amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VII - N. 5 - 22 OTTOBRE 2017 - Copia omaggio
TORO, OCCHIO ALLA LUPA 3 domande a BB
“In assenza di Belotti adesso Ljajic deve trascinare la squadra. Il serbo è chiamato ad essere leader del gruppo”
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Punto Toro
Mihajlovic sveglia! Questa squadra sta affondando. I tifosi si aspettano una prova gagliarda
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L'Intervista a Ferri
“Bella sfida tra due allenatori che attaccano. Io difendo Miha. Niang ha buone qualità ma non ha svolto la preparazione”
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Controcorrente
Dopo il ko con il Napoli il risveglio Champions: giallorossi ancora alla ricerca di una vera identità.
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Contro la Roma i granata devono riscattare la prova mediocre di Crotone, ma affrontano una squadra sempre temibile TORINO-ROMA | DOMENICA 22 OTTOBRE ORE 15
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3 domande a... Bruno Bernardi
“Adesso Ljajic deve trascinare la squadra” “In assenza di Belotti il serbo è chiamato ad essere leader del gruppo. Italia? Ventura andrà ai Mondiali”
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runo Bernardi, il Toro è reduce da un periodo estremamente negativo. Dopo la sconfitta nel derby i granata hanno raccolto due miseri pareggi contro il Verona e a Crotone, due squadre che lottano per la salvezza. I tifosi iniziano ad essere preoccupati e domenica all'Olimpico arriva la Roma... “Perdere il derby è sempre uno schock e per il Toro la 'botta' contro la Juve richiede tempo per assorbirla. Questo impegno tra le mura amiche contro i giallorssi potrebbe anche far scattare una scintilla positiva tra gli uomini di Mihajlovic. La Roma infatti è un avversario importante, che fornisce grandi mo-
tivazioni a chi la affronta. I capitolini sono reduci da uno spettacolare pareggio a Londra contro il Chelsea di Antonio Conte ma se da un lato potrebbero avere ritrovato una certa fiducia in loro stessi, dall'altro qualche energia fisica e soprattutto nervosa potrebbe in qualche maniera influire sulla loro prestazione. Il lavoro di Di Francesco inizia a dare i suoi frutti: il gruppo sembra in crescita e in salute. Ma anche Mihajlovic cerca riscatto e in ogni caso questo è un nuovo esame che il Toro non può permet-
tersi di fallire. I granata devono disputare una grande partita davanti ai loro tifosi e un risultato positivo sarebbe fondamentale per un rilancio che riporti il sorriso nell'ambiente granata.” L'assenza di Belotti quanto potrà ancora incidere sulle problematiche della
squadra? I gol e la carica che infonde il 'gallo' sono fondamentali per il gruppo granata... “Purtroppo al Toro mancherà ancora per qualche settimana Belotti. Una assenza che pesa e che fa capire quanto il bomber granata sia importante per questa squadra. Ma quello che più conta è recuperarlo senza fretta e in perfette condizioni psicofisiche. Anche senza di lui Ljajic e compagni devono asssolutamente trovare delle soluzioni che permettano di riaggiustare una classifica che comincia a farsi, se non preoccupante, certamente bisognosa di punti pesanti. Proprio Ljajic è chiamato ad essere il trascinatore della squadra: con le doti tecniche che ha può e deve farlo. Mihajlovic inoltre conosce bene la Roma avendo anche giocato e vinto nella Capitale e non sottovaluterà certo la forza di Dzeko e compagni. Non so se cambierà modulo di gioco: lui è coerente con le sue scelte però è anche capace di aggiustare il tiro, all'occorrenza, e renderlo più 'realista' in questo momento di emergenza. Il tecnico serbo ha esperienza per rimettere la barra dritta e cercar di navigare in acque più calme.” È stata anche la settimana
granata Ventura, in questo doppio confronto con la Svezia, non può fallire... “Il fatto che la Svezia non disponga più di un calciatore del calibro di Ibrahimovic è certamente un fatto positivo per noi. È una assenza che si farebbe sentire in qualunque nazionale. La svezia ha però risorse fisiche e voglia di andare in Russia e batterla non sarà certo una passeggiata. Ma questa voglia di essere presenti a Mosca non mancherà certo all'Italia, nonostante le assenze che condizionano il percorso
del sorteggio play-off per staccare il biglietto per i mondiali in Russia. L'ex
del nostro ct. Mancherà infatti Belotti, come dicevamo prima ma c'è un Immobile in gran spolvero, caricato dall'essere capocannoniere in serie A. Ottimista? Penso che ce la possiamo fare. So per lunga esperienza che noi italiani, quando ci troviamo sull'orlo del baratro, riusciamo a pescare risorse nascoste nel nostro orgoglio e temperamento...” Roberto Grossi
(Qui a sinistra Adem Ljajic, in basso a sinistra il commissario tecnico della nazionale azzurra Ventura)
Giornale sportivo per i tifosi di Juventus e Torino
Direttore Responsabile Roberto Grossi rogro@inwind.it Hanno collaborato Bruno Bernardi Salvino Cavallaro Alessandro Costa Massimo Fiandrino Enrico Heiman Emiliano Latino Alessandro Muliari Paolo Rachetto Alberto Riva Giovanni Rolle Segreteria di redazione Cristina Zecchino amcsrls@yahoo.it Impaginazione e grafica Silvana Scarpa Tel. 011 0371291
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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 16 DI GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2017
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Punto Toro
Mihajlovic sveglia! Questo Toro sta affondando I tifosi aspettano una prova gagliarda contro la Roma. Il tecnico deve presentare una squadra convincente
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a scorsa stagione, il 25 settembre 2016, il Toro, disputando forse la sua migliore partita stagionale, sconfisse 3-1 la Roma, evento che a Torino non capitava da 26 anni. Anche se è giusto ricordare che nelle precedenti 3 sfide sotto la Mole, grazie alle reti di Cerci e Maxi Lopez, il Toro aveva
sempre fermato sull'1a1 la lanciatissima Roma. Dunque tradizione recente positiva. Ma per la settimana della verità (Roma e Cagliari in casa, Firenze mercoledì) Mihajlovic sarà ancora orfano del Gallo. Questo il destino del Toro che, dopo un buon inizio di campionato, ha preso lo schiaffone del
derby e poi pareggiato in rimonta (subita e fatta) contro Verona e Crotone. Non proprio Barcellona e Real Madrid. E subire 4 reti da scaligeri e pitagorici, non alimenta certo sogni di gloria europei. Se privi del Gallo i Sinisa-boys allo "Scida" sono comunque riusciti a segnare due reti, in difesa il Toro (portiere a parte) pare avere ancora le stesse amnesia della scorsa stagione. Se N'Koulou e Lyanco (2017 forse finito per il brasiliano, auguri di pronta guarigione, al suo posto Moretti) pare abbiano rinforzato il reparto centrale, sugli esterni il Toro sembra in grande difficoltà. Se si pensa che negli ultimi anni Cairo ha ceduto 3 nazionali quali D'Ambrosio, Darmian e Zappa-
costa, oltre a Bruno Peres, ed ora Mihajlovic si ritrova con De Silvestri e Molinaro, ecco spiegata una chiave dei limiti granata. Barreca lamenta noie muscolari, ed Ansaldi (fin qui sempre affidabile) sembra solo il primo dei rincalzi. Rincalzi che mancano invece a centrocampo dove Rincon e Baselli sono i "martiri" del 4-2-3-1 di Mihajlovic. Spesso in inferiorità numerica, sovente ad inseguire gli avversari e commettere un fallo tattico da ammonizione, sicuramente sovra-utilizzati anche a causa degli infortuni di Acquah ed Obi ed alla scarso considerazione che Mihajlovic nutre nei confronti di Gustafson e Valdifiori. Stesso amaro destino per Boyé e Berenguer che
hanno sprecato il loro jolly e che paiono già destinati ad andare in prestito altrove a gennaio. Sadiq invece ha debuttato a Crotone dal primo minuto: ciondolante ma abbastanza efficace. Promettente ma distante anni luce da Belotti. Ottobre di sofferenza pura per il Toro. Anche se la Roma, reduce dalla
battaglia di Londra, e dalla sconfitta col Napoli, non sembra ancora aver trovato la piena identità e maturità. Azzannare la “lupa”. Ecco la medicina che servirebbe ai Sinisa-boys.
