Non so cosa vi abbiano raccontato in Italia, ma la verità è che la raccolta fondi organizzata in Australia, che ha raccolto quasi 4 milioni di dollari, era destinata ai terremotati de L'Aquila e alle aree colpite dal tragico sisma del 2009. Ci hanno fatto credere che quei fondi sarebbero arrivati velocemente, pronti a dare una mano concreta a chi aveva perso tutto, a chi aveva visto le proprie case, le proprie scuole e le proprie vite distrutte dal terremoto. Ma la realtà è stata ben diversa.
Ci sono voluti ben 15 anni per vedere finalmente l’utilizzo di quei fondi. 15 anni in cui le promesse si sono fatte più leggere, gli impegni sembravano svanire nel nulla, e i cittadini aquilani, che avevano messo la loro speranza nella solidarietà internazionale, sono rimasti a guardare. Il tempo è passato, ma la ricostruzione tanto attesa non è mai stata all’altezza delle aspettative.
E ora, come se nulla fosse, il sindaco de L'Aquila arriva in Australia per festeggiare la ricostruzione di una torre civica. Una torre, certo, simbolo di una comunità, ma che non rispecchia le priorità di chi, da anni, aspetta di vedere le proprie case, scuole, e luoghi di vita quotidiana ricostruiti. Come cittadino de L'Aquila, mi chiederei: è davvero questa la ricostruzione che ci meritiamo?
Con tutto il rispetto, questo tipo di celebrazione sembra davvero fuori luogo. Invece di gioire per un'opera simbolica come la torre civica, sarebbe stato più giusto chiedere scusa ai cittadini che, a causa di questa lunga attesa, hanno visto sfumare l’opportunità di beneficiare della generosità della comunità italiana in Australia. Quei 4 milioni di dollari, che sono rimasti inutilizzati per tanto tempo, avrebbero potuto alleviare le sofferenze di tante persone che ancora oggi vivono in condizioni precarie.
Non si tratta di una critica alla ricostruzione in sé, ma di una riflessione sulla priorità dei bisogni e su come la generosità possa, a volte, essere mal gestita. Cosa hanno fatto davvero quei fondi, a parte finanziare una torre che può anche essere simbolica, ma che non restituisce a L'Aquila il suo tessuto sociale distrutto? Cosa hanno ricevuto i cittadini, quei cittadini che oggi vivono in un paesaggio ferito e che faticano ogni giorno a ricostruire non
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Lobbying Time!
Mentre alcuni rappresentanti locali di un ente italiano di Sydney si concentrano su apparizioni televisive e sulla promozione dei pellegrinaggi giubilari sui monti della Sila, questa redazione sta lavorando per cercare una soluzione per il futuro del Centro Culturale dell’Italian Forum.
L’edificio è stato recentemente
Colloquio del Presidente Meloni con il Presidente Libanese Aoun
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto nei giorni scorsi un colloquio telefonico con il Presidente della Repubblica Libanese, Joseph Aoun, al quale ha rivolto le congratulazioni sue personali e del Governo italiano per l’elezione dello scorso 9 gennaio. La conversazione –informa la nota di Palazzo Chigi – ha permesso al Presidente Meloni di ricordare l’impegno dell’Italia a favore del cessate il fuoco tra Libano e Israele. (Inform)
messo sul mercato, con un prezzo fissato a 11 milioni di dollari, secondo l’agenzia immobiliare Stanton Hillier Parker. È disponibile un'opzione di affitto a breve o lungo termine per 380.000 dollari all’anno.
La questione ha attirato l’attenzione di esponenti politici locali, sensibilizzati dalla nostra
Chaos erupts at Antony Blinken’s final press conference
Chaos erupted at Secretary of State Antony Blinken’s final press conference Thursday after an announced Israel-Hamas cease-fire and hostage deal, with State Department employees forcibly removing reporters who accused the cabinet official of allowing a “genocide” in Gaza. State Department aides dragged journalists from the briefing room as Blinken was hailing the cease-fire agreement set to take effect Sunday.
redazione affinché il Centro Culturale non rimanga l’ennesima sconfitta della comunità italiana del NSW.
I parlamentari Kobi Lee Shetty (Verdi, Balmain), Stephanie Marie Di Pasqua (Liberali, Drummoyne) e Nahan Hagarty (Laburisti, Leppington) hanno continua in ultima pagina
Donald Trump Presidente
Mentre andiamo in stampa, Donald Trump è coinvolto nella prima delle tante tradizioni che costellano la cerimonia di insediamento del presidente americano: Il nuovo inquilino della Casa Bianca giura a mezzogiorno, ora di Washington del 20 gennaio. In questo 2025 è un lunedì e coincide con il Martin Luther King Jr. Day, che cade il terzo lunedì di gennaio e ricorda l'uomo simbolo dei diritti civili assassinato il 4 aprile del 1968.
Donald Trump diventa il 47esimo presidente degli Stati dopo esserne stato il 45esimo.
Agnelli: L'ultimo mistero ...
Console Generale incontra i Media Italiani
La pagina della Donna di Maria Grazia Storniolo
rosso: "Caso" Cecilia Sala
alla base ... di Esposito Emanuele
comune da restituire alla comunità
Carlo Collodi
notizie istituzionali
Il 500° Anniversario di Giovanni da Verrazzano a New York
L'evento sul Codice di Cellere alla Morgan Library and Museum e il Premio DaVinci dell'IHCC-NY conferito a Luigi Capellini
da Nancy Indelicato
Comitato per il Patrimonio e la Cultura Italiana di New York, Presidente Pubbliche RelazioniNEW YORK - Verrazzano 500, la celebrazione annuale del Comitato per il Patrimonio e la Cultura Italiana di New York, Inc. (IHCC-NY) si è conclusa in una storica giornata di dicembre con una rara visione del Codice Cellere di Giovanni da Verrazzano. Il 17 aprile 2024 era iniziato il Cinquecentenario dell'ingresso di Verrazzano nel porto di New York, con un viaggio in traghetto a Staten Island in cui i leader dei principali organizzatori italoamericani hanno guardato, essenzialmente, lo stesso panorama che Verrazzano aveva visto per la prima volta 500 anni prima. Cele-
Allora!
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brando Verrazzano attraverso numerose cerimonie collaborative, conferenze, seminari, proclami e un concorso di saggi studenteschi, l'anno ha portato l'IHCC-NY il 10 dicembre 2024 a una giornata memorabile con Verrazzano, questa volta alla Morgan Library and Museum di New York.
In mostra c'era il Codice Cellere del Verrazzano, una delle tre copie esistenti del manoscritto che descrive il suo primo viaggio alla ricerca di una nuova rotta commerciale verso la Cina e l'India navigando verso ovest, che era, invece, il resoconto del primo avvistamento da parte di un europeo di tutta la costa orientale dell'America.
Questa copia, scritta in italiano con più dettagli rispetto alle altre, è di grande importanza in quanto, ritrovata nella biblioteca del conte Guido Macci di Cellere nel 1908, dimostrò che il viaggio avvenne e pose fine all'ipotesi che il suo viaggio fosse una finzione. J. P. Morgan ebbe la lungimiranza e la visione di acquisire il Codex nel 1911.
L'iniziativa è stata promossa da Nancy Indelicato, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Italian Heritage & Culture Committee New York,
Inc.- (IHCC-NY), che ha proposto l'evento alla Morgan Library and Museum e ha coordinato l'evento, in collaborazione con il presidente dell'IHCC-NY Joseph Sciame; Giuliana Ridolfi Cardillo, membro del Consiglio di Amministrazione di IHCC-NY, collegamento con la tenuta di Verrazzano; e il Console Generale d'Italia a New York Fabrizio Di Michele e il Vice Console Alessandra Oliva. L'evento si è concretizzato con il saluto ufficiale ai partecipanti da parte di Colin Bailey, direttore della Morgan Library and Museum. Poi Philip Palmer, curatore capo dei manoscritti medievali e rinascimentali, ha tenuto una conversazione informativa sugli aspetti salienti del documento. Oltre a quanto sopra, erano presenti anche l'Addetto culturale Alessandra Botta; il consigliere comunale di New York David Carr; Robert Vanni, component del Consiglio delle Arti; Anna Malafronte, Presidente della Lega Italiana del Welfare; e i membri del Consiglio di amministrazione di IHCC-NY: Elisabetta Calello, ex funzionaria del Consolato italiano, Lucrezia Lindia, educatrice e autrice, e Claudia Massimo Berns, ex rappresentante del Governatore Pataki per la comu-
Cari Aquilani...
continuazione dalla prima pagina
solo le case, ma anche la speranza?
Se la comunità australiana ha fatto la sua parte, è giusto che quella generosità sia stata riconosciuta. Ma lo è altrettanto che venga restituita una risposta concreta e che non si celebri una torre, ma si pongano al centro gli abitanti di L'Aquila.
È tempo che le scuse vengano fatte, senza per questo dimenticare la buona volontà che ha alimentato quella raccolta fondi. Ma la ricostruzione di una torre civica non può essere il simbolo del completamento di un processo che per molti è ancora lontano dalla sua fine.
La solidarietà è una responsabilità che va oltre il semplice gesto di donare. È fondamenta-
nità italiana. Il Console Generale d’Italia Fabrizio Di Michele ha commentato l'importanza di Verrazzano, della mostra di manoscritti e della celebrazione di New York del 17 aprile 2024, in occasione del 500° anniversario dell'arrivo di Verrazzano a New York. Gli ospiti d'onore Luigi Cappellini e sua moglie Silvia hanno commentato l'importanza di preservare l'eredità di Verrazzano, poiché i Cappelini possiedono e supervisionano la tenuta di Verrazzano a Greve, in Italia.Dopo la visita, Gina Gerasi ha offerto un tour stimolante sull'arte e l'architettura italiana e sulla mostra del 100° anniversario del Morgan Biblioteca e Museo. La signora Gerasi ha osservato che la visione di J. Pierpont Morgan era quella di avere una biblioteca e un museo che rivaleggiassero con quelli europei. In effetti, in molti punti del tour, si è stati trasportati in un palazzo italiano, poiché le
sale del museo erano piene di affreschi, sculture Della Robbia, soffitti a mosaico intarsiato italiano, arazzi che hanno fatto rivivere il Rinascimento italiano a New York quel giorno. E' stata una giornata straordinaria all'insegna di Verrazzano, della storia italiana, dell'arte e dell'architettura.
Più tardi nella serata, presso l'Istituto Italiano di Cultura, Luigi Cappellini ha presentato il film documentario sulla tenuta di Verrazzano e ha ritirato il Premio daVinci del Comitato per il Patrimonio e la Cultura Italiana di New York, assegnato a una persona eccezionale, in relazione al suo tema annuale. E' stata una giornata straordinaria all'insegna di Verrazzano, della storia italiana, dell'arte e dell'architettura. Questa giornata del Comitato Italiano per il Patrimonio e la Cultura di New York ha fatto storia.
le che i fondi raccolti vengano utilizzati in modo trasparente, efficiente e, soprattutto, tempestivo. Perché dietro a quelle donazioni c’erano persone che hanno creduto che L'Aquila sarebbe stata più forte, più unita, più ricostruita grazie all’aiuto di chi si trova lontano, ma che non ha mai smesso di pensare al destino della città. Questi cittadini meritano rispetto, e sicuramente avrebbero preferito che il loro denaro fosse andato a chi davvero ne aveva bisogno.
È arrivato il momento di fare i conti con la storia, con i fondi, e soprattutto con la speranza che ancora oggi alberga nel cuore di chi ha visto la propria vita sconvolta dal terremoto.
Solo così la solidarietà potrà diventare un vero esempio di rinascita, non solo materiale, ma anche morale.
Dopo 15 anni, qualcuno viene a darci grazie
Molti nella comunità di Sydney ricorderanno la frenetica lotta affinché non si “sperperassero” gli aiuti ai terremotati dell’Aquila.
Era il 2009, l’Aquila era stata rasa al suolo, il palazzo del governo fotografato con una crepa che aveva squarciato a metà l’intera struttura. Case distrutte, gente per strada e agenti della protezione civile che cercavano dispersi tra le macerie.
Un colosso editoriale locale in lingua italiana, quindi, lanciava un appello per una massiccia raccolta fondi, che doveva interessare comitati nei vari stati australiani e un comitato federale che avrebbe deciso cosa farne di quelle somme.
Parola d’ordine: tutto deve andare a finire in un solo “calderone” maneggiato da alcuni signori da Melbourne e da tramite come ente caritatevoli i Villaggi Scalabrini. Perfino quel milione e mezzo del governo federale, che portò la cifra finale pubblicata nel rapporto del Primo Ministro Kevin Rudd a 3,7 milioni di dollari in favore della popolazione doveva tutto passare da lì per un ben non identificato motivo, se non quello di ‘proteggere’, ‘preservare’, ‘garantire’ e tante altre parole ben organizzate in vari articoli di stampa.
E quale decisione migliore se non dare ai terremotati non beni di prima necessità o assistenza materiale per vivere, ma un il Nuovo Teatro Stabile d'Abruzzo? Questa sarebbe stata la raccomandazione del Comitato nazionale del Fondo, che avrebbe consultato attentamente la comunità italo-australiana e il comune dell'Aquila.
Senza voler mettere in dubbio nulla, l’unica consultazione che alcuni ricordano però, furono i toni minacciosi contro chi voleva contattare la Caritas diocesana dell’Aquila per inviare somme direttamente al fondo per le opere di carità e il primo intervento ai bisognosi. Poveri? Bisognosi? Sfollati? Senzatetto? Anziani? Tutta gente da “fai carità e scordati”... Con quelli al massimo veniva fuori un comunicato stampa striminzito e una cosa pratica e veloce. Qui, invece, bisognava fare gran cassa. Far vedere quanto gli ‘americani’ erano generosi e lasciare nomi e cognomi ai
Il Centro Culturale del Forum: un bene comune da restituire alla comunità
posteri per qualche encomio o medaglietta. Perciò, per mettere in mostra il tutto, serviva niente meno che un teatro!
Così che, dopo appena 15 anni di attesa, Sydney può finalmente vantare la visita del sindaco dell’Aquila che ringrazierà non si sa bene chi. Certo, il teatro promesso ai tempi è rimasto un miraggio, ma in compenso i fondi generosamente raccolti dagli australiani, dopo la firma di un protocollo, hanno trovato un’altra destinazione: la Torre Civica, orgoglio dell’Aquila.
Per chi fosse interessato, la fine dei lavori di Palazzo Margherita, Torre Civica inclusa, era prevista per gennaio 2019, come annunciato da un cartello ben visibile. Tuttavia, a quanto pare, i milioni extra dall’Australia erano assolutamente essenziali per portare a termine l’opera, per motivi che, siamo certi, non necessitano di ulteriori spiegazioni.
È un onore comunque che, tra tutti i periodi dell’anno, il primo cittadino aquilano abbia scelto proprio questo per farci visita. Giornate di mare, sole e naturalmente, una comunità italiana che lo accoglierà a braccia aperte, almeno per coloro che hanno preferito Sydney a Terrigal o nella North Coast per le vacanze estive.
Peccato che molti di quelli che si erano dati da fare per raccogliere i fondi ora sono passati a miglior vita. Ma, come ha scritto un giornalista “era importante fare quello che è stato fatto”. Speriamo soltanto che non si riferisca al fatto che se gli aiuti fossero partiti subito per assistere la popolazione, il sindaco sarebbe già arrivato almeno un decennio fa per dirci grazie.
Per l’occasione, dopotutto, il rappresentante e primo cittadino viene ricevuto al Centro Culturale dell’Italian Forum.
Quale occasione migliore tanto per mettere sulla carta stampata d’invito la propaganda di chi ha raccolto i soldi per un altro terremoto, quello di Amatrice. Per Amatrice, ancora aspettiamo dagli organizzatori, informazioni che sarebbero dovute arrivare qualche settimana dopo l’Intercomites di Cairns tenutosi nel luglio del 2023. Ma questa è un’altra storia.
Nel 2013, il futuro dell’Italian Forum sembrava solido e promettente. Il centro culturale, risultato da un lungo processo di lotte e sforzi della comunità italiana, era un simbolo di identità e coesione. Tuttavia, la situazione è rapidamente precipitata con il fallimento di Italian Forum Limited (IFL), che ha portato all'amministrazione controllata e all'ingresso di SV Partners come liquidatore. Da lì, è iniziata una lunga e dolorosa battaglia per decidere chi avrebbe preso in mano le redini del Forum. Il sindaco di Leichhardt, Darcy Byrne, aveva promesso che l’interesse pubblico sarebbe stato tutelato, dichiarando con passione che “il Co.As.It. è il baluardo della comunità italiana” e che la vendita del centro culturale avrebbe garantito che la comunità italiana rimanesse nel quartiere “per sempre”. Queste parole, che suonavano come una promessa, si sono rivelate, col tempo, un miraggio. Nel marzo del 2023, il Co.As.It., divenuto proprietario del centro con un’offerta di 2.8 milioni, ha annunciato che avrebbe venduto il Forum alla compagnia di sviluppo edile "Redstone", mettendo fine a un sogno che sembrava destinato a durare. La promessa di una "consultazione comunitaria trasparente" si è rivelata essere poco più di una formalità, mentre i veri piani erano già stati decisi dietro le quinte.
Non possiamo ignorare il fatto che il terreno su cui sorge l'Italian Forum è stato donato dal Governo del New South Wales alla comunità italiana, insieme a un grant di 3.6 milioni di dollari per il completamento del centro culturale. L’idea iniziale era che questo centro sarebbe stato un bene per la comunità, da preservare e gestire nel lungo periodo. Ma a quanto pare, la logica del profitto ha prevalso su quella del bene comune.
L’attuale vendita o affitto del Centro Culturale con la promessa di parcheggi "da sogno" non fa altro che confermare che la priorità non è la cultura, ma la commercializzazione di un bene che avrebbe dovuto essere tutelato. Anche il famoso "Covenant" che impedisce l'abuso privato della proprietà sembra essere stato messo da parte, mentre le voci di
una possibile trasformazione del Forum in un luogo di eventi privati e location esclusive si fanno sempre più concrete. È qui una proposta, che forse può sembrare "oscena" in un mondo che sembra seguire le logiche del profitto a ogni costo, diventa urgente: perché non restituire il Centro Culturale alla comunità italiana che l'ha ispirato e costruito? Un ritorno alla gestione pubblica, in cui la comunità possa davvero sentirsi protagonista, contribuendo a mantenerlo vivo come punto di riferimento culturale.
Non possiamo ignorare il legame profondo che lega il Centro Culturale all'identità della comunità italiana di Leichhardt. Questo luogo è più di una semplice struttura: è il cuore pulsante di una cultura che ha contribuito a costruire l’identità di un’intera area. È il posto dove si sono intrecciate storie, tradizioni e passioni. La sua vendita non è solo una perdita economica, ma una ferita al cuore della nostra comunità.
L’Italia è un paese che ha sempre avuto una tradizione di beni comuni, di luoghi dove la cultura e la storia si intrecciano con la vita quotidiana. Non possiamo permettere che questo patrimonio venga svenduto al miglior offerente, trasformando un luogo che dovrebbe essere aperto a tutti in un semplice bene commerciale.
Il Centro Culturale dell’Italian Forum venga restituito alla comunità, magari con una gestione che preveda la partecipazione attiva di cittadini, associazioni e istituzioni. Potremmo creare uno spazio che vada oltre il semplice
contenitore di eventi, un luogo in cui la cultura italiana venga celebrata, ma anche innovata, un punto di riferimento per la diffusione della lingua, delle arti e delle tradizioni. Un centro che non sia solo un ricordo del passato, ma un ponte verso il futuro delle nuove generazioni. Questo non significa ignorare la necessità di fondi per il mantenimento della struttura, ma piuttosto cercare soluzioni che non implicano la svendita del nostro patrimonio. Forse potrebbero essere esplorate forme di sponsorizzazione o di partenariato con istituzioni culturali italiane, con l’obiettivo di mantenere l’indipendenza del Centro e la sua funzione di bene pubblico.
Potrebbe sembrare un sogno irrealizzabile, tuttavia, non dobbiamo dimenticare che ci sono spazi che vanno oltre la logica mercantile, che sono legati alle nostre radici e alla nostra identità. Il Centro Culturale dell’Italian Forum è uno di questi spazi. La sua vendita è una perdita irreparabile, ma restituirlo alla comunità italiana sarebbe un atto di giustizia, un gesto che potrebbe ridare vita a una parte fondamentale della nostra storia collettiva.
Se questo articolo vi ha fatto riflettere, non è mai troppo tardi per farsi sentire. I politici locali, le associazioni culturali, e i cittadini di Leichhardt hanno il diritto di chiedere di più: chiediamo che il Centro Culturale venga restituito alla comunità italiana, affinché rimanga un faro di cultura, identità e inclusione per le generazioni future.
Dite la vostra: è ora di difendere ciò che è nostro.
L’onestà, la base di tutto
di Esposito Emanuele
Non ho nulla contro la sinistra, se solo fosse davvero quella di sinistra. Mi riferisco a quella di Berlinguer, quella che portava avanti battaglie sociali serie, non quelle legate a temi come “Genitore 1 e Genitore 2”, ma quella che si metteva davanti alle fabbriche per lottare insieme ai lavoratori, che purtroppo negli ultimi anni hanno perso il lavoro.
Oggi, invece, questi signori – con il sigaro in bocca, il Rolex al polso e una barca a vela di 20 metri con bandiera panamense – si scagliano contro un governo in carica da quasi tre anni. Certo, portano avanti anche battaglie sacrosante, come quella per il salario minimo, ma peccato che questi illustri esponenti – ricor-
diamolo, li avete votati voi, compresi i nostri due parlamentari eletti nella nostra circoscrizione – abbiano dimenticato tutte le promesse fatte dal 2006 in poi, compresa quella sulla cittadinanza.
Lo scrivo da tempo, ma evidentemente in pochi mi leggono o chi legge fatica a comprendere. Ricordo, però, che questi signori sono stati al governo per ben 11 anni consecutivi, dal 2011 al 2022, alternandosi tra governi tecnici e politici.
Con l’eccezione del 2018, quando il primo governo Conte nacque da un’alleanza tra M5S e Lega (il famoso governo “giallo-verde”), abbiamo avuto Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte I, Conte II e, infine, Draghi. Per
“Two gust is megl ’che one”
di Esposito Emanuele
A sinistra, si sa, si interessano dei salari… quelli propri. Il deputato e segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che siede in Parlamento dal 2013, da mesi sta portando avanti una battaglia, condivisibile, sul salario minimo. Una proposta importante, che punta a diventare legge dello Stato attraverso una raccolta di firme. Lui, però, non sembra avere problemi a fine mese: il suo stipendio parlamentare è più che sufficiente. E per maggiore sicurezza, il “compagno” ha fatto eleggere anche sua moglie, l’onorevole Elisabetta Piccolotti. Come diceva una vecchia pubblicità degli anni ’90 del gelato Motta: “Two gust is megl ’che one”. Esatto, due stipendi sono meglio di uno. Ma con quale faccia certa gente si presenta sul palcoscenico
politico? Devono per forza essere delle maschere, altrimenti non si spiega. Questi che dicono di difendere i diritti dei lavoratori, poi sotto banco si comportano come capitalisti.
D’altronde, cosa ci si può aspettare da un gruppo parlamentare che, alle scorse elezioni, ha candidato qualcuno la cui moglie e suocera erano accusate di truffare gli immigrati? E parliamo di Aboubakar Soumahoro, che, da difensore dei diritti dei lavoratori e simbolo di integrazione, sembra essersi presto adeguato a un certo stile di vita, dimenticando le sue origini.
La coerenza dovrebbe essere il primo requisito per chi si batte in nome dei lavoratori, ma qui sembra essere merce rara. È legittimo chiedersi: chi tutela davvero chi non riesce ad arrivare a fine mese?
onestà, va detto che sia nel governo Monti che in quello Draghi ci fu l’appoggio parlamentare di Forza Italia, ma non un supporto governativo diretto. Durante tutto questo periodo, però, Fratelli d’Italia è sempre stata all’opposizione.
Quindi, cari signori della sinistra, che oggi sbraitate come una masnada, dovreste fare un esame di coscienza, soprattutto ora che sta per iniziare l’anno giubilare: un anno di riconciliazione, conversione, penitenza, ma soprattutto speranza. Noi, poveri illusi che vi abbiamo dato fiducia (ben retribuita, tra l’altro), speriamo che in futuro ci siano persone serie e, soprattutto, oneste, nel vero senso della parola.
