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amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VI - N. 20 - 11 APRILE 2017 - Copia omaggio 3 domande a BB
La Partita/Il Punto
Squadra Ospite
Accadde il...
“Bianconeri mai così all'altezza come stavolta. Messi-Dybala sfida stellare. Anche Maradona ha consacrato la 'joya'”
Vendicare Berlino per continuare a sognare. Bonucci e compagni arrivano lanciatissimi al big-match
Parola d'ordine blaugrana: mai più come a Parigi! I catalani 'scottati' dalla trasferta francese
Nel 1970 il primo Juve-Barça. Doppio trionfale successo per i torinesi in Coppa delle Fiere
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JUVE, NOTTE DA SOGNO
QUESTA SERA ALLO STADIUM LA GARA DI ANDATA DEI QUARTI DI FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE. ALLEGRI E I SUOI RAGAZZI CERCANO L'IMPRESA PER CONTINUARE L'AVVENTURA EUROPEA JUVENTUS-BARCELLONA | MARTEDÌ 11 APRILE ORE 20.45
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3 domande a... Bruno Bernardi
“Juve, mai così all'altezza come stavolta” “Messi-Dybala, sfida stellare. Anche Diego Maradona ha consacrato la 'joya'. E Higuain ha fame di gol...”
B
runo Bernardi, è il momento di JuventusBarcellona. Questa sera, in uno Stadium stracolmo di passione, si sfidano due candidate alla vittoria finale in Champions League. La squadra di Allegri arriva in buone condizioni a
questo appuntamento decisivo? Credo che la Juve sia consapevole di avere i numeri vincenti per eliminare Messi e compagni anche se sarà una lotta apertissima. Mai la Juve, da quando è tornata a calcare i campi più importanti, aveva ancora avuto un gruppo di giocatori cosi forti, cosi eterogenei, cosi fisicamente all'altezza di un doppio scontro contro l'armata catalana. Questa Juventus è pronta. Sotto tutti gli aspetti. Tecnico, tattico, atletico. E anche dal punto di vista psicologico Buffon e compagni potranno guardare dritto negli occhi gli avversari. In questo big-match c'è anche il duello Messi contro Dybala. Una grande sfida nella grande sfida...
go Armando Maradona, il quale potrebbe presentarsi come una sorta di arbitro tra i due grandi connazionali mancini che più lo ricordano. Ha detto Diego, di Dybala, che si tratta di un fenomeno. Non glielo aveSuarez e Bonucci
Dybala
Sono due grandi giocatori. Uno già consacrato e che ha fatto collezioni di 'Palloni d'oro'. L'altro che ha voglia di misurarsi con il più forte argentino dell'ultimo decennio. Che sia una partitissima nella partitissima lo si capisce anche da un giudizio rilasciato da Die-
EL DIVINO CLUB
guain cosa diciamo? E, Messi a parte, chi le piace di più della squadra catalana? Come bomber Higuain ha pochi rivali al mondo. E la Juve ha la fortuna di averlo dalla sua parte. Higuain è 'pieno di fame da gol' e voglia di vincere con la Juve quel titolo da alzare al cielo di Cardiff. Aggiungendo la Champions League magari ad altri trofei come il sesto scudetto consecutivo della Juve e la coppa Italia. Sarebbe un 'triplete' da leggenda. Del Barcellona mi piace molto Suarez, uno che va per le spiccie, concreto, dotato di fiuto innato del gol. È meno elegante di
vo mai sentito affermare per nessuno quando giocava e neanche dopo. Questo dimostra quanto Diego sia rimasto impressionato dal suo connazionale. Inoltre, a chi gli chiedeva se era preoccupato per i successi raccolti da Messi, Maradona ha risposto: “Segnerà più gol di me ma i miei gol sono più belli”. A proposito di argentini: per quanto riguarda Hi-
Higuain
Neymar ma è dotato di un gran fiuto del gol. Senza dimenticare poi il sempiterno Iniesta... Roberto Grossi
Messi
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Hanno collaborato Bruno Bernardi Carlo Bianchi Antonio Catapano Stefano Ferrero Enrico Heiman Ezio Maletto Paolo Rachetto Giovanni Rolle Marco Sanfelici Marco Venditti Ermanno Vittorio
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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 17 DI LUNEDÌ 10 APRILE 2017
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La Partita
Vendicare Berlino per continuare a sognare I bianconeri arrivano lanciatissimi al big-match. Ma il Barça, nonostante qualche assenza, rimane fortissimo
A
distanza di due anni, si ritorna a respirare aria di alta quota, lassù nell'Olimpo delle 8 migliori squadre d'Europa, luogo frequentato abitualmente da squadre spagnole e tedesche, lasciando al resto del continente le briciole. Questa volta però il lotto annovera tutti i maggiori campionati continentali, giacché il Monaco profuma di Francia, il Leicester esporta la Premier League in cui a subire la Brexit sono gli squadroni tradizionali, l'Italia schiera se stessa. Non è un errore, ma una realtà: c'è la Juventus, l'esatta equazione dell'Italia calcistica conosciuta ed ammirata all'estero. A distanza di due anni ritorna una sfida epica, che nel passato ha dato responsi alterni, che ha prodotto gioie e dolori in riva al Po come all'ombra della Sagrada Familia. Juventus e Barcellona si affrontano in un quarto di finale in cui nulla è scontato, che può signifi-
Il 'muro' difensivo bianconero eretto a Berlino
Dal 1970 quante sfide emozionanti! L Pogba e Messi nella finale di Berlino
care vendetta per la finale di Berlino o un momento di continuità nella storia leggendaria di un “equipo” al top mondiale. I catalani giungono a Torino con alcuni punti interrogativi. Ed alcuni infortunati di troppo. È il caso di Arda Turan e Aleix Vidal, fuori dai giochi per infortuni muscolari e di Rafinha reduce da intervento chirurgico. Busquets è squalificato. A prima vista sembra che proprio il centrocampo, fonte inesauribile del gioco blaugrana, sia il reparto che esce più meno-
mato dalle assenze. Anche se, potendo sempre contare su Rakitic ed Iniesta, il livello rimane altissimo. Davanti non ci sono sorprese, la qualità è enorme e solo il nominare Neymar, Suarez e Messi non fa dormire sonni tranquilli a qualsiasi avversario. Eppure Luis Enrique è alle prese con una stagione dagli alti e bassi, con una Liga vissuta tuttora dietro gli eterni rivali del Real Madrid. La sconfitta rimediata sabato scorso a Malaga aumenta il distacco dalla Capolista madrilena, nonostante un suo mezzo passo falso. Anche il cammino in Champions non è stato esaltante. Basti rammentare le modalità di superamento degli ottavi che ha del rocambolesco, ai danni di un PSG che medita ancora adesso sulla grande occasione gettata alle ortiche. La Juve arriva all'appuntamento in testa alla classifica della serie A, con la finale di coppa Italia centrata e con l'entusiasmo
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a prima volta tra Juve e Barcellona fu nel 1970. All’epoca coppa delle Fiere, l'odierna Europa League. In entrambi gli scontri vinse la Juve 2-1. La prima gara al Camp Nou il 20 ottobre del 1970. Il ritorno al comunale di Torino il 4 novembre. Dovettero passare ben 16 anni prima che le due compagini si confrontassero ancora: coppa campioni. Prima gara al Camp Nou il 5 marzo 1986 e la Juve subì la prima sconfitta contro i catalani. Partita risolta da Julio Alberto al minuto 37. Il ritorno al comunale il 19 marzo: Archibald alla mezz’ora con un colpo di testa battè Tacconi. Il pari fu firma-
di giocarsi le proprie possibilità senza paura. Per una compagine come quella bianconera deve essere la norma calcare scenari di questo tipo. Tutti gli anni, con abituale costanza che porta a vincere e primeggiare. In questa ottica mister Allegri adotta già da tempo un oculato turnover. Le forze vanno centellinate per affrontare un finale di stagione che potrebbe consegnare la squadra alla leggenda, ma che nasconde ancora una notevole quan-
to da Platini alla fine del primo tempo e rimasero indelebili le occasioni sciupate da Marco Pacione che in quella gara sostituiva Aldo Serena. Altre due gare, stavolta in coppa delle coppe. La prima gara di semifinale a Barcellona, 10 aprile 1991, vittoria 3-1 dei blaugrana. Il ritorno al Delle Alpi terminò 1-0 con goal di Baggio al minuto 61. Juve ancora eliminata. Gli ultimi incontri sempre in Champions League. Il 9 aprile 2003, 1-1 a Torino. Ritorno a favore dei bianconeri che si imposero sul campo catalano 2-1. Ultimo confronto questa volta in gara secca e prima volta in finale tra le due squadre 2
tità di imprevisti ed insidie. Recupera Mandzukic, Pjanic è incerto (ma il Marchisio visto contro il Chievo rassicura), il duo argentino Dybala–Higuain è al top della forma. La difesa continua a dimostrare compattezza, a differenza dell'omologa avversaria. Nel confronto di esse può celarsi una chiave di svolta delle due partite. Perché sarà necessario all'andata tenere inviolata la porta bianconera, forse ancora di più che cercare la segnatura multipla.
