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amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VI - N. 23 - 14 MAGGIO 2017 - Copia omaggio 3 domande a BB
L'Editoriale
L'Intervista: il 'Fila'
Controcorrente
“La partenza-sprint aveva illuso i tifosi. La discontinuità di Ljajic uno dei fattori frenanti”
Una stagione a metà, l'Europa era alla portata! Cairo alle prese con l'incognita del 'Gallo'
Domenico Beccaria è polemico: “Tifosi, sveglia! Avete anche voi il 'braccino corto'?”
30 anni fa il primo trionfo del Napoli. Domenica sfida tra il miglior attacco e la 5a peggiore difesa
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SFIDA TRA BOMBER
BELOTTI CONTRO MERTENS: DUELLO PER IL TITOLO DI CAPOCANNONIERE DEL TORNEO. IL TORO VUOLE CHIUDERE CON DIGNITÀ LA STAGIONE. NAPOLI ALLA CACCIA DEI PUNTI CHAMPIONS TORINO-NAPOLI | DOMENICA 14 MAGGIO ORE 15.00
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3 domande a... Bruno Bernardi
“Toro, la partenza-sprint aveva illuso i tifosi” “La discontinuità di Ljajic uno dei fattori frenanti. Belotti può mettere in fila bomber di statura internazionale”
B
runo Bernardi, il Torino ha ormai poco da chiedere alle ultime tre giornate del torneo. Però la sfida contro il Napoli propone l'interessante duello tra Belotti e Mertens valido per il titolo di capocannoniere del campionato... Sì, conta molto per l'immagine di Belotti questa sfida,
per il suo futuro immediato e non. Conta per l'orgoglio che può provare chi, a soli 23 anni, ha l'occasione di mettere in fila, in questa speciale graduatoria, bomber di statura internazionale come Dzeko, Higuain, Mertens e Icardi. Belotti sa che dovrà rinforzare la sua 'posizione' a suon di reti, iniziando subito dalla sfida contro i partenopei. Impresa non facile perché il Toro ha alcune defezioni nella formazione che affronterà il Napoli di Mertens, uno dei concorrenti più insidiosi per il 'Gallo'. Belotti è la bella novità di un Toro che purtroppo non è riuscito, nonostante i suoi gol, a fare un salto di qualità, ossia a ritrovare l'Europa dopo due anni di attesa. E pensare che bastavano sei punti, bastava trasformare due rigori in più tra quelli 'pesanti' e sbagliati dai granata per contare al tavolo grande del calcio europeo.
Anche Mertens è stato una rivelazione in questo ruolo di bomber. Mentre il Toro, invece, qualcosa in più poteva dare quest'anno, dopo un inizio di stagione che aveva promesso molto... Si, Mertens è l'altra rivelazione - anche se è al Napoli già da qualche stagione perché ha dovuto aspettare che si accorgessero di lui e lo valorizzassero come merita. Mi stupisco di Sarri, un tecnico competente che ha dimostrato di saper stare nei quartieri alti della classifica nonostante non abbia un passato di prestigio da calciatore. Però se ne è accorto ancora in tempo utile, anche se costretto dalle defezioni di alcuni elementi, e ha valorizzato al massimo il belga. Ora Mertens è uno dei pezzi pregiati del mercato, ammesso che il Napoli rischi veramente di perderlo tra qualche mese. Il Toro, da parte sua, ha avuto momenti brillanti, ha illuso
i suoi tifosi di poter covare delle ambizioni ma durante il cammino del torneo è inciampato in risultati penalizzanti. La discontinuità di rendimento di Ljajic è un altro dei fattori frenanti di questo Torino, anche se il serbo ha classe da vendere e la splendida punizione realizzata nel derby ne è esempio lampante. L'avevo accostato a Gigi Meroni: non mi pento, anche se Ljajic deve dimostrare, a se stesso in primis, di essere
un campione con la 'c' maiuscola. Il Napoli verrà a Torino determinato a prendersi i tre punti: può essere la gara decisiva per la corsa al 2° posto che vede gli azzurri lottare con la Roma. Teniamo anche conto che i giallorossi saranno impegnati nel posticipo domenicale contro la Juve e il sorpasso dei partenopei potrebbe rivelarsi realtà domenica sera... Per il Napoli sono sicuramente 3 punti d'oro da conquistare per tentare il sorpasso. Naturalmente sarà dura perché la Roma non vuole fare concessioni ma tutto è ancora possibile. La piazza d'onore sarebbe per il Napoli un successo sia per la classifica e i relativi garantiti introiti economici derivanti dalla sicura partecipazione in Champions sia per quello che ha insegnato Sarri ai suoi ragazzi. Ad esempio quello di non
volersi adagiare sui risultati positivi ma abituarsi a vincere, soffrendo se necessario. A Madrid si era visto un Napoli capace di pensare in grande anche se poi è mancata la solita resistenza psico-fisica che ti permette di guardare lontano. È dai tempi di Maradona che il Napoli non regala grandissime soddisfazioni al suo popolo. Ora però la società deve rafforzarsi con dei fuoriclasse, senza badare troppo a spese, come quando il Barcellona bruciò la Juve nella corsa a Dieguito, accaparrandoselo dal River Plate grazie al versamento di un milione di dollari in più rispetto ai bianconeri. Questo me lo rivelò Jorge Cyterszpiller, l'agente che portò poi Maradona proprio a Napoli. Ho voluto ricordare questo episodio anche per rendere omaggio a Jorge, scomparso in maniera tragica in questi giorni. Roberto Grossi
REDAZIONALE
L'arancino migliore di Torino! L'arancino (o arancina) è una specialità della cucina siciliana. Si tratta di una palla di riso fritta, del diametro di 8-10 cm, farcita con ragù, mozzarella e piselli. Il nome deriva dalla forma e dal colore tipici, che ricordano un'arancia. Nella parte orientale dell'isola gli arancini possono anche avere una forma conica. Nella letteratura, il commissario Montalbano, personaggio dei romanzi di Andrea Camilleri, è un noto buongustaio e ha contribuito a far conoscere questo piatto fuori dall'Italia con il libro Gli arancini di Montalbano. Il nome: arancino o arancina? Nella parte occidentale dell'isola questa specialità è conosciuta con la denominazione al femminile: "arancina" invece che "arancino". Secondo lo scrittore Gaetano Basile il termine, molto diffuso soprattutto a Palermo, debba essere detto al femminile, in quanto derivazione dal frutto dell'arancio, l'arancia appunto, che in lingua italiana è al femminile. Tuttavia in siciliano la declinazione al femminile della frutta non è sempre certa e in particolare l'aranciaviene detta aranciu[1].
