JuveToro n. 11 - anno VIII - Juve-Tottenham

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amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VIII - N. 11 - 13 FEBBRAIO 2018 - Copia omaggio Il Punto

Squadra Ospite

Panoramica Champions

Accadde Il...

Test da affrontare con la mentalità vincente. Da sfatare il tabù con le inglesi

Il 'pragmatismo estetico' di Pochettino. La grande forza del reparto avanzato

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Negli ottavi spicca Real Madrid-Paris: quasi una finale anticipata

Nel 1960 al Comunale il primo match: gol di Sivori e Nicolè

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JUVE, PROVACI ANCORA!

DUE FINALI CONQUISTATE NELLE ULTIME TRE EDIZIONI DELLA CHAMPIONS. ORA SI RIPARTE CON RINNOVATE AMBIZIONI. PRIMO OSTACOLO GLI 'SPURS' LONDINESI

JUVENTUS-TOTTENHAM | MARTEDÌ 13 FEBBRAIO ORE 20.45


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Il Punto

Test di spessore da affrontare con la mentalità vincente I bianconeri tornano in Europa con la convinzione di essere tra le big. Ma c'è da sfatare il tabù con le squadre inglesi

I

n Inghilterra lo chiamano Hurricane per assonanza con il suo cognome. Due volte miglior cannoniere della Premier League, Harry Kane è la star del Tottenham. L’anno scorso con 58 gol è stato il miglior marcatore europeo. Ecco da dove viene il pericolo per la Juventus nella doppia sfida di Champions con il club londinese. Ma è riduttivo focalizzare l’attenzione su questo formidabile cacciatore di gol. La squadra allenata dall’argentino Mauricio Pochettino, che vanta antenati piemontesi, è anche molto altro in ogni zona del campo. Insomma un test di grande spessore che la Juve affronterà senza avere il gruppo al completo, ma anche senza alibi. A differenza di quanto sono soliti fare certi colleghi di squadre altolocate, non fa parte delle abitudini di Allegri trovare scuse, né preventive, né post partita. La sua Juve ha una solidità mentale capace di superare tutto. Poi è

gol. Oggi lui è tutto quanto insieme. Un vero trascinatore, il giocatore ideale per il tipo di gioco che esalta le caratteristiche della Juve. Ovvero la grande tecnica, abbinata alla forza fisica e alla voglia di lottare. Gli scaramantici sono autorizzati a compiere ogni tipo di scongiuro, ma la storia racconta che nei confronti a eliminazione diretta la Juve non ha avuto fortuna con le squadre inglesi da quando esiste la moderna Champions League. È arrivato il momento di sfatare questo vero che in talune occasioni la squadra è sembrata svogliata e poco disposta a fare quei dieci metri di corsa in più che significano avere spirito di sacrificio. Tuttavia il primo atto della doppia sfida al Tottenham non ha bisogno di motivazioni in dosi massicce e arriva nel momento migliore. Certe partite si preparano da sole e se, come è successo nella finale di Cardiff, alla fine esci sconfitto, è perché davanti c’era un avversario più forte, non perché la testa era altrove. Dunque Kane da imbavagliare. Ma soprattutto un Higuain da valorizzare al meglio delle sue attuali condizioni. Un giocatore che oggi trasferisce sul campo lo spirito Juve. Ovvero quello di una squadra disposta a spendere tesori di energie per arrivare all’obiettivo. Gonzalo ha vissuto un momento in cui cercava solo la porta. Poi un altro in cui lavorava per la squadra, ma si trovava spesso lontano dal

tabù ma fino al 7 marzo non sapremo se il sortilegio sarà sconfitto. In ogni caso la squadra di Allegri arriva al doppio confronto, inserito in un mese che prevede ben otto partite fra campionato e coppe, con la condizione migliore possibile, fatte salve le assenze che una squadra impegnata su più fronti deve mettere in preventivo. La prima mossa all’Allianz Stadium non sarà decisiva, ma potrà già dire molte cose sulla qualificazione. Fabio Vergnano

Contro i Blancos gli Spurs giocarono di rimessa e fecero risultato...

A

rrivano gli Speroni Roventi, rivale non dei più semplici dopo un girone eliminatorio chiuso in testa con 16 punti su 18. Pareggio al Bernabéu per 1-1 ed addirittura vittoria a Wembley contro i campioni in carica del Real Madrid per 3-1. Tottenham che lotta in Premier per un posto Champions anche per il prossimo anno ma che punta tutto sull’Europa pur essendo ancora in corsa nella Coppa d’Inghilterra (FA Cup, prossimo turno fuori casa con il Rochdale di Seconda Divisione). Il suo tecnico, Pochettino, affabile personaggio che si è ritagliato il suo spazio in Inghilterra dopo una buona esperienza anche se di una sola stagione alla guida del Southampton, gioca generalmente con un 4-2-3-1 mentre come modulo di riserva ha adottato in alcune occasioni anche una difesa a tre con due uomini dietro l’unica punta Kane. Proprio quell’Harry Kane in predicato a vestire la maglia dei blancos di Madrid sostituendo il tanto vituperato Benzema. In porta il francese Lloris che ha trovato finalmente la sua consacrazione, la difesa a 4 conta su DavisVertonghen-Sánchez e Trippier, a centrocampo la proteggono il versatile Dier e il belga Dembelé oltre ai 3 a supporto dell’unica punta Kane: ossia il talentuoso danese Eriksen, il sud-coreano Son ed il campioncino Dele Alli, recentemente incolpato di uno scandalo a luci rosse (ahimé questi inglesi … e poi dicevano di Gazza!). Da non dimenticare Llorente, un ex da queste parti, l’argentino Lamela arrivato dalla Roma nel 2013 ma fin qui sfortunato protagonista causa infortuni oltre al brasiliano Lucas Moura, appena arrivato dal PSG. Se guardiamo alla partita del Bernabéu, che è quella che più interessa essendo stata giocata fuori casa, è importante considerare un possesso palla degli

inglesi ai minimi storici (33%) dimostrando la loro propensione ad un gioco di rimessa con molte ripartenze ed una grandissima velocità nei suoi interpreti là davanti. La sensazione che diedero in quell’occasione fu di una squadra molto concentrata sull’obiettivo qualificazione e soprattutto primo posto oltre che consapevole finalmente dei propri mezzi. In CL Kane è il loro cannoniere con 6 gol fino ad ora (Cristiano Ronaldo a 9) ma anche il coreano Son ha fatto la sua parte con 3 e Deli Alli con 2. Una sfida tutta da gustare e come disse un saggio: la vera Champions League inizia dagli ottavi. Carlo Bianchi


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Squadra Ospite

Gli 'Spurs' vera sorpresa della fase a gironi Primi davanti al Real. Plasmati dal 'pragmatismo estetico' di Pochettino. La grande forza del reparto avanzato

È

stata la vera sorpresa della prima fase di Champions League, capace di mettersi alle spalle anche lo stellare Real Madrid e di chiudere imbattuto il proprio girone (l'unico assieme a Liverpool, Barcellona e Besiktas), candidandosi a diventare la mina vagante della massima competizione europea. Non c'è dubbio che il Tottenham sia un cliente da prendere con le molle per la Juventus, che se da un lato ha evitato l'incrocio negli ottavi di finale con gli “spauracchi” City, PSG, Liverpool e United, dall'altro dovrà sfoderare una doppia prestazione impeccabile per venire a capo di uno degli avversari più ostici nel panorama continentale e sfatare la recente tradizione negativa con le squadre inglesi. Plasmati ad immagine e somiglianza del loro tecnico Mauricio Pochettino, argentino generoso, schietto e tutto d'un pezzo che porta avanti la tradizione di “pragmatismo estetico” dei vari Bilardo e Bielsa, gli Spurs coniugano la consueta solidità delle compagini britanniche con grandi qualità offensive esaltate da manovre ariose e ficcanti, cui fanno da contraltare preoccupanti passaggi a vuoto della retroguardia durante la gara e una panchina corta, non sempre in grado di sopperire al meglio alle assenze degli uomini chiave. La conferma dell'alchemico lavoro di Pochettino (alla quarta stagione al timone dei londinesi con un terzo ed un secondo posto negli ultimi due campionati), abile ad amalgamare la vecchia guardia con l'entusiasmo dei numerosi giovani in rosa (l'età media è di 26 anni), si è avuta nella fase a gironi della Champions. Partito come outsider nel gruppo H, il Tottenham ha esordito piegando 3-1 il Borussia Dortmund con doppietta di Kane e acuto del coreano Son (di Yarmolenko la rete tedesca), quindi ha passeggiato grazie al tris dello scatenato “uragano” Kane sul campo dell'Apoel Nicosia ed ha chiuso l'andata andando a fare la voce

grossa al Bernabeu, dove solo un rigore di Cristiano Ronaldo ha evitato al Real Madrid la sconfitta dopo l'autorete iniziale di Varane. Il capolavoro nel match di ritorno a Wembley, in cui le due stilettate di Alli ed il sigillo di Eriksen hanno spazzato le Merengues, a segno con il solito Ronaldo. Sulle ali dell'entusiasmo le ultime due partite, con i biancoblu in versione corsara a Dortmund (Kane e Son a ribaltare il centro di Aubameyang) e spietati di fronte ai ciprioti dell'Apoel, liquidati dalle reti di Llorente, Son e N'Koudou. Il ruolino finale annovera il primo posto con 16 punti, frutto di 5 vittorie e 1 pareggio, impreziositi da ben 15 reti segnate e solo 4 subite. Se il cammino europeo finora si è rivelato una marcia trionfale, anche in Premier League il Totten-

ham sta mantenendo fede alle aspettative. Pur non annoverando l'organico e il budget delle big e compiendo qualche passo falso di troppo, la squadra di Pochettino è in piena corsa per riconquistare un posto nella prossima Champions. Dal punto di vista tattico gli “speroni” si schierano con un aggressivo 3-4-2-1.

