-national golfing adventure, but has also created a distinctive culture, which manifests itself in a unique cuisine, fusing three great culinary trends - Central European, Venetian and Slav. It’s location on the Adriatic means that fish and seafood play a central role in the region’s gastronomy. Known predominantly for its white wine, Friuli Venezia Giulia forms part of the Tre Venezie wine region, ranked as one of the finest in Italy.

events. Luxury hotels, historical villas surrounded by nature parks and gardens, quietness and sceneries of unparalleled beauty – Lake Como is all this and more, making it the ideal destination for golfers. Among the region’s stand-out courses are Barlassina and La Pinetina country clubs, Golf Club Carimate, Monticello, Menaggio e Cadenabbia and Golf Club Villa d’Este, regarded as one of the most challenging par-69 layouts in Europe. Lake Garda is one of the best-known golf destinations in Europe due to its beautiful scenery, Mediterranean vegetation and a variety of world-class golf resorts. It is possible to play year-round near the Garda thanks to its warm,

at Golf Villa Condulmer. Just seven miles from Venice, the course offers exceptional golf, with its 18th century villa providing a magnificent backdrop, while the nearby Arnold Palmer-designed layout at Golf Ca’della Nave and the three nine-hole loops at Asolo are also well worth a visit.

prestigious Italian championships in the last 20 years, with its beautifully-designed clubhouse the perfect place to relax after a round. The north of Veneto is home to the Dolomites, which features some of Europe’s most scenic mountain courses, including the spectacular Golf Club Asiago.

WITH A RICH HISTORY, the highest number of UNESCO Heritage Sites in Italy, and a collection of Europe’s most famous lakes, there really is few reasons not to visit the beautiful region of Lombardy. Throw in the capital of good food with its century-old dishes, the lights and splendour of renowned boutiques in Milan’s fashion district, as well as more than 60 golf courses, and the region serves up the perfect recipe for a golfing adventure. Lombardy is the Italian region where golf is most widespread and, surrounded by fascinating natural beauty, its golf courses offer ideal playing conditions. Historically exclusive venues with spectacular views of the lake for refined golfers, Lake Como’s courses have hosted some of the biggest international golf

TRAVEL | OCTOBER 2017

BORDERING AUSTRIA, SLOVENIA AND THE ADRIATIC SEA, in a landscape where mountains, sea and hills cluster together to remarkable effect, Friuli Venezia Giulia is among the most diverse of Italy’s golfing destinations. Its unique topography has given rise to seven varied and distinctive golf courses. From the water-rimmed greens in Grado and Lignano, to the mountain forests in Tarvisio, and from the gentle slopes of the hill district to the vineyards and castles around Gorizia. No matter which course you choose, golf in Friuli Venezia Giulia has the extraordinary taste of exploration and challenge. Udine Golf Club is among the region’s finest, and plays host to the European Senior Tour’s Italian Open. Following an extensive redesign, it is bestowed a beautiful location in the foothills of the Carnic Alps. Off the course, the region boasts two fabulous cities. Udine is

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■ CIRCOLO, LIGURIA

FRIULI VENEZIA GIULIA

THE ITALIAN REGION OF VENETO, IAGTO’s Undiscovered Golf Destination of the Year in 2013, is among the most historic and beautiful of the Italian regions, and is also home to over 40 golf courses. Located in an area stretching from the Dolomites to the sea, from Venice to Vicenza, and from Lake Garda to the Abano and Montegrotto hot springs, the region offers a wonderful opportunity to combine great golf with culture, history, and heavenly food and wine. Venice is the region’s biggest draw, and while the city itself needs little introduction, the beautiful countryside surrounding the historic Republic has given rise to some outstanding courses. Nowhere is this more accurate than

PLACES OF CULTURE

■ BERGAMO, VIEW FROM CITY HALL TOWER, LOMBARDY

■ ROYAL PARK, LOMBARDY

LOMBARDY

There are five golfing venues on the island featuring seven 18-hole courses: Verdura Resort (45 holes), Donnafugata Golf Resort & SPA (36 holes), Il Picciolo ETNA Golf Resort & SPA, Allegroitalia Siracusa Golf Monasteri and Le Saie Golf Club. Situated on Sicily’s south-west coast, Verdura is a luxury oasis and features two 18-hole championship courses – the East and West – as well as an inviting nine-hole executive course, all designed by Kyle Phillips. Host venue for the 2017 Rocco Forte Open, Verdura also staged the 2012 Sicilian Open and boasts an array of other fivestar facilities including a golf academy and double-ended driving range, 203 hotel rooms and suites, six tennis courts, a 4,000sqm spa complex and a choice of four restaurants and five bars. Donnafugata Golf Resort & Spa, located on the south-west coast,

■ GOLF CLUB TARVISIO

has also enjoyed the privilege of hosting European Tour action, with Frenchman Raphael Jacquelin taking top honours at the 2011 Sicilian Open. Situated in the cultural heart of the island and a 30-minute drive from the historic city of Ragusa, the resort features

GETTING THERE

two 18-hole championship courses – the Gary Playerdesigned Parkland and the Links – as well as extensive facilities away from the fairways including a 202-room hotel, luxury spa and health club, two swimming pools, a private beach and three restaurants offering a broad selection of locally-sourced food.

■ ASIAGO, VENATO

Italy is ideally connected to UK, with a lot of direct flights available all-year round on both British Airways and Alitalia, as well as low-cost companies like Ryanair and Easyjet.

■ MOUNT ETNA

These companies have

JUST TWO HOURS FROM TURIN, Piedmont is true to its name, with more than thirty Alpine peaks

PUGLIA

be uncovered. Even better, with the domestic market still developing, visiting golfers will often find that they have the pristine fairways to themselves. The nation currently attracts 600,000 foreign green fees, but that number is set to grow rapidly over the next five years as Italy gears itself towards the 2022 Ryder Cup, which takes place at Marco Simone Golf & Country Club, near Rome, for what will be only the third time the event has been staged in continental Europe. Italy beat off three other bidding countries to host the world’s most-watched golf tournament, with the awarding committee impressed by plans to reconstruct the proposed

Majestic setting at Pinetina

50

LIGURIA IS A COASTAL REGION of north-western Italy known for its beaches, towns and more than 210 miles of coastline. Its landscape is a perfect setting for courses such as Circolo Golf, which is laid out on the hills by Sanremo and offers magnificent views out to sea. Garlenda in the Lerrone Valley – one of the most picturesque in the Ligurian hinterland – is surrounded by ancient pine forests.

PIEDMONT

W

selection of golf courses, many of which are to be found in the north and centre of the country, and on the sun-soaked islands in the south. Those looking for an all-encompassing golf break will be spoilt for choice in whichever of the diverse regions they choose to base themselves. Whether you’re searching for the Alpine serenity of Piedmont, the architectural masterpieces in Veneto, the material and natural wonders on offer in Emilia Romagna, the historic splendour of Lombardy, or the diversity of Friuli Venezia Giulia, visitors will be spoilt for choice, with an array of cultural and gastronomical delights. Away from the world-renowned sights, golfers will find immaculately maintained and spectacularly located golf courses just waiting to

of which overlook the extended vineyards surrounding the course. The climate means golf can be a comfortable year-round activity in Italy. Temperatures in the north can vary a lot between seasons, with cold winters, but in the central regions the climate is a mild Mediterranean one with hot, dry summers and warm winters. In southern Italy the spring and autumn temperatures are similar to those reached in the summer elsewhere in the country. Is Molas is one of Italy’s most famous clubs, and has been the benchmark for golf in Sardinia for

So much to offer Beyond the cultural, scenic and historical allure, golf is also reasonably priced in Italy. Tourists can play some superb courses at a fraction of the cost of certain other golfing destinations. Green fees average around €50 and for this you can play some of the finest courses in Continental Europe – courses that are wellmaintained and full of beauty, drama and challenge. Although golf is expanding rapidly in Italy, the local market is

beef into something exquisite. Typical Italian dishes include pasta, risotto, pizza, and fish and meat dishes. The north of Veneto boasts the awe-inspiring natural wonder: the Dolomites. Cortina, nicknamed the Queen of the Dolomites, offers perfect views of snowy peaks that appear pink at sunset. Asiago is considered one of the most beautiful mountain golf courses in Europe. But it is kind on the feet as it is built on a plateau of gentle hills offering beautiful views as you play. It also has a four-star boutique hotel and spa. Verona, the setting for Shakespeare’s Romeo and Juliet, is another of the UNESCO World Heritage Sites in Italy. It is one of the country’s most significant historic cities for art, history and culture, from the Roman remains at the Arena (the open-air theatre where magnificent operas are staged), to Celtic, Medieval and Renaissance masterpieces of unrivalled glory. Verona Golf Club’s attractive, undulating, tree-lined course is where Matteo Manassero learnt to play. He will be one of several Italians vying for a Ryder Cup spot on home soil in 2022.

[67]

Parma up to the sea of Rimini and Riccione. Parma, famed for its cuisine, Romanesque buildings, including the frescoed Parma Cathedral and the pink marble Baptistery, is among the region’s most alluring attractions, while 250km of groomed ski runs become a hiker’s paradise come summer, meandering their way through Emilia Romagna’s spectacular national parks. Beyond the region’s historic centres, more than 100km of coastline, littered with relaxing coves, white sandy beaches and water parks, offers entertainment to suit all tastes. Along the fourteen ‘Roads of Wine and Flavours’, food lovers will find more than 1,000 stops amid farms, winemakers, cheesemakers, ham producers, farmhouses and artisan workshops. And along the Via Emilia, motorsport lovers can get to know the truth behind the many stories created in the world-famous Motor Valley, from Ferrari and Ducati to Lamborghini and Maserati.

course and increase investment in the Italian Open. That event’s prize fund was doubled from €1.5 million in 2016, with a €7 million prize fund guaranteed for each of the following 11 years, as the tournament joins the European Tour’s new Rolex Series. Golf Club Milano, the host course in 2016 and 2017, lies within the majestic Monza Park and its 685 acres of forest. Home favourite Francesco Molinari memorably pipped the then Masters Champion, Danny Willett, to the title by a single shot here last year to become the first Italian to win his national Open twice since the event became part of the European Tour in 1972. Molinari is one of three Italians to have played in the Ryder Cup, along with brother Edoardo and Costantino Rocca, and the 35 year old will be hopeful of playing a leading role in proceedings in five years’ time, either as a player or maybe even as captain. While golfers all too often treading the well-beaten path on the way to popular resorts in Spain and Portugal, flight times to Italy compare very favourably with these more established golfing destinations, with daily direct flights to the main Italian international airports from no fewer than 20 UK airports, with great deals to be found across the UK’s numerous low-cost carriers. The climate means golf can be a comfortable year-round activity in Italy. Temperatures in the north can vary a lot between seasons, with cold winters, but in the central regions the climate is a mild Mediterranean one with hot, summers and warm winters. In southern Italy the spring and autumn temperatures are similar to those reached in the summer elsewhere in the country. For a golf break that offers so much more than good courses, it may be time to turn your attention to Italy.

■ 2022 RYDER CUP, TAKES PLACE AT THE MARCO SIMONE GOLF & COUNTRY CLUB, NEAR ROME

ith year-round golf, famous cities, outstanding culture, and world-renowned cuisine, it’s hard to understand why Italy has remained Europe’s undiscovered golf destination for so long. Just a short flight from the UK, Italy is home to no fewer than 141 eighteen-hole golf courses, and they offer exceptional value, with green fees at an average price of €50 per round. With fabulous beaches, some of Europe’s most beautiful and historic cities, and delicious food and wine, Italy has long been known as a haven for tourists. Few people, however, are aware of its

■ MODENA

design, Modena Golf Club, with its winding fairways and water hazards, provided a fitting challenge to competitors in the 50th Italian Open. The charming Adriatic Golf Club, is among the most naturally beautiful courses in Italy, and located just back from the sea, carves its way through pine forests and salt lakes. After a day on the course, those seeking relaxation and wellbeing can pamper themselves at more than twenty spa facilities situated throughout the area, from the hills of

up Mount Etna, try the local fruity lemon liqueur called Limoncello. The climate and terrain is ideal for wine production, and with 2,000 indigenous grape varieties grown here, Italy has established a reputation for the quality and variety of its wines. It vies with France each year for the most bottles of wine produced – about a fifth of the world’s supply. Castello di Spessa Golf & Country Club sits in the magnificent surroundings of the Spessa Castle secular park. This 13th-century castle offers 14 rooms and a suite furnished with antique furniture, all

VENETO

CENTRE OF ITALY, ideally placed to visit the cities of Florence and Venice, and just a one-hour drive from the region’s capital, Bologna. With a beautiful and diverse landscape, the historic region makes for the ideal base for an Italian golfing adventure. Nestled between two of the country’s most famous cities, there are 25 golf courses in the region, which, combined with a rich heritage and world-renowned gastronomy, makes Emilia Romagna among the most exciting of Italy’s golf destinations. Bologna is a vibrant city with an 11th-century university and arched porticos lining the streets and squares of its medieval core. The red brick city, where culture and art abounds at every turn, also boasts an exquisite selection of wines. Nearby Modena is home to one of the region’s most acclaimed courses. A Bernhard Langer

Golf del Ducato in Emilia Romagna still not that strong, so holidaying golfers will enjoy competitive rates, plenty of green-fee availability and courses set up to cater for the touring golfer. The uncrowded fairways allow for an enjoyable, relaxing round. The UK is about an hour nearer to parts of Italy than it is to southern Spain or Portugal too, with plenty of flights available all year round from BA, Alitalia, Ryanair, EasyJet and others. There are daily direct flights to the main Italian international airports from no fewer than 20 British airports. Think Italy and sport and motorsport springs most readily to mind. Italy’s world-famous Motor Valley in Emilia Romagna has 14 museums devoted to the car industry. These include the Ferrari Museum of Maranello, the newest museum dedicated to Enzo Ferrari, “MEF” in Modena, and the Ducati and Lamborghini museums near Bologna. Bologna also has one of Italy’s classic golf courses. Built in 1959, the layout plays over splendid rolling countryside with sweeping panoramic views across the surrounding hills and plains. It has played host to the Italian Amateur Championships many times.

over 30 years. The proximity of the sea and the protection of the surrounding hills mean that Is Molas is blessed with a microclimate ideal for golf 12 months of the year.

2022 Ryder Cup host Marco Simone

LIGURIA

A GOLFING NATION COMES OF AGE

In queste due pagine e nelle successive, alcuni dei numerosi articoli pubblicati grazie a Italy Golf & More sulla stampa estera specializzata del golf europeo.

GOLFNEWS.CO.UK

EMILIA ROMAGNA

ITALY

Boasting a huge variety of quality golf courses, set in diverse and beautiful landscapes, combined with stunning cities, a rich cultural heritage, mouth-watering cuisine and fine wines, the host nation of the 2022 Ryder Cup is ready to welcome the world’s golfers

109

S H O R T H A U L | I TA LY

PIEDMONT Rich in history, culture and beauty, Lombardy abounds in UNESCO World Heritage Sites, but is also known as the region of great lakes and mountains. Home to Milan, it’s equally renowned for innovation and creativity in fashion, art and design, while it deserves a special mention for the great variety and high quality of its food and wine. With more than 60 golf courses scattered across the area — 28 of which feature 18, 27 and 36 holes — there’s a wide range to choose from. Some of the biggest international golf events have taken place around Lake Como, with its spectacular views, while Lake Garda is one of the best-known golf destinations in Europe, with stunning scenery from every tee. in-lombardia.com

108

Mountain views at Bogogno in Piedmont

VENETO

LOMBARDY

The region that forms the heel of Italy in the southeastern tip of the country is famous for its golden beaches, the Baroque town of Lecce, the conical-roofed trulli houses around Alberobello, the ruins of the antique Messapian city of Egnazia and the coastal dunes of Torre Canne and Torre San Leonardo. Golfers can play on several 18-hole courses, many designed by renowned architects, but for one of the best complete with academy and spa, head to the DoubleTree by Hilton Acaya Golf Resort near Lecce, nestled between a natural reserve and the Adriatic Sea. Meanwhile, at San Domenico Golf, home to the PGA European Challenge Tour Grand Final, beginners can learn to play in under a week, with four hours’ tuition a day and the promise of completing 18 holes on the last day. weareinpuglia.it

ancient city of Egnathiam, which dates from the fifth century BC, and the Savelletri marina. From the 8th hole you can see part of the necropolis, where ruins from the fifth century BC to the third century AD have been discovered. While playing the beautiful Circolo Golf & Tennis Rapallo, take time to admire the picturesque ruins of the Monastery of Valle Christi adjacent to the 7th hole.

nine-hole course, is centred round a stunning 11th-century castle and offers views of the dome of St Peter’s Basilica. Italy boasts Pompeii, the Vatican, the Leaning Tower of Pisa, the Colosseum and Florence Cathedral within its borders. It’s little surprise it has more UNESCO World Heritage Sites than any other nation, and several other golf courses offer up intriguing vantage points to admire Italy’s architectural delights. Named as Italy’s best course by several golf magazines, Royal Park Golf & Country Club is set in a mature forest, framed by the Alps in La Mandria Regional Park close to La Reggia di Venaria (Royal Palace of Venaria). San Domenico Golf Club nestles between the

48

While this region on the north west coast along the Italian Riviera may be best known for charming seaside villages like Portofino and Cinque Terre, the old town of Genoa, bursting with culture, has plenty to offer historians and art lovers. Pesto hails from Liguria, a region that’s also renowned for its seafood. There are several 18-hole courses strewn across the picturesque region, but don’t miss the opportunity to play at Golf Club Garlenda — named among the 10 best golf destinations in the world by The Sunday Times, the 18-hole course is surrounded by ancient olive groves and pine forests and lies just a short walk from many magical hotels on the Italian Riviera. liguriagolf.com turismoinliguria.it/en

PUGLIA

within the majestic Monza Park and its 685 acres of forest. Home favourite Francesco Molinari memorably pipped the then Masters Champion, Danny Willett, to the title by a single shot here last year to become the first Italian to win his national Open twice since the event became part of the European Tour in 1972. Molinari is one of three Italians to have played in the Ryder Cup, along with brother Edoardo and Costantino Rocca, the most capped of the trio, having played in 1993, 1995 and 1997. The 2022 Ryder Cup has been awarded to the Marco Simone Club in Guidonia, 17 miles north-east of central Rome. The club, which has an 18-hole championship course and a

creating a nature lovers’ parade of crystalline skies and enchanting valleys. The mountainous landscape has not only formed a historic boundary, along which imposing fortifications and medieval abbeys now lie waiting to be explored, but has also created a golfing paradise, within which four of Italy’s finest five courses can be found. Not only are many of the courses set in areas of outstanding natural beauty, but they are also an excellent starting point for discovering a region of Italy with much to offer: cities rich in art, history and

(translated as ‘peasant cooking’) offering more rustic fare. Ideal for couples and families looking for more of a resort-based holiday, visitors

daily direct flights to the main Italian international airports like Milano Malpensa, Roma

stay in a selection of luxury resorts converted from former monasteries and old watchtowers, many of which have links to the golf courses,

Fiumicino, Torino, Venice,

while the traditional Puglian conical-shaped houses also make for interesting places to visit and stay.