In un Paese civile, è giusto che esista un’opposizione, ci mancherebbe. Credo, però, che in Italia ce ne siano fin troppe, considerando anche l’influenza dei media di parte. Tuttavia, un’opposizione seria dovrebbe essere costruttiva, non comportarsi come bambini dell’asilo a ogni passo del governo.
A voi elettori che continuate a votare i soliti noti (sia di destra che di sinistra, non importa), voglio dire: fatevi delle domande. Quando questi signori si presentano alle feste patronali, chiedete loro conto del loro operato. Non è un reato fare domande, né chiedere trasparenza sul loro mandato parlamentare. È un vostro diritto, perché sono vostri dipendenti a tutti gli effetti. Smettetela di accontentarvi di un selfie o di una medaglietta.
Siate critici e attenti, perché in gioco non c’è solo la vostra vita sociale, ma anche, e soprattutto, quella dei vostri figli.
Ho già chiesto pubblicamente diverse volte un confronto serio, evidentemente senza successo. Paura di un confronto pubblico senza domande comode come quelle che ricevono in radio?
Io sono pronto a un incontro, decidete voi data e luogo. Discutiamo dei problemi reali degli italiani all’estero, senza retorica, senza propaganda e senza politichese. Parliamo apertamente e vediamo quanto vale la vostra onestà intellettuale – non quella personale, che non sta a me giudicare.
Rimango in attesa. “L’onestà prima di tutto”: ci state? Risponderanno? Vi farò sapere.
L’assoluzione del ministro Salvini e dell’ex premier Renzi riapre il fronte Giustizia
di Angela Casilli
Quando gli imputati sono importanti, perché politici di rilievo nel variegato panorama politico del nostro Paese, si può assistere, come è accaduto qualche settimana fa, alle dichiarazioni di due imputati eccellenti, come Renzi e Salvini, che hanno detto di parlare a nome dei tanti altri senza nome, costretti, loro malgrado, a subire la stessa loro disavventura giudiziaria.
Renzi ha chiesto le scuse di chi ha formalizzato, strumentalizzandole, le accuse a suo carico, Salvini ha chiesto a gran voce di accelerare l’approvazione delle riforme che servono alla giustizia, a cominciare da quella costituzionale che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, doppio CSM e un’Alta Corte esterna per le sanzioni disciplinari. Tutte scelte destinate ad inasprire le tensioni esistenti, da qualche tempo, tra governo e toghe, e tra maggioranza e opposizione, senza che si profili all’orizzonte una ragionevole possibilità di soluzione del problema.
Quanto verificatosi a Firenze, dove un giudice dell’udienza preliminare ha negato il rinvio a giudizio dell’ex Premier, chiesto oltretutto dalla Procura, trova la sua ragion d’essere in parte nell’accidentato percorso dell’indagine, sempre più indebolito, in parte nella riforma voluta dall’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia, introdotta di recente, che stabilisce che l’imputato può essere condannato non più solo quando ci sono elementi per sostenere l’accusa nel dibattimento, ma solo in presenza di una “ragionevole previsione di condanna“.
Quando Salvini fu rinviato a giudizio nel 2021, allora ministro dell’Interno nel governo Conte, valeva la norma di cui sopra cambiata dalla Cartabia; inoltre, gli ipotetici reati commessi da Salvini erano stati oggetto di valutazione da ben due procure, quella di Agrigento e quella di Palermo e dal tribunale territoriale dei ministri, composto da
tre magistrati, oltre ai senatori che decisero l’autorizzazione a procedere negando il “preminente interesse pubblico“, che avrebbe garantito l’immunità a Salvini, oltre che ministro degli Interni, anche vice-premier.
Lo stravolgimento, semmai, sta nel fatto che il dibattimento è durato tre anni e tre mesi, durante i quali si sono tenute 25 udienze. Tempi incompatibili con una giustizia efficace, credibile, efficiente, sui quali bisogna, però, ricordare che hanno influito diversi fattori, come l’impegno degli stessi giudici in altri processi, compresi quelli per mafia, con imputati già detenuti, che hanno la precedenza sempre, e reati contro la pubblica amministrazione, fino agli impegni politici e istituzionali di Salvini e del suo difensore.
A parere di tutti gli studiosi del diritto o di quanti frequentano ogni giorno i palazzi di giustizia, però, le riforme già approvate, e quelle in fieri, serviranno poco o nulla ad accelerare i tempi necessari alle indagini e alle udienze. Anzi, alcune potrebbero addirittura rallentarli ulteriormente. Considerazioni tutte che non sottendono, però, la questione di fondo che resta la separazione delle carriere, sulla quale il conflitto tra politica e giustizia ha ripreso ad infiammarsi: il presunto appiattimento dei giudici sui pubblici ministeri, l’assenza di una necessaria equidistanza tra accusa e difesa davanti al giudice, soggetto unico e non imparziale davanti alle due parti contendenti.
Proprio gli esiti dei procedimenti giudiziari a carico della Fondazione Open e di Open Arms, come le troppe assoluzioni nel dibattimento, di cui si lamentano gli stessi promotori della riforma, dimostrano che il principale ostacolo da rimuovere non sia quanto detto in precedenza, ma che un pubblico ministero, motu proprio, possa pensare sempre più ad ottenere la condanna dell’imputato, anziché il raggiungimento della verità, a discapito di indagati e imputati.
Capolavoro della Meloni
Mentre la sinistra fa polemica sui social e nei talk show, il governo Meloni, in silenzio, agisce concretamente.
Nelle scorse settimane, diversi esponenti della classe politica di sinistra si sono scagliati contro la maggioranza con commenti al limite del ridicolo:
• Matteo Renzi: “Il governo non ha una strategia su Cecilia Sala. Tajani è stato esautorato. Trattiamo: gli USA lo hanno sempre fatto per riportare a casa i loro giornalisti.”
• Corrado Augias: “Se il viaggio della Meloni negli USA fosse stato davvero utile, si saprebbe. Quindi credo non sia stato utile.”
• Il PD, con un post su Twitter accompagnato dalla foto di Cecilia Sala, ha cercato di far intendere che sia stato il Partito Democratico a ottenere la sua liberazione. Una pura operazione di propaganda, con tanto di effetti speciali e foto brandizzata. Che vergogna!
Non mi metto nemmeno a elencare tutte le scemenze scritte sui social da Fratoianni, Bonelli e compagnia nelle ore precedenti la notizia della liberazione. Sarebbe da piangere. Ed è sinceramente preoccupante pensare che queste persone possano governare. Sono gli stessi che predicano sul salario minimo mentre marito e moglie siedono contemporaneamente in Parlamento. Questa è la vostra sinistra.
Per fortuna, questo governo – che molti etichettano come brutto, cattivo, razzista e fascista – è riuscito a riportare a casa la nostra connazionale.
E a proposito di Cecilia Sala: vale la pena ricordare che, nel 2013, sulla vicenda dei due Marò, si esprimeva così: “Salvare due persone giocandosi la propria affidabilità significa mettere in pericolo molte di più.” All’epoca era contraria a ogni trattativa per la liberazione dei due fucilieri detenuti in India, ritenendo che ciò avrebbe compromesso l’affidabilità dello Stato.
Ora, invece, per riportare a casa Cecilia Sala è stata fatta una trattativa di libero scam-
Il Governo Meloni e la questione Cecilia Sala: tra meriti e ombre
Il ritorno a casa di Cecilia Sala, dopo il suo arresto in Iran, è senza dubbio un momento positivo per l'Italia, ed è giusto riconoscere i meriti del governo Meloni, che è riuscito a ottenere il suo rilascio grazie a una difficile e delicata negoziazione. Tuttavia, è importante non cedere alla tentazione di trasformare questa vicenda in un trionfo assoluto per l'esecutivo, come alcuni vorrebbero far credere. La questione, purtroppo, è più complessa e, sotto certi aspetti, lascia ancora spazio a legittimi dubbi.
Un governo che agisce in silenzio, ma con quali costi?
di questo tipo, pur di riportare a casa un cittadino italiano?
bio di prigionieri, con l’approvazione della Casa Bianca. In cambio della sua liberazione, l’Iraniano Mohammed Abedini Najafabi – detenuto in Italia in attesa di estradizione negli Stati Uniti – è stato rilasciato. Evidentemente, l’incontro della Meloni con Trump è stato determinante: una vita per un’altra vita.
Come abbiamo scritto nella rubrica Nero e Rosso, la Meloni, da vera statista, con la collaborazione dei nostri servizi segreti, è riuscita a riportare a casa Cecilia Sala. Nel frattempo, la sinistra italiana, come sempre, si è limitata a criticare, anche in queste ore. Nessuno degli esponenti della sinistra è stato capace di ringraziare apertamente il governo, celandosi dietro generici ringraziamenti “a tutti”.
Pensate che, fino a poche ore prima della liberazione, in diretta su La7, personaggi della sinistra criticavano il governo per il mancato intervento sulla questione. Quando la notizia della liberazione ha iniziato a circolare sulle agenzie di stampa, il conduttore de L’Aria che Tira è apparso visibilmente in difficoltà nel leggere il comunicato. In un mondo normale, la trasmissione avrebbe dovuto chiudere lì. E invece è proseguita, senza mai un plauso al governo italiano.
Un plauso, invece, c’è stato in Parlamento: un lungo applauso rivolto al governo.
Dopo il rientro di Chico Forti e ora quello di Cecilia Sala, diciamolo con onestà intellettuale: per la prima volta dopo anni, l’Italia ha una guida. Non ci sono dubbi che Giorgia Meloni si stia dimostrando un capo di governo all’altezza del suo compito.
Immaginate, per un attimo, cosa sarebbe successo se al governo ci fosse stato Mario Draghi. La sinistra lo avrebbe santificato senza passare dal titolo di beato.
Un ringraziamento speciale va alla nostra intelligence: persone che servono lo Stato in modo anonimo, in un mondo dove spesso conta solo apparire.
Esposito Emanuele
Sì, il governo Meloni ha agito concretamente per riportare Cecilia Sala in Italia, ma la modalità di questo intervento, come anche i dettagli emersi in seguito, sollevano interrogativi. Il rilascio di Sala è avvenuto attraverso uno scambio di prigionieri, con l'Iraniano Mohammed Abedini Najafabi, detenuto in Italia, che è stato rilasciato per consentire la liberazione della giornalista. Una trattativa del genere ha sicuramente una sua efficacia nel corto termine, ma che implicazioni ha per l'Italia e per il nostro ruolo sulla scena internazionale? Il ricorso a trattative che coinvolgono prigionieri detenuti per reati gravi (anche se la posizione di Najafabi riguarda l'estradizione negli Stati Uniti) può essere una pratica discutibile, specie quando i contorni di queste decisioni non sono chiari e la trasparenza lascia a desiderare.
La stessa Meloni, qualche anno fa, aveva sollevato obiezioni simili in relazione alla vicenda dei Marò, ritenendo che trattare per la loro liberazione avrebbe potuto compromettere l'affidabilità dello Stato italiano. Oggi, invece, sembra esserci un approccio pragmatico che ha portato al risultato desiderato. Ma la domanda è: quale messaggio si sta dando all'opinione pubblica italiana e internazionale? È davvero così giusto cedere a trattative
Non si può certo dire che la sinistra abbia agito con una dignità esemplare durante questa vicenda. Molti dei suoi esponenti, purtroppo, hanno fatto scivolare la discussione nella polemica sterile, con toni spesso sopra le righe e poco costruttivi. La critica alla gestione della situazione, da parte di personaggi come Matteo Renzi e Corrado Augias, è apparsa in molti casi infondata e più dettata da motivazioni politiche che da una reale analisi dei fatti. Ma non bisogna generalizzare. Non tutto il dibattito della sinistra è stato privo di fondamento. Molti, infatti, hanno sottolineato la necessità di una strategia internazionale più solida e coerente, che non si riduca a scambi di prigionieri o a operazioni di politica estera a breve termine. La domanda che ci si deve porre è: non sarebbe stato opportuno agire prima, in modo da evitare una situazione di emergenza come quella che ha coinvolto Cecilia Sala? Si è troppo spesso abituati a pensare che la diplomazia e la gestione delle crisi internazionali possano essere risolte con soluzioni rapide e decisamente non sempre eticamente condivisibili. E la politica estera dell'Italia, seppur guidata da un governo di destra con contatti privilegiati a livello internazionale, non può rimanere prigioniera di logiche esclusivamente pragmatiche.
Il governo Meloni ha sicuramente ottenuto un risultato importante, ma questo non esime da una riflessione più ampia sul modo in cui la politica estera viene gestita.
Forse, un'azione diplomatica più tempestiva, che coinvolgesse
anche le forze politiche di opposizione in modo costruttivo, avrebbe permesso di ridurre il margine di ambiguità su alcune scelte fatte dal governo. La "strategia silenziosa" adottata da Meloni può sembrare efficace per raggiungere obiettivi concreti, ma rischia di indebolire la coesione nazionale e di ridurre la fiducia nell'operato delle istituzioni. Nel lungo periodo, l'Italia dovrà forse riconsiderare il proprio approccio alla diplomazia e alla gestione delle crisi internazionali, puntando su una visione più equilibrata e meno legata agli interessi immediati. In un mondo globalizzato, la politica estera non può essere una merce di scambio da utilizzare quando conviene, ma una necessità di lungo periodo che deve tutelare gli interessi del nostro paese in modo coerente e giusto. Quindi, pur riconoscendo il merito del governo Meloni nel riportare Cecilia Sala in Italia, non possiamo limitare la discussione a una mera celebrazione politica. La vicenda solleva interrogativi e dubbi che meritano di essere affrontati con serietà, senza cedere a toni di polemica o di retorica. La sinistra, pur nelle sue critiche a volte poco costruttive, ha il diritto di sollevare questi interrogativi e di chiedere una riflessione profonda sulle scelte di politica estera del nostro paese.
In fondo, la politica estera dell'Italia non deve essere un campo da gioco per l'opportunismo, ma una sfida complessa che richiede di guardare a un futuro più largo e duraturo. Franco Baldi
Solarino Social Club tra tradizione e innovazione
I club e le associazioni italiane di Melbourne si preparano a un nuovo anno ricco di eventi e iniziative per mantenere vive le tradizioni della comunità. Tra questi, il Solarino Social Club si distingue per la sua attività intensa e coinvolgente, guidata dal presidente Santo Gervasi.
Ogni due settimane, il club organizza il tradizionale "Dinner Dance", un evento che richiama oltre 300 persone desiderose di condividere buon cibo, specialità siciliane e serate danzanti al ritmo di orchestre dal vivo. L'atmosfera che si respira è di grande gioia e convivialità, un omaggio alle radici siciliane e italiane che uniscono la comunità italo-australiana di Melbourne.
Intervistato da Tom Padula il 16 gennaio, il presidente Santo Gervasi ha illustrato il programma del club per l'anno in corso. Le attività hanno preso il via il 18 gennaio con una "Hawaiian Night", seguita l'8 febbraio da una serata a tema Carnevale. Da qui in avanti, ogni mese sarà caratterizzato da eventi che culmineranno nella grande festa di Capodanno.
"Il nostro obiettivo è offrire serate indimenticabili per la comunità italiana di Melbourne," ha dichiarato Gervasi. "Ogni evento è pensato per coinvolgere famiglie, amici e chiunque voglia immergersi nelle nostre tradizioni."
La formula vincente del club combina tradizione e innovazione, con orchestre dal vivo che spaziano dalla musica italiana classica a quella napoletana e contemporanea, adattandosi ai gusti dei partecipanti. "Sappiamo quanto la musica sia importante per la nostra comunità," ha aggiunto il presidente. "Per questo cerchiamo sempre di variare il repertorio e offrire serate tematiche che piacciono a tutti."
Il Solarino Social Club nasce grazie all'iniziativa degli emi-
grati provenienti da Solarino, un paese della Sicilia. Fin dai primi anni, il numero di aderenti è cresciuto, portando alla creazione di un'associazione che riunisce non solo le famiglie solarinesi, ma anche amici siciliani e italiani di altre regioni.
Santo Gervasi è un pilastro della comunità, attivo nel comitato del club fin dal 1975, anno in cui aprì il suo primo negozio sulla Bell Street di Coburg. Successivamente, con l'avvio del Gervasi Supermarket sulla Sydney Road di Brunswick, ha saputo coniugare il successo imprenditoriale con l’impegno nel club, contribuendo a rafforzarne il ruolo nella comunità.
"Il Solarino Social Club è nato dalla volontà di mantenere vivi i legami con la nostra terra d'origi-
ne," ha raccontato Gervasi. "Negli anni abbiamo visto crescere il numero di membri e di eventi organizzati, segno che il nostro lavoro viene apprezzato."
Grazie al sostegno dei soci e al lavoro del comitato, il club ha potuto acquistare prima una sede in Victoria Street, Brunswick, e poi trasferirsi in una struttura più ampia a North Coburg, diventando un punto di riferimento per gli italiani di Melbourne.
Negli ultimi anni, il club ha dato sempre più importanza alla lingua e alla cultura italiana, cercando di coinvolgere le nuove generazioni nate in Australia e tutti coloro che desiderano avvicinarsi all’esperienza italiana.
"Abbiamo avviato progetti per promuovere la lingua italiana tra i più giovani," ha spiegato il presidente. "Vogliamo che la nostra cultura rimanga viva anche per le future generazioni."
Con un calendario ricco di eventi, il Solarino Social Club continua a essere un luogo di aggregazione e identità culturale, dove la passione e il senso di appartenenza restano i veri protagonisti. "Finché ci sarà il desiderio di stare insieme e condividere le nostre tradizioni, il Solarino Social Club continuerà a crescere e a offrire momenti di gioia per tutti," ha concluso Gervasi. Tom Padula
Rosario De Marco: una musica che incanta e avvolge
“Una musica soave e vellutata, che non cerca mai l’acuto, ma che si alza lentamente tra le onde armoniche di accordi che esaltano ogni elemento della parte ritmica, in un crescendo che alla fine ti rapisce.”
YouTube Astro dall'album Dream On Link
Rosario De Marco è un musicista e compositore il cui talento è ormai conosciuto da molti artisti internazionali. Ha preso parte a esibizioni di successo, tra cui l’apertura dei concerti di Zucchero al Palais Theatre di Melbourne, di Omara Portuondo (Buena Vista Social Club) e dei Ladysmith Black Mambazo alla Melbourne Concert Hall. Magistrale chitarrista e compositore dalle sonorità moderne, Rosario affonda le sue radici nella passionalità del sud Europa, mescolando jazz, folk e musica
Celebrata la Festa di San Pellegrino Martire
Il 12 gennaio 2025, la comunità di Hectorville si è riunita presso la Chiesa dell'Annunciazione per celebrare la Festa di San Pellegrino Martire, patrono di Altavilla Irpina. L’evento ha visto una straordinaria partecipazione di fedeli e appassionati delle tradizioni italiane, rafforzando il legame tra generazioni e culture.
La giornata è iniziata con una processione solenne lungo le strade del quartiere, accompagnata da una banda maltese, i Carabinieri in uniforme e numerose associazioni religiose con i loro stendardi.
La Messa Solenne è stata celebrata da Padre Jeevan Gabriel e il Vicario Generale, Padre Dean Marin, che ha sottolineato l’importanza della vocazione e del servizio pastorale.
popolare del Mediterraneo. Rielabora questi generi con eleganza, creando un sound moderno che va oltre i confini della musica e dei sentimenti.
Dopo aver iniziato a esibirsi in TV e radio italiane, Rosario ha scelto la libertà della musica dal vivo, esprimendo pienamente il suo talento. Ha pubblicato numerosi album che raccontano il suo percorso creativo.
In Light and Shadows, la malinconia della lontananza traspare dalle note, trasportando l’ascoltatore in una dimensione intima e personale, come osservare un tramonto che non segna la fine, ma apre a una nuova speranza.
In Roots, le sue radici, fortemente piantate nella terra, emergono come una danza libera, rappresentata dalle fronde degli alberi che si protendono verso nuovi orizzonti musicali.
Con Intuition, uno dei suoi lavori più recenti, Rosario ripropone il tema ricorrente della positività nelle sue narrazioni musicali. Ascoltandolo, ci si ritrova in un silenzio profondo che permette alla voce interiore di rivelare una verità universale da perseguire senza mai fermarsi. Servizio di Mariano Coreno
Nel pomeriggio, il programma ufficiale della festa è stato presentato dal Presidente dell’Altavilla Irpina Sports and Social Club, Domenic Reppucci, il quale ha espresso la sua gratitudine:
“Grazie di cuore a tutti voi per il vostro incredibile supporto e per aver reso questa Festa un successo straordinario. Il vostro impegno e la vostra dedizione sono la vera forza di questa celebrazione.”
Tra gli ospiti d’onore, il Console Adriano Stendardo, accom-
pagnato dalla moglie Clizia, ha evidenziato nel suo discorso l’importanza di trasmettere le tradizioni italiane alle nuove generazioni.
“Riscoprire le proprie radici è fondamentale per mantenere viva l’identità culturale e religiosa. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo evento.”
La festa ha offerto anche un ricco programma di intrattenimento con esibizioni musicali, spettacoli per bambini e performance comiche. Tra i momenti più apprezzati, le canzoni italiane classiche interpretate dalla scuola di canto One Voice e le melodie tradizionali degli I Paesani.
La giornata si è conclusa con un’esibizione del gruppo Club Italia, che ha riportato il pubblico indietro nel tempo attraverso i successi musicali del passato.
Grazie al contributo dei volontari e al supporto degli sponsor, la Festa di San Pellegrino Martire 2025 ha rappresentato un’occasione unica per celebrare la fede, la cultura e l’amore per le tradizioni italiane.
Come ha ricordato il Console, “Insieme, possiamo continuare a creare ricordi indimenticabili e a rafforzare i legami che uniscono la nostra comunità.”
Santo Gervasi
notizie comunitarie
Australia Day Sì, Australia Day No
Siccome è già iniziata la campagna elettorale (anche se non abbiamo una data certa) il primo
Ministro Anthony Albanese ed il leader dell'opposizione, Peter
Dutton, si sono dichiarati a favore di festeggiare l'Australia Day (festa Nazionale) il 26 di questo mese. Qui, nello stato del Victoria, non sono tutti d'accordo.
Let’s begin with the history of Neapolitan music
Inizio con questo primo articolo per Allora! perché amo le canzoni in lingua napoletana. Non mi piace chiamarla dialetto, perché questa lingua rappresenta l’espressione più autentica del popolo napoletano, formatasi durante secoli di dominazione da parte di varie potenze straniere. Inoltre, molte delle composizioni provengono da oltreoceano, risalenti al periodo della grande emigrazione verso le Americhe e altri paesi del mondo.
Voglio includere nei miei articoli riferimenti in lingua inglese, perché qui in Australia – in particolare per la mia esperienza a Melbourne – la mia lingua quotidiana è l’inglese. Un giornale come Allora! può offrire ai lettori una ricchezza linguistica unica che noi possediamo. Mi piace esprimermi in entrambe le lingue. Non mi fermo qui: la promozione dei valori italiani, tramandati ai nostri figli e nipoti, può essere rafforzata e sviluppata. Spero che i miei contributi ad Allora! saranno apprezzati e stimoleranno il dialogo tra i lettori.
Tom Padula - Melbourne
The Edict of Emperor Federico II prohibited the singing of early morning serenades in the city of Napoli/Naples circa 1221. This marks the official beginning of the Neapolitan Song tradition. The serenades or morningades of the 12th century developed within the washerwomen circle of the Vomero. This district of Naples was re-
nowned at the time for its clear water brooks and chestnut trees. The social gatherings at night in Naples caused many arrests and fines for over 100 years. Unlike his father, Manfredi, the son of Federico II, was so fond of music and songs that he stirred much anti-clerical and anti-feudal sentiment because of his nocturnal escapades within the city. This behaviour parallels our modern nightlife with discos and nightclubs.
At this time, Naples became the capital of the Kingdom of the Two Sicilies. It was also during this period that the Neapolitan Song tradition, with its distinct local language and melodic flavours, took root. There were two separate schools of performance. The First was the flemish Influence. This involved the use and combination of many instruments, leading to the creation of madrigals and foreshadowing the melodramas of two centuries later. Then there were the Villanellas. Derived from peasants celebrating a good harvest in rural environments, these evolved into a song/dance routine, eventually becoming the well-known Tarantella.The latter style gained popularity over time, but madrigals and melodramatic routines remained integral to the Neapolitan Song tradition. In more recent times, the Neapolitan Song and music tradition have continued to expand and develop in various ways.