Storia L'arancino sembra essere stato importato dagli arabi che erano soliti mangiare riso e zafferano condito con erbe e carne. L'invenzione della panatura nella tradizione viene spesso fatta risalire alla corte di Federico II, quando si cercava un modo per recare con sé la pietanza in viaggi e battute di caccia. La panatura croccante, infatti, assicurava un'ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad una migliore trasportabilità. Può darsi quindi che, inizialmente, l'arancino si sia caratterizzato come cibo da asporto, possibilmente anche per il lavoro in campagna. Il 13 dicembre di ogni anno, è tradizione palermitana festeggiare il giorno di Santa Lucia, in cui ci si astiene dal consumare cibi a base di farina, mangiando arancine (di ogni tipo, forma e dimensione) e cuccìa. L'arancino (o arancina) è una specialità della cucina siciliana. Si tratta di una palla di riso fritta, del diametro di 8-10 cm, farcita con ragù, mozzarella e piselli. Il nome deriva dalla forma e dal colore tipici, che ricordano un'arancia. Nella parte orientale dell'isola gli arancini possono anche avere una forma conica. Nella letteratura, il commissario Montalbano, personaggio dei romanzi di Andrea Camilleri, è un noto buongustaio e ha contribuito a far conoscere questo piatto fuori dall'Italia con il libro Gli arancini di Montalbano. L'arancino migliore di Torino lo trovi da L'ARANCINO in via Monti 26
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L'Editoriale
Una stagione a metà, l'Europa era alla portata! T
re partite al termine della stagione. 270 minuti per concludere con dignità un campionato fatto di alti (all'inizio) e bassi. Si doveva fare di più? Sicuramente si. L'Atalanta è un esempio lampante di come si possa fare tanto con (relativamente) poco. Gasperini ha spiegato ancora una volta i principi fondamentali utili per coniugare gioco e punti, senza avere una rosa infarcita di campioni o presunti tali. Il tecnico di Grugliasco ha saputo valorizzare giovani promettenti mixandoli con l'esperienza di altri elementi e inserendoli all'interno di un gioco mandato a memoria da tutti. E senza avere un attaccante come Belotti, che in questo campionato si è consacrato ai massimi livelli diventando un punto fisso della nazionale azzurra. Un attaccante che può ancora vincere la classifica cannonieri e che contro il Napoli sfiderà Mertens, uno dei rivali al 'titolo'. Il 'Gallo' è manna dal cie-
lo per qualsiasi squadra e allenatore, specie in un campionato come il nostro, dove basterebbe avere una fase difensiva meno discutibile oltre che un attaccante come lui per volare verso posizioni più nobili. Senza dimenticare che il Toro finirà in classifica anche dietro alle due milanesi, sfiancate da una rivoluzione proprietaria epocale e dai risvolti sovente esilaranti (vedi ennesimo esonero dell'allenatore da parte dei nerazzurri). Insomma poteva (e doveva) essere l'anno buono per Hurt e compagni per provare a rientrare in Europa League. Così non è andata. Anche Adam Ljajic, finalmente protagonista con una punizione sublime al derby, ha peccato, come al solito nella sua carriera, di continuità durante il torneo dispensando Mihajlovic dal poter contare su un valore aggiunto decisivo. Neanche il tecnico serbo è riuscito a spingere il suo connazionale a fare l'ultimo gradino, quello che se-
para il buon giocatore dal campione. Pazienza, Miha avrà imparato anche lui qualcosa e non ripeterà, si spera, alcuni errori tattici e di gestione del gruppo e ci riproverà l'anno prossimo. Andiamo controcorrente, lo sappiamo, ma anche nel derby non ci è parso di vedere un 'grande Torino'. Al netto dell'espulsione discutibile inferta a 'rischiatutto' Acquah (già ammonito poteva risparmiarsi un'entrata così azzardata, oltretutto a centrocampo...), anche (o soprattutto) in parità numerica la truppa granata aveva subito molto, troppo, al cospetto di una Juve imbottita di riserve (almeno 7 su 11) e con la mente rivolta soprattutto ai due impegni contro il Monaco. Tanto che all'intervallo più di un collega di simpatie granata, in sala stampa, mugugnava sulla consistenza di una squadra che doveva sfruttare meglio l'occasione, più unica che rara, di asfaltare i 'cugini' nel loro fortino. Ma alla fine quel che conta
Dopo-derby: solito calo di tensione? IN CASA 4 PAREGGI DI FILA Otto vittorie, altrettanti pareggi, una sola sconfitta (nel derby di andata). Il bilancio casalingo del Toro è molto positivo ma è peggiorato nelle ultime 4 partite, chiuse con altrettanti pareggi: 2-2 con Inter e Udinese, 1-1 con Crotone e Sampdoria, con tanti rimpianti per almeno 3 delle 4 sfide NIENTE CALI DI TENSIONE Talvolta è storicamente capitato che dopo il derby, sfida che richiede un dispendio enorme di energie fisiche e nervose, il Toro incappasse in qualche periodo di scarsi risultati. Come se fosse scarico. Invece il Toro dell'ultimo mese è parso in grande spolvero: vittorie in trasferta contro Cagliari e Chievo, quasi vittoria con la Juve, e 3 pareggi casalinghi con rimpianto. A parte le assenze per squalifica il Toro di Mihajlovic deve cercare di tenere alta la tensione e le motivazioni dopo la battaglie allo Juventus Stadium. Ancora due settimane di sforzi, poi sarà vacanza. Stringere i denti, please. NAPOLI CORSARO 37 punti su 77 conquistati lontano dal San Paolo. Il Napoli del tridente leggero è stato una corazzata fuori casa tornando vittorioso da ben 11 trasferte tra cui le 4 di Roma e Milano. Una macchina da guerra, contro cui il Toro dovrà opporsi in emergenza difensiva, ma non solo. TORO QUANTI SQUALIFICATI Infatti la battaglia del derby priva Mihajlovic (squalificato) degli squalificati Moretti ed Acquah. A fianco di Rossettini forse tornerà Castan (favoloso girone di andata, tanti guai fisici nel ritorno) oppure l'altro brasiliano Carlao (promettente nel debutto a Ca-
