Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza
APOCALISSE, poveri cristi in croce e la Deus Caritas est
Vi racconto e documento in sei libri messi in fila (nel mentre giudico, con gli occhi d’una socratica Ragione filosofica, la Deus Caritas est di Papa Benedetto XVI) il mio cristiano pensiero e i miei vani reiterati sforzi per rispondere ad una sollecitazione di Papa Woitila. L’ultimo recente, faticoso ed inutile tentativo è stato per informare la Chiesa della vera possibilità che il 22 dicembre 2.012, alle ore 22 e 22 di Roma possa esserci il famoso “arrivo dello Sposo”, per cui le 5 vergini (gli uomini dei 5 Continenti) dovrebbero fare come le 5 scaltre e non come le 5 stolte. Le prime si fornirono sia della lucerna accesa sia dell’olio di scorta; le seconde no e furono tagliate fuori dalle nozze con uno Sposo giunto oltre le attese. All’uomo è proprio accaduto così: previsto l’arrivo per il Mille e poi per il Duemila, lo sposo arriverà come un ladro, oltre le loro ingiuste attese. Se avessero osservato meglio l’Esodo storico nella Terra Promessa si sarebbero accorti come anche allora, varcato il Mar Rosso, gli israeliti dovettero attendere che passasse una coppia di venti anni di apparentemente inutile attesa, ma che dette la certezza dell’aiuto divino giacché furono sostenuti interamente da Mosè, dalla Manna divina e dall’Arca dell’Alleanza. Questa volta i cristiani sarebbero stati sostenuti da una coppia di millenni e dalla Manna di Dio in persona, fattosi cibo in Gesù. E tutto ciò a partire dalla Pasqua ultimata, descritta da Luca, ai 12 anni del Messia, quando quel giovinetto, varcato il suo Mar Rosso della pubertà che lo rendeva anche un possibile padre, restò nella Casa del Padre celeste, abbandonando l’altra. Sta per verificarsi (come risulta già agli osservatori scientifici) il tracollo del magnetismo terrestre fino all’inversione dei poli ed all’inevitabile ribaltamento Nord-Sud della Terra, con gli oceani che lisceranno la terra spianando i colli e colmando le valli proprio secondo la profezia di Isaia e la predicazione del Battista. Se fossi riuscito a comunicare al Papa la notizia prima del 22 dicembre 2005 si sarebbero potuti riempire nuovamente i granai che il Faraone costruì per l’interpretazione fatta da Giuseppe, figlio d’Israele, di un sogno del Re, di 7 vacche grasse sorte dal Nilo e mangiate dalle 7 magre… ma Dio non l’ha voluto. Questa volta il sogno è mio, ma anche conforme alla previsione astronomica degli Olmechi, secondo la quale il sole, in una data attualizzata al 22-12-2.012, terminerà una sua intera fase e vi sarà un completo capovolgimento di ogni cosa. Ripeto: che il magnetismo sia al collasso risulta dall’analisi scientifica !
A Sua Santità, Papa Benedetto XVI Santità, nella Fides et Ratio, al punto 56, il Papa provocò i Filosofi a non “essere troppo modesti nel loro filosofare”. È per questa spinta che oso, con la mia Ragione di aiutare la Fede cristiana, nel rispetto della Verità! Il mio coraggio più che l’immodestia mi portano così ad affermare che la sua Deus Caritas est – pur nella critica a Nietzsche – ne “sposa” tuttavia sia la chiara idea del “superuomo”, sia quella, larvata, d’una tendenziale “Stasi” anziché “Morte”di Dio. Da un canto, Gesù è il superuomo cristiano, dall’altro, l’Amore di Dio che solo ben regola i comportamenti umani (in questa Terra… d’Egitto e non comprende l’Esodo da essa come l’essenza dell’amore di Dio…), è un non voler riconoscere che l’Amore di Dio sta nella morte che ci libera. Di Gesù si apprezza e valuta il Natale e si svaluta la morte in croce. Terra… d’Egitto è come dire… del cavolo!, con un Dio come Morto nella sua Potestà e Onnipotenza, quando si crede che gli eventi del mondo dipendano dalla cattiveria o dalla bontà dell’uomo… E si è apostati! Si oltraggia il 1° comandamento del Dio Creatore unico! La verità è che l’uomo ora non fa nulla da sé, è un Pinocchio interamente vivificato dal suo Collodi. La Terra è ora abitata da burattini e solo l’Esodo da essa ci farà liberi eredi di Dio. Qui si è Popolo schiavo e sottomesso al Creatore unico ed è impossibile disobbedirgli se perfino la disobbedienza è il frutto del consenso divino, e dunque è l’osservanza del suo sempre giusto dettato! Santità, perché, illustrando l’Amor di Dio, non ha rilevato il bisogno assoluto della Pasqua, come l’ essenza stessa dell’Amore divino? A che vale l’amor nostro se ora agiamo solo sul dettato di Dio? Sembra che Pietro seguiti ad aver paura d’essere coinvolto da teste calde nell’ideale morte di Gesù, se essa si realizza per lui… o per chiunque! Infatti ben 3 Pietro (e che Pietro, i tre ultimi!), hanno nascosto il vero (che un Papa sarebbe stato aggredito) allo stesso modo papale… di Pietro. Tutti i Vicari disprezzano il sacrificio? “Tu quoque B., Fili mi?” Il 1° Vicario rinnegò il Vicariato di sangue: per non indurre qualche testa calda tra chi, riconosciutolo, lo coinvolgesse… lo nascose. Anche gli ultimi 3 Vicari del Cristo sacrificato, rinnegarono (e nell’identico modo) l’importanza del sacrificio: per non indurre qualche altra testa calda tra chi, conosciuto il 3° segreto di Fatima, lo coinvolgesse… lo nascosero. “Chicchirichì” dunque anche a te, Benedetto XVI? Tu quoque B.?
Non va nascosto quanto annunciato a Fatima, quando il sole fu visto danzare e la Madonna apparve sempre triste per l’imminente Castigo di Dio! La personale paura dei Pietro sta togliendo olio alle 5 vergini spose! Ora anche Sua Santità nasconde il bisogno dell’apparente Castigo divino e non vuole che se ne parli più, posti come siamo di fronte ad un Dio dell’Amore che amerebbe amassimo sempre e solo da servi tenuti solo ad un rigido rispetto del divino dettato? Sua santità sconfessa Isaia e il Battista? Per essi l’Amore andava poggiato sul sano Timore, del Dio che viene e davanti al quale tutti i monti vanno inevitabilmente spianati e tutte le valli inevitabilmente ricolme. Io seguito a mostrare come siano già molto visibili ed in atto questi divini castighi, con le 2 torri Gemelle (la Fede e la Ragione) abbattute dall’uomo a dispetto del Papa che le eresse. Abbattute, sì! Nessuno, infatti, gradisce la filosofia, in aiuto della Fede… A Pietro non occorse un filosofo, bastò un semplice gallo! E a lei? Lo si vedrà da come terrà conto delle Verità delle mie critiche, opera solo del dettato fatto a me stesso non da me ma dallo Spirito santo. Invano io mostro, come un castigo di Dio, l’evidenza della Guerra portata, per quell’abbattimento della Fede Ragionevole, prima nel Paradiso Terrestre storico e poi nel Paradiso della stessa Natura, con lo Tsunami che mostra fin nella sua Parola l’incoronazione, nel dì del Santo Incoronato (Stefano) di Gesù come il “Sono il sole della croce”,
†sun am I.
Non si crede più che Dio parli così chiaramente al mondo e nelle lingue del mondo! Che voglia ammonire l’uomo che non vede più l’Esodo della croce nella nascita del Figlio dell’uomo! Non si crede più nel Dio degli Eserciti, come imbavagliato nella sua stessa bontà! Ma Dio è incontenibile e seguita ad abbattere il Cavallo e il Cavaliere di chi, in Egitto, venera RA, come Dio del Sole, e non quel Dio tratto dall’Egitto con un ESODO mortale! Santità, legga, la prego. Non è opera mia, ma dello Spirito santo! Siamo veramente sull’orlo dell’Apocalisse (esistono segni assoluti, descritti nelle prime pagine del libro: li sottoponga all’Accademia Pontificia delle Scienze, se non crede a me). Bisogna far sì che le 5 vedove scaltre siano dotate del sacrosanto olio del… Timor di Dio! Chicchirichì! Romano Amodeo Via Aldo Moro 22, Montesilvano (Pescara)
SOMMARIO Libro 1. – Le varie ragioni che impongono l’evento detto APOCALISSE …..….……..…pag. 007 In questo libro lo Spirito santo mio mostra 23 motivi diversi, sia di fisica, sia di metafisica e fede nel trascendente, sia leggibili nei segni sotto gli occhi di tutti e solo da scorgere, da chi abbia ancora occhi per vedere.
Libro 2. – “Deus Caritas est” e il povero cristo crocifisso ancora in me il 5-12-2005 ….pag. 053 Qui lo Spirito filosofico esercita, in forza del mandato della Fides et Ratio, il diritto-dovere di aiutare quanto è stato espresso sulla Carità di Dio dal responsabile della Fede. Lo compio, da filosofo cristiano, mediante l’apporto di quanto provenga direttamente, motu proprio, dallo Spirito santo della Verità di Dio. E racconto come mi sia messo a digiuno e perfino in croce, ma inutilmente, per aiutare un Papa che riceve solo gli illustri e non i poveri cristi stimati a torto contar poco.
Libro 3. – Processo a Socrate, al So C.R.A. te ………………………………………..….. pag. 143 Socrate fu accusato d’Empietà e condannato a morte perché la sua fede nella Verità sembrava portare i giovani verso un Dio più essenziale, diverso dalla tradizione. Anch’io lo faccio e qui processo me assieme a lui.
Libro 4. – Gesù nato e rinato. Prova matematica e segni straordinari il 25 gennaio 1938 ……….….. pag. 219 Qui esemplifico come Gesù rinasca in ogni uomo e – per un dare chiaro esempio generale – l’esemplifico con un calcolo vero e proprio riguardante proprio il mio Natale e i segni strepitosi che l’accompagnarono.
Libro 5. – Che cosa ci rivela Elì Elì lemà sabactani? allusione di Gesù ….………………………………….. pag. 267 Sempre nella stima che in ogni nato rinasca un Gesù, mostro come l’evidente allusione sua calzi alla perfezione con una rinascita allusa in me.
Libro 6. – Due torri gemelle: la Fides et Ratio… demolite da chi? ….…………………..……..…………. pag. 309 Qui documento i miei vani sforzi di entrare in contatto con il Papa, contrastati da chi, andandogli contro con la pretesa della Fede, ne vanifica l’intento e abbatte le 2 Torri Gemelle del Padre: il Figlio e lo Spirito santo.
Variazione dell’Intensità del campo magnetico terrestre
Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza
Libro 1.
Le varie ragioni che impongono l’ evento detto APOCALISSE
Vangelo di Giovanni (3. 3-6) Il mondo è complesso (ha due opposti versi); Gesù lo rivelò a Nicodemo. In fisica, l’alto da cui scende lo Spirito è il futuro da cui viene l’antimateria (lo Spirito), mentre la materia (l’acqua ) è vista andare ad esso (Azione e Reazione). Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo materno e rinascere?» Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da spirito, non può entrare nel Regno di Dio. Quel che è nato da carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: dovete scendere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito».
Vangelo di Luca (2., 41-52) Mostra l’inizio del vero “Mille e non più mille” di Gesù. Varcato il “Mar Rosso” (quel suo “mestruo” acquoso che a lui apre anche la Paternità), non più per 2 ventenni, ma per 2 millenni… egli è la Manna nel deserto, prima dell’entrata nella vera Casa del Padre come nella Terra promessa I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo» Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?», ma essi non compresero le sue parole. Partì, dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
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Le varie ragioni dell’Esodo Studiando sotto tutti i punti di vista La Fine dei tempi, ci si accorge che vi sono alcune decine di più o meno valide argomentazioni – e sono tante e davvero di tutti i tipi! – a possibile supporto della previsione di questo catastrofico evento, assimilabile, con altre parole, all’Esodo finale, in massa, della vita sul Pianeta, da questo mondo all’altro.. Ne faccio qui il riepilogo, destinando i prossimi punti alla discussione relativa, che sarà noiosa ed anche difficoltosa per chi – anche se uomo di scienza – non si sia mai addentrato a seguire anche gli strani ed insoliti ragionamenti sulle dimensioni unitarie della realtà, che faccio io. 1. Tesi scientifica. La ragione generale che è impossibile una dinamica che non si inverta mai, per le assolute e prioritarie ragioni dell’equilibrio. 2. Esperienza reale. L’inversione dei poli risulta già avvenuta dall’esame delle rocce e il magnetismo terrestre è prossimo ad un nuovo tracollo. 3. Tesi scientifica. Dobbiamo attendere che ci sia un intero e clamoroso capovolgimento del nostro mondo elettro-magnetico, giacché 70 milioni di anni sono il massimo accumulo unitario di magnetismo che porta poi all’inversione dei poli magnetici. 4. Tesi scientifica. Dobbiamo aspettarci il capovolgimento per la manifesta vibrazione rivelata dai cristalli di Quarzo (dovuta al flusso di elettroni) o dagli stessi atomi (vedi la vibrazione presente nel Cesio). 5. Tesi scientifica. Esiste in natura il Ciclo al secondo (Hertz) rivelato dalla Candela (intensità unitaria della luce) che è 540 (ossia 77 volte 7 più 7/7 cicli/s, Hertz), relativi ad un’area estesa per un centomilionesimo di metro quadro (10 elevato a –8, con la velocità assoluta C=10^8). 6. Tesi cristiana: perdonare fino a 77 volte 7… e poi prendere le distanze dalla casa dell’uomo, finita la pazienza, per accedere a quella di Dio. 7. Tesi scientifica (e religiosa): riconosciuto 100 il ciclo unitario assoluto, allora ½ di 100^1/2 = 5 è la mediazione Universale (in atto come 0,5 e in potenza come 10) relativa a tale 100 Assoluto, tanto che 5+100 = 105 è in potenza il triplo della potenza 35 di ogni asse ortogonale (o di ogni persona reale della Trinità divina), mentre 35+35 = 70 è la somma della potenza massima unitaria riguardante il suo piano.
10 8. Tesi scientifica: il piano avente per lato 10^7 è il massimo unitario possibile al volume che è 10^3 in linea a ragione delle 10^10 unità atomiche presenti in 1 m. Tale piano si riduce a 7 × 10^7 perché col 7 è in atto la percezione logaritmica decimale di quant’è 10^7 in potenza, tanto che 7 × 10^7 combina in modo relativo l’atto con la potenza. 9. Esperienza storica: 70 milioni di anni or sono si estinsero i dinosauri. 10. Tesi dinamica: 70 milioni di anni or sono tutti i Continenti emersi furono ammassati al Polo Nord, creando uno squilibrio unitario, corretto poi lentamente, nel tempo, dalla cosiddetta deriva dei 5 Continenti. 11. Tesi astronomica: la valutazione degli Olmechi precisa esattamente il giorno culmine della Precessione terrestre rispetto al Sole. 12. La tesi non giudicabile: dei cerchi nel grano, i Crop Circles. 13. Tesi religiosa: il vero messaggio di Fatima. 14. Tesi religiosa: il vero Mille e non più mille della corsa a partire dalla Pasqua del dodicenne Gesù descritto da Luca, che – conclusi i tempi del Passaggio – entra nel novero degli adulti, conferma la possibilità di questa data come quella del “tutti a casa di Dio” 15. Tesi relativistica, dimensionale: posta la nascita di Gesù come 0,35^2 = 0,12.25 (anno 0, mese 12, giorno 25), allora 44,85668513 (il ciclo massimo lineare) al quadrato dà 2.012,12.22.00 (anno 2.012, mese 12, giorno 22 ora 0,0) e precisa con esattezza questa data, a partire dall’anno 0 fissato con quello della nascita di Gesù. 16. Tesi dimensionale, per numeri. La pienezza dei tempi dall’anno 0 di Gesù è 2.012,12.22.22.22.22 (anno 2.012, mese 12 e 22 ore, min. e sec.). 17. 2.012 confermato dal conto alla rovescia relativo all’abbattimento delle Torri Gemelle di Dio, la Fede e la Ragione dello Spirito santo. 18. 2.012 confermato allo stesso modo, dal conto alla rovescia relativo alla guerra del Dio degli Eserciti contro il Paradiso Terrestre storico, per l’uomo che nel doppio binario tra L’eden e L’Ade sceglie Bin Laden. 19. 2.012 confermato dal conto alla rovescia relativo allo Tsunami, intervento trascendente che rivela † sun am I “Sono il Sole della Croce”, santa incoronazione del 26-12-2005, santo Incoronato (Stefano). 20. 2.012 confermato dal conto alla rovescia relativo al trascendente segno del supplizio e della morte di Papa Woitila. 21. 2.012 confermato anche da questo segno: a 7 anni precisi dall’evento, e perciò il 22-12-2.005, il tredicenne Daniele Di Dio è tornato a casa Di Dio. Allontanatosi per un cattivo voto e cercato per 3 dì, torna a Casa Di Dio… Chiaro riferimento all’evento di Gesù descritto dall’evangelista
11 Luca. L’umanità Di Dio, per quanto sostenuta dalla sua Manna, ha avuto un pessimo voto, ma non deve temere di tornare alla casa… Di Dio! 22. 2.012 confermato dal conto alla rovescia relativo al sacrificio del Missionario Santoro. 23. 2.012 confermato infine dal conto alla rovescia relativo a quanto accadde in Libia, contro la Chiesa Romana, a 25 centinaia di giorni esatti dal 22 dicembre 2.012. A 7 anni dalla temibile Fine i giochi sembrano ormai decisi e solo chi crederà in Gesù reale salvatore anche della Specie Umana dalla sua estinzione, solo egli salverà l’uomo dalla sua scomparsa sulla Terra e popolerà l’età dell’oro di un mondo che sarà restato senza più nemici, sia di Gesù, sia della vita umana. Sopravvivranno solo le 5 vergini scaltre che, nei 5 Continenti, avranno creduto al chiaro ruolo dato dal Padre al Figlio Gesù, quel giorno che, a 12 anni compiuti, egli, per espletare il suo ruolo salvifico in tutti i sensi, abbandonò la sua famiglia reale per quella del Padre essenziale, che sta nei cieli ed è il Padre Nostro. Ma ci sono stati ancora moltissimi altri segni, che non cito ma sono tutti molto eloquenti e significativi. In pratica sono tale segno tutti gli eventi ultimi e terrificanti, che appaiono nel mondo, come l’opera di TUTTI CONTRO TUTTI. Indicano che siamo al limite estremo di una intera pazienza divina, colmata e superata la quale, la vita sul pianeta è da condannare solo alla sua suprema bocciatura, nella sua globalità, e ad una futura ripartenza, ma solo degli uomini a modo e provvisti della fede giusta, quella in Gesù Cristo come segno reale dei tempi nuovi e cieli nuovi previsti nei Vangeli. Fino a che punto la scienza deve considerare l’apporto della religione? Deve farlo nei limiti di un IO che si scopra soggetto relativo ad un IO Assoluto che consista in tutto quanto vada oltre l’Io della singola persona relativa. L’uomo di scienza deve arrivare a capire in che cosa consista la relazione tra l’IO Relativo e l’IO ASSOLUTO, perché se l’uomo è relativo a qualcosa di ASSOLUTO deve necessariamente esistere un atto di comunicazione ed interrelazione, che si avvalga delle possibilità dell’uomo, possibilità non solo di ordine fisico e corporeo ma anche culturale, morale ed ideale. Facoltà come l’immaginazione e l’intelligenza, unite al gusto ed a tutte le caratteristiche dell’animo umano, non possono essere, nei confronti dell’Assoluto cui sono necessariamente riferite, senza una dovuta relazione. E allora all’intelligenza, allo spirito e ad ogni caratteristica dell’animo umano deve necessariamente corrispondere, da parte del Sistema Assoluto, una relazione che si avvalga dello stesso schema della persona, tanto che l’Assoluto sia costretto a presentarsi proprio come una PERSONA alla singola persona.
12 Questa presentazione, che è misconosciuta dalla scienza, lo è da una scienza troppo condizionata dal solo aspetto e valore materiale di ogni cosa. Essa sembra non rendersi abbastanza conto di come tutte le qualità della cosiddetta “realtà oggettiva” siano solo il frutto della capacità immaginifica dello spirito soggettivo dell’uomo. Luci, colori, odori, sapori, suono e percezioni tattili sono tutte immagini soggettive della realtà, che è dunque una realtà tutta costruita per ideazione mentale. Oggi lo vediamo bene come un File troppo lungo, visualizzato su un monitor il cui schermo contenga fino ad un numero massimo di dati, si divida automaticamente in una sequenza di pagine. Se noi fissassimo un corpo infinitamente piccolo, il testo sarebbe presente tutto su una pagina, ma, così grande come è, eccolo diviso su più pagine ed ecco che, per vedere la seconda, occorre prima il tempo di poter cancellare la prima. I limiti della nostra capacità visiva derivano dalle 4 D. della realtà! Finché la Scienza non si abitua a collocare, prima di ogni cosa vista dall’uomo, il calcolo matematico dimensionale compiuto dalla mente umana per visualizzarlo, usa prerogative immaginarie della mente e ne fa delle costanti universali. Le idealizza come la costanti in sé di una fisica in cui poi l’uomo è considerato solo un accidente o un incidente e non come il fattore primo e l’assoluto determinatore di ogni cosa, con le delimitazioni del suo Spirito e l’insieme delle Norme e Regole Assolute che compongono il suo personale Software. Come dunque non dare l’importanza dovuta al comparire tra noi di chi dica di essere un prodigio determinato dall’Assoluto e compie veri prodigi, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la trasformazione dell’acqua in vino, la resurrezione dei morti, la vista data a ciechi nati e la sua stessa resurrezione? Lo scienziato che escluda questa Somma Comunicazione da parte dello Assoluto nega che l’Assoluto dialoghi con l’IO dell’uomo, costretto ad assumere a sua volta la dimensione generica dell’IO, per una pura e semplice necessità dialettica di usare una lingua, necessariamente, con chi conosca solo quella. Se l’uomo conosce solo l’espressione del suo IO, in che modo potrebbe essere relativo ed in comunicazione con l’Assoluto se non nelle forme della sua cultura? Ecco perché tante forme sono state assunte da Dio. Un Creatore assoluto è come il Collodi che può trasformare in un bimbo di carne ed ossa un burattino di legno, e ciò con buona pace delle regole del mondo! Ecco perché la Scienza deve farsi aiutare da Gesù Cristo, ossia da quanto di apparentemente irrazionale si è presentato all’uomo, ma di certo potente e chiaro.
Vediamo allora, in ordine, i 23 punti che prima ho evidenziato, e che riguardano, come avete visto, sia motivazioni scientifiche già ben provate, sia altre di vario genere e tutte ancora da provare, seppure espresse da segni indiscutibili nella loro chiara evidenza.
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Punto 1
Supreme ragioni di equilibrio impongono l’alternanza dinamica. Ogni moto circolare si riduce alla sua proiezione sull’asse del diametro, che evidenzia come anche ogni moto così sia di fatto coerente con il movimento pendolare e a varia velocità, espresso lungo una linea. Il cerchio è la coesistenza, sul piano, data da due pendoli che agiscono in modo perpendicolare e simultaneo tra di loro. Ebbene anche questo fenomeno (della apparente ed infinita rotazione di un cerchio, espressa dalla rotazione di un corpo libero come la Terra) deve, ad un certo punto, dar luogo (e nelle stesse condizioni) alla rotazione opposta, come se la Terra avesse risalito, rotolando, un piano inclinato e, raggiunto il punto più alto della vetta, con la sua dinamica, avesse poi invertito il senso rotatorio con la ricaduta lungo lo stesso piano inclinato. In questo esempio avremmo un progressivo rallentamento della velocità della sfera, fino all’arresto ed al cambio del verso, con la progressiva accelerazione che ne seguirebbe. Nel caso della Terra, non è la rotazione a perdere la sua inerzia, ma il campo magnetico indotto dalla rotazione del nucleo di ferro al centro del pianeta, pur se essa è restata stabile. Ne consegue che il momento del cambio della polarità costringe la sfera a ribaltare i suoi poli, e interamente, nell’unità del tempo dell’anno, ossia in un giorno, 365° dell’anno. L’anno di 365 dì mostra l’elettromagnetismo (dimensione 5) combinato per somma col prodotto 6×6×10 che è la potenza della potenza data dalla combinazione di tutti i possibili moti uguali e distinti. Sono i 6 versi centripeti, i 6 centrifughi e il ciclo 10=2+2^3 che combina il complesso da –1 a +1 (del tempo), al volume reale 8 in base ai 2 tempi posti anche come 2 spazi. In tal modo, osservando noi la Terra sempre nello stesso modo, assisteremmo (accaduto nel tempo di un giorno) alla reale inversione della sfera terrestre, perché il Polo magnetico Nord è la rotazione antioraria attorno all’asse terrestre, dal suo punto di vista. In tal modo, quando al suo posto si è collocato il polo Sud, dal suo punto di vista la rotazione in atto è divenuta quella oraria, con la conseguenza che, al flusso antiorario del giorno prima, seguirebbe, il giorno dopo, il flusso antiorario di un pianeta che si è interamente ribaltato, compromettendo la vita su di esso.
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Punto 2
L’inversione dei poli, già nota, sta per ripetersi: il magnetismo è al crollo Dall’esame delle colate laviche sui fondali marini, le rocce magnetiche eruttate circa 700 mila anni or sono hanno memorizzato, con il loro raffreddamento improvviso, il campo magnetico terrestre di quando erano fuse. Risulta così dalla reale esperienza scientifica che il campo magnetico è in continua variazione e che circa 700.000 anni or sono era di segno opposto. Anche la ceramica, cocendo l’argilla, fissa a quella data la percentuale magnetica esistente e ci rivela come negli ultimi secoli le curve indichino l’approssimarsi temibile del tracollo del magnetismo. Gli scienziati sembrano non rendersi conto di che cosa significhi, per la Terra, il rovesciamento dei poli. L’esperienza ci mostra cosa accade tra due magneti a debita distanza tra loro e liberi di orientarsi come il campo magnetico gli permette. Se in uno si invertono i poli, quel magnete è costretto a ribaltare il suo orientamento. La Terra e il Sole sono questi due magneti e non possono avvicinarsi tra loro a causa della forza centrifuga della rivoluzione terrestre. Ogni volta che – come è dimostrato e sembra poi proprio che stia per accadere, dall’esame sulla ceramica –… ogni volta che i poli della Terra si invertono, il pianeta è costretto inevitabilmente ad aggiungere, alla sua rotazione attorno all’asse, il capovolgimento, il testa coda, dell’asse. C’è di che esserne preoccupatissimi perché, di fronte a simile evento, la Terra è sottoposta ad un vero e proprio globale cataclisma. È prevedibile che la reazione delle parti fuse interne frantumi la crosta sottile del mantello e che gli oceani, resistendo ad essere coinvolti in questa dinamica, siano sottopassati dai Continenti o da quel che ne resta. Un vasaio sa che cosa succede ad una massa di creta che gira, quando si esercita una pressione simile a quella dell’acqua sui continenti: la creta si sposta verso l’alto, se la pressione è diretta verso l’alto. Questo “effetto tornio” porterà i continenti a ricostituire la cosiddetta Pangea, ossia l’unico originale ammasso nelle terre emerse. Vi segnalo, per senso della verità, quanto risulta dai dati raccolti finora dal satellite Oersted, il cui scopo è anche quello di controllare il magnetismo.
15 I dati raccolti finora dal satellite e analizzati da un team di scienziati dell'Institut de Physique du Globe de Paris hanno permesso di risalire ad un modello in grado di spiegare alcune delle caratteristiche del campo magnetico e diverse anomalie riscontrate (l'inversione del campo magnetico in grandi zone centrate su Nord America, Europa, Africa, Asia e Australia ). Secondo tale modello, battezzato "Institut de Physique du Globe de Paris Field Model" (IPFM), il dipolo magnetico terrestre starebbe invertendosi, ed i primi segnali sarebbero riscontrabili proprio nelle zone anomale su ricordate, in cui il campo magnetico è già invertito. Il fenomeno non è nuovo nella storia della Terra (l'ultima volta fu poco meno di 800.000 anni fa): basti pensare ai risultati dei carotaggi effettuati negli oceani del globo, che hanno stabilito che il fondale originatosi dall'emissione lavica delle dorsali oceaniche è alternativamente orientato in un senso e nel senso opposto, a seconda di quale orientamento avesse il dipolo magnetico terrestre all'atto della solidificazione della lava.
Ecco un'immagine centrata sul continente americano. Da notare la struttura a bande nell'Oceano Atlantico e nel Pacifico (ai due lati della dorsale), indice dei cambiamenti dell'orientamento del campo magnetico terrestre avvenuti nel corso delle ere geologiche.
La particolarità dell'interpretazione dei dati forniti dal satellite Oersted sta nella velocità con la quale si sta riducendo l'intensità del campo magnetico terrestre: se il tasso di variazione dovesse continuare con questo ritmo (e se il modello sarà confermato, vista la scarsità dei dati raccolti finora), infatti, l'inversione potrebbe concludersi nell'arco di poco più di due millenni. (Fonte Internet).
Risulta da altre fonti (come scritto prima: da rilevazioni terrestri sulla ceramica) che questo fenomeno è fortemente accelerato, nel suo tasso di variazione e molto più vicino di quanto possa risultare in un lasso troppo breve di tempo, come quello dell’osservazione dal satellite.
