amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VIII - N. 13 - 25 FEBBRAIO 2018 - Copia omaggio Il Punto
L'Analisi
L'Intervista: Cabrini
I Doppi Ex
L'infermeria è una porta girevole: gente che entra e gente che esce. Ma vietato lamentarsi: non si molla niente.
Riflessioni amare sui troppi infortuni: è miope chi minimizza la questione accollando le responsabilità alla sorte avversa
“Juve con grande qualità. Napoli cresciuto mentalmente. Atalanta, la testa è da 'grande'. Il calcio femminile? Deve migliorare molto...”
Quanti affari da Bergamo a Torino. Da Manente a Caldara passando per Scirea: 70 anni di rapporti preferenziali di mercato
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DOPPIA SFIDA
CAMPIONATO E COPPA ITALIA: ALLEGRI E GASPERINI SI AFFRONTANO 2 VOLTE IN 72 ORE JUVENTUS-atalanta | DOMENICA 25 FEBBRAIO ORE 18
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Il Punto
Juve, l'infermeria è una porta girevole. Ma non si molla niente Due sfide in 72 ore con i Gasp-boys. Bianconeri abituati a giocare ogni tre giorni. Lo saranno altrettanto i nerazzurri?
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'infermeria di Vinovo pare l'Hotel Ritz, gente che entra, gente che esce ed una porta girevole funzionante h24. L'unica differenza sta nel fatto che non sono i portieri di notte ad attendere i visitatori, ma medici, fisioterapisti e specialisti in riabilitazione. L'ecatombe di muscoli che deflagrano e di capsule legamentose in pessimo stato non ha fine. Per non parlar
delle botte a caviglie e ginocchia. A dire la verità, la classe arbitrale non fa nulla per tutelare il patrimonio di arti e giunture, anzi spesso chiude un occhio, in ossequio al cosiddetto “arbitraggio all'inglese”. Andrà bene nella perfida Albione, dove il livello di lealtà tra contendenti è sancito da un patto d'onore inoppugnabile. Qui da noi, gli interventi di certi granata nel derby
non erano all'inglese, ma carognate senza possibilità di replica. Averli permessi è un'interpretazione di calcio al limite del lecito. Lo strascico è il vero, attuale problema di Allegri e truppa. Higuain è in via di ripresa dal colpo alla caviglia subito per l'uscita bassa di Sirigu, Bernardeschi è al palo, proprio nel momento di maggior splendore. Mandzukic dovrebbe recuperare da un attacco influenzale (almeno questo non è da annoverare tra gli infortuni). Cuadrado è lungodegente, anche se non manca molto per rivederlo in gruppo. È pronto a rientrare dal primo minuto Paulo Dybala, dopo essere subentrato contro il Toro nell'ultimo quarto di gara. Buone notizie giungono da Blaise Matuidi che ha ricominciato ad allenarsi a pieno regime e pare recuperato atleticamente. Intanto si
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ferma De Sciglio, sempre per danni post-derby, trauma contusivo alla coscia sinistra. Nulla di grave ma del doppio confronto con l'Atalanta per lui non se ne fa nulla. Ecco, l'Atalanta. In tre giorni viene due volte all'Allianz Stadium, attesa da un tour de force non propriamente consueto: giovedì scorso l'impegno nel ritorno in Europa League al cospetto del Borussia Dortmund, domenica alle 18 la prèmiere con la Juve e mercoledì la semifinale di Coppa Italia. In casa Juve si è abituati a queste catene di matches a ripetizione. Lo saranno altrettanto i ragazzi di Gasperini? Dove riverseranno il massimo impegno, se costretti a fare delle scelte? Nel frattempo Allegri prepara tutte le gare con la massima attenzione, alla Juve non si molla niente. Tutto dipende
dalle condizioni di Higuain. Se domenica Gonzalo sarà in grado di partire titolare, facilmente il modulo sarà il 4.3.3 con qualche chance per Marchisio e Dybala affiancato all'altro argentino ed all'intoccabile Marione. Altrimenti spazio a Douglas Costa con Mandzukic prima punta e Paulo a destra. Ad ogni modo la Juve ha dovuto imparare a proprie spese a divenire camaleontica, in
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Giornale sportivo per i tifosi di Juventus e Torino
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Hanno collaborato Salvino Cavallaro Luca Ceste Massimo Fiandrino Ezio Maletto Dan Morino Paolo Rachetto Giovanni Rolle Marco Sanfelici Fabio Vergnano Ermanno Vittorio
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funzione dei componenti la rosa che escono ed entrano da quella porta girevole che conduce all'infermeria, senza un accenno di ribellione verso la cattiva sorte e senza cedere minimamente terreno alla concorrente Napoli. A partire da quel Sarri dal pianto facile, quanti sarebbero in grado di non fare una piega in simili contingenze?
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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 17 DI GIOVEDÌ 22 FEBBRAIO 2018
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Il caso
Nel derby un segnale per Buffon? Due 'numeri uno' di grande valore ma non è pensabile che nella prossima stagione ci sia ancora staffetta fra Gigi e Wojciech
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ella sua storia la Juventus ha sempre avuto grandi portieri. Ma alle loro spalle non ci sono mai stati dei sostituti di pari valore. Dei 'numeri due' a tutti gli effetti, utili in caso di emergenza, ma pronti a tornare in panchina appena il titolare era di nuovo disponibile. Per la prima volta quest’anno la Juve ha davvero due 'numeri uno' di pari valore. Una scelta non casuale, fatta per rendere quasi indolore il viaggio di Buffon verso il ritiro dalle scene. A meno che Gigi non decida di continuare, perché le sorprese sono sempre possibili. Ne sapremo di più fra un paio di mesi, quando Buffon e Andrea Agnelli si incontreranno. E Wojciech Szczesny saprà se accettare la Juve è stata la scelta migliore. Riavvolgendo il nastro e tornando
indietro fino agli anni '60, non c’è traccia di una coppia di portieri altrettanto importante. Ai tempi di Sivori, Mattrel aveva come riserva il vercellese Colombo, poi ci sono stati Vavassori e Anzolin, mentre negli
anni '70 Zoff ha lasciato le briciole ad Alessandrelli e Bodini, con quest’ultimo “secondo” anche di Tacconi. Dopo il più titolato dei portieri italiani, è arrivato da Roma Peruzzi, che ha fatto coppia calcistica con Rampulla. Michelangelo è rimasto in bianconero per 10 anni, sempre da panchinaro, anche quando la Juve scelse l’olandese Van der Sar, fra i pali nelle due stagioni di Ancelotti e in campo nel diluvio di Perugia con lo scudetto fuggito a Roma, sponda Laziale. Per 75 miliardi di lire, Moggi prese Buffon dal Parma all’inizio della stagione 2001 e la Juve svoltò. Gigi divenne subito inamovibile, da allora a oggi non c’è stata concorrenza fra i pali. Nell’ordine l’hanno scortato Rampulla, Chimenti, Mirante (in serie B), Manninger,
fino ad arrivare a Storari, suo vice per cinque stagioni, e al brasiliano Neto. Poi, nell’attuale annata che ha portato Buffon al 40° compleanno, l’inversione di tendenza. La Juve ha pensato al futuro, ha cercato di assicurarsi un portiere di assoluto valore per rendere meno traumatico l’addio del numero uno dei numeri uno. Così ecco Szczesny, titolare nel derby, alla presenza stagionale numero 16. L’utilizzo così assiduo del polacco è stato favorito da una parte dall’infortunio che ha tenuto fuori Buffon per quasi due mesi, ma anche dalla necessità di accelerare il processo di cambiamento. Così se Gigi smetterà, la Juve avrà un portiere che conosce già i segreti della difesa. Intanto il messaggio inviato a Buffon è stato chiaro: non
sei più indispensabile. Nel derby non ha giocato per scelta di Allegri, ovviamente concordata con Gigi, ma il numero 1 ha capito che nel turnover può finirci anche lui. Un modo elegante per avviare un naturale
ricambio, perché neppure nel calcio si è eterni. Contro l’Atalanta Buffon sarà di nuovo al suo posto per la presenza numero 21 della stagione. Del resto la sua condizione fisica e mentale lo pone al riparo da siluramenti anticipati. Poi a fine stagione il probabile rinnovamento. Non è pensabile che nella prossima annata ci sia ancora una staffetta fra i due portieri. In ogni caso resterà nella storia juventina la presenza fra i pali di due veri 'numeri uno', non titolare e riserva come è sempre stato e come probabilmente sarà di nuovo in futuro. Fabio Vergnano (A sinistra Wojciech Szczesny, a destra Gigi Buffon. Foto Vincenzo Glinni)
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L'Analisi