Lo scorso anno, è bene ricordarlo, alcuni Comuni non lo hanno festeggiato creando così una serie lunga di polemiche. Adesso corrono voci che il 30 per cento delle municipalità non festeggeranno l'Australia Day il giorno 26 gennaio.
Ricordiamo che nel 2024, infatti, non lo hanno fatto i comuni di Yarra, Glen Eira, Colac Otway, Merri-Bek, Darebin, Warrnambool e Maribyrnong. E come stanno le cose, non lo festeggeranno nemmeno quest'anno. Non tocca a noi decidere cosa fare o cosa non fare. Noi pensiamo semplicemente che il Governo Federale dovrebbe prendere una decisione appropriata, valida per tutti i cittadini. Questi sono i tempi dei "cambiamenti", di leggere la storia in una maniera diversa da come la leggevano le generazioni passate.
Abbiamo visto come si abbattono le statue di James Cook e compagni, solo perché i primi arrivati hanno messo i piedi in questa terra iniziando un nuovo corso del Paese anche se con qualche errore di troppo. Purtroppo, la violenza è sempre presente.
Gesti del genere non sono giustificabili, sono segni evidenti di poca educazione. Il presente ed il futuro si costruiscono perché abbiamo già un passato, cioè una strada tracciata che ci indica dove andare. La storia deve essere rispettata, studiata poiché noi che viviamo questo presente lo dobbiamo ai nostri antenati. Noi tutti siamo abitanti del pianeta Terra e non padroni di essa, come tanti pensano. Finiamola di litigare e mettiamoci d'accordo per vivere in Santa Pace.
Mariano Coreno
Brunswick Music Festival
Il comune di Merri-bek ci fa sapere anche che il Brunswick Music Festival inizierà il 2 di marzo con il solito Sydney Road Street Party.
Ci saranno bancarelle con il cibo, attori locali, musica dal vivo, piccole gare, gite. Il tutto durerà la bellezza di 10 giorni.
Per informazioni: brunswickmusicfestival.com.au
La GMHBA sospende la copertura ospedaliera privata in alcune regioni
L'Associazione sanitaria
GMHBA da marzo cesserà di coprire le spese dei suoi iscritti negli ospedali privati del NSW, del QLD, del SA e del Victoria. Questo è dovuto dal fatto che la GMHBA non ha rinnovato il contratto con la Healthscope per motivi finanziari, per non poter più affrontare le spese come richiesto dalle norme in vigore.
Per i lettori del Victoria elenchiamo la lista degli ospedali privati dove non saranno più coperti dalle spese della GMHBA
The Geelong Clinic, The Melbourne Clinic, Holmesglen Private
Hospital, John Fawkner- Moreland Hospital, Knox Private Hospital, La Trobe Private Hospital, Melbourne Private Hospital, Northpark Private Hospital, Ringwood Private Hospital, Dorset Rehabilitation Centre, North Eastern Rehabilitation Centre, Victorian Rehabilitation Centre-Eastern
Per conoscere la lista completa degli ospedali privati non più aderenti alla GMHBA, andare online: gmhba.com.au/participating-private-hospitals oppure al GMHBA website: www.gmhba.com.au/partecipating-private-hospitals
a cura di Mariano Coreno e Tom Padula
Vietata la controversa tendenza della pellicola trasparente per "Prenotare" i
Gazebo sulle Spiagge di Wollongong
Le spiagge di Wollongong sono diventate teatro di una controversia legata all'uso di "riservare" i gazebo da picnic. In risposta a questa pratica, il Consiglio Comunale di Wollongong ha installato cartelli in vari punti vicino alla spiaggia per avvertire i frequentatori del divieto di utilizzare pellicola trasparente o qualsiasi materiale per riservare spazi pubblici come ripari o tavoli da barbecue.
Negli ultimi anni, è aumentata la pratica di avvolgere gazebo e rifugi da picnic con la pellicola trasparente, soprattutto durante i periodi di alta affluenza estiva. Questo comportamento era considerato da alcuni come un modo per "prenotare" un posto prima che altri arrivassero. Tuttavia, il divieto è stato imposto poiché i gazebo sono spazi pubblici e non
dovrebbero essere utilizzati per riservare un'area in anticipo.
Il sindaco di Wollongong, Tania Brown, ha dichiarato che questa pratica era diventata particolarmente problematica durante le festività estive, quando le persone cercavano di garantirsi un posto all'ombra. "Poiché questi sono spazi condivisi, l'uso di qualsiasi materiale per delimitare o 'prenotare' questi spazi è proibito", ha spiegato Brown. "Spero che le persone rispettino la cortesia reciproca quando si tratta di spazi pubblici".
La questione della "prenotazione" degli spazi pubblici ha sollevato un dibattito anche a livello nazionale. Il Primo Ministro australiano, Anthony Albanese, ha recentemente commentato la crescente popolarità delle tende da sole portatili, conosciute
come "Cool Cabanas", che vengono installate sulle spiagge durante l'estate. Questi tendoni hanno sollevato preoccupazioni simili, poiché alcuni li utilizzano per riservare una porzione di spiaggia come se fosse un'area privata. Albanese ha ribadito che le spiagge australiane sono spazi pubblici e devono rimanere accessibili a tutti. "In Australia, tutti possiedono la spiaggia", ha dichiarato. "Ogni australiano è uguale. E questo principio viene violato quando qualcuno cerca di riservare uno spazio come se fosse solo suo."
Al via il Summer Book Sale: libri a 50 centesimi fino al 25 gennaio
Gli amanti della lettura hanno un motivo in più per visitare la Biblioteca di Wollongong: fino al 25 gennaio, è tornato il Summer Book Sale, l’atteso evento che permette di acquistare libri usati a un prezzo simbolico. Sarà possibile scegliere tra una vasta selezione di volumi per adulti, giovani lettori e bambini, oltre a riviste e altro materiale, al costo di soli 50 centesimi a copia.
L’iniziativa ha un duplice scopo: da un lato, offre ai cittadini l’opportunità di arricchire la propria collezione personale con libri di seconda mano a un prezzo accessibile; dall’altro, contribuisce a sostenere i programmi di alfabetizzazione promossi dai Friends of Wollongong City Libraries.
Il Sindaco di Wollongong, Tania Brown, ha sottolineato l’importanza dell’evento, incoraggiando la partecipazione di tutti: “Il Summer Book Sale è un modo fantastico per iniziare l’anno, specialmente per chi si è prefissato un obiettivo di lettura per il 2025. Vogliamo che i nostri libri continuino a raccontare storie anche al di fuori della biblioteca e invitiamo tutta la comunità a partecipare.”
I titoli disponibili coprono una vasta gamma di generi, dalle autobiografie ai romanzi rosa, fino ai saggi e ai testi di divulgazione scientifica. Il personale della biblioteca provvederà a rifornire regolarmente gli scaffali, offrendo ai visitatori sempre nuove possibilità di scelta.
Chi si recherà in biblioteca per l’evento avrà anche l’opportunità di scoprire la collezione aggiornata, che include novità editoriali, libri in lingue diverse dall’inglese e nuove riviste. L’accesso ai servizi della biblioteca è gratuito. Gli acquisti possono essere effettuati sia in contanti che con carta presso il bancone del servizio clienti.
Hobart si prepara a celebrare il meglio della cultura italiana
Hobart si veste di tricolore per accogliere l’edizione 2025 della Festa Italia, un evento imperdibile che celebra il meglio della tradizione italiana attraverso gastronomia, musica e spettacoli folkloristici. L’appuntamento è fissato per domenica 16 febbraio, dalle 11:00 alle 17:00, presso l'Australian Italian Club di North Hobart, con ingresso gratuito per tutti.
Gli amanti della cucina mediterranea potranno gustare una vasta selezione di piatti tipici, tra cui pizza, pasta, porchetta, salsicce, pesce fritto e dolci tradizionali come cannoli e gelati. Non mancheranno bevande iconiche come vini italiani, Campari, birra, limoncello ed espresso martini, per un’esperienza culinaria autentica e coinvolgente.
Oltre alle prelibatezze gastronomiche, la festa offrirà un ricco programma di musica dal vivo e danze tradizionali. Sul palco si esibiranno artisti provenienti da diverse parti d'Australia, mentre per i più piccoli e le famiglie ci saranno attività lu-
diche e giochi tradizionali come le pignatte.
Uno dei momenti più attesi dell’evento saranno le gare di mangiata di spaghetti e anguria, che ogni anno attirano partecipanti e spettatori pronti a sfidarsi tra risate e spirito competitivo. Inoltre, gli appassionati di motori potranno ammirare esposizioni di auto esotiche che renderanno l’atmosfera ancora più speciale.
La Festa Italia rappresenta un’occasione unica per la comunità di Hobart di immergersi nella cultura italiana e celebrare insieme il patrimonio di una delle comunità più vivaci della città. L’evento è family-friendly e smoke-free, garantendo un’esperienza piacevole per tutti i visitatori.
Non resta che segnare la data sul calendario e prepararsi a vivere una giornata all’insegna del gusto, della musica e della tradizione italiana. Per ulteriori dettagli, è possibile visitare la pagina Facebook ufficiale dell’evento.
L’Onorevole Nicola Carè, insieme alla Vicepresidente della Camera dei Deputati, Anna Ascani, ha incontrato l’Ambasciatrice dell’Australia in Italia, Julianne Cowley, recentemente insediatasi nel suo ruolo.
L’incontro ha rappresentato un’importante occasione per consolidare i già solidi rapporti tra Italia e Australia, caratterizzati da una collaborazione fruttuosa in diversi ambiti.
Durante la riunione, sono state esplorate nuove prospettive di cooperazione bilaterale, con particolare attenzione ai settori chiave del commercio, della cultura e dell’istruzione.
L’Ambasciatrice Cowley ha ribadito l’impegno del governo australiano a promuovere relazioni sostenibili e reciprocamente vantaggiose, sottolineando l’importanza di sviluppare progetti che possano generare benefici per entrambe le nazioni.
Un punto centrale del dialogo è stato il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dalla
comunità italiana all’estero. La diaspora italiana in Australia rappresenta un ponte culturale e commerciale di grande valore, capace di arricchire le comunità locali e di favorire una comprensione reciproca tra i due Paesi.
L’incontro è stato inoltre l’occasione per discutere future collaborazioni in settori strategici, come la sostenibilità e l’innovazione. Questi ambiti, in cui sia l’Italia sia l’Australia possono offrire competenze e soluzioni innovative, sono stati individuati come priorità per rafforzare ulteriormente i legami bilaterali.
L’Onorevole Carè ha espresso la sua gratitudine all’Ambasciatrice Cowley per la disponibilità dimostrata e per il suo impegno nel rafforzare i rapporti tra Italia e Australia, evidenziando il valore di una diplomazia attiva e orientata al futuro.
L’incontro rappresenta un nuovo capitolo nella collaborazione tra le due nazioni, unendo tradizione e innovazione per affrontare insieme le sfide globali.
Nuovi corsi all’Istituto Italiano di Cultura di Sydney per un’esperienza immersiva
L’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Sydney inaugura una nuova stagione di corsi d’italiano per il 2025, progettati per studenti di livello intermedio e avanzato. I programmi, che prenderanno il via il 28 gennaio, offriranno un’ampia gamma di opportunità per perfezionare la conoscenza della lingua italiana e approfondire la ricca cultura del Belpaese, attraverso corsi online e in presenza.
Tra le proposte di punta spicca il corso “Lingua e Cultura”, che si concentra sull’apprendimento della grammatica e del vocabolario tramite argomenti di attualità e cultura popolare italiana.
Le lezioni si terranno ogni martedì sera, dalle 18 alle 20, fino al 1º aprile, interamente online. Per gli appassionati di letteratura, il ciclo “Leggiamo Insieme” offre due percorsi distinti.
Il primo, dedicato a studenti di livello intermedio e avanzato, esplora il romanzo Nives di Sacha Naspini e si svolgerà il mercoledì mattina, dalle 10 alle 12.
Il secondo, riservato a studenti avanzati, approfondisce la seconda parte del capolavoro di Elsa Morante "La Storia," con lezioni pomeridiane dalle 14 alle 16.
Un’altra proposta imperdibile è il corso “Leggere i Classici”,
Il Senatore Francesco Giacobbe Celebra l’Eccellenza
Italiana all’Estero e Invita a Contrastare la Fuga di Cervelli
"Il genio italiano continua a distinguersi nel mondo, come dimostra Giuseppe Barca, ricercatore italiano in Australia, che ha guidato il suo team internazionale alla vittoria del prestigioso Gordon Bell Prize," dichiara il Senatore Francesco Giacobbe, esponente del Partito Democratico, eletto nella circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide.
Questo riconoscimento, noto come il "Nobel del supercalcolo", premia contributi straordinari nel campo dell’high-performance computing (HPC). Il lavoro di Barca, elogiato per lo sviluppo di un algoritmo rivoluzionario che migliora la comprensione della chimica e della biologia, è una prova concreta dell’eccellenza italiana all’estero.
"L’impresa di Giuseppe Barca è motivo di orgoglio per la nostra nazione e dimostra l’impatto trasformativo che gli italiani
possono avere a livello globale," ha affermato il Senatore Giacobbe. "Allo stesso tempo, evidenzia il dramma della fuga di cervelli che affligge il nostro Paese. Studi e statistiche ufficiali dimostrano che ogni anno molti talenti brillanti sono costretti a cercare opportunità altrove."
Il Senatore ha espresso preoccupazione per le recenti scelte del governo, come l’eliminazione dei benefici fiscali per gli italiani che tornano dall’estero e le misure penalizzanti introdotte con la nuova legge di bilancio. "È un grave errore scoraggiare il ritorno di chi vuole riportare competenze e conoscenze in Italia. Dobbiamo costruire una cultura che incentivi il rientro e attuare politiche che contrastino la perdita annua di talenti."
Il Senatore Giacobbe ha ribadito l’importanza di valorizzare e sostenere la diaspora italiana, in
che guiderà gli studenti attraverso opere iconiche della letteratura italiana, come "Nessuno torna indietro" di Alba de Céspedes, "Don Camillo" di Giovannino Guareschi e "Il treno dei bambini" di Viola Ardone. Le lezioni si terranno ogni venerdì pomeriggio, dalle 14 alle 16, sempre in modalità online. Chi preferisce un approccio pratico e interattivo potrà inve-
ce optare per il corso di Conversazione Avanzata (livello C), che si svolgerà in presenza ogni venerdì mattina, dalle 10 alle 12, dal 31 gennaio al 4 aprile. Per maggiori informazioni e iscrizioni, è possibile visitare il sito web dell’Istituto o contattare l’Ufficio Studenti all’indirizzo email studenti.iicsydney@esteri.it o al numero 02 9261 1780.
particolare ricercatori, scienziati e professionisti, come risorse fondamentali per il futuro del Paese. "Il governo deve fare tutto il possibile per richiamare i nostri ‘cervelli in fuga’ e trasformare questa emigrazione in un ciclo virtuoso di crescita e reinvestimento in Italia."
"Come dimostra il successo di Giuseppe Barca," ha concluso il Senatore, "gli italiani eccellono ovunque si trovino. Ora spetta a noi creare le condizioni affinché possano prosperare e contribuire al progresso dell’Italia, sia in patria sia all’estero."
Saluti dalla Liguria, l’eco del concorso Marco Polo 700
Nel cuore della Liguria, tra tradizioni secolari e una vivace comunità culturale, risuona ancora l’eco del Concorso Internazionale Marco Polo 700. L’iniziativa, che ha celebrato il leggendario viaggiatore veneziano, ha coinvolto talenti da ogni parte del mondo, valorizzando la scrittura e il legame con le proprie radici.
Anna Maria Campello, orgogliosa rappresentante della Liguria, ha partecipato al concorso
con il racconto “Pronto, chi parla? Qui Sidney”, un’intensa riflessione sui cambiamenti portati dalla tecnologia nelle relazioni personali. Il testo esplora la magia di una lettera scritta a mano, il valore dei francobolli come simboli di memoria e identità, e l’incontro epistolare con Anna Mansueto, una ligure emigrata a Sydney. Tra ricordi di poesia e immagini vive del passato, Campello evoca anche il celebre fotografo geno-
vese Maisano, trasferitosi in Australia, tessendo un filo invisibile tra le due terre.
Nel prossimo numero di Gens Ligustica – il periodico dell’Associazione Liguri nel Mondo distribuito in 43 Paesi – il Presidente Mario Menini, insieme alla Vicepresidente Anna Maria Campello, dedicherà un articolo speciale a questo prestigioso evento. In una lettera indirizzata Giovanni Testa, direttore della Marco Polo-The Italian School of Sydney, Campello ha espresso la sua gratitudine per il plico ricevuto, contenente l’attestato di partecipazione, una pregevole medaglia e un libro celebrativo.
Ha descritto con emozione il significato di questo riconoscimento, che rafforza il legame tra i Liguri e la diaspora italiana nel mondo. Il concorso Marco Polo 700 non è solo un tributo al passato, ma un ponte verso il futuro, dove culture e tradizioni si incontrano grazie alla scrittura e alla creatività. È un segnale che, da Genova a Sydney, le radici italiane continuano a fiorire, mantenendo vive storie, memorie e legami.
New insights into Italian Language Learning
by Alberto Macchione
Preeminent Education and Policy researcher from the University Of Sydney, Dr Talia Walker, recently released a new article exploring the cross-cultural explanations in student-to-teacher apology emails.
tive speakers of Australian English in apology emails.
Dr Walker, who is an Australian of Italian background and an Italian speaker, said that her “findings show that perceptions of the role of teachers are very different among Italian students and Australian students.”
Dr Walker wrote in her discussion that the findings ‘present[s] some insightful cross cultural findings regarding the construction of apologies’
Oltre 2000 chiamate per aiuti dopo il vento forte in NSW
Una notte di forti venti ha causato gravi disagi in tutto il NSW, con migliaia di persone senza corrente elettrica e danni diffusi. Le raffiche di vento hanno colpito duramente la regione, lasciando senza energia elettrica decine di migliaia di residenti. Nella notte tra mercoledì e giovedì, circa 68.000 abitazioni hanno perso l’elettricità, di cui 28.000 nella sola Sydney. I venti hanno raggiunto raffiche fino a 100 km/h in alcune zone, con danni significativi: alberi caduti, linee elettriche abbattute e persino il tetto del Sydney Cricket Ground parzialmente danneggiato. Le condizioni di maltempo estremo hanno provocato anche gravi incidenti, come quello av-
venuto a Kingsgrove, nella zona sud-ovest della città, dove un albero caduto ha schiacciato completamente un’auto, fortunatamente senza vittime. Il servizio di emergenza statale (SES) ha fatto sapere che ha ricevuto un numero straordinario di richieste di aiuto, con una media di sei chiamate al minuto durante la notte. In totale, sono state registrate ben 2825 richieste di intervento, molte delle quali legate alla caduta di alberi e danni alle abitazioni causati dal forte vento. La SES ha lavorato incessantemente per cercare di gestire l'emergenza, ma il volume delle richieste ha creato un accumulo di chiamate, rallentando le operazioni di soccorso.
Dr Walker said that she was “Proud to kick off the year with the release of [her] latest research article” which discusses data collected in her PHd (Doctorate of Philosophy) in Italian Studies.
This important research can give additional perspective to language learners and educators. Entitled ‘The role of providing an explanation within the context of emailed apologies:
The article looks at the differences in explanations used by Australian learners of Italian, native speakers of Italian and na-
A cross-cultural approach’ the paper is available in both English and Italian language using the address below. https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/ view/27763
Stage one of Austral Local Park
In a significant boost for the local community, the Albanese Government has announced the commencement of Stage One of the Austral Local Park 22 Project, made possible through the government’s Thriving Suburbs Program. The project will deliver much-needed infrastructure upgrades to the park, benefiting local families and residents.
Stage One of the project will include the development of new pathways, playgrounds, fitness facilities, and picnic spaces. The initiative is designed to improve the local area’s amenities, catering to the growing needs of the community in Austral, which has seen rapid development in recent years.
Anne Stanley, the Member for Werriwa, visited the park to officially mark the start of the project. In a statement, Ms. Stanley expressed her enthusiasm about the funding and the impact it will have on local residents:
"Today, I am delighted to announce that the Albanese Government, through its Thriving Suburbs Program, has provided the funding needed to upgrade Austral Local Park 22. This is a much-needed project for our local community, which has experienced rapid growth but has not always seen infrastructure keep pace with development.
The new facilities will include a playground for children, a fitness park for residents, and picnic areas for families to enjoy," said Ms. Stanley.
The funding, allocated to the Liverpool City Council, is part of the Albanese Government’s broader commitment to improving suburban infrastructure across Australia.
The upgrades to Austral Local Park will not only enhance the area’s recreational offerings but also help create a more connected and vibrant local community.
Al lora!
Maria Grazia Storniolo
Dialogo con la Comunità a Sydney: Il Console Generale Gianluca Rubagotti incontra i Media Italiani
Lo scorso giovedì 16 gennaio 2025, nella sala principale del Consolato Generale d’Italia a Sydney, si è tenuto un incontro con alcuni rappresentanti dei media italiani locali, tra cui SBS, Allora!, La Fiamma e Radio Italia.
Console Generale d’Italia a Sydney Gianluca Rubagotti, ci spiega la natura e gli obiettivi di questo appuntamento.?
Certamente. L’idea di questi incontri nasce dall’impegno che ho preso lo scorso anno di mantenere un dialogo aperto e regolare con i media italiani. Ritengo fondamentale informare la comunità attraverso i canali di comunicazione più vicini agli italiani residenti in Australia. In quest’occasione, abbiamo voluto fare il punto sulle attività svolte dal Consolato nel corso del 2024 e condividere alcuni dati significativi, oltre a discutere delle sfide e degli obiettivi per il futuro.
Quali sono stati i risultati più significativi raggiunti dal Consolato nel 2024?
Il nostro compito principale è fornire servizi alla comunità italiana, che è in costante crescita. Ad oggi, la comunità registrata presso il Consolato ammonta a circa 58.000 persone, con un aumento del 4% rispetto al 2023. Tuttavia, sappiamo che il numero reale è molto più elevato, considerando gli italo-discendenti non registrati e coloro che, pur essendo italiani, non hanno aggiornato i loro dati presso il Consolato.
Alcuni dei risultati più rilevanti includono:
l Passaporti: Abbiamo registrato un aumento dell’8% nel numero di passaporti rilasciati rispetto all’anno precedente.
l Carte d’identità elettroniche: Un’importante innovazione per la nostra comunità, introdotta finalmente quest’anno.
l Iscrizioni all’AIRE: Cre-
sciute del 30%, dimostrando una maggiore consapevolezza da parte della comunità sull’importanza di mantenere aggiornato il proprio status presso il Consolato.
l Atti di stato civile: Abbiamo registrato 1.700 atti, con un incremento del 70%.
l Cittadinanze: Qui possiamo vantare un grande risultato. Siamo riusciti ad azzerare l’arretrato delle pratiche, riducendo i tempi di trattamento delle domande da un anno e mezzo a poche settimane. Adesso la nostra sfida è accorciare i tempi di attesa per gli appuntamenti, attualmente fissati a tre anni. Ci sono novità in vista per il 2025 riguardo alle prenotazioni per i servizi consolari?
Assolutamente. Per i passaporti, è già possibile ottenerli senza prenotazione: basta presentarsi al Consolato, e il rilascio avviene in giornata. Per quanto riguarda la cittadinanza, stiamo lavorando per ampliare la disponibilità di appuntamenti. L’obiettivo è anticipare le date attualmente fissate per il 2026-2027 e liberare nuovi slot già nel 2025. Inoltre, stiamo rivedendo l’intero sistema di prenotazione per semplificare il processo e renderlo più efficiente.
Il Consolato svolge anche attività oltre a quelle prettamente amministrative. Quali sono stati i punti salienti del 2024 in questo ambito?
Oltre ai servizi consolari, ci occupiamo di fornire assistenza ai connazionali in difficoltà. Quest’anno, abbiamo seguito diversi casi di cittadini arrestati o detenuti, assicurandoci che ricevessero un trattamento umano, avessero accesso all’assistenza legale e potessero mantenere i contatti con le loro famiglie in Italia.
le. Abbiamo avuto anche l’onore di ospitare la violinista Lucilla Rosmariotti, che si è esibita con uno Stradivari del 1709, un’esperienza unica.
Cosa possiamo aspettarci dal Consolato nel 2025?
