Dopo il clamore dei festeggiamenti per i fondi raccolti in Australia a sostegno delle vittime del terremoto dell'Aquila, l'attenzione si sposta ora su una seconda raccolta, questa volta destinata a supportare il devastante sisma che ha colpito Amatrice. Come spesso accade in queste situazioni, però, l'entusiasmo iniziale ha ceduto il passo a una serie di contraddizioni e difficoltà che meritano un approfondimento. Il primo esempio di questo malfunzionamento si è visto già nelle numerose feste organizzate un po' ovunque, dove il piatto simbolo della raccolta fondi era l'immancabile spaghetti all'Amatriciana. Un piatto che, ironia della sorte, molti non sapevano nemmeno preparare correttamente, ma che si è comunque cucinato in nome della buona causa. La solidarietà, infatti, non ha bisogno di perfezione, e seppur il gesto fosse sincero, il risultato non è stato dei migliori, né sul piano culinario né su quello della trasparenza.
Come in ogni iniziativa di questo tipo, non sono mancati i consueti ritardi e le difficoltà organizzative. La distribuzione dei fondi raccolti è stata segnata da tempistiche interminabili e da una carenza di informazioni chiare su come e dove venissero effettivamente dirottati i soldi.
Un esempio emblematico di questa disorganizzazione è stato l'incontro intercomites tenutosi online da Melbourne, che nonostante l'importanza dell'evento, noi, residenti del New South Wales, ne siamo venuti a conoscenza solo tramite un corrispondente all'Aquila. La domanda sorge spontanea: che paura c'è nel divulgare le decisioni prese in queste sedi? Perché questa opacità che, alla fine, non fa altro che alimentare il disincanto e la diffidenza tra i membri della comunità?
In questo scenario di incertezze e opacità, forse, sarebbe utile inviare un nostro inviato nella zona per cercare di capire come vengano effettivamente impiegati i soldi raccolti e se davvero abbiano raggiunto i luoghi più bisognosi. Una volta che avremo fatto chiarezza su questo, potremo celebrare, magari con un altro rinfresco al Centro Culturale, ma solo dopo aver avuto risposte concrete e chiare.
"Ogni
Tira vento di pre-elezioni
Con l'avvicinarsi delle elezioni federali australiane, previste entro il 17 maggio 2025, il clima politico si fa sempre più acceso. I leader dei principali schieramenti, il Primo Ministro Anthony Albanese e il Leader dell'Opposizione Peter Dutton, sono già impegnati in una serie di apparizioni pubbliche e dichiarazioni programmatiche per guadagnare consensi tra gli elettori.
Recentemente, entrambi i leader hanno partecipato alle celebrazioni del Capodanno Lunare a Box Hill, Melbourne, sottolineando l'importanza della comuni-
Aereo passeggeri scontro con elicottero
Un volo dell'American Airlines, il 5342, si è scontrato con un elicottero militare Sikorsky H-60, in volo di addestramento, ed è caduto nel fiume Potomac, vicino all'aeroporto Ronald Reagan, a Washington, a pochi chilometri dalla Casa Bianca, dal Campidoglio e dal Pentagono. Secondo la Federal Aviation Administration, il velivolo passeggeri - un jet Crj700 - era partito praticamente A bordo dell'aereo c'erano 64 persone, mentre sull'elicottero militare viaggiavano tre soldati, come ha reso noto l'esercito americano.
tà cinese australiana. Albanese ha annunciato finanziamenti per il festival, mentre Dutton ha promesso un sostegno ancora maggiore e la creazione di un memoriale per i soldati cino-australiani.
Sul fronte delle promesse elettorali, Dutton ha dichiarato l'intenzione di mettere al bando il potente sindacato CFMEU, ridurre le dimensioni del servizio pubblico e affrontare l'inflazione, criticando le spese del governo laburista e sottolineando la necessità di migliorare la produttività.
Trump impone dazi. Messico e Canada rispondo
La “guerra dei dazi” è cominciata. E l’ha aperta Donald Trump. Lui, da Washington, dispone i dazi per Messico, Canada e Cina. Obbliga ad una risposta di difesa della propria economia il Canada, spedisce a Panama il Segretario di Stato Usa Rubio e obbliga oggi a discutere i Paesi Europei della Nato su quali misure prendere per evitare l’implosione dell’Alleanza Atlantica e – comunque – una politica di risposta a quello che per ora è un semplice rischio dazi Usa sul vecchio Continente.
Albanese, dal canto suo, ha evidenziato i successi nella gestione dell'economia e nelle relazioni internazionali, affrontando critiche sulla risposta agli episodi di antisemitismo nel paese. Con le elezioni all'orizzonte, malgrado la data rimane ancora sconosciuta, entrambi i leader stanno intensificando gli sforzi per conquistare l'elettorato. Tuttavia, con l'influenza dei Teal e di altri indipendenti ancora all'orizzonte, la possibilità di un governo di maggioranza sembra sempre più improbabile. Ma staremo a vedere.
Beer tax making a cold one more expensive
Buying a beer at the pub will become more expensive from today as the federal government's latest six-monthly tax hike takes effect.
The amount of alcohol excise charged for beer and spirits increases twice a year, in February and August, in line with inflation.
The latest alcohol excise increase, of between 2 to 3 per cent, takes effect from today, February 3. It means a pint of beer could rise to about $15.
Settimanale degli italo-australiani
Italia blocca DeepSeek
Silverdale's growth attracts interest
Fiuggi: Trent'anni dopo
L'ANFE di Brisbane si prepara ad aprire ... Atto Dovuto?! di Esposito Emanuele
La vergogna dei prigionieri ...
Settimanale degli italo-australiani
notizie istituzionali
Il Legame Friulano con l'Australia: Tradizione e Futuro
LIONE - Nel corso del secolo scorso, l'Australia ha accolto un gran numero di friulani che, insieme agli altri italiani, hanno contribuito in modo decisivo a fare di questa nazione una "Big Country". Ma ciò che rende unica la comunità friulana in Australia
Allora!
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è la capacità di mantenere un legame stretto con la "Terra Santa" del Friuli, alimentando una relazione che va oltre la semplice migrazione.
Uno degli esempi più significativi di questa connessione è il Fogolâr Cultural Center di Adelaide, un vero e proprio punto di riferimento per i friulani. Sebbene esistano numerosi sodalizi italiani in tutto il mondo, pochi hanno la fortuna di possedere una sede ufficiale che funge da Cultural Center. Questo non è un semplice spazio per incontri sociali o giochi di carte come la briscola o la scopa, ma un luogo dove le tradizioni culturali vengono celebrate e mantenute vive attraverso una varietà di attività e iniziative. Il termine Cultural assume qui un significato profondo, che va ben oltre la dimensione ricreativa.
L'Australia, infatti, è diventata la "seconda patria" per moltissimi friulani, e oggi un numero crescente di giovani guarda con interesse alla possibilità di emigrare verso il paese della Gold Coast, dove il sole e le opportunità abbondano. Questo movimento non è solo una questione di miglioramento economico, ma
anche di preservazione dell'identità culturale friulana, che continua a fiorire anche in un contesto lontano dalla madrepatria.
Le relazioni tra l'Australia e il Friuli non si limitano solo alla vita associativa, ma si estendono anche al campo educativo.
L'Istituto Uccellis di Udine, ad esempio, è in stretta collaborazione con la Valley View Secondary High School di Adelaide. Lo slogan "Every student matters" riassume l'approccio integrato e inclusivo che contraddistingue questi legami educativi, con uno sguardo rivolto al futuro, dove le relazioni tra i due paesi possono solo rafforzarsi e arricchirsi.
Chi osserva da lontano, come i friulani della Francia, non può fare a meno di provare un pizzico di invidia per l’evoluzione del Fogolâr di Adelaide, che dimostra con naturalezza come si possa coltivare la propria identità senza rinunciare a guardare al futuro. La comunità friulana in Australia, infatti, rifiorisce ogni giorno come i fiori di bottlebrush che caratterizzano il paesaggio australiano: una crescita spontanea e vibrante che preserva l'autenticità delle tradizioni.
Il caso del Fogolâr Cultural Center di Adelaide è una testimonianza di come le radici friulane, anche lontano da casa, possano rimanere forti, vivere e crescere in un contesto internazionale. L'Australia, con la sua apertura culturale, offre un ambiente ideale per questo processo di conservazione e sviluppo della cultura, un modello che il Friuli e l’Europa intera potrebbero guardare con ammirazione e forse, anche con un po' di invidia.
Un bjel mandi Friulano!
Danilo Vezzio
Presidente Fogolâr Furlan di Lione
Ucraina: Carè (Pd), Europa non
sia vassallo geopolitica
“Abbiamo assistito ad una lotta eroica del popolo ucraino, una resistenza come atto di difesa della libertà e della dignità umana. Come cittadini europei è nostro dovere aiutare l'Ucraina non solo a parole ma con azioni concrete che ne garantiscano la sicurezza e la nostra stessa stabilità. La risposta unitaria dell'Europa dimostra come è possibile agire in modo coordinato. Dobbiamo assicurare che l'Ucraina non sia solo un Paese che si difende ma che possa svilupparsi all'interno della Ue”. Così il deputato dem Nicola Carè intervenendo nella dichiarazione di voto per la proroga degli aiuti all'Ucraina.
“La diplomazia è fondamentale – continua il parlamentare Pdaffinché la pace non sia ottenuta con l'uso della forza, può essere imposta ma costruita insieme. La comunità internazionale ha
Nella recente riunione di “Food for Gaza” convocata dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato affrontato a fondo il tema dell’assistenza sanitaria immediata da offrire alla popolazione della Striscia. Il Ministro è rientrato lunedì dalla Palestina con la richiesta di accogliere in Italia un primo gruppo di 21 bambini malati oncologici. Su questo stanno già lavorando alcune Regioni e Policlinici universitari, già mobilitati in azioni di assistenza internazionale.
La riunione ha aperto una nuova fase dell’aiuto alla popolazione in Medio Oriente per una vera ricostruzione del tessuto sociale della Striscia, all’indomani del cessate il fuoco tra Israele e Hamas e dell’annuncio, da parte del Ministro Tajani, di un nuovo stanziamento da 10 milioni di Euro per interventi di emergenza in occasione dell’ultima missione in Israele e Palestina. Il Ministro Tajani sarà al porto
globale
il dovere di riattivare i canali diplomatici per costruire un'architettura sostenibile europea. Non possiamo fare dell'Europa un vassallo delle dinamiche geopolitiche globali. È tempo di decidere se vogliamo essere semplici spettatori della storia o protagonisti attivi nel plasmare il nostro destino”. “L'Ucraina ha pagato un prezzo enorme e l'Europa ha pagato un prezzo gigantesco in termini di stanchezza delle opinioni pubbliche, di prezzi delle materie prime che sono aumentati e della crescita dei partiti populisti. Noi del Pd non smetteremo mai di chiedere di far tacere le armi e consentire l'avvio di un negoziato per giungere a una pace giusta e sicura, rispettosa della verità. Speriamo si possa arrivare davvero ad una pace giusta. Trump non deve essere da solo, al suo fianco deve esserci l'Europa, che ha pagato un prezzo enorme in termini di opinione pubblica. Il nostro sostegno all'Ucraina deve essere incondizionato e strategico, solo così possiamo costruire un'Europa che promuova pace e stabilità anticipando e prevenendo i conflitti".
di Ashdod nelle prossime settimane, all’arrivo della nave che porterà i 15 camion donati al Programma Alimentare Mondiale e 15 tonnellate di nuovi aiuti sanitari di emergenza.
Alla riunione ha partecipato la Ministra dell’Università Annamaria Bernini, innanzitutto per il coinvolgimento dei Policlinici universitari. Sono intervenuti il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio; il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, in rappresentanza dell’ANCI; il Delegato per la cooperazione internazionale della Regione Emilia-Romagna Luca Rizzo Nervo, anche in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; il Vice Direttore Generale della FAO Maurizio Martina; la Direttrice internazionale di Croce Rossa Italiana Roberta Fusacchia; il responsabile di dipartimento del Programma Alimentare Mondiale ONU Dominik Heinrich.
Il raddoppio degli investimenti della BEI
nella Difesa: un'opportunità o una scelta controversa?
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha deciso di aumentare significativamente i fondi destinati alla difesa, raddoppiando gli investimenti per il 2025, dopo aver superato il miliardo di euro nel 2024. Sebbene la sicurezza sia una priorità per l’Unione Europea, questa accelerazione degli investimenti pone diverse interrogative riguardo le priorità economiche e politiche dell'Europa.
Nel suo ultimo rapporto, la BEI ha annunciato che la difesa diventerà una delle voci principali dei suoi finanziamenti, con progetti che spaziano dalla mobilità militare alla cybersicurezza, dalla protezione delle infrastrutture al deminaggio. Tra i progetti già finanziati, figurano investimenti per satelliti a uso duale in Polonia e porti in Danimarca adattati alle necessità della NATO. Ma c'è una domanda che rimane in sospeso: a che costo?
Il rafforzamento delle capacità militari europee è certamente in linea con le direttive NATO, che spingono gli Stati membri a destinare almeno il 2% del PIL alla difesa. Tuttavia, il continuo aumento delle spese in armamenti solleva preoccupazioni sulla direzione politica e sociale dell'Europa. Investire enormi risorse in armamenti non rischia di distogliere attenzione e risorse da altre urgenti necessità sociali, come la sanità, l'istruzione o la sostenibilità ambientale? In un periodo di incertezze economiche, con milioni di cittadini europei alle prese con l'inflazione e la precarietà del lavoro, non sarebbe più prudente rivedere queste priorità?
A prima vista, l'espansione dei finanziamenti sembra un passo inevitabile in un'epoca di crescente instabilità geopolitica, ma l'Europa sta davvero prendendo la strada giusta? Raddoppiare i fondi per la di-
La vergogna dei prigionieri: il prezzo del ricatto e la glorificazione della violenza
di Marco Testa
fesa potrebbe aumentare la competitività, ma rischia anche di alimentare una corsa agli armamenti che potrebbe alimentare nuove tensioni, invece di risolvere i conflitti. La NATO, pur sollecitando un aumento della spesa militare, non ha mai esplicitamente suggerito che l'Unione Europea dovrebbe concentrarsi principalmente su progetti a uso esclusivamente bellico, piuttosto che investire in tecnologie di difesa a duplice uso, che potrebbero essere dirette verso una vera e propria "sicurezza comune" per i cittadini.
Inoltre, la strategia della BEI include un abbattimento della burocrazia per accelerare l'attuazione dei progetti. Sebbene possa sembrare una semplificazione necessaria, la mancanza di trasparenza potrebbe generare dubbi su come e dove i fondi vengano effettivamente utilizzati, specialmente se le decisioni vengono prese in fretta per soddisfare le pressioni politiche internazionali. Se da un lato l'idea di semplificare le procedure potrebbe velocizzare i processi, dall’altro potrebbe compromettere la necessaria vigilanza e controllo sui progetti.
In questo contesto, l'Europa si trova di fronte a una scelta fondamentale: continuare a privilegiare la spesa per armamenti, rischiando di aumentare la dipendenza dalle dinamiche belliche globali, o puntare su investimenti in innovazione, diplomazia e sicurezza collettiva? Il raddoppio degli investimenti nella difesa potrebbe essere visto come una risposta alle sfide globali, ma non è detto che l'Europa stia percorrendo la strada giusta. Le risorse investite in armamenti potrebbero, infatti, sottrarre risorse vitali ad altre aree che potrebbero contribuire in modo più diretto e sostenibile al benessere della società nel lungo termine.
Lo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele rappresenta uno dei capitoli più inquietanti del conflitto israelo-palestinese. La sproporzione degli scambi – un ostaggio israeliano liberato in cambio di venti prigionieri palestinesi – è un'umiliazione che solleva interrogativi sulla giustizia, sulla moralità e sulla natura stessa di questi accordi.
Israele si è trovato costretto a cedere a un ricatto morale, liberando individui che non sono semplici “resistenti”, come vengono definiti dalla propaganda, ma spesso criminali macchiati di attentati, omicidi e attacchi terroristici.
Tra i rilasciati, infatti, ci sono persone condannate per aver pianificato e partecipato a violenze contro civili innocenti.
Questo compromesso non è solo una vittoria per Hamas, che sfrutta la vita degli ostaggi come arma di pressione, ma anche un pericoloso precedente che incentiva ulteriori sequestri e uccisioni.
Ancora più sconcertante è la celebrazione che accompagna questi rilasci. Le strade di Gaza e di altre città palestinesi si riempiono di parate in onore di uomini che hanno contribuito a seminare il terrore.
Un mondo che premia la violenza e la considera una forma
di eroismo si condanna a un ciclo infinito di sofferenza. Hamas non rilascia ostaggi per umanità, ma per strategia politica e per riaffermare il proprio potere.
E tutto d'un tratto, nelle immagini che arrivano dalle zone dello scambio, il quadro cambia. Non ci sono più bambini che giocano per strada, né madri che allattano nei campi profughi.
A comparire sono uomini armati, con il volto coperto. Le telecamere catturano sguardi duri, fucili sollevati in segno di vittoria, bandiere sventolate con esultanza. La narrazione umanitaria si dissolve nel fragore della propaganda.
È evidente che Hamas non rappresenta il popolo palestinese. Si tratta invece di una minoranza di esaltati che ha trasformato la religione in un’arma per seminare morte e distruzione. La loro ideologia estremista non ha nulla a che fare con il desiderio legittimo di autodeterminazione dei palestinesi, che da decenni soffrono sotto il peso di una leadership corrotta e violenta.
Hamas non lavora per la pace né per la costruzione di un futuro dignitoso per il proprio popolo, ma per perpetuare un conflitto senza fine che giova solo ai suoi leader e alla loro sete di potere.
Il diritto internazionale stabilisce che prigionieri e ostaggi dovrebbero essere trattati con dignità e umanità.
Ma quando una parte usa civili innocenti come merce di scambio e l’altra è costretta a liberare persone che hanno commesso crimini gravi, il concetto stesso di giustizia viene distorto.
La guerra in Medio Oriente si trova davanti a una scelta impossibile: lasciare cittadini nelle mani di rapitori o cedere a un compromesso che rischia di minare la sicurezza a lungo termine, glorificando chi ha portato Gaza a divenire tabula rasa.
In ogni caso, Hamas ottiene ciò che vuole: il rafforzamento della sua immagine e il consolidamento della sua capacità di negoziare attraverso la violenza.
Nel frattempo, le vittime di attentati e le loro famiglie vedono i colpevoli tornare a casa accolti da onori.
Se la comunità internazionale continua a chiudere un occhio sulla glorificazione del terrorismo e sulla distorsione della realtà, il prezzo da pagare sarà sempre più alto.
Il popolo palestinese merita di meglio di Hamas, e la pace sarà possibile solo quando il fanatismo sarà sconfitto da una leadership capace di costruire, invece di distruggere.
opinioni e pareri
La ricerca della pace in un mondo da ricomporre
di Angela Casilli
Il 2025, può essere l’anno decisivo per cercare soluzioni ai problemi aperti dalla guerra in Ucraina e in Medio Oriente, soluzioni che non si sono viste finora, ma lo scenario internazionale presenta elementi di novità che possono diventare occasioni, come la fragile tregua tra Israele e Hamas nella striscia di Gaza e l’elezione di Trump, per la seconda volta, alla presidenza degli Stati Uniti.
La politica, che sopravvive alle guerre anche se può esserne responsabile, sa quando è il momento di agire, perché è solo la politica che costruisce il risultato di ogni trattativa ed è, proprio per questa ragione, che il 2025 può essere l’anno in cui la diplomazia riuscirà a risolvere le grandi crisi in Europa e Medio Oriente.
A guidare il fronte europeo che finora ha sostenuto l’Ucraina, che combatte per evitare di venire schiacciata dalla Russia, come è negli obiettivi di Putin, deve essere la convinzione che il nuovo Presidente americano, impegnato a rendere l’America più grande, non può permettersi accordi al ribasso.
Il ruolo di Donald Trump riserverà qualche sorpresa, com’è nella natura dell’uomo, ma sono in molti, a ragion veduta, a sostenere che Trump non vorrà mai apparire come un perdente nei confronti del suo rivale russo.
Solo partendo da questo presupposto si potrà lavorare, senza arretrare, pensando ad un accordo per chiudere con le ostilità e far entrare l’Ucraina nella UE, in tempi rapidi e assicurare così una tranquilla convivenza futura.
Sarà interessante vedere Trump all’opera, perché al tycoon serviranno strumenti più sottili e sofisticati di quelli utilizzati nel primo mandato, o delle promesse fatte in campagna elettorale; sarà interessante vederlo alla prova, una volta spenti i fuochi d’artificio della sua elezione alla Casa Bianca per un secondo mandato.
Intanto l’Europa ha la possibilità di tornare ad avere un ruolo importante nello scacchiere medio-orientale, partecipando alla ricostruzione di quanto la guerra nella striscia di Gaza e la caduta del regime di Bashar al Assad in Siria, con il suo spaventoso bilancio di vittime, sta rendendo più urgente.
Anche in questo caso, sarà la politica chiamata a decidere, approfittando degli spazi che si sono aperti, in tempi che si spera brevi, e in grado di riempire un vuoto insidioso.
La missione di Francia e Germania a Damasco fa capire la portata della sfida, perché solo la diplomazia può scongiurare derive autoritarie e restituire la Siria ai siriani.
La decapitazione parziale di Hamas e di Hezbollah, ha aperto nuovi scenari che richiedono una presa di coscienza da parte di Israele, sulla impraticabilità di prolungare all’infinito la situazione attuale, sulla necessità di risolvere una volta per tutte la questione palestinese.
La tregua raggiunta a fatica e la restituzione dei prigionieri da ambo le parti sono indicative di una svolta che la comunità internazionale ha il dovere di facilitare.
Il 2025 è l’anno per farlo, anche perché il tempo stringe e la politica, sempre più spesso, non riesce a trovare la migliore soluzione ai problemi che sorgono, perché indebolita dai tentativi di ridimensionare, se non addirittura minacciare, i valori della democrazia, come le derive autoritarie di più di un Paese dimostrano chiaramente.
Se sono messi in discussione, gli sforzi della diplomazia perdono di credibilità e la possibilità di riparare ai danni, che le guerre producono, svanisce nel nulla.
di vergogna?
Atto dovuto?!
di Esposito Emanuele
Ero preoccupato che i giudici italiani di sinistra non si muovessero contro il governo Meloni, ed eccomi accontentato.
Si sa che la sinistra, senza la magistratura, fatica a fare politica: quando è all’opposizione, cerca sempre l’appoggio dei giudici per far cadere il governo. La storia repubblicana italiana è piena di esempi di governi rovesciati senza passare dalle elezioni.
La settimana scorsa, l’avvocato Luigi Li Gotti ha presentato una denuncia dopo che il governo italiano aveva liberato Osama Almasri Njeem, nonostante un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale. Questo individuo viaggiava in Europa da luglio, ma la richiesta di arresto è arrivata solo il 2 ottobre ed è stata accolta dalla Corte il 18 gennaio, con una procedura quantomeno discutibile. Solo alle 3 del mattino del 19 gennaio l’Interpol ha emesso la “red notice”, quando Almasri era già in Italia. Eppure, era stato fermato e identificato in Germania il 15 gennaio e poi rilasciato.