Riflessioni amare sui troppi infortuni subiti da Madama È miope chi minimizza la questione accollando le responsabilità alla sorte avversa
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anto per ammortizzare subito la reintegrazione in gruppo di Matuidi, la settimana ha portato in dote l'ennesimo infortunio di natura muscolare, giacché si è dovuto fermare, e non è la prima volta, anche De Sciglio. A dispetto della piccola o grande importanza che ognuno è libero di attribuire alla sua prossima indisponibilità, viene spontaneo chiedersi se in sede, relativamente a questo penalizzante florilegio di “incidenti” in cui incorrono sistematicamente, e da anni, i giocatori bianconeri, sono state spese riflessioni e tratte conclusioni al riguardo. Minimizzare la questione accollando la responsabilità alla sorte avversa sarebbe, oltreché riduttivo, estremamente miope e financo sciocco, dato che la
cosiddetta sfortuna appartiene alla sfera dei concetti soggettivi non verificabili razionalmente e oggettivamente; altrettanto superficiale anche imputare al gestore del patrimonio tecnico, non esente da sicura correità, e i suoi trascorsi milanisti la corroborano senza ombra di dubbio, ogni colpevolezza. In punta di fatto il 41% dei tesserati che compongono la rosa juventina ha già varcato la soglia dei trent'anni (taluni abbondantemente) e vanta una carriera onusta d'impegni ad altissima gradazione quanto a intensità e logorio psico-fisico; il profilo clinico di alcuni, poi, è perfino raccapricciante e si traduce in un rendimento sul campo che un club d'alto livello internazionale, quale si picca d'essere la Juve, dovrebbe
Dybala (Foto Vincenzo Glinni)
considerare inadeguato per certi livelli; senza peraltro dimenticare chi, alla predetta soglia, è decisamente prossimo. Il fatto che anche pedatori più giovani non siano stati immuni al “flagello”, in qualche misura può essere considerato fisiologico, ma per larga parte i loro problemi (si assuma Paulo Dybala a paradigma o più in generale gli esterni
alti), sono ascrivili allo svolgimento di mansioni che Eupalla non contemplava quando li baciò in fronte e insufflò in essi il talento; non si può trattare la seta alla stregua della canapa; si rovinano i pregi della prima senza ricavarne i vantaggi della seconda. Ergo, s'impone, anche a beneficio dei riflessi sportivi nei momenti salienti della stagio-
ne, che la Società corregga la direzione delle scelte in ambito mercantile e che, qualora intenda proseguire il rapporto di lavoro con l'attuale mezzo marinaio, gli imponga maggior cura e “attenzione” nella tutela del parco atleti messogli a disposizione. Cambiando argomento, è di stretta attualità la campagna promozionale volta, all'insegna di una sportività di cui non si ravvisano tracce di reciprocità, a consentire l'accesso dei “civilissimi”... tifosi napoletani all'Allianz Stadium in occasione dell'incontro che si disputerà il 22 aprile. Un battage sostenuto da personaggi di dubbia credibilità e pure da altri d'indubbia correttezza e civiltà. Per quanto sia esecrabile e contrario a ogni principio democratico vietare il libe-
ro accesso agli stadi a qualsivoglia rappresentanza di qualunque tifoseria, nel caso di specie sarebbe assolutamente discriminatorio e pericoloso disattendere il diritto alla parità di trattamento; i precedenti non depongono a favore di chi è stato ospitato e il richiamo a certi valori operato dai seminatori d'odio a tempo pieno ha la stessa valenza di un ennesimo insulto. Le impellenze immediate, invece, vestono i colori dell'Atalanta e propongono a stretto giro di posta due sfide consecutive per ragioni diverse, ma con un minimo comune denominatore: l'obbligo di raccogliere in entrambi i tornei il massimo della posta. Così dev'essere e così è ragionevole supporre che sarà. Augh! Ezio Maletto
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L'Intervista: Antonio Cabrini
“Sono gli avversari a doversi preoccupare della Vecchia Signora” “Juve con grande qualità. Napoli cresciuto mentalmente e tatticamente. Atalanta bella realtà. Il calcio femminile? Deve migliorare molto...”
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ntonio Cabrini, Antonio Cabrini, il bell’Antonio ex terzino della Juve e della Nazionale che tanti cuori femminili ha infranto. Era bello e oggi è pure interessante, maturo e con qualche ruga in più. Di poche parole come sempre, mai dette con toni sopra le righe, ha fatto perdere la testa a tante teenager di allora, oggi donne mature che ammirano ancora quel sessantenne con qualche capello grigio. La vita non risparmia a nessuno i momenti tristi che servono a farti crescere ma di Cabrini sono stati più i sorrisi che l’hanno fatta da padrona, come dopo un gol segnato, come quando correva verso quella curva bianconera che l’ha tanto amato. Fascino di un campione che ha fatto sognare e regalato emozioni. Con lui, che ha giocato anche nell'Atalanta, abbiamo toccato molti temi. Antonio, allo Stadium ci sarà la doppia sfida JuveAtalanta a distanza di po-
chi giorni. Pensi che questi incontri ravvicinati tra Campionato e Coppa Italia possano nascondere delle insidie per la Juve? E cosa pensi della squadra allenata da Gasperini? “Con la rosa che ha la Juve, le insidie e le preoccupa-
zioni devono averle gli altri. L’Atalanta però è una realtà del campionato, una squadra che già dall’anno scorso si è stabilita nei quartieri alti della classifica e questo presuppone un
grande lavoro della società e dell’allenatore, capaci di valorizzare i giovani che hanno saputo dare grandi risultati. Inoltre i nerazzurri, sotto la guida di Gasperini, hanno abbandonato i fanghi della provinciale e si sono trasformati in una realtà in grado di dare filo da torcere a chiunque. Da ex nerazzurro sono felice per loro: a Bergamo ho vissuto un’annata molto importante per la mia carriera. Per quanto riguarda la Coppa Italia la qualificazione è aperta ma la Juve è ovviamente favorita”. La Juve domenica scorsa ha vinto il derby più per meriti propri o per demeriti del Toro? “Direi che ha vinto per propri meriti. L’infortunio di Higuain dopo pochi minuti di gioco poteva condizionare la partita ma la squadra di Allegri non è mai stata in difficoltà” Che idea ti sei fatto dei tanti infortuni accusati dai bianconeri? Sono imputabili alla preparazione atletica o alle tante partite giocate? “Credo che non ci sia nulla da imputare. Il fatto che si giochino tante partite non è una novità, dalle altre parti si gioca come da noi e non ci sono tutte queste problematiche. Ritengo quindi casuali gli infortuni capitati ai giocatori della Juve, fanno parte del calcio”. Napoli e Juve, quali differenze? Sarà decisivo lo
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scontro diretto a Torino? “Due squadre completamente diverse. La Juve ha una mentalità da prima della classe mentre il Napoli sta andando bene perché rispetto alla scorsa stagione è cresciuto come atteg-
giamento tattico e mentale: sa opporsi alle piccole squadre con la stessa attenzione di quando affronta una grande. Ed è proprio in quelle partite che si vincono i campionati. Lo scontro diretto sarà senz’altro importante ma non decisivo perché, comunque andrà, ci saranno diverse gare an-
cora da giocare. La mia favorita? La squadra da battere è sempre quella che ha vinto il campionato l'anno precedente...”. La rosa bianconera annovera diversi giocatori di fascia. C’è qualcuno che ti piace particolarmente? “Si tratta soprattutto di esterni con caratteristiche offensive piuttosto che difensive. Uno che sa fare bene entrambe le fasi è Asamoah. Si tratta di un giocatore che, pur non giocando con continuità, ogni volta che viene chiamato in causa non delude mai le aspettative”. Cosa ti è rimasto degli anni che hai vissuto sotto la Mole? “Sono stati 13 anni fantastici e incancellabili. A Torino ho imparato a vincere perché è una prerogativa della società, capace di formare il giocatore sotto questo importante aspetto. Se giochi con questa maglia, vincere diventa quasi un fatto normale”. Perché dopo 5 anni hai