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Punto 3
70 milioni di anni è l’accumulo magnetico unitario ? Secondo questa tesi, di natura scientifica, ogni massa che ruota genera un campo magnetico, essendo la massa un agglomerato magnetico. Il giroscopio sfrutta questo principio e conserva il piano della rotazione perché mantiene l’orientamento istantaneo assunto rispetto al campo magnetico madre, dato da quello terrestre. Durante tutta la rotazione terrestre i due assi del suo piano orbitano attorno al loro asse, che puramente trasla, a parte una sua minima oscillazione a forma conica, che si completa circa ogni 25.801 anni e determina il fenomeno della cosiddetta Precessione degli equinozi. 70.000.000 : 25.801 = 2713 rivela un numero molto vicino alle prime 4 cifre (2718) della base dei logaritmi naturali. Pertanto, la frequenza dei 25.801 anni che completano la Precessione degli equinozi, all’interno dei 70 milioni di anni, sembra essere una chiara conseguenza del nostro modo logaritmico naturale di scorgere per quantità lo spazio e il tempo assegnati da noi alla natura. La base e logaritmica dei logaritmi naturali è dovuta a (1 +1/N)^N, ossia alla potenza N dell’incremento ennesimo e piccolissimo dato ad 1. Il 2,718 è manifestamente ridotto a 2,713 dalla sottrazione dei 5 millesimi dovuti alla mancata percezione del fronte antimateriale, riferito a tutto il complesso materia-antimateria. Riconosciuto nel millesimo l’unità della massa, mancano i 4 parametri +x –x, +y –y, del piano xy (nello spazio facciale retrostante al prospetto del fronte visivo), più il 5° parametro del tempo –tz. Questo tempo è negativo, secondo l’asse z, in quanto è opposto alla positiva reale possibilità di percepire i dati, da parte dell’osservatore fisico che fronteggi il piano xy e che può percepire solo i dati del prospetto rivolto verso di lui. Applicandosi alla massa unitaria contenuta in un metro cubo (unità del volume composta da mille masse unitarie) le masse sono così 2.713 e completano ogni 25.801 anni i 70 milioni di giri che portano, secondo questa mia teoria, all’inversione dei poli magnetici Nord-Sud dell’asse terrestre. Infatti i 70 milioni di giri riguardano ogni unità della massa, ma la percezione logaritmica naturale ne assembla come un insieme, diretto tutto
17 verso un solo osservatore fisico, nel numero di 2713, tanto che i 70 milioni di anni si riducono ai 25.801 anni della relativa Precessione degli equinozi. 2713 : 365 = 7,432876712 (periodico nella parte sottolineata) rivela come il logaritmo 2713 sia legato all’anno (di 365 giorni esatti) dal moltiplicatore 7,4 +0,032876712 periodico. In tal modo il logaritmo 2713 evidenzia il suo indubbio legame periodico con il numero dei giorni interi dell’anno siderale e considera anche il contenuto magnetico derivante dalla rotazione terrestre attorno al suo asse, quando i 70 milioni di giri non riguardano più 70 milioni di anni ma solo i 25.801 anni della Precessione degli equinozi. Chi obiettasse che debba essere considerato il numero intero dei 364 giorni dell’anno solare e non di quello siderale, può osservare come: 2713 : 364 = 7,45329670 (con periodica la parte sottolineata), evidenzia esso pure un rapporto periodico. Queste relazioni, che sono periodiche sia considerando l’anno siderale, sia quello solare (con riferimento al numero intero dei giorni), evidenziano col logaritmo naturale la relazione riferita al numero 2713, grazie alla quale si passa da 70 milioni di anni al solo dimezzamento reale dei 25.801 anni corrispondenti alla intera Precessione degli equinozi, quella intera per 360° di angolo giro. Al compimento di ogni metà della Precessione, ossia al compimento solo della rotazione di 180° di angolo giro, si determinerà, dopo ogni 12.900,5 anni circa, uno spaventoso cataclisma come quello restato nella memoria di molti popoli come il Diluvio Universale? Il fenomeno raccontato dalla Bibbia si è verificato l’ultima volta all’incirca 11.000 anni a.c.? Dal tempo della scomparsa dei dinosauri si sarebbe già ripetuto la bellezza di 5426 altre volte ma con effetti molto meno devastanti del primo, in cui forse anche la Luna è stata costretta ad alternare la faccia rivolta verso la Terra? Che la Luna non presenti sempre la stessa faccia risulta dalla conformazione del suo suolo: tutti e due i suoi emisferi sono martoriati allo stesso modo dai meteoriti, il che non sarebbe accaduto se la Terra avesse sempre fatto da schermo alla stessa faccia. Che possano esservi due distinti comportamenti: uno assolutamente devastante ed uno molto meno, potrebbe dipendere dal fatto che abbiamo due corpi magnetici a masse molto differenti, per cui 5426 ribaltamenti del magnetismo terrestre corrisponderebbero ad uno intero del magnetismo solare?
18 Per rispondere possono aiutarci i numero: 5426 è un numero pieno, giacché la strana somma 54 +26 (tra centinaia ed unità) dà 80, ossia 8 cicli della decina, ove 8 è il cubo complesso il cui lato è 2 perché va da –1 a +1. Precisamente 54 indica il numero ideale del volume: quello circoscritto dal cubo a lato 3, o dato dalla somma dei due volumi in positivo e in negativo o da quello standard di un’onda elettromagnetica il cui fronte abbia lato 3 e la lunghezza sia complessa, da –3 a +3. Anche 26 è la fissazione nel tempo 1 dell’indice 27 dato dal volume 3, elevato al cubo, per cui le 4 dimensioni descritte dal numero 5426 combinano unitariamente, in valore assoluto del 100% e nell’unità, il volume elettromagnetico reale e positivo dato da 3^3=27 nel valore complesso attribuibili alle quantità che sono assolute, nelle centinaia. In questo punto devo però spiegare in modo esauriente soprattutto perché 70 milioni di giri per ogni unità della massa possano corrispondere al massimo accumulo magnetico e unitario possibile. Per farlo, evidenzio come il ciclo 10 non sia una nostra scelta arbitraria. 3/3 –1 = 0 e 3×3 +1 = 10 sono due equazioni in cui, poiché i due primi membri sono processi opposti di calcolo, lo sono anche i secondi, con riferimento allo spazio a 3 D e al tempo ad 1 D. Così 10^10 unità spaziali atomiche danno l’unità del nostro mondo superiore: il metro. Se si divide 10^10 per 10^3 (considerato il giusto modello unitario), si ha esattamente 10^7 unità di massa, ossia un numero uguale a 10 milioni. Se ciò si attua in tutti i versi uguali e distinti (ciascuno dei quali contenga 10 milioni di unità di massa), essi sono 7, cioè 6 come spazio, più 1 come tempo. I sei parametri spaziali sono infatti +x –x, +y –y, +z –z, mentre uno solo è il parametro +t del tempo, nel verso unico dell’Universo. Pertanto, 7 volte 10^7 indica il massimo moto delle masse unitarie e, di conseguenza, il massimo possibile accumulo elettromagnetico. Esso è contenibile in una sezione che abbia 10^7 come la potenza del lato. Dei due lati generatori dell’area, uno è visto nella sua potenza e l’altro nel suo atto: un calcolo in atto, che riduce al puro esponente 7 la potenza 10^7. In tal modo 7 × 10^7 è l’area massima (in potenza e in atto) corrispondente a quella che fissa la velocità tangenziale di qualsiasi orbita. Si sa infatti che il moto libero, secondo la tangente, di un corpo libero, ha una velocità tale lo porta a percorrere aree uguali in tempi uguali. 7 × 107 è l’area massima possibile nella sua presenza in atto, tanto che, raggiunto quel valore esatto, ha luogo la rotazione del terzo asse, previa l’inversione del campo magnetico solare, che ribalta ogni linea di flusso magnetico nel Pianeta.
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Punto 4.
Quarzo e Cesio vibrano. È in relazione a 70 milioni di giri al secondo? La proprietà dei cristalli di Quarzo, se sollecitati da una batteria elettrica, di vibrare alla velocità costante di 32.768 vibrazioni al secondo, è usata per misurare il tempo, mediante un opportuno demoltiplicatore. Se questo opportuno divisore fosse 1,27, avremmo che 32.768 : 1,27 sarebbe 25.801, e darebbe una quantità uguale agli 25.801 anni circa della Precessione degli Equinozi terrestri. Pertanto la riduzione 1,27 elimina, dalla velocità costante di 32.768 vibrazioni al secondo del quarzo, i 27 centesimi che sono il volume unitario 3^3, per come esso conta in assoluto, ossia per come è riferito al 100% corrispondente al fronte assoluto 10×10, combinazione dei due cicli opposti, l’orario e l’antiorario. Togliere la valenza cubica esalta il puro tempo corrispondente con esattezza alla Precessione degli Equinozi terrestri, sicché il quarzo, nella sua risposta alla sollecitazione elettrica dell’elettrone, si comporta come se la particella fosse il pianeta Terra e la vibrazione al secondo fosse data dai due semicicli di inversione della percorrenza diametrale, combinati in forma della conica Precessione degli Equinozi. La vibrazione è un “movimento oscillatorio di frequenza relativamente elevata e di ampiezza relativamente piccola”. Ebbene l’oscillazione nel cristallo di Quarzo, colpito dal flusso degli elettroni, riguarda forse i soggetti di questo flusso, che oscillano invertendo ritmicamente le loro polarità Nord-Sud invertendo l’asse dello spin ? È solo una mia teoria che la risposta sia “Sì”…ma io la giudico molto, molto attendibile. Anche l’atomo di Cesio vibra alla velocità costante di 9.192.631.770 cicli al secondo e si rivela corrispondere a: 9.192.631.770 = 70.000.000 × 131,323311 ove 131,323311 è dato da 111,111111 +20,2122 dall’andamento unitario su 9 cifre, per come è definito da 20,2122. Questo 20,2122 può essere considerato il punto di arrivo dell’unità reale 22 (data nell’unità della D. 10^4, della realtà spazio-temporale), nella quantità unitaria che vada da –11 a +11 e sia la quantità assoluta del ciclo
20 positivo/negativo di 10 masse ogni tempo 1, quantità resa assoluta combinando per somma la potenza 1 del tempo con la potenza 10 dello spazio (essendo esponenti di numeri basati sul ciclo 10 del conteggio reale). Nel numero 20,2122, poi, 21 centesimi sono la già osservata quantità assoluta 22, per come si è fissata unitariamente nel tempo 1, tanto da esprimere e fissare 21 spazi ogni tempo 1, ossia i tre 7 dati da 10 –3 (ed indicanti tutto il moto della D. 3 spaziale nel ciclo 10), espressi nella combinazione 3, della dimensione spaziale della terna xyz in cui ogni componente è 1/3 della terna. Nel numero 20,2122, infine, 20 unità lanciano nello spazio-tempo i 21 centesimi, li lanciano in assoluto, mediante il loro prodotto per 100. Ed è una quantità assoluta 21 che, per fissarsi unitariamente, deve disporsi 20/1, come lo spazio 20 in ogni tempo 1. Pertanto la somma di 20,2122 al ritmo assolutamente unitario dato da 111,111111, fissa il culmine, come il complesso dei due cicli da –10 a +10, cui debbono sommarsi le definizioni a maggior dettaglio delle masse assolute e di quelle reali. Ebbene, posto il 100% come il valore assoluto di 100 anni, si ha che: 20 indica 20 secoli; 0,21 indica, nel centesimo del secolo, la porzione dell’anno, ed è lo spazio corrispondente a 12 mesi (21 è infatti l’inversa lettura, spaziale, del tempo di 12 mesi, perché spazio e tempo sono inversi tra loro: 21 e 12, come 01 è il tempo del ciclo spaziale 10); 22 indica nuovamente tempo, nella prospettiva ora dei giorni, come la realtà unitaria, decimillesima dell’unità riferita all’anno. (Lo so, fate fatica a seguirmi! Questi calcoli voi non li avete mai fatti! Considerare assieme, i decimi e i ritmi diversi, non l’avete mai fatto… ma è esatto ed è impeccabile, anche se del tutto nuovo!) Pertanto il Cesio dimostra come 20 secoli, 12 mesi e 22 giorni siano il colmo attribuibile ad 111,111111, uniformità unitaria del tempo unitario, previa la quantità di 70 milioni di unità di massa e non una sola. Il Cesio mostra forse, nel suo vibrare, il ritmo massimo che la religione ha chiamato “mille e non più mille” ? La mia teoria afferma e dimostra di Si, a partire da un 111,111111 che si riconduca al tempo di 12 anni sommando al 9 (somma di tutte le unità contenute in 111,111111) anche la dimensione 3 dell’unità del volume unitario che noi stiamo calcolando, riferito alle 10^3 sue contenute masse. Ne parlo con sufficiente chiarezza in altra parte di questo libro
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Punto 5
La Candela è 77 volte 7, più 7/7… Unità attribuibile anche al magnetismo Notate il 77 che compare nelle ultime cifre della vibrazione del Cesio? Se dividiamo 9.192.631.770, la sua vibrazione, per 77 abbiamo 119.384.828,18 (periodico nel 18), e tale periodo, dato da 3 × (3+3) presenta il ciclo della pura espansione cubica, combinata in modo lineare da lunghezza 3 e fronte complesso, lungo da –3 fino a +3. L’unità dell’intensità luminosa, ossia il suo 100%, è data da 77 volte 7 più 7/7, ossia dal n. 540, che espande per 30 volte il 18 indicante la pura espansione cubica, lineare, con riferimento ad un’area unitaria corrispondente a m^2 10^–8 (ossia a 10^12 cicli atomici al s., ossia Hertz). La costanza della Candela attiene moltissimo alla vibrazione presente nel Cesio e che definisce il cosiddetto orologio atomico. Infatti 9.192.631.770, diviso per 540, dà 17.023.392,16 (periodico nel 6), un risultato che evidenzia tutti numeri primi: nel 17, nel 23 e nel 39, tanto da evidenziare come sia l’intensità unitaria della luce alla sola base possibile di questi primati di indivisibilità, fino alla D. 10 del ciclo unitario, cui poi si aggiunge il suo tempo 2, considerabile esso pure primo, essendo divisibile solo per sé e per 1. Quanto resta, ossia 0,16666…, è 1/6 e quantifica esattamente il solo verso unitario, quando sono 6 i versi dello spazio a 3 dimensioni, xyz, ciascuna delle quali ne ha 2. L’intensità unitaria della luce, ossia il suo 100 % quando si presenta come 77×7+7/7, rivela il numero 7 come un massimo, laddove 7×10^7, ossia 70 milioni è definita la massima possibile dotazione di magnetismo unitario, prima che scatti l’inversione per i poli Nord e Sud dell’asse terrestre. Il ciclo della candela (è importante), riguarda ogni secondo e il contesto dell’atomo. Sappiamo che l’intensità della luce è piena quando abbiamo 540 volte 10^12 Hertz (ossia cicli/s) leggibili anche 5,4 volte 10^7 × 10^7. Che cosa ci dà il segno di questa pienezza? Il numero 7, che indica tutto il possibile moto del volume (ad indice 3) nell’indice 10, sia quando si abbia a che fare con la base numerica 7, sia quando si abbia a che fare con l’indice della potenza 10^7. Ebbene poiché elettrico e magnetico sono identiche quantità, in forme opposte, all’unità della candela corrisponde l’unità, l’interezza del magnetismo!
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Punto 6.
77 volte 7, +1 è il massimo perdono… Dalla Candela, che è 77 volte 7 più 1, il passaggio a Gesù è immediato. “Maestro, quante volte occorre perdonare? Fino a 7 volte?” “Non solo una, né solo 7, ma una più 77 volte 7…” rispose con esattezza scientifica … la scienza divina di Gesù. Infatti la Candela, unità piena della luce, è 77 volte 7 +1 e rispetta il limite stesso imposto dal Cristo. Non ci si stupisca allora se, raggiunto e colmato il 100%, la stessa pazienza di Dio ha toccato il suo estremo limite e manda la Fine del mondo. Siamo vicini alla fine proprio per una valutazione di questo tipo, secondo la quale l’uomo ha ricevuto una tale Manna da Dio, nel corso di 2.000 anni (1000 di presenza e 1000 del suo puro spostamento) da aver raggiunto il colmo dei possibili doni, ma sembra averne fatto vera indigestione, al punto che l’umanità debba essere nuovamente purgata. Nei quasi 13.000 anni dall’ultimo Diluvio Universale, l’uomo ha conquistato posizioni eccelse nel sapere e nella conoscenza, ma ha travisato quelle della Fede nel Dio Unico creatore, a mano a mano che il suo apparente crescere nella conoscenza è stato attribuito da lui alle proprie personali capacità e meriti più che al puro disegno di un Dio che desse tuttora sia la Manna nel deserto, sia le quaglie. Ma che cosa ha quagliato tanta gratuita munificenza? Ha prodotto che l’uomo – turlupinato dal Maligno – è giunto ad appropriarsi dei meriti e delle colpe che non sono suoi, ma dell’intero Sistema Probabilistico Unitario. A Noè Dio propose infine l’arcobaleno come il segno di una eterna alleanza, con la promessa che non ci sarebbe stato più un altro diluvio. Infatti il prossimo, più che il puro diluvio, è quel fatto epocale che accade una volta ogni 70 milioni di anni e non una ogni 12.900,5. Quello che sembra attendere l’uomo è qualcosa di molto più terribile del puro Diluvio, e tale da sconvolgere a tal punto tutte le terre emerse da riaccostare in un unico agglomerato tutti i 5 Continenti andati alla deriva nel corso di 70 milioni di Anni… e una vera Apocalisse
23 Come in tutti i casi di una pazienza giunta al limite estremo, il mondo dovrebbe mostrare nei prossimi anni una escalation di terremoti, tornado ed altre forme, visibili segno del grande squilibrio magnetico degli ultimi tempi. Stiamo assistendo a questo squilibrio tra il Nord e il Sud del Mondo anche a livello sociale, con le parti sempre più distanti tra di loro sotto i vari aspetti della ricchezza e dello sfruttamento delle risorse, umane e collettive. Il Terrorismo sembra accentuare che “proprio non è più possibile proseguire in questo modo” e che per molti “è meglio farsi esplodere che accettare queste condizioni di vita”, con gran dispetto e disappunto in chi sta bene perché ha fatto man bassa delle risorse… di tutti. Ma – ed è quello che è peggio di ogni altra cosa – come ben rivelò Lucia, di Fatima: Satana si è impossessato anche di larghi strati delle Gerarchie della Chiesa. Il Papa stesso che, credendo nella sua importanza, si amministra con parsimonia, concedendosi alle persine che giudica importanti e negandosi ai poveri cristi senza valore… è l’esatto opposto del Buon Pastore che lascia il Tutto, per cercare il misero UNO andato perduto! Così chi crede che le cose accadano per i meriti di chi sembra farle e si concede solo a chi giudica importante, perché capace di fare cose importanti, mentre sembra uomo di Dio… lo è di Satana! È Satana che convince la Chiesa, rappresentata dai suoi Principi, ad abbandonare i principi di Gesù che chiamava beati e privilegiava i poveri cristi del Discorso della Montagna. Al Vaticano si crede che il Papa non possa fare il Buon Pastore, che abbandoni le 99 pecore agli altri e nei recinti per cercare personalmente quella smarrita. E perché ciò? Perché non potrebbe farlo con tutti… e allora non lo fa con nessuno, se esso non rappresenta moltitudini! Gesù, invece, fu ucciso per non aver voluto rivolgersi a Cesare, per riscattare Israele! Il Papa… lo avrebbe fatto immediatamente! Si impiccia di Cesare e abbandona a sé i singoli giudicati senza valore, avendo interamente perduto il senso stesso del valore della singola persona! Molto, molto più bravi gli idealisti della Rivoluzione Francese, con la Carta dei diritti dell’Uomo che rivendica uguale Dignità ad ogni persona! Quale Cristiano assegna oggi pari dignità al Papa e a un barbone? Il primo sembra Dio in Terra, ma è solo il solito Pietro che rinnega Cristo…per una durissima cervice data proprio a lui e solo da Dio! Che fallimento! L’Umanità meriterebbe d’essere “spazzata via”…, se fosse sua la colpa e non fosse solo il “promo” d’un disegno di Dio!
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Punto 7
70 è l’indice della potenza 35 per ogni asse ortogonale (o per ogni Persona della divina Trinità; ed è 35/100=0,35 se Essa è riferita al 100%, unità assoluta). La relazione tra quanto è relativo e quanto è assoluto è la stessa che passa tra la potenza 5 e la potenza 100. Poiché 10 è il ciclo di base, reale, di tutti i conteggi della nostra intelligenza, per quanto già osservato, noi poi lo vediamo nel complesso negativo-positivo che va dalla quantità di –5 a +5, vedendo l’una con l’altra e in base al 3° principio fondamentale della Dinamica, chiamato di azione e reazione. Vediamo così la potenza 10^5 grazie al suo inverso 1/10^5 o 10^–5. Questa è la pienezza dell’elettro-magnetismo dell’Universo, radice quadrata del 10^10 che sono tutte le unità dello spazio atomico contenute in un metro. Il numero assoluto è invece 10^100, tanto che la interrelazione tra l’Universo (che con l’indice –5 riscontra il +5) e l’assoluto 100/0 è dato dalla potenza: 10^5 × 10^100 = 10^105 Accertato dunque che la potenza della relazione tra relativo ed assoluto è data dall’esponente 105, quando questo tutto in relazione si ripartisce su tre parametri componenti, ciascuno di essi è 35 in potenza, mentre il piano che ne comprende due va da –35 a +35 e vale l’esponente 70. Se questo tutto in relazione, questo 100%, assume la dimensione divina che passa tra un Figlio umano-divino e un Dio Assoluto, la relazione tra Padre e Figlio consiste nella stessa potenza a esponente dato dal 35%. La relazione matematica attribuibile all’unità di Dio (dato l’Assoluto Signore come il 100%) è data dal 35/100 = 0,35 che quantifica quanta parte della relazione tra il Relativo e l’Assoluto tocchi ad ogni unità delle 100 di cui è composto l’Assoluto in pura potenza di potenza. Infatti 10×10 è il
25 prodotto di indici di potenza, dunque potenza di potenza, non confondibile con la somma 10+10 che combina il complesso da –10 a +10 nel solo avanzamento positivo 20, del tempo-spazio dell’Universo. L’aggancio tra potenziale e magnetismo è abbastanza intuitivo, per cui come il potenziale assoluto della relazione è 105, allo stesso modo è 70 per il piano e 35 per ciascuno dei tre assi del sistema cartesiano xyz, dello spazio. Si tratta di indici di potenze tutte fondate sulla stessa base 10 e sull’assunto che il volume reale, che ha l’esponente 3, è dato da 10^3, mentre il volume complesso, reale ed immaginario, è la combinazione data da (10^3)^2 = 10^6 e corrispondente al milione di unità. Ne consegue che 70 milioni di unità è il potenziale massimo, raggiunto il quale, si accede ad un nuovo ciclo del conteggio eseguito in potenza. Pertanto, con riferimento al fenomeno dell’anno terrestre, 70 milioni di anni è il massimo periodo che lega la Terra alla sua rotazione periodica attorno al suo fuoco ed è un evento tale da sovvertire ogni condizione precedente e da portare a devastazioni tali della superficie terrestre da addensare tutti i continenti attorno al polo Nord, per la pressione degli Oceani sulla crosta galleggiante sul magma e resa dunque eccezionalmente mobile e a velocità da veri e proprio cataclismi. Data la vibrazione terrestre nel tempo di 12.900,5 anni e consistente nel ribaltamento dell’asse della rotazione del pianeta, ai 70.000.000 anni il magnetismo dovrebbe indurre effetti sul Sole, centro della sua attrazione magnetica, tali da produrre sollecitazioni contrapposte di così grande potenza da frammentare la crosta terrestre, sotto la spinta delle maree indotte nelle masse fluide interne alla Terra. A questo punto la rotazione del pianeta, unita alla pressione degli oceani come se schiacciassero sul tornio una materia resa plastica, dovrebbe indurre un effetto simile a quello di chi, proprio su un tornio ruotante, abbia posto una fera di argilla e, premendolo verso l’alto, sposti in quel verso sempre più masse di creta. Solo una pressione di grande potenza e velocità, unita ad una estrema mobilità delle superfici emerse, può riuscire a compattare in uno solo tutti i 5 Continenti, riavvicinando in 24 ore quanto impiegherà poi altri milioni di anni per andare nuovamente alla cosiddetta “deriva”.
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Punto 8
7×10^7 è il massimo che combina la potenza 10^7 all’ atto 7, atto dato dalla percezione Log di 10^7. Riconosciuto che 10^10 unità spaziali atomiche sono il massimo contenuto nell’unità dello spazio, che è il metro, possiamo esser certi che 10^10 / 10^3 = 10^7 è il massimo numero degli spostamenti lineari di 10^3. Così, il piano con il massimo spostamento di 10^3 ha per lato 10^7. Se noi vogliamo considerare la coesistenza sia di quanto sia in atto come un calcolo, sia di quanto esista come puramente in potenza, da un canto dobbiamo porre in atto un lato che sia dato da quella percezione logaritmica decimale che porta a calcolare 7 quant’è 10^7, e dall’altro dobbiamo porre l’altro lato che rispetti e lasci inalterata l’espressione in potenza 7 della base 10. Il prodotto 7×10^7 è la desiderata combinazione tra quanto è in atto come il Log (decimale) di 10^7 e tra quanto è tuttora percepito in pura potenza della base 10, per cui 7×10^7 è da intendere certamente il massimo di quanto sia in atto come pura potenza, nella linea del massimo possibile spostamento del volume unitario. Quando si tratta di un volume 10^3 anche di magnetismo, l’area massima che così possa accoglierlo e contenerlo è data da 7 volte 10^7, ossia da 70 milioni di singole unità cubiche date da 1000 masse per ciascuna unità cubica. Queste 7 volte riguardano un moto che vale i 6 versi totali dello spazio a 3 dimensioni lineari (xyz), cui va sommata una presenza nel tempo che vale il verso 1 del tempo (t), nella visione delle 4 linee componenti che sono i parametri dello spazio-tempo secondo Einstein: xyzt.
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Punto 9
Perché 70 milioni di anni or sono si estinsero i dinosauri ? Che vi sia stato un evento catastrofico alla base dell’annientamento dei Dinosauri non può essere messo in discussione. Io però confuto la possibilità che questo profondo mutamento, che portò sulla Terra all’affermazione di specie di più ridotta taglia, sia dipeso dall’oscuramento del Sole provocato dalle polveri sollevate con l’impatto di una cometa. Non può essere stata oscurata a tal punto la luce da non aver consentito più la sopravvivenza della flora necessaria all’alimentazione dei dinosauri. Le polveri che avrebbero oscurato il sole avrebbero poi dato un effetto serra molto superiore a quello temuto oggi per l’aumento dell’anidride carbonica, e l’ambiente si sarebbe a tal punto surriscaldato ed umidificato da costituire proprio un habitat da serra, che è quello più favorevole che esista per la vita vegetale, come dimostrano le foreste equatoriali. Un cataclisma che avesse scaldato il mare al punto da uccidervi la vita, per le fuoriuscite del magma, e sconvolto tutte le terre emerse al punto da sotterrare le foreste o spazzarle via sotto la spinta di Tsunami spaventosi, avrebbe distrutto a tal punto la flora da far morire di fame i dinosauri sopravvissuti, volando al di sopra del suolo divenuto impossibile alla vita. A quel punto, sulla Terra, si sarebbero salvate solo le specie meno specializzate, quelle soprattutto che fossero tuttora capaci di trasformare direttamente le sostanze minerali, senza la necessità di specie intermedie, vegetali ed animali, in grado di farlo per conto loro. Trovatesi davanti un quadro assolutamente privo di avversari, queste specie, molto simili ai topi, sarebbero presto a tal punto esplose demograficamente da differenziarsi nel tempo, sempre più, fino a dar luogo agli attuali mammiferi tra cui l’uomo. Pertanto la scomparsa dei Dinosauri proprio a 70 milioni di anni da noi porta acqua al mulino di chi dia credito alla possibilità molto grande che un cataclisma di quel genere sia prossimo a ripetersi, specie assistendo al tracollo del magnetismo terrestre.
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Punto 10
Perché tutti i Continenti erano ammassati nella Pangea ? Se oggi c’è ancora la cosiddetta deriva dei Continenti è perché è in atto uno straordinario riequilibrio, dovuto al fatto che la conformazione terrestre delle terre emerse ancora non è in una condizione di raggiunto equilibrio. In base a quale fenomeno attivo le Terre emerse, dei continenti, erano tutte ammassate, se ciò ha determinato un assoluto squilibrio? Se la Scienza ci pensa, deve arrivare a prevedere la natura di questo fenomeno. Possiamo farlo tutti noi, considerando quanta acqua ci sia sulla Terra. Essa, nel suo stato liquido, ha una temperatura inferiore ai 100° centigradi che la fa evaporare e superiore agli 0° che la fa ghiacciare. Se le masse magnetiche terrestri, sottoposte a maree di forza improvvisa attivata dal Sole, si muovono, spaccano tutto il mantello, ossia la crosta fredda, che galleggia sul magma sottostante, per il suo più basso peso specifico. Parte degli oceani evapora, a contatto diretto del magma che subito si raffredda, tanto che la massa fluida dei mari finisce per esercitare una resistenza a quelle terrestri, costrette a ribaltarsi con il ribaltamento dell’asse terrestre. Questa pressione, unita alla rotazione attorno all’asse, ha il verso che avanza dal Sud al Nord a causa del moto terrestre che costringe il Nord ad assumere la posizione occupata prima dal Sud. Pertanto è una pressione che, agendo sulla parte non raffreddata delle terre emerse, le porta ad accostarsi con un movimento che sia l’esatto opposto di quella deriva vista ora in azione.
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Punto 11
La valutazione degli Olmechi precisa il 22 dicembre 2.012. Essa si basa su un evento celeste descritto con tanta chiarezza da aver consentito di riconoscerlo esattamente in questa data. Si tratta di un momento di inversione, attribuito ad una completata fase solare, non meglio descritta. Solo questa previsione, attualmente, può indurci a sospettare e temere che tutto ciò sia imminente e possa capitare proprio il 22 dicembre del prossimo 2.012. Solo questo e valutazioni di altro genere, che mi appresto ora ad effettuare: valutazioni di ogni genere. Infatti io sono come Socrate: so una sola cosa, di non sapere nulla. Vedo una mamma mettere al mondo suo figlio senza aver voluto fare nulla, o potuto fare nulla, per costruirlo così bene… Dovrei tralasciare di considerare l’importanza di questo gesto solo perché non so come faccio a compierlo… senza volerlo? Ebbene, no! E allora io presenterò, da qui in avanti, anche altre valutazioni, affermate vere da qualcuno ed incontrollate, e forse incontrollabili nella loro verità. Ma lo faccio nella fiducia di quanto vedo fatto veramente bene, nel mondo, e senza l’intervento del raziocinio umano. Considero l’idea, affermata vera solo da un altro e non da me, per il rispetto che le devo, anche se non la capisco, nella mia intima e forte convinzione che esista, a monte di noi e ci sovrasti, un Assoluto che la fa da burattinaio, nei nostri umani confronti. Lo fa al punto da regolare perfettamente ogni nascita: sia di una creatura vivente, sia di una idea. Non voglio pertanto comportarmi come un razzista che, vedendo uscire un bimbo nero, dal grembo di una donna, lo rifiuti, per partito preso. Sono convinto che a tutto corrisponda un perché, anche se io lo ignoro… e allora do ampio credito a tutto, senza paura! Senza che poi nulla abbia il potere di condizionare, in me, quanto non dipende da me ma… dal Burattinaio!