Alessandro Costa
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L'Intervista: Giacomo Ferri
“Bella sfida tra due allenatori votati all'attacco” L'ex-granata: “Difendo Miha, ha il dna Toro. Niang ha buone qualità ma non ha svolto la preparazione”
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nche se dopo aver cessato l’attività da calciatore è stato per diversi anni il team manager della squadra torinista, i tifosi lo ricordano soprattutto per le mille battaglie sul terreno di gioco con addosso la maglia color granata. Giacomo Ferri era uno che in campo non mollava mai, testimone e interprete di quel cuore granata che nelle varie epoche ha saputo infiammare e rendere orgogliosi i tifosi. Nelle loro carriere professionali, le strade di Ferri e di Sinisa Mihajlovic non si sono mai incontrate, ma è probabile che tra i due sarebbe scattata la scintilla dell’intesa, visti i caratteri dei due personaggi in questione. Giacomo Ferri, domenica è in programma la sfida
fra Torino e Roma. Per la formazione di Mihajlovic sarà il secondo test contro un’avversaria d’alta quota dopo il derby. Che gara si aspetta di vedere al Grande Torino? “Mi aspetto sicuramente di vedere una bella partita, giocata tra due squadre che praticano un gioco offensivo, anche se purtroppo in questo momento sia i granata che i giallorossi devono fare i conti con delle assenze importanti, a cominciare da quella di Belotti, che sarebbe pesante per qualsiasi squadra, non soltanto per il Toro. Oltre a Belotti, il Toro sta patendo anche altre defezioni, come quella di Barreca”. Le recenti partite contro Samp, Juve, Verona e Crotone hanno messo Mihajlo-
vic al centro di alcune critiche. Lei cosa ne pensa? “Mihajlovic è un allenatore che mi piace molto e che, secondo me, ha il dna giusto per allenare il Toro. Dopo Ventura, penso che Cairo non potesse fare scelta migliore. Anche se non lo conosco personalmente, ho avuto modo di parlare con
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diversi giocatori che lo hanno avuto come tecnico al Milan e tutti hanno espresso un giudizio positivo. Alcune critiche, poi, a volte sono un po’ superficiali, come ad esempio quella di aver schierato due soli centrocampisti nel derby con la Juve, senza tenere conto che in quell’occasione Baselli e Rincon erano gli unici effettivamente a disposizione, visto che Acquah non era in perfette condizioni”. Tra le scelte di Mihajlovic c’è anche quella di puntare su Niang. Cosa ne pensa dell’attaccante ex Milan? “Mi sembra un giocatore dalle buone qualità. Il vero problema è che non ha potuto svolgere la preparazione in estate e questo rischia di penalizzarlo, come è accaduto anche ad altri
giocatori che hanno avuto una situazione simile, come Spinazzola e lo scorso anno Maksimovic”. All’inizio della stagione sia Cairo che Mihajlovic hanno dichiarato a chiare lettere che l’obiettivo del Torino sarebbe stato l’Europa. Lei ritiene che sia possa essere un traguardo effettivamente alla portata dei granata? “Attualmente vedo cinque squadre nettamente più avanti rispetto ai granata, che sono Napoli, Juve, Roma, Inter e Lazio. Il Toro dovrà giocarsela con Sampdoria e Atalanta, e magari anche col Milan, che in questo momento sta avendo un po’ di difficoltà avendo cambiato tanti giocatori”. Si sente di fare un pronostico per Toro-Roma?
“Sarà una partita difficile, perché la Roma è destinata ad arrivare tra le prime 4 in campionato, anche se sinceramente non la vedo tra le favorite per vincere lo scudetto. Ma nonostante questo mi sento di puntare sul Toro”. Giovanni Rolle
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Toro-Roma Story
Anni '90: quella tripletta di Aguilera... granata con il Toro che negli anni pre e post scudetto prevale spesso nelle sfide contro i giallorossi. ANNI 80 Ad inizio decennio 2 finali di Coppa Italia tra Toro e Roma vinte ai rigori dai giallorossi. Che durante l'epoca Liedholm fanno soffrire il Toro. Con qualche bel sussulto granata. ANNI 90 Da segnalare le 3 sfide del 1993: 5-4 per il Toro in priGLI ALBORI La Roma, tra le grandi squadre attuali, è quella che è stata fondata più tardi: nel 1927. Prima sfida dunque nel gennaio 1929: 3-0 per il Toro al Filadelfia. La Roma risponde a giugno con un 6-1 al Testaccio. E negli anni 30 le sfide vedono un leggero predominio giallorosso.
mavera all'Olimpico con tripletta di Aguilera. E un 5-5 globale nella finale di Coppa Italia. 3-0 per il Toro al Delle Alpi, 2-5 a Roma. E granata che alzano il trofeo. IL TERZO MILLENNIO Il Toro è troppo spesso in serie B, ma le sfide con la Roma sono sempre combattute. Il 13 maggio 2007 il Toro si salva, vincendo a Roma con rete di Muzzi. E nella stagione successiva in Coppa Italia il 3-1 di Torino (doppietta di Recoba e gol
Alessandro Costa (A sx Aguilera, a dx Belotti)
Numeri e Statistiche
di Massimo Fiandrino
Sfida numero 73 sotto la Mole: 32 vittorie granata Pulici e Guaita i bomber con 7 reti. Solo 2 successi per Mihajlovic su 14 incontri con la Roma
ANNI 40-50 Tante battaglie tra Toro e Roma anche negli anni 40. I capitolini vincono lo scudetto del 1942 prima che inizi il ciclo del Grande Torino. Da leggenda il 7-0 ed il 7-1 degli Invincibili granata al Testaccio nel 1946 e 1947. Ma anche al Filadelfia il Grande Torino vince 5 gare su 5 contro la Roma, spesso in goleada. Nel 1950 ancora un 5-0 per il Toro sempre al Filadelfia, poi la Roma ogni tanto rialza la testa. ANNI 60-70 Equilibrio anche negli anni 60, con qualche sonante vittoria giallorossa, e una terribile finale di Coppa Italia nel 1964: 0-0 a Roma, 0-1 al Comunale con rete di Nicolè a 5' dalla fine. 3 pareggi di fila per 0-0 tra il 1969 ed inizio 70, poi 3 belle vittorie
di Comotto) viene vanificato dallo 0-4 di Roma. Nelle ultime 4 stagioni la Roma, anche quando ha lottato per l'alta classifica, ha sempre sofferto a Torino. 3 pareggi per 1-1 grazie a Cerci e due volte Maxi Lopez. E la vittoria della scorsa stagione per 3-1 con gol di Belotti e doppietta di Iago Falque. Lo spagnolo ci sarà anche questa volta.
sta speciale classifica Pruzzo (Roma) e Silano (Torino) a quota 5, a quota 4 troviamo Gabetto e Ossola (Torino) e Manfredini e Volk (Roma). 13 le vittorie dei giallorossi in Serie A in casa granata, l’ultima il 14 aprile 2013 per 2-1 (Osvaldo (R) al 22', Bianchi (T) al 31', Lamela (R) al 60'). La vittoria più vistosa della Roma risale al 26 aprile 1934, i giallorossi sconfissero i gzranata per 6-3.
7 le reti dei bomber delle sfide: Paolino Pulici (Torino) e Guaita (Roma), quest'ultimo autore di un poker il 26 aprile 1934 in Torino-Roma 3-6 e di una tripletta il 04/11/1934 in TorinoRoma 2-3. Precedono in que-
15 le occasioni in cui si è verificato il risultato di 1-0 (10 volte a favore del Torino e 5 volte per la Roma): il più frequente delle sfide, segue l’1-1 verificatosi in 13 circostanze. 27 i pareggi, gli ultimi tre sempre per 1-1, l’ultimo 05/12/2015 32 le vittorie del Torino in 72 incontri a Torino nel Girone
Unico con la Roma. L’ultima il 25/09/2016 per 3-1 (Belotti (T) al 8', Iago Falque (T) al 52' (rig.) e 65', Totti (Ro) al 55' rig.) La precedente il 7 ottobre 1990 per 1-0 gol di Romano. I granata dal 1970/71 al 1976/77 incasellarono 7 successi consecutivi ma la vittoria più vistosa del Torino è nel 1949/50 (5-0) 176 le reti delle sfide, 110 le reti granata, 66 quelle dei giallorossi. 2 Solo 2 le vittorie di Mihajlovic in 14 precedenti ufficiali con la Roma, completano lo score 4 pareggi e 8 sconfitte. 3 l e vittorie di Mihajlovic in 7 precedenti ufficiali contro Di Francesco, completano lo score 3 pareggi e 1 sconfitta.
