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amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VI - N. 18 - 14 MARZO 2017 - Copia omaggio 3 domande a BB
La Partita
Il Punto
Continassa
“Il Barça insegna: vietato pensare al 1° round. C'è voglia di brindare dentro alla coppa dalle grandi orecchie”
Madama favorita per il passaggio del turno ma guai a prendere sotto gamba l'avversario
Polemiche arbitrali? L'Avvocato le definirebbe un problema psichiatrico!
La cittadella tutta bianconera si avvicina. Reportage fotografico della nuova area
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ph Marchisciano/ONE+NINE IMAGES
VOGLIA D'EUROPA
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DOPO UN TURNO DI CAMPIONATO COSTELLATO DI POLEMICHE I BIANCONERI DEVONO CONQUISTARE LA QUALIFICAZIONE AI QUARTI DI FINALE DELLA CHAMPIONS LEAGUE JUVENTUS-PORTO | MARTEDÌ 14 MARZO ORE 20.45
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3 domande a... Bruno Bernardi
“Il Barça insegna: vietato pensare al primo round” “Bianconeri con gran fame di successi internazionali e voglia di brindare dentro alla coppa dalle grandi orecchie”
B
runo Bernardi, prima di parlare della Champions League torniamo per un momento alla gara di venerdì sera. Juve-Milan è stata foriera di polemiche infinite. In Italia non riusciamo proprio ad accettare la sconfitta... Capisco la reazione del Milan nel momento in cui l'arbitro ti fischia un rigore contro a un secondo dalla fine e che ti fa per-
dere la gara anziché pareggiarla. Lo capisco ma credo che l'arbitro e i suoi collaboratori abbiano visto meglio di altri sul tocco di mano di De Sciglio. Tocco di mano che stando al regolamento va punito con la massima punizione. Questo mi sento di dire dopo avere rivisto l'episodio diverse volte con le riprese tv prodotte in tutte le angolature. Questo tocco di mano si è materializzato in un gesto autolesionistico per il Milan. La Juve ha potuto cosi prendersi meritatamente la rivincita sui rossoneri rispetto alla gara di andata e alla Supercoppa di Doha. Gli uomini di Allegri hanno giocato una ottima partita e hanno mosso la classifica in maniera importante consolidando la leadership nel campionato italiano. Passando all'Europa, anche il Barcellona, contro il Paris Saint Germain, è stato accusato di godere di qualche favoritismo arbitrale... Il Barcellona, a mio avviso,
ha dato in quella partita una grande lezione al calcio mondiale. Con una prestazione da leggenda, arbitro o non arbitro. Una rimonta veramente strepitosa che ha permesso ai catalani di ribaltare il pesante 0-4 dell'andata. E' capitato un 6-1 che rimarrà negli annali. Questo deve servire da lezione anche a quelle squadre che danno per scontata la qualificazione basandosi solo sul risultato del primo round. Guai adagiarsi su questa situazione perché le cattive sorprese sono sempre dietro l'angolo, soprattutto in Europa. Guai abbassare la guardia, specialmente contro avversari di gran nome come il Barcellona. Ma anche per lo stesso Barca questo turno di Champions è un avvertimento importante. I catalani avevano commesso degli errori gravi nel match di Parigi e hanno azzeccato la partita perfetta sul loro campo, ma bastava una zolla 'traditrice' per subire un gol che avrebbe chiuso in faccia ai blaugrana le porte
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dell'Europa che conta. Quindi la Juve dovrà fare molta attenzione al Porto, nonostante i bianconeri partano dal 2-0 a loro fa-
vore ottenuto nella gara di andata... Sì, certo. Ripeto, mai dare per scontata una qualificazione basandosi solo sul risultato del primo round. Anche se il Porto non è il Barcellona, questo è chiaro, e Madama potrà contare sulla spinta dei suoi tifosi che riempiranno, come sempre, lo Stadium. Il 2-0 conseguito al 'Dragao' è sicuramente un risultato che infonde sicurezza alle truppe juventine ma a patto che Higuain e compagni, davanti al proprio pubblico, giochino al meglio delle loro possibilità. Subire un
gol, specie in avvio, sarebbe molto pericoloso. Meglio cercare di consolidare il 2-0 di Porto con un gol che metta la Juve nelle condizioni di gestire al meglio la partita. Tenere cioè il campo in modo intelligente senza pensare troppo al risultato dell'andata. C'è comunque da essere ottimisti, questo è chiaro. La Juve ha ancora una gran fame di successi, specie in campo internazionale, e ha una gran voglia di brindare dentro alla coppa dalle 'grandi orecchie'.
Roberto Grossi
Il fortino-Stadium è inespugnabile anche in Europa La Vecchia Signora non perde in casa da 20 partite
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arà il romeno Ovidiu Hategan a dirigere Juventus-Porto, gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Assistenti saranno i connazionali Octavian Sovre e Sebastian Gheorghe; addizionali Radu Petrescu e Sebastian Coltescu. Quarto uomo sarà Radu Ghinguleac. Arbitro dal 1996, è approdato nella massima divisione rumena nel 2006. Nel novembre scorso Hategan, arbitro internazionale dal 1° gennaio 2008, ha già diretto una squadra italiana in Champions. La partita in questione era Napoli-Dinamo Kiev, valida per la quinta giornata della fase a gironi di Champions. Per la cronaca la gara teminò 0-0. Il direttore di gara romeno, classe 1980, è stato anche il direttore di gara della partita ItaliaIrlanda nell'europeo 2016 terminata con la sconfitta per 0-1 da parte degli azzurri. Precedenti non troppo in-
coraggianti per i tifosi bianconeri che gremiranno, come al solito, le gradinate dello Stadium in questa partita da dentro-fuori. A confortare i fans della Vecchia Signora le statistiche: la Juve non perde in casa da 20 partite europee. Inoltre, solo in due casi, nella storia della Champions, una squadra sconfitta in casa all'andata ha ribaltato la situazione al ritorno centrando la qualificazione: è accaduto all'Ajax contro il Panathinaikos nelle semifinali 1995/96 (0-1 in casa, 3-0 in trasferta) e all'Inter contro il Bayern Monaco agli ottavi di finale 2010/11 (0-1 in casa, 3-2 in trasferta). Per quanto riguarda i precedenti diretti la Juve ha sconfitto il Porto 2-1 in finale di Coppa delle Coppe del 1984 a Basilea, mentre nella prima fase a gironi della Champions League 2001/02 ha pareggiato in trasferta 0-0 e vinto in casa 3-1.
