JuveToro n. 7 - anno V

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amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno V - N. 7 - 5 NOVEMBRE 2016 - Copia omaggio

La Partita/Il Punto

L'Intervista

3 domande a BB

Troppa differenza tra casa e trasferta. Difesa da rivedere, quanti gol su palla inattiva!

Nicola Riva: “Per papà la Sardegna era una famiglia. Che emozione la mostra al museo”

“A Ferrini e Riva bastavano poche parole per trascinare i compagni di squadra. Erano campioni e grandi uomini”

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CERCASI TORO MASCHIO

Novembre Granata

Grazie ad una rete del futuro attore Raf Vallone, il Toro espugnò il campo del Novara

a pag. 5 Il Ricordo

Il 'Capitano' per antonomasia raccontato ai più giovani. Nel 40° anniversario della sua scomparsa

a pag. 6 La Miss

Questa settimana tocca ad Ilenia: giornalista per hobby con la passione per la fotografia

a pag. 7 A UDINE MIHAJLOVIC HA CRITICATO I SUOI DEFINENDOLI SQUADRA 'FEMMINA'. OGGI È TEMPO DI TORNARE A VINCERE PER CULLARE IL SOGNO EUROPEO TORINO-CAGLIARI | SABATO 5 NOVEMBRE ORE 18

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La Partita / Il Punto

Toro, troppa differenza tra casa e trasferta! Squadra 'maschia' o 'femmina'? Difesa da rivedere, quanti gol su palla inattiva! Si aspetta Castan e il mercato di gennaio...

Non esistono 2 campionati, uno in casa ed uno in trasferta. Il Toro non può essere maschio al Grande Torino e femmina fuori casa. E commettiamo sempre gli stessi errori difensivi, prendiamo troppi gol su palla inattiva. Su questo faremo allenamento tutti i giorni, finché le teste dei giocatori diventano dei tamburi...”. Le parole di Sinisa post-Udine sono ine-

quivocabili. E cosi dopo la striscia felice di 3 partite e 9 punti grazie alle vittorie su Roma, Fiorentina e Palermo, sono arrivate 3 partite con appena 2 punti in cassa, causa i pareggi contro Lazio e Udinese e la sconfitta nella Milano nerazzurra. Per le prossime 3 partite, Cagliari, Crotone e Chievo Sinisa ed il popolo granata vogliono pero' tornare a fare 9 punti. Avversari tignosi, ma 'se il Toro fa il Toro', per dirla alla Mihajlovic, può e deve vincere. A patto di smettere di partire dallo 0-2. Perché i black-out improvvisi, i quarti d'ora granata al contrario, quando anziché tirarsi su le maniche alla Valentino Mazzola ispirato dalla tromba di Bolmida, il Toro si siede e subisce la reti avversarie, vanno eliminati. Anche perché la classifica si è allungata da-

vanti e accorciata intorno al Toro. Juve, romane, Napoli e anche Atalanta (sesta a 3 punti) provano la fuga: mentre tra 15 e 16 punti il Toro è circondato da 4 squadre, di cui vorrebbe liberarsi spiccando il volo. Per tornare in zona Europa dove l'attacco ed anche il centrocampo granata meritano ampiamente di stare. Mentre la difesa barcolla. Hart è il valore aggiunto perché (nonostante i 2 errori che hanno aperto la porta a Masiello e ad Icardi a Bergamo e Milano) garantisce sicurezza, personalità e rendimento sicuro. Zappacosta e De Silvestri (ora che Lollo ha smesso di procurare inutili rigore agli avversari) a destra sono affidabili e intercambiabili. Barreca è il nuovo Virgilio Maroso, eccellente sia nella fase difensiva che offensiva, grinta da “ragazzo del Fila” e personalità che lo fa apparire un veterano, nonostante abbia ancora poche ma continue partite nel curriculum. Ma al centro la difesa granata patisce già la Castan-dipendenza. Il difensore brasiliano tornato ai livelli di campione assoluto, dopo aver superato il cavernoma cerebrale, è ormai affidabile come lo era “Trincea” Cereser. Mentre il suo compagno di reparto balbetta. Rossettini, grande esperienza in serie A in squadra di media-classifica,