Se l'esperto francese Lloris rappresenta una sicurezza tra i pali, la linea difensiva è al momento il tallone d'Achille. L'assenza per infortunio del belga Alderweireld (tuttofare aggressivo nella marcatura e a suo agio nell'impostazione) viene solo in parte colmata dall'elegante ma lento connazionale Vertonghen e dall'acerbo quanto irruento colombiano Sanchez, con Dier che completa il reparto. Nel settore nevralgico il fulcro è costituito dalla ben assortita coppia centrale formata dal veterano Dembelé (per lui fisico e piedi buoni) e dal giovane regista Winks, classe 1996, cresciuto nel vivaio della società come la stella Kane; l'alternativa è Moura, arrivato dal PSG nel mercato di gennaio. Sugli esterni dovrebbero agire l'ivoriano Aurier, bra-

vo ma spesso indisciplinato, ed il guizzante sudcoreano Son. Pronti a subentrare i più difensivi Trippier, Davies e Rose. Le gemme del Tottenham sono incastonate nel reparto offensivo, con un trio delle meraviglie dal valore di 250 milioni di euro. Sulla trequarti il danese Eriksen, uomo-assist dalla classe cristallina nonostante qualche limite fisico e specialista dei calci di punizione, affiancato da Dele Alli, ventunenne dotato

di mezzi atletici e qualità tecniche notevoli anche se non sempre espresse appieno. Terminale d'attacco Harry Kane, bomber sulla cresta dell'onda che ha da poco superato quota 100 gol in tre stagioni e mezza fra campionato e coppe con la maglia degli Spurs. Rincalzi solo di nome, pronti a far male, il grande ex Fernando Llorente (per lui un derby dei sentimenti) e il giovanissimo Kazaiah Sterling. Luca Ceste

Il Caso Buffon

Quale scelta per il futuro del Capitano? Ancora un anno in campo oppure un lavoro dietro la scrivania? Al Presidente l'ultima parola

C

i sono momenti nella vita in cui si ha l'esatta sensazione di essere ad un bivio e senza poterlo evitare. Tutto il pregresso assume l'aspetto dell'inadeguatezza; tutta l'esperienza accumulata, per grande che sia, appare polvere al vento. Si è soli, di fronte all'ignoto, giacché così appare il futuro. Per i grandi campioni attimi come questi possono risultare ancora più duri. La loro conclamata bravura li espone paradossalmente ad una sorta di rifiuto del dato di fatto. Perché mai abbandonare ciò che si sa fare così bene? Gianluigi Buffon non si smarca affatto da questo schema. Come può un portiere “smarcarsi”, poi? Al massimo cercherà di bloccare in plastico tuffo il domani che incombe. La domanda è di prammatica: che cosa attende al varco il più grande “numero 1” della storia? Perché se c'è una cosa certa è che a 40 anni compiuti il ritiro incalza. Prescindendo dal fatto che il ruolo del portiere favorisca la longevità atletica, l'età è significativa e contro l'invecchiamento si possono cercare soluzioni chirurgiche o cosmetiche, ma la carta d'identità non si può taroccare, perché non è un... passaporto. Si apra dunque la diatriba. Gigi deve giocare e se sì, per quanto tempo ancora? Un anno, due anni, fino a 50 anni? Oppure Gigi deve smettere e confrontarsi con una possibile nuova veste nel mondo del calcio? Dentro la società Juven-

tus o in Federazione? Dietro una scrivania o ancora in campo, come allenatore o preparatore dei giovani colleghi portieri? Un dato è inconfutabile: per Buffon non mancano le strade da imboccare, il problema vero è fare la scelta giusta. Una parata di assoluta difficoltà. Perché l'estremo difensore visto all'opera a Bergamo in Coppa Italia, reduce da un lungo stop imposto da un polpaccio che non voleva saperne di tornare a funzionare, ha tutto l'aspetto di un atleta in piena forma e dal futuro ancora denso di prestazioni all'altezza. Dall'alto del 20 rigore parato in carriera e da un'uscita salva–risultato nel finale, al rientro Gigi è sembrato ringiovanito. La sicurezza che emana lo fa preferire a

qualsiasi buon portiere che avanzi la candidatura a sostituirlo. Eccezion fatta per il compagno Szczesny che ha ampiamente dimostrato, durante il periodo di assenza, di essere pronto e preparato a subentrargli. In una recente intervista il capitano bianconero ha lasciato trapelare l'ipotesi di uno schietto incontro con il presidente Agnelli, per definire ciò che sarà. “Mi metto a disposizione della società” è stata l'affermazione che ha dato l'ennesima dimostrazione di quale grande uomo si celi sotto il maglione di “guardiano della porta”. Alla Juve non si è capitani per caso. Non basta accampare pretese per avere la fascia al braccio. La nostra idea è che un altro anno sia alla portata di Gigi, magari in piena alternanza con il polacco di scorta. Tutto sarà legato anche ai risultati sul campo, in Champions League più che in campionato. Aggiungere trofei mai vinti e perciò agognati è di per sé una motivazione formidabile. Comunque vada, Buffon è un patrimonio unico della Juve, sarebbe un delitto privarsene. A partire da subito o tra un anno, Gigi è e resta “uno di noi”. In fondo per andare dallo Stadium alla Continassa basta attraversare corso Scirea, mica poi chissà quale impresa per l'eroe di mille battaglie. Al presidente l'ultima parola. Marco Sanfelici


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L'Analisi

La 'prudenza mannara' di Allegri come leit-motiv? “

Innanzi tutto c'è da fare i complimenti ai ragazzi”; se anche nella conferenza post gara1 con i londinesi del Tottenham Hotspur il cicisbeo labronico confermerà il suo proverbiale incipit significherà una cosa e una soltanto: che la Vecchia Signora ha vinto ancora. Prima occorre ovviamente giocarla, ma intanto, già tornare ad ascoltare la melodia di di Britten, colonna sonora dell'unico calcio che conta, è motivo di sollievo, evasione dal clima mefitico che ammorba vieppiù il già derelitto torneuccio peninsulare e intrigo, per un inseguimento alla grolla degli eletti che dura da troppo tempo e che non è dato percepire quando terminerà, se mai si concluderà, finalmente, con un capitano di bianconero vestito che alza al cielo il sospiratissimo segno del comando. L'avversario assegnato dal sorteggio di Nyon, impe-

gnativo ancorché non proibitivo, però insidioso, giacché al cospetto dei sodalizi non iperblasonati Madama stenta sempre, e non poco, a proporre la miglior versione di sé stessa consentita dalle circostanze, imporrà, quindi, una subitanea riassuefazione al clima che si respira nell'agone europeo, ove la renitenza alla costante attenzione e la superficialità troppe volte esibite sui terreni domestici, anche per ragioni di manifesta superiorità, va detto, vengono punite con l'imposizione di dazi pesantissimi. Come affronterà la Juve i rappresentanti della perfida Albione? È lecito, ragionevole e auspicabile, confidare nella prosecuzione del trend positivo (scritto prima di Fiorentina-Juventus n.d.d.) del campionato. Questo, nei voti di chi desidera, o meglio ancora, anela, un deciso e definitivo allineamento ai dettami del football continentale,

premiante con chi è incline ad atteggiamenti propositivi o comunque si prefigge coraggiosamente di segnare un goal in più, anziché esasperare il culto dell'inviolabilità difensiva speculando sugli eventuali errori altrui; scelta già dimostratasi ampiamente inefficace quando si arriva al dunque e considerata una patetica scoria del passato, all'estero, dove dei “capolavori tattici” non sanno che farsene. Il timore di assistere all'ennesima partita disputata all'insegna di una prudenza sovente mannara è tuttavia più che fondato e stavolta non poggia solamente sulla micragnosa filosofia calcistica del facente funzioni d'allenatore, ma sulla partecipazione con minutaggio limitato a cui, per motivi di idoneità fisica, due dei talenti migliori della squadra saranno costretti. Il riferimento è ovviamente rivolto al “Sivorino” e al “Trillo del

diavolo”, ma l'assenza per infortunio di Blaise Matuidi, l'uomo che in virtù delle sue caratteristiche ha permesso il logico ripristino del centrocampo a tre, rivitalizzando una terra di mezzo viceversa asfittica e, in buona sostanza, permesso la quadratura del cerchio, è paradossalmente ancora più grave, dato che nessun altro avventore di quelle zolle presente in rosa è in grado di supplirne la mancanza. Il buon senso indicherebbe

Marchisio in luogo del francese, ma sulla sua affidabilità atletica gravano cumulonembi inquietanti, e poiché la contesa implicherà anche un'intensità agonistica inusuale per le nostre latitudini, oltreché una pletora di duelli all'insegna della vigoria e baldanza appunto atletica, che il flavo di Andezeno non può più garantire, per quanto possa apparire raccapricciante, ed in effetti lo è, le probabilità di veder schierata l'altra bruttura di

Sanremo (oltre al Festival), cioè Stefano Sturaro, posto che non si faccia male nel frattempo, sono ahimè esponenziali. A meno che, il tecnico più concupito dei sette mari (a Carnevale si può scherzare), non intenda suicidarsi scientemente riproponendo una linea mediana a due. Lo scopriremo solo vivendo, recitava un'intramontabile canzonetta. Certo è che, al netto delle manchevolezze colpevolmente trascurate quando si sarebbe potuto e dovuto rimediare, tutto concorre a rafforzare la malsana idea che l'alea di questa competizione stia diventando avversa non solo durante, ma addirittura in prossimità della stessa, ovviamente in quanti ancora credono alle maledizioni; sostanzialmente quelli per cui si può vincere solo giocando male... Augh. Ezio Maletto


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Numeri e Statistiche di Massimo Fiandrino

Occhio alle inglesi: bianconeri eliminati nelle ultime 5 sfide Uefa / 76/77 / 32° Man. City-Juve 1-0/0-2 (Qual) Uefa / 76/77 / 16° Man. Utd-Juve 1-0/0-3 (Qual) Coppe / 79/80 / Semif. Arsenal-Juve 1-1/0-1 (Elim) Campioni / 82/83 / 4° Aston Villa-Juve 1-2/1-3 (Qual) Coppe / 1983/84 / Semif. Man. Utd-Juve 1-1/1-2 (Qual) Champions / 98/99 / Semif. Man. Utd-Juve 1-1/2-3 (Elim) Champions / 04/05 / 4° Liverpool-Juve 2-1/0-0 (Elim) Champions / 05/06 / 4° Arsenal-Juve 2-0/0-0 (Elim) Champions / 08/09 / 8° Chelsea-Juve 1-0/2-2 (Elim) Europa L. / 09/10 / 8° Juve-Fulham 3-1/1-4 (Elim)

L'ULTIMA SFIDA: KO DAL FULHAM Ottavi di finale di Europa League. Alla squadra di Zaccheroni rimane solo il palcoscenico europeo per dare senso a una stagione “disgraziata”. All'andata vittoria Juve 3-1, risultato che sembra mettere in cassaforte la qualificazione. Legrottaglie e Zebina portano i padroni di casa

sul 2-0, Etuhu accorcia (deviazione decisiva di Legrottaglie), poi Trezeguet trova il terzo gol prima dell'intervallo. La settimana dopo a Londra accade l'imponderabile. Trezeguet segna dopo 2 minuti, ma la squadra di Zaccheroni crolla sotto i colpi di Zamora, Gera (doppietta) e Dempsey. Il 4-1 promuove la squadra di Hodgson.

