JuveToro n. 2 - anno IX - Juventus-Napoli

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amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno ix - N. 2 - 29 SETTEMBRE 2018 - Copia omaggio Il Punto

Il Ritratto

Squadra Ospite

L'Analisi

Sfida al vertice non definiva ma indicativa. I partenopei riproveranno ad espugnare lo Stadium

“Quel giorno che comunicai ad Ancelotti il suo esonero dalla Juve”

Il turbolento mare azzurro napoletano. Non è facile lavorare con De Laurentiis

Dybala, il dribbling più difficile della sua carriera. La gratitudine non è di moda

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'HAPPY HOUR' PER CHI?

All'ora dell'aperitivo i campioni d'Italia sfidano la principale rivale per lo scudetto. Un big-match sempre emozionante JUVENTUS-NAPOLI | SABATO 29 SETTEMBRE ORE 18


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Il Punto

Big-match non definitivo ma molto indicativo Nulla è cambiato rispetto alla scorsa stagione. I partenopei restano i principali rivali nella corsa-scudetto

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ronti via, 6 vittorie su 6. Il calendario non era dei più improbi, ma è sul campo che si ottengono i risultati. Juventus a punteggio pieno e concorrenza avvisata, nonché spaventata. Questo è in buona sostanza il viatico alla partita delle partite, quella che negli ultimi anni decreta il top della serie A. Se nell'estate trascorsa a fare pronostici, si pensava ad inserimenti di altre contendenti, sono appunto state sufficienti 6 giornate per comprendere che nulla è cambiato. Juve-Napoli resta lo scontro per la supremazia, anche se arriva un pelino presto, per assumere la caratteristica della sentenza senza domani. A dire il vero, di cambiato c'è molto. Non sono certo dettagli da poco, Cristiano Ronaldo ed Ancelotti, l'uno con la sua presenza catalizzante dentro e fuori dal campo, l'altro con la sua immensa esperienza accumulata nelle piazze più prestigiose a suon di vittorie. Il Napoli di Carletto ha già una connotazione diversa in maniera netta da quello che fino all'ultimo ha conteso lo scudetto, guidato da Sarri. A Torino non si vive di solo CR7. Cancelo ad esempio sta dimostrando di essere un giocatore all'altezza della maglia bianconera, così come Bernardeschi, che sta crescendo a vista

d'occhio in senso tattico e tecnico. Il ritorno di Bonucci garantisce equilibrio in difesa ed abbondanza di centrali. Emre Can sta soddisfacendo le attese, dopo una rincorsa durata 2 stagioni per assicurarlo alla causa juventina. La squadra insomma appare decisamente più attrezzata per sostenere decine di gare sempre di importanza non trascurabile. E che gli investimenti onerosi siano stati indirizzati al primeggiare in Europa è un dato di fatto, anche se il campionato è un obbiettivo primario, da cui mai prescindere. Se a Valencia, anche contro le avversità tradotte in pratica da un direttore di gara a dir poco ridicolo, la Juve ha centrato un risultato fondamentale per il proseguo della stagione, ecco che a casa nostra il punteggio pieno dice che non si tralascia nulla, secondo un detto che recita: “Vincere aiuta a vincere”. Ben venga la sfida di sabato con il Napoli, a rodare la consistenza tecnica e tattica dei ragazzi di Allegri. All'Allianz Stadium si affaccia una squadra che ha ritrovato una prima punta vera come Milik ed un nuovo ruolo per Insigne, che ha fatto fronte alla partenza di Jorginho con Zielinski a trequarti e Mario Rui di raccordo, oltre ad Allan statuffo costante. È una compagine che spende

A Torino netta supremazia bianconera 8 le vittorie “corsare” del Napoli a Torino, la prima il 23/11/30 vittoria per 2-1, l’ultima il 22 aprile 2018 per 1-0 (34^ gta torneo 2017/2018) e incredibile il 5-3 dei partenopei datato 20/11/1988, era il Napoli di Maradona. 20 i pareggi delle sfide. È curioso sottolineare che il primo e l'ultimo pareggio si sono conclusi con il risultato di 2-2. Il primo è datato 12/4/36, l’ultimo il 22/05/2011 sempre per 2-2. Per ben 11 volte il confronto si è chiuso con il risultato di 1-1 (il più frequente delle sfide). 44 le vittorie della Juve in casa con i partenopei, la prima all’esordio della Serie A nei Tornei a Girone Unico, era il 6/10/1929 la Juve vinse per 3-2. Inoltre i bianconeri hanno collezionato un “settebello” di vittorie consecutive dal 1973/74 al 1979/80 e 6 consecutive dal 2011/2012 al 2016/2017.

energie a profusione e potrebbe pagare alla distanza. Per ora, Ancelotti ha ottenuto la quadratura del cerchio, eccezion fatta per la sciagurata trasferta di Genova sponda Samp, ciò che determina la distanza in classifica. Piatto ghiotto, dunque per tutti gli amanti del calcio, una sorta di “happy hour” coi fiocchi, visto l'appuntamento alle 18. Nulla di definitivo, di irrimediabile, ma sicuramente una partita che lascerà indicazioni e linee di tendenza. Senza trascurare che precede gli impegni di Champions League per entrambe le squadre, laddove la strada bianconera appare spianata e quella napoletana irta di difficoltà. Buon divertimento.

A NAPOLI IL PRIMO COLORED Antesignana, in materia di colored fu proprio la società partenopea che nel lontano 1947 acquistò dal Canelones

il nero La Paz, giunto a Napoli in compagnia dei connazionali Candales e Cerilla (anch’essi ingaggiati) e di Lopez, Bottello e Gallarata, immediatamente rispediti in Sud America. La Paz dopo tre stagioni con i partenopei, emigrò nel Campionato transalpino, nelle file dello Strasburgo. I RECORD DI CASTELLINI E ZOFF 1188 i minuti di imbattibilità interna, record di Castellini, in quelle stagioni estremo difensore del Napoli, il record fu realizzato a cavallo di 2 Campionati, ‘440 minuti nel 1982/83 e ‘748 minuti nel 1983/84. Fu Platini a interrompere questo incredibile performance il 29 gennaio 1984 con una rete al 28° p.t., la gara finì 1-1, per il Napoli segnò De Rosa. 330 le gare giocate da Zoff con la maglia della Juventus in Campionato e 143 con la casacca del Napoli, in tutto con le due squadre 473 presenze sulle 570 totali del giocatore in serie A. (Numeri e statistiche di Massimo Fiandrino)

Giornale sportivo per i tifosi di Juventus e Torino

Direttore Responsabile Roberto Grossi rogro@inwind.it Hanno collaborato Antonio Catapano Alessandro Costa Don Moreno Filipetto Massimo Fiandrino Renato Ghelli Ezio Maletto Paolo Rachetto Marco Sanfelici Marco Venditti Fabio Vergnano Ermanno Vittorio Segreteria di redazione Cristina Zecchino amcsrls@yahoo.it

Impaginazione e grafica Silvana Scarpa - Tel. 011 0201860 Servizi fotografici Salvatore Giglio, Manuela Viganti Editore AMC - Art Media Communication Direttore Editoriale Gianni Castaldo amcsrls@yahoo.it Pubblicità amcsrls@yahoo.it Stampa I.T.S. SpA Distribuzione gratuita agli ingressi esterni degli stadi torinesi, eventi e canali commerciali Autorizzazione Trib. di Torino n. 30 del 27/11/2015. Tutti i diritti riservati Responsabile del trattamento dei dati personali: Gianni Castaldo

Marco Sanfelici

CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 17 DI GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE 2018


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Il Ritratto

“Quel giorno che comunicai ad Ancelotti il suo esonero dalla Juve” Profilo calcistico ed umano del tecnico di Reggiolo scritto da chi l'ha conosciuto bene

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a speranza è che non lo accolgano con il solito coro becero “un maiale non può allenare” perché Carlo Ancelotti merita rispetto. È vero che in due stagioni alla Juve ha raccolto poco o nulla, è vero che ha avuto un passato romanista e milanista che la tifoseria più accesa non gli ha mai perdonato, ma Carletto era e resta un grande. E merita il totale rispetto di chi sabato all’ora dell’apericena lo vedrà entrare allo Stadium. Anche se si accomoderà sulla panchina del Napoli. Soltanto chi ha una superficiale conoscenza dell’uomo Ancelotti può essergli nemico. In una virtuale classifica degli allenatori non soltanto italiani, Carlo va di diritto sul podio. A suo favore parlano prima di tutto i risultati ottenuti al timone dei club europei più accreditati, ma anche le doti umane che ne fanno un personaggio di

grande spessore in un mondo dominato spesso dalla presunzione. Non si vince il Italia, Inghilterra, Spagna e Germania se non sei un fuoriclasse. Ancelotti lo è stato prima in campo come centrocampista di qualità, poi in panchina ponendosi sempre al vertice. Adesso è di nuovo qui. Non pensavamo di rivederlo nel campionato italiano, tantomeno in una piazza come Napoli. Ma si vede che Carlo aveva voglia di tornare alle origini dopo questa sorta di Erasmus infinito sulle panchine più blasonate d’Europa. Non lo conoscevo quando arrivò alla Juve nel 1999. Insieme agli altri giornalisti torinesi che frequentavano all’epoca il Comunale dove la Juve si allenava, ne apprezzammo subito le doti umane. Grande personaggio, fu molto facile stabilire con lui un rapporto di amicizia, fu piacevole a volte fargli compagnia a pranzo nel solito locale di corso Moncalieri. Lui umanamente è l’anti Capello per eccellenza. A Don Fabio non è mai piaciuto avere contatti con i media fuori dall’ambito lavorativo. Ancelotti non pone barriere, con lui puoi parlare di tutto e scherzare in libertà. Si passava dal 4-4-2 al culatello di Zibello o al parmigiano reggiano, ti raccontava dei figli che crescevano e ti invitava a casa sua nella zona di Parma. Lo fece anche dopo essere sta-

to esonerato da Moggi. Ci ospitò a pranzo in un ristorante emiliano per un'ultima intervista, poi ai saluti la domanda: “Dove andate a scrivere?”. Ci arrangeremo come sempre fu la risposta corale dei cronisti presenti. Risposta: ”Venite a casa mia”. Così invademmo la grande casa di campagna con computer e telefoni e la moglie ci portava bibite e fette di salame. E una persona di questo spessore si può odiare? Non farà piacere ai tifosi vederlo sulla panchina di una delle squadre che negli ultimi anni ha segnato la rivalità più accesa con la Juve. Ma questa è la vita degli allenatori. Il suo Napoli per ora è l’avversario più temibile per la Juve, Carletto sta sfruttando il grande lavoro di Sarri, aggiungendoci molto di suo. Conosce il calcio in tutte le sue dimensioni, sta cercando di riportare nell’ambiente napoletano dominato dall’esuberanza dei tifosi e di un presidente che parla tanto, troppo, un clima di maggiore distensione. Fatti non parole. Lontano anni luce dal lamentoso Sarri, Ancelotti ha esperienza e tanto buon senso per non farsi trascinare in diatribe dialettiche di bassa lega. E intanto a parlare chiaro è il campo. Le altre faticano, Insigne e compagni dopo qualche batosta estiva messa in preventivo, hanno trovato la strada maestra. Gli