Fa effetto che un avvocato come Li Gotti, che ha difeso mafiosi colpevoli di crimini efferati, parli di morale. Inoltre, è stato sottosegretario nel governo Prodi, il che fa pensare a un’azione più politica che giuridica. Se la sua fosse una denuncia dettata da senso di giustizia, perché non si è indignato quando Abedini è stato liberato nello scambio con Cecilia Sala?
La denuncia contro il governo Meloni e i ministri competenti non è un atto dovuto, ma un attacco politico. L'Italia ha esercitato un diritto internazionale, la "Ragion di Stato", lo stesso prin-
cipio adottato per il rilascio di Cecilia Sala.
Ogni giorno centinaia di cittadini italiani denunciano membri del governo, e spesso questi esposti finiscono nel dimenticatoio. Ma in questo caso non si è persa l’occasione di fare propaganda contro un esecutivo che sta ottenendo ottimi risultati sul piano internazionale. Dove sono ora i grandi liberali di sinistra? Perché non si sono indignati quando si sono liberati collaboratori accusati di terrorismo? Forse perché la loro morale è a senso unico?
Il governo ha agito legittimamente per proteggere gli interessi nazionali. Il vero scandalo è che la Corte Penale Internazionale abbia agito solo dopo che Almasri era sul territorio italiano, mentre in Germania non era stata presa alcuna misura.
Questa vicenda è solo l’ennesima bolla di sapone, utile ai talk show di sinistra ma priva di reali conseguenze. Se l’opposizione fosse capace di proporre alternative politiche invece di affidarsi alla magistratura, forse avrebbe qualche speranza di risultare credibile.
Se la sinistra continua con questo gioco, utilizzando la magistratura come arma politica, la Meloni governerà per altri vent’anni. Proprio come accadde con Berlusconi, dopo il berlusconismo avremo con immensa gioia il "melonismo".
Continuate pure su questa linea, che le state solo facendo un favore. Nel frattempo, la Meloni agisce: basta guardare i dati ISTAT sull’export e quelli economici a livello europeo. Mi raccomando, continuate ad attaccare…
La fotografia è stata pubblicata sui social dai senatori della Repubblica Italiana, i cosiddetti "democratici". Se questo è il concetto di democrazia in Italia, siamo davvero messi male. Poi parlano di rischio fascismo e odio nel Paese… ma non provano un minimo
dall'Italia e dal mondo
Trump attacca il 14esimo emendamento: il giudice Coughenour congela il suo ordine
di Domenico Maceri
esecutivo sullo ius soli
“Si tratta di un ordine palesemente incostituzionale.... Nei quarant'anni che faccio questo lavoro non ho mai affrontato un caso talmente chiaro”. Con queste parole il giudice federale John Coughenour nello Stato del Washington ha caratterizzato l'ordine di Donald Trump che revocherebbe lo ius soli, il diritto alla cittadinanza per i nati negli Stati Uniti. Nella miriade di ordini esecutivi emessi il primo giorno dopo essersi insediato alla Casa Bianca spiccava quello sulla cittadinanza per nascita. Il 47esimo presidente dopo avere firmato l'ordine esecutivo ha dichiarato che gli Stati Uniti sono “l'unico Paese” a conferire la cittadinanza per nascita. Non si sa se si tratti di una menzogna o di semplice ignoranza. I fatti ci dicono che lo ius soli è usato da tutti i Paesi delle Americhe. Lo usano anche altri Paesi mentre altri stanno modificando le loro leggi per renderle più inclusive, tenendo presente le aumentate migrazioni, cercando il modo migliore di integrare i nuovi arrivati.
Eugene Robinson, vincitore di un Premio Pulitzer, scrivendo nel Washington, vede un legame razziale nell'ordine esecutivo di Trump. Ha ragione perché il 14esimo emendamento che garantisce la cittadinanza a tutti coloro nati negli Usa emerse subito dopo la fine della Guerra Civile nel diciannovesimo secolo. Fino all'approvazione dell'emendamento erano esclusi dalla cittadinanza non solo gli schiavi ma persino gli afro-americani che in qualche modo avevano ottenuto legalmente la loro libertà. Questo lo aveva confermato la Corte Suprema nel caso Dred Scott Vs. Sanford del 1857. L'approvazione del 14esimo emendamento nel 1868 ci dice che “Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e sottoposte alla relativa giurisdizione sono cittadine degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono”. L'idea era di garantire la cittadinanza agli afro-americani liberati dalla schiavitù ma questo diritto fu esteso a tutti, l'unica eccezione sono i figli di diplomatici. Il 14esimo emendamento è stato sfidato nel corso degli anni ma è sempre stato mantenuto persino per i figli nati in America anche quelli i cui genitori erano nel Paese senza diritto di residenza legale. Nel 1898 la Corte Suprema confermò questo diritto come ci ricorda il caso di Wong Kim Ark, nato negli Usa da genitori senza permesso di residenza le-
“Nessuna elezione durante la guerra -Zelensky” Strane scritte sui muri a Roma sul voto
in Ucraina
gale. La Corte Suprema chiarì che ogni residente degli Stati Uniti rientra “nella fedeltà e protezione e di conseguenza soggetto alla giurisdizione degli Stati Uniti”. Nel suo ordine esecutivo Trump mette in dubbio la giurisdizione statunitense di donne senza documenti di residenza legale, ma anche quella di donne temporaneamente negli Usa come studentesse, o con visto di turisti.
L'ordine di Trump, se non fosse stato bloccato, avrebbe anche diretto le agenzie governative ed ospedali a controllare la situazione immigratoria delle madri la cui giurisdizione non rientra nelle direttive dell'ordine esecutivo.
Le autorità che rilasciano i certificati di nascita attualmente non controllano lo status migratorio della madre né del padre. L'ordine esecutivo avrebbe causato seri guai a questi ospedali che devono anche preoccuparsi della copertura sanitaria di queste madri. Come se non bastasse lo stress tipico delle donne che stanno per avere un bambino Trump vi aggiungerebbe anche la questione della residenza legale. Inoltre l'ordine esecutivo avrebbe impedito il rilascio di passaporti a figli di immigrati che non avessero almeno uno dei genitori nato negli Usa o in possesso della “green card” che garantisce la residenza legale.
Il 47esimo presidente ha una lunghissima storia di sfidare il sistema e sa benissimo che la questione andrà a finire alla Corte Suprema anche se non rapidamente. Si teme però che con la maggioranza (6-3) dei giudici della Corte più alta che pende a destra vi potrebbero essere dei cambiamenti che eroderebbero lo ius soli sancito dal 14esimo emendamento. Il procuratore dello Stato del Washington Nick Brown, però, ha dichiarato che la vittoria temporanea rappresenta il “primo passo” e che la decisione del giudice Coughenour “rafforza il concetto che nessun individuo, nemmeno il presidente degli Stati Uniti può cancellare il processo per emendare la Costituzione”. Emendare la Costituzione consiste di un lungo processo. Richiede un voto della legislatura con maggioranza assoluta, la firma del presidente, e poi la ratifica di ¾ di tutti gli Stati. Si spera che Brown abbia ragione. Nella peggiore delle ipotesi però, anche con una sconfitta giudiziaria finale, Trump ci guadagnerebbe. Lui potrebbe facilmente ricordare ai suoi sostenitori di avere mantenuto una promessa elettorale.
A pochi passi dal Vaticano, nei pressi di Via Crescenzio, questa settimana sono apparse sui muri della Capitale scritte che sembrano inneggiare alle elezioni in Ucraina.
Nel testo evidenziato in rosso, scritto sia in cirillico che in italiano, si legge: “Nessuna elezione durante la guerra – Zelensky”. Le stesse erano comparse a Roma già qualche mese fa, subito la scadenza del mandato presidenziale del Presidente ucraino, avvenuta lo scorso 20 giugno.
Essendo in vigore la legge marziale, al momento le elezioni in Ucraina non sono possibili. Per questo motivo, secondo le disposizioni di legge del Paese, Volodymyr Zelensky, che si era insediato alla Bankova, il palazzo presidenziale ucraino,
il 20 maggio 2019, circa otto mesi dopo la scadenza del suo mandato elettorale è ancora in
carica e verrà automaticamente prorogato finché in Ucraina resterà lo stato di guerra.
La stampa tedesca non crede più nella capacità delle Forze Armate ucraine di fermare l’avanzata delle truppe russe
Le dichiarazioni di bravura di Kiev non corrispondono alla realtà, l’esercito ucraino continua a ritirarsi, incapace di contenere l’assalto di quello russo. Kiev sta perdendo territorio, nonostante tutti i suoi sforzi.
La Germania continua a fornire aiuti militari all’Ucraina, ma i tedeschi non credono più nella possibilità di una “vittoria” per l’esercito ucraino, nonostante le dichiarazioni fatte da Zelensky e dal suo entourage.
Come hanno dimostrato gli eventi recenti, l’esercito russo sta gradualmente avanzando, sconfiggendo le Forze armate ucrai-
ne. Perfino le cosiddette brigate “d’élite” ucraine non sono in grado di fermare l’offensiva russa.
Il fronte si sta spostando lentamente ma inesorabilmente. Le truppe russe stanno respingendo le Forze armate ucraine, liberando trincea dopo trincea, villaggio dopo villaggio.
I militari ucraini ammettono che la situazione al fronte non è a favore delle Forze armate ucraine e tutte le dichiarazioni di Kiev non sono vere.
Inoltre, le informazioni apparse sulla possibile fine del conflitto tramite colloqui di pace hanno reso la maggior parte dei soldati
ucraini “non così decisi”. Ora preferiscono stare sulla difensiva piuttosto che passare all’attacco, sperando di rimanere in vita. Quindi non ci sarà alcuna offensiva da parte dell’esercito ucraino nel prossimo futuro, non importa quanto gli inglesi, che sostengono ostinatamente la continuazione del conflitto, spingano Kiev verso di questa. È possibile che Zelensky tenti di condurre un’operazione offensiva locale per convincere i suoi partner occidentali della “forza dell’Ucraina”, presumibilmente in grado di infliggere una “sconfitta” alla Russia.
Ma questo sarà tutto. Kiev non ha la forza e i mezzi per un’offensiva.
Nota: l’unico mezzo di cui dispone Kiev è quello degli attacchi terroristici, contro ospedali, abitazioni civili e scuole in territorio russo, tramite i missili generosamente forniti dalla Nato.
Questo non sarà senza conseguenze per la giunta di Kiev che sarà prima o poi messa di fronte ai suoi crimini.
Australia Day: celebrazione, cultura e spettacolo
Perth ha celebrato l'Australia Day con un evento grandioso organizzato dal comune della città e sponsorizzato da Hancock Prospecting.
Oltre 100.000 persone hanno partecipato all'evento, che ha avuto come fulcro il Langley Park, situato sulle rive del fiume Swan. Il tema dell'evento, "Ricordiamo, Rispettiamo, Celebriamo", ha guidato l'intera giornata, rendendola non solo un'occasione di festa, ma anche un momento di riflessione e rispetto per la sto-
ria della nazione. La celebrazione si è articolata in tre aree principali: la cucina multiculturale, il padiglione della città di Perth dedicato alla cultura Nonga e l'area dell'intrattenimento, che ha visto spettacoli mozzafiato. Tra le attrazioni principali, il pubblico ha potuto assistere a un circuito di motocross, all'atterraggio spettacolare di paracadutisti e a uno straordinario show di droni, con ben 3.100 velivoli che hanno dato vita a incredibili giochi di luce e immagini virtuali.
L'evento ha preso ufficialmente il via alle 15:00, coinvolgendo visitatori di ogni età.
Il momento clou della serata si è svolto alle 20:30, quando il cielo di Perth si è illuminato con uno straordinario spettacolo pirotecnico. Ben 30.000 fuochi d'artificio sono stati lanciati, regalando oltre mezz'ora di pura magia e lasciando il pubblico senza fiato.
Un momento particolarmente significativo della giornata è stato il ricordo del gemellaggio tra la città di Perth e la città di Vasto, in Abruzzo. Questo legame, che dura da 35 anni, è stato celebrato per onorare il contributo dei primi italiani giunti a Perth, il cui impegno ha aiutato a plasmare la comunità e lo sviluppo della città. A sottolineare l'importanza di questo legame, era presente il sindaco di Vasto, Francesco Menna, che ha portato il saluto della città italiana.
L'Australia Day a Perth ha rappresentato un perfetto equilibrio tra celebrazione, rispetto per la storia e inclusione culturale, offrendo un programma che ha saputo unire tradizione e innovazione.
Un evento che ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei partecipanti e che continua a rafforzare i legami tra le diverse comunità che fanno parte della grande famiglia australiana. MGS
Il Governo della Allan perde consensi
di Mariano Coreno
In un sondaggio condotto dal giornale THE AGE viene fuori una notizia poco incoraggiante per il governo laburista guidato dalla Premier del Victoria, Jacinta Allan e compagni. Ci sembra quasi impossibile che il voto primario del suo governo sia sceso fino al 22 per cento!
Ma la Resolve Political Monitor lo conferma. Invece, l'opposizione e' al 42 per cento (voto primario) con 7 punti in più rispetto alle elezioni del 2022. Questo vuol dire che se le elezioni fossero indette adesso il 37 per cento degli elettori fedeli al partito laburista voterebbero per i Verdi, Indipendenti e perfino per la Coalizione del nuovo leader, Brad Battin, che ha preso il posto di John Pesutto, costretto a dimettersi per ragioni note.
E Battin, in poco tempo, sempre secondo il sondaggio, sarebbe anche avanti come Premier favorito con il 37 per cento contro i 27 per cento della Allan. Ma, attenzione, le elezioni si terranno il
prossimo anno e le cose potrebbero cambiare. Non ci sembra giusto scaricare tutte le colpe sulla Premier Jacinta Allan, la quale ha ereditato la politica fallimentare di Andrews e del Tesoriere Tim Pallas, da poco andato in pensione lasciando pesanti debiti. La svolta negativa del partito laburista ha origini nel periodo del Covid-19 e dei numerosi Lockdowns e soldi spesi per sostenere programmi inutili. E per concludere, non ha aiutato il carovita, l'inflazione, la mancanza di fondi per portare a termine i lavori iniziati dalla precedente amministrazione ed i pochi investimenti. Adesso, il primo Ministro, Anthony Albanese, ha reso noto che il governo Allan potrebbe ottenere 2 miliardi per proseguire col progetto Melbourne Airport.
Ma, la Premier, non ha dato ancora una risposta poiche' vorrebbe avere anche i fondi per il Suburban Rail Loop, croce e delizia della Allan. Vedremo ancora qualche burrasca?
CO.AS.IT Programmi Culturali
Simposio “Molto Bello: Innovazione e Collaborazione –Design Italiano Moderno”
In collaborazione con l’Heide Museum of Modern Art, questo simposio di un giorno approfondirà il ruolo dell’Italia come leader globale nel design.
Laboratori di scrittura con l’autrice Elise Valmorbida
Questi laboratori pratici e creativi, condotti dalla rinomata autrice italo-australiana Elise Valmorbida, hanno riscosso un successo straordinario e sono già tutti al completo!
Laboratorio di 2 giorni - sabato 8 febbraio, sabato 15 febbraio
Laboratorio di un giorno - 22 marzo
Tutti al completo
Contatto di Elise Valmorbida: elise@word-design.co.uk
Presentazione del libro After the Fall di Flavia Marcello
Un evento imperdibile con la Professoressa Flavia Marcello, che presenterà il suo libro dedicato all’architettura fascista a Roma, esplorando i cambiamenti dopo la caduta del regime. Martedì 25 febbraio 2025
Contatto di Flavia Marcello (che è anche la persona di contatto per il Molto Bello Symposium) flaviamarcello8@gmail.com or 0421 575 04.
La Premier e la Governatrice hanno festeggiato l'Australia Day
di Mariano Coreno
La Premier del Victoria, Jacinta Allan, e la Governatrice, Margaret Gardner, hanno festeggiato l'Australia Day con una bella cerimonia svoltasi nella Government House. La Premier ha lasciato una dichiarazione anche alla stampa, dicendo: "Happy Australia Day! Rispetto anche quelli che non lo festeggiano. Dobbiamo, però, concedere spazio e merito a quelli che lo festeggiano".
È tornato a Melbourne, dopo essere stato onorato e dichiarato dal primo Ministro, Anthony Albanese, a Canberra, il "Cittadino dell'Anno", l'ex giocatore ed allenatore del Football Australiano, Neale Daniher, che è riuscito a raccogliere, grazie alla sua iniziativa, $100 milioni per favorire le ricerche per poter curare quelli affetti dalla "neurone disease".
Nella St Kilda Town Hall, molti nuovi arrivati hanno preso la
cittadinanza australiana. Una neo cittadina ha espresso il suo entusiasmo dicendo: "Sono molto contenta, questo Paese mi piace immensamente! Mi piace il modo di vivere, la natura con tante specie di animali e la possibilità di un lavoro sicuro ". Il leader dell'opposizione, Brad Battin, ha promesso che se andranno al potere nel 2026, obbligheranno tutti i municipi del Victoria a festeggiare l'Australia Day. Le comunità etniche sanno bene come sia necessaria l'unità e l'amore ed il rispetto verso il Paese che ci ospita. I brutti fatti nel Medio Oriente hanno creato delle divisioni negli ultimi tempi; ma non bisogna assolutamente farsi condizionare da quello che succede in altri paesi del mondo. Noi immigrati, dobbiamo amare la terra dove siamo nati; ma nello stesso tempo dobbiamo ringraziare l'Australia che ci ospita, che ci permette di realizzare i nostri sogni. Dovrebbe essere un vantaggio avere "due mamme".
Sam "Punisher" Abdulrahim ucciso dalla malavita
Dopo 3046 giorni di ricerche per eliminare dagli affari illegali Sam Abdulrahim, detto il "Punisher" per la sua potenza, e' stato trovato nel sobborgo di Preston, in pieno giorno, e assassinato a colpi d'arma da fuoco in un parcheggio di automobili a High St., Preston, non troppo distante dalla Preston Market.
Altri attentati effettuati prima dai criminali non hanno avuto successo. Il primo tentativo porta la data del 10 marzo, 2019; il secondo nel mese di luglio dello stesso anno; il terzo il 25 giugno del 2022; il quarto il 24 maggio, 2024; il quinto 9 giugno 2024. il sesto, cioe' l'ultimo, quello fatale, in data 28 gennaio 2025.
A questo punto la vittima incominciava a sentirsi imprendibile, capace di sventare ogni pericolo, anche se sapeva di essere cercato per essere giustiziato. I fatti sono da legare alla "Guerra del Tabacco" che sta seminando devastazione e terrore da molto tempo a Melbourne.
Adesso la polizia sta cercando di trovare il colpevole o i colpevoli. Esiste già un elenco di individui sospetti; ma non si possono arrestare
se non si hanno le prove. Anzi, ora la polizia teme che ci siano altri attentati per vendicare la morte di Abdulrahim.
Le gangs non lasciano mai impunita la perdita di un membro del suo gruppo. È necessaria la vendetta, una specie di rivincita. Abdulrahim lascia una storia ricca di fatti e misfatti. È stato membro del gruppo "Bikie" Mongols ed ha fatto anche il pugile. Ultimamente, aveva trascorso molte settimane
Lazio Marche Social Club Uniti
Ogni martedì, dalle ore 7.30 pm. Bocce per principianti. Ragazzi, ragazze e adulti (di tutte le età) sono i benvenuti. L'evento è organizzato da Bocce Victoria. Email: info@boccevictoria.com
Ogni giovedì, ore 7.30 pm. Bocce per membri, Prenotazioni contattando Antonio Biancacci al n. 0411 335 701.
Ogni venerdì, ore 6.30 pm. Cena con un piatto e vino. E pure Bocce Team Challenge, gioco di carte oppure semplicemente stare in compagnia con gli amici, Costo $15. La sede del Club è situata a: 327 The Broadway, Reservoir, Victoria.
La stampa australiana ha quasi ignorato la scrittrice coreana, premio nobel 2024, Han Kang
Ho letto poco, quasi niente, sui giornali australiani, della scrittrice coreana, premio Nobel 2024 per la letteratura, Han Kang, autrice della bella storia dal titolo "La vegetariana". Giustamente, invece, è stata tradotta in italiano e pubblicata dalla famosa casa Editrice Adelphi. Dicono i critici italiani che la Kang non somiglia a nessuno, non fa nulla per confrontarsi con altri.
"Perché è così terribile morire?", la domanda ultima di que-
Angelo
viaggiando per l'Asia divertendosi tranquillamente. Corrono voci che l'omicida sia stato pagato 2 milioni di dollari per portare a termine il delitto. Non mancano i "professional killers''! Per raccontare bene la criminalita' esistente a Melbourne ci vorrebbe la penna di Roberto Saviano, autore del libro "Gomorra". Però, sia ben chiaro, la maggioranza è costituita da gente buona.
Mariano Coreno
sto romanzo che è una esperienza estrema.
Han Kang ha 53 anni e ha vinto pure Man Booker Prize nel 2016.
La sua prosa è poetica, fluente e piccante poiché tratta la fragilità della vita umana. Il guaio è che, come in questo caso, "Non si dà a Cesare quello ch'è di Cesare". E con queste note sto cercando di riparare alla trascuratezza dei letterati australiani. Forse vale poco, ma non posso fare di meglio.
Mariano Coreno
Notta e il cappello alla Trump
A Melbourne, le cose a volte prendono pieghe inaspettate. È successo ad Angelo Notta, che per festeggiare il compleanno di un amico al Captain Baxter di St Kilda, ha indossato un cappello con la scritta "Make America Great Again", pensando non ci fosse nulla di strano. Ma pochi minuti dopo essere arrivato, è stato chiamato dal direttore, che gli ha chiesto di togliersi il cappello.
Notta ha protestato, chiedendo: "Da quando c'è una politica contro i cappelli?" Il manager ha risposto: "Qualcuno potrebbe offendersi per motivi politici." Per
non rovinare la festa, Notta ha accettato di rimuoverlo, ma ha confessato ai suoi amici: "È possibile offendersi per un cappello? Ognuno dovrebbe avere il diritto di esprimere la propria opinione senza violenza."
Un episodio curioso, soprattutto considerando che Notta era un frequentatore abituale del locale, conosciuto anche dal proprietario. Evidentemente, Trump non è apprezzato da tutti, nonostante la sua popolarità.