Continueremo a promuovere la cultura italiana e a sostenere le imprese del nostro Paese in Australia, in linea con le nostre funzioni istituzionali. Nel 2024, abbiamo organizzato più di un evento al mese, e intendiamo mantenere questo ritmo. Un altro punto fondamentale saranno le missioni consolari, che nel 2024 hanno avuto un grande successo a Wollongong e Lismore. Queste iniziative ci permettono di avvicinare i nostri servizi a chi vive lontano da Sydney, e ci impegniamo a realizzarne altre nel 2025.
Sul fronte culturale ed economico, il 2024 è stato un anno particolarmente ricco. Tra gli eventi di maggiore rilievo, posso menzionare la visita di Monsignor Alberto Rocca, direttore dell’Ambrosiana di Milano, e quella di Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Vittoria-
I media italiani in Australia, durante il 2024 hanno supportato le attività del Consolato Generale e dell’Ambasciata. Qual è la sua opinione in merito?
Vorrei esprimere il mio sincero ringraziamento a tutti i media
italiani locali, che continuano a sostenere le iniziative e i comunicati del Consolato Generale a favore della nostra comunità. Il loro lavoro è essenziale per amplificare le informazioni e raggiungere in modo capillare i connazionali, specialmente quelli che potrebbero trovarsi in situazioni di isolamento o che dispongono di minori strumenti informativi.
Questa collaborazione è per noi un valore aggiunto che intendo continuare a promuovere e rafforzare.
Per quanto riguarda le attività più ampie in Australia, in termini di cooperazione politica, militare e di difesa, vi invito a seguire l’intervista rilasciata dall’Ambasciatore Paolo Crudele a Globo TV, dove vengono trattati questi temi.
Io, invece, mi concentro qui a Sydney sulle attività specifiche del Consolato, sempre al servizio della comunità italiana.
Grazie, Console Rubagotti, per la disponibilità e per il lavoro svolto a favore della comunità italiana in Australia.
Siamo certi che il 2025 porterà ulteriori successi e iniziative per rafforzare il legame tra Italia e Australia.
Paolo Rajo, Marcella Marziani, Console Gianluca Rubagotti, Maria Grazia Storniolo, Maurizio Pagnin
Compleanno a sorpresa nel nuovo Bistrò di Oran Park Hotel
Lo scorso sabato, gli amici di Rosa si sono dati appuntamento al nuovo Bistrò dell'Oran Park Hotel per festeggiare il suo compleanno in un'atmosfera accogliente e moderna.
Situato a poca distanza dal centro commerciale, il locale è diventato il luogo ideale per celebrare un momento di convivialità e allegria.
Il gruppo di amici ha scelto di trascorrere la giornata gustando dell'ottima pizza, apprezzata per la qualità degli ingredienti e la cura nella preparazione. L'atmosfera è stata resa ancora più speciale dalla presenza della torta continental, una vera delizia preparata dalla rinomata pasticceria Siderno dei fratelli Gianni e Franco Roccisano, che hanno confermato la loro maestria nel creare dolci di alta qualità.
Dopo aver gustato la pizza e la torta, Salvatore e Chris, responsa-
bili di alcune aree dell'Oran Park Hotel, hanno voluto omaggiare Rosa e i suoi amici con un ottimo caffè, chiudendo la giornata con un tocco di ospitalità che ha reso il tutto ancora più memorabile. Non poteva mancare uno scatto ricordo per immortalare il momento, che ha visto sorrisi e abbracci a suggellare una giornata indimenticabile.
Tra chiacchiere e risate. il compleanno di Rosa si è trasformato in un'occasione non solo per festeggiare, ma anche per rafforzare i legami di amicizia. Gli amici hanno salutato il Bistrò di Oran Park Hotel con la promessa di tornare presto, riconoscendo nel locale un punto di riferimento per trascorrere momenti speciali insieme.
Ritardi significativi dei treni in tutta Sydney
A Sydney, i treni stanno subendo significativi ritardi a causa di un conflitto industriale in corso. I disagi sono principalmente dovuti a uno sciopero dei lavoratori del sindacato degli elettricisti (Electrical Trades Union), che ha portato al mancato completamento della manutenzione vitale nelle stazioni di Bondi e Homebush. Questo ha impattato diverse linee ferroviarie, tra cui T1 North Shore e Western, T4 Eastern Suburbs e Illawarra, e T8 Airport e South, con conseguenze a catena sull'intero sistema.
Il segretario del sindacato dei ferrovieri (Rail, Tram and Bus Union, RBTU), Toby Warnes, ha dichiarato che i pendolari non dovrebbero aspettarsi impatti gravi, ma ci saranno inevitabili disagi. In particolare, i treni viaggeranno a una velocità inferiore di 23 km/h rispetto al limite di velocità nelle tratte dove questo supera gli 80 km/h, e i passeggeri noteranno un rallentamento.
Transport for NSW ha previsto che i ritardi e le cancellazioni continueranno per tutta la settimana, con una possibile intensificazione della situazione.
Il governo del Nuovo Galles del Sud ha offerto un aumento sala-
riale del 13% ai lavoratori di Sydney Trains, con un ulteriore incremento dell'1% nei contributi al fondo pensionistico e un altro 1% legato ai risparmi. Tuttavia, il sindacato RBTU ha richiesto un aumento del 32% distribuito su quattro anni, una settimana lavorativa di 35 ore e un ulteriore 1% per la superannuation. In risposta, il governo ha pro-
posto di unire Sydney Trains e NSW Trains nel prossimo accordo collettivo, ma il sindacato non ha ancora ricevuto una bozza di accordo per i suoi membri. Warnes ha avvertito che un incremento dell'1% potrebbe portare a licenziamenti dovuti alla fusione e a una possibile perdita di misure di sicurezza introdotte dal precedente governo.
L’Open Day 2025 della Marco Polo - The Italian School of Sydney
Circa 25 famiglie hanno preso parte all’Open Day della Marco Polo – The Italian School of Sydney, tenutosi sabato presso la sede dell’istituto a Bossley Park lo scorso 18 gennaio. L’evento di due ore, dalle 11:00 alle 13:00, ha offerto a genitori e studenti l’opportunità di conoscere da vicino l’offerta formativa della scuola, che si distingue per il suo approccio innovativo all’insegnamento della lingua e cultura italiana. Durante la giornata, i partecipanti hanno potuto visitare le aule e interagire con gli insegnanti. Il CEO della scuola Giovanni Testa ha accolto le fami-
glie, illustrando la missione della scuola e l’importanza di promuovere la lingua italiana tra le nuove generazioni.
"Siamo entusiasti dell’interesse mostrato dalle famiglie. La nostra scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma una vera e propria comunità dove i bambini possono crescere immersi nella cultura italiana," ha dichiarato Testa.
L’Open Day ha visto anche la partecipazione di alcuni ex studenti, che hanno condiviso le loro esperienze, sottolineando come la formazione ricevuta abbia arricchito il loro percorso sco-
lastico e personale. "Frequentare la Marco Polo mi ha permesso di mantenere vivo il legame con l’italiano e di approfondire le mie radici," ha raccontato Alessia, ex allieva ora iscritta all’università. Per rendere l’atmosfera ancora più accogliente, è stato offerto ai presenti un BBQ italiano, con specialità alla griglia, e il gelato, apprezzato da grandi e piccoli. I bambini, inoltre, si sono divertiti cimentandosi con giochi da tavolo italiani, scoprendo le tradizioni ludiche del Bel Paese, puzzle e indovinelli.
Anche gli insegnanti hanno espresso soddisfazione per l’evento. Simone, una delle docenti della scuola, ha apprezzato l’entusiasmo delle famiglie: "È stato bello vedere genitori e bambini coinvolti nella discussione su quale classe scegliere. Occasioni come questa ci ricordano quanto sia importante il nostro lavoro nel mantenere viva la lingua italiana."
Emma, un’altra insegnante, ha avuto modo di confrontarsi con diversi genitori interessati alle classi per i più piccoli: "Abbiamo ricevuto tante domande sui corsi per i bambini in età prescolare. Questo dimostra che c’è una forte volontà di avvicinare i più piccoli all’italiano fin dai primi anni di vita."
Proprio per rispondere a questa crescente richiesta, la scuola sta valutando la creazione di un playgroup settimanale per bambini sotto i 5 anni, un’iniziativa che potrebbe offrire un primo contatto con la lingua in un ambiente ludico e stimolante.
"L’idea di un playgroup nasce dal desiderio di offrire alle famiglie uno spazio dove i bambini possano iniziare a familiarizzare con l’italiano attraverso il gioco. Stiamo lavorando per strutturare un programma che sia coinvolgente e adatto ai più piccoli, ponendo le basi per un apprendimento graduale e divertente della lingua," ha dichiarato Testa. La giornata si è conclusa con un momento conviviale, in cui le famiglie hanno potuto scambiarsi impressioni sull’esperienza vissuta. L’evento ha confermato il ruolo della Marco Polo nel panorama educativo nella zona ad ovest di Sydney, offrendo una solida formazione bilingue e rafforzando il senso di appartenenza alla comunità italiana locale.
dell'Italia e dal Mondo
Tonight! a clown who wanted to be loved?
Prepariamoci a ridere, emozionarci e innamorarci con “Tonight! A Clown Who Wanted to Be Loved,” uno spettacolo esilarante e commovente che farà il suo debutto in Australia nel 2025. Dopo aver conquistato il pubblico dei festival Fringe di Edimburgo, Toronto e Catania, Andrea Barello porta la sua irresistibile commedia ad Adelaide e Melbourne, pronto a incantare il pubblico con la sua comicità universale e senza tempo.
A oltre cinquant’anni, Barello ha scoperto la sua vocazione: essere amato. E invita tutti a unirsi a questa ricerca con lui. Con una straordinaria combinazione di comicità slapstick, momenti emozionanti e un’ironia irresistibile, Barello interpreta un clown italiano senza speranza (e senza parole in inglese) che affronta con creatività e humor le difficoltà della vita e dell’amore. Da un incontro di boxe al rallentatore a un’esilarante danza dedicata alla pizza, le sue gag stravaganti e il suo carisma contagioso trasmettono allegria e calore umano, regalando momenti che restano nel cuore.
Il tema del bisogno universale di amore, così centrale nello spettacolo, viene esplorato con una delicatezza e una comicità che parlano direttamente all’anima del pubblico. Andrea Barello riesce a trasformare situazioni quotidiane in scene surreali e diver-
tenti, facendo ridere e riflettere allo stesso tempo. Non sorprende che la critica lo abbia accolto con entusiasmo: “Uno spettacolo delizioso, con una qualità alla Mr. Bean” (A View from The Box) e “Un vero piacere da guardare” (Parton & Pearl) sono solo alcune delle recensioni positive ricevute. Dopo aver vinto il premio ‘A Moontagna Fest’ al Catania Fringe 2024 e ottenuto una nomination al Thessaloniki Fringe Award, Barello è pronto a conquistare anche il pubblico australiano. Ad Adelaide si esibirà dal 26 febbraio al 2 marzo al The Lab at Fool’s Paradise e dal 5 al 9 marzo al Warehouse Theatre. A Melbourne sarà invece protagonista del Melbourne International Comedy Festival, con spettacoli dal 31 marzo al 6 aprile e dal 14 al 20 aprile al The Butterfly Club.
I biglietti sono già disponibili sui siti ufficiali di Adelaide Fringe e The Butterfly Club. Per chi desidera un’anteprima, è possibile guardare il teaser dello spettacolo online. Non perdete l’occasione di lasciarvi trasportare da questa avventura fatta di risate, emozioni e umanità. Con Tonight! A Clown Who Wanted to Be Loved, Andrea Barello dimostra che l’amore—così come la comicità— trascende ogni barriera culturale e linguistica, unendo il pubblico in un’esperienza unica e memorabile.
Sandro Isabella riceve l'Albo d'Oro dei Cuochi: Tributo alla carriera di un Maestro della cucina italiana
Lo chef Sandro Isabella ha ricevuto uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel panorama culinario italiano, l'Albo d'Oro dei Cuochi, un premio che celebra il contributo fondamentale di alcuni dei più grandi protagonisti della gastronomia nazionale. La cerimonia si è svolta il 13 gennaio 2025 nell’Auletta della Camera dei Deputati, ma, a causa della sua residenza in Australia, Isabella non ha potuto partecipare di persona all'evento. Nonostante la distanza, il momento è stato carico di emozione, testimoniando l’importanza di questo traguardo per la sua carriera.
L'Albo d'Oro dei Cuochi è un riconoscimento che premia i cuochi che, con la loro dedizione e passione, hanno contribuito a far conoscere la cucina italiana nel mondo. Sandro Isabella è stato scelto per il suo straordinario percorso professionale, che affonda le radici nella sua terra natale, Lamezia Terme. La sua carriera, iniziata nel 1995 presso l'istituto alberghiero di Vibo Valentia, è stata segnata da anni di impegno, studio e crescita, tanto che oggi Isabella è uno degli esponenti più apprezzati della cucina italiana a livello internazionale.
Nonostante l'impossibilità di partecipare all'evento, Isabella ha voluto dedicare il premio ai suoi genitori, Paolo e Carmela, che hanno rappresentato per lui un punto di riferimento fondamentale. In un messaggio di gratitudine, lo chef ha sottolineato il sacrificio e il sostegno ricevuti dalla famiglia, senza i quali non avrebbe potuto inseguire il suo sogno culinario. "Questo premio è per voi, papà Paolo e mamma Carmela. Senza il vostro amore e i vostri sacrifici, non sarei mai riuscito a realizzare i miei sogni", ha dichiarato con emozione.
La carriera di Sandro Isabella non è stata solo una successione di successi professionali, ma anche una sfida continua contro la lontananza dalla propria famiglia e dal proprio paese. La sua vita da emigrato in Australia non è stata priva di difficoltà, ma la sua determinazione e la passione per la cucina gli hanno permesso di superare ogni ostacolo, trasformando ogni difficoltà in occasione di crescita. La sua cucina, che racconta storie
di tradizioni italiane, è diventata un mezzo per avvicinare le diverse culture del mondo, portando un pezzo d’Italia in ogni angolo del globo.
Il premio ricevuto da Isabella è, quindi, anche un riconoscimento al valore universale della cucina come forma d'arte, capace di unire popoli e culture diverse. Con questo importante traguardo, lo chef non solo celebra il suo percorso, ma si conferma anche come fonte d'ispirazione per le giovani generazioni di cuochi, che vedono in lui un modello
da seguire per realizzare i propri sogni nel mondo della gastronomia.
L’Albo d’Oro dei Cuochi, consegnato ogni anno a figure emblematiche del panorama culinario, è un simbolo di eccellenza per la cucina italiana nel mondo. Con il suo impegno costante e la sua visione innovativa, Sandro Isabella continua a rappresentare l'Italia e la sua tradizione gastronomica nel contesto internazionale, con la certezza che la sua carriera sia un esempio di successo e perseveranza per tutti.
ROMA – Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della cultura Alessandro Giuli, ha deliberato il conferimento alla città di Gibellina del titolo di “Capitale italiana dell’arte contemporanea” per l’anno 2026.
La giuria, nella riunione conclusiva del 1° ottobre 2024 ha concordato, all’unanimità, di proporre Gibellina per il conferimento del titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea per l’anno 2026, sottolineando, tra le altre, le seguenti motivazioni: per il significativo valore rappresentativo di una realtà artistica divenuta simbolo di rinascita attraverso l’arte; per
la capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale; per il coinvolgimento delle nuove generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali; per il fatto di essere Città pioniera di rigenerazione urbana, e per la capacità di essere insieme una città-opera e una città da abitare. (Inform)
A volte ritornano... Oh Gladys!
L'ex premier del NSW, Gladys Berejiklian, ha deciso di uscire dal suo "ritiro dorato" per fare una rara apparizione a sostegno della favorita di Bradfield, armena come lei, Gisele Kapterian. Un gesto commovente, quasi da romanzo, che ci ricorda quanto siano mancati i suoi tempi al timone: lockdown, restrizioni a 5 km da casa, obblighi vaccinali e le indimenticabili conferenze stampa mattutine delle 10, una masterclass in soft authoritarianism.
Non dimentichiamoci le emozioni che accompagnavano i suoi bollettini quotidiani: un misto di angoscia e sottomissione, condito con il pizzico di incertezza che solo una leader inamovibile può trasmettere. Ah, che tempi gloriosi, quando il parlamento era praticamente un optional e si governava a colpi di decreti sanitari d’urgenza. Chi non vorrebbe tornare a quelle giornate indimenticabili?
E ora, eccola di nuovo, stavolta per sostenere Gisele Kapterian, dirigente tecnologica e "outsider liberale" con un curriculum che trasuda competenza e connessioni strategiche. Che coppia affascinante: da una parte Gladys, regina delle misure restrittive, e
dall'altra Kapterian, simbolo del futuro tecnologico. Se c'è una cosa che hanno in comune, è l'abilità di farsi notare... quando meno te lo aspetti.
Ma facciamo un salto in avanti. Nel frattempo, la buona Gladys ha trovato un modo tutto suo per mantenersi rilevante: un’investigazione dell’Independent Commission Against Corruption (ICAC) che, con grande impegno, ha confermato la sua colpevolezza in questioni di grave condotta corrotta. Ah, ma attenzione, tutto questo “per amore”!
Una versione romantica e, perché no, quasi poetica. La sua mancata dichiarazione di un conflitto di interesse personale riguardo a due sovvenzioni governative è stata, in fin dei conti, solo un gesto di devozione per il suo allora partner, Daryl Maguire. Romeo e Giulietta avrebbero approvato, ma l'ICAC è cosa ben diversa dai classici letterari.
Quindi, cosa possiamo aspettarci? Forse un tuffo nella nostalgia di un passato recente che molti avrebbero preferito dimenticare. Per ora, tutto ciò che ci resta è l'attesa. E magari un promemoria: non dimenticate il vostro QR code, giusto per sentirci tutti un po' più Covid-chic.
Covid 2.0: altro virus cinese
Eccoci qui, pronti per un’altra stagione di preoccupazioni globali. L’HMPV, o Human Metapneumovirus, sta facendo parlare di sé in Cina, e gli esperti temono che possa diffondersi nel resto del mondo in poco tempo.
Nonostante non sia una novità (è stato identificato nel 2001), il virus sta creando allarme, soprattutto in un periodo già difficile, con l’influenza, COVID-19 e la norovirus che fanno già il loro lavoro da quasi un quinquennio.
Sanjaya Senanayake, esperto in malattie infettive dell'Australian National University, avverte
Francia e Germania in Siria, Tajani solitario?
L’Unione Europea si vanta sempre di essere un grande collettivo, ma sembra che a comandare la scena ci siano sempre i soliti noti: Francia e Germania. E non c’è occasione migliore per ribadirlo che la Siria, dove, mentre i due giganti europei fanno la loro mossa, l’Italia, come sottolineato dall'analista di Al Jazeera Marwan Bishara, "sta cercando di mettersi al passo con i francesi e i tedeschi, perché questa è la loro ossessione in Europa." Cosa ci si può fare? L’Italia ha un'incredibile passione per i duetti internazionali... solo che non è mai la protagonista.
La visita dei ministri degli Esteri francesi e tedeschi, Annalena Baerbock e Jean-Noël Barrot, a Damasco, è la dimostrazione più lampante del loro monopolio. I due hanno incontrato Ahmed al-Sharaa, leader siriano de facto, con il sorriso e l'intento di proporsi come interlocutori principali per la transizione politica siriana a nome dell'Europa. Parigi e Berlino, quindi, a dettare la linea, come sempre.
Certo, non è che in casa loro tutto fili liscio: la Germania è impegnata a risolvere crisi economiche e politiche e la Francia, beh, non è proprio il faro di stabilità, con proteste e instabilità praticamente ormai all'ordine del giorno.
Eppure, nonostante il caos domestico, continuano a comandare l’agenda europea, lasciando l’Italia, che storicamente è sempre stata la più affezionata alla Siria, a correre dietro, come uno di quei maratoneti che parte sempre troppo tardi.
Poi arriva Antonio Tajani, ministro italiano degli Esteri, che dopo una settimana di silenzio franco-tedesco decide di fare la sua comparsata a Damasco. Nessun clamore mediatico, solo un’operazione pratico-politica.
L’Italia, invece di buttarsi in un’avventura comunicativa, punta sull’ "engagement" diretto, sfruttando i legami economici pregressi e la sua capacità di offrire soluzioni concrete.
E, come fa notare Bishara, "a differenza dei tedeschi e dei francesi, gli italiani erano entusiasti, due o tre anni fa, di normalizzare i rapporti con la dittatura di Assad che è appena stata deposta." Ah, gli italiani e la passione
per l'anticipo, sempre un passo avanti.
Tajani punta su settori vitali come la formazione di una nuova polizia, il supporto al sistema giuridico e la cooperazione in ambiti come sanità ed educazione. Aggiungiamo anche il modello italiano di Protezione Civile, perfetto per affrontare le cicatrici lasciate dal terremoto del 2023.
Ma, anche con tutte queste buone intenzioni, l’Italia non può far finta di essere un protagonista in questo scenario, mentre Francia e Germania, pur non avendo ambasciate operative, decidono le regole del gioco, chiedendo a Hayat Tahrir al-Sham di garantire inclusività politica e il rispetto dei diritti delle minoranze. Volete altro?
Ovviamente, la visita di Tajani ha dato il via anche a una simbolica alzata di bandiera italiana presso l’ambasciata riaperta a Damasco, per celebrare la fine di una chiusura lunga 12 anni.
E in conferenza stampa, Tajani non ha perso l’occasione per
sottolineare: "L’Italia è pronta a fare la sua parte per promuovere il processo di riforma in Siria. Vogliamo essere vicini al popolo siriano e supportarlo in tutti i settori."
Parole che, per quanto nobili, sembrano quasi un invito a non dimenticare che ci siamo anche noi, con discrezione.
In conclusione, la Siria ci ricorda che l’Unione Europea è, senza troppe sorprese, un club a due velocità, dove Francia e Germania, pur con tutti i loro problemi interni, continuano a fare i padroni di casa.
L’Italia, da brava comparsa, cerca di ritagliarsi il suo spazio dove gli altri hanno già disegnato il percorso. Il rischio è che l’Unione Europea finisca per sembrare un progetto incentrato sugli interessi franco-tedeschi, con gli altri membri relegati a ruoli minori. Tajani fa il suo meglio per sfondare questa porta chiusa, ma la strada per trovare un vero equilibrio europeo sembra ancora lunga.
che l'HMPV potrebbe facilmente diffondersi grazie ai viaggi internazionali.
Ma niente panico, sembra che non stiamo per affrontare una nuova pandemia. Il virus provoca sintomi simili a un raffreddore, quindi non c’è bisogno di farsi prendere dal panico.
In ogni caso, meglio prepararsi. Se qualcosa di più grave dovesse emergere, speriamo che la Cina avvisi prontamente l’OMS, anche se, considerato lo storico di comunicazioni globali, non è che possiamo essere troppo ottimisti.
a scuola
Anno Nuovo Back to School
Il nuovo anno scolastico 2025 è alle porte, e per molti studenti e famiglie australiane porta con sé un mix di emozioni: entusiasmo, ansia e aspettative. È importante prepararsi bene per questa transizione, creando una routine quotidiana che includa orari regolari per il sonno, i pasti e l’esercizio fisico. Una tabella visiva sul cibo, l'uniforme e la routine scolastica può essere uno strumento utile per aiutare i bambini a organizzarsi e affrontare la giornata in classe con serenità.
Ascoltare i timori dei propri figli è fondamentale. Parlare apertamente delle loro preoccupazioni, come l’ansia o il ritorno in un
ambiente sociale, può aiutarli a sentirsi compresi. Rassicurare i bambini spiegando che sentirsi nervosi è normale e che queste sensazioni si attenuano con il tempo li aiuterà ad affrontare la nuova avventura scolatica.
Mostrare interesse per la vita scolastica e incoraggiare atteggiamenti positivi può fare una grande differenza, stabilendo una routine familiare che favorisca il dialogo contribuisce a costruire un senso di appartenenza e fiducia.
Prepararsi con calma e attenzione può rendere il ritorno a scuola un’esperienza positiva per tutta la famiglia.
Accedere alla carriera di insegnanti nel NSW
Diventare insegnante nel New South Wales è un percorso che richiede il completamento di qualifiche, esperienze e accreditamenti, sia che si tratti di scuola dell'infanzia, primaria o secondaria.
