NUMERO 4
mercoledì 7 giugno 2017
Altre Velocità è un gruppo di critici, giornalisti ed educatori teatrali, redazione “intermittente” che dal 2005 cerca di esplorare le traiettorie della scena italiana e internazionale. Fino all’11 giugno affiancherà Futuri Maestri conducendo un laboratorio di giornalismo con studenti universitari e delle scuole superiori. La nostra redazione vi racconterà il progetto con recensioni, disegni, schede di approfondimento e interviste, inventando rubriche e incursioni dietro le quinte o in mezzo al pubblico, sperimentando diversi formati di pubblicazione con un’uscita ogni giorno. Buona lettura e buone vision(i) In redazione: Carmen Zaira Torretta, Matteo Posa, Jacopo Giancaspro, Gabriele Gelmini, Marianna Laudano, Bianca Sandri, Martina Neretti coordinamento: Francesco Brusa, Agnese Doria potete trovare gli altri numeri su futurimaestri.it
DRAMMATURGIA E PENSIERO CRITICO Abbiamo intervistato Giovanni Bua, 19 anni, uno dei ragazzi che ha partecipato al progetto Futuri Maestri sia come attore sul palco sia lavorando nel laboratorio di drammaturgia che ha accompagnato la scrittura dello spettacolo, in scena all’Arena del Sole fino all’11 giugno.
partendo dalle suggestioni che ci hanno dato, cercando di rendere anche la drammatizzazione del testo. Questa drammatizzazione avveniva grazie all’aiuto di Vincenzo Picone, con il quale abbiamo stabilito un forte dialogo. Eravamo comunque piuttosto liberi per quanto riguarda la scrittura, ci siamo concentrati più sui contenuti di che sulla forma.
Parliamo del laboratorio drammaturgia cui hai partecipato insieme a Vincenzo Facendo parte anche dei ragazzi Picone per scrivere questo che recitano ogni sera sul palco, spettacolo. Come è cominciato? qual è stata la tua reazione nel veder realizzato il prodotto di È cominciato già dal lavoro ciò che tu stesso hai scritto? dell’anno scorso su La Terra vista dalla Luna, il progetto che ha preceduto Futuri Maestri, da cui abbiamo scritto un altro breve spettacolo che è andato in scena all’ITC Teatro di San Lazzaro. Quest’anno abbiamo continuato con il laboratorio di drammaturgia, inoltre sono rientrato nei 50 ragazzi che partecipano attivamente allo spettacolo in scena all’Arena del Sole, quindi ho vissuto in pieno l’esperienza.
È stato molto emozionante, come tutto il progetto in sè. Ho provato la stessa commozione che abbiamo provato insieme nel riuscire a portare lo spettacolo in scena, nel vedere che le prove stavano andando bene e le cose funzionavano. Secondo me è veramente un progetto fantastico, per il fatto di aver incontrato tanti giovani, alcuni giovanissimi, e per averli portati tutti in scena.
Per la drammaturgia dello Quando questo progetto sarà spettacolo, qual è la tua definitivamente finito… maggiore ispirazione? Mi ispiro soprattutto ai fatti quotidiani. Mi interessa indagare sull’oggi, su noi giovani e su come veniamo visti e come ci rapportiamo. Anche il mondo dei bambini mi interessa molto.
No, non voglio! (risate)
… vorresti portare avanti la tua attività di scrittura?
Sicuramente continuerò a coltivare la passione che nutro per il teatro, in tutte le sue forme, dal recitare al Parlaci del metodo di lavoro che - perché no? - scrivere qualcosa. avete adottato all’interno del Proprio durante questo progetto, laboratorio... insieme a un altro ragazzo abbiamo avuto un’idea per una storia da Ci è stato chiesto di scrivere raccontare, vedremo cosa
(disegno di Gianpaolo Parrilla)
succederà.
Qual è l’argomento di cui ti piacerebbe scrivere o raccontare in relazione al mondo dei giovani? Sicuramente Internet. È qualcosa che viene vissuto molto ma ancora non compreso. Andando ad analizzare Internet c’è tantissimo da raccontare e si può individuare l’origine di molti problemi, come il generale impoverimento dei contenuti che ha un effetto negativo, soprattutto sui tanti più piccoli di me che già usano il mezzo ma in maniera inconsapevole. I giovani assimilano questi contenuti ripetendoli per imitazioni, senza capirne il significato e riproducendo qualcosa che hanno visto ma non hanno pienamente colto.