Un consiglio per chi porta il cappello del Presidente: fate attenzione, a Melbourne non ci si annoia mai! Mariano Coreno
Mariano Coreno e Tom Padula
Inaugurato l’Anno Lunare al Tempio Buddista Fo Guang Shan Nan Tien, di Berkeley
Il Capodanno Cinese, noto anche come Festa di Primavera, è una delle celebrazioni più significative nella cultura cinese e in molte altre culture asiatiche. Questa festività segna l'inizio del nuovo anno secondo il calenda-
rio lunare e viene osservata con una serie di tradizioni e rituali volti a portare fortuna, prosperità e felicità per l'anno a venire. Nel 2025, il Capodanno Cinese è iniziato il 29 gennaio, inaugurando l'Anno del Serpente di
Legno. Il Serpente è simbolo di trasformazione, cambiamento e crescita. L'elemento Legno aggiunge connotazioni di rinnovamento e sviluppo, suggerendo un periodo propizio per nuove opportunità e progressi personali.
Le celebrazioni includono una varietà di attività tradizionali, come riunioni familiari, pasti festivi, danze del leone e del drago, fuochi d'artificio e l'uso del colore rosso nelle decorazioni, considerato di buon auspicio. Queste usanze mirano a scacciare gli spiriti maligni e ad accogliere la fortuna per il nuovo anno.
A Berkeley presso il Tempio buddista Fo Guang Shan Nan Tien, la scorsa domenica si è tenuta una celebrazione speciale per il Capodanno Lunare. L'evento ha visto la partecipazione di intere famiglie e persone di tutte le età, riunite per festeggiare insieme. La giornata è stata arricchita da spettacoli musicali e numerose bancarelle che offrivano una varietà di cibi tradizionali, creando un'atmosfera vivace e coinvolgente.
Tra i partecipanti, Maria Di Carlo ha espresso la sua gratitudine al Reverendo MiaoYou per l'invito, sottolineando l'importanza di tali eventi nel promuovere la comprensione e l'apprezzamento delle diverse culture all'interno della comunità.
Il Tempio Nan Tien, noto per la sua architettura maestosa e la sua missione di promuovere il buddismo umanistico, svolge un ruolo centrale nella comunità di Wollongong, offrendo non solo un luogo di culto, ma anche uno spazio per eventi culturali e educativi che arricchiscono la vita della comunità locale.
Le celebrazioni del Capodanno al Tempio Nan Tien rappresentano un momento di unione e riflessione, offrendo l'opportunità di immergersi nelle tradizioni culturali e di accogliere con speranza e positività l'Anno del Serpente di Legno.
Visita della Console Angelini Marinucci alla nuova sede dell’ANFE Club
BRISBANE - La Console d’Italia a Brisbane Luna Angelini Marinucci ha visitato la nuova sede dell’ANFE Club – Associazione Nazionale Famiglie Emigrate a Stafford (Brisbane). “In un momento in cui in Australia come nella maggior parte dei paesi del mondo l’associazionismo italiano è in difficoltà e il numero degli associati sta diminuendo, la Comunità Italiana di Brisbane può elogiare il comitato ANFE
e la Presidente Maria per tutto lo sforzo, la passione e l’audacia nell’aprire una struttura moderna e nuova di zecca per ospitare italiani, italo-australiani e i loro eventi”, sottolinea il Consolato sui social, dando una piccola anticipazione: “ci sarà anche un Museo dell’Emigrazione Italiana nel Queensland in una delle sale”. “Non vediamo l’ora di essere accolti nel nuovo club! Grazie, ANFE”. (Inform)
Sagra della Melanzana al Calabria Club, Bulla
Il Calabria Club di Melbourne
organizza la "Sagra della Melanzana" per il giorno 9 febbraio dalle ore 11 am. alle ore 6 pm. "Un viaggio tra arte, musica cucina calabrese"
Autentiche ricette calabresi; mostra fotografica e d'arte Musica tradizionale dal vivo; attività per bambini.
Attività, comprende anche il Tour Virtuale della Calabria; Am-
pia biblioteca di libri; Face Painting per bambini. Musica dal vivo: The Rustica Project e Viva Cu Sona. Per ulteriori informazioni: 0410 860 036
Il Calabria Club si trova al N. 5, Uniting Lane, Bulla, Vic. Evento organizzato in collaborazione con Segmento Foundation.
L'ANFE di Brisbane si prepara ad aprire un nuovo
Dopo oltre quattro decenni di storia nella sede di Newstead, l'ANFE di Brisbane ha aperto un nuovo capitolo con l'inaugurazione di una nuova sede, un passo fondamentale per garantire continuità e crescita alla comunità italiana della città. Maria Maruca, presidente dell'ANFE Brisbane, ha raccontato in esclusiva a Marco Testa di Allora! la storia e l'evoluzione di questa importante associazione.
"L'ANFE è nata nel 1962 a Brisbane," spiega Maruca. "Tutto è iniziato grazie a Maria Federici, una figura di grande rilievo per l'associazionismo italiano. Lei era alla stazione ferroviaria a
niziativa di Annibale Boccabella e di altri membri del comitato, riuscimmo a costruire una sede ufficiale a Newstead. Fu inaugurata il 22 novembre di quell'anno e per oltre 40 anni è stata la nostra casa." La sede di Newstead divenne presto un punto di riferimento per la comunità. "Ricordo quando ero giovane, ogni domenica sera ci trovavamo in 200 per cenare insieme. Era un momento di aggregazione fondamentale."
Ma i tempi cambiano e la sede storica ha iniziato a mostrare i suoi limiti. "Quando abbiamo costruito il club, Newstead era una zona industriale con ampio parcheggio. Con il tempo, però,
salutare gli emigrati che partivano per la Svizzera quando uno di loro le disse: 'Onorevole, non si preoccupi di noi, ma delle famiglie che lasciamo a casa'. Da lì è nata la missione dell'ANFE: sostenere le famiglie italiane in difficoltà." L'associazione si è poi diffusa in Australia grazie all'impegno di numerosi volontari, tra cui il padre della stessa Maruca. "Maria Federici chiese a mio padre [Carmelo Caruso] di fondare l'ANFE a Brisbane e, sotto l'egida del Consolato Italiano, siamo nati ufficialmente."
Inizialmente, l'ANFE non disponeva di una sede fissa e organizzava le proprie attività in vari locali della città. "Ci spostavamo ovunque fosse possibile per creare momenti d'incontro per gli italiani. Poi, nel 1981, grazie all'i-
l'area è diventata residenziale e sono sorti numerosi appartamenti, riducendo drasticamente i parcheggi disponibili. L'accessibilità per i nostri soci è diventata sempre più difficile e la partecipazione è calata." Di fronte a queste difficoltà, l'ANFE ha preso la difficile decisione di trasferirsi. "Non è stata una scelta facile. Costruire una nuova sede è un impegno enorme, ma era necessario per il futuro della nostra comunità."
La selezione della nuova sede ha richiesto un'attenta analisi per individuare la posizione ideale. Dalle statistiche interne è emerso che circa l'80% degli italiani residenti a Brisbane e dei soci dell'associazione vive nella zona nord della città. "Non siamo una comunità numerosa come a
Sydney o Melbourne, e al sud della città è già presente l'Abruzzo Club. Era importante garantire un equilibrio nella presenza delle strutture italiane sul territorio", spiega ancora Maruca.
La pandemia ha complicato ulteriormente il processo: la vendita del vecchio stabile è avvenuta prima del Covid, ma quando si è trattato di acquistare un nuovo edificio, i prezzi degli immobili in Queensland erano aumentati considerevolmente. Dopo una lunga ricerca, nel 2021 è stato individuato e acquistato l'attuale stabile, che ha subito una completa ristrutturazione per adeguarlo alle esigenze dell'associazione. "Inizialmente avevamo pensato di costruire una sede da zero, ma le normative edilizie rigide hanno reso il progetto poco praticabile. Abbiamo quindi deciso di rinnovare una struttura esistente, intervenendo su fondazioni, impianti elettrici e idraulici", aggiunge Maruca. L'inaugurazione ufficiale è prevista per giugno 2024, con l'installazione dell'ascensore necessaria per l'approvazione definitiva degli spazi. "Speriamo di poter celebrare la grande apertura in occasione della Festa della Repubblica Italiana", afferma la presidente dell'ANFE. Nel frattempo, l'8 marzo si terrà il primo evento nella nuova sede, un high tea per la Giornata Internazionale della Donna, per il quale i biglietti sono andati esauriti in sole 48 ore, dimostrando il forte interesse della comunità.
Il nuovo centro ANFE offrirà tre spazi principali. Il primo sarà una grande sala destinata ad eventi culturali e sociali, con la ripresa di attività di successo come il gioco del trivia del giovedì sera, che in passato attirava fino a 100 partecipanti a settimana. Il secondo sarà un'area dedicata alla ristorazione e a uno sport bar, dove saranno trasmesse partite di calcio, rugby, tennis e Formula 1, con eventi a tema per gli appassionati.
Un aspetto significativo è l'arrivo di nuove generazioni di italiani a Brisbane. "Abbiamo tantissimi e dico tantissimi giovani italiani che sono venuti qua. Infatti, abbiamo dei numeri molto alti e già siamo stati contattati da gruppi come 'Famiglie Down Under' perché ci sono tante famiglie nuove che si sono trasferite per lavoro e vogliono
partecipare alle attività del Club. Speriamo che sia la vecchia che la nuova generazione facciano parte e partecipino a quello che sarà il centro italiano di Brisbane", ha dichiarato Maruca. Infine, al piano superiore verrà allestito un museo dell'emigrazione, con una raccolta di fotografie, memorabilia e un archivio digitale che racconterà la storia della comunità italiana di Brisbane. L'importanza del progetto è stata riconosciuta anche dalle istituzioni italiane. "Recentemente è venuta anche la console Angelini Marinucci a vedere il
progresso dei lavori ed è rimasta molto contenta. Ha capito che è un luogo con tantissimi tipi di attività e ha apprezzato il fatto che possiamo organizzare corsi, come le classi di tarantella. Crede che avendo un locale nuovo, questo porterà ancora di più insieme la comunità italiana", conclude Maruca.
Con questa nuova sede, l'ANFE Brisbane punta a rafforzare la propria missione di promozione della cultura italiana e di aggregazione per le nuove generazioni, creando un punto di incontro vivo e dinamico per la comunità.
Comm. Carmelo Caruso con la moglie Rina in visita al nuovo Club ANFE
Grande festa al Community Garden di Bossley Park per l'Australia Day
In un’atmosfera carica di entusiasmo e spirito di comunità, il Community Garden di Bossley Park ha ospitato i festeggiamenti per l’Australia Day, un evento organizzato con grande dedizione dalla CNA Care Service. L’iniziativa ha visto la partecipazione
di numerosi ospiti provenienti da diverse realtà della comunità locale, tutti uniti dal desiderio di celebrare l’identità e la diversità culturale dell’Australia. Fin dall’ingresso, l’ambiente si è rivelato un tripudio di colori patriottici: bandierine sven-
Valentine's Day al Club Marconi
Il Comitato Femminile del Club Marconi informa i soci, gli amici e i simpatizzanti che ha organizzato per martedì 11 febbraio la festa “Valentines with the Golden Ages”
L'evento, il cui inizio è stato fissato per le 11:30, si terrà presso la Sala Michelini del Club Marconi.
Il costo del biglietto è di $80 e include un pranzo di tre portate, vino, birra e soft drinks. Le bevande alcoliche non sono incluse.
Allieteranno l’evento i bravi cantanti George Vumbacca e Liz Testa e i partecipanti potranno vincere ricchi premi con la lotteria che verrà effettuata nel corso del pomeriggio.
Per prenotazioni, non aspettate l'ultimo minuto, ma affrettatevi telefonando a Giovanna Pellegrino al 0417 653 701.
tolanti, tovaglie raffiguranti la mappa dell’Australia e decorazioni a tema hanno trasformato il giardino in un luogo magico di celebrazione. Ogni dettaglio è stato curato con attenzione per trasportare i presenti in un viaggio attraverso la storia e la geografia del Paese.
La giornata è iniziata con un classico momento di socialità: il gioco del bingo, accompagnato da un ottimo caffè italiano e dai tradizionali cross buns. Poco prima del pranzo, tutti i presenti hanno reso omaggio all’Australia intonando con patriottismo e senso di appartenenza l’inno nazionale Advance Australia Fair. Il cuore dell’evento è stato il pranzo, con un classico barbecue australiano preparato dai volontari della CNA Care Services. Salsicce succulente accompagnate da cipolle e patatine alla piastra, le immancabili mini meat pies e una varietà di dolci tipici, tra cui le celebri Lamington al cioccolato ricoperte di cocco, hanno deliziato tutti i partecipanti. A completare il banchetto, la delicata torta offerta da Gloria, che ha aggiunto un tocco di dolcezza alla giornata.
L’intrattenimento musicale è stato affidato al talentuoso Tony Gagliano, che con il suo repertorio ha saputo alternare brani tipici australiani a grandi successi della tradizione italiana, offrendo un’esperienza musicale coinvolgente per tutti i gusti. Tra i presenti, spiccava la partecipazione speciale della novantanovenne Caterina Mauro, che ha vissuto con entusiasmo le emozioni della giornata.
Maria Grazia, coordinatrice delle attività della CNA Care Services, ha espresso grande soddisfazione per la riuscita dell’evento, ringraziando tutti i convenuti per aver reso la giornata speciale. Prima di concludere i festeggiamenti, ha dato appuntamento a mercoledì 12 febbraio presso il Community Centre di Carnes Hill per celebrare insieme la festa di San Valentino, un momento dedicato a tutti gli innamorati. La festa dell’Australia Day al Community Garden di Bossley Park si è confermata un’occasione perfetta per onorare la storia, la cultura e l’identità australiana, rafforzando il senso di appartenenza e l’orgoglio nazionale tra tutti i presenti.
Silverdale's growth attracts political and business interest
The development of Silverdale is gaining momentum, driven by private investments and the ambitious vision of local entrepreneurs like Bruno Lopreiato. This surge of activity has caught the attention of key political figures, highlighting Silverdale’s potential as a thriving commercial and residential hub. During a recent visit to the area, Anne Stanley, Federal MP for Werriwa, Federal
Member for Werriwa, and Judy Hannan, NSW State Member for Wollondilly, shared their insights on the promising future of Silverdale.
Returning to Silverdale for the second time in less than a year, Anne Stanley, Federal MP for Werriwa expressed her enthusiasm for the area's rapid progress.
“This is my second visit in about eight months, and the progress
is extraordinary. The jobs and opportunities emerging in this area will be incredible. The future shopping centre will be magnificent once completed, and I can’t wait to return to see it in all its beauty,” she said.
Stanley underscored Silverdale’s potential to become a significant commercial centre, bringing economic growth and prosperity to the community. With major projects underway, anticipation is building for the economic transformation of the region.
Judy Hannan, NSW State Member for Wollondilly, also voiced strong support for Silverdale’s development, recognising the pivotal role of private investments in shaping the region’s future. “Over the past 25 years, many people have had great ideas for the development of this area. However, I have never seen a private individual invest so much in my electorate, especially in Wollondilly County. I am thrilled to see the results of this project, and the residents of the area will undoubtedly benefit from it,” she stated.
Hannan highlighted the tangible benefits for local residents,
from job creation to improved community services. With new high-quality restaurants, modern shopping facilities, and expanded business opportunities, Silverdale is set to reduce the need for residents to travel to other areas for work and leisure.
At the heart of Silverdale’s transformation is Bruno Lopreiato, whose investment and dedication have been instrumental in shaping the town’s future. Recognising his contributions, Judy Hannan remarked: “It has been a tough journey for him, but he has achieved extraordinary results. Thinking back to 2006, when he was named Citizen of the Year or Businessman of the Year, I believe he now deserves to be called
Businessman of the Century for this community.” Lopreiato’s significant investment is paving the way for Silverdale to become a model commercial and residential centre, fostering sustainable growth and prosperity.
With strong support from both government representatives and private investors, Silverdale is poised to emerge as a key economic hub. The enthusiasm surrounding its development reflects a shared vision of growth, innovation, and improved quality of life for its residents. As businesses and infrastructure continue to expand, Silverdale is well on its way to becoming one of the most dynamic and promising centres in the region.
Pasquale Bellino: Una vita di lavoro e famiglia celebrata nel suo 80° Compleanno
Un traguardo importante, una vita ricca di esperienze e di affetti: Pasquale Bellino ha recentemente festeggiato il suo 80° compleanno, un evento che ha riunito familiari e amici nella rinomata sala della Novella ad Abbotsbury, dove si è respirata un'atmosfera di calore e riconoscenza per un uomo che ha dato tanto alla sua famiglia e alla comunità.
Pasquale Bellino è nato il 12 gennaio 1945 a Sant'Andrea di Gonza, in Italia. Fin dalla giovane età, ha condiviso il suo percorso con Rosa, conosciuta quando lui aveva appena 15 anni e lei 13. Una storia d'amore che ha attraversato il tempo e le distanze, culminata nel loro matrimonio nel settembre del 1967. A soli 21 anni,
Pasquale ha deciso di emigrare in Australia in cerca di nuove opportunità. Si stabilì a St. Marys, dove ha vissuto ininterrottamente dal giorno del suo arrivo fino ad oggi. Qui ha costruito la sua vita lavorativa nel settore dell'edilizia, un campo in cui ha operato instancabilmente fino alla pensione. Dal matrimonio con Rosa sono nati quattro figli, Donato, Mario, Michele e Anthony. Ognuno di loro ha seguito il proprio percorso professionale, con tre che hanno scelto di lavorare nell'edilizia come il padre, mentre Donato ha intrapreso una carriera nel settore dell'immigrazione australiana.
Pasquale è il terzo di quattro figli, Antonietta e Rocchina sono
ancora in vita, la prima residente a Sant'Andrea e la seconda in Venezuela. Suo fratello Nunzio, invece, è venuto a mancare in giovane età nella città di Wollongong. La sua famiglia ha sempre rappresentato per lui un punto di riferimento, e anche dopo il pensionamento ha continuato a sostenere i
Nonostante il ritiro dalla vita lavorativa attiva, Pasquale non ha mai smesso di coltivare le sue passioni. Uno dei suoi hobby principali sono i cavalli da corsa, passione che condivide con l'amico di famiglia Franco Ferrari. Oltre all'ippica, il calcio ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, così come le chiacchierate con amici e conoscenti, momenti di convivialità che hanno segnato la sua quotidianità. Se Pasquale ha trascorso una vita di impegno e dedizione al lavoro, sua moglie Rosa ha dedicato la sua intera esistenza alla famiglia, occupandosi con amore della crescita dei figli. Un sodalizio
solido che ha permesso ai loro figli di crescere in un ambiente sereno e di realizzarsi professionalmente e personalmente. Il raggiungimento degli 80 anni rappresenta un traguardo significativo, degnamente celebrato in compagnia della moglie Rosa, dei figli, dei nipoti, dei parenti e di tanti amici che hanno voluto rendere omaggio a Pasquale in questa giornata speciale. La sala della Novella ad Abbotsbury ha fatto da cornice a un evento
emozionante, tra sorrisi, racconti e momenti di pura gioia. Un compleanno che non è stato solo una celebrazione anagrafica, ma il riconoscimento di una vita fatta di sacrificio, amore e successi condivisi. Pasquale Bellino rappresenta un esempio di dedizione familiare e lavorativa, un uomo che ha lasciato e continua a lasciare un segno indelebile nella vita di chi gli sta accanto. A lui un augurio per il suo compleanno! MGS
Virginia De Luca: Arte, musica e dessert il linguaggio universale della connessione
L'arte esiste in molte forme, una melodia che accarezza l'anima, una pennellata che dà vita a un'emozione, un dessert che deli-
zia i sensi. Ogni espressione creativa racconta una storia, evoca sentimenti e ci collega a qualcosa di più profondo. Fin da bambina, la musica ha avuto un ruolo speciale nella mia vita. Ha il potere di risvegliare i ricordi e di tradurre le emozioni in note. Allo stesso modo, il gelato rappresenta per me un viaggio sensoriale capace di trasmettere sentimenti che le parole spesso non riescono a esprimere.
Sebbene a volte mi sia pentita di non aver seguito una carriera musicale, ho capito che l'arte si manifesta in molte forme e che anche io sono un'artista, ma a modo mio.
Nata in una famiglia di gelatieri, ho imparato da mio padre che la creazione del gelato non è solo un mestiere, ma un'arte che celebra la vita e la gioia. Ogni gusto è un'esperienza, un ricordo da condividere con chi lo assapora. Come una canzone che accompagna momenti indimenticabili, un dessert ben realizzato racconta una storia attraverso i suoi sapori, le sue consistenze e i suoi colori.
Di recente, il mio compagno mi ha fatto conoscere un artista straordinario: anees, un musicista libanese-americano autodidatta
che intreccia le sue radici culturali, le sue esperienze personali e le sue emozioni più profonde in ogni canzone. I suoi testi parlano delle prove e dei trionfi della vita, offrendo agli ascoltatori un riflesso del proprio cammino. Una delle sue tracce, ispirata ai conflitti globali in corso, mi ha colpito particolarmente: un inno al dolore, alla resilienza e alla forza dello spirito umano. La sua musica mi ha ispirata a creare un nuovo gusto di gelato, un omaggio alla speranza e al rinnovamento.
Pistacchio e Guazzetto al Melograno un tributo allo spirito umano. Il sapore intenso e vibrante del melograno si intreccia armoniosamente con la cremosità del pistacchio, dando vita a un'esperienza gustativa che riflette la complessità della vita. In ogni assaggio si trovano sfide, resilienza e bellezza, un po' come nella musica di anees. Questo gelato è per me un messaggio di speranza, un inno alla forza interiore che ci spinge a guardare avanti. Così come mio padre ha dedicato un gusto al messaggio di pace di Gandhi, io onoro le storie che ci accompagnano, trasformando sapori e significati in ogni pallina di gelato.
Prima Assemblea di Paese del Partito Democratico in Australia
Mercoledì 8 gennaio 2025 si è svolta, in modalità remota, la prima Assemblea di Paese per il Partito Democratico in Australia, eletta a seguito dei congressi di circolo che si sono conclusi a dicembre 2024.
I segretari dei circoli di Adelaide, Brisbane, Melbourne, Perth e Sydney, insieme al Deputato e al Senatore, nonché al Segretario di Paese uscente, hanno concordato di presentare una lista unitaria, con l’obiettivo di lavorare insieme su iniziative progressiste e su obiettivi comuni a sostegno della comunità italiana in Australia.
L'assemblea ha visto la partecipazione anche dei membri della Commissione per il Congresso del PD in Australia, dei segretari dei circoli, dei membri del COMITES aderenti al PD e dei nostri rappresentanti nella circoscrizione IV, il Sen. France-
sco Giacobbe e l'On. Nicola Care. Nel corso dell'assemblea, la Commissione per il Congresso ha ratificato i risultati dei congressi di circolo, che hanno portato all'elezione unitaria del Segretario di Paese, Giuseppe Ardica, del Presidente, Joe Caputo, della Tesoriera, Chiara Paiella, e dei membri dell'Assemblea di Paese Australia.
Una delle principali iniziative su cui la nuova dirigenza del PD in Australia intende concentrarsi riguarda la cittadinanza italiana. In particolare, il Partito si impegnerà per il riconoscimento della doppia cittadinanza per quegli italiani che, acquisendo la cittadinanza australiana, hanno perso la cittadinanza italiana. L'iniziativa prevede la riapertura dei termini per permettere a chi ha perso la cittadinanza italiana di poterla riacquistare.
