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L’Universal Periodic Review sull’Italia /Attualità

L’UNIVERSAL PERIODIC REVIEW SULL’ITALIA

di Giuseppe Provenza

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L’universal Periodic Review (UPR) o Revisione Periodica Universale, viene svolta ogni quattro anni a cura del “Consiglio per i Diritti Umani” delle Nazioni Unite (United Nations Human Rights Council – www. ohchr.org), allo scopo di verificare lo stato dei diritti umani di ognuno dei 193 paesi (ad ottobre 2014) facenti parte dell’ONU.

Questa pratica ha inizio con la presentazione di una relazione da parte del paese interessato a cui fanno seguito un documento contenente i rilievi mossi dai vari Comitati per i diritti umani dell’ONU, un documento che riporta osservazioni da parte di altri paesi ed un documento con le osservazioni di alcune Organizzazioni non governative.

Per l’Italia questi documenti, prodotti fra luglio ed agosto 2014, sono stati discussi il 27 ottobre 2014.

Il testo completo di essi, in inglese, arabo, cinese, russo e spagnolo, è consultabile all’indirizzo: http:// www.ohchr.org/EN/HRBodies/UPR/ Pages/ITSession20.aspx

Vengono qui riportate le osservazioni più rilevanti, per motivi di spazio, mosse all’Italia dai vari Comitati ONU per i diritti umani, nonché quelle presentate dal Segretariato Internazionale di Amnesty International.

La traduzione in Italiano dell’intero documento riguardante le osservazioni dei Comitati ONU è consultabile per intero all’indirizzo: http://www.amnestysicilia. it/wordpress/wp-content/uploads/2014/12/UPR2014-2-ITosservazioni-comitati.pdf

Il documento elenca innanzitutto i trattati e altri documenti sui diritti umani a cui il paese aderisce, con alcuni commenti al riguardo (punti da 1 a 5).

Seguono alcuni punti (dal 6 al 13) sulla struttura costituzionale e legislativa del paese.

A tal riguardo appaiono particolarmente rilevanti il punto 8 e parte del punto 10:

8) La relatrice speciale sulla violenza contro le donne, le sue cause e conseguenze, ha invitato l’Italia ad adottare una legge specifica sulla violenza contro le donne per affrontare la frammentazione causata dalla interpretazione e attuazione dei codici civile, penale e procedurali. La Relatrice Speciale ha inoltre raccomandato che l’Italia affronti le lacune giuridiche in materia di custodia dei figli comprese le disposizioni in materia di tutela delle donne che sono vittime di violenza domestica (In seguito alla ratifica della Convenzione di Istanbul è stata varata la L. 119 del 15/10/2013).

10) Il CEDAW (Comitato per l’eliminazione della violenza sulle donne) ha manifestato preoccupazione che il “pacchetto sicurezza” abbia seriamente impedito alle autorità di identificare adeguatamente potenziali vittime di traffico umano.

I punti dal 14 al 21 riguardano misure istituzionali ed infrastrutturali relative ai Diritti Umani. Particolarmente rilevante appare il punto 16:

16) Il Relatore Speciale sui diritti umani dei migranti ha raccomandato la creazione di un istituto per i diritti umani nazionale (NHRI) in linea con i Principi di Parigi, assicurando che sia funzionalmente e finanziariamente indipendente dallo Stato, sia investito dell’autorità di indagare tutte le questioni relative ai diritti umani, compresi quelli dei migranti, indipendentemente dal loro status amministrativo. La Relatrice Speciale sulla violenza contro le donne, le sue cause e conseguenze ha raccomandato che la creazione di una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani sia accelerata, con una sezione dedicata ai diritti delle donne.

I punti successivi riguardano l’attuazione degli obblighi internazionali sui diritti umani derivanti dai trattati a cui l’Italia aderisce, obblighi classificati per grandi temi, di cui si riportano i più rilevanti.

A. Uguaglianza e non discriminazione

25) Il CEDAW ha invitato l’Italia a mettere in atto una politica globale per porre fine alla rappresentazione delle donne come oggetti sessuali e agli atteggiamenti stereotipati relativi a ruoli e responsabilità delle donne nella società e nella famiglia.

Il CRC (Comitato per i diritti del fanciullo) ha sollevato considerazioni simili.

26) Il CRC ha esortato l’Italia ad eliminare qualsiasi discriminazione residua tra i figli nati nel matrimonio e figli nati fuori del matrimonio.