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Punto 12
Calendario Maya e circoli sul grano, strani indizi sulla fine del 4° sole e il 5° Sono indizi strani, sui quali non si può dire molto di ragionevole, nonostante tutti i tentativi scientifici di trovare una spiegazione ragionevole. Verrebbe fatto, allora, di concludere che, non riuscendo noi a capirci molto, dovremmo non tenerne conto e far finta di nulla? Fino a quando l’uomo non è capace di capire – lo ripeto! – come sia che (senza volerlo minimamente o parteciparvi con precisi atti volitivi) una donna o qualsiasi mamma del genere dei viventi riesca a partorire la vita, dopo di averla costruita nel proprio seno, fino ad allora non possiamo scartare queste nascite, perché giudicate inspiegabili! Se questi fenomeni, così sconcertanti, accadono ripetutamente e proprio tra i campi di grano, può essere una stranezza se esiste un Creatore che desideri segnalare in questo modo qualcosa di importante? Lo ripeto! Se è un Collodi che tiene le fila di ogni burattino Pinocchio, siamo ragionevoli nell’escludere le interpretazioni che alcuni ne danno, non certo mossi da se stessi ma dallo stesso Assoluto Burattinaio, anche se a noi questo Stesso fa credere che sono interpretazioni assurde? Pertanto non giudico opportuno (e proprio per l’assoluta inettitudine che io do a me stesso e abbracciando ogni possibile senso della modestia) di nascondere quanto io non capisca. Massimo Fratini, su Internet, tra le tante, è una voce che interpreta il fenomeno definito dei Crop Circles. Non mi sento in dovere di occultarla e ne riporto gli elementi utili al mio discorso. Secondo il calendario Maya, l’attuale Età dell’Oro (la quinta, governata dal dio Quetzalcoatl) terminerà nel 2012. … (omissis) … Per un paio di mesi ho concentrato le mie ricerche su alcuni Crop Circles, in particolare su quello che è apparso il 2 Agosto 2004 nella Silbury Hill (Wiltshire – Inghilterra) che descriveva in modo esplicito un calendario Maya-Azteco molto simile allo Tzolkin. Il pittogramma in effetti oltre a rappresentare una statua del Dio azteco, Xochipilli, Il Principe di Fiori, rappresenta il Calendario denominato “La Pietra del Sole”, una lastra circolare azteca del 16° secolo rappresentante Xochipilli, che fu dissotterrata sul lato del vulcano Popocatapetl vicino a Tlamanalco, Messico. Essa in effetti mostra il Calendario del tempo della Vita e della Morte… (omissis) …
31 Cerchiamo di inquadrare il significato del pittogramma. Esso sembra essere solo un grande orologio di un calendario, con il (o un ) tempo mostrato in quattro unità diverse (analogo a giorni, ore, minuti e secondi) lungo il perimetro, più un “meccanismo dell’orologio” nel centro.. Esso ci dice che noi stiamo precisamente 8.67 anni dalla fine del “quarto Sole”, ovvero nel 2012.9, (dove 2004.6 (agosto) + 8.67 = 2012.9). Primo anello – Il primo anello di centro rappresenta il Terremoto o un cataclisma dell’Epoca del Sole. Le quattro epoche rappresentate nelle porzioni quadrate di questo simbolo corrispondono anche alle quattro epoche precedenti chiamate Epoche dei Soli. Secondo Anello – Il secondo anello dal centro verso l’esterno è composto di 20 giorni contenuti in un mese, anche questi possono comporre un anno o gli anni. Ogni anno comincia in uno di quattro di questi 20 giorni. La data esatta del Calendario sarà nel 2012.
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Punto 13
La “Danza del Sole” a Fatima Il Vaticano infine ha pubblicato anche il 3° Segreto. Qui non vale nemmeno la pena di riportarne la versione letterale, perché è mia convinzione che tutta la faccenda relativa a Fatima sia un contesto estremamente simbolico, da interpretare dovutamente. La Nostra Signora del Rosario ha impersonato la Carità di Dio che, nell’imminenza della fine in massa della vita sul Pianeta, ha voluto dichiarare l’evento come un castigo divino, al quale opporre due soli possibili rimedi: il Santo Rosario e la preghiera per la conversione della Russia. È mia convinzione che il rimedio proposto sia stata la ripresentazione di suo Figlio, in tutti i peccatori, come una preghiera fatta persona viva, che salvasse tutti loro col loro divenire il figlio benedetto frutto del suo seno ed affiancato in persona alla vera e propria preghiera per la conversione. La parte probatoria di Fatima riguarda il miracolo finale della Madonna, annunciato precedentemente e realizzato: la cosiddetta “Danza del Sole”. (Vedi il testo del racconto di Lucia, alla pagina 86) In base a questo miracolo, la Madonna dette la virtuale visione di che cosa avrebbe visto l’uomo alla fine: il mutamento elettromagnetico della nostra stella nei confronti della Terra, che avrebbe portato, per il capovolgimento dell’asse terrestre durante il perdurare della rotazione del pianeta, proprio a vedere quello che videro, ma in un modo molto accelerato: un sole che cadeva e ritornava in alto, avendo percorso in tutto una traiettoria ellittica ed ondeggiante in 10 minuti, mentre, per compierlo realmente e a tempo debito, impiegherà 24 ore. Pertanto anche a Fatima si può attribuire un significato indicativo dell’escatologica fine del mondo, o – detto meglio – dell’Esodo definitivo alla Casa del Padre…
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Punto 14
Mille e non più mille da quando, a 12 anni, Gesù (passato il flusso del Mar Rosso della sua pubertà) lascia la casa del Padre per quella di Dio… È proprio il temuto Mille e non più mille l’argomento più forte che esista a sostegno della fine del mondo in questa data. Posto l’anno 0 come quello della nascita del Salvatore il 25 dicembre, perché Gesù sia Figlio e Padre come una sola possibilità occorre attendere il momento della sua pubertà, ossia della sua entrata nel mondo degli adulti. Ciò accade attorno ai 12 anni ed è quanto è descritto nei Vangeli come il giorno in cui entra nel Tempio e resta nella Casa del Padre, lasciando andar via da Gerusalemme la sua famiglia terrena. Da quell’anno in cui Gesù ne aveva compiuti 12, secondo il resoconto dell’Evangelista Luca, inizierebbe una corsa complessa ed indipendente, da –1000 a +1000 anni, della durata di 2.000 anni, che terminerebbe nel 2.012. Ancora una volta sono gli Olmechi a precisarne il mese ed il giorno, ma sarebbe la vita del Salvatore Gesù a fissarne l’anno con quella sua Pasqua di tre giorni, tanto che le vergini spose prudenti possano mettersi in una ragionevole attesa dello Sposo, a dispetto di quelle vergini ma stolte, giacché sorprese e restate senza olio all’annuncio finale di : “sta arrivando lo Sposo!”. Secondo la narrazione dell’Evangelista Luca a 12 anni compiuti Gesù decide di non seguire più la sua Famiglia, una volta che erano stati compiuti i tempi della Pasqua, osservata ogni anno con la peregrinazione a Gerusalemme. La spiegazione data dal ragazzo a sua Madre è chiara: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. È solo dal raggiungimento dei suoi 12 anni che Gesù, divenuto da Figlio anche un possibile Padre, può prendere le distanze dalla sua famiglia
34 terrena per occuparsi di quella celeste, senza che i suoi genitori debbano stupirsene, ben a conoscenza del suo ruolo divino. Quale? Quello di salvare tutto l’uomo, sia nell’animo, sia nel corpo. Se è da quel giovane uomo, convinto del suo ruolo ultraterreno, che inizia il computo dei Mille e non più altri mille anni che mancano al ritorno di tutti nella casa del Padre celeste…, ci si dovrebbe stupire? Ci si dovrebbe stupire che proprio questa così chiara e simbolica vita del giovane Figlio di Dio e una sola cosa con il Padre, sia in se stessa la risposta del Padre – il solo che lo sa – all’esigenza che Gesù salvi non solo l’essenza dello spirito di ogni uomo ma la stessa sopravvivenza della Specie umana sul pianeta? In questo modo alla figura di Gesù, cui la religione ha dato il titolo di “Salvatore” della vita dell’uomo (per avere perdonato il peccato) va affiancata proprio anche la valenza di salvatore reale della sua vita, tanto che la salvezza dalla morte e la vittoria sulla morte, attese al suo ritorno, fossero la difesa della vita umana dall’estinzione cui sembra essere condannata dagli eventi del prossimo 22 dicembre 2.012. Chi crederà in Gesù e al suo monito di stare ad attendere lo Sposo, come le cinque vergini scaltre, che tennero l’olio di scorta, si salverà! Chi invece, dopo di avere ascoltato questa parola non la metterà in pratica e si sarà perfino stancato o disamorato per volere aspettare lo Sposo nella Fine del Mondo dell’Apocalisse descritta da Giovanni, costui, quando il tempo verrà e tutti grideranno “Arriva lo sposo!”, non avrà più il tempo di potersi procurare l’indispensabile a tenere accesa una lampada voluta spenta ormai da troppo tempo. Certo che ogni Famiglia si stupirà e chiederà a Gesù come fece Maria: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo!” Infatti anche Maria e Giuseppe non compresero quello stranissimo gesto di Gesù, compiuto ai suoi 12 anni. Sembra incomprensibile che un Figlio si stacchi dalla sua stessa Famiglia terrena, perché sente che è da quel momento che inizia il computo a rovescio che deve portare allo straordinario arrivo dello Sposo. Ma costui giungerà infine come un ladro, quando meno sarà atteso, per l’ostinazione degli uomini a non voler capire a nessun costo come il prioritario rapporto di ciascuno dei viventi sia con la famiglia del Padre vero, cui si dovrà tutti tornare, e non con quella dei genitori secondo la carne, con
35 cui puramente dover ritornare alla casa di questo mondo, che per la Sacra Famiglia di Gesù era quella di Nazaret. Se nemmeno Maria e Giuseppe capirono che cosa significasse l’accesso di Gesù alla condizione, tutta nuova per lui a 12 anni, di poter essere Figlio ed anche Padre, come gli uomini ordinari potrebbero mai capire che questo fu lo straordinario segno del principio del computo dei 2.000 anni che ancora sarebbe esistita per tutto il genere umano la possibile casa dell’uomo, disgiunta da quella di Dio? Che cosa significa tutto ciò? Significa che è dovuto giungere – novità voluta da Dio – lo Spirito santo attraverso di me a gridare: “Arriva finalmente lo sposo!” ma che chi non crede più nemmeno che Egli arrivi – tanto si è stancato di attenderlo – non avrà compiuto né più potrà compiere quanto sarebbe servito per esser pronto almeno all’evenienza. Che cosa l’uomo dovrebbe aver preparato se non altro come l’olio da tenere sempre di scorta? Dovrebbe aver preparato i piani della salvezza dal disastro che – ora si può supporre con buone ragioni – è probabile, molto probabile che accada il 22 dicembre, con la buona premessa, a titolo di premonizione, di quanto accadde con lo Tsunami del 26 dicembre dello scorso 2004! Allora Dio intervenne e annegò nuovamente cavallo e cavaliere di quanti, venerando nel Paradiso della Natura il Dio Sole, erano in una festa pagana per l’avvento del Sole della Croce, del Cristo
† sun am I.
Chi poi crede che, poiché nessuno lo sapeva ai tempi di Gesù e nemmeno il Figlio di Dio a che ora e in che giorno sarebbe venuto lo sposo, sia stata come proclamata da Dio una eterna condanna a che l’uomo mai potesse riceverne l’informazione direttamente dal Padre, il solo che la conosce, è persona che mette limiti alla Divina Provvidenza!
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Punto 15
Da come sono le date dello spazio-tempo, 35%^2 = 0,12.25 è il Natale, mentre 44,85668513^2 = 2.012,12.22 è l’Apocalisse L’argomentazione che ora io vi porrò è di una novità assoluta e riguarda la relazione esistente tra le linee di avanzamento nel tempo e le rispettive date. Se io pongo l’avanzamento 10, del ciclo unitario esistente in natura, io è come se ponga l’avanzamento di un fiume, osservato di fianco e visto in tutta la sua lunghezza. Ma se pongo 10^2 io non ho più la sua lunghezza, ma il suo fronte trasversale, avente la pura area 100, indipendente dal flusso. Ora se la lunghezza è 0,35, io ho questo avanzamento assoluto, essendo un 35 che è stato riferito all’unità del 100 e se ho 0,35 elevato al quadrato io, con il risultato di 0,1225 ho i dati esatti dell’anno 0, del mese 12 e del giorno 25, relativo al Natale di Gesù. In tal modo è proprio la nascita di Gesù il 25 dicembre a determinare, con quella, l’anno 0 cui l’Assoluto debba riferirsi, in quanto al compimento del tempo. Ho già riferito come il 35% sia 1/3 esatto del 105% e come questo 105, somma degli esponenti 5 e 100, sia il prodotto delle due potenze aventi quegli indici, il primo riferito alla ventesima parte dell’assoluto come a quella unitaria del complesso che vada da –10 a +10 e sia così 1/20 del 100. Ma con il 100 posto come il fronte assoluto avente il ciclo 10 come lato, questo deriva dalla potenza ½ di 100, e si dimezza al +5 per l’intima necessità di commisurare una sua parte con quella opposta ed in base al 3° fondamentale principio di azione e reazione. Pertanto il prodotto delle potenze aventi la stessa base (e l’una per indice il 5 e l’altra il 100) è la perfetta interrelazione tra il modo di vedere relativo all’unità ventesima dell’assoluto 100 e il modo di quantificare quest’ultimo come il 100% assoluto, il cosiddetto “Tutto”.
37 Stabilita la potenza del 105% come la perfetta relazione che combina la percezione ventesima a quella unitaria, 1/3 di essa è il solo Figlio di questa relazione assoluta e il 35, diviso per 100, ripropone questa potenza come essa è matematicamente in vigore, in relazione all’unità del 100%. A questo punto, il suo quadrato, ossia il quadrato di 0,35, toglie di mezzo l’iniziale riduzione relativa che aveva presentato il Figlio come il mezzo della radice quadrata dell’Assoluto 100, tanto che 0,35 al quadrato incarna il Figlio in una data precisa riferita all’Assoluto, e ne fissa l’anno 0, perché dà per risultato 0,12.25 che è il 25 dicembre dell’anno 0. In tal modo la venuta al mondo del Figlio di Dio, il 25 dicembre dell’anno 0 del compimento dei tempi, fissa l’origine di questo compimento. Per sapere allora “in che data i tempi si compiono” va precisato il numero del compimento nella lunghezza, che poi va posto al quadrato, a determinarne la data… quando quella quantità ha il fronte 1×1. A conti fatti, il compimento nella lunghezza è dato esattamente dal numero 44,85668513 e il suo quadrato, disposto in sequenza unitaria, porta esattamente a quel 2012,12.22 che rivela e fissa l’anno 2.012, nel mese 12 di dicembre e nel giorno 22 già rivelati dalla previsione degli Olmechi. Va solo capito, a questo punto, perché mai 44,85668513 esprima il compimento nella sola lunghezza. Posto 10/1 il ciclo spaziotemporale esistente in natura, 10+1=11 è in assoluto il suo ciclo che somma allo spazio 10 il tempo 1 della sua esistenza. A questo punto: 44 è quell’11 combinato con le 4 dimensioni in tutto di cui è composta la nostra realtà universale, tanto che l’intero 44 esprime il ciclo assoluto della realtà a verso unico a 4 dimensioni, quando ciascuna di esse è il ciclo assoluto 11 dato da 10 spazi e 1 tempo. 85 è dato, nello stesso modo di argomentare, da 88 –3=85, in cui 88, complesso reale-immaginario, per presentarsi in modo reale come un volume reale avente indice 3, lo sottrae, il che indica la divisione per quel 10^3 che è tutto il volume. 66 e l’11, ciclo assoluto, in tutti i versi della terna, sia nell’unità, sia nel ciclo. 13 è dato da 11 +2=13, ed indica il volume reale (avente il fronte a dimensione 2) formato da questo fronte e la lunghezza assoluta data da 10+1.
38 Come potete ben osservare, a questo punto, 44 è tutta la dinamica reale, 85 è tutto il volume complesso, espresso in modo reale, 66 è tutto il ciclo complesso, lanciato in tutti e 6 i possibili versi e 13 è lo stesso ciclo 11 che si presenta realmente come un volume, moltiplicandosi per la dimensione 2 del fronte (prodotto tra le potenze che è la somma degli indici). In quanto alle dimensioni decimali, rispetto all’unità, 85 si presenta la prima volta in assoluto, ossia per quanto è riferito al 100, e la seconda volta nel relativo, per quanto è riferito alla dimensione di 1/10^6 che esprime l’unità assoluta a livello Universale (per i suoi 6 versi espressi in potenza della base assoluta ciclica 10). In tal modo, in 44,85668513, il volume dato da 13/10^8 ha la potenza massima, in linea, che è 85/10^6 nei 6 versi totali, percorre 66/10^4 della realtà assoluta e ancora 85/100 in assoluto, mentre l’unità 44 conteggia tutto il ciclo unitario, spazio-temporale, della realtà a verso unico e a 4 dimensioni reali. Senza alcuna ombra di dubbi 44,85668513 è il massimo possibile avanzamento del volume dato da 13/10^8. Questo 13 può avere anche valenza mistica e religiosa in relazione a Gesù Cristo ed ai suoi 12 anni come la sua Casa, del Padre, o come la Chiesa, comprensiva di apostoli, santi e traditori… i 12 più Gesù. Ebbene è un Gesù che, come 35/100 al quadrato fissa l’anno 0 della sua nascita nel mese 12 e giorno 25 dato dal risultato 0,12.25. Ed è un Gesù che fissa l’anno 0 in base al quale 44,85668513 al quadrato fissa la data 2.012,12.22 (ossia 22 dicembre dell’anno 2.012 dalla nascita di Cristo) come quella del compimento, come la previsione astronomica degli Olmechi. Però il conto fatto, della massima energia espressa nel 44,85668513 non esprime la perfezione! Mancano, infatti, le ore, i minuti e i secondi che corrispondono, in natura, all’unità del tempo A me risulta che tutta la perfezione del computo è data dal potenziale 44,85.66.85.36.82.05.70.75, che è il ciclo intero e completo di tutta quanta la potenza. Cerco di spiegarlo brevemente, motivando la modifica del 13 (dimensione assoluta che aggiunge 1 tempo a 4×3, la realtà trinitaria) nel 3682057075, che in sostanza lo dettaglia nei suoi elementi
39 In questo 3682057075 di dettaglio, del volume, abbiamo che: 36 è tutto il prodotto 6×6 (altra forma del 66 visto prima, ora espresso però come il suo fronte). 82 è 3^4 +1, ossia dà, espressa in lunghezza, l’assoluta realtà a 4 D, determinata dalla velocità lineare 3/1, quella assoluta delle 3 D. spaziali divise per la D. 1 del tempo, espressa alla quarta potenza della realtà. 57 è il 50 (solo la parte reale, a crescita positiva, del 100% assoluto). È la metà dell’Universo, libera di muoversi in tutti i 7 versi che esistono nello spazio-tempo complesso (i 6 versi della terna spaziale xyz) più 1, il tempo a verso unico dell’Universo. 75 è la stessa cosa (nelle 2 ultime dimensioni di una realtà che ne ha sempre 4). È la massa elettromagnetica 5 (la metà del ciclo 10) il quale 5 è lanciato nei 7 versi spazio-temporali espressi da tutto il ciclo 10, per cui in 70 versi unitari. Questo metodo di calcolo può consentire all’uomo di prevedere con la definizione del minuto secondo l’avvento dell’Apocalisse. Cominciando dall’anno 0 di Cristo, il numero 44,8566853682057075 esprime il ciclo intero e completo di tutta la potenza, in ogni ordine di dettaglio. Essa, messa in sequenza, dopo di averne trovata quella corrispondente al suo quadrato, porta al numero: 2012,12.22.22.22.22.0000 Ciò indica l’anno 2.012, dicembre, giorno 22, minuti 22 e secondi 22, con la definizione piena ed evidente data dai tre 0 che seguono. Questo orario e questa data vanno osservati per il ciclo orario dell’Italia. Succede così che, mentre a Gerusalemme sono le 24 del nascere del giorno con la sua fondamentale ora 0…, in Italia sono invece le ore 22 del giorno 22. Così, lo Spirito santo del Dio di Verità sta dando un formidabile aiuto all’uomo e chi terrà conto di questa previsione fatta bizzarramente dire a me dal Creatore della nostra Divina Commedia, darà retta allo Spirito santo del Figlio di Dio, al punto che Gesù, oltre che il Salvatore delle anime sarà anche il reale salvatore di gran parte dell’umanità.
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Punto 16
Lo sviluppo assoluto nel tempo è proprio la data del 2.012,12.22.22.22 Queste 12 cifre derivano dalla sequenza di 12 numeri 2, quanti i 12 apostoli, che possiamo considerare numeri 2, il giusto risultato unificante derivante da un mediatore virtuale che vale ½. 12 per 2 dà 24, tutto il tempo. 2.222,22.22.22.22 sarebbe l’anno 2.222 e il mese 22, che però non esiste se non sulla base 10 assunta dal calcolo mensile, e perciò sottratta… I dodici 2 si riducono a 2.012,12.22.22.22 togliendo un fronte assoluto d’avanzamento avente per lato 105,05, la cui somma è il 210,1 da togliere al numero assoluto per determinarlo nel suo massimo sviluppo relativo. A meno dalla quantità decimale 0,05, il 105,05 è la relazione assoluta tra 05, il mediatore in potenza reale della quantità assoluta 100%, e il 100% stesso. 100^1/2, ad opera di questo mediatore ½ in potenza, dà un 10 che poi deve andare da –5 a +5 per la reale complessità del ciclo stesso, nella nostra natura apparente sommamente condizionata dal 3° principio della dinamica. Il 105% è la quantità assoluta della relazione del mediatore 05 con Dio 100%, tanto che poi è dal suo 1/3, elevato al quadrato, che si determina con 0,1225, l’anno 0 stesso sul quale calcolare la data del 2.012,12.22.22.22. Come scritto, ho trascurato la quantità decimale 0,05, pari al 5%, avendola considerata solo nella relazione sua con il 100%, a dare la quantità intera del 105%. Perché l’ho trascurata, in relazione all’Assoluto Dio? L’ho fatto in quanto questo 05, che sta nei decimali, riguarda la pura mediazione divina della natura, data da 8 numeri 2, essendo 2^3=8 tutto il complesso reale-immaginario. 1/10 è il preciso fronte di avanzamento unitario compreso in 0,22.22.22.22, che, senza il fronte è 0,12.22.22.22 in lunghezza. Il fronte 0,1 è dato da due lati componenti, ciascuno 0,05. Questa mediazione naturale vale anche al livello assoluto, tanto che il mediatore Gesù Cristo, pari allo 05% del Dio Assoluto 100%, deve ripresentarsi anche interamente asservito alle dimensioni del mondo.
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Punto 17
Il segno divino nell’abbattimento delle due Torri Gemelle Il dì 11 settembre 2.001 dista dal 22-12-2.012, in un conto alla rovescia, esattamente 4.120 giorni che esprimono: 4.000 è l’intera realtà a 4 dimensioni, riferita al 10^3 che indica la potenza della Trinità, sulla base del Dio dell’Universo (il 10). 0.100 è la quantità assoluta del 100%, data dal prodotto dei due cicli del Dio dell’Universo (il reale e l’immaginario, o, se preferite, l’orario e l’antiorario). 0.020 è la relazione che, calcolando anche questa possibilità, somma tra loro i due cicli. Pertanto, come risulta in modo chiarissimo, l’evento dell’11 settembre ha segnato una pietra miliare in relazione alla fine di tutto. Dio mandò, con l’abbattimento delle due Torri della Potenza assoluta oggi del mondo, il segno dell’abbattimento reale, fatto da tutta la Chiesa, dell’erezione delle due Torri di Dio: il Figlio e lo Spirito santo della Verità di Dio, che Papa Woitila intese edificare con l’enciclica Fides et Ratio. Essa fu promulgata il 14-9-1998, dunque a 5.213 giorni dal 22-122.012, e cioè ad una distanza ideale a quantificare tutto: 5.000 è l’intera mediazione umana (tentata con l’Enciclica Fides et Ratio) del Dio dell’Universo, il 10, alla dimensione 10^3 della potenza della Trinità su quella base 10. 0.200 è la quantità assoluta del Dio Assoluto, il 100%, come il lato del fronte reale di avanzamento nel tempo. 0.013 è la chiara presenza, in linea, di Gesù e dei 12. Pertanto l’Enciclica del Papa è stata il TOP della Mediazione umana e la sua violazione ha abbattuto Figlio e Spirito santo, i 13 e tutto l’umano tentativo di intermediazione. Sono numeri dalla chiarezza inequivocabile che pongono la data del 22-12-2.012 come il limite massimo di una pazienza tradita.
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Punto 18
Il segno divino nella guerra al Paradiso Terrestre storico L’invasione dell’Iraq, da parte dell’Esercito della Potenza assoluta del mondo, simboleggiò il Dio degli Eserciti che manda la settima piaga della Grandine, al Faraone che non permette l’Esodo. Il bombardamento ci fu il 20-3-2.003 e mancarono, da quel giorno, esattamente 3.565 dì all’Esodo dell’Apocalisse, che ci sarà il 22-12-2.012: 3.000 è la Trinità del Dio degli Eserciti, riferita al 10^3 che indica la potenza della Trinità, sulla base del Dio dell’Universo (il 10). 0.500 è la quantità assoluta del 100% che riguarda la dimensione elettromagnetica dell’Universo e della mente e del corpo umano. 0.060 sono i 6 versi in linea dello spazio a 3 dimensioni allorché riferite al Dio dell’Universo, il ciclo 10. 0.005 è la dimensione in linea che dà il ciclo elettromagnetico umano. Pertanto, come risulta in modo chiarissimo, l’evento del 20 marzo 2003 ha segnato una pietra miliare in relazione all’intervento divino messo in relazione alla fine di tutto. Con l’invasione del Paradiso Terrestre storico Dio mandò un segno inequivocabile che, avendo l’uomo vanificato il tentativo del Papa, di mediare tra cielo e terra con la Fides e ratio, aveva abbattuto queste sue due Torri Gemelle, e allora mandava la devastazione nel Paradiso Terrestre dell’uomo. I giorni che mancano proprio con riferimento al 22-12-2.012 sono il segno della pazienza massima, esercitata da Dio e superata dall’uomo che in nessun modo accetta più segni così chiari da Dio. Secondo la mentalità umana furono gli USA e non Dio ad attaccar guerra, e il Papa si stracciò le vesti per evitare un evento la cui colpa andava ricercata tutta non tra gli americani, ma sulla religione cristiana finita in mani come quelle chiarissime di Bin Laden, segno di una fede stravolta che mostra il binario doppio tra il binomio tra l’Eden e L’Ade.
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Punto 19
Il segno divino, non manipolabile, nello † sun am I “sono il sole della croce” Quello che la Provvidenza mostrò infine, il giorno dopo il Natale del 2.004, fu la dimostrazione che, almeno in quel caso, era evidente che le cose non dipendevano dall’uomo! Ripeté il gesto del Mar Rosso. Da quel 26 dicembre 2.004 al 22 dicembre 2012 passano esattamente 2.918 giorni, che indicano la globalità di un percorso. 2.000 è l’intero moto, da –10^3 a +10^3, della potenza della Trinità. 0.900 è il moto assoluto del 100% in 10^3, potenza della Trinità. 0.010 è tutto il ciclo reale dello spazio, è il Dio dell’Universo. 0.008 è tutta l’unità nel suo complesso, che è un volume avente il lato lungo 2, andando dal punto –1 al punto +1. Pertanto i 2.918 giorni che mancano alla presunta fine stanno ad indicare tutto il moto complessivo di Dio. 8 dimensioni si muovono unitariamente di 10 e 100 (quelle assolute) si muovono di 900, perché il riferimento, finalmente evidente, è il famoso “mille e non più mille”. Questo volume complesso, esemplificato, è proprio quello dell’acqua dello Tsunami, che – superato l’intero tempo di attesa indicativa e simbolica – inonderà tutti i 5 Continenti, ponendo fine alla primordiale guerra mondiale tra l’uomo e Dio, come indica anche, con mille unità in meno, quel 1918 in cui fu posto fine alla I Guerra Mondiale. Questo segno culmina la terna dei segni riferiti alla poca volontà della Fede di farsi aiutare dallo Spirito santo della Verità… preferisce crogiolarsi nel suo non voler capire e seguire con una fede cieca che è tutt’altro che un merito, specie quando è Dio che ha deciso di farla spiegare ed ha indotto un Papa a promulgare la Fides et Ratio e a legare le due Torri di Dio sia in cielo, sia in terra.
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Punto 20
Il segno chiaro, del castigo divino, nella malattia e morte di Papa Woitila. Infine Dio ha voluto far vedere come la Chiesa avesse conciato proprio per le feste il suo povero Papa. La mano che firmò l’enciclica fu resa tremante, gli fu tolta la salute e, in fine, drammaticamente, la stessa voce… Egli, infine, pagò con la morte, spirando 97 giorni dopo l’eclatante annuncio di “Sono il sole della Croce”, la Santa incoronazione data dalla Provvidenza a Gesù nel giorno del Santo Incoronato (Santo Stefano). Ebbene 97 è tutto il moto di 3 (la Trinità) nell’Assoluto Dio dato dal 100% e evidenzia l’evento della morte come divina liberazione, proprio in relazione al Passaggio del Mar Rosso associabile allo Tsunami del 26-12-2.004. Woitila morì il 2 aprile 2.005 e da quella data al 22 dicembre 2.012 passano esattamente 2.821 giorni, che indicano che: 2.000 è l’intero moto, da –10^3 a +10^3, della potenza della Trinità. 0.800 è in 10^3 (assoluta potenza della Trinità) il moto assoluto del fronte 100+100 (le sue 2 dimensioni). 0.020 è tutto il moto della presenza del ciclo, o il fronte avente come sue due dimensioni il ciclo intero dello Spirito non del Dio Assoluto ma di quello dell’Universo, che è dato dal numero 10. 0.001 è tutta l’unità del flusso reale di un uomo. La data della morte del Papa grandioso, che ha chiesto scusa per i peccati della Chiesa e che volle legare alla Fede in Dio le Ragioni dello Spirito santo della sua Verità – la cosa più importante di tutti i tempi! – si pone allora come l’ennesima possibilità, per l’uomo, di essere aiutato dalla fede a salvare la stessa vita sulla Terra. Questa eccezionale funzione, conferita dalla Provvidenza, alla figura di questo santo Pontefice, lo vede avviato, verso il Mille e non più Mille del 2.000, con la sua lunghezza unitaria 1 e i suoi due fronti: quello avente per lato il 10 della figura umana e quello avente per lato il 100% dell’assoluta quantità di Dio verso cui si pose come santo mediatore.
