MAP - Intervista a Ferruccio Resta - Rettore del Politecnico di Milano

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Ferruccio Resta racconta il nuovo Politecnico di Milano

FERRUCCIO RESTA Nato a Bergamo il 29/8/1968, vive a Milano con la moglie e ha tre figli. Laureato nel 1992, è docente ordinario di Meccanica applicata alle macchine.


OPEN Ferruccio Resta è il nuovo rettore del Politecnico, resterà in carica fino al dicembre del 2022: nato a Bergamo, 48 anni e tre figli, laureato al Politecnico nel 1992, Resta è docente ordinario di Meccanica applicata alle macchine. Nel corso degli anni ha sviluppato attività di ricerca in vari ambiti, tra cui la meccanica dei veicoli ferroviari e automobilistici e i sistemi di controllo nei settori dell’automazione industriale, dei veicoli e della robotica. Al suo attivo vanta inoltre più di 220 pubblicazioni scientifiche e sette brevetti internazionali. Ecco come vede il nuovo Politecnico di Milano. I PUNTI DI FORZA DEL POLITECNICO Non ho dubbi, il primo punto di forza del Politecnico sono gli studenti: abbiamo circa 41mila iscritti. L’alto numero di laureati mantiene una percentuale di occupazione che va oltre il 95% a un anno dal conseguimento del titolo, nonostante crisi e difficoltà nazionali e internazionali. Secondo punto di forza, la credibilità nazionale e internazionale che l’Ateneo ha ulteriormente visto crescere negli ultimi anni. Ter-

zo punto di forza è il ruolo dei ricercatori, capaci di spaziare dalla ricerca di base e speculativa a quella per il mondo industriale: questa diversità è un grande plus del Politecnico. UNA DIDATTICA AL PASSO COI TEMPI Oltre 41mila persone hanno scelto di investire qui 3 o 5 anni della loro vita, in una formazione che dovrà permettere loro di rimanere, per i successivi 50 anni, nel mondo del lavoro. Un mondo del lavoro che però oggi non dà nessun punto di riferimento, dove le professioni sono in evoluzione e dove spesso i giovani andranno a inserirsi in un mercato in cui il lavoro che svolgono ancora nemmeno esiste al momento degli studi. In questo contesto la sfida più importante è fare in modo che la nostra formazione rimanga a un livello di eccellenza globale, per farlo non abbiamo altre strade: dobbiamo innovarla. Insieme a una preparazione di base molto robusta - il nostro punto di forza - dovremo inserire insegnamenti che valorizzino il mondo delle competenze trasversali, delle soft

“Gli Alumni sono la grande sfida del presente e del futuro per il Politecnico”


skills, insegnare ancora di più ai nostri allievi il pensiero critico, a mettere in discussione le certezze, e soprattutto a risolvere i problemi. Senza dimenticare di coltivare competenze che approccino in maniera nuova il mondo del digitale. LA QUALITÀ DELLA VITA NEL CAMPUS Oggi la mobilità studentesca è altissima, e non parlo solo di flussi internazionali. Lo è anche per quel che riguarda i nostri studenti che vivono a Milano o in Italia. Scelgono l’università che più gli garantisce il ritorno dell’investimento: sono abituati a ragionare così. Più internazionali, più aperti e soprattutto con un accesso all’informazione superiore a quello della mia generazione o delle generazioni precedenti. Dobbiamo inserire il Politecnico in cima alla lista delle possibili mete di questi studenti, e per farlo dobbiamo porre grande attenzione ai programmi di formazione e garantire standard di livello internazionale. ATTRARRE RICERCA, IMPRESE, ISTITUZIONI, MONDO DEL SOCIALE Chi vuole sviluppare un’attività di ricerca deve poter scegliere il Politecnico: dobbiamo dare sicurezza di carriera, ma anche infrastrutture e un’alta qualità della vita all’interno delle nostre mura. Un fattore quest’ultimo molto importante per chi vive l’Ateneo ogni giorno. L’ultimo tema è l’attrattività verso tutti i nostri grandi partner istituzionali: le imprese devono trovare qui capacità di sviluppare innovazione e ricerca, le istituzioni devono trovare più possibilità di cooperare, e così il mondo del sociale. IL RUOLO DEGLI ALUMNI NEI PROSSIMI 6 ANNI Gli Alumni sono la grande sfida del pre-