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obiettivo di Petrachi da almeno un paio d stagioni, è forse il difensore granata che nei 90 minuti garantisce il miglior rendimento. Soprattutto in rapporto alle scarse aspettative che avevano i tifosi granata. Ma poi guardi il tabellino e ti accorgi che i grandi bomber che fluttuano nella zona di Rossettini vanno spesso in gol: tripletta di Bacca, doppietta di Icardi, sigilli di Immobile, ma anche di Babacar, Cochev e Thereau (e su queste 3 reti Rossettini immune di colpe non è affatto). “Maksimovic per me è morto”, tuonava Sinisa ad agosto. Ma nessuno è nato al suo posto. E anche Moretti, un totem assoluto come personalità, uomo spogliatoio e di rendimento nelle scorse stagioni e nella difesa a 3, di colpo sembra risentire

dei 36 anni, di decenni di battaglie e di utilizzo molto estemporaneo. Contro il Cagliari tornerà Castan, e bisogna che la difesa garantisca lo zero a zero. Poi ci penseranno Belotti, Ljajic, Iago, ma anche Benassi e Baselli a garantire al Toro quota 19 punti, per passare 15 giorni dentro o a ridosso della zona Europa. E ci penserà il mercato di gen-

naio a regalare a Sinisa un difensore che possa far fare ai granata il salto di qualità. Alessandro Costa

(Qui sopra i difensori Castan e De Silvestri; a sx il tecnico granata Sinisa Mihajlovic; in basso a sx il portiere Joe Hart)

Giornale sportivo per i tifosi di Juventus e Torino

Direttore Responsabile Roberto Grossi rogro@inwind.it Hanno collaborato Bruno Bernardi Alessandro Costa Alessandro Muliari Paolo Rachetto Giovanni Rolle Alessandro Vaccaneo Ermanno Vittorio Segreteria di redazione Cristina Zecchino Tel. 011 0371291 amcsrls@yahoo.it

Impaginazione e grafica Silvana Scarpa Servizi fotografici Agenzia Domus Images Stefano Gnech ONE+NINE Images Giuliano Marchisciano Editore AMC Art Media Communication Direttore Editoriale Gianni Castaldo amcsrls@yahoo.it

Pubblicità amcsrls@yahoo.it Stampa I.T.S. SpA Distribuzione gratuita agli ingressi esterni degli stadi torinesi, eventi e canali commerciali Autorizzazione Tribunale di Torino n. 30 del 27/11/2015 Tutti i diritti riservati Responsabile del trattamento dei dati personali: Gianni Castaldo

CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 17 DI GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE 2016

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L'intervista: Nicola Riva

Il figlio di 'Rombo di Tuono': “Il tifo granata mi affascina” “L'idea della mostra è emozionante. Per papà la Sardegna era una seconda famiglia. Che dispiacere il Pallone d'Oro”

P

er questa edizione di JuveToro la scoperta dell’avversario di giornata avverrà in modo particolare: non la solita analisi di chi scrive, ma un’intervista con un tifoso cagliaritano davvero particolare: Nicola Riva, figlio del grande

ed indimenticabile Gigi, che ora è in pensione dopo quasi 20 anni dedicati al Cagliari e 30 alla Nazionale. L’incontro con Nicola è propiziato dalla mostra “Rombo di Tuono” allestita al Museo del Grande Torino, che da quest’anno inaugu-