Carletto con la Juve: 171 punti, meglio di Roma e Lazio IN SVANTAGGIO CONTRO LA JUVE: 6 VITTORIE A 8 6 le vittorie di Ancelotti in 26 sfide fra Campionati e Coppe contro la Juventus, completano lo score 12 pareggi e 8 vittorie Juventus 5 Ancelotti imbattuto contro la Juventus nelle prime 5 partite, 1 vittoria al debutto contro i Bianconeri e poi 4 pareggi consecutivi. Imbattuto da mister del Parma contro la Juventus (1 vittoria e 3 pareggi). 6 gli allenatori che hanno allenato entrambi i club: Cesarini, Monzeglio, Marchesi, Lippi, Ranieri e Ancelotti.

Tacchinardi stakanovista, Inzaghi bomber Ancelotti non ha vinto niente con la Juve (due secondi posti in campionato ma vanta durante il suo periodo bianconero un record di punti: 171 in 82 gare. Nella classifica di quel periodo sotto la Mole precede Lazio 169, Roma 155 e Milan 143. Nella stagione 99/00 ottenne 71 punti contro i 72 della Lazio e nel 00/01 73 punti contro i 75 della Roma. 114 gare allenate con la Juve, 63 le vittorie. In campionato 50 vinte, 21 pareggiate e 11 perse. In Coppa Campioni 10 giocate con 2 vinte, 5 pareggiate e 3 perse. 94 le presenze di Tacchinardi, lo stakanovista con Ancelotti, precede Inzaghi a 93, Zidane 91, Pessotto 90 e Van der Sar 87. 40 volte Inzaghi è stato sostituito dal mister. In questa classifica precede Zidane a 29 e Conte e Del Piero a 23. 51 le reti di Inzaghi, al secondo posto Kovacevic con 27 e Del Piero 21. CARLETTO CONTRO ALLEGRI: PARITÀ 05/10/2008 Cagliari-MILAN 0-0 22/02/2009 MILAN-Cagliari 1-0 05/05/2015 Juventus-REAL M. 2-1 13/05/2015 REAL M -Juventus 1-1

CAMPIONE IN 4 PAESI DIVERSI Ancelotti detiene il record di campione (da allenatore) in 4 paesi diversi: in Italia con il Milan; in Inghilterra con il Chelsea; in Francia con il Psg e in Germania con il Bayern. Nessuno prima di lui ha vinto il titolo nei 4 tornei top. Altri, ma non nei top campionati, hanno vinto il titolo come mister in 4 paesi diversi: Trapattoni, Happel, Ivic e Mourinho. Ha vinto 3 Champions in panchina: Milan 2003, 2007 e Real Madrid 2014. Solo altri due mister hanno fatto la stessa cosa: Bob Pasley con il Liverpool e Zidane con le ultime 3 Champions. Il Napoli è la sua ottava panchina diversa in Champions, record: Parma, Juve, Milan, Chelsea, Psg, Real Madrid, Bayern Monaco e Napoli. 155 le sue presenze in Champions in panchina, solo 2 mister meglio di lui: Ferguson 190 e Wenger 178. È il mister italiano con più successi e precede Rocco e Sacchi con due Champions a testa e alla guida del Milan. Gli altri italiani vincitori: Trapattoni (Juve 1985), Capello (Milan 1994) , Lippi (Juve 1996) e Di Matteo (Chelsea 2012).

(In maiuscolo la squadra di Ancelotti)

auguriamo il meglio. Dopo la Juve ovviamente. Siccome è bravo, Carlo farà bene anche sotto il Vesuvio. Dovesse fallire nell’impresa, questa volta a comunicargli l’esonero non sarò io. Mi

scuso per questo accenno di aneddotica personale, ma gli anticipai il licenziamento come lui ricorda nel libro autobiografico “Preferisco la Coppa”. Mi disse: “Impossibile ho un contratto”.

(Numeri e statistiche di Massimo Fiandrino)

Due ore dopo: “Avevi ragione, mi hanno cacciato”. Questo è Ancelotti, persone così fanno bene al calcio. Fabio Vergnano


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Squadra Ospite

Il turbolento mare azzurro napoletano Non è facile lavorare con De Laurentiis padre-padrone degli azzurri. I litigi con il sindaco e con i tifosi

È

sempre un ambiente effervescente quello di Napoli. Le infinite diatribe tra sindaco della città (De Magistris) e Presidente azzur-

ro (il padre-padrone De Laurentiis) lasciano allibiti i tifosi, che vorrebbero vedere unità di intenti all'interno delle 'istituzioni' cittadine. Affitti da riscuotere, stadi da edificare ex-novo, minacce di andarsene dalla città e altri corollari di schermaglie dialettiche tra primo cittadino e proprietario della società non fanno certo del bene a chi ha il 'ciuccio' nel cuore. Ma il calcio è anche questo, specie all'ombra del Vesuvio. I tifosi, come detto, vorrebbero la pace. Ma non tutti. Gli ultrà partenopei, ad esempio, sono schierati in maniera feroce contro il Presidente, e non da oggi. Le contestazioni messe in

atto nel fatiscente e semideserto San Paolo delle ultime gare sono all'ordine del giorno. I cori di scherno contro De Laurentiis si contanto in quantità industriale. E le presenze allo stadio casalingo sono numericamente misere, una novità storica per la città campana. Va invece molto meglio quando Insigne e compagni giocano in trasferta. In giro per lo Stivale il sostegno dei fans azzurri non manca e l'ultima prova si è avuta proprio a Torino, domenica scorsa, nel lunch-match contro i granata. Diverse migliaia erano le sciarpe azzurre presenti all'interno del catino Olimpico, provenienti da tutta Italia e pronte

a sostenere i loro idoli dall'inizio alla fine senza soluzione di continuità. Il San Paolo itinerante meglio di quello originale quindi, e anche sabato allo Stadium, seppur in misura ridotta, il pubblico partenopeo farà sentire la sua presenza. In ogni caso il contesto non è certo dei migliori per lavorare. Il buon Ancelotti è costretto a vincere e convincere in Italia ed Europa (DeLa ha parlato chiaro...) e molti, ad inizio stagione, si sono domandati come Carletto abbia potuto accettare l'offerta proveniente dagli uffici di De Laurentiis, anche perchè la squadra non sembrava affatto essersi potenziata nel mercato estivo e uno Carlo, abituato a vincere in contesti ben più pregiati economicamente, avrebbe trovato pane duro. Il primo passo falso compiuto in quel di Belgrado, nel difficilissimo girone Champions, è suonato da campanello d'allarme per il tecnico dal sopracciglio alzato (quando si arrabbia). In campionato, dopo lo scoppola rimediata a Marassi, le cose vanno meglio. Ma ci vorrà tutta l'esperienza e la bravura ancelottiana per navigare serenamente nel turbolento mare azzurro napoletano. (red.)

3 domande a... Gianni Balzarini

Napoli, un occhio anche alla Champions...

Volto notissimo delle reti tv Mediaset per i tifosi bianconeri e non solo, Gianni Balzarini ci ha fatto il punto della situazione al termine della sfida contro il Bologna giocata mercoledì sera allo Stadium. Gianni, sabato è in programma Juve-Napoli. Una gara importante ma non decisiva... Non decisiva per una questione puramente aritmetica, certo, visto che siamo solo all'inizio del torneo. Ma se la Juve dovesse vincere anche contro i partenopei il campionato sarebbe già abbastanza indirizzato, non tanto e non solo per il Napoli ma anche per le altre possibili rivali che rimarrebbero a distanze ampie da colmare. Sto parlando ovviamente di Inter, Milan, Roma... Una vittoria di Ronaldo e compagni

creerebbe un bel solco. Contro il Bologna, nel turno infrasettimanale, i bianconeri hanno dato, una volta di più, dimostrazione della loro forza Diciamo che la gara vera e propria è durata circa un quarto d'ora, dove abbiamo visto una squadra nettamente superiore dominare in lungo e largo gli avversari. Poi è stato solo un buon allenamento per gli uomini di Allegri, che hanno gestito la partita senza affanni particolari... Il Napoli comunque verrà a Torino per ripetere lo scherzetto della scorsa stagione... Sicuramente ci proverà. Il gruppo azzurro sta andando oltre le aspettative e il merito è di un allenatore capace e di esperienza come Carlo Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo si è inventato Insigne centravanti e lui lo ha ripagato con prestazioni all'altezza condite da tanti gol, 5 reti in 6 partite... In più si è 'svegliato' anche Milik... A Torino se la giocheranno ma non dimentichiamo che per loro è importantissimo anche l'impegno di Champions League contro il Liverpool il mercoledì successivo, un impegno gravoso in un girone difficilissimo e iniziato non bene. E sappiamo quanto De Laurentiis tenga molto all'Europa. La Juve invece affronterà in casa lo Young Boys dopo aver espugnato con pieno merito Valencia.... Marco Venditti