gliari, molto deludente contro Crotone e Sampdoria). A centrocampo invece Benassi ed Obi, finiti ai margini causa il nuovo modulo tattico e l'esplosione di Acquah e Baselli, possono guadagnare punti nella considerazione di Mihajlovic. Occasione da non sprecare BELOTTI INSEGUE DZEKO Ossessionato dal gol, secondo Sinisa e distratto dalle voci di mercato. Belotti, a secco dalla sfida pre-pasquale col Crotone, sembra aver perso freschezza ed il 4-2-3-1 forse lo penalizza. Ma combatte sempre come un leone. Purtroppo però Dzeko con la doppietta al Milan ha staccato Belotti nella classifica cannonieri. A fine stagione i bomber possono segnare caterve di gol contro avversarie demotivate o senza scudi tattici (vedi la tra tripletta di Icardi in Fiorentina-Inter 5-4 ed il rocambolesco Lazio-Samp 7-3 di domenica scorsa). Ecco perchè il titolo di capocannoniere rischia di diventare una lotteria. Intanto pero' Belotti cominci a “comprare” i biglietti giusti: Napoli, Genoa e Sassuolo possono consentire al "Gallo" il controsorpasso su Dzeko. ADEM IL GOL DELLA VITA Abituato a segnare poche ma spettacolari reti, Adem Ljajic contro la Juve ha siglato il piu' bel gol della sua vita. Peccato che tra Cagliari gara di andata e Cagliari gara di ritorno abbia segnato solo una rete, al derelitto Pescara. 5 mesi senza gol. In questo lungo digiuno di Ljajic forse troviamo la chiave della mancata Europa del Toro. Il nuovo modulo sembra averlo trasformato. Adem pare nato per fare il trequartista. Ma devo farlo ogni maledetta domenica. Per il bene suo e soprattutto del Toro. Alessandro Costa
è il risultato e uscire con un pari dallo Stadium (e poteva anche andare meglio, nonostante le tante occasioni bianconere e Neto che faceva da spettatore non pagante) fa cambiare i giudizi. Chi è intellettualmente onesto deve convenire che in una stagione come quest'ultima sia assurdo attaccarsi agli arbitri per giustificare una classifica deficitaria (e la solita coppa Italia gettata subito al vento). Una fesseria. Un alibi buono per vezzeggiare le menti più deboli. Ma noi siamo un free-press, non abbiamo bisogno di qualche 'click' o qualche vendita in più in edicola, quindi possiamo non lisciare il pelo a nessuno. Torniamo al capitolo arbitri: qualcuno, al contrario, insinua che il nuovo peso politico granata sia merito di Cairo, ormai diventato editore di primissimo piano nel panorama italico. Si spera che il 'fascino' del patron alessandrino-milanese torni utile anche nella prossima campagna acqui-
sti, potenziando, grazie alla competenza dei dirigenti preposti (che però non possono fare miracoli), una squadra e una società che deve ambire a qualcosa di più rispetto ad un anonimo centro classifica e alla solita attesa iper-provinciale del derby, e dove peserà come un macigno l'incognita-Belotti. Senza dimenticare, ovviamente, la futura gestione economica del Filadelfia. Siamo vicini all'inaugurazione della versione 2.0 dello storico impianto che vide le gesta del Grande Torino (quello vero): finalmente una buona notizia,
scaturita però unicamente grazie allo sforzo sovrumano di alcuni tifosi che hanno sempre creduto a quello che molti sostenevano fosse solo un'utopia, e al contributo economico di Comune e Regione. Ora tocca al Torino Football Club fare la sua parte. Il resto sono chiacchiere, senza portafoglio. di Ljajic forse troviamo la chiave della mancata Europa del Toro. Il nuovo modulo sebra averlo trasformato. Adem pare nato per fare il trequartista. Ma devo farlo ogni maledetta domenica. Per il bene suo e soprattutto del Toro.
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Il Filadelfia: Intervista a Domenico Beccaria
“Tifosi, sveglia! Avete anche voi il 'braccino corto'?”
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omenico Beccaria, l'uomo del Filadelfia. Finalmente, dopo quasi 20 anni di lotta, il Filadelfia sta per essere inaugurato. L'attesa è grandissima ma sono molto amareggiato per come sarà celebrata l'inaugurazione del Filadelfia, la mattina del 25 maggio. Speravamo di poter proporre un programma più roboante. Invece tutto si ridurrà ad un flusso tipo 'Ostensione della Sindone'. Quindi, dopo un'ora di coda, i tifosi potranno fare 10-15 minuti di visita al nuovo Filadelfia attraverso un percorso ob-
bligato a flusso continuo. Alle ore 10-10.30 ci sarà un repentino taglio del nastro, quasi senza farsene accorgere. Ovviamente ci sarà la squadra del Toro. Hai qualche lamentela particolare da segnalare? Si. Finora la Fondazione Filadelfia ha ricevuto critiche perché l'erba non era abbastanza verde, i seggiolini non erano abbastanza granata e altri dettagli di tal genere. Mi aspettavo invece di sentire tifosi del Toro che si lamentassero che ai due angoli opposti alle tribune (all'angolo tra le due curve ed il rettilineo) ci siano due edifici colorati di granata. Sono i servizi igienici. Un autogol assurdo: come si possono fare i cessi granata al Filadelfia?!? Non bastava che abbiano suonato l'inno della Juve per le prove audio e che abbiano messo lo striscione 'stalla'? In effetti i servizi igienici si potevano fare di colore
diverso... Mi aspetto una petizione pubblica al capo cantiere, all'impresa costruttrice, alla Scr. Spero che i tifosi si lamentino pubblicamente: al Filadelfia i cessi non possono essere colorati di granata. Qualcuno vada con una lattina e lo dipinga con un altro colore. Hai fatto bene a segnalarlo: torniamo allo striscione “stalla” affisso da qualche minorato mentale prima del derby. Evidentemente il Filadelfia, quasi in centro città, da fastidio. Come saranno prevenuti even-
tuali altri atti vandalici al tempio granata? Ci sarà un sistema di videosorveglianza segnalato. Forse ci vorrebbe qualche cecchino dai balconi sovrastanti (sottolinea scherzando, ndr). A parte le battute: quando il contatto tra Torino Fc e la Fondazione Filadelfia sarà siglato, dopo il 28 maggio, il Toro stabilirà orari e giorni di apertura e chiusura al pubblico del Filadelfia. Tra Cairo e Fondazione il contratto non è stato ancora firmato? No, ma dovremmo essere ai
dettagli. Anche se con Cairo bisogna stare attenti anche ai dettagli... Però vorrei che i tifosi smettessero di dire “Cairo braccino”. Perché il “braccino” lo hanno anche molti tifosi granata. Il Toro ha un milione di tifosi: ad oggi la Fondazione Filadelfia ha ottenuto il contributo di appena 3.000 soggetti. In che modo i tifosi possono contribuire? Il seggiolino costa 1.000 euro, e un Toro club può anche fare una raccolta tra i vari soci per arrivare a quella cifra. Ma il contributo minimo è di 50 euro. Che moltiplicato per il milione di
tifosi, farebbe 50 milioni di euro. Noi abbiamo raccolto appena 800 mila euro. Noi non chiediamo la fiducia a scatola chiusa, ma a Filadelfia ormai completato. Hai una dedica particolare, ora che il Filadelfia è rinato? Sì, a mio padre che è scomparso qualche anno fa. Gli avevo promesso che avrei fatto di tutto per farlo rinascere. Compirebbe 89 anni il giorno dell'inaugurazione. Promessa mantenuta!