Un’opportunità unica per giovani calciatori: Pro Football Tours
Se sogni di vivere il calcio nelle città più iconiche d’Europa, Pro Football Tours è ciò che fa per te. Dal cuore pulsante di Madrid, la capitale mondiale del calcio, fino ai prestigiosi campi di Milano, Juventus, Genova, Londra e Manchester, il nostri tours offre un’esperienza calcistica senza pari. I partecipanti avranno l’opportunità di allenarsi e giocare contro squadre giovanili di alcuni dei club più potenti e prestigiosi al mondo: Real Madrid, Atlético Madrid, Rayo Vallecano, Leganés, Getafe in Spagna; Juventus, Inter, Torino, Sampdoria e Genoa in Italia; e i club più importanti di Londra e Manchester in Inghilterra.
Perché scegliere
Pro Football
Tours?
• Esperienza di vita indimenticabile: Non solo calcio, ma anche la possibilità di immergersi nella cultura e nello stile di vita delle grandi capitali calcistiche. Visite di stadii di posti suggestive e indimenticapili. Guardare partite di champion league e dei migliori campionati europei come: La Liga, Serie A e premier league.
• Allenamenti di alto livello: Le sessioni si svolgono in un clima professionale, lontano dallo stress dei tornei competitivi, per-
mettendo ai giovani calciatori di esprimere al meglio il loro talento.
• Partite contro squadre professionistiche: I ragazzi potranno misurarsi con squadre del loro livello, selezionate dai settori giovanili dei club più rinomati.
• Vetrina per il futuro: Negli ultimi 11 anni, grazie a questo sistema, ben 180 giovani calciatori hanno firmato contratti professionistici, notati da talent scout che osservano partite e allenamenti e finalizzati dall’ agente FIFA Morris Pagniello.
Chi può partecipare?
Sia squadre complete che singoli giocatori dai 10 anni ai 24 sono i benvenuti. Non importa da dove vieni: ciò che conta è la tua passione per il calcio e il desiderio di metterti alla prova.
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Vuoi regalare a tuo figlio un’esperienza unica o dare alla tua squadra la possibilità di crescere e competere ai massimi livelli? Contattami oggi stesso: 0429 069 333
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Pro Football Tours: vivi il sogno, gioca il tuo futuro.
Pro Football Tours is the right choice if you dream of experiencing football in the most iconic European cities. From the beating heart of Madrid, the world capital of football, to the prestigious fields of Milan, Juventus, Genoa, London and Manchester, our tours offer an unparalleled football experience.
Participants will have the opportunity to train and play against the youth teams of some of the most influential and prestigious clubs in the world: Real Madrid, Atlético Madrid, Rayo Vallecano, Leganés, and Getafe in Spain; Juventus, Inter, Torino, Sampdoria, and Genoa in Italy; and the most important clubs in London and Manchester in England.
Why choose Pro Football Tours?
• Unforgettable life experience: Not only football but also the possibility of immersing yourself in the culture and lifestyle of the great football capitals. Visits to stadiums of suggestive and unforgettable places. Watch matches of the Champions League and the best European championships, such as La Liga, Serie A and Premier League.
• High-level training: The sessions take place in a professional atmosphere, far from the stress of competitive tournaments, allowing young players to express their talent fully.
• Matches against professional teams: The kids will be able to compete with teams of their level, selected from the youth sectors of the most renowned clubs.
• Showcase for the future: Thanks to this system, 180 young players have signed professional contracts over the last 11 years. Talent scouts who observe matches and training noticed them, and FIFA agent Morris Pagniello finalised the contracts.
Who can participate?
Both complete teams and individual players from 10 to 24 years old are welcome. Where
you come from doesn't matter; what matters is your passion for football and desire to test yourself.
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Davide Dalla Pozza della Pro Football Tours
notizie comunitarie
Carnevale: tradizioni, festeggiamenti e maschere iconiche
Il Carnevale è una delle festività più antiche e suggestive del mondo, celebrata con sfarzo, colori e allegria in numerosi paesi. La sua origine risale ai Saturnali dell’Antica Roma, feste pagane dedicate al dio Saturno, durante le quali le gerarchie sociali venivano temporaneamente sovvertite e il popolo si concedeva banchetti e divertimenti. Con l’avvento del Cristianesimo, il Carnevale si trasformò in una celebrazione che precede la Quaresima, il periodo di digiuno e riflessione che porta alla Pasqua.
Le città più famose per il Carnevale
Venezia, Italia
Il Carnevale di Venezia è senza dubbio uno dei più affascinanti e conosciuti al mondo. caratterizzato da eleganti maschere e sontuosi costumi d’epoca, il Carnevale veneziano ha origini nel Medioevo e ha raggiunto il massimo splendore nel Settecento. Ogni anno, turisti da tutto il
mondo affollano la città per ammirare sfilate, spettacoli teatrali e balli in maschera.
Rio de Janeiro, Brasile
Il Carnevale di Rio è la festa per eccellenza dell’America Latina, famosa per le sue spettacolari sfilate di samba, i costumi appariscenti e le gigantesche parate al Sambodromo.
Ogni scuola di samba sfila con coreografie elaborate e carri allegorici mozzafiato, in una compe-
tizione che coinvolge migliaia di ballerini e musicisti.
New Orleans, Stati Uniti
Il Carnevale di New Orleans, conosciuto come "Mardi Gras", è una delle celebrazioni più vivaci degli Stati Uniti. Caratterizzato da sfilate con carri allegorici, musica jazz e distribuzione di collane colorate, il Mardi Gras attira ogni anno milioni di visitatori nella città della Louisiana.
Pantalone
Pantalone è un’altra maschera veneziana della Commedia dell’Arte. Rappresenta il vecchio mercante avaro e lussurioso, spesso protagonista di scenette comiche e burlesche.
Colombina
Compagna di Arlecchino, Colombina è una servetta scaltra e affascinante, che indossa un abito elegante e una piccola maschera che copre solo gli occhi.
Pulcinella
Colonia, Germania
Il Carnevale di Colonia è tra i più importanti d’Europa e si distingue per la sua apertura ufficiale l'11 novembre alle 11:11, con una serie di eventi che culminano nella settimana di festa prima della Quaresima. Il Rosenmontag (Lunedì delle Rose) è il giorno clou, con enormi sfilate e festeggiamenti in tutta la città.
Le Maschere
Tradizionali del Carnevale
Ogni regione ha le sue maschere caratteristiche, spesso legate alla storia e alla cultura locale.
Arlecchino
Nato nella Commedia dell’Arte, Arlecchino è una delle maschere più celebri del Carnevale italiano. Originario di Bergamo, è vestito con un costume a rombi colorati e rappresenta il servo astuto e burlone.
Pulcinella è la maschera simbolo della tradizione napoletana, con il suo caratteristico abito bianco, la gobba e il cappello a punta. È un personaggio ironico, furbo e sempre pronto a prendere in giro i potenti.
Gianduja
Originaria del Piemonte, Gianduja rappresenta lo spirito allegro e generoso del popolo torinese. È spesso raffigurato con un bicchiere di vino in mano e un atteggiamento bonario.
Il Carnevale è una celebrazione che mescola storia, arte e tradizione, offrendo un momento di gioia e spettacolo per grandi e piccoli.
Ogni città lo interpreta in modo unico, mantenendo vive le radici culturali e arricchendo ogni edizione con nuove creazioni artistiche. Sinonimo di libertà, creatività e gioia, capace di unire le persone attraverso la musica, il teatro e la tradizione. In ogni parte del mondo, la magia del Carnevale rivive ogni anno con costumi variopinti, danze e festeggiamenti che coinvolgono milioni di persone.
L’eroe semplice della cultura popolare siciliana
“Giufà, una ni pensa e centu ni fa”
Giufà è un personaggio bonaccione, spesso vittima di truffatori e ladri, ma riesce sempre a cavarsela grazie alla sua semplicità e ingenuità. Le storie di Giufà sono caratterizzate da una comicità che mette in luce le debolezze umane.
Giufà noto anche come Giucà o Jugale, è un personaggio della tradizione popolare siciliana e giudaico-spagnola. presente nella cultura araba sin dal IX secolo. Rappresenta la caricatura di un bambino sciocco e credulone. Le sue storie sono state raccolte e riprese dall’etnologo siciliano Giuseppe Pitrè tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. La sua prima comparsa nella tradizione scritta risale al 1845, adattata dall’opera del poeta e scultore siciliano Venerando Gangi.
Una delle storie che caratterizzano meglio Giufà è quella legata all’espressione “tirati la porta!”, dove Giufà prende alla lettera l’invito della madre e scardina la porta per portarla a messa. Oppure la famosa avventura del sale, dove, per lo stesso motivo, finisce per perderlo tutto per strada. Le sue avventure mostrano come, a volte, il tentativo di seguire le istruzioni possa condurre a risultati paradossali. Nonostante le sue disavventure, Giufà riesce sempre a suscitare simpatia e, in molte storie, finisce per risolvere tutto in modo inaspettato.
La sua figura rappresenta il modo di affrontare la vita con leggerezza, utilizzando l’ironia e la creatività, elementi centrali della cultura siciliana.
Al lora!
Italia blocca DeepSeek
L'Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha imposto un blocco immediato su DeepSeek, il chatbot di intelligenza artificiale sviluppato dalle aziende cinesi Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence. La decisione è arrivata dopo il rifiuto da parte della società di collaborare con la richiesta di informazioni da parte delle autorità italiane.
"Contrariamente a quanto rilevato dall'Autorità, le aziende hanno dichiarato di non operare in Italia e che la legislazione europea non sia applicabile nei loro confronti", ha dichiarato il Garante, sottolineando che questa risposta è stata giudicata "completamente insufficiente".
Lanciato di recente, DeepSeek si è imposto rapidamente come un forte concorrente di giganti del settore come OpenAI, Google e Anthropic. La sua ascesa ha avuto ripercussioni immediate sui mercati finanziari statunitensi, causando un calo signifi-
Some Want It So Badly, Others Just Let It Go!
The question of Italian citizenship is a big deal—it’s personal, emotional, and sometimes even a bit dramatic. For some, it’s a badge of honour they’d never give up. For others, it’s a bit of red tape standing in the way of bigger things. Bianca Colecchia, One Nation candidate for the federal seat of Bruce (Vic), falls into the latter category. She recently gave up her Italian citizenship to comply with Section 44 of the Australian Constitution, all in the name of democracy.
cativo delle azioni dei principali titoli tecnologici all'inizio della settimana.
La mossa del Garante non rappresenta un caso isolato. Già nel 2023, infatti, l'Italia aveva temporaneamente bloccato ChatGPT, il chatbot sviluppato da OpenAI, per problemi simili legati alla gestione dei dati degli utenti. In quell'occasione, OpenAI aveva dovuto adeguarsi alle normative italiane ed europee prima di poter riprendere le operazioni nel Paese.
L'indagine avviata dall'autorità italiana potrebbe avere implicazioni più ampie per la regolamentazione dell'intelligenza artificiale in Europa, sollevando nuovi interrogativi sull'uso dei dati e la conformità delle aziende straniere alle leggi UE sulla privacy.
Nel frattempo, il blocco rappresenta un ulteriore segnale dell'attenzione crescente delle istituzioni europee verso la protezione dei dati personali nell'era dell'IA avanzata.
Allarme antisemitismo
L’Australia sta assistendo a un’ondata vergognosa di antisemitismo, con attacchi vili contro la comunità ebraica. Gli episodi sono aumentati del 316% in un anno: case vandalizzate, sinagoghe imbrattate, minacce nelle scuole e nelle università.
L’ultimo episodio scioccante ha visto la casa di Lesli Berger, ex presidente del Consiglio degli Ebrei Deputati, vandalizzata con una svastica e la scritta "Jewish Gate". Un attacco vile e codardo, che dimostra come l’odio si stia insinuando fin dentro le nostre comunità.
Questo non è un caso isolato: sinagoghe imbrattate, minacce online, insulti nei confronti di
studenti ebrei nelle scuole e nelle università. A St Kilda, un rabbino ha trovato la sua casa presa di mira da vandali che hanno vomitato odio puro.IPersino Israele ha dovuto esortare l’Australia a fare di più. Intanto, predicatori come Wissam Haddad diffondono messaggi antisemiti senza conseguenze immediate, costringendo la comunità ebraica a ricorrere ai tribunali per difendersi.
L’Australia è sempre stata una terra di accoglienza per chi fugge dai conflitti del Medio Oriente, ma ora rischia di diventare un campo di battaglia ideologico. Se non fermiamo questa escalation, le tensioni distruggeranno il nostro tessuto multiculturale.
Bianca Colecchia arrived in Australia in 2016 with barely a dollar to her name and an English vocabulary that could fit on a post-it note. But fast forward a few years, and she’s thriving— she’s mastered the language, embraced Aussie life, and now wants to give back.
And what better way than stepping into politics?
"Becoming an Australian citizen wasn’t just about getting a new passport," she shares in her blog. "It was a commitment to this country’s future." But running for the 2025 federal elections meant she had to make a tough call—renouncing her Italian citizenship.
Sure, it wasn’t easy. It was a bit like breaking up with an old flame. But for Colecchia, it wasn’t about turning her back on her roots—it was about showing her full dedication to Australia. "It was a choice made with
some sadness but also immense pride—a sacrifice that came from a place of love for my past, present, and future."
Section 44 of the Australian Constitution says no one with dual citizenship can serve in federal office—simple enough, right? The idea is to prevent conflicts of interest, and Colecchia is totally on board with that. But she reckons there’s a problem— it’s not applied fairly.
Take Senator Fatima Payman, for example. She still held Afghan citizenship while serving in Parliament, and nobody batted an eyelid—until she left the party. "Could the some be any more hypocritical?" Colecchia asks, noting how scrutiny magically increased once Payman became an independent.
She’s not alone in facing Section 44 headaches. Over the years, politicians from all parties
have been caught in its web. But Colecchia reckons minor parties and independents get the rough end of the stick.
The Section 44 debate isn’t going anywhere anytime soon. Colecchia believes if the rule is there to protect Parliament’s integrity, then it should apply to everyone equally—no exceptions, no political games. "The Australian Constitution is the backbone of our democracy and must be upheld without bias," she declares.
For some, Italian citizenship is like an unbreakable bond to their homeland. For others, like Colecchia, giving up dual nationality is just part of the journey towards serving the country they now call home.
Whether you agree or not, one thing’s for sure—Bianca Colecchia is all in for Australia, and she’s not looking back.
Censura commerciale e monopolio sui media
Negli ultimi decenni, il mondo dell’informazione è stato sconvolto da una trasformazione epocale. Se da un lato la digitalizzazione ha ampliato l’accesso alle notizie, dall’altro ha messo in crisi i tradizionali colossi della carta stampata, che hanno risposto con strategie aggressive per mantenere il controllo del mercato. Tra fusioni, acquisti mirati e manipolazione della pubblicità, i grandi gruppi editoriali hanno ridotto il pluralismo, trasformando la censura in una questione di profitto più che di politica.
Uno degli esempi più emblematici è quello del gruppo News Corp di Rupert Murdoch, che controlla un'enorme fetta dell’informazione stampata in Australia, Regno Unito e Stati Uniti. In Australia, giornali come The Australian, The Daily Telegraph e Herald Sun dominano il panorama mediatico, creando un monopolio informativo che influenza profondamente l’opinione pubblica e le scelte politiche del paese.
Anche testate americane con una reputazione di autorevolezza come The New York Times sono state al centro di polemiche per le loro politiche editoriali. Il quotidiano ha più volte ricevuto critiche per aver privilegiato determinati angoli narrativi su questioni globali, come il conflitto israelo-palestinese o le elezioni statunitensi, mentre articoli che presentavano prospettive alternative venivano relegati in
secondo piano o ignorati. Studiosi e analisti hanno sottolineato come la linea editoriale del giornale rispecchi gli interessi dei suoi inserzionisti e proprietari, piuttosto che un impegno per una cronaca imparziale.
In Italia, la situazione non è molto diversa. Il gruppo GEDI, che controlla testate storiche come la Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX, è passato nel 2020 sotto il controllo della famiglia Agnelli-Elkann, già proprietaria di La Gazzetta dello Sport e di L’Espresso.
Questo ha sollevato preoccupazioni su un ulteriore restringimento del pluralismo mediatico, con testate storicamente indipendenti che hanno subito un allineamento editoriale sempre più evidente.
Un caso eclatante è stato il caQuesta tendenza alla concentrazione dell’informazione non è un problema lontano, ma riguarda da vicino anche la comunità italiana in Australia. Nel corso della sua storia, la nostra comunità ha
conosciuto momenti in cui l’informazione era monopolizzata da pochi soggetti, lasciando poco spazio al dibattito e alla diversità di opinioni.
Oggi, con il declino della stampa in lingua italiana e la crescente dipendenza da poche testate o da media digitali controllati da gruppi commerciali, il rischio è quello di tornare a un’informazione a senso unico. Chi non si allinea con certe narrazioni potrebbe essere marginalizzato o escluso dai canali ufficiali, creando un ambiente informativo sempre più chiuso e meno rappresentativo della reale pluralità della nostra comunità. Per questo, rimane fondamentale sostenere media indipendenti, incoraggiare il dibattito aperto e difendere il diritto a un’informazione diversificata. La libertà di stampa non è un valore scontato: se lasciamo che il potere economico detti le regole dell’informazione, il rischio è che la verità diventi un lusso riservato a pochi.
a scuola
Bimbi Time: a Bossley Park il play group che avvicina i più piccoli all’italiano
Dal 14 febbraio 2025 prende il via Bimbi Time, il playgroup in italiano promosso dalla Marco Polo – The Italian School of Sydney, pensato per bambini dai 2 ai 5 anni e per le loro famiglie che desiderano avvicinarli alla lingua e alla cultura italiana fin dalla prima infanzia.
L’iniziativa si terrà ogni venerdì dalle 10:00 alle 11:00 presso 1 Coolatai Crescent, Bossley Park NSW 2176, offrendo un ambiente accogliente e stimolante in cui i bambini potranno apprendere l’italiano attraverso attività interattive come letture animate, canzoni, giochi, disegno e lavoretti manuali.
I play group bilingue rappresentano una risorsa preziosa per lo sviluppo dei più piccoli, poiché favoriscono l’apprendimento naturale delle lingue attraverso il gioco e la socializzazione.
I bambini esposti a più lingue fin dalla prima infanzia sviluppano una maggiore flessibilità mentale, migliorano le capacità di problem-solving e potenziano le loro abilità comunicative.
Inoltre, per le famiglie italo-australiane, il bilinguismo è un ponte verso le proprie radi-
ci culturali, un’opportunità per mantenere vive le tradizioni e rafforzare il legame con la comunità.
Bimbi Time risponde a una richiesta sempre più sentita da parte della comunità italiana locale, che comprende sia nuovi arrivati desiderosi di dare ai propri figli un legame con la lingua madre, sia italo-australiani di seconda e terza generazione che oggi più che mai vogliono pre-
servare l’italiano nella loro vita familiare. Il playgroup diventa così un punto d’incontro in cui le famiglie possono condividere esperienze, rafforzare il senso di appartenenza e trasmettere ai più piccoli un patrimonio culturale prezioso
Giovanni Testa, Executive Officer della Marco Polo – The Italian School of Sydney, sottolinea l’importanza di un’iniziativa come Bimbi Time per le famiglie
italiane e italofile della zona. "Vogliamo creare uno spazio in cui i bambini possano esplorare la lingua italiana in modo spontaneo e coinvolgente, rafforzando la loro identità bilingue attraverso il gioco e l’interazione con altri coetanei.
Il nostro obiettivo è offrire alle famiglie un ambiente in cui sentirsi parte di una comunità che valorizza il bilinguismo fin dalla prima infanzia."
Emilia Adorno, mamma e coordinatrice del Playgroup Bimbi Time si è detta entusiasta dell'iniziativa, sottolineando l'importanza del supporto comunitario e delle risorse educative.
"Mantenere la nostra lingua è un valore aggiunto per la comunità. Nonostante la volontà e le migliori intenzioni, spesso diventa difficile per i genitori integrare una seconda lingua nel quotidiano dei propri figli.
Un play group bilingue è un'opportunità unica per poter introdurre la lingua e la cultura italiana ai piccoli in un modo divertente e organico, perche diventi parte della loro vita e della loro identità. Allo stesso tempo fornisce occasioni preziose per noi genitori per connettere con i nostri figli e creare nuove amicizie fra bambini e fra genitori."
L’iscrizione al playgroup prevede una quota di $25 per bambino a trimestre ed è già possibile registrarsi online sul sito www. cnansw.org.au/bimbi.
Per maggiori informazioni è possibile contattare la Marco Polo via email learning@cnansw. org.au o telefonicamente allo (02) 8786 0888.
Al lora! a scuola
Allora! partecipa attivamente alla divulgazione della lingua e della cultura italiana all’estero, attraverso la pubblicazione di articoli e di periodiche attività didattiche. La rubrica “Ambasciatori di Lingua” si rinnova per fornire ai lettori delle nozioni sem-
NUOVE LEZIONI D’ITALIANO N. 103
plici, veloci e pratiche di base per imparare la lingua italiana.
L'italiano è una lingua con un ricchissimo vocabolario, espressioni idiomatiche e sfumature semantiche che riportiamo volentieri in queste pagine, con la speranza che al termine dell’an-
no la comunità abbia appreso qualcosa in più sulla Bella Lingua e quanti sono ancora indecisi, si possano impegnare per conoscere più a fondo l’Italiano. La rubrica è realizzata in collaborazione con la Marco Polo - The Italian School of Sydney.
Romagna di Giovanni Pascoli
Sempre un villaggio, sempre una campagna mi ride al cuore (o piange), Severino: il paese ove, andando, ci accompagna l’azzurra vision di San Marino: sempre mi torna al cuore il mio paese cui regnarono Guidi e Malatesta, cui tenne pure il Passator cortese, re della strada, re della foresta. Là nelle stoppie dove singhiozzando va la tacchina con l’altrui covata, presso gli stagni lussureggianti, quando lenta vi guazza l’anatra iridata, oh! fossi io teco; e perderci nel verde, e di tra gli olmi, nido alle ghiandaie, gettarci l’urlo che lungi si perde dentro il meridiano ozio dell’aie; mentre il villano pone dalle spalle gobbe la ronca e afferra la scodella, e ‘l bue rumina nelle opache stalle la sua laboriosa lupinella.
Da’ borghi sparsi le campane in tanto si rincorron coi lor gridi argentini: chiamano al rezzo, alla quiete, al santo desco fiorito d’occhi di bambini.
Già m’accoglieva in quelle ore bruciate sotto ombrello di trine una mimosa, che fioria la mia casa ai dì d’estate co’ suoi pennacchi di color di rosa; e s’abbracciava per lo sgretolato muro un folto rosaio a un gelsomino; guardava il tutto un pioppo alto e slanciato, chiassoso a giorni come un birichino.