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L'Analisi

Dybala, il dribbling più difficile della sua carriera La gratitudine non è di moda e in troppi hanno già dimenticato le prodezze di 'Sivorino'

B

ertolt Brecht disse: "Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi". Sono cambiati i tempi in cui lo affermò, ma l'asserzione ha mantenuto intatta la sua validità, sia essa riferita a circostanze davvero rilevanti, che all'ambito calcistico, il contesto più serio fra quelli meno importanti; anzi, relativamente a quest'ultimo la necessità di personaggi che colmino l'imperante vuoto cosmico di valori si è addirittura esasperata, nonché imbastardita; contaminata da un consumismo feroce che tutto divora con disinvolta, efferata spietatezza e che pare voler ghermire anche lo scalpo di Paulo Dybala. La gente dimentica in fretta, troppo; la gratitudine non è di moda e la coerenza è come l'araba fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa. Tutto dimenticato. Il fatto che nella scorsa stagione sia stato il miglior marcatore bianconero e abbia servito assist fondamentali per l'apposizione del settimo sigillo conta più nulla, giacché il tifoso juventino, campione d'ipocrisia, gli rimprovera di non essere ancora “esploso” in Europa quando in realtà gli preme solo

vincere lo scudetto per poter sbeffeggiare i sostenitori delle squadre povere. Viene ritenuto un vecchio arnese in disarmo e senza margini di crescita di cui disfarsi perché, in ossequio alla perversione che già afflisse Pogba, il fine ultimo di far assurgere qualcuno a simbolo/idolo consta nel piacere maligno di poterlo poi abbattere; specialmente se c'è già un volto nuovo che avanza: nel caso di specie Federico Bernardeschi, tra l'altro di soli tre mesi più “verde” del talento di Laguna Larga. Però, paradossalmente, in molti gioiscono ora dei gol che il “cicciobomer”, da anni fallimentare sui prati del continente, segna sotto un'altra egida. Complimentoni! Colui che lo scriba definì "Sivorino" è adesso chiamato al dribbling più difficile della sua giovane ancorché corposa carriera ad alti livelli, oggi obnubilata da un cono d'ombra che, almeno in parte, ha contribuito lui stesso a generare. La difesa schierata che gli si para innanzi annovera il cerbero che più di ogni altra concausa, e ve ne sono, si è speso per offuscarne la luce, sterilizzarne il talento, normalizzarlo, con la pretesa assurda di allon-

tanarlo dalle zolle ove sa e può esser letale, per mascherare le carenze di un centrocampo affastellato di bradipi, ma non è l'unico avversario da “scartare”. Il contenzioso in essere con l'ex procuratore Pier Paolo Triulzi e con la Puma hanno influito pesantemente nella perdita di spensieratezza e serenità, che per un giocatore tutto estro come Paulino sono la linfa vitale da cui attingere i deliziosi ditirambi che lo hanno fatto considerare, a dispetto della “faccia pulita”, l'erede del grande Omar. Nel mentre, dato che piove sempre sul bagnato, non poteva mancare qualche disavventura sentimentale; troppa roba tutta insieme per un ragazzo della sua età. Dybala è una seconda punta con licenza di svariare su tutto il fronte offensivo, saltuariamente un possibile e credibile falso “nueve”, nulla di più, nulla di meno e la sua collocazione in campo non implica alcun equivoco tattico. Lui, insieme ad altri, rappresenta il futuro di Madama, che ha il dovere di tutelarlo e aiutarlo, ricolmandolo di fiducia, a sbocciare come fuoriclasse a tutto tondo. Viceversa, sarà logica, comprensibile e immeritevole dei veleni che accompagnano solitamente i commiati, la sua scelta di migrare altrove. Che la Juve se lo tenga stretto, quel dribbling gli riuscirà. Augh! Ezio Maletto

(Nella foto Paulo Dybala in azione nella partita Juventus-Frosinonw)

JUVE-NAPOLI STORY entrato con il numero 13, realizza la rete del 2-1 a pochi minuti dal termine. Da allora a Napoli José è 'Core Ingrato', simbolo di irriconoscenza.

LE GRANDI SFIDE ANNI '80

ALTAFINI 'CORE INGRATO' COME HIGUAIN... Il principio di questa rivalità inizia dal 1974/75 dopo il Mondiale Tedesco e l'ammirazione per il calcio totale dell'Olanda di Cruyff. La Juve del Presidente Boniperti si affida a Carlo Parola (da giocatore arcigno difensore reso immortale da un intervento acrobatico la cui foto ha avuto oltre 200 milioni di ristampe). Boniperti gli mette a disposizione una squadra di campioni (Bettega, Scirea, Causio, Anastasi...) ai quali si aggiungono Dino Zoff e José Altafini prelevati nel 1972 dal Napoli. Invece il Napoli del Presidente Ferlaino lascia che Vinicio costruisca una squadra camaleontica e “moderna” dove militano Burgnich (mito dell'Inter del Mago Herrera) che deve giocare in linea con Vavassori, Bruscolotti, La Palma (e Pogliana) per accorciare le distanze con i centrocampisti Juliano, Esposito, Orlandini e Rampanti, come nello stile Olanda anni '70. Quella stagione vede protagoniste Juve e Napoli, ma nello scontro diretto al San Paolo la linea difensiva dei Partenopei è troppo alta: batosta record 2-6! Segue un affannoso inseguimento del Napoli ma ancora lo scontro diretto è fatale a Vinicio. Al Comunale di Torino Zoff compie prodezze in serie, e Altafini,

Negli anni '80 il Top di questa rivalità e gli anni con il massiccio arrivo in serie A delle migliori stelle straniere. La Juventus nel 1980/81 guidata dal Trap a 5 giornate dal termine è in testa insieme con la Roma di Liedholm e il Napoli di Rino Marchesi. Ma in un turno sulla carta favorevole, gli Azzurri perdono incredibilmente (0-1) contro un Perugia già retrocesso. Inoltre il 17 maggio nello scontro diretto Vinicio Verza segna la rete del successo Bianconero: Juve 42 punti, Roma 41 e Napoli 38. I Bianconeri di Trap alla fine vincono il 19° Scudetto a quota 44 punti.

DIEGO E MICHEL La situazione si ripeterà nel 1985/86. Il 9 novembre 1985, al San Paolo, Maradona ferma il tentativo di fuga Bianconero con una magia su punizione. Invece Platini riesce ad aver la meglio sul filo di lana per la vittoria dello Scudetto sulla Roma di Eriksson, che perde 3-2 in casa con il retrocesso Lecce. Ma il Napoli riesce a riprendersi la rivincita sulla Juve l'anno dopo, nel 1987, con Ottavio Bianchi in panchina. Lo scontro diretto è ancora a novembre e stavolta si gioca a Torino dove gli Azzurri si impongono per 3-1. Maradona non segna però a fine Campionato per la prima volta precede fra i Cannonieri Platini ormai all'epilogo (si ritirerà causa acciacchi fisici) che nelle due stagioni precedenti lo aveva tenuto dietro: 18 gol a 14 nel '85 e 12 gol a 11 nel '86. Inoltre per tre stagioni di fila il francese aveva vinto la classifica marcatori. Ma Diego non era in Italia. Il Napoli vince nel 1987 il suo primo Scudetto e fa finire l'egemonia decennaria della Juve. Il resto della sfida Juve-Napoli è storia recente... Massimo Fiandrino


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Numeri e Statistiche

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di Massimo Fiandrino

Juve sempre ok in campionato fino a Koulibaly... Da quando è stato costruito lo Stadium i bianconeri avevano sempre vinto in casa PRIMA DEL KO DEL 22/4/18 JUVE SEMPRE OK IN CAMPIONATO CONTRO IL NAPOLI

LA JUVE NELL'ERA DELLO STADIUM. LE SFIDE COL NAPOLI IN 7 STAGIONI (CASA E TRASFERTA) BILANCIO TOTALE Squadre G V Juventus 19 10 Napoli 19 5

N 4 4

P 5 10

R.f. 35 23

R.s. 23 35

BILANCIO SERIE A Squadre G V Juventus 14 8 Napoli 14 3

N 3 3

P 3 8

R.f. 24 13

R.s. 13 24

COPPE (Supercoppa Italiana e Coppa Italia) Squadre G V N P R.f. Juventus 5 2 1 2 11 Napoli 5 2 1 2 10

R.s. 10 11

N.b.: la sfida risolta ai rigori con la Supercoppa vinta dal Napoli nel 2014 è stata considerata pareggio e non considerati i penalty

Campionato 2011/2012 Napoli, (11^gta) 29/11/2011 Napoli-Juventus 3-3 Reti: Hamsik (N) '23, Pandev (N) '40, Matri (J) '48, Pandev (N) '69, Estigarribia (J) '72, Pepe (J) '79 Torino (30^ gta), 01/04/2012 Juventus-Napoli 3-0 Reti: Vucinic (J)'53, Vidal (J) '75, Quagliarella (J) '83 Espulsi: Zuniga (N) '86

(N) '50, Sturaro (J) '77, Pepe (J) '93 (rig.) Espulsi: Britos (N) '92 2015/2016 Napoli (6^ gta), 26/09/2015 Napoli-Juventus 2-1 Reti: Insigne (N) '26, Hamsik (N) '52, Lemina (J) '63 Torino (25^ gta), 13/02/2016 Juventus-Napoli Rete: Zaza '88

1-0

Supercoppa Italiana 2014 Doha (Qatar), 22/12/2014 Juventus-Napoli 7-8 (d.c.r.) (2-2 d.t.s.) Reti: Tevez (J) '5, Higuain (N) '68, Tevez (J) '92, Higuain (N) '118

2012/2013 Torino (8^ gta), 20/10/2012 Juventus-Napoli 2-0 Reti: Caceres '80, Pogba '82 Napoli (27^ gta), 01/03/2013 Napoli-Juventus 1-1 Reti: Chiellini (J) '10, Inler (N) '43 2013/2014 Torino (12^ gta), 10/11/2013 Juventus-Napoli 3-0 Reti: Llorente '2, Pirlo '74, Pogba '80 Espulsi: Ogbonna (J) '83