lasciato la Nazionale Femminile che hai allenato con successo? Il calcio in rosa ha avuto un miglioramento a livello culturale? “Ritengo di avere dato moltissimo a tutto il movimento, però ho voluto smettere perché non c’erano le prospettive per andare avanti. Nessuna indicazione per migliorarsi e crescere. Quando incontri gente incapace è difficile condividere un ambiente in cui non ci si riconosce più. Il miglioramento c'è stato a livello tecnico e tattico ma bisogna ancora crescere molto a livello di pensiero. Le giocatrici vorrebbero diventare professioniste ma secondo me non ci sono ancora i presupposti. La situazione In Europa? Il calcio femminile europeo lo conosco poco. Dico solo che in Italia si ha bisogno ancora di crescere per una migliore qualità”. Per finire, Antonio. Se qualcuno dovesse chiamarti in questo momento per proporti di allenare una squadra maschile di buon livello, accetteresti? “Prima della Nazionale Femminile ho allenato ad Arezzo, Crotone, Pisa, Novara e anche in Siria. Allenare è la mia passione e se dovesse verificarsi una chiamata da parte di qualche società capace di propormi un progetto serio accetterei sicuramente”. Salvino Cavallaro Giovanni Rolle
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I doppi ex
Quanti affari da Bergamo a Torino Da Manente a Caldara: 70 anni di rapporti preferenziali di mercato tra Atalanta e Juve
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a Sergio Manente a Mattia Caldara. È lungo 70 anni e destinato a proseguire con reciproca soddisfazione ancora per molto tempo il rapporto preferenziale di mercato tra Atalanta e Juventus, che nel corso di varie epoche storiche ha portato i migliori talenti cresciuti o affermatisi in nerazzurro a vestire la casacca bianconera contribuendo in maniera determinante ai successi della Vecchia Signora. Stagione 19481949, l'ultima del Grande Torino. La Juve, eterna seconda dietro ai granata, getta le basi per il futuro e preleva dagli orobici Sergio Manente, terzino precursore dei tempi dotato di ottima tecnica individuale che preferiva la costruzione del gioco alla distruzione della manovra avversaria. Per lui gli scudetti del 1950 e del 1952. La stagione successi-
va arrivano da Bergamo il carneade Amos Mariani e il solido mediano Giacomo Mari, ricco di disciplina e senso tattico, vero equilibratore di una squadra iperoffensiva che aveva i suoi fari in Giampiero Boniperti, John Hansen, Praest e Karl Hansen, anch'egli approdato a Torino via Atalanta nell'estate del 1950. Archiviato il periodo d'oro della prima metà degli Anni '50, nel decennio successivo il passaggio più significativo è rappresentato da Dino Da Costa, mezz'ala brasiliana d'esperienza acquistata nel 1963, che impreziosì il finale di carriera con la conquista della Coppa Italia 1965. Altra infornata di talenti atalantini nella stagione 1970-1971, in cui vennero messe le fondamenta del primo ciclo d'oro della Juve bonipertiana. A completare un telaio giovane ma già ricco di classe, furono chiamati Adriano Novellini, punta esterna che seppe ritagliarsi un ruolo importante specie l'annata successiva quando dovette rimpiazzare il convalescente Roberto Bettega, il compianto Gianluigi Savoldi, regista tutto fosforo ma dalle scarse attitudini realizzative, e le meteore Roberto Montorsi e Giuseppe Zaniboni, rispettivamente attaccante e difensore. Senza dimenticare lo “stantuffo” Giampietro Marchetti, tra i primi terzini fluidificanti moderni, arrivato in bian-
conero nel 1969 via Lecco, ma formatosi nel vivaio atalantino. Il travaso di talenti da Bergamo a Torino ha senza dubbio toccato l'apice tra la metà degli Anni '70 ed i primi Anni '80, quando l'immensa classe di Gaetano Scirea, il dinamismo cristallino di Antonio Cabrini, i primi guizzi sulle fasce laterali di Pietro Fanna, il genio e sregolatezza di Domenico Marocchino (cresciuto
in bianconero e mandato a Bergamo a farsi le ossa al pari di Massimo Storgato), il talento inespresso di Roberto Tavola, la silenziosa affidabilità tra i pali di Luciano Bodini e la versatilità di un jolly come Cesare Prandelli, ebbero un peso considerevole nei trionfi della Juve stellare di Giovanni Trapattoni, allenatore sottratto dalla tempestività e dall'acume di Boniperti a un destino già scritto sulla panchina nerazzurra. Fase calante degli anni '80 fra luci ed ombre sia per i bianconeri, sia per il rendimento degli innesti dal club orobico. Sfumato nell'estate 1986 il colpo Roberto Donadoni, che da promesso sposo juventino divenne uno dei primi acquisti ad effetto del Milan berlusconiano, non riuscirono a lasciare il segno Roberto Soldà (libero ancora chiuso da uno Scirea seppur sul viale del tramonto), Marco Pacione (centravanti di cui si ricorda soprattutto la sciagurata serata di Coppa dei Campioni contro il Barcellona) e Marino Magrin, che ebbe l'ingrato e insostenibile compito di sostituire Michel Platini. Fulgido il travaso nel decennio successivo, in cui la Juve si consacrò anche a livello internazionale con Marcello Lippi (pure per lui un'esperienza al timone dell'Atalanta) come condottiero. Dalla linearità tra centrocampo e difesa di Daniele Fortunato, la cui
eredità è stata raccolta e impreziosita da Alessio Tacchinardi, ai rocciosi quanto generosi Sergio Porrini e Paolo Montero, fino a Christian Vieri e Filippo Inzaghi, i migliori centravanti italiani degli anni '90 e 2000. In tono minore, invece, le apparizioni del difensore Zoran Mirkovic e dell'esterno Cristian Zenoni. Panchina atalantina anche per Antonio Conte, che ha voluto nella sua Juve da Bergamo il polivalente e amatissimo dalla tifoseria Simone Padoin (ripagato dal campo con più scudetti di Maradona e Totti messi assieme), oltre al prestante esterno difensivo Federico Peluso. A testimonianza della qualità del lavoro del vivaio atalantino e della perspicacia della dirigenza bianconera, ecco un ideale Top 11 degli scambi tra Atalanta e Juve, secondo il consolidato modulo tattico 4-4-2. Bodini in porta; linea difensiva composta da Porrini, Scirea, Montero e Cabrini; Tacchinardi e Prandelli
centrocampisti centrali con Marocchino e Fanna sulle corsie esterne ed attacco affidato all'esplosiva coppia Vieri-Inzaghi; il tutto orchestrato in panchina da Marcello Lippi. Prossime tappe di un rapporto sempre più solido il già definito trasferimento a Torino di Mattia Caldara e il possibile ritorno all'ovile juventino di Leonardo Spinazzola, movimenti che metteranno in subbuglio il cuore di mister Giampiero Gasperini, ormai di casa a Bergamo ma che non dimentica la sua formazione calcistica e come tecnico in bianconero. Luca Ceste
(Nella prima colonna: i fratelli Savoldi; nella seconda colonna Scirea e Da Costa; nella quinta colonna figurina dell'epoca Sergio Manente; nella sesta colonna Novellini. Ricerca fotografica Ermanno Vittorio)
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Numeri e Statistiche di Massimo Fiandrino
Juve, mai così tanti gol segnati da 58 anni D
al 1925 a oggi sono 35 i giocatori dell'Atalanta che hanno contribuito alle fortune della Juventus, diventeranno 37 con l'arrivo nella prossima stagione dei promettenti Leonardo Spinazzola e Mattia Caldara. I trasferimenti più importanti sono stati quelli di Cabrini e Scirea, punti fermi per il primo ciclo del Trap nella seconda metà degli anni '70, e poco dopo l'arrivo di Cesare Prandelli considerato da tutti il 12° titolare. Altro importante sodalizio negli anni '90 quando in Bianconero sono arrivati nientemeno che Montero, Bobo Vieri e Pippo Inzaghi, senza dimenticare i mister Marcello Lippi e Antonio Conte, che guidarono le due squadre senza passare direttamente dall'Atalanta alla Juve. Ma quando si parla di ex non si può dimenticare il più importante, il mister Giampiero Gasperini, cresciuto alla Juve come allenatore delle giovanili (e in quel periodo le giovanili bianconere hanno iniziato un nuovo ciclo di vittorie, iniziando dal Viareggio 2003, dopo anni difficili). Gasp, inoltre, è il talent-scout per autonomasia per i tanti campioni che sono cresciuti sotto la sua guida a Crotone, Genoa, Palermo e l'importante lavoro con Atalanta ha già dato i suoi frutti. Invece dando voce al campo, le due squadre si affronteranno per due volte in 3 giorni sempre allo Stadium, sfide importanti per entrambe. Per i bianconeri vincere in campionato significa non staccarsi dal Napoli e in Coppa Italia dare la caccia alla quarta finale consecutiva. I bergamaschi sperano di spezzare il tabù-Bianconeri: non vincono da 23 gare ufficiali fra Campionato e Coppa Italia, dal lontano 2004 in Coppa Italia, e negli ultimi 14
anni hanno collezionato solo 4 pareggi e ben 19 ko. Peggio ancora a Torino dove non trovano il successo da quasi 30 anni e hanno sempre perso allo Stadium nelle ultime 6 stagioni.
