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COME È CAMBIATA LA FLEBOLOGIA NEGLI ULTIMI ANNI?
from Numero 68
Su questo punto, tutti gli esperti sono d’accordo: «Siamo passati dal Giurassico all’Era Moderna»
Giovanni Alongi: «Negli ultimi anni, la flebologia è cambiata tantissimo. Ci sono state alcune innovazioni che hanno portato una sempre minore invasività dei trattamenti, anche se la vera e propria rivoluzione è la schiuma sclerosante, che riesce ad avere ottimi risultati sia da un punto di vista clinico che da un punto di vista estetico» .
Alessandro Frullini: «Come è cambiata la flebologia? È cambiata tantissimo, perché è diventata una vera scienza. Un tempo era sostanzialmente da una parte chirurgia delle vene più importanti e dall’altra una terapia per quelli che la gente chiama “i capillari”. Oggi abbiamo a disposizione tantissimi metodi per trattare le vene in maniera molto differente, molto meno invasiva e con risultati decisamente superiori»
Demetrio Guarnaccia: «La flebologia è cambiata molto perché abbiamo utilizzato tecnologie sempre più avanzate, che ci hanno portato a ottenere risultati che precedentemente riuscivamo a raggiungere con difficoltà»
Claudio Novali: «La flebologia moderna è diventata in qualche modo un argomento di maggiore interes- se da un punto di vista sociale, ma anche da un punto di vista intellettuale, perché si è cercato di dare un peso culturale che fino a pochi anni fa mancava: la flebologia è sempre stata considerata una sorta di scienza minore, ma la sua incidenza sulla vita delle persone oggi impone strategie che siano codificate e una cultura dello studio da parte dei suoi operatori» .
Patrizia Pavei: «Ha addirittura subito una rivoluzione assoluta, nel senso che ha acquisito una grande valenza, per esempio, dal punto di vista bibliografico, con lavori scientifici che hanno documentato la validità del trattamento della patologia venosa. La comparsa di nuove metodiche sia di tipo endovascolare termico che di tipo sclerosante hanno poi ampliato e migliorato i risultati ottenibili nel trattamento, appunto, della patologia venosa»
Maurizio Ronconi: «Siamo passati dal Giurassico all’Era Moderna, soprattutto grazie all’avvento della schiuma e della tecnica endovascolare. Oggi esistono tecniche nuove, molto più delicate per i malati, insomma molto meno aggressive. Sicuramente la flebologia ha cambiato volto» ◼
QUALE SETTORE DELLA FLEBOLOGIA PRATICHI DI PIÙ?
Perché oltre al problema clinico, esiste quello estetico che non va sottovalutato
Giovanni Alongi: «Oggi il paziente viene nei nostri studi non solo per un problema clinico, quindi problemi di sintomatologia, pesantezza, ulcere, ma viene anche per un discorso estetico. E noi possediamo tecniche e tecnologie nuove che riescono a risolvere in maniera ottimale anche questo disturbo, che non è così trascurabile» .
Alvise Cavallini: «Abbiamo un campo vastissimo e cerchiamo di coprirlo tutto. Consideriamo che for- se il 50-60% dei pazienti che si rivolgono a noi, lo fanno per problematiche estetiche. C’è però ancora una piccola percentuale di pazienti che ci impegnano molto di più, che sviluppano i sintomi di insufficienza venosa cronica. Insomma, cerchiamo di coprire ogni settore...»
Alessandro Frullini: «Io faccio tutto, sostanzialmente si fa il trattamento dei grandi vasi, ma anche quella che è la parte più estetica, cioè il trattamento e la gestione. Quindi direi tutta la flebologia, senza distinzioni» .
Patrizia Pavei: «Quale settore? Tutti, dal trattamento delle ulcere al trattamento estetico, all’insufficienza venosa cronica alle varici, alla trombosi profonda. Ricordiamoci che la patologia venosa ha anche risvolti importanti e gravi sulla salute dei pazienti. Tra questi, la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare» . ◼