HIGUAIN BOMBER 7 GOL, A SEGNO CON ENTRAMBE BIANCONERI CONTRO IL NAPOLI Reti Giocatore 5 Higuain 3 Pogba; Vidal 2 Caceres; Dybala (2 rig.); Pepe; Tevez; Vucinic; 1 Asamoah; Bonucci; Chiellini; Estigarribia; Khedira; Lemina;

Llorente; Matri; Pereyra; Pirlo; Quagliarella; Sturaro; Zaza AZZURRI CONTRO LA JUVE Reti Giocatore 5 Hamsik 3 Callejon; Pandev 2 Cavani (1 rig.); Higuain; Insigne; Mertens 1 Britos; Koulibaly; Inler; Lopez

Napoli (31^ gta), 30/03/2014 Napoli-Juventus 2-0 Reti: Callejon '37, Mertens '81 2014/2015 Napoli (18^ gta), 11/01/2015 Napoli-Juventus 1-3 Reti: Pogba (J) '29, Britos (N) '64, Caceres (J) '69, Vidal (J) '94 Torino (37^ gta), 23/05/2015 Juventus-Napoli 3-1 Reti: Pereyra (J) '13, Lopez

2016/2017 Torino (11^ gta) , 29/10/2016 Juventus-Napoli 2-1 Reti: Bonucci (J) '50, Callejon (N) '54, Higuain (J) '70 Napoli (30^ gta), 02/04/2017 Napoli-Juventus Reti: Khedira (J) '7, Hamsik (N) '60 2017/2018 Napoli (15^ gta), 01/12/2017 Napoli-Juventus Rete: Higuain '13 Torino (34^ gta), 22/04/2018 Juventus-Napoli Rete: Koulibaly '90

1-1

0-1

0-1

JUVE-NAPOLI NELLE COPPE Coppa Italia 2011/2012 (Finale) Roma, 20/05/2012 Juventus-Napoli 0-2 Reti: Cavani '64 (rig.), Hamsik '83 Espulsi: Quagliarella (J) '90 Supercoppa Italiana 2012 Pechino (Cina), 11/08/2012 Juventus-Napoli 4-2 d.t.s. Reti: Cavani (N)'27, Asamoah (J) '37, Pandev (N) '41, Vidal (J) '73 (rig.), aut. Maggio (J) '97, Vucinic (J) '101 Espulsi: Pandev (N) '85; Zuniga (N) '93

Coppa Italia 2016/2017 (Semifinali) Torino, 28/02/2017 Juventus-Napoli 3-1 Reti: Callejon (N) '36, Dybala (J) '47 (rig.) e '69 (rig.), Higuain (J)'64 Napoli, 05/04/2017 Napoli-Juventus 3-2 Reti: Higuain (J) '32 e '59, Hamsik (N) '53, Mertens (N) '61, Insigne (N)'67

(A sinistra Higuain in maglia Juve; al centro Koulibaly, giocatore del Napoli; in alto la curva della

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Storia / Ottobre Juve

di Ermanno Vittorio

Amaral, il preparatore atletico che diventò allenatore La sportività di Karl Hansen a Firenze, l'entusiasmo per 'Mumo' Orsi e i cioccolati Talmone...

1 ottobre 1933 Prima vittoria esterna della stagione in campionato per la Juve che s’impone al “Testaccio” di Roma sui giallorossi (3-2). Protagonista il giovane centravanti bianconero Felice Placido Borel II, autore di tutte e 3 le segnature. Per Borel si tratta del sesto gol in 4 partite. 2 ottobre 1974 Al Comunale, ritorno del I turno di coppa Uefa, la Juve deve rimontare la sconfitta (2-1) dell’andata contro i tedeschi del Vorwarts. Ottima presenza di pubblico, circa 50.000 spettatori che applaudono la squadra che con una partita perfetta (30) passa il turno e regala certezze alla sua stagione. In gol Anastasi, autorete del tedesco Hause e Altafini. 3 ottobre 1964 A stagione in corso, con la preparazione estiva completata, la dirigenza decide

di sostituire l’ allenatore brasiliano Paulo Amaral ed affidare la squadra ad Eraldo Monzeglio. Il cambio di rotta è clamoroso anche perché Amaral aveva ben figurato la stagione precedente, secondo posto a 4 punti dall’Inter Campione. Amaral è in pratica un preparatore atletico, ruolo che aveva avuto con la nazionale brasiliana campione del mondo 1958. Fisico atletico, modi bruschi, non accetta il dialogo, solo allenarsi e giocare… Probabilmente Sivori aveva contestato con la dirigenza questi metodi da “Marine” ed ecco il cambio ad inizio stagione dopo quattro turni campionato con 3 vittorie ed una sconfitta. 4 ottobre 1928 Dopo essere sbarcato a Genova il giorno precedente Mumo Bibiano Orsi si presenta al campo di Corso Marsiglia per il suo primo allenamento con la Juve. L’attesa è enorme, presenti centinaia di soci e simpatizzanti bianconeri per vedere all’opera il fuoriclasse italo-argentino. Finito l’allenamento Orsi si sposta verso una delle due porte e piazza un pallone sul calcio d’angolo di sinistra calcian-

Hansen ruzzolava a terra in area di rigore della Fiorentina, l’arbitro Orlandini di Roma decretava il rigore. Discussioni come sempre quando è assegnato un rigore, che si placano quando il danese Hansen si avvicina all’arbitro e gli segnala che non è rigore perché è caduto da solo.

do con il destro, la parabola si alza morbida poi improvvisamente si abbassa verso la porta infilandosi sotto la traversa. Pubblico e dirigenti in estasi, quasi nessuno all’epoca aveva visto dal vivo una parabola così perfetta, i dirigenti della Juve si rallegrano ricordando che da 4 anni l’International Board riconosce validi i gol segnati direttamente da calcio d’angolo; così si presentò per la prima volta al suo pubblico Mumo Orsi... 5 ottobre 1930 La Juventus sbanca San Siro, netta affermazione bianconera che travolge il Milan (3-0), doppietta dell’ala Munerati e gol di Orsi. 6 ottobre 1951 Viene alla ribalta un dettaglio di non poco conto che mostra la sportività dei giocatori della Juve: la squadra aveva disputato a Firenze la partita di campionato con la Fiorentina vincendo 2-0. Sullo 0-0 il bianconero Karl

7 ottobre 1945 Amichevole pre-campionato per la Juve a Roma contro la Lazio, rimpatriata per Piola ex laziale ora con i bianconeri, il folto pubblico si diverte ed applaude i bianconeri che s’impongono 3-1 con doppietta di Coscia e gol di Magni, per la Lazio il gol lo sigla il bianconero Parola con una sfortunata deviazione.

11 ottobre 2011 La Juventus piange la scomparsa di uno dei simboli della sua storia. All'età di 73 anni è morto Helmut Haller, ex centrocampista tedesco che ha indossato la maglia bianconera per 5 stagioni, dal 1968 al 1973. Ha legato il suo nome alla conquista degli Scudetti del 1972 e del 1973.

8 ottobre 1937 Cena in sede Juve organizzata dai soci, sono invitati anche i giocatori, è premiato Luisito Monti con un cronometro d’oro. Monti scese in campo nonostante fosse infortunato nel Derby (Juve-Toro 1-1) della Domenica precedente. La dedica sulla cassa dell’orologio è intonata al carattere di Monti: “A Luigi Monti tenace come la Juventus” 9 ottobre 1983 Vittoria della Juve sul Milan a Torino per la quinta giornata di campionato. Netta vittoria anche se di misura (2-1) con gol di Platini e Rossi; prima della partita Platini vince il trofeo Chevron come miglior cannoniere della stagione 1982/83. Platini è il primo straniero a vincere il trofeo dopo 17 anni (Vinicio nella stagione 1965/66 il suo predecessore).

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ri a fatica (2-1) con gol di Piovanelli ed Alessio. A pochi minuti dal termine, Di Canio protestando per un fallo ricevuto, riesce a farsi espellere dal severo arbitro Cito della sezione di Torino.

10 ottobre 1991 Amichevole della Juventus a Savigliano contro la squadra locale della Saviglianese che milita nel campionato d’Eccellenza, s’impongono i biancone-

12 ottobre 1941 In partita unica per i sedicesimi di finale della Coppa Italia, la Juve affronta al comunale la Pro Patria, netta affermazione (5-0) con l’albanese Riza Lustha protagonista della partita con 3 gol, le altre marcature sono di Bellini e Colaneri. Da ricordare l’insolita ed inedita divisa della Juve che scende in campo in maglia nera con girocollo bianconero ed una grande J sulla destra della maglia, pantaloncini e calzettoni neri. Il portiere Perucchetti è in maglia bianca con J nera. 13 ottobre 1923 La società Talmone, storica azienda torinese che produceva cioccolato e cacao, mette in commercio un nuovo tipo di cioccolato denominato 'Duemila' che porta come contrassegno il distintivo della Juventus. 13 ottobre 1953 L’undici titolare della Juventus ha perso 17 Kg! Lo staff medico comunica la tabella dell’undici titolare che dalla preparazione dal 10 agosto sino a fine Settembre ha perso sulla bilancia 17 Kg per ritrovare la forma fisica. Tra quelli

che hanno perso più chili troviamo Parola (meno 4) e Boniperti (meno 3,2). Inizia fisicamente alla grande la stagione 1953-1954. 14 ottobre 1945 Esordio in campionato per il centravanti Silvio Piola arrivato alla Juve alla fine della sua gloriosa carriera riesce comunque nelle due stagioni in bianconero a siglare 26 reti con 57 Presenze. Piola è ancora oggi il giocatore ad aver siglato più’ reti in campionato: 290. L’esordio non poteva che essere con il gol, la Juventus batte il Torino 2-1 con gol di Magni e Piola che su rigore decide il derby. 15 ottobre 1967 Tragedia a Torino, sono le 21.45 di Domenica, in Corso Re Umberto all’altezza del n° 46 Gigi Meroni e Poletti attraversano il corso e sono travolti da una auto. Meroni viene anche investito da un automezzo che proviene in senso opposto, alla guida il giovane Attilio Romero, fans granata che poi, per le stranezze della vita, diverrà presidente del Torino. Poletti ha solo ferite lievi, invece alle 22.40 Meroni cessa di vivere all’ospedale Mauriziano. Gigi era un idolo per tutti i ragazzi dell’epoca, il “Beatle” idolatrato anche dai tifosi della Juve che dovevano averlo tra le loro fila ma l’acquisto già concluso saltò per le proteste a Luglio dei supporters granata.