ra un nuovo filone, quello dedicato alle grandi figure extra-granata ma che sono patrimonio dell’intero calcio azzurro, e quindi anche della nostra memoria collettiva di comunità nazionale. Nicola è nato in anno speciale per noi tifosi granata, il 1976, e non lavora nel mondo dello sport: oggi è responsabile dei voli privati dell’Aeroporto di Cagliari “Mario Mameli”. Il 1976 non è l’unico legame con il Toro per Nicola. Da sempre infatti noi siamo la sua 'seconda squadra': “Mi ha sempre affascinato il vostro tifo – confessa Nicola - il più caldo in assoluto, e la vostra storia particolare, tanto amata anche qua in Sardegna. Ecco perché mi ha emozionato tanto l’idea di questa mostra, che io e mio padre non ci aspettavamo”. Nicola, sei del 1976. Quindi nato e cresciuto a Cagliari. Insomma, sei cagliaritano al 100% Assolutamente! Mi sento sardo a tutti gli effetti. Qua sono nato e cresciuto, ho i miei ricordi, gli amici, gli affetti. Sono tifosissimo del Cagliari e lo seguo sempre in maniera molto calda al Sant’Elia. In ogni caso non dimentico la terra d’origine di mio padre, il Varesotto. Abbiamo diversi parenti lì e sento il legame con quella parte di Lombardia. Essendo nato nel 1976 non hai ricordi diretti di tuo papà in attività. Ti dispiace? Sinceramente sì. Oltre alla straordinaria possibilità di vedere il proprio padre giocare in Serie A, avrei visto mio papà leader e capitano della mia squadra del cuore. Per quanto riguarda il suo ritiro sono convinto che forse un paio d’anni avrebbe potuto giocarli ancora. Il celebre rifiuto alla Juve, ma anche il Pallone d’Oro mancato per un soffio. Sicuramente avrai parlato con tuo papà di queste vicende. Che idea ti sei fatto? La scelta di rimanere al Cagliari ha radici molto profonde. Non tutti lo sanno, ma mio padre perse il papà a soli 13 anni, la mamma a 17. Poco più che ragazzino rimase solo e presto si trasferì in una regione così diversa rispetto a quella in cui era cresciuto. Qui a Cagliari alcuni amici assunsero un ruolo di guida e realtà famigliare. Andare via da

Cagliari avrebbe significato perdere per la seconda volta la propria famiglia. Non solo, ma avrebbe significato abbandonare un intero popolo. Gigi Riva era davvero il rappresentante della Sardegna. Non crediate che sia stata una scelta facile. Ha comportato sacrifici, anche economici. Ma è una scelta che a posteriori, come figlio, mi riempie di orgoglio e gratitudine. Sul Pallone d’Oro mio papà non è mai stato materialista, ma ti dico sinceramente che, anche se non lo ha mai detto in maniera esplicita, quello è stato un po’ un dispiacere: nel 1970 ha trascinato il Cagliari e la Nazionale, ma forse pesarono di più altri criteri di scelta. Veniamo a te invece. Sei un vero tifoso del Cagliari. Come presenteresti la tua squadra a noi tifosi del Toro? Quali sono le caratteristiche principali in campo e fuori?

gol nei minuti iniziali possiamo impensierire chiunque, altrimenti c’è il rischio di esporsi a passivi pesanti come con Fiorentina, Juve e Lazio. Per quanto concerne l’aspetto societario, Giulini è un ottimo presidente, inclusivo e pieno di iniziative. Sono convinto che, anche grazie allo stadio alla cui realizzazione il presidente sta dando un contributo decisivo, in futuro potremo lottare anche per un posto in Europa. Alessandro Muliari

In campo il Cagliari è una squadra molto organizzata che risponde e applica i dettami del suo allenatore, che è giovane, preparato e molto capace. Se dovessi definire il Cagliari in una parola direi che è “imprevedibile”, sia in senso positivo che negativo. Evidenzierei inoltre l’importanza dell’aspetto psicologico. Se approcciamo bene e non prendiamo

(Qui a fianco Gigi Riva in azione con la divisa dell'Italia; a sx Nicola e Gigi Riva; in basso a sx la locandina della mostra dedicata al grande campione del Cagliari dal Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata: la mostra sarà visitabile dal 5 al 27 novembre 2016)

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3 domande a... Bruno Bernardi

“Ferrini e Riva, campioni e grandi uomini” “Giorgio e Gigi si somigliavano molto: ad entrambi bastavano poche parole per trascinare i compagni”

B

runo Bernardi, prima di parlare della partita iniziamo con un ricordo di due grandi bandiere di Toro e Cagliari: Ferrini e Riva. Iniziamo per dovere di ospitalità dal rossoblù.. Sì, questa partita evoca sempre grandi ricordi. Il momento di gloria straordinario dei sardi nel 1970, quando, trascinati da Gigi Riva, vinsero uno scudetto storico. Riva fu sopranno-