Il primo passo è ottenere una laurea accreditata in insegnamento, tra cui un corso di laurea quadriennale in Educazione, una laurea combinata (es. BA/BEd) oppure una laurea triennale in un’altra disciplina seguita da un Master of Teaching.
Per insegnare nell’ambito dell’infanzia, il titolo deve essere approvato dal Children's Education & Care Quality Authority.
L'accesso ai corsi di laurea in insegnamento richiede requisiti accademici minimi nell’HSC in inglese e anche in matematica per chi intende insegnare a livello primario. Esistono alternative per chi non soddisfa questi criteri.
Durante il percorso accademico, gli studenti devono completare esperienze professionali, per un minimo di 60 giorni per i programmi biennali e 80 giorni per quelli quadriennali, svolte in scuole o altri contesti educativi, al fine di mettere in pratica quanto appreso, osservare insegnanti
esperti e ricevere valutazioni sulle proprie capacità.
Un altro requisito fondamentale è il superamento del test nazionale di alfabetizzazione e calcolo (LANTITE) prima dell'ultimo tirocinio.
Bisogna poi ottenere l'accreditamento presso il NESA (NSW Education Standards Authority). Esistono due tipi di accreditamento iniziale: 'condizionale' per chi ha completato almeno il 75% della laurea e 'provvisorio' ottenibile al termine degli studi.
Infine, con l'accreditamento in mano, è possibile candidarsi per posizioni presso scuole pubbliche, cattoliche, indipendenti o servizi per l’infanzia, contattando direttamente gli enti competenti.
Gli insegnanti che si sono formati all’estero devono essere cittadini australiani, residenti permanenti o almeno titolari di visti di lavoro validi, incluso il visto vacanza-lavoro.
Per ottenere l’accreditamento NESA, è necessario fornire documenti che attestino le qualifiche di insegnamento. Inoltre, è indispensabile dimostrare la competenza linguistica in inglese. Esistono tuttavia esenzioni per chi ha insegnato in un contesto dove l’inglese è la lingua principale, o abbia completato l’istruzione secondaria o terziaria in un paese anglofono oppure sia registrato come insegnante in un paese in cui la competenza linguistica in inglese è un prerequisito.
Al lora! a scuola
Allora! partecipa attivamente alla divulgazione della lingua e della cultura italiana all’estero, attraverso la pubblicazione di articoli e di periodiche attività didattiche. La rubrica “Ambasciatori di Lingua” si rinnova per fornire ai lettori delle nozioni sem-
NUOVE LEZIONI D’ITALIANO N. 101
plici, veloci e pratiche di base per imparare la lingua italiana.
L'italiano è una lingua con un ricchissimo vocabolario, espressioni idiomatiche e sfumature semantiche che riportiamo volentieri in queste pagine, con la speranza che al termine dell’an
no la comunità abbia appreso qualcosa in più sulla Bella Lingua e quanti sono ancora indecisi, si possano impegnare per conoscere più a fondo l’Italiano. La rubrica è realizzata in collaborazione con la Marco Polo - The Italian School of Sydney.
Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna. La sua vita fu segnata da tragici eventi familiari, tra cui l'assassinio del padre quando Giovanni aveva solo dodici anni, circostanza che influenzò profondamente la sua opera poetica, caratterizzata da temi di perdita, nostalgia e ricerca di sicurezza in un mondo percepito come ostile e minaccioso.
Pascoli studiò all'Università di Bologna, dove si laureò in lettere classiche, e successivamente intraprese la carriera accademica, diventando professore di lingue classiche.
La sua poesia, che si distacca dalla tradizione romantica per abbracciare elementi simbolisti, è notevolmente legata al concetto di fanciullino, simbolo dell'innocenza e della meraviglia infantile di fronte al mondo.
Tra le sue opere più note si annoverano Myricae, Poemi conviviali, e Canti di Castelvecchio. Pascoli morì il 6 aprile 1912, lasciando un'eredità di grande impatto sulla letteratura italiana.
Momenti da ricordare
1855. Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna. 1862. Entra nel collegio degli Scolopiti a Urbino, dove riceve una formazione classica. 1867. La morte del padre rompe la serenità familiare, l’anno
successivo muore la madre e poi la sorella e due fratelli. 1873. Pascoli studia Lettere a Bologna e si avvicina al Socialismo.
1979. Viene arrestato durante una manifestazione e trascorre alcuni mesi in carcere; questa esperienza lo allontana dall’azione politica.
1882-95. Insegna in vari licei italiani. Vive con le sorelle Ida e Mariù, con cui ricostruisce quel nucleo familiare che aveva perso da ragazzo, ma questo lo allontana dal mondo esterno e lo fa chiudere nel suo pessimismo. 1895-1904. La sorella Ida si sposa e Giovanni Pascoli vede in questo un tradimento del nido familiare. Soggiorna spesso a Castelvecchio, vicino Lucca, dove trascorre vita appartata e di campagna, e inizia la sua carriera di professore universitario, prima a Bologna, poi a Messina e Pisa.
1905. Subentra a Giosuè Carducci nella cattedra di letteratura italiana dell’Università di Bologna. Nel frattempo la sua fama di poeta si è ormai consolidata. 1911. Ormai figura di spicco nel panorama culturale italiano, Pascoli pronuncia il discorso La grande proletaria si è mossa, con il quale esprime il suo appoggio alla guerra coloniale.
1912. Muore a Bologna.
mezz'ora di religione
Silere Non Possum la voce scomoda del Vaticano?
Silere Non Possum, il portale di informazione dedicato alla Chiesa Cattolica e al Vaticano, ha acquisito in pochi anni una reputazione da "cane da guardia" delle istituzioni ecclesiali. Con uno stile diretto e spesso provocatorio, il sito si propone come uno spazio per il confronto su questioni delicate, promettendo trasparenza e indipendenza.
Marco Felipe Perfetti, figura centrale e fondatore di Silere Non Possum, vanta un percorso accademico e professionale di tutto rispetto.
Laureato presso la facoltà di Scienze Giuridiche dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, Perfetti ha sviluppato una solida competenza in diritto penale e processual-penale vaticano.
La sua conoscenza del diritto canonico si accompagna a studi in ambito psicologico forense, con un focus sul trattamento dei casi di abusi sui minori, anche in contesti ecclesiastici.
Il suo interesse si estende al diritto internazionale e ai microstati, con particolare attenzione alla Serenissima Repubblica di San Marino, al Principato di Monaco e allo Stato della Città del Vaticano.
Nel 2019, ha dato vita al progetto Ius Familiae, mirato alla protezione dei minori da maltrattamenti familiari e abusi. Nel 2021 ha pubblicato il primo codice di procedura penale dello Stato della Città del Vaticano, segnando una tappa importante nella sua carriera.
Nonostante queste credenziali, la figura di Perfetti non è priva di controversie. Nei suoi video, si riferisce al Vaticano come se fosse un insider, usando espressioni come "noi in Vaticano", ma fon-
ti critiche suggeriscono che non abbia accesso diretto agli ambienti decisionali. Altri portali cattolici, come L’Isola di Patmos, lo hanno ironicamente invitato a dimostrare la sua presenza nei luoghi simbolici della Santa Sede, invece di trasmettere da Via della Conciliazione.
Silere Non Possum si è distinto per le sue denunce su questioni come la gestione finanziaria del Bambino Gesù e le ombre sul Vicariato di Roma. Tuttavia, il confine tra giornalismo d'inchiesta e critica gratuita appare spesso sottile.
Le battaglie contro figure di spicco, come Andrea Tornielli e Paolo Ruffini, assumono talvolta un tono personalistico. Tornielli, uno dei più autorevoli vaticanisti al mondo, è stato accusato di "analfabetismo" da chi ha pubblicato un unico libro in proprio, trasformando il confronto in una gara a chi alza di più i toni.
Nonostante le critiche, Perfetti e il suo team hanno avuto il merito di portare alla luce temi che meritano attenzione, in un sistema ecclesiale spesso percepito come opaco. Ma l’approccio adottato rischia di amplificare le divisioni interne alla Chiesa, trasformando il dialogo critico in uno spettacolo mediatico.
La domanda resta aperta: Silere Non Possum è un baluardo di verità o un’altra voce che alimenta il caos? La scelta di sfidare le alte sfere ecclesiastiche con attacchi personali rischia di oscurare il messaggio.
Forse, per essere davvero "la voce di chi non ha voce", Silere Non Possum dovrebbe abbracciare un giornalismo più costruttivo, capace di coniugare critica e saggezza.
Dimissioni di Monsignor Dominique Rey: passo insolito per un vescovo di successo
All'inizio del 2025, il Vescovo Dominique Rey, alla guida della diocesi di Fréjus-Tolone, nel sud della Francia, ha annunciato le sue dimissioni, accolte dal Papa lo stesso giorno.
A soli 72 anni, tre anni prima dell’età canonica per il pensionamento, Rey ha lasciato il suo incarico per obbedire alla richiesta di Papa Francesco.
Nominato vescovo nel 2000, Dominique Rey si è distinto per la sua apertura a nuove comunità ecclesiali, comprese quelle tradizionaliste, e per il numero significativo di ordinazioni sacerdotali nella sua diocesi. Nel 2012, su 96 ordinazioni a livello nazionale, 12 provenivano da Fréjus-Tolone, superata solo da Parigi.
Tuttavia, il suo governo è stato criticato per presunti problemi di gestione economica e per uno stile considerato autoritario. Nel 2022, il Vaticano ha imposto un raro blocco delle ordinazioni nella diocesi, citando preoccupazioni sulla selezione dei candidati. Nel 2023, un’indagine apostolica ha approfondito questioni relative a presunti abusi in alcune comunità e alla gestione generale.
Papa Francesco ha accettato la rinuncia presentata da Dominique Rey e ha chiamato a succedergli il coadiutore François Touvet. A spiegare l’accaduto è stato lo stesso Rey in un comunicato:
“Dopo la visita fraterna del cardinale Aveline, seguita dalla visita apostolica guidata da mons. Hérouard e mons. Mercier, un anno fa il Papa ha nominato mons. François Touvet mio vescovo coadiutore.
Gli ha affidato le proprie facoltà di governo, nei settori della gestione economica e immobiliare, del sostegno al clero, della formazione dei seminaristi e del monitoraggio delle comunità all'interno della diocesi. Il Papa mi ha incoraggiato ad assumere questa collaborazione con spirito fraterno e a non dimettermi”.
Ma nel dicembre 2024 il Nunzio Apostolico lo ha informato che il Santo Padre gli chiedeva di
dimettersi. Rey ha sottolineato: “Di fronte alle incomprensioni, alle pressioni e alle polemiche che sono sempre dannose per l'unità della Chiesa, il criterio ultimo di discernimento per me rimane l'obbedienza al Successore di Pietro”.
Nel suo congedo, Rey ha espresso gratitudine: “Al compimento del mio 25/mo anno di episcopato al servizio della diocesi di Fréjus-Tolone, rendo grazie a Dio per le benedizioni e i frutti missionari che abbiamo portato insieme. Continuerò a pregare affinché questa comunione missionaria si sviluppi nella fedeltà al Vangelo e nell'amore della Chiesa”.
Prima suora a guidare un Dicastero di Curia
Suor Simona Brambilla, 60 anni, ex Superiora Generale delle Missionarie della Consolata, è stata nominata da Papa Francesco Prefetto del Dicastero per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Suor Brambilla è la prima donna a ricoprire questo prestigioso incarico, dopo aver assunto il ruolo di Segretario dello stesso Dicastero nel 2023.
La sua nomina rappresenta un passo significativo nel processo di inclusione femminile avviato da Papa Francesco, ulteriormente agevolata dalla Costituzione Apostolica "Praedicate Evangelium" del 2022, che ha aperto la possibilità per i laici, incluse le donne, di guidare un Dicastero, ruolo tradizionalmente riservato
a cardinali e arcivescovi. Nata a Lecco, Suor Simona ha un passato ricco di esperienza missionaria, avendo servito come infermiera professionale in Mozambico prima di entrare
nell'Istituto della Consolata. Dal 2011 al 2023, ne è stata Superiora Generale. A condividere la guida del Dicastero sarà il Cardinale Ángel Fernández Artime, 65 anni, nominato Pro-Prefetto.
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storia e storie
Il Missionario Solitario del Giappone
di Generoso D’Agnese
I suoi resti furono ritrovati nel 2014. Erano conservati in una tomba posta nell'area della Kirishitan Yahiki, la prigione dei cristiani fatta costruire nel 1646 a Edo, l’attuale Tokyo.
La sua storia fu invece riscoperta soltanto nel XIX secolo, grazie all’apertura del Giappone al resto del mondo , all’impegno dei missionari che vi si recavano e ad alcuni studiosi locali che decisero di ripescare dall’oblio la sua terribile esperienza umana. E oggi gli studiosi giapponesi non nascondono la loro ammirazione per Giovanni Battista Sidoti, uno degli uomini che si prodigò per far incontrare la cultura occidentale e quella locale.
Nato a Palermo il 22 agosto del 1667, Giovanni Battista Sidoti era il terzogenito di Giovanni ed Eleonora D’Amico, una famiglia di nobile lignaggio le cui origini pescavano nell’Asturia spagnola. La sorella maggiore Giovanna Eleonora scelse il percorso religioso e fu monaca terziaria francescana mentre il fratello Filippo divenne una personalità ragguardevole del clero palermitano, mentre il minore, Paolo, morì in giovane età.
Le frammentarie notizie sulla vita giovanile di Sidoti raccontano di un giovane che seguì a sua volta la vocazione religiosa della famiglia frequentando il seminario dal 1684 al 1689 per poi essere ordinato sacerdote e assegnato come vivande rie alla cattedrale. Il giovane palermitano conseguì i gradi accademici in filosofia e teologia presso il collegio gesuitico di Palermo. Dopo il trasferimento a Roma, avvenuto probabilmente nel 1693, conseguì la laurea in diritto civile e in diritto canonico nell’università della Sapienza.
Le scarne notizie riferiscono di un sacerdote che collaborò come uditore con Tommaso Maria Ferrari, domenicano e cardinale giudicante delle più importanti congregazioni, partecipò come padrino di battesimo alla eclatante conversione del rabbino Mosè de Cave e promosse nel 1689 l’invio di reliquie romane alla diocesi di Palermo. Stimato per la sua grande cultura letteraria e per essere un terziario francescano, Giovanni Sidoti fin dagli anni giovanili aveva mani-
festato la sua passione per la vita missionaria. Tale vocazione fu amplificata dagli echi provenienti dal Giappone, paese nel quale a partire dal 1597 erano iniziate atroci persecuzioni ai danni dei missionario e della popolazione cristiana. Non risultano però rapporti con i gesuiti né con altri ordini religiosi impegnati nelle missioni nel continente asiatico, oltre che con Propaganda Fide. Il 31 dicembre del 1701 il suo nome comparve però in una lista di 17 missionari in partenza per la Cina, al seguito di Mons. Carlo Maillard de Tournon, legato di Clemente XI . La missione fu approntata per affrontare sul posto la controversa questione dei riti, allora al suo culmine polemico, e programmare un controllo centrale dei missionari presenti nell’Impero.
Sidoti venne inserito nell’elenco come sacerdote secolare e non come gesuita e il religioso palermitano si imbarcò senza l’incarico di missionario apostolico. Per avvicinarsi alla meta giapponese
Sidoti si aggregò alla delegazione de Tournon, composta da preti diocesani di stretta obbedienza alla congregazione romana. Il
gruppo partì il 4 luglio del 1702 da Civitavecchia su un vascello genovese e iniziò una vera e propria avventura marittima. L’itinerario infatti fu stravolto dagli effetti della guerra di successione spagnola, con un blocco navale anglo-olandese su Gibilterra e il controllo francese della carrera de las Indias . Il triennio 1701-03 unì eccezionalmente Spagna e Francia sotto la stessa dinastia borbonica e costrinse i naviganti a trovare nuove rotte verso l’Oriente.
Il vascello arrivò alle Canarie nel febbraio del 1703 e vi si fermò per due mesi per attendere il convoglio della “Compagnie française des Indes orientales”. Il religioso palermitano, sceso a terra, offrì alla locale chiesa della Sant Cruz due reliquie romane ancor oggi oggetto di venerazione. Sidoti raggiunse Pondichery nei primi giorni di novembre e dopo aver attraccato a Madras, arrivò a Manila il 22 settembre del 1704. Nell’attuale capitale filippina restò quattro anni nei quali riprese lo studio della lingua e del territorio giapponese avviati a Roma avvalendosi anche dell’aiuto naufraghi o ri-
by ROLAND MELOSI
fugiati giapponesi. Gli anni trascorsi a Manila fecero conoscere un sacerdote instancabile e ligio agli ordini. Sidoti si mise in luce per l’impegno pastorale, la cura degli infermi e dei fanciulli e per il contributo alla realizzazione del seminario diocesano, del quale scrisse il regolamento e fu amministratore. Nel 1706 redasse l’atto di costituzione di un’opera pia finalizzata a riscattare e formare al cristianesimo bimbi abbandonati e per sostentare 30 missionari francescani e minori osservanti e provvedere ad altre finalità caritative e devote. La meta giapponese iniziò a palesarsi nel 1707 grazie al governatore che finanziò la costruzione e i rifornimenti del vascello Santísima Trinidad . Il missionario siciliano si imbarcò con il recolletto scalzo Manuel de San Nicolas e altri missionari agostiniani nel suo primo viaggio verso il Giappone senza però avere fortuna. Il viaggio fu interrotto forzatamente sulle coste cinesi e anche altri due viaggi successivi si rivelarono fallimentari. Il 9 ottobre 1708, dopo circa 50 giorni di navigazione, Sidoti raggiunse finalmente l’agognata meta e sbarcò nelle ore notturne nei pressi del villaggio di Koshima , a Yakushima, un’ isola situata all’estremo nord del gruppo delle Nansei. Il sacerdote indossava abiti giapponesi, con tanto di spada, rasatura e crocchia alla samurai, e si inoltrò sul sentiero con la sua valigetta contenente gli arredi sacri, un breviario, due grammatiche giapponesi, alcuni libri di pietà, un piccolo dipinto (copia in rame della Madonna del dito di Caro Dolci ritrovata nel 2014 nel luogo della morte e ora conservata al Tokyo National Museum), e un piccolo crocifisso appartenente al gesuita Michele Mastrilli, martirizzato in Giappone nel 1637 .
Non ebbe però modo di dare la pur minima forma al suo apostolato. Secondo le relazioni olandesi, i soli occidentali autorizzati a trafficare con l’impero giapponese, e i resoconti di mercanti e naufraghi giapponesi a Manila, il missionario fu catturato immediatamente e condotto dal dal Bugyō dell’isola (il titolo corrisponde a "commissario governativo”) che ne informò il Satsuma di Kami. Il religioso fu portato a Nagasaki il 20 dicembre 1708 per esservi imprigionato e interrogato da un interprete e da cinque olandesi della Compagnia delle Indie orientali.
Posto dietro a un tendaggio, Sidoti rispose alle domande poste in portoghese e poi in latino, mantenendo i suoi vestiti di foggia giapponese e avendo il proprio crocifisso al collo, un rosario e due libri tra le mani. Rivelò il suo nome e la sua identità specificando di essere italiano e quindi esente dalla proibizione di entrare in Giappone.
La seconda fase degli interrogatori fu gestita direttamente dal governo feudale. Portato a Edo (l’attuale Tokyo), il missionario fu internato nel «Kirishitan Yashiki», la residenza-prigione
dei cristiani, ed esaminato dal consigliere dello shogunato Arai Hakuseki, sulle ragioni del viaggio nonché sulla geografia, cartografia e religione dell’Occidente. Arai Hakuseki ragionava secondo una visione di modernizzazione dell’Impero mantenendo salva l’autarchia dello stesso ed era quindi fortemente interessato a tutti gli elementi innovativi provenienti dall’Occidente. In quel 1709 l’inquisitore rimase affascinato dall’uomo che aveva davanti. Secondo i verbali trascritti dal missionario saveriano Lorenzo Contarini, si trattava di uno straniero vestito con fogge locali ma dalla lingua incomprensibile, un «erudito occidentale» di «vasta cultura e forte memoria» che, «senza pari» nell’astronomia e geografia, esponeva «la sua dottrina religiosa senza una parola che si avvicinasse alla logica», ma del tutto simile «a quel che dicono i Maestri Buddisti» . In un paese imbevuto di cultura tradizionale e fuorviato dalla aggressiva propaganda protestante olandese, Sidoti salvò inizialmente la propria vita, pur avendo egli chiaramente affermato di voler diffondere e neppure torturato, come era avvenuto per centinaia di missionari nelle persecuzioni del ‘600. Il nuovo corso dell’impero, unificato dallo shogunato, iniziava a introdurre delle riforme anche grazie all’aiuto delle scienze e delle tecnologie occidentali e Sidoti fu visto come un sapiente che poteva portare nuove informazioni. Sidoti fu dimenticato nella prigione di Edo, Nonostante la decisione di Hakuseki di non sottoporlo ai tormenti, nella solitaria vita a cui fu destinato dalle leggi ferree in vigore, il missionario convertì i suoi carcerieri, una anziana coppia di sposi, e li battezzò, sapendo di firmare la sua condanna a morte. Il missionario, prima di affrontare l’ultimo atto della sua vita, decise di dipingere con il proprio sangue una croce sulla parete della propria cella, desiderando lasciare un segno in testimonianza del suo dolore. Sidoti e i due discepoli Chôsuke e Haru furono calati in tre buche poco più grandi dei loro corpi, alimentati quotidianamente, ma senza aria, nella putredine (il buco del missionario misurava 140 centimetri per 180 ed era il più grande) . Il missionarioe morì probabilmente il 27 novembre del 1714 all’età di 47 anni, probabilmente per deperimento, perché gli servirono sempre meno cibo, chiudendo definitivamente la sua avventura di “ultimo missionario occidentale in Giappone”. Trecento anni dopo, il 24 luglio 2014 a Bunkyō-ku, municipio di Tokyo dove era collocata la residenza-prigione dei cristiani, vennero ritrovati resti umani che gli esami scientifici identificarono poi come quelli del sacerdote e con dei due giapponesi uccisi con lui. Sulla bella isola di Yakushima Sidoti non è mai stato dimenticato e ogni anno lo commemorano il 23 novembre. Una piccola chiesa e un modesto monumento ricordano il suo passaggio. La conferma dei resti di Sdoti dato dall’esame del Dna ha riacceso la devozione dei fedeli verso il missionario di tre secoli fa.
Al lora!
Eredità Agnelli, l'ultimo mistero:
138 tonnellate di lingotti d'oro
In tribunale a Torino ora sono sicuri: hanno l'inventario completo dei beni dell'Eredità Agnelli. Denaro, reti di istituti bancari e società fiduciarie, una geografia internazionale che va dalla Svizzera alle Isole Vergini Britanniche. Tutto ciò che il notaio svizzero Urs von Grunigen aveva messo nero su bianco. Intestazioni e cifre che vanno di pari passo con il materiale finora trovato dalla Procura della Repubblica, che sarebbe pronta a emettere una serie di rogatorie internazionali. Ma quel che non c'è ha forse un peso ancora maggiore: 138 tonnellate. In lingotti d'oro. Il tesoro più segreto degli Agnelli. Bisogna andare con ordine. Il giudice istruttore Nicoletta Aloj scrive che "può ritenersi sufficientemente individuata la documentazione relativa alle operazioni di inventario" dell'eredità di Marella Agnelli Caracciolo da parte di von Grunigen. Lo fa nell'ordinanza con cui, di fatto, dispone l'interrogatorio di John Elkann (mentre i fratelli Lapo e Ginevra dovranno fornire prove documentali) per chiarire l'esatto ammontare dei beni all'estero, transitati da Marella a lui. Si tratta di somme presenti in conti Morgan Stanley & Co. a Londra, New York e in Svizzera; la banca Pictet & Cie di Ginevra; Luxembourg Branch in Lussemburgo, l'Hong Kong Branch; il Singapore Branch, e ancora Credit Suisse di Zurigo, società di asset e finanziarie tra Liechtenstein, ancora Singapore, la Svizzera, ma anche la Nomen Fiduciaria di Torino, Mediobanca a Milano e via discorrendo. E qui parliamo della parte in sede civile della lunga contesa che vede Margherita Agnelli, figlia di Gianni, in guerra con i suoi tre figli Elkann. In sede penale la cosa è leggermente diversa. In Procura - dove gli Elkann sono indagati per truffa aggravata assieme al commercialista, e presidente della Juve, Gianluca Ferrero, per la supposta falsa residenza svizzera della nonna Marella - hanno già recuperato una importante mole di documenti e trovato prove di depositi di denaro tra Liechtestein, Isole Vergini Britanniche e Lussemburgo. Oltre ai famosi preziosi quadri dell'Avvocato, che sarebbero custoditi al Lingotto di Torino, in uffici dell'ex Fca. Per aprire il lucchetto di questi conti, esaminare i passaggi e la provenienza dei fondi - che potrebbero far parte dei famosi fondi neri accumulati da Gianni Agnelli ai tempi della clamorosa falsa Opa Exor -, servono rogatorie internazionali che
devono andare a cozzare con il rigido segreto bancario e fiscale di quei paraggi. Le richieste, comunque, starebbero per partire. Il famoso oro, invece, è un discorso a parte. Che Marella Agnelli avesse un patrimonio personale di 5,8 miliardi di euro è cosa documentata anche dai Panama Papers. Non avendo lei redditi tali, a parte il vitalizio milionario riconosciutole dalla figlia, quei miliardi sono l'eredità dell'Avvocato. Ben più di quanto stimato, ai tempi, a Margherita Agnelli, che poi firmò l'accordo successorio, rinunciando a Fiat e incassando un miliardo e duecento milioni di euro.