27) Il CERD (Comitato per l’eliminazione della discriminazione razziale) ha esortato l’Italia a garantire che i non cittadini godano di uguale protezione e riconoscimento di fronte alla legge. Il CERD ha raccomandato che l’Italia assicuri che la propria legislazione e la politica non discriminino, come scopo o per effetto, per motivi di razza, di colore, di discendenza o di origine nazionale o etnica.

29) L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso allarme per la rappresentazione negativa dei migranti e dei rom da parte di alcuni media, di alcuni politici e di altre autorità. Ha esortato i politici italiani, i media e i funzionari pubblici ad evitare la denigrazione e gli stereotipi negativi nei confronti di qualsiasi gruppo di persone e a fare una campagna pubblica contro tale comportamento. Il CERD ha sollevato questioni simili.

B. Diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona

32) Il CERD si è detto profondamente preoccupato per diversi casi di violenza razzista che hanno comportato la distruzione di proprietà e gli omicidi di un certo numero di migranti. Il CERD ha raccomandato che l’Italia garantisca la sicurezza e l’integrità dei non cittadini e dei Rom e dei Sinti, e che faccia in modo che gli autori non godano de jure o de facto di impunità

33) Il WGAD (Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria) ha esortato l’Italia a prendere misure straordinarie, come le misure alternative alla detenzione, per por fine alla sovra-carcerazione e per proteggere i diritti dei migranti. Ha inoltre invitato l’Italia a conformarsi alle sue raccomandazioni sulla sovra-carcerazione e alla sentenza Torreggiani della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

34) Il WGAD ha manifestato preoccupazione per l’alto numero di detenuti in attesa di giudizio e ha dichiarato che vi sia la necessità di monitorare e correggere l’applicazione sproporzionata della detenzione preventiva nel caso di cittadini stranieri e rom, tra cui minori.

Le leggi 94/2013, 146/2013, 67/2014, 117/2014 hanno introdotto una serie di innovazioni tendenti a ridurre i casi di detenzione e di detenzione preventiva.

37) La Relatrice speciale sulla violenza contro le donne, le sue cause e conseguenze ha raccomandato che l’Italia promuova forme alternative di detenzione, tra cui gli arresti domiciliari e stabilimenti a bassa sicurezza, per le donne con bambini, tenendo in debito conto la natura in gran parte non violenta dei crimini per cui sono state incarcerate e l’interesse dei minori.

39) Il CEDAW è preoccupato per l’elevato numero di donne uccise dai loro partner o ex partner. Il CEDAW ha esortato l’Italia ad enfatizzare le misure globali per affrontare la violenza contro le donne e per garantire che le vittime abbiano una protezione immediata, compreso l’allontanamento del colpevole da casa. (Vedi al punto 8, L. 119/2013).

40) La Relatrice speciale sulla violenza contro le donne, le sue cause e conseguenze raccomanda che l’Italia continui ad adottare le misure necessarie, anche finanziarie, per mantenere in efficienza o realizzare nuovi rifugi antiviolenza e/o istituiti per assistere e proteggere le donne vittime di violenza, e che assicuri che i rifugi siano gestiti secondo le norme nazionali e internazionali per i diritti umani e che i meccanismi di responsabilità siano stati messi in atto per monitorare il supporto fornito alle donne vittime di violenza. Ha inoltre sottolineato la necessità di migliorare il coordinamento e lo scambio di informazioni tra la magistratura, la polizia e gli operatori psicosociali e sanitari che si occupano di violenza contro le donne.

44) Riguardo alla formazione e capacity-building, la relatrice speciale sulla tratta di persone, in particolare donne e bambini, ha sottolineato la necessità di migliorare in modo coerente il vigente sistema di identificazione e di allocare risorse adeguate per l’intero paese. Essa ha aggiunto che la formazione deve essere fornita alle più importanti agenzie di applicazione della legge, in particolare alla polizia, ai funzionari dell’immigrazione, agli ispettori del lavoro e agli assistenti sociali, e dovrebbe cercare di migliorare la capacità di tali funzionari di identificare le persone vittime di tratta in modo rapido e preciso per indirizzarli ai servizi appropriati, in particolare quando sono stati coinvolti minori.