sente e del futuro per il Politecnico: negli ultimi anni si è fatta una grandissima operazione su di loro e in questo modo alle tre dimensioni tradizionali - studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo - se n’è aggiunta una quarta, quella degli Alumni. Persone che hanno vissuto qui qualche anno della propria vita e che oggi, nel mondo del lavoro, hanno voglia di capire cosa sta succedendo nella loro università. Vogliono restituire qualcosa all’Ateneo che li ha formati. Oggi dobbiamo chiedere agli Alumni di far parte integrante del nostro progetto di sviluppo: mentre con i nostri studenti parliamo ogni giorno per cercare di disegnare il futuro, così come ci confrontiamo tutti i giorni con il personale docente e tecnico-amministrativo per condividere obiettivi, opportunità e criticità, allo stesso modo dovremo farlo con gli Alumni. Soltanto con il loro contributo potremo fare in modo che il nostro progetto venga sostenuto da centinaia di migliaia di voci. UN ATENEO CHE LAVORA CON LE AZIENDE E CON IL TERRITORIO Il mio sogno è che il Politecnico possa essere ancora più inserito nelle politiche industriali nazionali. Oggi abbiamo sicuramente ottimi rapporti bilaterali ma il sogno è che l’università, la formazione universitaria e la ricerca siano inserite nella catena del valore dell’impresa e delle politiche industriali. Quindi avere un tavolo di definizione delle politiche industriali: su questo ci piacerebbe avere un ruolo importante. MILANO: LA NUOVA LONDRA Milano sta vivendo un bellissimo momento, ha messo in moto grandi forze, probabilmente Expo è stata la scintilla: ma non mi limiterei a quello. C’è stato uno scatto d’orgoglio da parte di tutti, e il Politecnico

può fare, e sta facendo, la propria parte. Che cosa può portare il Politecnico al sistema Milano? Siamo un vettore di internazionalizzazione. Abbiamo tantissimi studenti che vanno e vengono, studenti che poi diventano ambasciatori di Milano e del Politecnico in giro per il mondo. Secondo apporto, se vogliamo più tradizionale, è che questa “nuova Londra” imporrà anche delle trasformazioni urbane: si parla di Human Technopole, di periferie, di area Expo, di scali ferroviari, e in tutto questo l’Ateneo può giocare un ruolo importante. Questo vuol dire investire in formazione e ricerca. Milano, oltre a conquistare l’Agenzia Europea del Farmaco, oltre a lavorare per portare istituzioni che prima erano a Londra o sul suolo britannico deve provare a capire se vuole essere anche un centro d’innovazione che richiami imprese e istituzioni di ricerca, di formazione universitaria. I collegamenti del Politecnico di Milano con le istituzioni comunali e regionali sono molto forti. UNA SQUADRA SU CUI CONTARE Il mio primo giorno in rettorato è stato il 9 gennaio. Sono arrivato prestissimo, ho preso un caffè e sono andato in ufficio. Poi sono stato un’oretta in silenzio: a ripensare al peso della responsabilità che mi ero preso, e a riflettere su come tradurre in azione quello che fino a quel momento avevo semplicemente pensato. Nei mesi successivi ho imparato che ci sono tutta una serie di persone, colleghi, docenti, personale tecnico-amministrativo, cui appoggiarsi. Alla fine il peso delle decisioni è sicuramente mio, del Rettore, però ci sono tantissime competenze cui si può fare riferimento per prendere una decisione corretta e nel bene delle istituzioni. Non ci si sente soli.


LA SQUADRA DEL RETTORE Questo è il Politecnico che abbiamo davanti, che viviamo ogni giorno, e che possiamo costruire nei prossimi cinque anni. In un contesto che sarà caratterizzato da grandi sfide tecnologiche: smart city, big data, automobili a guida automatica, per fare tre esempi. A fianco di queste grandi sfide tecnologiche ci saranno sfide sociali, che riguardano il settore energetico, idrico, o fenomeni come l’immigrazione. Il Politecnico da sempre studia soluzioni ai problemi. Grazie a studenti, ricercatori, docenti e Alumni continueremo a offrire queste soluzioni al Sistema Italia e a chi ne avrà bisogno.

Questo è l’Ateneo che vedo e che voglio, un ponte tra il presente e il futuro. Mentre a proposito del passato racconto sempre un aneddoto: in 25 anni al Politecnico non ho mai guardato l’orologio aspettando la fine della giornata. Sono certo che sarà così anche per i prossimi sei anni. Insieme a tutti, personale, studenti e Alumni cercherò di costruire un Politecnico “open”, sempre più aperto, sempre più connesso, sempre più vettore di modernizzazione del Paese e protagonista del contesto internazionale.

Ferruccio Resta

PRORETTORI Donatella Sciuto – Prorettore Vicario Emilio Faroldi – Prorettore Delegato Federico Bucci – Polo territoriale di Mantova Gianni Ferretti – Polo territoriale di Cremona Manuela Grecchi – Polo territoriale di Lecco Dario Zaninelli – Polo territoriale di Piacenza Giuliano Noci – Polo territoriale cinese

DELEGATI Enrico Zio agli Alumni Federico Bucci alle Politiche Culturali Francesco Calvetti alle Attività Sportive Luisa Collina alle Relazioni Esterne Emanuela Colombo alla Cooperazione e Sviluppo Lamberto Duò alla Didattica e Orientamento Emilio Faroldi all’Edilizia, Spazi e Sostenibilità Michele Giovannini agli Affari Legali

Cristina Masella al Bilancio e Controllo di Gestione Michele Giovannini agli Affari Legali Gabriele Pasqui alle Politiche Sociali Renato Rota alle Infrastrutture di Ricerca Stefano Ronchi a Alliance4Tech e Idea League Licia Sbattella alla Disabilità Donatella Sciuto alla Ricerca Maurizio Zani al Diritto allo Studio


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