10 i precedenti ufficiali fra Di Francesco e il Torino, in vantaggio la squadra granata per 4 vittorie a 3, completano lo score 3 pareggi. (A sx Pulici, qui sopra Iago Falque)
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L'Intervista: il Presidente del Museo Toro
“Lo spirito del Filadelfia è stato tradito” Beccaria: “Per la società granata non contano i sentimenti. Vogliono solo un impianto per allenarsi a basso prezzo”
Il Filadelfia? È come il centro Sisport. Solamente più nuovo, moderno e sito in Via Filadelfia. Ma lo spirito del Filadelfia è stato tradito. Il contratto tra Fondazione Filadelfia e Torino FC è stato scellerato!”. Non usa mezzi termini Domenico Beccaria, presidente del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata e consigliere della
Torino che li stavamo riportando a casa e invece...” E invece cosa è accaduto? “In tutti questi anni prima della rinascita del Filadelfia ci eravamo ispirati alle emozioni, volevamo ricostruire lo spirito del Toro. Invece il Torino FC ha virato di 180 gradi; non contano i sentimenti, ma conta un impianto per allenarsi al prezzo di mercato più basso possibile” Dunque il Filadelfia è solo un centro di allenamento, non la casa dei tifosi del Toro e del connubio tra giocatori e tifosi stessi... “Almeno alla Sisport c'era la possbilità di incrociare i giocatori. Ora invece escono dal parcheggio sotterraneo (nel vecchio Fila, invece
fondazione Filadelfia. Domenico, cosa non funziona nel nuovo Filadelfia? “Appena 2 anni fa c'era stata la posa della prima pietra. Io nutrivo enormi speranze. Ero andato sulla tomba di mio padre, perché gli avevo promesso in punto di morte che avrei combattuto per far rinascere il Filadelfia. Andai a Superga, dissi ai giocatori del Grande
parcheggiavano nel cortile in mezzo ai tifosi, ndr) sbucano in Via Spano e bisogna stare attenti a non farsi investire per avere un autografo o farsi un selfie”. E il piazzale del Filadelfia? Perché non è ancora un'Agorà, come doveva essere nelle intenzioni? “Abbiamo chiesto agli architetti di progettare l’impianto affinché dal cortile
“
non si vedesse uno spicchio minimo del campo, e consentire comunque l’allenamento a porte chiuse. Il dottor Ferrauto (braccio destro del Presidente Cairo, ndr) ci ha detto che ci sono dei costi da sostenere per tenere aperto il Piazzale e che, nel caso, se ne dovrebbe fare carico la Fondazio-
ne. Io mi ero opposto alla firma di quel contratto scellerato proprio per evitare questioni come questa. Per 6 anni eravamo tutti d'accordo che il cortile restasse aperto. Non saremmo andati a sprecare forza lavoro ed energie intellettuali, per vedere il cortile chiuso”. E gli 811 seggiolini dell'
"asta tosta" di Cairo del 24 maggio? Farebbero 811 mila euro... “Se è per questo Cairo ne aveva "prenotati" già altri 12, oltre ai 500 promessi all'inaugurazione. Per non parlare dei 211 che dovevano pagare i singoli giocatori. Il problema è che su una fattura di 500 mila euro,
Fino al 26 novembre la mostra su Martelli Formava il mitico 'trio Nizza' con Valerio Bacigalupo e Mario Rigamonti Il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, domenica 22 ottobre alle ore 10,30 inaugurerà la mostra “Danilo Martelli, il dodicesimo titolare” che sarà visibile fino a domenica 26 novembre 2017 nella sala della Memoria. Portando via, durante un’amichevole, il pallone a Gudmundsson e dribblandolo non fece più toccare palla allo svedese del Milan: così l’11 settembre del 1948 Danilo Martelli si candidò per diventare un titolare nel Grande Torino. All’inaugurazione saranno presenti i parenti di Danilo Martelli: Carlo, nipote, e Carlo Ferrari, che ha ottantuno anni e ricorda bene lo zio, e Paolo Bacigalupo, nipote di Valerio. Così idealmente si riformerà
una sorta del mitico “Trio Nizza”, con Valerio Bacigalupo e Mario Rigamonti. Infatti, Danilo Martelli condivideva un appartamento in via Nizza a Torino. Il Museo si trova a villa Claretta Assandri in via G.B. La Salle 87 a Grugliasco, comune in provincia di Torino, ed è aperto il sabato dalle 14 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Sono possibili visite fuori orario di apertura dal lunedì al venerdì, ma solo su prenotazione. Per motivi di sicurezza si possono effettuare solo visite guidate. Per informazioni inviare una mail a: info@museodeltoro.it oppure telefonare dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 al numero 333/98.59.488
la Fondazione (che non ha denaro, in quanto tutti soldi dell'affitto del Filadelfia da parte del Torino FC servono a finanziare il secondo lotto) dovrebbe versare l'Iva del 22% entro tre mesi. Speriamo che Cairo paghi prima...” Alberto Riva
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La Tattica
È ora di rialzarsi, l’infermeria non deve essere un alibi Probabile qualche novità dal primo minuto (anche il modulo?) in casa granata. Roma difesa-bunker: solo le 5 reti subite
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nvertire le tendenze, superare momenti difficili,si sa,non è mai cosa semplice soprattutto quando si parla di una squadra di calcio concepita per raggiungere un obiettivo importante,
che di colpo (o quasi), si trova a dover rincorrere in classifica avversarie sulla carta meno blasonate e meno strutturate (ci sarebbe comunque da discutere). Quella che si giocherà contro la Roma,non sarà sicuramente la classica partita da dentro o fuori, ma è indubbio che alcuni aspetti sia tecnico/tattici che psicofisici dovranno controvertire un trend di risultati diventato oggettivamente pesante alla luce delle aspettative dichiarate da più parti fin da inizio stagione. Di fronte una
Roma reduce dalla straordinaria prova allo Stanford Bridge, che magari potrà risentire della trasferta oltremanica ,ma che finora, soprattutto in trasferta (7 gol fatti e 0 subiti), ha dimostrato di poter imporre
le proprie qualità. Che sono tante in ogni reparto; brutta tegola l’infortunio di Manolas che stravolgerà i piani di mister Di Francesco alle prese con una difesa solida (solo 5 gol subiti), ben collaudata,sicuramente da verificare con l’impiego di Juan Jesus dal primo minuto, ma sicuramente molto forte fisicamente. La prova volenterosa ma sterile del giovane Sadiq nella trasferta dello Scida di Crotone, potrebbe non bastare e la sua presenza potrebbe non essere riproposta nell’11 titolare, in considerazione della prestanza fisica dei due centrali difensivi capitolini avvezzi alle “sportellate” e agli scontri d’alta quota; crediamo che nella
testa di mister Mihajlovic frullano novità che potrebbero prevedere l’impiego di Niang centrale (unico, tra l’altro, che possa in qualche modo sostituire il bomber Belotti…) chiamato all’ennesima prova di qualità e quantità, supportato dal tridente Iago, Ljajic e il rediviso Berenguer, mai entrato nelle grazie del tecnico serbo anche e soprattutto per demeriti propri. Da più parti ultimamente si è spesso chiesto che il centrocampo dovesse essere rimpolpato da una presenza in più (Valdifiori?!); quel che è certo e che l’aiuto in fase di ripiegamento degli esterni alti, mai come per Domenica, sarà richiesto a Iago Falque e Berenguer (se dovesse giocare) proprio perché gli straordinari palleggiatori
romani sono molto abili a far girare la giostra giallorossa, con intelligenza e intensità. Calciatori del calibro di Nainggolan, lo stesso De Rossi e Strootman (in dubbio) hanno la capacità di dettare linee di passaggio semplici, veloci, ad innescare le catene laterali, vera forza ed efficacia costante. Kolarov da una parte e Peres (emozionante ogni volta vederlo tornare nello stadio in cui ha esaltato i tifosi con le sue giocate funamboliche) dall’altra, possono essere devastanti se gli verrà concesso spazio e corsa; in tal senso Rincon e Baselli dovranno senz’altro solidarizzare con i due terzini e non lasciarli mai in balia di sovrapposizioni e scambi veloci. L’impiego di terzini esperti e forti fisicamente (Ansaldi? Burdisso?) potrà essere garanzia quantomeno di solidità per tutti i 90’, ma senza la necessaria attenzione, tutto verrebbe vanificato con il reale rischio che la squadra potesse fortemente essere messa ko dagli affondi avversari. La difesa granata sarà nuovamente inedita, non ci sentiamo di escludere l’esordio dal 1’ di Bonifazi, giovane di ottime speranze che finora non è stato praticamente mai impiegato, e magari la variante Moretti a sinistra proprio per avallare quanto scritto prima;quel che va controvertito fin da subito è il vizio di errori individuali, a questi livelli quanto mai determinanti, (Dzeko è un cecchino incredibile che non perdonerà nessuna amnesia… bomber di livello mondiale, straordinario finalizzatore) e intensità nella copertura degli spazi e ripartenza delle azioni, veri problemi fin qui emersi chiaramente. Si corre poco e molto spesso male, come se il freno a mano fosse tirato e le idee di gioco latitassero quantomeno nei momenti chiave del match. Il Torino non riesce ad esprimere il proprio gioco fatto di strappi verticali e cambi gioco improvvisi. Le