(Da sinistra a destra, nella prima colonna Borel II e, in basso, Amaro, Amaral e il giovane Bernardi; nella terza colonna Karl Hansen; nella quarta colonna Piola e Parola; nella quinta e sesta colonna cartolina raffigurante la Juventus 1953/1954)


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Il 'Fenomeno' CR7

Effetto-Ronaldo, analisi di un'operazione storica

L

’operazione-Ronaldo si può considerare la più importante nella storia della Juventus. Le ragioni di questa importanza però non sono quelle che sembrano. La tormentata storia del club con la Coppa dalle grandi orecchie è tristemente nota, e in molti già hanno avanzato la fisiologica teoria che CR7 è arrivato alla Juve per provare finalmente a non farci perdere un’altra finale. Ma vero è che il pallone è rotondo e nessuno ha un risultato in tasca prima di giocare. E comunque, per quanto vero ciò possa essere, (l’intento in effetti è anche quello, visto lo strapotere bianconero nelle competizioni nazionali), le considerazioni da fare sono altre. L’operazione è la più importante non tanto

serviva proprio qualcosa di diverso e nuovo rispetto a quanto fatto finora. Serviva qualcosa di forte e di impatto che potesse far avvicinare milioni di nuovi tifosi e simpatizzanti. La crescita del fatturato ci sarebbe stata comunque, perché in fondo il trend degli ultimi anni parla chiaro, ma sarebbe stato un percorso molto più lento e graduale. Con l'avvento di CR7 si è messo il turbo e si è velocizzato parecchio il tutto, almeno inizialmente. Può essere utile fare qualche esempio. Il mese scorso chi scrive è stato allo Store dell’Allianz Stadium (Area 12) per curiosare un po', ad un orario non particolarmente invitante. Ora, non solo lo Store era pieno di clienti/consumatori che chiedevano ai commessi

per il costo sostenuto complessivamente, ma perché per la prima volta il club ha acquisito il cartellino di un giocatore che è una grossa azienda a se stante. La componente calcistica e sportiva viene in secondo piano. La Juve negli ultimi anni è cresciuta molto dal punto di vista del fatturato, ma è rimasta sostanzialmente l’ultima delle prime squadre del mondo. E per salire di un altro scalino,

qualunque tipo di articolo (non solo le maglie), ma quelli Italiani erano davvero pochissimi, una sparuta minoranza. Passeggiando, attorno a me sentivo le lingue più disparate (Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, ecc). Niente male per essere in pieno agosto, con i tornei fermi, con sole cocente all’esterno, e poco dopo l’ora di pranzo. E, di conseguenza, situazioni simili le si vivono anche

attorno allo Store in generale, in attività che non hanno nulla a che fare con Juventus (bar e ristorazione in primis, ma non solo). Quando c’è un allenamento della Juve davanti al Training Center della Continassa spesso c’è una discreta folla di tifosi e telecamere per assistere all’ingresso dei giocatori. Le maglie numero 7 già vendute sono un’enormità e siamo solo alle prime giornate di campionato. E via così. E di tutto questo entusiasmo a Ronaldo bisogna dare il giusto riconoscimento. Questo è il primo vero grande merito da tenere

in considerazione, anche perché l’operazione è stata voluta più da lui e da Mendes che dalla Juve stessa, la quale non ha fatto altro che approfittarne (Paratici in questo ha avuto un ruolo fondamentale). Per non parlare del fatturato annuo personale del giocatore, e di tutti gli sponsor che si porta dietro. Del resto stiamo parlando di un signore che quando posta una foto o un pensiero su un social, raccoglie milioni di like in pochi minuti. In ogni stadio dove giocherà la Juve questa stagione, i prezzi dei biglietti lieviteranno e gli spalti saranno strapieni (sta già succedendo). Ogni partita avrà una telecamera che lo spierà con insistenza e ogni suo gesto atletico farà il giro del mondo. E fuori dal campo ci saranno i paparazzi a darsi da fare. Il Real Madrid, dati presenze allo stadio alla mano, ha già subito un forte contraccolpo dopo la partenza di CR7. Per quello che invece riguarda il lato sportivo dell’affare, nonostante l’età, il professionista

è esemplare ai limiti del maniacale. I suoi numeri e i suoi trofei sono di un altro pianeta, e sembra essere ancora in grado di poter dare parecchio. Nei prossimi mesi vedremo come e quanto sarà stato un affare dal punto di sportivo, ma di certo c’è che al momento la Juve, in prospettiva, ha fatto ugualmente un grosso colpo. Una serie di incastri del destino (la questione delle tasse tra CR7 e il fisco spagnolo, la legge italiana che permette di risparmiare su quello che bisogna versare, la vittoria dell’ennesima Champions del Real Madrid, l’abbandono di Zidane, l’operazione Cancelo con cui Mendes ha riattivato i contatti più stretti con la Juve, ecc), che nessuno avrebbe mai nemmeno ipotizzato 6 mesi fa, si sono concretizzati tutti assieme in poche settimane e hanno, di fatto, generato questa operazione. Comunque vada, è già andata molto bene. Qualche critica? La presentazione dei giocatori in arrivo alla Juventus continua ad essere sotto tono e mai in grande stile. E con Ronaldo non è stato diverso. Bisognerebbe promuovere meglio il brand anche facendo un po’ di baccano mediatico, ma va precisato che Torino è una città freddina anche d’estate dal punto di vista delle emozioni, e comunque non tutti i giocatori che verrebbero presentati hanno un nome pesante come quello del portoghese, dunque non ci sarebbe di certo lo stesso entusiasmo. Riempire uno stadio per queste occasioni, come accade qualche volta all'estero, al momento è impossibile. Detto questo, la presentazione dei nuovi acquisti in generale è un qualcosa su cui bisogna ancora lavorarci sopra. Un’altra critica è relativa alla maglia ufficiale. CR7 alla Juve ha già raggiunto nuovi record: indosserà una delle maglie esteticamente più brutte della sua carriera; indosserà una delle maglie più brutte della storia della Juventus; indosserà una delle maglie con il logo più brutto della sua carriera e della storia della Juven-

'Ora dimentica tutto e ricomincia' D

al punto di vista solo sportivo, c’è un aspetto interessante da segnalare, da quando CR7 è arrivato alla Juve non viene più considerato universalmente il migliore. Il premio UEFA come miglior giocatore dell’anno è andato a Luka Modric (che nella scorsa Champions ha realizzato meno gol e meno assist di CR7). Stessa cosa è accaduta per il Il 'The Best Fifa' come miglior giocatore dell’annoc. Il 'Puskas' per il miglior gol dell’anno è andato a Momo Salah (bello il suo gol contro l’Everton, ma rispetto alla rovesciata con cui CR7 ha purgato la nostra Juve non c’è paragone). Anche il 'Pallone d’Oro' pare che non verrà assegnato a Ronaldo. Nella prima partita di Champions CR7 è stato espulso per aver accarezzato la testa di un avversario. E via così. È presto per dare giudizi ma sembra che il “sistema calcio” internazionale l’abbia scaricato; lui infatti non l’ha presa bene e non partecipa agli eventi ove si consegnano i premi anche se formalmente è tra i candidati. Si sente che l’aria è cambiata. Cari lettori, a queste condizioni non può che venire in mente in modo spontaneo, per semplice associazione di idee, il grande cartellone pubblicitario dello sponsor personale di CR7 (Nike), apparso sulla facciata di un palazzo in Piazza Vittorio Veneto a tus. Per questi record però i meriti non sono suoi, ma della diabolica accoppiata Dirigenza Juventus e Sponsor Tecnico Adidas. Il merito che ha Ronaldo semmai è che, proprio grazie a lui, nonostante la divisa sia più adatta alla mitologica Udinese di Zico che alla sua Juve, e abbia un aspetto abbastanza raccapricciante (l’ha disegnata

Torino nelle settimane di fine estate. Su quel cartellone non c’erano foto, ma solo un lunghissimo elenco dei record che Ronaldo ha conquistato nei suoi anni di carriera, e la fine del lungo pistolotto recitava così: “Ora dimentica tutto, e ricomincia”. Mai parole furono più azzeccate. Alla Juve dovrà, e lo sta già facendo, ricominciare da capo, come se avesse 19 anni. Da adesso in poi nulla gli sarà più concesso e riconosciuto grazie alla sua luminosa carriera e alla sua straordinaria professionalità. È come se non avesse mai fatto nulla nel mondo del calcio. Caro Cristiano, benvenuto alla Juve. Ora sei definitivamente dei nostri. Ogni cosa che vincerai qui varrà molto più di quello che hai vinto altrove. Questa è la più grande opportunità professionale della tua vita. Qui a Torino, se realizzerai grosse imprese, avrai l’opportunità unica di passare dall’essere uno dei più forti giocatori di tutti i tempi ad un eroe vero e proprio. Ora, forse, hai capito il perché. Divertiti e metticela tutta, noi (Ant. Cat.) siamo con te. un bambino delle elementari?), negli Store ufficiali e nei diversi canali di vendita continuerà ad andare via come il pane. Peccato, sarebbe stato bello vedere CR7 con una vera maglia 'gobba' come si deve. Ma è andata così... Detto questo, buon campionato e soprattutto buon CR7 a tutti. Antonio Catapano


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Sport Vari / Basket

Auxilium Fiat, la stagione inizia con la Supercoppa italiana A Brescia i rinnovati gialloblu giocano in contemporanea con la partita della Juve

