Voci libere dal Munar i
TUTTO (O QUASI) SULLA
SCIENZA La scienza è una delle malattie più sinistre delle società odierne. Prendano le distanze da questo articolo i benpensanti, gli scienziati, i bulimici della tecnica, le anime pie assetate di certezze, i materialisti più abietti, gli abachisti paghi del loro operato, e tutti i burattini dell’odierna società dei Lumi. Accostino i loro occhi a questo scritto quei buongustai di spiriti elevati che rifuggono le grossolanità, le abbondanti certezze derivate da tediose elucubrazioni e da quanto di più buffonesco si possa aggiungere. Si interessi al seguente articolo anche l’ignorante, purché sappia liberarsi di ciò che si innesterà in lui dopo aver letto ciò che ho da scrivere. Si accostino a questo scritto gli uomini silenziosi, che hanno il cuore gelido come gli inverni più cruenti: quei cuori che solo Wotan potrebbe donare in una saga nordica. E’ ai cuori inselvatichiti che volgo il mio sguardo! I saggi fino ad oggi hanno ragliato grassezza d’ogni genere: “Così la religione fu calpestata/ sotto i piedi mortali/ e quella vittoria ci solleva alle stelle”, favellava il buon Lucrezio, e da quel momento in poi tutti i savi spinsero lo stesso mulino, come asini zelanti; “La scienza è una delle massime conquiste (la massima, si può sostenere)”, promuovendo anche le più nauseanti tartuferie come assolute certezze, mentre una minoranza cercava rifugio e ristoro da queste invasioni maialesche, da questi sapienti invasati. Non è forse la religione basata su dei dogmi? Continua in seconda pagina
numero unico giugno 2015
RELIGIONE: FRUTTO MALATO
DI UNA SOCIETÀ MALATA quale riflettere le idee di perfezione. L’ateismo si configura dunque non solo come un profondo atto di onestà filosofica, ma anche come
Alla luce della terribile strage consumatasi a Parigi nella redazione del giornale satirico “Charlie Hebdo” e in un supermercato ebraico tra l’ 8 e il 9 gennaio 2015, forse è opportuno riflettere su ciò che Marx aveva affermato nei suoi scritti, ovvero che la religione è il frutto malato di una società malata che vuole trovare un senso alla propria esistenza in un Dio nel
un dovere morale dell’uomo che dovrebbe ormai recuperare in sé i predicati positivi che ha proiettato al di fuori di sé. È infatti ancora una volta la religione il pretesto degli spargimenti di sangue avvenuti questa volta in Francia. Ed è proprio per questo motivo che la notizia ha fatto così tanto
scalpore: nessuno si sarebbe mai immaginato che un atto di tanta disumanità si potesse consumare in una Repubblica laica che si basa proprio sulla libertà, l’uguaglianza e la fraternità, in cui una satira pesante, anche offensiva e pornografica ha sempre fatto parte della cultura politica. Gli autori di questi atti terroristici erano appartenenti al gruppo estremista islamico denominato ISIS (stato islamico dell’Iraq e Siria), che ha l’obiettivo di istituire uno stato “puro”, per il quale i suoi membri sono disposti a tutto. Sotto gli occhi del mondo essi manipolano le menti dei fedeli e reclutano persone alle quali insegnano a combattere e ad usare ogni tipo di arma. Ma, come afferma il cartoonist kuwaitiano Naif al Muttawa, anch’egli musulmano, ogni religione ha vissuto una fase estremista, compreso il cristianesimo. Tutti i libri sacri contengono passaggi violenti: se a leggerli è qualcuno pieno di rabbia, si innesca una miccia pericolosa. Dobbiamo ricordare che anche il mondo occidentale è passato attraverso il Medioevo, nel quale il mondo islamico è ancora immerso. Le crociate, ad esempio, sono state anch’esse combattute in nome di Dio e se al tempo fosse esistita un’industria bellica come quella d’oggi chissà quale strage si sarebbe consumata. Un altro problema fondamentale è che ormai i versi del Corano sono incomprensibili per Continua in seconda pagina