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Iperseborrea del cuoio capelluto: inquadramento clinico e ruolo del microbotulino
from Numero 67
Dr.ssa Michela Zazzaron Medico Estetico - Treviso Master in Scienze Tricologiche all’Università degli Studi di Firenze Docente CPMA VALET - Bologna
Una caratteristica molto comune nella popolazione maschile e femminile, che la avvertono come presenza di “capelli grassi”, che si sporcano facilmente e che creano molto disagio nei pazienti
L’iperseborrea del cuoio capelluto è una caratteristica molto comune nella popolazione popolazione maschile e femminile. È avvertita come presenza di “capelli grassi”, che si sporcano facilmente e ciò è fonte di grande disagio nei pazienti. La causa è essenzialmente un’eccessiva produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee del cuoio capelluto; il sebo prodotto tende a inglobare residui di sporco e inquinamento e poi, con il calore, tende a liquefarsi, spargendosi sulle lunghezze del capello. A tale condizione può associarsi un’azione del patogeno Malassezia Furfur, un lievito saprofita che può, in presenza di condizioni predisponenti, sostenere una flogosi importante dando ad esempio il quadro di dermatite seborroica. Clinicamente, l’iperseborrea Clinicamente, questa sgradevole condizione è resa ancor più evidente dallo scurimento della pigmentazione del fusto del capello e talvolta dalla presenza di un odore sgradevole della chioma.
LE CAUSE Le cause dell’iperseborrea sono molteplici: la predisposizione genetica, un elevato livello di stress e di inquinamento atmosferico, l’abitudine al fumo e, non da ultimo, alcuni squilibri ormonali. La ghiandola sebacea è infatti un carattere sessuale secondario molto sensibile agli stimoli ormonali; a titolo di esempio, l’ipersecrezione di androgeni o una maggiore sensibilità agli stessi può causare iperseborrea oppure ancora alterazioni endocrinologiche correlate alla menopausa, dove si sovverte l’equilibrio androgeni/estrogeni possono peggiorare tale condizione. Anche le abitudini alimentari possono concorrere: una dieta ricca di cibi grassi o un abuso di latticini può aggravare alcune condizioni metaboliche e endocrinologiche che secondariamente possono aumentare la produzione di tossine e di anche sebo. Infine, l’uso improprio di detergenti aggressivi per l’igiene del cuoio capelluto può alterare notevolmente il naturale film idrolipidico cutaneo protettivo, così da esporre la cute a un effetto rebound, ovvero di iperproduzione di sebo, volto proprio a proteggere il cuoio capelluto da un’eccessiva detersione.
LE TERAPIE La prima linea terapeutica riguarda certamente la prescrizione di una corretta detersione: è opportuno raccomandare lavaggi frequenti con shampoo sebonormalizzanti e dissuadere il paziente dall’abitudine di lavare raramente i capelli per la paura di “indebolirli”. Per le pazienti donne è utile raccomandare di risciacquare molto bene lo shampoo e applicare poco balsamo, soltanto sulle lunghezze. È consigliabile inoltre, nella stagione estiva, asciugare all’aria aperta i capelli oppure con phon mantenuto a distanza di almeno 20-30 cm, in modo che l’eccessivo calore non stressi le ghiandole sebacee e non provochi la liquefazione del sebo e la sua immediata visibilità sul fusto del capello. Accanto alla prescrizione di una corretta haircare domiciliare, il medico può prevedere l’integrazione per os di Zinco e Biotina e consigliare una corretta alimentazione e gestione dello stress.