ULTIME 4 SFIDE CHAMPIONS: TUTTI KO CHELSEA-JUVENTUS 2008/2009 (1-0/2-2) Ottavi di finale Champions. Claudio Ranieri (nella foto) sfida il suo passato. L'andata a Stamford Bridge è decisa da un gol di Didier Drogba, ma la Juve gioca alla pari con il Chelsea e c'è grande ottimismo per il ritorno. All'Olimpico di Torino le cose si mettono subito bene, grazie a Iaquinta che al 19' pareggia i conti con l'andata. I Blues combinano poco ma si accendono nel finale colpendo mortalmente la Juve con Essein. Il mo-

mento peggiore per prendere gol, pochi secondi prima dell'intervallo. Ne servono 2 per passare. Chiellini si fa cacciare. Del Piero segna su rigore il 2-1 che da speranza, ma Drogba (ancora lui) chiude il discorso al 83°. ARSENAL-JUVENTUS 2005/2006 (2-0/0-0) La Juve di Capello che a fine stagione vincerà il Campionato, ma sarà spazzata via da calciopoli, affronta l'Arsenal nei quarti di Champions. L'andata si gioca a Londra, dove Buffon e compagni subiscono una vera e propria Caporetto. Gli uomini di Wenger dominano in lungo e largo e ipotecano la qualificazione grazie a Fabregas e Henry che sigillano il 2-0 finale, un risultato stretto per i padroni di casa per la differenza di gioco vista a Highbury. Nel ritorno a Torino serve un'autentica impresa. Senza Vieira, Camoranesi e Zebina squalificati, oltre a Del Piero infortunato, i Bianconeri non riescono a scalfire il muro dei londinesi. Fini-

e solo dopo 26' sono avanti di 2 reti (Hyypia e Luis Garcia). La squadra di Fabio Capello si scuote nel secondo tempo, dove trova il gol che riapre il discorso qualificazione con Fabio Cannavaro. Nel match di ritorno la squadra allenata da Benitez pensa solo a difendersi e alla fine strappa uno 0-0 tanto brutto quanto prezioso. Le speranze di Cannavaro e compagni si infrangono sul palo colpito dal difensore.

sce 0-0 e la Juve saluta la Champions fra i fischi dei suoi tifosi. LIVERPOOL-JUVENTUS 2004/2005 (2-1/0-0) A 20 anni di distanza dalla tragedia dell'Heysel, Juve e Liverpool si giocano l'accesso alle semifinali di Champions. L'andata si gioca ad Anfield Road e prima del fischio d'inizio Ian Rush e Michel Platini portano sotto la tribuna una targa per le vittime di Bruxelles. I Reds partono fortissimo

MANCHESTER UTD-JUVENTUS 1998/1999 (1-1/2-3) Tra Juve e Manchester Utd c'è in palio la Finale Champions di Barcellona, quella che sarebbe la quarta consecutiva per la squadra piemontese. L'andata va in scena all'Old Trafford dove la squadra guidata da Carlo Ancelotti va vicinissima al colpaccio. Avanti con Antonio Conte al 25', i Bianconeri vengono beffati da Giggs al 91' che fulmina Peruzzi. Zidane e compagni affrontano il ritorno con un leggero vantaggio. Dopo 11' una

doppietta di Inzaghi sembra indirizzare la sfida ma tra il 24' e il 34' Keane e Yorke ribaltano le sorti della qualificazione. Alla Juve serve un gol, ma a trovarlo sono i Red Devils a 7' minuti dalla fine con Cole. Game Over.

LE SFIDE ITALIA-INGHILTERRA NELLE COPPE DAL 2011/2012 In totale Premier Legue e Serie A dal 2011 in poi si sono sfidate 36 volte nelle Coppe Europee. Il bilancio: 15 vittorie italiane, 12 inglesi e 9 pareggi. Il saldo-gol: 56 Italia, 46 Inghilterra. Le qualificazioni: 4 Inghilterra contro 3 Italia (nei confronti dentro o fuori). Nell'ambito del periodo preso in esame la Premier si è aggiudicata una Champions con il Chelsea (2013) e due Europa League (Chelsea 2013 e Manchester Utd 2017). All'elenco va aggiunta il Liverpool finalista in Europa League nel 2016. L'Italia è ferma con le 2 finali conquistate dalla Juve in Champions nel 2015 e 2017.


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Numeri e Statistiche di Massimo Fiandrino

Allegri prima di Lippi e a caccia di Capello Max insegue don Fabio nella percentuale di vittorie. Del Piero bomber, Buffon recordman di presenze PANCHINA 41 PER ALLEGRI: 22 VITTORIE

sa. Segue il Milan a 249. In questa speciale classifica meglio della Juventus solo Real Madrid 416, Bayern M. 327, Barcellona 294 e Manchester Utd 267, poi Juventus e Milan al 5° e 6° posto.

40 le panchine di Max Allegri in Champions con la Juventus calcolando l’edizione 2014/2015 (13), piu' le 8 gare dell'edizione 2015/2016, le 13 gare nell'Edizione 2016/2017 e 6 nell'edizione 2017/2018. Lo score totale: 22 vittorie, 11 pari e 7 ko. 34 le panchine di Allegri in Champions League con il Milan (comprese due partite di Preliminari), il bilancio è di 11 vittorie, 13 pareggi e 10 ko. Si è sempre qualificato per gli ottavi di finale e il miglior risultato i quarti di finale dell’edizione 2011/2012 (eliminato dal Barcellona di Guardiola). 7 i trofei vinti da Max Allegri alla guida della Juventus: 3 Campionati, una Supercop-

128 le vittorie della Juve nelle 257 gare giocate in Coppa Campioni/Champions, completano lo score 66 i pareggi e 63 sconfitte. 406 reti realizzate e 248 i gol subiti. pa Italiana e 3 Coppe Italia (l'unico mister a vincere 3 Coppe Italia consecutive), piu' 2 trofei alla guida del Milan (Scudetto 2010/2011 e Supercoppa Italiana nel 2011). Sia con il Milan che con la Juventus ha sempre vinto il Titolo al 1° tentativo. 8 Allegri ha sempre superato i gironi Champions: 8 volte su 8 con Juve e Milan. Nel 2016 per la prima

e unica volta al primo posto nel girone.

JUVE 257 PARTITE IN COPPA CAMPIONI/CHAMPIONS. RECORD PER UNA SQUADRA ITALIANA, STACCATO IL MILAN FERMO A 249 257 le partite della Juventus in Coppa Campioni / Champions League, record per una squadra Italiana nella Coppa piu' prestigio-

LA JUVE E I SUOI MISTER IN CHAMPIONSI Mister

Periodo-Panchine V

N

P

R.f.

R.s.

R.s.

%Vinte

Trofei

Finali

Lippi 1994 – 1999 2001 – 2004 Allegri dal 2014

76 38 18 20

136 79

50%

1

4

40 22 11 7

56

31

55 %

0

2

Capello 2004 – 2006

20 12 3

5

25

15

60%

0

0

Conte

2011 – 2014

16 6

6

4

26

17

37,5% 0

0

Ancelotti 1999 – 2001

10 2

5

3

15

18

20%

0

0

Ranieri

2007 2009

8

3

1

4

9

6

37,5% 0

0

Ferrara

2009 – 2010

6

2

2

2

4

7

33,3% 0

0

BOMBER COPPA CAMPIONI/ CHAMPIONS: DEL PIERO SU TUTTI (44 GOL) Reti Bomber 44 Del Piero 28 Trezeguet 17 Inzaghi, Platini 12 Nedved 11 Rossi P. 9 Amoruso, Vidal 7 Bettega, Di Vaio, Higuain, Mandzukic, Morata, Tevez 6 Laudrup, Quagliarella, Serena, Sivori, Virdis, Zalayeta 5 Conte, Dybala, Zidane

(68), Chiellini (61) Montero (59) e Nedved (55). 7 le triplette della Juventus in Coppa Campioni/Champions League, 2 “tris” con Pippo Inzaghi, una tripletta con Del Piero, Paolo Rossi, Sivori, Laudrup e Vidal. Inoltre sono 37 le doppiette, il primato è di Trezeguet con 7, poi Del Piero con 6 e Michel Platini con 4 e l'ultima di Dybala nella vittoria per 3-0 della Juventus nel suo stadio contro il Barcellona. 19 le sfide contro il Real Madrid, la squadra piu’ volte affrontata dalla Juven-

tus in Coppa Campioni /Champions League, con 8 vittorie bianconere contro le 9 dei Madrileni e 2 pareggi, infine con 4 qualificazioni a testa. 87 le vittorie in casa della Juventus in 122 incontri casalinghi in Coppa Campioni/Champions League, completano il quadro 26 pareggi e soltanto 9 sconfitte. In trasferta per i bianconeri 38 vittorie in 122 confronti, 37 pareggi e 47 ko. Infine per la Juve in Campo Neutro 11 sfide con solo 2 vittorie, altrettanti pareggi e 7 sconfitte.

BUFFON 111 GARE CHAMPIONS Per Buffon 13 partecipazioni alla Champions League con la maglia della Juventus: 111 partite giocate compresi i preliminari (105 i gol subiti). 111 presenze, nessuno meglio del portiere della Nazionale che precede in questa speciale classifica Alex Del Piero (92), Tacchinardi (71), Pessotto

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Panoramica Champions

Real Madrid-Paris, quasi una finale anticipata Negli ottavi spicca anche Chelsea-Barcellona. Roma, ostacolo ucraino alla portata. Pochi problemi per i 2 Manchester

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ronti, via. Gli ottavi di finale di Champions League stanno per cominciare. A dare il via alle danze sarà proprio la Juventus che il 13 febbraio incontrerà il Tottenham all’Allianz Stadium, in una sfida davvero interessante. Ma il succulento piatto calcistico mette in rilievo anche altre partite che carpiscono l’interesse degli appassionati del pallone ad alto livello europeo. Questo è il ricco programma delle date d’andata: 13/2 Basilea-Manchester City/Juventus-Tottenham; 14/2 Real Madrid-PSG/ Porto-Liverpool; 20/2 Chelsea-Barcellona/BayernBesiktas; 21/2 ShakhtarRoma/Siviglia-Manchester United. Su questi incontri spicca sicuramente la partita Real Madrid-Paris Saint Germain. Due giganti a confronto, due squadre di alta caratura tecnica capaci di affrontarsi in una partita che potrebbe definirsi già come una finale anticipata. Battendo la Juventus nella finale dello scorso anno, il Real Madrid è la prima squadra ad aver vinto per ben due volte consecutive

la più importante competizione europea, mentre il PSG di Unai Emery dopo avere acquistato la scorsa estate Neymar e Mbappè, è considerato tra i probabili vincitori della Champions di quest’anno. L’interesse per la partita è davvero alle stelle, considerato che a Madrid per assistere a questo importantissimo match si è disposti a spendere oltre 24.000 euro. Incredibile ma vero! E, mentre i blancos di Zinedine Zidane possono soltanto salvare la loro stagione negativa passando il turno, il PSG con l’ingresso ai quarti ha il dovere di giustificare gli oltre 400 milioni di euro spesi per l’acquisto dei suoi prestigiosi attaccanti. Vedremo cosa accadrà in questa affascinante sfida sold out, che si preannuncia carica di adrenalina. Zidane a Parigi nel 1998 regalò la Coppa del Mondo alla Francia con la sua doppietta al Brasile in finale. Venti anni dopo, Zizou a Parigi potrebbe chiudere la sua avventura nel Real, dopo 2 Champions consecutive vinte. In campionato i "Galattici"sono

comuni terresti. Se passa il Psg, il ciclo di Zidane finirebbe subito (difficile che però vada oltre giugno). Sfida davvero equilibrata, stavolta. Veniamo a Stamford Bridge. Anche Chelsea-Barcellona si inserisce tra le sfide più importanti di questi ottavi Champions. Una partita di antica rivalità che rappresenta essere tra le più accese di sempre nel panorama calcistico tra squadre di club europee. I Blues di Antonio Conte che stanno vivendo giorni difficili per una serie di risultati negativi in Premier League, affrontano i catalani del Barcellona che invece stanno molto bene dal punto di vista di un ritrovato e redditizio gioco che fa sempre capo all’immenso Messi. Il

scatto. Per i catalani il vantaggio del ritorno al Camp Nou. Ma la sfida è apertissima. Un’altra partita di questi ottavi che stuzzica la nostra curiosità è Shakhtar Donetsk-Roma. I giallorossi di Eusebio Di Francesco, dopo un girone eliminatorio a dir poco da favola per avere vinto davanti a Chelsea e Atletico Madrid, sono attesi dallo Shakhtar. È una partita di difficile pronostico,visto che la Roma non sta attraversando un buon periodo di forma e lo Shakhtar, che pur ha eliminato il Napoli nella fase a gironi, non sembra un ostacolo insuperabile. La squadra ucraina, infatti, non ha grandi individualità ma può contare su un gioco di squadra redditizio anche

