STRUMENTI
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La Support Intensity Scale (SIS), una nuova scala di valutazione per la disabilità Serafino Corti *, Mauro Leoni **
I sostegni alla persona devono essere non solo flessibili ma anche personalizzati in base alle sue caratteristiche e all’ambiente: questi i presupposti del nuovo modello dei sostegni Introduzione Il significato del termine disabilità intellettiva ha recentemente subito una significativa evoluzione; la disabilità non è più intesa come qualcosa che “colpisce la persona” ma come risultante dell’interazione fra la persona e il suo ambiente. Siamo altresì tutti più consapevoli che l’applicazione di sostegni individualizzati e personalizzati, in tutti i contesti di vita della persona, può migliorare significativamente il funzionamento della persona e la sua qualità di vita (AAIDD, 2010; trad. it. in press). Questo cambiamento di visione si lega principalmente a una migliore comprensione del processo che conduce alla condizione di disabilità e alle sue possibili modificazioni, ed è stato promosso da molteplici fattori e conoscenze: gli studi sulla costruzione sociale della malattia, la distinzione storica tra cau-
se biologiche e cause sociali della disabilità e il riconoscimento della multidimensionalità del funzionamento umano (Wehmeyer et al., 2008; WHO, 2002). La vera importanza di questa evoluzione è collocabile nel fatto che la disabilità intellettiva non è più considerata esclusivamente un tratto assoluto e non modificabile della persona. Piuttosto, si concentra sul ruolo che i sostegni individualizzati possono giocare per migliorare il funzionamento della persona e tiene conto della ricerca scientifica e della comprensione dei principi che animano i principali movimenti in favore delle persone con disabilità. Qualità di vita e bisogni di sostegno: dalla teoria agli strumenti L’analisi della letteratura scientifica di settore sui modelli scientifici e le
evidenze risultanti dalle sperimentazioni cliniche degli ultimi anni, permette di affermare che sono davvero molteplici i successi scientifici e culturali nell’ambito della risposta ai bisogni di sostegno delle persone con disabilità intellettiva. I modelli di Qualità della Vita si sono affermati nel settore delle disabilità intellettive, da un lato come punto di riferimento teorico e strumento di sensibilizzazione per operatori dei servizi alla disabilità e per gli attori sociali, dall’altro come paradigma per orientare i processi gestionali e di intervento tenendo come riferimento gli esiti. Rimangono certamente notevoli le criticità quando si considera l’applicazione clinica reale dei nuovi paradigmi di presa in carico e di intervento nei contesti di erogazione dei sostegni. Come spesso accade il rischio maggiore che corriamo è identificabile nella distanza tra quanto
*] Ph.D. Direttore del dipartimento disabili di Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro Onlus, membro del direttivo dell’AIRIM (Associazione Italiana per lo studio delle Disabilità Intellettive ed Evolutive) e docente di Psicologia dell’handicap e della riabilitazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. **] Ph.D. Dirigente psicologo-psicoterapeuta del Dipartimento disabili di Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro Onlus; coordinatore scientifico della rivista AJIDD (“American Journal on Intellectual and Developmental Disabilities”, edizione italiana).