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Alessandro Costa
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ControCorrente / Squadra Ospite
30 anni fa il primo trionfo del Napoli di Maradona Era il 10 maggio 1987: fu scudetto. Domenica all'Olimpico sfida tra il miglior attacco e la 5a peggiore difesa di ENRICO HEIMAN
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ono passati trent’anni, ma sembra ieri. Stranamente il calcio brucia i decenni senza però annegare nella memoria gli episodi storici. Ha una straordinaria capacità di riattualizzare tutto e tutti. Il Napoli che domenica rende visita al Torino rimette piede nello stesso stadio, che nel frattempo ha cambiato nome (non più Comunale ma Grande Torino) , dove il 9 novembre 1986 riuscì a imprimere la svolta decisiva al suo campionato battendo (3-1) la Juventus e balzando in testa alla classifica. Era la Juve di Platini, all’ultima stagione bianconera, avviata verso la fine del ciclo vitorioso degli anni Ottanta. Ma era pur sempre la Juve. Giova ricordare che in quel pomeriggio novembrino Platini e soci erano reduci da una dolorosa eliminazione subita il mercoledì (ai rigori) dal Real Madrid di Butragueno in Coppa dei Campioni. All’epoca non ancora a gironi. Chi perdeva andava fuori. Sotto certi aspetti, soprattutto fisico, scesero in campo i resti della Juventus, mentre il Napoli al terzo anno dell’era Maradona era un’esplosione di forza ed entusiamo. Quel giorno le due squadre erano pari con 12 punti, la vittoria proiettò il Napoli verso lo scudetto. Che per la cronaca arrivò il 10 maggio col pareggio casalingo
con la Fiorentina (1-1), gol di Carnevale e per i viola del giovanissimo Roberto Baggio. Chi scrive, quel 9 novembre, era puntualmente allo stadio, ma non in servizio. Avevo portato con me il nostro primo figlio Claudio che aveva dieci anni. Adesso veleggia verso la quarantina. Il tempo inesorabilmente vola. Ricordo un primo tempo visto dai gradini bassi della curva Filadelfia, la ripresa sulle scalette della tribuna stampa. Stadio stracolmo. Nei primi 45 minuti gioco alterno, con sapienti palleggi di Maradona. All’inizio del secodo tempo segna Laudrup, Juve in vantaggio. Non l’avesse mai fatto, come risvegliare il can che dorme. I ventimila tifosi partenopei continuano a strillare, un baccano indescrivibile. E come per magia il Napoli cambia marcia. Bagni da solo distrugge l’intero centrocampo bianconero. Mostra di avere due marce in più. L’attacco del Napoli poteva contare su Maradona, Giordano e Carnevale: un terzetto mica da ridere. In porta l’ex granata Garella, portiere dalle braccia lunghe e manone paratutto.
Aveva già vinto uno scudetto due anni prima col Verona di Bagnoli. Ma il pareggio arriva da un difensore, Moreno Ferrario, che sorprende tutti risolvendo in mischia. Il tempo di annotare l’azione e arriva il raddoppio: su azione di calcio d’angolo Giordano è il più svelto e segna il 2-1 sotto la curva Maratona. Si scatena la bolgia partenoea e nel finale ecco il terzo gol, lo realizza il giovane Volpecina, esterno di fascia destra proiettato all’attacco. Partita che sancisce simbolicamente il passaggio delle consegne. Quella sera, nelle televisioni, cominciano le celebrazioni. Napoli con la corona a un terzo del campionato. Gli italiani sono così, entusiamo alle stelle quando sei in auge, critiche e insulti appena va male. Resta il fatto che quest’anno il Napoli, pur mostrando un calcio magnifico, in molti casi migliore della Juventus, a tre giornate dalla fine resta a 8 punti dalla vetta. Scudetto sfumato da tempo e mai concretamente a portata di mano. Ha perso quattro volte come i bianconeri, ma ha pareggiato con Pescara, Palermo, Sassuolo, con cui la Juve ha regolarmante vinto. Ecco la differenza. Sarri, che ormai tutti chiamano il maestro Sarri, si è confermato un ottimo allenatore. Alla seconda stagione ha migliorato ulteriormente la squadra, dopo il secondo posto dello scorso anno. Ma paradossalmente rischia di non migliorare il piazzamento finale, tuttora in lotta con la Roma che è un punto avanti. In parte dipenderà dall’esito di Roma-Juventus
in programma domenica sera all’Olimpico. Se vince Spalletti, addio secondo posto del Napoli. Il capolavoro di Sarri resta comunque l’invenzione di Mertens centravanti. Calcisticamente un autentico colpo di genio. Il tecnico partenopeo, nato a Napoli ma trasferito all’età di due anni con la famiglia in Toscana, si esprime con linguaggio e accento del Valdarno, ma non ha smarrito la tipica inventiva napoletana. All’inizio della stagione, perso Higuain ceduto a peso d’oro alla Juve dal presidente Aurelio De Laurentiis, dopo tre giornate ha visto svanire sotto gli occhi anche il lungagnone polacco Milik, così si è trovato senza centravanti. A nulla è valso a gennaio l’acquisto di Pavoletti dal Genoa, preso in fretta e furia per tentare di tappare il buco. Ma l’ex rossoblu, alto e potente ma con piedi non proprio educati, si è rivela-
to inadatto in una squadra zeppa di palleggiatori, tipo Insigne, Calleon, Hamszik, Mertens, Jorginho e persino Allan. Per cui Sarri ha varato un tridente offensivo di pesi leggeri, basato sulla tecnica e il dinamismo di Insigne e Calleon piazzando Mertens al centro dell’attacco. Con esiti strabilianti, miglior attacco del campionato (81 gol contro i 71 della Juve e 79 della Roma) ma con difesa non altrettanto imperforabile. Succede quando si mette in campo una squadra interamente votata all’offensiva, senza preoccuparsi alle spalle. Certo, lo spettacolo non manca: Mertens da solo 24 gol e per gradire Insigne 14. Però, per puntare allo scudetto, i gol da soli non bastano. Occorrono saldezza e organizzazione difensiva che si raggiungono col tempo e con qualche compromesso all’eleganza. Senza farsi prendere dal-
la frenesia. Ecco perché il 30° anniversario del primo scudetto targato Maradona (il secondo è del ’90) rischia di trasformarsi nell’anno dei rimpianti. Il Napoli, per vari motivi, è andato vicinissimo alla meta senza riuscire ad afferrarla. Dovrà però tenerne conto stasera il Torino, che dopo la bella prova nel derby si troverà di fronte una squadra tecnicamente superiore e tuttora in lotta per il secondo posto che, ricordiamolo, consente di accedere alla Champions senza dovere passare per le forche caudine dei play-off.