Chelsea, comunque, deve in qualche modo stravolgere il pronostico che lo vede sfavorito. Insieme con PsgReal è la sfida più spettacolare. Pazzesco che una delle due non riesca ad andare ai quarti. Per Conte, dopo tutte le incomprensioni con società ed ambiente, può essere l'occasione del ri-

se non eccelso. I giallorossi, dunque, restano favoriti per il passaggio ai quarti, tuttavia, come dicevamo pocanzi, c’è da considerare l’attuale momento negativo di una Roma che pur avendo trattenuto Dzeko come suo punto di forza, non riesce più a trovare il bandolo del gioco espresso all’inizio

di campionato. Gli ucraini hanno eliminato il Napoli, ma i Lucescu-boys dopo la pausa invernale, saranno quelli ammirati in autunno? Per la Roma occasione storica. I lupacchiotti hanno un'autostrada per andare nei quarti. Per il resto, Basilea-Manchester City vede ovviamente favorita la squadra di Pep Guardiola, il cui obiettivo è chiudere la pratica qualificazione già in Svizzera. Basilea è l'ultimo avamposto elvetico prima della Germania, e i campioni elvetici, oltre al talento anche hanno anche dalla propria un carattere indomito. Ma chi scommettesse 10.000 euro sulla qualficazione del Basilea, in caso di vittoria potrebbe fare il "turista per sempre". In Porto-Liverpool si evidenzia la sfida tattica tra Sergio Conceicao e Jurgen Klopp. Tanta tradizione, ma nessuna delle due vincerà – tranne terremoti - la Champions. Anzi la qualificata sarà la preda preferita di chiunque nei quarti. Il ritorno ad Anfield e le motivazioni di Klopp spingono il pronostico verso Liverpool.

Ma il "football bailado" lusitano è una trappola per chiunque. Bayern MonacoBesiktas: il centro di Monaco sembra più Istanbul che una città tedesca. Intorno alla stazione i negozi sono quasi esclusivamente gestiti da turchi, laddove Il look alquanto femminile della fanciulle teutoniche e delle turiste si mischia ai burqa integrali islamici. Ma all'Allianz Arena la differenza può essere abissale. I tifosi turchi saranno numerosi ed appassionati, ma rischiano di veder chiudere la sfida già dopo i primi 90 minuti. Infine Siviglia-Manchester United. Andalusia piuttosto amara per Montella finora. Il Siviglia post-Monchi annaspa in campionato, dove prende anche sonori ceffoni. Ma giocare al Pizjuan non sarà una passeggiata per i Mourinho-boys. Sembra sfida chiusa, ma l'orgoglio andaluso farà capire agli inglesi che stavolta a Siviglia non si va in vacanza. La Giralda può attendere... Salvino Cavallaro Alessandro Costa


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Numeri e Statistiche di Massimo Fiandrino

È il 1° confronto ufficiale tra Juve e Tottenham La bravura del mister 'torinese'. Bomber Kane e l'ex Llorente. Il mitico Wembley e una tradizione a favore degli 'Spurs', eliminati solo dalla Fiorentina. Anche Allegri ne sa qualcosa...

Q

uesto Tottenham può essere definito così: grandi potenzialità, bel gioco ma anche una panchina corta e alcuni uomini chiave capaci di “lapsus spaventosi”. Il Tottenham di Mauricio Pochettino è questo, costruito a immagine e somiglianza del suo tecnico, argentino di origini torinesi, un generoso schietto e tutto di un pezzo che somiglia a Bielsa e Bilardo. Ma il suo talento è innegabile: uno che finisce 3 e poi 2 in Premier con una frazione del monte-ingaggio delle big non è uno qualsiasi. Pochi veterani, tanta voglia e entusiasmo in questo Tottenham. Quest'anno il mister ha scelto la difesa a tre davanti all'affidabile Lloris, con i belgi Alberweireld e Vertonghen che affiancano il colombiano Sanchez. Più arcigno il primo, più elegante (ma più lento) il secondo, un po' acerbo Sanchez. Sulle fascie si cambia spesso, ma i titolari dovrebbero essere l'ivoriano Aurier (bravo ma spesso indisciplinato) e l'inglese Rose (tornato di recente dopo un lungo stop). Mediana impostata da Dier, nazionale inglese (ma cresciuto in Portogallo) ed incontrista puro e il veterano Dembelè (fisico e piedi buoni). Davanti il trio delle meraviglie, Harry Kane è il Totti degli Spurs, nato e cresciuto in seno al club, più di 100 gol in tre stagioni e mezza tra campionato e coppe. Il danese Eriksen, nonostante i limiti fisici, è un assist-man dalla classe cristallina. Poi c'è Dele Alli: tanta qualità e mezzi atletici ma decisamente sottotono in questa

(1970/71; 1972/73; 1998/99; 2007/08) Charity Shield: 7 (1921; 1951; 1961; 1962; 1967; 1981; 1991)

stagione, a 21 anni può succedere. Infine nel mercato di gennaio è arrivato Moura dal PSG. Questo Tottenham se mantiene questi ritmi e trova la giusta alchimia tattica, può diventare la vera sorpresa di questa Champions

IN VANTAGGIO CONTRO LE ITALIANE 15 i precedenti del Tottenham nelle Coppe Europee contro le italiane (1° confronto contro la Juve). Tradizione favorevole: 6 vittorie, 6 pareggi e 3 ko. Negli ultimi 4 precedenti Tottenham sempre promosso: Milan 2011, Inter 2013 e in 2 occasioni Fiorentina. Fra Champions ed Europa League ha affrontato 6 volte le italiane: 5 qualificazioni e 1 eliminazione (Fiorentina)

TRE PRECEDENTI AMICHEVOLI 25/05/1960 Juventus-Tottenham 2-0 26/07/2016 Juventus-Tottenham 2-1 05/08/2017 Amichevole (Wembley) Tottenham-Juventus 2-0 Reti: Kane (T) al 10°, Eriksen (T) al 52° ALLEGRI NEL MILAN KO DAGLI SPURS Champions League 2010/2011 (Ottavi) 15/02/2011 Milan-Tottenham 0-1 (Crouch al 80°) 09/03/2011 Tottenham-Milan 0-0 6 le sfide in Champions per Allegri contro le inglesi da mister del Milan e della Juve. Bilancio: 3 vittorie, 1 pari, 2 ko. Con i bianconeri 2 vittorie con il Manchester City nel Girone 15/16. 10 La Juve nelle ultime 10 sfide a eliminazione diretta contro le squadre inglesi nelle Coppe Europee in 6 occasioni è stata eliminata. Le ultime 5 di fila: 98/99 Man. Utd, 04/05 Liverpool; 05/06 Arsenal; 08/09 Chelsea; 09/10 Fulham (E. League). Solo in 4 circostanze si è qualificata (ultima volta 83/84, Coppa Coppe, Manchester Utd. in Semifinale). 16 i punti collezionati dal Tottenham nei Gironi 17/18,

è la squadra inglese che ha fatto più punti nei Gironi, 4 su 6 contro il Real Madrid ALLENATORE 'TORINESE' Mauricio Pochettino, argentino di origini torinesi, allena i londinesi dal 2014. È alla quarta stagione al Tottenham, ha collezionato un 3 e un 2 posto in Premier. Prima ha allenato Espanyol e Southampton. PALMARES 'SPURS' Coppa delle Coppe: 1 (1962/63, 5-1 a Rotterdam contro l'Atletico Madrid) Uefa/EuropaLeague: 2 (1971/1972 e 1983/1984) Campionato: 2 (1950/51, 1960/61 e 2° posto nello scorso torneo dietro il Chelsea) Coppa d’Inghilterra: 8 (1900/01; 1920/21; 1960/61; 1961/62; 1966/67; 1980/81; 1981/82; 1990/91) Coppa di Lega: 4

LO STADIO: WEMBLEY Wembley (per quest'anno) 90.000 spettatori. Così lo descrisse Pelè: “La cattedrale, la capitale, il cuore del calcio”. Inaugurato nel 1923 da Re Giorgio V e demolito nel 2007, ma il fascino, la maestosità, l'alone di leggenda resistono con il suo arco d'acciaio alto 133 metri impresso nello skyline londinese. Solo lo Yankee Stadium di New York è costato di più al mondo, solo il Camp Nou ha più posti in Europa.

CHAMPIONS LEAGUE 2017/2018 (1° POSTO - Gruppo H) Squadre

Pt.

G

V N

P

R.f. R.s.

TOTTENHAM

16

6

5 1

0

15

4

Real Madrid

13

6

4 1

1

17

7

Borussia D.