Marella era certo - se non lei, di sicuro tramite i fidati consiglieri di Agnelli Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti - a conoscenza del luogo dove sarebbero custodite quelle tonnellate d'oro dalla storia particolare. E che sarebbero passate nella disponibilità di John Elkann. Quando invece, questo il ragionamento di Margherita, sarebbero dovute essere divise innanzitutto fra madre e figlia.
Quell'oro, che ha rappresentato a lungo una leggenda degli Agnelli ma che, con il passare del tempo, trova sempre più elementi di prova, era del Senatore Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat. Lui, che era miliardario all'inizio degli anni 20 (quando fu anche accusato aggiotaggio in Borsa, ma con quei soldi si prese tutta la Fiat) e aveva raggiunto i 40 miliardi
di lire alla fine della guerra, aveva cominciato a convertire il proprio denaro in lingotti d'oro da depositare in Svizzera.
Alla sua morte, anche quell'oro, come molti altri beni, passò al nipote Gianni Agnelli. A lui disse di disporre di tutti i beni e decidere lui come dividere fra i fratelli e i parenti. Ma il consiglio, anzi forse l'ordine, fu di conservare una riserva segreta, per le sorti dell'azienda. Comprese le 138 tonnellate in oro. Il cui valore, oggi, viene calcolato in 9,2 miliardi di euro.
L'oro si troverebbe nei caveau del Free Port di Ginevra, di proprietà della società Ports Francs et Entrepots de Geneve: un enorme deposito di valori, automobili, reperti archeologici, la più grande raccolta di opere d'arte del mondo che non può essere vista e chissà quant'altro. L'indirizzo è il
quartiere de La Praille, a Ginevra. Ma Margherita, nonostante i suoi avvocati e i suoi investigatori, non ha mai potuto neppure avvicinarsi. Scrive Gigi Moncalvo che, all'avvocato che insisteva per accedere almeno
ai documenti - per capire cosa ci fosse lì dentro nella disponibilità della famiglia Agnelli/ Elkann - fu detto di andarsene o avrebbero chiamato la Gendarmeria.
Il tesoro del Fondatore, dunque. Quello che Gianni avrebbe potuto dividere fra i fratelli, usare per sostenere la Fiat nei momenti bui - e perché mai, se tanto c'erano i soldi dello Stato fra cassa integrazione e contributi a perdere, il petrolio di Gheddafi e i magheggi di Enrico Cuccia? - ma siamo certi che le sorelle, il fratello Umberto per non parlare del povero Giorgio - fatto rinchiudere in una clinica, dove morì, solo perché voleva vendere le sue azioni Fiat - abbiano mai visto lo scintillio di uno di quei lingotti?
Che non compaiano in nessun elenco è chiaro. Ma anche la loro esistenza sembra certa. Così come il fatto che Elkann ne abbia la disponibilità. Tentare una rogatoria internazionale per farsi aprire i lucchetti? L'ultima volta ci provò la Procura di Milano con il Port Franc di Chiasso dove avrebbero dovuto esserci i famosi dipinti "scomparsi".
Una volta arrivati lì, però, gli investigatori non hanno trovato nulla. Tutto era stato svuotato per tempo.
Caveau del Free Port di Ginevra
Le Zampognare del Sud-Italia conosciute nel mondo
Valentina Latiano di S. Giovanni Rotondo (Puglia), laureata in Giurisprudenza e Zampognara, con Paola Di Lorenzo, imprenditrice agricola, dì Tortoreto (Abruzzo). Sono le uniche Zampognare al mondo che hanno suonato in presenza di Papa Francesco. Ospiti nel programma RAI 2 “I fatti vostri” e “Sabato italiano” di New York, sperano di andare in America e Australia. Attraverso la musica popolare un messaggio di pace e speranza per tutti
di Ketty Millecro
Quando si pensa alla zampogna, viene in mente la celebre poesia del Natale del poeta Giovanni Pascoli, “Le ciaramelle”. Quel dolce suono, quell’atmosfera natalizia, in cui la fantasia del poeta viene riportata all'infanzia, ricorre prepotentemente annualmente in ciascuno di noi. Quel suono, come filastrocca, nel poeta del fanciullino commemora la tenera magia del Natale.
Anche noi all’avvicinarsi della festa più bella dell’anno ci emozioniamo al solo pensiero di quelle note. L’intervista con cui siamo in collegamento da S. Giovanni Rotondo, in Puglia, ci procura, per l’appunto, una commozione indescrivibile. Siamo uniti via Zoom con Valentina Latiano, una delle due uniche Zampognare al mondo, che insieme a Paola Di Lorenzo“, ciaramellara” abruzzese di Tortoreto, in prov. Teramo, ha avuto la fortuna di esibirsi davanti al Santo Padre. Sono molto conosciute per le loro esibizioni in tutto l’interland ed anche fuori per le numerose feste di piazza all’insegna della musica popolare.
È stato il 4 dicembre del 2024 che le due bellissime musiciste, in udienza a Roma dal Papa, hanno suonato la “Ninna nanna”, dedicata alla Madonna in Piazza San Pietro. Scritta da Valentina ha emozionato e cagionato gli occhi lucidi per la commozione a Papa Francesco. “Il Santo Padre, afferma Valentina, è una persona carismatica, dolce e buona, che sembra un bambino, proprio come i suoi occhi, che sanno di umiltà e misericordia verso tutti, in particolare per i più poveri”.
Dopo l’esibizione le ha invitate a continuare questa tradizione popolare, a suonare e cantare, perché probabilmente questa è la loro missione per un messaggio di pace e speranza a coloro che ascoltano, riferisce Valentina.
La giovane sembra un fiume in piena, con la tenerezza che la contraddistingue ci racconta che è laureata in Giurisprudenza e, pur non avendo mai studiato musica, riesce a suonare qualsiasi strumento. Dotate dell’orecchio assoluto, dopo averne comprato uno qualunque, dopo un po’ riescono a suonarlo. Valentina, così come la Di Lorenzo, suona più di otto strumenti: oltre la zampogna, tamburelli, essendo nata come percussionista, la chitarra battente, tra le poche donne del sud-Italia censite a suonare questo tipo di chitarra, chitarra classica, flauto, ciaramella, armonica a bocca e organetto.
La Latiano sostiene di conoscere la legge della musica, ma
non le note. Ora ci racconta che Paola, imprenditrice agricola, abitando a Tortoreto, zona di campagna bellissima, dove da un lato c’è il Gran Sasso d’Italia e dall’altro il mare, vive come in un Paradiso. Anche l’abruzzese non ha mai studiato musica e suona altrettanti strumenti. All’età di nove anni Paola accompagnava i pellegrini, al Santuario di San Gabriele e con il suo organetto, con il quale ha vinto più di 100 gare, faceva ballare gli anziani abruzzesi. Valentina, invece, nel 2016 ha dato il via al Progetto “Le Mulieres Garganiche” donne del Gargano. È artefice e fondatrice di un gruppo di donne Zampognare. Il progetto è nato per valorizzare le donne nelle tradizioni popolari sul Gargano, perché loro non erano soltanto le destinatarie delle serenate, ma molte andavano a cantare e ballare alle serenate, sostiene.
La Latiano è il perno, la leader che canta, suona e scrive canzoni; mentre Paola è il suo braccio destro con la ciaramella. Le altre componenti possono cambiare, infatti attualmente collaborano Renata Marcucci e Carmela Carriera, che suonano le percussioni, i tamburelli. La tradizione del Gargano delle Mulieres continua la sua transumanza melodica, come protagoniste di straordinari traguardi.
Le due amiche hanno raggiunto in poco tempo grande popolarità anche grazie alla RAI. Paola e Valentina sono state ospiti,
intervistate a RAI 2, con Tiberio Timperi ed Anna Falchi. La fama non si è fermata solo in Italia ma anche all’estero, in Svizzera, persino in America, a New York. Lodate dalle Associazioni italoamericane, in particolare dalla Presidente AIAE, Association of Italian American Educators, la giornalista Cav. Josephine Buscaglia Maietta, Radio Host e Producer del programma radiofonico “Sabato Italiano” di Radio Hofstra University di New York. È stato tramite Generoso D’Agnese, che si trova a New York è tanto appassionato di musica popolare. Si sono conosciuti durante la pandemia, quando sono diventate virali con la loro musica sui social, con i loro video che hanno fatto compagnia e coraggio a tanta gente. Da qui il ponte con la Maietta, la quale dopo aver parlato con Generoso e aver saputo dell’incontro con il Santo Padre, il giorno dopo le ha chiamate come ospiti nella trasmissione radiofonica del “Sabato Italiano” di New York. Generoso D’Agnese, nato a Zurigo, collabora con alcune importanti testate, il “Messaggero Sant’Antonio” di Padova, “L’Osservatore Romano” di Città del Vaticano, “America Oggi” di Norwood (New York), “La Voce Italiana” di Washington”, “L’Italo-Americano” di Los Angeles”. È stato straordinario sentire la vicinanza degli italiani all’estero, dice Valentina. Un’esplosione di emozioni. La notte di Natale le “Zampognare” sono state invitate a suonare nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie per il Bambinello Gesù di San Pio. Suonare lì ha una valenza profonda, continua la Latiano.
La musica è preghiera, forse un messaggio di speranza ed arma di preghiera. Intonare le nenie per il Bambinello tanto amato dal Padre del Gargano, quello che, dopo ogni richiesta di grazia per il prossimo, andava a baciare e ringraziare, è soltanto meraviglioso, ribadisce la giovane.
Anche l’incontro tra le due amiche sembra un segno di Padre Pio. Valentina suonando sui social viene ascoltata da Paola, che come richiamata da un miraggio, la chiama e scopre che è di S. Giovanni Rotondo, quella terra che, affacciata tra il suo mare e
i suoi monti, ha tanto cercato e invocato con gli occhi e con il cuore in un momento difficile. La Latiano rammenta quanto abbia contribuito nella sua vita Padre Pio. Umile e molto povera era la mamma di Valentina, che non c’è più dal 2012. Non aveva neanche i soldi per raggiungere i suoi fratelli emigrati in Belgio. Grazie a Padre Pio fu presa in affidamento da alcune terziarie francescane. Cresciuta a San Giovanni Rotondo era diventata anche lei Terziaria, una piccola bimba di 11 anni, cresciuta e poi divenuta a sua volta madre di otto figli.
Da qui il proposito di essere da esempio di forza, fede e speranza, ricordando sempre le parole del Santo: “La croce che ci aspetta è sempre pronta all'angolo e noi dobbiamo solo chiedere di sopportarne il peso”. Ci confessa che è una precaria nel lavoro di insegnante, ma per amore di Padre Pio non è andata a insegnare fuori. Si è anche presa il titolo di guida turistica ed è stata chiamata per svolgere questo ruolo a San Giovanni, Nel 2003/2004 ha lavorato con un’agenzia che portava solo gruppi siciliani ed è per questo che si sente legata particolarmente alla Sicilia, che ama infinitamente. Valentina Latiano e Paola Di Lorenzo sperano di andare presto in America, di girare il mondo con zampogna e ciaramella, anche in luoghi lontani molto amati, come l’Australia. È loro desiderio far conoscere quella musica e tanti brani popolari, come la pizzica, anche attraverso le note pastorali. La nostra intervista volge all’epilogo con una serenità e profondità nel cuore in tempo di Natale dove lo spreco e il consumismo non lasciano quasi mai spazio alla riflessione e alla fiducia. Sembrerebbe facile a dirsi, ma la concordia e l’unione in questo momento non si tramutano in utopia, né in chimera. Improvvisamente si trasformano in una dolce culla di felicità, gioia e speranza per quel piccolo Bambino. Quel piccolino che ama e vive ogni giorno nel cuore di tanti ammalati e famiglie povere, ma anche nell’animo di chi vuole la pace e mai le guerre.
Al lora! la pagina della donna di Maria Grazia
Julia Gillard: Un ritratto della prima
donna Primo Ministro
d'Australia
Julia Gillard, nata il 29 settembre 1961 a Barry, nel Galles del Sud, è una figura centrale nella storia politica dell'Australia. Prima donna a ricoprire il ruolo di Primo Ministro del paese, la sua carriera è stata segnata da successi significativi e da una popolarità che ha oscillato tra il plauso e la controversia. Emigrata con la famiglia in Australia nel 1966, Julia Gillard cresce a Adelaide, dove dimostra presto un interesse per la giustizia sociale e l'uguaglianza. Dopo aver studiato legge presso l'Università di Melbourne, in-
traprende la carriera di avvocato, dedicandosi alle cause sindacali. Il suo impegno la porta a entrare nel Partito Laburista Australiano (ALP), dove scala rapidamente i ranghi grazie alla sua eloquenza e capacità strategica. Nel 1998, Gillard viene eletta alla Camera dei Rappresentanti per la divisione di Lalor, un seggio sicuro per il partito laburista. Qui si distingue per la sua dedizione alle politiche educative e del lavoro, settori che rimarranno centrali nel suo mandato.
Il 24 giugno 2010, Julia Gillard
Gina Rinehart: L'ereditiera
che ha trasformato l'industria mineraria e sostenuto lo sport australiano"
Gina Rinehart è una figura di spicco nell'industria mineraria e agricola australiana, nonché una delle persone più ricche e influenti del paese.
Nata il 9 febbraio 1954 a Perth, Australia Occidentale, come Georgina Hope Hancock, è l'unica figlia del magnate minerario Lang Hancock e di sua moglie Hope. La sua infanzia è trascorsa nella regione del Pilbara, dove ha sviluppato una profonda conoscenza dell'industria del ferro.
Dopo la morte del padre nel 1992, Rinehart ha assunto la presidenza esecutiva della Hancock Prospecting Pty Limited (HPPL), l'azienda di famiglia. Sotto la sua guida, l'azienda ha conosciuto una notevole espansione, sfruttando giacimenti minerari precedentemente inesplorati e stabilendo joint venture redditizie. Il progetto più significativo è stato lo sviluppo della miniera di ferro Roy Hill.
diventa leader del Partito Laburista e, di conseguenza, Primo Ministro, succedendo a Kevin Rudd. Questo evento segna una pietra miliare nella storia australiana: per la prima volta, una donna guida il governo del paese. La sua popolarità iniziale è dovuta non solo alla sua personalità determinata, ma anche alla speranza di un cambiamento nel panorama politico.
Tra le sue principali iniziative, spiccano:La Carbon Tax: Gillard ha implementato una tassa sulle emissioni di carbonio per combattere il cambiamento climatico, una mossa che ha inco ntrato sia lodi per la sua visione a lungo termine che critiche per il suo impatto economico.
Riforme educative: Ha promosso investimenti significativi nell'istruzione, introducendo il National Plan for School Improvement per migliorare gli standard scolastici.
Il National Disability Insurance Scheme (NDIS): Una delle sue eredità più durature, questo programma è stato progettato per fornire supporto alle persone con disabilità e alle loro famiglie. La leadership di Gillard non è stata priva di sfide. Il suo governo, che ha operato in una situazione di parlamento sospeso, ha spesso dovuto negoziare con i partiti minori e gli indipendenti. Inoltre, ha affrontato un sessismo radicato nella politica e nei media australiani, culminato in episodi di pubblico attacco personale.
Il suo famoso discorso del 2012 contro la misoginia in parlamento è diventato virale, trasformandola in un'icona del femminismo globale. Nonostante sia stata rimossa dalla leadership del partito nel 2013, Gillard ha lasciato un segno indelebile nella politica australiana. Dopo la politica, si è dedicata a cause educative e umanitarie, diventando presidente del Global Partnership for Education e sostenendo l'accesso universale all'istruzione.
Mary MacKillop: Una vita di fede e dedizione al prossimo
Mary MacKillop, conosciuta anche come Santa Mary della Croce, è una figura cardine nella storia spirituale e sociale dell'Australia. Canonizzata nel 2010 da Papa Benedetto XVI, è la prima santa australiana, simbolo di fede incrollabile e dedizione agli emarginati.
La strada di Mary non fu priva di ostacoli.
Rinehart è nota per il suo impegno filantropico, in particolare nel sostegno agli atleti olimpici australiani. È patrona di quattro squadre olimpiche ed è la più grande contributrice non governativa nella storia olimpica australiana.
Nel 2022, Rinehart è stata nominata Ufficiale dell'Ordine dell'Australia (AO) per il suo contributo distintivo al settore minerario, alle iniziative filantropiche e come patrona dello sport.
In sintesi, Gina Rinehart rappresenta una figura centrale nell'economia australiana, con un'influenza che si estende oltre il settore minerario, abbracciando l'agricoltura, i media e lo sport.
La sua leadership ha trasformato l'azienda di famiglia in un impero economico diversificato, consolidando la sua posizione come una delle donne più potenti al mondo.
Julia Gillard rimane una figura emblematica: una pioniera che ha sfidato gli stereotipi e ha affrontato con coraggio le difficoltà di guidare un paese. La sua carriera testimonia l'importanza della leadership femminile e della determinazione nel superare le barriere.
Mary Helen MacKillop nacque il 15 gennaio 1842 a Fitzroy, un sobborgo di Melbourne, da Alexander e Flora MacKillop, emigrati scozzesi. Primogenita di otto figli, crebbe in una famiglia segnata dalle difficoltà economiche, che contribuirono a forgiare il suo carattere resiliente. Nonostante la povertà, ricevette un'educazione religiosa approfondita, fondamentale per il suo futuro. Sin dalla giovane età, Mary sentì una forte vocazione verso Dio e i più deboli. Lavorò come insegnante per contribuire al sostentamento della famiglia, ma la sua missione si delineò chiaramente nel 1866 quando, insieme al sacerdote Julian Tenison Woods, fondò le Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore di Gesù. L'ordine si dedicava all'educazione dei bambini poveri e all'assistenza agli emarginati, aprendo scuole e orfanotrofi in tutto il Paese.
Nel 1871, a causa di contrasti con il clero locale riguardo all'autonomia delle Suore di San Giuseppe, fu scomunicata dal vescovo Laurence Sheil, un evento che segnò profondamente la sua vita. Tuttavia, la scomunica fu revocata pochi mesi dopo, grazie anche all'intervento di altri esponenti ecclesiastici che riconobbero la bontà della sua missione. Fino alla sua morte il 9 agosto 1909, Mary MacKillop guidò l'ordine con saggezza, espandendo la sua opera in Australia e Nuova Zelanda.
La sua vita era radicata nella preghiera e nella convinzione che ogni essere umano meritasse dignità e amore.
Le Suore di San Giuseppe continuano oggi il suo lavoro, educando giovani e assistendo i vulnerabili. La canonizzazione di Mary MacKillop è stata un momento storico per l'Australia.
È vista non solo come una santa, ma come un modello di coraggio, determinazione e amore per il prossimo.
Le sue reliquie, custodite nel santuario di North Sydney, attirano pellegrini da tutto il mondo.
Un mondo chiamato Nadirya il diario di una mosca
di Rosanna Dabbene Perosino Zzzzzzzzzzzzzz. Poiché ho deciso di prendermi un periodo di riposo estivo, ho fatto una trasvolata, naturalmente a tappe, fino a Hawks Nest, che è un bellissimo lembo di terra con spiagge a vista d’occhio. Ora, però, mi trovo su un pezzetto di spiaggia chiusa da grandi rocce. Zzzzzzzzzzzzz Poiché l’accesso al mare è limitato non vedo altri che due vecchietti, comodamente seduti su sedie da campeggio, coperti da un ombrellone, che si stanno rilassando, mentre parlano con molta calma. Ascolto con interesse i loro discorsi e scrivo sul mio diario... Zzzzzzzzzzzzzzzzzz
“Sai bene Tommaso, - dice Anna, -che io sono una persona pacifica ed amante della giustizia e sono stanca di vivere male su questo pianeta in cui vige l’arroganza, la barbarie, l’ingordigia, la cattiveria, l’odio, la crudeltà, il crimine, la violenza e la corruzione, perciò ho deciso di crearmi, con la fantasia, un mondo virtuale, un avatar in cui rifugiarmi, quando mi sento soverchiata dall’oppressione, senza peraltro usare la tecnologia, ma solo l’immaginazione. Che ne dici, Tommaso?” Tommaso, che la stava ascoltando con curiosità, si anima di visibile entusiasmo e risponde con foga: “Che ne dico? Ma dico che è un’idea magnifica! Anzi, posso parteciparvi anch’io?”
“Ma certo, come no, carissimo... Dunque, immaginiamo un pianeta, addirittura in un’altra galassia, lontano abbastanza, in cui non vi sia possibilità di venire contaminati dalla nostra gente e dai loro putridi sistemi. Dopo aver rovistato nell’universo, credo proprio di aver trovato la Galassia che fa per noi, essa è denominata 'NGC 3344'. Gli astronomi la chiamano 'La Magnifica'. È 20 milioni di anni luce lontana da noi e si estende per quasi 40.000 anni luce. Come ti sembra? Lontana abbastanza?”
“Io direi che potrebbe andar bene - risponde Tommaso affascinato - ma, ti prego, continua"...
“Bene - annuisce Anna, -Ora, cerchiamo d’immaginare il nostro nuovo pianeta, che gira intorno ad uno dei tanti soli che fanno parte di quella galassia. Immaginiamo, magari un sole rossiccio... Ha, ha, l’immaginazione è una cosa meravigliosa, di cui
siamo tutti dotati e che bisogna usare sovente, per evitare d’impazzire. Ora potremmo pensare che quel nostro nuovo pianeta abbia più o meno, la stessa formazione geologica della terra e, più o meno, la stessa atmosfera. Perciò, possiamo assumere che ci sarà anche, più o meno, la stessa fauna e la stessa flora. Ed ora immaginiamo di vedere, di notte, una luna... Ma poi, perché solo una? Mettiamone due, è sempre meglio abbondare, piuttosto che mancare. Oh, che bello! Già quel pianeta mi piace da matti!”.
“Ahi, ahi! - sbotta Tommaso.Qui mi sembra che cominciamo a volere troppo, proprio come fanno i terrestri. Perciò, cara Anna, credo che dovremo accontentarci di una sola luna, non credi?”
“Mmmh... devo ammettere che hai ragione, ma continuiamo la descrizione del nostro pianeta immaginario, dove esistono zone di terra e tanto verde e zone di acque salate, come i nostri mari. Poiché esistono anche montagne con cappucci di neve, ai loro piedi ci sono laghi di acqua dolce, più o meno, come da noi. Ecco, ora abbiamo creato un ambiente in cui poterci vivere. Ma, perbacco, abbiamo creato un pianeta e l’abbiamo lasciato senza nome! Dunque, vediamo un po’, il primo nome che mi è venuto in mente è Nadirya. Mi piace molto e mi piace anche vederlo scritto.”
Tommaso ci pensa un po’ su e poi annuisce: “Ma certo, perché no... Mi suona bene ed ha anche qualche cosa di esotico... comunque, potremo sempre cambiarlo, quando ci pare. Per ora lo battezzeremo Nadirya.“
“Ok Tommaso. Dunque, ora abbiamo un pianeta, un sole che ci scalda e ci dà luce, una luna e tutti gli annessi e connessi per la sopravvivenza, e gli abbiamo anche dato un nome. Ora dobbiamo solo preoccuparci di creare gli abitanti per questo pianeta. E questa, purtroppo, è la parte più difficile. Comunque, anche se noi non siamo Dio, con la nostra immaginazione, possiamo creare degli esseri che siano, più o meno, come noi terrestri, ma molto più intelligenti, per permettergli di vivere d’amore e d’accordo sia tra di loro, che con tutte le specie del pianeta.”