Bologna, Pisa, Palermo,

Offering fabulous sea views, myriad bunkers and fierce rough, San Domenico’s 6,986-yard course is fit to test the best, as it has done as the

Golf Club Biella is an English-style country club with a course laid out in a natural landscape by John

■ CAPTION

Geographically and culturally, the area is closer to Greece than Italy, and the food is also not typically Italian, with its ‘cucina povera’

the bunch are the first two, which offer a balance between challenging championship golf and a more accessible holiday layout.

world’s choicest food and wine.

located between Lake Orta and Lake Maggiore and features two 18-hole courses designed by acclaimed

significant growth in visitors in recent years, many of whom are drawn to its elegant hotels, quiet beaches, and unspoilt villages.

There are five attractive 18-hole courses in the region, including San Domenico, Acaya, Riva dei Tessali, Metaponto and Barialto. The pick of

culture, unspoiled countryside, soaring Alpine peaks and wide valleys, pristine lakes and some of the

Brindisi, while as many as 20 British airports have direct flights to Italy.

former venue for the Challenge Tour’s Grand Final. It’s located just back from the shoreline,

Morrison. It is regularly rated among Italy’s finest layouts and the same is true of Bogogno, which is

■ PORTOFINO

LOCATED IN THE SOUTH-EASTERN CORNER OF ITALY, yet with easy access to the coastal airports at Bari and Brindisi, Puglia is enjoying a

■ CASTEL CONTURBIA, PIEDMONT

American architect Robert von Hagge – the Del Conte and the Bonora. Named as the best golf course in Italy by numerous golf magazines, Royal Park is set in a mature forest, framed by the Alps in La Mandria Regional Park. Right next door is Torino, which encompasses two courses, both characterised by their

so expect testing breezes in the afternoon. Acaya Golf & Country Club, part of a Hilton resort and home to a Costantino Rocca Academy, boasts open fairways and receptive greens. It’s a good choice for golfers of more moderate ability, although it still presents a challenge off the back tees.

setting of mature trees fringing the holes and fairways, and natural water hazards comprising streams and small lakes. Turin boasts an artistic and architectonic heritage spanning from Roman times to la Belle Époque: every corner is a surprise, an encounter with art and culture thanks to its numerous art galleries, churches, palaces, opera houses, gardens and prestigious museums. As with every Italian encounter. it is the food that will linger longest in the memory, and Piedmont will astound visitors with the intensity and variation of its flavours. The true star of Piedmont’s cuisine is the white truffle of Alba, while the region’s collection

Piscicelli 6.indd 56

THE PARTNER REGIONS OF THE ITALY GOLF & MORE PROJECT INCLUDE FRIULI VENEZIA GIULIA, LOMBARDY, PIEDMONT, LAZIO, VENETO, LIGURIA, EMILIA-ROMAGNA, PUGLIA, SICILY, SARDINIA, MARCHE AND UMBRIA. FOR MORE INFORMATION, VISIT WWW.ITALYGOLFANDMORE.COM.

■ PUGLIA

10/11/17 13.04


BILANCI

Turismo golfistico

PROIEZIONE 2017 REGIONI

CAMPI DA GOLF GREEN FEE STRANIERI

Lombardia Piemonte Veneto Sicilia Trentino Alto Adige Toscana Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Puglia Lazio Liguria Sardegna Campania Umbria Abruzzo Marche Valle d’Aosta Basilicata Calabria Molise

28 18 19 5 5 12 16 7 4 11 4 4 1 2 3 1 1 1 0 0

175.000 130.000 80.000 60.000 55.000 50.000 45.000 30.000 20.000 20.000 14.000 10.000 4.000 3.000 2.000 1.000 1.000 0 0 0

TOTAL

142

700.000

57

Golf Destinations” nei cataloghi e nei siti internet degli operatori contattati, è stato anche vero che in queste occasioni di confronto sono emersi aspetti e fattori sui quali dovremo migliorare e anche tanto negli anni che ci separano dalla Ryder Cup del 2022 di Roma. I 142 Circoli di golf italiani con almeno 18 buche (questo l’oggetto della promozione turistica fatta negli ultimi anni) sono ancora principalmente Circoli di soci con tutte le problematiche anti-turismo che li accompagnano: le troppe gare settimanali, il giorno di chiusura ed i diritti dei soci di usufruire del campo nelle ore migliori della giornata e nei fine settimana. Con l’aumento degli arrivi degli stranieri queste problematiche andranno fatalmente a cozzare molto presto contro le giuste pretese dei turisti, ai quali poco importa se per i Circoli italiani l’organizzazione di tante gare rappresenta una fonte di entrata decisiva per il proprio bilancio. Occorrerà decidere molto presto quale strada prendere, se quella di un aumento dei soci e delle attività a loro dedicate oppure quella del turismo, che però richiede tutta una serie di accorgimenti e di attenzioni decisamente diverse da quelle attuali (booking on line dei tee time, più disponibilità nei giorni festivi, più golf cart e più moderni, noleggio bastoni di maggiore qualità e più aggiornati, segnaletica in inglese, menu del bar e del ristorante in inglese e così via…).

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10/11/17 13.04


58 corner dedicato al golf in tutti i momenti promozionali pianificati all’estero dal nostro Ente del Turismo nazionale. Il prossimo triennio sarà dunque decisivo per il consolidamento del turismo golfistico nazionale, ma per ottenere risultati ancora migliori sarà assolutamente necessario passare dalla fase attuale che potremmo definire “promozionale – divulgativa” ad una fase più aggressiva, quella della commercializzazione e della vendita diretta dei pacchetti golf da parte di tutti gli operatori italiani interessati a questo segmento così in crescita. Sono ancora troppo poche le Regioni, i Consorzi ed i singoli Operatori che di fatto non si limitano a “promuovere” la propria offerta turistico – golfistica ma che propongono sul mercato pacchetti e offerte aggressive e

Nel frattempo però il progetto congiunto Italy Golf & More - Federazione Italiana Golf va avanti con il coinvolgimento dell’Enit chiamato a gran voce a fare la sua parte, ora che i finanziamenti Ministeriali per il progetto sono terminati alla fine del 2017. In alcune recenti riunioni romane le 12 Regioni di Italy Golf & More hanno accettato di investire ancora risorse nel progetto per i prossimi tre anni e insieme alla Federazione Italiana Golf sono riusciti a convincere Enit a prendersi carico di tutta l’organizzazione della presenza del turismo golfistico italiano nelle fiere di Golf e negli Open di Golf dei prossimi anni. E accanto a questa, preparare la pianificazione di Workshop e presentazioni agli operatori internazionali ed alla stampa specializzata, con la presenza di un

Advertorial feature

Getting there Italy is ideally connected to UK with a lot of direct flights available all year long, via both British Airways and Alitalia as well as low- cost companies like Ryanair and Easyjet. These companies have daily direct flights to the main Italian international airports like Milan Malpensa, Rome Fiumicino, Turin, Venice, Bologna, Pisa, Palermo, Brindisi and so on – as many as 20 British airports have direct flights to Italy, so there has to be one near you. Then, hire a car and explore this wonderful country at your leisure. The network of roads is comprehensive and, outside the main cities, uncrowded. So you will love discovering everything that Italy has to offer.

The lure of a golf holiday in Italy, host of the 2022 Ryder Cup, is stronger than ever. taly is Europe’s great undiscovered golf destination. It is home to no fewer than 141 18-hole courses, including some of Europe’s finest; in Golf World’s benchmark 2015 ranking of the finest courses in Europe, 14 were in Italy.

Six were in the Top 100 with a further eight in the high-calibre ‘Next 100’. Yet this quality is still on offer for tremendous value, with green fees on average about 50 per round. Its hosting of the 2022 Ryder Cup adds further credibility to Italy’s status as a major golfing force.

I

ITALY QUALITY AND QUANTITY

TRAVEL ESSENTIALS

Living ‘La Dolce Vita’ This diverse country offers the opportunity to play golf all year round with an incredibly varied selection of regions from north to south and from ‘highlands’, lakes and islands. Off the course, its world-renowned cities, history, culture and gastronomy

SHORT HAUL | ITALY

FOCUS ON ITALY

There’s something for everyone in a country that provides some of Europe’s very best golf VENETO FRIULI VENEZIA GIULIA

LOMBARDY

EMILIA ROMAGNA

taly is Europe’s great undiscovered golf destination. It is home to no fewer than 141 18-hole courses, including some of Europe’s finest, and offers great value with green fees all between €40 and €80 a round. But undiscovered destinations tend to gradually become discovered, and so it is proving for Italy as foreign golfers are increasingly drawn to its delights. Italy attracts 600,000 foreign green fees every year but that number is growing. Although golf is expanding in Italy, the local market is still not that strong, presenting excellent opportunities to the holiday golfer who will discover perfectly maintained courses, a warm welcome and plenty of green fee availability. The uncrowded courses allow for an enjoyable, relaxing round. Italy offers the opportunity to play golf all year round with a diverse selection of courses from north to south, and from highlands to lakes and islands. Away from the course, there is plenty to enjoy in a country famed for its history, architecture, culture, gastronomy and captivating cities. Flight times from the UK compare very favourably to southern Spain or Portugal, with plenty of flights available all year round, whether with British Airways, Alitalia or low-cost carriers such as Ryanair and Easyjet. There are daily direct flights to the main Italian international airports from no fewer than 20 British airports.

I

PIEDMONT

LIGURIA

PUGLIA

The climate Italy’s weather varies considerably from the north to the south of the country. In the north – between the Alps and the Tuscan-Emilian Apennines – the climate ranges from very cold winters to very hot, humid summers. By May it is 71.6° and it is still in the 70s throughout September. Winters are not especially wet. In the centre the climate is milder, with a smaller difference in temperature between summer and winter and a shorter and less intense cold season. Summers are longer, but the humidity found in northern cities is mitigated by the sea. There is markedly little rain between March and September inclusive. In the south and the islands winters are never particularly harsh, and spring and autumn temperatures are similar to those reached in the summer in other areas of Italy. It rarely dips below 50˚C even in January and the summers are in the mid 80s. Rainfall May to September is negligible.

Asiago is set high up among peaks and pine forests.

LAZIO

S I C I LY

Advertorial feature

w w w. i t a l yg o l f a n d m o re . c o m

42

Marco Simone will host the 2022 Ryder Cup

Golf Club Tarvisio

course and nine-hole course are centred around a stunning 11th-century castle. The main course will undergo reconstruction for the Ryder Cup. “The plans are spectacular and run alongside the commitment to develop all levels of golf in Italy,” Pelley explained. Skilled and complicated shaping work has already begun to transform the old hunting and grazing paths into an exciting succession of holes, while maintaining the original features. Jim Fazio’s skilful design sees both nines starting and ending by the splendid clubhouse. Thanks to a wide variety of tees, the layout can provide a challenge for both beginners and professionals. The course is likely to form part of Rome’s bid for the 2024 Olympics, too, in which Rome is competing against Paris, Los Angeles and Budapest. Italy is already known as a fantastic destination for holidays, famed for its gastronomy, history, culture, beaches, spas, walking and cycling. But few people are yet familiar with Italy’s golf courses, which are spread thoughout the country, though mainly in the north and centre. There are some excellent golf resorts, too, in the south and on the islands, mainly in Sicily, Puglia, Sardinia and Lazio. Veneto (golfinveneto.to) started to alert people to Italy’s golfing wonders when it won ‘Best Undiscovered Golf Destination of the Year 2013’ from the International Association of Golf Tour Operators. Whatever you want from a golf course, the wonderful Asolo, 45 miles

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43

SHORT HAUL | ITALY

offer a myriad attractions when not playing golf for every visitor, whether mixed couples, golf groups or families. It’s safe, enjoys fantastic weather for at least six months of the year and is exceptionally accessible, with 20 airports in the UK now operating regular flights (of barely two hours) to all parts of Italy.

San Domenico is one of Puglia’s stars.

So it’s little wonder that Italy is beginning to register on golfers’ radars, and this is likely to really gather pace as the country is hosting the 2022 Ryder Cup at the Marco Simone Golf & Country Club in Rome. Italy beat bids from Germany, Spain and Austria for the right to host the 44th edition. It will be the third time the event has been staged in continental Europe, after Valderrama in Spain in 1997 and Le Golf National in Paris in 2018. European Tour chief executive Keith Pelley said: “History has shown that the Ryder Cup is pure theatre and there is no question that the Eternal City of Rome will provide a wonderful backdrop for one of the great occasions in world golf.” The Jim Fazio-designed course in Guidonia, 17 miles north-east of Rome, hosted the 1994 Italian Open and offers views of the dome of St Peter’s Basilica. Marco Simone’s 18-hole championship

Tarvisio is a design by Marco Croze.

High-class golf courses

There are 141 golf courses spread all around Italy. While there are courses in every region – as the map to the left illustrates – the majority are in the north and centre of the country. However, there are also some excellent resorts in the south – led by the Puglia and Lazio (Rome) regions – as well as on islands such as Sicily and Sardinia. Across the nation, there is an incredibly diverse range of golf courses – from traditional parklands in and around the vibrant cities to great linksstyle tracks close to the sea Italy Golf & More is and mature venues close to a collabo private sector partner regionsration between the key holiday Italian Federation , the Italian and the Ministry Golf locations. All golfers can joined in a of Tourism seven-figure , who have awareness, investment find their dream golf and future to increase golf tourism markets to course in Italy given the from key Italy. The Europea partner Lombardy, regions are n Piedmont, long list of possibilities made up Veneto, Liguria, Lazio, Friuli Venezia Giulia,of Emilia-Romagna to explore. While golf in who togethe , Puglia r boast and Sicily Italy is highly progressive, – with 11 further 112 of Italy’s golf courses – regions falling the country’s courses are investment under the of the Italian Golf Federat not yet overcrowded. There Visit italygo ion lfandmore.com are only 90,000 players for for futher details. more than 400 courses and that means plenty of tee-time availability for visiting international golfers. And a warm welcome, because unlike elsewhere in Continental Europe, all the best Italian courses have long welcomed international golfers... and every day they welcome an increasing number of overseas visitors.

INTR ODU CIN G ‘ITA LY GOL F & MOR E’

ITALY’S COURSES AT A GLANCE

An exciting time for Italy

It goes without saying that there is a lot of excitement in Italy with Ryder Cup 2022 in mind. The Italian government and eight ministries have supported the Italian bid while the President of the Italian Tourist Board, Evelina Christillin, is a passionate golfer. The ‘Italy Golf & More’ project not only has the support of the government and the tourist board but also Itay’s most famous golfers such as the Molinari brothers and Matteo Manassero. They are involved in the ‘Italy Golf & More’ project and are fantastic ambassadors for their country all around the world, encouraging people to witness the beauty of Italian courses.

WANT MORE INFORMATION? VISIT WWW.ITALYGOLFANDMORE.COM

This mix of Ryder Cup 2022, golf tourism efforts by the Italian Golf Federation and the investments by ‘Italy Golf & More’ are combining effectively with the wonderful courses on offer. As many as half a million golfers travel to Italy to play the game every year – and this number is dramatically growing month by month thanks to the ‘Ryder Cup effect’ as well as political problems endured by some other golf destinations. One of the other reasons is the courses’ tremendous value; if you thought Italian courses were expensive, think again! Green fees on the 141 18-hole courses in Italy are all between 40 (£32) and 80 (£64), which equals terrific value given they are championship courses designed by famous architects and in superlative condition.

Attractions off the course

Of course, Italy is known worldwide as a fantastic destination for holidays in general. Everybody knows of Italy’s legendary reputation for gastronomy, history, culture, beaches, spas, walking and cycling. It has cities that boast staggering architecture, amazing shopping and glitzy, varied evening entertainment. It has sun-kissed beaches and beguiling lakes. It has natural beauty matched by few countries in the world. It has the best ice cream and the best pasta... Italy is not short of attractions for the non-golfer. So, the quality courses, the great green fee rates and the availability of its golf courses mean more of us should be combining a holiday with a bit of golf too. Why wouldn’t you take your clubs with

from Venice, probably has it. If your golfing checklist includes good-quality greens, fairways and tees, an interesting and varied design, splendid views, welcoming staff and friendly service, Asolo ticks all the boxes. Friuli Venezia Giulia (turismofvg. it) is Italy’s most north-eastern region, bordering Austria, Slovenia and the Adriatic Sea. Here you can soak up Italy’s beguiling combination of history and great golf. Trieste, Friuli Venezia Giulia’s first club, was founded by allied troops immediately after the Second World War. It looks out over a delightful panorama of the Gulf of Trieste. Castel d’Aviano Golf Club lies within the Natural Park at Villa Policreti, an architecturally interesting 16th-century building. Castello di Spessa is dominated by a 13th-century castle with 14 rooms and a suite furnished with antique furniture, all overlooking the vineyards surrounding the layout. The beautiful central region of Emilia Romagna (emiliaromagnagolf. com) boasts many fine cities. It is also well situated for Florence, Venice and Milan. The 27 holes at the charming Adriatic Golf Club Cervia wind through pine forests and salt lakes in a setting of rare natural beauty not far from the sea. Modena is a Bernhard Langer design. Its wide greens, winding fairways, large bunkers and numerous water

you when heading for Rome or Venice, the southern beaches or northern lakes? Combining a trip to these iconic, worldfamous holidays destinations with a couple of rounds of golf makes for the perfect visit to one of the world’s most alluring countries. ■

AND DOWNLOAD THE BROCHURE TO LEARN MORE ABOUT THE REGIONS

hazards provided a fitting challenge to competitors in the 50th Italian Open. Liguria (liguriagolf.com; golfinliguria.it) is a coastal region of north-western Italy known for its beaches, towns and more than 210 miles of coastline. Its landscape is a perfect setting for courses such as Circolo Golf, which is laid out on the hills by Sanremo and offers magnificent views out to sea. Garlenda in the Lerrone Valley – one of the most picturesque in the Ligurian hinterland – is surrounded by ancient pine forests. Rich in history, Lombardy (in-lombardia.com) has ten UNESCO

The stunning San Domenico

Adriatic Golf Club Cervia has 27 beautiful holes

sites. But it is also known for its lakes, mountains, food and the boutiques of Milan’s fashion district. With more than 60 clubs, Lombardy is the Italian region where golf is most widespread. Among these clubs is Villa d’Este, which lays claim to being one of the most difficult par-69 layouts in Europe. The clubhouse has outstanding views over Lake Como. Monticello has two 18-hole courses and has hosted the Italian Open seven times. It also features two restaurants, swimming pools, a kids’ club and five tennis courts. Gardagolf Country Club has 27 holes and has hosted two Italian Opens.