catene laterali potrebbero essere paralizzate dalla pressione avversaria. Così verrebbero meno sia i rifornimenti sia il sostegno alle due ali, costringendoli ad accentrare il proprio raggio d'azione per provare ad aiutarsi a vicenda. Cercare lo sfondamento centrale sarà impresa ardua, di certo le qualità dei punteros
granata potrà fare la differenza (emblematica la sfida del Grande Torino dello scorso torneo), anzi, dovrà fare la differenza, perché sono partite come queste che si possono e si devono misurare le reali ambizioni di una squadra, ultimamente al “tappeto” dei risultati ma che, una volta svuotata l’infermeria, potrà puntare
al traguardo ambito senza alibi a cui appendersi. Coperta corta si ma che almeno la tenacia e la grinta la facciano diventare calda. Emiliano Latino
(Qui sotto Mihajlovic; a sinistra dall'alto in basso: Valdifiori, Burdisso e Moretti)
IL TORO DI MIHA: TROPPI PAREGGI E TANTI GOL SUBITI 18 I pareggi collezionati da Mihajlovic in 46 partite in serie A alla guida del Torino, (41%), completano lo score 16 vittorie e 12 pareggi. L' “X” il risultato più frequente per Miha in serie A: 86 pareggi in 234 panchine alla guida di Bologna, Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. 4 I pareggi del Torino in questo torneo (il 50%), primato stagionale (Bologna,Verona, Sampdoria e Crotone). Il pareggio per 2-2 è una costante per i granata di Mihajlovic, il risultato si è verificato in 9 occasioni su 46 match in serie A con l'attuale mister (e 6 volte nello scorso torneo: Lazio, Udinese, Milan, Fiorentina, Inter e Udinese). 2 Due soli punti conquistati dal Toro nelle ultime 3 partite (pareggi con Verona e Crotone, ko nel derby) e 8 gol subiti. I granata nello scorso campionato vantavano un punto in più e 4 reti in meno subite. 13 I gol subiti dal Toro. I granata nelle ultime 5 partite hanno subito almeno 2 gol a partita (nel derby addirittura un poker), ma nelle prime 3 sfide soltanto 1 gol subito (a Bologna).
A cura di Massimo Fiandrino
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ControCorrente
Roma ancora alla ricerca di una vera identità I giallorossi dopo la sconfitta di misura col Napoli puntano a un riscatto a Torino, ma il loro gioco è lontano dalle aspettative di ENRICO HEIMAN
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rima di tutto il mercato. La Roma, dopo l’addio di Spalletti, è stata affidata alle mani rivoluzionarie del manager spagnolo Monchi. Un tipo alla Moggi, forse ancor più spregiudicato. A Siviglia, di dice, aveva fatto sfracelli comprando scamorze a poco prezzo e rivendendoli l’anno dopo a cifre folli. Una replica della storica moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ma qui non siamo sul lago di Tiberiade, la Palestina è lontana. E l’autore del miracolo viene messo in discussione nell’intero mondo occidentale. Checché ne dica il Papa argentino. Ma torniamo alla Roma, il cui tifo passionale è paragonabile e forse supera d’intensità quello epidermico del Torino. E domani tornano a incontrarsi. Il
citato Monchi, su preciso desiderio del presidente americano Pallotta, che se ne sta a Boston e viene in Italia ogni due mesi (e non vuole più spendere in attesa del nuovo stadio, semmai si farà) ha dovuto vendere tre giocatori importanti. Così sono partiti Salah al Liverpool, ala velocissima e spesso decisivo lo scorso anno, il difensore “colored” Rudiger al Chelsea e il centrocampista argentino Paredes volato in Russia allo Zenit di San Pietroburgo. L’ex Leningrado, per quelli della mia generazione. Teatro di un lungo assedio da parte delle truppe tedesche, durato due anni (1941-43) senza riuscire ad espugnarla. Roba della seconda guerra mondiale, la più grande e sanguinosa nella storia dell’umanità. Tre cessioni che hanno fruttato un centinaio di milioni. In cambio sono arrivati il portiere brasiliano Alisson,
titolare nella sua nazionale, il poderoso esterno sinistro Kolarov (dal Manchester City) che ha varcato la trentina ma rimane un uomo importante. Anni fa era punto di forza della Lazio. Più un groppuscolo di sconosciuti, tra cui il difensore Moreno, un certo Nura, Karsdorp, Antonucci, il rientro del difensore Castan (dal Torino) e il centrocam-
L'ULTIMO TROFEO GRANATA (COPPA ITALIA) CONTRO LA ROMA DI MIHAJLOVIC COPPA ITALIA 1992/1993 Finale Andata Torino, 12/06/1993 TORINO-ROMA 3-0 Reti: aut. Benedetti al 17', Cois al 53', Fortunato al 78' Arbitro: Amendolia TORINO: Marchegiani; Bruno; Mussi; Fortunato D.; Annoni (Cois al 46'); Fusi; Sordo (Sergio al 77'); Venturin; Aguilera; Scifo; Silenzi. All. Mondonico ROMA: Fimiani; Garzya; Petruzzi (Muzzi al 46'); Bonacina; Benedetti; Aldair (Comi al 64'); Mihajlovic; Hassler; Piacentini; Giannini; Rizzitelli. All. Boskov Finale Ritorno Roma, 19/06/1993 ROMA-TORINO 5-2 Reti: Giannini (Ro) al 22' (rig.), 50' (rig.) e 55' (rig.), Silenzi
pista francese Gonalons dal Lione. Questo non è uno sconosciuto, neppure giovanissimo, però bisogna dargli il tempo di ambientarsi. L’unico acquisto di rilievo è il ritorno di Pellegrini dal Sassuolo, dov’era diventato l’uomo chiave degli emiliani. Nel quadro generale, soprattutto è cambiato l’allenatore. Monchi ha scelto, su consiglio interno alla società, l’ex giallorosso Eusebio Di Francesco. Buona mezz’ala dei primi anni Duemila, che si è rivelato alla guida del Sassuolo. Ma tornare alla Roma il balzo è notevole. Specialmente per un tecnico che vuole dimostrare le sue qualità, basate sulla ricerca del gioco, e non accetta di continuare sulla linea del suo predecessore, ossia Spalletti. Resta il fatto che senza tre giocatori importanti, anche se Paredes non giocava sempre, non è più la stessa Roma. Pesa la perdita di
Salah, la cui velocità ribaltava le difese avversarie. Si può contare sull’indubbia capacità aerea e presenza fisica di Dzeko, tra i migliori centravanti della serie A, oltre all’atteso rientro di Florenzi e alla garanzia nel rendimento di Perotti. Capitan De Rossi fa quello che può (34 anni) ma non è più il giocatore determinante di un tempo. Contro il Napoli una sua sfortunata deviazione ha proiettato in area lo scugnizzo Insigne che ha realizzato il gol vittoria. A volte ci si mette anche la sfiga. Per cui, tirando le somme,la Roma è ancora alla ricerca di una precisa identità. L’obiettivo, soprattutto finanziario, è approdare in Champions League, cioè arrivare nelle prime quattro. Ma non sarà facile. Anche il Milan insegue lo stesso obiettivo, ed è messo peggio della Roma. Per cui la sfida col Torino è non solo
(T) al 45' e 53', Rizzitelli (Ro) al 47', Mihajlovic (Ro) al 53'. Arbitro: Amendolia ROMA: Fimiani; Garzya; Piacentini (Salsano al 93'); Bonacina (Muzzi al 90'); Benedetti; Comi; Mihajlovic; Hassler; Carnevale; Giannini; Rizzitelli. All. : Boskov TORINO: Marchegiani; Bruno; Mussi; Fortunato D.; Cois; Fusi; Sordo (Falcone al 90'); Venturin; Aguilera (Casagrande al 77'); Scifo; Silenzi. All. Mondonico 4 FINALI DI COPPA ITALIA FRA I DUE CLUB Le due squadre si sono trovate di fronte in finale di Coppa Italia in 4 occasioni, 3 vittorie dei giallorossi, una del Torino. La prima finale nel 1964, 0-0 all’Olimpico e prodezza di Nicolè al Comunale e la Roma vinse il Trofeo. Il bis nel 1980 e il tris nel 1981, le ultime due i giallorossi le hanno vinte alla “roulette” dei rigori. Stop alla vittorie romaniste nel 1993, nel doppio confronto di finale, 3-0 per i granata al Delle Alpi e 5-2 per i capitolini nel ritorno.