“Però, per poter ottenere questo risultato, cara la mia Anna,
i Nadiryani non dovrebbero seguire nessuna religione, perché essi devono credere nell’individuo, non nella religione, perciò su Nadirya non vi saranno mai guerre religiose, a differenza del nostro pianeta, dove quasi tutte le guerre hanno sempre uno sfondo religioso. Allegria, allegria! Infatti, proprio per le religioni, sono morte bruciate centinaia di persone che possedevano dei poteri mentali straordinari e sono anche stati bruciati libri importantissimi, che avrebbero invece potuto essere usati per migliorare questa nostra umanità, anziché lanciarla nell’abisso sinistro della completa ignoranza. Questo, purtroppo, è sempre stato il punto focale della nostra specie: il controllo sugli individui. Perciò, ora abbiamo camere sensoriali dappertutto, che non servono a diminuire la criminalità, ma fanno in modo che, chi di dovere, sappia dove ogni individuo si trova. I telefonini ed i PC personali fanno il resto. Quindi, addio libertà".
“Hai perfettamente ragione Tommaso, ma torniamo a Nadirya. Tutti i popoli di quel pianeta dovrebbero identificarsi come nadiryani e non dovrebbe esistere alcuna differenza tra di loro. La loro intelligenza dovrebbe fare in modo che essi possano dilettarsi con il progresso mentale, anziché con quello tecnologico. Non dovrebbero mai bruciare nessuno perché sapeva troppo, anzi dovrebbero tenerselo caro, per imparare di più da lui. A Nadirya dovrebbe esistere solo un tipo di scuola, onde insegnare le stesse cose importanti ad ogni studente e non dovrebbero esistere divisioni o supremazie di nessun genere. Dopo l’apprendimento scolastico, dovrebbe iniziare l’apprendimento lavorativo e nessun nadiryano dovrebbe mai essere disoccupato e, poiché l’arroganza non dovrebbe far parte del loro carattere, si dovrebbero aiutare con vera fratellanza. Tutti dovrebbero avere lo stesso ammontare di crediti, che gli permetta di vivere bene e divertirsi. Le coppie che si uniscono, potrebbero avere due figli, dopodiché, sia l’uno che l’altro, avrebbero la possibilità di bloccare mentalmente il loro sistema riproduttivo così non avranno mai problemi di sovrappopolazione. Essi dovrebbero aver perfezionato un sistema che
gli permetta di comunicare sia con la parola, che con pensieri mentali. Su Nadirya non dovrebbero esistere prodotti chimici, perciò nessuna pozione micidiale li potrà uccidere, come i passati 'antivirus' hanno fatto con noi, prodotti chimici che siamo stati 'costretti' a farci inoculare e che, anche a distanza di tempo, stanno eliminando noi ed i nostri figli con malattie letali, per cui non esistono cure... Ora hanno persino il coraggio di dirci che quei prodotti sono stati ritirati dal commercio perché dannosi, ma nessuno è stato incriminato per questo... chiamiamolo genocidio? Ed anche se i nostri figli continuano a morire, chi se ne frega. Tutto è passato nel dimenticatoio e perciò è come se non fosse nemmeno successo. Loro sono racchiusi nella loro fortezza e nessuno li tocca, noi invece siamo alla loro mercé e dovremmo anche stare zitti! Mi auguro solo che vengano stramaledetti da chi soffre per colpa loro e che possano provare tutto il dolore che stiamo provando noi".
“Hai veramente ragione Anna, e mi dispiace che non siamo potuti emigrare su Nadirya prima - aggiunge Tommaso con un sorriso furbetto - per poter evitare di essere coinvolti in questo lento, ma continuo massacro dei popoli.
Però, per tirarci un po’ su il morale, non ci resta che continuare a parlare dei nadiryani, questo popolo fortunato e felice, prodotto della nostra immaginazione. Infatti, i nadiryani, con la loro intelligenza, avranno certamente approfondito un sistema sensoriale che li avvisa, quando uno dei loro organi ha bisogno di aiuto. A questo punto, essi adopereranno l’energia del loro corpo, che noi tutti possediamo, ma non sappiamo come usare ed anche le pozioni medicamentose, fatte di erbe, fiori, frutti, foglie e cortecce degli alberi, per guarirsi, cioè tutte cose naturali. Gli ospedali dovrebbero essere molto efficienti e lì non dovrebbe mancare mai il personale, perché la gente non dovrebbe quasi mai ammalarsi. Poiché non dovrebbero esserci né aerei né automobili, l’aria sarebbe sempre fresca e tersa e non farebbe venire l’asma a nessuno. Essi vivrebbero comodamente e non sentirebbero nemmeno la necessità di emigrare per stare meglio. Non dovrebbero sopportare il dolore della separazione dalla famiglia e nemmeno la rabbia di vedersi togliere la cittadinanza. Essi sarebbero tutti cittadini di uno stesso pianeta ed avrebbero tutti gli stessi diritti. Non esisterebbero i quadriplegici o bambini nati senza gambe o braccia, come era successo parecchio tempo addietro col 'Ta-
lidomide’, che somministravano alle donne incinte, 'per farle stare meglio”.
“Ah, che grande barzelletta!interviene Tommaso. - Ricordo che il medico voleva propinarla anche a te quella maledetta medicina, perché diceva che non avresti più vomitato, durante la gravidanza, e meno male che tu gli hai detto di no, così la nostra bimba è nata con tutti gli arti... Comunque, per tornare a Nadirya, i nadiryani dovrebbero possedere un sesto senso che non gli permetterebbe di far del male ad alcuno, perciò non dovrebbero nemmeno esistere le armi. I bambini dovrebbero essere molto amati e protetti da tutta la collettività, perciò i bambini non dovrebbero sparire, come invece succede sulla terra, dove esistono addirittura persone abiette che usano i bambini come divertimento sessuale. Poiché il bambino è la cosa più pura che esista, io credo che Dio dovrebbe incenerire queste persone, per eliminarle dalla faccia della terra". Zzzzzzzzzzz. Poiché Tommaso si è fermato ed il suo volto pensieroso e triste trasmette tutto il suo disprezzo, Anna si alza, stiracchiandosi, e si reca verso la piccola spiaggetta, dove si siede nell’acqua fresca del mare. In un angolo galleggia una bottiglia di plastica. Essa immagina di essere su Nadirya, dove il mare è pulito. Nadirya, il magico pianeta creato da lei e Tommaso, parte della galassia chiamata Magnifica, scaldato da un sole rossiccio, una luna, un’atmosfera purissima, dove non ci sono guerre e non sei obbligato ad iniettarti il veleno che ti ucciderà’... Zzzzzzzzzzzz. "A proposito, lo sapevate che Aldus Leonard Huxley, famoso scrittore e filosofo inglese, nato il 26/7/1894 e deceduto il 22/11/1963 disse: “La Scienza Medica ha fatto dei progresso così tremendi, che non è rimasta quasi più nessuna persona sana.” Zzzzzzzzzzzz "Interessante... Ma cambiamo argomento, ed eccovi l’angolo delle risate...": "Un anziano medico decide di prendersi tre mesi di meritato riposo perciò lascia il suo figliolo trentenne, anch’egli medico, a prestare servizio nella sua clinica. Va in ferie alle Bahamas e dopo tre mesi di vacanza, ritorna e va a trovare il figlio.
Come va, gli chiede. Benissimo papà, risponde il figlio. Figurati che sono perfino riuscito a guarire quel riccone che era sempre malato e che è venuto da te per anni! Bravo merlo, risponde il padre irritato... Con quali soldi pensi che io ti abbia pagato l'università?"
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz Ciaoooooooooooooooo, Buon Anno, tutto l’anno ed... A presto. Zzzzzzzzzzzzzzz
La dittatura monarchica in Italia
di Ambrogio Bianchi
La casa editrice veronese Gingko Edizioni ha da poco pubblicato un libro assai originale, scritto da Angelo Paratico e intitolato “Un Re e il suo burattino. Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini”. L’originalità di quest’opera sta tutta nel tentativo di una revisione critica, basata su diari e i resoconti di personaggi secondari del ventennio, che offrono testimonianza dei cordiali rapporti intercorsi fra il Re e il duce del fascismo.
Il Re e Mussolini s’incontravano due volte alla settimana, per un paio d’ore e durante quelle riunioni venivano messe sul tavolo tutte le questioni correnti, sia interne che internazionali. Infatti, senza la firma del Re, Mussolini non aveva alcun potere. Si trattava di una situazione simile a quella di altri primi ministri italiani, come Cavour, Giolitti e Crispi.
Il primo capitolo di questo libro tratta dell’imperatore del Giappone, Hirohito, che si trovò in una situazione simile a quella di Vittorio Emanuele III, e che se la cavò scaricando le proprie gravissime responsabilità sui generali che lo attorniavano. La narrazione diffusa in Giappone era sempre stata che Hirohito fosse controllato da una cosca di militari e che in realtà egli non avesse alcun potere. Questa narrazione è crollata nell’anno 2000 con l’uscita del libro di Herbert Bix “Hirohito and the making of modern Japan” che vinse il premio Pulitzer. Bix, consultando diari di personaggi secondari del regime scoprì che in effetti l’imperatore era a capo di tutte le operazioni belliche giapponesi, né più né meno di Hitler in Germania. Pur trincerandosi dietro a dei tecnicismi costituzionali, Vittorio Emanuele III fu l’italiano più nefasto del XX secolo. Gran parte
delle sciagure italiane furono determinate dal piccolo monarca sabaudo, che si sarebbe dovuto processare al termine della II Guerra mondiale, ma Winston Churchill pose il veto. L’entrata in guerra dell’Italia, il 24 maggio 1915, diversamente da quanto si crede, non fu inevitabile ma organizzata da Vittorio Emanuele III, in barba al Parlamento e alla volontà del popolo, in seguito alla firma segreta del Trattato di Londra, che i bolscevichi resero pubblico solo nel 1917. Pur di entrare in quel conflitto il Re non ebbe timore di scavalcare le proprie prerogative costituzionali, la stessa cosa farà anche il 28 ottobre 1922, il 10 giugno 1940, il 25 luglio 1943 e l’8 settembre 1943. I motivi del suo comportamento sono da ricercare nelle sue tare psichiche mai adeguatamente studiate in precedenza. Dunque, perché scelse un ex estremista di sinistra, come Mussolini, come Primo Ministro? Paratico lo spiega così: “Alla fine della guerra l’ala massimalista della sinistra occupò le fabbriche, bloccando il Paese e appropriandosi dei mezzi di produzione. Per proteggere lo status quo intervennero i reduci dalla grande guerra, che un socialista radicale, formatosi sui testi di Georges Sorel, di Gustave Le Bon e di Karl Marx, unì e poi usò. Quell’uomo si chiamava Benito Mussolini e il Re, che lo ammirava, pur trovandolo incolto e rozzo, si convinse che fosse lui l’uomo di cui aveva bisogno per mantenersi sul trono, una sorta di generale Diaz fosforescente”.
Vengono riportati anche vari giudizi relativi a Mussolini, che dovrebbero scoraggiare ogni intenzione revanscista, per esempio Franco Bandini, reputato scrittore di destra ce lo descrive così: “Dopo la guerra, la figura di Mussolini si è rivelata di grandissimo comodo, almeno all’interno della Nazione, tanto ché se non fosse esistito si sarebbe reso necessario inventarlo.
Nessuna delle accuse che gli sono state mosse, nessuna delle biografie che di lui sono state stese, potrà mai rendere pienamente l’incredibile ottusità di quest’uomo nefasto: la sua totale ignoranza dei problemi anche superficiali della collettività, la fatuità e la irresolutezza del suo giudizio, la sua completa dipendenza, di tipo psicanalitico, dalle
pur mediocri personalità con le quali aveva ad imbattersi”. Nel testo troviamo anche varie curiosità, fin qui poco note, sulla personalità del Re, che mostrano quanto profonda sia l’ombra che lo circonda.
Per esempio, quasi certamente, pensava in inglese e poi traduceva in piemontese e in italiano. Questo perché, sino ai dodici anni, la sua governante fu una vedova irlandese, Elizabeth Lee, nota come Bessie.
Si racconta che, dopo la Marcia su Roma, quando Mussolini incontrò il Re gli disse: “Maestà, vi porto l’Italia di Vittorio Veneto”.
In realtà tale frase non sarebbe mai stata pronunciata, e dev’essere parte della leggenda fascista
costruita a posteriori, questo ce lo dice Giacomo Acerbo che fu presente all’incontro. Non è vero neppure che Armando Diaz disse che l’esercito era fedele ma era meglio non metterlo alla prova, questo lo nega il Re, dicendo che il 28 ottobre non si consultò con nessun generale. Ma, forse, è vero che si consultò con la sua fascistissima madre, la regina Margherita.
La situazione italiana fu molto simile a quella giapponese e desta stupore il fatto che due generazioni di storici non se ne siano accorti, e ora pensiamo che questo libretto cambierà la storia e indurrà molti a una revisione critica della figura di Vittorio Emanuele III.
Riparte la Champions League con la penultima giornata
Siamo in dirittura d’arrivo e con due turni ancora da giocare, tutte le squadre affilano le armi. Ormai siamo in una situazione da ‘all-in’ e squadre blasonate come il PSG, Real Madrid e Manchester City devono recuperare terreno. Le italiane hanno ottime possibilita’ di accedere al prossimo turno, fatta eccezione per il Bologna che nonostante le buone prestazioni deve rassegnarsi ad un ruolo di secondo piano. In questo scenario da ‘tutti contro tutti’, ogni punto conquistato ha il sapore di una vittoria. I soldi in palio fanno venire l’appettito, con l’UEFA che mette in palio quasi 2,5 miliardi di euro che verranno suddivisi tra le 36 squadre partecipanti alla competizione, ciascuna delle quali rice-
verà 18,62 milioni di euro solo per la partecipazione. Poi per tutte le 8 partite della fase a gironi verranno assegnati dei bonus in base ai risultati: 2,1 milioni per ogni vittoria e 700 mila euro per ogni pareggio. Gli importi non distribuiti (700.000 euro per pareggio) verranno raggruppati e ridistribuiti tra i club che partecipano alla fase a gironi in misura proporzionale alla classifica finale della fase a girone unico.
È previsto un bonus legato alla classifica della fase a gironi: ogni club riceverà una somma basata sul suo posizionamento in classifica. L'importo totale per questo bonus sarà diviso in 666 quote uguali e il valore iniziale di ogni quota sarà di 275 mila euro.
La squadra che arriverà all'ultimo posto riceverà solo una quota (275 mila euro, appunto); una quota verrà aggiunta a ogni posizione, quindi la prima riceverà 36 quote.
Eventuali risparmi derivanti dai pareggi nella fase a gironi aumenteranno proporzionalmente il valore iniziale dei premi per ogni posizione. Oltre ai bonus per la classifica, le prime 8 classificate riceveranno altri 2 milioni, mentre dalla 9^ alla 16^ riceveranno 1 milione.
Premi per qualificazione alla fase a eliminazione diretta
Le squadre che si qualificheranno alla fase a eliminazione diretta riceveranno i seguenti premi:
l qualificazioni agli spareggi: 1 milione di euro a squadra; l qualificazione agli ottavi di finale: 11 milioni di euro a squadra; l qualificazione ai quarti di finale: 12,5 milioni di euro a squadra; l qualificazione alle semifinali: 15 milioni di euro a squadra; l qualificazione alla finale: 18,5 milioni di euro a squadra; l vittoria in finale: 6,5 milioni di euro.
Kvara, l'addio a Napoli: rabbia e delusione di tifosi
Il georgiano Kvara firma per il Psg e addio sogni di gloria. È rimasto solo due anni e mezzo in riva al Golfo dove ha vinto uno scudetto da protagonista. Si aspettava un riconoscimento economico dopo aver contribuito alla conquista del terzo titolo della storia azzurra. E, invece, De Laurentiis ha aspettato troppo. E quando si è deciso di proporgli un rinnovo è stato troppo tardi. Non sono bastati sei milioni di euro all'anno per farlo rimanere. La clausola risolutiva era troppo alta. E l'entourage del calciatore ha trovato l'accordo con i francesi, dieci milioni all'anno e stessa cifra di commissioni.
Tennis, Australian Open: Sinner e Sonego conquistano gli ottavi, Musetti e Paolini eliminati
Jannik vince facile in tre set contro Giron. "Sonny" approda agli ottavi nel torneo, mentre finisce ai sedicesimi l'avventura del carrarino. Esordio vincente per il doppio misto Errani-Vavassori. 'Jas' Paolini crolla e cede alla Svitolina in tre set rare". È il commento di Sinner dopo il match vinto in tre set con lo statunitense Marcos Giron, Jannik Sinner:
Melbourne 19 Gennaio 8:45am
- Jannik Sinner si qualifica per gli ottavi di finale dopo aver battuto in tre set lo statunitense Marcos Giron, 46esimo della classifica mondiale, liquidato con il pun-
teggio di 6-3, 6-4, 6-2, dopo due ore e un minuto di gioco. Per un posto nei quarti il fuoriclasse altoatesino se la vedrà con il danese Holger Rune, n.13 Atp e del seeding.
Sinner: "Contento ma devo fare meglio"
"Tutti i match hanno le loro difficoltà, Giron è stato solido da dietro e ha servito bene la prima. Ho avuto qualche difficoltà nel rispondere, ma posso miglio-
"Oggi la percentuale di punti a rete non è stata buona, cerco di migliorare. È parte del gioco: alcune cose vanno meglio, altre peggio. Mentalmente cerco di restare sul pezzo che è la cosa più importante, se voglio restare in questo torneo devo migliorare, spero di alzare il livello al prossimo turno".
Sonego: "È stata dura, ora fiducioso per ottavi"
"Oggi è stata una partita durissima, è difficile trovare partite 'serene' negli Slam perché il livello è talmente alto che per vincere si deve sempre lottare e dare tutto in campo. Oggi mi è andata bene, per fortuna non ho mai mollato, sono stato bravo a non abbattermi, a continuare a giocare e a crederci, sapevo che prima o poi qualcosa di buono sarebbe arrivato".
Così Lorenzo Sonego commenta, in conferenza stampa, il successo, in rimonta, contro l'ungherese Fabian Marozsan che gli è valso la qualificazione agli ottavi di finale degli Australian Open.
Khvicha Kvaratskhelia ha salutato il Napoli e i suoi compagni a Castel Volturno, un ultimo abbraccio carico di emozione prima di volare verso Parigi. Con sé, ha portato una foto autografata dai suoi compagni, un simbolo del legame speciale che aveva costruito in questi anni. Ma l'addio lascia i tifosi azzurri divisi tra gratitudine e amarezza.
Nei social, le reazioni sono state immediate e contrastanti. "Sei arrivato da perfetto sconosciuto, ora te ne vai da milionario e famoso in tutto il mondo", scrive un tifoso, ricordando quanto Kvara sia cresciuto a Napoli.
Il rammarico per la tempistica della partenza pesa più di ogni altra valutazione. "Andare via a gennaio, con la squadra in corsa per il titolo, è una mancanza di rispetto.
Aspettare giugno no? La competitività del Psg e' pari a zero. Questo e' solo per soldi", commenta un appassionato, sintetizzando un sentimento condiviso da molti.
Nonostante il malumore, c'è' anche chi sceglie di salutare il talento georgiano con riconoscenza. "Mi hai fatto godere ogni volta che il pallone giungeva ai tuoi piedi. Sei stato un artista del calcio e questo nessuno potra' mai cancellarlo. In bocca al lupo, Kvaradona", scrive un nostalgico, riconoscendo quanto il giocatore sia stato fondamentale per lo storico scudetto vinto dalla squadra di Spalletti.
Eppure, la rabbia per il suo addio resta viva. "Lasciare il Napoli a gennaio, con la squadra in piena corsa per il titolo, e' la scelta peggiore che potessi fare.
Non è una questione di soldi, ma di rispetto per chi ti ha reso quello che sei", scrive un tifoso amareggiato. Oggi Kvaratskhelia firma un contratto da 9 milioni di euro a stagione con il Paris Saint-Germain, la sua nuova avventura. Napoli, che lo ha reso celebre e lo ha amato come pochi altri, resta ferita da questa partenza. "Ricordati che tu passi, altri giocatori arriveranno, ma il Napoli resta.
Come sei stato amato qui, non lo sarai mai altrove", uno dei post con il maggior numero di like e condivisioni
di Robert Romeo
Redattore Sportivo Guglielmo Credentino
Australian Open - Vittoria azzurra:
Bolelli-Vavassori ai quarti nel doppio
Delusione Errani-Paolini: eliminate
La coppia supera Martinez-Munar 6-3 7-6 (6), mentre non ce la fanno le azzurre ko 7-5 7-5 da Andreeva-Shnaider. Fuori anche la Bronzetti.
Simone Bolelli e Andrea Vavassori hanno raggiunto i quarti di finale nel torneo di doppio
degli Australian Open. Nel terzo turno la coppia azzurra - che finora non ha ceduto un set - ha superato gli spagnoli Pedro Martinez e Jaume Munar, sconfitti 6-3 7-6(6). Ai quarti, incontreranno per la prima volta i portoghesi Nuno Borges e Francisco Cabral.
Un match dai due volti per la coppia italiana. Il primo set in controllo, il secondo set, invece, è stato di rincorsa: sotto 3-0, Bolelli e Vavassori hanno recuperato un break di svantaggio e chiuso al tiebreak dopo aver annullato un set point per gli spagnoli.
Si chiude invece al secondo turno l'Australian Open di Sara Errani e Jasmine Paolini battute da Mirra Andreeva e Diana Shnaider 7-5 7-5 - replica della finale olimpica vinta dalle azzurre a Parigi - in un'ora e 36 minuti. Una sconfitta amara per le azzurre che hanno perso due set in fotocopia, entrambi subendo break nel dodicesimo gioco.
Finisce anche il percorso in doppio di Lucia Bronzetti in coppia con Anhelina Kalinina. L'azzurra e l'ucraina sono state sconfitte 6-0 7-6(5) dalla brasiliana Beatriz Haddad Maia e dalla tedesca Laura Siegemund.
Sci, Coppa del Mondo - SuperG donne: vince Brignone a Cortina, quarta la Curtoni, settima Sofia
Goggia
Dopo il successo nella discesa libera, 31° vittoria per la valdostana, l'amica-rivale Goggia solo settima.
Dopo lo strepitoso successo nella discesa libera con Sofia Goggia e il terzo posto di Federica Brignone, il primo in carriera sulla Perla delle Dolomiti, oggi è andato in scena il SuperG che chiuderà la tappa di Cortina.
E Federica Brignone conferma l'ottima forma conquistando anche il SuperG. Alle sue spalle la grande rivale elvetica Lara Gut-Behrami e l'altra svizzera Corinne Suter. Per Brignone è la quarta vittoria stagionale e la
Sci, Coppa del Mondo - Sofia Goggia vince la discesa libera di Cortina
n.31 in carriera, poi il 4° posto di Elena Curtoni, non perfetta Sofia Goggia solo settima. 'La tigre', come è soprannominata, oltre a consolidare la sua leadership di sciatrice italiana più titolata in Coppa, allunga il vantaggio in classifica generale.
"Un weekend bellissimo per la mia carriera". E' il commento felice di Federica Brignone ai microfoni di Raisport dopo la vittoria in SuperG a Cortina.
E aggiunge: "Mi trovo bene sulla neve compatta e primaverile perche si scivola di più, e fai lasciare andare lo sci. Era un SuperG molto veloce, bisognava osare tantissimo.
Mi è venuto quello che avevo in testa. Sapevo di potercela fare, devo continuare a sciare come oggi, devo fare la miglior manche possibile e questa non mi verrà sempre", e conclude "vincere qui cosa cambia? Bisogna essere orgogliosi, quando le cose vengono dopo che ci provo tanto fanno ancora più piacere".