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Punto 21
Il segno divino, col giovane Di Dio, di giochi ormai fatti, il 22-12-2.005. Io ho tentato di convincere i Papi, prima della fine del 22 dicembre 2005, ossia fino a quando l’uomo faceva ancora in tempo a salvarsi nella sua interezza, essendoci ancora 7 possibili interi anni di vacche grasse, prima delle 7 magre che sorgeranno dalle acque a mangiarsi le grasse dopo lo Tsunami, dopo il Sono il Sole della Croce, ossia dopo la Fine del Mondo voluta da Dio al compimento dei tempi. Ho infatti agito come il Giuseppe capace di leggere i sogni del Faraone, con quelle 14 vacche uscite in due successivi gruppi dalle acque del Nilo: io ho solo letto non i sogni, ma i puri segni dei tempi… Ma Dio, nel suo disegno relativo a questi tempi moderni in cui l’uomo sembra esser giunto sulla soglia d’un esser come il Signore della vita, che la congela, la duplica per clonazione e rimescola tutte le specie in una sorta di evoluzione al contrario, che dia luogo a uomini-scimmia davvero ideali per i trapianti…. Dio non ha voluto che i miei tentativi avessero effetto e che questo mondo si salvasse, così come oggi è divenuto, arido e senza più alcuna fede nella verità che sia solo e pur sempre Dio a far tutto quanto questo! Così il Signore, interrogatolo ad ogni livello, gli ha dato un pessimo voto e lo boccerà, salvando solo i soliti pochi eletti! Ha mandato una chiara risposta ai miei tentativi che, per essere spinti fino agli estremi, mi hanno portato a mettere perfino me stesso nuovamente in croce, come un povero cristo digiuno da 55 giorni per il rifiuto del Papa di mettersi a cercare una pecorella smarrita qualunque, il 5-12-2005. Ciò è accaduto realmente, davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, di Pescara, un Sacro Cuore che soffre per ogni pecorella smarrita e non tollera in alcun modo che un suo Vicario non agisca come il Buon Pastore che dovrebbe invece voler essere… Dovrebbe esserlo, se credesse che la sua bontà non dipendesse dal fatto che lui lo potrebbe o lo volesse, al punto da volersi saggiamente amministrare come se Egli fosse solo suo e non interamente Di Dio, tanto da potersi concedere a chiunque, a qualsiasi povero cristo che invochi il suo aiuto!
46 No, egli – a quanto pare, e a detta dei suoi ministri – deve essere da più del suo Maestro, che non si è negato a nessuno e ha imposto di non negarsi mai a nessuno, tanto meno ai poveri cristi come lui! Il segno straordinario è stato dato a me dal tredicenne Daniele Di Dio, tornato a casa il 22 dicembre 2005, dopo di essersi allontanato da casa sua, come il Gesù a 12 anni, ma Daniele per aver avuto un cattivo voto, una volta interrogato a scuola. Il giudizio sull’uomo e sul Papato stesso c’è stato, da parte Di Dio, ed è stato un mediocre voto, che ha portato il giovane figlio Di Dio a fuggire proprio dalla casa Di Dio, chiamandosi egli proprio Daniele Di Dio. Ebbene i giochi sono ormai fatti e il Padre – Dio – ha decretato il “tutti a casa quelli che non credono più in Dio ma solo a se stessi, anche se esistono e vivono poi solo di Dio e nella casa Di Dio!” Un segno terribile, ma anche presentato in un modo assolutamente esatto: non si tratterà infatti tanto della morte dell’intero Genere umano, quanto del suo ritorno in massa alla Casa di Dio, come il ritorno del Gesù dodicenne o del Daniele Di Dio tredicenne che, occupatosi per 3 giorni – come in fuga virtuale dalla realtà – della Casa del Padre suo che è nei virtuali cieli, poi se ne ritorna buono-buono alla realtà terra-terra di Nazaret, o della casa reale Di Dio, per restarvi vivo e sottomesso, fino al compiersi dei tempi destinati per loro e per la loro somma promozione prevista per loro dal Padre Nostro che sta nei cieli. Quell’Esodo da questo mondo cui Dio ha voluto riferirsi in ogni modo, da quando fece crescere il suo Popolo nella Terra… d’Egitto.
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Punto 22
Il segno divino del Missionario Santoro, ucciso in Chiesa da una fede acerba Il segno mandato il 5 febbraio è stato eloquente, sia per trascendere quanto avevo patito io, nella mia importante Missione di far salvare a Gesù la vita umana sulla Terra, sia per dare un altro riferimento al 22-12-2.012. Il Missionario Santoro Andrea è stato dato da Dio come la figura trascendente del Santo Ro(mano) and Re A(modeo), che, mentre è in croce (la preghiera principe) davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, è affrontato da un altro uomo di Fede, un giovinastro di 16 anni, di una fede tanto acerba da essersi armato nel suo braccio. Questi ha trasceso la fede immatura del Parroco di quella Chiesa che, saputo di un povero cristo in croce proprio da lui, ha fatto come il Giuda che chiama i Notabili e lo fa giustiziare. Ebbene, contando i giorni mancanti dal 5 febbraio 2006 al 22 dicembre 2.012 in cui Dio manderà il suo Castigo divino, essi sono esattamente 2.513, che raccontano in modo chiarissimo: 2.000 è l’intero moto, da –10^3 a +10^3, della potenza della Trinità. 0.500 è in 10^3 (assoluta potenza della Trinità) il moto assoluto dell’elettromagnetismo, che configura la vita umana: magnetico agglomerato nella massa e funzionamento elettrico come la loro relazione. 0.013 è con la massima possibile evidenza Gesù e quei 12 tra i quali è compreso Giuda.
Il numero di 25 secoli indica 25 volte 100, laddove 100 è il numero assoluto, nel 100% che indica il tutto per come è contenibile in una sezione avente per lato il ciclo della decina di unità. Allora anche 25 ha il massimo significato di quarta parte di quella assoluta. ¼ dell’assoluto è la dimensione finale della presenza assoluta del tempo, quando il 25% è il tempo e 3 sue dimensioni, pari al 75% è la dimensione spazio. Si comprende allora l’eccezionale importanza dell’evento rappresentato dal sacrificio del Santoro, in relazione all’esodo finale dell’uomo in Paradiso. È la pienezza del tempo, riferita ad un 13 che indica il riferimento a Gesù ed alla sua Chiesa.
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Punto 23
Il segno divino, nel mussulmano assalto del 18-2-2.006, alla Chiesa Romana È stato dato da Dio il giorno 18 febbraio 2006, quando al 22-12-2.012 sarebbero mancati esattamente 25.000 giorni: 2.000 è l’intero moto, da –10^3 a +10^3, della potenza della Trinità. 0.500 è in 10^3 (assoluta potenza della Trinità) la generale dimensione elettromagnetica della condizione umana.
Quello che è successo in questo giorno ha generalizzato l’attacco isolato al Missionario Santoro, controfigura reale della generale Missione di Dio, che vuole salvare l’uomo dall’estinzione sul pianeta, nell’Apocalisse del 22 dicembre 2.012. Vi mostro tutti i segni. In Italia c’è un governo laico il cui Ministro è stato voluto da Dio come un Mini Stro(nzo) ma anche (in fine) St. Ro, santo Ro, tanto per un concreto aggancio finale al Santo Ro già visto nel Missionario Santoro ucciso in chiesa 13 giorni prima. Questo Ministro è una testa calda, infatti Cald è Ro lì, il che ribadisce il Ro che è in fine SantoRo, ma precisando bene come questo ministro sia stato voluto come una testa calda che, in un momento di lotta tra le religioni, agisce in modo da attizzare il fuoco. Il risultato è che Lì, ivi, ibi, in fine, A, in Libia, in fine Calderoli dà principio alla rivendicazione del Popolo reso schiavo del nuovo Impero di Roma, che chiede i danni. Non si tratta tanto delle vignette contro Maometto, ma proprio della rivendicazione del Popolo sottomesso alla prepotenza di Roma. Il risultato è che vengono incendiate le Chiese Romane e sono uccisi i Cristiani, come già accadde ai tempi di Roma. Ma Dio ora ha voluto dimostrare come tra potere laico e potere religioso non ci sia più diversità. Il Potere religioso, infatti, si è comportato, nei confronti dell’inviato da Dio, proprio con l’immaturità assoluta del ragazzetto sedicenne che, armato, è entrato in Chiesa 13 giorni prima ed ha ucciso il grande Missionario.
50 Lo scontro, tra Mussulmani e Cristiani rivela come nella Famiglia di Abramo sia entrata la massima discordia. Papa e Responsabili dell’Islam non intenderebbero dare spazio a Guerre Sante e si incontrano ad Assisi, per dialogare… Ma non compiono poi i passi utili ad essere messi in condizione di poter veramente dialogare. Per compierli dovrebbero parzialmente “svestire” le singole Fedi di tutto quanto hanno di “irrazionale” e decidersi a farsi guidare dallo Spirito santo della Verità di Dio, favorendo il compito di Chi Dio ha mandato in Missione, per salvare addirittura la vita sul Pianeta. Ma Dio non vorrà che queste “sedi staccate” della stessa Fede nei Figli di Abramo riescano a superare il loro supremo stallo. Dio vuole essere tradito. Ha voluto di proposito il Popolo suo schiavo in Terra d’Egitto! È indispensabile la suprema schiavitù verso il Dio unico Creatore… per potere poi liberare tutti da questo supremo giogo. Ciascuno avrà, ma solo dopo questo promo, in sua promozione, la libertà della personale compilation di tutto il bene esistito, in tutte quante le vite, al momento date agli altri, ma con una ripartizione solo iniziale che, in definitiva, sarà abolita, tanto che ciascuno avrà il prossimo suo come se stesso, e, sarà messo in condizione di averlo come e quando sia personalmente gradito. Ciascuno vivrà il Paradiso come l’Antologia suprema della Divina Commedia creata da Dio. In questa Divina Commedia, Dio oggi perfino scherza, con la testa calda del Calderoli, con se stesso in me e l’apparente Tragedia dell’Apocalisse, che sarà il gesto più grande verso l’uomo per portarlo quasi tutto (tranne pochi semi) in Paradiso e nella casa DI DIO. Dio è sceso tra noi, in me, per una vera Divina Commedia! Ebbene, non vuole Egli che mi si creda, perché deve essere di nuovo crocefisso e, stavolta, dai Cristiani e… come per burla! Così io, Romano, parlerò a vuoto, ma solo fino al 22 dicembre 2.012, ore 22, minuti 22 e secondi 22, ora (per burla) Romana. Dopo, tutti (ma solo dopo) capiranno chi avranno avversato e mortificato per burla, deridendo e avversando Romano Amodeo, uno in cui Dio, dopo la Tragedia di Gesù, è sceso per... Commedia.
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Segue il Libro 2. “Deus Caritas est” e il povero cristo crocifisso per burla in me il 5-12-2005 In esso Spirito santo libero, esercito, in forza del mandato della Fides et Ratio, il diritto-dovere di aiutare quanto è stato espresso sulla Carità di Dio dal responsabile della Fede. Lo compio, da filosofo cristiano, mediante l’apporto di quanto provenga direttamente, motu proprio, dallo Spirito santo della Verità di Dio. E racconto come mi sia messo a digiuno e perfino in croce, ma inutilmente, per aiutare un Papa che riceve solo gli illustri e non i poveri cristi stimati a torto contar poco.
Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza
Libro 2.
“Deus Caritas est” e il povero cristo. crocifisso ancora, in me il 5-12-2005
54 Il Santo Padre, Benedetto XVI, ha promulgato il 25 gennaio 2006 l’Enciclica Deus Caritas est, già firmata il 25 dicembre prima, a Natale. Ora, nel mondo, la Ragione ha acquisito il diritto di dire la sua alla Fede per mano dell’Enciclica Fides et Ratio, firmata dal Papa Giovanni Paolo II il 14 settembre 1998, giorno della santa esaltazione della Croce. Ora io sono chi si è evidentemente “esaltato” nella croce. Lo prova oltre ogni dubbio quanto ho compiuto a Pescara il 5 dicembre 2.005, cioè 20 giorni prima della firma della Deus Caritas est e davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù: mi sono incatenato in Croce, svestito come era Gesù, coperto solo di un panno ai fianchi, nel rigore del dicembre, particolarmente ventoso, quel giorno. Mi esalto, nella croce perché ho preso sul serio l’Enciclica Fides et Ratio ed il legame “in terra come in cielo” stabilito dal recente Pietro tra la Fede nel Figlio e la Ragione dello Spirito santo della Verità del Padre suo. Significa che, per me, chi è esponente della Fede – e per primo il Papa – deve lasciarsi guidare anche dalle buone Ragioni dello Spirito santo, che si presentano come una pura Verità a se stante. E deve, soprattutto, non arroccarsi più sulle sole posizioni tradizionali di una Chiesa che ha da sempre aborrito il contributo di una ragione che nascesse all’esterno della Fede Ufficiale della Chiesa. Deve farlo perché, nel punto 56 della Fides et Ratio, è testualmente scritto, con una chiarezza incontestabile: “La fede si fa così avvocato convinto e convincente della ragione”, cosa che è il classico legame (fissato in cielo e terra) da Pietro, su mandato del Cristo. … Ma io devo anche denunciare, e lo faccio persino alla Sacra Rota, che la Chiesa ha disatteso questo legame Fede-Ragione fissato da Pietro in terra come in cielo. Ne ho e ne do chiarissime e insistenti prove personali, maturate in 7 anni di vigenza di quell’Enciclica, e sono proprio quelle che mi hanno portato a volermi infine esaltare nella Croce. Così, ora, offro al Papa il mio contributo critico, denunciando anche a lui che ha espresso la sacrosanta Verità anche sullo Stato Vaticano, nella sua Deus Caritas est quando ha affermato testualmente, ora lui, a pag. 58: “ Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe ad una grande banda di ladri, come disse una volta Agostino: «Remota itaque iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia?» ”. Infatti, io sono stato trattato senza alcun senso della Giustizia!
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PREMESSA al critico dialogo a distanza Pietro-Paolo, di un “galletto” che è Paolo, nel suo 4° nome
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Nato nel dì della Conversione di San Paolo, lo sono nel IV mio nome. Come Paolo, il 24-10-1999, in un Convegno benedetto dal Papa, già risposi a Pietro, alla sua Fides et Ratio, contribuendo da filosofo … … ma la risposta non gli fu mai recapitata dai Fideisti. Questo libro fu distribuito al mio Convegno… della Pienezza dei tempi: giorno 24 (le sue ore), mese 10 (ciclo numerico), 1999 (fine del II millennio).
CI HO GIA’ PROVATO INVANO MA… CI RIPROVO
57 25-1-2006: « Lo Stato non retto sulla Giustizia è una banda di ladri ! » Il gallo cantò all’alba del Venerdì e Pietro pianse amaramente perché capì: 1. quel pollo faceva il galletto… come aveva fatto lui, Pietro; 2. era l’Aurora della nuova Pasqua verso il Sublime nella vita; 3. quell’Alba nuova nasceva dal Sacrificio finale dell’Agnello di Dio. Ora Pietro ha dato la Deus Caritas est quando Paolo rinacque al Cristo… riapparso il 25-1 nella luce, come vi ritornò, segregato, nel mio privato. Vi ritornò davvero, segregato in me, un 1.
galletto ,suscitato per Pietro :
vero galletto perché mi son legato digiuno e in croce il 5-12-2005 al Sacro Cuore di Gesù a Pescara, sostenuto 55 dì solo dall’Ostia delle Messe, perché avevo le stesse ragioni di quel gallo da cantare a Pietro!
2.
perché ho ancora fede (pronto fino a morirne) che Pietro sia il Buon Pastore di Gesù, che lascia le altre pecorelle e cerca quella smarrita… anche là – in Vaticano – ove per pecorella credono… un lupo grigio!
3.
perché credo ancora nella Carità di Pietro (cui mostro amore e non la pistola fumante, nel mentre è a capo di una banda di ladri). Egli regna infatti su uno Stato che non è in tutto fondato sull’Amore (ma sulla convenienza, perché rispetta l’aggressore lupo grigio e non l’agnello)… e così – l’afferma proprio Pietro – “è una banda di ladri”. Ecco così a Pietro 3 miei Chicchirichì! , a pag. 61-62, e ora:
1° Nato il 25-1 con Paolo e l’Aurora Boreale del ’38, son il Cristo segreto; 2° Paulus anch’io – e si vede! – piccolo povero cristo senza importanza; 3° Cristo sta – in segreto! – in tutti i poveri cristi senz’importanza ! ERGO: Pietro, sii coerente con Paolo, se così canta il galletto. : « Il primo Pietro, per non provocare la sua morte, nascose la Verità… Idem i 3 ultimi Pietro: per non provocare la loro morte, hanno nascosto il 3° Segreto di Fatima… finché non si sono sentiti al sicuro. E io, il Gallo, canto: “Piangine amaramente, o Pietro della “ Deus Caritas est ”! Proprio Essa ha spinto ben 4 Pietro a rinnegare la Verità, affinché tu – l’ultimo – non la rinneghi mai più!” »
58 La Deus Caritas est proclama un Amore di Dio…umano in pieno,con l’Eros unito all’Agape, il pretendere unito al suo gratuito dare,la carne allo spirito, l’umano al divino, perché vi sia…il “super-uomo”, che è un “Gesù vero, vivo e presente in ciascuno”…Va bene se si parla al Nietzsche del superuomo, che crede morto Dio.Ma Dio non è un credere, è l’Evento Assoluto, che, nel relativo, è Gesù.Il Deus Caritas è Amore del bene e Pietà per il male(essendo Dio “Assoluto”: bene e male, compresi e superati in “Amore”)che non lascia senza olio, (l’olio della sacrosanta paura)la lampada delle 5 Vergini stolte, i 5 Continenti del mondo!Questa Pietà fu l’evento del Miracolo certo di Fatimain cui il Sole diede “spettacolo”del perfetto dominio di Dio sulle Leggi attuali.Questa Pietà fu l’evento di Nostra Signora del Rosario,la quale volle si sapesse e dicesse come Isaia, come il Battista:« Siamo giunti alla Fine del tempo, al castigo divino,i colli saranno spianati da uno “Tsunami” e le valli ricolme.Raddrizziamo le vie al Signore che viene! »Questa Pietà è stata anche il recente evento dello “Tsunami”che ha affermato nella lingua del mondo:-
“† sun am I”
-
“ Sono il crocifisso Sole della Croce, io! ”,ai cultori di Babbo Natale e dei Paradisi naturali...L’Amor vero, di Dio, è l’Esodo da questo mondo!-
59 TEOLOGIA - Dio, essere perfettissimo, nel momento in cui crea l’uomo dal nulla, fissa una relazione con il suo relativo, che si fonda – per la comunicazione – sui talenti concessi alla creatura che ha delimitato. Pertanto, i sentimenti concessi all’uomo sono la via per mettere in comunicazione la Creatura relativa con il Creatore assoluto. Ebbene, tra tutti i “sentimenti umani” assunti in tal modo da Dio, come una pura necessità – comandata dall’AMORE – di far comunicare tra loro il relativo e l’Assoluto, il primo in assoluto è stato la CARITAS. La sua traduzione in Amore, come nel suo fondamento, non può scindersi dal sentimento di Carità provato dall’Assoluto nei confronti di chi ha dovuto essere delimitato, ossia dotato di limiti, lacune, peccati. Dio prova somma Pietà per chi – per potere esistere nel suo stato relativo – deve per forza rinunciare al “tutto” per assumere “solo il suo”. Per manifestare, nel concreto, la fondamentale PIETA’ di Dio, l’Assoluto allora, nel Regno prima concesso al Figlio, si è presentato nelle vesti umane della Madonna, l’addolorata mamma di Gesù, Figlio unigenito del Signore. La Madre di Dio è l’ADDOLORATA in persona, che vive in sé il dramma del limite umano imposto da Dio ai Figli, nati per morire. L’Amore di Dio, allora, non può disgiungersi proprio dal dolore di Nostra Signora del Rosario. Essa è sempre triste per il “castigo di Dio”, di aver delimitato, impoverito, costretto alla morte e al peccato i suoi figli. Senza questo senso della dolorosa Pietà di Dio, un amore, che si limiti solo a legare l’Eros all’Agape e che dia luogo all’uomo-Dio (al super-uomo che egli è quando Eros ed Agape sono fusi assieme), lo mantiene in questa valle di lagrime ed è assolutamente impietoso. Al Popolo di Dio in catene fu proposto l’Esodo, nella Terra Promessa, come l’Amore vero di Dio! L’amore vero di Dio è questo “avvenimento reale”! È l’uomo che sta per abbandonare in massa questo mondo per l’altro. Dopo il Sole danzante fatto vedere a Fatima, Dio ne ha dato chiara notizia il 26-12-2004, con lo Tsunami. È annegato chi seguita ad adorare il Dio del Sole, Ra, e trasforma il mondo in “edonistico amore fai-da-te”! Occorre uscirne! Chi si oppone è fatto fuori: si oppone al Dio salvatore! Non arrivare a capire in che modo quel cataclisma entri a far parte dell’Amore di Dio è il segno di una umanità resa da Dio assolutamente cieca per il trascendente, e che non vede più nell’ESODO l’amore di Dio.
60
Tsunami, la Carità di Dio, per chi ha orecchie per intendere:
Deus Caritas est
† sun am I
Deus Caritas est
L’orma pietosa del Cristo Sole della Croce… vivo tra noi auspicato dal Papa come l’ Aurora Boreale della Vita Eterna
61 sulla Deus Caritas est…
Chicchirichì !
… sul
Chicchirichì !
Santo Ro Missionario
… sul s. ?Rosar iOF di Fatima
Chicchirichì !
… sul ROmano di SAlerno e SARonno, iO, Elì, F di F Elìtto… Faccio anche della…
“PUBBLICITA’ !”
il. 25-01-1.938. nasco, ? SARF io-F , RoSARio, il Santo Ro sario che impersona la luce in cielo che ci libererà il. 22-12-2.012.
Chicchirichì !
25-1-1938,
† sun am I !
la luce del Ro-sar-io
Mentre l’Italia festeggia la trasvolata a 3, Italia-Brasile, di Bruno, figlio del Duce e fratello di Romano, nasco in segreto io essendo Emanuele II, il Re. Ed ecco, tra le 21 e le 23 (a cavallo delle 22 in cui son venuto al mondo nel segno segreto del 2° Emanuele e Figlio del Signore d’un volo a 3 tra mondo e altro mondo), la Bruna Terra è illuminata dalla straordinaria luce simile ad una Aurora Boreale d’intensità, durata ed estensione eccezionali (vista in quasi tutta l’Europa, l’Africa del Nord e il Canada)… Sui 3 eventi (tutti posti tra l’uno e l’altro mondo) di 2 scrisse tutta la stampa (1 fu tenuto segreto). Lucia di Fatima descrisse l’Aurora come il segno divino per il principio della guerra, II parte del Segreto datole dalla Signora del Rosario: «Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per “castigare” il mondo ...» Fatto Segreto, in Privato volai in persona nel mondo, essendo io II Emanuele, Re e Figlio del Castigatore , rinato nella misera stalla d’un cuore peccatore, Chicchirichì - segno di salvezza! Fui segno io esempio segretato in Privato , Ro(mano) Sar(onnese-salernitano) io: Ro-sar-io santo… e come no? Quel dì questo Privato Ro-sar-io fu il Segreto e l’Aurora Boreale… Ma per tutti! 25 gennaio 2.006 “Essere l’Amore vivente, il Sole della Croce” Benedetto XVI promulga la Deus caritas est, che afferma che l’Amore di Dio è la presenza d’un Cristo vivo in persona e reale tra noi … È verissimo! Eccolo! Eccomi! eccoci ! L’Amor di Dio rivolle un Gesù reale, “segretato” nel privato di ognuno! Rinato misero nelle povere stalle dei cuori di “ogni peccatore”. Mentre il Papa auspica un Gesù idealmente vivo, l’Amor di Dio l’“esemplificò”, “reale in me”. Per essere (dopo gli Ebrei) mortificato in me ora dai Cristiani, increduli nella Gloria della grandezza nata nella piccolezza! 22 dicembre 2.012, come già mostrato: a Fatima e il 26-12-2.004, il Sole impazzirà e uno † sun am I mondiale spianerà i 5 Continenti La Caritas dei Pietro però rinnegò Fatima, ove il Sole impazzì. Maria SS. chiese ai peccatori di assumere il Rosario, (me), in sé e alle 5 vergini scaltre di attendere lo Sposo con l’olio del timor di Dio. Ma Papi paurosi d’essere uccisi (come detto nel 3° Segreto), temerono il coinvolgimento, come Pietro, e buttarono l’olio-Caritas: l’Apocalisse dello †sun am I (sono il Sole in †).
63
LA MIA CROCE dialogo purtroppo a distanza, Pietro-Paolo, che gli dice:
« Deus Caritas est… è l’Esodo vero da una Terra… d’Egitto, perché su di essa, ora, si è solo veri schiavi! Bisogna esser pronti all’Esodo vero, perché Dio ci ama e vuole tutti, in massa… liberi davvero! »
64 Io, come il filosofo Paolo, chiedo infatti al Pietro della Deus Caritas est: Ho capito questo, come sintesi dell’Enciclica: « Urge l’evento vero e reale di chi “accolga e sia Cristo Amore”… l’Amor puro “incarnato”, che chiede e dà, ove l’Eros “aiuti” l’Agape! » Se ho sintetizzato bene, per favore, una risposta sia data a me: «Perché, allora (se dico che la mia nascita è opera del Deus Caritas come l’evento capitato a me e valido per tutti, della presenza reale d’un Cristo venuto “in persona”)… son creduto persona imbecille da evitare ? » Per i miei Chicchirichì!, per i miei atti d’affermazione personale (che il 25-1-‘38 il Segreto sia stato anche il mio venire al mondo, in quella Aurora Boreale, come il santo Rosario) forse non ci si straccia le vesti? Forse non si pensa: “Che blasfemo! Come fa ad immaginarsi Gesù?” Rispondo come faccio – più che ad immaginarlo – a crederlo: « Credo vero che il Cristo, sia reale e vero in “ogni” povero Cristo… Poiché lo rivelò Gesù che ciò ch’è fatto al povero, “fatto è davvero” a Dio io concludo – Paulus come sono – che il povero “è fatto davvero” Dio! Chi si dà ai grandi della Terra e si nega ai poveri cristi, si nega al Cristo, e questo è purtroppo l’atteggiamento del Vaticano, ne ho la triste prova: Un mese di ospedale (dopo 55 dì d’un digiuno penitente sostenuto solo dall’Ostia divina) per avere sperato che la Carità di Pietro mi ricevesse! Ma lo Stato Pontificio – senza Carità – ha fatto politica, come la Banda di ladri detta dal Santo Pietro, e il Buon Pastore non ha neanche saputo che una pecorella smarrita aveva riposto in Lui la sua speranza di vita. Se la grandezza vera non è saputa nella piccolezza vera, il Natale del Cristo in ogni vivente non sa di vero e reale! Egli è atteso male: come il potente (vincitore della Morte ora, come dei Romani allora) e forte, che “mandi” all’Inferno e in Paradiso… e non che – invece – “si faccia” Carità “in noi”: povero nei poveri e peccatore nei peccatori, per assumere tutto in sé come un carico vero, reale e personale e non come una pura idea ! Dio Amore “è in noi”, ignoto, segreto (mortificato nella nostra pochezza), e trova sempre dei Caifa che si stracciano le vesti e uccidono quel Dio vivo e vero “che c’è”, affermando che in noi “non c’è!”… nel mentre, poi – che incoerenza! – lo si vuol vivo in tutti… senza che lo sia in ciascuno! Ebbene Gesù si è fatto carità in noi, per liberarci tutti… con l’Esodo!»
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Manifesto dello spettacolo della mia crocifissione reale, il 5-12-2.005 a Pescara
Mi sono incatenato volutamente davanti al Sacro Cuore di Gesù. Sono soltanto un povero cristo praticamente digiuno da .55. dì, a Montesilvano, perché sto vivendo solo di Cristo, con Cristo e per Cristo. Vivo solo dell’Ostie della messa e tornerò in cielo, se il Buon Pastore non lascerà le 99 pecorelle per cercare me, la smarrita. Il Buon Pastore è Gesù e il Papa il suo Vicario… se si degna e cerca chi ha riposto la vita solo in lui. Il Centro, giornale d’Abruzzo, sta tentando ma invano, da 55 giorni, di ottenere dal Papa che io sia ricevuto, se non ha il tempo di cercare me, un povero cristo che attenta alla sua propria vita e non alla Sua, come fece Alì Agcià, andato a trovare in galera… Ma dal Vaticano non rispondono! Chi serve il Papa crede che Egli debba aver tempo solo per i potenti e che, così, debba fare più del Maestro che non volle spendere una sola parola con Cesare per Israele. Ecco, sono qui, incatenato al Sacro Cuore di Gesù perché piange il cuore del povero cristo, che vive solo del corpo e sangue di Gesù, ed è pronto perfino a morire, pur di portare a Benedetto XVI la risposta, da parte della Sede della Sapienza, alla richiesta a Lei – “di potere…”– fatta da Papa Woitila in fondo alla Fides et Ratio! Ebbene, sono io il messo d’una Madonna “che può ed è il porto sicuro per chi cerca…”, e ho molto da dire a Sua Santità, per la qualità e la stessa salvezza della vita. Ne sono ‘sì certo da giocarmi la mia, se fosse gioco (o suicidio) il rimetterla al Papa! Devo rischiar la vita per salvare l’altrui e se vorranno che perisca o deperisca... amen! Anche Maria SS. non rispetterebbe il legame Fede-Ragione fissato (per mandato di Gesù a Pietro) non solo in terra (e ignorato) ma anche in cielo? La Madonna non risponderebbe?? E Lourdes? E Fatima, e Medugorje? Se così fosse il povero cristo venuto e disprezzato patirebbe l’incuria della Curia e d’un Cattivo Pastore che abbandonerebbe e lascerebbe morire la pecorella smarrita che gli si è affidata? E sol perché non è un Cesare ma solo un povero cristo… di quale Cristianesimo? Se Dio avrà mandato invano il suo messo, sbarrerà le porte nuziali, il 22-122.012, alle 5 Vergini stolte, restate senza più olio e senza luce? Io so che la scure è già posta alla radice degli alberi e che ci son forse appena i 7 anni di vacche grasse, per riempire i granai.