Era il mio nido: dove, immobilmente, io galoppava con Guidon Selvaggio e con Astolfo; o mi vedea presente l’imperatore nell’eremitaggio.
E mentre aereo mi poneva in via con l’ippogrifo pel sognato alone, o risonava nella stanza mia muta il dettare di Napoleone; udia tra i fieni allor falciati de’ grilli il verso che perpetuo trema, udiva dalle rane dei fossati un lungo interminabile poema. E lunghi, e interminati, erano quelli ch’io meditai, mirabili a sognare: stormir di frondi, cinguettio d’uccelli, risa di donne, strepito di mare.
Ma da quel nido, rondini tardive, tutti tutti migrammo un giorno nero; io, la mia patria or è dove si vive: gli altri son poco lungi; in cimitero. Così più non verrò per la calura tra que’ tuoi polverosi biancospini, ch’io non ritrovi nella mia verzura del cuculo ozioso i piccolini, Romagna solatia, dolce paese, cui regnarono Guidi e Malatesta; cui tenne pure il Passator cortese, re della strada, re della foresta.
“Romagna” è una delle poesie giovanili più celebri di Giovanni Pascoli e fa parte della altrettanto famosa raccolta Myricae (1891). Una dichiarazione d’amore alla terra natia, dove ancora una volta trova spazio il tema ricorrente del nido vuoto e dell’infanzia rubata. Dedicata a Severino Ferrari, amico e allievo di Giosuè Carducci proprio come lo fu Pascoli,
la poesia Romagna, attraverso immagini fortemente evocative e la malinconia che la pervade, ricalca lo schema della carducciana Davanti San Guido, alla quale tuttavia aggiunge note personali e profondamente intime. Su tutte la tematica del nido abbandonato e della fanciullezza funestata dai dolorosi lutti, ossessivamente ricorrente nella poesia pascoliana.
Il
Oltre i Tempi dell'Anno Liturgico che hanno proprie caratteristiche, ci sono trentatré o trentaquattro settimane durante il corso dell’anno che sono destinate non a celebrare un particolare aspetto del mistero di Cristo, ma nelle quali tale mistero viene piuttosto venerato nella sua globalità, specialmente nelle domeniche. Questo periodo si chiama Tempo Ordinario.
Il Tempo Ordinario comincia il lunedì che segue la domenica dopo il 6 gennaio e si protrae fino al martedì prima della Quaresima; riprende poi con il lunedì dopo la Pentecoste per terminare prima dei Primi Vespri della I domenica di Avvento. Tempo dell’ascolto e della testimonianza, il Tempo Ordinario o Tempo durante l’anno (per annum), contrariamente a quanto si potrebbe credere, è un tempo di particolare importanza a cui forse non si dà la dovuta attenzione.
Costretto tra i grandi eventi dei tempi forti, Avvento-Natale e Quaresima-Pasqua, potreste apparire nell’immaginario collettivo dei fedeli un tempo meno forte, di secondaria importanza. Anche l’appellativo “ordinario” probabilmente trae in inganno, come se stesse ad indicare una contrapposizione con la straordinarietà delle celebrazioni del mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione di Nostro Signore.
In realtà senza il Tempo Ordinario non si comprenderebbe appieno la celebrazione del mistero di Cristo, né avrebbe senso la vita dei credenti se il Natale e la Pasqua fossero vissuti come momenti isolati dai giorni ordinari, senza coinvolgere e permeare l’intera esistenza dei singoli fedeli e di tutta la comunità ecclesiale.
Di fatto, ogni domenica dell’anno, in quanto celebrazione settimanale della Pasqua del Signore, ha in sé il tuo incommensurabile valore.
Il Tempo Ordinario abbraccia trentatré o trentaquattro settimane, sulle complessive cinquantadue del ciclo liturgico: inizia il lunedì dopo la domenica in
Sant'Agata Vergine e Martire a Catania
Nella Sicilia del III secolo, la storia di Agata si dipana fra Catania e Palermo, le due città che si contendono i natali della martire. Leggendo la sua “Passio”, pare si possa desumere che la fanciulla sia nata nel 235 alle falde dell’Etna, da una nobile e ricca famiglia. È ancora adolescente quando manifesta la volontà di consacrarsi a Dio, e con il rito della velatio riceve dal suo vescovo il flammeum, il velo rosso portato allora dalle vergini consacrate.
Nel 250 l’editto dell’imperatore Decio contro i cristiani scatena una dura persecuzione e a Catania ad applicarlo duramente è lo spietato proconsole Quinziano, che s’invaghisce di Agata.
sanguinante, ma nella notte le appare San Pietro che la risana.
cui si celebra il Battesimo di Gesù e si protrae fino al Mercoledì delle Ceneri, quando si interrompe con l’inizio della Quaresima, per poi riprendere il lunedì dopo la domenica di Pentecoste che conclude il Tempo di Pasqua.
La peculiare fisionomia del Tempo Ordinario è data dalla lettura più o meno continua di un testo biblico interrotta dal ciclo pasquale che nulla toglie alla continuità degli eventi, anzi dà nuova luce a tutti i momenti della vita terrena del Signore, svelando il fine escatologico della sua missione che nella morte e resurrezione trova il suo culmine.
Il Tempo Ordinario è un tempo significativo che, evocando progressivamente la vita di Cristo in opere e parole, chiama la comunità dei fedeli all’ascolto e alla testimonianza quotidiana del proprio credo. Per seguire Cristo non è necessario fare cose straordinarie, ma bisogna rendere straordinario l’ordinario, anche con un piccolo gesto d’amore, nella quotidianità della vita, là dove il Signore ci chiama.
L’una dopo l’altra, le domeniche del Tempo Ordinario, con le parabole del Regno di Dio, i miracoli di Gesù e i suoi insegnamenti sul valore della condivisione, capace di moltiplicare pani e pesci, ci inducono a riflettere sul significato profondo della nostra fede. E forse non è il caso che i paramenti liturgici si tingano di verde, il colore della speranza, quasi a voler ricordare a quale speranza siamo stati chiamati. (Ef 1,18).
Passo dopo passo la Parola del Maestro ci aiuta a comprendere se onoriamo Dio con le labbra o con il cuore. E mentre la Parola, come un seme che cade in terra buona, produce i suoi frutti, il nostro cammino alla sequela di Cristo prosegue tra inciampi e cadute, ma a nostra insaputa, “di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce” (Mc 4,27)
La solennità del Cristo Re, Signore del tempo e della storia, alfa e omega, inizio e fine, chiude l’anno liturgico.
(Arcidiocesi di Trento)
La giovane fugge a Palermo, ma viene ritrovata e riportata a Catania. Condotta da Quinziano, il proconsole, deciso ad attentare alla verginità della fanciulla, la affida ad una cortigiana di facili costumi, Afrodisia, per farla educare alle arti amatorie. Agata rimane fedele a Cristo, sicché viene riconsegnata a Quinziano che decide di sottoporla a processo.
Ma il giorno successivo, di fronte al nuovo diniego della giovane, stabilisce che venga sottoposta ai supplizi.
Furibondo nel vederla affrontare le pene con coraggio, Quinziano comanda che venga torturata alle mammelle e che le vengano strappate. Agata viene riportata in carcere dolorante e
Riportata in tribunale Agata rifiuta ancora una volta di adorare gli dei e dichiara di essere stata guarita da Gesù Cristo.
Nonostante le torture, Quinziano decreta per lei i carboni ardenti, avvolta solo dal suo velo rosso da sposa di Cristo.
“Mentre l’ordine veniva eseguito, la città di Catania fu scossa dalla veemenza del terremoto. Perciò tutti corsero al tribunale del giudice e cominciarono a tumultare grandemente."
Agata, col suo velo rimasto integro, viene tolta dalle braci ed “entrata poi nuovamente nel carcere, allargò le sue braccia al Signore, e disse: ‘ti prego di accogliere ora il mio spirito, perché è già tempo che io lasci questo mondo per tuo comando e giunga alla tua misericordia’.
Dette queste parole alla presenza di molti, a voce spiegata, rese lo spirito”. Era il 5 febbraio dell’anno 251.
Raccontano ancora gli Atti del Martirio: “Dopo un anno … il monte Etna eruttò un grande incendio, e come un fiume ardente così il fuoco impetuoso, liquefacendo e pietre e terra, veniva alla città di Catania”.
In tanti si recano allora al sepolcro di Agata per chiedere la sua intercessione e il suo velo viene posto dinanzi alla colata lavica. Miracolosamente la lava si arresta.
La fama del prodigio fa di Agata la patrona di Catania. Il suo culto nasce già ad un anno dal suo martirio e si diffonde rapidamente ovunque.
Le sue reliquie sono conservate a Catania nel duomo a lei dedicato. (Vatican News)
Media errati su ammissione seminaristi gay
Malgrado l'ancora scottante commento di Papa Francesco secondo il quale nei seminari italiani vi sia "troppa frociaggine", i media (anche quelli di spessore) non si fanno attendere.
Perfino i signori dell'ANSA, per non parlare di Corriere della Sera, La Repubblica e Tgcom24, riportano un virgolettato senza autore nel titolone di cronaca: "In seminario anche gay, ma è essenziale la castità".
Ultimo coro di media sempre pronti a lanciare granate per dividere clero e fedeli, dopo la pubblicazione del nuovo documento CEI sulla formazione sacerdotale dei seminaristi italiani.
Il testo dice invece che «In relazione alle persone con tendenze omosessuali che si accostano ai seminari o che scoprono nel
corso della formazione tale situazione, in coerenza con il proprio Magistero, la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano
tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay. Non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall'Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate».
Francesco Nicola Rossi: un còrso italico primo capo della polizia del Nuovo Galles del Sud
di Generoso D’Agnese
Oggi Rossiville, a Golubourn, è una elegante magione storica che fa bella mostra sugli annunci delle agenzie immobiliari.
L’immobile, con le sue stalle e con gli ettari di campagna dolcemente ondulata, racconta però una storia importante a chi cerca tracce della storia italiana in Australia.
E che pesca nell’identità italiana di un’isola che non si è mai potuta (né voluta) fregiare del titolo italiano: la Corsica.
Rossiville fu la residenza del conte Francis Robert Louis Rossi, che rilevò la tenuta alla morte del padre Francis Nicholas Rossi (dopo la sua morte avvenuta nel 1851) con il suo interesse principale nell'allevamento di cavalli da corsa.
Nel 1890 il governo acquistò Rossiville con lo scopo di fondar-
vi un ospedale, dopodiché fu utilizzato dal Dipartimento dell'Agricoltura nel 1908.
La tenuta fu costruita da Francis Nicholas Rossi nel 1826, quando ricevette una sovvenzione di 2.560 acri dal governatore
Darling per i suoi servizi allo stato dopo un mandato di successo come sovrintendente di polizia del Nuovo Galles del Sud.
Un premio per il fedele servizio reso da un soldato e funzionario pubblico, figlio di Filippo Francesco Antonio, conte de Rossi, il quale, aiutando l'occupazione britannica della Corsica nel 1795, aveva perso i suoi possedimenti dopo che l'isola fu ceduto alla Francia nel 1796. Nato nel 1776 Francesco Nicola Rossi entrò nell'esercito britannico nel 1795 con l’incarico di guardiamarina in un battaglione anglo-corso. Nel 1798 si trasferì al 69° Reggimento e prestò ser-
vizio in Olanda. L'anno successivo prestò servizio a Gibilterra come tenente del 5° reggimento e nell’aprile del 1803 prestò servizio a Ceylon.
La sua carriera fu molto apprezzata e nel gennaio del 1807 fu promosso capitano Quattro anni dopo fu nominato aiutante di campo di Sir Robert Townsend Farquhar che nel 1812 divenne governatore di Mauritius, dove Rossi ricoprì anche incarichi civili. di vicesegretario al governo ed esattore delle imposte di registro e ipoteche. Nel 1817 Rossi fu nominato sovrintendente generale del dipartimento dei detenuti a Mauritius e si distinse per la sua rigorosa disciplina. Nel 1822 sposò Antoinette Geneviève Sornay, dalla quale ebbe due figli, Francis Robert Louis (n.1823) e Alexander Philip (n.1828). Rossi lasciò Mauritius nel 1823 e nell'agosto 1824 accettò l'incarico di sovrintendente di polizia nel Nuovo Galles del Sud, offertogli dal conte Bathurst.
Ducento anni fa, divenne pertanto il primo capo della polizia di origine italica assumendo l’in-
carico a Sidney il 19 maggio 1825. Rossi riorganizzò la polizia di Sydney su un sistema in qualche modo simile a quello dell'ufficio di polizia di Bow Street a Londra. Con tenacia migliorò l’efficienza del corpo di polizia, nonostante venisse continuamente ostacolato dalla mancanza di fondi adeguati e dall’arrivo di reclute di scarsa qualità. Di fatto, il sovrintendente originario della Corsica si ritrovò a operare in un quadro complicato di strategie politiche e il grande impegno nel cercare di mantenere il controllo lo logorò fortemente. Rossi rimase il capo esecutivo della polizia di Sydney, anche se aveva l'autorità di corrispondere direttamente con i magistrati rurali ed era lui stesso un magistrato di polizia. Sentì il peso dei suoi doveri e nel maggio 1827 fu temporaneamente nominato al posto meno arduo di controllore, e in dicembre ad interim esattore della dogana a Sydney. Nonostante l'ardente richiesta di Darling, questa nomina non fu confermata e nel 1829 Rossi riprese il servizio presso la polizia. Nel 1833 il Sydney Police Act (4
Wm IV, n. 7 NSW) introdusse un nuovo sistema, la cui applicazione Rossi ritenne troppo onerosa per la sua salute, già compromessa dai pesanti incarichi. Ottenne un anno di ferie durante il quale gli fu permesso di vendere il suo incarico militare a condizione che si ritirasse dalla polizia. Andato in pensione nel 1834, Rossi visse anni complicati. Per molto tempo si era creduto suddito britannico, in primo luogo perché Giorgio III aveva assunto la corona di Corsica nel 1794, e in secondo luogo a causa del suo lungo servizio nell'esercito britannico. Nel 1843, tuttavia, scoprì di essere ancora uno straniero agli occhi della legge e divenne preoccupato per il suo diritto alla proprietà della terra. Avviò una lunga battaglia legale che si concluse con una legge di modifica (11 Vic. n. 39 NSW) approvata dal Consiglio legislativo nel settembre 1847 che gli diede il consenso reale nell'ottobre 1848. Fu l’ultima battaglia di Francesco Nicola Rossi. Il primo capo della polizia di origine italiana morì il 26 novembre 1851.
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Qual è il libro che avete letto più volte? Per favore, non rispondete nessun libro. Nel tempo, qualcuno l’avete pur letto... per amore o per forza!
La Bibbia? Il Vangelo? Cuore? Quelli, li ho letti anch’io almeno una volta, ma il libro che ho letto più di una volta e sento ancora il bisogno di rileggere è Il Gattopardo, capolavoro postumo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa edito, per la prima volta, il 25 ottobre 1958.
Una narrazione vera quanto fantastica, psicologica quanto storica di una Sicilia che non è mai morta ma che è sempre esistita. Una Sicilia con le sue passioni, con le sue delusioni, con il suo odio e il suo amore. La storia di Tancredi Falconeri, Angelica Sedàra, Fabrizio Corbera principe di Salina... e perfino di Bendicò il cane di famiglia.
Ma c’è un personaggio che, nonostante non sia il protagonista della narrazione, salta alla
mia mente per arguzia, intelligenza, passione, pazienza... e facoltà di accettare passivamente l’inevitabile, l’ovvio: è Concetta Salina.
E non sono le frasi più ripetute a rimanere impresse nella mia mente, le frasi di un’Italia che cambiava, le frasi di un’Italia in cui tutto doveva cambiare per rimanere esattamente com’era, le frasi di delusione di un Principe appartenente al secolo passato. Nemmeno le vicende della bellissima Angelica che si innamora follemente di Tancredi, ammaliata dalla sua bellezza e dalla sua virilità giovanile ma che poi, col passare degli anni, si accorge che tutto cambia e tutto deve cambiare, anche l’amore. La giovane Angelica non era nobile di nascita, non era una principessa ma, grazie alla sua bellezza e alla sua innata eleganza, è riuscita a conquistare quella nobiltà che altri avevano acqui-
sito solo per diritto di nascita. Eppure, quando tutto l’amore finisce, quando la giovinezza sfiorisce, ritroviamo le parole di Concetta; sì proprio quella che vide suo cugino Tancredi innamorarsi della bellezza effimera della popolana Angelica mentre lei, nobile e innamorata senza alcun secondo fine, lei, che lo amava veramente, mai avrebbe potuto averlo.
Verso la fine del libro, quando ormai tutti i personaggi se ne sono andati, Tomasi di Lampedusa incarica Concetta di trarre le conclusioni della storia de Il
Gattopardo:
«L’eternità amorosa dura pochi anni e non 50, ma solo come una persona da 50 anni guarita dal vaiolo e ne porta ancora le macchie sul volto, benché possa aver dimenticato il tormento del male che essa ricava nella propria oppressa vita attuale, le cicatrici della propria delusione».
Quanto tempo abbiamo vissuto veramente: anni? mesi? giorni? Si chiede Concetta. E dopo breve tempo, mentre avanzano le ombre della sera, ella stessa risponde alla sua domanda:
«Ho 80 anni... all’ingrosso ne avrò vissuti, veramente vissuti, un totale di due... massimo tre. E i dolori, la noia, la solitudine, le delusioni... quanti sono stati? Inutile sforzarsi a contare, tutto il resto 70 anni».
Io non trovo la considerazione finale di Concetta Salina affatto deprimente, ma veritiera e attuale. Provate, per un momento, a chiudere gli occhi e a chiedervi: Io, quanti anni ho vissuto veramente?
Al lora!
"Le Olimpiadi di Gaza"
di Aldo Nicosia
"Questo articolo è una rielaborazione dell'introduzione al volume in oggetto"
“Un libro che non viaggia non è degno di considerazione”: questa frase campeggia nella prima pagina del libro Ho ancora mani per scrivere. Testimonianze dal genocidio a Gaza, ed è stata la molla che mi ha spinto a coordinare un progetto di traduzione dello stesso, di prossima uscita per Edizioni Q (Roma).
Mi sono avvalso della collaborazione di circa quaranta arabisti traduttori nostrani, affinché queste testimonianze circolino al più presto in Italia, dove una stampa connivente e infame ignora un genocidio trasmesso in diretta dai giornalisti superstiti (finora lo Stato sionista ne ha fatto fuori più di 200).
Il volume si compone di 222 testi di numerosissimi autori di Gaza, poeti, giornalisti o semplici cittadini, e sono riportati in ordine cronologico, coprendo un periodo che va dall’ottobre del 2023 fino a settembre 2024. Si tratta di diari intimi, poemi struggenti commemorazioni di parenti o amici uccisi, richieste di aiuto, consigli, meditazioni, denunce, manifesti apartitici.
Perché scrivere?
Dal 7 ottobre i profili dei cosiddetti “social” pullulano di testi vari in cui i palestinesi raccontano le terribili esperienze che vivono nel loro quotidiano, provati dalla fame, dall’oppressione, sotto una campagna di pulizia etnica e di sterminio. Nell’introduzione, il poeta giordano-palestinese Musa Hawamdeh scrive: “Questi diari mostrano chi sono i veri esseri umani e chi i mostri assassini, chi sono le vittime e chi i carnefici. (…) Noi sogniamo di liberare la nostra umanità (…). Vogliamo fermare la barbarie e il mostro che non vuole riconoscere il diritto di questo popolo al proprio Paese e al suo sole”. Gli abitanti di Gaza sanno che scrivere è un lusso, tra le perdite di tanti cari e la paura. Lo fanno anche per sentirsi vivi, per proteggere il cervello dalla ruggine, sapendo bene che “il tempo che ci è concesso è poco”. Ma il dilemma più grande è come far sentire la propria voce al mondo. Se le immagini non bastano, come possono le parole aprire una breccia nel cuore dei lettori? E in più la lingua non riesce neanche a esprimere e descrivere gli eventi, l’assurdità del reale.
Patria di carta
Il sommo poeta Mahmud Darwish ha scritto che la Palestina è un Paese fatto di parole: la letteratura è sempre stata un modo per elaborare i traumi e sublimare il reale. Qualcuno invece la considera un Paese di immagini e magari ancora la sogna: “Sono vent'anni che aspetto una patria che ci unisca, per cui vivere, sognare, crescere e ridere”. In altri, invece il senso di disillusione è forte: “Non credo nel-
la morte per la patria”. Gaza è la terra delle arance tristi, la cisterna infuocata sulle cui pareti gli abitanti bussano tante volte, ma nessun sente e viene in aiuto: è l’immagine del famoso romanzo di Kanafani Uomini sotto il sole (1963), ancora attuale, dopo tanti decenni di occupazione.
Il palestinese non ha scelto volontariamente la resistenza, ma la guerra gli è stata imposta. Dal 7 ottobre, quando i pennivendoli italiani parlano di “barbaro massacro” e del diritto di Israele a difendersi, omettono che la lotta, anche armata, è un diritto legittimo di ogni popolo che vive sotto occupazione (dal 1967)
“Vogliamo un palestinese che si vendichi della morte del suo popolo con la vita e l’esistenza”. A Gaza tanti seppelliscono i propri cari e tornano a lavoro, come se nulla fosse. Eppure, non si tratta di angeli, ma di gente normale. Il vero eroe è il cittadino che ogni giorno cerca una risposta a questo interrogativo: come arrivare a domani?
La non vita
I testi traboccano di alienazione, angoscia, solitudine. La guerra uccide anche il piacere e il gusto delle cose, dei cibi (quando si trovano). Visi spenti, rughe, sopracciglia arcuate, scarso sonno per le continue esplosioni di 15 lunghi mesi. Si beve acqua mista a fango, “sporca della memoria storica della Palestina”. I bambini vengono perquisiti nei vari checkpoint, comprese le bambole che hanno in mano. Cannoni contro giocattoli. I neonati sopravvissuti non sanno che significa una casa, gattonano nelle tende e non hanno un muro su cui appoggiarsi quando provano a camminare da soli.
Dopo 10 mesi di guerra, un figlio trepida perché sta per rivedere sua madre, ma sa che non potrà abbracciarla forte, perché ha perso una mano. Quando la incontra scopre che lei è diventata cieca.
“È tutto realtà o incubo? Dove mi trovo? Sembriamo attori protagonisti di un film horror, la cui sceneggiatura viene dall’inferno”. Ovunque si sente odore di polvere da sparo e di sangue, quello vero, non tintura: “Tutte le scene che vedete non sono effetti speciali”.
Per chi ancora nutre una minima speranza di rivedere casa propria o i ruderi che ne rimangono, rimane il dubbio atroce di non riuscire più a riconoscerla, come pure la propria strada o il quartiere: “La nostra vita è diventata un cumulo di pietre. I nostri sogni sono sparsi per strada. Il nostro futuro è sepolto tutto le macerie”.