U

n curioso caso del destino ha dato appuntamento per le ore 18 di sabato 29. La Juventus, pur reduce da 6 vittorie in campionato e da un importante successo in Champions, inizia la stagione dei match pesanti contro quel Napoli a cui aveva consegnato le chiavi dello Stadium giusto qualche mese fa. Alla stessa ora, a 200 km di distanza in quel del PalaLeonessa di Brescia, contro Trento, l'Auxilium Torino farà partire la sua nuova avventura grazie alla partecipazione alla Supercoppa italiana, frutto dell'unico momento veramente memorabile della passata stagione ossia la conquista della Coppa Italia. In attesa di

sapere se e quando le due squadre potranno essere accomunate non solo da queste coincidenze del destino o del calendario sott'occhio ma magari anche da uno stesso nome o casacca, proviamo a capire cosa di bello può attenderci da appassionati di basket sotto la Mole. Partiamo da coach Larry Brown. Sarà anche il Ronaldo dei tecnici di basket ma da lui non possiamo certo chiedere di fare i miracoli pin campo. Tiri da 3 punti dalle sue mani non li vedremo mai uscire. Sarebbe già molto più che sufficiente se portasse quella professionalità e scientificità che la sua carriera mostra. Allenatori che fanno gli allenatori. Vice che curano situazio-

ni di gioco e parte tecnica individuale. Dirigenti che fanno i dirigenti. E non che tutti possano fare tutto... Ci siamo capiti? Gli spifferi di aria che escono dalle finestre socchiuse dei gialloblu ci confermano in questa speranza. Punte di diamante di questa squadra rispondono al nome di Jamil Wilson, Victor Rudd, James McAdoo. Su questo terzetto fatto di ale grandi e pivot si può puntare a ragion veduta. Dal loro rendimento potranno probabilmente dipendere molte delle soddisfazioni che la squadra potrà togliersi in questa stagione. Altro trio di giocatori da monitorare è quello dei "vecchietti terribili". Parliamo di Poeta, Cusin e Delfino. Sparsi

tra ruolo di play e cinque, sono chiamati a dare quella esperienza e quell'equilibrio che potrà permettere al team di fare un percorso di crescita graduale senza troppi scossoni. Anche di qui passaranno molte palle pesanti e punti decisivi. Una coppia è quella di giovani su cui puntare i riflettori. Okeke e Stojanovic sono pronti a fare un grosso salto in avanti a livello di carriera. La classe per poterlo fare è nelle loro mani e doti fisiche. Il coach è quanto di meglio in cui sperare per poter "succhiare il midollo" di questo sport. Sempre che voglia di imparare e di sudare in palestra siano al centro del loro day by day. Su Okeke si può scommettere.

Su Stojanovic? Gli altri giocatori rappresentano più delle scommesse che non delle certezze, o comunque hanno bisogno del banco di prova del campionato per esprimere un giudizio sul loro valore e su quanto possano dare in GialloBlu.

Di sicuro se almeno due di loro si rivelassero degli acquisti azzeccati l'Auxilium si ritroverebbe con tutte le premesse per una stagione in cui far divertire i propri tifosi.

Sport Vari / Calcio Femminile

La Vecchia Signora del football

L'obiettivo è chiaro: tornare subito in B

“Non siamo 'piangina' ma neanche sprovveduti...”

È

iniziata la stagione della Juventus Femminile Torino che quest'anno festeggia i 40 anni di onorata attività. Orfane di "Betta" Milone, portiere e bandiera passata alla Novese sostituita da Serafino e Turano, e Mellano finita al Pinerolo, ma con l'arrivo di Ponzio dal Torino, Donderi dal Romagnano e Domeneghetti dal Padova, le ragazze di Mister Serami hanno affrontato Voluntas Osio e Romagnano nel girone di Coppa Italia di categoria. Nella

prima gara giocata al Palatucci di Torino, nuovo campo "casalingo" dove le ragazze si esibiranno nel corso di questa stagione, non sono bastati i gol di Fanton e Sobrino per evitare una sconfitta per 2-3. Tutta un'altra storia a Romagnano, netto 0-3 ad opera di Fanton, Sobrino e Ponzio ma il turno è stato superato dalle bergamasche che hanno battuto agevolmente il Romagnano. Il Campionato di serie C inizierà il 14 Ottobre in casa contro il Caprera e finirà ad Aprile. L'obiettivo è chiaro: ritornare subito in Serie B, anche se le avversarie sono agguerrite. Quella serie cadetta dove l'anno scorso le bianconere furono protagoniste di un ottimo torneo ma dovettero retrocedere a causa della mega riforma-rivoluzione dei campionati. Infine il regolamento: le prime classificate dei quattro gironi della serie C disputeranno tra di loro due gare spareggio. Le vincenti saranno promosse in B, le perdenti effettueranno un ulteriore sfida con la quartultima e terzultima della Serie B, in gare uniche su campi neutri. Gli accoppiamenti saranno determinati (Vin. To.) tramite sorteggio.

C

Dan Morino

ominciamo questa nuova avventura su 'JuveToro' ringraziando il direttore Roberto Grossi per avermi voluto tra le penne illustri che scrivono su questo storico giornale. Questa rubrica è il frutto della collaborazione tra la storica emittente radiofonica torinese 'Radio Antenna 1' e 'JuveToro' nella mia trasmissione 'LA VECCHIA SIGNORA DEL FOOTBALL' in onda il martedì dalle 18 alle 20. Con questo primo articolo vorrei prendere in considerazione come dal suo arrivo a Torino Cristiano Ronaldo non abbia più vinto un premio a livello internazionale, e che quelli a cui concorre per la vittoria (e che probabilmente gli spettavano) se li è aggiudicati tutti il signora Luca Modric (Real Madrid). Incredibile che il gol di CR7 in rovesciata nel nostro Stadium realizzato nella scorsa Champions sia solo secondo rispetto ad un gol di Salah (Liverpool) che se pur bello non mi sembra di caratura tecnica eguale. È vero che la pressione mediatica sui giocatori come Ronaldo è altissima, ma i recentissimi eventi accaduti sul campo e fuori (da non dimenticare l'espulsione a Valencia) evidenziano che nell’ambiente Europeo sia sempre più ben vista la squadra spagnola che il resto del mondo. È vero che Modric è arrivato secondo anche con la sua squadra nazionale disputando un campionato mondiale assolutamente di livello stratosferico, ma per questo c’è il 'Pallone d’oro', che racchiude tutte le competizioni a livello mondiale. E' quindi possibile che addetti ai lavori e giornalisti sportivi di tutto il mondo, ignorando i numeri della scorsa stagione di CR7, vogliano farci credere che l'aria di Torino abbia danneggiato il giocatore numero 1 fino a farlo diventare un PIPPONE? Noi non siamo 'piangina' ma neanche sprovveduti. 121 anni di Storia non sono pochi... Renato Ghelli


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LIA ORELLANA, MISS JUVETORO

ltro che CR7, saranno decisivi i sudamericani. Questo almeno è il pensiero della nostra Miss Sudamerica, la splendida modella 22enne italo-peruviana Lia Orellana. Fedele lettrice del nostro giornale 'JuveToro', Lia non ha dubbi: "Storicamente Juve-Napoli ha visto come grandi protagonisti i campioni sudamericani e sarà così anche questa volta, anche se ne scenderanno in campo meno del solito”. Pochi ma buoni potremmo dire, da Alex Sandro, Paulo Dybala e Douglas Costa (anche se squalificato) e Juan Cuadrado nella colonia bianconera, al colombiano Ospina e al brasiliano Allan in quella partenopea. Vinca il migliore, secondo Lia, l'importante è che sia un sudamericano... (ale.co.) Foto di Gabriele La Stella, Claudio De Gasperi, Alex Comaschi, Claudio Salviano

L'Oroscopo

A cura di Elis

ARIETE (21/03-20/4) A volte è solo (o soprattutto) attraverso le sfide dirette che possiamo capire se e quanto coraggio abbiamo dentro, quale sia il nostro reale livello di determinazione, di forza. Di fronte a un Mercurio che scommette sulla vostra capacità di dire e di dialogare con le persone vicine, voi vi impegnerete per non sbagliare, per non essere mai fraintesi (a meno che qualcuno proprio non voglia capire). Di fronte a un Sole che vi sfida a dimostrare entusiasmo e vitalità in pubblico, proverete a dare il meglio e il massimo dell’ambizione. Anche se non sempre ne avrete davvero voglia o ne sarete completamente convinti. Ma i guerrieri siete voi.

TORO (21/04-20/05) Non guardate alla quadratura di Marte solo come a qualcosa che non vi piace, che non vi aiuta, che vi stanca inutilmente. Provate invece a considerare la sua energia di sfida come un modo per cercare di ribellarvi a tutto ciò che smette di piacervi o di aiutarvi a vivere il meglio del momento. Affrontate una vicenda pratica o economica che non funziona più come dovrebbe, fate invece in conti con una realtà domestica o personale in cui non vi sentite più del tutto a vostro agio. Nel frattempo, usate il plenilunio per guardare in faccia – ma in maniera molto obiettiva – alla realtà. Le vostre stelle funzioneranno se le saprete capire e codificare.

GEMELLI (21/05-21/06) A volte non basta avere stelle e pianeti dalla propria parte, ma è necessario anche che loro – le forze celesti – vogliano e sappiano dialogare tra loro, collaborando al vostro personalissimo successo. Marte, Sole e Mercurio – tutti in leggerissimo trigono aereo ai Gemelli - vi aiuteranno a far convivere la forza, l’entusiasmo e le idee, rendendo la vostra settimana un momento piuttosto speciale, forse incantato. Siate coraggiosi e orgogliosi dei vostri pensieri migliori, provate invece a rivedere un vostro atteggiamento forse non del tutto adatto al momento. Intanto, la Luna Piena, vi consentirà di fare definitivamente chiarezza su una questione di lavoro che deve rimanere in sospeso.

CANCRO (22/06-22/07) Qualcuno conta su di voi, aspettandosi forse aiuto, comprensione, sostegno e un pizzico di complicità. Ma voi, zavorrati e rallentati dalle quadrature (di stagione) di Sole e di Mercurio, nei prossimi giorni non sempre sarete davvero in grado di rispondere alle richieste che vi provengono da più parti, e la cosa potrebbe innervosire gli altri. Non avrete troppa voglia di usare le idee o i pensieri, sarete invece poco amici delle prove pratiche, preferendo

consegnarvi a una languida pigrizia. Lo farete nonostante la Luna Piena vi mostri, in maniera lucida e obiettiva, tutti i rischi e le conseguenze di un modo di fare non troppo responsabile. Perché a volte va così.