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Spazio Tifosi
Il Toro Club 'Sauro Tomà', un decennio di passione D
opo tanti club sparsi per la Penisola, questa volta dedichiamo il nostro spazio club ad una delle realtà più belle del tifo di Torino: il Toro Club Sauro Tomà. Il sodalizio festeggerà nel 2018 il suo Decennale ed è guidato fin dalla fondazione da Lorenzo Pistamiglio, un classe 1955 vulcano di idee ed iniziative (messe sempre in pratica). Lorenzo è anche uno dei volti noti per l’affezionato pubblico di 'Orgoglio Granata' e spesso fa parte del pubblico insieme ad altri membri del suo club. Lorenzo, come mai la scelta di dedicare il club a Sauro Tomà? Volevamo fare una cosa diversa. Sarebbe stato troppo facile dedicare il club a
Pulici o ad altri attaccanti o mostri sacri assoluti. Ricordando Tomà abbiamo omaggiato il Grande Torino ed al tempo stesso ricordato che in una squadra non contano solo i goleador ma tutti i giocatori. Tomà infatti era un difensore e nemmeno titolare; era un campione, ma aveva davanti i titolari più forti del mondo. Siamo orgogliosi della nostra scelta. Sauro inoltre, fino al 2013, ha partecipato attivamente alla vita del club e di questo gli siamo tutti grati e riconoscenti. 8 anni e mezzo di vita non sono pochi. Quale iniziativa ricordi con più affetto e quali programmi avete per il futuro? La cena con ospite d’onore Paolino Pulici è stata davvero particolare. Riuscimmo a scoprire il giorno del suo matrimonio e organizzammo la serata proprio in quella ricorrenza; quella sera gli mandammo a sorpresa una limousine che avrebbe condotto lui e
Claudia al ristorante. Ne furono felicissimi: “Ma come avete fatto a scoprirlo?” ci dissero. Abbiamo risposto che noi tifosi del Toro siamo così. Anche i giornali ne parlarono. Abbiamo poi fatto tante altre iniziative in questi anni ma vorrei soprattutto ricordare che come club abbiamo costituito una squadra di cal-
cetto che gira anche l’Italia per tornei con altri tifosi. Per il futuro non facciamo programmi a lunga gittata per non rischiare di perdere il contatto con la realtà mettendo troppa carne al fuoco. Preferiamo decidere un’iniziativa volta per volta e impegnarci per portarla a termine nella maniera migliore. Per il 2018 però posso svelare che realizzeremo un’originale Agenda Granata con una curiosità o informazione storica per ogni giorno dell’anno. Inoltre, il prossimo evento sarà un'amichevole con il Torino FD. Sarà mercoledì 31 maggio alle 21, ai Campi Mercadante di Torino, gestiti dal nostro ex-calciatore
Simone Loria. Voglio quindi ringraziare tutto il resto del Direttivo del club per il lavoro svolto: un direttivo affiatato, motivato, giovane e molto presente. Veniamo al Lorenzo singolo tifoso. Come nasce la tua passione granata e quali ricordi porti maggiormente nel cuore? Tifo Toro da quando ho 8 anni. A scuola mi portavo sempre una fotografia della squadra, la mettevo sotto il quaderno di turno e durante la lezione la sbirciavo più volte. I ricordi più belli sono lo scudetto del ’76, vissuto con la magia e l’energia dei vent’anni, e il cammino europeo del 1992. Cose che rimangono. E sul Toro 2017-2018 sei fiducioso? Sì. Onestamente non ho mai troppo approvato l’operato del Presidente Cairo perché ha sempre pensato solo, o quasi, a vendere subito i migliori giocatori per fare plusvalenze. Ma sono rimasto impressionato dal rin-
L'Intervista
l Toro ha il nuovo Rosato'. Quante volte abbiamo sentito questa frase quando (20 anni fa) si parlava di Luca Mezzano. Eleganza, grinta, intelligenza tattica, senso dell'anticipo, testa da bravo ragazzo. Tante le qualità che sfoggia ad inizio carriera l'oggi 40enne Luca Mezzano. Nel vivaio granata vince il Viareggio (1995). Con Scoglio debutta in A il 25/2/1996: Roma-Toro 1-0, poi resta in B con Sandreani, gioca 32 partite, si mette in luce e il Toro lo vende per 8 miliardi di lire all'Inter di Ronaldo, dove per problemi fisici gioca solo 4 gare in 2 anni. Gira poi l'Italia (Perugia, Verona, Reggina, Brescia e Chievo) prima di tornare al Toro per 4 stagioni. Quindi Bologna, Triestina, Treviso, Arezzo. Nel 2010 l'addio al calcio giocato e negli ul-
Alessandro Muliari (Da sx a dx: il presidente Pistamiglio con Belotti e Baselli; ancora il presidente con Benedetti e altri tifosi; una cena sociale del Club; la squadra di calcetto)
L'Intervista
Mezzano: “Quell'espulsione assurda nel 2003...”
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novo di Bonifazi e dall’acquisto con grande anticipo di Lyanco. Come difensore avrebbe potuto prendere un 30enne a pochi milioni, invece ha fatto questo grosso investimento bruciando la concorrenza di grandi club. Sembrano segnali incoraggianti, tenendo anche conto del posto in più per l’Europa che ci sarà dal prossimo anno. Non entro nel discorso Belotti, è un caso a parte. Dico solo che è un grande ragazzo e un vero campione, e ci può stare questa leggera flessione nel rendimento.
timi 5 anni allena le giovanili Toro. Ora si è preso un anno sabbatico. Luca, perché hai lasciato il settore giovanile del Toro? “È stata un'esperienza piacevole, che da soddisfazioni: ho allenato giocatori che arriveranno in grandi palcoscenici. Ma ora vorrei cimentarmi con i grandi: posso già allenare in Lega Pro col mio patentino e collaborare in Serie A e B. Mi manca solo il master”. Quale allenatore ti ha lasciato maggiormente il segno? “Uliveri con una battuta sapeva caricarti come pochi. Delneri era un maniaco della fase difensiva. A livello tattico Prandelli mi ha insegnato molto, a livello umano sono legatissimo ad Ezio Rossi”. Derby ne hai giocati parecchi, in uno fosti anche espulso... “Ricordo bene: era la primavera del 2003, il Toro stava retrocendo, la Juve dominava il campionato e arrivò in finale Champions. De Sanctis espulse Lucarelli, Tudor, il sottoscritto e Marinelli. Eravamo rimasti in 8. Eppure Fattori al 90 si trovò a tu per tu con Buffon e fallì il pareggio. La mia espulsione fu assurda: cercai il contrasto con Del Piero che però rimase ad un metro da me. Fui (al.co.) espulso lo stesso”
Santin: “Che rimpianti lo scudetto '77. Il derby? Lo vincevo sempre...” M
ERITAVAMO LO SCUDETTO ANCHE NEL 1977 Campione d'Europa e del Mondo con la maglia del Milan e poi campione d'Italia col Toro nel 1976: ”Gli scudetto col Toro però erano quasi due..” - precisa Nello Santin - con chiaro riferimento a quello del 1977. “Anzi, nel 1977 avevamo raggiunto il top del rendimento. Praticavamo un calcio davvero spettacolare, anche molto tifosi juventini venivano a vederci giocare. Peccato che facemmo solo 50 punti contro i 51 della Juve”. SUPERGA IN BICI “A Superga di solito salgo in bici. Dieci giorni fa però pioveva forte e sono andato al Colle con i mezzi. Io macino migliaia di chilometri ogni anno in bicicletta e garantisco che la salita di Superga è davvero dura. Ma l'onore di fare un saluto ai Campioni del Grande Torino vale davvero qualsiasi sforzo” FILADELFIA: DA 'STRANIERO' HO COMPRATO UN SEGGIOLINO “Sinceramente mi regala più emozioni Superga del Filadelfia. Forse perché io non sono cresciuto nelle giovanili grana-
anche come approdo' al Toro: “Ero alla Sampdoria, mi convocarono nella sede granata ma non riuscivamo a trovare l'accordo economico col Dottor Bonetto”. Allora Pianelli vide Santin e disse in piemontese al Direttore Generale: “Quel ragazzo mi piace, prendiamolo, diamogli la cifra che chiede”. Calcio d'altri tempi.