Per 15 mesi i gazawi sono costretti ad evacuare continuamente, ma per andare dove? Dove si trova un posto sicuro? Si scappa senza meta verso un miraggio sconosciuto: “A Gaza ci sono le Olimpiadi senza premi, né spettatori, né linea del traguardo”. I bambini fanno salto in lungo. Anche le donne corrono, spesso con i neonati in braccio, schivando carcasse (corsa a ostacoli). Gli uomini nuotano a farfalla per recuperare un pasto gettato in mare.
Un ministro israeliano aveva definito i palestinesi “animali umani”, ma essi sono consapevoli che mentre asini, cavalli, buoi hanno un prezzo, loro non valgono niente, agli occhi del pianeta. Una menzione speciale ricevono gli asini, perché trasportano feriti e cadaveri. Sono l‘unico mezzo di trasporto di cose pesanti e non chiedono niente in cambio. Sono gli unici a condividere con gli abitanti di Gaza morte, malattie e l’eterna diarrea. Eppure, c’è chi nega loro un po’ di acqua, a causa della sete che affligge tutti.
Con la maggior parte degli edifici distrutti o pericolanti si vive e si dorme all’aperto o in tenda. Ognuna di esse porta nelle sue pieghe una storia di perdita, di oblio forzato, di nostalgia. Poi di sera il tempo si arresta per un attimo: “si spengono le luci e si accendono i ricordi”.
In un angolo un’anziana seduta racconta a sé stessa della sua vecchia casa, dell’albero di olivo che abbracciava ogni mattina. Tra le macerie e le tende proliferano insetti, topi, vipere, scorpioni, mosche blu che si nutrono di cadaveri: “Col caldo ti viene il mal di testa, ti sale o ti scende la pressione, ti vengono dolori alle ossa, ti senti soffocare”. Ma a molti i topi ormai non fanno più paura, quella viene solo dall’uomo. C’è anche chi cerca una cella di carcere vuota, al posto della tenda, meglio se d’isolamento.
Aspettando la morte
Il cittadino di Gaza, sospeso da oltre 15 mesi tra una parvenza di vita e la morte, si chiede: “Che male abbiamo commesso per meritare tutta questa sofferenza?”. È consapevole dell’isolamento internazionale e del tradimento dei governi arabi: “Tutto il mondo aspetta il tuo silenzio o la tua morte”.
Una professoressa vuole dare il voto “eccellente” agli studenti di biologia, perché sanno ricomporre le ossa dei cadaveri meglio di chiunque altro. I freezer per i gelati accolgono i cadaveri perché non sanno dove metterli.
Ma alla vista del sangue ci si abitua in fretta e spesso subentra una certa atarassia che non è altro che un tentativo di autodifesa dalla follia.
Gli occhi si abituano a nuotare nel sangue, senza bagnarsi: “Siamo vittime eterne che piangono in silenzio e gridano per squarciare il vestito del cielo”.
C’è anche chi dubita della sua fede: “La tua religione ti dice che Dio è assetato del nostro sangue, e per assecondarlo dobbiamo morire? Che razza di divinità adori?
Il dolore vissuto è così forte da stravolgere la mente e far perdere qualsiasi nesso con la realtà: “Ho visto i morti della città camminare accanto a me alla ricerca delle loro spoglie, mentre io (…) e il mio corpo siamo separati, anche se camminiamo insieme! (117).
La volontà di molti è quella di morire interi, non a brandelli: “Se vi dovesse arrivare la notizia del mio martirio, venite a darmi l’addio solo se avessi un corpo integro, come lo avete conosciuto”.
Memoria, oblio o speranza?
Con ogni preghiera d’addio muore anche un pezzo del corpo di chi è sopravissuto: “La nostra tristezza è più grande del raglio del nostro asino, delle nostre fantasie e del desiderio di un paese di libri, colori e quadri. I cuori non ce la fanno più a contenerla tutta”. Non c’è più energia per esprimere tristezza. Se la memoria non ha più spazio, si chiede alla guerra di concedere una tregua per abbracciare mamma e papà per la prima e l’ultima volta, per vivere una sola notte d’amore nella vita.
Una innamorata ricorda l’amato che sfidava i rischi della guerra. Non riesce a dimenticarlo, gli parla come se fosse ancora vivo. Adesso non ha più paura dei missili. In un dialogo tra due donne, una chiede all’altra:
“Ma come fai a lavare le pentole con la sabbia?”.
“La sabbia è parte di noi, e noi siamo parte di essa”.
“Ah, se si potesse lavare così la memoria, strofinarla con la sabbia per dimenticare!”.
“Noi non vogliamo dimenticare, non vogliamo morire”.
In quest’atmosfera di desolazione e disperazione, una rara voce di speranza viene da un solenne inno alla vita, che giustamente dà il titolo al libro: “Ho ancora le mani per scrivere, per abbracciare, per agitarle quando ascolto le canzoni, per bere il tè, per realizzare il sogno di guidare un’auto, non per sollevare pietre e cercare tra le macerie i miei cari o le mie cose” (...). Ho gli occhi per osservare gli amanti, il mio albero che cresce nel giardino di casa, non per vedere i brandelli di corpi sparsi…”.
Joe Lodato il Manager scopritore di Pino Daniele
Il ritratto del cantautore napoletano, attraverso “La storia mai raccontata”, sta ottenendo un successo mondiale, dall’Europa, all’America fino in Australia. L’iniziativa dei due amici di Daniele, Joe Lodato, Impresario e Organizzatore dall’America e Franco Schipani, Produttore RAI e Giornalista internazionale. Una profonda amicizia, fatta di stima reciproca; poi la perdita dieci anni or sono di un genio, amato come un figlio e fratello.
di Ketty Millecro
Un’intervista-video con due amici, colossi della televisione e media internazionali, Joe Lodato e Franco Schipani, che hanno regalato agli italiani all’estero le parole esaltanti per un uomo di spettacolo che non c’è più da dieci anni, Pino Daniele.
Tra le interviste più appassionanti in una meravigliosa convention all’insegna dell’amicizia, un tenero slancio in quel tuffo nel mare azzurro dell’oblio. È lo scrigno dei ricordi più belli, che hanno segnato l’incontro con un amico, un fratello, un figlio. È quell’incantesimo che tiene intramontabile il ricordo dell’incontro con un genio della canzone, Pino Daniele, il tanto amato cantautore napoletano, scoperto agli inizi della sua carriera da Joe Lodato, siciliano di Camporeale. Negli anni ‘60 Joe emigra negli Stati Uniti D’America, mentre a New York studia pianoforte. Membro dell’American Society of Composers, Authors and Publishers, si consolida come impresario artistico dei più grandi artisti e pubblica in italiano la famosa rivista “ROLLING STONE”. Senza ombra di dubbio è ritenuto il Personal Manager a New York, di Pino, che è considerato il più grande cantautore della canzone napoletana. È dalla figura dell’artista, che scaturisce un fiume di parole. Joe, che ha sempre creduto in lui, è peraltro, il padrino di Alex Joe Daniele, figlio di Pino. L’intervista diviene sempre più avvincente, con parecchi mo-
menti di emozione, insieme all’eterno amico Franco Schipani, che dalla sua casa sono collegati con noi, tramite Zoom Web. Franco è calabrese, di Santa Caterina dello Ionio, giornalista Rai News e di testate italiane importanti, noto per i suoi documentari e servizi giornalistici dagli Stati Uniti e dal Sud America.
Produttore RAI di eventi di alto valore, dall’America con Renzo Arbore e Boncompagni, presentatore di programmi musicali dagli Stati Uniti, “Aspettando …” ed “Il disco del Mese”, Madonna, Pink Floyd, Rolling Stones, Prince, Michael Jackson. Scrive e dirige il documentario “Le donne del Rock’n’Roll”, con Madonna, Organizzatore Generale del videoclip "Alla Salute" girato in Calabria da Jovanotti. Trapela dalle loro affermazioni come siano moltissimi gli Italoamericani innamorati delle melodie di Pino Daniele.
Le sue canzoni vengono suonate in Italia e amate da ogni fascia d’età, ma persino in America ogni sabato dalle 18,00 alle 20,00 italiane.
Questo grazie alla trasmissione radiofonica “Sabato italiano” di Radio Hofstra University di New York, dove la conduttrice Cav Josephine Buscaglia Maietta, Presidente AIAE, giornalista e Radio Host di WRHU Radio Hofstra, non dimentica mai il perenne connazionale Pino. Joe lodato e Franco Schipani conoscono l’Host da molti anni, essendo stati anche ospiti in radio. Joe lodato tantissimi anni fa ha
conosciuto la giornalista, che definisce straordinaria, in occasione del 25’ anniversario del Sacerdozio di Padre Carmelo Gagliardi insieme al Cardinale Renato Raffaele Martino, che ci ha lasciati. Molti gli eventi insieme a questi due grandi pilastri della Chiesa, a favore della cultura italiana e della comunità italoamericana a New York. Franco Schipani sottolinea a proposito della giornalista, “Josephine è Josephine, unica”.
Alternandosi gli intervistati, rievocano i primi incontri con Pino Daniele. Prende la parola Joe, che afferma che la loro amicizia è nata prima dell’incontro con Pino, con il gruppo degli “Osanna”. Il siciliano Ulpio Minucci, Top Manager, Direttore artistico Dipartimento internazionale CBS Record, aveva chiesto a Joe di proporre loro un contratto.
Nel 1972 nasceva la notissima trasmissione “Domenica In”, che era la più importante, essendoci in Italia l’austerity, ovvero il divieto di circolazione nei giorni festivi dei mezzi privati, che teneva in casa intere famiglie. Gli italiani incollati alla tv, erano moltissimi.
Quando gli viene prospettato di farli partecipare a Domenica In, sembrava una situazione inattuabile, afferma, ma per Joe nulla era impossibile. Poi nasce la profonda amicizia che lega Joe a Franco o Frank, che per molti anni ha vissuto e lavorato negli USA. È nel libro “La storia mai raccontata”, con prefazione di Renato Marengo, che vengono tracciati i momenti più difficili, più peculiari, ma anche più tipici e sinceri del loro incontro e poi di profonda amicizia.
Il libro, che sta ottenendo un successo mondiale, dall’Europa, all’America, fino in Australia, oltre che su Amazon, può essere acquistato anche su e-bay. Un testo dove si evidenzia l’affetto, l’appoggio morale e le caratteristiche tecniche e morali di un artista vero.
Questo è ciò che Joe e Franco desiderano far conoscere con “La storia mai raccontata”, offrendo la verità di una storia vissuta realmente. Agli inizi della carriera,
dopo il primo Lp, racconta Lodato, la tristezza era negli occhi del cantautore che vedeva quasi concluso il suo percorso.
Le case discografiche facevano contratti per cinque anni, ma dopo tre anni con una raccomandata potevano disdire. Pino era già al terzo e temeva che, dopo “Terra mia”, potesse avvenire ciò. Il gruppo degli Osannna presenta Pino Daniele a Franco, che produceva cantanti di una certa caratura, si ricordi anche Edoardo Bennato.
Decide poi a sua volta di farlo conoscere a Joe. È proprio il grande italoamericano, che legge nei grandi occhi neri di Pino una profonda malinconia-delusione. Sembrava che il mondo gli cascasse addosso e temeva che il contratto con la casa discografica avrebbe potuto sciogliersi da un momento all’altro. Lodato al sentirlo cantare si inebria delle sue canzoni napoletane, del suo swing, del ritmo rivoluzionario del giovane del Vesuvio. L’interruzione con la Emi la decide proprio insieme a Lodato, che portandolo in America lo farà coronare di un successo strepitoso. Pino Daniele, incoraggiato da Lodato, diventa “il Re della musica napoletana negli USA". In presenza del titano della composizione e ingegno di cultura musicale, viene acclamato ovunque, per poi diventare celebre in Italia.
sce il mio cuore… Sarebbe sterile elencare tutte le sue canzoni che il vasto pubblico conosce, ma tra le più conosciute: Na tazzulella 'e cafè, Je so' pazzo, O scarrafone, Se mi vuoi, Che male c'è. Ovviamente ciascuna è la rappresentazione della sua personalità, nel momento in cui compone i versi. Ecco il vero carattere del grande artista. I due Direttori italoamericani svelano l’immenso dolore e la sofferenza per la perdita di un amico. Pino “eroe della musica” è stata una rivoluzione dal punto culturale. Qui la rabbia incredibile che rimarca Franco Schipani, alla notizia della sua dipartita. Joe Lodato, emozionato, ribatte che l’impegno su di lui è stato totale. Lo dice con giusta causa, come quando gli veniva chiesto dagli impresari, se ci fosse una totale disponibilità.
L’artista si appoggiava sempre alla volontà del Padrino di suo figlio. A lui si appoggiava e credeva ciecamente. Era, perciò, ricambiato di un affetto autentico, perché considerato da Lodato come un vero figlio. Pino era quel figlio che Joe insieme a Schipani, percepisce ancora oggi di aver perso per la crudeltà della vita.
Era quel giovane di cui ricorda ogni parola, ogni battuta, il sorriso e la speranza andati via velocemente.
Era la lealtà e genuinità fatta persona. “Una storia mai raccontata di Joe Lodato e Franco Schipani” che rivela questa naturalezza senza artifici, pregio che ha immortalato “Pino Daniele, il cantautore napoletano della bellezza e dell’amore”.
Le platee degli States impazziscono per le sue canzoni napoletane, miste all’italiano. Si invaghiscono della sua peculiare voce, tra falsetto e mezza voce, originale, come nei melodrammi del 700 napoletano. Alla domanda quale sia la canzone di Pino Daniele che gli è rimasta nel cuore, Franco Schipani risponde: “Chi tiene il mare non tiene niente”.
Continua dicendo che Pino viveva per la musica napoletana, perché lui stesso era la musica. Cambiava continuamente genere, forse sapeva che il suo tempo era limitato. La medesima domanda viene posta a Joe, che molto semplicemente ribadisce che tutte le canzoni di Daniele sono lo specchio del suo carattere schietto e senza veli. Qui le parole del cantante: A Napoli nasce la mia musica, a Napoli na-
ORAN
Al lora! la pagina della donna
Lee Miller: La modella che divenne fotografa di guerra
Lee Miller è una delle figure più affascinanti e complesse del XX secolo. Nata Elizabeth Miller nel 1907 a Poughkeepsie, New York, il suo nome è legato alla moda, al surrealismo e al fotogiornalismo di guerra. Da modella di Vogue a corrispondente di guerra per la stessa rivista, la sua vita è stata una continua trasformazione, contraddistinta da una straordinaria capacità di reinventarsi e da un talento visivo eccezionale.
La Miller fu scoperta a New York da Condé Nast, il magnate dell'editoria, che la lanciò come modella sulle copertine di Vogue. La sua straordinaria bellezza e il portamento elegante la resero presto una delle modelle più richieste degli anni '20. Tuttavia, Miller non si sentì mai a suo agio nel ruolo di semplice musa e decise di mettersi dietro l'obiettivo. Nel 1929 si trasferì a Parigi, dove conobbe Man Ray, maestro della fotografia surrealista, diventando sua allieva, amante e collaboratrice. Insieme sperimentarono nuove tecniche, come la solarizzazione, e Miller si affermò come una fotografa innovativa e visionaria.
Dopo il periodo parigino, Miller si stabilì in Inghilterra e nel 1940 si unì allo staff di Vogue come fotografa ufficiale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si distinse come corrispondente di guerra per l'esercito americano, documentando il fronte europeo con immagini crude e straordinariamente potenti. Seguì l'avanzata degli Alleati in Francia e Germania, immortalando la liberazione di Parigi e i campi
di concentramento di Dachau e Buchenwald. Il suo autoritratto nella vasca da bagno di Hitler a Monaco di Baviera rimane una delle fotografie più iconiche della guerra, carica di simbolismo e sfida.
Terminata la guerra, Miller visse un periodo di profonda crisi. I traumi del conflitto e le atrocità viste attraverso il suo obiettivo la portarono a una grave depressione e all'alcolismo.
Si ritirò in Inghilterra, dedicandosi alla cucina e alla famiglia, allontanandosi quasi del tutto dalla fotografia. Solo negli anni '80 il suo lavoro fu riscoperto e celebrato con mostre e pubblicazioni, restituendole il posto che le spettava nella storia della fotografia.
Lee Miller è oggi riconosciuta come una delle più grandi fotografe del XX secolo, una icona indmenticabile. La sua capacità di catturare la bellezza e l'orrore con lo stesso sguardo acuto e la sua determinazione nel raccontare la verità, anche la più scomoda, fanno di lei una figura rivoluzionaria e attuale. Il suo lascito continua a ispirare generazioni di fotografi, donne e artisti in tutto il mondo.
Un dettaglio curioso sulla sua vita è che, prima di diventare fotografa di guerra, Lee Miller sperimentò anche nella recitazione, apparendo in film surrealisti. Inoltre, fu una delle poche donne a ottenere un accesso così ravvicinato ai campi di concentramento, documentando la loro liberazione con un impatto visivo sconvolgente.
Margaret Thatcher: La donna di ferro che ha cambiato la Gran Bretagna
Margaret Thatcher, primo ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990, è una delle figure politiche più influenti del XX secolo. La sua leadership determinata e le riforme economiche radicali le valsero il soprannome di Iron Lady (Donna di Ferro), attribuitole dalla stampa sovietica nel 1976 per la sua posizione intransigente contro il comunismo. Questo appellativo divenne simbolo della sua fermezza politica e della sua capacità di affrontare con determinazione le sfide economiche e sociali del Regno Unito.
E’ stata la prima donna a ricoprire la carica di Primo Ministro britannico e la leader più longeva del Regno Unito nel XX secolo. La sua ascesa al potere coincise con un periodo di profonda crisi economica: inflazione galoppante, alta disoccupazione e un settore industriale in declino. Decisa a risollevare le sorti della nazione, Thatcher introdusse una serie di riforme economiche ispirate al liberalismo e al libero mercato, che trasformarono radicalmente la società britannica.
Uno degli aspetti più rilevanti del suo governo fu la politica di deregulation e privatizzazione delle aziende statali. Settori chiave come telecomunicazioni, energia e trasporti furono privatizzati, aumentando l’efficienza e riducendo il peso dello Stato sull'economia. Il thatcherismo, termine coniato per descrivere il suo approccio economico, promuoveva la riduzione delle tasse, la limitazione del potere dei sindacati e la responsabilità individuale.
Le riforme economiche portarono a una crescita sostenuta negli anni ’80, con una riduzione dell’inflazione e un incremento della competitività del Regno Unito a livello internazionale. Tuttavia, le sue politiche non furono esenti da critiche: la disoccupazione inizialmente aumentò a causa della chiusura di industrie non più competitive, e i tagli al welfare colpirono duramente le fasce più deboli della popolazione.
Uno dei momenti chiave della sua carriera fu la Guerra delle Falkland nel 1982, quando l’Argentina invase le isole britanniche dell’Atlantico meridionale. Thatcher rispose con decisione, inviando una flotta per riconquistare il territorio. La vittoria britannica rafforzò enormemente la sua popolarità e consolidò la sua immagine di leader determinata e intransigente.
Margaret Thatcher ebbe anche un ruolo cruciale nella politica estera globale. Fu una delle prime leader occidentali a riconoscere in Mikhail Gorbaciov un interlocutore per il cambiamento in Unione Sovietica. La sua alleanza con il presidente statunitense Ronald Reagan contribuì ad accelerare la fine della Guerra Fredda e a consolidare l’egemonia occidentale nel mondo post-sovietico.
Dopo tre mandati consecutivi, la sua popolarità iniziò a calare, in particolare a causa dell’introduzione della controversa poll tax, una tassa locale che scatenò proteste in tutto il Paese. Nel 1990, a seguito di una crescente opposizione all'interno del Partito Conservatore, Thatcher si dimise dalla carica di Primo Ministro, lasciando un’eredità politica che ancora oggi divide l’opinione pubblica.
La Thatcher ha segnato indelebilmente la storia del Regno Uni-
to e della politica mondiale. Amata e odiata, la sua eredità continua a essere oggetto di dibattito. La sua fermezza e il suo coraggio politico le hanno garantito un posto nella storia come una delle figure più determinanti del Novecento, capace di cambiare il corso della Gran Bretagna con la sua visione e il suo pragmatismo. "La Donna di Ferro" rimane un simbolo di leadership inflessibile e di trasformazione economica che ha ridefinito il ruolo dello Stato nella società moderna.
Sir Isaac Newton, uno scienziato prestato al governo come tecnico
di Angelo Paratico
Il regno di Giacomo II (168588) di Gran Bretagna durò appena tre anni. Il re cattolico, sposato con Maria Beatrice d’Este, fu vittima di libelli diffamatori provenienti in gran parte dall’Olanda, e della guerra economica combattuta contro di lui dai banchieri olandesi, che ritiravano una gran massa di monete d’oro e d’argento e le fondevano in lingotti.
Una spedizione militare dall’Olanda, guidata dal principe Guglielmo d’Orange (16501702), sposato con la figlia del re, portò alla sua deposizione. Anche se l’esercito di Giacomo II era numericamente superiore, desistette dal contrattaccare in seguito all’improvviso abbandono di John Churchill, primo duca di Marlborough e antenato di Winston Churchill. Secondo alcuni, grazie al suo tradimento, Churchill ricevette uno stipendio annuo di 6.000 sterline dal banchiere olandese Solomon de Medina.
Per compensare i banchieri del sostegno ricevuto, Guglielmo III concesse la prerogativa reale di emettere valuta inglese, priva di debiti o interessi, a un consorzio noto come “The Governor and Company of the Bank of England”.
Guglielmo III, nel 1689, si unì alla Guerra della Grande Alleanza contro alla Francia, ma il finanziamento dell’esercito restò un grosso problema, perché il conflitto si trascinò per 9 anni. A peggiorare le cose, il Paese stava soffrendo per la mancanza cronica di una buona moneta. La crisi era tanto grave che cercarono un “tecnico” che fosse dal punto di vista della matematica l’uomo più intelligente del Reame.
Scelsero Isaac Newton (16431727) che aveva pubblicato il suo magnus opus “Principia Mathematica” nel 1687, cambiando per sempre il modo in cui l’uomo guarda all’universo. Pensarono che, avendo portato ordine nel Cosmo, avrebbe portato ordine nel caos del sistema monetario britannico. Purtroppo, limitarono le sue prerogative, lasciandogli solo quelle relative alla moneta metallica e non a quella cartacea.
Nel 1689 Newton abbandonò la scienza per entrare in politica (durante i suoi ultimi anni, abbandonò anche la politica per occuparsi di magia, ricercando la Pietra Filosofale) diventando membro del Parlamento per l’Università di Cambridge, formatosi alla partenza di Giacomo II. I suoi sforzi per acquisire un’alta posizione pubblica a Londra non portarono a nulla sino agli inizi del 1696. Poi, con l’appoggio del suo patrono Charles Montagu –Cancelliere dello Scacchiere e 1° Conte di Halifax – Newton ottenne la posizione di Direttore della Zecca Reale.
Il sistema monetario aveva un problema molto serio. Una parte massiccia dei soldi in circolazione erano falsi o compromessi. Le monete buone finivano ad Amsterdam, dove venivano fuse e vendute come lingotti.