importante, ma soprattutto deve chiarire le vere potenzialità della squadra giallorossa. Sperare non basta, si deve puntare alle cose concrete. Altrimenti la mezza rivoluzione del super-calvo Monchi sarebbe destinata al fallimento. Eventualità che dalle parti del Colosseo non vogliono assolutamente immaginare.
GLI EX ATTUALI DELLA SFIDA NICOLAS BURDISSO (12/04/1981) Ha militato nella Roma per 5 Campionati dal 2009 al 2014 con uno score di 102 presenze (corredate da 6 reti). IAGO FALQUE (04/01/1990) Alla Roma nel Campionato 2015/2016: 22 presenze e 2 reti. ADEM LJIAJIC (29/09/1991) In Giallorosso dall'agosto 2013 all'agosto 2016, con un bilancio di 61 presenze (corredate da 14 segnature). MIHAJLOVIC Sinisa (20/02/1968) Ex giocatore della Roma dal 1992 al 1994: in campionato 54 presenze e 1 solo gol. BRUNO PERES (01/03/1990) Al Torino dal 2014 al 2016 con uno score di 65 presenze e 6 gol.
A cura di Massimo Fiandrino
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L'Intervista
Fabio Viglione, un avvocato con il Toro in testa
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oma città eterna. È la capitale dalle mille contraddizioni, capaci di intersecarsi tra una storica e immensa cultura che traspare evidente tra le pieghe di ogni angolo e uno stato depressivo di non accuratezza, che emerge evidente da situazioni civiche e sociali che la fanno apparire trasandata. Peccato, perché quelle volte che veniamo in questa città vorremmo respirare un’altra aria, quella dell’orgoglio che ogni capitale dovrebbe infondere. Tuttavia, pur nell’immancabile delusione, Roma resta sempre il centro di quel turismo universale che si manifesta dalle lunghe code per accedere ai Musei
Vaticani piuttosto che al Colosseo, in Piazza San Pietro, Piazza Venezia, i Fori Imperiali, Fontana di Trevi e mille altre attrazioni storico culturali. Ma la capitale è il cuore pulsante del pallone che divide il tifo tra Roma e Lazio, ed è anche sede del Governo, degli uffici statali e di tanti professionisti che gravitano intorno all’immensità di una città sempre bisognosa di tanta specifica professionalità. E così, non per caso, ci troviamo nello studio dell’avvocato Fabio Viglione, giovane penalista che abbiamo conosciuto a Torino in occasione della presentazione del libro “Caro Toro ti scrivo”, che ha elaborato assieme all’onorevole Giorgio Merlo. Stanze che parlano di Toro, che si vestono di granata tra gagliardetti e fotografie ricordo. Poi, qua e là, alcuni oggetti che parlano del suo amore per le antichità, come ad esempio una vecchia radio che sembra trasmettere ancora una partita del Grande Torino
attraverso la voce di Nicolò Carosio. Con lui abbiamo parlato della sua passione per il calcio e il Torino Avvocato, come è nata la sua passione per il Toro? “È nata sostanzialmente grazie a mio padre - che è purtroppo mancato quasi quindici anni fa – che era un appassionato tifoso del Torino. Me ne parlava con entusiasmo anche perché aveva vissuto da bambino nel mito del Grande Torino. Non è stato difficile per me innamorarmi del Toro e perdermi in quella passione, anche cromatica. Ricordo ancora adesso l’emozione di quando mi portò per la prima volta allo stadio a sette anni e vidi sul prato verde quelle divise tutte granata….” Ne parla anche nel suo libro scritto con Giorgio Merlo “Caro Toro ti scrivo”… “Sì, quel libro è stato scritto tutto d’un fiato e quasi per gioco, attingendo proprio a quelle emozioni che ho cercato di raccontare con semplicità. La semplicità di una passione che ha attraversato la mia vita e che, nonostante tutto…non si è esaurita. È un libro di sentimenti più che di cronache sportive. Ho provato a mettere in fila le emozioni vissute attraverso le voci della radio, le immagini della televisione, i colori ed il calore dello stadio.” Cosa pensa del Torino attuale? “Credo che abbia una società solida ed una squadra ricca di qualità. Negli ultimi anni siamo cresciuti molto e credo che la squadra attuale, per talento dei giocatori, sia competitiva per raggiungere l’Europa. Spero che l'allenatore abbia l’equilibrio per far rendere al meglio i tanti calciatori
di spessore che compongono la rosa.” E del rinato Filadelfia, cosa pensa? “È meraviglioso poter rivivere il mito del Filadelfia e creare un fortino tutto granata dove ricordare il passato, vivere il presente e guardare al futuro. Sarà importante ricreare un collante forte tra la squadra e la gente granata. Il cuore granata non è retorica e può essere trasmesso attraverso quell’alchimia di un luogo unico che ci rende speciali. Nessuno in Italia ha un luogo come il Filadelfia. Abbina la qualità della moderna struttura di allenamento alla fusione con il territorio e con la gente granata, nel cuore pulsante della città. Nel luogo in cui si fece la storia e, sono certo, continueremo a vivere emozioni intense.” Qual è il suo pensiero circa la difficoltà del Torino di rivincere lo scudetto dopo tanti anni? Manca forse un adeguamento nella conduzione gestionale che si connaturi alle più moderne esigenze dell’azienda calcio? “Credo che il problema più grande sia da ricercarsi nella distribuzione delle risorse finanziarie per i diritti
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televisivi. In Italia c’è un divario troppo ampio che con il passare degli anni crea delle fasce di preclusione al raggiungimento dell’obiettivo scudetto. Società come il Toro devono puntare a crescere gradualmente e puntare a consolidarsi per farsi trovare pronte, immediatamente a ridosso delle solite corazzate economiche. Credo che la dirigenza negli ultimi anni abbia creato un sistema virtuoso che ci potrà consentire, mi auguro, di fare gli ulteriori passi in avanti per riportare il Toro stabilmente in Europa.” Anche suo figlio, pur abitando a Roma, tifa Toro. Oltre alla passione sportiva per il Toro, in cosa si rivede in lui? “Forse nella voglia di non accontentarsi della prima risposta che gli viene data. Nel cercare sempre il dialogo e stimolare il ragionamento, anche mettendo in discussione ciò che non convince. Ma anche nella voglia di sognare, di appassionarsi e di stimolare sempre la fantasia. Anche la sensibilità è un tratto che lo contraddistingue. Ha dieci anni, ma è dotato di una spiccata sensibilità che non finisce mai di sorprendermi.”
