ELBA La profezia di Nerina

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DETTI

IZZO

La

LENCI

E L B A

profezia

di

ANICHINI

N erina

Introduzione di daniele caluri e emiliano pagani

in omaggio IL DVD-rom CON IL WEBMOVIE ’

E L B A

l ’ eredi t a

di

napoleone


DETTI

IZZO

La

LENCI

E L B A

profezia

ASSOCIAZIONE CULTURALE DOUbLe SHOt

di

ANICHINI

Nerina


I N T R O

di

emiliano

pag a n i

e

daniele

caluri

I Licaoni non avranno mai successo. Perché quindi perdere tempo a scrivere questa prefazione? Sì, ok, sono nostri amici che stimiamo e apprezziamo da anni, e con cui abbiamo spesso collaborato in un mutuo scambio di competenze. E con questo? Pensate forse che l’amicizia possa bastare a giustificare il tempo tolto ai tuffi al mare, allo scandagliamento delle coane nasali e alla lettura di Saramago, anche se queste ultime due attività sono svolte, spesso, in contemporanea? No, evidentemente ci conoscete poco. I Licaoni sono un gruppo multiforme di giovani(li) livornesi attivi da tanti anni nel campo delle autoproduzioni video, con lungometraggi, mediometraggi, cortometraggi, micrometraggi, pizze al metro e web series (e usate Google per qualcosa che non siano le foto delle puppe di Emily Ratajkowski una buona volta, maledetti lavativi viziati) che negli anni si sono coltivati un pubblico di affezionati che li segue, li ama e soprattutto li stima tantissimo. Ma non saranno mai famosi. Non avranno mai neanche un decimo della popolarità dell’ultimo youtuber del menga che pubblica video dalla propria cameretta, figuriamoci se potranno mai aspirare ai livelli di un Favij (questo paragone vale solo se leggerete questa prefazione nei mesi immediatamente successivi alla data di pubblicazione, altrimenti sostituite il nome con uno qualsiasi di quelli che imperverseranno sulla colonnina destra di Repubblica.it) o di altre star del firmamento video di improvvis indipendente. Ma fermiamoci un attimo a riflettere su questo termine: indipendente. Un autore indipendente è spesso identificato come uno che non ha una casa di produzione alle spalle (spesso che non ha una casa tout-court), che non ha dei finanziatori a cui rendere conto e che deve (o sceglie di) assumersi il rischio e l’impegno di autofinanziare le proprie produzioni, seguendo personalmente tutti i passi necessari perché vengano alla luce, mettendosi in gioco sia dal punto di vista creativo che economico. Ma è proprio così? Sono davvero i produttori, gli editori o i finanziatori a castrare la creatività, la voglia di sperimentare, di rischiare, di azzardare? Sì, certo. Che discorsi. Ma è anche vero che, se fossero esclusivamente loro i responsabili, con l’avvento delle nuove tecnologie e dei nuovi canali di distribuzione e diffusione, che permettono di bypassare le forche caudine poste davanti alla scrivania di un produttore/editore, dovremmo esser pieni di prodotti e proposte nuove, coraggiose, vitali, alternative al già visto. E invece, guarda caso, siamo pieni delle solite cose, ripetute all’infinito con un effetto ridondante e declinate in maniera più o meno ruffiana o più o meno volgare, a seconda dei casi. Questo perché troppi pochi autori sono veramente indipendenti dall’unico vero censore: sé stessi. Un autore si autocensura se la sua tendenza è quella di assecondare i gusti del pubblico, cercando di sfruttare i filoni di moda per inserirsi nella scia luminosa di un successo di massa e godere un po’ della sua luce riflessa (e di ricavi e visibilità più sicuri).