66 NOTATE BENE In questa pagina fatelo voi! “Fotografate” voi me, il povero cristo in croce che, messa inutilmente la sua vita nelle mani del Papa
affinché la fede in Gesù potesse salvare la vita sulla Terra, nei 7 anni di vacche grasse che soltanto ancora ci restano, ha invano digiunato e vissuto dell’Ostia divina per
55 giorni, a Montesi 55 ano o Montesi LV ano e Monte Ca LV A.R.io,
Monte Sion e Monte Calvario per me: un Amodeo Romano che scrive LV il 55. Avendo così digiunato 55 giorni proprio nelle mie Monte Sion e Monte Calvario, affinché il Papa fosse informato dalla mia SANTA MISSIONE,
la Provvidenza divina non ha però voluto che fossero mostrate in pubblico le mie condizioni. Infatti solo Veronica poté, col N.I. col Nazarenus Iesus! VeRoN.I.ca misteriosamente “vede”, ve’ RO N.I. ca, e qua di vero v’è Romano! Infatti, sia le foto fatte da Valerio Simeone (tel. 3473353291), fotoreporter de Il Centro, misteriosamente “sparirono” (senza le avesse cancellate dalla macchina fotografica); sia la cassetta dell’evento misteriosamente “sparì” dalla cinepresa (senza che la Polizia di Pescara l’avesse tolta o sequestrata il 5-12-2.005)! È vero. Controllatelo! I due eventi sono misteriosi allo stesso modo di quanto accadde il 29-01-2.002, allorché sparì dalla croce (nella Chiesa di San Giovanni Battista a Saronno) il corpo ligneo di Cristo, nel mentre io rischiai di sparire dal mondo (perché, investito sulla via di fronte da un pullman, io fui salvato). Accadde mentre l’orologio del campanile si bloccò come per il sacrilegio, per rimettersi misteriosamente in moto da sé dopo 99 mesi e 16 dì al 99° giorno di mio digiuno e 16^a Comunione, per un sacrificio mio (e tanta fede) affinché Gesù ridesse la vista a Tommi, un cieco nato. Per quant’accadde il 29-01-2.002 (tolto dal mondo il Cristo ligneo e non io, Romano), m’intendo un RO missionario Santo, salvato al mondo come un Cristo vivo che, messosi in Croce a Pescara, il 5-12.005, vede di nuovo annullate incredibilmente due azioni del dovere e del mestiere: l’opera di un fotografo, misteriosamente scomparsa; l’opera dei Poliziotti che non han sottratto una cassetta… misteriosamente scomparsa!
La Provvidenza ha dato però un altro gran segno chiaro, trascendente: il missionario SANTORO, ucciso in Chiesa e per mano armata d’un giovinastro dalla fede troppo acerba, lo trascende in me Romano, come nel missionario SANTO RO … Romano, con un mano che è voluta tra parentesi…, sparita, ma che è la mano santa del Dio che vivifica anche me, povero cristo, nella Santa Missione di salvare la vita sulla Terra.
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Che n’è stato, dello spettacolo ? Trovandosi di fronte a me incatenato in Croce davanti alla Chiesa, la gente – un centinaio di persone – ha mostrato vera Compassione e Carità. Mi hanno avvicinato con Rispetto, si è cercato di dissuadermi: “Fa freddo a dicembre… per chi è coperto solo da un panneggio ai fianchi, come Gesù… S’ammalerà! Perché a Pescara e non a Roma?” Io davo spiegazioni, mentre una telecamera fissava tutto lo spettacolo . Assicurata ad un palo, ha ripreso una vera e propria Candid camera, un vero Test sul comportamento umano a tutti i livelli, in questi casi insoliti. Dopo poco più di mezz’ora ecco un primo poliziotto, con fare burbero: “Lei non sa in che pasticcio si è messo! Si sciolga!” “Non posso, sono scattati i lucchetti. Se volete, fatelo voi…” Ne sono accorsi poi altri, sono restati in ascolto e, quando sono diventati un gruppetto di quattro, una donna in divisa mi ha consigliato, gentilmente: “Suvvia, si sleghi! è arrivata la stampa, l’hanno anche fotografata…!” Solo dopo l’arrivo dell’ambulanza, chiamata dai questurini, costoro hanno provato – me consenziente – a sciogliermi e ci sono riusciti subito: il mio legame era simbolico, pur se attuato con tre grosse catene e tre lucchetti. Sono stato trattato dai poliziotti con pietosa misericordia e avvolto con garbo in una coperta, come fosse il sudario di questo evento… Anche se ho tentato di rivestirmi ed andar via, non ne ho avuto il modo, essendo stata esercitata su di me una forma di larvata intimidazione e cortese coercizione… Di fronte a ‘sì gentile e visibile preoccupazione per la mia salute, li ho di proposito lasciati fare, sapendo come la Polizia non possa costringere, al cospetto d’una manifestazione pacifica e religiosa, in un Paese in cui questa libertà esiste e dovrebbe essere non solo “vera”, ma anche garantita… Così ho accettato, sottoposto a dolce violenza, d’essere accompagnato sull’ambulanza. Mi è stata ridata anche la telecamera, di cui si erano impossessati, dopo averla slegata dal palo; ma mi accorgerò, in seguito – e davvero con alquanta sorpresa e molto disappunto – che non conteneva più la cassetta, perché – pensai – “me l’avevano sequestrata”. Pensai che sono anche un giornalista, ma che la Polizia non avesse voluto tenerne conto, nel mentre
68 riprendevo e rappresentavo a tutti la condizione di un povero cristo, dimagrito e infreddolito per la mancanza di Amore da parte del Vaticano. Io stavo dando di fatto ragione al Papa, prima ancora che Egli indirettamente la desse a me con l’Enciclica “Deus Caritas est”. In essa ha sostenuto addirittura (e con un linguaggio davvero forte) che: “uno Stato che non è ben regolato dall’Amore, è… una vera Banda di Ladri ! Pensai che se fossi stato un qualsiasi noto giornalista, nessun poliziotto si sarebbe permesso d’ostacolare il mio lavoro, perché allora non sarebbe neppure scattata l’ipotesi del reato… Ma che, quando si è di fronte allo stato di chi non gode di notorietà, allora ci si sente quasi in dovere d’inventare anche quello che non c’è…, contro lo stato di chi fa troppo il galletto . Pensai: “Se in ogni stato non c’è Amore… ecco perfino i Poliziotti come Banda di ladri!”… Ma li accusai ingiustamente, perché solo mesi dopo avrei saputo della loro innocenza e di una cassetta sparita solo in seguito ad un vero mistero, senza alcuna altra possibile spiegazione se non la Volontà di Dio. “Esiste – io credei allora – tanta sudditanza psicologica nei confronti di chi è noto e potente e tanto spirito di sopraffazione ed abuso nei confronti di chi non è nessuno, che ogni Carneade dovrebbe restarsene solo zitto e buono”. Dovrebbe farlo anche in condizioni estreme, come ad esempio nel caso mio, ove l’altrui indifferenza e mancanza di Carità (dello Stato Vaticano) mi ha fatto soffrire la fame per 55 giorni, perché chi avrebbe dovuto soccorrermi se n’è infischiato, per questo malaugurato stato di cose che esiste, d’assoluta mancanza di rispetto per le esigenze dei piccoli ed indifesi, il che – lo stato di indifesi – si ha quando i piccoli sono soli. Infatti, quando essi sono un esercito e si fanno forza del numero per determinare autentiche situazioni di generale fastidio (come gli scioperi), allora hanno riconosciuta una forte, indiscutibile voce in capitolo, ma quando, invece, sono soli, è convinzione generale che, anche se hanno ragione, i piccoli debbano restarsene solo zitti e buoni per... lasciare lavorare i grandi. Io odio questo stato di cose, della prepotenza del numero! Chi è forte ed abusa del piccolo, debole, isolato ed indifeso suscita in me una tale rabbia che sono portato… oh, non a compiere gesti inconsulti! ma a fargli vedere la Croce della violenza subita dal povero cristo… morto, si sa, tra i Ladroni. Io ne ho subita oltre ogni umana logica sopportazione, essendo stato moralmente costretto a digiunare finora per 112 giorni, pur di difendere due poveri cristi molto importanti… due Papi… Sembra incredibile, ma anche Pietro è un povero cristo sempre in balìa dei possibili Ladri nel suo Stato !
69 Accade quando Pietro proclama delle pure necessità virtuali, ma esse, troppo pure e troppo virtuose, non incontrano il favore dello stato che non si fonda sull’Amore, che allora gli ruba autorità e oppone ogni resistenza. È stato il caso dell’Enciclica Fides et Ratio di Papa Woitila, che intese far dialogare il Credo cristiano (Fides) con lo Spirito santo della Verità di Dio (Ratio) ma incontrò la ferrea opposizione dei fideisti che, grandi ladri della autorità di Pietro, erano contrari ad una Fede “Ragionevole”…, così ladri “irragionevoli” come erano: perché la Fede vera comanda di seguire Pietro. Per difendere quel povero cristo di un Pietro isolato e contrastato (nel suo sacrosanto diritto di “legare e sciogliere, in terra come in cielo”, Fede e Ragione), digiunai 57 giorni, nel 1999! Intrapresi una coraggiosa lotta che restò isolata essa pure, non essendo mai riuscito a mettermi in contatto personale col Papa, per il vero boicottaggio di tutte le figure intermedie, dai parroci, ai vescovi, ai cardinali, grandi ladri dell’autorità di Pietro. Perché non sembri che lancio accuse generiche, ho avuto contro quasi tutti i preti di Saronno e gli Arcivescovi e Cardinali Tettamanzi e Martini, personaggi poi tra i papabili, ma figure lontane anni luce dalla lungimiranza profetica di Papa Woitila. Mai e poi mai costoro avrebbero chiesto scusa per gli errori che il Papa dichiarò compiuti dalla Chiesa nel corso dei millenni. Incoerentemente, avrebbero difeso ad oltranza l’infallibilità del Papa proprio nel mentre giudicavano in fallo il suo indirizzo. Contro costoro – dico poco! – ho dovuto lottare io, un Carneade filosofo, forte solo… della verità scientifica, che dava piena ragione a Gesù ed apriva quel Nuovo percorso che Papa Giovanni Paolo II coraggiosamente cercava, nel tentativo reale di trovare una possibile via di intesa tra tutte le Fedi e Religioni del mondo. Il nuovo Papa, che ha promulgato la sua prima Enciclica volutamente il 25 gennaio, alla fine della settimana di preghiera per l’unione di tutte le Religioni (ut unum sint, “affinché siano una cosa sola”, preghiera di Gesù), se sarà assistito dal Nuovo percorso, ragionevole, trovato da me, solo allora potrà permettersi realmente il tentativo di una mediazione, fatto dalla Ragione, tra tutte le Fedi… Altrimenti il suo sforzo resterà velleitario. Solo lo Spirito santo ( e trascendente) della Verità di Dio trascende anche ogni fede e può essere il connettivo comune, ed è, poi, quello Spirito santo che regola, a conti fatti, la stessa Verità scientifica e filosofica. Dopo essermi scontrato coi i pezzi da 90 della Lombardia, ho creduto di dovermi spostare a Montesilvano, in Abruzzo, per difendere la Chiesa.
70 Il tentativo di difenderla a partire dalla grandezza della mia piccolezza (nella certezza che tale pochezza, se è vera, allora è davvero sostenuta da Dio), è stato proprio nella speranza d’aiutare il nuovo Papa, senza che Altri papaveri mettessero più a me e alla Chiesa i bastoni tra le ruote messi a Milano, quando nascosero i miei fatti al Papa, al solo che vi credeva. Venuto in Abruzzo, ho ripreso il digiuno dai 57 dì cui l’avevo dovuto lasciare nel 1.999, non potendo allora rischiare d’ammalarmi o morire, per l’esistenza in vita di mia madre, ridotta al lumicino dalla demenza senile. Morta ormai mamma (nel 2.000) e dovendo superare tutti gli intermediari non superati in 7 anni (1999-2.000-2.001-2.002-2.003-2.004-2.005), ho sperato potesse farlo la stampa. Ho così affidato a Il Centro (giornale dell’Abruzzo), il compito del postino, nella speranza che il Vaticano, ricevendo le mie lettere attraverso un giornale, temesse la impopolarità derivante dal non ascolto del grido di aiuto lanciato da una pecorella smarrita: il povero Filosofo della Fides et Ratio che aveva trovato la via nuova voluta dal Papa, ragionevole, che portava a Gesù ed al possibile incontro tra tutte le Fedi. “Se io ero questa pecorella smarrita, era compito del Buon Pastore stesso (nella persona diretta del Santo Padre Vicario di Cristo e Buon Pastore) il momentaneo abbandono delle altre 99 pecorelle… A meno, sempre, di pretendere che non fosse valido per il Papa quanto Gesù attribuì al compito specifico del Buon Pastore”. Pertanto era perfettamente legittimo che questa suprema questione, una volta che fosse stata ben posta, determinasse una certa esitazione nello Stato del Vaticano, non fondato solo sull’Amore. Io – per renderla urgente e seria – mi ci giocavo la vita, purché essa fosse posta direttamente al Papa. Ma non nella pretesa d’essere ricevuto per forza da lui, in quanto lasciavo alla sua pura discrezione “che abbandonasse o no” le altre pecorelle, per venire a cercare la mia, trovatasi suo malgrado in un deserto di altri aiuti e nel vero pericolo di morirci proprio, in questo deserto. Pertanto la mia questione era seria e legittima, ed avevo tutto il dovere, più che il diritto, di aiutare non solo la mia Religione, ma tutte le altre, facendo emergere – con l’aiuto sperato nel Papa – quel Nuovo percorso. Esso era la Verità che portava a Gesù e che aveva di tutto per essere adottata come una Verità accettabile anche da tutte le altre Religioni. Ora, se mi dite: “Ma chi sei mai, tu, per investirti di un simile compito?”, io rispondo:
71 “Sono, è vero, un Signor Nessuno, un Carneade! Ma la Verità non dipende da chi l’afferma! Ha una forza tutta sua. Però, in un regime di deficienti, in cui non si è più capaci di prestare attenzione a chi parla (se non è prima un riconosciuto Solone), le armi di un Carneade come me sono senza punta, nel mio caso, se non interviene nemmeno il Papa, ossia il solo che ha avvertito la mia stessa necessità, al punto da averci scritta su una Lettera Enciclica…”. Questo Papa era di certo Woitila, ma io spero e credo che anche l’attuale, assistito da Dio come tutti i Pietro, confermi le necessità espresse dalla Fides et Ratio – di una base comune per intendersi: la Ragione – nel tentativo di un vero e non velleitario dialogo tra tutte le Fedi in Dio che sono nel mondo. Ebbene, alla luce dell’Enciclica pubblicata poi da Benedetto XVI, mi sono accorto che Egli mi ha idealmente risposto, anche se indirettamente, e che l’Amor di Dio mi ha fatto presentare questa sua presa di posizione, valida per tutti, come un gratuito dono proprio legato alla sfera del mio privato. Che la Provvidenza abbia voluto premiar me, nel mio essere un privato e per come la penso io, lo si capisce sia dalle date (usate dal Santo Padre per la sua Lettera, firmata a Natale e data via il 25 gennaio), sia dagli eventi: Il 25 gennaio (cosa valida solo nel mio privato) è il mio Compleanno ; fatto reale e significativo per me, specie considerando che l’Enciclica, data via il dì della mia nascita, è stata firmata nel dì della nascita del Cristo. Lo stesso 25-1 fu la prima riapparizione – come luce – di Gesù dopo la Ascensione (quando Saulo di Tarso ne fu accecato)… la stessa luce che fu nel cielo, quando il Figlio di Dio rinacque anche in me , così come fa in tutti . In questo giorno, dunque, si attuò la conversione di quel Paolo, gran Filosofo, alla Fede in Cristo… Ciò soddisfa tutti i miei sforzi privati in difesa della straordinaria importanza della Fides et Ratio. In questa settimana il dialogo e l’incontro tra tutte le Fedi in Dio del mondo, sottolinea e avvalora ciò per cui mi batto io : che si ragioni!. Ma il lato più straordinario, circa me e come la penso , di questa Enciclica, è stato proprio che ha superato il mio intento; ha dichiarato l’urgenza per noi tutti di coinvolgerci, nel nostro privato, con l’Amore di Dio… coinvolgimento che a me sembra un segno vero e reso ben evidente e manifesto (anche se segregato nel mio privato) proprio nel mio caso!
72 Questa evidenza deriva dal giorno del 25 gennaio 1938, in cui accaddero 3 distinti eventi, 3 fenomenali Chicchirichì !!! , posti tutti e tre tra mondo e altro mondo: 1. del figlio del Padrone; 2. del Padrone della natura e, 3. d’un umile neonato privato, io, nato oscuro, oscurato in una umile personale stalla. 1. Tutta la stampa riportò (a tutta prima pagina) la trasvolata Italia-Brasile tra mondo e altro mondo compiuta a tre velivoli, uno guidato da Bruno Mussolini, il figlio del Duce, l’Onnipotente castigatore della Italia (quando fu fatta entrare nella II Guerra Mondiale); fu un evento che fu voluto ben noto, in tutto il mondo, dalla Provvidenza che regola le umane cose. 2. Tra le 21 e le 23 ci fu un’Aurora Boreale senza precedenti al mondo (vista in Europa, in Africa e in America…) di cui scrisse tutto il mondo e che fu tanto eccezionale, che Lucia di Fatima la intese come il “castigo” di Dio (quella guerra portata dal già detto castigo di Dio Benito Mussolini, il Duce già padre di un Romano chiamato come me). Anche questo evento fu voluto ben noto a tutti, dalla Provvidenza. 3. Restò invece segreto (segregato e segretato nella sfera solo mia familiare e del tutto privata), il mio nascere alle ore 22 e proprio durante quell’Aurora Boreale… io, essendo Emanuele II Re e Romano…, Figlio del Duce. Segni chiari, “ben trascendenti” il II Emanuele Re e il Figlio dell’Onnipotente Duce… Trascendenti, ossia divini, relativi anche a me … Ma come negare, proprio in relazione a me, il disegno evidente? Sempre, è chiaro, per chi ha ancora occhi per veder l’incidenza di Dio nel mondo…. Io considero quello che è accaduto, in me ed a me, soltanto come un esempio della reale possibilità umana di nascere in Cristo. Essa è vera non solo per me, ma per tutti i peccatori: si può nascere in quel “super-uomo” che associ idealmente bene l’Eros con l’Agape e che il Papa ha definito come l’Amor di Dio… disceso nella figura della persona umana. Io però – trovandomi in questa reale situazione – posso vedere che cosa manca alla descrizione del Papa: manca la Pietà di Dio per me. Chi postula un Super-uomo corre sempre il pericolo che già portò Nietzsche ad affermare: “Dio è morto!” No! Dio si è fatto come noi per farci come Lui. Il Papa, che punta a far esistere l’uomo di Dio, deve comprendere anche la Carità, la Pietà di Dio per quello che in tal modo ha fatto, altrimenti anche per lui “Dio sarebbe morto” e l’uomo, Signore del mondo, sarebbe confinato in una Terra d’Egitto e senza alcun Esodo!
73 Tutti devono osare di riconoscersi, come oso io, in chi li libera dal peccato e li pone nel sublime stato di essere Figli di Dio e di quella Nostra Signora del Rosario, assai triste e madre pietosa per tutti noi. Questo coraggio porterà i cosiddetti benpensanti (che giudicano impossibile e blasfemo il tentativo e l’evento) a stracciarsi una volta in più le vesti e a perseguitare ancora chi nuovamente gli dice, come fu detto allora: “Ho la natura del Figlio di Dio, per merito dell’Amore di Dio Padre”. È pietoso, però il destino della mia vita ! La vera presenza in me di Gesù, al quale ho fatto spazio in tutti i modi, seguita ad essere un segreto ed un fatto prettamente privato, nascosto in me (come è per tutti), al fine di consentirgli una seconda mortificazione, in me, datagli stavolta dai Cristiani. Che ciò sia il volere del mio pietoso destino, la prova è stata l’atto di forza della Provvidenza, tradottosi nel servizio finale svolto dal Giornale “Il Centro”, che ha capovolto ogni mio fine e, pure a conoscenza di tutti i prò, in definitiva ha mostrato dei contro che non c’erano nemmeno. Potrei terminare qui la mia analisi sul “Cosa è successo dopo!”. Infatti, è successo che, se le sovrastrutture hanno politicamente schiacciato il povero cristo finito di nuovo in croce nella mia persona, Dio ha suscitato addirittura il Vicario di Cristo a darmi ragione, di fatto scavalcando Egli tutto il suo apparato… che io non avevo potuto scavalcare. Io mi ripromettevo di riuscire a superare tutti gli intermediari, tra me e Sua Santità, partendo dal basso: puntavo sul fatto che i giornali pubblicassero la mia immagine di sofferenza e che la foto suscitasse scalpore fino al punto da scavalcare tutte le difficoltà per raggiungere la persona del Papa; difficoltà esistenti purtroppo anche quando uno si mette direttamente nelle sue personali mani e fa dipendere la sua vita dal suo personale intervento o meno… ma nessuno glielo dice e così chi occulta la notizia assume pesantissime responsabilità personali… riguardanti la responsabilità di un’altra persona! Io, però, avevo puntato sullo spettacolo del povero cristo… mentre la Carità di Dio, la Provvidenza, non accetta clamori… Infatti il 5 dicembre, contro il mio tentativo di dare spettacolo con Gesù, stroncato dalla Polizia, gli eventi hanno determinato una condizione di vera conflittualità tra il mio gesto, compiuto a Pescara, e l’incidente stradale di cui fu vittima un “vero” uomo di spettacolo… e di Pescara.
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Lo showman pescarese Vincenzo Olivieri, un ben noto cabarettista, si scontrò egli pure con la Polizia… ma con una sua autovettura e non con i suoi uomini, come era successo a me. L’Olivieri apparteneva davvero a quel mondo, pieno di frizzi e di lazzi…e dunque assolutamente estraneo a Gesù. Questa rivalità, voluta ad arte dalla Provvidenza, ha fatto sì che Il Centro desse spazio e fotografie all’incidente dell’autentico uomo di spettacolo e riducesse il pezzo sul povero cristo al trafiletto che vedete, e scrive:
75 PESCARA. Ha afferrato un tubo e lo ha legato al cancello della chiesa del Sacro Cuore. Poi si è tolto gli abiti, si è avvolto la canottiera intorno alla vita e si è incatenato come Gesù sulla croce. Protagonista dell’episodio accaduto nel primo pomeriggio di ieri, sotto lo sguardo incredulo dei passanti, un uomo di 67 anni, A.R., originario di Saronno, da tempo residente a Montesilvano. «Nel 2012 ci sarà una catastrofe e io devo vedere il Papa per dirgli quello che accadrà», ha spiegato ai poliziotti che tentavano di ricondurlo alla ragione. Poi sono arrivati gli operatori del 118 che lo hanno trasportato in ospedale. L’uomo è stato ricoverato nel reparto di psichiatria. La Provvidenza è intervenuta con un atto di forza: ha costretto dei seri giornalisti a poggiarsi sulle parole sentite da un poliziotto e non su quanto già saputo o sul contenuto del manifesto, appeso e ben evidente, di fianco a me incatenato (il documento che vi ho mostrato alla pagina 65). Questo atto di forza ha portato perfino alla provvidenziale sparizione (senza alcuna possibile spiegazione) delle foto scattate dal Fotoreporter e della cassetta registrata da me! Solo la Veronica poté aver immagine del Cristo! Avendoci pensato con attenzione, mi sono ben reso conto di come e quanto questa scelta di Dio sia coerente al rispetto della libertà di tutti. Il Papa aveva già scritto la sua Enciclica sull’Amor di Dio ma, se l’avesse pubblicata dopo la mia denuncia finita all’attenzione della ribalta nazionale, sarebbe parso – ad alcuni, ma soprattutto a me – un intervento in parte condizionato dal mio gesto, il che non sarebbe stato un bene. Nessuna denuncia pubblica, della mancanza di Amore espressa dal Vaticano, doveva sminuire, in pubblico, la validità della Deus Caritas est promulgata dal Papa. Ma neanch’io meritavo l’insuccesso, per cui la Provvidenza di Dio ha fatto ‘sì che, nel mio privato, ricevessi dal Santo Padre riconoscimenti liberi ed oltre le attese, per quel nascere e rendersi pubblica, di tutta l’enciclica, sulla nascita di Gesù e sulla mia, per riferirla alla rinascita in Gesù di Paolo. Io ho fede somma nella Provvidenza e – quale il Filosofo che ha espresso il Perfezionismo – ritengo che questo sia il miglior mondo possibile perché Dio ci propina nel modo perfetto il bene e il male. La soluzione è unica e obbligata! È esattamente quella che vediamo ed ha il fine d’accontentare proprio tutti, cosa possibile solo ad un Potere Assoluto, ossia a Dio! Riprendo – pertanto – il racconto degli eventi, per mostrarvi anche tutti gli altri “contro” che sono stati opposti dalla Provvidenza come il segno del pubblico fallimento di un gesto concluso summa cum privata laude, ma solo nel modo del tutto privato (agli altri) e noto a me, che Dio ha voluto dargli.
76 Fatto salire dalla Polizia, dunque, molto infreddolito, sull’Ambulanza, presto una coperta termica ha ripristinato il mio calore. Giunti al Pronto soccorso dell’Ospedale di Pescara, il medico – di fronte ad un personaggio così balzano e pietoso come me – si è opposto a lasciarmi andar via, esercitando il vero abuso di prevaricare la mia libertà! Nessuno può subire legalmente una simile violenza se è un libero cittadino e non uno che sia stato interdetto… ma questa legge sembra non debba valere per la mia persona giudicata così… e per i prepotenti Ho opposto resistenza solo verbale, rivendicando inutilmente i miei diritti, di libero cittadino, d’esprimere le mie idee religiose. Ma il medico: “Lei si è spogliato e tutti coloro che lo fanno noi li mandiamo al reparto psichiatrico, per un doveroso accertamento”. Doveroso? Io giudico questo come un atto a dir poco vergognoso! Degno non dell’Italia civile ma dei Paesi oltre Cortina di un tempo … Così, proprio per il mio essere solo un esemplare povero cristo ed una persona senza alcuna importanza (contro la quale sembra legittimo, ad un dottore, di intervenire così), sono stato come impacchettato e portato di peso all’Ospedale San Liberatore di Atri, ad una trentina di chilometri da Pescara. Da vero imprigionato, pur passando, nel viaggio, proprio sotto casa, non ho potuto ottenere neppure di fermarmi un attimo, per prendere un minimo di risorse: pigiama, soldi, telefonino! Costretto all’assoluta povertà di mezzi! Al San Liberatore, tuttavia, una gentile dottoressa mi ha rivelato che, se io lo volevo, potevo anche andarmene… Però, visto il mio digiuno di 55 giorni, non avrei fatto meglio – trovandomi in Ospedale – ad accettare almeno un controllo, gratuito e tempestivo, sulle mie condizioni di salute? Di fronte a tanto, ho deciso di cedere ancora una volta alla dolce violenza di chi soprattutto mi dimostrava premura ed intelligenza e ho così aderito all’invito di essere ricoverato, spiegando però molto bene alla dottoressa il perché non solo mi ritenessi perfettamente sano di mente, ma, anche, lo fossi davvero. Pertanto, non avevo di certo bisogno di psicofarmaci. Se essi accettavano di non darmene, acconsentivo a mia volta ad essere internato da loro, per essere però curato solo per le eventuali disfunzioni determinate dal lungo digiuno. Essendomi stato assicurato questo impegno sulla parola, ho messo allora tutte le firme, dove mi si diceva, senza che mi si facesse leggere, e, con esse, ho accettato così di subire… proprio tutti i loro trattamenti, qualora ne avessero ravvisato il bisogno… Una bella presa in giro.
77 Ora se io ho dovuto patire i loro Test, anche io ho ne ho fatti – e altrettanto gratuiti – a loro e denuncio il malcostume di uno stato che, senza Giustizia, come afferma il Papa, rischia sempre di tradursi in una Banda di ladri. Qui si ruba buona fede, si fa firmare in bianco (senza leggere), facendo assumere la rinuncia (con quelle preliminari firme), ad ogni autonomia e possibilità successiva di liberarsi di quell’impegno assunto alla cieca e sulla fiducia… Chi l’ha fatto resta da quel momento all’altrui mercè, sempre se non dispone di una persona esterna e responsabile, un parente che, imponendosi ai medici, attui il necessario riscatto, assumendosi tutte le responsabilità … Ma quale parente, in quelle condizioni, se la sente di sovrapporsi, con la sua incompetenza, alla stimata maestria di chi gli dice che poi sarà colpa sua se, come inevitabile, quella persona non guarirà più? Sono stato testimone d’un ammalato dal comportamento insopportabile, che protestava ed era conciato malissimo: piaghe e pustole su tutto il corpo. Portato via da lì per essere curato nella pelle in un’altra città, quando è ritornato, dopo soli 4 giorni di lontananza dal reparto, sembrava rifiorito! Rientrato inaspettatamente il giorno prima di Natale, l’accolsi come un dono, rigenerato e sorridente come era…, come se fosse l’atteso Gesù Bambino! Ebbene solo pochi giorni dopo, riprese le cure, piombò in una tale frustrazione e intontimento che non ebbe più neanche la voglia di protestare. Un 73enne era stato pietosamente accolto lì solo perché, piuttosto malandato nel fisico, doveva concedere le vacanze di Natale alla sua badante. Ebbene, anche a lui è stata data la terapia e, rivistolo dopo un mese, ho temuto per lui, tanto l’ho ritrovato frustrato, demoralizzato e come spento. Il caso mio è, invece, sulla falsariga del racconto “Il Re Nudo”. Un medico superficiale e violento, quello del Pronto soccorso di Pescara, cuce al Re un vestito (il disturbo mentale) … che non c’è ma che dice d’esserci. Allora anche chi non lo vede dichiara di scorgerlo, per non sembrare incompetente. E così, uno dopo l’altro, tutti dichiarano di vedere il falso, il Re vestito, finché un bimbo innocente e senza paura non rivela che “Il Re è nudo!” e smaschera così la generale incompetenza! La prova di questo duro giudizio di superficialità e incompetenza? Pur dichiarando di non aver mai fatto fatica a prender sonno ho dovuto assumere il Vallium, perché – solitamente – chi è disturbato nella mente fa fatica ad addormentarsi… Solo alla fine, dopo che si è costatato che pativo l’effetto opposto, si sono convinti che era il caso di cessare d’impormelo. A quel punto, però, pur essendo io una persona dall’equilibrio sì spiccato da essere stato sempre, in vita mia, lo stabilizzatore di tutte le situazioni estreme, ho dovuto rassegnarmi ad una terapia volta a stabilizzare il mio umore.