Golf is well established in Piedmont (piemonteitalia.eu; federgolfpiemonte.it) too, which also has more than 60 clubs. Many are in areas of outstanding natural beauty, and are a good starting point for discovering a region with much to offer: cities rich in art, history and culture; unspoiled countryside and pristine lakes. Piedmont lies at the foot of more than 30 Alpine mountains, which provide a dramatic backdrop for the region’s courses – for example, Monte Rosa at Castelconturbia. Circolo Golf Bogogno is set in the countryside between Lake Orta and Lake Maggiore, and also has a splendid view of Monte Rosa. Its two 18-hole courses play over real up-and-down terrain. Des Iles Borromees has views over the Sempione and Val Grande mountains,

together with four lakes, all set against the Canton Ticino Alps. Sicily (regione.sicilia.it/turismo; visitsicily.info) is home to heavenly beaches and majestic mountains. Mount Etna is Europe’s largest active volcano and one of the main tourist attractions. For a superb close-up view of Etna – one of Sicily’s nine UNESCO World Heritage Sites – head to Il Picciolo Etna Golf Resort, where the course is laid out on the volcano’s slopes. Along with a round of golf, you can take excursions to explore Mount Etna’s beautiful landscape with its typical Mediterranean vegetation. Verdura Resort has 45 holes in the valley of the River Verdura, laid out between olive and lemon trees. It is a luxury oasis immersed in the peace of the Sicilian countryside, far from the more traditional tourist routes. The region of Lazio (visitlazio. com) lies in central Italy. Its 250-mile long coast is mostly sandy with rocky stretches, and blessed with pleasant seaside resorts offering accommodation to suit all tastes. Lazio is home to Italy’s oldest golf club, Circolo del Golf di Roma Acquasanta, which dates back to 1903. In its early days its members were mainly British and American diplomats

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The Verdura Resort in Sicily: a luxury oasis

Bottom left: Circolo Golf Ulivi near Sanremo; Bottom: Castelconturbia

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and, until 1929, the AGM minutes were written in English. This October the Challenge Tour visits Terre dei Consoli, 20 miles north of Rome, with players competing for a €250,000 prize fund. This Robert Trent Jones II design, built in 2013, plays over rolling terrain and through natural wetlands. Puglia (viaggiareinpuglia.it) is a special place for golf, with its beguiling combination of historic surroundings and natural features. This coastal region of southern Italy has the Adriatic Sea on it eastern coast, the Ionian Sea on its south-eastern coast and the Strait of Òtranto and Gulf of Taranto to the south. Its lower section, the Salento peninsula, forms the heel of Italy’s boot. San Domenico nestles between the ancient city of Egnathiam, dating from the 5th century BC, and the Savelletri marina. The course is flanked by the Adriatic Sea and has a links feel, with the wind one of its key defences. From the 8th hole you can see part of the Necropolis, a site where ruins dating from the 5th century BC to the 3rd century AD have been discovered. It is just one of many perfect places in Italy to combine a love of golf with an appreciation for this enchanting country’s rich history and culture.

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A DV E RTO R I A L Tarvisio, Friuli Venezia Giulia

Asiago, Veneto

A DV E RTO R I A L San Domenico, Puglia

Details

Bogogno, Piedmont

Verdura, Sicily

Is Molas One of Sardinia’s true gems.

La Pinetina, Lombardy

To help plan your golf break to Italy’s fabulous golf courses – plus its sun-kissed beaches and breathtaking lakes, iconic landmarks and sumptuous food – go to italygolfandmore.com for more details.

Modena, Emilia Romagna

10 reasons to visit Italy Parco dei Medici, Lazio

1.Terrificaccess There are 20 airports in the UK alone now operating regular flights to all parts of the country, including key hubs such as Milan Malpensa, Rome Fiumicino, Turin, Venice, Bologna, Pisa, Palermo, and Brindisi. Then, hire a car and explore this wonderful country at your leisure. The network of roads is comprehensive and, outside the main cities, uncrowded.

2.Awidechoice There are 141 courses to choose from and with still only around 90,000 Italian golfers – so overcrowded fairways are not a problem and there is plenty of tee-time availability. Within those 141 options you have a mix of classic parklands, classy woodlands, coastal splendour

Pevero, Sardinia

Living ‘La Dolce Vita’ The lure of a golf break in Italy, host of the 2022 Ryder Cup, is stronger than ever.

I

taly has long been a good shout as Europe’s greatest undiscovered golf destination, but word is slowly getting out. As the host of the Ryder Cup in 2022, a light is increasingly being shone on the country’s golf offering... and from the hard-toplease connoisseur to the beginners’ eye, it is a deeply impressive collection.

The country has nearly 150 18-hole courses with a good geographical spread, even if the north of the country is home to most of the best-known venues. Here, sit some of Europe’s finest, a fact that was illustrated in Golf World magazine’s benchmark ranking of the finest courses in Europe last month. Six Italian courses remained in the Top 100

itself, with an enlarged presence in the ‘Next 100’, illustrating that Italy has significant strength in depth to its golf courses. In total, there are 15 courses ranked among the Top 200 across the whole of Continental Europe – and that significant figure is representative and illustrative of the excellence of Italy’s golf courses.

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Helping Italy enjoy such significant Top 100 recognition is a diverse landscape that offers the opportunity to play the game in spectacular settings that range from lakes to ‘highlands’ and parklands to islands. And despite such a high calibre of course on offer, they do not cost the earth, with an average green fee across the country of £50. Green fees on the 141 18-hole courses in Italy are all between €40 (£32) and €80 (£64), which equates to terrific value given they are championship courses designed by famous architects and in superb condition. If the lure on the courses is significant, the trimmings that go with them might be even more attractive: the iconic cities and their

tourist attractions; the food; the wine;, the culture; the football; the beaches... the list goes on. Italy’s diverse appeal means it can comfortably offer the perfect ‘golf and more’ break for mixed couples, groups or families. Marigola, Liguria

With terrific access from the UK, a climate that ranges from very pleasant to outstanding depending on the exact location within the country, and a feeling of security, it is hardly surprising more and more golfers are the Pramerica a fine No.2. Biella ‘Le Betulle’ is realising Italy is one of Europe’s leading a terrific old design in the mountains while destinations for a golf break. Bogogno is a modern complex with two fine courses and a swish hotel. Castelconturbia Coursestoexciteeverygolfer nearby has 27 holes and a super, neat hotel. There is barely a corner of Italy without a strong golf offering. Here is a whistlestop tour In Lombardy, where Milan dominates, you of the 12 key regions, for the merest taste of can enjoy Italy’s top-ranked course at Villa d’Este and combine your round with a day at what you can expect to discover in them. stunning Lake Como. Golf Club Milano is an Piedmont, where Turin is the key city, boasts 36 holes at Royal Park – ‘I Roveri’ – eight-time host of the Italian Open too. with the Trent Jones a Top 100 fixture and ➔ Your can find your own secret star in the lower-profile regions of Liguria (four 18-holers and a value golf pass), Umbria (two courses, Antognolla by Trent Jones, and Perugia) or at Il Conero and several nine-holers in Marche. You can also find a little piece of paradise in: Emilia Romagna, which stretches from the Adriatic virtually the width of Italy; in the

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varied landscape of sea, mountain and hills in scenic Friuli Venezia Giulia; or unique Veneto, which has 43 courses packed into its region. In the Lazio region that will host the Ryder Cup in five years’ time – at the reworked Marco Simone course just 10 miles from the Vatican – there are further spoils, notably the Olgiata course, which is 15 miles from Rome and is a classic, tree-lined parkland. In the south, Puglia includes the swish San Domenico Golf on the edge of the Adriatic Sea, while the islands of Sicily – with seven 18-holers including several fantastic resorts – and Sardinia, where Pevero and Is Molas lead the way, have tonnes of character and charm.

Growing in popularity Helped by the emergence of Italy Golf & More

– the first pan-Italian international promotional project for golf – 18 months ago, Italy’s golf reputation is growing fast. The number of international green fees booked has risen by around 25 per cent in the last two years. Italy Golf & More not only has the support of the government and tourist board but also Itay’s most famous golfers such as the Molinari brothers and Matteo Manassero. As many as half a million golfers travel to Italy to play the game every year – and this number is growing month by month thanks to the ‘Ryder Cup effect’ as well as the security offered in Italy compared to other key golfing destinations. It’s time to experience this rapidly growing golf destination for yourself... or make a return trip if you’ve already tasted ‘La Dolce Vita’.

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Piscicelli 6.indd 58

and American-style target golf courses dominated by water.

3.HighlandsandIslands One of the great advantages Italy has as a destination – both for golfers and non-golfers – is its majestic natural scenery. From the mountainous scenes and breathtaking lakes in the north of the country to the beguiling islands of Sardinia and Sicily, it has natural beauty matched by few countries in the world. The difficult part is in deciding which jaw-dropping area to visit next...

4. Fascinatinghistory Millions of tourists visit Italy each year to soak up the culture and history of one of the great countries of the world. From the myriad legendary landmarks of Rome to the shops and Duomo

cathedral of Milan and the statuesque robustness of onetime capital Turin, there are handsome cities to visit aplenty. Or others might base a trip around the art, style and unique appeal of Florence or Venice.

a shorter and less intense cold season. In the south and the islands winters are never particularly harsh, and spring and autumn temperatures are similar to those reached in the summer in other areas of Italy.

5. Gloriousfood

8. Sportscars

It has the best ice cream and the best pasta in the world. What more do you need to know?! One of the great attractions of Italy is in savouring a slice of pizza from a street stand or a scoop of ice cream from a little hatch in the wall. It will cost you buttons but will be the most delicious you’ve ever eaten. Truly great food is not expensive in Italy.

Italy’s cities boast staggering architecture, amazing shopping and glitzy, varied evening entertainment. But what’s wrong with your group simply heading for a tour of the Ferrari factory? Who needs deep culture when you get to delve into the history of one of the iconic teams in world sport? It isn’t just Petrol Heads that will love it here.

6. Fabulouswine Along with France and Spain one of Europe’s main wine producers, you will enjoy local tipples wherever you travel to. Courses are often located next to vineyards, so the wine really does not have long to travel. Italian beers are also now popular too.

7. Superbclimate The north has very cold winters and hot summers. Winters are not especially wet. In the centre the climate is milder, with a smaller difference in temperature between summer and winter and

9. Top-classfootball Why not combine your golf trip with a match at one of the giants of Serie A? This is most easily done in Turin – home to Juventus – or at one of the two superstar clubs of Milan. Lazio and Roma are good bets in the capital yet it is just as enjoyable to head for one of the smaller Serie A grounds in the provinces.

10. Gloriousbeaches A glance at the amount of coastline Italy enjoys is a good guide as to the amount of beaches it offers. Lower-profile Liguria is one region where this is a real attraction, in addition to the obvious sandy expanses of the islands. Italy also has the weather to properly enjoy them with too.

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BILANCI

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Turismo golfistico ANZEIGE

competitive nei tempi e nelle modalità richieste dal mercato. In quelle Regioni dove ancora si fa fatica a vedere sul mercato una chiara proposta di vendita dell’offerta golf, i Comitati Regionali della Federazione Italiana Golf dovranno spendere tempo ed energie per convincere il settore pubblico che senza una vera e propria commercializzazione la semplice promozione servirà a poco e niente e risulterà inadeguata alle richieste del mercato. Occorrerà continuare senza sosta a spiegare che il settore del turismo golfistico rappresenta una formidabile possibilità di crescita per l’indotto e per i territori sui quali insistono i campi da golf. Bisognerà chiedere al settore pubblico che investa risorse decisamente superiori a quelle attuali, senza timore di venir attaccati su posizioni ideologiche farcite di una demagogia ormai obsoleta e fuori dai tempi, ma che abbiamo purtroppo riscontrato largamente in occasione delle polemiche di questi ultimi 12 mesi sull’argomento Ryder Cup 2022. L’Italia del turismo golfistico ha imboccato una strada virtuosa che sta già portando buoni risultati, ma il cammino è ancora molto lungo e pieno di ostacoli. Ci sarà bisogno del lavoro e dell’attenzione di tutti gli addetti ai lavori per migliorare quanto fatto fino ad ora perché sappiamo bene che, in Italia, al golf nessuno regala niente!

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ITALIEN – WARUM WOANDERS SUCHEN?

Circolo Golf Is Molas, Sardegna

Schutz der umliegenden Hügel schaffen dort das ganze Jahr über ein angenehmes Klima. Die Temperatur erreicht am Frühlingsanfang 20 Grad, steigt im Sommer auf über 30 Grad und selbst im Dezember und Januar kann das Thermometer problemlos die 15 Grad erreichen. 2007 wurde Tanke Golf Villasimius vom ‚The World of Golf-Magazin’ zu einem der be-

Der 1992 eröffnete Conero Golf Club im Conero Regionalpark verdankt seine außerordentlich schöne Landschaft, seiner Lage zwischen Ginstern, Erdbeerpflanzen, Eichen und Kirschbäumen. Ein Par-17 fünfLoch-Platz erstreckt sich hier durch die wunderschöne Natur.

Geschichte und kulturelles Erbe

1898 war Couturbier in Piedmont – mittlerweile gibt es dort 16 18-Loch-Plätze – zweifelsohne eine von zwei Top-Adressen in Italien: damals gab es nur zwei Clubs. Zu der Zeit war der Platz ein Par-36 auf gut 1800 Metern. Im Laufe der Zeit hat er sich

Ligurien im Nordwesten Italiens ist eine Region, die bekannt ist für ihre Strände, Städte und mehr als 300 Kilometer Küste. Die Landschaft ist eine Leinwand für Golfplätze wie der Circolo Golf Ulivi, der über den Hügeln von Sanremo liegt und einen großartigen Blick auf das Meer preisgibt.

Golf della Montecchia, Padova

EMILIA ROMAGNA

LATIUM

Ein Land, das sich nicht nur durch seine Geschichte, Landschaft und Gastronomie auszeichnet. Neben vielen Angeboten und Aktivitäten an Familien, entLombardei wickelt sich Italien auch für Golfer zunehmend zu einem spannenden Reiseziel. Die Anzahl der Golfplätze steigt stetig bei herausstechender Qualität. Viele exklusive Clubs und Europas schönste Plätze laden zum Genießen und Entspannen ein und fördern so Italiens Golftourismus.

geändert – heute hat er 27 Löcher, wurde von Robert Trent Jones entworfen und ist bekannt als Castleconturbia – aber der gute Ruf und die positiven Rezensionen bleiben. Er wird immer noch als einer der besten Plätze in Italien geschätzt.

Die Villa d´Este in Lombardi hat europaweit den Ruf, der härteste 69-Par-Platz auf dem gesamten Kontinent zu sein. Das Clubhaus ermöglicht einen fantastischen Blick über verschiedene Bahnen und den Montorfano See. Mit mehr als 60 Golfclubs – 28 davon haben mindestens 18 Löcher – ist Lombardy die Region, in der Golf am weitesten verbreitet ist. Luxuriöse Hotels, historische Villen, umgeben von Gärten und wunderschöner Landschaft machen den Comer See zu einem idealen Reiseziel.

VENETIEN LIGURIEN

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sten neuen Kurse in Italien ernannt. Andere Top-Golfplätze befinden sich in Pevero, IS Arenas und Puntaldia. Der Antognolla ist ein 18-Loch Meisterschaftsgolfplatz gelegen im 600-hektargroßen Antognolla Estate im Herzen Umbriens – 20 Minuten nördlich von Perugia – und vor der atemberaubenden Kulisse des Antognolla Schlosses. Das Design von Robert Trent Jones zeichnet sich durch gerade Bahnen und große, hügelige Greens aus, die exakte Abschläge erfordern.

FRIULI VENEZIA GIULIA

LOMBARDEI PIEMONT

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Italien ist berühmt für seine Geschichte, Architektur, Kultur, Gastronomie und seine faszinierenden Städte. Das Land hat sich mit der Qualität seiner 141 18-Loch Golfplätze – darunter einige der besten in Europa – einen Namen gemacht. Italien bietet die Möglichkeit, in verschiedenen Gebieten von Norden bis Süden im Hochland, an Seen oder auf Inseln das ganze Jahr über Golf zu spielen. Einige neue Initiativen ermöglichen Golfern

APULIEN

SARDINIEN

SIZILIEN

noch nie dagewesenen Zutritt auf die Golfplätze des Landes. Neue Partnerschaften mit YourGolfTravel, Golf Breaks und Golf Escapes machen es einfacher als je zuvor, einen Golftrip nach Italien zu buchen. Italy Golf & More (www.italygolfandmore. com) ist ein gemeinsames Projekt von zwölf privatwirtschaftlichen Partnerregionen, der Italian Golf Federation und dem

Tourismusministerium, die zusammen eine siebenstellige Summe investiert haben, um die Popularität von Golf in Italien zu steigern. Drei neue Regionen haben dieses Jahr unterschrieben: Sardinien, Umbrien und Marche. Mit 27 Löchern ist IS Molas der größte Golfplatz auf der Insel Sardinien. Der Club öffnete 1975 und veranstaltete schon im darauffolgenden Jahr das erste Mal die Italien Open. Die Nähe zum Meer und der

Golfclub Udine Fagagna, Venetien

Die drei besonders komfortablen neunLoch-Plätze schmiegen sich in die Landschaft von Serena Veneto. Das große Clubhaus hat eine Bar, einen Spieleraum und ein Fitnesscenter mit einer Sauna, einem Trainingsbereich und einem Jacuzzi. Ebenfalls in dieser Region befindet sich der Asiago Golfplatz – ein schöner Platz, der sich durch das Plateau von Asiago zieht und direkt neben dem exklusiven Melthar Hotel liegt. Der Castel d´Aviano Golfclub in Friuli-Venezia Giulia – einem der sieben 18-Loch-Plätze in der Region, die alle eine gute Anbindung zum Flughafen haben – ist kürzlich renoviert worden. Die ersten neun Löcher liegen auf hügeligem Gebiet im Park der Villa Policreti aus dem 16. Jahrhundert. Während die neuen neun Löcher drei Seen als Hindernisse bieten. Der Golf Club Udine wird dieses Jahr vom 8.-10. September zum zweiten Mal Gastgeber der Senior Italian Open sein.