2

6

0 2

4

7

13

Apoel

2

6

0 2

4

2

17

valcato Terry Sheringham (97) 56 i gol di Kane bomber del 2017 in 52 partite, il principale bomber nei 5 top Campionati Europei. Davanti a Leo Messi (54 gol). 20 Kane, 3° giocatore a segnare 20 gol in 4 stagioni di fila in Premier League: davanti solo Thierry Henry: 5 stagioni consecutive. Ha raggiunto Alan Shearer. 6 Sono 6 i gol di Kane in questa Champions, solo Cristiano Ronaldo ha fatto meglio (9). IL GRANDE EX: FERNANDO LLORENTE La Juve rivedrà l'ex Fernando Llorente che con un gol in maglia Siviglia la costrinse al 2° posto nel Girone (8 dicembre 2015: Siviglia-Juve 1-0), ma un infortunio gli

LA STELLA: HARRY KANE Si è unito alle giovanili del Tottenham nel 2004. Gioca in prima squadra dal 2013, dopo i prestiti Keyton Orient, Millwall, Norwich e Leicester. Conta 23 presenze e 12 reti in Nazionale inglese. 90 i gol segnati da Kane, cannoniere principe nella storia del Tottenham, sca-

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fece saltare il match di Torino. In questa edizione di Champions l'attaccante spagnolo vanta 6 presenze e 1 rete (Apoel Nicosia). Llorente è stato a Torino dal 2013 al 2015 e per la prima volta arriva da avversario allo Stadium. Poteva arrivare alla Juve nel 2016 come viceHiguain (molto stimato dalla dirigenza e da Allegri) ma finì allo Swansea. Alla Juve ha vinto 2 Scudetti, 1 Coppa Italia e 2 Supercoppe Italiane. 27 i suoi gol nelle sue 2 stagioni alla Juve in 92 presenze ufficiali fra campionati e Coppe (in serie A 23 gol in 66 presenze). Oltre ai 5 trofei vinti con la Juventus ha vinto l'Europa League con il Siviglia nel 2015/16. In Nazionale Campione del mondo 2010 e d'Europa 2012 (in finale contro l'Italia).

Foto Carlo Bianchi


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Febbraio Juve di Ermanno Vittorio

Le dimissioni di Boniperti e l'arrivederci di Bobby-gol Goleada al Paris Saint-Germain in Supercoppa europea alla Favorita. A Torino la prima-tv del calcio italiano 1 febbraio 1925 Amichevole al campo Juventus tra bianconeri e gli svizzeri del Lugano; freddo e una nebbia fitta avvolgono giocatori e pubblico che appena intravvede le azioni di gioco. L’impegno non manca, il match termina 2-2 con gol bianconeri di Rosetta e Ferrero e rigore sbagliato da Giriodi. La squadra bianconera: Combi, Gianfardoni, Novo, Bigatto, Giriodi, Barale, Grabbi, Rosetta, Ferrero, Munerati, Gambino.

nel primo tempo di Sivori e Stacchini. 3 febbraio 1996 Viene ufficializzato che a partire da domenica 11 febbraio sui campi di calcio sarà esposto a mezzo del quarto uomo il tempo di recupero sia per la prima frazione di gioco sia per la seconda. D’ora in avanti non ci saranno più misteri e tutti conosceranno in anticipo il tempo mancante alla fine dell’incontro. 3 febbraio 1929 La Juve seconda in graduatoria regola 2-0 la Reggiana penultima, al campo di Corso Marsiglia: autori delle reti Sanero e Vojak. Sarà l’ultimo campionato prima dell’avvento del Girone Unico.

2 febbraio 2011 Esordio in Campionato e nella Juve per Barzagli e Matri, la partita è PalermoJuventus, 23a giornata. L’ex Miccoli in gol al 7°, raddoppia Migliaccio al 20°; partita in salita, Marchisio segna al 36° ma nella ripresa i bianconeri non riescono a cogliere il pareggio, anche se un tocco volontario del rosanero Bovo meritava il rigore.

4 febbraio 1993 Amichevole della Juve a Carmagnola, nella prima frazione affronta la Carmagnolese (6-0) gol di Platt, Ravanelli (2), Baggio, De Marchi e Di Canio. Nel 2° tempo la Stella Azzurra di Carmagnola e finisce come nel primo (60) con gol di Casiraghi, (2), Ravanelli (2), Conte e Platt. Spettatori 4.000. 4 febbraio 1984 La Nazionale italiana affronta in amichevole a Roma il Messico, sonante risultato (5-0) con tripletta dello juventino Paolo Rossi che dopo la fantastica tripletta al Brasile del mondiale 1982 si ripete nuovamente centrando in una sola partita tre reti.

occasione ne rappresenta una prova all’esterno, con le telecamere portate sul posto dai mezzi dei Vigili del Fuoco. La Tv è ancora oggetto misterioso, la possiedono in pochi, ci si ritrova nei bar o davanti alle vetrine dei negozi a guardarla con curiosità. E lo sport, il calcio in particolare, fa da apripista: in Europa nel 1936 EvertonArsenal aveva spianato la strada alla BBC. Ora tocca all'Italia. Juve-Milan è un 1-7 indimenticabile. Telecronista Carlo Bacarelli che - complice una giornata

di nebbia - si rende conto, come raccontano i testi successivi, di quanto l'occhio della telecamera fosse più sensibile di quello umano. Al Comunale di Torino si sfidano i padroni di casa primi in classifica ed i secondi in graduatoria, per di più in rimonta. Ed è clamorosa la vittoria di questi ultimi, con il trio Gre-No-Li schierato in campo. Questi i marcatori: 12' Hansen, 15' Nordahl,

5 febbraio 1933 La Juve con una doppietta di Luisito Monti espugna il campo del Palermo (2-0). Pubblico ed incasso record per una Juve che grazie a questo successo si laurea Campione d’Inverno con punti 26 davanti al Bologna staccato di due lunghezze. 2 febbraio 1958 La Juve capolista affronta al Comunale l’Udinese quart’ultima e, come si usava una volta, per dovere d’ospitalità è la Juve a variare la maglia, che diventa così bianca con pantaloncini neri e calzettoni bianchi; per la felicità del pubblico i numeri sono rossi e di proporzioni vistose. Netto 2-0 per i padroni di casa con reti

5 febbraio 1950 C'è sempre una prima volta. Lo è anche il 5 febbraio 1950, quando viene ripresa e poi trasmessa in differita, per la sola zona di Torino, Juventus-Milan 1-7. È la prima partita del campionato di calcio italiano trasmessa dalla Tv: in Italia infatti le trasmissioni sperimentali erano iniziate nel 1949, soprattutto a Torino e questa

23' Gren, 24' Liedholm, 26' e 49' Nordahl, 70' Burini, 84' Candiani II. Da ricordare l’espulsione di Parola al 42°. È un giorno di pioggia e i 50.000 allo stadio non si aspettavano certo un risultato del genere nell'anno dell'8° scudetto bianconero. La Juve comunque vinse con 62 punti, secondo il Milan 57. Juve con 100 reti fatte e 43 subite; Milan 118 e 45.

6 febbraio 1972 La Juventus regola al Comunale il Verona (4-0), due gol per tempo, nella prima frazione gol di Novellini ed Anastasi, nella ripresa doppietta di Capello

5 febbraio 1997 L'atmosfera dello stadio di Palermo esalta la Juventus, che già all’andata aveva surclassato il Paris Saint

Germain (6-1) nella finale della Supercoppa Europea. La partita è ancora in mano ai bianconeri: 3-1 con gol di Del Piero (2) e Vieri. 5 febbraio 1990 Si chiude un ciclo in casa Juve. È un segno dei tempi, poi la frattura verrà ricomposta, ma questo fu un gesto di rottura storico: Giampiero Boniperti si dimette da presidente della Juventus. Sente che il feeling con l’Avvocato non è più quello di una volta, sente che i tempi stanno cambiando. A ferirlo è anche una frase di Platini all’epoca fuori dal giro Juve, ma pur sempre Platini. Dice: «La Juve ha buttato via 50 miliardi di Agnelli». Tradotto: il mercato di Boniperti è stato un fallimento. 18 anni e mezzo di presidenza, 44 totali al servizio della Juve: era entrato nel 1946 e la guerra era appena finita. Boniperti lascia la carica nel suo stile, niente pugni sul tavolo, schiena dritta e orgoglio. «Ho poco da rimproverarmi - dice uscendo dal suo ufficio - da tempo avevo deciso di smettere». Al suo posto arriverà Luca Cordero di Montezemolo. In panchina, l’anno dopo, Maifredi. È la prima Juve del dopoBoniperti: 7° posto, fuori da tutte le competizioni UEFA.

6 febbraio 1969 In preparazione della trasferta di campionato a Palermo, la Juventus disputa a Siracusa una amichevole contro la squadra locale: stadio esaurito, dodicimila spettatori, poco prima dell’inizio concordato per le 15 il pubblico sciama a bordo campo, facendo così slittare l’inizio di alcuni minuti. Risultato finale 5-1, doppietta di Haller e gol di Pasetti, Menichelli e Favalli. 7 febbraio 1983 Ha deciso. Se ne va. Lascia l’Italia. Di più: chiude una carriera, ne apre un’altra. Ha scelto il Canada. Quel giorno Roberto Bettega dice: «È la mia ultima stagione, la Juve sa tutto». Ha due biglietti d’aereo in tasca. I biglietti sono per Toronto. Volo Alitalia, due posti prenotati: uno per sé, l’altro per sua moglie Emanuela. In aeroporto dice: «Sono curioso di conoscere questa nuova realtà». I contatti ci sono già stati. Bisogna solo andare e decidere. Bobby Gol ha deciso di tentare l’avventura nella North American Soccer League, giocherà nei Toronto Blizzard. Meno stress, qualità della vita più alta. «Imparerò l’inglese»,

dei Campioni, Juventus-Amburgo. 7 febbraio 1999 La Juventus perde in casa per 4-2 contro il Parma e Marcello Lippi lascia la panchina dopo aver vinto con i bianconeri 3 scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea, due Supercoppe italiane e una Coppa Italia. Dopo l'amara parentesi con l'Inter Lippi torna in bianconero dal 2001-2002 al 2003-04 vincendo altri due scudetti e due Supercoppe italiane. 7 febbraio 1965 Menichelli goleador in Juventus–Catania 4-1. L’ala bianconera sigla tre reti di cui una su rigore, la quarta segnatura è opera di Da Costa. Nel primo tempo scontro di gioco, testa contro testa, tra il bianconero Mazzia e Bicchierai: subito medicati, torneranno in campo ma non rientreranno per la ripresa lasciando le due squadre in dieci; all’epoca non erano previste le sostituzioni, tranne quella del portiere, che comunque andrà in vigore dalla stagione 1965/66. 8 febbraio 1914 La Juventus, al Campo di Corso Sebastopoli, travolge il malcapitato Como (9-0): bomber di giornata Bona autore di cinque segnature di cui una su rigore, completano la goleada Dalmazzo (2) e Boglietti (2) 8 febbraio 1942 Per il 3° turno di coppa Italia, la Juventus affronta a Torino in partita unica il Padova: vittoria sofferta con gol decisivo dell’uruguayano Raoul Banfi al 78’ al suo esordio in coppa Italia. Da segnalare nel Padova l’ottima prova della mezzala Nereo Rocco, che prima da giocatore poi da allenatore incrocerà molte volte la Juventus.

dice. Bettega nel 1983 ha 33 anni e una lunga carriera alle spalle. Con la Juve ha vinto tutto, 42 le presenze in azzurro con 19 gol, solo un infortunio gli ha tolto la gioia del Mundial 1982. Va, torna. Poi decide: Canada. Farà in tempo a chiudere il campionato e a giocare l’ultima partita con la maglia bianconera. Finale di Coppa