anni fa a Berlino. 6 giugno 2015: Juve sconfitta 3-1. Una grossa occasione di Tevez fu mandata dall’argentino di poco sopra la traversa e un rigore netto non fu concesso a Pogba. Quel Barcellona, rispetto a quello attuale, era più costante e visibilmente più forte. La Juve perse la sesta finale su 8 disputate. Nei ricorsi storici, come questa sera anche nel 2003 la gara di andata fu disputata a Torino e la Juve, come detto in precedenza, pareggiò in casa 1-1 e poi vinse al ritorno 2-1. Chissà che non porti bene? Marco Venditti
È una precisa convinzione di Allegri, secondo il quale tutto si deciderà comunque al Camp Nou e costringere il Barça a scoprirsi per rimontare potrebbe rivelarsi un'altra chiave di risoluzione della doppia sfida. Se a Torino c'è rispetto e considerazione per i blaugrana, a Barcellona sono consapevoli che sarà molto dura per loro. Che il sogno delle “grandi orecchie” si alimenti, dunque. Marco Sanfelici
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Squadra ospite
Parola d'ordine blaugrana: mai più come a Parigi! I catalani 'scottati' dalla trasferta francese. Male in Liga, ora puntano tutto sulla Champions
Bonucci contro Suarez
S
iamo finalmente ai quarti, visto che ormai da più parti (vero Simeone?) si considera la vera Champions League quella che si disputa appunto negli ultimi due mesi di competizione. Certamente le due semifinali più avvincenti saranno quelle fra Real Madrid e Bayern e fra Barça e Juventus, visto che nelle altre due abbiamo
come favoriti sia l’Atletico Madrid (che sia il suo anno come pensano in molti sulle sponde del Manzanares?) che il sorprendente Monaco, giusto giustiziere del City. Da circa due mesi Luis Enrique ha cambiato modulo alla sua squadra passando da uno spinto 4-3-3 ad un più robusto 3-4-3, rinforzando quel centrocampo che molte
volte non ha protetto bene la difesa e che necessitava di un giocatore in più, orfano di un Xavi vero metronomo e uomo in più là in mezzo. La difesa è diventata a tre con il sempre presente Mascherano accompagnato da Piqué e Umtiti, con un centrocampo a quattro formato da Rakitic, Busquets (assente a Torino), Iniesta e Sergi Roberto (con le variabili del turco Arda Turan o del portoghese André Gomes) mentre là davanti i soliti tre della MSN ossia Messi, Suárez e Neymar. Nulla da fare per Rafinha, che aveva recentemente preso il posto di Messi sulla destra spostando l’argentino più al centro, reduce da un grave infortunio, ne avrà per quattro mesi e per lui stagione finita. Il morale non è dei migliori in quanto
nell’ultimo turno di campionato i blaugrana si sono lasciati sfuggire l’opportunità di agganciare il Real Madrid (dopo il pareggio nel derby) in testa alla classifica perdendo inopinatamente a Malaga 2-0. Si è ritornati alla difesa a 4 addirittura con Mascherano schierato terzino destro e Jordi Alba sulla sinistra, assetto tattico usato per 9 volte su 10 dalla squadra in assenza di Busquets (prove generali per Torino vista l’assenza dello squalificato centrocampista?). Nel secondo tempo sotto di un gol c’e stato un aggiustamento sostituendo il centrale Mathieu con Sergi Roberto schierato laterale di destra e riportando Mascherano a far coppia centrale con Umtiti. Prestazione scialba soprattutto là davanti con in aggiunta l’espulsione di Neymar che potrebbe addirittura saltare il Clásico del 23 Aprile. Ricordiamo che Luis Enrique non ha badato a spese negli ultimi tre anni della sua gestione (ben 331 i milioni spesi, 40% in più rispetto ai rivali blancos di Madrid) con ben 8 titoli conquistati su 10. Quest’anno hanno fatto loro la Supercoppa di Spagna con il Siviglia entrando anche in finale di Coppa di Spagna contro l’Alaves. Rimangono ancora intatte le chances sia in Liga che in Champions. Sul fronte mercato il rinnovo della Pulga argentina si sta facendo attendere con un contratto in scadenza nel 2018 e con soli 9 mesi a disposizione della dirigenza per dimostrare la propria volontà di trattenere Leo. Qualsiasi tentennamento potrebbe risultare pericoloso ed oltremodo rischioso in quanto l’argentino potrebbe svincolarsi da gennaio ed accettare le allettanti proposte provenienti da club europei che stanno chiaramente alla finestra. In verità i pretendenti non sarebbero poi molti, forse solo City, United e PSG visto che parliamo di un contratto di almeno quattro anni alla tutt’altro che irrisoria cifra
Il trio delle meraviglie: Suarez, Messi, Neymar
annuale di 35 milioni netti a lui (70 lordi per il club), una vera follia se paragonata alle cifre di casa nostra. Anche la situazione Neymar non è chiara pur avendo recentemente rinnovato il proprio impegno fino al 2021. Il n. 10 della Canarinha pare non sia soddisfatto e vorrebbe percepire un ingaggio almeno pari a quello dei suoi compagni, Messi e Suárez (la sua clausola rescissoria è sui 200 MM e le sue pretese sono di 25 netti a stagione), Chelsea e United sono sulle sue tracce. La faccenda allenatore rende ancora più incerto il panorama. Luis Enrique ha dichiarato di non voler o poter proseguire causa stress e di aver bisogno di un anno sabbatico (beato lui). Il suo sostituto non è stato ancora scelto, la continuità in panchina porterebbe a pensare al suo attuale secondo Unzué ma si fanno anche i nomi di Valverde (ora all’Athletic Bilbao), Koeman (coach dell’Everton) per passare ai vari Blanc, Sampaoli, fino al prode Frank de Boer, sedotto ed abbandonato dalla dirigenza nerazzurra. Se a tutto questo aggiungiamo che necessariamente verrà richiesto ai blaugrana un ulteriore sforzo nel prossimo mercato tutte le attenzioni vanno su Dybala il cui gioco farebbe proprio al caso loro. Con questi due affari
le casse verrebbero quasi prosciugate, diciamo quasi anche perché da un club che vanta un fatturato ben al di sopra dei 600 milioni di Euro ci si può attendere di tutto. Parlando comunque della doppia sfida sicuramente gli uomini del tecnico asturiano non cadranno
Iniesta
nel tranello, per la seconda volta consecutiva, di disputare una partita d’andata così sottotono come quella di Parigi, lasciando almeno aperta la qualificazione per il ritorno. La Juve mai e poi mai farebbe la figura dei francesi e di questo loro ne sono consapevoli. Sarà un quarto di finale di grande livello e la rivincita della finale di Berlino dove per una parte della gara i catalani dimostrarono di non essere imbattibili e di soffrire oltre il lecito il ritorno dei bianconeri. Insomma la Champions è sempre la Champions, come dicono in Spagna: roba da grandi! Carlo Bianchi
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ControCorrente
“Jo soy barcelonista hasta la muerte” È la frase più ricorrente tra i tifosi catalani, specie in tarda età e intrisi di storica nostalgia di ENRICO HEIMAN
N
on serve la traduzione, tanto è limpido il significato. “Hasta la muerte”, fino alla morte. E non ci sia qualche pinguino di lettore che attribuisca al sottoscritto tale sentimento. A volte il tifo calcistico crea equivoci clamorosi. Se si vuole realizzare un servizio sull’anima del Barcellona, alla vigilia del “demoniaco” quarto di finale di Champions contro la Juventus, non si può non partire da questo punto essenziale. Non serve riepilogare la serie di trionfi degli azul-grana (noi diremmo rossoblù) e neppure citare i tanti fuoriclasse che negli anni hanno trasformato il Camp Nou in una fortezza quasi inespugnabile. Fanno parte della storia. Come i grandi comandanti, alla
città ad ammainare la bandiera e il sogno rivoluzionario. Da qui scaturisce lo spirito, meglio sarebbe dire l’onda indipendentista, che sul piano politico contrappone tuttora l’intera Catalunia alla capitale madrilena. Cioè allo Stato centrale. Occhio però alla terminologia: si dice madrilena e non “madridista”, definizione che spetta solo alle folte schiere dei tifosi del Real Madrid. La rivalità sportiva (e sempre più politica) che oppone le due grandi squadre spagnole, deriva dal desiderio di rivalsa che anima non solo i sostenitori azul-grana, ma un’intera regione che è anche la più ricca sul piano economico di tutta la Spagna. Rivalità che quasi mai ha raggiunto però le bassezze dei “nostri” tifosi napoletani. Ne abbiamo avuto recentissimi esempi. L’episodio risolutivo, che determinò la caduta di Barcellona e la fine della guerra civile, si materializzò nella battaglia dell’Ebro, principale fiume
Neymar