Natürliche Schönheit Emilia Romagna ist eine schöne Region im Zentrum Italiens mit 15 Clubs mit 18 oder mehr Löchern. Die 27 Löcher des charmanten Adriatic Golf Club Cervia liegen zwischen Pinienwäldern und ehemaligen Salzseen nur einen Katzensprung vom Meer entfernt. Modena ist ein Testdesign von

Bernhard Langer mit weitläufigen Greens, sich drehenden Fairways, großen Bunkern und einigen Wasserhindernissen. Lazios elf 18-Loch-Plätze liegen zwischen den Hauptstädten der Region verteilt – Rom, Viterbo, Rieti und Frosinone. Der Circolo del Golf di Roma Acquasanta stammt aus dem Jahre 1903. In seinen frühen Jahren waren seine Mitglieder hauptsächlich britische und amerikanische Diplomaten. Olgatia, außerhalb Roms gelegen, hat 27 Löcher und Ian Poulter gewann dort 2004 die Italian Open. Außerdem fand dort der World Cup statt. Puglia, Italiens östlichste Region, ist berühmt für seine faszinierende Kombination aus historischer Umgebung und beeindruckender Natur. San Domenico ist umgeben vom Adriatischen Meer und vom achten Loch des Golfplatzes hat man eine wunderbare Aussicht auf die antike Stadt. Sizilien hat bezaubernde Strände, majestätische Berge und sieben 18-Loch-Plätze in fünf Clubs. Der Ätna ist Europas größter aktiver Vulkan und einer der neun Weltkulturerben. Wer einen besseren Blick haben möchte, sollte das Picciolo Etna Golf Resort ansteuern. Genauso viel Spaß wie eine Runde Golf macht eine Erkundungstour der schönen Landschaften, Obstgärten, Weinberge und typischen mediterranen Vegetation des Ätnas.

ZEHN GRÜNDE, DEN NÄCHSTEN GOLFURLAUB IN ITALIEN ZU VERBRINGEN

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Meltar Boutique Hotel, Venetien

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2022 Ryder Cup

Adria Strand

Der Ryder Cup wird im Marco Simone Club in Guidonia geSimospielt, knapp 30 Kilometer nordöstlich von Rom. Marco Simo ne hat einen 18-Loch-Meistscharftsplatz und ein neun-LochGelände, außerdem liegt er um ein beeindruckendes Schloss aus dem 11. Jahrhundert. Für den Ryder Cup wird der von Jim Fazio designte Platz rekonstruiert. „Die Pläne sind spektakulär und gehen überein mit dem Plan, alle Level des Golfens in Italien auszubauen,“ erklärt der Chef der Europatour Keith Peiley.

Golf kann in den zentralen Regionen Italiens eine angenehme Ganzjahresaktivität sein. Das mediterrane Klima bietet heiße und trockene Sommer und warme Winter. In Süditalien gleichen die Temperaturen im Frühling und im Herbst denen, die im Rest des Landes im Sommer erreicht werden.

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Motorsport

Chervò Golf Hotel Spa

Italiens berühmtestes Motor-Dorf in Emilia Romagna hat 14 Museen, die sich mit der Autoindustrie befassen. Diese sind unter anderem das Ferrari Museum von Maranello, das neueste Museum, welches Enzo Ferrari gewidmet ist, MEF in Modena, und das Ducati sowie das Lamborghini Museum in der Nähe von Bologna.

Marco Simone Golf&Country Club, Lazio

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Die beeindruckende Landschaft bietet viele Parks, Seen, Flüsse, Berge und Strände sowie den Ätna, Europas größten aktiven Vulkan.

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Dank des Klimas und der Böden hat Italien ideale Voraussetzungen für die Weinproduktion. Mit über 2000 einheimischen Rebsorten, hat sich das Land bezüglich Auswahl und Qualität der Weine einen Namen gemacht. Jedes Jahr wetteifern Italien und Frankreich darum, wer die meisten Flaschen produziert. Und tatsächlich ist Italien für etwa ein Fünftel der jährlichen weltweiten Versorgung verantwortlich.

Übersichtliche Verhältnisse Obwohl der Golfsport in Italien sich immer weiterentwickelt, ist der lokale Markt noch nicht stark. Daher können Urlaubsgolfer sich auf anspruchsvolle Plätze freuen, die zudem eine hohe Verfügbarkeit haben. Die Plätze sind nicht überfüllt und ermöglichen so ein entspanntes Spiel.

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Antognolla Golf Club, Umbria

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Architektur

Italien kann stolz sein auf Pompeji, den Vatikan, den schiefen Turm von Pisa, das Colosseum und die Kathedrale von Florenz (um nur ein paar zu nennen), daher wird es keinen überraschen, dass dieses Land mehr Weltkulturerben hat, als jedes andere.

Ferrari Museum, Maranello

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Einfacher Zugang

Kulinarisches

Es braucht viel weniger Zeit, um nach Italien zu reisen, als nach Südspanien oder Portugal. Das ganze Jahr über sind viele Flüge verfügbar, egal ob mit British Airways und Atalia oder einem Billigfluganbieter wie Ryanair oder EasyJet. Täglich gehen Direktflüge an die internationalen italienischen Hauptflughäfen.

Auf sein kulinarisches Angebot ist Italien besonders stolz. Jede Region hat ihre eigene Küche, basierend auf lokalen Traditionen, ihrer Geschichte und den saisonalen Produkten. Typische italienische Gerichte sind Pasta, Risotto, Pizza, verschiedene Fischsorten und Fleischspezialitäten.

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Bologna

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Natürliche Schönheit

Wein Hoher Wert

Touristen können einige hervorragende Golfplätze bespielen und das für einen Teil der Kosten anderer Golfgebiete. Für 40 bis 80 Euro kann auf einigen der exklusivsten Bahnen in Europa gespielt werden.

Dolomiten

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Wetter www.italygolfandmore.com

ITALY WHY LOOK ANYWHERE ELSE?

lready revered for its history, architecture, culture, gastronomy and captivating cities, Italy is developing a reputation for the quality of its 141 18-hole golf courses, which include some of Europe’s finest. Italy offers the opportunity to play golf all year round with a diverse selection of regions from north to south – and from highlands to lakes and islands. Some fresh initiatives are giving golfers from the UK and Ireland unprecedented access to the country’s golf courses. New

A

No longer a land just defined by history, scenery and gastronomy, Italy is making strides in the golf-tourism sphere as its collection of courses continue to grow in prominence...

Latium

partnerships with YourGolfTravel, Golf Breaks and Golf Escapes have made booking a golf trip to Italy easier than ever. Italy Golf & More (www. italygolfandmore.com/en/) is a collaboration between 12 private-sector partner regions, the Italian Golf Federation and the Ministry of Tourism, who together have made a sevenfigure investment to increase

awareness of golf in Italy. Three new regions have signed up this year: Sardinia, Umbria and Marche. Is Molas, with its 27 holes, is the largest golf course on the island of Sardinia. The club opened in 1975 and hosted its first Italian Open the following year. The proximity of the sea and the protection of the surrounding hills gives Is Molas its favourable year-round climate. The temperature reaches 20°C at the beginning of spring, rises to over 30°C in summer and even in December and January it can easily exceed 15°C.

Adriatic Golf Club Cervia has 27 holes

The charming Antognolla in the heart of Umbria

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In 2007, Tanka Golf Villasimius was named by The World of Golf magazine as the best new course in Italy, and other top golf can be found at Pevero, Is Arenas and the nine-hole Puntaldia. The Antognolla is an 18-hole championship golf course set in the 600-hectare Antognolla estate at the heart of Umbria – 20 minutes north of Perugia – and against the stunning backdrop of Antognolla Castle. This Robert Trent Jones II design puts a premium on long, straight drives, and its large undulating greens reward accurate approach shots. Opened in 1992, the Conero Golf Club in the Conero Regionale Park showcases the extraordinary beauty of Marche’s countryside, as the design weaves its way past brooms, strawberry trees, oak trees and cherry trees. There is a par-17 five-hole course here, as well as the full-length layout.

H I S T O R Y A N D H E R I TA G E

In 1898, Couturbier in Piedmont – now home to 16 18-hole courses – was unquestionably one of the top two layouts in Italy: there were only two clubs at that time. Then, the layout was a par 36 of 2,000 yards. The course may have expanded over time – now it is a 27-hole affair designed by Robert Trent Jones and known as Castelconturbia - but the high reputation and good reviews remain. It is still considered one of the best tracks in Italy. Villa d’Este in Lombardy also has a European-wide reputation for being the toughest par 69 layout on the continent, and the clubhouse affords glorious views over several holes and the Montorfano lake. With more than 60 clubs – 28 with at least 18 holes – Lombardy is the region where golf is most widespread. Luxury hotels, historic villas surrounded by gardens and

Chervò San Vigilio: un importante punto di riferimento per il turismo golfistico sul lago di Garda.

2022 RYDER CUP

The sun sets over Conero in Marche

Couturbier: one of Italy’s best golf courses

beautiful scenery make Lake Como an ideal destination. Liguria in north-west Italy is a region known for its beaches, towns and more than 210 miles of coastline. Its landscape is the canvas for courses such as Circolo Golf Ulivi, which rolls across the hills by Sanremo and offers magnificent sea views. The highly enjoyable trio of nine-hole layouts at Asolo nestle into the serene Veneto countryside. The extensive clubhouse has a bar, games room and fitness centre offering a sauna, gym and jacuzzi. Also in this region is Asiago Golf Course – a beautifully presented layout that flows through the plateau of Asiago and settles next to the exclusive, intimate Melthar hotel. Castel d’Aviano Golf Club in Friuli-Venezia Giulia – one of seven 18-hole courses in the region, all of which are located within easy reach of airports – has recently been renovated. The front nine is on hilly ground inside the park of the 16thcentury Villa Policreti, while the new back nine has three lakes to contend with. Golf Club Udine, meanwhile, will host the Senior Italian Open for the second time from September 8-10.

N AT U R A L B E A U T Y

Emilia Romagna is a beautiful region in central Italy with 15 clubs of 18 holes or more. It is also well situated for Florence, Venice and Milan. The 27 holes of 126

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10 REASONS TO CHOOSE ITALY FOR YOUR NEXT GOLFING HOLIDAY the charming Adriatic Golf Club Cervia flow through pine woods and past salt lakes just a short distance from the sea. Modena is a testing Bernhard Langer design with wide greens, twisting fairways, large bunkers and several water hazards. Lazio’s 11 18-hole clubs clubs are spread around the region’s main cities – Rome, Viterbo, Rieti and Frosinone. Circolo del Golf di Roma Acquasanta dates from 1903. In its early days its members were mainly British and American diplomats. Olgiata, just outside Rome, has 27 holes and Ian Poulter won the Italian Open here in 2004. It has also hosted the World Cup, as has Golf Nazionale. Puglia, Italy’s most easterly region, boasts a beguiling combination of historic surroundings and natural features. San Domenico is bordered by the Adriatic Sea and has a links feel, and you can see part of the ancient Necroplois from the 8th hole. Sicily is home to bewitching beaches, majestic mountains and seven 18-hole courses at five clubs. Mount Etna is Europe’s largest active volcano and one of nine World Heritage sites on the island. If you want a close-up view, head to Picciolo Etna Golf Resort. As well as enjoying a round of golf here, you can take excursions to explore Mount Etna’s beautiful landscape with its vineyards, orchards and typical Mediterranean vegetation.

The Ryder Cup will be played at the Marco Simone club in Guidonia, 17 miles north-east of central Rome. Marco Simone has an 18-hole championship course and a nine-hole layout, and is centred around a stunning 11th-century castle. The Jim Fazio-designed course will undergo reconstruction for the Ryder Cup. “The plans are spectacular and run alongside the commitment to develop all levels of golf in Italy,” explains European Tour chief executive Keith Pelley.

One of Planeta’s wine estates in Sicily

G R E AT VA LU E

Golf can be a comfortable year-round activity in Italy. In the central regions, the Mediterranean climate delivers hot, dry summers and warm winters. In southern Italy, the spring and autumn temperatures are similar to those reached in the summer elsewhere in Italy.

U N C LU T T E R E D C O U R S E S

Although golf is expanding in Italy, the local market is still not that strong. As such, the holidaying golfer will find competitive rates with plenty of availability. The uncrowded courses allow for an enjoyable, relaxing round.

seasonal local produce. Typical Italian dishes include pasta, risotto, pizza and various fish and meat specialties.

WINE

With its climate and terrain ideal for wine production, and with 2,000 indigenous grape varieties grown in the country, Italy has established a reputation for the quality and diversity of its wines. Vintage Italy: the city of Bologna

N AT U R A L B E A U T Y

The country’s impressive natural landscape is rich in parks, lakes, rivers, mountains and beaches, and in Mount Etna Italy has Europe’s largest active volcano.

E A S Y AC C E S S

It talks less time to travel to Italy than southern Spain or Portugal. Multiple flights are available all year round, whether with British Airways and Alitalia or low-cost

companies such as Ryanair and EasyJet. There are daily direct flights to the main Italian international airports from no fewer than 20 British airports.

W E AT H E R

Tourists can play some superb courses at a fraction of the cost of some other golfing destinations. You can play some of the finest layouts in Continental Europe for between €40 and €80.

MOTOR SPORT The beautiful Lake Garda

Italy’s world-famous Motor Valley in Emilia Romagna has 14 museums devoted to the car industry. These include the Ferrari Museum of Maranello, the newest museum dedicated to Enzo Ferrari, MEF, in Modena, and the Ducati and Lamborghini museums near Bologna.

FOOD

Italians take great pleasure and pride in their food. Each region has its own cuisine based on local traditions, history and the

www.italygolfandmore.com

It vies with France each year for the most bottles of wine produced. Indeed, Italy is responsible for around a fifth of the world’s supply annually.

ARCHITECTURE

As Italy can boast Pompei, the Vatican, the Leaning Tower of Pisa, the Colosseum and Florence Cathedral (to name but a few) within its borders, it will come as little surprise that it has more World Heritage sites than any other nation. 127

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Dopo un avvio non facile, negli ultimi tre anni la splendida struttura ricettiva voluta da Sir Rocco Forte a Sciacca (Agrigento) sta finalmente dando i risultati attesi. Grazie a due percorsi da campionato di grande bellezza e a un hotel a cinque stelle, per servizi e spazi ai vertici assoluti in Europa

PERLA DI SICILIA

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Verdura Resort

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Sullo sfondo, l’esemplare struttura con camere e servizi del Verdura Resort. In primo piano le ultime buche del percorso West, affacciato sul Mediterraneo.

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GOLF CLUB

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L’

di Salvatore Brancati

orologio del Verdura Resort ha iniziato a scandire i suoi minuti otto anni fa, nel 2009. Un grande progetto, fortemente voluto da Sir Rocco Forte per la sua collezione di hotel di lusso, che oggi abbraccia alberghi meravigliosi a Londra e Berlino, Roma e Firenze, Edimburgo e Jedda, San Pietroburgo, Bruxelles, Francoforte, Monaco di Baviera. Quello nato in Sicilia, a due passi da Sciacca e a pochi chilometri dalle meraviglie della Valle dei Templi di Agrigento, è il frutto del grande amore per il golf di Sir Rocco, magnate italo-britannico dell’hôtellerie mondiale e socio in alcuni dei più importanti ed esclusivi club britannici quali St Andrews, Wentworth o Sunningdale. I primi anni non sono stati facili, ma oggi Verdura è un gioiello conosciuto molto bene in Italia e all’estero, grazie anche alle sue splendide 36 buche, cui si aggiunge un percorso executive da nove. La vastissima struttura (230 ettari) sul bordo del Mediterraneo siciliano rappresenta oggi una vera case history, con un successo crescente che negli ultimi tre anni è diventato addirittura galoppante. Per saperne di più, abbiamo intervista-

GEMELLI DIVERSI Sir Rocco Forte, da sempre uomo di sport, è stato ispirato dalla sua grande passione per il nostro gioco a costruire il suo primo Golf Resort. La sua scelta è caduta sulla vasta area di Verdura, affacciata sul Mediterraneo nei dintorni di Sciacca (Agrigento). Appena acquisiti i terreni, Forte ha affidato la progettazione delle buche al famoso architetto californiano Kyle Phillips, autore originale di veri capolavori come Kingsbarns (poco distante da St Andrews), Yas Links (Abu Dhabi), The Grove (Londra), o capace di rinnovare in modo straordinario “monumenti” quali Morfontaine (Parigi) e California (San Francisco). Phillips ha accettato subito con entusiasmo l’irripetibile occasione di costruire due links in una zona totalmente differente dalla tradizionale costa britannica, sia per condizioni climatiche che paesaggistiche. I due percorsi sono oggi di grandissima attualità perché hanno ospitato dal 18 al 21 maggio scorsi The Rocco Forte Open - Verdura, Sicily, secondo evento dell’European Tour che si è svolto a Verdura, dopo il Sicilian Open del 2012, vinto dal danese Tornbjørn Olesen. Per accogliere l’importante appuntamento, è stato scelto un particolare “composite” che sfrutta 18 buche scelte fra i due campi, East e West. Nonostante entrambi i percorsi siano stati realizzati seguendo gli stessi standard e occupino all’incirca la stessa porzione di terreno, l’East e il West offrono ai giocatori due esperienze di golf differenti. L’East, che parte dalla destra del campo pratica, è caratterizzato da cambi di direzione frequenti e da una parte centrale nel caratteristico paesaggio siciliano, mentre il West, che prende invece il via dalla parte sinistra, ha un andamento più lineare, interrotto solo nelle quattro buche finali nelle quali il campo si interseca tra la parte centrale del resort e il mare. Considerata l’estensione della tenuta che si sviluppa su circa due chilometri di costa, sarebbe stato relativamente semplice per Phillips costruire un campo completamente sul mare e uno nell’entroterra. Invece la sua decisione è stata quella di far sì che entrambi i percorsi godessero della vista sul Mediterraneo.