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La Partita
Parola d'ordine: dare nulla per scontato! Madama favorita per la qualificazione ma guai a prendere sotto gamba l'avversario. Rientrano Cuadrado e Mandzukic
Higuain e Dybala
I
fantasmi si manifestano nelle notti di plenilunio. E nella notte di Champions League allo Stadium gremito da un “sold out” di prammatica, nella luna piena un fantasma aleggerà indesiderato, piaccia o no. È la remuntada patita dal PSG o, per meglio dire, autoinfertasi dal PSG. Mi si passi la variazione di acronimo: 'Polli Siamo e Grandi'. Perché se dal versante Barcellona si grida giustamente all'impresa, dal versante opposto ci si deve necessariamente battere il petto per un mea culpa senza attenuanti. Nemmeno le decisioni discutibili di un arbitro non all'altezza. E' su questo precedente di fresca attualità che i “dragoni” biancoblù rimettono le speranze per il passaggio del turno che avrebbe del clamoroso, anzi dello storico, alla stessa stregua dell'eliminazione della nazionale italiana in Inghilterra nel '66, da parte della Corea del Nord. Ma è pur vero che l'ambiente juventino è vaccinato a
Mandzukic
momenti così importanti, a partite che oscillano tra il dentro ed il fuori, per cadere scioccamente nelle insidie di sottovalutare il match. I fantasmi si combattono non permettendo loro di materializzarsi e null'altro. Juventus e Porto danno vita ad un ottavo di finale dal pronostico obbligato, dopo un'andata in cui i valori in campo si sono evidenziati in maniera fin troppo chiara. Il divario tecnico e tattico tra juventini e portoghesi è lampante, nonostante che il Porto attraversi un buon momento psico fisico ed i risultati di campionato lo vedano in piena lotta per il titolo finale, nella solita eterna lotta con gli eterni rivali del Benfica. Sulla carta tutto conduce verso una doppia eliminazione delle squadre lusitane. Guardando attentamente in casa Juventus, balza subito agli occhi la piena disponibilità della rosa, eccezion fatta per Sturaro che sta comunque recuperando,
mentre Chiellini si è unito al gruppo, dopo aver smaltito l'ennesimo guaio muscolare. Appare quantomeno azzardata l'ipotesi del suo impiego in Coppa, mentre prende corpo la presenza in campo nell'insidiosa trasferta di Genova, al cospetto di una Sampdoria galvanizzata dal secondo successo di stagione nel derby della Lanterna. Allegri dunque può attingere ad un gruppo integro e motivato, molto meno stan-
co di quanto qualcuno vorrebbe far credere, tanto per trovare argomenti “contro”. Non si creano 3 nitide occasioni da rete ed un rigore decisivo nel recupero di una gara tirata come quella contro il Milan, se si è sulle gambe. Ben inteso, al netto della presenza degli avversari, presenza che troppo spesso viene trascurata nel formulare giudizi credibili. Modulo 4 – 2 – 3 – 1 riconfermato largamente con il rientro di Mandzukic e
Cuadrado
Allegri
Cuadrado, dopo la colica del primo e la squalifica in campionato del secondo. Al Porto il compito di perlustrare la situazione degli spogliatoi degli ospiti nell'impianto juventino. Si spera che l'intervento, atto a riparare i danni causati da un'improvvisa manifestazione di euforia all'incontrario, sia stato tempestivo e risolutivo. Dispiacerebbe dover spiegare agli ospiti portoghesi che in Italia i verdetti contrari si stemperano contro gli arredi al-
trui. Tanto si resta impuniti. Sarebbe dura, veramente dura, far capire un concetto di tale aberrazione. Provate a spiegare ad ignari portoghesi che è stato solo effetto di... cazzimma. A meno che i fantasmi scacciati a 10 secondi dal fischio finale si vendichino contro i trofei, inveendo con accento vagamente simile a quello di Scampia. Sempre più difficile da spiegare anche questo. Marco Sanfelici
Giornale sportivo per i tifosi di Juventus e Torino
Direttore Responsabile Roberto Grossi - rogro@inwind.it Hanno collaborato Bruno Bernardi Antonio Catapano Alessandro Costa Enrico Heiman Dario Lignana Ezio Maletto Paolo Rachetto Giovanni Rolle Marco Sanfelici Massimo Sottosanti Alessandro Vaccaneo Marco Venditti Ermanno Vittorio
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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 17 DI LUNEDÌ 13 MARZO 2017
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Il Punto
Polemiche? L'Avvocato le definirebbe problema psichiatrico!
O
sservata con ampissimo merito la regola del delubro, peraltro con l'immancabile, annesso spargimento di becchime a beneficio di quei ribaldi che accolgono con disdoro l'applicazione del Regolamento, trattato come un mistero orfico quando, naturalmente, confligge con i loro desiderata, la Signora multistelle, indifferente alla colata di guano con cui uno stormo di piccioni in formazione tipo vorrebbe insozzarla, se la ride e, come un'aquila, vola più in alto, e da sola; sia in vetta al Palio dei
Campanili, il torneo ritenuto meraviglioso e avvincente se non è occasionalmente in lizza per la vittoria, che nell'alveo dell'unica coppa che conta; un carosello dal quale, secondo i deliri vaniloquenti di personaggi parecchio discutibili, il Barcellona delle due Sicilie, la squadra italiana che ha per simbolo un asino..., sarebbe stato estromesso per la bizzarra consuetudine di far durare le partite ben due tempi, addirittura contraffatti da quella strana anomalia rappresentata dall'esecuzione dei calci
d'angolo. Poiché mentalità, stile e piena contezza della realtà manifesta in casa Juve non difettano, la concentrazione è già rivolta all'imminente gara2 con quel Porto già “sciroppato” a domicilio e da affrontare con un approccio totalmente dimentico del vantaggio maturato all'Estádio do Dragão; quindi: con il cipiglio di chi parte alla pari e non può cullarsi in una tranquilla gestione degli eventi limitandosi a sbirciare, ogni tanto, il livello della sabbia nella clepsamia. L'ultima tornata della Uefa Champions League ha giustappunto dimostrato quanto il calcio sappia essere imprevedibile o addirittura folle; a maggior ragione nell'agone pertinenziale più luccicante, ricco e, proprio per questo, estremamente punitivo nei confronti di chi lo frequenta con animo sparagnino pur vantando una condizione tutt'altro che micragnosa. Tra la dissennata, zemaniana vocazione a curarsi soltanto dei trenta
metri vicini alla porta ostile e l'esasperata prudenza o la rinuncia a giocare, atteggiamenti che producono invariabilmente gli stessi disastrosi effetti, intercorre una via di mezzo improntata a una propositività, anche accorta, ma scevra delle troppe alchimie e speculazioni tattiche che caratterizzano una competizione di lungo periodo come l'italica Serie A. Al netto di ogni giustificazione d'accatto inerente alle conduzioni arbitrali e di talvolta preclare e innegabili limitazioni tecniche ed economiche, la vera zavorra della Göeba odierna è l'appartenenza a un campionato minore che il bisiaco di Pieris definì già a suo tempo, con sagace realismo e apprezzabile sintesi, “Poco allenante”. Vincere senza dover mai pigiare l'acceleratore a tavoletta e a scapito di avversari che pur disputando ogni volta la partita della vita subiscono indubbiamente il fascino della Vecchia Signora trasmutandolo in paura, è
appagante, ma non deve indurre a distorsioni della realtà. In Europa si gioca un football diverso, nell'ambito del quale è maggiormente premiante segnare un goal in più, anziché subirne uno in meno; una filosofia che la Madama deve e può introiettare alla svelta, specialmente ora che per le note circostanze è costretta a schierare molti giocatori votati all'offesa e proprio adesso che l'imbuto continentale si restringe. Il motto della Real Casa, “Finoallafine”, encomiabilmente assolto ai danni del povero Diavolo rossonero, merita di essere eseguito con identiche modalità e, possibilmente, con superiore incisività nelle finalizzazioni, anche durante le serate di gala; cominciando da quella imminente e perseverando nelle prossime che, salvo cataclismi o inaudite inclinazioni al suicidio sportivo, registreranno nuovamente la partecipazione dei bianconeri sabaudi. Se così sarà, ogni eventuale
recriminazione elaborata sul senno del poi cadrà come d'autunno sugli alberi le foglie, a prescindere dai verdetti che i campi emaneranno. A onta dei giudici designati alla direzione dei giochi e totalmente estranei al pernicioso malvezzo di crogiolarsi in astrazioni fantasiose, molto in voga presso latitudini dalle quali provengono miasmi che l'Avvocato, di cui sarebbe appena trascorso il genetliaco, oggi liquiderebbe definendoli un problema psichiatrico. Augh! Ezio Maletto
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Polemiche arbitrali
In Europa per respirare finalmente aria pulita? Che tristezza il comportamento del Milan nel post-gara di venerdì scorso. Veleni di un calcio italiano alla deriva...