minato 'rombo di tuono', come si trattasse di un capo indiano, per la potenza del suo micidiale sinistro. Riva è stato personaggio incredibile, giocatore e uomo molto particolare che io ho amato e che ho raccontato nella biografia che ho scritto per la Mondadori: il mio primo libro su questo campione che ancora oggi è il cannoniere assoluto della nazionale italiana. La mia fatica uscì quando Gigi chiuse, per colpa di un serio infortunio, la sua leggendaria carriera alla fine degli anni '70. Tocca a Giorgio Ferrini, altro personaggio epico di cui ricorre in questi giorni il quarantennale dalla scomparsa... Gigi ha condiviso con Giorgio Ferrini il titolo di campione d'Europa conquistato dall'Italia all'Olimpico di Roma nella finale bis con la Jugoslavia, con reti pro-

prio di Riva e Anastasi. Era il 1968. Ferrini giocava all'epoca nel Torino e fu titolare nella prima delle due finali disputate (all'epoca le regole erano queste). Giorgio somigliava molto come carattere a Gigi: ad entrambi bastavano poche parole per trascinare a dovere i loro compagni di squadra. Non riuscì a vincere lo scudetto come giocatore ma lo

conquistò successivamente come collaboratore di mister Radice nel Toro campione del 1976. Ora veniamo alla partita. Il Toro deve ricominciare a vincere se vuole cullare sogni europei... Oggi i tempi sono cambiati ma il ricordo delle grandi imprese di Riva e Ferrini restano. Il Cagliari è una squadra che non ha grandi ambizioni ma ha una voglia di stupire che permette ai rossoblù di offrire un calcio di buona qualità accompagnato anche dai risultati positivi che permettono di giocare senza particolari affanni puntando soprattutto su una tranquilla salvezza. Il Toro è purtroppo altalenante nel suo rendimento. Ha ancora delle ingenuità eliminabili soprattutto in difesa ma ha uno spirito che somiglia molto al profilo che Mihajlovic aveva sul campo quan-

do giocava. Il tecnico serbo sta cercando di plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza e con il Cagliari c'è l'occasione di rimettere a posto anche la classifica . L'avversario, però, non farà di sicuro concessioni... Roberto Grossi

(A dx il libro scritto da Bruno Bernardi 'Rombo di tuono'; in alto la curva Maratona; in alto a sx il tecnico granata Sinisa Mihajlovich)

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Novembre granata

Il gol del futuro attore Raf Vallone a Novara L'esordio di Mozzini a Milano contro l'Inter. Auguri a Sandro Mazzola. Il prestito di Christian Vieri 1 novembre 1928 Netta affermazione del Torino sul Legnano (7-0) grazie alle marcature di Libonatti (2), Carrera (2), Colombari, Baloncieri e Masetto. 2 novembre 1986 Kieft incontenibile in Torino-Pisa (4-1), tripletta dell’olandese nei primi 45 minuti, la quaterna è chiusa da Francini. 3 novembre 1991 In Inter-Torino (0-0) l’arbitro Beschin di Legnano non vede da pochi metri le violenze di Matthaus ed espelle Scifo per reazione. 4 novembre 1959 Per il primo turno di coppa Italia, Il Torino affronta il Padova fuori casa, vittoria dei biancoscudati 1-0 che clamorosamente poi perdono la qualificazione per irregolarità nel tesseramento del loro giocatore Brighenti. Il Torino passa così il turno vincendo a tavolino 2-0. 5 novembre 1993 Il sorteggio UEFA per la Coppa Coppe non è fortunato nei confronti del Torino che se la dovrà vedere con l’Arsenal per i quarti di finale. Dopo il pareggio a Torino (0-0) a Londra sconfitta di misura (1-0): decide per i “Gunners” un gol al 67° di Adams. 6 novembre 1994 A causa dell’alluvione è rinviato il derby che sarà poi recuperato in gennaio. Sarà un derby granata (3-2) con reti di Rizzitelli (2) e Angloma; per la Juventus doppietta di Vialli.