vigilia di battaglie decisive, cercano di scoprire l’anima (e le idee) di chi guida il nemico che hanno di fronte, così anche nel calcio è logico tentare di scoprire l’anima (oggi si direbbe il DNA) della squadra che si deve affrontare. Ecco perché, nella capitale catalana, si è creata nel tampo un’autentica religione del tifo “barcelonista”. Che ha ragioni antiche, non degli ultimi vent’anni. Ma che risale ai traumi e alle lacerazioni della guerra civile spagnola, 1036-1039, non ancora del tutto superati. Guerra che sancì, dopo lotte e battaglie sanguinose cui presero parte, non marginalmente, anche forze italiane e tedesche, la vittoria dell’esercito regolare di Francisco Franco, detto il generalissimo. E in sintesi di Madrid contro Barcellona. Ultima
catalano (marzo 1939), che segnò la sconfitta definitiva delle cosiddette Brigate Internazionali, di ispirazione comunista e di cui facevano parte alcune migliaia di italiani. E condusse al tempo stesso alla vittoria dell’esercito spagnolo del generale Franco, appoggiato ufficialmente da Italia e Germania. Così fu sventata l’ipoteca sovietica in Europa Occidentale, anche se la Spagna impiegò svariati decenni per risollevarsi in modo definitivo e autorevole. In pratica solo verso la metà degli anni Settanta, col ritorno alla democrazia e il ripristino della monarchia. Restaurazioni entrambe volute e auspicate da Franco prima della morte avvenuta nel 1974. Ma torniamo al Barcellona, inteso come formidabile squadra di calcio. Due anni fa, mag-
Lionel Messi
'L’uomo nel mirino'? È il Presidente! I
gio 2015, la Juventus l’ha affrontato nella celebre finale di Champions a Berlino. Finì come sappiamo 3-1 per il Barça, punteggio un tantino severo, che prese forma solo nel minuto finale per un gol del brasiliano Neymar in contropiede. Ma a metà ripresa, grazie a un guizzo di Tevez e tocco finale di Morata, la partita era sull’uno a uno. E per una decina di minuti si ebbe l’impressione che la Juve potesse farcela. Poi arrivò la seconda rete catalana, grazie a valori tecnici superiori e alla fine l’amaro epilogo. Nel Barça di oggi, affidato come allora a Luis Enrique, non c’è più la regia professorale di Xavi Hernandez, emigrato negli Emirati Arabi per raccogliere gli ultimi frutti di una carriera straordinaria. Con annessi lucrosi ingaggi garantiti dai petrodollari del Golfo. Ma in mezzo al campo, nel collaudato modulo 4-3-3, persiste pur sempre la tecnica sopraffina di Andres Iniesta, anche se ha varcato la trentina. Di fianco al quale, in assenza dello squalificato Busquets, dovrebbe agire il croato Rakitic, il biondo che oltre a gittate millimetriche per gli attaccanti sa anche fare gol. Cioè un altro giocatore di classe. Ai lati di questo schema pluricollaudato si affiancano sulle fasce il veloce Jordi Alba e il sinuoso Sergi Roberto. Due esperti palleggiatori. Ma il meglio, in chiave azul-grana, viene davanti dove giganteggia il trio Messi-Suarez-Neymar. Come bloccarli? Non esiste una tattica specifica per frenarne impeto e classe. E’ il gioco della Juventus, nella sua globalità, che dovrebbe riuscire a tagliare i rifornimenti a questi tre satanassi. Un argentino (Messi) quattro volte Pallone d’oro, anche se forse meno
l titolo di un vecchio film di Clint Eastwood lo trovo azzeccatissimo per parlare delle vicende extra-campo di questi giorni. Inutile ridescrivere i fatti, veniamo al sodo. Perché? Qual è l’obiettivo? Semplice: fermare questa Juve schiacciasassi. Come? Con quali mezzi? L’obbiettivo è solo uno: infangare e mandare a casa Andrea Agnelli. Regolamenti e fatti vengono stravolti dalla giustizia sportiva: inutile perdersi nel codice per anticipare la realtà. Il punto è un altro. Nonostante la paura dei tifosi di subire penalizzazioni, non c'è la voglia del sistema marcio del pallone di addentrarsi in terreni pericolosi. Questa volta, rispetto al 2006, la tifoseria 'libera' della Juve non accetterebbe la situazione. Da una mazzata a tradimento il popolo gobbo si risveglierebbe e non seguirebbe il comportamento negligente e molle degli ultras che il 31 agosto 2006, mentre Cobolli e Blanc ritiravano il ricorso al TAR, restarono a casa felici e contenti. Erano solo una ventina quel 31 agosto davanti alla sede del club (compreso chi scrive), e tra questi non c’erano ultras e nemmeno i grandi giornalisti (?) e opinionisti (?) che vanno per la maggiore, indicati come bravi condottieri difensori della Juve. Questa volta il popolo non accetterebbe furti e procederebbe
brillante che in passato; un uruguagio morsicatore (Suarez) che vede la porta in ogni istante della vita; infine il brasiliano Neymar, capitano della sua nazionale, giunto ormai all’apice della carriera. Sabato sera, nell’inattesa sconfitta subita dal Barcellona a Malaga, Neymar in un impeto di follia è riuscito a farsi espellere, dapprima attardandosi per legarsi uno scarpino davanti a un avversario che doveva battere una punizione (giallo), quindi atterrandone un altro con una spallata davanti agli occhi dell’arbitro (rosso). Ecco perché, nonostante l’ane-
per altre vie (club, web, associazioni, ecc). Chi sta armeggiando con questo scandalo lo sa. Quindi tranquilli: chi rischia non è la Juve. Detto questo, esiste un modo più chirurgico per fermare questa Juve vincente: togliersi dai piedi Andrea Agnelli. Questi anni di successi derivano da una sua filosofia aziendale, di derivazione 'giraudiana'. Questa è la sua Juve e fermando lui si ferma la Juve. O almeno così sperano. Chi scrive non ritiene più Agnelli il proprio presidente e di certo non si sperticherà in difese ad oltranza, limitandosi freddamente a guardare cosa succede. Le voci su una sua dipartita dalla Juve girano da un pezzo e ogni tanto capita di leggere cose strane. De Laurentiis, febbraio 2017: «Lo scorso anno i bianconeri ci avevano dato una grande occasione per lo Scudetto, visto come erano partiti male. La Juve ha il fatturato più alto in Italia e si identifica con la volontà di Agnelli di vincere. In gioco è anche la sua carriera all’interno della famiglia, con ruoli in via di definizione: bisogna vedere dopo l’addio alla Juventus cosa accadrà all’interno del club». Ma la Juve tutta e il gruppo Exor hanno dato forti segni di unione di intenti. Agnelli resta ma è lui l’uomo nel mirino. L’inchiesta mira a lui. Il problema ultras e infiltrazioni mafiose è tren-
mico centrocampo della Juventus ed il vizio congenito di sbagliare dieci occasioni da gol a partita, per stasera è lecito coltivare qualche speranza. Nel calcio, specie ad alti livelli, contano molto i momenti in cui si affrontano gli avversari. Stavolta il Barça non sembra imbattibile. Qualcuno dei suoi fuoriclasse non è al meglio. La Juve vista a Napoli in campionato, domenica sera 2 aprile, ha salvato il pareggio ma è stata sovrastata per quasi tutta la partita. Chi lo nega (e sono in molti) non dà prova di obiettività. Meglio il mercoledì in Coppa Italia, dove pur per-
tennale. Oggi ci si sveglia in una commissione parlamentare per scoprire l'acqua calda. Verranno sentiti molti dirigenti del calcio, ma si punta il dito solo verso Agnelli. Pecoraro si inventa un deferimento solo per Agnelli. Chi subirà un processo sportivo è Agnelli, non tutti i presidenti che hanno la mafia in curva da decenni. Ora, se si è capito chi è colui che esegue, non si è ancora capito chi è il mandante. Tavecchio, Lotito, il "fuoco amico" per un cambio di poltrone nel gruppo torinese/olandese? Di sicuro o ci si difende con le tante armi a disposizione del 'Gruppo', o non se ne esce (come con Calciopoli, caso-Conte, ecc). “Chi non punisce il male, comanda che lo si faccia”, disse Leonardo Da Vinci. E che tutti i tifosi gobbi, se mai dovesse servire, facciano la loro parte. Almeno questa volta. Antonio Catapano
dendo 3-2, ha dato prova di vitalità conquistando la qualificazione alla finale, il 2 giugno contro la Lazio. Che Juve vedremo stasera? Domenica col Chievo si è rivisto finalmente un Dybala degno del suo rango. Augurabile che si ripeta, visto che messer Higuain sembra aver ritrovato la vena dei giorni migliori: 4 gol in 2 partite, tra Napoli e Chievo. Ovviamente saranno decisive le scelte di Allegri. Dagli uomini della difesa a tutto il resto, soprattutto a centrocampo, eterno lato debole della squadra. A volte ci azzecca, a volte no. Misteri di Juve, misteri di Champions.
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Forum Giornalisti
Barça favorito ma la Juve può farcela
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er la grande sfida JuveBarcellona abbiamo chiesto ad alcune firme prestigiose del giornalismo sportivo di anticipare per i lettori di 'JuveToro' i temi del confronto. Giornalisti che seguono quotidianamente le gesta della formazione bianconera, sulla carta stampata (Barillà e Vaciago) e in televisione (Balzarini).