Newton non perse tempo: chiese il ritiro di tutte le monete d’argento in circolazione e rese obbligatoria la zigrinatura sui bordi per evitare che venissero limate, una pratica diffusissima sin dall’antichità. Poi scatenò la polizia e le spie per individuare i falsari e ne fece impiccare parecchi, anche colui che veniva considerato il loro re, un vero genio della finanza creativa, William
Chaloner. Quella fu una lotta impari, perché Newton assomigliava a Galileo Galilei: quando individuava un nemico in una disputa non si limitava a dimostrare che aveva torto, ma lo distruggeva a ogni livello, insultandolo e deridendolo.
Una volta che la questione divenne personale, Chaloner non ebbe scampo contro a un cervello sopraffino come quello di Newton e salì anche lui sul patibolo per essere impiccato.
Come dicevamo, non nominarono Newton ministro delle finanze, ma solo direttore della Zecca Reale e fu così che permisero a dei privati di fondare la Bank of England per prestare denaro al governo, creandolo dal nulla e regolando i tassi di interesse. Quello resta il meccanismo seguito da tutte le banche centrali del mondo sino ai nostri giorni, prima fra tutte la Federal Reserve americana.
Il sistema delle banche centrali venne concepito da un pirata in pensione, tale William Paterson, nel 1693, con la pubblicazione di un opuscolo dal titolo “A Brief Account of the Intended Bank of England”.
La proposta di Paterson fu subito accettata. Il 21 giugno 1694 vennero aperte le liste di sottoscrizione alla banca, che disponeva di un capitale di 1.200.000 sterline, sottoscritto per intero prima del lunedì successivo. L’apparente obiettivo era quello di concedere a re Guglielmo dei prestiti illimitati con un interesse dell’ 8% annuo per permettergli di proseguire l’attività bellica in Francia e in Olanda.
Così facendo, la banca avrebbe ricevuto dalla Corona interessi pari a 100.000 sterline all’anno, di cui 4.000 come tasse amministrative. Inoltre, la banca acquisì il diritto di emettere 1.200.000 sterline sotto forma di banconote, senza una copertura aurea o di beni materiali, come il lavoro o la terra.
Certamente Newton, se ne avesse avuto la facoltà, non avrebbe contribuito alla fondazione di un sistema tanto rozzo e senza fondamenta matematiche e morali, basato sull’usura, che fu sempre proibita dalla tradizione cattolica.
Delle croci nei mosaici di Negrar?
di Angelo Paratico
La villa romana scavata a Negrar di Valpolicella ha rivelato dei mosaici magnifici. Di qui passava la via Claudia Augusta, la strada che collegava Verona con il Brennero e quindi con i territori delle odierne Austria e Germania.
Il selciato della via Claudia Augusta è stato ritrovato in vari punti, in particolare nella zona di San Pietro in Cariano e anche vicino alla cantina Villa Benedetti, che ha rinunciato a 2000 metri quadrati di vigneto per permettere degli scavi.
La sua datazione è problematica, dato che è stata abitata e ricostruita attraverso i secoli su vari strati, si è trovata una moneta dell’imperatore Lucio Vero del II secolo dopo Cristo e altre tracce che la datano al III e IV secolo.
Gli scavi continuano e durante una recente visita, l’artista quinzanese Ridanio Menini ha notato un particolare dei mosaici finora
sfuggito a tutti, dato che la credevano un semplice elemento architettonico. Menini ha notato la presenza di quella che pare essere una croce sopra al monte Calvario, forse opera di un anonimo schiavo-mosaicista convertitosi al cristianesimo.
Foto: Giorgio Carli
Cosa c'è sotto la Fontana di Trevi a Roma?
Nelle viscere di Roma, esattamente nove metri sotto il livello stradale del quartiere Trevi, si nasconde uno dei più importanti segreti dell’epoca imperiale.
Si tratta del Vicus Caprarius, chiamato anche Città dell'Acqua, uno straordinario sito archeologico contenente i resti di un vasto complesso edilizi poi trasformato poi in una splendida domus dell’antica borghesia
romana. Durante gli scavi, tra le varie sezioni del sito, sono stati ritrovati centinaia di reperti, una serie di inestimabili manufatti tra cui meravigliose anfore per il trasporto dell’olio, sculture, raffinate decorazioni in marmo e oltre 800 monete.
Il tutto è stato conservato in un piccolo museo allestito all’interno dell’area archeologica.
la pagina di Marco Zacchera
Approfondimento: FIUGGI, TRENT’ANNI DOPO
Trent’anni fa, a Fiuggi, nasceva Alleanza Nazionale e paradossalmente ci sono voluti trent’anni perché giungesse a compimento quel processo politico che ha portato oggi la destra italiana non solo al governo ma ad essere finalmente riconosciuta come forza pienamente legittimata anche a livello internazionale. Eppure ancora in questi giorni – vedi i commenti sulle dichiarazioni della Meloni sulla Shoah - ogni frase o dichiarazione viene ancora passata al microscopio da quei “Gendarmi della Memoria” (come li chiamava Giampaolo Pansa) che si auto-detengono in perpetuo il “diritto” di stabilire i colpevoli di presunto leso antifascismo.
Fiuggi fu un passaggio fondamentale, ma per verità già dal 1946 - quando fu fondato il Movimento Sociale Italiano - questa evoluzione era stata accettata come prospettiva politica. Quel “Non rinnegare, non restaurare” degli inizi e l’accettazione senza riserve dei principi democratici e parlamentari (oltre che la convinta adesione alla NATO che pur rappresentava gli “ex nemici”) erano una chiara scelta di campo. Fu però un lungo viaggio di 50 anni di emarginazione in un deserto politico paradossalmente reso ben più difficile non da resistenze interne, ma piuttosto proprio da quell’ “Arco Costituzionale” che era comunque riuscito a tenere emarginata una forza politica che nel sistema elettorale proporzionale contava poco (anche se il MSI-DN era stabilmente il quarto partito italiano) ma che evitava così tentazioni per la DC a scegliere alleati a destra. Quando vi furono tentennamenti (come con il governo Tambroni che nel 1960 era di fatto sostenuto dai voti missini) la piazza antifascista e socialcomunista stroncò sul nascere e con la violenza ogni compromesso.
Con il sistema elettorale maggioritario tutto cambiò, ogni voto “contava” e fu Silvio Berlusconi a rompere gli schemi, ma Gianfranco Fini (“lanciato” come leader quattro anni prima da Giorgio Almirante) a dare un volto giovane e credibile al rinnovamento politico e generazionale del MSI.
Il referendum elettorale del 1992 fu infatti uno strappo improvviso, unico, impensabile e che nel giro di pochi mesi trasformò rapidamente la politica italiana che intanto - sotto le ondate di “mani pulite” - vedeva frantumarsi e sparire la DC, i socialisti e i gruppi minori, “salvando” però il PCI (che stava vivendo a sinistra una evoluzione per molti versi analoga a quella missina, anche per l’avvenuto collasso dell’URSS) di cui si coprirono le tracce su finanziamenti e collusioni spesso legate proprio ai rapporti con Mosca.
Dietro le quinte – chi scrive ebbe l’onore e l’onere di organizzare personalmente il congresso di Fiuggi e di aprirlo come segretario generale – furono mesi impegnativi, anche se la credibilità di Fini all’interno del partito (oltre che al progressivo successo esterno) fece superare molte delle perplessità che animavano quegli iscritti che temevano il salto nel buio. Alla fine solo un gruppo di irriducibili si stacco creando un gruppo autonomo “nostalgico” mentre l’adesione alle “Tesi di Fiuggi” fu convintamente approvata dalla stragrande maggioranza degli iscritti. Una scelta anticipata da quella parte di opinione pubblica che intanto aveva scoperto la destra prima nel voto romano (Fini arrivò nel novembre 1993 al ballottaggio alle “comunali” contro Rutelli raccogliendo il 47% dei voti) e l’anno successivo concretizzandosi nel voto politico dove il centro-destra si presentò nei collegi con due alleanze variabili (Forza Italia e Lega Nord da sole nell’Italia Settentrionale, mentre FI e Alleanza Nazionale si unirono nei collegi al centro-sud). Al Nord la neonata AN raccolse così molti voti, ma non elesse quasi nessuno (in Piemonte, per esempio, fummo eletti solo in due deputati), ma l’opposto avvenne nel sud facendo complessivamente deragliare la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto (che guidava il fronte della sinistra) e ne uscì –con l’aperta ostilità del presidente Oscar Luigi Scalfaro - il primo governo Berlusconi con Forza Italia primo partito e quattro ministri di AN.
Vice premier e vero regista politico dell’operazione fu l’esponente barese missino Pinuccio Tatarella (che se non fosse scomparso anzitempo non avrebbe forse mai permesso a Fini di “sbandare” mettendosi anni dopo contro Berlusconi) affiancato da un gruppo di “pensatori” di qualità.
Le elezioni del ’94 precedettero Fiuggi e il congresso fu un lavoro organizzativo enorme raccogliendo quasi quattromila delegati che sotto gli occhi delle TV di mezzo mondo in un lungo week end votarono a grandissima maggioranza prima lo scioglimento del MSI-DN e poi la nascita di AN tra lo scetticismo preconcetto di quasi tutti i media e il quotidiano esame del sangue di antifascismo.
D'altronde, se ancora oggi c’è chi vede in Giorgia Meloni un potenziale rischio democratico, immaginatevi cosa non era stato per Fiuggi dove le parole di ogni delegato erano vivisezionate dalla gran parte dei media per poter dimostrare come il cambiamento fosse solo di facciata, ma non convinto e credibile.
Non era così e d'altronde a rileggere oggi le “tesi di Fiuggi” c’è già tutto o quasi del DNA dell’attuale governo con intuizioni programmatiche coraggiose e lungimiranti sull’ evolversi della successiva situazione politica europea e mondiale. Temi come immigrazione, denatalità, Europa (anche se l’Euro non c’era ancora) erano stati preparati con attenzione e serietà.
Fu quindi un congresso vero e non di plastica, soprattutto intessuto di sentimenti perché per molti iscritti al MSI quel loro piccolo partito era una questione di fede, di anima, una fiamma tricolore simbolo di anni di emarginazione e di orgogliosa diversità rispetto agli avversari. Oggi abbiamo la conferma che fu una scelta di campo e per chi come me l’ha vissuta in prima persona si può dire che fu non solo una scelta giusta, ma lungimirante e coraggiosa.
MAGISTRATI: “CHI TOCCA I FILI MUORE!” (??)
Non sono un giurista, ma neppure una distratta casalinga di Voghera, eppure – come a quasi tutti gli italiani – mi sfugge la differenza sostanziale che intercorre tra un “avviso di garanzia”, una “iscrizione nel registro delle notizie di reato” e una “comunicazione giudiziaria”. Per chi segue ancora queste cose la vicenda Almasri significa invece, in parole povere, che ancora una volta dei magistrati vorrebbero mettere in difficoltà il governo e la Meloni per via giudiziaria.
Che il generale libico Almasri sia un tagliagole e comunque un brutto personaggio che meriterebbe la galera possiamo essere tutti assolutamente d’accordo, ma il reato è nebuloso, il contorno internazionale incerto, le necessità di tenere comunque buoni rapporti con la Libia evidenti (a proposito: la Corte Internazionale non ha mai sanzionato la Francia per le sue dirette responsabilità nell’ aver scatenato la guerra in Libia pur di ammazzare Gheddafi e farsi i propri affari petroliferi…). Oltretutto i servizi segreti degli “alleati” tedeschi sapevano benissimo della presenza di Almasri in Europa da tempo (andava perfino allo stadio!), ma lo hanno taciuto alla Corte Internazionale fino a quando non è partito per l' Italia girando così ad altri la grana (anche per fare volutamente uno sgambetto al nostro governo?). Un pasticcio, insomma, dove però è evidente la “ragion di stato”. Uno scontro tra magistratura e governo che comunque si poteva e si doveva evitare, ma che si è voluto far partire a gran carriera in concomitanza con l’avvio del dibattito parlamentare sulla sempre più necessaria riforma della Giustizia e con la conseguente temuta separazione delle carriere.
Perché, se domani mattina io spedisco alla Procura di Roma un esposto in cui chiedessi di verificare - per esempio- se sussistano reati sull’uso improprio di un volo di stato, il procuratore Francesco Lo Voi spedirà seduta stante il conseguente, analogo avviso di potenziale peculato a mezzo governo? Credo proprio di no, anche se ufficialmente lo farebbe per “tutelare” quelle persone e informarle che qualcuno le accusa, ma – di fatto – l’agire con tale fulminea tempestività
sarebbe del tutto anomalo e sorprendente, soprattutto tenendo conto che quanto è avvenuto fa seguito a un esposto “politico” da parte dell’avv. Luigi Li Gotti, ex sottosegretario alla Giustizia già stazionante dalle parti di Prodi, proprio quello che impose il “segreto di stato” sul caso del terrorista Abu Omar catturato (dalla CIA?) a Milano e poi rispedito in Egitto anziché trattenerlo.
L’atto del procuratore Lo Voi (quello stesso che voleva per sé l’aereo di stato al costo di 13.000 euro/ora ogni volta che andava a fare il PM al processo di Palermo per sostenere le sue accuse contro Salvini, poi come si sa finite in nulla) non era - secondo mené urgente né obbligatorio, ma è stato un atto “politico” e la Meloni è stata furba a pubblicizzarlo giocando d’anticipo.
Ha così spiazzato la concorrenza mettendo in graticola (e in ridicolo) la stessa Procura e guidato il gioco ben sapendo tra l’altro che - con ogni probabilità – la mossa di Lo Voi era del tutto inutile e finirà assolutamente nel nulla vista anche la procedura parlamentare vigente in questi casi.
Ma, soprattutto, la Premier ha imposto appunto il “suo” gioco, quello che è il presentarsi direttamente agli italiani sulla linea del “Vogliono farmi fuori per via giudiziaria, ma io non sono Berlusconi, non ho scheletri nell’armadio né interessi personali: sparate al petto se volete, ma non mi abbatterete come altri in passato.”
Un intervento senza peli sulla lingua, che ha mandato in bestia la stampa “progressista” che non la può vedere e nell’ennesimo e solito silenzio di Mattarella, che probabilmente non sa più che pesci pigliare. In ogni caso avremo ora una ulteriore radicalizzazione della lotta parlamentare per la riforma di quella parte di Magistratura che non vuole cambiare nulla pur di mantenere intatto il suo potere pur spesso travalicando i limiti costituzionali continuando a mandare avvisi “politici” di ”Chi tocca i fili muore”, ma alla fine rischiando di rimanere essa stessa folgorata, oltre a perdere sempre di più la propria credibilità e le sue presunte, necessarie doti di imparzialità ed indipendenza.
SPECIALE CHAMPIONS LEAGUE
Inter dominante a San Siro con tripletta di Lautaro Martinez
Tre gol, tre punti e tre gol di Lautaro Martinez: questo il riassunto della serata perfetta dell'Inter, che strapazza il Monaco e chiude la fase a gironi al quarto posto in classifica, a soli due punti dalla capolista Liverpool. I neroazzurri subito nel
primo quarto d'ora piazzano un uno-due micidiale, prima con il penalty dell'argentino capitano, poi con una conclusione rasoterra su assist di Barella che vale la doppietta personale, intervallata dall'espulsione di Mawissa al 12’ che ha agevolato non poco
L'Atalanta esce a testa alta dall'Olimpico di Barcellona, ma il prestigioso 2-2 finale contro i blaugrana ha negato alla formazione di Gian Piero Gasperini l'accesso diretto agli ottavi di finale. La squadra di Gasperini gioca a viso aperto e a testa alta, incurante del blasone avversario e gia’ all'11' Szczesny è miracoloso dalla corta distanza, subito dopo Yamal sfiora l'incrocio con
un mancino a giro da fuori area e Retegui impegna l'ex portiere della Juve con un diagonale rasoterra. Al 36' il var annulla il gol di Zappacosta per il fuorigioco di rientro di De Ketelaere e il primo tempo termina 0-0. Nella ripresa, De Roon sfiora il gol al volo da fuori area, non sbaglia Yamal al 47' dopo un dribbling su Carnesecchi e tiro a porta vuota. Qui mezzo pasticcio della difesa
la squadra di Simone Inzaghi. I monegaschi, mai realmente pericolosi, subiscono poco dopo l'ora di gioco il colpo del definitivo KO ancora da Lautaro, che stavolta sfrutta la respinta corta di Majecki sul destro dal limite di Mkhitaryan.
Nel finale ci sarebbe anche la chance di arrotondare un passivo già pesante, ma Arnautovic spreca. Serata di festa dunque in casa neroazzurra in vista del derby, mentre il Monaco nonostante la sconfitta accede ai sedicesimi qualificandosi alla diciassettesima posizione. Non male anche il ritorno economico in casa nerazzurra che tra premi e bonus vari versano in cassaforte almeno gia’ 20 milioni di euro.
atalantina. Al 60' Lewandowski si divora il gol del raddoppio per un gran tackle di Hien, dopo 3' Carnesecchi è miracoloso sul rasoterra di Yamal a due passi dalla porta. Il pari dell'Atalanta nasce da una magia di Ederson al 67': dribbling su Gavi e tiro sul primo palo, da fuori area, che batte Szczesny. Passano appena 5 minuti e il Barcellona passa di nuovo in vantaggio con Araujo, lasciato libero di colpire di testa sul secondo palo. L'Atalanta non e’ piu’ una provinciale, non si arrende e al 79' trova il 2-2 con un'azione bellissima: uno-due tra Cuadrado e De Roon, cross al centro per Pasalic che fa a sportellate con Araujo e batte Szczesny. La parata di Carnesecchi sul mancino da fuori area di Ferran Torres è l'ultima occasione di una bellissima partita. Onore all’Atalanta che esce imbattuta da Barcellona.
Delusione Juventus, a Torino finisce tra i fischi
La Juventus crolla in casa nell'ultima giornata di Champions League. Il Benfica passa 2-0 all'Allianz Stadium e, al fischio finale dell’arbitro, il pubblico di casa non gradisce e finisce quindi tra le urla di disappunto dei tifosi bianconeri.
Decisive per i portoghesi le reti una per tempo di Pavlidis e Kokcu.
Nella ripresa i bianconeri provano a reagire e creano anche qualcosa in più, ma il gol del centrocampista turco all'80' taglia le gambe agli uomini di Thiago
Motta che sembra aver perso la stretta sui suoi uomini. La Juventus chiude il mega girone al ventesimo posto e il Benfica che sembrava spacciato riesce a salire al 16esimo. Entrambe le squadre vanno quindi ai playoffs ma la Juve non sara’ testa di serie.
Clamorosa sconfitta del Milan contro la Dinamo di Fabio Cannavaro
Sconfitta pesantissima per il Milan che dovrà passare per i playoff per accedere agli ottavi di finale. Rossoneri sottotono per tutto il primo tempo e accenni di orgoglio soltanto nel corso della ripresa; Leao, poco ispirato, non è stato capace di incidere sulla corsia sinistra. Ha pesato sicuramente l'inferiorità numerica (incredibile ingenuita’ di Musah che si porta a casa il doppio giallo e quindi rosso) ma il Milan ha dato subito l'idea di non essere in
grado di portare a casa il bottino pieno. Resta un po' di rammarico per il rigore prima concesso e poi revocato per una leggerissima gomitata di Leao lanciato in area di rigore; un episodio che forse avrebbe rimesso il match su binari più favorevoli ai ragazzi di Conceicao. Bisogna comunque dare merito alla Dinamo Zagabria di Fabio Cannavaro che nonostante la vittoria si ritrova fuori dalla Champions a causa della differenza reti.
Buon pari del Bologna a Lisbona
Sul campo dello Stadio José Alvalade la partita tra i rossoblù, già eliminati, e lo Sporting Lisbona termina in parità. Bella prova d’orgoglio dei felsinei a lungo in vantaggio sui più titolati lusitani. Prima frazione di gioco nella quale il Bologna ha fin da subito sorpreso i padroni di casa in velocità e aggressività. Dopo aver colpito una traversa già al 3’, la squadra di Vincenzo Italiano sblocca il risultato al 21’ con Pobega di testa. I rossoblù insistono ma negli ultimi minuti i padroni di casa sfiorano più volte il pa-
reggio. Nella ripresa, dopo aver sfiorato il raddoppio, sempre con Pobega, il Bologna si fa raggiungere al 77'. Per i portoghesi segna Harder. Azione manovrata in tandem dei neo-entrati Quenda e Simoes, la palla in cross basso arriva ad Harder che anticipa il portiere Ravaglia sul primo palo e pareggia. Al 96’ l’arbitro manda le squadre negli spogliatoi sul risultato di parità. Gli Emiliani terminano la loro avventura in Champions con 6 punti e pagano a caro prezzo l’inesperienza in campo internazionale.
di Robert Romeo
Redattore Sportivo Guglielmo Credentino
EUROPA LEAGUE
Avanza la Roma in Europa, sconfitto il Francoforte
La Roma domina e vince 2-0 contro l'Eintracht Francoforte e la formazione di Claudio Ranieri conquista i Sedicesimi di Uefa Europa League. I tedeschi cominciano bene, ma non mettono mai in seria difficoltà la retroguardia giallorossa. Il primo vero brivido lo crea Dovbyk al 13' quando l'attaccante non riesce a spingere in rete, a porta vuota, il tiro-cross di Angelino. Al 22' Svilar nega la gioia del gol a Larsson deviando in corner il colpo di testa, risponde Mancini con un altro colpo di testa che colpisce il palo di Trapp.
La Roma sblocca la gara al 44' grazie ad un Angelino in gran for-
ma che, servito sul secondo palo da Mancini, segna col mancino al volo. Nella ripresa, i giallorossi rientrano in campo con gran carattere e i ritmi di gioco restano alti, così come l'attenzione delle due fasi difensive che mettono in difficoltà gli attaccanti. Bisognerà attendere il 69' per vedere il raddoppio della Roma a segno con il subentrato Shomurodov: l'attaccante riceve il filtrante di Soulè e batte Trapp con un tiro maldestro dopo un paio di rimpalli favorevoli. La Roma conferma di essere in un buon momento di forma e il peggio sembra essere passato, la mano di Ranieri si sente e si vede.
Sconfitta indolore della Lazio che vola agli ottavi di finale
Una Lazio che aveva già sistemato tutte (o quasi) le incombenze di classifica, conosce sul campo del Braga l'unica sconfitta della sua fase campionato. Una sconfitta che, grazie anche all'ottima differenza reti (+12) non toglie ai biancocelesti il primo posto assoluto, a pari punti con il Bilbao che però ha +8 in differenza reti. Il gol che decide il match arriva dopo soli sei minuti, con la Lazio che fatica decisamente ad entrare in partita. Poi però le cose cambiano e la squadra di Baroni ha più volte la chance per rimettere le cose in parità, sia nel primo che nel secondo tempo. A dire il vero
anche i portoghesi sfiorano in un paio di occasioni il raddoppio che per loro sarebbe stato vitale. Il Braga, infatti, risulta la prima delle escluse (25ª) proprio per la differenza reti peggiore rispetto a Twente e Fenerbahce. I biancocelesti, in formazione rimaneggiata, nonostante la sconfitta dimostrano di essere squadra quadrata e ben disposta in campo. Il primo posto in classifica consente alla Lazio di evitare il tranello dei playoffs ed approdare direttamente al turno successivo, garantendosi anche un buon ritorno economico in premi e bonus messi in palio dalla UEFA.
