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Chi fornisce armi ai terroristi?
CHI FORNISCE ARMI AI TERRORISTI?
di Giorgio Beretta
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Ha suscitato l’indignazione mondiale l’abbandono dell’Afghanistan lo scorso agosto da parte delle forze militari statunitensi e dei loro alleati, tra cui l’Italia, dopo venti anni di occupazione.
L’incapacità dell’intelligence militare di prevedere il collasso dell’esercito afghano e le immagini delle disastrose operazioni di evacuazione restano scolpite nella memoria: migliaia di afghani si sono riversati all’aeroporto di Kabul nel disperato tentativo di trovare un posto sugli aerei militari in partenza verso i paesi occidentali.
Lo sdegno è cresciuto nei giorni successivi quando sono apparse le foto dei talebani vestiti di tutto punto con mimetiche americane che imbracciavano nuovissimi mitragliatori “made in USA”: migliaia di armi “dimenticate” dalle forze armate americane di cui si sono prontamente impossessate le milizie talebane dell’Emirato teocratico islamico dell’Afghanistan.
Un enorme arsenale composto da circa 600mila “armi leggere” (compresi 350mila fucili d’assalto, 60mila mitragliatori e 25mila tra lanciagranate, lanciarazzi e mortai) oltre a 16mila sistemi di visione notturna, ma soprattutto di quasi 76mila veicoli terrestri (tra cui veicoli tattici e da trasporto leggeri, gommati e cingolati), 208 mezzi aerei (110 elicotteri tattici, da trasporto e da combattimento, 60 aerei da trasporto tattico, 20 aerei leggeri da attacco al suolo e 18 aerei leggeri da sorveglianza e ricognizione) e finanche otto droni da ricognizione e sei palloni aerostatici radiocomandati.
Non tutti i mezzi potranno essere utilizzati dai talebani, ma già diversi depositi sono stati saccheggiati dalle milizie dell’Isis: ce n’è abbastanza per rifornire miliziani islamici e “signori della guerra” di mezzo mondo.
L’amministrazione Biden ha prontamente fatto sparire gli elenchi di queste armi il cui valore è stimato in vari miliardi di dollari: nel corso degli anni gli Stati Uniti hanno infatti fornito alle forze di sicurezza afgane addestramento e equipaggiamenti militari per un valore stimato di 83 miliardi di dollari di cui tre miliardi solo nell’ultimo anno.
Non è la prima volta che gli Stati Uniti perdono traccia dei propri armamenti nelle zone di guerra. Anzi c’è un lungo elenco di armi e sistemi militari finiti in mani “indesiderate” ampiamente documentato dai maggiori organi di informazione mondiale e, in diversi casi, anche dal Pentagono. Andando a ritroso nel tempo, troviamo migliaia di armi statunitensi, inclusi lanciagranate e mitragliatori, del valore di centinaia di milioni di dollari rimaste “vulnerabili alla perdita o al furto” durante la lotta contro l’Isis in Siria.
Nel 2017, a seguito di un audit richiesto tra gli altri anche da Amnesty International, le forze armate statunitensi hanno ammesso il mancato monitoraggio di trasferimenti di armi destinati alle forze armate irachene per un valore di oltre 1 miliardo di dollari.
Un’ampia indagine della CNN del 2019 1 ha inoltre documentato come l’Arabia Saudita e i suoi partner della coalizione militare in Yemen, in violazione degli accordi con gli Stati Uniti, hanno trasferito armi di fabbricazione americana a combattenti legati ad al Qaeda, alle milizie salafite e ad altre fazioni combattenti in Yemen: armi che sono arrivate anche nelle mani dei ribelli sostenuti dall’Iran.
«L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, il suo principale partner nella guerra, hanno usato le armi prodotte dagli Stati Uniti come una forma di valuta per acquistare la lealtà di milizie o tribù locali», riporta la CNN.
Ma già nel 2015, il Pentagono aveva ammesso di aver perso traccia di oltre 500milioni di dollari di armi donate come aiuto ai militari yemeniti.
A tutto questo si sommano le decine di migliaia di armi e veicoli militari depredati da Al-Qaeda e dall’Isis dalle armerie e dai depositi dei vari teatri di guerra abbandonati dai militari sostenuti dalle forze occidentali.
Invece di chiederci “chi arma i terroristi?” dovremmo cominciare a farci un’altra domanda: in che mani sono finite le “nostre” armi?
Giorgio Beretta - Analista del commercio internazioneale e nazionale di sistemi militari e di armi comuni, Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa - OPAL, Rete Italiana per il Disarmo - RID
Note:
(1) - CNN Exclusive Report: Sold to an ally, lost to an enemy https://edition.cnn.com/interactive/2019/02/middleeast/yemen-lost-us-arms/