ANTONIO BARILLÀ (CORRIERE DELLO SPORT-STADIO) “Penso che la Juve ed il Barcellona abbiano rispettivamente il 50 per cento di possibilità a testa di passare il turno. Ritengo infatti che i bianconeri abbiano le qualità tecniche, intensità e determinazione per giocarsela a pari merito contro una squadra fortissima come il Barcellona. Mi aspetto pertanto una doppia sfida equilibrata per tutti i 180 minuti, nella quale Higuain e soprattutto Dybala potrebbero essere le armi vincenti per i bianconeri. Non trascurerei neppure la voglia di rivalsa di Dan Alves, dal quale mi attendo una grande prestazione contro la sua ex squadra”. GUIDO VACIAGO (TUTTOSPORT) “Direi 60 per cento per il Barca e 40 per i bianconeri. Ritengo infatti ancora il Barcellona la squadra più
Bonucci contrasta Messi. Sullo sfondo Buffon
forte del mondo, nonostante nel campionato spagnolo il Real Madrid sia in questo momento davanti ai catalani. Probabilmente è un Barca un po’ meno forte rispetto alla squadra che due anni fa aveva sconfitto la Juve nella finale di Berlino, ma lì davanti ha tre giocatori in grado di fare la differenza in qualsiasi momento. La Juve dovrà cercare in questo doppio confronto di sfruttare le lacune dimostrate dalla squadra allenata da Luis
Enrique nella fase difensiva. Inoltre, nell’andata allo Juventus Stadium mancherà Busquets, che è una pedina fondamentale per gli equilibri del Barca”. GIANNI BALZARINI (MEDIASET) “Il Barcellona ha il 60 per cento di possibilità di passare il turno: è una squadra che rispetto al recente passato appare più vulnerabile ma si tratta comunque di un gruppo abituato alle grandi sfide ed
è sufficiente citare i nomi di Massi, Suarez e Neymar per spiegare la caratura degli avversari contro cui dovrà battersi la Juve. Il fatto che abbia perso nell’ultima partita col Malaga non lo interpreterei come un bel segnale per i bianconeri, dal momento che è difficile che il Barcellona sbagli due partite di seguito. Per la stessa ragione non mi aspetto che la squadra di Luis Enrique possa incappare in un’altra serata come quella del 4-0 subito a Parigi. In quella partita è stato come se il Barcellona non fosse sceso in campo
e mi sembra improbabile che ciò possa ripetersi una seconda volta. Per la Juve è fondamentale riuscire a non prendere gol nell’andata allo Stadium, anche uno 0-0 nella prima sfida potrebbe non essere un risultato disprezzabile, in quanto consentirebbe agli uomini di Allegri di giocarsi il tutto per tutto nel ritorno al Camp Nou. Confido nelle giocate di Dybala, un elemento che per la sua capacità di inserirsi tra le linee si sposerebbe anche con il gioco del Barca”. Giovanni Rolle
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Speciale Società Piemonte
Alla scoperta della Unione Sportiva Ceresole d'Alba La società del Presidente Maurizio Bartolini è nata nel 2005 sulle ‘ceneri’ della vecchia U.S. Ceresole
L
’attuale ADUS (Associazione Dilettantistica Unione Sportiva) Ceresole d’Alba è nata nel 2005 sulle ‘ceneri’ della vecchia U.S. Ceresole fondata nel 1982 ma, arrivata al termine della stagione sportiva 2003/2004, con una situazione economica deficitaria e con alterne fortune in ambito sportivo tra 3° e 2° categoria. Il nuovo direttivo pose alla base di questa società alcune idee ben precise ed alcuni valori indispensabili: • Associazione fatta da volontari appassionati di calcio.
• Associazione che dovrà portare avanti la cultura dello sport nel paese e per il paese ed i suoi cittadini. • Sport, divertimento ed educazione devono essere alla base di ogni squadra che nascerà. Si è riniziato quindi tutto da zero, impostando una squadra di 3° categoria fatta principalmente da tutti i giovani e meno giovani del paese, con qualche valido inserimento dai paesi vicini e che, dopo 12 anni con risultati altalenanti, ha sempre viaggiato nelle parti medio alte della classifica e sfiorato più volte la promozione. Nel 2008 nasce, sempre con lo stesso spirito di divertimento e passione, la squadra femminile di Pallavolo che partecipa per 2 anni al campionato provinciale UISP e che poi si trasforma in una squadra “mista”, inserendo dei baldi ‘giovanot-
ti’; tutt’ora partecipa al campionato UISP di categoria. Nel 2010, grazie ad altri ‘volontari’, è nato anche il ‘settore giovanile’ con una squadra di ‘Esordienti’ il cui gruppo storico di ceresolesi milita ancora oggi nel campionato Juniores, dopo aver partecipato a tutti i campionati di categoria, inserendo negli anni altri giovani provenienti anche dai paesi vicini e perdendo ‘pochi pezzi’, segno della bontà del gruppo e di chi li seguiva. Negli anni successivi si sono poi formate altre squadre di pulcini e di esordienti. Si è sempre cercato di trasmettere ai bambini ed ai ragazzi, la passione per lo sport, l’educazione e la voglia di divertirsi. Attualmente abbiamo una squadra di pulcini misti 2007 e di ‘primi calci’ 2009. Nel 2010, viene formata anche una squadra di giovani calciatrici che partecipano al campionato UISP femminile di calcio a 5, la quale si dimostra subito una squadra ben composta ed allenata e che vincerà il proprio campionato nel 2015; attualmente è in vetta alla classifica con 8 punti di vantaggio. È la squadra che ci sta dando le maggiori soddisfazioni nei risultati. Siamo operativi anche a livello sociale, collaboriamo con il servizio dell’elisoc-
corso del 118 e negli anni abbiamo partecipato a due corsi di formazione denominati “Atleti Domani” organizzati e finanziati dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo con indirizzo la disabilità, la preparazione e l’istruzione dei dirigenti sportivi verso persone e atleti con disabilità sia fisiche che mentali. Tutti i dirigenti inoltre hanno partecipato al corso di formazione per l’uso del D.A.E., il defibrillatore semiautomatico presente in tutti i nostri impianti sportivi. Da ricordare che il nostro
impianto sportivo principale è stato intitolato ad un nostro illustre concittadino, il magistrato e capo della Procura della Repubblica a Torino, Bruno Caccia, assassinato nel 1983 dalla ‘ndrangheta contro la quale lottava da tempo.
Egli amava trascorrere i fine settimana e le ferie nella sua casa in paese. Il campo da calcio a 5 presso le scuole è invece intitolato al Carabiniere Massimo Guerini, morto nel 2003 a Ceresole durante uno scontro a fuoco dopo una rapina.
Direttivo Unione Sportiva Ceresole d'Alba • Presidente: Bartolini Maurizio • Vice Presidente: Michielin Lorenzo • Segretario: Paganotto Bruna • Resp. Settore Giovanile: Antonioli Stefano • Cassiere: Bizzarri Daniela • Dirigenti: Bonetto Settimo, Demichelis Fabio, Dova Gianni, Fusco Franco, Paganotto Sandro.
Impianti Sportivi (Tutti gli impianti sono provvisti di luci per il “notturno”) • Campo principale a 11 in erba naturale ‘Bruno Caccia’ e campo da allenamento • Campo da calcio a 5 in erba sintetica ‘Massimo Guerini’ • Palestra delle scuole per basket e pallavolo • Campo da Tennis in terra rossa operativo da aprile a ottobre • Campo da Beach Volley operativo da maggio a ottobre. Al termine dell’attuale stagione sportiva stiamo approntando diverse attività, tra le quali: • Maggio: 3° edizione Memorial “Bonetto/Caratto” riservato cat. Pulcini 2007/2008 e 2009/2010 presso l’impianto “Bruno Caccia”. • Giugno: 11° edizione “M. Guerini” torneo di calcio a 5 maschile, libero e limitato a calciatori di 1° categoria; il torneo si svolge presso l’impianto polivalente “M. Guerini”.