7 novembre 1971 Esordio nel Torino ed in Serie A per Roberto Mozzini, la partita è Inter-Torino (2-0). Le presenze in maglia granata in campionato per il difensore saranno 180 con 5 gol. 8 novembre 1976 Muore a soli 37 anni Giorgio Ferrini, tutto l’ambiente granata è scosso per la scomparsa del suo “Capitano”: 443 partite con il Torino e 18 presenze in nazionale. Campione d’Europa con la Nazionale nel 1968. 8 novembre 1942 Gli auguri sono tutti per Sandro Mazzola, figlio del grande Valentino Mazzola che oggi compie gli anni. Se il padre era stato l’indiscusso protagonista degli anni quaranta, il figlio lo divenne per gli anni sessanta. Vincitore con l‘Inter di scudetti (4) coppe Campioni (2), coppe Intercontinentali (2), raccoglie in totale con l’Inter 565 presenze corredate da 160 reti. In nazionale le presenze sono 70 con 22 segnature. Ha svolto incarichi dirigenziali all’ Inter ed al Genoa, dal 2000 al 2003 al Torino come dirigente.

14 novembre 1976 Dura stangata dell’UEFA che punisce il Torino dopo gli incidenti di Borussia Mönchengladbach-Torino: squalificato per quattro turni Castellini, tre Zaccarelli, due turni per Caporale e Garritano. Sarà ricordato a lungo l’arbitro Belga Delcourt che diresse la sfida di Coppa Campioni in modo certamente approssimativo e poco professionale.

sputata il 6 Giugno 1956, poi il ritorno in Argentina dove da allenatore guiderà il club Atletico Los Andes (conquistando il campionato di seconda divisione e portando il club nella Primera Division) e l’ Atletico Nacional dal 1970 al 1976.

9 novembre 1992 Il Torino cede in prestito al Pisa il giovane Christian Vieri. Non tornerà più in maglia granata... Con il Pisa

11 novembre 1945 Dopo una sospensione di 3 anni e mezzo per la guerra, torna a giocare la nazionale italiana impegnata a Zurigo contro la Svizzera. La partita finisce 4-4. Cinque undicesimi della squadra sono esordienti (Sentimenti IV, Ballarin, Maroso, Parola

to da Combin sopra la traversa; la mancata vittoria lascia i granata in seconda posizione: undici punti contro i dodici della capolista Roma. 13 novembre 1938 Con un gol di Raf Vallone che di lì a poco intraprenderà la carriera d’attore, il Torino espugna il campo del Novara (1-0). Le presenze in campionato in totale saranno 25 con 4 gol nel periodo 1934-1939. Dopo una parentesi al Novara stagione 1939/40 il rientro al Torino (1940/41) dove terminerà la carriera agonistica.

raccoglie 18 presenze ed 1 gol. 10 novembre 1955 Il Torino conclude l’acquisto del centravanti argentino Curti Josè Osvaldo proveniente dalla Triestina dove la stagione precedente aveva raccolto 29 presenze con 6 gol. Non sarà un binomio fortunato quello tra Curti ed il Torino, una sola presenza con un gol, all’ esordio in maglia granata: Novara-Torino (1-2) ultima giornata di campionato di-

e Castigliano), poi ci sono Grezar alla seconda presenza, Loik e Mazzola alla terza. I tre senatori, reduci dal Mondiale del 1938, sono Ferraris II con 11 presenze, Biavati con 16 e Piola con 31. Esordiscono in azzurro i granata Ballarin, Maroso e Castigliano. 12 novembre 1967 Sfortunato 0-0 interno contro il Varese. Torino in divisa bianca, spreca la grande occasione in apertura di ripresa con un rigore calcia-

15 novembre 1986 Esordio in nazionale per Giovanni Francini. La partita è Italia-Svizzera 3-2, disputata a Milano, valida per il 2° gruppo eliminatorio degli Europei. Foto e testi di ERMANNO VITTORIO

(Qui a sx Mozzini e Graziani durante la partita Mönchengladbach-Torino; in alto a sx Raf Vallone e a dx Christian Vieri; in basso a sx Sandro Mazzola; a dx la formazione del Toro della stagione 1967-68)


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Il ricordo

Giorgio Ferrini, il 'Capitano' raccontato ai più giovani Nel 40° anniversario della scomparsa del grande campione con il record di presenze in maglia granata