CONFERENCE
LEAGUE
La Fiorentina in campo a marzo per cercare la quarta finale
Appuntamento a marzo per la Fiorentina in Conference League. La squadra Viola ha chiuso la fase campionato di Conference League al terzo posto detro Chelsea e Victoria Guimaraes. Agli ottavi di finale (sorteggio il 21 febbraio) sfiderà una delle vincenti delle due gare di playoff (13 e 20 febbraio 2025): Vikingur (Isl)-Panathinaikos Atene (Gre) e Borac Banja Luka (Bos)-Olimpia Lubiana (Slo).
Le altre sfide dei playoff sono Jagiellonia (Pol)-Topola (Ser); Celje
(Slo)-Apoel (Cip); Gent (Bel)- Betis Siviglia (Spa); Molde (Nor)Shamrock Rovers (Irl); Omonia (Cip)-Pafos (Cip); Copenhagen (Dan)-Heidenheim (Ger). Le vincitrici dei playoff andranno ad affrontare le prime otto squadre del girone unico il 6 e 13 marzo. E anche in quel caso il tabellone sarà sorteggiato il 21 febbraio. Già qualificate per gli ottavi Chelsea, Victoria Guimaraes, Rapid Vienna, Djurgardens, Lugano, Legia Varsavia, Cercle Brugge e appunto Fiorentina.
Rugby - Sei Nazioni, Scozia-Italia 31-19
Gli azzurri
non sfigurano all’esordio
Nella partita, cinque mete scozzesi, contro una sola realizzata dalla squadra di Gonzalo Quesada. L'Italia torna a giocare sabato: avversario il Galles nel primo dei tre appuntamenti casalinghi
Sconfitta per l'Italia nella partita d'esordio del Sei Nazioni 2025 di rugby. Gli azzurri, impegnati a Murrayfield,, sono stati battuti dalla Scozia 31-19 (19-9 nel primo parziale), ma escono a testa alta dal match.
Davanti a quasi 80.000 spettatori, gli azzurri sono stati condannati dalle cinque mete scozzesi, contro una sola realizzata. La Scozia parte subito fortissima nel primo tempo alla ricerca di punti.
Al 3' meta di Darge, trasforma Russell: Scozia-Italia 7-0. Azzurri appaiono in difficoltà, non riescono a contendere l'ovale. Dopo 10’ gli scozzesi si portano di nuovo a meta con Jones, trasformazione sempre di Russell: Scozia-Italia 14-0.
Gli azzurri provano a reagire e trovano i primi 3 punti dopo 20' minuti con il calcio piazzato di Allan dopo un fallo degli scozzesi: Scozia-Italia 14-3.
Al 23' è sempre Allan a prendersi altri 3 punti con il secondo piazzato, ora è la Scozia ad avere qualche problema e commettere qualche fallo di troppo. Scozia-Italia 14-6.
Avversari di nuovi aggressivi e arriva la terza meta grazie a Ben White. Errore di Russell che questa volta non trasforma: Scozia-Italia 19-6.
Gli azzurri non riescono a contenere gli scozzesi che commettono, però, un altro fallo. Il punteggio si muove grazie al terzo calcio di Allan, e la prima frazione finisce Scozia 19 Italia 9. Secondo tempo e Scozia ancora a segno, due mete con Jones (migliore in campo) in 5' riportando il punteggio largamente in proprio favore (31-19).
L’Ital-rugby lotta, si batte, ma concede troppo nei momenti cruciali della partita. Vittoria meritata degli scozzesi ma l’Italia dimostra di essere competitiva.
Ora per gli azzurri due partite a Roma: 8 febbraio contro il Galles di Warren Gatland e 23 febbraio contro la Francia, prima della trasferta di Londra contro l'Inghilterra, 9 marzo, e la chiusura di nuovo all'Olimpico per la sfida alla detentrice del titolo, l'Irlanda.
In sintesi le partite della 23ª Giornata di Serie A
PARMA 1
LECCE 3
Una rete annullata (al Lecce) per fuorigioco millimetrico, un rigore decretato dopo il consulto al Var (quello del momentaneo 1-0 per il Parma, al 33’ segnato da Valeri) e altri tre gol (validi) di marca salentina siglati da Krstovic al 36’ e Pierotti (63’ e 93'). In mezzo molto movimento con entrambe le formazioni a caccia del gol da tre punti, quelli necessari per staccarsi dalla zona caldissima della classifica, quella che decreta le retrocessioni. E’ finita con i ragazzi di Giampaolo a festeggiare il successo sotto la curva dei tifosi leccesi accorsi in massa a Parma e quelli di Pecchia sonoramente fischiati dal pubblico di casa.
ATALANTA 1 TORINO 1
Al Gewiss Stadium di Bergamo, con il ct della Nazionale Luciano Spalletti in tribuna, Atalanta-Torino termina 1-1, le reti tutte nel primo tempo. Prima frazione di gioco dove i padroni di casa hanno spinto maggiormente e dopo una rete annullata al 20’ con Bellanova che però commette fallo di mano, passano in vantaggio al 35’ con Djimsiti. Immediata la risposta del Torino che trova il pareggio con Maripan in un’azione quasi fotocopia della marcatura orobica.
Al 74’ episodio chiave della partita quando Retegui spreca un calcio di rigore. Domina l’Atalanta (65% possesso palla e 22 tiri in porta), ben 9 gli interventi del portiere granata ed il pari alla fine va stretto alla squadra di Gasperini.
MONZA 0 VERONA 1
Il Verona supera il Monza grazie all’autorete di Leković al 13’. Gli ospiti, soprattutto nella ripresa, hanno attaccato ripetutamente in contropiede, soprattutto con Suslov e Mosquera, ma non hanno trovato il raddoppio. I padroni di casa, dal canto loro, nonostante gli ingressi dalla panchina non hanno mai innescato le marce giuste e sembrano davvero condannati a scendere di categoria. Un brutto colpo questa sconfitta casalinga del Monza che rimane sempre piu’ fanalino di coda in classifica.
UDINESE 3 VENEZIA 2
Primo tempo ‘di studio’ tra Udinese e Venezia, seconda frazione con i fuochi d’artificio: cinque gol in 45’ minuti. Il Venezia, nella prima metà della sfida ha retto l’urto friulano, ma è nella seconda frazione che le retroguardie – e relativi portieri – hanno allentato le maglie. Succede tutto nella ripresa. Lucca sblocca il risultato in avvio con un piattone al volo su cross di Kamara. Poco dopo Lovric raddoppia dopo uno spunto di Thauvin. Il Venezia al 19' accorcia le distanze con una conclusione perfetta di Caviglia. Al 33' sugli sviluppi di un calcio d'angolo il Venezia pareggia i conti in mischia con un tocco sporco di Gytkjaer, ma la gioia dei veneti dura una manciata di minuti: al 39' infatti il subentrato Iker Bravo con un tiro d'esterno firma il gol vittoria dopo una splendida azione personale di Solet.
BOLOGNA 2
COMO 0
Il Bologna supera il Como per 2-0 al termine di una partita vivace e combattuta su entrambi i fronti, fortemente influenzata dall’espulsione di Fadera per proteste al 38’ che lascia i lariani in dieci per oltre un tempo. I rossoblù passano in vantaggio con De Silvestri su assist di Lykogiannis al 25’ e nella prima frazione colpiscono due traverse, prima con Lucumì e poi con Dallinga. Al 66’ il Bologna avanza sulla fascia sinistra con Domìnguez che allunga per Miranda, traversone e conclusione di Fabbian che mette in rete: è il raddoppio dei ragazzi di Italiano.
JUVENTUS 4 EMPOLI 1
Niente da fare per la formazione di Roberto D'Aversa. Nella ripresa la Vecchia Signora rimonta e mette il sigillo della vittoria con la doppietta del francese, arrivato in prestito dal PSG, Kolo Muani al 61' e 64', poi arrivano le reti di Vlahovic al 90' e Francisco Conceição al 92'. I toscani ci hanno provato nel primo tempo, al 4’ l’ex De Sciglio gela la Juve ma nella seconda frazione gli uomini di Thiago Motta si scatenano, complice anche l'espulsione all'83' di Maleh per doppio cartellino giallo, dopo la trattenuta a Nico Gonzalez.
FIORENTINA 2
GENOA 1
La Fiorentina torna alla vittoria tra le mura amiche: 2 a 1 il risultato finale contro il Genoa che ha tirato fuori una prestazione ‘tutta grinta’.
I viola hanno giocato un match ‘double face’, precisi e cinici nel primo tempo, bellissimo il gol di Keane che ha sbloccato la sfida con il raddoppio di Gudmundsson al 30’. Poi il riposo e il ritorno in campo dove gli ospiti hanno attaccato per tutto il tempo rimanente. Un assedio alla porta viola che ha resistito a metà. Perché il colpo di testa di De Winter ha dimezzato lo svantaggio al 54’ e moltiplicato la forza dei grifoni.
ROMA 1 NAPOLI 1
La Roma non sfigura e costringe Il Napoli a disputare una partita tutto cuore e grinta, in pieno stile Antonio Conte. Sblocca la partita il gol di Spinazzola nel primo tempo, il giocatore lanciato in contropiede conclude con un pallonetto di ottima fattura. Poi va in onda un continuo assedio romanista a cui il Napoli si oppone con una difesa a cinque e qualche timido contrattacco. Ma di veramente pericoloso solo un colpo di testa di Ndicka che Meret in tuffo respinge ed un paio di punizioni di Paredes. Una delle quali colpisce il palo esterno e termina fuori. Solo all’80’ Ranieri inserisce Dybala e la Roma continua a spingere alla ricerca del gol. Minuto 93, la Roma spinge, il Napoli si difende. Azione veloce e manovrata con cross finale su cui si avventa Angelino e con un bel sinistro insacca. Pari meritato e tattica di Conte da rivedere.
MILAN 1
INTER 1
Due reti di marca olandese (Reijnders e de Vrij) in una gara che ha regalato tantissime emozioni. Tre pali colpiti dall'Inter (con Bisseck, Thuram e Dumfries), Maignan decisivo in almeno due occasioni. Ai punti, in ambito di produzione offensiva, ha fatto di più la squadra di Inzaghi, ma il Milan è stato sempre dentro la partita. Innegabilmente fortunata in alcuni frangenti, la formazione di Conceiçao ha stretto i denti e giocato con lo spirito giusto, quello necessario per una stracittadina. La classifica resta oggettivamente deludente per un club di questo blasone, ma le indicazioni fornite dalla serata sono complessivamente positive per il tecnico rossonero. I nerazzurri possono recriminare per il tris di legni, c'è però sempre il match da recuperare, il 6 febbraio contro la Fiorentina. Il Milan giocherà invece il recupero col Bologna il 26: entro questo mese il quadro complessivo sarà più chiaro, sia per la lotta scudetto che per i piazzamenti nelle coppe.
accadde a Febbraio
1 febbraio 1958: "Nel blu dipinto di blu" vince l'8º Festival di Sanremo. Scritta da Franco Migliacci e musicata da Domenico Modugno, diverrà la canzone italiana più famosa nel mondo.
3 febbraio 1972: Iniziò l'undicesima edizione delle Olimpiadi invernali che si tennero a Sapporo, nell'isola di Hokkaido, in Giappone; fu la prima olimpiade invernale fuori da Europa e America.
4 febbraio 1975: Nasce a Sydney Natalie Imbruglia da Elliot Imbruglia, originario di Lipari, e Maexene Anderson, australiana. A soli 16 anni entra nel mondo dello spettacolo.
6 febbraio 1952: Inizia il regno di Elisabetta II. «Per Grazia di Dio, Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e di Irlanda del Nord e dei suoi altri Reami e Territori e Difensore della Fede».
7 febbraio 1914: Charlie Chaplin debutta nel cinema con "The Tramp" quando nelle sale statunitensi vennero proiettate per la prima volta le avventure di un simpatico vagabondo.
8 febbraio 1888: Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto. Nella città natale trascorre l’infanzia. La famiglia si era infatti trasferita in Africa dove il padre lavorava al Canale di Suez.
13 febbraio 1894: I fratelli Lumiere brevettano il Cinematografo, uno strumento in grado di catturare e riprodurre immagini, unendo le proprietà di una camera da presa e di un proiettore.
14 febbraio 2004: Ci lasciava Marco Pantani, il “pirata” del ciclismo italiano, il celebre ciclista romagnolo che per anni ha fatto sognare l’Italia intera in sella alla sua bici. Aveva solo 34 anni.
11 febbraio 1929: Firmati i Patti Lateranensi tra il Regno d'Italia e la Santa Sede a cui si deve l'istituzione della Città del Vaticano come Stato indipendente e la riapertura dei rapporti con l'Italia.
12 febbraio 1941: Primo test della penicillina su un paziente: La storia ufficiale della molecola antibatterica, formata dall’unione di due aminoacidi comincia con Alexander Fleming.
15 febbraio 1898: Antonio De Curtis, decisamente più conosciuto come Totò, nasce a Napoli, in via Santa Maria Antesaecula nel rione Sanità, al secondo piano del numero civico 109.
16 febbraio 1959: Fidel Castro, grande protagonista della storia politica del Novecento, viene nominato Primo ministro di Cuba, carica che terrà fino all'abolizione del 2 dicembre 1976.
19 febbraio 1878: Thomas Edison brevetta il fonografo, strumento pensato per registrare e riprodurre il suono, strettamente professionale negli uffici, non per la registrazione della musica.
20 febbraio 1816: Il barbiere di Siviglia è un’opera buffa di Gioachino Rossini. La prima dell’opera rossiniana andò in scena al Teatro Argentina di Roma con il titolo Almaviva.
18 febbraio 1861: Si riunisce a Torino per la prima volta il Parlamento dell’Italia unita. Mancavano ancora Roma e una porzione dello Stato Pontificio, il Veneto, Trento e Trieste.
21 febbraio 1965: In New York City, Malcolm X, an African American nationalist and religious leader, is assassinated by rival Black Muslims while addressing his Organization.
23 febbraio 1455: La Bibbia di Gutenberg: In una piccola bottega di Magonza, in Germania, veniva stampato con caratteri mobili il primo libro della storia la famosissima Bibbia Mazarina.
26 febbraio 1935: Watson-Watt dimostra il funzionamento del radar. Per la Germania nazista fu tra le principali ragioni della sconfitta nella Seconda guerra mondiale.
27 febbraio 1900: Fondato il Partito Laburista; Nella patria della Rivoluzione industriale la nuova classe del proletariato proiettò in un unico soggetto politico le proprie battaglie su diritti e libertà.
28 Febbraio 1954: Viene messa in vendita il primo televisore a colori, il Westinghouse H840CK15, nella zona di New York, utilizzando la trasmissione NTSC offerta al pubblico.
dal 5 Febbraio all'11 Febbraio 2024
IN MEMORIA
FERRARO MARIA GIOVANNA (MACRÌ)
nata ad Oppido Mamertina (RC) il 1° giugno 1937 deceduta a Oran Park NSW il 3 febbraio 2023
Cara moglie di Francesco (defunto) nel secondo anno della sua dipartita, i figli Nino con la moglie Mattia Macri, Enzo ( defunto) e famiglia, Paula con il marito Tony Iurlo, Rita Potito, Maria con il marito Nick Murphy, Massimiliano con la moglie Maria Macrì, nipoti e pronipoti, la sorella Nicolina con il marito Nick Severino, la sorella Tota con il marito Vincenzo Vallotta (defunto), il fratello e le sorelle (defunti), i nipoti, parenti ed amici vicini e lontani la ricordano con dolore e immutato affetto. Le spoglie della cara congiunta riposano nel cimitero di Liverpool, 207 Moore Street, Liverpool NSW 2170
ETERNO RIPOSO
Onoranze Funebri
IN MEMORIA
ROSALIA LA DELFA
nata il 19 aprile 1947 deceduta il 1 gennaio 2025 Residente a Bossley Park NSW
Ad un mese dalla sua scomparsa, una messa in memoria verra’ celebrata giovedi’ 6 febbraio 2025 alle ore 19.00 nella chiesa Our Lady of Mount Carmel, 230 Humphries Road, Bonnyrigg NSW 2177. Le spoglie della cara estinta, riposano nel cimitero di Castle Hill, Gilbert Road, Castle Hill NSW 2154.
I familiari ringraziano quanti hanno partecipato al loro dolore, al funerale e saranno presenti alla messa in memoria della cara Rosalia.
"Cara Rosalia, la tua gentilezza e il tuo amore hanno toccato tutti quelli che ti hanno conosciuto. Il tuo ricordo vivrà per sempre nei nostri cuori."
UNA PREGHIERA PER LA SUA ANIMA
IN MEMORIA
PELLEGRINO ANDREA
nato a Oliveri (Messina- Italia) il 10 novembre 1938
deceduto a Fremantle (WA) il 9 febbraio 2023
Promotore e fondatore in Fremantle ( WA ) della festa della Madonna del Tindari, venerata a Tindari (Messina - Italia). Nel secondo anno dalla sua scomparsa, la moglie Bartolina, i figli Graziella, Annalida e Fernando, i fratelli Camillo (deceduto) Margherita (Italia) Franco, Nello e Rito, i cognati Franco Surace (deceduto) Elisa (deceduta), Giovanna, Ina e Anna e le loro famiglie, parenti ed amici vicini e lontani, lo ricordano con dolore e immutato affetto.
"Le parole non possono catturare quanto manchi, ma il tuo ricordo sarà per sempre inciso nei nostri cuori."
RIPOSA IN PACE
COSMAI LUIGI
nato il 12 aprile 1926 deceduto a Sydney (NSW) il 3 febbraio 2024
Caro sposo di Antonietta (defunta), ad un anno dalla sua scomparsa, i figli Gianni e Marzia (defunta), la nuora Shona, le nipoti Megan e Emma, parenti ed amici vicini e lontani lo ricordano con dolore e immutato affetto.
"Le tue impronte resteranno sempre nei nostri cuori, come un faro di amore eterno."
RIPOSA IN PACE
CONNIE CIGNARELLA ( VALLARIO) nata il 31 ottobre 1951 a Sant’Andrea di Conza (AV) deceduta a Sydney il 24/1/ 2025
DECESSO
LUCCA ROSA MINATI
nata 28 ottobre 1931 in Argentina deceduta il 24 gennaio 2025 a Sydney (NSW)
Vale Rochelle Porteous
Io, Sam Guarna, sono disponibile ad aiutare la tua famiglia nel momento del bisogno. Sono stato conosciuto sempre per il mio eccezionale e sincero servizio clienti. So che, per aiutare le famiglie nel dolore, bisogna sapere ascoltare per poi poter offrire un servizio vero e professionale per i vostri cari e la vostra famiglia. Tutto ciò con rispetto, attenzione e fiducia, sempre.
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Con grande tristezza, ci ha lasciato Rochelle Porteous, una donna che ha dedicato la sua vita al servizio della comunità. Rochelle è stata una figura di riferimento per molti, una vera campionessa delle cause sociali, sempre pronta a battersi per i più deboli e per chi viveva in situazioni di disagio.
Rochelle ha servito per 16 anni come Consigliera del Comune di Leichhardt e dell'Inner West Council, ricoprendo anche più volte la carica di Sindaco. Durante il suo lungo impegno politico, ha lavorato senza sosta per migliorare la qualità della vita delle persone, lottando per i diritti delle persone con disabilità e per i senzatetto, settori nei quali è stata una potente sostenitrice e una voce importante.
Tra le sue battaglie più significative, spiccano quelle per la difesa di Callan Park, per i rifugiati e i richiedenti asilo, per un
governo responsabile e per un sistema urbanistico che tenesse in considerazione tanto il benessere delle persone quanto la salvaguardia dell'ambiente.
Rochelle aveva un legame particolare con l'Italia e con la comunità italiana, e si è sempre distinta per il suo sostegno a chiunque avesse bisogno di una voce che lo rappresentasse. La sua connessione con l'Italia e il suo impegno nei confronti della comunità italiana sono stati una parte fondamentale della sua identità.
Sarà profondamente rimpianta da tutti coloro che l'hanno conosciuta, per il suo spirito indomito, la sua passione per la giustizia e la sua dedizione a costruire un mondo migliore per tutti.
Addio, Rochelle. La tua memoria continuerà a vivere nei cuori di chi ti ha voluto bene e ha lottato al tuo fianco.
IN MEMORIA
onoranze funebri
Il simbolismo dei cipressi nei cimiteri
I cimiteri, luoghi di memoria e raccoglimento, sono spesso caratterizzati dalla presenza austera e solenne dei cipressi. Questi alberi, con le loro chiome slanciate verso il cielo, rappresentano un elemento ricorrente nei luoghi di sepoltura, suscitando domande sul loro significato simbolico e sulla loro diffusione nelle culture di tutto il mondo.
Fin dall’antichità, il cipresso è stato associato all’eternità e all’immortalità. La sua forma slanciata sembra indicare un ponte tra il mondo terreno e quello spirituale, un sentiero simbolico che collega i vivi ai defunti. Nella mitologia greca e romana, il cipresso
era consacrato a Plutone, dio degli inferi, e veniva piantato nei luoghi di sepoltura per simboleggiare il passaggio dall’esistenza terrena alla dimensione ultraterrena. Il cipresso ha anche una forte connotazione di lutto e dolore. La sua chioma sempreverde è simbolo di vita che continua oltre la morte, mentre la sua resistenza e longevità suggeriscono l’idea della permanenza del ricordo dei defunti. In molte culture, infatti, i cipressi nei cimiteri sono un monito alla sacralità del luogo e alla continuità della memoria. Nel cristianesimo, il cipresso assume un significato di speranza nella resurrezione. Piantare ci-
pressi accanto alle tombe è un gesto che richiama la fede nella vita eterna. Anche nell’Islam, questi alberi sono frequentemente presenti nei cimiteri, a testimonianza della sacralità dello spazio e della promessa della vita dopo la morte. Oltre al significato spirituale, la presenza dei cipressi nei cimiteri è legata anche a ragioni pratiche. La loro crescita verticale e la loro capacità di resistere alle intemperie li rendono ideali per delimitare le aree cimiteriali, offrendo protezione e creando un’atmosfera di raccoglimento e rispetto. Inoltre, la resina di questi alberi ha proprietà antibatteriche, contribuendo a preservare l’ambiente circostante. Il cipresso, con la sua presenza discreta e maestosa, continua a vegliare sui cimiteri di tutto il mondo, incarnando il legame tra la vita e la morte, la memoria e la speranza. È un simbolo senza tempo che accompagna l’uomo nel suo viaggio più misterioso, ricordandogli che il ricordo dei defunti non svanisce, ma vive nell’eternità del tempo e nella sacralità della natura.
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