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Il Punto
Finalmente è giunta l'ora del calcio vero! È
finalmente giunta l'ora: del calcio vero, quello che conta e si nutre di partite del genere, saziando allo stesso tempo chi ama questo gioco al punto di trascendere gli interessi di bandiera e/o di campanile. La prima sera in cui, dacché iniziò il viaggio verso Cardiff, distante adesso la miseria di quattro partite, ma lontanissima per la perigliosità delle selve oscure da attraversare, sarà davvero messo alla prova il valore effettivo di una creatura che in estate, con eccessiva faciloneria e disinvoltura, cortigiani e cacciatori di consenso d'accatto hanno dipinto come la miglior Juventus degli ultimi cinquant'anni. “O muse, o alto ingegno, or m'aiutate; o mente che scrivesti ciò ch'io vidi, qui si parrà la tua nobilitate”. I versi appartengono al Sommo (Inferno – canto II), ma il pensiero retrostante ben si attaglia agli anelanti conferme o alla preghiera che il “tecnico” attualmente
in carica rivolgerà a Eupalla invocandone aiuto, protezione e una generosa dose d'ispirazione che gli suggerisca come ovviare, o almeno mitigare, agli evidenti limiti tecnici, strutturali e organizzativi di una squadra assai di rado davvero convincente, a dispetto della supremazia esercitata in ambito peninsulare. Attribuire alle sistematiche perplessità suscitate dalle prestazioni di Madama carattere di negatività, significa mortificare l'intelligenza di quanti le hanno osservate senza le lenti deformanti del tifo e pure di chi prova, con irritante superficialità e parimenti inopportuni richiami alle esibizioni circensi, a sviluppare un teorema zoppicante sin dal postulato, perché, brava gente, non è assolutamente vero che a un risultato positivo corrisponda automaticamente una buona prestazione; l'equivalenza è normalmente valida a parti invertite, a
meno che... A meno che non si disponga di individualità talmente talentuose da mascherare le deficienze generali. Quindi, poiché la caratura di un successo deve necessariamente essere tarata sul calibro della concorrenza, sarebbe restrittivo, fuorviante e illusorio, considerare certe dispute alla
stregua di prove di forza, solo perché i riscontri numerici sono stati premianti. A detto riguardo sono state estremamente illuminanti le recenti escursioni nella militarizzata Partenope. Ai confronti con il Barcellona dei piccoli si assegnavano i crismi di probante test da superare per accedere con fiducia e ottimismo all'esame condotto da quello originale; ebbene: al netto dei riflessi contabili, le risultanze scaturite dal rettangolo verde non hanno denunciato un grado di preparazione bastevole ad autorizzare spericolati voli pindarici. Attendismo esasperato, speculazione sull'errore dell'avversario, lentezza nelle transizioni, superficialità nei disimpegni, scarsa prolificità realizzativa e financo la rinuncia a giocare, sono manchevolezze che il football continentale né ammette e né perdona; è un altro sport, una pratica che rovescia completamente il para-
digma invalso nello stivale, cioè la strenua applicazione a non subire, anziché la volontà d'imporre. Oltre confine serve un cuore impavido, chi non osa, peraltro a ritmi alti, è perduto; altroché “halma” e pazienza...! Premesso che la gara1 di un quarto di finale, a differenza di quanto affermano ripetutamente stolti d'ogni genere e specie, non può essere la rivincita di una finalissima; che le due formazioni, rispetto al 6 aprile berlinese del 2015 sono entrambe meno forti e che, ancora una volta, i catalani si gioveranno del pronostico a favore, i bianconeri non partiranno comunque battuti, ma le loro chances di ribaltare il vaticinio contrario non possono prescindere dall'abiura della solita forma mentis. Trattasi, in punta di fatto, della chiave di volta che catalizzerà le attenzioni non ottenebrate dalle situazioni contingenti. Il Paris Saint-Germain, nel bene e nel male, ha il-
lustrato all'universo mondo le modalità di assunzione della suzzacchera blaugrana; trattasi di una bevanda medicinale con zucchero e aceto che Madama dovrà saper addolcire al meglio già dalla prima seduta. Anche per confermare agli occasionali... sostenitori di Messi & C. che la regola del delubro non è un precetto unicamente territoriale, ma soprattutto perché, per il popolo zebrato, “Certe notti somigliano a un vizio, che non voglio smettere, smettere mai...” (Luciano Ligabue). Dopodiché, per quanto sarebbe etico, sportivo e commendevole auspicare che vinca la squadra migliore, siccome il cuore conosce ragioni che la ragione non comprende, è normale che da un punto indefinito dello stesso sgorghino le stesse parole che Nereo Rocco, il paròn, profferì più volte alla vigilia di certe tenzoni: “Ciò, speremo de no!”. Augh. Ezio Maletto
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In auto tra gli animali selvaggi per vivere una giornata indimenticabile animali. Lungo il tracciato segnalato, di circa 5 km, percorribile per un tratto anche a piedi, vivono oltre 50 specie animali tra cui tigri, leoni, ippopotami, zebre, canguri, giaguari, scimmie, puma, bisonti..., ospitati in spazi attrezzati e accoglienti, e poi rettilario, bar Tartaruga e area pic-nic immersi nella splendida natura delle Langhe. Parco Safari delle Langhe Frazione Rea Murazzano (CN) Tel. 0173 791142 Cell. 338 5079432 E-mail: info@parcosafari.it www.parcosafari.it
Lo scorso anno, il Parco Safari delle Langhe spegneva 40 candeline ed oggi fa a tutti gli appassionati uno splendido regalo. Nei mesi scorsi, infatti, sono arrivati a Murazzano alcuni nuovi "ospiti", per la gioia di grandi e piccini. Si tratta di due tigri bianche originarie del Bangladesh, di un leone bianco africano e di due grifoni dell'Himalaya. Animali splendidi che, con l'arrivo della primavera, rappresentano le nuove attrazioni del Parco murazzanese, ormai aperto tutti i giorni della settimana tranne il martedì. Il Parco Safari delle Langhe offre la possibilità di osservare da vicino gli animali, in un percorso che permette di conoscerne caratteristiche e abitudini. La zona cosiddetta "Safari" è percorribile con la propria automobile e permette al visitatore di fare ingresso negli habitat di diverse tipologie di
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Sereni, c’è Liper Security! Professionalità, qualità e attenzione per il cliente Sicurezza... facile parlarne, facile sentirsi dire “Ci pensiamo noi”. Su un tema come questo, invece, è il caso di affidarsi a chi può garantirla dall’alto dell’esperienza sul campo e dalla qualità che può offrire, sia che si tratti di “proteggere” abitazioni e/o locali di privati, sia che si tratti di “tutelare” grandi imprese. Parliamo di Liper Security, a tutti gli effetti una squadra fortemente motivata - e altrettanto preparata - nel recepire le esigenze della clientela e a mobilitarsi per trovare e proporre le adeguate soluzioni. Del “team” Il “benvenuto” a Liper Security è dato con entusiasmo da Valentina e Marisa, due vere voci amiche, pronte a farvi conoscere i servizi dell’azienda. Farete quindi conoscenza con lo staff tecnico, Andrea, Francesco e Mario, esperti nel settore ingrado di valutare i vostri bisogni e di personalizzare la risposta alle vostre necessità. Al vostro fianco avrete anche i consulenti di vendita, Salvatore, Luciano, Roberto e Giorgio, sempre a vostra disposizione. Perché se Liper Security avesse un motto, questo sarebbe “Dalla parte del cliente, a difesa del cliente”. L’azienda propone sistemi di sicurezza, ben sapendo che la fiducia del cliente è fondamentale e non può essere tradita. Il cliente chiede sicurezza, cioè tranquillità, e Liper Security le garantisce. Lo testimoniano anni di attività con una squadra affiatata (dagli impiegati ai tecnici), costantemente aggiornata sull’evoluzione tecnologica del settore e - letteralmente - sempre presente. Un paio di esempi.I tecnici sono di-
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1922-2017. Galup compie 95 anni L’azienda piemontese festeggia con la Colomba Anniversary, la Colomba POP firmata dallo chef stellato Davide Oldani e tante nuove idee per la Pasqua. Sono tante e importanti le novità che Galup ha realizzato nell’anno del suo anniversario per portare gioia, colore e bontà sulla tavola pasquale Potremo gustare la Colomba Anniversary, che celebra i 95 anni dell’azienda dolciaria con un pack pensato per l’occorrenza, la Colomba POP realizzata da Davide Oldani e le eleganti Spring Edition e Illustrated Edition. Tornano poi a grande richiesta i classici della Pasqua Galup, come le Colombine, la Linea Kids, la Colomba Integrale e quella Biologica. Per festeggiare i suoi primi 95 anni, Galup ha studiato un pack d’eccezione. Per la Pasqua 2017, la Colomba Classica, un’istituzione della tradizione pasticcera, guarnita ancora oggi con glassa fatta a mano alla Nocciola Piemonte IGP arricchita da mandorle intere tostate e granella di zucchero, sarà proposta anche in un’elegante confezione rossa, colore che da sempre contraddistingue l’immagine Galup. Dopo il successo natalizio, prosegue anche per Pasqua la collaborazione con lo chef stellato Davide Oldani, che per Galup ha realizzato la Colomba POP, riassumendo in un’unica creazione tutti i principi della sua cucina. Non mancheranno le Colombe Galup incartate in confezioni preparate a mano con l’aiuto di spaghi, rafie e nastri, tra cui spiccano le referenze della Spring e della Illustrated Edition. La Spring Edition porta in tavola la primavera con una coccinella, piccola grande testi-
monial di questa linea che decora gli incarti delle colombe Gran Galup Classica, all’Albicocca e con Amarene e Cioccolato. Altra novità 2017 è la Illustrated Edition, una linea di colombe confezionate in incarti e scatole in legno con illustrazioni d’autore in stile retrò. Protagonisti delle illustrazioni sono le farfalle, due bambini sorpresi con le mani nella cioccolata e una tenera e vivace bambina raffigurata con delicatezza. 5 i gusti disponibili: la Colomba Gran Galup Classica, con Pere e Cioccolato, all’Albicocca, con Gocce di Cioccolato e con Amaretto, Cioccolato e Pesca. Per chi non ha ancora scelto la sua preferita, le Colombine sono un’idea di degustazione perfetta. Quattro diverse colombe in formato mignon contenute in un solo astuccio: una Classica, una con Gocce di Cioccolato, una alle Mele e la Paradiso. Per i più piccoli, torna la Linea Kids. Due colombe –da 100 e 750 g – con cioccolato al latte e una confezione tutta da colorare che riserva sempre una sorpresa: un kit di pastelli a cera! Chi ha a cuore equilibrio e benessere, ma non rinuncerebbe mai al gusto, potrà scegliere la Colomba Galup Integrale, con farina di grano non raffinato nell’impasto, e la Colomba Biologica, preparata con ingredienti provenienti rigorosamente da agricoltura biologica certificata. Galup Srl Via Fenestrelle, 34 Tel. 0121 322228 www.galup.it