S
embrava di assistere a un film di Agatha Christie quando si aspetta da un momento all’altro l’arrivo del killer e la vittima soccombere. Nessuno è vittima beninteso ma sicuramente la Juve ha fatto la parte di chi non ti concede tregua fino all’ultimo secondo e come un killer appunto sferrare il colpo quando pensi di averla fatta franca. Non sarebbe stato un Juve–Milan senza qualche emozione, da qualche anno ormai questo grande appuntamento lascia immancabilmente sempre uno strascico fatto di polemiche e di episodi eclatanti. Apparentemente una gara come un’altra con la solita Juve che arrotola l’avversario nella propria metà campo e un Milan che subisce la vecchia signora diametralmente opposta rispetto a quella inconsistente vista a Udine. Per la storia, due uomini al
Galliani
comando: Dybala e Donnarumma. Il primo oltre ogni confine immaginario capace di prendersi tutta la Juve sulle spalle e suonare la carica verso la conquista. Il secondo capace di difendere in ogni modo possibile il suo fortino dagli attacchi
avversari. Nella bella gara disputata emerge però l’elemento che colloca questa partita nello scaffale delle bruttezze assolute. Nell’episodio del rigore si–rigore no con tutte le sue variegate risoluzioni regolamentari e numerose dichiarazioni di opinionosti ed ex arbitri del piccolo schermo, rimane fortemente indelebile l’immagine stucchevole di una sceneggiata finale che rovina tutto accrescendo una tensione già di per se abbastanza elevata. Fischio finale e il direttore di gara Davide Massa della sezione di Imperia viene accerchiato da Poli e particolarmente da Bacca. Volano paroloni e il direttore di gara a più riprese viene attaccato verbalmente a pochi centimetri dal suo naso. L’intervento di Galliani e Montella limitano i danni bloccando i due milanisti. Immagini e parole che sono depreca-
bili indubbiamente ma le vicende di questa gara non terminavano con la sola tenzone da bordo campo. Alcuni calciatori del Milan avrebbero sfogato la loro rabbia danneggiando le insegne della società bianconera nonché gli arredi all’interno dello spogliatoio riservato alla squadra ospite. I veleni sono ormai frequenti, un calcio alla deriva inutile negarlo dove dagli insulti in campo, le violenze fuori dagli stadi, le slavine di polemiche a volte davvero stucchevoli che
accompagnano i pre-gara ci mettono davanti all’atroce interrogativo che si sta facendo sempre più strada: il calcio è agli sgoccioli. Davvero no speriamo, vogliamo pensare che sia solo un male da sconfiggere, un semplice raffreddore che per quanto noioso è candidato a finire per poi respirare meglio una passione che ci coinvolge tutti. Non desideriamo, seppur così sembra, che quello giocato sia solo un optional, non vogliamo questo e ci batteremo affinché si possano
ristabilire i giusti equilibri tra calcio giocato atto al semplice divertimento e un sano e scherzoso sfottò tra amici. Clima di distensione cercasi con particolare riferimento ai tanti messaggi poco sportivi lanciati da De Laurentiis prima e da Sarri ieri. Cominciamo dall’alto dunque dove certi atteggiamenti potrebbero risultare macigni deleteri atti a destabilizzare e fomentare un ambiente di per se già fin troppo massacrato. Iniziamo tutti allora. E subito! Marco Venditti
Primavera Juve
Disfatta Juve a Verona, ma i 'baby' di Grosso mantengono il primato Pesante sconfitta (3-0) in campionato contro il Chievo. Ora riflettori puntati sul torneo di Viareggio
B
ene ma non benissimo. La Juventus di Fabio Grosso fallisce l'appuntamento esterno contro il Chievo Verona, che attualmente in classifica si trova al secondo posto, a sole cinque lunghezze dai bianconeri. Sconfitta che fa emergere i limiti di una Juve che ora si dovrà concentrare sul Viareggio o “Coppa Carnevale” che dir si voglia. Clemenza e compagni escono da Verona con tre reti al passivo e zero all'attivo, rimanendo comunque la miglior difesa del campionato (16 le reti subite in 21 giornate) e il terzo attacco del Girone B (con 46 reti all’attivo). Sicuramente ha pesato e non poco l'assenza del giovane talento Moise Kean, impegnato con la prima squadra e schierato da Allegri nei minuti finali di un infuocato Juventus-Milan. Ma andiamo con ordine: primo tempo a Verona di marca gialloblù, con i padroni di casa che passano in vantaggio al 13’, grazie a Sbampato che in mischia, sugli sviluppi di un corner, trova la rete del vantaggio
clivense. Un minuto più tardi è Del Favero ad evitare il raddoppio ai locali, con una grande parata sul sinistro al veleno di Ngissah. Quest’ultimo non fallisce però l’appuntamento con il gol al 32’, sfruttando una ripartenza ben orchestrata dalla compagine locale, per battere di destro, da pochi passi, l’estremo difensore bianconero. Ripresa che invece vede partire bene la Juventus, alla ricerca disperata, almeno, di un pareggio. Dopo una serie di tentativi per provare ad accorciare le distanze, arriva però il tris della formazione clivense: sugli sviluppi di un corner Kanoute devia la palla nella propria porta, mettendo di fatto fine ai giochi e alle speranze di Clemenza e
compagni. Il distacco ora è di più cinque dai clivensi e più sette da Torino e Sassuolo con ancora cinque giornate per decretare le due squadre che approderanno direttamente alle Final Eight. Juventus che aveva collezionato un ottimo tris di vittorie (Avellino, Torino e Benevento), che aveva fatto ben sperare per la trasferta di Verona. Ora il calendario, da qui al termine della stagione, non dovrebbe impensierire più di tanto la formazione di Fabio Grosso, che giocherà tre delle ultime cinque partite tra le mura amiche, con squadre che non hanno più nulla da chiedere a questo campionato, Empoli a parte. I favori del pronostico pendono dunque dalla parte della Vecchia Signora, che vistosi sfumare il sogno europeo in Youth League e il cammino in Coppa Italia, punterà a bissare il successo al Torneo di Viareggio e a concludere al meglio la fase di qualificazione alle Final Eight, con o senza Kean. Dario Lignana
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Il tabellone Champions
Dal prossimo turno il sorteggio sarà integrale Niente paletti, tutti contro tutti. Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco le solite favorite per il titolo parigini li esaltasse oltremodo.
LO SCENARIO Simeone o Guardiola? Ancelotti o Zidane? Luis Enrique o Sanpaoli? Più che la avversarie, fanno già suggestione i nomi degli allenatori che la Juve potrebbe affrontate nei quarti di Champions. Partendo dal presupposto che la vittoria in Portogallo sia una dote rassicurante per la Juve che, rispetto al Porto, vanta comunque un tasso tecnico nettamente superiore e allo Jstadium è in grado di asfaltare qualunque avversario, analizziamo cosa può riservare l'urna di Nyon alla Juve per i quarti di finale. Dopo aver espletato la formalità di stasera contro il Porto. SORTEGGIO TOTALE Sorteggio integrale, innanzitutto. Niente paletti, tutti contro tutti, nessuna preclusione, nessun vantaggio, nessuna squadra a priori in casa al ritorno. Tutto in mano alle palline. E a chi le palline le estrarrà. 4 squadre su 8 già le conosciamo: le 2 tedesche, Bayern Monaco e Borussia Dortmund, le 2 spagnole Real Madrid e Barcellona. Altre 2 sem-
brano garantite delle nette vittorie esterne dell'andata: ossia Juve e Atletico Madrid (che ha vinto 4-2 a Leverkusen). Gli unici veri ballottaggi sono quelli tra Leicester orfano di Ranieri e Siviglia (andalusi vittoriosi in Spagna 2-1) e tra Monaco e Manchester City (Guardiola-boys vittoriosi nel rocambolesco 5-3 dell'andata). 2 TEDESCHE, 4 SPAGNOLE, OPPURE 2 INGLESI Rischiano di esserci 4 spagnole dunque, oppure 2 inglesi. O i monegaschi. Magari per un curioso quarto di finale: Bayern Monaco vs Monaco. Oppure il derby di Madrid stavolta anticipato ai quarti. Od anche il superclassico di Spagna, se non addirittura due derby tutti spagnoli. Oppure il derby teutonico. E la Juve chi deve auspicarsi come avversario nei quarti? REAL MADRID E BARCELLONA Il Real Madrid di Zidane ha battuto 6-2 il Napoli nel computo della doppia sfida. Vittoria meno nitida di quanto indichi lo scarto, ma affrontare più avanti i Campioni d'Europa e del Mondo in carica, sarebbe ovviamente auspicabile, sebbene due anni fa la Juve di Allegri elimino' il Real, uscendo indenne dal ritorno al Bernabeu, e guadagnandosi cosi la finale di Berlino contro il Barcellona. Barcellona che tutti abbiamo ammirato nella folle 'remuntada' per 6-1 contro il PSG. Ma di certo ora nessuno ha voglia di affrontare i catalani. Già fortissimi per conto loro, senza bisogna che il set ai
ATLETICO MADRID E SIVIGLIA Cosi come nessuno ha voglia di affrontare l'Atletico Madrid. Squadra tignosa per antonomasia, dal gioco “sporco” ma efficace. Specialista nel corpo a corpo. Nel far giocare male le avversarie. Il “Cholismo”è sempre di moda, soprattutto in una gara da 180 minuti. E il Siviglia se riuscisse a difendere a Leicester la vittoria di misura in Andalusia; Siviglia che quest'anno contende la Liga a Real e Barca, e che la Juve ha affrontato con molto difficoltà e alterne fortune nelle ultime stagione, non è avversario da evitare a tutti i costi? Ovviamente si, anche perché Sanpaoli, il guru sivigliano, è serio candidato a sostituire Luis Enrique sulla panchina del Barcellona. E fare una bel cammino in Champions, sarebbe per lui una vetrina formidabile. Insomma per la Juve sarebbe meglio che le spagnole nei quarti si affrontassero tra di loro, oppure si scornassero con le 2 tedesche, in modo da eliminare qualche avversario di assoluto livello, prima delle semifinali. BAYERN O DORTMUND Logica impone che il Borussia faccia meno paura del Bayern. Che la Juve la scorsa stagione ha dimostrato di poter affrontare almeno alla pari. Ma il rischio di giocare il ritorno in Baviera, l'astuzia di Ancelotti, la voracità delle punte teutoniche, sono elementi che incutono soggezione. Il Borussia ha asfalto per 4-0 il Benfica, ma i gialloneri sono l'avversario che Allegri accoglierebbe con un malcelato sorriso. BREXIT O MONTECARLO Il Manchester City ha rischiato molto nell'andata contro il Monaco. Il 5-3 finale è risultato generoso e forse bugiardo. Inoltre i monegaschi, che in campionato contendono la Ligue 1 a Nizza e PSG, saranno pri-
vi dello squalificato Glik in difesa. La Juve ovviamente preferirebbe che si qualificassero i monegaschi, per una trasferta sicuramente più vicina o meno insidiosa di Manchester. Il City versione petro-dollari non è ancora riuscita a darsi una dimensione internazionale adeguata agli investimenti. Ma Guardiola (che l'anno scorso eliminò la Juve alla guida del Bayern) è stato preso proprio per questo. E
se in Premier, il Chelsea di Conte sembra irraggiungibile, in Champions Guardiola può dimostrare di essere ancora un vincente assoluto. Curiosità per il Leicester. Ranieri fu esonerato dopo l' 1-2 di Siviglia. I campioni d'Inghilterra sono sembrati quasi rigenerati dopo la cacciata dell'allenatore capitolino. Stasera la favola può terminare bruscamente, o proseguire con Stowell o Shakespeare. C'è del mar-
cio a Leicester? CONCLUSIONE Dunque per la Juve l'auspicio sarebbe: evitare le spagnole ed il Bayern, giocare la seconda allo Stadium, sperare magari in Borussia Dortumud e Monaco (se eliminasse il City). Oppure pensare che per vincere la Champions, bisogna affrontare le migliori. E sconfiggerle. Alessandro Costa
Dopo Buffon meglio Meret o Donnarumma?