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to Marcello Della Vecchia, laureatosi a Olbia (Università degli Studi di Sassari) nel 2009 proprio con una tesi legata al nostro sport, dal titolo “Il golf, nuovo canale di promozione turistica”, e oggi Direttore Vendite presso il Verdura Resort. Come si potrebbe riassumere in un bilancio il 2017? Il 2017 è stato un anno chiave per la crescita del Verdura. A inizio anno infatti il Resort è entrato a far parte dell’esclusivo network delle European Tour Properties e qualche mese più tardi è stato la sede del Rocco Forte Open. Entrambi gli avvenimenti ci hanno dato la possibilità di continuare a posizionare il Resort tra le destinazioni di golf più prestigiose e esclusive d’Europa e di apportare ulteriori migliorie ai percorsi. L’anno che si sta ormai per concludere è stato molto importante anche sotto il punto di vista dei risultati economici. Nonostante da fine novembre a marzo l’accessibilità da mercati importanti quali Germania, Austria e Svizzera sia limitata, il 2017 è stato il miglior anno di sempre e si sono raccolti i frutti di anni di duro lavoro. Una stagione molto importante per il Verdura, iniziata con la notizia dell’assegnazione di una prova dell’European Tour. Il progetto è nato grazie ad una serie di fattori favorevoli che hanno unito il volere di Sir Rocco e la volontà del Tour di avere un secondo torneo in Italia. Il Rocco Forte Open è stato uno strumento importante attraverso il quale abbiamo fatto vedere in tutto il mondo che in Italia ed in particolare in Sicilia si gioca a golf tutto l’anno e lo si fa in contesti unici. Il feedback ricevuto dagli addetti ai lavori e dai giocatori è andato al di là delle nostre aspettative. Molti campioni del Tour hanno apprezzato la possibilità di combinare il loro lavoro con il buon cibo, il mare del sud Italia e le ricchezze storico/culturali della Sicilia.

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Nelle foto, un paio di esempi delle manifiche stanze e suite del Resort e tre scorci dei percorsi di golf, con protagonisti il Mediterraneo e la bella clubhouse, dominata dalla sagoma di Torre Verdura.

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Principalmente da dove proviene e da chi è composta la vostra clientela? La nazionalità della nostra clientela varia molto a seconda dei periodi dell’anno. Nella “stagione del golf”, che va da febbraio a maggio e da settembre a novembre, il primo mercato è la Germania, seguito da Italia, Svizzera e Inghilterra. In estate invece il mercato numero uno è quello inglese. Cambiano gli interessi e quindi il profilo dei vostri ospiti nel corso delle stagioni? Certamente, al di fuori della stagione del golf le ragioni per le quali i nostri clienti scelgono il Verdura sono il mare, il relax e la scoperta del territorio. Ospitiamo moltissime famiglie e coppie che qui trovano un’oasi di pace e una base perfetta dalla quale poter partite alla scoperta di questa parte della Sicilia, che è sicuramente tra le più ricche e tradizionali.

Nel corso degli anni, qual è stata l’evoluzione del Verdura? I primi cinque anni sono stati lunghi e difficili, ma la solidità delle nostre strategie e la tenacia con le quali sono state applicate ci hanno portato ad una crescita esponenziale. A soli otto anni dall’apertura il Resort può vantare di aver ospitato due tornei del European Tour e di essersi aggiudicato premi tra i più importanti del settore tra cui quello come “Best International Resort 2017” nella classifica di Golf Digest dei migliori Resort del mondo. Come si colloca il Verdura nel panorama internazionale? Come già detto il Verdura ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali e si è posizionato all’interno dell’èlite del golf Europeo. I competitor in Europa sono tanti e godono di importanti agevolazioni date sia dalle destinazioni in cui sorgono, sia dal diverso approccio al turismo insito nella loro cultura. È infatti noto che nazioni come Spagna e Portogallo hanno investito per decenni nel

IL LUSSO DI UNA VACANZA IN VILLA Intorno al golf si sviluppa lo spettacolare resort su 230 ettari di proprietà privata lungo 1,8 km di costa. L’esperienza cinque stelle comprende 203 tra camere e suite con vista sul mare, quattro ristoranti, cinque bar, una Spa di 4.000 mq, una scenografica infinity pool di 60 metri, sei campi da tennis, palestra e numerosi altri servizi. Ha da poco ottenuto la creazione di tre splendide nuove ville indipendenti all’interno della tenuta, che vanno ad arricchire l’offerta che la struttura siciliana ha perfezionato stagione dopo stagione. Pensate per lunghi soggiorni multigenerazionali, le unità proposte uniscono il comfort di una casa privata con i servizi 5 stelle per cui il resort di Rocco Forte Hotels è celebre in tutto il Mediterraneo. Villa Acacia, naturale evoluzione della già iconica Presidential Suite, gode di un’invidiabile posizione angolare. I tre generosi affacci esterni regalano una splendida luce naturale e una sensazione di continuità con la natura circostante. La piscina privata, l’ampio patio e la zona Jacuzzi en plein air invitano a lunghe giornate all’aria aperta. I 280 mq della proprietà offrono tre ampie camere da letto che possono accogliere fino a nove ospiti. Villa Peonia si trova invece a pochi passi dal bagnasciuga: questa soluzione, di 260 mq con tre camere da letto, è un secondo angolo di Paradiso per accogliere con agio e privacy un’intera famiglia, per un massimo di nove componenti. La corte inter-

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na è il gioiello segreto per condividere momenti di relax tutti insieme, lontano da occhi indiscreti. Il panorama visibile dai diversi ambienti spazia dalla città di Agrigento al blu del mare Mediterraneo, fino ai campi da golf del resort. Villa Mimosa, rivolta al piccolo borgo di Sciacca, è vicinissima al mare ma vanta sempre il regalo di una piscina e di un patio privati. Anche qui ogni spazio - 260 mq totali e tre camere da letto - è stato studiato per assicurare il giusto comfort per ogni singolo ospite, agevolando al contempo indimenticabili momenti da condividere insieme.Ma non è finita: gli ospiti delle Ville possono tutti contare sui preziosi consigli di una figura d’eccezione solo a loro dedicata, “U Canuscituri”. Profondo ammiratore della Sicilia e delle le sue tradizioni, U Canoscituri è capace di svelare i segreti delle comunità locali e fornire “la chiave” per farli diventare esperienze da vivere durante il proprio soggiorno in Sicilia, ospiti di Verdura Resort. Le prenotazioni in Villa includono sempre il trasferimento a/r dall’aeroporto di Palermo o Trapani, check-in direttamente nella villa, l’utilizzo esclusivo di due golf cart per muoversi agilmente nell’intera tenuta, colazione al ristorante Buongiorno o nella privacy della propria villa, trattamenti Jet Leg Reviver Experience per due persone in Spa della durata di 30 minuti, una cabana privata nella spiaggia del resort, una bottiglia di champagne all’arrivo, bar completo in camera e wi-fi ad alta velocità.

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LA SCHEDA DI CAMPI E SERVIZI VERDURA GOLF CLUB S.S. 115 Km 131 - 92019 Sciacca (Agrigento) Tel. 0925 998194 golf.verdura@roccofortehotels.com www.roccofortehotels.com FONDAZIONE: 2009 - GIORNO DI CHIUSURA: nessuno STAGIONE: aperto tutto l’anno PROGETTO: Kyle Phillips PRESIDENTE: Sir Rocco Forte DIRETTORE: Gianluca Di Biase SEGRETARIO: Massimiliano Infantino IN SEGRETERIA: Ignazio Barrile, Roberto Curreri, Desirée Fontanetta e Lavinia Prestia MAESTRI: Tom Foster, Giacomo Dovetta SUPERINTENDENT: Gianmario Geromino PERCORSI: West Course - 18 buche, par 72, m 6.692/ 5.120 East Course - 18 buche, par 72, m 6.686/4.894 SHORT COURSE: 9 buche executive, m 913/790 Strutture e servizi:

driving range, putting e pitching green, noleggio sacche, cart e carrelli, caddie master, tennis, piscine, spa, calcetto, palestra, bar e ristorante (in club house), pro-shop. VERDURA GOLF & SPA RESORT*****L - ROCCO FORTE HOTELS Sciacca (Agrigento) tel. 0925 998180. Situato lungo un meraviglioso tratto costiero a un’ora e mezza dall’aeroporto di Palermo e a 40 chilometri da Agrigento. 203 ampie camere: 50 suite di cui due Ambassador Suite (169 metri quadrati) e una President Suite (175 metri quadrati) con panorama sul mare e terrazza privata. Una Spa di 4.000 metri quadrati, palestra, centro yoga, sauna, bagno turco e 11 sale trattamenti, sei campi da tennis, un campo da calcio, percorsi jogging e un anfiteatro esterno. Per la ristorazione, a disposizione cinque bar e quattro ristoranti che celebrano i tipici sapori della cucina siciliana.

Qui sopra Rocco Forte con Alvaro Quiros, vincitore dell’Open 2017. A destra il team del Verdura, ripreso anche nella copertina di questo numero. A sinistra, altre stanze e uno dei ristoranti del Resort. turismo golfistico e che le istituzioni locali hanno da sempre considerato il turismo un punto cardine delle loro economie. In Italia la situazione purtroppo è diversa e ancora non riusciamo a “fare sistema” e a presentarci come una destinazione golfistica, nonostante abbiamo strutture e servizi di primo livello. Il Rocco Forte Open, la Ryder Cup e il golf in generale in Sicilia e in Italia: qual è il ruolo del Verdura nello sport? Dopo un periodo iniziale nel quale il resort è stato poco accessibile ai golfisti della zona, negli ultimi anni abbiamo incrementato notevolmente le attività sportive dedicate agli abbonati e, più in generale, ai golfisti siciliani. Il nostro calendario gare si arricchisce ogni anno e speriamo che in quelli a venire si possa continuare su questa strada. Novità di quest’anno è il Club dei Giovani, fondato grazie all’impegno di uno dei nostri professionisti, Giacomo Dovetta. Avere un club di questo tipo per molti circoli è scontato, ma per uno a vocazione prettamente turistica come il nostro, questo è un segno importante di quanto teniamo allo sviluppo del golf in Sicilia. Durante il Rocco Forte Open, in collaborazione con il comitato “Road to Ryder Cup” abbiamo ospitato

alcune scolaresche dell’agrigentino e abbiamo registrato molto entusiasmo, specialmente tra i più giovani. Sotto il punto di vista della promozione turistica e dello sviluppo di questo affascinante sport, la Ryder Cup rappresenta la più grande occasione che il golf Italiano abbia mai avuto di far sapere al mondo intero che abbiamo strutture di grande livello e di far crescere il numero dei praticanti. Spero che questa irripetibile chance sia sfruttata al meglio e che si possa capitalizzare l’enorme ritorno mediatico che l’evento sta generando e genererà da qui al 2022. Progetti e prospettive per il 2018? Il 2018 si presenta molto bene, per la riapertura a marzo e per tutta la primavera abbiamo già molte prenotazioni e siamo fiduciosi che questo trend positivo si possa consolidare anche nei mesi successivi. Nonostante gli ottimi risultati che stiamo ottenendo, lavoriamo molto per continuare a migliorare il prodotto e l’esperienza dei nostri ospiti. Con questo fine in inverno realizzeremo altre tre ville che si aggiungeranno alle tre realizzate a inizio 2017. Saranno inoltre fatti importanti lavori per ampliare la spiaggia privata per renderla più larga e fruibile.

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Il green della buca 9 nel percorso disegnato da Colin Montgomerie per il resort Maxx Royal a Belek. Sullo sfondo la grande clubhouse.

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TURISMO

Turchia

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Nella zona di Antalya, lungo la Costa Turchese affacciata sul Mediterraneo, un preciso progetto ha fatto nascere un vero e proprio paradiso per il nostro sport, con campi magnifici e un’infinità di alberghi da “Mille e una Notte”

UN MODELLO DA COPIARE di Maurizio Trezzi

“S

e ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle di Giganti” amava dire Isaac Newton riprendendo un noto aforisma di Bernardo di Chartres. Una frase che spiega, efficacemente, come guardando quello che fanno gli altri (i giganti) e cavalcando quelle esperienze si possa riuscire a ottenere risultati ancora più significativi e apprezzabili. In fondo le buone idee sono di appannaggio di pochissimi talenti, quindi tanto vale provare a copiare ciò che di buono viene fatto in giro per il mondo. Il golf italiano, inteso come offerta turistica, organizzazione di servizi e proposta commerciale, dovrebbe guardarsi un po’ intorno per provare a compiere quel salto di qualità che in molti pensano possibile ma che ancora non si è visto. L’esempio più eclatante di crescita, si potrebbe facilmente definire una vera e propria esplosione del turismo golfistico, è avvenuta negli ultimi 20 anni in Turchia. La zona di Antalya che i turchi chiamano Costa Turchese e in particolare il territorio di Belek (1.850.000 turisti arrivati da gennaio a settembre 2017), a sudest della città, erano sino agli anni 90 completamente prive di strutture golfistiche. Oggi si contano ben 15 campi con almeno 18 buche, sparsi su una zona costiera lunga non più di 20 chilometri. E nel solo 2017, fino al 31 ottobre, si sono tradotti in ben 353.000 giri di golf. Era il 1994 quando venne inaugurato il National Golf Club, primo campo a 18 buche nella zona di Antalya, all’epoca cittadina arroccata attorno al suo vecchio centro, ricco di testimonianze greche, romane e bizantine. Molto diversa dalla città odierna con oltre 1,3 milioni di abitanti in costante crescita. Da quel momento in poi il numero di campi e resort annessi (o viceversa ma il prodotto non cambia) è aumentato vertiginosamen-

te. Nel giro di 20 minuti si possono giocare percorsi disegnati da Colin Montgomerie (MaxxRoyal), Perry Dye (Lykia Golf Links), Peter Thompson (Carya Golf) e Nick Faldo (Cornelia Golf), tanto per citare quelli più famosi, con un livello d manutenzione eccellente, servizi da hotel a 5 stelle – come quelli che spesso si trovano nelle vicinanze dei campi – e grande varietà di disegno. Insomma, tutto quello occorre per poter parlare di una vera golf destination, cosa che in Italia non siamo, a parte un paio di realtà nel nord Italia, riusciti a replicare.

Il progetto e la strategia La chiave del successo turco e della zona di Belek sta tutta in tre parole magiche: prossimità, qualità e promozione. La prima si declina nella scelta di costruire i percorsi uno in fila all’altro a partire da Lara Beach, la spiaggia cittadina di Antalya, sino a Denizyaka, la località più orientale rispetto alla capitale della regione dove sorge il Lykia Links. Quello che qui si è compreso perfettamente e attuato ancora meglio, è che non esiste concorrenza fra un campo e l’altro ma che l’elemento della vicinanza rappresenta la condizione necessaria per consentire al turista di giocare tranquillamente un percorso diverso ogni giorno nella sua settimana di permanenza. Avere campi vicini significa poter dare varietà di offerta, divertimento e non monotonia, opportunità per tutti i circoli di fare collezioni di greenfee. Una situazione molto diversa da quella che accade in Italia in quelle regioni che, almeno dal punto di vista climatico, potrebbero tranquillamente competere con la Turchia vale a dire Sicilia, Sardegna, Puglia e il resto del nostro meridione. Da noi, oltre alle croniche difficoltà procedurali e burocratiche, si è pagata, la mancanza di pianificazione che ha portato a costruire percorsi distanti oltre 90 minuti in auto uno dall’altro, come ad esempio in Sicilia dove negli ultimi 10 anni si è comunque investito molto nella realizzazione di nuove strutture golfisti-

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68 che. Una sorta di cattedrali nel deserto che rendono impossibile un’offerta di insieme e una promozione condivisa. Il turista golfista vuole poter provare tanti campi, giocare buche diverse, testare percorsi con caratteristiche differenti come succede, ad altre latitudini, in Scozia o in Irlanda. Senza questa precondizioni è, e sarà impossibile per l’Italia, competere con queste realtà. Altra questione decisiva è quella della qualità. Ogni percorso in Turchia fa riferimento a un complesso di lusso, sia esso un hotel o un vero e proprio resort. Nella intera zona di Antalya sono presenti ben 52 hotel 5 stelle. Certo in alcuni casi sembra di girare per Las Vegas e le scelte degli architetti sono forse un po’ kitsch. Ma quello che conta è aver messo a disposizione un’offerta di ricettività da almeno 25.000 posti letto con servizi e dotazioni extralusso (SPA, trattamento all inclusive, trasporti e shuttle sempre a disposizione) da vendere al mondo intero. Resort come il Regnum, il Titanic Deluxe, il Maxx Royal, tanto per citarne alcuni, non temono confronto con i grandi alberghi dei Caraibi, del Sud Africa e dell’Far East ma sono a sole tre ore di volo dalle principali capitali europee. Tanto personale sempre a disposizione, qualità e pulizia, cibo a volontà e strutture da Mille e una Notte fanno la differenza. Cosi come è determinante la qualità dei campi da golf, la loro manutenzione, i servizi offerti spesso inclusi nel prezzo del greenfee (food and beverage, noleggio cart, campo pratica), la bellezza e funzionalità delle club house e qualche semplice ma efficace trovata promozionale. Come quella del MaxxRoyal dove gli armadietti dello spogliatoio degli ospiti hanno serigrafata la targhetta dei pro che li hanno usati in occasione del Turkish Open, così che i frequentatori potranno raccontare di aver riposto abiti e scarpe nello stesso armadietto usato da Tiger Woods o da Henrik Stenson. Resta infine l’aspetto della promozione, organizzata in un’ottica di lungo periodo e con un obiettivo chiaro: lanciare una zona turistica partendo praticamente da zero. In Italia avremmo sotto questo profilo un vantaggio enorme. La Valle dei Templi, il Barocco del Salento e del Ragusano, la bellezza della Costiera Amalfitana o della Costa Smeralda sono un biglietto da visita unico e località che tutto il mondo ci invidia. Ma troppo spesso, anche a causa di politiche miopi da parte delle Istituzioni, a queste meraviglie non sono accompagnate, come invece accade in Turchia dove fuori dai campi da golf c’è ben poco da vedere, da un’offerta golfistica e alberghiera adeguata e da azioni di marketing che sappiano vendere il prodotto turistico. In Turchia è stata efficacemente usata la carta dei super testimonial e dei grandi eventi. Era il 5 novembre 2013 quando Tiger Woods colpi un perfetto drive sul Ponte sul Bosforo mandando per la prima volte una pallina da golf dall’Asia all’Europa. Un evento costato come il montepremi di un torneo dello European Tour ma che ha prodotto un risultato indotto per un valore 100 volte superiore. E soprattutto ha fatto conoscere in tutto il mondo la Turchia come meta golfistica. Da allora e ogni anno Belek ospita un multimilionario torneo dello European Tour, il Turkish Open, disputato qualche settimana fa sul percorso del Carya Golf Club.

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Nella pagina accanto, la hall, le ville/suite con piscina privata e una lussuosa stanza del Regnum Carya, resort di altissimo livello che nel 2015 è stato sede del G20. Qui sopra Justin Rose, vincitore dell’ultimo Turkish Airlines Open proprio sul percorso del Regnum Carya, che qui sotto vediamo in versione notturna (18 buche illuminate).