LEONE (23/07-23/08) Per il Leone spesso non possono esistere scorciatoie, non si prendono in considerazione i compromessi. Per un segno coraggioso e ambizioso come il vostro, valgono infatti solo le energie del coraggio, quello che nei prossimi giorni vi convinceranno cioè a essere sempre fieri delle vostre scelte, delle parole, delle azioni, degli entusiasmi che popoleranno la settimana. Sarete insomma piuttosto forti e combattivi (Marte, dall’opposizione, non smetterà di farsi sentire e notare), ma sempre con un progetto, con un piano preciso. Quale? Chiedetelo alla Luna Piena, una forza amica (è di fuoco come voi) e chiarificatrice che vi insegnerà a dare del tu al futuro migliore.

VERGINE (24/08-22/09) Come per quelle grandi star nate in piccoli paesi di provincia, e apparentemente destinate a una vita assolutamente normale, tranquilla ma che poi esplodono, anche la Vergine affronterà una settimana sulla carta facile e calma, ma che poi vi riserverà qualche sorpresa, qualche piccolo colpo di scena. Attenzione, quando cioè Marte vi agiterà (ma in modo simpatico e stimolante) sfidandovi a vivere una decisione forse non vostra, oppure a modificare – senza preavviso – una posizione o un atteggiamento in modo rapido, urgente, veloce. E non rimaneteci troppo male per qualcosa che sembrava doversi risolvere in coppia ma che poi, all’ultimo momento, potrebbe cambiare idea. Succede.

BILANCIA (23/09-22/10) Ogni cosa, anche la migliore, ha bisogno di un po’ di entusiasmo, da parte nostra, per vivere e per essere interessante. Ogni cosa, anche la peggiore, può diventare accettabile e intrigante se sappiamo come darle un senso, uno scopo preciso. Sole e Mercurio sono una promessa di buon umore, di intelligenza e di praticità, ma la forza amica di un Marte tanto simpatico renderà il tutto davvero unico, speciale. Potrete infatti riscoprire e rivalutare qualcuno grazie alle prossime giornate, grazie alla sua capacità di farvi sentire importanti, amati, apprezzati. Voi date una mano al destino non risparmiandovi, facendo in modo che la fortuna trovi in voi i necessari alleati.

SCORPIONE (23/10-22/11) Sarete spesso combattuti tra due possibilità, tra due opzioni che vi potrebbero interessare. Perché da una parte, se deciderete di ascoltare Marte con le sue importanti ambizioni, avrete voglia di piccoli e grandi successi pratici, di promesse e di occasioni da vivere al volo e senza pensarci troppo su. Per conto, Venere e Giove – nel segno – vi renderanno piuttosto pigri, forse perché non vi faranno sentire il bisogno di impegnarvi, forse perché vi daranno la sensazione che tutto sia già sotto controllo, che tutto sia già in qualche modo previsto e programmato.

Trovate voi il giusto compromesso che non vi faccia mai esagerare per entusiasmo o per torpore. Prendetevi cura del benessere.

SAGITTARIO (23/11-21/12) Ci sono settimane che ci chiedono solo e soltanto di seguire l’istinto, di accettare – senza troppe domande o inutili polemiche– un destino che ci è già amico, che non dovrete convincere ad amarvi, a volervi bene. Marte, Sole e Mercurio, tutti in buona posizione, confermano le loro promesse di un momento fatto della giusta passione, di persone e di progetti che vi soddisfano, che vi faranno sentire al posto giusto, con le migliori intenzioni e convinzioni. Un impegno e una fortuna accompagnati, però, sempre da qualcosa di bello e di divertente, occasioni che la Luna Piena – di fuoco, per un pelo, come voi – non smetterà di concedervi.

CAPRICORNO (22/12-20/01) Si dice che il vostro segno sia spesso impaziente o, meglio ancora, incapace di accontentarsi dei risultati, delle cose che ha e che vive. L’ambizione (quella sana) è sicuramente qualcosa che vi muove, un boost - per dirla all’inglese - che vi porta a chiedere sempre qualcosa di più a voi stessi. Ma se Saturno vi farebbe pensare di essere a posto con il presente, ecco che Marte vi spingerà a chiedere molto di più, portandovi persino a mettere in discussione il vostro modo di essere e di fare. Che esagerazione! Per decidere le mosse e le parole migliori per provare a fare qualcosa di importante, e dare una mano a chi se lo merita. Per il resto ci penserà il destino. ACQUARIO (21/01-19/02) Ci sono combinazioni che davvero possono renderci fortunati, possono farci vivere da protagonisti. Ci sono stelle amiche (quelle del momento vi amano di già essendo fatte d’aria come voi) che si impegnano per darci una mano, per farci sperimentare cose, persone e situazioni sempre all’altezza delle nostre aspettative migliori. Nei prossimi giorni, l’ingombrante e ambiziosa energia di Marte avrà pane per i suoi denti. Perché potrete vivere qualcosa di interessante e di divertente ma con successo, perché saprete trovare il modo di amare in maniera speciale, di condividere passioni e preferenze con chi vi sarà vicino. Usate la Luna Piena per migliorare (se possibile) il vostro stile.

PESCI (20/02-20/03) Non c’è proprio niente di male nel vivere le cose migliori indirettamente, attraverso cioè persone e personaggi che ci portano a vivere con più intensità e curiosità ogni cosa. Mentre voi vi godete la preziosa compagnia dei pianeti che preferite (in ordine alfabetico Giove, Nettuno e Venere), qualcosa che di per sé vi sazia e vi soddisfa redendovi poco propensi all’impegno costante, ecco che qualcuno si comporterà invece in modo molto più acceso e intraprendente, e la cosa vi divertirà (al netto di gelosie). Lasciatevi coinvolgere solo dalle situazioni più interessanti, quelle che davvero possano nutrire curiosità e interessi, quelle che non vi lasceranno mai indifferenti.


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Spettacoli e Cultura

A Palazzo Mazzetti 'Chagall – Colore e Magia' Asti ospita, sino al 3 febbraio 2019, 150 opere di uno degli artisti più amati del '900

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al 27 settembre al 3 febbraio 2019 a Palazzo Mazzetti ad Asti, ecco la mostra «Chagall - Colore e Magia». Oltre 150 opere di uno degli artisti più amati del '900.

La mostra si avvale della curatela di Dolores Durán Úcar ed è organizzata dalla Fondazione Asti Musei, Cassa di Risparmio di Asti e dal Comune di Asti, con il sostegno e il patrocinio della Regione Piemonte, Provincia di Asti e in collaborazione con Arthemisia. Un percorso espositivo che indaga aspetti inediti della vita e della poetica di Marc Chagall, attraverso una selezione di opere uniche presentate raramente al pubblico, perché provenienti da importanti e inaccessibili tesori privati. La mostra arriva ad

A Palazzo Madama 'La Sindone e la sua immagine'

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n occasione della riapertura della restaurata Cappella della Sindone, Palazzo Madama propone sino al 21 gennaio 2019 la mostra «La Sindone e la sua immagine». L'esposizione presenta un'ottantina di pezzi provenienti in particolare dal Castello di Racconigi e dalla Fondazione Umberto II e Maria José di Savoia, dal Museo della Sindone di Torino e dalle stesse collezioni di Palazzo Madama. L'allestimento è ambientato nella Corte Medievale, suggestivo ambiente fatto edificare da Cristina di Francia nel 1636, dove sulla parete di fondo è ben visibile un affresco raffi-

gurante l'Ostensione della Sindone, organizzata nel 1642 per celebrare la fine delle ostilità tra la stessa Madama Reale e i suoi cognati, il Principe Tommaso e il Cardinale Maurizio. Il percorso espositivo ripercorre la storia della Sindone e le diverse funzioni delle immagini che l'hanno riprodotta nel corso di 5 secoli, da quando il Sacro Lino fu trasferito da Chambéry a Torino nel 1578. Le opere avute in prestito da Racconigi e da Ginevra fanno parte della celebre collezione raccolta dal Re Umberto II, raffigurazioni della Sindone realizzate dal momento del suo arrivo in Piemonte fino al principio del 1900 con svariate finalità: celebrative dinastiche in ricordo di Ostensioni avvenute in particolari festività ed eventi politici oppure legate a avvenimenti storici. (p.r.)