Di tutto questo che ci stai raccontando, c’è qualcosa anche in Futuri Maestri? Secondo me sì, soprattutto nell’atto relativo a Numanzia, la città militarizzata. Il fatto di ripetere a memoria le stesse informazioni, implica una mancanza di pensiero critico, e questo accade tanto fra i giovani, anche nelle scuole. Fortunatamente, il progetto mi ha dato l’opportunità di conoscere almeno una novantina di persone che questo pensiero critico lo possiedono. Matteo Posa
Guerra
Ero ancora una bambina quando bevevo le uova fresche della masseria e la guerra era lontana. Non sapevo che cosa era il linguaggio, figurati la guerra. Scavavo con le mani profondi solchi nella terra e non sapevo che una bomba potesse fare lo stesso. Io in un pomeriggio, una bomba in un secondo. E pensare che tra i miei compagni di gioco mi vantavo di essere la più veloce! Tornavo a casa che avevo la terra dappertutto: nelle tasche, sotto le unghie, tra i capelli, sulle ciglia, dappertutto. E mi sentivo la bambina più fortuna del quartiere. Un giorno mi sono ritrovata con un libro in mano e con delle idee che non sapevo dove mettere. Devo fare qualcosa, mi dicevo. Il giorno dopo una bomba decise per me. Mi aveva strappato la vista, ma non la vita. Sono ripartita da lì. Tocca a te. Ero a tavola con lei. Era il turno della frutta secca, il momento del racconto. Il tg parlava di morte, ovviamente. A quella notizia il viso di mia nonna si contorse in una smorfia e il suo sguardo si indurì. Sfogliò il diario della memoria e si fermò sul ricordo di un soldato americano. Cominciò a raccontarmi di un giovane bello e smaliziato. Lui le regalò delle caramelle e due arance. Con un sorriso sdentato lo ringraziò e scappò a casa. La madre non la rimproverò per aver dato confidenza a uno sconosciuto, per lo più un soldato. Fu permissiva e lasciò alla bambina il piacere di gustarsi quel bottino. Dalle grotte, rifugio antiaereo, si sentivano i fischi delle bombe. Fiuuu, fiuuu. Sbaaam e poi il silenzio. A fine bombardamento tutti si riversavano per le strade e si dirigevano verso le proprie case. Uno trovava il soffitto crollato, un altro una crepa nel muro e la terra… la terra martoriata che aspettava di essere falcata, ancora amata. Tocca a te. L’anno scorso ho svolto il servizio di volontariato. Ho assistito Valentina, una ragazza sulla sedia a rotelle. Quando aveva due anni le fu diagnostica una malattia ossea degenerativa. La vita è bastarda, pensavo, ma lei, come leggendomi nella mente, mi sorrideva. Alcuni nascono per essere guerrieri e lei lo è. Valentina studia medicina, porta a casa ottimi voti, perché l’obiettivo è chiaro: trovare una cura per lei, per chi è come lei. Valentina è in guerra ogni giorno. Tocca a voi.
LA PAROLA A DUE PICCOLI "SPECIAL"
Abbiamo chiacchierato con i mitici Nicolò (11 anni) e Lorenzo (10 N: Ahah la mia battuta è "Ma quali giornali? Io mi riferisco all’etimo anni), sul palco dell'Arena del Sole in queste sere nel gruppo dei della parola greca crisis, originariamente separazione, in riferimento alla 90 attori fissi di Futuri Maestri fase della trebbiatura, in cui si separa il grano dalla paglia, da cui per
merda!merda! L'espressione nasce nel XVII secolo, quando era consuetudine andare a teatro in carrozza. Dunque più carrozze, più cavalli e più cavalli, più... pubblico! Siamo riusciti a intercettare i ragazzi poco prima di salire sul palco e...