37 GIOCATORI DAL NERAZZURRO ALLA JUVE. 3 GRANDI EX SCIREA Gaetano: cresciuto nel vivaio nerazzurro, nel 1974 arriva a Torino e diventa un simbolo della Juve. PRANDELLI Cesare: debutta in A con l'Atalanta nel 1978, poi vince tutto in Bianconero, nel 1985 torna a Bergamo. INZAGHI Filippo: Pippo passa alla Juve nell'estate 1997 dopo aver segnato nell'Atalanta 24 gol in 33 partite (capocannoniere) Stagione/Giocatore/Ruolo 1925/1926 FENILI Camillo (A) 1947/1948 CERGOLI Francesco (A); KINCSES Mihaly (Att.) 1948/1949 MANENTE Sergio (C) 1949/1950 MARI Giacomo (C) 1950/1951 HANSEN Karl Aage (C) 1951/1952 CAPRILE Emilio (A); SCARAMUZZI Ermanno (C) 1963/1964 DA COSTA Dino (A) 1970/1971 MONTORSI Roberto (A); NOVELLINO Adriano (A); SAVOLDI Gianluigi (C); ZANIBONI Giuseppe (D) 1973/1974 MUSIELLO Giuliano (A) 1974/1975 SCIREA Gaeteno (D) 1976/1977 CABRINI Antonio (D) 1977/1978 FANNA Pietro (C) 1979/1980 BODINI Luciano (P); MAROCCHINO Domenico (A);
PRANDELLI Cesare (C); TAVOLA Roberto (C) 1980/1981 STORGATO Massimo (D) 1985/1986 PACIONE Marco (A) 1986/1987 SOLDA' Roberto (D) 1987/1988 MAGRIN Marino (C) 1989/1990 FORTUNATO Daniele (Cen.) 1993/1994 PORRINI Sergio (Dif.) 1994/1995 TACCHINARDI Alessio (Cen.) 1996/1997 MONTERO Paolo (Dif.); VIERI Christian (Att.) 1997/1998 INZAGHI Filippo (Att.) 1998/1999 MIRKOVIC Zoran (Dif.) 2001/2002 ZENONI Cristian (Dif.) Genn.2012 PADOIN Simone (Cen.) Genn.2013 PELUSO Federico (Dif.) 2018/2019 CALDARA Mattia (Dif.); SPINAZZOLA Leonardo (Dif.)
JUVE: 571 MINUTI SENZA SUBIRE GOL E MAI COSI TANTI SEGNATI DA 58 ANNI 202 le panchine ufficiali di Allegri alla guida della Juve dal 2014 in poi con uno score di 143 vittorie, 33 pareggi e 26 ko (390 reti fatte e 139
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reti subite). 154 le presenze di Buffon con Allegri, il giocatore è il leader di questa speciale classifica su 58 giocatori impiegati dal mister Bianconero. Dopo Buffon, troviamo Bonucci 146, Chiellini 139, Lichtsteiner 137, Marchisio 126. 59 le reti di Dybala con Allegri, in questa speciale classifica precede Higuain 52. 139 le panchine di Allegri in campionato alla guida della Juve: 105 vittorie, 19 pareggi e 15 ko (285 reti realizzate, 86 subite).
105 le vittorie di Allegri in A con la Juve, meglio di lui solo Lippi 149 e Trapattoni 213. 2 i punti in più della Juve rispetto allo scorso anno, 65 punti di adesso contro 63. L'ultima Juve a fare meglio fu quella di Conte che vantava 66 punti nel 2013/14 a questo punto e chiuse con il punteggio record di 102. 9 le vittorie consecutive della Juve (Bologna, Roma, Verona, Cagliari, Genoa, Chievo Verona, Sassuolo e Torino), primato stagionale personale dei Bianconeri a pari merito
con il Napoli. 16 le partite su 25 senza subire gol per la Juve in questo Campionato. Solo 15 gol subiti (miglior difesa a parimerito con il Napoli). 571 La Juve non subisce gol in Campionato da 571 minuti (rete dell'ex Caceres a Verona). 62 reti segnate sino ad oggi. La Juve non segnava cosi tanto da 58 anni. (Nella foto a sinistra Amos Mariani)
Il club “Primo Amore”, da pionieri a telematici
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n principio era il Juventus Club Torino di via Bogino. Chi, passeggiando sotto i portici di via Po, non ha mai alzato anche solo per istinto lo sguardo verso un bandierone bianconero che scendeva di molto giù dal balcone barocco, ricurvo attorno all'angolo? Lì al 1° piano pulsava il cuore tifoso della città, una grande famiglia juventina che si metteva in pullman per le trasferte vicine e lontane e riempiva la Filadelfia di umori e passioni. Poi un infausto giorno, essendo già introdotta la legge sul divorzio, ci si separa. Si emigra da via Bogino a via Del Carmine: uno spostamento di residenza, ma l'anima non si smarrisce e trasmigra con il club. Annamaria Bedogni ed il mai sufficientemente compianto Nino Sforza i punti di riferimento. Chi vuole un biglietto, un gadget, una foto con dedica, anche solo un portachiavi bianconero, da loro devono passare. Il balcone è cambiato, ma il vessillo è sempre lassù a dire che non c'è trippa per “quelli là, i cugini”. Quale nome dare al nuovo club? Ci pensa Boniperti ad indicare “Primo Amore”, estrema sintesi dell'innamoramento per i colori juventini ancor prima di dire “mamma”. Il mondo si mette in moto verso qualcosa che non si conosce, diametralmente diverso da allora. Bei tempi e non lo sapevamo. Nel calcio si inizia a sentir parlare di “paytv”, cosa sarà? Ce ne siamo accorti in fretta, soprattutto da quelle sere in cui i soci stavano
a casa a vedersi le partite. La società Juventus decide di gestire in proprio i tagliandi e le scorte per i clubs si volatilizzano. E allora? Che senso ha indebitarsi fino al collo per tenere aperta una sede vuota? Ormai le tv fanno il brutto ed il cattivo tempo. Eppure, in una situazione così difficile, il “Primo amore” resta punto di riferimento per i tifosi juventini di Torino centro. Presieduto dall'infaticabile Andrea Scilipoti, vanta 202 abbonati allo Stadium e oltre 400 soci. Nel passato ha sfiorato 1500 soci ma la luna era ancora da violare e Carosello mandava a letto i bambini senza che facessero capricci. La trasformazione informatica ha permesso di interloquire velocemente con il “Centro Coordinamento”. Impegno costante sul web: il club, di cui chi scrive ha l'orgoglio di far parte, guarda avanti. In via Bogino pareva essere nel Klondike, in mezzo ai pionieri, ora il cuore cede il passo alla ragione, tra biglietti nominativi e tessere tifose. Salvo poi vedersi spostato l'orario di una partita già pagata, in tempi di lavoro. C'era scritto piccolo, dunque nessun rimborso e rispetto per il tifoso. Forse anche a pretendere rispetto servivano i club del passato e non sta scritto in alcun documento che la strada intrapresa sia la più giusta. Lo scopriranno i tifosi posteri. Ammesso che ne rimangano. Marco Sanfelici
VALENTINA Via XX Settembre, 60 - TORINO - Cell. 328 7586748
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Numeri e Statistiche di Massimo Fiandrino
'Gasp': il Maestro sfida la 'sua' Juve Orobici però sempre sconfitti allo Stadium. Boniperti, Hansen e Trezeguet i bomber
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ian Piero Gasperini è nato a Grugliasco il 26 gennaio 1958. Cresciuto nelle giovanili della Juventus con Paolo Rossi e Sergio Brio, debutta in Coppa Italia con la prima squadra prima di essere ceduto in prestito alla Reggina e definitivamente al Palermo. Poi Cavese, Pistoiese, Pescara (esordio in serie A il 20 settembre 1987), Salernitana e Pesaro. Nel 1994 inizia la sua carriera da allenatore sulla panchina delle giovanili della Juve: prima Giovanissimi poi Allievi, fino al trionfo dal Torneo di Viareggio con la Primavera nel 2003 (alla Juve questo trofeo mancava da 9 anni, la sua gioia più bella) . Nel 2003/2004 ottiene la promozione in serie B con il Crotone che allena fino al 2006 quando passa al Genoa e conquista subito la Promozione in serie A. Dopo due mesi all'Inter (lugliosettembre 2011, esonerato dopo 3 partite di Campionato, 1 pareggio e 2 sconfitte), nel 2012/2013 è a Palermo, dove viene prima esonerato poi richiamato. Altre tre stagioni al Genoa, prima di accettare la panchina
