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Musica classica e cinema: さManhattanざ, di Woody Allen

Manhattan è un film del 1979 scritto, diretto e interpretato da Woody Allen. Il film si apre con diverse immagini di New York accompagnate dalla musica e dalla voce del protagonista, che prova diversi incipit per il suo romanzo su New York. Il protagonista è Isaac Davis, la musica è la Rapsodia in blu di George Gershwin. Il primo tentativo di incipit è: «Adorava New York, la idolatrava smisuratamente». L’ultimo, pronunciato appena prima che la musica diventi più intensa, è: «New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata».

 Trama La trama è vivace e con cose non banali, ma non è la trama quello che conta, è il modo in cui i personaggi pensano, agiscono e, soprattutto, quello che si dicono tra loro. Isaac Davis è un autore televisivo di 42 anni che abita a Manhattan. Ha appena divorziato dalla sua seconda moglie, Jill, che l'ha lasciato per un'altra donna, Connie, e che sta scrivendo un libro su quel matrimonio fallimentare. Isaac, a sua volta, frequenta una ragazza di 17 anni, Tracy, in una relazione che egli immagina breve, a causa della differenza di età. Un giorno il suo amico Yale gli presenta la sua amante Mary che inizialmente Isaac non sopporta. A Tracy viene offerto di studiare alla scuola d'arte drammatica di Londra, e vorrebbe andarci con Isaac. Questi declina l'invito sapendo che quella relazione non potrà durare. Proprio per questo motivo, incoraggia la ragazza a cogliere l'opportunità. Anche Yale lascia Mary perché ritiene il loro rapporto una strada senza uscita; lei allora, col pretesto di cercare qualcuno che la consoli, frequenta Isaac sempre più spesso, finché i due si innamorano. Isaac, a sua volta, decide di troncare la sua relazione con Tracy, che ne rimane sconvolta e amareggiata. Qualche mese dopo, Mary informa Isaac che ha intenzione di lasciarlo, poiché sta ricominciando a frequentare Yale, il quale ha lasciato sua moglie. Riflettendo, Isaac si rende conto di quanto gli manchi Tracy e corre a casa sua. La incontra mentre si sta accingendo alla partenza per Londra. Le chiede di restare a New York, ma lei decide di partire, sapendo quanto importante sia

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quell'occasione per il proprio futuro, e chiede ad Isaac di attendere con fiducia il suo ritorno, che lei prevede avverrà dopo sei mesi.  Colonna sonora La colonna sonora di Manhattan è formata da brani composti da George Gershwin: le esecuzioni sono della New York Philharmonic diretta da Zubin Mehta e della Buffalo Philharmonic Orchestra diretta da Michael Tilson Thomas. Sembra strano, visto il titolo, ma Allen raccont̀ che l’idea per il film gli venne non pensando a Manhattan ma ascoltando la Rapsodia in blue. Gershwin era il compositore più adatto di tutti per catturare perfettamente l'essenza della vita della città, così come voleva Allen.

Per parlare di quanto bene stanno insieme musica e immagini nel film, Peter Bradshaw, critico del Guardian, scrisse: «È quasi impossibile credere che la musica non sia stata composta appositamente per il film. E ora è quasi impossibile sentirla senza pensare al film. I loro destini si sono uniti». Le musiche di Gershwin presenti nel film sono: Rhapsody in Blue; Land of the Gay Caballero; Someone to watch over me ; I've got a crush on you; Do-Do-Do; Mine; He loves and she loves me; Bronco Busters; Oh, Lady be good; 'S wonderful; Love is here to stay; Sweet and low down; Blue, Blue, Blue; Embraceable you; He loves and she loves me; Love is sweeping the country/land of the Gay Caballero; Strike up the Band; But not for me. Inoltre una parte del primo movimento della Sinfonia n. 40 di Mozart si sente in una scena di un concerto.