Donnarumma
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assa tutto da questo ruolo perché poi la legge del calcio è sempre quella. Le vittorie nascono dalla difesa. Nel corso della storia bianconera la società di corso Galileo Ferraris ha sempre riservato particolare attenzione alla scelta dei suoi portieri. Gli elementi per decidere non sono solo tecnici ma anche comportamentali. Alla sana disciplina in campo elemento questo fondamentale viaggia parallelamente a quello tecnico. Sono questi gli elementi fondamentali richiesti dalla Juventus, poi al resto ci pensano loro con un giro alla sala dei trofei per mettere già le cose in
chiaro su quelle che sono le ambizioni delle società piemontese. Che siano giocatori o portieri non fa nessuna differenza di ruoli perché i comportamenti non hanno ruoli. Dino Zoff, Stefano Tacconi, Angelo Peruzzi, Giampiero Combi per finire con il monumentale Gianluigi Buffon per nostra fortuna ancora molto attivo. Questi portieri indubbiamente hanno rappresentato in modo determinante la storia della società più importante d'Italia. Sul post Buffon e il nuovo che si fa avanti Marotta e Paratici hanno già le idee chiare. Tra i giovani emergenti si rivelano più che ottime le qualità tecniche ed atletiche di Gianluigi Donnarumma che in questa stagione con il suo Milan ha già confermato numeri da grande campione. Potenzialmente potrebbe essere un possibile sostituto di Buffon ma i dubbi attorno a questo ragazzo sono molti. Serve la bravura certo ma essenziale è l'equilibrio nel saper gestire i momenti più delicati di una gara. In diverse occasioni, tre delle quali proprio contro la Juventus (Campionato - coppa Italia), il portiere di Castellammare di Stabia si è fatto sopraffare dalla trance agonistica abbandonando i pali per contestare anima-
tamente le varie decisioni arbitrali esponendosi troppo all'attenzione generale. Raiola sta aspettando la risoluzione societaria di un closing che ancora tarda a raggiungere il suo esasperante epilogo ma il futuro incerto di un Milan tutto da ricostruire potrebbe indirizzare il portiere campano verso altri lidi (anche se la maglietta è stata baciata e promessa ai sostenitori del Milan venerdì sera). Non c'è solo Donnarumma nei progetti juventini. Alex Meret, classe '97, appena due anni più anziano del collega milanista. Dotato di grandissimi numeri e di forte senso della posizione tra i pali. La sua statura è inferiore di 6 cm. rispetto al collega milanista e questa differenza sembrerebbe addirittura avvantaggiare in agilità il friulano che tra i pali si muove con impressionante rapidità. La sua compostezza e disciplina in campo è tipica del grande portiere. Le origini friulane, come quelle del grande Dino Zoff, sembrano essere una garanzia per pronosticargli un grandissimo avvenire. La Juventus lo sta osservando già da tempo e con ogni probabilità, per la critica generale, Meret potrebbe rappresentare il vero dopo Buffon. Marco Venditti
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Accadde il
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16 maggio 1984
Che goduria quella sera a Basilea! 50.000 tifosi bianconeri in delirio per la conquista della Coppa delle Coppe in terra svizzera contro il Porto Juventus-Porto Finale Coppa delle Coppe Basilea, Stadio St. jakob Juventus Tacconi, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Vignola (89° Caricola), Tardelli, Rossi, Platini, Boniek. All. Trapattoni
Porto Zè Beto, Joao Pinto, Eduardo Luis (82° Costa), Jaime Magalhaes (65° Walsh), Eurico, Lima Pereira, Frasco, Sousa, Gomes, Jaime Pacheco, Vermelhinho. All. Morais Antonio da Rocha
Arbitro: Prokop Adolf (Germania Est)
Marcatori: 12° Vignola, 29° Sousa, 40° Boniek Angoli: 7-4 per il Porto
Spettatori: 59.000 Per un incasso di 1 milione e 200.000 mila franchi svizzeri pari a 920 milioni di lire italiane.
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a Juventus approda alla finale dopo una semifinale a dir poco emozionate con il gol vittoria sul Manchester United di Paolo Rossi proprio sul filo del 90° minuto. La vigilia è scandita da un’eccitazione strana: c’è bagarre per i biglietti che scarseggiano e che puntualmente ricompaiono, nelle mani dei bagarini, il giorno della finale. Il ricordo della sconfitta di Atene in Coppa Campioni, le immagini dei bianconeri più simili a fantasmi che a calciatori, il pianto di tifosi vinti sono immagini da cancellare. È questo l’imperativo categorico di Trapattoni per far leva su elementi psicologici in modo tale da preparare il match con il Porto in tutte le sue sfumature. La Juventus conta ancora su cinque Campioni del Mondo (Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Paolo Rossi); non c’è più Zoff, che ha disputato la sua ultima partita nella finale di Atene. Tacconi, Bonini, Brio, e Vignola completano il gruppo italiano, gli stranieri sono Platini e Boniek, due assi di Coppa. Trapattoni conosce i portoghesi per averli osservati attraverso le cassette vhs dell’epoca. Li studia con ossessione e maniacale precisione. La zona, il pressing, il rischioso espediente del fuori gioco. Tutto è mandato a memoria, con puntiglioso scrupolo. Trapattoni è come un elefante, non dimentica i rilievi che gli vennero mossi all’indomani della sconfitta con l’Amburgo, ad Atene nel 1983. Perciò nella vigilia di Basilea, il Trap convince Platini ad una posizione prudente, rinunciando a licenze stilistiche per mettersi al servizio del collettivo. Un sacrificio tattico val bene una Coppa! L’arbitro è il terribile Prokop della Germania democratica, un dirigente industriale che ha partecipato ai Mondiali di Argentina e
di Spagna. Le dichiarazioni degli allenatori: Trapattoni da una parte ed Antonio Morais dall’altra, il Trap è sicuro di essere il più forte e dispone di uomini goal come Platini, Boniek e Paolo Rossi; Morais si sente più debole, ma ricorda la finale di Atene, quando i super favoriti bianconeri chinarono il capo davanti al sinistro beffardo di Magath. Inoltre, il trainer portoghese sa di contare più sul complesso che sulle individualità di squadra. L’aspetto scenografico si annuncia incredibile. La Svizzera assiste, in quei giorni, al più colorito e massiccio trasferimento di tifosi. Quelli bianconeri sono circa 50.000 ed arrivano con ogni mezzo, percorrendo strade perfino impossibili, e sono pacificamente chiassosi. Il serpente di macchine di fans juventini sembra che raggiunga i 200 chilometri di lunghezza. Inaudito! Ma non tanto, se si pensa che all'epoca la “Vecchia Signora” è la squadra che vantava il maggior numero di sostenitori in Europa. Nel giorno
della finale, alle 20.15 della sera, lo stadio St.Jakob è un’esplosione di colori. I supporters portoghesi, (paganti in questo caso),
oppongono una resistenza un po’ sbiadita. Il tramonto annuncia nell’aria la pioggia. All’improvviso, un treno chiassoso bianco e
nero sbuca da un filare di alberi fioriti. Sembra quasi che sfiori i muri di cinta dello stadio. È uno dei tanti treni carico di tifosi juventini. Quando passa davanti al St.Jakob, il macchinista mette in funzione il segnale festoso, è un fischio che attira l’attenzione del pubblico che affolla lo stadio. Ma già s’intravvede, più indietro, un secondo convoglio con un carico di bandiere bianconere. Sono attimi incredibili ed indimenticabili per chi ha avuto la fortuna di viverli dal vivo. La par-