pendenti, contrariamente a quanto avviene nel settore, e dunque direttamente coinvolti (e motivati) nella “vita” dell’azienda. Il cliente, inoltre, ha la certezza di avere sempre un solo e unico referente. Vogliamo invece parlare dell’assistenza? Una parola usata incessantemente con i clienti, che spesso devono poi, invece, rassegnarsi ad estenuanti vane attese a un centralino che non risponde... Con Liper Security questo incubo non vi tormenterà. L’assistenza è davvero assistenza, cioè intervento e soluzione di un problema in modo tempestivo.Come? Basta semplicemente fare una telefonata - 24 ore su 24 - e i tecnici Liper Security si attivano. Da sottolineare, per quanto riguarda l’aspetto tecnologico, che Liper Security è specializzata nell’installazione di impianti di sicurezza senza fili, garantendo la massima sicurezza interna, perimetrale ed esterna dell’abitazione, senza rompere muri o tirare cavi: dunque, tranquilli, l’abitazione resterà nelle condizioni originali... Nel caso in cui la casa fosse provvista di predisposizione - o su esplicita richiesta - si provvederà alla progettazione di un impianto tradizionale via cavo. Alle aziende Liper Security fornisce sistemi antintrusione (anche da remoto), antincendio, videocontrollo e controllo accessi. Insomma, con Liper Security potete stare finalmente sicuri e tranquilli. Liper Security Snc via Rivarolo 81 - Frazione Mappano Borgaro Torinese (TO) Tel. 011 2625633
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Maratona Viaggi tra le agenzie ospiti dell'Ente del Turismo Giapponese
C'era anche una saviglianese, a rappresentare l'agenzia Maratona Viaggi di via Cernaia, tra la delegazione italiana invitata direttamente dall'Ente Nazionale del Turismo Giapponese (JNTO) per conoscere meglio il paese del Sol Levante e dare suggerimenti al governo su come migliorare la propria offerta turistica. Un'iniziativa di marketing che il Giappone porta avanti, invitando a proprie spese gli operatori del settore turistico, che una volta tornati nel proprio paese potranno consigliare meglio potenziali visitatori interessati a scoprire l'estremo oriente. Dal 6 al 14 marzo, Elena Lisa ha preso parte al tour organizzato dall'Ente con altri quattro "colleghi" italiani: accompagnata da una guida locale (che conosceva l'italiano dopo aver soggiornato per alcuni anni nel nostro paese), ha visitato la capitale Tokio e le città di Hakone, Kyoto, Osaka, Miajima e Hiroshima. Con la delegazione italiana c'erano anche 5 operatori del settore francesi e 3 spagnoli. “Abbiamo sperimentato direttamente l'esperienza dei tour organizzati che le varie compagnie turistiche propongo-
no - spiega Elena -. Ogni giorno, seguendo un programma molto fitto, abbiamo visitato città, monumenti, attrazioni turistiche. Tornati in hotel, abbiamo dovuto compilare un questionario di valutazione sui servizi in generale: organizzazione dei trasporti, puntualità degli spostamenti, effettivo interesse dei luoghi visitati. In altre parole, su come poter eventualmente migliorare l'offerta”. Offerta che secondo Elena è già particolarmente ricca. “Quello che colpisce del Giappone è certamente l'ordine e l'organizzazione - spiega -. È una realtà completamente diversa rispetto alla nostra, affascinante e misteriosa. Direi l'obiettivo dell'Ente del Turismo è riuscito: quei luoghi mi sono rimasti nel cuore e sicuramente inviterò altre persone a visitarli”. Maratona Viaggi Via Cernaia, 4 - Savigliano (CN) Tel. 0172 370533 E-mail: info@maratonaviaggi.it www.maratonaviaggi.it
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Accadde nel
1970
La prima volta col Barcellona fu trionfale Andata Sedicesimi di finale Coppa 'Città delle Fiere' Barcellona, 20 ottobre 1970 BARCELLONA-JUVENTUS 1-2 BARCELLONA Sadurni, Rife, Romero, Torres, Gallego, Zabalza, Rexach, Juan Carlos, Marti Filosia, Marcial, Pujol. 12° Reina. All. Buckingham Victor Frederick JUVENTUS Tancredi, Spinosi, Furino, Cuccureddu, Morini, Salvadore, Bettega, Marchetti (82° Causio), Anastasi (74° Novellini), Capello, Haller. 12° Ferioli. All. Picchi Armando Marcatori: 12° Haller, 65° Bettega, 77° Marcial Arbitro: Taylor (Inghilterra) Spettatori 85.000
Vieri alla Roma, Anzolin, Leoncini e Leonardi all’Atalanta, Favalli al Mantova e capitan Castano al Vicenza. Al comando del gruppo Boniperti ha scelto il giovane allenatore Armando Picchi, alla sua prima esperienza da tecnico in A dopo una stagione nella sua Livorno dove porta la squadra dalla zona retrocessione al 9° posto. L’attesa è molta, il campo d'allenamento Combi in Via Filadelfia si riempie di tifosi e simpatizzanti che vogliono far sentire la loro presenza come sprono e speranza per quello che verrà. La Juve nel I turno della coppa 'Città delle Fiere' incontra i lussemburghesi del Rumelange, travolti (7-0) a Torino, ed in trasferta (4-0). Il sorteggio del II turno è beffardo: Barcellona! La prima sfi-
L
a Juventus 1970/71 è totalmente rinnovata, la dirigenza con in primis Boniperti ha puntato sui giovani, sono arrivati dalla Roma il trio Capello, Landini, Spinosi, dall’Atalanta il versatile Marchetti ed è tornato dal prestito dal Varese il giovane Bettega che in biancorosso si è aggiudicato la classifica dei marcatori Serie B con 13 reti. Altri arrivi: dall’Atalanta il libero-stopper Zaniboni, l’ala Montorsi ed il funambolico Gianluigi Savoldi, fratello del bomber Beppe. Molte le cessioni: Del Sol, Viganò e Zigoni assieme a Bob
da è al Nou Camp, stadio esaurito, per i molti giovani bianconeri è la prima volta di fronte ad un pubblico così numeroso, solamente Salvadore ed Haller hanno esperienze internazionali di livello. La Juve esce da dominatrice, i blugrana
Ritorno Sedicesimi di finale Coppa 'Città delle Fiere' Torino, 4 novembre 1970 JUVENTUS-BARCELLONA 2-1 JUVENTUS Tancredi, Spinosi, Furino, Cuccureddu (74° Causio), Roveta, Salvadore, Bettega, Marchetti, Novellini (46° Landini II), Capello, Haller. 12° Ferioli. All. Picchi Armando
sono increduli, erano certi di imporre le loro trame e galvanizzati dal successo nel derby contro l’Espanol. Il Barcellona attacca inutilmente, mister Picchi ha studiato le contromosse, difesa solida, centrocampo attento e rapidi contropiedi orchestrati da Capello che inizia a studiare da 'Geometra' del centrocampo, Haller è incontenibile sulla fascia mentre Anastasi con i suoi scatti fa impazzire la coppia centrale Gallego-Torres. Il calcio d’inizio viene dato dai due assi del tennis Rod Laver e Ken Rosewall, presenti a Barcellona per un torneo internazionale. Nella Juve scambio di maglie, Bettega prende il 7 mentre ad Haller tocca la 11. Il Barcellona attacca subito ma è la Juve a passare al 12°: pallone da Cuccureddu ad Anastasi, tocco dell’ attaccante ad Haller che non ci pensa molto e batte subito a rete trafiggendo sulla destra Sadurni. Il Barcellona attacca ma inizia a temere le rapide ripartenze bianconere, il 1° tempo termina con il vantaggio più che meritato della Juve. Nella ripresa raddoppio Juve con Bettega che servito da Anastasi batte Sadurni di sinistro. Il Barcellona ora attacca in massa impegnando Tancredi in parate difficoltose, il gol è nell’ aria ed arriva puntuale a 13 minuti dal termine autore Marcial con una botta da 30 metri che si infila all’incrocio dei pali. La Juve tiene e non molla risultato e prestigiosa vittoria in terra di Spagna.
Foto e testi di Ermanno Vittorio
(Dall'alto sequenza del gol di Bettega; una formazione Juve del 1970-1971; Boniperti e Morini al rientro a Caselle; una 'cartolina' del Barcellona dell'epoca)
BARCELLONA Sadurini, Rife, Romero, Torres, Gallego, Zabalza, Rexach, Juan Carlos (76° Garcia Castany), Alfonseda, Marcial (46° Marti Filosia), Pujol. 12° Reina. All. Buckingham Victor Frederick
a Juve bissa il risultato dell’andata meritando risultato e passaggio del turno. Le incertezze durano solo 4 minuti: fallo di Gallego su Novellini, calcia la punizione Haller di precisione su Bettega che schiaccia di testa battendo Sadurni. Nonostante le assenze pesanti di Anastasi e Morini, la qualificazione è già al si-
Pujol che risolve una mischia in area. Grande soddisfazione al termine della partita, la giovane squadra bianconera ha passato il turno imponendosi ad una squadra più esperta e favorita dal pronostico. Il cammino in coppa della Juve sarà pieno di soddisfazioni con partite indimenticabili come il ritorno in Olanda con il Twente, rimontato nei tempi supplementari (2-2), la semifinale a Torino con il Colonia (2-0) con stadio esaurito e migliaia di persone fuori dai cancelli in attesa dell’apertura che avveniva circa 15 minuti prima del termine partita. Poi la sfortunata finale con gli inglesi del Leeds, andata
curo e diventa certezza con il raddoppio di Capello che conclude uno scambio con Novellini con un tocco felpato a pallonetto sull’uscita di Sadurni, gol molto bello e di classe che infiamma lo stadio Comunale. Il Barcellona trova il gol a soli 5 minuti dal termine con
a Torino con partita sospesa per pioggia al 51° con il terreno di gioco completamente allagato sul risultato di 0-0. Nella ripetizione una emozionante partita che termina 2-2. Purtroppo questo risultato peserà sull’esito finale della coppa. Nel ritorno in Inghilterra,
Marcatori: 4° Bettega, 22° Capello, 85° Pujol Arbitro: Maenning (Germania Est) Spettatori 25.576
L
splendida Juventus di blù vestita ed ancora pareggio (1-1), si aggiudica il trofeo il Leeds grazie al gol segnato in trasferta (2-2): fosse terminata la gara d’andata sotto la pioggia sullo 0-0 la coppa sarebbe arrivata a Torino. Quella fu l’ultima edizione della 'Città delle Fiere', dalla stagione successiva modificata in Coppa UEFA. Una stagione, quella 1970/71, da ricordare per molti motivi, il rinnovamento dà frutti, la squadra migliora mese dopo mese, poi purtroppo la malattia che sconfigge l’allenatore Picchi, sostituito da Vycpalek. Peccato per i calciatori che volevano dedicare il trofeo a Picchi ma questa squadra non deluderà anzi sarà l’inizio di molte vittorie che porteranno gli anni '70 al ritorno della Juve vincente. In quel decennio con la guida di Boniperti e la sagacia dei direttori Allodi e poi Giuliano arrivarono 5 Scudetti ('72, '73, '75, '77, '78), 1 UEFA ('77), 1 coppa Italia ('79), 1 finale di Coppa Campioni ('73), 1 finale Intercontinentale ('73), 1 finale Coppa Italia ('73), 1 finale di Coppa Città delle Fiere ('71).