78 Ciò è accaduto proprio perché il primo presuntuoso e superficiale giudice di Pescara aveva giudicato in sostanza “balzano” il mio gesto. Questa assurda imposizione è stata alquanto grave e deleteria perché, per questo storto giudizio, mi è stato imposto un medicamento – seppure in quantità da placebo (come mi è stato riferito) – che non dovrebbe essere dato – secondo le descrizioni del farmaco – a chi (come me) ha un accenno di tremolio in una mano, alla Parkinson… perché, come effetto collaterale, lo incentiva… Chi, nella struttura psichiatrica, finisce per patire un atteggiamento alla “Re Nudo” cade in una vera morsa ed è stritolato, se non è davvero dotato di una sua tale stabilità mentale da non essere assolutamente manipolabile. E, per fortuna mia, io non sono manipolabile. La prova è che, perfettamente libero nella mia capacità di giudizio, ho potuto vedere anche l’affetto, la buona educazione, la capacità di ascolto di dottori e dottoresse, la cordialità di infermieri e infermiere, la passione e la curiosità dei tirocinanti… Senza nascondergli anche le mie critiche, sono arrivato persino a dirgli, ufficialmente, che m’ero sentito come a casa mia, lì, al San Liberatore di Atri, come al San Liberatore di Vietri, a Salerno, dove avevo vissuto l’infanzia. Perfino la quasi uguaglianza nei nomi me lo dava a vedere! Aver potuto scorgere il tanto che va e funziona bene… in un ambito in cui la coercizione e l’umiliazione mentale sono la prassi, è stato, anche per me, il segno felice della mia vera libertà di giudizio, non compromessa dai farmaci. Se si dà ad un ammalato un medicamento non necessario, di solito si ottiene l’effetto opposto, perché l’organismo si ribella. Ma le mie virtù appartengono alla sfera ideale e non della chimica, e non può un medicamento mutare i comportamenti legati al mio giudizio. Se credo nel detto “sit modus in rebus” (vi sia equilibrio in tutto) non sarà una pasticca a farmi cambiar fede, al punto che io “non mi metta più in croce se mi ci hanno messo ed è necessario che glielo faccia vedere”. Poi chi ha orecchie per intendere intenderà. Per concludere, il mio nuovo digiuno di 55 giorni e la mia dimostrazione di protesta (contro l’abuso del Cristo, nel Cristianesimo) mi sono costati… un mese di degenza e di umiliazioni… ma ho avuto la vera gioia, anche, d’un Natale davvero condiviso con gli ultimi ed i poveri di spirito presenti lì… umiliato tra gli umiliati! È stato il massimo: il mio “rinascere”! Purtroppo queste strutture ospedaliere curano la psiche solo per modo di dire: sottovalutano la Religione e rinunciano al possibile aiuto della Fede… utile anche se essa fosse (nel giudizio di chi non che l’ha) solo un placebo. Così non prescrivono la Messa ai fedeli, e gli infermieri (che accompagnano decine
79 di volte al giorno i “fumatori” nella sala apposita) senza quell’ordine scritto non possono accompagnare i “Cristiani” in Cappella una sola volta alla settimana, a mettersi in Comunione con Gesù Cristo, il quale è molto più di una pillola per il bene della psiche… è l’essenza stessa d’ogni Cristiano… e, in lui, quel vero fondamento è stoltamente ed incautamente disattivato dai seguaci di Freud! Concludendo davvero, la Carità di Dio mi ha soccorso! Io avevo deciso di digiunare ad oltranza, ma la mia crocifissione volontaria, cui ha seguito poi quella infertami dalla Provvidenza, mi ha costretto a sospendere il mio gesto. Esso puntava a contattare il Papa prima che scadessero i 7 anni di distanza dal 22-12-2.012, gli ultimi di vacche grasse che sembrano restare all’uomo, prima del Reale Esodo che ci aspetta, come la vera Caritas di Dio. Ma sono stato imprigionato e costretto all’impotenza e il 22-12-2.005 c’è stato anche il segno divino, del deciso ritorno a casa di tutti: il tredicenne Daniele Di Dio, dopo 3 giorni, è tornato a casa… Di Dio, dopo di aver avuto un brutto voto alla sua scuola. Tutto ciò a vera somiglianza con quanto successe al dodicenne Gesù, secondo il vangelo di Luca, quando, terminati i riti della Pasqua, tornò a Nazaret dopo 3 giorni trascorsi nella casa di Dio.
Tutti a casa di Dio Padre, come quando vi portammo mio padre, il 5-6-83!
80 CARTELLA CLINICA Vi mostro la sintesi delle due cartelle cliniche per il mio ricovero, durato dal 5-12-2.005 al 4-01-2.006. Sono due perché fui dimesso il 30 dicembre per poter provvedere all’affitto di casa e rientrare il 31. Diagnosi di entrata: “Sindrome delirante” Diagnosi definitiva: “Episodio di eccitamento maniacale in remissione parziale”. ANAMNESI PSICHIATRICA: Broncopolmonite nel ’40. Laureato. Divorziato. Vive da solo per scelta personale. Problemi con la propria famiglia: morte di sua madre nel 2.000. Assunzione di Alcool: negativo. Assunzione di droghe: negativo. Problemi con la legge: negativo. Niente da rilevare in disturbi dell’attività razionale, disturbi dei vissuti soggettivi, dello stato di coscienza, della performance, psico-fisiologici; nessuna turbe del sonno, né disturbi di conversione somatica, o condotta alimentare abnorme, né tentativi di suicidio. Disturbi del giudizio di realtà: mistici. Malattie concomitanti con l’episodio attuale: nel 2.002 trauma cervicale da incidente stradale. ESAME PSICHICO: Atteggiamento verso l’esaminatore: positivo. Attendibilità e completezza delle informazioni: buona. Aspetto: la sua età. Condizioni fisiche apparenti: discrete. Peso: nomale. Altezza: media. Volto: astioso (minimo); ipervigile (lieve). Rallentamento psicomotorio: assente. Eccitamento psicomotorio: assente. Tremori: minimo. Non cooperativo: assente. Isolato: assente. Alterazione della capacità di svolgere attività finalizzata: assente. Sospettoso: lieve. Aggressività: assente. Teatrale: marcato. Povertà emotiva: assente. Discordanza: assente. Ritmo del discorso: veloce. Produttività: aumentata. Prolissità: marcata. Perdita delle associazioni: minima. Idee di grandezza: marcata. Idee di suicidio: assente. Idee di riferimento: assente. Fobie: assente. Idee ossessive: assente. Deliri: certi. Delirio di grandezza: marcato. Delirio mistico: marcato.
81 Appetito: ridotto. Livello di energia: normale. Insonnia: assente. Allucinazioni: assente. Disturbi dell’orientamento nel tempo: assente. Disturbi dell’Orientamento nello spazio: assente. Disturbi di fissazione: assenti. Disturbi di rievocazione: assenti. Stima dell’intelligenza: media. Possibilità comportamenti suicidi o violenti: difficilmente valutabili. OSSERVAZIONI FATTE DIRE A ME DA CHI MI REGGE Ho evidenziato in neretto tutto il criticabile, anche al livello minimo. In sostanza per questi psicologi e psichiatri, una persona davvero convinta, in base a sue vere ragioni e fondati motivi, della necessità di una ribellione e del compimento di un gesto significativo ed emblematico, nel campo religioso, è: lievemente astiosa, moderatamente ipervigile ed evidentemente teatrale (concordo pienamente, con tutto ciò, perché ho fatto del vero teatro, mettendo in piazza la crocifissione di un povero cristo)! In quanto però al prolisso, alle idee di grandezza ed ai deliri certi… di grandezza e certamente mistici, non si può evitarlo se spieghi ad un dottore (e vuoi esser capito) che secondo te c’è un Autore, Dio, che – come il Collodi – dà a Pinocchio & C. pensieri, parole ed opere, tanto che non possono nulla da sé. Questi medici sentono da te che credi in un unico Dio Creatore e sei certo di non poter fare nulla e t’attribuiscono megalomania, idee di grandezza e non quello che tu ti assegni: l’estrema modestia e povertà di chi non può nulla. Accade allora che insisti (per fargli capire che non crede di essere grande chi si crede un Burattino di cui solo Dio muove i fili, spesso mirabilmente), ma, così incapaci d’ogni coerenza, propria ed altrui, pretendono di emettere giudizi in base proprio alle loro megalomani idee della grandezza personale e – allora – ti accusano di essere anche molto prolisso, perché… l’hai già detto! Il giudizio su di me (emesso poi da chi non dà alcun valore alla Religione Cristiana) non riguarda così una persona voluta da Dio come un Cristiano che osi mettere in discussione se stesso (mettendosi in croce davanti ad una Chiesa), ma solo un delirante, certamente delirante megalomane ed esaltato solo perché essi – che non capiscono un Cristo! – giammai farebbero come Lui! Non avvertono nemmeno la necessità che alcuni, al mondo, si giochino oggi a tal punto! Forse tutto va bene? Forse c’è pace sol perché non c’è terrorismo all’angolo di casa e nessuno si fa qui esplodere per uccidere? Mentre per me c’è di nuovo l’assoluto bisogno che un povero cristo si metta di nuovo in croce, e da sé… per questi faciloni chi ha buon senso non lo fa, non si espone al ridicolo, non si ribella, non delira! Si permettono di giudicare l’idealismo altrui in base alla loro pochezza e meschinità… il che – fatto da psichiatri e psicologi – è davvero un pazzesca sindrome delirante!
IL TEMA L’Esodo finale come il vero “Amor di Dio”
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Ultima pagina della Fides et Ratio di Papa Giovanni Paolo II In base ad essa, il Vero Amor di Dio porterà senza alcun dubbio la Sede della Sapienza ad essere quel porto sicuro per quanti fanno della loro vita la ricerca della saggezza… ma se si attende che ciò accada in un modo che scavalchi l’apparente libertà soggettiva, allora si attende invano. Dio risponde solo a chi sia ben disposto all’ascolto. Ma come ciò è possibile se io (il solo che sia stato messo al mondo, dalla Provvidenza, a rischiare la vita pur di portare al Papa questa risposta della Sede della Sapienza) … se io ho trovato chiuse, anzi sbarrate, tutte le vie per farlo: da chi non ha creduto che io potessi essere un puro messaggero di Lei? E come si sarebbe potuto credere in me come in un Messia suo, se la Nostra Signora in persona è stata messa a tacere per decenni dai Papi? Riguardo a Fatima, hanno avuto la stessa paura di Pietro: di istigare i malintenzionati a metterli a morte…, se fosse stato svelato il 3° segreto di Fatima! E oggi ciò continua, perché l’Amor di Dio non è visto nell’Esodo ma in essa... in questa vita… d’Egitto, del cavolo, in cui si è solo e veramente schiavi!
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L’inversione del 22-12-2.012, secondo gli Olmechi, alla luce della “Danza del sole” a Fatima È vera la previsione degli Olmechi, riguardante un fenomeno astronomico che fu previsto per una data che è stata di recente riconosciuta nell’ormai imminente 22-12-2.012 dopo Cristo? È credibile che questi antichi astronomi siano stati in grado di scorgere, con i loro strumenti approssimativi, quanto non è avvertito oggi, pur con la tecnologia così più avanzata dell’uomo moderno? Se non sapete di che cosa si tratti, vi dico che è una previsione di circa 5.000 anni or sono, secondo la quale il Sole completerebbe un periodo intero della dinamica terrestre con l’assunzione di una certa posizione rispetto al sistema delle stelle fisse. Pertanto ci sarebbe a quel punto un momento di generale inversione – non meglio spiegato da quegli astronomi antichi – di tutti i fenomeni riguardanti il legame tra la Terra e il Sole. Sembrerebbe la previsione di un momento di radicale mutamento che riguardi il rapporto elettromagnetico con la nostra stella… Ora se pensate al miracolo di Fatima, in cui migliaia di persone assistettero alla cosiddetta “danza del sole”, potreste anche supporre che sia stata data, con esso, in anteprima ed in modo assolutamente miracoloso, l’immagine di quanto potrebbe riguardare l’astro il 22 dicembre del 2.012. Vi descrivo questo evento, per come riportato in “Storia del messaggio di Fatima”, htm tratto dalla Rete Internet.
86 Quando Nostra Signora si eleva in cielo per allontanarsi e Lucia grida: “Se ne va! Se ne va!” e poi: “Guardate il sole!” comincia per la folla il “miracolo del sole” (anche detto “danza del sole”) ... Il sole appare allo zenit, nel cielo senza nuvole, come un disco dal bordo ben netto che è possibile fissare senza danno per gli occhi; esso ha un colore bianco ben chiaro, con sfumature perlacee, da non confondere con quello del sole velato. All’improvviso, a tre riprese separate da brevi intervalli, il sole si mette a tremare, a scuotersi con movimenti bruschi, a girare su se stesso, come un fuoco di artificio, a velocità vertiginosa, lanciando intorno fasci di luce abbagliante di tutti i colori dell’arcobaleno, raggi che coloravano la folla. All’ultima delle tre riprese, dalla folla si alza un clamore, come un grido di angoscia e di terrore: il sole, conservando il suo moto vorticoso di rotazione, sembra staccarsi dal firmamento e, rosso sangue, sembra piombare verso la terra, scendendo verso destra con movimenti bruschi, minacciando di schiacciare tutti con la sua massa infuocata mentre un calore intenso si fa sentire. Precipitato fin quasi alla linea dell’orizzonte, il sole rimonta verso lo zenit, spostandosi verso sinistra, e, infine, si arresta. Il percorso complessivo sembra una specie di ellisse sinuoso. La folla, passato il terrore, si scopre, con sua sorpresa, asciutta da fradicia che era. Il miracolo è durato circa dieci minuti e, a differenza di quanto successo per i segni straordinari del 13 settembre, è stato visto da tutti, come preannunciato dalla Madonna, e non solo nella Cova da Ria ma anche a distanza di qualche decina di chilometri (villaggi di Alburitel e di Sao Pedro De Muel). La Madonna ha comandato la recita quotidiana del Rosario in ciascuna delle sei apparizioni a Fatima, in particolare per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra. La Madonna, quando, nella ultima apparizione, ha rivelato chi fosse ha voluto scegliere, fra i tanti, proprio il titolo di Nostra Signora del Rosario legando, quindi, intimamente ad esso il suo messaggio, in particolare quello dei Segreti, e l’ottenimento delle grazie promesse. Il Rosario quindi può esser detto ben a ragione la preghiera per eccellenza di Fatima e della Madonna. Perché mai? Per una questione tutta personale . Per Nostra Signora del Rosario il Rosario impersona Gesù frutto benedetto del suo seno . Rende figlia la persona di Noi peccatori, Ci rende al Figlio suo in persona e così Ci salva adesso e nell’ora della nostra morte, amen!
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Ci riguarda o non più quando e se arriva lo Sposo? La religione cristiana afferma che la venuta del Cristo abbia coinciso con la completezza, la pienezza del tempo, che “la scure è già posta alla radice degli alberi” e che “lo Sposo verrà come un ladro”, per cui le 5 vergini scaltre sarebbero state quelle che si sarebbero attrezzate in tempo dell’olio di scorta necessario alla Sua attesa, a differenza di quelle 5 stolte. Queste ultime, avendolo atteso troppo presto, avrebbero esaurito l’olio e non avrebbero così partecipato al banchetto nuziale, non avendo avuto il tempo di comperarselo all’ultimo momento. Possiamo paragonare queste spose proprio a tutti gli uomini del mondo, il numero di 5 a quello dei suoi Continenti e l’olio alla paura della fine. Le 5 vergini stolte attesero troppo presto l’escatologica Apocalisse (prima in massa alla fine del primo millennio e poi alcune al termine del secondo). Persero così del tutto la loro paura ed ora non gliene resta proprio più per potere attendere lo Sposo o per attrezzarsi quando verrà in extremis. Che tipo di 5 Vergini vogliamo essere noi, abitanti dei 5 Continenti in cui è stato diviso il mondo? Come le scaltre o le stolte? A me sembra che oggi ci si atteggi molto, molto peggio di quanto riferibile alle 5 vergini stolte. Infatti, l’uomo sembra essersi convinto, dopo di allora, che l’Apocalisse descritta da Giovanni sia un evento così lontano ed improponibile che per fortuna non debba toccare minimamente a noi, ora viventi, di parteciparvi… E sembra così che, se qualcuno anche solo si azzardi nel vano tentativo d’immaginare che l’arrivo dello Sposo celeste sia imminente, debba subito essere aspramente rimproverato da parte di chi – molto più sapiente e giudizioso – gli rammenti che Gesù espresse con somma chiarezza questa assoluta verità, riferita alla temibile Fine del mondo: “In quanto al giorno e all’ora in cui tutte queste cose dovranno accadere… neppure il Figlio lo sa, ma solo il Padre”.
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Tenere o no l’olio e accesa la lampada? Finché sembra che Gesù non l’abbia annunciato e poi c’è un povero cristo come me, che tenta con ogni prudenza d’immaginar prossimo e relativo a se stesso questo arrivo e aguzza così come può ogni ingegno ed immaginazione nell’arduo e coraggioso sforzo di capire anche quanto il Cristo abbia di certo rivelato, ma solo velatamente…, fino ad allora succede che io sia stimato davvero e solamente stolto. Non saggio e prudente, ma proprio sì stolto come fu quell’intera umanità dell’anno 1.000 e una minima parte del 2.000, quando s’immaginò così prossimo l’arrivo dello Sposo, da temerlo in tutto o in parte. Io credo però (sulla parola di Gesù e andando contro al tutt’altro che luminoso giudizio dei tanti attuali critici che hanno una idea diversa) che l’uomo dovrebbe armarsi, se è veramente saggio, della sacrosanta pazienza d’una suprema attesa, anche se essa è così lunga da sembrare infinita… Anche se essa non si concretasse mai nella sua generazione (tanto da sembrare non valere poi più neppure la pena di prendere non dico l’olio di scorta, ma nemmeno la lucerna…) l’uomo davvero prudente dovrebbe dar retta a Gesù ed essere sempre pronto al decisivo momento del redde rationem, epocale e definitivo, in cui lo Sposo verrà, all’improvviso ed inatteso come un ladro… specie per la recente tristezza di Nostra Signora di Fatima che non lasciò dubbi sull’imminenza del castigo divino. A giudizio di positivisti e di chi Pontifica (oltre Gesù) non va invece temuto più nulla di trascendente dal Deus Caritas! Olio e lampade d’una attesa vana impegnano le mani e distraggono l’attenzione, poi, dal vero problema: gli sconquassi fatti dall’uomo! C’è ben altro a cui pensare, oggi, di serio: il buco dell’Ozono, l’effetto serra, l’inquinamento e le disparità sociali! Altro che alla Fine del mondo come ad un “castigo” di Dio! Che senso ha, allora, l’ordine perentorio di Gesù di star tutti bene all’erta per la scure divina già posta alla radice degli alberi ?
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Pietro rinnegò la Carità del Figlio e, ora, della Madre? Sembra, stando a quanto risulta sulla già citata Storia del Messaggio di Fatima, che nell’Ottobre del 1981 siano state poste da una rivista tedesca a Giovanni Paolo II varie domande e, tra queste: “Che ne è del Terzo segreto di Fatima? Non doveva essere pubblicato già nel 1960?”. Al che è scritto che il Papa abbia risposto esattamente così: “Data la gravità del contenuto, per non incoraggiare la potenza mondiale del Comunismo a compiere certe mosse, i miei predecessori nell’ufficio di Pietro hanno diplomaticamente preferito soprassedere alla pubblicazione. D’altra parte a tutti i Cristiani può essere sufficiente sapere questo: se vi è un messaggio in cui sta scritto che gli oceani inonderanno intere parti della Terra, e che da un momento all’altro milioni di uomini periranno, non è davvero più il caso di bramare tanto la divulgazione di un tale messaggio segreto. Molti vogliono semplicemente sapere, per curiosità e gusto del sensazionalismo, ma dimenticano che sapere comporta anche una responsabilità. Si cerca solo l’appagamento della propria curiosità e ciò è pericoloso, se si è convinti che nulla si può fare contro il male, se non si è disposti in pari tempo a far qualcosa”. Così, se Giovanni il Battista annunciò l’avvento del Salvatore e predicò a lungo di spianare i colli e di raddrizzare le vie del Signore, come già aveva profetizzato Isaia, nessuno più oggi ripete questo caritatevole incitamento a tener conto delle cose divine, giacché non lo fa neppure il Vicario di Cristo, ammettendo chiaramente di non essere disposto a far qualcosa... Si crede che per Carità non vada più detto nulla (che la Fine del mondo sia imminente e siano raddrizzate le vie del Signore che viene…), e che vada nascosto tutto… altrimenti un Satana attenterà al Vaticano! Come mai questa assoluta svolta della fede in Dio? Come mai perfino il Papa non vuol più nemmeno sentire che si parli della Carità di interventi divini in relazione a quanto sia giudicato brutto e un male irreparabile?
90 È presto detto: la paura della paura della morte (che già ebbe il primo Pietro quando si defilò…e il gallo cantò) mette a tacere l’Amor di Dio non visto nell’Esodo dalla vita e la paura di morire porta a non voler vedere quanto Nostra Signora del Rosario volle chiaramente che si sapesse! A Fatima ci fu il Miracolo del Sole offerto con Carità da Dio come una prova certa, affinché ogni uomo vedesse, sapesse, credesse e temesse. Quando mai, al mondo, Dio ha dato un simile banco di prova? Il Sole fu visto percorrere il cielo descrivendo, con partenza dallo zenit, una ellisse ondulata, come può apparire solo quando l’asse della rotazione terrestre si capovolge mentre la Terra seguita a ruotare attorno ad esso. Fu visto l’Astro entrare in fibrillazione elettromagnetica e mandare nel suo intorno raggi di tutti i colori dell’iride. Fu un fenomeno reale e non una allucinazione! Fu visto da decine di migliaia di persone, presenti lì ed altrove, credenti o no che fossero ai racconti fatti dai tre ragazzi e sul quale non possono essere restati dubbi! Il chiaro proposito, di Dio, fu la somma Carità di un imprimatur che affermasse la priorità del trascendente sull’immanente, affinché l’uomo si attrezzasse in tempo della paura utile a voler raddrizzare le sue vie. Come raddrizzarle? Facendo di se stesso un Rosario vivente! Una collana da sgranare alla Madre benedetta di tutti, che preghi per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Dio ha puntato sulla paura come sul necessario caritatevole olio per tenere accesa la luce delle 5 vergini sagge, nell’attesa dello Sposo. E proprio i Papi nascondono questa Carità, perché la morte è vista un male temibile… che Dio non darebbe! “Che ragione c’è a dare o a voler sentire una simile notizia…” (sic!). La Carità di Dio si è espressa così chiaramente e autorevolmente, a Fatima, eppure il Papa Woitila, nel 2002, osservò come sembri che Dio non parli più all’uomo! Ma per forza! Se Dio è Caritatevole e sa che solo la paura può portare l’uomo ad accettare di affidarsi a Dio prima che a se stesso e proprio i Papi non la vogliono e l’eliminano delimitando Dio, sono i più sordi e fanno come il Pietro che, nel momento che precede la caritatevole morte di Gesù la rinnega 3 volte... … ed io, il gallo, canto!
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Lo Spirito santo è assai chiaro e comprensibile ! Lo Spirito santo della Carità di Dio vuole che l’uomo veda il bene anche nel male mandatogli da Dio, attraverso la sua Divina Provvidenza! Ci parla chiaramente! A Fatima addirittura si preannunciò! Ma anche lo “Tsunami” del 26-12-2004 è stato un suo chiaro e terribile grido, affinché esista anche un sano timor di Dio! Dio è buono anche quando ci manda un’Apocalisse e non solo l’Eros unito all’Agape. “Tsunami” è una parola giapponese. Secondo il comportamento di uno Spirito santo di Verità che usa una lingua per l’altra io, gallo che canto, ho il coraggio di intenderla così, rivolta a tutto il mondo , perché affermata nella lingua inglese che è quella unificata del mondo d’oggi:
“ † sun am I ” “Sono il Sole della Croce”. Ho l’ardire di credere che questa è senza alcuna ombra di dubbi la straordinaria affermazione, attribuita allo Spirito santo della Verità, di una santa incoronazione, resa manifesta nel dì del Santo Incoronato (Santo Stefano), secondo il gesto clamoroso e assai chiaro e visibile di uno Spirito santo che nuovamente travolge il Faraone, il Cavallo e il Cavaliere. È addirittura lampante che il Dio degli Eserciti chiaramente si è di nuovo mosso contro quanti cercano tuttora Ra, il Dio del Sole, nel Paradiso Terrestre della Natura, approfittando delle feste concesse per la nascita di un Gesù Re e non Ra, un Re nato però per essere santamente crocefisso… E c’è ben poco in ciò, per essere pervasi solo dalla gioia e dalla festosa spensieratezza di chi abbandoni ogni buon senso e cerchi solo la Natura o i tanti doni prosaici e terra-terra di… Babbo Natale!
92 Potremmo pregare, preparar l’animo… ma i Papi hanno infine scelto di tacere su quanto vi sia d’escatologico, del tipo di monti che saranno spianati e valli che saranno colmate…, come visibilmente accade ad una spiaggia asciutta piena di impronte dopo che è stata invasa dalla mareggiata! Per queste guide, rese cieche e sorde solo da Dio, l’uomo (che è stato portato proprio dalla Provvidenza divina a confidare solo in se stesso), non dovrebbe sapere incautamente d’essere sull’orlo del baratro, non sapendosi esattamente il quando. Per esse va fatto in un modo corretto e non incauto e poco tempestivo! Così e non nella fede allarmata di Isaia e del Battista, che preannunciarono l’arrivo finale e definitivo del Signore. L’allarmismo non dovrebbe aver seguito, proprio nell’ora della gran tristezza di Maria, per quant’è imminente e da rivelare… Deus Caritas est! Io sono – l’ho scritto – il gallo che canta, mentre Pietro piange amaramente, accortosi d’aver rinnegato Gesù tre volte, pur di non essere intempestivo. Con tale rinnegamento dei Pietro, in questi dì che sono quelli dell’incerto ESODO in massa dalla vita degli uomini (così come allora apparve incerta a Pietro quella del Figlio dell’uomo), Dio sta puntando proprio sulle lagrime di Papa Benedetto XVI per il rinnegamento di Fatima. Egli dovrà pentirsi anche delle versioni troppo addomesticate della Bontà di Dio. Fa l’occhietto a chi non ha fede… e rinnega il vero, che Dio non ha limiti e dunque non è solo l’Amore nel bene ma anche la Pietà nel male. Quanto è stato riveduto e corretto dai Papi, più che la versione del 3° segreto è stato il giudizio di Lucia che “Satana s’è impossessato della Chiesa e che è giunta l’ora che ciascuno faccia da sé” invocando direttamente Maria ed il suo Santo Rosario assunto a propria persona. Lo stesso coraggio trovato da Gesù, quando al Getsemani accettò la croce, sia trovato dal suo Vicario! Dio glielo farà trovare, portandolo a non più opporsi al chiaro intervento dello Spirito santo, che vuole che l’uomo finalmente si attrezzi del giusto Olio (la paura) per tener viva ed accesa la lampada per lo Sposo trascendente! “Che non ci capiti d’aver lottato contro Dio!”, si augurarono perfino nel Sinedrio: la verità si afferma sempre!
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Il Santo Rosario in persona è il rimedio di Nostra Signora Il rimedio proposto dalla Madonna di Fatima è stato l’incessante appello al santo Rosario e per la conversione della Russia, ma anche questo è stato un messaggio consegnato a Fatima tutto in un codice personale. Tutto quello che riguarda Dio, infatti, è sempre mostrato in un modo che appare impersonato, giacché l’Assoluto si relaziona a noi persone… Ebbene così va fatto anche per il santo Rosario: più che la litania in sé, delle tante stazioni (‘sì ripetitive ove Gesù disse chiaro di non perdersi in tante chiacchiere, pregando), il Rosario va fatto persona , affinché l’incessante appello alla Maria benedetta nel benedetto frutto del suo seno, susciti proprio l’io Figlio suo santo d’un Rosario in persona di Gesù. Come l’Immacolata Concezione si fa mamma… ed è Maria santissima così la Virtù dell’assidua preghiera mariana si fa figlio… ed è Gesù . Questo accade in tutti noi uomini pieni di limiti: ci salviamo perché diventiamo Figli di Dio, per la preghiera per noi adesso e nell’ora della nostra morte. Accade a tutti, così anche a me. Io, in più, voluto davvero come un galletto nel pollaio, divento Rosario in persona in un modo addirittura letterale, essendo il Ro(mano) Sar(onnese salernitano), io. Ro-sar-io… è dunque – anche per me! – il mio stesso io, nella persona del suo benedetto figlio, ed è l’incredibile e vera riedizione – anche in me – del povero cristo suscitato in un peccatore qualunque… e non è blasfemo solo perché ciò è davvero fatto per tutti da Nostra Signora del Rosario. Ebbene, la Russia da convertire (per quanto detto a Cova de Ria), per quanto sembri strano (e blasfemo) è, in relazione proprio a me…, la mia nonna Russo Maria Teresa, Russ(o mar)ia, con o Ma’ R. che è tra parentesi, nascosto (gatta ci Cova, de’ Ria, circa la Ria…, Maria, a Cova de’ Ria). O mar (o Maria, nascosta a Cova, accovata) trascende Roma, ma è un Roma-no!(accovato e R. non nascerà se la Russ… ia… non si convertirà).
