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07Preistoria e protostoria Storia & Sentieri
07_ Storia & sentieri
Grande punta di selce ritoccata dalla localitá Schnaggen Nel 1978 i lavori di scavo per la posa dell’impianto di irrigazione di Aica misero in luce profonde stratigrafi e con episodi di antropizzazione relativi a più momenti del neolitico, della protostoria e dell’età romana: evidentemente anche i primi coltivatori della storia si erano accorti della particolare feracità del territorio di Aica.
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Riproduzione in miniatura in piombo di ascia dell‘antica età del Bronzo da Castel Presule
Piccola fibula di bronzo, conformata ad ascia, dalla necropoli di epoca romana presso il maso Kompatscher
Le più antiche testimonianze archeologiche risalgono a 6.000 anni fa, quando nei terreni adiacenti i masi Finger e Zafl uner si installarono le abitazioni e i campi di piccole comunità di agricoltori neolitici. I terrazzi off rivano ampie zone pianeggianti ben esposte al sole e terreni facilmente dissodati . Gli scavi archeologici e le analisi della composizione dei suoli hanno mostrato che in più punti del territorio di Aica vennero ricavati con piccoli muri di terrazzamento dei campicelli dove coltivare l’orzo. I dintorni di questi insediamenti erano adibiti al pascolo di pecore, capre e bovini.
Nell’età del bronzo e poi del
ferro (all’incirca tra il 2000 a.C. e il 100 d.C.) i rilievi presenti a Presule, Zafluner, Finger, i territori adiacenti i masi Kompatsch, Mongadui, Federer, l’area tra Grosssteinegg e Schnaggen vennero scelti per costruire dei villaggi. Tra le attività principali cui erano dediti gli abitanti è rilevante l’agricoltura e l’allevamento. Gli allevatori conoscevano molto bene e soggiornavano molto spesso nelle aree alpestri d’alta quota: nell’Alpe di Siusi, sullo Sciliar e sul Monte Cavone sono stati riconosciuti diversi insediamenti stagionali protostorici a carattere religioso e produttivo. Frammenti di ceramica di epoca neolitica, venuti in luce nei pressi del maso Finger
Nell’età romana sorsero numerose fattorie tra Presule e Tires. Gli ampi spazi pianeggianti dei terrazzi e del Monte di Aica offrirono condizioni climatiche e ambientali molto favorevoli. In particolare l’ampia sommità pianeggiante del Gfell ospitò un complesso di discrete dimensioni. Gli abitanti scelsero il pianoro antistante al maso Kompatsch, situato solo poco più a valle, come necropoli per seppellire i propri defunti. Il cimitero mostra una certa monumentalità: alcune tombe recano una lapide su cui è incisa l’età e il nome del defunto.
Corredo di una tomba a cremazione dalla necropoli di epoca romana presso il maso Kompatscher
Considerato che in età romana era usanza seppellire i morti lungo le strade, è molto probabile che nelle vicinanze del maso Kompatsch passasse un percorso viario che univa la Val d’Isarco con la Val di Fassa attraverso il Passo Nigra. Probabilmente alcune parti dell’attuale “Sentiero dei Masi” ripercorrono questo tracciato.
Stele funeraria di Severa dalla necropoli di epoca romana del maso Kompatscher