 RHAPSODY IN BLUE

Rhapsody in Blue è una straordinaria sintesi di musica popolare e colta, un caleidoscopio di generi che rappresenta la molteplicità delle culture che convivevano nelle metropoli americane degli anni Venti. George Gershwin [nella foto] aveva venticinque anni quando concepì il brano, all’inizio per soli due pianoforti, poi la Rapsodia fu orchestrata

da Ferde Grofé, l’arrangiatore di Paul Whiteman, direttore dell’orchestra jazz di New York. In questa versione per pianoforte e orchestra jazz, Rapsodia in blue venne eseguita, dopo soli pochi giorni di prove, il 12 febbraio del 1924 all’Aeolian Hall di New York, con lo stesso Gershwin al pianoforte e con l’orchestra di Paul Whiteman e con l’aggiunta di una sezione di archi, all’interno di un concerto intitolato An experiment in modern music: erano presenti importanti esponenti del mondo culturale di New York, come Fritz Kreisler, Igor Stravinskji, Sergej Rachmaninov, Leopold Stokowski, John Philip Sousa e Jascha Heifetz. Fu un successo enorme per il giovanissimo compositore/pianista, che da quel momento si impose nel panorama musicale mondiale.

[Avery Tillmon: New York Sky Line II]

La versione per pianoforte e orchestra sinfonica fu realizzata solo l’anno successivo ad opera sempre di Grofé, alla quale seguirono altre due orchestrazioni, ancora di Grofé, nel 1926 e nel 1942, ogni volta per un’orchestra più grande. Infatti l’orchestrazione del 1924 ̀ per un flauto, un oboe, clarinetti, un fagotto, sassofoni, 2 corni, 2 trombe, 2 flicorni soprani, un euphonium, 2 tromboni, un trombone basso, una tuba, 2 pianoforti, una celesta, un banjo, tamburi, timpani, una batteria, violini, contrabbassi et una fisarmonica. L’orchestrazione del 1942, invece, prevede il pianoforte solista, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti in si bemolle, un clarinetto basso in si bemolle, 2 fagotti, 3 corni in fa, 3 trombe in si bemolle, 3 tromboni, una tuba, timpani, percussioni (crash, caisse claire, grosse caisse, gong, triangolo, campane e piatti), pianoforte, 2 sassofoni contralto in mi bemolle, un sassofono tenore in si bemolle, un banjo e strumenti a corde (violini, viole, violoncelli e contrabbassi). Gershwin riuscì a dimostrare che il jazz, genere popolare e prevalentemente da ballo, poteva essere apprezzato dalle platee colte ed esigenti, anche grazie alla natura sinfonica da lui stesso conferita al pezzo, un autentico e originale prodotto musicale americano. La composizione nacque come una rivelazione improvvisa a bordo di un treno, come ha confidato lui stesso: «È stato sul treno, con i suoi ritmi d’acciaio, il suo rumore secco e violento che è così spesso stimolante per un compositore (mi capita frequentemente di sentire la musica proprio quando sono

immerso nel rumore) che all’improvviso ho sentito – persino visto sul foglio – l’intera Rhapsody, dall’inizio alla fine». Guida all’ascolto. Tutti i temi, complessivamente cinque, sono presentati nelle prime 14 misure ed evidenziano la straordinaria fantasia del compositore, che riuscì ad alternare magnificamente vivacità ritmica afroamericana a momenti malinconici, tipicamente blues, un perfetto mix tra speranza e sofferenza. Una rapsodia in un unico movimento, che si dipana in alcuni temi ricorrenti, progressivamente arricchiti nel corso dello svolgimento musicale.