9 febbraio 1958 Netta vittoria della Juventus capolista (3-1) a Marassi contro il Genoa fanalino di coda: protagonista della partita la pioggia che ha continuato a cadere per tutta la durata dell’incontro. Autori dei gol bianconeri Emoli, Colombo e Sivori. Le squadre hanno giocato con


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Febbraio Juve di Ermanno Vittorio

Del Piero record: nessuno come lui in maglia Juve A Bergamo Scirea timbra 500 presenze. La tripletta di Immobile regala il Viareggio ai giovani bianconeri

il lutto al braccio in omaggio alla memoria dei giocatori del Manchester United periti nella tragedia aerea di Monaco di Baviera. Assiste alla partita la squadra ciclistica della Carpano che in corsa veste di bianco/nero.

settembre: Cagliari-Atalanta 0-0). Le parole che quel giorno dice Boniperti spiegano meglio di ogni altra cosa chi era Scirea: «È un esempio per chiunque ami il calcio e per i giovani che si avvicinano a questo sport». Per Scirea quello è il terzultimo campionato in bianconero. Ha 33 anni, ha vinto tutto: in primavera vincerà il settimo scudetto. Si ritirerà alla fine della stagione 1987/88, l’anno successivo sarà il più stretto collaboratore di Dino Zoff, allora tecnico dei bianconeri. È morto il 3 settembre del 1989, stava andando a vedere i polacchi del Gornik Zabrze, avversari Juve in UEFA: era di domenica, il giorno del calcio, come se la storia avesse voluto chiudere un cerchio. Lealtà, correttezza, il pudore dei forti: questo era Gaetano Scirea. 9 febbraio 1969 Allenamento della Juventus che affronta con una mista titolari-riserve nel primo tempo la squadra della Castor (2-0 doppietta di Zigoni). Nel secondo tempo in campo il Pinerolo che è battuto 6-1 gol di Favalli (3), Sacco (2) e Magnusson.

9 febbraio 1986 Atalanta-Juventus 0-0. Partita speciale per un uomo speciale. È la 500ª volta di Gaetano Scirea con la maglia della Juve. Una vita. 500 tra campionato, Coppa Italia e coppe internazionali. 500, e proprio a Bergamo, dove tutto è cominciato nel 1972, con l’esordio in serie A (24

10 febbraio 1993 La Juventus pareggia a Parma 1-1 nel ritorno dei quarti di Coppa Italia e si qualifica per le semifinali; per i bianconeri terza semifinale nelle ultime tre stagioni. Il gol bianconero è di Andreas Möller, curiosa l’espulsione di Ravanelli che si è allontanato dalla panchina al 38’ del primo tempo ed espulso per proteste dall’arbitro Ceccarini di Livorno.

del Milan commenta “Ci vorrebbe il Maracanà quando arriva la Juventus!”

11 febbraio Nasce a Napoli Ciro Ferrara, difensore del Napoli, Juve e Nazionale. Esordio in serie A il 5 maggio 1985: NapoliJuve 0-0. In A 500 presenze e 27 gol. Nella sua carriera ha vinto 7 scudetti, 2 Coppa Italia, 5 Supercoppa Italiana, 1 Uefa, 1 Champions League, 1 Supercoppa europea e 1 Coppa Intercontinentale. Con la Nazionale 49 partite tra cui la finale terzo posto ai Mondiali di Italia '90. 12 febbraio 1992 La Juventus batte l’Inter a Torino 1-0 nell’andata dei quarti di finale della Coppa Italia. Autore del gol decisivo Di Canio. La partita sarà ricordata per i rigori sbagliati: inizia Matthäus calciando sul palo al 15’ del primo tempo, lo segue il bianconero Roby Baggio che al 15’ della ripresa si fa parare il tiro da Zenga: il portiere nerazzurro non neutralizzava un calcio di rigore da tre anni. 12 febbraio 1990 L’avvocato Vittorio Caissotti di Chiusano è eletto presi-

Giornale sportivo per i tifosi di Juventus e Torino

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Segreteria di redazione Cristina Zecchino amcsrls@yahoo.it

Hanno collaborato Carlo Bianchi Antonio Catapano Alessandro Costa Luca Ceste Massimo Fiandrino Ezio Maletto Paolo Rachetto Marco Sanfelici Fabio Vergnano Ermanno Vittorio

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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 18 DI VENERDÌ 9 FEBBRAIO 2018

dente della Juventus, il 26° nella storia del club. 13 febbraio 1966 In una domenica di pioggia battente la Juve s’impone al Varese al Comunale per 3-1. Per Silvino Bercellino, fratello di Giancarlo, stopper bianconero, è un giorno da ricordare: doppietta e possibilità di giocarsi la maglia di titolare con l’altro centravanti dell’epoca Traspedini. Chiude le marcature Menichelli. Da rammentare il ricovero con urgenza del terzino Adolfo Gori, per sospetta commozione cerebrale dovuta ad uno scontro di gioco. 14 febbraio 1984 L’agenzia milanese che gestisce la vendita dei biglietti della partita Milan-Juventus è letteralmente presa d’assalto già nella mattinata prima dell’apertura. Traffico bloccato, caos e più di tremila persone in coda. Per ristabilire l’ordine arrivano tre autoblindo della polizia ed il Vice questore. L’attesa per Milan-Juventus è enorme, nessuno vuole stare fuori da San Siro, un dirigente

14 febbraio 1960 La nebbia blocca la Juve al Comunale e rende vano l’impegno dei giocatori che affrontano il Padova. La partita comincia nonostante una fitta nebbia, Juve in vantaggio 4-2 sino al 77’ poi l’arbitro Cariani che indossa un curioso copricapo convoca i due capitani e decide la sospensione della gara. Rimangono inutili i gol siglati da Boniperti, Sivori, Cervato (rigore) e Charles. La partita sarà rigiocata il 24 febbraio e s’imporrà nuovamente la Juve 5-1.

14 febbraio 2010 Del Piero supera Boniperti e diviene il calciatore con maggior numero di presenze in campionato nella storia del club, 445 presenze contro le 444 di Boniperti. La partita è Juventus-Genoa, 24ª giornata, Del Piero festeggia alla grande il record siglando una doppietta, suo il rigore decisivo al 78’ che chiude il match sul 3-2. 15 febbraio 1948 Goleada bianconera al Comunale, a farne le spese è l’Alessandria che soccombe per 6-1 di fronte alle scate-

nate punte della Juve. Goleador di giornata l’ala Ermes Muccinelli autore di tre gol, le altre marcature sono di Boniperti (2) e Magni. L’Alessandria schiera tre ex bianconeri: Lustha che sigla il gol della bandiera per i grigi, Coscia e Tortarolo. 15 febbraio 2010 Viareggio è ancora bianconera. Il feeling che lega Juve e Viareggio Cup è ancora più saldo. La squadra Primavera vince ancora la Coppa Carnevale battendo l’Empoli in finale per 4-2, grazie alla tripletta di Immobile e al gol di Yago. Bissato il trionfo dell’anno precedente, ma è anche il quinto successo nelle ultime otto edizioni.

(In questa pagina, nella 1a colonna la squadra ciclistica della Carpano e Gaetano Scirea; nella 3a Vittorio Chiusano; nella 4a Omar Sivori; nella 5a Ciro Immobile nella Primavera Juve e nella 6a Alex Del Piero; a pag. 10, nella 1a colonna Barzagli e Sivori; nella 3a biglietto Juve-Paris e Monti; nella 4a Boniperti e nella 5a Bettega)

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25 maggio 1960 di Ermanno Vittorio

Nel 1960 al Comunale di Torino il primo match Amichevole per festeggiare lo scudetto appena vinto dai bianconeri. In gol Sivori e Nicolè Amichevole Mercoledì 25 maggio 1960 Torino, Stadio Comunale

Juventus-Tottenham 2-0 JUVENTUS: Vavassori, Garzena, Sarti, Emoli (66° Leoncini), Bercellino I, Colombo, Nicolè, Boniperti, Charles, Sivori, Stacchini (70° Lojodice). All. Parola Carlo, Dt. Cesarini Renato TOTTENHAM: Brown, Baker, Henry, Blanchflower, Norman, Marchi, Medwin, Whide (80° Allen), Smith (81° Saul), Mc Kay, Jones. All. Nicholson William Edward Arbitro: Orlandini (Roma) Marcatori: 20° Sivori; 90° Nicolè Spettatori 50.000

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uventus e Tottenham si incontrano per la prima volta in partite ufficiali, mai prima d’ora i due clubs si erano incontrati in partite di coppe Europee. Andiamo ad analizzare e ricordare i precedenti tra le due squadre che si sono incontrate tre volte in match amichevoli. La prima volta risale al 1960. Le due squadre si incontrano in notturna allo stadio Comunale, la Juventus in pratica festeggia allo stadio lo scudetto vinto in scioltezza, al termine del torneo saranno 8 i punti di vantaggio sulla Fiorentina seconda ed inseguitrice. Gli inglesi hanno una bella squadra guidata dall’ allenatore William Edward Nicholson (detto Bill), ex cal-

ciatore poi diventato ottimo tecnico, allenerà gli “Spurs” dal 1958 al 1974. L’attesa in città è notevole, vuoi per festeggiare la squadra Campione d’ Italia vuoi per la splendida serata, il pubblico si versa in massa in Santa Rita, direzione stadio, poi il calcio inglese affascina sempre, ricordiamo che all’ epoca la Nazionale Italiana non aveva mai battuta la Nazionale inglese cosa che avverrà solo nel 1973 grazie ai gol dei bianconeri Anastasi e Capello. Torniamo alla serata, il pubblico numeroso applaude la fanfara degli Alpini che suona gli inni Nazionali. Poi pronti via! Le squadre si danno subito battaglia, puntate veloci soprattutto da parte inglese con il loro solito gioco imperniato sulla velocità delle ali. La Juventus è comunque tonica e precisa ben schierata in campo da due tecnici, Cesarini e Parola. “Spurs” pericolosi in apertura con un tiro violento della mezzala Mac Kay, risponde da par suo il

si hanno il soppravvento e Vavassori salva su Smith ed ancora sul pericoloso Mac Kay. La seconda frazione di gioco è in parte dominata dal Tottenham che sfiora il pareggio centrando la traversa con un tiro di Smith. Verso la mezz’ora della ripresa i cambi delle due squadre influiscono sul gioco che diviene frammentario ed a quasi partita conclusa arriva il raddoppio di Nicolè che lanciato da Sivori batte imparabilmente Brown. Al termine del match ben diretto dall’ ar-

tenham prenderà il volo la stagione successiva aggiudicandosi il campionato ed anche la FA Cup. Impresa certo notevole. Da allora il Tottenham non ha più vinto il campionato. Ricordiamo che il club londinese è stato il primo club inglese ad aggiudicarsi una coppa Europea vincendo la Coppa Coppe nella stagione 1962/63. Primo club ad aggiudicarsi nella stessa stagione (dou-

ble) Campionato e coppa Nazionale (1960/61) il tutto grazie anche al suo campione conclamato Greaves Jimmy che dopo essersi affermato nel Chelsea viene trasferito al Milan nella stagione 1961/62, Jimmy non si adatta al club rossonero ed a Milano raccoglie solo 10 presenze siglando comunque 9 reti di cui 4 su rigore. Il trasferimento al Tottenham arriva subito in autunno ed il club londinese si accolla per l’ epoca la cifra incredibile mai pagata prima d’ora da un club inglese di circa centomila sterline. Denaro comunque speso bene, Greaves farà e sarà la storia del club, 9 stagioni sino al 1970 con 321 presenze e 220 gol. Il palmares è ricco nel periodo a Londra, arricchisce la bacheca degli “Spurs” : 2 coppe d’ Inghilterra, 2 Charity Shield, 1 Coppa Coppe. Nel periodo al Tottenham

si aggiudica 5 volte il titolo di miglior marcatore del torneo: 1961, 1963, 1964, 1965, 1969.