(Nella foto Vittorio Blansery e Giacomo Stagnon, Il beato Sebastiano Valfrè rammenda la Sindone. Ph Paolo Robino)

Asti dopo la tappa coreana di Seoul dove l'evento sta ottenendo un grandissimo successo di pubblico. Il percorso espositivo,

suddiviso in tre sezioni, ospita opere di varie epoche della vita di Chagall: dai suoi primi lavori degli anni ’20 alla fuga traumatica dall’Europa durante la seconda guerra mondiale fino agli ultimi anni trascorsi dall’artista negli Stati Uniti. Un mondo intriso di stupore e meraviglia; opere nelle quali coesistono ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione e guerra; un universo di sogni dai colori vivaci, di sfumature intense che danno vita a paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che si affollano nella

' A voi la Champions, a noi lo scudetto”

"Io, tifosissimo del Napoli, quando lasciai Procida per venire a Torino temevo il freddo e di dover litigare spesso con i tifosi juventini. E invece ho notato in loro una grande cultura sportiva". Questo il preambolo di Giuseppe Coppola da Procida o semplicemente "Peppino" gestore di una nota pizzeria nella città sabauda, nei pressi di Piazza Sabotino, frequentata anche da diversi protagonisti del mondo del calcio, sia bianconeri che granata: "Quest'anno Juve-Napoli si disputa già a settembre – ci spiega Peppino – ed è meglio cosi. La Juve in casa è una tritasassi, i numeri parlano per loro, ma la vittoria del Napoli lo scorso anno, nel finale di gara, mi da fiducia. Gli uomini decisivi? Spero non Ronaldo e credo che Insigne dopo la doppietta al Toro di domenica scorsa, non si fermerà più. Ma il vero segreto del Napoli è la calma e la saggezza di un uomo e un allenatore eccellente come Carlo Ancelotti”.

ra nei suoi libri di incisioni. La struttura espositiva segue un ordine cronologico e allo stesso tempo si focalizza sui grandi temi d’interesse per l’artista, dalla religione all’amore, al suo rapporto con i poeti o la guerra. Tre le sezioni, «Sogni, favole e religione», «La via della poesia» e «Guerra ed esodo». Paolo Rachetto (www.notiziepiemonte.it)

fantasia dell’artista. Opere che riproducono un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno, lo stesso mondo che Chagall raffigu-

(Da sinistra le opere di Chagall 'Le-Coq-Violet', 'Le-Clown', 'Portrait-de-Vava')

Tutto per amore della Vecchia Signora Per loro l’importante è sentirsi partecipi della loro squadra del cuore, ed essere inclusivi di un mondo che amano fin da bambini: la Juventus. Attilio Andriolo (medico chirurgo con tanto di specializzazione medico-sportiva) e Salvatore Franchina (ingegnere dedito all’insegnamento scolastico), sono zio e nipote uniti dalla stessa fede calcistica. Abitano a Milazzo in provincia di Messina e da anni hanno l’abbonamento alla Juve. Un viaggio dalla Sicilia a Torino che sa di passione vera, perché a loro non basta vedere la Vecchia Signora in tv, hanno bisogno di vivere l’emozione all’Allianz Stadium, sentire certi palpiti che solo chi è innamorato come loro può percepire. Maglietta, sciarpa e cappellino bianconero sono gli indumenti necessari che li accompagnano in ogni viaggio anche all’estero quando la Juve gioca in Champions. Poi, per il Dottor Andriolo questi colori sono ancor più importanti di ogni cosa, proprio perché la scorsa estate ha vissuto la bellissima esperienza di medico al seguito dei giovani calciatori presso i Summer Camp organizzati dalla Juve a Vinovo. Come sempre, zio e nipote saranno presenti allo Stadium per assistere al prossimo Juve-Napoli, entrambi incollati alla stessa postazione e pronti a tifare ed emozionarsi per CR7 e compagni. Una storia bella che manifesta un particolare attaccamento ai colori bianconeri: “Fino alla fine”. E a chi gli chiede perché tutto questo sacrificio economico e di stanchezza fisica dovuta ai lunghi viaggi, la risposta è sempre una: “La Juve merita questo e altro”.


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Spettacoli e Cultura

Aretha Franklin, la 'Regina del Soul' Ci ha lasciato da poco (e già ci manca) una delle voci femminili più grandi della musica moderna

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l 16 agosto del 2018, in fin dei conti solo un po’ più di due mesi fa, all’età di 76 anni, è morta Aretha Louise Franklin, una delle più grandi cantanti di tutti i tempi. Una piccola curiosità inutile: anche Elvis Presley è morto il 16 agosto, anche se di tanti tanti anni fa (1977). Ora, dopo aver assistito at-

traverso i media alle tante celebrazioni post mortem, svoltesi soprattutto negli States (tra cui i sontuosi funerali/concerto ricchi di celebrità del mondo dello spettacolo e non), nel ricordarla, sono in tanti a chiedersi se tra le voci femminili della musica moderna

lei sia stata proprio la più grande di tutte, o solo una delle più grandi di tutte. La verità è che una risposta certa probabilmente non la si può dare, e in fondo non è nemmeno necessario; quello che basta sapere è che lei è sicuramente nello stesso club a cui appartengono Ella Fitzgerald, Whitney Houston, Mahalia Jackson, Billie Holiday,

Barbra Streisand, Dionne Warwick, Etta James, Shirley Bassey, e via dicendo. Di fatto ognuna di loro ha/ aveva le sue caratteristiche peculiari sia dal punto di vista vocale che di interpretazione, e metterle in paragone tra loro per cercare di capire chi è la migliore può risultare sciocco, di cattivo gusto e quasi offensivo. In fondo nel farlo si otterrebbero solo delle volgari differenze “tecniche” che in fin dei conti non vogliono dire nulla. Accontentiamoci del fatto che la Franklin aveva un talento enorme, che è già un gran bel accontentarsi. La sua storia professionale, come spesso è accaduto e accade tuttora per i grandi artisti, è strana e figlia dei tempi e delle mode che si vivono attraverso i decenni. Come molte altre grandi voci americane, anche Aretha partì dai canti gospel in parrocchia, perché suo padre era un predicatore battista e ministro di una comunità religiosa. Sua madre era una cantante gospel, dunque lei e le sue due sorelle di fatto “respirarono” musica fin da bambine. Aretha sapeva anche suonare il piano, scrivere canzoni e, pur tra alti e bassi, successivamente si costruì una carriera leggendaria, saltellando anche qua e là con disinvoltura tra generi musicali contigui ma differenti (Soul, Gospel, Rhythm & Blues, Blues, Jazz, Rock e Pop). Il suo periodo d’oro è stato sicuramente la fine degli anni 60, in cui collezionò molti successi e scalò con una certa continuità le classifiche. Va ricordato che parte del suo successo è anche dovuto alla stretta collaborazione col grande produttore discografico Jerry Wexler (una delle persone che in quegli anni rese grande l’Atlantic Records). Interessanti sono anche alcuni lavori della Franklin degli anni 70, ma le vendite dei suoi dischi di quel decennio non furono eccezionali, (forse anche per via dello stradominio di altri generi musicali, in

particolare della Discomusic). Nella prima metà degli anni 80 però, la Regina del Soul visse una vera e propria rinascita, una sorta di seconda giovinezza, a cui contribuì non poco la sua partecipazione al film “The Blues Brothers” (1980), se non altro per la grande visibilità che offre sempre il cinema di successo, il qua-

cover interessante (Rolling Stones). Con gli occhi di oggi gli arrangiamenti degli album di quel periodo forse sembrano un po’ datati, ma in quel preciso momento storico funzionarono benino e quei lavori di fatto ne stabilizzarono definitivamente la grandezza e la fama agli occhi del mondo. Il dopo? Il dopo fu

le aiuta molto quando bisogna rilanciarsi (successivamente partecipò anche al sequel del 1998). E oltre al divertente cameo nel più bel film mai realizzato per celebrare la Black Music,

meno luccicante, purtroppo. Da quel momento in poi la sua voce divenne meno squillante e limpida del passato (anche per via del fumo). Da quel momento in poi c’è stato in effetti un

in quegli anni 80 pubblicò anche alcuni dischi con alcune hit, molti duetti stimolanti (George Michael, Eurythmics, Santana, Whitney Houston, The Four Tops, Elton John, James Brown, ecc) e qualche

lento declino nelle vendite. Da quel momento in poi, nel corso degli anni, c’è stato forse anche qualche remix di troppo. Da quel momento in poi era forse anche sempre più visibile l’avanzare dell’età che,

al di là delle qualità artistiche, nel mondo dell’entertainment non aiuta. Da quel momento in poi gli è stato più difficile adeguarsi ai nuovi generi musicali emergenti. Eppure lei di fatto non ha mai smesso del tutto di lavorare, anche con altri artisti molto più giovani, ed è rimasta sostanzialmente un’istituzione assoluta della musica americana. Ma la vera grande stranezza della sua carriera è che, nonostante i molti successi, nonostante l’enorme impegno stacanovista profuso in sala d’incisione (un po’meno dal vivo forse, anche se ovviamente ha partecipato a tantissimi eventi e show per tutta la vita), nonostante le numerosissime pubblicazioni (almeno una cinquantina di album), tutto sommato Aretha Franklin è stata poche volte numero 1 in classifica, e spesso in molti paesi del mondo lontani dagli States, tipo l’Italietta nostrana, solitamente vengono ricordati dignitosamente solo pochissimi suoi brani. Sempre gli stessi. Ad esser molto buoni, forse solo una quindicina in tutto. E nel caso di radio, tv, e media modernamente scarsi e trita tutto, forse anche meno della metà. Trattasi di peccato mortale, senza dubbio, a cui ogni lettore volenteroso nel suo piccolo dovrebbe porre rimedio. I pezzi e le esecuzioni esemplari di questa straordinaria artista, che vale la pena ascoltare abitualmente e inserire nel proprio archivio personale dei preferiti, non si contano. Sicuramente bisogna ammettere che, ne siamo perfettamente consci, vi sono molte sue esecuzioni di più difficile digeribilità, forse anche per via di alcune fisiologiche distanze culturali e linguistiche che ci separano e che sono difficili da colmare in modo immediato senza un certo tipo di lavoro intellettuale. Inoltre va considerato anche che generi musicali come il Jazz e il Gospel non sempre hanno un’orecchiabilità veloce

e stuzzicante a sufficienza per attrarre l’orecchio dell’ascoltatore un po’ più casuale o distratto. Eppure la sua capacità di dare un tocco soul a qualunque tipo di brano rimarrà nella storia e vale la pena di scoprirla nuovamente, e ancora, e ancora, e ancora. Ci sono ugualmente tantissime cose orecchiabili e per

cui vale davvero la pena spendere del tempo anche se non si è proprio degli appassionati della Black Music. Come si può fare? È molto semplice. Ecco le istruzioni. Basta considerare Aretha Franklin come un dono di Dio (o del destino, se si preferisce), con tanto di carta da regalo. Solo che questo dono non è un unicum, ma è scomposto in diverse centinaia di doni tutti incartati uno per uno. E allora ogni giorno se ne può scartare uno e scoprire un’emozione speciale. Negli States Aretha Franklin è già considerata una miniera di classici ovviamente, ma nel resto del mondo (Europa compresa) siamo un po’ indietro col lavoro. Forza e coraggio, spegniamo tutti la radio piena di schifezze attuali che con la musica non hanno niente a che fare, e cominciamo a scartare. Cosa stiamo aspettando a cominciare la caccia ai tesori? Antonio Catapano


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