dell'Atalanta in estate. Il 3 marzo 2003, per Gasperini la gioia più bella, la vittoria del Torneo di Viareggio che la Juventus inseguiva da 9 anni. Già da allora una delle sue forti caratteristiche era quella di fare gruppo, convoco' in quell'edizione 21 ragazzi e tutti trovarono spazio tranne il secondo portiere. In finale superò lo Slavia Praga, con un gol di Davide Chiumento. In quella Primavera non c'erano forse stelle, ma è stata fucina di ottimi calciatori: Cassani, Gastaldello, Maietta, Mirante, Konko, Olivera e Paro. Allenati dal tecnico di Grugliasco anche Nocerino, Sculli e Gasbarroni a lungo protagonisti del grande calcio, senza dimenticare Brighi e Simone Perrotta. E ogni tanto allenava anche Claudio Marchisio... LO SCORE DEL GRUGLIASCHESE 14 le sconfitte di Gasperini in 20 match ufficiali contro la Juve, completano lo score 4 pareggi (gli ultimi 2 nel 2017 per 2-2 datati 28 aprile e 1 ottobre) e 2 vittorie (Genoa-Juve 3-2
dell'11/04/2009 e 1-0 il 29/10/2014). La Juve è la squadra più volte affrontata da Gasperini in carriera. 5 i precedenti ufficiali di mister Gasperini con l'Atalanta e nessuna vittoria contro la Juve fra Campionato e Coppa Italia, solo 2 pareggi e 3 sconfitte. 9 le sconfitte di Gasperini in 17 sfide ufficiali in panchina con Allegri (il mister più volte affrontato da Gasperini), completano lo score 4 vittorie e altrettanti pareggi. 76 le panchine ufficiali di Gasperini fra Campionati e Coppe con l'Atalanta, il suo score è positivo con 39 vittorie, 19 pareggi e 18 sconfitte. 320 le panchine in serie A per Gasperini, il suo bilancio è di 22 vittorie, 85 pareggi e 113 sconfitte. NUMERI ATALANTA: L'EUROPA PESA... 10 Per l'Atalanta 10 punti in meno rispetto a un anno fa (ed è la squadra che rispetto a un anno fa ha fatto peggio) e 4 posizioni perse in classifica. Adesso 8° posto e 38 punti (a 3 lunghezze da un posto in Europa, 41 Milan e Sampdoria). Lo scorso torneo 48 punti e al 4° posto a pari merito con l'Inter. Per l'Atalanta comunque 8 punti nelle ultime 4 partite di Campionato (vittorie con Sassuolo e Chievo, pari con Crotone e Fiorentina). 4 Prima del pareggio a Crotone, l'Atalanta aveva collezionato 4 vittorie consecutive in trasferta (con Genoa, Milan, Roma e Sassuolo): un simile exploit non gli succedeva da 27 anni, dal settembre a novembre 1991 contro Cremonese, Sampdoria, Ge-
noa e Foggia. 2 le sfide nel 2017 fra Juve e Atalanta in serie A: due pareggi. L'Atalanta nell'anno solare appena passato è stata l'unica squadra che la Juve non è riuscita a battere (2-2 sempre a Bergamo il 28/4/2017 e il 1/10/2017). 2004 L'Atalanta non vince contro la Juve dal 2004 (Coppa Italia). 19 vittorie dei bianconeri (13 consecutive in A) e 4 pareggi. L'ultima vittoria orobica il 19/12/2004: 2-0 a Bergamo OROBICI SCONFITTI SEMPRE ALLO STADIUM 13/05/12 Juve-Atalanta 3-1 16/12/12 Juve-Atalanta 3-0 05/05/14 Juve-Atalanta 1-0 20/02/15 Juve-Atalanta 2-1 25/10/15 Juve-Atalanta 2-0 03/12/16 Juve-Atalanta 3-1
LE ULTIME DUE SFIDE Bergamo (Settima giornata campionato), 01/10/2017, 2-2 Reti: Bernardeschi (J) al 21', Higuain (J) al 24', Caldara (A) al 31', Cristante (A) al 67' Bergamo (Semifinale Andata Coppa Italia), 30/01/2018, 0-1 Rete: Higuain (J) al 3' BONIPERTI, HANSEN J. E TREZEGUET I BOMBER 4 le vittorie dell’Atalanta a Torino e le ultime 2 nel 1989, più precisamente 2 vittorie di fila contro i bianconeri nel 1988/89 e 1989/90; in panchina per la Juve c’era Dino Zoff ed entrambi i successi per 1-0, il 22/01/1989 (rete di Evair) e l’08/10/1989 gol di Caniggia. 4 le triplette delle sfide e tutte bianconere. La prima di Varglien II, il 23/01/1938 in Juve-Atalanta 3-0 (prima sfida a Torino fra i 2 clubs); la seconda di Gabetto il 22/12/1940 in Juve-Atalanta 3-0; la terza di Charles il 15/12/197 in Juve-Atalanta 3-0 ed infine il “tris” di Virdis l’8/4/1979, con la vittoria Juve per 3-0. Sono 13
le doppiette (le ultime 2 di Trezeguet). 5 le reti di Boniperti, Hansen J. e Trezeguet, i bomber delle sfide. 7-1 è la sfida più ricca di gol delle 55 giocate finora in Serie A a Torino, datata 07/10/51 (con 3 doppiette di Boniperti, Muccinelli e Hansen J. e gol di Hansen K.A). ATALANTA SUPER NEL 1963. ALLEGRI EN PLEIN IN COPPA ITALIA: 14 SU 14 14 Sono 14 le qualificazioni della Juventus in 14 turni di Coppa Italia. I bianconeri con Allegri hanno conquistato le ultime 3 edizioni della Coppa (record) 12 Le Coppe Italia vinte dalla Juventus (le ultime 3 consecutive), doppio record della manifestazione. Per l'Atalanta quinta semifinale. In 3 occasioni gli orobici hanno centrato la finale. Nel 1963 la vittoria contro il Torino.
(In alto a sinistra Gian Piero Gasperini; in mezzo Gianpiero Boniperti; in alto a destra esultanza di Trezeguet)
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Accadde il
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14 maggio 1961 di Ermanno Vittorio
La doppietta di Mora avvicina lo scudetto numero 12 Fondamentale vittoria di misura contro gli uomini di Valcareggi mentre l'Inter pareggia in casa L’Atalanta si rianima e segna al 64° allorché un forte tiro di Longoni viene respinto da Vavassori proprio sull’accorrente Veneri che ribatte in goal. La Juve comunque non accusa il colpo anzi con Charles e Mora sfiora la quarta segnatura. Per l’Atalanta arriva anche la seconda rete quasi allo scadere con l’italo-argentino Maschio che calcia con precisione una punizione dal limite. Comunque è tar-
14 maggio 1961
Juventus-Atalanta 3-2 JUVENTUS: Vavassori, Burgnich, Cervato, Emoli, Sarti, Leoncini, Mora, Boniperti, Charles, Sivori, Stacchini. Allenatore: Parola ATALANTA: Cometti, Gardoni, Roncoli,
La Juve è in testa alla classifica con 42 punti, segue l’Inter staccata di una lunghezza. Splendido pomeriggio di sole al Comunale, al fischio d’inizio 20.000 spettatori fanno da cornice ad una ottima prestazione dei bianconeri. L’Atalanta è ben schierata grazie alla tattica del suo allenatore Valcareggi che tiene una difesa con marcature rigide ed un centrocampo a soste-
Pelagalli, Gustavsson, Gasperi, Magistrelli, Maschio, Nova, Veneri, Longoni. Allenatore: Valcareggi Arbitro: Babini di Ravenna Marcatori: 25° Boniperti, 49° e 50°
gno dei difensori. La Juve, grazie alla giornata di gran vena di capitan Boniperti e Mora riesce a segnare al 25°: scende Boniperti che
Mora, 64° Veneri, 89° Maschio
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l campionato 1960/61 è combattuto: una sfida giornata per giornata tra la Juventus e l’Inter allenata dal “Mago” Helenio Herrera. La sfida è anche dialettica ma poi come sempre i conti si fanno sul terreno di gioco. Juve e Atalanta si trovano di fronte a 4 giornate dal termine del torneo.
passa il pallone a Mora sulla fascia destra, l’ala bianconera indugia, palleggia e poi passa indietro all’accorrente Boniperti: gran staffilata di destro del capitano e 1-0. Nella ripresa i bianconeri siglano altre due reti nel volgere di un solo minuto tra il 49° ed il 50°. Bruno Mora batte due volte il portiere neroazzurro Cometti, la prima volta con una gran fucilata di destro da una dozzina di metri, la seconda con un tiro da fuori area assai angolato che il portiere vede con colpevole ritardo. La partita di fatto è chiusa ma un infortunio muscolare occorso al difensore centrale bianconero Emoli riapre il match. Boniperti arretra a coprire il ruolo di Emoli che si sposta in avanti, in pratica fa solo atto di presenza. Ricordiamo che all’epoca non erano consentite le sostituzioni.