A parte il desiderio di rivedere vincere lo scudetto del Toro, c’è un sogno che ha ancora chiuso nel cassetto della sua vita personale? “Lo scudetto, per le logiche che oggi governano il calcio e per quanto detto anche a proposito della distribuzione dei diritti televisivi, temo non sia un obiettivo realistico per società come il Torino. Ma sognare è comunque lecito. Il Toro è sulla buona strada, pur con qualche difficoltà, sta tornando una squadra di livello. Mi auguro continui a crescere puntando con sempre maggiore decisione sulla tradizione del settore giovanile e sulla identità granata che, anche grazie alla rinascita del Filadelfia, avrà una dimensione più solida e tangibile. La nostra identità è così forte che travalica il mero successo sportivo e ci rende orgogliosamente unici. Un sogno della mia vita personale? Poter avere la fortuna di “accompagnare” mio figlio Tommaso in tutte le tappe della crescita e della maturazione e vederlo felice. Felice come quando esulta per un gol del Toro.” Salvino Cavallaro
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Spazio Club
La passione granata di Desenzano e Como 2
° appuntamento stagionale con i nostri viaggi lungo i Toro Club d'Italia. Da Benevento ci spostiamo molto più a nord, in Lombardia (com'è lontano, purtroppo, l’ottimismo e l’entusiasmo che avevamo un mese fa dopo quella trasferta). Nonostante il momento poco felice della squadra, la terra tanto cara al Manzoni è stata protagonista, nell’arco di 6 giorni, di due eventi emozionanti e di assoluto rilievo. Sabato 7 ottobre, a Desenzano, è andato in scena il grande evento per i 25 anni del sodalizio, uno dei più attivi e longevi di tutta la regione. È stata davvero una bellissima festa, ideata e curata dalle sapienti mani di Gino
Fattori, anima indiscussa del gruppo. La manifestazione è iniziata nel pomeriggio, con l’inaugurazione della mostra dal titolo suggestivo “Non credevamo di amarli tanto”, dedicata agli Invincibili ed allestita dal Direttore del Museo del Toro, Giampaolo Muliari. Il luogo prescelto era non solo di grande fascino (il bellissimo Castello di Desenzano) ma anche dotato di grandi spazi, che hanno consentito di realizzare una delle mostre itineranti del Museo più ricche ed emozionanti. L’enorme lavoro di Gino, Piergiovanni Zavattaro ed Pieraugusto Bottoli (le tre punte del Club) si è potuto toccare con mano anche nella enorme partecipazione popolare lungo tutto il week-end. Ospiti delle celebrazioni i Campioni d’Italia Paolino Pulici, Luciano Castellini ed Eraldo Pecci. Il goleador più amato dai tifosi granata ha ricordato il profondo legame che univa lui ed i suoi compagni al ricordo del Grande Torino (“non era Pulici che segnava, non era Graziani, erano quelle maglie cariche di Storia”); il Giaguaro si è detto particolarmente felice di aver scoperto negli ultimi due anni le tantissime realtà di Toro Club sparse nella penisola e tutti lo amano e ricordano; Pecci, infine, con
la sua proverbiale simpatia, ha raccontato diversi aneddoti di quegli anni d’oro, ricordando come quei campioni lo misero subito a suo agio (Pecci arrivò al Toro nell’estate ’75, poco più che ventenne). Dopo l’inaugurazione i festeggiamenti sono proseguiti a cena, in una location vestita di granata per l’occasione e con una super-torta finale, seguita dalla tradizionale lotteria, i cui proventi sono da sempre destinati alla ricerca contro il cancro. Commosso e felice Capitan Gino Fattori, che da anni aspettava e sognava questo momento: “Non poteva andare meglio. Un ringraziamento speciale va al direttivo, a mia moglie ed alle mie figlie, fondamentali nell’organizzazione”. Grande Gino, siamo sicuri che continuerai a stupirci! Sei giorni dopo, venerdì 13 ottobre, è stata la vol-
ta del Toro Club “Emiliano Mondonico” di Como, un sodalizio nato da poco ma che per passione e voglia di fare ha tutte le carte in regola per festeggiare un giorno i 25 anni di vita come i colleghi della vicina Desenzano. Come il TC Desenzano anche il TC Como ha dei leader simpatici e pieni di idee: Beppe Di Bartolo, Monica Paini, Simone Polimeno ed il Presidente Claudio Rustici. L’evento in questione non poteva che essere un tributo a Gigi Meroni, nella sua città natale e nel 50° anniversario della prematura scomparsa. Anche in questo caso cardine dell’iniziativa è stata una mostra allestita dal Museo del Grande Torino dedicata ovviamente a Gigi. Sede dell’evento l’Oratorio San Bartolomeo: in questo luo-
go Meroni ha mosso i primi passi e tutto ancora parla di lui, con il grande murales a lui dedicato di fronte al campetto dove bambini e ragazzini giocano quotidianamente. L’inaugurazione della mostra è stata toccante, anche grazie alla scaletta messa in piedi dal Club: intervento del Presidente, poi di Emiliano Mondonico (“Gigi per me non era tanto il calciatore, era l’uomo, il
Amicizia e amore per i colori granata: il Toro Club Chieri Da oltre 7 anni è attivo il sodalizio dedicato a Roberto Rosato, nato su ispirazione di don Aldo Rabino
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giovane come noi modello di vita, che ci ha fatto capire che non bisognava dire sempre 'signorsì'), Maria Meroni (molto commossa), il presidente della Libertas (la squadra dell’Oratorio), del sindaco di Como e anche delle testimonianze di ragazzi, oggi nonni, che avevano giocato con Gigi in quel campetto. Ha chiuso la cerimonia il video saluto di Nando Dalla Chiesa,
che con classe e garbo ha fatto capire cosa significava la figura di Meroni per un giovane ragazzo di fine anni '60 come lui. Da segnalare anche una canzone commovente, scritta ed interpretata da un ragazzo di Como, Filippo Andreani, dedicata alla Farfalla Granata ed al suo amore per Cristiana. Chi scrive ha partecipato ad entrambi gli eventi e grazie a questi due Club ha compreso una volta di più la grande fortuna di essere granata e di conoscere tanti amici e fratelli di tifo. Alessandro Muliari
(Dall'alto in basso: Beppe di Bartolo, uno dei leader del TC Como; torta venticinquesimo anno del TC Desenzano e Gino Fattori, anima indiscussa del club; striscione dedicato all'indimenticabile Gigi Meroni)
enerdì 2 luglio 2010 è stato fondato a Chieri il Torino Club 'Roberto Rosato'. Nato quasi per caso durante una cena "granata" presso il ristorante Casa Caselle di Chieri. “Eravamo in compagnia di Don Aldo Rabino, cappellano del Torino Calcio, quando all'improvviso al Don viene un'idea - ci racconta Paolo Bertola, presidente del sodalizio -. Don Aldo ci disse: perché non fondate a Chieri un Toro Club? Sono tantissimi anni che il colore granata manca da questa città alle porte di Torino”. L’ennesima intuizione di Don Aldo e il suo amore per il popolo granata hanno “battezzato” così la nascita di questo club, sempre attivo e animato da passione vera. Ne parliamo con il Presidente Paolo Bertola, al quale rivolgiamo domande dirette le cui risposte non saranno da meno. Presidente, una storia iniziata sotto il segno di Don Aldo, quanto sono stati importanti i suoi insegnamenti? “Senza la sua spinta e i suoi preziosi consigli il club non sarebbe mai nato, così come il raduno del 2015 mai realizzato. Una presenza fondamentale per il club, punto di riferimento e ricordo sempre vivo in noi” Dall'indimenticabile Rosato, chierese doc, al club a lui dedicato. Com'è il vostro rapporto con la città e i suoi abitanti? “Il rapporto con la città direi che è buono anche se molto spesso abbiamo notato poca partecipazione verso le iniziative. Ma questo non solo nei confronti di quelle organizzate dal club. È un discorso molto più ampio, probabilmente dovuto al carattere un po' chiuso della popolazione chierese”. Sette anni di storia, soffrire è nel DNA granata, ci sono stati momenti difficili superati con la passione per questi colori?