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TURISMO Turchia

Veduta aerea del Maxx Royal, hotel con un’infinità di servizi per la sua clientela, sempre con formula del “tutto compreso”. Al centro della zona golfistica di Belek, è uno dei ben 52 alberghi 5 stelle lusso dell’area di Antalya. Gare che portano su tutti gli schermi del pianeta le immagini dei luoghi e dei campi che i tour operator, dal giorno successivo, sono chiamati a vendere. Un investimento notevole ma che certamente porta ritorni altrettanto cospicui e senza il quale una località pressoché sconosciuta non sarebbe mai decollata.

Il supporto pubblico L’escalation di Antalya e della sua offerta golfistica non sarebbero state possibili senza il forte contributo del Ministero del Turismo turco. Sono proprio i fondi pubblici a garantire i montepremi dei tornei più importanti, la realizzazione di infrastrutture e la nascita di nuove iniziative. Denari investite nell’ottica di creare indotto, dare occupazione e fare branding. Non si può certo dire che questa esperienza trovi un parallelo in Italia dove, al contrario, sono sovente le amministrazioni locali e gli enti statali ad affossare progetti e iniziative nel mondo del golf con la sola eccezione, recente, dei contributi statali garantiti nella scorsa finanziaria a copertura delle spese per la Ryder Cup 2022. La Turchia ha evidentemente compreso che il turismo è una fonte enorme di crescita per il PIL nazionale e che quello golfistico è un settore redditizio, fidelizzato e con un bacino di utenza sterminato. A dare una mano essenziale è anche la compagnia di bandiera la Turkish Airlines, diventata il vettore che

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raggiunge più destinazioni golfistiche e che ha intrapreso una serie di iniziative di marketing proprio nel golf. Sponsor del Turkish Open, organizzatrice della World Golf Cup, uno dei tornei amateur più partecipati al mondo, attenta alle esigenze dei turisti golfisti (la sacca da golf viaggia sempre gratis) Turkish Airlines è il partner che manca al turismo italiano per un ulteriore salto di qualità. A questo si aggiunge la prossimità di uno scalo internazionale, quello di Antalya, che movimenta 18 milioni di passeggeri all’anno (8.100.000 dei quali turisti), uno in meno di Malpensa, e che per tutti i 12 mesi scarica golfisti che arrivano da Germania, Regno Unito, Russia e Svezia con voli diretti. Tutto il contrario di quello che accade in Italia dove i campi in Puglia, Sicilia e Sardegna sono costretti, spesso, a lunghe chiusure estive dovute, in parte, anche all’assenza di voli durante i mesi invernali che invece potrebbero essere quelli di maggior affluenza di turisti provenienti dal nord Europa. La conclusione è che lanciare il turismo golfistico si può, anche in Paesi senza tradizione, con uno sparuto numero di praticanti autoctoni e partendo da condizioni di scarsa presenza di infrastrutture. Oltre agli investimenti, essenziali, servono però politiche lungimiranti, scelte azzeccate e attenzione ai particolari, che spesso, sono quelli che fanno poi la vera differenza.

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Grazie a tutti i club del nostro calendario gare 2017 Punta Ala Asiago Rapallo Bergamo Terme di Saturnia bologna Terre dei Consoli Cà della Nave St. Vigil Seis Chervò S.Vigilio Udine Colline del Gavi Villa carolina Le fonti Marco Simone Montecchia Petersberg

ASSOCIAZIONE ITALIANA GIORNALISTI GOLFISTI

Questi i circoli di golf italiani che, dal 2008 al 2017, ci hanno aiutato a donare in beneficenza oltre 130mila euro:

Acaya, Antognolla, Argentario, Arzaga, Asiago, Asolo, Bagnaia, Bergamo L’Albenza, Biella, Bogliaco, Bogogno, Bologna, Ca' Amata, Ca' della Nave, Cansiglio, Carimate, Castelconturbia, Castelfalfi, Castelgandolfo, Castellarquato, Castello Tolcinasco, Castelvolturno, Cavaglià, Cherasco, Chervò San Vigilio, Cervia, Città di Asti, Donnafugata, Ducato La Rocca, Fioranello, Firenze Ugolino, Folgaria, Franciacorta, Golf dei Laghi, Jesolo, La Margherita, Le Fonti, Le Pavoniere, Lignano, Marco Simone, Margara, Milano, Modena, Molinetto, Montecchia, Nazionale, Olgiata, Padova, Parco di Roma, Pelagone, Perugia, Petersberg, Pinetina, Poggio dei Medici, Pra delle Torri, Punta Ala, Rapallo, Rivieraresort, Royal Park, Salsomaggiore, San Domenico,Saturnia,Serravalle,St.VigilSeis,TerredeiConsoli,Torino,Udine,Varese,Venezia,Verdura,Verona,VillaCarolina,Villad'Este,VillaParadiso.

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BERMUDA QUESTA SCONOSCIUTA

In un momento difficile generato dalle limitazioni imposte dal PAN diventa fondamentale approfondire un tema di grande attualità, e cioè la scelta e l’insediamento delle specie macroterme, che paiono indispensabili per ridurre gli impatti ambientali delle manutenzioni intensive nei campi da golf

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MANUTENZIONE

Macroterme

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di Paolo Croce

ecentemente si è tenuto in una doppia sede, la Flormart di Padova e il Golf della Montecchia, un seminario dedicato alla manutenzione ambientalmente sostenibile dei percorsi di golf. Tra i presenti, circa 70 tecnici provenienti da tutta Italia, tra cui molti Superintendents della Scuola Nazionale di Golf. Al di là della perfetta organizzazione della quale occorre dare pieno merito ad Alessandro De Luca e al Golf Montecchia, e degli interessanti contenuti tecnici dei quali si parla in altra parte di questa rivista, l’evento mi è utile per affrontare un tema sempre più pressante e che oggi, in materia di tappeti erbosi, non può che essere definito: “l’ argomento”. Nel corso del seminario infatti De Luca ha presentato i risultati della attività a livello di case study “BioGolf” per ciò che concerne le terze nove del Golf Club della Montecchia. Chi ha partecipato all’incontro non può non essere rimasto piacevolmente stupito delle eccellenti condizioni del tappeto erboso di quel percorso e delle soluzioni tecniche adottate per ridurre le problematiche a livello di agenti patogeni ed avversità varie. Peraltro tale qualità assoluta del tappeto viene riscontrata dopo una estate che ha messo letteralmente in ginocchio buona parte dei percorsi della nostra penisola. In un momento, in cui vi è forte perplessità da parte delle dirigenze dei club e buone dosi di imbarazzo da parte dei tecnici addetti ai lavori, sulle limitazioni imposte dal PAN, che ricordiamo ha praticamente azzerato le risorse chimiche che nel passato erano comunemente utilizzate per il controllo delle avversità biotiche, trovare un percorso, come quello giallo di Montecchia, in così perfette condizioni solleva il morale e ci indica che forse siamo sulla strada giusta. Merito senza dubbio della dirigenza del club la quale, ben in anticipo rispetto alle attuali tendenze, decise di seguire i dettami della Scuola Nazionale di Golf, convertendo il tappeto dei fairway dei tre percorsi ed i green delle terze nove da essenze microterme a specie macroterme, con evidenti vantaggi sotto il profilo del risparmio idrico, del non uso di prodotti fitosanitari, e della qualità del lie della palla. D’altronde non poteva essere altrimenti avendo la Montecchia proprio Alessandro De Luca quale responsabile agronomico. Sono passati quasi 25 anni dalle prime sperimentazioni che si fecero alla Scuola sulle specie macroterme e Alessandro, miglior allievo del corso 1990 e successivamente entrato nello staff dopo lo stage americano, era già con me impegnato su questi temi anch’egli sotto la sapiente guida del Professor Beard, consulente Federgolf, ma soprattutto all’epoca il più grande scienziato vivente in materia di tappeti erbosi. Massimo Mocioni sopraggiunse qualche anno dopo, ma non mancò di fornire il suo fondamentale apporto su queste tematiche grazie alla sua esperienza, unica in Italia, sulle patologie del tappeto erboso. Erano anni di grande fermento nel nostro settore, con tanta voglia di fare, di sperimentare, di adottare

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74 le tecniche più avanzate sviluppate oltre Atlantico e con tecnici e allievi molto recettivi, ansiosi di imparare ed attenti alle strategie manutentive elaborate dalla Scuola. Proprio questa istituzione, frutto di una geniale intuizione del Consigliere federale Roberto Rivetti, servì a colmare il gap tecnologico che caratterizzava il mondo dei greenkeeper del nostro paese e ci proiettò al vertice europeo sul piano delle conoscenze e della correttezza delle operazioni manutentive. La seconda rivoluzione di pensiero avvenne quasi in contemporanea e la consapevolezza che le questioni ambientali legate alla gestione del tappeto erboso potessero diventare il tema dominante del terzo millennio, ovvero l’“argomento” citato nel primo capoverso, fu per noi determinante nel guidare le nostre scelte tecnologiche e per avviare ricerche, test e sperimentazioni, nel tentativo di individuare il modo migliore per conferire la massima ecosostenibilità possibile alla preparazione dei percorsi di gioco. Fu l’inizio di un lungo percorso di crescita e di acquisizione di nuove conoscenze, molte di esse legate anche allo sviluppo delle migliori tecniche per l’insediamento e la manutenzione delle specie macroterme, che già allora, a metà degli anni novanta, consideravamo indispensabili per ridurre gli impatti ambientali delle manutenzioni intensive applicate ai campi da golf. Oggi la pensiamo come allora e finalmente a distanza di tanti anni anche tecnici e consulenti all’epoca molto scettici, per non dire assolutamente contrari all’uso di tali specie, tanto da farne una strategia di marketing che purtroppo convinse molti addetti ai lavori, ex studenti e non, ma anche dirigenti di club, sono concordi nel testimoniarne la sostenibilità manutentiva e l’eccellenza qualitativa. Indubbiamente le limitazioni imposte dal PAN non sono state secondarie in questa conversione sulla via di Damasco, ma alla fin fine ciò che conta è il risultato, anche se ci sia arriva con itinerari tortuosi e controversi e magari anche con un po’ di opportunismo. Come sempre però, quando le redenzioni sono dell’ultima ora e non frutto di una maturazione progressiva, basata su conoscenze, esperienze e pubblicazioni scientifiche che hanno richiesto anni di lavoro e di impegno, le ritrosie ad imboccare il giusto sentiero sono ancora forti e qualche resistenza ancora si coglie qua e là. Ecco allora un rallentamento di programmi relativi ad interventi già decisi, ecco il fiorire di nuovi test di adattabilità, ecco la necessità di verificare con i propri occhi le virtù e le qualità di queste specie e cultivar. Tutto comprensibile e tutto corretto naturalmente, io stesso di fronte ad un argomento sul quale non ho familiarità, mi troverei con gli stessi imbarazzi e le stesse perplessità e non avrei remore nel prendere tempo per cercare di capire meglio le soluzioni tecniche che mi si prospettano. Ma il punto è proprio questo: perché non approfittare dell’esperienza e del lavoro svolto in questi ultimi 25 anni nel settore delle essenze macroterme da parte di coloro i quali queste specie le hanno prima importate, poi studiata l’adattabilità alle nostre condizioni climatiche e poi messo a disposizione

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MANUTENZIONE

Macroterme

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A sinistra dall’alto: Castello Tolcinasco, l’irrigazione su un bel green, Villa Condulmer e una veduta aerea di Montecchia, di cui vediamo qui sopra a sinistra la clubhouse. A destra, infine, tee shot a Verdura. di tutti le migliori tecniche di impianto e manutenzione? Perché avviarsi nuovamente su una strada già intrapresa e ricominciare un percorso di conoscenza (individuale questa volta) senza tener conto di quanto già accumulato in termini di conoscenze ed esperienze? Tutto quanto prodotto e studiato sulle specie macroterme da parte della Scuola Nazionale di Golf e dalle Università partner (Padova, Perugia, Pisa e Torino) è pubblicato e da sempre disponibile a tutti. Un po’ di buon senso, di lucidità e magari anche un pizzico di umiltà non guasterebbe... Una legittima e molto recente perplessità sull’impiego delle essenze macroterme, tale forse da giustificare in alcuni tecnici e Presidenti la necessità di acquisire maggiori conoscenze sul comportamento delle cultivar nel nord Italia, nasce probabilmente dagli eventi climatici di quest’anno caratterizzati da un inverno mite, una ripresa vegetativa rapida, grazie ai primi tepori primaverili, ed un brusco arresto del rigoglio vegetativo causa alcune basse temperature notturne del mese di aprile. In talune situazioni questo ha condotto ad una mancata ricolonizzazione del tappeto da parte della bermuda ed ha lasciato campo libero alla Poa annua. Con l’arrivo delle alte temperature estive e la correlata siccità, la Poa ovviamente patisce lo stress, tende a scomparire, e lascia ampie chiazze di suolo nudo, esteticamente e golfisticamente inaccettabili. Certamente alcuni interventi manutentivi praticati con corretta tempistica avrebbero potuto contenere in una qualche misura il problema, ma come ben sappiamo la conduzione agronomica di un percorso di golf spesso è frutto di una lotta (nella quale l’approccio agronomico quasi sempre è sconfitto) con altrettanto importanti esigenze legate al calendario gare e alla apertura continua del campo. Frutto di questo compromesso a “perdere” tra manutenzione e giocabilità è

stata in talune situazioni una temporanea perdita di tappeto erboso macroterma (dovuta al già citato freddo primaverile), una contemporanea assenza di specie microterme (dovuta all’eccesso termico estivo) ed una conseguente forte presenza di suolo nudo. Dove questi eventi si sono verificati è stata sufficiente un po’ di pazienza, un’applicazione mirata delle corrette tecniche manutentive e alla fine di settembre (in alcuni casi anche prima) i tappeti di bermuda sono tornati a livelli di qualità ottimale e addirittura di eccellenza nel caso della Montecchia. Peraltro occorrerebbe ricordare cosa accadeva nel passato ai fairway di microterme del nord Italia, oggi convertiti in bermuda, quando si verificava una estate come l’ultima trascorsa. La perdita di tappeto erboso era quasi totale, il disagio di gioco ai massimi livelli, così come l’impiego di risorse idriche e di prodotti fitosanitari. Anche in questo caso la memoria corta non giova ad avere una panoramica visione delle problematiche manutentive e una giusta comprensione dell’operato dei tecnici. Può bastare però tutto questo per avere perplessità di fondo sull’uso generalizzato delle specie macroterme anche nella Pianura Padana? A mio avviso no, o meglio l’esperienza ci insegna che l’unica limitazione che interviene a condizionare fortemente l’impiego di una bermuda su di un percorso di golf consiste nella presenza di ombreggiamento. In condizioni eccessive di ombra la bermuda soffre e patisce molto più delle basse temperature. Per tutto il resto, a partire dalla qualità di gioco e dalla irraggiungibile sostenibilità ambientale ed economica, la bermuda rappresenta la migliore risposta al cambiamento climatico e alla limitazioni imposte dal PAN. Non tenere conto di questo è, a oggi, una condotta irresponsabile.

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Golf e Ambiente: tiriamo le somme Tre tavoli tematici negli incontri svoltisi di recente presso il golf federale di Sutri (Viterbo). A confronto il nostro sport con altrettanti argomenti fondamentali per certificarne la validità e il grande ruolo a livello sociale

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l 23 settembre scorso in occasione degli Open Days nel Lazio, dedicati alla scoperta della magia del golf, al Golf Nazionale si sono tenuti importanti tavoli tematici su Golf e Turismo, Golf e Salute e Golf e Ambiente. La giornata era bellissima, con cielo azzurro e sole splendente, i giocatori che si sono appassionati tra le buche del percorso di Sutri avevano il Monte Soratte come sfondo e una giovane volpe ormai domestica faceva l’accoglienza fuori dalla segreteria. Grazie alla partecipazione di esperti e tecnici dei vari settori (per il tavolo Golf e Ambiente si ringraziano: Leonardo Ambrosi e Stefano Lo Presti - Centrale Valutativa srl; Vito Consoli – Regione Lazio Dip.to Ambiente; Carlo Corsetti – Confagricoltura; Corrado Teofili – Federparchi), si è arrivati a estrapolare dei punti fermi che fungeranno da navigatore lungo la Road to Rome 2022. La Ryder cup è una grande opportunità, un volano per lo sviluppo di un golf ecocosostenibile, che aiuti a eliminare il degrado ambientale (golf al po-

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sto di cave, discariche, aree in abbandono urbane...) e contribuire alla salvaguardia della nostra bella Italia. Il tavolo Golf e Ambiente è stato coordinato da Marta Visentin, consulente ambientale Fig, che ha illustrato ai tecnici intervenuti, i progressi e i risultati ottenuti in quasi trenta anni di impegno per l’ambiente, riassumibile in: - decine di ricerche scientifiche in campo agronomico e naturalistico, che forniscono le risposte per una gestione rispettosa del territorio, basata su tappeti erbosi sostenibili e tutela dei patrimoni naturali e storici presenti nei circoli (circa 8.000 ettari di territo-

rio ricadono nelle pertinenze degli impianti sportivi italiani, sono stati censiti grandi alberi, specie animali e zone umide, molti sono gli edifici storici diventati funzionali per un circolo, grazie al lavoro di restauro attuato dalle associazioni sportive, e per la gestione del tappeto erboso: impiego di specie meno esigenti di acqua, fertilizzanti e prodotti chimici, come le macroterme e pratiche agronomiche più efficaci) - formazione del personale operante nei circoli grazie ai corsi tenuti presso la Scuola Nazionale di Golf; - riconoscimenti e certificazioni a dimostrazione dei miglioramenti ottenuti dai circoli nei comparti: Acqua, Biodi-

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INCONTRI

Open Days a Roma

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Nelle foto di queste pagine conferenze e incontri durante gli Open Days romani. In particolare qui sopra, alcuni relatori: Gian Paolo Montali, Paolo Giuntarelli e, all’estrema destra, Marta Visentin. versità, Energia, Paesaggio e Patrimonio culturale (a oggi oltre 70 circoli premiati) e 9 certificati GEO; - collaborazione con il mondo ambientalista per costruire il marchio Biogolf, utile a dimostrare l’evoluzione in atto rispetto al passato e come valenza culturale per il futuro sviluppo di percorsi integrati nei contesti territoriali, funzionali al recupero di situazioni di degrado ambientale, promuovere il gioco in maniera ecocompatibile e accessibile a tutti. Basta speculazione edilizia associata alla realizzazione di percorsi di golf e pregiudizi sull’impatto ambientale, il consumo

di acqua e i trattamenti, che connotano ancora questo bellissimo sport; attraverso una buona comunicazione e proseguendo con le ricerche scientifiche si possono arrivare a sfatare i luoghi comuni, insieme anche a un cambiamento dell’immagine del golfista da sempre associato a un turismo elitario. Il lavoro ambientale svolto è un gran punto di forza perché ha permesso di parlare di golf in ambienti un tempo contrari; grazie ai risultati ottenuti con la ricerca e con le certificazioni, ha mostrato l’importante percorso attuato verso la sostenibilità e le attività didattiche con le scuole avvicinano i giovani, futuri

campioni, a conoscere una realtà sportiva che si svolge a contatto con la natura e spesso anche con la storia. All’Assemblea pomeridiana sono state presentate le risultanze del lavoro e Giampaolo Montali, impegnato col Presidente Chimenti e tutto lo staff federale nella costruzione di un evento unico e irripetibile quale la Ryder sarà per il Golf italiano a Roma, ha colto gli elementi chiave emersi per ottimizzare risorse e investimenti verso un golf sempre più Eco; l’Italia potrà fregiarsi rispetto agli altri paesi europei di percorsi sostenibili, a dimostrazione che la Natura è una opportunità e una sicura garanzia di ritorno!

