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08 Chiese Chiese & Cappelle

08_ Chiese & Cappelle

La chiesa di S. Caterina sorge lungo l‘antichissimo sentiero che dalla Val d‘Isarco conduce alle valli dolomitiche ladine. Dal 15° sec. in poi quindi: S. Caterina diviene la protettrice dei carrettai La parrocchia di Fiè aff onda le sue origini nell‘epoca carolingia e presenta una notevole estensione, comprendendo la valle di Tires e gran parte della Val d‘Ega. La percorrenza media per raggiungere la chiesa parrocchiale variava da 1 a 4 ore, ragione per cui le comunità contadine, chiamate „Malgreien“, a partire dal 12°/13° sec. si dotarono di luoghi di culto locali, piccole chiese in stile romanico, nelle quali il parroco di Fiè inviava sacerdoti durante i giorni di festa. Naturalmente i borghi presero il nome dei santi patroni di queste piccole chiese. In un‘epoca in cui non esistevano forme di assistenza sociale e nemmeno assicurazioni contro la grandine, la gente si rivolgeva ai santi e talvolta erano le stesse chiese ad aiutare i contadini bisognosi, attingendo alle off erte o ad altre entrate ecclesiali in cambio di interessi. Ciò creò un legame stretto tra la gente e la propria chiesa, esplicitato dalle sfarzose decorazioni di altari e aff reschi, con cui gli uomini competevano nel rendere grazie. Nel corso del 15° secolo che fu l‘epoca di maggior gloria del Tirolo, quasi tutte le chiese fi liali della parrocchia di Fiè, e tra queste anche S. Caterina ad Aica, furono ammodernate in stile gotico.

I capitelli e crocifissi lungo la via invitavano a pregare o fungevano da sosta per i morti lungo il cammino che conduceva al cimitero

Alcuni masi, tra cui anche il Gemoaner e l‘Außerpeskoller lungo il sentiero dei masi, costruirono una cappella propria, in cui la famiglia recitava il rosario.

Particolarmente preziosi sono gli affreschi realizzati sul versante meridionale della chiesa

S. Caterina in Aica di Fiè

La chiesa, citata già nel 1293, fu originariamente dedicata a S. Michele – l‘adiacente maso si chiama appunto „Michaeler“. Verso la fi ne del 15° secolo l‘abside romanica fu sostituita da un coro gotico al quale venne aggiunto, sul versante nord, il campanile ed il soffi tto della navata venne decorato con una volta stellata.

Particolare attenzione meritano gli aff reschi risalenti all‘incirca al 1420, riccamente policromatici e mai ritoccati, presenti sulla parete esterna rivolta a sud. Dotati di notevole espressione e mimica, essi narrano la storia di Caterina, fi glia del re di Alessandria che a causa della distruzione dell‘immagine idolatrica (1a fi la superiore) viene processata dall‘imperatore Massimino (2), frustata (3) e rinchiusa in una torre dove viene consolata dagli angeli (fi g. 5, sopra alla crocifi ssione sopra alla porta), per avere rifi utato di idolatrare l‘immagine pagana imposta. L‘imperatore la obbliga a discutere anche con alcuni fi losofi pagani (fi g. 6), ma lei riesce addirittura a convertire alcuni di loro al cristianesimo. Questi vengono messi al rogo da Massimino (1a fi la inferiore). Anche l‘imperatrice venuta a visitarla nella notte (2), si lascia convertire e viene per questa ragione decapitata (3). Allora l‘imperatore decide di condannare la santa alla ruota, ma alcuni angeli distruggono la stessa (4, a destra dell‘ingresso). Infi ne anche la santa muore decapitata (5) e viene sepolta sul Sinai, dove l‘imperatore Giustiniano erige nel 557 il famoso Convento di S. Caterina (6).

Veduta parziale degli affreschi esterni di S. Caterina, tra cui S. Michele con la bilancia dell anime e una rappresentazione sovradimensionata di S. Cristoforo, patrono dei viaggiatori e avversario della morte precoce

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