“Momenti difficili ne abbiamo avuti e non solo dal punto di vista sportivo ma li abbiamo superati grazie all'unità del direttivo”. Opinioni diverse unite nella stessa passione, qual è la vita nella vostra sede durante le riunioni? “Le nostre riunioni sono al 90% dedicate al buon cibo e al buon bere. Naturalmente quando c'è da organizzare qualcosa ci diamo da fare con tutte le nostre energie. Alle parole abbiamo sempre preferito i fatti”. Obiettivo Europa. Sognare non costa nulla: qual è l'opinione dei vostri iscritti per la stagione che verrà? “Vista la campagna acquisti c'è ancora molto ottimismo e sognare non costa nulla”. Strofinate la lampada di Aladino e chiedete al Presidente Urbano Cairo di esaudire un desiderio... “Al presidente chiederei di non vendere mai il nostro bomber Belotti”. Come vive il Toro Club la domenica allo stadio ? “Allo stadio striscione nei distinti e soci sparsi nei vari settori dello stadio”. Il 7 ottobre c'è stata la vostra cena sociale, raccontaci come è andata… “Bellissima serata per la festa del settimo anniversario della fondazione del Tc Chieri Roberto Rosato. Presenti una sessantina di persone e 7 Toro club. Nel corso della serata è stata presentata l'agenda granata 2018. Naturalmente era con noi il presidente onorario del club Davide Rosato sempre in prima linea a tutte le iniziative del nostro sodalizio. Un ringraziamento va allo staff del ristorante "Il Geranio" per il servizio e alla signora Anna Maria per averci deliziato con una serie di piatti veramente ottimi.” Ringraziamo il Presidente per la sua testimonianza, per averci raccontato una realtà che, insieme a tante altre, contribuisce all’enorme affetto di cui la fede granata si deve nutrire ogni giorno, rendendola unica e inimitabile. Emiliano Latino
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Spettacoli e cultura
Ad Alba continua la Fiera Internazionale del tartufo bianco L’87ª edizione propone nel weekend la celebrazione della carne di Fassona e molte altre iniziative
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'87a edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba si avvia alla terza settimana. Un ricco weekend di appuntamenti dal 20 al 22 ottobre. Tra i principali eventi piazza Risorgimento accoglierà 'A.M.A. La carne', Festival della Fassona battuta al coltello, dove si celebra la carne fassona piemontese in tutte le sue forme. Sabato 21 (dalle 19 alle 23) e domenica per tutto il giorno i visitatori potranno gustare specialità di carne tipiche della cucina albese: carne cruda battuta al coltello, bocconcini al Barolo con polenta, tagliata, salciccia alla piastra, agnolotti ripieni di carne, frisse (polpettine di maia-
le fritte) e la “Salsicciola”. Sempre sabato 21, alle 9.30 in Piazza Falcone, apre 'La casa del comfort', padiglione dedicato all’innovazione nel settore dell’edilizia e della domotica. Sabato alle 18 il palco dell’Alba Truffle Show premierà il miglior esemplare di Tartufo Bianco d’Alba della stagione appena cominciata. Giovedì 19 e venerdì 20 l’iniziativa "Dark on the road", a cura di Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti. 'Dark on the road' è un bar al buio su quattro ruote, ideato per sensibilizzare il pubblico sulle difficoltà delle persone ipovedenti. Si prosegue con il convegno scientifico 'Quando l’occhio non fa la sua parte'
(venerdì 20). Venerdì 20 alle 21, nella Chiesa di San Giuseppe, prosegue Jazz&Co. Ogni weekend troviamo le Analisi Sensoriali del Tartufo e le Wine Tasting Experience. Sabato 21 il “gemellaggio del gusto” tra Piemonte e Liguria. Alle 18 talk fra il governatore ligure Giovanni Toti e quello piemontese Sergio Chiamparino. A seguire show cooking dedicato all’incontro tra il Tartufo Bianco d’Alba, il riso piemontese e le Nocciole Piemonte IGP con le eccellenze della Riviera: il Gambero Rosso di Sanremo e le ostriche di La Spezia. Tra sabato e domenica show cooking di Federico Gallo, Marco Giacosa e Marco Stabile.
Domenica alle 15 presentazione dell’Accademia Italiana del Tartufo. Domenica 22, in piazza San Paolo, per tutto il giorno oltre 30 piccoli produttori proporranno le eccellenze agronomiche del Cuneese e di tutto il Piemonte. Veniamo ai concerti che si terranno ogni domenica nella Chiesa di San Giuseppe. Tra gli altri il violinista Balzalorsky e il pianista Serdar. Chiude il ricco weekend la sedicesima edizione del Festival della Bandiera: domenica 22 alle 15, in Piazza Risorgimento, grande sfilata lungo via Vittorio Emanuele. Paolo Rachetto (Foto Luca Privitera)
A cura di Elis
ARIETE (21/03-20/4) Dosate le parole e tenete a bada l'impulsività, per dare spazio anche alle proposte altrui. Se il tran tran vi va stretto dedicatevi a evasioni che cercate. Il partner reclama più attenzioni. TORO (21/04-20/05) Giove non vi rende soddisfatti di quello che fate. La famiglia si conferma al primo posto. Per ricorrere nei momenti più difficili. La vita sociale è molto vivace e prodiga di conferme. GEMELLI (21/05-21/06) Siete un po' stanchi. È il caso di riposarvi. Venere fino a metà mese semina dubbi, ma poi vi farà l'occhiolino,e voi ricominciate a sorridere e guardarvi intorno. Riprendete un progetto accantonato. CANCRO (22/06-22/07) Qualche difficoltà, ma non cedete all'ansia e le supererete. Giove amico porterà voglia di vivere contagiosa, anche per chi vi circonda. Con il cuore contento il cielo vi aiuterà molto di più.
VERGINE (24/08-22/09) Un desiderio custodito da molto tempo in un cassetto e quasi a portata di mano. Osate e afferrate al volo l'occasione. Un invito o un viaggio da non perdere. Giove benefico moltiplica il gusto per il divertimento.
Sino al 7 gennaio 'CAMERA-TO' propone gli scatti del fotografo del Premio Oscar
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In una carrellata di immagini si alternano, tra scenografie e pause di set, il giovane Papa Jude Law, della serie "The Young Pope", il protagonista de "La Grande Bellezza", Jep Gambardella, in-
LEONE (23/07-23/08) Giove vi guarda con minore benevolenza, ma non per questo siete meno espansivi e fortunati. Nuove prospettive da non sottovalutare. Una sola indicazione: siate più cauti nello spendere il denaro.
'Cronache dal set: il cinema di Paolo Sorrentino' ameraTo, Centro Italiano per la Fotografia, propone dall'11 ottobre al 7 gennaio 2018, in concomitanza con la mostra “Arrivano i Paparazzi! Fotografi e divi dalla Dolce Vita a oggi”, nella Project Room del Centro di via delle Rosine 18 a Torino, “Cronache dal set: il cinema di Paolo Sorrentino", una selezione di scatti di Gianni Fiorito, fotografo di scena del celebre regista. La mostra, curata da Maria Savarese, presenta circa quaranta fotografie, che raccontano il cinema del Premio Oscar partenopeo.
L'Oroscopo
terpretato da Toni Servillo, presente in mostra anche nei panni de "Il Divo Giulio Andreotti" e Sean Penn, la rock star Cheyenne di "This Must Be the Place". Commenta la curatrice
Maria Savarese: "Nella sua ricerca fotografica, Gianni Fiorito non si accontenta di restituire una o più immagini che siano rappresentative dei film, ma da ciascuna di esse cerca di trarre una visione ulteriore che mai si pone a commento di quella già data dal cinema. Ciò che tenta di fare la sua fotografia è ’vedere oltre’, ragionando sugli elementi fondamentali della scena: l’attore, il regista, la troupe, i luoghi". (p.r.)
(Nella foto Paolo Sorrentino Foto di Gianni Fiorito © WILDSIDE / Sky Italia)
Segno favorito BILANCIA (23/09-22/10) GIUSTIZIA, SOLIDARIETÀ, ARMONIA E INTELLETTO Per il vostro compleanno, Saturno ha pronto un dono molto prezioso. È quello di darvi conferme della coerenza che avete saputo dimostrare con il vostro cuore d'oro. Inoltre intreccerete nuove storie e rinnoverete quelle ormai un po' consumate. SCORPIONE (23/10-22/11) Porterete avanti i vostri progetti con impegno, superando agevolmente gli ostacoli. Non sottovalutate i percorsi alternativi. Giove vi porta generosità e gioia di vivere e voi riceverete a braccia aperte ogni suo dono. SAGITTARIO (23/11-21/12) Non alimentate polemiche. Per superare attriti e ostacoli, puntate sul dialogo. Dimostrerete l'abilità nella precisione e nella collaborazione. CAPRICORNO (22/12-20/01) Il favore di Giove prende decisamente la vostra direzione e vi rende ottimisti. Concreti e determinati, coglierete gli spunti offerti dalle stelle per avviare un progetto che vi sta a cuore. Cautela invece per i nuovi incontri. ACQUARIO (21/01-19/02) Non importa se tutto non va per il meglio.Venere vi dona salute e affetti e da qui ripartite senza alcuna esitazione al momento giusto l'idea giusta farà decollare molti dei vostri progetti. PESCI (20/02-20/03) Ci sono cambiamenti ed è in arrivo la buona fortuna. Alcuni disagi che vi avevano bloccato sono spariti e siete liberi di procedere. Facendo chiarezza farete passi da gigante nella soluzione dei problemi.
