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Assemblee in remoto

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Ultimo tratto

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# 0036 Erba, Milano, IT. 2008 Serie “Lumen”.

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Riunioni, consigli d’amministrazione, assemblee dei soci: l’emergenza sanitaria ha spostato “in remoto” tutti i momenti relazionali della vita di una società. Ma se gli incontri a distanza sono stati strumenti utili per affrontare condizioni eccezionali, è necessario vigilare perché le inevitabili restrizioni alla partecipazione che comportano non diventino strutturali.

Testo Susanna B. Stefani Immagini Carlo Valsecchi

nulla sarà piú come prima. Nella vita quotidiana e nelle circostanze speciali. Nulla sarà piú com’era perché la pandemia ha forzosamente inibito la piú basilare delle interazioni umane: la relazione fisica tra le persone. È stato giusto cosí, ovviamente: la salute prima di tutto. Ma ora che possiamo cominciare a fare il bilancio di un semestre anomalo nelle relazioni, dobbiamo fermarci a riflettere e stabilire che cosa sia utile mantenere del nostro nuovo stile di vita e che cosa, invece, di ciò che abbiamo dovuto imporci, sia necessario considerare provvisorio, sia pure apportando le opportune modifiche ai comportamenti. L’imposizione, sia chiaro, è avvenuta in modo tutt’altro che indolore e volontario; è stata drasticamente pilotata da precise indicazioni mediche e da regole della convivenza civile introdotte con decreti e regolamenti a tutti i livelli. E cosí ci siamo dovuti adattare a eseguire le ordinanze, alcuni con insofferenza, altri per l’angoscia che lo sfacelo intorno a noi suscitava, talora senza riflettere sul fatto che l’ossessione per la pandemia rischia di fare piú danni della pandemia stessa.

Lockdown: persino il suono del termine è lugubre per chi ha un orecchio sensibile. Il lockdown nella vita degli affetti, in quella professionale, in quella istituzionale e persino in quella religiosa ha cambiato letteralmente la nostra vita. Ha avuto impatti gravi e devastanti sull’economia. Ha anche modificato gran parte degli iter che seguono nel corso dell’anno le vicende di un’impresa. Per esempio, gli incontri tra manager per le decisioni nella gestione aziendale e le riunioni dei consigli di amministrazione per la conduzione e il controllo delle attività societarie. Per quanto riguarda le riunioni fra manager, l’adozione delle videoconferenze ha in gran parte consentito di non far calare eccessivamente l’efficacia dell’attività. Mancava il (dis)piacere di contatti interpersonali nello stesso luogo, è vero, ma per contro c’era senza dubbio una minor perdita di tempo nell’arrivare alle conclusioni.

Le riunioni di consiglio d’amministrazione telematiche, che la gran parte delle società autorizzavano già nei loro statuti, tutto sommato non hanno dimostrato troppe falle, ma hanno L'assemblea è la sola occasione durante l'esercizio aziendale in cui i soci sono protagonisti e possono dimostrare di essere attivi portatori d'interesse.

# 01105 Bologna, IT. 2018. Serie “Gasometro M.A.N. n. 3”.

Carlo Valsecchi dedica la propria ricerca alla relazione tra luce-spazio-tempo. Dai primi anni novanta ha esposto in numerosi musei e manifestazioni, in Italia e all'estero, tra cui la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, il Museo dell'Élysée di Losanna, il Museo MART di Rovereto, la Somerset House di Londra, la Fondazione MAST di Bologna, il MMCA di Seul, la Pinacoteca Nazionale di Bologna.

# 0148 Dalmine, Bergamo, IT. 2002 Serie “Lumen”.

prodotto alcune metamorfosi: meno dibattito sui temi all’ordine del giorno, meno contributo dai singoli, meno trasparenza (visiva) su come i componenti giungevano a decidere su una controversa delibera (“a me gli occhi”…); meno concentrazione da parte di alcuni durante lo svolgimento anche solo per il fatto di non trovarsi in una sala riunioni insonorizzata e raccolta, ma nel proprio studio, casa o mezzo di trasporto.