B. Amministrazione della giustizia e dello Stato di diritto

47) Il CERD ha raccomandato che l’Italia assicuri che le affermazioni di discriminazione razziale siano investigate approfonditamente e soggette a controllo indipendente. Il CERD ha invitato l’Italia a favorire l’assunzione di persone appartenenti a gruppi etnici nella polizia o in altre forze dell’ordine.

D. Diritto alla privacy, il matrimonio e la vita familiare

52) Il CRC è preoccupato del fatto che la Legge n° 94/2009 sulla sicurezza pubblica abbia reso obbligatorio per tutti i nonitaliani di mostrare il loro permesso di soggiorno al fine di ottenere registrazioni civili. Ricordando l’accettazione da parte dell’Italia della Raccomandazione N°. 40 della revisione periodica universale (UPR) a mettere in atto la legge n° 91/1992 sulla cittadinanza italiana, il CRC raccomanda che l’Italia garantisca per legge l’obbligo, e faciliti, in pratica, la registrazione della nascita di tutti i bambini nati e viventi in Italia

E. Libertà di religione o di credo, di espressione, di associazione pacifica, di assemblea, e diritto di partecipare alla vita pubblica e politica

56) L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha dichiarato che l’Italia non possiede il pluralismo della stampa a causa della concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione in un piccolo gruppo di persone. Il Relatore Speciale sul diritto alla libertà di opinione e di espressione ha esortato l’Italia a promuovere e proteggere la diversità ed il pluralismo dei media prevenendo la proprietà incrociata dei media stampati e radiotelevisivi. Ha raccomandato che la legge Frattini, n° 215 del 2004, venga modificata per introdurre il principio di incompatibilità tra detenzione per elezione o per ufficio di governo e la proprietà e il controllo di media.

F. Diritto al lavoro e alle giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro

62) Il CEDAW, L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), il Comitato Internazionale di Esperti sulla Applicazione delle Convenzioni e Raccomandazioni, hanno espresso preoccupazioni per la pratica di far firmare al lavoratore una lettera non datata di dimissioni al momento della assunzione, per uso futuro del datore di lavoro. Notando l’elevato numero di dimissioni da parte delle donne di età compresa tra 26 e 35 anni, il comitato di esperti ha invitato l’Italia ad adottare ulteriori misure concrete per affrontare la questione delle dimissioni senza giusta causa da parte delle donne in gravidanza e madri lavoratrici.

64) Il Relatore Speciale sui diritti umani dei migranti ha chiesto che l’Italia metta pienamente in atto la direttiva dell’Unione Europea sulle sanzioni ai datori di lavoro, anche mediante misure per sanzionare i datori di lavoro italiani che hanno abusato della vulnerabilità dei migranti. Il CERD ha raccomandato che l’Italia modifichi la propria legislazione per consentire ai migranti privi di documenti di rivendicare diritti derivanti da precedente occupazione e di presentare reclami indipendentemente dallo stato dell’immigrazione.

G. Diritto alla sicurezza sociale e ad un adeguato standard di vita

65) Il CRC ha manifestato profonda preoccupazione per l’alto numero di bambini che vivono in povertà e per la concentrazione sproporzionata di povertà infantile nel sud d’Italia.

H. Diritto alla salute

68) Il CRC ha preso atto con preoccupazione delle discrepanze nella qualità ed efficienza dell’assistenza sanitaria fra le regioni del sud e del nord.

I. Diritto all’istruzione

69) Il CRC ha raccomandato vivamente che l’Italia si astenga da ulteriori tagli di bilancio nel settore dell’istruzione, che introduca meccanismi di sostegno educativo per i bambini di famiglie economicamente svantaggiate, che approvi una legge in materia di accesso alla formazione professionale e che sviluppi programmi per migliorare l’integrazione nelle scuole di bambini stranieri e delle minoranze.

J. Persone con disabilità

71) Il CRC ha manifestato preoccupazione perché la disabilità è stata ancora concettualizzata come un “handicap”, piuttosto che affrontarla con l’obiettivo di garantire l’inclusione sociale dei bambini con disabilità. Si raccomanda che l’Italia garantisca un approccio basato sui diritti nei confronti dei bambini con disabilità.