"A cosa pensi i trenta secondi prima di andare in scena?" " Qui fa un gran caldo” " Devo tramutare tutte le mie ansie in energia, per essere pronto per spaccare!” " La paura c’è, ma rispetto ad altri saggi prevale la voglia di fare bene e divertirsi!” " Spero di non cadere giù dalle scale!” (Jacopo Giancaspro)
Chi vi ha proposto di partecipare a Futuri Maestri? N: Mia mamma mi ha spiegato tutto. Mi ha detto dei 50 Special e delle 1000 comparse, con cui avremmo dovuto provare in seguito. All’inizio avrei voluto essere uno dei 1000, ma volevo le battute. L: Io ho ricevuto una chiamata da Jessica (organizzatrice, ndr) mentre ero in macchina con il mio papà. Lui mi ha detto di stare un attimo in silenzio! Noi pensavamo che avrei partecipato tra i 1000 invece ero uno dei 50 Special! Avrei recitato per NOVE serate all’Arena del Sole! Incredibile! Che rapporto avete con i ragazzi più grandi, che fanno parte dei 50 Special? N: Quando arrivai la prima volta qui ero un po’ nervoso perché non sapevo cosa avrei dovuto fare. Per fortuna sono arrivati dei ragazzi di sedici e diciassette anni che sono sempre stati affettuosi con me e mi hanno fatto capire che questa è una buona compagnia. L: Io nel dubbio, in una situazione nuova e con persone nuove, improvviso proprio come faccio in scena. Qui però mi sono reso conto che è una grande famiglia! Ci vediamo ogni giorno. N: È troppo divertente! C’è un rapporto fraterno con i più grandi! L: Abbiamo una famiglia a casa… N: e una qui a Futuri Maestri! Come avete lavorato sulle tematiche dello spettacolo? Cosa avete imparato? N: A me i ragazzi hanno spiegato meglio cos’è la Migrazione; prima dello spettacolo invece le persone mi dicevano: “Sei un bambino, non puoi capire, potresti impressionarti”. L: A me hanno dato dei compiti riguardo le 5 parole, tipo “secondo te cos’è la Crisi? Che cos’è l’Amore?”. Abbiamo anche scritto delle lettere. Il copione nasce sia dai Maestri che dalle nostre idee. A volte facevamo dei giochi che servivano per lo spettacolo. Inoltre ci hanno insegnato quanto siano importanti i movimenti del corpo. N: I maestri ci hanno fatto un esempio: “Se tra il pubblico c’è un cinese, tramite i vostri gesti dovrà capire cosa state facendo” Tra i maestri chi avete particolarmente apprezzato? N: Vincenzo! Troppo simpatico! L: Sono bravi tutti. Vincenzo mi ha accolto come una mascotte dalla prima serata. Mattia è quello che parla e scherza. Nicola è lo scrittore… avrà studiato linguistica? N: Sì, ha delle buone capacità! L: E Paolucci è quello che fa i discorsi… N: I “pipponi”, come li chiama lui! Avrete sicuramente notato che nel copione c’erano termini un po’ difficili… .
(disegno di Martina Neretti)
di Carmen Zaira Torretta
traslato scelta!". Adesso mi sembra facile, ma perché abbiamo già fatto tre spettacoli! Prima invece mi “incartavo” spessissimo. L: All’inizio pensavo che lui stesse dicendo cose a caso ahah Chi te lo ha spiegato il significato della tua battuta? N: Nessuno me l’ha spiegato. In realtà non lo so ancora… A me basta dirlo con sentimento! L: Nello spettacolo, quando dice quella battuta, fa capire a dei ragazzi più grandi di conoscere cose difficili, mentre loro non le sanno. N: Sono io ad essere troppo intelligente o sono loro che sono stupidi? Forse era la battuta più difficile dello spettacolo? N: No, ce ne sono anche altre. Di sicuro per me è stato difficile impararla, riuscire a scandire bene le parole, perché non è così facile per un bambino della mia età. L: Lui è perfetto per quella battuta perché è un bambino. N: Quello grande non capisce niente e il piccolo capisce tutto! A me è capitato anche fuori dal palco. Avevo studiato delle cose e i miei genitori non le sapevano. L: Che figuraccia! Quali scene dello spettacolo vi sono piaciute di più? N: “Gli Uccelli” e “Eldorado”. Gli Uccelli mi piacciono per la coreografia e Eldorado perché il monologo finale dice cose divertenti. "E adesso, se non vi dispiace, ce la teliamo, vez!" mi fa sempre ridere. Mi tappo la bocca ogni volta per non ridere. L: Le mie due scene preferite sono “Eldorado” e “Inferno”. C’è un detto che dice che l’apparenza inganna. In Eldorado alcuni personaggi sembrano buoni, ma in realtà fanno cattiverie col sorriso! Mi piace questa scena perché fa proprio paura, ti inquieta. Invece l’Inferno è divertente, soprattutto i diavoli che si incavolano e hanno una voce strana. Ho imparato a memoria anche le loro battute! Dico loro "Sono il vostro copione» Ma voi sapete chi ha scritto l’Inferno? N: Io lo so! Dante Alighieri l’ha scritto nella Divina Commedia! L: Nello spettacolo c’è anche la parte che dice "Sai chi è Dante?". N: Poi i diavoli chiedono "Mai letta – non dico studiata, ma almeno letta – la Divina Commedia? Nemmeno tutta, basterebbe l’Inferno" Domani invece si va a scuola? L: Sì, domani è il mio ultimo giorno di scuola elementare, poi vacanze. Il lato positivo è che mi riposerò finalmente, quello negativo è che mi mancheranno i miei amici: per me la scuola è soprattutto amicizia. N: Dall’anno prossimo medie! Jacopo Giancaspro Marianna Laudano .