IL MICROBOTULINO Infine, nel nostro ambulatorio di Medicina Estetica, tra le armi da offrire ai pazienti con capelli grassi, spicca il Microbotulino. Questa tecnica prevede l’utilizzo della tossina botulinica estremamente diluita, depositata in piccolissimi volumi con un tappeto uniforme di iniezioni intradermiche su tutta la superficie del cuoio capelluto. C’è ormai sufficiente evidenza, nella letteratura scientifica, dell’azione positiva della tossina botulinica sulla secrezione sebacea, sull’aspetto dei pori della cute e sulla modulazione dell’acne, tramite il meccanismo di interazione con la secrezione di Acetilcolina (Ach). In particolare, test in vitro dimostrano che la ghiandola sebacea esprime il recettore colinergico muscarinico m2AChR, mentre i dotti della stessa esprimono il recettore nicotinico a2nAchR, il quale parrebbe essere coinvolto anche nella differenzazione del sebocita e nella upregolazione della produzione di sebo. Rimane da chiarire in vivo il meccanismo di interazione con l’Ach e le modalità di regolazione della secrezione di sebo (eventuale desensitivizzazione del Recettore qualora vi sia esposizione prolungata al farmaco, ad esempio). Se nell’ultimo decennio autori come Wu e Liew hanno dimostrato il miglioramento dell’aspetto della “oily skin” e la riduzione del diametro dei pori dopo la procedura di Microbotulino, allargando il ragionamento al cuoio capelluto, dove vi sono circa 100.000 unità pilosebacee, è evidente che l’impatto del farmaco può essere molto importante nel regolare la secrezione di sebo, ma non solo. La tossina botulinica, infatti, negli ultimi anni si sta distinguendo per essere una molecola interessantissima anche al di là della sua funzione neuromodulatrice, a titolo di esempio per la attività di vasoregolazione e le sue proprietà antiage e antiinfiammatorie, che ne hanno già suggerito l’utilizzo in alcune patologie cutanee come la rosacea o le ulcere sclerodermiche. Considerando che quasi tutti i quadri tricologici presentano, tra i fattori causali, anche la presenza di microinfiammazione cronica e di un deficit nella vascolarizzazione dell’unità pilosebacea, gli effetti positivi del microbotulino nel cuoio capelluto potrebbero andare al di là della mera seboregolazione. In letteratura esistono alcuni case reports che suggerirebbero anche un’azione di supporto del microbotulino alla fase di crescita del capello, aspetto peraltro talvolta riscontrabile nella nostra pratica clinica; tuttavia sono necessari ulteriori studi ben strutturati per chiarirne meccanismo di azione, indicazioni e risultati attesi. ◼︎
Min [32] ONA IM 42 Significativa diminuzione della produzione di sebo Gradiente di sebo che circonda il punto di iniezione Nessuna differenza nell’efficacia tra il gruppo delle 10 unità e il gruppo delle 20 unità Recupero della produzione di sebo al follow-up di 16 settimane
Kondrateva [33]
Hathout [30] ONA IM 15
ONA ID 20 Massima diminuzione della produzione di sebo al follow-up di 4 settimane Un ritorno al basale a 16 settimane dopo l’iniezione
Significativa diminuzione della produzione di sebo Soddisfazione del paziente fino a 3 mesi Miglioramento associato del tono della pelle e pori facciali Nessuna influenza di età, sesso o tipo di pelle
Shirshakova [31] ONA ID 12 Diminuzione della quantità di sebo superficiale della pelle a 1 e 2 settimane dopo l’iniezione
Li [19]
Rose [2] MTX ID 20
ABO ID 25 Marcata diminuzione della produzione di sebo sul lato trattato con BoNTA nel gruppo della seborrea facciale
Una produzione di sebo notevolmente inferiore a 1, 4, 8 e 12 settimane dopo l’iniezione
ABO: abobotulinumtoxinA (Dysport; Ipsen, Wrexham, UK); ID: intradermal injection; IM: intramuscular injection; MTX: Meditoxin (Medy-Tox Inc., Seoul, Korea); ONA: onabotulinumtoxinA (Botox; Allergan, CA, USA).
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Obiettivo del corso Dare al medico estetico che si occupa di tricologia degli strumenti per eseguire un corretto inquadramento delle più frequenti patologie tricologiche per poi prescrivere una terapia efficace che si svolga sia a domicilio, sia in ambulatorio. Il medico estetico, infatti, molto spesso tratta pazienti tricologici senza però avere le competenze dermatologiche/tricologiche minime per prendere in carico il caso in maniera efficace. Ampio spazio sarà dato alla discussione di casi clinici e agli aspetti di diagnosi differenziale tra i diversi quadri tricologici, in modo da evitare uno scorretto inquadramento clinico e di conseguenza una terapia inefficace. Il corso si chiuderà con dei live treatments. DIDATTICA A CURA DI: Dr.ssa Michela Zazzaron DATE DEL CORSO: 13 maggio 2023
CREDITI ECM: 6 crediti (previa compilazione del test)