K. Minoranze

73) Il CERD si è detto estremamente preoccupato per il censimento che aveva avuto luogo successivamente allo stato di emergenza imposto nel maggio 2008 e il “Decreto Emergenza Nomadi” per quanto riguarda gli insediamenti di comunità nomadi. Il CERD si è preoccupato per le informazioni che, nel corso di tale censimento, erano stati raccolte le impronte digitali e le fotografie dei Rom e Sinti residenti nei campi, compresi i bambini. Il CERD ha fortemente raccomandato che l’Italia informi le comunità interessate che i dati sono stati distrutti e che si asterrà dallo svolgere censimenti di emergenza destinati a gruppi di minoranza. Il CRC ha fatto analoghe raccomandazioni.

L. Migranti, rifugiati e richiedenti asilo

80) Il CERD ha manifestato preoccupazione riguardo alle violazioni delle norme internazionali in materia di protezione dei rifugiati o richiedenti asilo, come dimostrato dalla sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani del 23 febbraio 2012 contro l’Italia in materia di espulsione collettiva di 24 persone. Il CERD ha raccomandato all’Italia di garantire che le condizioni nei centri per i rifugiati e richiedenti asilo corrispondano agli standard internazionali. L’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) ha fatto una raccomandazione simile.

84) L’UNHCR ha indicato che all’Italia ancora manca un’adeguata procedure multidisciplinare di determinazione dell’età. Il Relatore Speciale sui diritti umani dei migranti ha raccomandato che l’Italia istituisca un meccanismo globale per l’identificazione di minori non accompagnati comprendente non solo gli esami medici, ma anche un approccio psicosociale e culturale, al fine di individuare le migliori misure di protezione specifiche nel migliore interesse di ogni giovane. Il CRC ha raccomandato inoltre che l’Italia introduca una completa legislazione che garantisca assistenza e protezione per i minori non accompagnati.

86) Il CRC ha raccomandato che l’Italia assicuri che ogni minore sotto la sua giurisdizione, sia in alto mare, sia sul suo territorio, che ha cercato di entrare in Italia, abbia avuto diritto ad un esame individuale delle sue condizioni ed abbia avuto accesso rapido alle procedure d’asilo e altre pertinenti procedure nazionali e internazionali di protezione, e di rivedere le sue leggi interne per assicurare che esse vietino l’espulsione di persone di età inferiore a 18 anni, anche per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato, ove ci fossero sostanziali motivi per ritenere che vi fosse un rischio reale di danno irreparabile per il minore.

87) Il CRC si è detto preoccupato del fatto che l’Italia non abbia una legge quadro sull’asilo politico. L’UNHCR ha affermato che alla frammentazione del quadro legislativo in materia di asilo corrisponde una ripartizione delle competenze tra le diverse istituzioni, in cui diversi attori spesso funzionano senza un adeguato coordinamento.

Riguardo ai diritti umani in Italia, Amnesty International ha presentato le seguenti osservazioni:

L’Italia non ha messo in atto le raccomandazioni dell’UPR, accettate, di rafforzare l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR). Secondo AI, la capacità dell’UNAR di combattere le discriminazioni è rimasta limitata a causa della sua mancanza di indipendenza nei confronti del governo.

L’Italia non ha preso alcuna misura per accrescere la responsabilità della polizia a livello sistemico, nonostante le indagini ed i procedimenti giudiziari relativi agli abusi del G8 di Genova contro i manifestanti ed i numerosi casi di decessi in custodia e maltrattamenti da parte della polizia.

Successivamente al primo UPR sull’Italia, la discriminazione nei confronti dei Rom e le violazioni dei loro diritti sono continuate. Lo “stato di emergenza”, dichiarato nel maggio 2008, era rimasto in vigore fino a quando fu condannato dalla magistratura nel novembre 2011, quando il Consiglio di Stato ha stabilito che lo “stato di emergenza” fosse infondato. Il Governo ha impugnato la sentenza, ma nell’aprile 2013 la Corte di Cassazione ha confermato il giudizio del Consiglio di Stato e ha confermato che lo “stato di emergenza” fosse illegale.

In occasione delle elezioni politiche del 2013, Amnesty International ha predisposto un’agenda in 10 punti con cui viene richiesto un impegno del Parlamento in tema di diritti umani.

I 10 punti sono:

1. Garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura

2. Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne

3. Proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere l’applicazione degli accordi con la libia sul controllo dell’immigrazione

4. Assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri

5. Combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate)

6. Fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom

7. Creare un’istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani

8. Imporre alle aziende italiane il rispetto dei diritti umani

9. Lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati

10. Garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l’attuazione del trattato internazionale sul commercio delle armi

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