Diverso il discorso per le assemblee. Senza entrare in aspetti tecnici si sa che, alla fine di ogni anno di esercizio, i soci, riuniti in assemblea, sono chiamati ad approvare il bilancio (e, in caso di assemblea straordinaria, anche importanti modifiche agli aspetti che regolano l’impresa). Dunque, come si sono svolte le assemblee delle società quotate nel periodo del lockdown? Un decreto emergenziale, emanato il 17 marzo 2020, e definito “Cura Italia”, ha sancito all’articolo 106 il distanziamento anche nello svolgimento dell’assemblea societaria (e delle riunioni degli altri organi collegiali societari). La nuova prassi è diventata valida indipendentemente dall’esistenza di questa modalità nello statuto, e ha indicato non solo la possibilità di rinviare le assemblee, ma anche di tenerle in remoto, come tutte le altre riunioni aziendali. Presidente, notaio (come segretario), e tutti i partecipanti collegati a distanza; eventuali domande dei soci alla presidenza inviate in forma scritta entro termini previsti nella convocazione dell’assemblea; possibilità per i soci di nominare un rappresentante unico, con deleghe e subdeleghe, per partecipare e deliberare per conto loro. Molte voci, anche qualificate, si sono espresse favorevolmente circa questa modifica, evidenziando che, in fondo, rappresentanza e interlocuzione sono comunque garantite. Alcuni però hanno obiettato che questa modalità “mediata” dalla distanza abbia tolto molto al diritto dei soci di esserci e di far sentire davvero la propria voce (non solo in senso fisico, naturalmente). È come se, in una rappresentanza democratica, non ci fosse piú la possibilità di parlare, di chiedere, di “arrabbiarsi”, di pretendere, insomma di esercitare il proprio diritto. In fondo l’assemblea è la sola occasione durante l’esercizio aziendale in cui i soci sono protagonisti e possono dimostrare di essere attivi portatori d’interesse. È mancata la relazione fisica tra i partecipanti e questo ha trasformato un avvenimento tra i piú vivi e importanti della vita societaria in una formale lettura di dati e avvenimenti senza interlocuzione, ciò che con un’espressione popolare si potrebbe definire “una messa cantata”. Chi ha almeno una volta nella vita partecipato all’assemblea di una banca popolare (magari dentro un palasport, con 5.000 partecipanti, con 80 richiedenti parola, con giuristi che assistono la presidenza nelle risposte alle domande – un clima da corrida!) capisce bene le differenze macroscopiche provocate dal “remoto”. C’è stato davvero un decadimento del diritto di rappresentanza e di esercizio della funzione dei soci. Pur nel rispetto formale della legge.

Ora: nulla tornerà come prima, lo sappiamo, ma ci dobbiamo dare da fare affinché queste regole dettate dalla necessità di contenere la pandemia non diventino permanenti; affinché ci sia consentito di tornare, sia pure con le dovute precauzioni, alle buone pratiche di governo e all’inviolabile diritto di rappresentatività dei portatori di interesse che hanno fatto investimenti. Stiamo parlando di democrazia, non solo di legge. ◊

Per quanto riguarda il dibattito sull’argomento assembleare, che è stato molto vivace, si consiglia la lettura, oltre del decreto “Cura Italia” del 17 marzo 2020, degli articoli di alcuni grandi giuristi ed esperti di Corporate Governance: Romina Guglielmetti, Coronavirus e Assemblee telematiche, non mancano i dubbi, “Italpress”, 6 aprile 2020; Ead., Assemblee a porte chiuse a rischio di irregolarità, “Il Sole 24 Ore Plus”, 28 marzo 2020. Piergaetano Marchetti e Marco Ventoruzzo, L’Assemblea virtuale? Qualcosa resterà, “L’Economia”, 30 marzo 2020.

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