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Contorno occhi: un approccio globale per uno sguardo più giovane
from Numero 67
Dr.ssa Paola Molinari Specialista in Chirurgia Generale, Medico Estetico - Modena Coordinatrice Comitato Scientifico SIES e Scuola CPMA VALET - Bologna
Filler, tossina botulinica, peeling, biostimolazione, carbossiterapia: per intervenire sulla zona perioculare, l’utilizzo in sinergia di più tecniche aiuta a ottenere risultati migliori e riduce la probabilità di complicanze
Un approccio personalizzato al massimo, che fa lavorare in sinergia tecniche e trattamenti diversi per ottenere un risultato ottimale, naturale e mai standardizzato. È questa la strada maestra per intervenire sull’area perioculare, una delle più complesse del volto, nonché una delle prime a rivelare gli effetti dello stress e del tempo che passa: non a caso, è proprio sugli inestetismi tipici del contorno occhi (rughe, occhiaie, borse, gonfiori, svuotamenti…) che si concentra una gran parte delle richieste dei pazienti di Medicina Estetica. Ringiovanire, poter mostrare al mondo (anche attraverso i video e i social, specialmente dopo la pandemia ) uno sguardo disteso e riposato, ma senza che l’effetto risulti artefatto, è un desiderio condiviso da donne e uomini di ogni età, anche se spesso bisogna rilevare che i pazienti ripongono eccessive aspettative in trattamenti considerati erroneamente “facili” e del tutto privi di effetti indesiderati, filler in testa.
L’APPROCCIO GIUSTO Come sappiamo bene, però, in Medicina Estetica di “facile” non c’è nulla, a maggior ragione quando si interviene su una zona dinamica e anatomicamente complessa come quella perioculare. Occorrono competenze avanzate e grande esperienza per poter scegliere ed eseguire i trattamenti corretti per le esigenze del paziente e per ottenere il risultato desiderato, senza correre il rischio di peggiorare l’inestetismo trattato o, peggio, di causare complicazioni o danni funzionali. Soprattutto, non bisogna mai proporre soluzioni standardizzate, ma valutare l’unicità di ogni caso: e qui l’approccio giusto risulta, quasi sempre, quello di proporre una combinazione di tecniche e trattamenti, che eseguiti nel modo appropriato, in sinergia, potenziano e valorizzano reciprocamente i propri effetti, portando alla soddisfazione finale del paziente e minimizzando al contempo il rischio di effetti indesiderati. Non solo filler, quindi: sono molte le frecce all’arco del medico estetico per centrare l’obiettivo di restituire ai pazienti uno sguardo fresco e ringiovanito, e proprio su questo si concentrerà nel 2023 la proposta formativa della VALET di Bologna, con una serie di appuntamenti ad hoc. Qui daremo una breve panoramica delle soluzioni più efficaci.
TECNICHE RIGENERATIVE Cominciamo con le tecniche rigenerative, efficaci nello stimolare il rinnovamento cellulare e nel ridurre particolari inestetismi, dalle macchie alle occhiaie, fino alle borse e alle piccole rughe. Vediamole nel dettaglio. La biostimolazione è sempre più utilizzata con la funzione di preparare la pelle ai successivi trattamenti; il suo effetto principale è quello di minimizzare le rughe sottili e migliorare l’elasticità cutanea tramite microiniezioni di complessi dermoristrutturanti, di acido ialuronico libero, di polinucleotidi precursori del collagene a seconda del caso clinico e delle necessità del paziente. La carbossiterapia (metodologia basata sull’iniezione di anidride carbonica che, mediante il fenomeno di Bohr, promuove l’ossigenazione locale) aiuta la rigenerazione cellulare: è uno dei trattamenti di elezione, utilizzato per rinfrescare e in supporto agli altri, quando vogliamo minimizzare l’occhiaia per entità o colore o, in alcuni casi, contrastare le borse. Non possiamo poi non menzionare i peeling, da dosare con cautela vista la delicatezza e sensibilità dell’area perioculare; qui io utilizzo con ottimi risultati un medical device a base di acido tricloracetico modulato con perossido di idrogeno (per ridurre l’aggressività del TCA) e acido cogico (dall’azione depigmentante). Questo gel si applica e si massaggia sulla cute per permetterne la penetrazione, innescando un processo rigenerativo che porta alla riduzione di macchie e altri inestetismi.