NATI OGGI Marchiaro Renato Bizzotto Romolo Galia Roberto Dimas Manuel Peruzzi Angelo Bernardeschi Federico Caocci Renato Stacchini Gino Baggio Roberto Zanni Giovanni Boldi Benito Zambrotta Gianluca Stacchino Francesco Marchetti Mariano
16/02/1919 - Bra (CN) 16/02/1925 - Cerea (VR) 16/02/1963 - Trapani 16/02/1969 - Johannesburg (Sud Africa) naturalizzato Portoghese 16/02/1970 - Viterbo 16/02/1994 - Carrara 17/02/1943 - Olbia (SS) 18/02/1938 - San Mauro Pascoli (FO) 18/02/1967 - Caldogno (VI) 19/02/1904 - Omegna (NO) 19/02/1934 - Tarcento (UD) 19/02/1977 - Como 20/02/1940 - Chieri (TO) 20/02/1960 - Bassano del Grappa (VI)
Bruno Nicolè
Immobile Ciro Cavallito Dario Maglio Josè Travia Alfredo Fuin Luigi Dianti Franco
Dino Zoff
20/02/1990 - Torre Annunziata (NA) 21/02/1941 - Torino 22/02/1904 - Buenos Aires – Argentina 22/02/1924 - Siracusa 22/02/1928 - Cologna Veneta (VR) 22/02/1942 - Udine
di, quella Juve difficilmente poteva farsi rimontare tre goal. Al fischio finale esultano tifosi e spettatori perché le radioline annunciano il pari casalingo dell’Inter con la Fiorentina (2-2): il vantaggio sale cosi a due punti. La Juve conquisterà
Gabetto Guglielmo Regis Giorgio Sartore Piero Nicolè Bruno Gori Sergio Daud Ayub Gianfardoni Guido Rosetta Virginio Praest Karl Age Llorente Fernando Fantini Enrico Bartolucci Giovanni Zoff Dino Poulsen Christian Diego Ribas da Cunha Candreva Antonio Howedes Benedikt
in quella stagione lo scudetto n° 12, mentre l’Inter crollerà nel finale del torneo giungendo terza a 5 lunghezze facendosi anche sorpassare di un punto dal Milan. Al termine della stagione il rimpianto per l’abbandono di Boniperti che lascia il calcio a soli 33 anni ma poi avrà tempo di rifarsi come dirigente...
(Nella seconda e terza colonna dall'alta in basso: Juventus 1960/61, Stacchini e Sivori, Atalanta 1960/61; nella quarta colonna Bruno Mora; nella quinta colonna in alto rivista raffigurante Stacchini con Raffaella Carrà; in basso il gol di Boniperti; nella sesta colonna in alto Vavassori e Parola)
24/02/1916 - Torino 24/02/1939 - Udine 24/02/1939 -Torino 24/02/1940 - Padova 24/02/1946 - Milano 24/02/1990 - Mogadiscio (Somalia) 25/02/1901 - La Spezia 25/02/1902 - Vercelli 26/02/1922 - Copenaghen (Danimarca) 26/02/1985 - Pamplona (Spagna) 27/02/1976 - Beinette (CN) 27/02/1984 - Bibbiena (AR) 28/02/1942 - Mariano del Friuli (GO) 28/02/1980 - Asnaes (Danimarca) 28/02/1985 - Riberao Preto (Brasile) 28/02/1987 - Roma 29/02/1988 - Haltem Am See (Germania)
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Sport Vari/Basket
La prima vittoria della Torino del basket La storica conquista della coppa Italia da parte dell'Auxilium Fiat. Ora tutti concentrati verso obbiettivi ancora più alti ferire l'amore e San Valentino piuttosto che il rispetto della professionalità e dei compagni di team. Di qui inizia una nuova storia che ci vede vincenti prima con Venezia, in testa alla classifica del campionato, poi con Cremona, del sempre amato coach Sacchetti, ed infine a sfidare Brescia per il titolo. La qualità del gioco non è stata sicuramente la cifra di questo torneo a tinte gialloblu ma la partita decisiva contro la Vanoli ha mostrato quei segnali che i tifosi
lento che risponde al nome di Sasha Vujacic che fino a quel momento si era limitato a difendere più forte del solito e a attirare su di sé ogni raddoppio avversario salvo scaricare al compagno lasciato libero. Una vittoria meritata. Un punto di arrivo per quelli che potevano essere gli
auspici di inizio stagione. Ma soprattutto la partenza verso obbiettivi ancora più alti e belli. Possibili solo lasciando lavorare e sostenendo un Galbiati che ha dimostrato di meritare la panchina su cui è seduto e continuando a lavorare di squadra.
(Qui sotto il fuoriclasse dell'Auxilium Fiat Torino Sasha Vujacic, determinante nella vittoria della coppa Italia; a sinistra in alto il logo della società di basket torinese; in mezzo il palazzetto dello sport di Firenze dove si è giocata la finale di coppa Italia; in basso Mazzola)
Dan Morino
Quella mano 'Santa' che ha guidato Sasha...
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U
na Torino del basket in crisi, che nel breve giro di trenta giorni vede dimettersi due allenatori del calibro di Banchi e Recalcati e riesce a 'conquistare' un filotto di sconfitte condite da malumori e polemiche. Poi capita, come nel migliore dei romanzi sull'Araba Fenice, che la dirigenza riprenda il filo interrotto con il cambio di allenatore ed affidi la squadra a Galbiati, il secondo in campo da inizio campionato, e che il calendario dia una mano con il match, vincente, giocato contro l'ultima in classifica. Il risultato è stato quello di giungere a Firenze per le 'final eight' di Coppa Italia con un briciolo di fiducia in più e soprattutto con diversi nuovi giocatori da inserire nei meccanismi di squadra: Vander Blue, Boungou Colo, Norvel Pelle. Oltre ad un Patterson che decide di pre-
Auxilium si aspettavano da oramai diversi giorni: un team capace di aiutarsi e difendere duro e compatto, giocatori dotati di talento pronti a passarsi il pallone e ad inserire i propri assoli personali in un più preciso copione di squadra. La palla finale che ha decretato la vittoria nel torneo ne è lo specchio fedele. Palla rubata a Brescia da un infinito Deron Washington e contropiede siglato da quel ta-
tadio 'Olimpico Grande Torino', pochi istanti prima che inizi il derby della Mole. Il telefono squilla e dall'altra parte c'è Massimo Feira, amministratore delegato di Auxilium Torino e tifosissimo bianconero, che mi chiama per due parole di buon auspicio prima della finale di coppa Italia. Qualche scambio di battute e complimenti tra amici e poi mi viene di chiedergli una cortesia: "Senti Max. Quando entrano per il riscaldamento mi passeresti mica al telefono per qualche istante Sasha? Ho notato che da buon ortodosso, prima della palla a due, si concentra qualche istante per una preghiera che si chiude con un segno della croce. Avrei bisogno di dirgli due cose prima della finale. Ti fidi?". Finisce il derby calcistico e manca un'ora scarsa all'inizio della finale di basket. Il telefono squilla
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nuovamente e la chiamata è quella di Massimo. Dall'altro lato la voce è però quella di Vujacic. Le parole che ci diciamo sono poche: "Senti Sasha. Ci chiamiamo Auxilium. Da Maria Ausiliatrice. La squadra per cui giochi è stata fondata da un salesiano. Passatevi la palla. Difendete duro ed insieme. Vedrai che la mano per l'ultimo pallone te la guida l'Ausiliatrice". Il risultato finale è stato
un match giocato punto a punto, con i gialloblu sempre sotto e che riemergono solo nei minuti finali del quarto quarto. Arrivano i secondi finali e l'Auxilium continua a difendere forte. Deron si traveste da Lupin del basket, scippa il pallone e lancia Sasha per il canestro decisivo. L'Auxilium si porta a casa il suo meritato trofeo e dall'alto qualcuno sorride... (d.mor.)
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Calcio Femminile
Due vittorie per due Juventus In serie A 'Women' a punteggio pieno. In B ritorno ai tre punti dopo il lungo stop
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incono entrambe le due Juventus del calcio femminile. In serie A le ragazze di Rita Guarino asfaltano con un perentorio 4-0 l'Empoli al campo 'Ale e Ricky' e rimangono indiscus-
se leader del campionato a punteggio pieno. Gara senza storia, in rete Franssi (doppietta), Bonansea e Galli. L'unica rivale delle 'Women' verso la conquista
dello storico scudetto resta la solidissima Brescia, che ha sconfitto con un perentorio 6-2 in trasferta il temibile Tavagnacco. Il duello in vetta quindi continua, tre punti non sono molti e per decidere la compagine che si aggiudicherà il tricolore sarà forse decisivo lo scontro diretto in programma a Vinovo. Comunque, nel prossimo turno, in programma il 12 marzo a causa della sosta per la nazionale (di cui parliamo a parte), Rosucci e compagne saranno impegnate fuori casa contro la non irresistibile Verona, mentre le lombarde ospiteranno la Fiorentina, pronosticata ad inizio stagione come una delle favorite per il titolo e attualmente terza forza del campionato. Un'occasione, quindi, per le 'Women', per aumentare il vantaggio in classifica. Passiamo alla
serie B. Finalmente, dopo il periodo nero in cui ha collezionato la 'bellezza' di 4 sconfitte consecutive, la Juventus Femminile Torino è tornata alla vittoria nell'ultimo turno disputato domenica scorsa. Le bianconere, sul terreno amico di Strada delle Cacce, hanno sconfitto di misura il Grifo Perugia grazie al gol segnato dopo soli 4 minuti da 'Penna Bianca' Gastaldo, abile a insaccare un cross dalla sinistra con un colpo da biliardo. Inutili i tentativi delle umbre nella ripresa. Le ragazze di mister Serami hanno tenuto duro e, aiutate finalmente da un pizzico di fortuna (una traversa e un palo
per le grifone) a fine gara hanno festeggiato il ritorno ai tre punti sotto la curva dei caldissimi supporters juventini. Tifosi che continuano a credere nel sogno del terzo posto, distante 9 punti, che darebbe diritto a rimanere nella serie cadetta. Ricordiamo che la riforma dei campionati prevede una rivoluzione in questa divisione: la serie B, dalla prossima stagione, sarà drasticamente ridotta come numero di squadre partecipanti e passerà dai 4 gironi attuali ad uno sol-
tanto. Una mannaia che rischia di cadere sulla testa della Juventus Torino, la quale, dopo la pausa, ricomincerà il torneo il 4 marzo affrontando una trasferta quasi proibitiva: le Serami-girls saranno infatti ospiti della capoli-
sta Florentia, indiscussa dominatrice del girone A con 6 punti di vantaggio sull'Arezzo. Il calcio però, anche a livello femminile, può sempre riservare sorprese. E sognare non costa niente... (Vince. To.)