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u Giorgio Ferrini, il capitano per antonomasia del Toro, è già stato scritto tutto. Nel 40° anniversario della sua troppo prematura scomparsa non potrà essere certo un ragazzo come chi scrive a poter portare

un contributo originale o nuovo alla narrativa legata a questo grande giocatore e grandissimo uomo. Cercheremo allora di raccontare chi era Giorgio Ferrini e cosa ha significato per la nostra squadra del cuore

ai ragazzi ed ai bambini che ormai stanno tornando a popolare l’Olimpico Grande Torino numerosi ed entusiasti. Giorgio Ferrini è innanzitutto il giocatore del Torino con più presenze in granata: ben 443 in campionato, oltre 550 se si considerano Coppa Italia- ne vinse due- e Coppe europee; molto più di Pulici, che lo segue in questa particolare classifica, avendo giocato nel Torino per 16 stagioni consecutive, dopo tre anni di apprendistato in Primavera. Giorgio era un leader e una guida per il resto dei compagni ed in campo aveva una grinta innata. Resta nella leggenda l’inseguimento per prendere a calci nel sedere il campione della Juve Omar Sivori

durante un derby infuocato. Possiamo immaginare Ferrini come la fusione di Totti e Gattuso, ma con alcune importanti differenze (e non solo sull’ingaggio…). Come Totti, non solo Ferrini è stato bandiera e capitano di una squadra, ma ha personificato tutti i suoi valori. Se Totti è il simbolo vivente della romanità, Ferrini lo era del “tremendismo”, quella parola un po’ strana ma anche magica che racchiude tanti concetti che rappresentavano il Toro in quel periodo: grinta, cuore, lealtà, non arrendersi mai, legame col passato e i tifosi, vincere spesso e volentieri i derby con la Juve. Per la sua indomita grinta abbiamo accostato Ferrini a Gattuso, ma Giorgio era uno dei

rari casi in cui ad una grinta quasi soprannaturale si abbinava anche una grande classe. Per intenderci: Ferrini segnò, giocando grosso modo le stesse partite di Gattuso, 42 gol in Serie A, “Ringhio” solo 9. E Ferrini militava in una squadra da quinto-sesto posto, Gattuso nel Milan che si giocava scudetti e coppe dei campioni. Inoltre, Giorgio Fer-

rini era una vera guida per i ragazzi anche fuori dal campo e li difendeva da tutto e tutti. Racconta infatti Ciccio Graziani: “A Bologna Bulgarelli mi fece un fallo cattivissimo. Io ero un ragazzo di 23 anni. Giorgio lo rincorse e gli disse: <<Come ti sei permesso di fare questa cosa ad un ragazzo? Vieni a farlo a me se hai coraggio. Chiedigli scusa oppure oggi finisce male>>. Bulgarelli venne e mi chiese scusa. Giorgio fu davvero eccezionale”. Questo era Giorgio Ferrini, un capitano ed un amico vero. Alessandro Muliari (Nelle foto Giorgio Ferrini)

Spazio Club

Anche in Sardegna batte forte il cuore Toro

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no dei motivi di orgoglio per il mondo granata, e ce lo siamo detti ormai già diverse volte in questa nostra rubrica, è quello di poter vantare tifosi sparsi in tutta Italia, come pochi altri club del nostro Paese (forse solo le tre “grandi”). Un’ulteriore conferma viene da Sassari, sede del Toro Club Sassari “Sardegna Granata”: la passione per i nostri colori è arrivata dal “continente” fino a questa grande isola, che per bellezza e fascino il mondo ci invidia. E quale migliore occasione per presentare questo meritevole sodalizio se non l’incontro casalingo TorinoCagliari? A rappresentare il gruppo c’è il suo fondatore e presidente, Renato Perantoni, uomo dalla folta chioma e dal cuore granata, fin dall’età di 7 anni.

Renato, perché ci tieni a specificare “granata dall’età di 7 anni”? Perché sono del 1960, e 1960+7 fa 1967… Il motivo quindi lo intuirai facilmente anche tu: si tratta di Gigi, Gigi Meroni. Ricordo nitidamente mio zio, grazie al quale sono tifoso del Toro, disperarsi per la morte di Meroni, a cui tanti sassaresi volevano bene al di la del tifo calcistico, avendo trascorso l’estate del 1966 a Sedini. Da quel momen-

