SERVONO RISPOSTE CONCRETE
L
a peste dei cinghiali è solo la punta dell’iceberg di una situazione insostenibile per la società e per il mondo agricolo. Dal 7 gennaio, giorno in cui è stato trovato il primo caso di PSA, ad oggi sono state fatte solo tante parole. Il paradosso? Il numero di cinghiali è raddoppiato mentre non si è fatto nulla per aiutare le aziende suinicole che si sono viste obbligate ad abbattere e distruggere centinaia di capi sani. Nonostante le
QUINDI
se “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” chiediamo che sia data la possibilità agli agricoltori di continuare a svolgere la loro attività sul territorio con la garanzia di poter coltivare e raccogliere non sperare di ricevere indennizzi. Per salvare gli allevamenti l’unica strada percorribile è il contenimento del numero di cinghiali e risarcimenti immediati alle aziende che sono state costrette ad abbattere i loro animali, vittime di un atteggiamento di scaricabarile che va a danneggiare l’anello debole della catena: il mondo agricolo, chi produce per concorrere a quell’autosufficienza alimentare che pandemia e guerra in Ucraina hanno drammaticamente messo in evidenza.
tante denunce ed iniziative messe in campo da Coldiretti non ci sono risposte concrete, solo immobilismo da parte delle istituzioni. Si parla tanto di clima e sostenibilità. Ma serve equilibrio. Chi dice che non c’è problema? Chi dalla sua scrivania non vede i campi distrutti e continua a ricevere la busta paga tutta intera, non dimezzata dalle incursioni della fauna selvatica.
STABILITO CHE
la presenza massiccia nella provincia di Alessandria della specie del cinghiale è comparsa agli inizi degli anni ’80: oggi è palese che la situazione sia sfuggita nettamente di mano! Non possiamo delegare solo ai cacciatori il compito del depopolamento quando è evidente che nel “fare caccia” ci sono di mezzo soldi pubblici che vengono messi a disposizione per mantenere i problemi. Sappiamo bene che nella società moderna la caccia è praticata soprattutto per sport e divertimento ma, chi la pratica, non può decidere tempi e metodi solo in base alle proprie necessità.
PERTANTO
chiediamo la modifica immediata del- A causa dei cinghiali, sono già stati persi circa 80 mila ettari che, se fosl’art. 19 della legge 157/1992 per semplificare le procedure per l’ado- sero tutti coltivati a frumento tenero, corrisponderebbero a 600 milioni zione dei piani di abbattimento approvati dalle regioni e il rafforzamento di kg di pane non prodotto. In Piemonte, ad oggi, dopo 6 mesi dal primo delle competenze dell’ufficio commissariale previsto dal Decreto Legge caso di PSA e 3 dalla firma dell’ordinanza regionale che aveva dato il 17 febbraio 2022, n.9. La fauna selvatica non può continuare ad essere via libera a contenuti innovativi e misure straordinarie, sono stati abbatpatrimonio indisponibile dello Stato, tutelata nell’interesse della comu- tuti solo poco più di 2.000 cinghiali quando l’obiettivo è quello di arrivare almeno a 50 mila. nità nazionale ed internazionale (art.1 L.157/1992).
Alla luce della situazione sopra descritta Coldiretti Alessandria
CHIEDE AZIONI IMMEDIATE E CONCRETE PER UN EFFETTIVO DEPOPOLAMENTO DELLA SPECIE CINGHIALE Tutto questo perchè la sopravvivenza del mondo agricolo, la sicurezza alimentare, l’incolumità pubblica e la tutela dell’ecosistema, sono condizioni imprescindibili che spettano di diritto ad ogni cittadino. Il Direttore Roberto Bianco
Il Presidente Mauro Bianco