(Qui sopra Bruno Nicolè, autore di una delle due reti; a sinistra la Juventus 1959/1960; sotto il Tottenham 1959/1960)

Le altre 2 recenti sfide L

portiere Vavassori di bianco vestito. La Juventus risponde alla grande passando in vantaggio al 20°, Sivori lancia Stacchini sulla fascia, cross perfetto ed incredibilmente Omar segue l’azione e segna di testa uno dei suoi pochi gol di testa. Gli ingle-

bitro Orlandini di Roma le due squadre si schierano a centrocampo salutando il pubblico che risponde con fragorosi applausi, una bella partita con azioni veloci ed emozioni da ambo i fronti, il calcio made in England non tradisce mai... Il Tot-

e altre due sfide sono molto recenti, una nel 2016 ed una in questa stagione nel precampionato. L’ Australia vede le due squadre affrontarsi per la Champions Cup, la partita si disputa alle ore 12 italiane La Juventus di Allegri è in campo con i due nuovi acquisti Pjianic e Benatia, il Tottenham risponde con i suoi titolarissimi. Juve con partenza sprint, dopo 20 minuti siamo sul 2-0 con gol di Dybala e di Benatia che di testa su calcio d’angolo sigla una splendida rete. Nella ripresa il gol di Lamela su errore di Hernanes, riaccende il match ma non c’è nulla da fare la Juventus tiene e si aggiudica la partita.

Amichevole - International Champions Cup Melbourne - Stadio Melbourne Cricket Ground Martedì 26 luglio 2016 h. 20 (ore 12 italiane) JUVENTUS-TOTTENHAM 2-1 Marcatori: 5° Dybala, 15° Benatia, 67° Lamela Arbitro: Williams (Australia) Note: Spettatori circa 30.000 JUVENTUS: Neto, Lirola, Benatia (46° Mar-

rone), Rugani (79° Blanco), Alex Sandro (79° Severin), Lemina (79° Macek), Hernanes (79° Coccolo), Asamoah (66° Vitale), Pjanic (66° Parodi), Pereyra (46° Cerri), Dybala (79° Rosseti). Panchina: Audero, Del Favero, Loria, Kastanos, Padovan. All. Allegri Massimiliano TOTTENHAM: Vorm, Trippier (62° Harrison), Ball (79° Amos), Carter-Vickers, Miller (46° Yedlin), Mason (46° Winks, Wanyama, Son (46° Onomah), Carrol (62° Edwards), Chadli (46° Lamela), Janssen (62° Walkes). Panchina: McGee, Glover, Walker-Peters. Allenatore: Pochettino Mauricio Londra - Stadio Wembley Sabato 5 agosto 2017 h. 17.30 Tottenham-Juventus 2-0

Marcatori. 10° Kane, 52° Eriksen Arbitro: Atkinson (Inghilterra) TOTTENHAM: Lloris, Trippier (41° Walker Peters), Alderweireld, Vertonghen, Davies, Dier, Dambele (90° Wimmer), Sissoko Moussa (66° Georgiu), Eriksen (90° OakleyBoothe), Dele Alli (66° Winks), Kane, (78° Janssen). All. Pochettino Mauricio JUVENTUS: Buffon (76° Pinsoglio), Lichtsteiner (46° De Sciglio), Rugani (60° Barzagli), Chiellini (60° Benatia), Alex Sandro (46° Asamoah), Khedira (76° Bentancur), Pjanic (46° Marchisio), Douglas Costa (61° Bernardeschi), Dybala, Mandzukic (46° Cuadrado), Higuain (76° Kean). All. Allegri Massimiliano


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LA BELLA SONIA, MISS JUVE CON IL SOGNO DELLA TV L

a nostra Miss Juve, per questo numero di 'JuveToro' dedicato alla Champions Legue, è la bella e brava Sonia Boscaro. Sonia ha 22 anni, è di Torino, studentessa di scienze della comunicazione ma anche hostess, modella e aspirante conduttrice televisiva. A proposito di tv, potete ammirare la tifosissima bianconera Sonia ogni giovedi sera (ore 20.40) nella trasmissione 'Forza Juve' condotta da Marco Venditti dagli studi torinesi di Rete7 (canale 12 digitale terrestre oppure 825 sulla piattaforma Sky).

NATI OGGI Lustha Riza Santacroce Michele Gimona Aredio Nenè Claudio Causio Franco Pogliano Gilberto Garzena Bruno Rossi Guerrino Cauzzo Lino Meneghetti Mario Patrucco Giuseppe Ferrero Luigi Barisone Alfredo Locatelli Ugo Conti Raoul Tevez Carlos

01/02/1916 - Mitrovicz (Albania) 01/02/1921 - Bari 01/02/1924 - Isola d’Istria Pola 01/02/1942 - Santos (Brasile) 01/02/1949 - Lecce 02/02/1908 - Torino 02/02/1933 - Venaria (TO) 02/02/1934 - Monticelli d’Ongina (PC) 03/02/1924 - Cadoneghe (PD) 04/02/1893 - Vercelli 04/02/1932 - Torino 04/02/1941 - Vinovo (TO) 05/02/1904 - Acqui Terme (AL) 05/02/1916 - Toscolano Maderno (BS) 05/02/1928 - Pergamino - Buenos Aires (Argentina) 05/02/1984 - Ciudadela (Argentina)

Claudio Nenè

William Brady

Masiello Andrea Amoretti Ugo Paolucci Michele Napoli Nicolò Beltrame Stefano Volpi Carlo Buscaglia Carlo

05/02/1986 - Viareggio (LU) 06/02/1909 - Genova 06/02/1986 - Recanati (MC) 07/02/1962 - Palermo 08/02/1993 - Biella 08/02/1941 - Genova 09/02/1909 - Bastia Balocco (CN)

Lanzafame Davide 09/02/1987 - Torino Maresca Vincenzo 10/02/1980 - Pontecagnano (SA) Dell’Omodarme Carlo 11/02/1938 - La Spezia Viganò Paolo 11/02/1950 - Seregno (MI) Ferrara Ciro 11/02/1967 - Napoli Grabbi Giuseppe 12/02/1901 - Torino Bodini Luciano 12/02/1954 - Leno (BS) Gori Adolfo 13/02/1939 - Viareggio (LU) Brady William 13/02/1956 - Dublino (Irlanda) Caricola Nicola 13/02/1963 - Bari Elia Eijero 13/02/1987 - Voorburg (Olanda) Bruna Antonio 14/02/1895 - Vercelli Dante Bruno 14/02/1920 - Torino Vieri Roberto 14/02/1946 - Prato Miani Luciano 14/02/1956 - Chieti Notari Massimiliano 14/02/1972 - Como Brighi Matteo 14/02/1981 - Rimini Ametrano Raffaele 15/02/1973 - Castellamare Di Stabia (NA) Bojinov Valerij 15/02/1986 - Goriahovitza (Bulgaria)


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Spettacoli e cultura

Un anno senza George Michael, tormentata icona 'pop' Talento inarrivabile, 100 milioni di dischi venduti. Il confronto con Mickael Jackson. Ma, come disse lui stesso: “Non ho mai fatto nulla per essere il numero 1”

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oco più di un anno fa, in casa sua a Londra, moriva Georgios Kyriacos Panayiotou, in arte George Michael. Cantante, compositore e produttore discografico. Pur con un’impostazione pop di base, in carriera ha spaziato su molti generi musicali: pop, dance, soul, rhythm & blues, jazz. Ed era in grado di cantare praticamente qualunque cosa. Partito da un clamoroso successo nel pop della prima metà degli anni 80 con il duo "Wham!" , ha intrapreso poi la carriera da solista a partire dal 1987. Molti successi e circa 100 milioni di dischi venduti. Molto rispettato dai colleghi, sia per la sua generosità e sia per il suo talento. È morto inaspettatamente il 25 dicembre 2016, proprio lui che ogni Natale che Dio manda in terra vede il suo tormentone natalizio "Last Christmas" riproposto in tutte le salse un po' ovunque, e presente nuovamente nelle classifiche di tutto il mondo nonostante sia del 1984. Spesso all'onore delle cronache per scandali di sesso, droga, e problemi con

le case discografiche, avrebbe potuto dare alla musica molto molto di più. Un talento esecutivo pari, o superiore in alcuni casi, a molti altri grandi della storia della musica internazionale, viene ricordato purtroppo più per i suoi brani più commerciali

e orecchiabili, e meno invece per altri capolavori presenti all'interno dei suoi album. Dal 1996 in poi in effetti ha realizzato molte cover e un po’ meno brani propri, e ha disperso e commercializzato molto male anche potenziali successi, all'interno di compilation a scopo benefico e

all'interno di singoli venduti in poche migliaia di copie. Vi è anche qualche prestigioso duetto pubblicato solo nell'album dell'altro artista e non nei propri album. Ha pensato poco alla buona realizzazione dei suoi video, e alla organizzazione e alla riorganizzazione delle sue incisioni dal punto di vista della sua personale storiografia discografica. La sua vita privata era molto tormentata e in qualche caso ne ha minato anche le basi per specifici progetti che sono rimasti a metà o irrealizzati. Il caso più clamoroso è l'album del 1990, ripubblicato proprio questo autunno in versione deluxe, "Listen without prejudice vol. 1", che a suo tempo prevedeva anche un futuro vol. 2 che infatti non è stato mai pubblicato. Ma anche progetti come “Trojan Souls” e simili sono rimasti a metà. Una volta in un'intervista disse: "non ho mai fatto niente per essere il numero 1". Questo in effetti è vero, e

va anche ricordato che forse sarebbe stato difficile in quei decenni (80-90-2000) essere il Re assoluto del pop, anche perché era in vita un altro grande talento che invece ha vissuto tutta la vita (infanzia compresa), e ha fatto davvero di tutto, per essere sempre il numero 1, ossia