[Toti Scialoia: Rhapsody in blue. 1948 Archivio

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Il tema principale, introdotto in apertura con il famoso glissando di clarinetto, poi rielaborato dal pianoforte e successivamente affidato all’orchestra, riemerge, a volte trasformato attraverso variazioni ritmiche e dinamiche, in vari punti della composizione, alternandosi con altri temi, per riproporsi nell’indimenticabile finale. Un amalgama sonoro perfetto, sostenuto dai timbri bruniti degli ottoni (trombe e corni) seguiti da quelli più delicati dei legni (come flauti, oboi, fagotti). Il brano incomincia con un caratteristico trillo e una lunga scala cromatica ascendente del clarinetto (Ross Gorman, clarinettista dell'orchestra di Paul Whiteman, la interpretò con un glissando e da allora l'esecuzione segue la tradizione del clarinettista), il cui assolo propone subito il tema principale (Molto moderato). Il glissando del clarinetto lascia il compito alla tromba con sordina di riproporre il motivo. L'ingresso del pianoforte (Moderato assai) anticipa l'intervento dell'orchestra. Il tema viene rielaborato con fraseggi virtuosistici del pianoforte, che dapprima si unisce all’orchestra per la riproposizione del tema principale ma poi ci presenta una lunga cadenza solistica in cui il tema iniziale (comprensivo del glissando del clarinetto) viene rielaborato in modo virtuosistico, accompagnato dal discreto sottofondo orchestrale (Poco agitato), fino al maestoso tema proposto dall'intera orchestra (Tempo giusto). Dopo aver proposto un nuovo tema, il brano si spegne nuovamente; preceduto da quattro accordi di tutta l’orchestra in fortissimo, si apre al Meno mosso del pianoforte solo, che introduce nuovo materiale tematico, rielaborando sempre in maniera più complessa le melodie Ogni tanto si inserisce un corno con una linea melodica fatta da note piuttosto lunghe. [100]

Compare quindi un nuovo tema, sempre dal pianoforte, che forse è il vero tema di blues di tutta la Rapsodia: un tema dapprima cantabile che ci immerge nell’atmosfera della musica blues e che gradatamente viene usato come materiale per ulteriori virtuosismi del pianista, con rallentandi e accelerandi e che termina spegnendosi con un accordo arpeggiato in pianissimo. L'orchestra torna nel dolcissimo Andantino moderato con espressione (come è scritto sullo spartito) ripreso poi dal pianoforte, che si intreccia con gli altri strumenti prima di partire e lanciarsi verso la vorticosa Coda finale. Un Leggiero, assai staccato, con note ribattute prima forte e poi piano, ci introducono all’Agitato e misterioso, caratterizzato da un ritmo incalzante e sincopato: queste note ribattute del pianoforte si contrappongono al tema presentato ora dall’orchestra (Allegro agitato e misterioso), sino ad arrivare al Grandioso finale che ripropone prima il secondo tema e poi definitivamente il tema principale.

Troviamo la Rapsodia in blue di Gershwin anche come uno degli episodi del film Fantasia 2000 della Walt Disney Corporation.

Questa sequenza mostra il frenetico o miserabile tran tran di quattro persone, un ragazzo appassionato di jazz, un apatico e squattrinato disoccupato alla disperata ricerca di un impiego, una vivace ma sola ragazzina dai riccioli neri sballottata tra mille corsi dalla tata ma che vorrebbe stare più tempo coi suoi indaffarati genitori (basata su Eloise, personaggio dei libri di Kay Thompson) e un fantasioso uomo dai capelli rossi (basato su John Culhane, autore dei documentari che narrano la produzione e i retroscena della fase realizzativa dei filmdi Fantasia e Fantasia 2000), marito di un'altezzosa, ricca e altrettanto acida signorotta amante dei cani dalla quale vorrebbe scappare, in una New York forsennata e affollata, all'epoca della Grande Depressione, con disegni dallo stile dei famosi cartoni animati di Al Hirschfeld. Vi è, inoltre, un delizioso cameo dello stesso Gershwin, che interpreta un eccellente pianista. Alla fine della sequenza i personaggi principali riescono ad avere ciò che desideravano.

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