Foto e testi di Ermanno Vittorio
(Dall'alto Capello, Landini, Picchi, Anastasi e Bettega; sequenza gol di Bettega al ritorno; il gol di Capello; la rosa completa della Juventus 1097-1971)
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Aprile Juve
Il primo storico scudetto bianconero del 1905 Nel 1931 Edoardo Agnelli presidente; i sei gol rifilati al Milan nel 1997; l'incasso record con il Manchester United nel 1984 1 aprile 1984 La Juve s’aggiudica in 'Zona Cesarini' il match casalingo con la Fiorentina (1-0), gol decisivo su rigore di Beniamino Vignola al 90°. Vignola aveva sostituito Platini, colpito alla vigilia da attacco influenzale. Con questa vittoria Juve prima a 37, Roma a 34.
Hansen con 8.934 voti, più distanziati Gren, Nordhal e Nyers che militavano con Milan ed Inter. 4 aprile 1984 Amichevole della Juve a Bologna contro il Toronto Blizzard nelle cui fila milita Bettega; la Juve schiera alcuni ragazzi della Primavera per le convocazioni della nazionale che ha tolto molti giocatori alla rosa. Serata fredda e pioggia battente, la partita termina 0-0.
na nella semifinale-ritorno di Coppa Italia. Sconfitta all’andata 2-1, la partita perfetta disputata dai bianconeri sovverte ogni pronostico. La Juve si impone a Firenze con i gol di Matri, Pereyra e Bonucci. Morata viene espulso nel finale di partita.
presenza in A eguagliando il primato di Silvio Piola che è in tribuna a Torino ad applaudirlo. Bettega sigla il gol n° 3.000 della storia Juve in campionato. Michel Platini sigla il suo gol con una magia: colpo di tacco a scavalcare il libero
8 aprile 1979 Una tripletta di Pietro Paolo Virdis stende al Comunale l’Atalanta (3-0) che schiera fra i suoi 11 sei giocatori che sono stati o saranno bianconeri: Bodini, Osti, Prandelli, Marchetti, Marocchino, Mastropasqua.
premia la Juve. Il portiere Roberto Anzolin raggiunge la 200ª presenza in campionato con la Juve. 14 aprile 2003 Muore a Verona Vincenzo Traspedini, centravanti della Juve 1964/65, con la Juve conquista la Coppa Italia 1965, disputando da titolare la famosa finale all’Olimpico di Roma, vinta contro l’Inter per 1-0 con gol di Menichelli.
dell’Ascoli Scorsa e pallonetto sull’uscita del portiere Brini. 2 aprile 1905 La Juve pareggia 1-1 a Torino contro i campioni in carica del Genoa nella quarta e ultima gara del girone finale del campionato 1905 e ipoteca il 1° scudetto della sua storia che giunge matematicamente una settimana dopo quando il Genoa è fermato dall'US Milanese (2-2). 2 aprile 1931 È ratificato il Consiglio direttivo della FC Juventus con le seguenti cariche: Presidente Edoardo Agnelli. Vice Presidenti Enrico Craveri ed il barone Giovanni Mazzonis. La sezione
tennis con 350 soci è presieduta da Hess mentre la sezione delle bocce con 50 soci è affidata ad Ajmone Marsan. 3 aprile 1952 Il settimanale sportivo torinese “Turin-Juve” lancia un referendum tra i suoi lettori per scegliere il campione straniero preferito. Vince il premio il bianconero Praest con 10.121 voti, segue l’altro danese della Juve
5 aprile 1914 Nasce a Nizza Marittima Felice Placido Borel II, uno dei più grandi campioni della Juve. Terminata la carriera di calciatore, in alcuni periodi condusse la squadra come allenatore. Nella sua prestigiosa carriera bianconera ha raccolto 308 presenze e 158 gol aggiudicandosi gli scudetti 1932/33, 1933/34, 1934/35 e la Coppa Italia 1937/38. Con la nazionale il campionato del mondo 1934.
9 aprile 1905 Nel giorno del turno di riposo del girone finale che vede affrontarsi US Milanese-Genoa, i bianconeri vincono il loro 1° scudetto. Genoa-US Milanese termina 2-2. Classifica finale: Juve 6, Genoa 5, US Milanese 1. I protagonisti del 1° scudetto del 1905: Durante, Armano, Mazzia, Walty, Goccione,
11 aprile 1984 A 14 giorni dalla semifinale di ritorno Juve-Manchester United, i biglietti sono esauriti. Alla sfida assisteranno 64.657 spettatori per un incasso record di 1 miliardo, 143 milioni, 798 mila lire. Partita indimenticabile che darà alla Juve il lasciapassare per la finale di Coppa Coppe. 11 aprile 1973 Semifinale d’andata di Coppa Campioni tra la Juve e gli inglesi del Derby County, la partita si disputa a Torino di pomeriggio, uno splendido sole fa da contorno a questa partita lungamente attesa, tifo alle stelle e Juve
il resto della carriera si commenta da solo: 379 presenze in totale con 25 gol, 3 scudetti e 3 coppe Italia nel suo palmares. 13 aprile 1958 Al Comunale Juve-Bologna. Pioggia per tutta la partita ma nonostante il campo pesante i bianconeri esaltano la loro classe imponendosi 4-1 (Sivori, Charles, Boniperti e Stacchini). L’ennesima rete di Charles consolida il suo primato nella classifica-cannonieri: 27
6 aprile 1997 La Juve vince un 'set' a S. Siro (6-1) sul malcapitato Milan, goleador di giornata sono Jugovic (2), Vieri (2), Zidane (su rigore) e Amoruso. Per il Milan si tratta della sconfitta casalinga più pesante dall’avvento del gi-
Diment, Barberis, Varetto, Forlano, Squair, Donna. rone unico del 1929. 7 aprile 2015 La Juve asfalta la Fiorenti-
10 aprile 1983 Juve-Ascoli 5-0 (Bettega, Rossi 2, Tardelli, Platini). Domenica da ricordare. Dino Zoff raggiunge la 566ª
grandiosa che s’impone 3-1 grazie alla doppietta di Altafini e gol di Causio.
i gol del gallese, segue il sampdoriano Firmani con 22.
12 aprile 1959 Esordio in campionato e nella massima divisione per Gianfranco Leoncini che a 19 anni inizia la sua avventura in bianconero. Esordio non fortunato: Lanerossi Vicenza-Juventus 1-0, ma
14 aprile 1968 Pioggia e vento a Torino per Juve-Brescia. Vantaggio bresciano nel 1° tempo, pareggia Zigoni con un gran rasoterra su punizione, decide Del Sol al 76’. Partita sofferta, ma la volontà
15 aprile 1923 Amichevole al campo di corso Marsiglia, la Juve affronta i francesi dello Strasburgo, partita combattuta con vittoria bianconera 2-1, doppietta della mezzala Blando. Juve in campo con: Combi, Novo, Bruna, Mazza I, Monticone, Bigatto, Ansermino, Grabbi, Giroidi, Blando, Gallo.
