E sia le disobbedienti energie

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Poesia è melodia è pulizia garanzia è ironia simpatia empatia è fantasia utopia eresia frenesia è avaria anestesia è idiozia allergia è mania pazzia è fobia ritrosia prigionia è malattia tuttavia è terapia strategia è miglioria vigoria è diceria euforia allegria è magia è scia via ...e sia.

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L. 15.000

SENTINO FRANCESCO CO

Classe 59 nato a ferrandina vive a matera. È alla sua prima pubblicazione.

Francesco Cosentino, lungi dal dare voce alle ansie e frettolosità delle richieste del proprio ego fa un passo indietro e misurato verso le proprie aree di confine. Nulla è solo in queste poesie. Ogni concetto, ogni parola, ogni tono cerca e alla fine incontra il suo interlocutore, come l'onda dirige i suoi passi verso la riva. Una ricerca che si pone come viaggio e acquisizione di conoscenze sempre provvisorie. Essere in cammino, servire da lingua tra l'Io e l'Altro. Il recupero del senso dialogistico puro della parola poetica.


Introduzione di Luisa Mele

È un cammino problematico quello che la poesia di Francesco Cosentino ci ispira. Sicuramente non lineare. Ci immergiamo in un labirinto di parole, suoni, significati che sembrano voler fermare quello che non può che fluire nel tempo e nello spazio. Le parole. Un mezzo per afferrare un’immagine, una riflessione che magari ci disturba e allora... le trasliamo dal loro comune significato fino a farne le protagoniste assolute per il loro fonema più che semanticità. Il puro divertissement, come in “Vele” che leggiamo come volessimo ubriacarci di suoni decontratti e decontaminati. Altre volte, nel momento in cui ci siamo abbandonati alla tenerezza di un’immagine (in clik!), un aggettivo arriva, come un’accetta, ad annullare la dolcezza assaporata e a perderci senza sapere più dove siamo.

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Ecco, una vena di pessimismo malinconico avvertiamo, che sembra nascere dalla coscienza dell’inafferrabilità della realtà, ma che non impedisce al nostro autore di cercare continuamente di capirla. E allora sono i conti con la loro felice sinteticità che hanno il sapore di frammenti di realtà che per un attimo riusciamo, ma solo un attimo, riusciamo a fare nostri. In alcuni casi le parole si fanno pesanti come pietre, quasi sempre quando più palese è il tentativo di descrivere una situazione relazionale. Relazione è felicità ma anche scontro. Si accetta lo scontro, ma lo si rende meno doloroso o con l'uso di parole desuete - quasi che parole lontane nel tempo possano rendere il dolore più sopportabile - oppure utilizzando rime sfacciate che inducono al sorriso. Cosentino si rivela artigiano sapiente restituendo la parola poesia al suo originario etimo: ποι°ω come fare, costruire, fabbricare. È una continua ricerca, un mostrarsi e nascondersi un continuo andare avanti e tornare sui propri passi in un andamento che è ciclico: come il nostro vivere.

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via dal buio

Via dal buio! Dei senza parole Degli indifferenti ai bisogni Delle anime sole Senz’alcuna simpatia Per l'esistenza tanto ricchi della Propria sufficienza Col ricatto o il Costante adeguamento Degli armati sensi Del risentimento Approdan dove Non c’è incanto E rompon in lungo Gelido pianto.

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I nostri andati bei tempi

CosÏ presi dai lembi I nostri andati bei tempi Afferan la mente e Avverti lo scarto Lo scarto delle Mirabolanti sequenze Le segrete speranze o Le liete rimembranze Lo scarto con le povere Immagini del presente Sospese a mezz’aria ... contaminazioni Prese di distanza e Ridicole recriminazioni.

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Il senso del fare

il senso del fare del consorzio umano dei nostri minuti commerci dei privati negozi giuridici della noia indolente della piccola cronaca delle quotidiane miserie dell’inesorabile, puntuale daccapo a dodici come tu dici.

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I sensi riposti

La vita operosa Dai dubbi, i rimorsi Dai sensi riposti Derisa e corrosa Estendi e dilati Le ragioni d'essere La vana azione L'oggettivo senso Dell'insoddisfazione Gli incauti contatti Il vagabondare Palpiti estremi Gesti dementi Assecondare troppi intenti Violi le regole Alteri le misure Sempre sopra il rigo In un continuo apostatare.

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Le forme del patire

Le forme del patire Sono tante, sono varie Son dardi e son lancette Danno al cuore maledette Son spirali e son antiorarie Lente e a ritroso come un partire.

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Agi / disagi / presagi

Discrimine ambiguo Tra simbolo ed esistenza Goffa e superficiale Dagli incerti contorni Istanti di realtĂ carpita Da un presente pesante, sospeso Rapido come un predatore.

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