Michael Jackson. Resta tuttavia il grande rammarico che George Michael non ci abbia mai nemmeno provato ad essere il numero 1, abbia vissuto la carriera artistica d’istinto e in modo umorale, cambiando spesso idea, e abbia patito molto dal punto di vista emotivo il suo grande successo. Carriera molto lunga, ma tutto sommato non tantissimi album di inediti all’attivo. Molto folta ugualmente, nonostante tutto, la lista dei suoi brani celebri. E decisamente cult sono alcune sue grandi interpretazioni dal vivo di brani suoi e non. La recente ripubblicazione in due versioni deluxe dello storico album Listen Without Prejudice vol. 1, organizzata e voluta da lui stesso quando era ancora in vita, e tuttora presente nei negozi di dischi, è piaciuta molto ai fan, anche per via della presenza, come bonus tracks, di alcuni di quei brani “dimenticati” e la registrazione completa dello storico concerto Unplugged del 1996 per MTV; ma sembra comunque essere l’ennesima occasione persa dal cantante britannico per valorizzare meglio il proprio lavoro. Nel cofanetto più costoso, tanto per dirne una, è presente anche un dvd con qualche intervista storica, ma senza nessun sottotitolo. Ma ora, lasciando da parte il passato, dopo la sua morte, cosa rimane? I fans si sentono orfani tanto quanto la sua famiglia, e non ci saranno più nuove incisioni. Eppure, volendo, c’è/ci sarebbe ancora tanto da fare. Rimane forse la sfida più grande di tutte da raccogliere, ossia tramandare ai posteri il lavoro di questo straordinario artista. E questo solo per cominciare. E non è possibile farlo solo con i soliti inutili remix o le solite raccolte di successi che pe-

riodicamente le case discografiche buttano sul mercato per fare cassa. Tra le altre cose, lo stesso George Michael ne ha pubblicate già due di raccolte, abbastanza corpose, sia nel 1998 che nel 2006. Sarebbe il caso che i suoi eredi (i parenti), rispettando-

ne la memoria, cambiassero un po’ la filosofia che aveva guidato l’artista fino ad oggi. Sarebbe bello se avessero la voglia di raccogliere la sua eredità artistica e il suo lavoro e, senza pensare troppo al denaro, volessero provare a progettare le prossime pubblicazioni tenendo conto della possibilità concreta di correggere molti errori del passato. Valorizzare e mettere in piedi nuovi progetti non

Riedizione 2017 di Listen Without Prejudice vol. 1

è affatto impossibile perché, oltre alle pubblicazioni “limitate” di cui sopra, vi sono anche molti inediti rimasti nel cassetto e cover live molto interessanti. È vero che siamo oramai nell’era del digitale e del download, e che ogni brano può essere venduto anche da solo e senza un vero e proprio supporto fisico, ma esiste anche un frizzante sottobosco di giovani e non, che si sta avvicinando/ riavvicinando ai vecchi supporti (cd, vinili, e addirittura anche musicassette). Se si volesse, si potrebbero pubblicare almeno due o tre album ufficiali, con brani non presenti in altri album. E forse anche di più. Bisogna aver voglia di lavorare, aprire tutti i cassetti, e fare un dettagliato punto della situazione, L’importante è solo avere le idee chiare, una buona creatività, voglia di investire, di ricostruire, di riconfezionare, e di documentare con severa precisione e attenzione, in modo ragionato insomma, la carriera di uno dei più grandi cantanti pop di sempre. Antonio Catapano


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Spettacoli e cultura

“Perfumum. I profumi della storia” a Palazzo Madama Sino al 21 maggio il racconto sull’evoluzione e i significati del profumo dall’Antichità greca e romana al '900

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alazzo Madama presenta, dal 15 febbraio al 21 maggio, la mostra "Perfumum. I profumi della storia". Un racconto sull’evoluzione e la pluralità dei significati del profumo dall’Antichità greca e romana al Novecento, visto attraverso più di duecento oggetti esposti, tra oreficerie, vetri, porcellane, affiches e trattati scientifici. Il percorso espositivo presenta un excursus storico avviato a partire dalle civiltà egizia e greco-romana che, sulla scorta di tradizioni precedenti, assegnano al profumo molteplici significati: da simbolo dell’immortalità, associato alla divinità, a strumento di igiene, cura del corpo e seduzione. Il desiderio di trattenere i profumi,

conservarli e di godere della loro fragranza accompagna la storia dell’uomo dall’antichità a oggi. Nell’Europa del primo Medioevo, sottoposta all’urto delle invasioni barbariche, sono rare le testimonianze di utilizzo di sostanze odorifere al di fuori della sfera sacra. Sopravvive tuttavia la concezione protettiva e terapeutica del profumo, come

testimoniato in mostra dalla preziosa bulla con ametiste incastonate proveniente dal tesoro goto di Desana. L’uso di profumi a contatto con il corpo con funzione di prote-

zione nei confronti di malattie è attestato più tardi nei pommes de musc frequentemente citati negli inventari dei castelli medievali, come il rarissimo esempio quattrocentesco in argento dorato in prestito dal Museo di Sant’Agostino di Genova, che conserva ancora la noce moscata al suo interno. La civiltà islamica, che eredita e preserva il sapere del mondo antico, sviluppa e innova la cultura del profumo greca e romana, persiana e bizantina, introducendo importanti conquiste tecnologiche, come il perfezionamento dell’arte della distillazione compiuto da Avicenna. In mostra alcune fiasche da profumo di arte ottomana, in ottone geminato, in legno di rosa e in maiolica e vetro. L'età rinascimentale vede la progressiva laicizzazione dei significati del profumo, il cui uso si fa più esteso e articolato presso le classi sociali più elevate. Gli antichi trattati circolano grazie alle edizioni a stampa, fioriscono nuovi ricettari che propongono la fabbricazione individuale dei profumi, si

sviluppa la profumeria alcolica. Si diffonde in tutta Europa la moda invalsa nelle corti italiane di profumare oltre al corpo anche gli accessori di vestiario, specialmente in pelle, e di indossare contenitori per profumi di straordinaria ricercatezza, come il flacone in agata con montatura in oro, rubini, diamanti e smalto, proveniente dal Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, forse un dono di Caterina de Medici, a cui si deve l’esportazione della moda italiana dei profumi in Francia. Dal Seicento, la supremazia nel campo della produzione dei profumi spetta alla Francia. Nascono nuove fragranze, sempre più orientate verso le note flore-

ali e leggere, conservate in flaconi in vetro o porcellana, oppure diffuse negli ambienti grazie a pot-pourri e bruciaprofumi. La mostra offre infine una panoramica sul Novecento grazie ai prestiti provenienti da collezioni private che hanno consentito di arricchire il percorso espositivo con un’ampia carrellata di flaconi, tra cui spiccano quelli creati da René Lalique per François Coty, di Baccarat per Guerlain, ma anche gli eccezionali Arpège di Jeanne Lavin, Shocking di Elsa Schiaparelli, Diorissimo di Christian Dior. Completano l’esposizione una selezione di etichette e manifesti di case produttrici di profumi tra '800 e '900. L’esposizione,

curata da Cristina Maritano, conservatore di Palazzo Madama, e allestita in Sala Atelier, presenta oggetti appartenenti alle collezioni di Palazzo Madama e numerosi prestiti da musei e istituzioni torinesi. Fondamentale è stata la collaborazione con il Musée International de la Parfumerie di Grasse (Francia) che, insieme ad una preziosa selezione di opere, ha messo a disposizione gli apparati multimediali sulle tecniche della profumeria. Infine, il contributo di molti collezionisti privati ha permesso di radunare un’ampia selezione di flaconi del '900. Il catalogo è edito da Silvana Editoriale. Paolo Rachetto

'Enrico IV' in scena al Carignano

Goran Bregovic Orchestra al Colosseo

Dal 13 al 25 febbraio il dramma di Pirandello, pietra miliare del teatro e della poetica

"Three letters from Sarajevo": ad accompagnare l'artista bosniaco un’orchestra di 18 elementi

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artedì 13 febbraio, alle ore 19.30, al Teatro Carignano, andrà in scena "Enrico IV" di Luigi Pirandello, con l’adattamento e la regia di Carlo Cecchi. Sul palco con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Gigio Morra, Roberto Trifirò, Federico Brugnone, Davide Giordano, Dario Iubatti, Matteo Lai, Chiara Mancuso e Remo Stella. Le scene sono di Sergio Tramonti, i costumi di Nanà Cecchi e le luci di Camilla Piccioni. Produzione Marche Teatro. Repliche fino a domenica 25 febbraio. "Enrico IV" è una pietra miliare del teatro di Luigi Pirandello e della sua poetica, che affronta i grandi temi della maschera, dell’identità, della follia e del

rapporto tra finzione e realtà. La storia dell’uomo che da vent’anni veste i panni dell’imperatore Enrico IV prima per vera pazzia, poi come inganno per simulare una nuova vita, ed infine per sfuggire lucidamente alla realtà, è l’emblema del legame pirandelliano tra maschera e realtà. L'amarezza vibrante di questa tragedia porta a un risultato di limpida bellezza, a una catarsi vera e propria. Qui il pirandellismo vince i suoi schemi e attinge a una tensione interiore dav-

vero universale. Dalle note di regia di Carlo Cecchi: “Enrico IV” fu scritto per Ruggero Ruggeri, il “Grande Attore” del primo Novecento. Dopo di

lui, molti altri Grandi Attori si sono 'cimentati”'con questo monumento alla Grandattorialità. Prima di tutto ho ridotto drasticamente molte delle lunghissime battute del Grande Attore; conseguentemente gli altri personaggi acquistano un rilievo che spesso, soverchiati dal peso delle battute del protagonista, rischiano di perdere. E ho fatto della follia e della recita della follia di Enrico IV, che nell'originale ha una causa clinica un po' banale, una decisione dettata da una sorta di vocazione teatrale: non per nulla, il teatro, il teatro nel teatro e il teatro del teatro, sono il vero tema di que(p.r.) sto spettacolo". (Foto Matteo Dalbò)

Domenica 11 febbraio, alle ore 18, al Teatro Colosseo di Torino con il suo ultimo lavoro "Three letters from Sarajevo", il live della Goran Bregovic Orchestra. Ad accompagnare l'artista bosniaco, un’orchestra di 18 elementi. Musicista contemporaneo, compositore tradizionale e rock star, che combina insieme una grande varietà di stili e di tecniche differenti per creare una musica personale ma allo stesso tempo universale. Un concerto intenso ed emozionante, in cui la musica diventa punto di incontro tra culture e religioni apparentemente distanti. Accompagnato da un’orchestra di 18 elementi, l’artista bosniaco porta in scena i brani storici del suo repertorio e le nuove composizioni contenute nel suo ultimo lavoro. Una produzione tutta incentrata sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica. Un album che, come i concerti dal vivo, racconta l’esigenza e la voglia di parlare del melting pot che è la cifra artistica e umana di questo straordinario artista di fama mondiale. (p.r.)



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