tita è una battaglia, tesa e nervosa in ogni contrasto ed azione. La Juventus ha appena vinto lo scudetto e tenta il bis in Coppa, come nel 1977, quando aggiunse al titolo italiano una prestigiosa Coppa Uefa. Fiammate bianconere illuminano il cielo di Basilea, che si fa sempre più triste e piovigginoso; un gioco ordinato è quello dei portoghesi che sono organizzatissimi. Vignola, centrocampista dal sinistro preciso come un cecchino, fa esplodere di gioia lo stadio dopo 13 minuti. L’illusione che il match
sia deciso da quella prodezza non contagia nessuno, anche se il più delle volte il successo in Coppa va alla squadra capace di passare in vantaggio. Trascorrono infatti sedici minuti e Sousa rimette tutto in gioco con un pallone molto tagliato. Il Porto mostra la miglior immagine di sé, perfino inedita, la Juventus non demorde pensa soltanto a dare concretezza agli schemi. La vecchia guardia, da Tardelli a Gentile (partita da incorniciare, la sua), da Cabrini a Brio e Bonini, si rimbocca le maniche ed estrae dal suo cilindro un match pieno di corsa impeto e palloni recuperati. La difesa tiene a distanza il pericoloso Frasco ed il bomber Gomes, ex scarpa d’oro, ed il veloce Vermelhinho. L’umiltà e la determinazione della Juventus hanno il sopravvento. Dall’esperienza di Atene trae utilissimi insegnamenti. Platini si sacrifica in un gioco oscuro ma utile e tiene impegnato Pacheco che lo marca da vicino. Boniek cresce con il trascorrere dei minuti e diventa per il Porto una mina vagante. Quattro minuti prima che i giocatori imbocchino il sottopasso che conduce negli spogliatoi per la sosta, la Juventus passa in vantaggio. L’iniziativa è del polacco Boniek. Zibi è attorniato da tre avversari, compreso il portiere Zé Beto, e la sua magia tecnica gli permette di sfondare quel muro. Lo stadio ha un
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Accadde il
16 maggio 1984
Dopo il tricolore, una storica doppietta! Capitan Scirea alza la Coppa in un'annata indimenticabile. La felicità del Trap: “Atene è vendicata!”. Ze Beto polemico
sussulto. Ma non è fatta. Manca ancora un tempo da consumare e vivere. Nella ripresa il Porto non si rassegna, attacca con manovre ad ampio respiro e porta le offensive per linee esterne. Il cuore della “Signora” è robusto, la vecchia guardia si esalta, Gentile diventa il protagonista di una difesa
insuperabile. La partita a scacchi tra Antonio Morais e Giovanni Trapattoni è vinta dal tecnico lombardo, Vignola e Boniek sono gli alfieri che danno “matto” al Porto. La Juventus conquista la seconda coppa internazionale, aspetta quella dei Campioni, al cui assalto si dedicherà a partire dal settembre successivo. Negli spogliatoi c’è il sapore forte e inebriante della felicità. Soltanto per Boniek e Gentile l’aria è di smobilitazione. Anche se poi solo Gentile verrà ceduto alla Fiorentina mentre Zibì resterà in bianconero. L’Avvocato Agnelli ha parole di elogio per il polacco, ma con una eloquente riserva: «È stato molto bravo, ma un giocatore non si deve giudicare
per una sola partita. Del futuro non mi piace parlare». Trapattoni dichiara: «Atene è vendicata ed i tifosi che quella volta rimasero delusi possono rifarsi oggi». Boniperti esulta, madido di tensione, sudore e spumante. Aveva promesso di restare legato 90 minuti alla sedia della tribuna d’onore. Non ha resistito ed ha aspettato il termine delle operazioni nel chiuso dello spogliatoio. Sofferenza o scaramanzia? Un dilemma al quale il presidente non saprà mai dare una risposta. Ai margini di questa vittoria restano le polemiche dei dirigenti del Porto e dell’ allenatore Morais che incolpano l’ arbitro Prokop di aver indirizzato il match negando alla loro squadra un rigore. Prima della premiazione il portiere Zè Beto spintona Prokop e strappa dalle mani la bandierina ad uno dei guardalinee e dichiarerà negli spogliatoi: “Non capisco l’ esaltazione per Platini, i nostri Frasco e Sousa valgono almeno dodici volte più di lui!” Detto fatto! Circa un mese dopo 23 Giugno si affrontano a Marsiglia Francia e Portogalo, semifinale campionato Europeo, la Francia si aggiudica il match nei supplementari con goal decisivo del mi-
gliore in campo Michel Platini al minuto 119. Logicamente nel Portogallo sono in campo i dodici meglio di Michel Frasco e Sousa. Stagione indimenticabile quella del 1983/84: scudetto e coppa! Come nel 1977 e non finisce qui, anche se per vincere una coppa Europea la Juventus deve soffrire sempre.
Foto e testi di Ermanno Vittorio
(A pag. 8 dall'alto in basso: foto della squadra che giocò la finale a Basilea; locandina ufficiale della partita; la squadra del Porto che affrontò la Juve. In questa pagina dall'alto in basso: biglietto della finale; Capitan Scirea che alza la Coppa al termine della gara; i tifosi bianconeri in treno destinazione Basilea; la rosa della Juventus 1983-1984)
Il percorso di Juventus e Porto per ARRIVARE IN finale Sedicesimi Juventus-Lechia Danzica Lechia Danzica-Juventus Dinamo Zagabria-Porto Porto-Dinamo Zagabria
Quarti 7-0 2-3 2-1 1-0
Ottavi Paris St. Germain-Juventus Juventus-Paris St. Germain Rangers Glasgow-Porto Porto-Rangers Glasgow
Haka V.-Juventus Juventus-Haka V. Porto-Schakter D. Schakter D-Porto
0-1 1-0 3-1 1-1
Semifinali 2-2 0-0 2-1 1-0
Manchester United-Juventus Juventus-Manchester United Porto-Abberdeen Aberdeen-Porto
1-1 2-1 1-0 0-1
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Marzo Juve
Auguri al mitico Trap! L'esodo dei tifosi a Braunschweig L'ex allenatore della Juve e della Nazionale ha vinto tutto con i colori bianconeri. In 17.000 per la trasferta del 1968 16 marzo 1930 Renato Cesarini protagonista di Juventus-Cremonese, disputata al campo di Corso Marsiglia, s’impone la Juventus 4-1 con tripletta dell’estroso giocatore, chiude la quaterna la mezzala Zanni. Curiosamente, nello stesso giorno, ma 29 anni dopo (29 marzo 1959) Cesarini verrà nominato direttore tecnico della Juventus.
16 marzo 1981 Antonio Cabrini ha rischiato di essere travolto dall’entusiasmo di un folto gruppo d’ammiratori durante l’inaugurazione di un grande magazzino a Ventimiglia. La notizia della presenza del calciatore alla cerimonia ha fatto accorrere nel centro della cittadina ligure un migliaio di persone, nella ressa è stata anche sfondata una saracinesca, il tutto dovuto alla calca. Cabrini riesce a porsi in salvo uscendo da una porta secondaria. 16 marzo 1983 Serata indimenticabile al Comunale di Torino, si disputa il ritorno dei quarti finale di Coppa Campioni. La
Juventus affronta l’Aston Villa, detentore del trofeo. Gli inglesi battuti all’andata 2-1, escono sconfitti anche dal Comunale per 3-1, marcatori di serata Platini (2) e Tardelli. 17 marzo Auguri a Giovanni Trapattoni, ex allenatore della Juve e della nazionale. Come allenatore bianconero ha vinto tutto! Alla guida della Juve dalla stagione 1976/77 sino al 1985/86, rientra in bianconero nel triennio 1991-1994. I suoi trionfi lo descrivono come l’allenatore più vincente nella storia della Juve: 6 Campionati, 2 Coppe Italia, 1 Coppa Campioni, 1 Coppa Coppe, 2 Coppe UEFA, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Intercontinentale.