Chiariamoci, ciascun autore – noi compresi – spera che le cose che realizza piacciano a un pubblico più ampio possibile. Però una cosa è scrivere, filmare, disegnare opere e augurarsi che vadano bene, impegnandosi in tal senso; un’altra cosa, e ben diversa, è realizzarle avendo a monte, come motore primario, lo scopo di avere successo. Il successo dovrebbe sempre essere una conseguenza, non uno scopo. Ecco perché i Licaoni non lo raggiungeranno mai. Non perché non siano bravissimi, coraggiosi, innovativi, intelligenti, onesti, etc... anzi. Ma proprio perché questo loro essere intransigenti li porta a compiere scelte difficili. Con questo albo, ad esempio, hanno voluto fare una scelta (l’ennesima) complicata. Questi gioviali zuzzurelloni mal pettinati hanno realizzato una web-series tecnicamente ineccepibile, con una trama affascinante e intrigante, oltre che ricca di effetti speciali incredibili, in cui si mescolano i filoni narrativi, le epoche, i personaggi, e che ha avuto anche numerosi riconoscimenti, ultimo dei quali il Prix de l’Innovation al Marseille Web Festival (e forza, con quelle manine: toglietele dalla patta dei pantaloni e tornate su Google per cancellare Emily Ratajkowski e cercare “Elba+Licaoni”, su...). Una serie, soprattutto, fuori dalle mode del momento e dalle strizzatine d’occhio al pubblico di YouTube. Ma (la letteratura c’insegna che, specie nelle storie più belle, c’è sempre un “ma” a rompere i coglioni) il progetto originale era più grande e complicato di quello che è stato possibile realizzare: dannate, avarissime produzioni. Per fortuna, il Signore non turba mai la quiete dei propri figli, se non per preparargliene una più grande e certa. E così, l’Altissimo ha compiuto il miracolo, riportando in vita l’Associazione DOUbLe SHOt; la quale, a sua volta, con l’aiuto di validissimi collaboratori come Luca Lenci e Bernardo Anichini, ha permesso la realizzazione dell’albo che avete fra le mani (se le avete effettivamente tolte dalla patta). Il fumetto racconta la parte mancante di ELBA e, allegato, trovate il dvd della serie, che è meglio guardare PRIMA di leggere l’albo che avete in mano. Un albo che dimostra come i nostri Alessandro e Francesca sappiano muoversi con incredibile agilità (come Licaoni, appunto) anche fra vignette e balloon, oltre che con telecamere e obiettivi. Cosa tutt’altro che scontata, vista la grande differenza tra i due linguaggi: il fumetto e il cinema. La storia che state per leggere è un continuum organico e indissolubile rispetto alle vicende che si sviluppano nella serie, e che ritroverete anche nei contenuti extra del volume. Una sfida metalinguistica fra media vicini, eppure fra loro stranieri. Se non provate almeno un sussulto con questo, tornate pure a cercare Emily Ratajkowski per galoppare spediti incontro alla cecità, perché è quello che meritate. Un’operazione grande, ambiziosa e complicata, realizzata con il massimo impegno e la massima cura, come quando si deve rendere conto a qualcuno del proprio operato. Cosa che, in effetti, avviene anche in questo caso, dal momento che, secondo noi (ed evidentemente secondo anche i Licaoni), ognuno dovrebbe rendere conto del proprio lavoro principalmente a se stesso, e vedere poi se riesce a ritenersi soddisfatto delle cose che fa. Tutto il resto viene in secondo piano. È per questa affinità di pensiero e approccio ai rispettivi lavori che abbiamo scritto questa prefazione, ed è per tutto quanto abbiamo qui scritto, che vi consigliamo di leggere questo volume. In alternativa, su YouTube ci sono milioni di filmati buffi di gente che fa scorregge con le ascelle e anche con la tastiera di un computer, sentite un po’: PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR! Emiliano e Daniele


Elba, Spiaggia di Capobianco, 1800.

Non avrete mica paura?!

Stiamo arrivando, Pietro!

Parla per Lindo! Vedrai che tuffo ti faccio!

Siete delle femminucce, ecco che siete!

Levati la sottana, vai, che forse t’arrampichi meglio.

Ora lo vedi, eh, chi c’ha il coraggio a tuffarsi più alto... Puff...

Oh, la signorina si è offesa...

Ah ah! La signorina Linda! smettetela!

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Oh, femmina a chi?! Ora vengo lì e ti...


Uff...

Ih ih ih!

lindo, guarda un po’. è arrivata una più femminuccia di te.