ta. Sono arrivato al Toro dopo aver militato in altre squadre, il settore giovanile lo feci al Milan. Insomma, al Filadelfia ha trascorso 5 anni splendidi, ma mi sentivo quasi uno “straniero” se paragonato ai vari Fossati, Cereser o Ferrini che ci sono cresciuti fin da giovanissimi. Però ho comprato uno dei seggiolini del Fila, mi sembrava doveroso” PIANELLI E I DERBY "Nel mio periodo granata il Toro i derby li vinceva quasi sempre. Mi pare di averne perso solo uno. Erano vere battaglie, non c'erano tante telecamere come oggi, e gli insulti ai familiari, per provocare, erano abitudine consueta” ricorda Santin, che svela
TORO: STAGIONE A METÀ “Fino a metà campionato è stato un buon Toro, poi quando ti trovi a metà classifica, senza grandi obiettivi da raggiungere, qualcosa lasci andare. Ma è stato un anno di costruzione. Ora Mihajloivic sa bene su quali giocatori contare per la prossima stagione, e quali buchi vanno colmati” BELOTTI: BOMBER DA CALCIO INGLESE “Se Belotti vale 100 milioni? Sicuramente non è un giocatore che si perderebbe se andasse a giocare in un top team europeo. Io seguo molto la Premier League. Belotti sarebbe molto adatto per quel campionato. Perchè ha grinta, cattiveria, voglia e non si tira mai indietro. Si troverebbe a suo agio in quel campionato”. Alessandro Costa
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Che spettacolo le wags del Toro! C
herchez le femme: se si vuole avere un parametro importante del ritorno a medioalti livelli del Toro, basta guardare qualche wags (wife and girlfriends), ossia le fidanzate o le mogli dei giocatori. Con tutto il rispetto e l'affetto per le “dame granata” di qualche anno fa (quando il Toro faceva l'ascensore tra A e B) fino a ieri le wags granata non erano certo volti famosi dello spettacolo o modelle internazionali. Da quando il Toro si è attestato nella colonna sinistra della classifica ecco che la "qualità" e celebrità delle wags è aumentata. Molto per frequentazioni ex romane dei calciatori granata (nella Capitale sono frequenti i matrimoni tra donne dello spettacolo e calciatori), ma anche perché nel Toro sono approdati calciatori di buon livello. Mihajlovic: 6 figli e 22 anni di matrimonio Famiglia-modello quella del mister granata: 6 figli, 5 dei quali avuti da Arianna Rapaccioni ex vallette di Frizzi, che Sinisa conobbe nei suoi primi anni italiani (quando militava nella Roma) e sposò nel 1995. La famiglia è unitissima nonostante Sinisa da qualche anno non trasferisca
Sinisa e Arianna Rapaccioni
più figli e moglie nelle città in cui allena. Preferisce non cambiare loro troppe abitudini, amici e scuole e lasciarli a Roma. Dove va a trovarli nel giorni liberi, oppure la tribù Mihajlovic si reca a Torino appena possibile. I nomi dei 6 figli? Le femmine Virginia e Viktorija ed i maschi Dusan, Marco, Miroslav e Nicholas (qualcuno con militanza nelle giovanili Lazio). Guadalupe: tu mi Iturbe... Se Sinisa ha 6 figli, Iturbe attende a novembre la primogenita. Tra qualche anno Juan Manuel rischierà di esserne molto geloso se, come probabile, sua figlia diventasse bella come la mamma Guadalupe Gonzalez. Bellezza sudamericana di livello assoluto (miss Universo Paraguay 2013) conosciuta anche lei all'ombra del Cupolone e oggi valletta di Bonolis. Il 'Gallo' presto sposo Non si sono conosciuti a Roma, bensì a Palermo, il 'Gallo' Belotti e Giorgia Duro, che si sposeranno il 15 giugno. Sui social sono moltissime le foto da loro postate mentre si baciano. Amore vero. Nato in una tv locale palermitana, dove
Guadalupe Gonzales
il 'Gallo' era ospite e Giorgia faceva la valletta. Speriamo che il matrimonio non sia seguito da nessun trasloco... Giorgia ama il mare e il caldo, Belotti la maglia granata. E Mourinho e Conte li vogliono nella piovosa Albione... Joe e Kimberly 'very English' A proposito di Albione, il portiere della nazionale inglese e del Toro, Joe Hart, ha sposato due anni fa Kimberly Crew. Matrimonio celebrato in Toscana. Ma lasciamo la bellissima Kimberly per dedicarci alla wags del prossimo portiere granata Skorupski e Matilde, sarda da urlo Ha lavorato in tv ed è una modella internazionale: Matilde Rossi, nata a Cagliari, oggi vive ad Empoli con il compagno, il portiere empolese Lukasz Skorupski, di proprietà della Roma (anche loro si sono conosciuti nella Capitale) e favorito numero 1 per la porta del Toro a fine campionato per sostituire Hart. Cerci e la moglie 'che conta' Sempre a Roma si sono conosciuti Alessio Cer-
Belotti e Giorgia Duro
Matilde Rossi
Orgoglio Granata T
ra 15 giorni terminerà il campionato di Serie A ma “Orgoglio Granata”, media-partner di 'JuveToro', andrà in onda anche tutta l'estate. Il rotocalco di informazione, umanità ed attualità granata, condotto da Alessandro Costa ogni lunedì dalle ore 20.45 alle 22.45 su Grp Tv (canale 13 del digitale) e su www.grptv.it infatti proseguirà le dirette fino al 30 giugno. A luglio saranno proposte le puntate antologiche della trasmissione e “Orgoglio Granata” sarà in onda per la nuova stagione già a metà agosto in concomitanza con la prima giornata del campionato 2017-18. A giugno proseguirà anche “Orgoglio News”, il tg quotidiano sul Toro, in onda dal lunedì al venerdì alle ore 19.30 e 23.30. Insomma, passate l'estate con “Orgoglio Granata” anche perché le notizie sul Toro, le belle ragazze ed i grandi personaggi non mancheranno mai.