to ho cominciato a seguire il Toro ogni domenica e l’amore verso questi colori è cresciuto sempre di più. Nel 1983 mi sono fatto mandare a Torino, quando, per motivi di lavoro, dovevo scegliere la mia destinazione fra alcuni capoluoghi del Nord-Italia. Una delle prime cose che ho fatto appena messo piede in città è stata visitare la storica sede di Corso Vittorio. Ricordo poi il pullman che mi portava ogni domenica al Comunale: il numero 15. Quando e come nasce l’idea di un Toro Club in Sardegna? Negli anni Novanta, una volta tornato a Sassari, ne parlai più volte con mio zio, ma la spinta decisiva arrivò grazie ad un occasione speciale: il Centenario. Proprio il 3 dicembre 2006 ci siamo riuniti e abbiamo fondato il nostro club, anche se purtroppo mio zio era già venuto a mancare. Quella sera eravamo 5 persone, fra cui ci tengo a ricordare l’amico Gustavo De Pero. Bene, in settimana pubblicai l’annuncio della nascita del club sul quotidiano “La Nuova Sardegna” e l’invito alla riunione per il lunedì

successivo, 11 dicembre. Alla riunione, dal nulla e nonostante il giorno lavorativo, si presentarono ben 55 persone! Da allora, in questi 10 anni abbiamo staccato oltre 300 tessere, con iscritti in tutta la Sardegna: non solo Sassari, ma anche Cagliari, Nuoro, Oristano… Anche la sede ha fatto passi avanti: ora ne abbiamo una tutta nostra di 140 metri

quadrati di cui andiamo molto fieri. Dieci anni di passione resa ancora più forte dalla distanza. Quali eventi in particolare ti piace ricordare e quali iniziative avete in serbo per il futuro? Ricordo i 4 giorni trascorsi da Paolino Pulici come nostro ospite, ma anche i meno celebrati Marco Sanna e Davide Bottone. Sanna

è sassarese, Bottone ha giocato nella Torres dopo aver lasciato il Toro. E poi, come non ricordare la partita a calcio a 7 giocata con Zaccarelli fra i pali contro una rappresentativa di amici di altre squadre e vinta da noi granata 5-0? Inoltre, al di là degli ex calciatori, ricordi indelebili sono la premiazione col Presidente Cairo a metà campo allo Stadio Olimpico nel 2007, la visita al Museo del Grande Torino e il viaggio a Bilbao: siamo partiti da Alghero in aereo in 40, poi da Girona in pullman fino a Bilbao. Per le prossime iniziative abbiamo un grande obiettivo: far intitolare una piazza di Sassari al Grande Torino. La nostra terra ha già più volte dimostrato di non aver scordato gli Invincibili: c’è una Via Caduti di Superga a Tissi, provincia di Sassari, e un Viale Valentino Mazzola a Dorgali, provincia di Nuoro. (ale. mul.) (Nelle foto i soci del Toro Club Sassari 'Sardegna Granata'; in basso a sx il presidente del Club Perantoni insieme a Renato Zaccarelli)


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Spettacoli e cultura

Miss 'Orgoglio granata': Ilenia Dell'Aquila Terza puntata della rubrica del nostro giornale: “Le miss di Orgoglio Granata”. Ragazze belle, dinamiche, intelligenti che ci raccontano la loro vita di presentatrici tv, modelle e tifose del Toro. Tutte fanno parte dello staff di “Orgoglio Granata” la nota trasmissione in onda ogni lunedi alle 20.45 su Grp Televisione. anni studentessa al secondo anno di Scienza della Comunicazione. Dunque aspirante giornalista?: “Ho fatto diversi lavori, dalla cameriera alla commessa. Ma amo la fotografia perché è una forma d'arte: attimi della vita che rimangono statici mentre tutto si muove. Adoro l'arte contemporanea, leggere e soprattutto scrivere. Quando scrivo sono me stessa al 100% e annullo tutto quanto ci sia di estetico, perché un testo deve piacere indipendentemente da quello. Giornalista? No vorrei fare l'assistente sociale e scrivere per hobby e passione”. Ilenia è anche una grande sportiva, pratica danza acrobatica da quando aveva 10 anni. Da qualche settimana “Una ragazza greca ha il cuore più pulito, una ragazza greca discende dagli dei. Ci ho pensato tante volte ma la strada è lunga da Torino a Salonicco e in un'altra avventura io non mi ci ficco”, cantava Ivan Graziani in “Cleo”, immortale successo del compianto cantautore. In effetti Ilenia Dell'Aquila, miss Orgoglio Granata di questa settimana, è mezza greca: suo padre Carlo, al contrario di Ivan Graziani, ha trovato corta la strada da Torino a Salonicco e ci ha vissuto 3 anni perché sua mamma è nativa della città ellenica. E quando Ilenia parla nessuno può negare che abbia il cuore molto pulito: “Sono sensibile e romantica, non mi piace l'immagine, preferisco la sostanza” spiega la bella Ilenia, 23