Già! Che dite, la spingiamo giù?

Ohi!

Allora come abbiamo deciso a pagliuzze: prima Lindo e poi te, Secco. E se avete paura siete fuori, va bene?

Vedrai che questa s’ammazza da sola. E poi se la mangiano i gabbiani.

Ma perché prima io?

Perché hai perso te a pagliuzze.

Lindo, vieni, tocca a te!

Ma te Pietro non ti tuffi?

Lui l’ha già fatto.

Ma noi non ci s’era...

Oh Pietro, Lindo dice che sei un bugiar...

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Nerina che nasci dal mare...*

Una piccola conchiglia nasconde una perla. Così una piccola creatura un enorme coraggio.

...nel mare cercami.

Preservalo per quando incontrerai l’uomo valoroso. Perché quel giorno la vita di noi tutti sarà nelle vostre mani.

Nerina! Nerina! Oh Madonnina Santa!!!

Scappa! Scappa!

* Nerina: dal greco Nereine, ninfa marina figlia del dio Nereo.

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Portoferraio, Villa dei Mulini, 1814.

Pss… Pietro, ma cosa sta facendo?

Zitto scemo! Sua Signoria sta pensando!

No, sto ascoltando. Siete Voi che vi siete interrotto. Continuate, s’il vous plaît.

Ah! Ehm… ho detto più o meno tutto, Vostra Maestà. È che il mulino è proprio sul Fosso di San Francesco…

…e con il canale nuovo ci arriverà meno acqua e la mola rischia di non girare. In estate c’è sempre la secca, si sa, ma così i contadini dicono che certo non ce la fa.

Una riforma della rete idrica già predisposta dall’ingegnere e approvata dal Bertrand.

Er… Certo che no, Vostra Maestà… cioè… ecco… se il piano è approvato… non c’è ragione, no.

Questo lo avete già detto, Monsieur. Quel che continuate a non dire è perché dovrei cambiare il mio piano.

Ridotto a combattere coi mulini ad acqua... Mpf.

Ma sei scemo Pietro?!

Oh Madonnina…!

Zitti voi!

No no, Vostra Maestà! Vostra Maestà ha ragione! l’avevo detto a questi villici che non dovevano disturbare la Signoria Vostra.

Qualcuno di lor signori ha forse un perché?

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Perché se noi non lavoriamo e andiamo in miseria, poi le tasse che chiedete come le paghiamo?

Ce l’ho io un perché.

E ora, signori, se permettete…

Interessante, Mademoiselle. Ma ho notato – per quanto sia con voi da poco – che alcuni Elbani sanno essere molto intraprendenti.

Ci mancherebbe Maestà! Perdonate il disturbo. i miei ossequi, Maestà!

Se ti pieghi dell’altro ti spezzi, Pietro.

Una soluzione la troverete, n’est-cepas?

Per di qua.

Razza di cretina!!! A momenti ci fai decapitare!

Zitto, Nedo!

Ma stai zitto, stai, che ha fatto bene la Nerina…

Ha parlato il Podestà, ha parlato...

Buone a lavare, siete, e basta! La politica non è affar vostro.

Qui êtesvous?! Come avete fatto a superare le guardie?

Perdono, Maestà. Sono solo un vostro umile servitore.

Che cosa volete?

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Solo offrirVi un omaggio, Maestà, per celebrare il Vostro insediamento sull’isola.

Un manufatto antico. Molto antico. Forgiato col ferro della nostra amata isola.

è una chiave, Maestà.

Che cosa rappresenta?

Qu’estce que c’est?

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Porca miseria che male... e con Sara che oggi se ne va e io qui da solo a casa.

L’aleatico… ‘cidenti a me, mai più degustazioni di mattina…

Ohi ohi ohi… che botta.

Aspe’... casa? Mica sono a letto... eravamo al museo!

Litigio. Lei che vuole partire. E io che non voglio che vada.

Sì. Con Sara.

Che vai a fare a Parigi? Per quel troiaio etrusco, eh?

SARA!!!

MA COSA...?!

?

CHE È ‘STA ROBA?!

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Sara, non partire... Mi senti Sara? Sara?!


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