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C I R C O L I I TA L I A N I CavagliĂ

LA CRESCITA CONTINUA Nel bel resort biellese proseguono gli interventi in campo e nelle strutture, con lavori su quattro buche che allungano il percorso portandolo oltre 4.800 metri

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Nell’immagine grande, foto aerea della clubhouse, del putting green e l’arrivo di due buche (9 e 18). Dall’alto, i lavori sui green della 11, della 13 e l’architetto Giorgio Ferraris con il presidente e proprietario del circolo di Cavaglià, Paolo Schellino.

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C I R C O L I I TA L I A N I Cavaglià

a cura della redazione

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La scheda del resort Golf Club Cavaglià Via Santhià, 75 - 13881 Cavaglià (Biella) Tel 0161 966771 - Fax 0161 966620 segreteria@golfclubcavaglia.it - www.golfclubcavaglia.it Fondazione: 1998 - Giorno di chiusura: nessuno - Stagione: aperto tutto l’anno Progetto: Giorgio Ferraris Presidente: Paolo Schellino Direttore: Miguel De Sousa Vice-presidenti: Elena Benigni, M. Grazia Gallia Segretario: Enrico Boscono In segreteria: Sara Marchetto, Alberto Caneparo Maestri: Marco Hofer, Pino Monteleone, Vincenzo Pelle, Remo Valzorio Attività giovanile: Remo Valzorio Superintendent: Mariano Merlano Greenkeeper: Luigi Maffeo Percorso: 18 buche, par 68 Servizi: Mizuno driving range, putting green, pitching green, pro shop con club fitting, spogliatoi, albergo UNA Hotel, bar e ristorante Rossocuoco, piscina estiva, campo da tennis, palestra.

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l Golf Club Cavaglià, che fra qualche mese compirà 20 anni, è nato nel 1998 con le prime sei buche, che la stagione seguente sono diventate nove. Ora il percorso è un intrigante par 68 in cui il suo presidente e proprietario, Paolo Schellino, sta da anni profondendo investimenti e tanta passione. Il campo, in grado di far divertire tanto i bombardieri quanto i giocatori meno lunghi, ha ostacoli piazzati nei punti giusti e green delicati. Notevole il contesto naturale, con la corona delle Alpi appena distante all’orizzonte. Emblema dei circoli a porte aperte, Cavaglià dispone anche di ottime strutture ricettive, con un albergo e un ristorante (l’eccellente Rossocuoco) che vivono autonomamente integrandosi però benissimo con il club. L’hotel, della catena UNA, è un quattro stelle con 37 ampie camere e dispone di tutti i comfort per assecondare le esigenze di ogni tipo di clientela, business o leisure che sia. La palestra, la piscina e il recentissimo campo da tennis in erba sintetica completano i servizi già all’avanguardia, come il wi-fi presente in tutta la struttura e le sale meeting interattive. In arrivo entro la prossima estate anche una zona Spa. Da ricordare inoltre che Tesla, la prestigiosa azienda automobilistica californiana specializzata in vetture elettriche, ha scelto il circolo di Cavaglià per installare una propria stazione di ricarica con otto Supercharger E veniamo alle ultime novità, che certificano una volta di più la determinazione di Paolo Schellino a rendere Cavaglià un bel punto di riferimento per il golf italiano. Dopo aver ingaggiato lo scorso anno come direttore Miguel De Sousa, Schellino ha deciso di rimettere mano al percorso, in collaborazione con l’architetto torinese Giorgio Ferraris (fu lui a disegnare Cavaglià fin dall’inizio) e con il supporto di tutto lo staff del campo, guidato da Luigi Maffeo. Sono state così affidate alla cura della Idealprati di Paolo Tremolada, già artefice del passaggio da 9 a 18 buche, alcune importanti modifiche per portare il tracciato da circa 4.600 metri a 4.833, senza però alterare il par del campo, che resta quindi di 68 colpi. Vediamole in dettaglio: BUCA 2 - PAR 3: creazione di un nuovo tee (foto in basso) (da 146 a 172 metri), + 26 metri BUCA 3 - PAR 4: creazione di un nuovo tee (foto in alto) (da 226 a 258 metri), + 32 metri BUCA 11 - PAR 4: allungamento del fairway e creazione di un nuovo green (da 276 a 340 metri), + 64 metri BUCA 13 - PAR 4: allungamento del fairway e creazione di un nuovo green (da 274 a 358 metri), + 84 metri. I lavori sono già nella fase finale e verranno ultimati entro breve, in modo da rendere operativi gli interventi già nella prossima stagione.

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SOLUZIONI SOFTWARE

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IDEE VINCENTI PER LA GESTIONE Nato come portale di servizio, GesGolf oggi ha 100mila utenti e raggiunge una media di due milioni di pagine viste al mese

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na storia lunga quasi trent’anni, con lo sguardo da sempre orientato al futuro. Ha radici solide la SysGolf, che sin dall’inizio è al fianco dei circoli italiani per fornire soluzioni software indispensabili nella gestione dei club. Un cammino iniziato nel 1980, grazie a un’intuizione del fondatore, Renzo Ottobrini, chiamato dal Golf Monticello per sondare il terreno – completamente inesplorato – dell’informatizzazione nelle segreterie e poi proseguito qualche anno dopo, con la nascita prima di Sys 86 e poi di SysGolf, creata con il Golf nel proprio DNA. Una crescita che da allora non si è mai arrestata, caratterizzata dall’impegno costante nel lavorare fianco a fianco con i Golf Club italiani, visti non come semplici clienti ma come veri e propri partner con cui immaginare presente e futuro. Punto di forza, da sempre, la Gestione Sportiva, completa, flessibile, sicura e supportata da un servizio di assistenza che va ben oltre gli aspetti tecnici ed è un punto di riferimento sicuro per le segreterie sportive. Negli anni la società è cresciuta e pur mante-

nendo la solida impronta iniziale, ora è pronta ad affrontare nuove sfide, con un occhio alle segreterie e ai golfisti: “Proprio così – spiega con un pizzico d’orgoglio Marina Cuneo, da sempre al fianco del fondatore Renzo Ottobrini e attuale Amministratore Delegato di SysGolf – da qualche anno a questa parte abbiamo deciso di offrire i nostri servizi anche ai giocatori, cercando di individuare soluzioni che da un lato rendessero più snello il lavoro delle segreterie e dall’altro offrissero valore aggiunto per i golfisti”. Ad esempio? “Penso ad esempio al servizio sms, che in pochi anni ha cambiato il modo di comunicare tra segreterie e soci: i giocatori si sono abituati in fretta alla praticità dei messaggini per conoscere orari di partenza e altre informazioni sulle gare, mentre le segreterie hanno risparmiato tantissimo tempo per le telefonate”. Da lì ha preso avvio il progetto Gesgolf. “Esatto, nato inizialmente come un portale di servizio, abbiamo poi deciso di estendere il sito anche ai giocatori, dando la possibilità ai nostri clienti di pubblicare tutte le informazioni legate all’attività sportiva, con gli orari di partenza, le classifiche

e tutte le statistiche legate alle gare. L’idea è subito piaciuta e soprattutto ha avuto un grande successo tra i giocatori. Oggi il sito www.gesgolf.it è diventato il punto di riferimento per l’attività amatoriale in Italia e conta circa 100mila utenti e due milioni di pagine viste ogni mese. Sono numeri che ci rendono orgogliosi, ma che al tempo stesso ci fanno sentire chiara la responsabilità di continuare a lavorare sodo per restare al passo con esigenze sempre nuove”. Per i giocatori ora c’è anche la vostra app. “Considerando che oggi la gran parte del traffico è generato da mobile, abbiamo deciso di investire anche in questa direzione. Attualmente l’app Gesgolf permette di avere il proprio score sul telefonino, oltre che di ricevere notifiche push al posto dei classici sms. Ma l’applicazione è un laboratorio di idee e presto crescerà ancora”. A proposito di innovazione, per i circoli cosa c’è all’orizzonte? “Abbiamo iniziato a ripensare i nostri software gestionali rendendoli adatti al cloud: il nuovo programma di Gestione Manutenzione Campo è già disegnato con questa architettura, con la quale stiamo ripensando anche Gestione Sportiva e Gestione Incassi, che ovviamente avranno diverse nuove funzionalità”. Fin qui si è parlato di tecnologia, ma una realtà piccola e dinamica come SysGolf è fatta anche e soprattutto di persone: “Vero, infatti credo che uno dei nostri punti di forza stia proprio nelle relazioni nate con i nostri clienti. Con lo stesso approccio, stiamo cercando di guardare oltre, di aprirci ai mercati esteri e di avviare collaborazioni strategiche con nuovi partner. Il tutto cercando di non perdere mai di vista il nostro approccio iniziale, che pone al centro l’attenzione per il cliente”.

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PRO SHOP

L’esempio di Chervò

Profitto per club o servizio per soci? Seguendo l’esempio delle più interessanti e consolidate situazioni all’estero, il celebre marchio italiano sta allungando la lista dei punti vendita seguiti personalmente, in gestione diretta o in partnership a cura della redazione

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hervò è un marchio di abbigliamento noto per essere all’avanguardia nell’innovazione tecnica, nello stile e oggi innova anche nel campo dei rapporti industria-distribuzione con nuove formule per la gestione dei pro shop. La crisi seguita al rallentamento prima e al declino poi nel numero dei praticanti richiede che produttori e distributori agiscano in modo coordinato e collaborativo per aumentare l’efficienza ed aumentare il livello di servizio per aumentare la risposta e la soddisfazione del consumatore finale. Il pro shop resta un punto focale nell’offerta di ogni circolo di golf, ma non è sempre semplice offrire un ser-

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vizio qualificato ai soci e contemporaneamente far quadrare i conti in modo soddisfacente. Il problema si è acuito nel corso della crisi I circoli di maggiori dimensioni, soprattutto quelli che godono anche di un buon afflusso di green fee e possono contare quindi su un notevole giro d’affari, spesso affidano il servizio ad un operatore professionale esterno, potendo contare in questo modo sia su un’offerta completa, sia su ricavi certi derivanti dal canone di locazione del locale. Il problema si complica quando il giro d’affari diminuisce e risulta più difficile attrarre operatori esterni o gestire in autonomia il punto vendita considerando il costo del personale, la difficol-

tà di gestire gli acquisti di una pluralità di fornitori, il rischio di rimanenze e tutta una serie di altri problemi noti. Chervò ha messo a punto formule flessibili di collaborazione adatte ad entrambi gli scenari. È una proposta che deriva dalla esperienza diretta maturata in primo luogo presso il punto di vendita pilota inserito nel Chervò Golf Resort di San Vigilio, nel flagship store aperto nei locali della propria sede di Costermano ed estesa poi a altri otto pro-shop gestiti presso altrettanti circoli italiani. L‘ultima apertura è avvenuta oltre confine presso il circolo di Saint Donat, in Provenza. Chervò è in grado di offrire soluzioni di gestione diretta o partnership,

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In queste pagine, alcuni pro shop Chervò, ben riconoscibili per l’aspetto moderno, luminoso e accattivante: da sinistra qui sopra, Gardagolf e Montecchia, in basso Arzaga, Asolo, Chervò San Vigilio e St. Donat (Francia) a seconda degli spazi disponibili, da circa 50mq a 100mq. La proposta suggerisce di integrare la segreteria all’interno dello shop, come avviene spesso in molti prestigiosi circoli esteri. Ciò permette sia di sfruttare integralmente il flusso di persone che transitano in segreteria per acquisti anche d’impulso, sia di ottimizzare l’uso del personale. Il concept del negozio è moderno, luminoso, flessibile e non necessita di particolari interventi strutturali, con una progettazione sviluppata sempre

insieme al Circolo con formule che, se non prevedono la gestione diretta, ma la gestione da parte del circolo, limitano il rischio di rimanenze, garantiscono soddisfacenti marginalità e facilitazioni finanziarie. Chervò ha creato un team fatto di interior designer, visual merchandiser e venditori diretti con l’obiettivo di seguire il cliente a 360°, nel corso di tutto l’anno, dall’ordine ai riassortimenti, alla produzione di prodotti logati del circolo. L’offerta riguarda sia i prodotti

Chervò sia la possibilità, se di interesse del circolo, i prodotti di altre prestigiose marche trattate nei propri proshop, comprese attrezzature, calzature e accessori.

CHERVÒ S.p.A. Via 1° Maggio, 10/A - 37010 Costermano (VR) Telefono 045 6203411 SALES MANAGER: Lorenzo Paganini - interno 440 RETAIL MANAGER: Chiara Frigo - interno 446

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ARIA NUOVA IN FRIULI A colloquio con Mauro Mantovani, Superintendent del circolo, che ci illustra i grandi cambiamenti intervenuti in campo (ma non solo) con l’avvento dell’attuale presidente, Gabriele Lualdi

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RISTRUTTURAZIONI Golf Club Udine

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A sinistra, Mauro Mantovani, superintendent di Udine, e a destra il presidente, Gabriele Lualdi, con Costantino Rocca. Nella foto grande il nuovo e attrezzatissimo campo pratica, nelle altre la clubhouse e uno scorcio del Resort Villaverde.

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RISTRUTTURAZIONI Golf Club Udine di Roberto Roversi

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na delle realtà più dinamiche e attive nel panorama del golf italiano degli ultimi tempi è senza dubbio quella del Golf Club Udine. Il cambio di proprietà, avvenuto alcuni anni fa con l’arrivo dell’imprenditore Gabriele Lualdi alla guida del circolo, ha dato un’importante svolta al percorso di Fagagna rilanciandone sia la vocazione turistica che le ambizioni di un campo di livello tecnico tale da ospitare eventi professionistici internazionali come l’Italian Senior Open, che negli ultimi due anni ha fatto tappa da queste parti. Oltre alla costruzione del nuovo Resort Villaverde e alla completa ristrutturazione della clubhouse, sono stati effettuati diversi interventi sul layout del campo con modifiche di rilievo che ne hanno migliorato la personalità. A seguire passo dopo passo gli imponenti lavori che hanno cambiato volto al tracciato friulano è stato soprattutto il Superintendent del circolo, Mauro Mantovani, da una vita impegnato nella cura e nella gestione dei campi da golf. «Scherzosamente a chi mi chiede da quando faccio questo lavoro – dice Mantovani - rispondo che mi diverto dai tempi di mio nonno. Per cui, dopo mio padre, cinque zii e, ovviamente, mio nonno, direi che mi occupo di “verde” praticamente da sempre. Inoltre per fare le cose seriamente dapprima mi sono diplomato in Agraria e successivamente ho frequentato la Scuola Nazionale Sezione Tappeti Erbosi della Federgolf ottenendo la qualifica di Superintendent. Con questo mestiere mi diverto al Golf Club Udine da un bel po’ di tempo, precisamente dal gennaio del 1992.» Ci racconti la storia di questo campo? «Il Golf Club Udine vide i suoi primi giocatori nelle stupende 9 buche iniziali disegnate da John Harris e Marco Croze nel 1970. Due anni più tardi avvenne l’affiliazione alla FIG. Nel 1993 è iniziata la costruzione delle seconde 9 buche su progetto di Marco Croze e il percorso completo venne inaugurato nel 1995. Salvo poche modifiche il tracciato è rimasto sostanzialmente immutato sino all’arrivo dell’attuale presidente, Gabrie-

Qui sopra, uno scorcio delle Alpi Carniche dietro alle buche di Udine e a destra, il tramonto sul Resort Villaverde.