18 marzo 1968 I tifosi della Juventus preparano la trasferta di Coppa Campioni per lo spareggio di Berna tra Juve e l’Eintracht di Braunschweig, la mancata diretta tv (non sarà neanche trasmessa una differita della partita), fa accorrere i tifosi al seguito della squadra. Il Rag. Amerio della segreteria Juventus comunica la vendita di circa 17.000 biglietti tra Torino, Svizzera e Germania. Sono approntati diversi pullman da Torino ed un treno speciale da Torino e
agguanta il pareggio che vale la qualificazione. Per la seconda volta nella storia la Juventus si qualifica per le semifinali di Coppa Campioni.
Milano. Uno dei primi pullman di tifosi a raggiungere la Svizzera ha l’amara sorpresa alla dogana di dover pagare 25.000 lire per trasportare bandiere e megafoni. Una trasferta che fece epoca. 18 marzo 2008 La Juventus avrà uno stadio di sua proprietà! Il Consiglio d’Amministrazione del club bianconero, riunitosi oggi per l’approvazione della relazione semestrale al 31 dicembre 2007, ha dato il via libera anche al progetto che prevede la realizzazione di un nuovo impianto sull’area dove sorgeva lo stadio "Delle Alpi", per un investimento complessivo di 105 milioni di euro. 19 marzo 1950 Derby emozionante tra Juventus e Torino che si chiude con la vittoria dei bianconeri (4-3), marcatori di giornata sono Muccinelli, John Hansen e chiude il conto una doppietta di un giocatore che mai abbandonerà i colori bianconeri: Giampiero Boniperti. 20 marzo 1960 La Juventus regola al Comunale la Lazio 2-0 grazie ai gol di Nicolè e Charles, esordio in bianconero ed in Serie A per il torinese Giorgio Rossano che è schierato a centrocampo, per Rossano una data da ricordare, oltre all’esordio festeggia anche il suo compleanno!
22 marzo 1925 Debutto della Nazionale italiana sul campo della Juventus in Corso Marsiglia, la partita è Italia-Francia 7-0, difendono i colori della nazionale i bianconeri Combi e Bigatto. 22 marzo 1936 Muore a Torino Parvopassu Giacomo, avvocato, quarto presidente della Juventus dal 1903 al 1904, succede a Favale e lascia la carica ad Alfredo Dick. 20 marzo 1968 La Juventus affronta nello spareggio di Berna la squadra tedesca dell’Eintracht Braunschweig. Risolve un goal di Roger Magnusson al 56’ e per la prima volta la Juventus accede alle semifinali di Coppa Campioni. Per Magnusson una data da ricordare per sempre, un
goal storico nel giorno del suo compleanno! 21 marzo 1953 È festeggiato dall’ambiente bianconero l’ex giudice di gara Oreste Balbo, che segue come “addetto all’arbitro” le partite della Juventus. Con la gara Juventus-Como, ha raggiunto la centesima partita consecutiva, trasferte comprese, al seguito della Juventus. Anche appassionato fotografo, colpito da un’istantanea in cui si vedevano di spalle Manente, Piccinini, e John Hansen, ha ricavato ambo e terno da giocare al lotto inserendo i numeri di maglia 3, 6, 10: puntati al botteghino con insistenza gli hanno fruttato due ambi ed un terno, la fedeltà di juventino è stata premiata! 21 marzo 1973 Grande impresa della Juventus che affronta in coppa dei Campioni a Budapest l’Ujpest Dozsa per il ritorno dei quarti di finale (0-0 all’andata). Dopo 14 minuti gli ungheresi conducono 2-0. Altafini dimezza lo svantaggio e nella ripresa Anastasi, con una splendida rete in tuffo di testa,
22 marzo 2000 Una triste giornata per la Juventus ed il calcio italiano. A Torino muore Carlo
Parola, protagonista indiscusso prima come calciatore negli anni ‘50 e poi come tecnico. Una vita con la Juventus, da giocatore con 339 presenze dal 1939
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La premiazione di Anastasi, l'esordio di baby-Bettega In amichevole a Liegi Mister Deschamps fa esordire il ventenne Alessandro, figlio dell'indimenticabile Bobby-gol al 1954, due Campionati ed una Coppa Italia, poi come allenatore, conquistando tre scudetti 1960, 1961 e 1975 ed una coppa Italia 1960
23 marzo 1991 La Juve alla vigilia della partita di campionato Roma-Juventus è ricevuta in udienza privata dal Papa Giovanni II. Papa Wojtila ha dedicato mezz’ora alla squadra accompagnata da tutto lo staff dirigenziale e ha voluto conoscere tutti i giocatori donando a ciascuno di loro una medaglia ricordo. Si è soffermato con particolare commozione accanto a Mariella Scirea nel ricordo di Gaetano. Ha parlato in tedesco con Hassler, in brasiliano con Julio Cesar, ha stretto la mano a Schillaci ricordandolo cannoniere dei mondiali. Ha infine apprezzato con curiosità i regali offertogli dalla società: la collezione in argento delle Coppe internazionali vinte dal club, il libro fotografico della società, il pallone con le firme dei giocatori e la maglia numero 10 che il presidente Chiusano ed il capitano Tacconi gli hanno consegnato. Una mattinata davvero speciale che si conclude poi il giorno successivo con la vittoria (1-0) sulla Roma con goal di Casiraghi. 23 marzo 1962 Muore A Torino Eugenio Canfari, uno dei fondatori della Juventus e primo Pre-
sidente, carica che tenne per un anno per poi passarla al fratello Enrico.
pietta di Tevez. 15ª vittoria consecutiva in casa per la Juventus: record italiano di tutti i tempi.
24 marzo 1940 La Juventus si sbarazza al Comunale della Lazio (31) grazie alle marcature di Tomasi, Gabetto e Borel su calcio di punizione. Nell’occasione Varglien II raggiunge le 200 presenze in campionato con la Juventus. 24 marzo 2007 Liegi ospita la Juve per un amichevole contro lo Standard, girandola di gol che Trezeguet rimedia due volte portando il match sul 2-2; nel finale decide un gol di De Camargo che regala la vittoria allo Standard. Al 78’ cambio nella Juventus, mister Deschamps fa uscire Giovinco ed inserisce il ventenne Alessandro Bettega: 37 anni dopo, un altro Bettega esordisce nella Juventus anche se in amichevole. Papà Roberto aveva esordito in bianconero il 30 Agosto 1970, Coppa Italia, a Verona (Verona-Juventus 1-1). 25 marzo 1957 Con l’ingaggio da parte del Torino del giocatore Tacchi, Ermes Muccinnelli pensava di dover cedere lo scettro del più piccolo giocatore della Serie A (1.63). Invece dopo più accurate misurazioni il giocatore granata è più alto di un solo centimetro, lasciando così il pri-
27 marzo 1966 La Juventus s’impone a Firenze contro la Fiorentina (1-0), decide un gol di Gino Stacchini al 44’. La Juventus non vinceva sul terreno dei viola da tredici anni. mato alla funanbolica ala bianconera. 26 marzo 1950 La Juventus batte a domicilio l’Inter (4-2) i gol sono J. Hansen (2), Praest e Muccinelli e per un caso curioso,
anche i gol nerazzurri sono di marca bianconera dovute alle autoreti di Bertuccelli e Parola. 26 marzo 1975 Il bianconero Altafini è invitato a partecipare alla partita che festeggia in Belgio i 15 anni di attività del giocatore Van Himst, con i colori dell’Anderlecht. La selezione mondiale è formata da assi del calibro di Eusebio, Cruyff e Pelè ed è la prima volta che questi campioni giocano insieme. Grande prova di Altafini che sigla una doppietta anche se il risultato finale (8-3) è nettamente favorevole ai belgi. 26 marzo 2014 30ª giornata di campionato: Juventus-Parma 2-1 dop-
28 marzo 1920 Il portiere della Juventus Giovanni Giacone esordisce in Nazionale a Berna contro la Svizzera. Si tratta del primo bianconero ad indossare la maglia della Nazionale, netta la vittoria degli
elvetici per 3-0. 28 marzo 1954 Rocambolesco pareggio casalingo per 2-2 della Juventus (capolista) contro il Bologna; rossoblù in vantaggio di due gol, raddrizza la partita Boniperti al 61’, sembra finita, ma a soli due minuti dal termine Rino Ferrario in mischia segna un gol insperato riportando così la partita in parità. Per “Mobilia” Ferrario si tratta del primo gol in campionato con la Juventus. 29 marzo 1970 Juventus travolgente al Comunale, netta affermazione sul Milan per 3-0. La partita si disputa nel giorno di Pasqua, una domenica da ricordare per Pietro Anastasi, premiato prima dell’inizio
della partita con il premio “De Martino” 1968/69 da parte dell’Associazione Giornalisti Sportivi Lombardi. Pietro ringrazia e sigla due gol splendidi, uno in tuffo di testa e l’altro con una rovesciata “a bicicletta” che manda in visibilio il folto pubblico accorso (50.000 spettatori). La terza segnatura è dell’ala Lamberto Leonardi. 30 marzo 1920 Con l’elezione del nuovo Presidente, l’Onorevole Gino Olivetti avvenuta ai primi di marzo, la Juventus raggiunge un primo traguardo societario, ben 1500 soci così suddivisi: promotori 138, effettivi 849, di cui 549 nuovi, boys 314, Dame Patronesse 199. 30 marzo 1952 Inedito risultato della Juventus in trasferta ad Udine: 7-2. Questo tipo di risultato è stato ottenuto una
sola volta nel Campionati italiano a girone unico. La goleada bianconera porta le firme di: Vivolo (3), J. Hansen (2), K. Hansen (2). Praest raggiunge con questa partita la 100ª presenza in campionato con la maglia bianconera. 31 marzo 1975 Muore a Torino Virginio Rosetta, uno dei più grandi terzini destri del calcio italiano, campione del Mondo nel 1934, partecipò alle Olimpiadi 1920, 1924, 1928, in azzurro raccolse 52 presenze. Nel 1923/24 intraprende la sua lunga carriera con i colori della Juve dove gioca sino al 1935/36. In questo periodo conquista oltre allo scudetto 1925/26, 5 titoli di Campione d’Italia (mitico “Quinquennio” 1930/1935), forma con Combi e Caligaris un terzetto difensivo che passa alla storia del calcio. Sempre alla Juventus inizia la sua carriera d’allenatore contribuendo alla conquista della Coppa Italia 1937/38.