(Qui sotto e in alto a sx le ragazze della Juventus FC Women; a sx in mezzo selfie delle ragazze della Juventus Femminile Torino e la curva dei tifosi bianconeri dello stadio di Strada della Cacce; in basso un momento dell'ultima partita Juventus Femminile TorinoGrifo Perugia vinta 1-0 dalle ragazze di mister Serami)
Spazio all'Italia, c'è la 'Cyprus Cup' C
onsueto appuntamento con la ‘Cyprus Cup’ per la Nazionale Femminile, impegnata dal 28 febbraio a Larnaca in un girone che la vedrà opposta a Galles, Finlandia e alle campionesse in carica della Svizzera. Dopo il bel pareggio nell'amichevole con la Francia disputata lo scorso 20 gennaio a Marsiglia, l’Italia proverà a ben figurare anche a Cipro per poi riprendere la corsa nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo il prossimo 6 aprile in Moldavia e il 10 aprile a Ferrara con il Belgio. La Ct Milena Bertolini ha convocato 23 Azzurre, che si raduneranno sabato 24 febbraio al Mancini Park Hotel di Roma e lunedì 26 partiranno alla volta di Cipro. La Nazionale farà il suo esordio nel torneo mercoledì 28 febbraio con la Svizzera (ore 18 locali, 17 italiane – Aek Arena di Larnaca), venerdì 2 marzo affronterà il Galles (ore 13 locali, 12 italiane – GSZ Stadium di Larnaca) e lunedì 5 se la vedrà con la Finlandia (ore
13 locali, 12 italiane – Aek Arena di Larnaca). Ecco l'elenco completo. Portieri: Chiara Marchitelli (Brescia), Laura Giuliani (Juventus), Rosalia Pipitone (Res Roma); Difensori: Elena Linari (Fiorentina), Alia Guagni (Fiorentina), Elisa Bartoli (Fiorentina), Cecilia Salvai (Juventus), Sara Gama (Juventus), Linda Cimini Tucceri (San Zaccaria), Lisa Boattin (Juventus); Centrocampiste: Aurora Galli (Juventus), Martina Rosucci (Juventus), Manuela Giugliano (Brescia), Barbara Bo-
nansea (Juventus), Greta Adami (Fiorentina), Eleonora Goldoni (Tennessee State University), Valentina Bergamaschi (Brescia), Benedetta Glionna (Juventus); Attaccanti: Daniela Sabatino (Brescia), Ilaria Mauro (Fiorentina), Valentina Giacinti (Brescia), Cristiana Girelli (Brescia), Lisa Alborghetti (Mozzanica). (Nella foto in alto l'esultanza delle Women bianconere: ben 8 di loro sono state convocate dalla CT azzurra Milena Bertolini)
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Spettacoli e cultura
'Da Piffetti a Ladatte' al Museo Accorsi-Ometto In mostra un centinaio di pezzi tra mobili, dipinti, miniature, orologi, argenti: un omaggio alle arti decorative
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a Fondazione AccorsiOmetto, fino al 3 giugno, torna a proporre una mostra sulle arti decorative, incentrata sulle acqui-
sizioni fatte nel tempo per incrementare la collezione permanente del museo. L’esposizione, curata da Giulio Ometto, Presidente della Fondazione e da Luca Mana, conservatore del museo, permette di ammirare un centinaio di pezzi tra gli oltre 250 acquistati negli ultimi 10 anni. Mobili, dipinti,
miniature, orologi, argenti e oggetti montati sono esposti in mostra e rappresentano un omaggio alle arti decorative. Il museo (sito in via Po 55 a Torino) nasce con lo scopo di far conoscere al pubblico un patrimonio di arredi e di opere d’arte e oltre a salvaguardare l’arte del XVIII e XIX secolo intende ampliare le proprie raccolte mantenendo inalterato il gusto e lo spirito collezionistico del fondatore, Pietro Accorsi. Negli ultimi 10 anni non solo è stato possibile l’acquisto di importanti oggetti di arte decorativa, ma anche il recupero di capolavori senza tempo, finiti all’estero e riportati a Torino, come il cofano-forte di Pietro Piffetti e le tre sculture di Francesco Ladatte. LE OPERE IN ESPOSIZIONE Il gusto per l’arredamento settecentesco, da una parte, e il collezionismo, dall’altra, sono due fac-
ce della stessa medaglia: il gusto Accorsi, è stato mantenuto dal suo successore, Giulio Ometto, che ha arricchito il museo di nuovi oggetti, cercati e scelti appositamente per impreziosire le sale arredate. Ogni singolo pezzo è stato selezionato con accuratezza. Ne sono esempio la "Venditrice di Amorini in biscuit" di Meissen del 1790-1800; le miniature francesi; gli oggetti Benemeriti della Cultura e dell’Arte, montati dove le porcellane della manifattura di Vincennes si alternano a quelle della dinastia Qing o a quelle della manifattura di Meissen, in un tripudio di bronzi dorati, scene galanti e delicate statuette. La dedizione di Accorsi nel ricercare e raccogliere pezzi del '700 è preservata dal desiderio di accrescere il
già ampio numero di mobili piemontesi come il tavolino da centro di Pietro Piffetti, databile 1750; la scrivania mazzarina dell’inizio del XVIII secolo, destinata al principino Vittorio Amedeo Filippo di Savoia, prematuramente scomparso all’età di 16 anni; la consolle da muro del 1720-1730, che ricorda le argenterie del torinese Andrea Boucheron o gli arredi dei fratelli Riva. Vi sono poi i pezzi comperati alle aste internazionali come il raro ed elegante cofano-forte del Piffetti, intarsiato in palissandro, pruno e avorio colorato e risalente al 1750-1770, acquistato a un'asta Sotheby's nel 2013. Paolo Rachetto (Foto Museo Accorsi-Ometto)
'WikiPiera' al Teatro Gobetti In scena l'intervista-spettacolo con Piera Degli Esposti e Pino Strabioli.
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i tratta di un'intervista-show, condotta da Pino Strabioli, per una delle più straordinarie attrici italiane, Piera Degli Esposti, che ripercorre più di 50 anni di carriera: gli amori, il rapporto profondo e controverso con la madre, la passione per Bologna, gli incontri fondamentali con Dacia Maraini, Marco Ferreri, Lucio Dalla e Giorgio De Chirico. Il dietro le quinte di un’attrice, la formazione, le bocciature iniziali e poi i consensi. Ironico, divertente, provocatorio: un’intervista-spettacolo che celebra una donna, ma soprattutto una personalità artistica che ha fatto della propria vita un racconto alla ribalta.
Con Pino Strabioli, regista teatrale, attore e conduttore televisivo, portano in scena un gioco a due, in cui entrambi mettono in discussione i rispettivi ruoli, quelli più seriosi della teatrante e quello del giornalista tutto d'un pezzo, per lasciarsi andare
alle confidenze private, raccontate con piglio sarcastico e dissacrante. Fino al 25 febbraio al Teatro Gobetti. Piera Degli Esposti - Dopo il debutto teatrale con Antonio Calenda, diventa immediatamente un volto noto per le sue interpretazioni televisive e cinematografiche, lavorando con Castellani, Pasolini, i fratelli Taviani, Moretti, Bellocchio, Ferreri. A teatro è in scena per Scaparro, Guicciardini, Sequi, Castri, Wertmüller, fino al 'Divo' di Paolo Sorrentino. Il suo 'Storia di Piera', scritto con Dacia Maraini, diventa nel 1983 un film con la regia di Marco Ferreri. (p.r.)