TRATTAMENTI INIETTIVI Veniamo poi al capitolo riguardante i trattamenti iniettivi. La tossina botulinica è indubbiamente un efficacissimo alleato a disposizione del medico estetico e il suo uso, contrariamente ai pregiudizi diffusi fra i non addetti ai lavori, non pregiudica affatto espressività e dinamicità del volto; al contrario, contrasta l’eccesso di contrazione muscolare e, quindi, la formazione di rughe. Non solo, è un presidio insostituibile quando ci troviamo di fronte
Illustrazione di Christopher Straver su YouTube
a particolari stati patologici (distonie, blefarospasmo, esiti di patologie con conseguenti asimmetrie nello sguardo o spasmi involontari). La tossina botulinica permette quindi di intervenire efficacemente sulle “zampe di gallina”, cioè le rughe di espressione perioculari, e sulle rughe glabellari, “rallentando”, per così dire, gli effetti dell’invecchiamento. Saranno l’esperienza e le capacità del medico a permettere di trovare la quadra tra dosaggi, diffusione, diluizione, distribuzione e scelta dei punti di inoculo, in modo da ottenere un effetto in linea con il quadro clinico e le esigenze di ogni paziente.
I FILLER E arriviamo, dunque, ai filler a base di acido ialuronico, che si presentano con soluzioni sempre più evolute e personalizzabili. Come sempre, la valutazione iniziale del medico è fondamentale per individuare la giusta combinazione di materiali, quantità e tecniche di somministrazione. Si parla sempre di più di tecniche multi-layer per intervenire nell’area zigomaticomalare, con la funzione di contrastare la lassità cutanea di questo distretto e di sostenere indirettamente anche l’area palpebrale. Nel dettaglio, si utilizza prima un filler statico, più rigido, a livello sovra-periosteo, e poi un filler dinamico, in superficie, per dare un effetto lifting. A completare il tutto, l’inestetismo residuo del solco sottopalpebrale e del tear trough viene trattato direttamente con l’impianto in profondità di un filler dalla formulazione specifica (acido ialuronico e altri componenti dermoristrutturanti), a bassa igroscopia e con buona capacità di diffusione, indicato perché esercita una pressione minima sui delicati tessuti di questa area. Ricordiamo che l’approccio multi-layer, nonché la combinazione dell’uso dei filler con le altre tecniche in precedenza citate, oltre a garantire un risultato finale ottimale, ha anche un altro risvolto importante: permette di ridurre notevolmente la quantità di materiale iniettato, concorrendo a ridurre la probabilità di insorgenza di edemi post-filler importanti.
CONCLUSIONI Le possibilità oggi a disposizione per un trattamento completo e avanzato dell’area perioculare sono dunque estremamente varie. Come sempre, sarà la competenza dello specialista a fare la differenza, fin dalla fase di valutazione del paziente e poi considerando con occhio esperto l’armonia complessiva del volto, in modo da garantire risultati naturali e mai standardizzati. ◼︎
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corso teorico-pratico
IL RINGIOVANIMENTO DELLO SGUARDO: il trattamento dell’area perioculare con Filler e non solo
Obiettivo del corso Comprendere le esigenze dei pazienti è il primo passo per poter offrire i giusti risultati. Il corso è finalizzato alla preparazione anatomica ed alla conoscenza delle tecniche più avanzate per il trattamento della complessa area perioculare e ottimizzare i risultati e minimizzare i rischi nel trattamento iniettivo.
EQUIPE DIDATTICA COORDINATA DA: Dr.ssa Paola Molinari DATE DEL CORSO: 28 Maggio 2023
CREDITI ECM: 6 crediti (previa compilazione del test)