invece si cimenta in Orgoglio Granata, dando seguito ad un'esperienza tv iniziata qualche anno fa: “Grp è un ambiente ottimale, familiare ma anche molto professionale, stimolante e motivante”- spiega Ilenia. Che è molto ottimista sulla sfida di stasera: “Il Toro in casa è un caterpillar: giocherà con grande intensità agonistica unita alla tecnica degli attaccanti granata. Da chi mi aspetto di più? Dal rientro di Castan, baluardo invalicabile difensivo per anestetizzare Borriello e compagni. E dopo lo splendido assist di Udine, stasera per Belotti sarà una notte di gloria e gol”. (a.c.)

Nasce 'Stile Toro', tra futuro e passato Il nuovo magazine trimestrale granata uscirà il 18 novembre

È

nato 'STILE TORO', magazine cartaceo trimestrale di 110 pagine (con una sua sponda web), rivista di alto profilo curatissima nei contenuti e grafica. 4 numeri all'anno, 1 per stagione, più eventuali speciali, numeri da collezione da rivedere negli anni. Una pubblicazione edita da Fischio d'Inizio/Edizioni Effedi che rilegge passato e presente del Toro con uno sguardo al futuro, grazie ad una redazione specializzata e a firme di tifosi d’eccezione dal mondo dell'imprendi-

toria, politica, giornalismo, spettacolo e via dicendo. Senza contare gli innumerevoli contributi di lettori che individueranno 'STILE TORO' come strumento perfetto per narrare storie mai raccontate o mostrare foto/ documenti usciti dai 'bauli granata' della memoria, perché nulla vada davvero perduto. 'STILE TORO' potrà contare anche su una pagina Facebook (Stile Toro Magazine) nella quale la redazione potrà inserire degli extra e dove trovare contatti e date degli ap-

'Tuttomele' a Cavour

puntamenti pubblici. Il magazine non sarà acquistabile in edicola ma tramite abbonamento annuale oppure nelle librerie indicate sulla pagina Facebook (e sul magazine stesso), oltre ad altri punti attentamente scelti in tutto il Piemonte, da Torino alle realtà urbane più piccole. Prezzo di copertina 7 Euro (abbonamento annuale 20 Euro). Direttore responsabile Hervè Bricca. Il primo numero uscirà il 18 novembre in libreria.

'Natale La Torinese'

37a edizione della kermesse

All’Atelier di via Avellino tante idee regalo

Dal 5 al 13 novembre, la manifestazione autunnale di livello nazionale che, dal 1980 richiama centinaia di migliaia di visitatori. L'ingresso è gratuito. In questa edizione, sono presenti la mostra mercato frutticola, gastronomica e commerciale con oltre 200 stand commerciali e centinaia di bancarelle, bande musicali, degustazioni, spettacoli. Inoltre mostre artistiche ed eventi sportivi. Durante la kermesse c’è la settimana gastronomica della mela, durante la quale una decina di ristoranti prepareranno menù interamente a base di mele. (p.r)

Ad un mese e mezzo dal Natale, già si pensa ai regali da fare ad amici, parenti. Una soluzione a questo dubbio che si presenta puntuale ogni anno, potrebbe essere rappresentato da “Natale La Torinese”, giovedì 10 novembre, a partire dalle ore 18, presso l’Atelier di via Avellino 8, a Torino. Perché non regalare un buon panettone, dolce simbolo della festa, per far felice qualcuno, magari in una bella confezione regalo? C’è n'è per tutti i gusti.Tanti doni e dolcezze su cui riflettere. (p.r)


SSMS - SocietĂ Sanitaria di Mutuo Soccorso Piazza Vittorio Veneto, 12 - 10123 Torino - info@mutuaprivata.com - www.mutuaprivata.com

Per ulteriori informazioni chiama il numero verde


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