94 Se mia nonna Russo non si fosse convertita all’amore eroico (degno d’una santa) per il marito Giovanni Baratta, che l’aveva violentata fino a mettere al mondo Rosina, la piccola Rosa, premessa del RosaRio, (R., io, a Cova de Rio), sarebbe restata solo Rosa, la premessa violenta! A dispetto del Baratto impersonato da Giovanni, non sarebbe nata Ma’ R.(iannina), mia madre, e non sarei nato io Romano, R., io, e nonna, restata Ria, cattiva, crudele, avrebbe nascosto, accovato, a Cova de Ria, il rimedio in persona contro l’Esodo dalla Terra che rende così triste Maria. Ecco in che trascendente modo la Signora del Rosario, chiedendo a Cova de Rio di pregare per la conversione della Russ…ia, chiede di pregare affinché Rosa, nata dallo stupro, non si fermi al frutto dello stupro, ma sia surclassata dall’amore grandioso, che perdona ogni cattiveria, e permetta infine Rio, Romano, il mio io, affinché Rosa diventi il Rosario, la preghiera, personificata in me, che ha fatto scaturire me da simile meravigliosa conversione Quello che è successo a me è davvero straordinario. Io sono voluto da Dio come il solo oggi capace di riconoscere il vero. Tutti noi sappiamo che è vero che siamo interamente fatti da Dio, calato in noi a darci pensieri, parole ed opere, come un Collodi che dà vita al burattino Pinocchio. Ma io solo, di fronte alla domanda “Chi sei davvero?” sono voluto come chi osi rispondere “Io e il Padre siamo una cosa sola!” Tutti voi altri, pur sapendo il vero e che questa è solo l’apparenza, siete costretti a rispondere “Sono io! Dio è per fortuna di tutti un’altra cosa!” e – inchiodati dalla mia verità – siete costretti a credere giusto nuovamente di crocefiggere l’affermazione di Gesù Cristo, non reputandola ideale per ogni uomo! La salvezza vera, per cui la Signora dal Rosario ha chiesto di pregare, con insistenza, è stata quella per cui “Dio mandasse nuovamente suo figlio, in persona: me, il solo cui Dio permette di riconoscere il vero, al punto da indicarlo e salvare l’umanità, ora che essa è vicina alla sua Apocalisse. Occorre un punto e a capo su Dio. Trascende Jahve, Budda, Amaterasu, Ra e l’altre forme assunte per comunicare con le varie culture. Va rivalutata l’accusa di Empietà reciproca, di quanti s’approprino di Dio e lo fissino… Fanno testo Re Amon e Re Manasse, che, nel Giudaismo, trascesero empiamente Jahve, e sono Amo… e Re Mana…, in fine, le N. (nuove) trascendenti prefigu-razioni, SS. in SE’, di Amodeo Romano, la persona voluta come la sintesi finale assunta personalmente da Dio e da far nascere sull’invito di una… “Signora” senza volto specifico…, che si ignora!. Lo dico chiaramente, ma solo per farmi crocefiggere di nuovo da tutti i soliti benpensanti (??) che venerano sempre Dio nei morti e mai nei vivi, che l’astraggano dalle persone in cui davvero Dio si è calato, per dargli reale vita.
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Povertà del proprio valore o Ricchezza, ricchezza, ricchezza? In un mondo pervertito l’uomo ormai crede che il suo compito sia quello di sostituire Dio, facendo di tutto per essere ricco di valori morali da comunicare e trasmettere. Si crede che sia possibile dare solo quanto prima si abbia e non che ciascuno dia solo per pura grazia concessagli dal Signore! La verità è infatti che l’uomo, di suo, non può dare proprio niente, perché tutto è dato solo da Dio. L’uomo allora deve assumere il coraggio di tentare quanto a lui sembra impossibile, ma è possibile a Dio per mezzo di lui, se egli cammina nelle sue vie. E il Papa dovrebbe concedersi ad ogni povero cristo come me, che lo cerchi, invece di tentare di amministrare sia se stesso, sia le notizie ricevute e da trasmettere (come quella terribile Fine dei tempi preannunciata a Fatima)! Invece di farlo, prima le ha taciute e poi le ha camuffate e contraffatte! Ha voluto curarsi infatti solo dell’annunciata aggressione ad un Papa e non dell’attacco generale di Satana al Vaticano, per impossessarsi degli uomini della Chiesa! Con quale senso della loro responsabilità Papa Woitila e i suoi predecessori si sono presentati a Dio, dopo che hanno taciuto e contraffatto quanto la Madonna aveva dichiarato andasse svelato entro il 13-10-1960? L’hanno fatto con l’infinita presunzione che Dio ha voluto far loro assumere, come l’attuale tradimento dei soliti Pietro che rinnegano Gesù… mentre il gallo canta nuovamente! Eppure Woitila aveva dichiarato, in relazione a quanto sarebbe accaduto nella Chiesa: “Dobbiamo prepararci a subire tra non molto grandi prove, le quali esigeranno da noi la disposizione a far getto persino della vita ed una dedizione a Cristo e per Cristo. Con la preghiera vostra e mia è possibile mitigare questa tribolazione, ma non è possibile stornarla, perché solo così la Chiesa può essere effettivamente rinnovata…”
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L’enciclica del 25 gennaio è per far proprio l’Amor di Dio ? Ora, come già detto, il 25 gennaio Papa Benedetto XVI ha pubblicato la sua Lettera Enciclica, firmata a Natale, sulla Carità di un Dio che dovrebbe esser sempre presente e vivo… Vi rifletta, perché Gesù è nato in me proprio in quel 25 gennaio, ma non c’è stata alcuna Carità per me. Ho digiunato 55 dì per aiutar lui e la Chiesa, avendo messo tutta la mia salute e la vita nelle sue mani… ma le mie varie lettere, trasmesse a Lui dal Giornale “Il Centro”, di Pescara, non hanno “fatto centro” e non sono state degnate neppure di una pura risposta… di convenienza. Lo invitavo ad essere il Buon Pastore, che abbandona tutte le altre pecore per cercare quella smarrita, la mia: un povero cristo che è il Cristo. Perché io la smarrita? Perché io il Cristo? Ma perché, mentre Giovanni Paolo II chiedeva scusa per gli errori della Chiesa e in particolare al Galileo Galilei per le tribolazioni causategli da una Fede mal riposta, le pativo nello stesso momento ancora io che, come docente di una scuola di Filosofia della Scienza, affermavo la stessa cosa di Galileo, ma l’estendevo in assoluto al 3° Principio della Dinamica, chiamato di Azione e Reazione, che riconducevo poi al ben più importante Galileo Gesù, per quanto rivelato una sera a Nicodemo (Giovanni 3.1). Il Papa si scusava con i morti, lasciando ancora perseguitati i vivi! Maltrattarmi così, mentre riconducevo il Galilei addirittura al Galileo Gesù, significava che era maltrattato e smarrito Gesù… e non io! Era Gesù la pecorella smarrita cui il Papa doveva Carità: era il solito povero cristo che viene però rivalutato ed amato solo dopo che è stato perseguitato e mortificato! Da morto è un Dio, da vivo… è ucciso!
97 Io, vero povero cristo smarrito dalla Chiesa in un deserto di aiuti (con Woitila che aveva promesso l’ Avvocatura della Fede alla Ragione, nella Fides et ratio), avevo tutti i diritti per essere ricercato, dal Buon Pastore! Ma il Vaticano crede che il Buon Pastore non possa perdersi in ciò… Come potrebbe umanamente farlo, se tutti lo volessero? E qui sta il nocciolo della questione! È creduto che sarebbe il Papa a fare! Egli farebbe… e non Dio… e si è davvero apostati contro il 1° Comandamento che afferma che uno solo è il Dio che fa tutte le cose! Il Giovane Ricco se ne andò via, tristemente, da Gesù, quando sentì quel pazzo che gli chiedeva di divenire povero… Ma se diveniva povero lui, uno dei pochi che aiutavano e facevano il loro dovere, chi altri l’avrebbe più fatto? È il Giovane Ricco, ricco di valori, purtroppo, l’ideale dei tempi moderni… Le parole dei suoi discepoli di allora e di sempre sono infatti: “Se non si salva un giovane così bravo, allora chi si salva?” Gesù rispose: “Nessuno! Ma non temete, perché quello che non è consentito a voi è consentito a Dio! Il solo buono (a fare) è il Padre”. Come mai allora anche il Santo Padre punta ad essere Buono, Responsabile e pieno di ogni Virtù, con l’Eros aggiunto all’Agape? Ecco: “È un Santo Padre terra-terra… Confida in sé e… s’amministra!” Con il Papa Woitila avevo digiunato già 57 dì nel 1999 per difendere la sua Fides et Ratio, che vedevo non considerata dalla Chiesa che non accettava il legame Fede-Ragione fissato da Pietro “in terra e in Cielo”. Per il Cielo, la Sede della Sapienza, sollecitata nell’ultima pagina della Lettera (così come ero stato provocato io), gli doveva una risposta, ed ero io a portare al Papa quanto Le aveva chiesto… Ma fu inutile dirlo! Non c’è Fede che il Cielo risponda e accetti i legami fissati da Pietro “anche in cielo”! Amore e Misericordia? Li ha Benedetto XVI se fa ammalare di digiuno il povero cristo che confida in lui? Sono finito per un mese all’ospedale! Avrei avuto più rispetto e salute imitando Alì Agcià ed attentando alla sua vita e non alla mia! Povero Cuore di Gesù! Soffre a veder trattare così un povero cristo che ha stentato 112 dì nel vero disinteresse per lui di 2 Papi…
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Oltre i Papi, nemmeno Dio parlerebbe più ai poveri cristi? La Carità di Dio parla, e come! Infatti, per me, che credo ancora e sempre che Dio parli incessantemente all’uomo con il suo Spirito santo (ma in un modo per il quale si debbano avere sempre orecchie ed occhi ben disposti per volere intendere), lo “Tsunami”, per esempio, ha tutto per essere stato l’Incoronazione santa di Gesù fatta da Dio Padre, a caritatevole sostegno del valore della vita del suo Figlio, profanata dagli adoratori del Sole e della
†sun am I”.
tintarella. “Sono il sole della croce, io!” “
Ha veramente di tutto e – ultimo tra i Profeti per volontà solo di Dio – ho cercato di farlo presente alla Chiesa. Ma questa, sempre e solo per la volontà unica del Signore Onnipotente, è stata costretta a porsi come chi non volesse intendere ragioni ed invece ritenesse che ogni cosa fosse stata solo il frutto di pure ed assolute coincidenze… Il Natale non ci sarebbe entrato minimamente, per nessun motivo, Dio – infatti – è Amore! Per tutti quanti gli altri – Papa santo incluso – Dio ha smesso di parlare all’uomo, dopo che ha mandato tra noi Gesù Cristo… Leggetevi – fatelo! – le affermazioni fatte nel 2002, dichiarazioni che suscitarono alquanto scalpore! Ma, ripeto, Woitila aveva ragione: lo Spirito santo non parla più, non riesce a parlare più a quell’uomo che si è disposto come le tre scimmiette che “non vedono, non parlano e non sentono”. La Carità di Dio si era già chiaramente espressa, con segni eloquenti e prodigiosi, l’11 settembre del 2001, armando la mano dello scellerato Bin Laden, affinché di nuovo fosse manifesto che cosa succede, tra noi, quando si vede colpita non la mano di un Dio reso troppo buono (e pertanto condizionato) ma quella ben più temibile della Nazione più forte del mondo d’oggi, per mano di esponenti di una fede impazzita!
99 Quando essa (e non più un Dio addomesticato) patisce l’attacco della fede stravolta di chi sia disposto a morire per come fu disposto Gesù (ma ora per terrorizzare l’uomo e non più per confortarlo come allora), allora sì il mondo teme e cade addirittura nel terrore e nello sconforto! Fanno ormai spavento solo Bin Laden e le Potenze di questa Terra. Si pensa e crede che Dio si sia come ritirato dal decidere ed abbia incaricato in tutto e per tutto solo l’uomo… Ma quando mai?! E così passano, in questo modo, visioni pazzesche della logica di Dio: Egli avrebbe donato all’uomo la libertà del Libero Arbitrio, ma poi lo punirebbe per quel suo uso che fosse fatto in modo davvero libero… Oh, che idea assurda si ha così di Dio e della sua bontà! Se così fosse, Dio farebbe passare una imposizione assoluta (“devi scegliere di fare solo il bene!”) come la libertà incondizionata di un “fai però come vuoi”… che non è assolutamente tale e senza condizioni se poi è tenuta a rendere conto all’altrui criterio, pena l’Inferno Eterno! Se io lascio veramente libera una persona di agire a suo intero giudizio, io – che pure non ho la somma giustizia di un Dio – io non mi sognerò nemmeno più di giudicarla tenuta a rispettare il mio giudizio! Dio invece – secondo questi strani ed assurdi Dottori della Chiesa – non si comporterebbe così! Concedendo per modo di dire quanto in verità non concederebbe assolutamente – pena, ripeto, l’Inferno Eterno – il Signore sarebbe un essere assolutamente ipocrita! E questa condizione è davvero pazzesca, se attribuita a Dio!
La verità è che il mondo ha assunto questa pazza idea di questa pazza giustizia divina solo perché è stato – purtroppo – confuso dal Maligno. È, infatti, con il Peccato Originale che l’uomo ha strappato a Dio la conoscenza del bene e del male, mangiando quella famosa mela e disobbedendo all’ordine ricevuto… e arriva così a credere, persuaso solo da Satana, che questo vero strappo alla volontà di Dio sia stato solo un libero ed assoluto dono… frutto vero della volontà divina! Così – e confondendo perfino i Papi e i Dottori della Chiesa, in questo caso resi ciechi e alla guida di altri ciechi – il Diavolo ha fatto scambiare loro veramente lucciole per lanterne!
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Sorprendente Verità dei tanti nel segno del Galileo Gesù. Bisogna usare le parole giuste e Gesù le usa con Pietro, quando l’apostolo gli consiglia di non andare a morire a Gerusalemme. Gli dice infatti chiaro chiaro: “Va de retro, Satana!” E così, analogamente, io – che sono solo un povero cristo – mi permetto di rimproverare anche io allo stesso modo i Pietro dei nostri giorni, facendo anche io come quel povero Cristo che doveva andare a morire assieme ad altri due poveri cristi come lui, a Gerusalemme e sul Golgota, e dico, ripeto anch’io le Sue parole, possibilmente con ancora più forza: “Va de retro, Satana!”. Per quale motivo Dio volle un Gesù che fosse crocefisso assieme a due Ladroni, lì, sul Golgota? Pensateci! Lo chiedo perché proprio nulla accade per caso, laddove esiste un Creatore Assoluto! Il caso non esiste! In verità, in verità, io vi dico che noi siamo un flusso di corrente elettrica, nella nostra ragione e vi preciso che, quando cessasse la sua istantanea creazione (ad opera del campo magnetico di un Principio Assoluto che attrae tutto a sé), allora si arresterebbe istantaneamente ogni consistenza di questo nostro mondo reale! Non esiste, infatti, l’inerzia per la corrente elettrica! E come fa allora lo scienziato intelligente, quello che ha ormai esperienza delle leggi che regolano i fenomeni elettrici come la nostra vita cerebrale, a credere che l’uomo, nell’attività elettrica della sua mente, possa sfuggire al magnetismo di un Principio Assoluto chiamato Dio, che muove ogni cosa attraendo tutto a se stesso, istante per istante? Lo crede perché l’uomo è incoerente rispetto ai suoi stessi Principi.
101 Per incoerenza, concepisce così l’esistenza di cose come la nostra ragione (o gli eventi della vita), che accadrebbero per volontà nostra o per caso e per inerzia e non in quanto istantaneamente mossi e promossi da una Causa Assoluta come la Gravitazione Universale… o un Dio Onnipotente. Tale causa assoluta poi porta, malignamente, a vedere in atto la Fuga delle Galassie e a crederla erroneamente un evento autonomo e libero... L’evento è invece interamente asservito al Terzo Principio della Dinamica, che riconosce come, posta in atto la causa di un Fondamento Assoluto (quale un Dio che attragga a sé ogni cosa) poi appaia a tutti, presente in atto, la fuga da quell’attrazione. Il Maligno sistema di scorgere le cose del mondo porta ogni soggetto relativo non a vedere il vero (l’Assoluto), ma il verso, opposto, del Relativo che gli è puramente opposto. Occorre allora un nuovo Galileo, che riconduca l’apparentemente libera Fuga delle Galassie e la nostra apparente libertà a quell’Assoluto Principio che ne è la causa apparentemente ma non davvero contraddetta… Apparentemente contraddetta, come tutti gli eventi di questo mondo che in verità provengono da una causa vera e assoluta, in atto ma invisibile, dalla quale invece tutti tali eventi relativi sembrano realmente fuggir via! E sono io oggi, di fatto, questo nuovo Galileo, questo Ro-sar-io di Fatima anch’io, che ribadisce il segreto di Fatima e osa confutare di nuovo l’apparente e casuale divenire… Ma io lo faccio non certo da me, ma solo per volere esclusivo del Dio che – Signore Assoluto – riconosco fa tutto e solo Lui, perché – 1° Comandamento suo – io non avrò altro Dio, nessun altro assoluto valore, e nemmeno me stesso, al di fuori di Lui. E questo accade sull’onda del Galileo Galilei che non fece che ripetere quanto già il Galileo Gesù aveva spiegato una sera al Nicodemo scienziato del tempo, dicendoglielo finalmente in verità, in verità: “Finché la persona non riuscirà a vedere l’azione vera dello Spirito santo che muove anche il suo in un verso che riconduce ogni cosa al Padre vero e fondamentale, quell’uomo non entrerà nel Regno della Verità di Dio. Resterà a credere nella sola dinamica dell’acqua, quella dell’apparenza secondo un Universo che invece possiede in se stesso due e non un solo possibile verso: quello di chi vede come “io”, come Spirito, e quello della cosa vista andargli incontro in senso inverso… mentre avanza nel tempo”.
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La Verità complessa d’un limite assegnato per esser superato In una realtà complessa – ossia positivo-negativa e reale-immaginaria – io dico, di nuovo in verità, in verità, come un Rosario in persona, che la verità complessa è l’esistenza di questo complesso matematico: –1 e +1. E affermo che il progenitore di tutti, Adamo, doveva accettare tutto il complesso, anche l’ordine –1 consistente nel rifiuto a divorare quella sola famosa ed unica 1 mela. Solo se si accettava quel rifiuto elementare, Adamo ed Eva potevano poi avere la quantità di 1 elevato ad N come un tutt’uno. Ciò perché la legge voluta imposta in assoluto, sul mondo relativo costruito a partire dal nulla (ossia dallo 0), era quella del 3° Principio Fondamentale della Dinamica, che impone che solo grazie a –1 si possa realizzare la percezione dello +1 uguale e contrario a quel –1. Questo accade veramente in quanto il nostro è un mondo virtuale relativo tutto allo 0 ed all’1: lo 0 in potenza, di qualsiasi base N, purché diversa da 0, ed, assieme, il suo calcolo, 1. Tale base N, certa e diversa da 0, è il famosissimo cogito ergo sum (sono diverso da 0), di Cartesio. Tutto (anche i ragionamenti che implicano il tempo di esistere), tutto giace nell’assoluto dominio di questo 3° Principio Assoluto della Dinamica, anche cerebrale ed elettrica della nostra mente nel suo atto di ragionare nelle due forme simultanee ed opposte dell’atto 1 e della potenza assoluta 0. Sicché io, ultimo Galileo e ultimo nato dallo Spirito santo di un Dio che ha voluto finalmente questa presenza in un povero cristo peccatore come tutti, ragionando, ne tengo conto e so che il mio pensiero, che appare assolutamente libero, non lo è affatto, anche se lo sembra. Non lo è, non è autonomo come sembra, perché è solo la reazione rispetto al potere magnetico di un Atto Assoluto che è Esterno a me stesso. Il quale Assoluto – un IO come me solo per la necessità del dialogo tra l’io relativo e il suo Assoluto – sta attraendo tutto a sé ed annullando quanto io vedo invece al contrario: nel suo istantaneo e relativo farsi.
103 Io so molto bene che il mio stesso ed apparente farsi reale nasce solo dal disfacimento del suo vero disegno; disfacimento cui si oppone il mio Io! È dal mio –1, che annulla la mia vita reale e la fa esistere in una pura e divina immaginazione (vera tutta in pura ed Assoluta Virtuale Potenza), è solo da questo divino annullarsi di tutto me stesso che nasce il mio possibile e realistico +1. È per questo vero annullamento di me, che riconosco ed accetto, che ho davvero tanta povertà di me stesso da essere io – e apparentemente in modo così contraddittorio – , io pure il santo Rosario di quella assoluta salvezza impersonata… della preghiera assidua della Madonna di Fatima. Una preghiera assidua che è volta a suscitare Cristo in ogni persona che si affidi a sua madre come alla propria, nella consapevolezza di non essere niente di buono. Il peccato è il limite estremo della persona, che è sempre delimitata, sempre determinata, sempre relativa ad un Altro che è l’insieme di tutto quanto esiste oltre di essa, nel suo esterno, dunque un Assoluto Potere che è più facile chiamare con il nome di un Dio Onnipotente. Sta nella stessa determinazione della singolarità della persona il peccato originale, perché il suo specifico che la caratterizza è proprio il limite. Tutti gli uomini, entità relative, sono l’espressione di questo peccato originale. Ebbene l’Ave Maria è l’invocazione a chi è stata concepita senza peccato, perché Maria è l’Immacolata Concezione fatta persona a Lourdes. Tutte le forme assunte da Dio, come quando si presenta come l’Immacolata Concezione Maria, sono a titolo personale perché l’Assoluto, per entrare in sintonia con la persona relativa e creata, deve presentarsi in quella categoria personale ed incarnarsi, pur essendo solo una pura Virtù. Dio è una somma Virtù, e sta nel suo vittorioso tentativo di incontrare la persona relativa la necessità d’assumere l’insieme di valori e connotati d’ogni persona, sicché si presenta anche come Madre oltre che Padre. L’una è in terra, l’altro in cielo. Di fatto Dio è un tutt’uno e s’impersona anche in ciascuno di noi, come il limite assunto da superare. L’Ave Maria e il Padre Nostro sono e i mezzi ideali per unire la terra e il cielo. La preghiera insistente e finale a Maria ha lo scopo di superare i limiti dell’origine, i peccati dei figli, mutandoli in figli senza peccato, in tanti Rosari, come grani di perle offerte per sublimare Dio nel relativo.
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Impersono il Ro-sar-io come tutti e ne porto i segni Che questa Verità, valida per tutti, valga anche per me… può essere o no un segno la mia nascita il 25 gennaio del 1938, alle 22 e durante quella “straordinaria” Aurora Boreale? Già vi ho mostrato come la trascendente via, per salvare il mondo, porta da Nostra Signora del Rosario, a Cova de Rio (e a scovare Rio), sia stata la conversione di Russ… ia, Russo Maria, mia nonna, affinché – violentata – non si fermasse a Rosa, frutto di stupro, ma, convertita, aggiungesse altra vita, fino a far nascere il nipote, R. io, giudicato empio e veramente Rio perché, da vero Anticristo apparente, affermo… di essere una cosa sola con Dio! Quel dì l’Italia celebrò la trasvolata Italia Brasile (tra… Mondo e Nuovo mondo) fatta dal fratello di Romano, il figlio del Duce dell’Italia del Re Emanuele II… Quali segni ! Di questo evento parlò tutta la stampa dell’epoca. Lucia stessa, di Fatima, ritenne che fosse il segno di Dio per l’inizio della guerra, secondo la seconda parte del Segreto: “Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate ch’è il gran segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo”. Ebbene io, venuto al mondo proprio con quella luce, sono o no anch’io quest’evidente segno, di Dio, nella mia povera ed inutile persona…, se vi rammento la “scure già posta alla radice degli alberi” e che le 5 vergini spose del mondo debbono esser pronte, con lampada ed olio di scorta? Io nato a Felitto, in Magna Graecia, F Elìtto, come lo F di Elì, l’IO in un tutt’uno, F , Fi greca, Spirito santo e soffio dell’IO a grande D. DIO, laddove l’IO, l’EGO in grande è storicamente venuto dallo Egitto, dall’Ego-itto come per l’Ego afflitto per antonomasia, quello di tutto il Popolo di Dio, tratto con l’Esodo dalle catene del Faraone che “fa RA”, deifica il suo “one” il suo IO. Tratto evidentemente dal Dio RA, eccomi anche io come R.A. (Romano Amodeo, RA Amon)! Come “Am o Deo”, l’immagine stessa e simbolica del Dio Am (il Dio “Io Sono”, nell’idioma oggi mondiale giacché espresso in quella lingua inglese che chiama Am quanto fu chiamato Jahvé, “Son chi sono”, dagli Israeliti). Sono segni anche questi.
105 Ricordate? Samuele fu consacrato a Dio dalla sterile Anna, e si trattò – basta leggere i segni nelle parole – del S.Am uele un Am uele, uguale al Dio Am “Io Sono”! Quando l’uguale al S. Am fu dato ad Am, Io sono nascose l’Arca dell’Alleanza, impersonata nel Giudice: Gesù come l’Emanuele. È segno di Gesù quell’Emanuele II Re di quando fui fatto nascere io, essendo il Re d’Italia l’Emanuele II? Tutto accade nel segno del risorto Impero Romano… Perché? Perché mai tanta Roma nel disegno di Dio? È voluto così – son certo – sempre per l’importanza dei segni che Dio dà! La Roma forte e spietata che uccide Dio è il verso contrario della parola Amor che esprime la rinuncia alla forza, ma poi conquista Roma e proprio con la rinuncia, alla vita, dei suoi martiri, per non rinnegare Gesù! Chi fu Gesù? Forse l’Ebreo di una Provincia o non piuttosto il Romano primo cittadino assoluto e Dio stesso di quell’Impero di Amore? Gesù che in latino volesse dire “con Romano amo, e con Dio in Dio e per Dio”, direbbe proprio “Romano amo Deo”, l’ablativo di Romanus e di Deus, ed evidenzierebbe il suo legame salvifico col suo uccisore e con Dio! Ora Amo “con Romano e con Dio in Dio e per Dio, (ossia Romano Amodeo) è segno chiaro di Emanuele”! Sta per uguale a Ro man, ad un uomo (man) dal suono Ro dato dalla lettera ?, per lo Spirito santo che con un suono indica più cose e più lingue (superando così la Torre di Babele). I linguaggi diversi furono voluti dalla Provvidenza per confondere l’Orgoglio umano di voler raggiungere il Cielo con le sole proprie forze)! Ed ecco allora che la scritta ? man uele si legge Emanuele perché ? richiama e, che richiama e’, la terza persona del verbo essere. Il verbo del Figlio di Dio, nella terza persona e’, se le altre due supreme essenze in persona sono il Padre e lo Spirito santo, in inglese – lingua oggi del mondo – si scrive e si pronuncia Is… Ed ecco come (miracolosamente e nella modalità dello Spirito santo della comunicazione tra le lingue diverse) Emanuele, a man equal (l’uguale ad un uomo pronunciato quasi Emanuel ) diventa proprio la parola Israele. Il suono e man (che indica un uomo) si riferisce all’uomo di nome Romano Amodeo ed è chiamato all’inglese con le iniziali, R.A., ma si riferisce pur sempre anche al Dio RA tratto dalla sua schiavitù in Egitto. Allora quell’uomo che e’ un Dio liberato, quell’ e’ man equal diventa Is-RA-equal, ed è Israele e il Popolo di Dio tratto dall’Egitto diventa virtualmente, da quello solamente ebraico, quello di tutto il mondo.
106 Credete che tutto questo strano e sorprendente riferirsi al nome del mio personaggio, dei segni e dei simboli, secondo una logica così davvero intrigante eppure stringente, accada solo per caso? Sarebbe per caso che il mio nome intero di: Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO , (contando anche lo spazio vuoto ,inquadrato ad ogni fine di parola) abbia con esattezza – contatele! – le 42 cifre ritenute appartenere, dalla cabala ebraica, al nome segreto di Dio? Che strana coincidenza, vero? È il nome dell’angelo n. 42, Michele, il “Michelangelo” che poi – ma guarda! – è proprio quel grande architetto e pittore che mette la cupola a S. Pietro e mette a fresco il Giudizio Universale laddove si eleggono i Papi! E non è la prima volta che ciò accade al mio nome! Infatti io di Saronno, ho quivi il Santuario della Madonna (“dei Miracoli” perché così salvò il luogo dalla Peste) come se fosse mio perché è opera dell’Architetto Amadeo, mentre io sono l’Architetto Amodeo! Che il mio nome richiami il Michelangelo e l’Amadeo, Architetti come me così legati alla Cattedrale, al Giudizio Universale, agli Eletti Papi ed alla Madonna dei Miracoli, nel mentre sono Ro Sar io, io il RO man, l’uomo di nome Ro, io di SA (Salerno) e infine di SAR (Saronno) e sembro così la preghiera stessa fatta persona della Nostra Signora del Rosario, io nato nel segno strepitoso di un’Aurora Boreale indicata con chiarezza da Lucia in uno dei Segreti di Fatima… tutto ciò accadrebbe sempre e tutto per caso? Quanti indizi occorrono a determinare una prova? Per chi non ha orecchie per intendere gli indizi non bastano mai! Eppure il caso non esiste, quando c’è un Dio Assoluto che determina assolutamente tutto in ogni suo minimo dettaglio e lascia un chiaro disegno. Inoltre sono virtualmente legato al Rosario di Fatima ed alla Signora mia madre da una santa donna di nome Stella Mucciolo (come il moccolo di una stella natale), anche lei di F Elitto, che seguiva Mamma mia e la chiamava: “Signora!”, con vero rispetto e direi devozione. Questa vera Stella natale ebbe tre figli: Sabato, Rosario e Mario e sono stato poi io il vero Rosario fratello di Sabato (giorno del Signore), perché quello carnale sarebbe giunto, con un vero abuso, persino a diseredarlo dell’eredità materna, mentre io lo avrei accolto in famiglia.
107 La Signora mia madre, si chiama – e non a caso – Mariannina, come la Signora figlia della Sant’Anna che osò generare la madre di Dio, cui fu legata per Battesimo e a cui legò me, nel mio terzo nome. Osò, Anna, nell’alto dei Cieli! Osanna! L’uomo dovrebbe osare altrettanto… ma teme stranamente di offendere Dio se lo chiama con affetto Papà… e lo fa tale! Io sono anche nato sotto il Monte Stella, dove già nacque – a Elea – la Filosofia dell’Essere come il Fondamento di tutte le cose… insomma Dio! A Elea che Ele ha perfino nel nome! Ele che s’incarnò a Betlemme, in quel di Gerusalemme, per ripresentarsi con me nel Cilento del fiume Alento, dopo un lemme e lento cammino di 2.000 anni, lento-lento, lemme-lemme. Io sono un vero figlio di Maria Santissima e… frutto del suo seno! Già, invocando “Madonna!” per lo strazio d’una forte mastite, mamma l’aveva coinvolta così... ed io succhiato 2 anni di latte e sangue spirituale. Ma accadde anche che, con un miracolo annunciato la notte in sogno ad una bambina, Nostra Signora del Rosario mi salvò dalla morte per un male incurabile, dandomi nuova vita il 4-6-1940. Ebbi vita nuova, dalla Madre di Gesù sei giorni esatti prima della più grande Strage degli Innocenti del proprio Popolo, che si ripeté anche nel caso mio e fu annunciata il 10-6-1940 dal Balcone di Porta Venezia, dal Duce e in nome del Re Vittorio Emanuele II che temeva, come già Re Erode per Gesù, d’essere surclassato dal Messia Hitler, se l’Italia non entrava – per quanto impreparata – nella II Guerra Mondiale. Già quando ero nato, il 25 gennaio del ’38, Lucia aveva giudicato l’Aurora Boreale che ci fu come il segno del castigo divino della II Guerra Mondiale, virtualmente accesa giusto 5 dì dopo… Ed era già stata, anche allora, la massima Strage degli Innocenti accaduta pochi giorni dopo la mia nascita e dovuta allora non all’Italia ma direttamente alla venuta di Hitler. Con un vero miracolo Maria SS. mi adottò così a ultimo figlio suo… (Oh, non è strano, Lei è già la madre di tutti!). La Signora Baratta mia madre pregò la Nostra Signora del Rosario… e – ma che caso? – mi barattò: ero innocente come Gesù e Dio voleva portarmi via come già aveva fatto col Cristo… Mi salvasse! Nostra Signora quella stessa notte l’annunciò e – già nato durante l’Aurora Boreale – la Vera Aurora fece di me proprio il suo santo figlio Rosario! Dovrò trovare la testimone di quell’annuncio, affinché lo confermi.
