BIENNALE DI VENEZIA Un dado dalle molte sfaccettature Cosa si intende per ARTE? L’arte è come un dado: ha varie sfaccettature e ogni persona in base alla propria sensibilità e conoscenza l’associa a qualcosa che può essere condivisibile o meno da altri. Visitando la Biennale di Venezia 2013, ognuno di noi ha riconosciuto all’arte un senso ben definito ed individuale. Non a tutti è piaciuta questa esposizione internazionale d’Arte che attrae milioni di persone da tutto il mondo e per questo non bisogna sentirsi mediocri rispetto a chi ne esalta la valenza artistica: si ha semplicemente una concezione diversa di questa espressione. La sede della Biennale è un palazzo storico che rappresenta lo stile tardo gotico veneziano, quasi un’arte nell’arte. Il nostro viaggio artistico è iniziato nel Palazzo Enciclopedico, è continuato all’Arsenale per concludersi ai Giardini dove sono dislocati ben 37 padiglioni tra cui il Padiglione Centrale(ex Padiglione Italia), una struttura versatile, polifunzionale e punto di riferimento per tutti gli altri. Passando la maggior parte della giornata a girovagare nell’arte, sono arrivata alla con-
clusione che ciò da cui sono rimasta estremamente affascinata è stato il Padiglione Israeliano, progettato nel 1952 dall’architetto Zeev Rechter: una struttura architettonica innovativa, suddivisa in tre piani espositivi, legati da un unico percorso logico ideato da Gilad Ratman, che ha voluto creare un vero e proprio Workshop documentando il percorso che gli artisti hanno fatto nel buio, attraverso i sotterranei di Israele, diretti a Venezia. Giunti qui, emergendo dal pavimento del Padiglione, si sono quasi “appropriati” dello spazio e, usando l’argilla portata dal proprio Paese, hanno creato una copia del proprio viso, inserendovi a fine lavoro un microfono in cui emettevano lamenti.
Penso che non si debba giudicare il gusto personale delle persone, soprattutto quello di carattere artistico. Io, ad esempio, ho trovato senza senso molte elaborazioni di questa esposizione, senza bellezza né emozioni, eppure sono lì davanti agli occhi di tutti, magari ideate e realizzate da artisti di fama nazionale. Alcuni ne restano affascinati, altri si pongono mille perché; c’è chi è attratto dalle “cose belle” e chi da ciò che è enigmatico. Non è una questione di limiti o di scarsa cultura, ma di sensibilità personale e di diverse chiavi di lettura della stessa parola ARTE. Federica Ricchiuti