Il podio di Cortina è quasi tutto azzurro. Sul gradino più alto è arrivata Sofia Goggia - 32 anni, al successo n.26 in carriera, il quarto su questa pista delle Olimpiadi del 2026 - che ha messo in riga tutte le avversarie con una performance quasi perfetta. Alle sue spalle un po' a sorpresa la norvegese Kajsa Lie, mentre sul podio al terzo posto si è piazzata l'altra azzurra Federica Brignone, che passa in testa non solo alla classifica generale di Cdm con 539 punti, ma anche a quella di discesa con 189 proprio davanti alla Goggia (180). La bergamasca, già prima nell’ultima prova cronometrata, dopo un avvio in controllo è riuscita a fare la differenza nella seconda metà di gara per tagliare il traguardo con il crono di 1:33.95
ed ha ottenuto il 58° podio in Coppa del Mondo (il 19° successo in questa specialità) sul massimo circuito nonché del suo secondo di questa stagione dopo quello conquistato in super-G sulla Birds of Prey di Beaver Creek. Con quello di Cortina, dal canto suo, Federica Brignone ha messo le mani sul 74° podio in carriera (il primo di sempre a Cortina): “Sono contentissima. È stata veramente una bella emozione. Su questa pista non ero mai salita sul podio e finalmente ce l’ho fatta”. Le fa eco Sofia Goggia: “Non c’è emozione più bella che vincere qui a Cortina, questo posto rappresenta molto di più per me di una semplice gara di Coppa del Mondo e arrivare al traguardo davanti a questo pubblico è stata un’emozione unica”.
Pattinaggio su ghiaccio
Europei short track: oro per Arianna Fontana e bronzo per Elisa Confortola
L'italiana Arianna Fontana vince la gara dei mille metri donne degli Europei di short track a Dresda, in Germania. Medaglia d’argento per l’ungherese Jaszapati, terzo posto per l'altra italiana Elisa Confortola. Squalificata l'olandese Deltrap, che aveva spinto fuori pista Confortola du-
rante l'ultimo giro. L’Italia conferma di essere una squadra super competitiva e parte subito in quarta a Dresda. Le aspettative ora sono alte e sia in campo maschile che in campo femminile il medagliere tricolore si appresta a riempirsi di metalli preziosi.
JUVENTUS 2
MILAN 0
La Juventus supera il Milan per 2-0 grazie a due reti nella ripresa e “vendica” la sconfitta subita in Supercoppa contro i rossoneri di Sérgio Conceição.
Al 59’ Nico Gonzalez serve Mbangula sulla sinistra all’interno dell’area, conclusione di destro, una deviazione di Emerson Royal spiazza Maignan e la palla entra in rete: bianconeri in vantaggio.
Trascorrono solo cinque minuti e la Juventus va via in contropiede, Thuram serve sulla destra Weah che entra in area, fa partire un mancino rasoterra e mette in rete: raddoppio dei bianconeri.
BOLOGNA 3 MONZA 1
Niente sorprese allo stadio Dall’Ara di Bologna dove i padroni di casa si sono imposti con un netto 3 a 1 sul Monza, reduce dalla vittoria casalinga contro la Fiorentina. L’inizio thrilling del match (in gol Maldini al 4’) non ha spostato di una virgola l’economia del match, l’andamento studiato da Vincenzo Italiano per metter le mani sui tre punti in palio e scavalcare la Fiorentina di un punto. Prima Castro, poi Odgaard e infine Orsolini hanno rispettato le consegne e realizzato le reti necessarie per non soffrire le folate dei brianzoli, davvero poco pungenti in avanti.
ATALANTA 2
NAPOLI 3
Il Napoli sbanca il Gewiss Stadium rifilando un pirotecnico 3-2 all'Atalanta dopo una gara spettacolare in quel di Bergamo. Retegui illude la Dea, poi Politano e McTominay ribaltano la partita prima dell'intervallo. Ad inizio ripresa l'Atalanta pareggia i conti con Lookmamn, ma il Napoli non demorde e un'inzuccata di Lukaku vale il gol vittoria e i tre punti che permettono ai partenopei di restare saldi al comando.
ROMA 3
GENOA 1
All’Olimpico i giallorossi trovano la continuità che vuole Ranieri, con il quinto risultato utile consecutivo in campionato. Partita a tratti molto bella. I liguri resistono per un tempo: 1-1 con gol di Dovbyk al 25' e Masini al 33' poi i giallorossi tornano in vantaggio al 60’ con il nuovo entrato El Sharaawi. La squadra di Ranieri insiste e al 73’ l’autorete del portiere rossoblù Leali, con il disturbo di Dybala, sigla la rete della definitiva affermazione. Gli ospiti hanno il merito di non demordere e al 79’ Pinamonti da ottima posizione mira all’angolo ma manda fuori di poco. Negli ultimi minuti la squadra di Ranieri insiste con azioni personali ma senza troppa convinzione: il risultato è acquisito e basta così.
VERONA 0 LAZIO 3
Ritorno alla vittoria della Lazio che si impone 3-0 al 'Bentegodi'. Gigot, Dia e l'ex Zaccagni consegnano tre punti preziosi che permettono alla truppa di Baroni di riprendersi il quarto posto in classifica mantenendo i due punti di vantaggio sulla Juventus. Per i ragazzi di Zanetti, invece, arriva un'altra brutta sconfitta dopo quella di Napoli frutto di una gara ricca di errori individuali.
PARMA 1 VENEZIA 1
Dopo 95’ termina in parità il match tra Parma e Venezia. Nel primo tempo gli ospiti si portano avanti al 20' grazie al rigore trasformato da Pohjanpalo. La reazione degli uomini guidati da Pecchia arriva ma imprecise sono le conclusioni di Cancellieri e Mihaila. Nella ripresa i tre cambi all'intervallo consentono al Parma di cambiare marcia.
Al 56' Camara conquista il penalty, glaciale dagli undici metri Hernani pareggia. Nel finale Oristanio trova la rete del vantaggio in contropiede ma il VAR annulla per fuorigioco di partenza. Nei minuti di recupero brivido per il Venezia con Man e Camara entrambi vicini al gol, bravo però Stankovic ad opporsi parando i tentativi avversari, al triplice fischio è 1-1 al Tardini.
FIORENTINA 1 TORINO 1
La Fiorentina non sa più vincere, nemmeno con l'uomo in più per un'ora di gioco: il Torino strappa un punto d'oro nonostante l'inferiorità numerica arrivata al 33' del primo tempo, con Dembélé ammonito per due volte nel giro di sei minuti. Viola in vantaggio al 38' con la palombella aerea di Kean, raggiunti però al 70' dal nuovo entrato Gineitis: Comuzzo e Adli la combinano grossa e spianano la strada al lituano. Sonori fischi per i giocatori di Palladino, piombati in una vera e propria crisi di risultati.
INTER 3 EMPOLI 1
Il ‘fortino Empoli’ ha resistito per 55’ e, poi, si è dovuto arrendere alla qualità tecnica dell’Inter e, soprattutto, alla serata di Lautaro Martinez che già nei primi 45 minuti aveva messo in ambasce la difesa toscana. L’argentino ha sbloccato il match con un destro pennellato all’incrocio dei pali dove Vasquez non è potuto arrivare. E una volta in vantaggio l’Inter ha iniziato a gestire il match facendo correre a vuoto di ragazzi di D’Aversa.
Al 78’ la svolta decisiva con il gol di Dumfries, di testa e quello di Esposito che ha accorciato (all’83’) le distanze. Ci ha pensato Thuram all’89’ a chiudere la sfida di San Siro e mantenere il ruolino di marcia del Napoli, vincente a Bergamo. Ora per i ragazzi di Inzaghi la testa va alla sfida Champions prima di rituffarsi in campionato per la ‘caccia’ alla capolista.
CAGLIARI 4 LECCE 1
Un gran bel Cagliari nel secondo tempo vince per 4 a 1 contro il Lecce, ribaltando completamente il risultato dopo essere passato in svantaggio. Pugliesi avanti al 42' con la rete di Pierotti. Nella ripresa i sardi rientrano dagli spogliatoi con molta più determinazione e rimontano il risultato: Gaetano firma il pari al 60' con un destro da distanza ravvicinata su assist di tacco di Deiola, cinque minuti più tardi è Luperto a insaccare con un tocco di schiena su corner di Marin, all'80' tris di Zortea con un colpo di testa su cross di Augello e infine all'83' segna anche Obert con un bellissimo mancino a giro.
Australia Day
Celebrazioni: significato e multiculturalismo
di Maria Grazia Storniolo Ogni anno, il 26 gennaio, l'Australia celebra il suo giorno nazionale, l'Australia Day.
Questo giorno rappresenta un'opportunità per gli australiani di tutte le età e origini di riflettere sulla loro identità nazionale, celebrare i successi della nazione e impegnarsi a costruire un futuro comune. Tuttavia, il significato di questa giornata è complesso, intrecciato con la storia indigena e coloniale dell'isola continente, nonché con il suo sviluppo come società multiculturale.
La data del 26 gennaio commemora l'arrivo della First Fleet a Port Jackson, nel Nuovo Galles del Sud, nel 1788, guidata dal capitano Arthur Phillip.
Questo evento segnò l'inizio della colonizzazione britannica dell'Australia. Per molti anni, la giornata fu osservata con nomi diversi, come "Anniversary Day" o "Foundation Day", ma fu solo nel 1994 che l'Australia Day venne ufficialmente dichiarato festa nazionale in tutti gli stati e territori.
Mentre per molti l'Australia Day è un momento di festa, barbecues e celebrazioni comunitarie, per le popolazioni indigene australiane, è un giorno di lutto, conosciuto anche come "Invasion Day" o "Survival Day".
Questa giornata rappresenta un doloroso ricordo della perdita della terra, della cultura e della vita a causa della colonizzazione.
Negli ultimi anni, sempre più australiani hanno cercato di affrontare questa complessità attraverso eventi di riconciliazione, come il "WugulOra Morning Ceremony", che celebra la cultura degli aborigeni e degli isolani dello Stretto di Torres.
Uno degli aspetti più importanti dell'Australia Day è la celebrazione del multiculturalismo.
Con una popolazione composta da persone provenienti da oltre 200 nazionalità diverse, l'Australia è una delle nazioni più multiculturali al mondo.
Ogni anno, centinaia di cerimonie di cittadinanza si tengono in tutto il Paese, accogliendo nuovi cittadini e riconoscendo il contributo delle diverse comunità alla costruzione della nazione.
Eventi come festival multiculturali, spettacoli artistici e manifestazioni culinarie sottolineano l'importanza della diversità culturale. Questi momenti celebrano le tradizioni di comunità provenienti dall'Europa, dall'Asia, dall'Africa e dalle Americhe, senza dimenticare l'eredità indigena che costituisce le radici più profonde dell'Australia.
Le celebrazioni variano da città a città e includono spettacoli pirotecnici, concerti, eventi sportivi e parate.
A Sydney, il porto si anima con la tradizionale regata, mentre a Melbourne si tiene il "People's March", una parata che celebra l'unità nella diversità.
Molte città regionali organizzano festival locali, offrendo una piattaforma per artisti emergenti e per l'artigianato tradizionale.
L'Australia Day continua ad evolversi, riflettendo il cambiamento nella percezione nazionale.
Molti australiani chiedono un dialogo più aperto su come celebrare questa giornata in modo inclusivo per tutti.
Le iniziative per il riconoscimento delle Prime Nazioni e la promozione di una maggiore consapevolezza culturale sono passi significativi verso un futuro più unito.
L'Australia Day è molto più di una semplice festa. È un momento di celebrazione, riflessione e speranza.
Attraverso l’impegno per la riconciliazione e il riconoscimento del multiculturalismo, l'Australia può continuare a crescere come una nazione forte e inclusiva, orgogliosa della sua storia e della sua diversità.
Un 'Fair Dinkum' Aussie dà a tutti un ‘Fair Go’
di Marco Testa
Accade, di questi tempi, che il dibattito su Australia Day si concentri per lo più sui fatti storici che hanno caratterizzato la colonizzazione britannica del continente nella seconda metà del 18 secolo, a discapito delle popolazioni indigene che già vi risiedevano. È importante, però, puntualizzare che con il trascorrere del tempo, Australia Day, ha assunto significati ben più ampi dal solo sbarco della flotta del capitano Arthur Phillip a Sydney Cove il 26 gennaio del 1788.
Australia Day, oggi, è il giorno in cui si celebra il carattere proprio di un popolo che durante tutta la storia di questa nazione, con i suoi pregi e i suoi difetti, ha saputo affrontare le molteplici sfide economiche, politiche e sociali. E, tra le qualità che definiscono il popolo australiano, indipendentemente dalle origini culturali degli individui, poche sono tanto iconiche quanto il concetto di ‘fair dinkum’ e il diritto a un ‘fair go.’
Essere ‘fair dinkum’ significa essere autentici, sinceri, privi di ipocrisia e pretenziosità. È un tratto che si ritrova in ogni angolo del paese, dalla calorosa accoglienza nelle zone rurali fino alla schiettezza dei lavoratori nelle città. È lo spirito dell’australiano che mantiene la parola data, che lavora sodo e che non si tira indietro davanti alle difficoltà.
Questo valore ha radici profonde nella storia del paese, dalla determinazione dei primi coloni e delle lotte dei popoli indigeni, dei cercatori d’oro al coraggio dimostrato dai soldati Anzac, quanto nei prigionieri di Kokoda nei campi di battaglia fino al contributo delle ondate migratorie dal dopoguerra ai giorni nostri. Per chi non ha ancora compreso bene il concetto, suggerirei di guardare il film “The Castle” insieme alla propria famiglia.
Ma forse ancora più distintivo è il concetto di ‘fair go,’ il principio secondo cui tutti, indipendentemente dalle proprie
dal 22 Gennaio al 28 Gennaio 2025
origini o dal proprio status sociale, meritano un’opportunità equa. Un valore che si riflette nell’impegno del paese per la giustizia sociale, l’uguaglianza e il supporto reciproco, dove le differenze diventano valore aggiunto per il progresso di una nazione multiculturale. È l’idea che chiunque, con abbastanza impegno e determinazione, possa migliorare la propria vita e contribuire al bene comune, aspirare a ricoprire cariche, ricevere assistenza sanitaria senza bisogno di scendere ad inciuci.
E proprio in occasione di Australia Day, questa mentalità si manifesta in tutta la sua forza. Mentre alcuni preferiscono ridurre il dibattito a quale giorno dell’anno si debbano tenere le celebrazioni, milioni di persone in tutto il paese, celebrano ciò che significa davvero essere australiani: uno spirito di resilienza, cameratismo e unione nella diversità, dove ognuno ha la possibilità di farcela, senza mai dimenticare il rispetto per chi è venuto prima.
Onoranze Funebri
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LAURO CIAMPA
Nato il 14 febbraio 1934 a l’Aquila ( AQ- Italia)
Deceduto il 25 dicembre 2024
Residente a Liverpool NSW
Ad un mese dalla sua dipartita, i familiari, fratelli ed amici vicini e lontani lo ricordano con dolore e immutato affetto.
“ Sei stato una fonte di ispirazione e forza per tutti noi. Il tuo ricordo sarà sempre una benedizione "
COSMAI LUIGI
nato il 12 aprile 1926 deceduto a Sydney (NSW) il 3 febbraio 2024
Caro sposo di Antonietta (defunta), ad un anno dalla sua dipartita,i figli Gianni e Marzia (defunta), la nuora Shona, le nipoti Megan e Emma, parenti ed amici vicini e lontani lo ricordano con dolore e immutato affetto.
I familiari ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al funerale e al loro dolore, per la scomparsa del caro congiunto.
"In questa terra riposi, ma il tuo spirito vive in noi per sempre."
RIPOSA IN PACE
RAO ALFIO
nato a Macchia di Giarre ( CT) il 2 ottobre 1944
deceduto a Liverpool (Sydney) il 30 gennaio 2024
Ad un anno dalla sua dipartita, i fratelli defunti Vito con la moglie Alfia, Rosario con la moglie Grazia, il cognato Salvatore e Nella, la sorella Giuseppa, i nipoti Vera, Leonardo, Maria, Michael, Robert, Alfia, Leni, Gracie, Vince, Anna, parenti ed amici vicini e lontani lo ricordano con dolore e immutato affetto.
Le spoglie del caro congiunto riposano nel cimitero di Liverpool, 207 Moore Street, Liverpool NSW.
I familiari ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al funerale e al dolore per la scomparsa del caro e amato Alfio.
ETERNO RIPOSO
Nata il 19 aprile 1947 A Gibellina (Trapani – Italia) Deceduta il 1 gennaio 2025 Residente a Bossley Park NSW
Una messa in memoria verrà celebrata giovedì 6 febbraio 2025 alle ore 19.00 nella chiesa Our Lady of Mount Carmel, 230 Humphries Road, Bonnyrigg NSW 2177. Le spoglie della cara estinta, riposano nel cimitero di Castle Hill, Gilbert Road, Castle Hill NSW. I familiari ringraziano quanti hanno partecipato al loro dolore, al funerale e saranno presenti alla messa in memoria della cara Rosalia. "Cara Rosalia, la tua gentilezza e il tuo amore hanno toccato tutti quelli che ti hanno conosciuto. Il tuo ricordo vivrà per sempre nei nostri cuori."
UNA PREGHIERA PER LA SUA ANIMA
Il significato dei colori dei fiori nel culto dei morti
Nel culto dei morti, i fiori assumono un significato simbolico profondo, spesso legato al colore, che esprime emozioni e messaggi spirituali. Ecco i significati più comuni associati ai colori dei fiori usati in questo contesto:
Bianco
• Simbolo di purezza e pace: Il bianco rappresenta l'anima purificata e la pace eterna. È il colore predominante nei fiori per i defunti, come gigli e crisantemi, ed è spesso associato a un omaggio rispettoso e alla speranza della vita ultraterrena.
• Fiori comuni: Gigli, crisantemi bianchi, rose bianche.
Rosso
Io, Sam Guarna, sono disponibile ad aiutare la tua famiglia nel momento del bisogno. Sono stato conosciuto sempre per il mio eccezionale e sincero servizio clienti. So che, per aiutare le famiglie nel dolore, bisogna sapere ascoltare per poi poter offrire un servizio vero e professionale per i vostri cari e la vostra famiglia. Tutto ciò con rispetto,
e fiducia, sempre.
• Amore e sacrificio: Il rosso è il colore della passione e dell'amore eterno. È anche simbolo di sacrificio, richiamando il legame indissolubile con il defunto.
• Fiori comuni: Rose rosse, garofani rossi.
Giallo
• Memoria e luce: Il giallo rappresenta la memoria, il ricordo e la luce eterna. Spesso simboleggia un legame di amicizia e affetto.
• Spiritualità e lutto: Il viola è tradizionalmente legato al lutto, al rispetto e alla contemplazione spirituale. In molte culture, è il colore del raccoglimento e della preghiera.
• Fiori comuni: Iris, violette.
Rosa
• Dolcezza e nostalgia: Il rosa richiama affetto, delicatezza e ricordi teneri. È spesso utilizzato per commemorare una persona giovane o cara.
• Fiori comuni: Rose rosa, peonie.
Blu
• Fede e serenità: Il blu è simbolo di fede, speranza e tranquillità. Esprime la connessione con il cielo e l’eternità.
• Fiori comuni: Non ti scordar di me, ortensie blu.
Arancione
• Energia e vitalità: Sebbene meno comune nel culto dei morti, l’arancione può rappresentare gratitudine per la vita vissuta e speranza per la continuità spirituale.
Fiori più significativi:
• Crisantemi: In molte culture (soprattutto in Italia e in Asia), sono il simbolo per eccellenza del culto dei morti e del rispetto verso i defunti.
• Lilium (giglio): Rappresenta purezza, innocenza e resurrezione.
• Rose: Simboleggiano amore eterno e devozione.
L'uso di questi fiori varia anche in base alle tradizioni culturali e religiose, ma il loro significato universale rimane quello di omaggio e connessione spirituale con i defunti.
IN MEMORIA
ETERNO RIPOSO
IN MEMORIA
IN MEMORIA
onoranze funebri
Centennial Park: Il cuore verde di Sydney
Situato nella zona orientale di Sydney, Centennial Park è un vasto parco urbano che si estende su una superficie di circa 189 ettari. Conosciuto come il "polmone verde" della città, è una delle aree più amate dai residenti e visitatori per le attività all'aperto e il relax immerso nella natura.
Centennial Park fu inaugurato il 26 gennaio 1888 per celebrare il centenario della fondazione dell'Australia. Progettato dall'architetto paesaggista James Jones, il parco è stato concepito come un "parco del popolo" e ha svolto un ruolo significativo nella storia sociale e culturale di Sydney.
L'idea di creare il parco fu promossa da Sir Henry Parkes, considerato uno dei padri della federazione australiana Il parco ospita una vasta gamma di specie vegetali, sia autoctone che esotiche.
Tra le specie autoctone, si possono trovare diverse varietà di eucalipti, melaleuca e casuarina. Le aree umide supportano una ricca biodiversità, inclusi giunchi e piante acquatiche. Inoltre, sono presenti giardini formali con rose e altre piante ornamentali, che aggiungono colore e diversità al paesaggio.
Centennial Park continua a essere una destinazione popola-
re per residenti e turisti, offrendo spazi per attività ricreative, eventi culturali e un rifugio naturale nel cuore di Sydney.
In passato, il sito ospitava paludi naturali utilizzate dalle popolazioni indigene Gadigal per la raccolta di cibo e materiali. Con la colonizzazione europea, l'area fu trasformata in terreni agricoli e poi in un grande spazio pubblico.
Centennial Park è anche un
luogo di importanza storica per l'Australia: nel 1901, qui si tenne la cerimonia ufficiale della proclamazione della Federazione Australiana.
Inoltre, è una testimonianza dell'impegno della città di Sydney nel preservare la natura e offrire spazi pubblici di qualità. È un luogo che intreccia storia, natura e comunità, rendendolo un simbolo duraturo della città.
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continuazione dalla prima pagina
espresso il loro disappunto per la decisione di vendere il centro culturale. I politici si sono impegnati a sollecitare i ministri Steve Kamper, responsabile del Multiculturalismo e John Graham, Ministro delle Arti, per un intervento governativo.
Il terreno su cui sorge il centro fu donato nel 1988 dall'allora premier del NSW, Neville Wran, proprio alla comunità italiana.
Tuttavia, il Co.As.It., attuale proprietario che lo ha rilevato su proposta del Comune di Leichhardt per continuare a mantenerlo per la nostra comunità, non è riuscito a portare a termine le promesse fatte.
Un comunicato pubblicato su La Fiamma oltre diciotto mesi fa annunciava l’avvio di un “processo di consultazione comunitaria” per discutere il futuro del centro, ma tale consultazione non è mai avvenuta.
Nel frattempo, anche l’offerta della compagnia “Redstone” non è andata a buon fine.
Nel piano aziendale del 2014, il Co.As.It. si era inoltre impegnato a garantire l’accesso al centro a prezzi calmierati per le
organizzazioni no-profit, ma ad oggi non esiste un processo trasparente per garantire a tutti, senza discriminazione o favoritismo l’utilizzo alla struttura.
L’ipotesi più concreta oggi per salvare il centro culturale è l’intervento del Governo del NSW. Oltre al Ministero del Multiculturalismo, un ruolo chiave potrebbe essere svolto dal Ministero delle Arti, che attraverso l’agenzia Create NSW gestisce e finanzia spazi culturali per la comunità. Un modello di riferimento potrebbe essere Walsh Bay, trasformato in un distretto culturale grazie a un progetto governativo di successo.
Esperienze simili si trovano anche in altri contesti, come la Casula Powerhouse, gestita dal Liverpool City Council e il Centro Culturale Italiano di Canberra, il cui terreno è stato regalato alla comunità italiana locale negli anni ‘90 e al momento continua ad operare grazie ad un accordo tra le associazioni locali, che si sono raggruppate in un coordinamento.
È fondamentale che i connazionali ora si mobilitino per evitare che il Centro Culturale
dell’Italian Forum venga privatizzato e sottratto definitivamente alla collettività. Questa struttura è nata per essere utilizzata dalla comunità senza favoritismi o privilegi per specifici gruppi di interesse.
Tuttavia, la vendita in corso rischia di trasformare un centro voluto per il beneficio di tutti in un affare esclusivo tra il precedente e il nuovo proprietario, ignorando completamente i diritti della comunità per la quale il centro era stato concepito. È necessario quindi un intervento immediato per garantire che il centro rimanga pubblico, accessibile a tutti e continui a rappresentare un punto di riferimento culturale per le future generazioni, evitando commistioni e contratti esclusivi di utilizzo specialmente con chi in questa impresa ha già fallito.
La partecipazione attiva della comunità, unita alla pressione politica, può fare la differenza affinché il governo statale del NSW intervenga per preservare questo asset culturale e strategico.
Allora! continuerà questa battaglia fino alla vittoria, perché quel poco di dignità che ci è rimasta come comunità non sia svenduta alla mercé e agli interessi privati.