ci (nativo di Valmontone) e la moglie Federica Riccardi. Coppia molto affiatata (a gennaio sono diventati genitori di Leonardo) ma i tifosi del Toro non hanno perdonato a lady Cerci quella frase 'andiamo nel calcio che conta' postata 3 anni fa, quando Alessio firmò con l'Atletico Madrid. Con Simeone, Cerci ha contato soprattutto le volte in cui si è seduto in panchina o che è stato prestato altrove. Qualche giorno fa lo stesso Cairo ha ammesso che Alessio vorrebbe tornare al Toro. Il figliol prodigo però rischia di essersi bruciato la possibilità a causa del succitato post di Federica. Rosina, 2 figli con Miss Italia (juventina) Un altro ex granata, Alessandro Rosina, ha sposato una donna dello spettacolo. La torinese Edelfa Chiara Masciotta (juventina), miss Italia 2005 e poi showgirl ed attrice. Edelfa e l'ex capitano granata, oggi alla Salernitana, hanno due figli: Aurora ed Alessio. Alessandro Costa
Foto tratte dai profili Facebook,Twitter e Instagram
Ljajic e Sofija Milosevic
Cerci e Federica Riccardi
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Spettacoli e cultura
'Gastronomica': bibliodiversità e biodiversità Al Salone debutta il nuovo format, dedicato al cibo, in collaborazione con Slow Food
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lla XXX edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma da 18 al 22 maggio nei padiglioni di Lingotto Fiere, debutta "Gastronomica", il nuovo format in collaborazione con Slow Food. Da anni il Salone dedica uno spazio fisico e di confronto, in cui trovare stimoli culturali, libri ed esperienze per riscoprire il cibo non solo come “buono da mangiare” ma “buono da pensare”. "Gastronomica", dal 18 al 22 maggio, avrà in scaletta un denso calendario di incontri rivolti sia al pubblico generalista sia ai professio-
nisti del settore. Un progetto speciale in cui la bibliodiversità si sposa con la biodiversità, raggruppando attorno a un’unica piazza virtuale l’editoria di settore e grandi rappresentanti del mondo enogastronomico, i quali condivideranno l’idea che il cibo debba essere so-
stenibile lungo tutta la sua filiera, da chi lo produce a chi lo consuma. L’area GasTrOnomica, all’interno del Padiglione 1, si comporrà di due spazi: Cultura GasTrOnomica e Officina GasTrOnomica. Nel primo spazio, i libri costituiranno un punto di partenza e traccia per affrontare, attraverso incontri divulgativi, tematiche legate al consumo alimentare: dalla sostenibilità all’agricoltura, dall’ecologia alla tutela della biodiversità. Incontri in cui il grande chef, il fa-
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moso pizzaiolo, l’oste da generazioni, si confronteranno con autori come Oscar Farinetti, Philippe Daverio, Carlo Petrini, Simran Sethi, Stefano Mancuso, Dario Bressanini e Giovanni Nucci. Nel secondo spazio, gli incontri sono rivolti a professionisti e addetti ai lavori per approfondire tematiche attuali collegate al settore dell’editoria gastronomica. L’analisi delle tendenze, del successo di trasmissioni televisive legate al mondo del cibo, dall’importanza dei libri illustrati ai blog di ricette. Non mancheranno i laboratori dedicati a bambini, scolaresche e famiglie, come "La vita segreta dell’orto" dove, in un percorso al contrario, i più piccoli andranno alla ricerca del seme da cui è nato il frutto, rovistando fra varie-
tà locali e stagionali o alla scoperta delle api, insetti paladini della biodiversità. A completare lo spazio c’è anche una libreria gastronomica internazionale, che mette a disposizione una rosa di titoli, scelti tra gli editori più rappresentativi di tutto il mondo, che appassionati e curiosi possono visionare, sfogliare ed eventualmente acquistare. I più importanti edito-
ri specializzati (Slow Food Editore, Gribaudo, Guido Tommasi) o forti di redazioni gastronomiche dedicate (Giunti, Edt), saranno riuniti in questo spazio per accogliere il pubblico, far dialogare i loro autori e presentare i loro cataloghi e le novità per il Salone Internazionale del Libro. Paolo Rachetto (Foto Salone Internazionale del Libro)
Il sogno del musicista Nayt L'artista di origine torinese sta raccogliendo fondi per il suo progetto
È
nata a Torino la prima Social Network Television del Piemonte. Si chiama Torino Web TV ed è una vera e propria televisione, solo che trasmette esclusivamente su Facebook. Nata da un'idea della Video Digital Pixel di Sergio Sapino, Torino Web TV è il primo esempio piemontese di televisione del futuro. L'emittente infatti trasmette in diretta esclusivamente su Facebook sfruttando lo streaming del social net-
work. Non è in onda 24 ore su 24 tutti i giorni, ma ha un palinsesto composto da trasmissioni settimanali. Le produzioni di Torino Web TV si possono vedere in diretta, ma rimangono on demand per tutta la settimana. «In Piemonte l’emittenza televisiva locale sta subendo una grossa crisi da quando siamo passati dal sistema
analogico al digitale lasciando un buco enorme nell’offerta al pubblico. Le dirette facebook rappresentano un’opportunità per raggiungere nuovamente le persone, per questo motivo abbiamo deciso di cercare i nostri telespettatori direttamente sui social. Andremo in onda dove c’è il pubblico, anche perché un progetto editoriale si misura in base al numero di persone che lo seguono» - dice Sergio Sapino, l'editore di Torino Web TV.Torino Web TV può essere vista da smartphone, tablet, pc e smart tv collegandosi alla pagina Facebook di Torino Web TV. Attualmente le trasmissioni in diretta settimanale sono tre: CuriosiTO in onda il lunedì, TOBook in onda il mercoledì e TOMove in onda il giovedì. Tutte dalle 19.00 alle 19.30. Tanti però sono gli speciali andati in onda fino a oggi come i pre-partita degli appuntamenti di Champions League della Juventus e nel futuro anche il Toro potrà contare su dirette dedicate al mondo granata.
Nayt è un giovane con il sogno di sfondare nel difficile mondo della musica. La mamma è nata a Torino, ora trasferita a Roma. Lui, William Mezzanotte in arte Nayt, è nato ad Isernia ma cresciuto nella Capitale. Talentuoso artista classe '94, con le note musicali nel cuore sin da quando era bambino, Nayt si avvicina subito alla cultura Hip Hop e all'arte dell'mcing. Dal 2009 comincia ad incidere i suoi primi brani e ad ottenere subito ottimi riscontri, seguiti da collaborazioni con artisti rilevanti della scena. A febbraio 2011, con la produzione di 3D, realizza il primo video/singolo 'NO STORY' con la regia di Antonio Chiricò attirando l'attenzione di varie realtà per poi firmare
un contratto discografico con una label che lo accompagnerà nel proprio percorso artistico per 2 anni realizzando il suo primo album 'Nayt One' con all'interno nomi importanti della scena come Primo Brown ed Emis Killa. Nel 2014 esce l' EP "Six of Sixteen" progettato insieme a 3D e alla VNT1 Records. Dopo un anno di lavoro e raggiunta la giusta maturazione artistica Nayt mette alla luce “Raptus”, un mixtape di 15 tracce che anticipa il nuovo album ufficiale 'Un Bacio'. Ora per coronare il suo sogno ha deciso di operare con il crowdfunding, una sorta di 'colletta' on-line rivolta a chi crede in un progetto serio e affidabile e decide di dare una mano all'ideatore dell'ini-
ziativa. Nayt ci sta provando. Deve riuscire a raccogliere 4000 euro entro fine mese e sino ad ora ne ha raccolti più della metà (2400). Ma il tempo stringe e occorre affrettarsi. Vari pacchetti, per tutte le tasche, sono disponibili agli eventuali 'donatori'. Per saperne di più e per sostenere l'iniziativa, cliccate su https://musicraiser. com/it/projects/7423raptus-vol-2. Chissà, potrebbe piacervi...