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le Lualdi, uomo deciso e di ampie vedute che ha dato il via alla trasformazione radicale del circolo.» Chi ha realizzato il progetto di ristrutturazione del campo? «Direi che si è trattato di un lavoro d’èquipe. Con l’aiuto di Fulvio Bani quale progettista del restyling del percorso, abbiamo anche ricostruito l’area di pratica per il gioco corto con la realizzazione di un pitching green e di due putting green. Il campo pratica, inoltre, è stato migliorato con l’inserimento di sei target green e con l’installazione di battitori sia in erba che in sintetico da entrambi i lati. Potendo contare su una struttura così moderna e attrezzata è stata istituita un’Academy tecnologicamente avanzata gestita dal maestro Andrea Ferlito. Contemporaneamente a questi interventi è sorto il nuovo splendido Resort Villaverde, completo di ristorante, bar, spa, wellness, sala conferenze, palestra, piscina e centro medico.» Parliamo del percorso. Quali sono state le linee guida seguite in questo profondo lavoro di cambiamento? «Pur essendo inserito in un’area piuttosto estesa come superficie, la grande quantità di vegetazione presente, tra boschetti e aree naturali, faceva apparire il vecchio percorso più piccolo e stretto e poco idoneo a ospitare le grandi competizioni internazionali alle quali ambiva il presidente Lualdi. Ci siamo, quindi, mossi con questo obiettivo cercando, nel contempo, di fare in modo che i cambiamenti permettessero al percorso di essere comunque giocabile anche dai dilettanti.» Quali sono stati i lavori più significativi? «Gli interventi sul tracciato sono iniziati nel 2014 e il primo passo è stato quello di aumentare la superficie del campo che è passata da 59 a 83 ettari. L’aggiunta di questi ulteriori 24 ettari ha permesso di ottenere una maggiore lunghezza del percorso, un più ampio respiro di alcune buche che ha aggiunto anche una valenza più elevata in termini di spettacolarità e spessore tecnico. Non meno importante è stato aver ottenuto maggiore sicurezza nel gioco grazie agli spazi più grandi. Da sottolineare anche il fatto che con questi lavori abbiamo avuto la possibilità di aumentare, con l’impianto di oltre mille nuovi alberi, il già ricco patrimonio arboreo del campo. Aggiungo, e lo faccio con orgoglio perché riguarda direttamente il mio lavoro, che il circolo vanta il conseguimento per ben due volte della certificazione “GEO”, il più alto riconoscimento in fatto di sostenibilità ambientale, che ha fatto seguito al premio “Impegnati nel Verde” ricevuto negli anni precedenti. Non c’è una buca, tra le 18 del percorso, che non sia stata oggetto di qualche intervento, magari anche piccolo. Quelli più importanti e significativi, però, sono stati effettuati sulle buche 5, 7 e 16, realizzate interamente ex novo. Molte altre hanno visto sostanziali modifiche come rifacimento dei green, la costruzione di nuovi tee e l’inserimento di alcuni bunker.» Sono state utilizzate nuove essenze per il tappeto erboso? «Ovviamente sì. Per i green, vecchi e nuovi, la scelta è caduta

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sull’Agrostis Palustris, varietà Declaration mentre per i tee invece abbiamo usato sempre Agrostis Palustris, varietà Declaration e Penncross, miscelati con Lolium Perenne. Per quanto riguarda i fairway, invece, è in atto un grande cambiamento. Il nuovo Piano di Azione Nazionale (PAN), la cui attuazione riduce drasticamente l’impiego di fitofarmaci e prodotti chimici, sta obbligando tutti a prendere nuove strade e adottare provvedimenti diversi dal passato. Non potendo più usare alcun presidio sanitario, noi abbiamo deciso di impiegare un mix contenente Poa Pratense, Festuche Rosse e Loietti Perenni in varietà resistenti alle malattie fungine. Questa scelta ci sta fornendo già buoni risultati. Al momento, inoltre, su tutti i fairway è in atto un’operazione di trasemina autunnale. Per quanto concerne il rough, infine, si è deciso di lasciarlo naturale come è sempre stato.» Oltre a questi interventi riguardanti il design del percorso e il tappeto erboso, sono stati fatti altri lavori strutturali? «In un’operazione così consistente è naturale che si intervenga anche sul complesso generale dell’impiantistica legata alla manutenzione del percorso. Posso dire che il fiore all’occhiello di questi interventi sia rappresentato dal nuovo impianto di irrigazione Toro di ultima generazione, il quale permette un perfetta e adeguata distribuzione dell’acqua. Questo impianto conta ben 600 irrigatori Infinity e 230 irrigatori T7 gestiti da 80 elettrovalvole con 20 satelliti VP e 670 stazioni connessi con oltre 4.500 metri di cavi di alimentazione, più di 5.000 metri di cavi di comunicazione, quasi 25 km. di tubazioni varie, più le stazioni meteo e i sensori a terra, oltre al sistema computerizzato Lynx Toro. Un investimento che ha puntato all’innovazione tecnologica con l’obiettivo di una più precisa gestione dell’irrigazione e una riduzione dei consumi idrici ed energetici.» Come sono stati pianificati gli interventi? «Questa grossa mole di interventi ha reso necessaria una notevole azione di organizzazione e di coordinamento con la ditta che ha eseguito i lavori, la Battistella Golf. La volontà di mantenere il percorso sempre aperto al gioco, ha molto spesso fatto rivedere la cronologia decisa inizialmente per gli interventi. Il quotidiano confronto e le decisioni prese di comune accordo con le parti interessate, però, ci ha permesso di limitare i disagi per i giocatori e di assicurare il normale svolgimento delle gare.» Qual è stato l’intervento più complesso? «Gli interventi che ci hanno impegnato di più sono stati la ri-

costruzione del Campo Pratica, per il quale abbiamo alzato una enorme rete di protezione per garantire la sicurezza, e la posa del grande impianto di irrigazione a doppio e triplo rango. Un lavoro davvero imponente.» Quali problemi avete incontrato? «Direi che il più grosso che abbiamo dovuto affrontare è stato quello legato alla realizzazione, oltretutto in brevissimo tempo, del tappeto erboso sulle buche 16 e 17 durante la caldissima estate di quest’anno. Far fronte a questi problemi non è stato per nulla semplice.» Come valuti il risultato finale raggiunto? «Non è facile per me dare un giudizio. Questo campo è come un figlio e i figli sono tutti belli. Però posso dire che il nuovo percorso, inaugurato il 25 agosto di quest’anno, è adesso sotto gli occhi e i bastoni di tutti. Per me è stupendo!» Come lo hanno giudicato i giocatori del Senior Tour che vi hanno giocato? «Avevano già avuto l’anno scorso di avere un assaggio del nuovo campo. Quest’anno lo hanno giocato con tutte le modifiche apportate e devo dire che sono rimasti entusiasti delle nuove aree di pratica e stupiti dall’ottimo risultato dei lavori sul campo. Inoltre, grazie ai loro preziosi consigli, il prossimo anno lo troveranno ancora migliorato.» Cosa ne pensano i soci e i visitatori? «Un campo bellissimo! Questo è il parere dei nostri pazientissimi soci, che ringrazio vivamente, e degli ospiti che già in precedenza avevano calcato i green del Golf Club Udine. Chi invece arriva per la prima volta rimane ammirato, oltre che dal percorso, anche dall’ambiente circostante e dall’ospitalità ricevuta. Senza considerare l’eccezionale novità del Resort Villaverde, un vero gioiello per il riposo e il wellness. In fin dei conti è questo il risultato che volevamo ottenere.» Sono previsti altri interventi sul percorso? E quali? «Per il momento posso affermare che gran parte dei lavori di restyling sono stati fatti e che non sono previsti altri interventi di rilievo. Con un presidente così dinamico e vulcanico, però, non si può mai dire. Intanto lasciamo che i giocatori si godano questo campo. Dopo una lunga attesa se lo meritano.»

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C I R C O L I I TA L I A N I Club e Resort

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LA SVOLTA DI BOGOGNO Cinque imprenditori (Alberto Cristina, Leopoldo e Paolo LangĂŠ, Gustavo Spizzico e Giovanni Tamburi) hanno rilevato la struttura nel 2013, modificando gli obiettivi del circolo in direzione turistica. E i risultati positivi si sono visti immediatamente

Lo splendido spettacolo del Monte Rosa è uno dei biglietti da visita di Bogogno, trasformatosi di recente da club esclusivo a resort di alto livello.

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Nelle foto alcuni scorci di Bogogno e del suo nuovo albergo con 50 splendide stanze, dotato di ogni tipo di comfort: dall’ampia terrazza bar con putting green al fitness center, alla zona benessere con sauna e bagno turco, alla piscina...

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C I R C O L I I TA L I A N I

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Club e Resort

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ino al 2013, era un club molto esclusivo e basato quasi principalmente sui soci. Ma da allora Bogogno, diretto da GianLuigi Orecchioni con il supporto di Tiziano Capello, si è trasformato in breve tempo in un resort di respiro internazionale, che oggi può contare su ben 20mila green fee annui di giocatori esterni. La quasi totalità è legata a golfisti stranieri (soprattutto tedeschi e svizzeri) conquistati dalla bellezza del posto, delle magiche 36 buche, dalla qualità dei servizi che ruotano intorno al moderno e lussuoso Golf Hotel Bogogno. Di recente, sono state portate a 50 le camere e suite dell’albergo che si trova a cento metri dalla clubhouse. Diretta da Serena Fonti, la struttura è tecnologicamente all’avanguardia, con magnifiche stanze immerse nel silenzio e nel comfort. A maggio è stata inoltre inaugurata la grande palestra con macchinari nuovissimi targati Technogym (uno degli sponsor del circolo insieme a Rolex, Callaway e Toro) e a giugno ha aperto anche la nuova Spa. All’esterno si trova la piscina e sulla vasta terrazza all’ultimo piano dell’hotel c’è il bar con putting green, per qualche sfida prima di cena. In clubhouse è invece a disposizione un altro bel bar, collegato alla grande terrazza resa unica dalla panoramica del Monte Rosa all’orizzonte. Dalla parte opposta, si arriva al ristorante, un altro dei fiori all’occhiello di Bogogno. Battezzato “What else?”, da anni è gestito da Claudio Raimondi e Daniele Fiorelli partendo dai grandi classici della tradizione piemontese, ma senza dimenticare piatti di altre regioni italiane e ricette internazionali. Interessante la cantina, a livello degli altri servizi del resort. Molto noti i due gioielli del Circolo a 18 buche, intitolati “Bonora” e “Del Conte” dai nomi di due grandi cascine, fra i migliori campi italiani in assoluto. A unire i percorsi di Bogogno anche una manutenzione impeccabile. In campo una bella squadra, formata da 13 addetti e guidata da Alberto Peonia, che nei mesi da marzo a ottobre si arricchisce anche di otto lavoratori stagionali, che fanno così crescere il gruppo a 21 persone complessive.

La scheda del club Bogogno Golf Resort Via Sant’Isidoro, 1 - 28010 Bogogno (Novara) Tel. 0322 864137 - Fax 0322 864127 info@bogognogolfresort.com - www.bogognogolfresort.com Fondazione: 1996 - Giorno di chiusura: nessuno - Stagione: aperto tutto l’anno Progetto: Robert von Hagge Presidente: Paolo Langè Vice-presidente: Gustavo Spizzico Direttore: GianLuigi Orecchioni Segretario: Tiziano Capello In segreteria: Federica Gabrielli, Roberta Valloggia Maestri: Fabian Barrio, Andrea Ferrario, Carlo Zaretti, Juan Astiz Attività giovanile: Paola Redaelli, Claudio Mandelli Caddie Master: Stefano Frattini Superintendent: Alberto Peonia Percorsi: Del Conte 18 buche, par 72, m 6.206, CR 73,2, Slope 131; Bonora 18 buche, par 72, m 6.284, CR 73,8 Slope 140 Servizi: putting green, noleggio, pro shop, ristorante, bar, piscine, spa, tennis, calcetto, parco giochi, campo pratica con doppio battitore. Bogogno Golf Hotel: 50 camere, Spa, palestra, tel. 0322 1958058.

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A poca distanza dal traguardo dei 60 anni, la struttura che accoglie i servizi del circolo felsineo conserva intatto il fascino che l’ha sempre accompagnata

ELEGANZA MINIMALISTA

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CLUBHOUSE Bologna

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Veduta esterna della clubhouse del Golf Club Bologna.

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In queste pagine alcuni scorci interni ed esterni del Golf Club Bologna. La clubhouse, disegnata da Piero Montini, si articola su vari livelli. In alto vediamo l’ampia e luminosa zona relax e qui sotto il grande ristorante.

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CLUBHOUSE

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rano 28 le persone che, con Achille Sassoli de’ Bianchi quel 28 aprile 1959 costituirono il Golf Club Bologna. Circolo storico, di grande tradizione e primo per fondazione in Emilia Romagna (il secondo, Croara, arriverà solo 17 anni dopo) accoglie i suoi ospiti con una decisa salita che porta al parcheggio, proprio sotto l’ingresso della clubhouse. L’edificio, a distanza di oltre mezzo secolo, diventa sempre più caratteristico e tipico del design di quell’epoca. Minimalista ed elegante, la struttura che accoglie tutti i servizi del Bologna si appoggia alla collina ed è divisa su più piani. Disegnata dall’ingegner Piero Montini, si fa apprezzare subito per le sue linee essenziali, gli ampi spazi e le grandissime vetrate che si aprono sul campo pratica, la buca 9 e le colline bolognesi. Tanta, tantissima la luce perciò nella zona alta, quella che ospita il bar, il ristorante e gli angoli relax, il tutto affacciato su una vasta terrazza che nella bella stagione è davvero un piacere frequentare. Facile ritrovare piacevoli similitudini con la clubhouse coeva di Carimate, ultimata nel 1962 da due maestri di design come Vico Magistretti e Guido Veneziani.

Bologna

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Nel segno di una rassicurante continuità, l’attuale padrone di casa è Filippo Sassoli de’ Bianchi, vero gentiluomo d’altri tempi e figlio del fondatore Achille. Al timone del circolo da qualche anno si trova Marco Antonangeli, consigliere dell’AITG, qui approdato dopo una lunga militanza a Garlenda. Nel club, facile notare subito la mano di uno dei migliori direttori italiani, tanto competente e appassionato quanto schivo e discreto. Circolo a 360 gradi, con una grande e bella piscina che nel 2009 fu al centro della mega festa per i 50 anni del club felsineo, il Golf Club Bologna ha scritto in Italia molte importanti pagine del nostro sport. Le sue 18 buche hanno ospitato molte gare di richiamo, a partire dal celebre Nettuno d’Oro, e sono un challenge di livello per ogni tipo di golfista. Fin dal primo impatto si apprezza il campo, curato dal superintendent Paolo Baldini, per il suo andamento piacevolmente mosso, che accompagna i primi rilievi dell’Appennino. Disegnato da Cotton & Harris e parzialmente rivisitato da Peter Allis, è un percorso ormai storico e immerso in ambiente naturale di grande respiro.

La scheda del circolo Golf Club Bologna via Sabattini, 69 - 40050 Monte San Pietro (Bologna) Tel 051 969100 - Fax 051 6720017 info@golfclubbologna.it - www.golfclubbologna.it fb: Golf Club Bologna Fondazione: 1959 Giorno di chiusura: lunedì non festivo Stagione: aperto tutto l’anno Progetto: Cotton & Harris - Peter Allis Presidente: Filippo Sassoli de’ Bianchi Vice-presidente: Costantino Galleri Direttore: Marco Antonangeli Segretario: Alessandro Pau Maestri: Stefano Ortu, Bruno Ghezzo, Federico Bisazza Attività giovanile: Stefano Ortu e Bruno Ghezzo Superintendent: Paolo Baldini Percorso: 18 buche, par 72, m 6.093, donne m 5.370 Strutture e servizi: campo pratica, putting e pitching green, golf cart, pro shop, sala carte, sala tv, bar, ristorante (tel. 051 969028), buvette, piscina estiva.

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BACKTEE Marco Dal Fior

Golfisti 2.0: da soci a clienti

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a qualche tempo proliferano i gruppi di acquisto anche nel mondo del golf. Spuntano green fee a prezzi iper agevolati grazie ai numeri che sono in grado di spostare. Alcuni si spingono più in là e, approfittando delle incertezze economiche di più di un sodalizio, in un certo senso taglieggiano i già sofferenti golf club: “Vuoi la gara infrasettimanale e l’incasso dei relativi green fee? Le condizioni sono queste…” E via con una serie di imperativi categorici ai quali molti sono obbligati a sottostare per arrotondare gli incassi e far lavorare campo pratica, bar e ristorante. Federico Brambilla, uno degli imprenditori più attenti alle mutazioni del mondo del golf, chiacchierando qualche giorno fa nella club house delle sue Robinie, mi ha messo una pulce nell’orecchio: “E se ce lo facessimo noi golf club il nostro gruppo d’acquisto?”. Sulle prime sono rimasto abbastanza sconcertato, ma, conoscendo l’uomo e sapendo che non parla a caso, mi sono fatto spiegare meglio la sua idea.

Per farlo, Brambilla ha utilizzato l’esempio della Lombardia, che conta all’incirca 24.000 tesserati. Se fossero i Circoli stessi ad offrire ai tesserati di altri club lombardi l’abbinata gara-green fee a condizioni vantaggiose è probabile che la massa dei giocatori itineranti potrebbe essere intercettata con sufficiente facilità e, soprattutto, con buon profitto. Lo spunto, che richiede ovviamente ulteriori approfondimenti e, soprattutto, una gestione attenta degli equilibri fra i vari club, testimonia però come chi si avvicina al golf con mentalità imprenditoriale ha già colto il cambiamento che anche in Italia sta avvenendo con grande rapidità: il giocatore stanziale, quello che si iscrive a un club, consuma i fairway solo di quel percorso e mette il naso in altri green solo in occasione di vacanze o golf clinic, sta lasciando il posto ad un altro tipo di golfista. Che sente molto meno il richiamo del club, apprezza le novità, va a curiosare su questo o quel percorso, disposto a spostarsi con la sacca nel bagagliaio invece che nel deposito del caddie master. Insomma, un cliente del golf

e non più un socio. Naturalmente il nuovo golfista non soppianterà il tradizionale associato, quello che conosce tutti, vive in club house e partecipa a tutte le Stableford e cene sociali. Ma lo affiancherà con numeri sempre maggiori. È con questo nuovo tipo di cliente che i club a mio avviso dovranno confrontarsi. Il campo, pur bello che sia, è il minimo sindacale. Occorrono nuovi servizi e nuove idee. Non è pensabile, ad esempio, che lo spogliatoio ospiti continui ad essere un bugigattolo fuori mano, come accade invece in Club anche prestigiosi. Bisognerà accettare che “forestieri” versino i loro green fee nelle esauste casse sociali, ma per convincerli a farlo sarà necessario inventarsi offerte, iniziative, appuntamenti. Come quelli che ipotizza Brambilla, oppure diversi e ancora più intriganti. Sapendo bene però che il golf in Italia non decollerà mai fino a quando non partirà la caccia ai nuovi giocatori e non a quelli del Circolo vicino. Ampliare la base è l’unico sistema per poter costruire un palazzo più alto. (mdalfior@alice.it)

Una veduta della club house, della foresteria e delle ultime due buche del bellissimo circolo de Le Robinie.

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No ai campi “lenti” CLUBHO USE

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1, comma 1 - Lo - Mi - ISSN 1123-4830

GOLF CL

by GOLF&TURISMO

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PROFESSIONE

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PRIMAVERA

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ESTATE

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PROFESSIONE GOLF CLUB è la prima e unica rivista del settore dedicata al business to business. Un media professionale capace di raccogliere e veicolare tutta la comunicazione e le infor mazioni distribuite in modo frammentario tra i siti inter net delle associazioni, i congressi ed i corsi di for mazione. I destinatari della rivista sono tutti gli addetti ai lavori di golf club e campi pratica, sedi dei Comitati e i proprietari di campi da golf.

PROPOSTA 1 - N. 1 Abbonamento annuale - € 32,00 PROPOSTA 2 - N. 2 Abbonamenti annuali - € 60,00 PROPOSTA 3 - N. 4 Abbonamenti annuali - € 112,00 PROPOSTA 4 - N. 5 Abbonamenti annuali - € 125,00 Periodicità: quadrimestrale (tre numeri all’anno) Marzo Primavera - Luglio Estate - Novembre Autunno/Inver no Per abbonarsi inviare una e-mail di richiesta a publimaster@publimaster.it

PER CHI IL GOLF LO RENDE POSSIBILE PUBLIMASTER Surl: 20146 Milano via Winckelmann, 2 - T 02-42419.1 - F 02-47710278 - publimaster@publimaster.it

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