Foto e testi di Ermanno Vittorio
(Dall'alto a sx in ordine di data: gol Vignola; Edoardo Agnelli e Borel; titolo Gazzetta dello Sport; Virdis; la Stampa Sportiva che celebra il primo scudetto della Juventus del 1905; Michel Platini; biglietto partita Juventus-Manchester United; Derby County; Leoncini; Traspedini)
amcsrls@yahoo.it
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Spettacoli e cultura
'Cose d'altri mondi' a Palazzo Madama Nella sala Atelier, sino al 11 settembre, raccolte di viaggiatori tra '800 e '900 attraverso 4 continenti e 130 oggetti
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ino all'11 settembre, nella Sala Atelier di Palazzo Madama apre la mostra "Cose d'altri mondi" - Raccolte di viaggiatori tra Otto e Novecento -, un viaggio attraverso 4 continenti illustrato da opere d'arte provenienti dalle ricche collezioni etnografiche del museo e da prestiti di altri musei del territorio piemontese. La mostra, curata da Maria Paola Ruffino e Paola Savio, storiche dell'arte di Palazzo Madama, riconduce a un'epoca in cui con sguardo positivista si studiavano i mondi lontani dall'Occidente e quindi esotici. Una stagione in cui i maggiori musei europei si aprirono ad accogliere reperti e manufatti di popoli e continenti diversi alla ricerca di nuove chiavi di lettura per la propria storia e cultura. Sono esposti più di 130 oggetti, tra armi, strumenti musicali, oggetti sacri, ornamenti, in gran parte mai esposti prima d'ora
al pubblico, entrati nelle collezioni di Palazzo Madama, grazie alle donazioni di diplomatici, imprenditori, artisti, commercianti e aristocratici. All'interno i visitatori troveranno reperti archeologici dell'America pre-colombiana. Tamburi, sonagli e lire congolesi. Pagaie cerimoniali, clave e tessuti in corteccia d'albero provenienti dalle isole dell'Oceania. Testi sacri e sculture buddhiste e manufatti africani, maschere del Mali e della Nigeria. In mostra un pariko (diadema) di penne multicolori usato dai Bororo del Mato Grosso nelle cerimonie. Le opere provengono da due importanti musei etnografici del territorio piemontese: il Museo Etnografico e di Scienze Naturali 'Missioni della Consolata' di Torino e il Museo Etnologico Missionario del Colle Don Bosco. Il percorso espositivo è articolato in 4 principali sezioni: Africa, Asia, Ameri-
ca e Oceania. Nell'Africa si trova una selezione di armi e strumenti musicali raccolti dal marchese Ainardo di Cavour durante un avventuroso viaggio compiuto nel 1862 nella regione detta Sennar (tra Egitto e Sudan), e da Tiziano Veggia, che lavora nella prima metà del '900 alla costruzione di ferrovie in Congo, nonché dai Missionari della Consolata, in contatto con numerose etnie, quali i Bambara nel Mali, gli Yoruba in Nigeria e i nomadi Beja. Dall'Asia proviene la collezione di sculture sacre, stoffe, avori intagliati ed altri oggetti d'uso, esposta per la prima volta, che l'imprenditore Bernardo Scala nel 1880 porta con sé al suo rientro dal Myanmar (allora Birmania). Di particolare fascino i testi buddhisti in lingua Pali, scritti su foglie di palma dorate e chiusi da tavolette in lacca rossa e oro che sono stati restaurati per la mostra, e gli oggetti provenienti dalla Corea donati dal conte Ernesto Filipponi di Mombello nel 1888: ventagli in carta di gelso dipinta e un libro che mostra esempi delle Cinque Relazioni Umane confuciane, in scrittura cinese e coreana a scopo divulgativo. La sezione dedicata alle Americhe: dal Messico gli oggetti precolombiani donati al museo
Nek grande ospite al XII 'GruVillage' L'organizzazione del GruVillage 2017, giunta alla sua XII edizione, ha annunciato il decimo ospite del già ricco cartellone. Filippo Nerviani, in arte Nek, salirà sul palco all'aperto della Shopville Le Gru martedì 11 luglio per presentare il suo “Unici in tour”. Nell’arena Nek regalerà al pubblico torinese le note degli indimenticabili successi dei suoi 25 anni di carriera, fino alle hit degli anni più recenti e ai brani del suo nuovo album per una scaletta che si preannuncia folgorante. Il cantante sarà accompagnato dalla sua band: Emiliano Fantuzzi (chitarra, tastiere e programmazioni), Luciano Galloni (batteria), Chicco Gussoni (chitarra) e Lorenzo Poli (basso). 20 anni fa il successo di “Laura non c’è” (1997) lo ha fatto debuttare nel mercato latino, consacrandolo come un artista di fama internazionale con dieci milioni di
Donalisio, console di Panama. Ignoto il nome di chi abbia offerto al museo la collana d'artigli di giaguaro dell'America centrale; inquietante quasi quanto la Tsantsa, la testa umana miniaturizzata portata sul petto quale trofeo dai guerrieri della tribù Jívaro in Ecuador, offerta ai concittadini da Enrico della Croce di Dojola nel 1873. Infine, l'Oceania con una selezione tra gli oltre 200 oggetti donati nel 1872 da Ernesto Bertea. Avvocato e pittore, Bertea non viaggia perso-
Derby giornalisti in via Trecate per inaugurare il nuovo campo
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iqualificare il complesso sportivo 'Trecate 46' e, di riflesso, la Circoscrizione 3, proponendo alla città di Torino uno dei miglior campi da calcio a 5 del territorio. L'inaugurazione di giovedì 16 marzo è stata un capitolo fondamentale per raccontare la storia del Centro Sportivo di proprietà comunale ma affidato in gestione alla Polisportteam. Presentato al pubblico il nuovo campo da Calcio a 5 ideato e realizzato dalla società torinese, inserito nel contesto sportivo del Trecate 46 che ad oggi può contare su un campo di calcio in
erba naturale, due campi di ‘calcio a 8’ in erba sintetica, l’unica pista di pattinaggio a rotelle coperta e riscaldata di Torino oltre a tre campi da tennis, due in terra rossa e uno in erba sintetica. Un percorso iniziato qualche anno fa e che ha raggiunto la sua maturità con l’investimento da oltre 200.000 euro, con capitali privati,
nalmente oltreoceano, ma acquista forse a Londra questo eccezionale nucleo di manufatti provenienti dalle isole polinesiane e Salomone, di pregio pari a quelli del British Museum. Tra gli oggetti esposti delle clave rompitesta, lance, fiocine, pagaie cerimoniali dipinte e intagliate a intrecci geometrici e alcuni tapa, tessuti fatti di fibra di corteccia battuta e decorata a stampo con motivi di linee e geometrie regolari. Paolo Rachetto
utili per realizzare in due mesi di lavoro il campo da Calcio a 5 di ‘ultima generazione’, coperto da una struttura in legno e pvc e di dimensioni regolamentari. La prima partita è stata un ‘serioso’ derby tra giornalisti, Juventus contro Torino, naturalmente con il sorriso e con la fatica a farla da padrone. Si è imposta la Juventus per 10-4, inaugurando nel migliore dei modi un campo innovativo, una vera e propria perla nel mare dell’offerta torinese sul calcio a 5. Si completa il percorso di riqualificazione di una zona di sicuro non degradata, ma che necessitava di un punto di incontro per gli appassionati di sport: uno sforzo compiuto anche grazie al supporto della Circoscrizione 3. Stefano Ferrero
Polizia, 165 anni di storia in divisa N
dischi venduti nel mondo. Nek ha pubblicato lo scorso autunno “Unici”. L’album è entrato subito ai vertici delle classifiche, è il tredicesimo disco di inediti dell’artista e contiene l’ultimo singolo "Differente”, tra i brani più trasmessi dalle radio italiane, e le hit degli scorsi mesi “Uno di questi giorni” e la title track “Unici”. Il cantante modenese ha appena pubblicato in Spagna, Usa e America Latina il singolo “Unicos” (versione in spagnolo (p.r.) di “Unici”).
nel 1876 dall'imprenditore Zaverio Calpini. Reperti rari e preziosi quali le sculture olmeche, urne cinerarie zapoteche, ornamenti d'oro e idoli della cultura Maya, Mixteca e Azteca, e anche manufatti più comuni quali gli stampi in terracotta a rilievo per decorare il corpo o i rocchetti in ossidiana da inserire nei lobi delle orecchie, che trovano sintonie inaspettate negli usi e nella cultura contemporanea. Dal Perù arrivano i pettorali e pendenti in argento e oro donati da Giovanni Battista
egli ambienti della Piccola Guardaroba, Gabinetto Cinese e Camera Nuova a Palazzo Madama a Torino, dal 10 aprile al 1° maggio, è allestita una mostra che, pur non essendo esaustiva per una storia così lunga e ricca di eventi, presenta in sintesi le diverse fasi storiche del corpo di Polizia dall’origine nel 1852, quando venne fondata da Re Carlo Alberto di Savoia come Polizia municipale, fino alle più recenti specializzazioni: dalle unità cinofile ai sommozzatori, dagli sciatori agli elicotteristi. Un’occasione per celebrare il 165° anniversario della fondazione della Polizia. Attraverso l’esposizione di oltre 30 oggetti, la mostra ripercorre cronologica-
mente l’evoluzione del Corpo, presentando al pubblico molte curiosità: dal vecchio chepì, il tradizionale copricapo militare di metà Ottocento, alla moderna divisa del reparto elicotteristi, dall’antica uniforme dell’Accademia alla moderna divisa femminile, dalla daga di metà dell’Ottocento alla macchina per la rilevazione delle impronte digitali del 1930, alla moto Guzzi “Falcone” negli anni ‘60 in uso alla Polizia Stradale. Il percorso espositivo è arricchito anche da una selezione di immagini storiche, a testimonianza di un’Italia in continua evoluzione, in cui la presenza capillare della Polizia nella vita quotidiana viene documentato nelle foto raccolte con pazienza e passione da tanti collezionisti privati. Nell’insieme, i documenti e gli oggetti esposti raccontano la storia non solo di una Istituzione, ma, soprattutto, le storie di tanti uomini e donne in divisa. Da qui il titolo di una mostra che mette in luce l’impegno della Polizia nel tenere unito un Paese inizialmente tanto diverso tra Nord, Centro e Sud. Mettendo anche in luce il ruolo delle donne, entrate a far parte del Corpo dal 1959, che hanno dato un loro specifico
contributo, distinguendosi soprattutto nel contrasto ai reati subiti o consumati da minorenni e dalla popolazione femminile. I compiti istituzionali, assegnati ai poliziotti nella seconda metà del 1800, riguardavano in particolare “la tutela dell’ordine pubblico, della libertà e delle persone, la repressione dei reati e gli interventi in caso di calamità naturali”. Obiettivi che da un lato sono rimasti immutati, ma che si sono anche evoluti in relazione ai cambiamenti sociali, culturali e tecnologici. La mostra allestita a Palazzo Madama evidenzia questa costante volontà di essere al passo con i tempi. (p.r.)