Foto e testi di Ermanno Vittorio
(A pag. 10 da sx a dx: Cesarini; biglietto Juve-Aston Villa; Trapattoni; pulman tifosi; biglietti Juve-Eintracht; Charles; Magnusson; Canfari. In questa pagina da sx a dx: Parola; Stacchini; Altafini; Praest; Anastasi e un suo gol nel derby; Rosetta)
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Speciale Continassa
La cittadella tutta bianconera si avvicina! I lavori nella nuova sede del Club, ossia la cascina, sono a buon punto. E anche il resto dell'area procede spedito...
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i sono delle belle novità sulla realizzazione del progetto Continassa della Juventus. I lavori sulla carreggiata di via Druento (riguardavano impiantistica e condutture) sono terminati, e la viabilità è tornata normale. Sono cominciati anche dei piccoli lavori di restyling, per adeguare alle nuove future esigenze gli spartitraffico di Corso Gaetano Scirea (quelli che si trovano sostanzialmente davanti all’ingresso principale dello Stadium), dove è prevista e già realizzata la via di collegamento tra il corso stesso e via Traves, dal lato opposto della Continassa, dove è stata già realizzata una piccola rotonda. Per quello che riguarda la nuova sede del club, ossia la cascina, i lavori sono a buon punto. È stato realizzato il tetto, e si stanno posando i relativi rivestimenti. Prosegue la ristrutturazione della facciata e la realizzazione degli interni. È già cominciato anche il restauro della vecchia recinzione in muratura del giardino posteriore, (quello dove ci sono tuttora due bellissimi e fieri alberi, che sono lì da parecchi decenni e che sarebbe stato un peccato mortale abbattere). Ma i lavori si stanno facendo interessanti anche in altri segmenti del progetto. Quelli
7 più importanti ed urgenti, sono quelli che riguardano il centro di allenamento. Ricordiamo che dal 1° luglio 2017 la prima squadra dovrà allenarsi nel nuovo Training Center, quindi non è rimasto tanto tempo. Ed infatti è già cominciata la costruzione dei campi da gioco, degli spogliatoi, e dei piccoli edifici di supporto. Per ora si tratta solo della base, ossia il contenitore in cemento armato al cui interno i campi saranno poi effettivamente realizzati. Ma sono già apparsi anche i pali di recinzione dei campi stessi (quelli bianchi nelle foto), dove verranno successivamente applicate
le reti, ossia la protezione utile ad evitare di vedere i palloni invadere tutto il circondario. Inoltre, sono apparsi anche i grandi pilastri in metallo galvanizzato dell’illuminazione (torri faro). Tutto prosegue bene per la realizzazione del media center. Per ciò che riguarda invece l’Hotel, la scuola (World International School), e il Concept Store, gli edifici suddetti non necessitano di una particolare urgenza, e per il loro completamento c’è un po' più di tempo a disposizione. Bisogna ricordare però che le attività della scuola cominceranno già da set-
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tembre di quest'anno. Comunque il tetto del Concept Store sta prendendo forma (parti gialle ad arco nelle foto), e alcuni altri edifici cominciano ad essere dotati di infissi. C’è ancora molto da fare nel complesso, ma per quello che si può intuire dall’esterno, non sembrano esserci particolari ostacoli o impedimenti e la tabella di marcia sarà rispettata. Il J Village si avvicina. Testi e foto
Antonio Catapano
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“Crazeology” Giùlemanidallajuve.com
1. Edifici via Traves 2. Muro recinzione sede 3. Edifici campi da gioco 4. Media Center 5. Torre Faro 6. Edificio parcheggio via Druento 7. Rotonda Traves 8. Campi da gioco 9. Collegamento Traves-Scirea 10. Nuova Sede Juve 11. Tetto Concept Store
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Spettacoli e cultura
'Missione Egitto 1903-1920': l'avventura M.A.I. raccontata Al Museo Egizio di Torino la mostra dedicata alla Missione Archeologica Italiana e a Ernesto Schiaparelli
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ino al 10 settembre, al Museo Egizio di Torino, la mostra "Missione Egizio 1903-1920” - L'avventura archeologica M.A.I. raccontata. Per la prima volta sono riuniti insieme documenti d'archivio e materiali fotografici, taluni inediti, che raccontano l'attività della Missione Archeologica Italiana in Egitto nei primi decenni del XX secolo, tra successi, imprevisti e difficoltà. Ne emergono, i profili
di numerosi personaggi, più o meno noti, protagonisti delle ricerche archeologiche del Museo Egizio. L'esposizione mira a sottolineare la centralità della ricerca nella valorizzazione della collezione, basata sulla lettura contestuale di oggetti e materiali d'archivio, che sono anche rivelatori del profondo legame fra politica e archeologia esistente in quegli anni. Contenuti multimediali, mappe, fotografie di grande
formato, ricostruzioni di ambienti fisici e virtuali regalano al pubblico un'esperienza immersiva e coinvolgente. Le storie dei singoli protagonisti, si intrecciano tra loro e tessono una trama narrativa ampia ed articolata, che illustra l'epopea delle avventure archeologiche italiane nella valle del Nilo. Contemporaneamente agli scavi del Museo Egizio, numerose altre missioni operavano al tempo stesso nel Mediterraneo orientale, dove più si concentravano gli interessi politici italiani. I reperti ritrovati durante queste ricerche, sono giunti in prestito dal Museo Pigorini di Roma, dove confluivano le testimonianze preistoriche ed etnografiche di provenienza nazionale ed estera. I problemi a cui i direttori delle missioni dovevano fare fronte consistevano nel reperimento di fondi, nell'organizzazione logistica
dei trasporti e della permanenza in loco, nell'approvvigionamento di materiali e di rifornimenti, nell'ingaggio dei lavoratori locali. Alle difficoltà delle fasi di preparazione, si aggiungevano anche gli imprevisti più diversi, le dure condizioni di vita e di lavoro sul cantiere, i rapporti con le autorità locali e con i colleghi archeologi, tutte situazioni che rendono ancor più suggestiva e meritoria l'opera svolta in quegli anni. Le energie profuse erano di-
rette ad incrementare la ricerca archeologica, lo studio e l'esposizione dei reperti. Schiaparelli si spese in prima persona presso gli Enti governativi e la Casa Reale, in cerca di fondi adeguati alle esigenze delle indagini sui siti. Nonostante le numerose difficoltà operative, la M.A.I. poteva contare sull'appoggio dei Frati Francescani, di valenti collaboratori locali e del Direttore del Service des Antiquités Gaston Maspero. I molti reperti portati in Italia
testimoniano l'intensa attività di scavo, documentazione, studio e catalogazione svolta sia sul sito sia dopo l'arrivo dei materiali a Torino. Scritti e oggetti presenti in esposizione permettono di contestualizzare la complessità delle variabili di cui si doveva tenere conto, considerando anche le condizioni climatiche, geografiche e socio-politiche dell'Egitto dell'epoca. Il Direttore del Museo Egizio, Christian Greco, ha dichiarato: "Dedicare una mostra alla M.A.I. e a Schiaparelli significa rendere omaggio a uno degli elementi costitutivi dell'identità del Museo Egizio. Questa esposizione non è un mero approfondimento di un segmento della storia del Museo ma è la sottolineatura di uno degli aspetti che reputiamo fondamentali per la vita dell'Egizio: il lavoro di scavo". Paolo Rachetto