L'Oroscopo
A cura di Elis
ARIETE (21/03-20/4) Avrete l'opportunità di rafforzare il vostro carattere: siete pieni di idee interessanti e non abbiate alcuna paura di farne buon uso. Seguite comunque i consigli dei vostri amici: stanno cercando di aiutarvi a migliorare. TORO (21/04-20/05) Mese favorevole per voi e indubbiamente eccellerete, ma state attenti: a nessuno piace a chi si vanta. Il mese è vantaggioso per investire in progetti a lungo termine. Prendete però un po' di tempo per voi: rilassatevi e fate un po' di sport.
GEMELLI (21/05-21/06) Una serie di questioni familiari e domestiche potrebbe interferire con la vostra capacità di concentrarvi. Per uscire da un'evitabile confusione sarà importante che in ogni cosa che fate ci sia chiarezza non solo verso gli altri, ma principalmente verso voi stessi. CANCRO (22/06-22/07) Se una persona ha bisogno, aiutatela. La gente ricorda le buone azioni e verrete ripagati. Non abbiate vergogna e riposatevi, perché è necessario di tanto in tanto. Non siamo macchine. Scoprirete di essere molto più forti di quanto pensavate.
LEONE (23/07-23/08) Questo mese non è giusto per arrivare alle conclusioni. Anche se siete dominanti e felici quando le cose vanno secondo le vostre idee, questa volta inciamperete su problemi più grossi e dovrete tornare indietro. Non affrettate alcuna decisione. VERGINE (24/08-22/09) Anche se il vostro umore potrebbe non essere dei migliori al momento, riuscirete a trovare l'equilibrio. La vostra energia aumenterà facendo le cose che più vi piacciono. Non rimandate a domani ciò che potete fare oggi.
BILANCIA (23/09-22/10) Grazie alla nuova energia positiva, saprete gestire facilmente lo stress. Il vostro impegno è alto e vi rendete conto che avete la possibilità di fare sempre di più. Ma dovreste fissare dei limiti; oppure non andrà a finire bene. SCORPIONE (23/10-22/11) Ultimamente vi siete trascurati soprattutto per quanto riguarda l'aspetto fisico: rimediate. Avete fiducia in ciò che state facendo, perciò riuscirete a convincere molte persone. La fortuna aiuta chi è preparato.
SAGITTARIO (23/11-21/12) Non lasciate che gli altri approfittino del vostro ottimismo e buon umore, ma dimostrate la vostra autorevolezza. Siate di mente aperta e non abbiate paura di esprimere la vostra opinione, anche se è negativa. CAPRICORNO (22/12-20/01) Non cercare di sprecare le vostre energie con persone per cui non ne vale la pena. Piuttosto, guardatevi intorno e vi accorgerete chi sono i vostri veri amici. Prendetevi cura anche di voi stessi e della vostra salute. ACQUARIO (21/01-19/02) E' arrivato il momento di abbandonare le cattive abitudini. Le stelle vi favoriscono in questi giorni. Senza dubbio vi sentite alla grande, il vostro corpo prospera grazie al vostro stile di vita.
PESCI (20/02-20/03) Forza interiore, energia spontanea, sicurezza in sé. Avrete l'opportunità di rafforzare il vostro carattere: siete pieni di idee interessanti e non abbiate quindi alcuna paura di farne buon uso. E' molto importante avere abbastanza tempo per riprendersi da una malattia.
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Spettacoli e cultura
Torino, la vera Capitale del Jazz Dal 23 al 30 aprile il 'TJF' porterà numerosi artisti alle 'Ogr' e in tutta la città
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roiettandolo sulla Mole Antonelliana nelle serate del 17 e 18 febbraio scorso, è stato svelato il marchio internazionale del 'Torino Jazz Festival'. La manifestazione porterà dal 23 al 30 aprile numerosi artisti a esibirsi sul palco delle OGR, nei circoli jazz della città e in diversi teatri e musei, dal Piccolo Regio al Conservatorio, a prezzi popolari. Il logo è stato ideato partendo da uno dei simboli per eccellenza del jazz, la tromba e gli strumenti a
fiato, realizzato pensando allo stile di Torino, alle forme che si incontrano camminando e osservando le facciate di un palazzo nelle vie del centro, una chiesa barocca, i dettagli liberty di una vetrata. Novità di questa edizione, diretta dal compositore e trombettista Giorgio Li Calzi in collaborazione con Diego Borotti, è il coinvolgimento diretto di musicisti italiani e torinesi con produzioni originali create per il festival, insieme a star del jazz internazionale e artisti provenienti da altri mondi musicali. Negli 8 giorni, oltre ad assoli e jam session, si svolgeranno meeting, sonorizzazioni realizzate in aree pubbliche e private, incursioni musicali in luoghi atipici. Laboratorio di cultura per antonomasia, Torino sostiene e promuove produzioni e sperimentazioni musicali. Saranno coinvolti nel TJF gli oltre 20 club cittadini in cui si suona jazz tutto l'anno e 250 musicisti: 50 concerti di cui 7 produzioni originali, la prima italiana di un'artista iconica, numerosi spettacoli pomeridiani, aperitivi in musica e le esibizioni serali. Il TJF intende proporsi come evento primaverile internazionale tuttavia l’edizione 2018 conta di sperimentare richiami nel resto dell’anno, con appuntamenti musicali e il coinvolgimento delle orchestre di allievi del Conservatorio e della Scuola Civica di musica e gruppi di studenti delle più titolate scuole specialistiche di jazz. Programma e gli artisti saranno annunciati alla conferenza stampa del 28 marzo. Paolo Rachetto (Foto Torino Jazz Festival)
Ecco la XVI edizione di 'Adotta uno scrittore' Gli autori raccontano le sfumature della contemporaneità. Coinvolte anche 4 case di reclusione e un ospedale
Pierdomenico Baccalario
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er la XVI edizione di 'Adotta uno scrittore', progetto con cui il XXXI 'Salone del Libro di Torino' (10-14 maggio) entra nel corso del 2018, sono coinvolti 26 luoghi di formazione: 13 istituti superiori, 3 scuole medie, 3 scuole elementari, 4 strutture di detenzione penale, un centro per l’istruzione per adulti e una struttura ospedaliera. Un percorso didattico che si diffonde per cogliere le sfumature della contemporaneità e raccontarle con parole sempre nuove. In 15 anni 314 adozioni, 9.750 ragazzi coinvolti, 4 case di reclusione, un ospedale, 128.000 studenti entrati gratuitamente al Salone. 26 autori protagonisti in 4 incontri ciascuno (3 in classe, 1 conclusivo in programma durante il Salone) fino alla fine dell’anno scolastico, sviluppando un rapporto
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costruttivo con gli studenti. E 10.000 biglietti gratuiti per entrare al Salone. GLI AUTORI - Pierdomenico Baccalario, Corriere della Sera, dirige il circolo Bookonatree a Londra; Francesca Brunetti, divulgatrice scientifica; Andrea Valente, produzioni letterarie; Nadia Terranova, scrittrice per adulti, ragazzi, radio e giornali; Marco Magnone, docente Scuola Holden; Sofia Gallo, scrittrice “nomade” di libri per ragazzi;
Alessandro Barbero, scrittore, storico e Professore di Storia Medievale all’Università Piemonte Orientale di Vercelli; Iacopo Barison, candidato Premio Strega 2015; Simona Binni, storyboard artist e illustratrice; Carlo Boccadoro, scrittore e musicologo; Giuseppe Genna, autore programmi tv; Carlo Greppi, storico e scrittore; Francesca Manfredi (vincitrice Campiello Opera Prima 2017); Federica Manzon, finalista Campiello 2011; Giusi Marchetta (Premio Calvino); Francesco Pacifico, scrittore di romanzi; Enrico Pandiani, autore saga Les Italiens; Laura Pugno, dirige Alessandro Barbero
l'Istituto Italiano di Cultura di Madrid; Stefano Raimondi, poeta e critico letterario, tra i fondatori dell’Accademia del Silenzio; Roberto Tiraboschi, drammaturgo e sceneggiatore. Due le novità dell’edizione 2018: l’allargamento del progetto all’Istituto Penale femminile per minorenni di Pontremoli (Ms), unico in Italia, con il giornalista e fotografo Carlos Spottorno e l’estensione all’Università di Torino che ha adottato la scrittrice Helena Janeczek. Il lavoro degli scrittori in 4 istituti carcerari: l’Istituto Penale per i Minorenni «Ferrante Aporti» di Torino, la Casa di reclusione «Rodolfo Morandi» di Saluzzo, la Sezione femminile della Casa Circondariale «Lorusso e Cotugno» di Torino. Nicola Lagioia, direttore del Salone, ha commentato: “È una delle iniziative di cui andiamo più orgogliosi. Portare scrittrici e scrittori a contatto con studenti e in luoghi di recupero sociale come le carceri significa assolvere a un bellissimo dovere civico”. Paolo Rachetto