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Spettacoli e cultura
“Al Filadelfia torneremo finalmente a casa” “Ho avuto la fortuna di giocare sul quel campo: che emozione! Sono però pessimista sul futuro di Belotti”
A
utore e interprete musicale di grande successo, nonché componente di band storiche come la Strana Società e i Nuovi Angeli, ma per il popolo granata Valerio Liboni è anche, se non soprattutto, l’artefice di canzoni e inni indimenticabili nel segno del Toro: “Forza Toro alè”, “Ancora Toro” (per molti l’essenza granata trasposta in parole e musica, come dimostrano oltre un milione e mezzo di visualizzazioni su internet), “Essere granata”, “Grazie Toro”, fino all’ultimo “Spirito granata”, sono le testimonianze sonore ed affettive dell’amore viscerale che lega questo big del pop e del rock italiano alla sua squadra del cuore. Valerio Libori, da vero artista a tutto tondo qual è, ha da
poco dato alle stampe il suo secondo libro. Se il primo, “Crash” del 2010, ripercorreva la parabola della musica leggera italiana dalla fine anni '60 al nuovo millennio, “Io questa maglia sognavo da bambino”, scritto ancora con la collaborazione del giornalista Maurizio Scandurra, è incentrato, come si può evincere dal titolo, sul legame indissolubile che ha sempre legato Liboni al Toro, anche
quando la vita e il lavoro lo hanno portato lontano dalla sua Torino. Un titolo, che è anche la prima strofa di “Ancora Toro”, quanto mai azzeccato, perché Valerio ha coltivato il sogno di indossare la maglia granata fin dalla tenera età. O addirittura ancor prima di venire al mondo: il libro inizia infatti con l’angioletto Valerio che, dopo aver assistito all’arrivo dei campioni di Superga in Paradiso, chiede e ottiene dai santi di nascere in una famiglia di tifosi granata e di potersi chiamare come il suo idolo Bacigalupo. E anche se non riuscirà a coronare il suo sogno, nonostante un provino al Filadelfia, il suo destino sarà comunque quello di un predestinato: non volando tra i pali della porta del
Toro, ma nel mondo delle sette note. Nella carrellata di ricordi di Valerio spicca l’incontro, casuale ma altamente emozionante, con il maresciallo Torchio, il marconista che, dall’aeroporto di Linate, fu testimone a distanza dell’ultimo viaggio del Grande Torino. Insieme al libro, nell’elegante box (ovviamente granata) ci sono anche il cd “Canta Toro”, che ripercorre la storia granata dal dopoguerra ai giorni nostri attraverso le canzoni dedicate alla squadra, e un dvd che contiene interviste, contenuti speciali ed una ricca collezione di immagini esclusive d’epoca. Valerio, come giudichi il 1° anno del Toro targato Mihajlovic? “Il mio giudizio è complessivamente positivo. Perso-
nalmente non ne potevo più del gioco troppo attendista che veniva proposto da Ventura. Ho apprezzato la volontà di Mihajlovic nel provare sempre a vincere le partite”. Tra i giocatori chi ti ha impressionato favorevolmente? “Sicuramente Belotti, anche
se purtroppo prevedo per la sua carriera un futuro lontano dal Torino. Sono anche rimasto colpito dalla professionalità e alla dedizione dimostrate da Moretti, che mi ricorda il tremendismo dei vari Ferrini, Fossati, Pulici e Sala”. Tra pochi giorni il Filadelfia riaprirà i battenti. Quali emozioni ti suscita questo evento? “Ho avuto la fortuna e l’onore di giocare su quel campo insieme agli altri membri dei Nuovi Angeli e ai campioni del Torino che parteciparono alla finale di Coppa Uefa con l’Ajax. Ricordo l’emozione fortissima che provai uscendo dallo spogliatoio. Per tutti i granata sarà come tornare a casa”. Giovanni Rolle
'Premio della Rosa' a Moncalieri Nel weekend presso il 'Giardino delle Rose' al Castello Reale
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abato 13 e domenica 14 maggio nel “Giardino delle Rose” del castello di Moncalieri, si svolgerà la prima edizione del concorso dedicato alla rosa, regina dei fiori, al giardinaggio e alla creatività, riprendendo l’iniziativa
promossa un secolo fa dalla Principessa Maria Letizia Bonaparte di Savoia, che volle in questo giardino un concorso per la rosa più bella. Oggi il Premio viene ripreso e proposto insieme ad una mostra-mercato e ad altri eventi sui tanti significati e presenze di questo fiore. La manifestazione dedicata alla rosa, simbolo frequente nell’ico-
nografia sabauda sin dagli anni di Cristina di Francia quando la rosa divenne il simbolo dell’autorità regia dei Savoia sull’isola di Cipro, è ideata e promossa dall’Assessorato alla Cultura della Città di Moncalieri, con l’organiz-
zazione dell'Associazione Amici del Real Castello e del Parco di Moncalieri in collaborazione con il MiBACT. Il concorso sarà dedicato alla “Rosa da amatore”, alla presenza della giuria costituita da Marco De Vecchi, Agronomo Docente Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, Elena Del Santo, giornalista e scrittrice, Nathalie
Dautel, responsabile dei parchi e giardini della Città di Baden Baden (Germania). L’antica area della rimessa per le carrozze, che le principesse vollero trasformare in un accogliente giardino, ospiterà le proposte di vivaisti, artigiani e creativi, ma anche laboratori, momenti di danza che coinvolgeranno anche il centro storico della Città, un’installazione artistica musicale del musicista-pittore Giangi Parigini, performance musicali dal vivo a cura della Fondazione Dravelli e, in un salottino con antichi arredi da giardino, conversazioni e presentazioni di pubblicazioni dedicate al verde. Il giardino accoglierà un raffinato angolo ristoro a cura del Maestro del Gusto Virgilio, i gelati di rose e di fiori di Nivà e le “fragole reali da passeggio”. La manifestazione, a ingresso gratuito, sarà aperta al pubblico sabato e domenica dalle 10 (p.r.) alle 19. (Foto Città di Moncalieri)
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