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LA CASA SULL’ALBERO Crediamo nell’importanza dei primi tre anni di vita per la formazione del bambino, nel rispetto delle norme quale garanzia di benessere, nel confronto con le famiglie per assicurare continuità nel percorso di crescita NUOVA SEZIONE LATTANTI
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ELISA ZANAGLIO, Miss Juve E
lisa Zanaglio, 24 anni, studentessa dello I.E.D. 'Istituto Europeo del design', realizza ed indossa le sue creature. Nelle foto di questo servizio indossa, con una innegabile eleganza, una borsa interamente da lei disegnata e creata. A fine servizio ha voluto posare con la sua seconda pelle ovvero la maglia di Giorgio Chiellini. Lei che è juventina da sempre, che è cresciuta con il poster del capitano Alex Del Piero in cameretta e che da quando il Pinturicchio ha abbandonato la Juve ha sostituito con Chiellini. "Mi piace perché è umile e lotta fino alla fine” ci racconta “ricordo quando ha zittito Ronaldo facendogli il gesto della papera con le mani… impagabile”. Adesso che si parla di un ritorno di Alex come presidente Juve non ci nasconde che un po' le tremano le gambe, l’attuale dirigenza sta facendo benissimo ma Del Piero è Del Piero... (Francesco Pisani/ Foto Gnech)
Francesco Gabbani ospite al 'GruVillage' Il cantante toscano si esibirà nell'arena della Shopville il 20 giugno prossimo
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'organizzazione della XII edizione del GruVillage, dopo Fiorella Mannoia, ha annunciato il secondo ospite italiano sul palco dell'arena all'aperto della Shopville Le Gru. Si tratta di Francesco Gabbani, che si esibirà il 20 giugno prossimo. Il vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo salirà sul palco dell'Arena di Grugliasco per fare ballare il pubblico con la sua "Occidentali's Karma". La canzone, diventata un vero e proprio tormentone, il singolo più venduto in Italia dalla sua pubblicazione, è per la seconda settimana consecutiva al primo posto della classifica airplay radio e video settimanale. Il video, con oltre 45 milioni di visualizzazioni, più di 400mila like e 30mila commenti, è il music video "sanremese" di maggiore successo di sempre su YouTube e, per la seconda settimana consecutiva, si colloca nella classifica dei 100 video musicali più visti al mondo su YouTube. Francesco Gabbani presenterà al Gru-
Village il suo ultimo disco la cui uscita è prevista tra fine aprile e inizio maggio. Il cantautore toscano ha raggiunto il successo partecipando al 66º Festival di Sanremo nel 2016 con il singolo "Amen", vincitore della categoria "Nuove Proposte". Ad oggi, dopo la
pubblicazione di due album in studio e 11 singoli, la FIMI certifica le sue vendite per oltre 100.000 copie con due dischi di platino e due dischi d'oro. Nel corso della sua carriera Gabbani ha vinto due volte su due partecipazioni il Festival di Sanremo diventando il primo cantante nella storia del kermesse canora ad essersi aggiudicato i due principali premi insieme a Eros Ramazzotti, Marco Masini, Aleandro Baldi, Annalisa Minetti e Arisa. Quest'anno è stato scelto come rappresentante dell'Italia all'Eurovision Song Contest 2017. Le prevendite del concerto di Francesco Gabbani saranno su TicketOne. Il biglietto avrà il prezzo di 17 euro + diritti di prevendita. Il concerto è organizzato da Radar Live. Francesco Gabbani si aggiunge ai Bastille, Alvaro Soler, Jess Glynne, LP, Parov Stelar, Chick Corea & Bela Fleck e Fiorella Mannoia. Paolo Rachetto
amcsrls@yahoo.it
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Spettacoli e cultura La prima escape room a sbarcare, nel 2015, in Italia. Da oggi anche nei centri commerciali. A Torino tripla scelta
Intrappola.TO: gioco di fuga e fenomeno di costume in tutta Europa! I due ideatori: “Oggi contiamo oltre 50 sale nello stivale e da fine 2016 siamo partiti alla conquista dell'estero”
V
labria, il 25 marzo, per poi
divertire gli adulti, ma so-
risalire lo stivale tra Roma,
prattutto i bambini di tutte
Venezia, Brescia e tante al-
le età. Per questo è stato
tre tappe. A Torino occorre-
dato largo spazio a luci,
rà attendere ottobre ma il
colori e fantasia”.
luogo è già stato definito: il
Inoltre per i partecipan-
45° Nord di Moncalieri.
ti o anche solamente per i
“È da oltre un anno che
curiosi ci sarà la possibili-
stiamo lavorando a que-
tà di partecipare al nuovo
sto progetto” ci spiegano i
contest
due ideatori di Intrappolato
mette in premio una va-
Daniele Massano e Stefano
canza a Barcellona in oc-
Gnech, “Non è stato faci-
casione dell’inaugurazione della sede Intrappolato di
intrappolato
che
oglia di giocare e di-
le escape room nei centri
le studiare un format per
vertirsi?
E
commerciali in tutta Italia,
i centri commerciali ma il
Barcellona. Partecipare è
per questo Intrappola.to,
ma in un formato un po’
risultato crediamo sia dav-
semplicissimo basta farsi
leader italiano nel settore
diverso e coinvolgendo un
vero ottimo. Come sempre
una fotografia con il logo
delle escape room, vuo-
format di persone nuovo”,
la nostra società leader
intrappolato e postarla sul-
le continuare a stupire.
spiega Gianfranco Tomma-
nel settore è alla ricerca
le pagine fb del concorso…..
Per farlo questa volta ha
selli, Sales Manager della
di soluzioni e format inno-
e preparare le valige…...
trovato una strada anco-
Publievent,
vativi. Siamo stati i primi a
Ciliegina sulla torta è il
diffondere le escape room
prezzo: totalmente a carico
in Italia, oggi contiamo ol-
dei centri commerciali. Per
tre 50 sale nello stivale e
prenotarsi ci saranno de-
da fine 2016 siamo partiti
gli appositi desk vicino alle
alla conquista dell’estero
stanze allestite. Non potre-
con le aperture in Spagna,
te sbagliarvi, insomma. Ma
Francia e Ungheria.”
tenete gli occhi aperti, per-
L’idea è da subito piaciuta
ché è probabile che i posti
e moltissimi imprenditori
andranno letteralmente a
stanno pensando alle esca-
ruba…
Sempre!
azienda
che
pe room come forma di intrattenimento
alternativa.
Omar Coiana imprenditore della ristorazione che ha ra inesplorata: quella del
opera nel mercato dell’in-
portato i fast food american
mall, termine americano
trattenimento.
part-
style della America Graffiti
per indicare i grandi centri
nership con Intrappola.to,
in Piemonte con ristoran-
commerciali. Non lo trove-
porterà in tutte le regioni
ti aperti a Torino, Rivoli,
rete propriamente tra gli
italiane queste nuove stan-
Ivrea, Cambiano e all’Area
scaffali, chiaramente, ma ci
ze “pop-up”, ovvero per cir-
12 a due passi dallo stadio
manca poco.
ca 10 giorni in ogni città.
della Juve ne è entusiasta e
“L’idea è quella di portare
Da dove si parte? Dalla Ca-
si spinge oltre auspicando
In
un format in pianta stabile per i suoi locali. I format in cantiere sono due: la Friends Room e la Family Room. In entrambe si potrà giocare in massimo 4 persone e ogni sessione avrà una durata di 20 minuti. “La grande novità”, ci tiene a sottolineare Tommaselli, “è soprattutto la stanza dedicata alla famiglia, perché è studiata per
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