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Spettacoli e cultura
Gli abiti della Collezione Devalle al Museo Accorsi-Ometto La Fondazione ospita dal 19 ottobre al 7 gennaio 2018 una serie di abiti risalenti al periodo 1895-1925
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’esposizione, curata da Silvia Mira, storica della moda, conduce il visitatore all’interno di un mondo che, per essere capito, va decodificato. Gli abiti, rappresentano una sorta di linguaggio non scritto, che rimanda a realtà sociali e politiche specifiche, che parla di dif-
ferenze e di uguaglianze, di appartenenze e di esclusioni. La visita in mostra, inizia con due abiti femminili, uno da giorno, del 1897 circa e uno da pomeriggio del 1900-1903. Ogni signora della buona società, apriva la propria casa un giorno fisso della settimana ad un orario prestabilito, per ricevere le visite da parte dalla propria cerchia di amicizie. Chi si recava in visita, indossava un abito da pomeriggio sempre accollato, completato da cappello e guanti, mentre la signora che riceveva adottava una toilette sobria, ma elegante. Nella sala della musica, il visitatore è accolto da un
abito da sera tempestato di paillettes nere del 1907. I ricevimenti serali, le veglie, potevano avere carattere intimo o di gala: nel primo caso si adottava l’abito da Benemeriti della Cultura e dell’Arte visita, mentre, nel secondo caso o in occasione dell’esibizione di un musicista o di un cantante, si doveva indossare un abito da sera. Alle veglie di gala le signore non portavano mai il cappello, ma usavano il ventaglio e lunghi guanti in pelle, bianca o avorio.. Nelle sale Luigi XVI e Piffetti, sono esposti degli abiti da sera e da passeggio, mentre in camera da letto Accorsi, sono presenti una veste da camera (robe du matin), usata nell’intimità della propria camera e un “abito del tè” (tea gown). L’usanza anglosassone del rito del tè cominciava a coinvolgere tutta l’Europa elegante. Nella camera da letto Bandera due abiti, di inizio novecento, dimostrano come la moda di questo periodo prediligesse i colori a tinta unita e il bianco avorio per le giornate estive e i trattenimenti all’aperto. E ancora troviamo mantelli ed abiti da giorno degli anni 1910- 1918, a testimonianza del costante influsso della moda parigina a Torino. Nella prima sala Cignaroli, il frac evidenzia il fatto che l’eleganza maschile non subiva i capricci della moda: solo alla fine degli anni Venti, i gentiluomini cominciarono a preferirgli il meno compassato smoking. Infine, nella seconda sala Cignaroli, concludono il
percorso due elegantissimi abiti da sera, del 1924-25. Dunque, abiti come parole, che continuano a raccontare, anche dopo molti anni, il contesto, all’interno del quale e per il quale, sono stati concepiti. Il percorso museale si trasforma nella perfetta scenografia per ambientare capi significativi, alcuni firmati da note Maison torinesi, come Sacerdote o De Gasperi e Rosa, altri da sartorie sconosciute, ma tutti in grado di trasportare i visitatori in una realtà e in una ritualità lontana e, ormai, dimenticata. Sartoria Devalle - L’avventura della sartoria Devalle inizia a Torino nel 1925: Giovanni Devalle, attore, nonché sarto e costumista, acquista i costumi e le attrezzerie delle case di produzione torinesi che, dopo i successi Benemeriti della Cultura e dell’Arte cinematografici di Cabiria e La saga di Maciste, stanno pro-
gressivamente chiudendo e li affitta alle compagnie di prosa e di lirica che si esibiscono nei teatri torinesi. È, però, con il figlio, Roberto Devalle, che la sartoria acquista la sua funzione più importante: non solo quella del noleggio, ma anche quella della creazione di fantasia e di ricostruzione filologica dei costumi per lo spettacolo. Il giovane Devalle, dopo aver frequentato i corsi di figurino e storia del costume tenuti da Golia e lavorato presso note
sartorie torinesi, nel 1948 viene nominato capo della sartoria del Teatro Regio di Torino; nel 1951 viene assunto alla Sartoria teatrale della Scala a Milano, dove resta fino al 1956, anno in cui fa ritorno a Torino per assumere la direzione della ditta paterna. Nel 1968 la sartoria si trasferisce nella sede attuale di Via degli Artisti. Sono gli anni del boom della televisione con programmi di rilievo e sceneggiati di successo e molti dei costumi che vanno in
onda sulla Rai provengono dalla sartoria Devalle e sono per lo più confezionati ex novo. Il lavoro di Roberto Devalle, si fa sempre più meticoloso, grazie a una ricerca filologica, non solo sugli stili, ma anche sulle tecniche sartoriali del passato: gli abiti antichi vengono catalogati e studiati, per comprenderne i segreti di costruzione e carpirne i trucchi di manifattura. Ancora oggi, accanto alla sua attività sartoriale e di noleggio, Roberto Devalle, affiancato dalla preziosa presenza del figlio Andrea, va alla ricerca di abiti e costumi d’epoca, restaurandoli e studiandoli, rendendo, così, la sua collezione fonte importante per mostre, esposizioni, spettacoli teatrali, sceneggiati televisivi e film. Paolo Rachetto
(A sinistra due abiti della sala Luigi XV; qui sopra due abiti da sera del 1924-25 Foto Paolo Robino)
L'Arialda di Testori al teatro Gobetti Sino al 29 ottobre, regia di Valter Malosti. Un'opera intrisa di neorealismo
I
l Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, presenta al Teatro Gobetti di Torino, dal 17 al 29 ottobre 2017, “L’Arialda” di Giovanni Testori, per la regia di Valter Malosti. Lo spettacolo, è interpretato da Matteo Baiardi, Vittorio Camarota, Christian di Filippo, Roberta Lanave, Camilla Nigro, Gloria Restuccia, Marcello Spinetta, Jacopo Squizzato, Beatrice
Vecchione e dagli allievi della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino Riccardo Niceforo, Noemi Grasso, Andrea Triaca. Intrisa di neorealismo, l’opera simbolo di Giovanni Testori, è la fotografia di un’Italia povera e grezza, dove le passioni scoppiano e dilaniano uomini e donne. Protagonista Beatrice Vecchione, insieme ad un cast di giovani interpreti. “L’Arialda” (1960), è il terzo volume del ciclo de “I segreti di Milano” di Giovanni Testori, un grande e ruvido affresco in cui l’autore racconta, con straordinaria incisività e poesia, l’anima della periferia milanese negli anni del boom economico, a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, in un momento delicatissimo della storia italiana. Un’umanità marginale, che lotta per la vita: Arialda e Gaetana, “negra” in quanto meridionale, si sfidano per un uomo, un bottegaio, che può offrire loro una reputazione di
moglie e qualche soldo. Eros, fratello omossessuale di Arialda, spende la sua segreta sensibilità per un ragazzetto, Lino. Intorno a loro le ragazze e i ragazzi della periferia, votati a passioni violente e senza speranza. Malosti, in questo spettavolo, riscopre il nucleo del lavoro dello scrittore di Novate: non un bozzetto sociologico, ma un dramma dei sentimenti e della miseria, dove il riscatto non arriva mai. In una dimensione di aperta critica verso un momento storico di trasformazione, la transizione dell’Italia da paese rurale a industriale, con il suo tributo di sofferenza e sradicamento dalle radici di migliaia di persone, si innesta la necessità, per i protagonisti, di trovare una nuova dimensione, mentre aleggiano su di loro come avvoltoi, i fantasmi del (p.r.) passato. (Nella foto gli attori Beatrice Vecchione e Marcello Spinetta)