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Ne ho prova e ne vedo i segni: si può “dar corpo a Gesù”! Da allora ho veramente avuto tutta una vita che ha ripetuto – e non certo per caso – le esperienze di Gesù: un grande analogo successo dai 30 ai 33 anni e, a quell’età, vera morte e resurrezione. Morte alla presunzione di me stesso come il mio fattore; resurrezione per il mio vivo proposito di dare a Gesù il mio corpo, perché vi mettesse da parte Sua il Suo Spirito. Un desiderio così buono – di sparire del tutto, io come IO – per far risorgere l’IO di Gesù (e il Rosario) al posto mio, come potrebbe non essere esaudito dal Dio che ama tutte queste assolute rinunce al proprio ed ampolloso senso dell’Ego, e predilige chi tenti l’Esodo vero da se stesso? Io assolutamente credo che Dio acconsenta i propositi come questo e non mi sorprendo se poi mi sono ritrovato al centro di centinaia di veri miracoli, che ho visto accaduti per mano della Provvidenza a sostegno del mio tentativo, umano, di voler “dar corpo al Cristo, nel mio Spirito”. È nella mia reale esperienza che è davvero possibile dar corpo al Cristo, nel proprio Spirito… Dio lo vuole e lo consiglia! È nella mia reale esperienza che questo intento supremo permetta a chi così fortemente provi a “dar corpo al Figlio” di esserne simultaneamente anche il Padre, nel mentre egli tenta di fare spazio al Figlio, nel suo Spirito! Non lo dico per vanagloria ma solo per avere fatto l’umile esperienza di questo qualcosa che è infinitamente superiore a me stesso: la Trinità di Dio è entrata virtualmente ed è stata personalmente in me e con me, senza però mai eliminare il mio stato di vero peccatore, anzi proprio per questo. Questa mortificazione – di sapermi un povero cristo carico del peccato mio e di tutti – è voluta da Dio e per maggior gloria sua, non certo mia. Non si può rimproverare di “vanagloria personale” uno come me che ha voluto morire nel suo Io, affinché al suo posto esistesse solo l’io di Gesù! Non mi stupisco allora di essere anche io chi visibilmente abbia impersonato il santo Rosario di Nostra Signora (la mia Mamma del cielo… così triste per il grandissimo travaglio che attende tutti noi peccatori).
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Dio ci ascolta e ce ne dà segno: si può “esorcizzare il Maligno”! Preservato solo da Dio, sono stato così posto anche nella condizione tutta virtuale di non cadere nel tranello del maligno presentarsi delle cose in se stesse, che le mostra sempre nel loro rovescio, tanto che se sembro libero ed autonomo, proprio allora è vero che devo tutto a Dio! Come scienziato illuminato dalla Verità trasfusa in me solo da Dio, sarò così portato per mano, a non credere nella luce che appare uscire da ogni punto luce, arrivando così a capire che questo che è così visto è solo l’effetto risultante dal vero attore, che è il mio Spirito vivente, il quale, attratto dal Principio di Dio, sempre sta andando verso il centro di ogni cosa. Ci va con un moto centripeto che poi evidenzia l’andamento centrifugo di tutte le altre cose: tanto la luce che appare uscire da quel punto, tanto il moto delle Galassie che sembra uscire da un iniziale e apparente Big Bang! Sicché la mia persona si opporrà, e per volere solo di Dio, al comune credere in quanto è comunemente visto: che stiamo andando verso il futuro; per arrivare a credere e sapere che il nostro Spirito sta in verità già andando, già risorto, verso il creduto passato come verso il suo vero futuro. E – così – mentre l’uomo comune sembra essere messo in crisi da ogni accadimento della vita (fino a morirne nell’ultimo dei suoi momenti), io – così illuminato dalla sorprendente Verità di Dio – arrivo a poter credere, ma solo per una grazia concessa, che lo Spirito umano sia già partito, già virtualmente risorto, da quel punto apparentemente mortale e che – tornato già indietro, attratto magneticamente dal Principio di Dio e dalla Gravitazione Universale che domina nell’Universo – appaia ora come il suo contrario, in quanto esso è elettrico e contrapposto al magnetismo di Dio. E allora sembra che ciò consista nella libertà del nostro Io, il quale sembra proprio capace di sfuggirgli, ma in verità proprio non gli sfugge mai, anzi l’io relativo è veramente generato in questo verso, ma esso riguarda solo quello contrario, dell’attività elettrica, che è quella esattamente contraria all’attività magnetica ed Onnipotente che la genera!
110 Ultimo Galileo, io sono allora solo il segno virtuale di chi sta semplicemente ribadendo e spiegando il primo Galileo Gesù, in quanto già rivelato (ma non spiegato) a Nicodemo. Il Segno di chi è portato ad affermare con cognizione di causa che va assolutamente accettato il limite imposto dal comando –1 (di non mangiare una semplice e sola mela), se si vuole poi il vero possesso di tutto quanto appare come l’opposto di quel –1. L’uomo deve accettare il suo limite perché quando si costruisce una realtà che nasce dal niente, al massimo si può differenziarla nel complesso –1 +1. Pertanto chi vuole tutto, ossia +1, può giungervi solo se ha la capacità di rinunciare a tutto, accettando il limite che è imposto dal –1. È questa verità quanto davvero può esorcizzare il Maligno: è solo chi ha anche il negativo chi ha davvero tutto il complesso! Sit modus in rebus o – anche – non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena o – come affermò quel Gesù cui ho dato realtà umana oggi, nella mia vita reale – non si può servire simultaneamente due opposti padroni. Pertanto c’è sempre una vera ragione alla base di quanto ci sembra solo una nomenclatura fortuita e dovuta al caso, perché – ripeto – il caso non esiste, ma tutto è solo il segno di una Forza Assoluta, simile ad un Dio Padre, che fa tutto e dà segno di tutto. Fu riconosciuto dalla Bibbia che Dio, notato che erano cose buone, diede poi un nome a tutte, ad una ad una. Così non è un caso allora se ci sono ‘sì tanti segni, in relazione a me che davvero esorcizzo Satana. Adamo, Abramo, ma, anche nell’Induismo, accade con Brama e Ramo, i 3 Tavanà di Visnu (forza romana, Vis, delle N.U. le Nazioni Unite), richiamano Romano Amodeo. E che dire di RA Amon, di Itzamnà, di Amaterasu, divinità del sole egiziane, americane, giapponesi! Che dire di Gautama (Budda)? Sembra che la radice del mio nome impersoni simbolicamente tutti i nomi dati agli uomini di Dio e di Dio nel mondo intero, tanto che ciascuno possa riconoscervi il Personaggio voluto dal Signore come la fase ultima e definitiva dei loro divini e virtuali presupposti, e non sentirsi mai scavalcato ma completato dall’apparire finale di un povero cristo peccatore che, con il Rosario assunto a sua persona, chieda il perdono di noi peccatori nell’ora della nostra morte e liberi tutti. Persona da nulla, più Paolo (uomo dappoco) dell’Apostolo delle genti convertitosi egli pure nel mio dì natale, Dio ha espresso il mio inesistente Carisma solo nel segno di una sua Provvidenza mai lasciata al puro caso.
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Dio si disegnò crocefisso tra i ladri della Sua identità Ora io non sto rubando a Dio la sua identità, nel mentre riconosco che Egli è me, il mio fondamento. Sul Calvario, infatti, ci fu una precisa ragione, del Padre, per presentare il Figlio puro ed innocente crocefisso in mezzo ai due ladroni di strada: uno pentito in extremis e l’altro invece No. La ragione è che l’innocente Figlio (che nulla ha rubato per sé, sapendosi, come io lo so, di essere una sola cosa con il Padre) ha patito la stessa pena data a tutti i Figli, esemplificati da quella coppia di ladroni… Nemmeno “grandi ladri”, ma ladruncoli maldestri che, pur essendo sostenuti in tutto – pensieri, parole ed opere – dal loro unico Creatore (come Paperino e Topolino lo sono dal loro unico disegnatore, nel loro Fumetto), tuttavia rubano maldestramente a tale Creatore ogni personale consistenza. Così – davvero ingenui e faciloni – credono che la loro identità appartenga loro in vera autonomia e non in una comunione assoluta col loro ideatore e fattore, che si è calato in quelle relatività fino a farle vivere in ogni condizione dell’esistenza di quel loro mondo virtuale. Tale mondo è per noi espresso idealmente bene dalla Divina Commedia di un Dante Alighieri che dà (Dante) ali al Gh. (oggi) del Ch. (Cristo) di ieri, Dante AliCHieri ed è così divinamente forgiata (e non certo anche questo per caso) la lingua Italiana, nata e voluta dal Dio Assoluto nel Paese che va a tal punto – e non certo anche questo per caso – che la sua stessa forma è stata voluta come quella di uno Stivale dalle sette leghe. Che dire di questo fantastico nostro disegnatore che, così pieno anche di sottile umorismo, sembra divertirsi con l’enigmistica? Che, se dialoga con il nostro “io” che ha i doni dell’intelligenza, dell’astuzia e furbizia e della fantasia, è tenuto ad usarli tutti, dando ad ogni cosa relativa tutto quanto le manchi per rientrare in una condizione assoluta cui non manchi poi più nulla! Fa ridere chi non creda ad un Dio Personale, se deve comunicare con delle persone che sono relative al suo Assoluto!
112
L’Assoluto dà segni ancora e sempre… ma occorrono occhi Chi ha orecchie per intendere cerca allora di capire in ogni modo il linguaggio dello Spirito santo di Dio, che geme incessantemente ed in forme spesso incomprensibili. Costui allora – posto di fronte a Bin Laden – non intende che sia un puro Caso se il nome suo alluda ad un possibile Binomio o binario esistente virtualmente tra un possibile Eden (il Paradiso Terrestre) o l’Ade (l’inferno della morte terrena). Solo chi non l’intende un caso e cerca le ragioni occulte della Verità, solo costui arriva a capire come lo Spirito santo di Dio l’11 settembre del 2001 abbia posto di fronte l’uomo, in un modo davvero duro e spietato, al binario dell’alternativa duplice del suo destino: o avrebbe scelto la conversione della Fede alle Ragioni del Dio dell’Eden cui Adamo si oppose, oppure la Terra dell’Eden sarebbe divenuta la morte in massa dei suoi figli. Che dire allora, quando l’Esercito più forte del mondo muove poi, di conseguenza, la Guerra proprio nello Storico Giardino dell’Eden e Bin Laden è nuovamente all’origine della temuta morte per terrorismo, portata perfino a chi vive in quel Giardino? Io allora – come un buon ultimo Profeta che è opera solo della volontà dell’unico Dio creatore di tutto – sono disegnato come chi avverta, in quella occasione, la Chiesa cattolica e le descriva come lo Spirito santo di Dio stia gemendo non in un modo oscuro e sibillino, ma in uno molto, molto evidente ed intelligibile… Ma, ancora una volta, la mia figura (opera solo di Dio come quella di ognuno), è aspramente rimproverata (come se tutto dipendesse da me e non soltanto da Dio) e proprio da quella Chiesa, che mi accusa di avere troppa fantasia e stupidità, dal momento che imputo al Buon Dio le colpe che sono solo – e in modo ben certo – della cattiveria umana.
113 Dio – a loro modo di intendere – non parlerebbe più così duramente ad un uomo… che non può più nemmeno ammettere né ascoltare quella via del terrorismo, dopo che Gesù l’ha mostrato come un Dio infinitamente buono … il che è tragicamente vero! Infatti, l’uomo ha così posto dei limiti all’Onnipotente che lo ha “come imprigionato” nella sua stessa bontà! Sicché lo Spirito santo, che l’11 settembre aveva armato la mano di Bin Laden – per inchiodare l’uomo alla sua condizione d’essere dominato in pieno da Dio e fino al punto da ripristinare un sano Timor suo (facendogli vedere cosa succede quando è toccato un potente – e fa toccare così sul vivo il colosso Americano) – ecco, questo santo Spirito inascoltato è costretto a calcare la mano ed a mandare poi la guerra nella Terra dell’Eden… Ma questa vera escalation accade di nuovo e senza che l’uomo abbia più le orecchie necessarie per bene intendere, ed a me che – profeta di Dio – rivelo che tutto accade nella volontà dello Spirito santo d’indurre l’uomo anche a temere Dio, è risposto di nuovo che solo l’uomo è così crudele . È risposto che il Dio degli Eserciti era un Dio che era vero per gli Israeliti e non lo è più per i Cristiani! E mi si raccomanda di nuovo che io non confonda la cattiveria dell’uomo con la volontà di Dio! Che io – anzi – mi vergogni, profondamente, di quanto io cerco di attribuire a Dio e non alla povertà umana! Dio è Amore ! Deus Caritas est! Così – e per la terza volta – il Dio degli Eserciti, con lo “Tsunami”, mosso già inutilmente in Iraq l’Esercito più forte del mondo, muove ora la stessa Natura, affinché essa – non certo manipolabile dall’uomo come lo era possibilmente il suo esercito – gli si rivolti ora contro, nel mentre egli cerca il Paradiso Terrestre nel contesto naturale, quando è solo il Natale spirituale del Sole della Croce la sola occasione per il Paradiso vero…
“†sun am I”
Ma , il “Sono il Sole della Croce”, lo “Tsunami”, sembra una parola senza quel senso evidentissimo che pure ha e lo ha non certo per caso… Così invece sembra – e inauditamente! – un caso e solo un caso, all’uomo anche di Chiesa, ormai convinto che le cose del mondo succedano solo per inerzia o per la volontà umana!
114 Persone assolutamente incoerenti, scienziati pazzeschi, giungono ad attribuire vera indipendenza a questa volontà (che è attività elettrica cerebrale, un fenomeno indotto) e vera inerzia a quanto – visto da quella personale luce mentale – non ne ha nemmeno in minima parte! Essi si comportano da veri stupidi proprio quando Dio gli ha dato la vera Manna di ben conoscere l’assoluta verità del 3° principio di azione e reazione e di ben sapere, per esperienza proprio scientifica, come siano il magnetismo accentratore e la Gravitazione Universale alla base del potere inverso di quanto è visibile ma soltanto nel loro esatto contrario! Il Maligno è l’apparire contrario alla Verità di Dio ed agisce allontanando ogni uomo (anche e soprattutto quello cosiddetto di scienza), dall’idea che il suo Spirito personale sia attratto dal Principio Assoluto di ogni cosa e sia mosso interamente da questo Principio che è immediato chiamare l’Onnipotente Dio. Sicché l’uomo, essenzialmente guidato dal verso contrario di quanto è opposto all’Assoluto (e gli è pertanto contrapposto e Relativo), mentre crede di sfuggire alla assoluta divina volontà e di scegliere liberamente seguendo quel verso ad esso opposto e relativo, è proprio allora che sta facendo (e davvero solo con ciò) soltanto la volontà determinata e tutta relativa al Dio Assoluto ed Onnipotente… Ma egli non arriva a crederlo, perché lo vede nel modo relativo e limitato a quanto è perfettamente contrapposto all’Assoluto e senza alcun limite… nemmeno quello dell’umana bontà! È però la stessa volontà di Dio che l’uomo essenzialmente non capisca! È lo stesso Dio che ha messo la Chiesa nelle mani di Satana e che riesce con ciò straordinariamente a portarla verso il bene proprio nel mentre Essa è vittima di quel Maligno! È solo questo a giustificare persino i Papi nella loro opposizione a lasciarsi guidare da chi – come me – sia una figura, voluta da Dio, che tenti di aprigli gli occhi e di mostrargli in che modo l’Onnipotente non abbia mai abdicato alla gestione sua libera del mondo. Dio ha veramente seguitato a parlare – sempre, in tutti i modi – ma ci servono occhi per vedere e orecchie per udire, perché parla ai semplici come me che lo credono non solo possibile, ma anche davvero fatto e non ai sapientoni ed ai saputoni che – da apostati – si credono invece padreterni!
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Per chi ci vede e sente, Gesù in se stesso è ? ed O, principio e fine Ho visto dei preti cattolici addirittura adombrarsi, nel sentir dire che Dio seguita a parlare all’uomo che voglia ascoltarlo e che c’è da stare davvero molto in guardia per la vera probabilità esistente che il 22 dicembre del 2.012 possa esserci in programma il Redde rationem della Fine del mondo come di un sostanziale Ritorno quasi generale alla casa del Padre. Per costoro, visto che Gesù affermò di non conoscere neppure lui il giorno esatto, sembra che sia una colpa grave quella di tener desta la attenzione e a portata di mano sia la lampada, sia l’olio di scorta, annunciando: “ Ecco, è probabile che infine stia per arrivare lo Sposo per le 5 vergini scaltre e le 5 possibili stolte! ” Che senso ha, nel Cristianesimo – ci si dovrebbe invece chiedere – il termine di “pienezza” del tempo, quando Gesù Cristo è arrivato in tale pienezza? Nel Vangelo, il solo Luca narra che, compiuto il tempo dei 12 anni e dei soliti giorni di Festa della Pasqua (del Passaggio ebraico dal Paese della schiavitù verso la Terra Promessa), celebrazione che attirava gli Israeliti a Gerusalemme da ogni parte, solo in quella occasione Gesù lascia andar via i suoi genitori terrestri e resta nel tempio. Costoro, accortisi il giorno dopo della sua assenza, tornarono sui loro passi e lo trovarono dopo tre dì in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e l’interrogava, con tutti quelli che l’udivano che erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Luca racconta che Maria e Giuseppe, al vederlo, restarono stupiti e che lei gli chiese:
116 “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. Allora l’Evangelista riferisce che Gesù le abbia risposto chiaramente: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” Luca concluse allora così la descrizione di questo episodio: “Ma essi non compresero le sue parole…” e io aggiungo, in modo davvero provocatorio: “Ma chi le ha veramente mai comprese? E chi l’avrebbe potuto, se perfino suo padre e sua madre, che pur conoscevano il ruolo di Gesù, non avevano compreso il senso di tutto ciò ponendolo in relazione proprio alla Pasqua del dodicenne Gesù?” Eppure è del tutto comprensibile come il Gesù che compie anche questo suo distacco dalla sua famiglia, per occuparsi di quella divina (e lo fa a 12 anni compiuti e nel compimento della celebrazione del Passaggio storico tra una vita schiava ed una vita finalmente libera nella Terra Promessa), è il chiaro annuncio ed avvenimento in se stesso che si sono compiuti i tempi di questa personale attesa. Sono i tempi dell’Esodo conclusivo e della doverosa e definitiva adesione di ogni uomo alla famiglia di Dio, perché il ruolo straordinario di Gesù è proprio quello di essere l’essenza in persona di tutti . Iniziava da quel momento e per tutti gli uomini dei 5 Continenti quanto, per il Popolo del Dio di Israele, era stato l’intero periodo dei 2 ventenni trascorsi nel deserto prima del libero accesso alla Terra Promessa… Ma, anche qui, chi ha mai capito l’essenziale necessità di questa attesa quarantennale, come di una quarantena di purificazione e testimonianza, per il Popolo del Dio Sono chi sono? In questo peregrinare gli Israeliti furono visibilmente sostenuti interamente da Dio, con la Manna e le Quaglie, in un modo evidentissimo, in quel deserto di ogni umana risorsa. Ebbene iniziava da quei 12 anni di Gesù (citati chiaramente nel Vangelo di Luca) un analogo periodo intero in cui l’uomo sarebbe stato ugualmente sostenuto solo dal Dio di Cristo, arrivando così a raggiungere con tale sostegno ogni possibile conoscenza.
117 Sarebbe stato l’intero periodo impostato ora non più su un ventennio di vita guidata per un altro ventennio dal Mosè salvato dalle acque, ma su 1.000 anni di presenza spirituale, guidati dal Salvatore Cristo in persona, presenza mossa per altrettanti 1.000 anni, come un intero complesso positivo-negativo, che andasse ora non più dai –20 ai +20 anni di una comune vita mortale ma dai –1.000 ai +1.000 anni di un’intera epoca. Questo evento sarebbe stata una vera necessità, per l’uomo, prima della sua entrata finale e definitiva nella casa di Dio. È qui che l’uomo dovrà infine stare, alla pienezza dei tempi dell’Esodo, come il Gesù dodicenne che deve restare lì ed abbandonare la sua famiglia terrena, mentre interroga e si fa interrogare dai Dottori … ma suo padre e sua madre forse non lo sapevano? Ora io dico a voi: avete capito o dubitate che Dio vi voglia a sé per Amore e vi dia l’ESODO da questa Terra… d’Egitto? Iniziata da parte dell’uomo la conta del tempo secondo la nascita del Cristo, sarebbe strano ed incredibile che lo stesso Gesù fosse posto dalla stessa Provvidenza divina alla base anche di un secondo conteggio, ben più vitale ed importante, che segnasse anche il tempo intero ed epocale dell’entrata finale di gran parte se non di tutta l’umanità nella Casa di Dio? Sarebbe strano ed incredibile che ciò avvenisse solo ai 12 anni di Gesù, ossia quando egli sarebbe finalmente stato un uomo in grado di procreare, tanto che il cosiddetto Figlio dell’uomo ne potesse essere anche il Padre? Non lo disse più di una volta, Gesù, che in lui il Figlio e il Padre erano una cosa sola? E quando accadde questa possibile concomitanza se non al raggiungimento dei 12 anni della pubertà, tanto che solo in quel momento egli fosse finalmente in quella sua duplice e possibile veste? Sarebbe strana ed incomprensibile la presenza di Gesù, come di chi ci accompagnasse idealmente nell’Esodo finale di 2.000 anni (passati nel bene e nel male), di tutto il mondo verso la casa di Dio, dal momento che fu Mosè chi accompagnò per 2 ventenni il Popolo d’Israele alla Terra Promessa?
118 Ecco perché è davvero comprensibile che sia dalla Pasqua ebraica (già appena compiuta dal dodicenne Gesù) che abbia avuto inizio il giorno esatto del principio del trasbordo finale – che avrebbe richiesto ora 2.000 anni – della definitiva PASQUA nella casa di Dio. Gesù, la guida celeste voluta da Dio come il Figlio suo e di Abramo che il Patriarca acconsentì d’immolargli (quell’Isacco Figlio virtuale ed assieme Padre dell’Israele Giacobbe) è il primo che virtualmente inizia il nuovo e definitivo Esodo, con la sua vita destinata all’immolazione… Ma nessuno lo comprese! E nemmeno il Papa della Deus Caritas est. Né gli Israeliti, che non riconobbero e seguitano a non riconoscere ed accettare l’Isacco trascendente in lui, né sua madre Maria né suo padre Giuseppe, che lo cercarono, tornarono sui loro passi e gli chiesero “Figlio, perché ci fai questo?” Non stupiamoci allora del Papa... Pietro, il primo tra tutti – ma ha fatto scuola – temé la morte e non seppe inquadrarla subito nell’Amor di Dio… Poi – capitolo – si farà crocefiggere a testa in giù. Possiamo allora giustificare perfettamente le paure umane del Mille e non più mille, un termine da iniziare però a contare a partire dalla Pasqua di quel 12 d. c., che era già di per sé la celebrazione del Passaggio del Popolo dalla schiavitù alla Terra Promessa. Ma non si doveva trattare dei Mille anni, così come nel primo Esodo non si era trattato di una sola ed intera vita di 20 anni: doveva essere una coppia, come del Padre e del Figlio che fossero presenti in una unica persona segno di un unico complesso, alla luce di un supremo Spirito di Trascendenza da ogni evento generazionale. Sicché Gesù, compiuti i tempi di quel primo ed emblematico Passaggio dei tempi del Mosè israelita, è il primo che fonda per il mondo intero e i suoi 5 Continenti la coppia dei 2.000 anni di Cristianesimo in cui Dio avrebbe nuovamente donato ogni Manna e tutte le sue Quaglie, pur di rassicurare l’uomo in ogni modo: con il Figlio gli avrebbe dato tutto il vitale sostegno, così come era propriamente e visibilmente avvenuto nel deserto ai tempi di quell’Esodo! Chi può negare che il mondo intero, in conseguenza del Vangelo e dell’avvenimento di Gesù Cristo, sia stato tutto interamente permeato da tutti i suoi straordinari valori?
119
Gesù in persona è 2.000 anni di Manna I valori di Gesù Cristo sono i soli che possono giustificare una vita mortale e piena di dolore per il rivoluzionario senso salvifico dato dal Cristo e dalla sua vita reale, sia al dolore, sia alla personale morte nel martirio. La nostra vita è infatti dominata dal male, dalla sofferenza, dalla paura della morte e da quest’ultima in se stessa… Trovatemi un’altra idea di un Dio che ne faccia il motore supremo per un successo completo, assoluto e su tutta la linea! Troverete l’idea Buddista di una presa totale di distanza dalla stessa idea del bene e dal male e non l’Amore di Dio come una vita piena di male e sconfitte posta all’origine di una eterna vittoria, come un originale ed assoluto imprinting che spinga a volere per sempre bene e felicità. Dio non vuole che l’uomo si astragga e non lotti più! Con Gesù ha affermato il suo Assoluto proposito che Egli infine vinca e trionfi sempre, e ciascuno nel modo tutto suo che si sia liberamente scelto, a seconda di un Libero Arbitrio vero: che è quello della costruzione veramente autonoma del proprio modello ideale, del bene voluto da ogni singola persona, a partire dalla prima vita personale impostagli autorevolmente da Dio. Solo Gesù, nel mondo, consente la vittoria dell’ultimo e dell’apparente impotente e giustifica questa scelta dolorosa e mortale fatta da Dio per il bene dell’uomo: dargli il male come massimo bene. Il Dio di Maometto fu affermato come prima correzione, voluta da Dio, nei confronti di un uomo voluto incapace di coerenza e tale che, compresa l’idea di un Dio Sommo Bene, fosse poi ritenuto incapace di propinargli, da quel momento in poi, di nuovo il Male come il suo Sommo bene! Per questo limite imposto a Dio i Sacerdoti cristiani non hanno ammesso che con l’11 settembre, con la guerra all’Iraq e lo Tsunami Dio abbia dato grandi mali per procacciare i beni ad esso finalizzati.
120 Non l’hanno potuto perché la loro idea d’un Dio Buono non gli ha più significato che tale Amore consistesse proprio… nel crocefiggere! L’idea stupida è che Dio abbia dato la Croce a suo Figlio per toglierla agli uomini e non affinché ciascuno assumesse la sua e compisse, nel dolore della sua vita, quanto mancante alla croce del Cristo! E allora ecco i Mussulmani che, affermando con l’Islam il Dominio di Dio diventano una perenne e benedetta spina nel fianco di Cristiani incapaci ormai di concepire un Dio degli Eserciti che seguiti a fare il bene dell’uomo mandandogli continuamente tanto dolore, sofferenza e paura della morte, da fondargli dentro una volta per sempre il gusto di un riscatto eterno da tutto ciò. Ecco, poiché in assoluto è vero sempre il contrario di quanto ci è relativamente manifestato, Dio ci sta salvando dalla Vita nel suo insieme proprio nel mentre ce la dona, con tutte le sue sofferenze, ed ora sta per salvarci dalla Fine del mondo proprio nel mentre, prodigiosamente, ha deciso giunta l’ora di far fare a tutti i suoi figli questa finale esperienza della supremazia, su ogni cosa, del puro disegno ideale fatto da Dio! Nessuno può negare il contributo del Cristianesimo alla fondazione dell’idea stessa del Bene divino, nel mondo! È quello di chi si sacrifica! Ciononostante, nemmeno la Costituzione europea oggi ha inteso dare atto all’opera compiuta da Gesù principalmente in Europa, sì da riconoscere di essere stato un Continente fondato su tanta Manna e su tante Quaglie! Quel popolo del Dio di Israele che si ribellava a Mosè, nonostante vedesse i favori divini è lo stesso popolo cristiano che, nel mondo, si ribella a Gesù, nonostante abbia visto fino a che punto la storia abbia radicato i valori del Cristo nella cultura e vita dell’uomo moderno di tutto il mondo. Dio vuole con ciò mostrare l’eterna dura cervice del suo Popolo, sia quando era sotto Mosè, sia quando è stato illuminato dalla luce cristiana! Dio vuole che ciascuno pecchi! È Dio stesso che lo vuole e che, nel mentre ci attira tutti a se stesso, ci mostra vero il contrario di tutto ciò, ma nell’aspetto elettrico, che è quello contrario al suo magnetismo dominante! Il Contrario del contrario è un No del No che è un modo diverso di dire Sì! Dio punta proprio sul nostro No, nel mentre ci ha reso Altro da lui.
121 Dio punta sul Maligno, per quanto sembri strano e negato perfino da Gesù. Ma se il Diavolo è il nemico di Dio, questo Signore Onnipotente non può che essere anche il Dominatore di Satana al punto che – con il suo rifiuto assoluto – lo costringe assolutamente, così Avverso a Lui come è… e sorprendentemente, ad acconsentire! Con la scelta della Persona che lo tradisce e che liberamente gli si oppone, Dio dimostra la sua assoluta superiorità ad ogni tipo possibile di vincolo personale: nessuna può veramente opporglisi. L’uomo deve capire meglio i 10 comandamenti dati a Mosè da Dio: sono ordini imprescindibili che mai furono sottoposti alla discrezione della volontà dell’uomo, se di volerli ascoltare o no! L’uomo non potrà che obbedire, ma Dio gli manda Bene e Male, Gioia e Sofferenza, Vita e morte perché ciascuno si fortifichi grazie all’aspetto negativo per poter godere per sempre, infine, di quello positivo. È per questo che ciascuno è costretto a perdere, alla sua prima sonora sconfitta, in questa vita: per vincere poi tutte le altre e volerlo per sempre. Pertanto la stessa Chiesa cristiana costretta a tradire Cristo nei suoi più alti Vertici è il presupposto essenziale di un bruciore che poi la convinca per sempre a non volere tradirlo mai più. Così, alla fine dei tempi, il Signore Dio Onnipotente ha voluto giungere alla realizzazione di un uomo talmente di testa dura da appropriarsi interamente della vita fino ad escludere la stessa idea di un Dio che tenti di farsi capire dall’uomo mandandogli segni. Abbattimento delle due Torri Gemelle, guerra al Paradiso Terrestre storico e guerra al Paradiso terrestre della natura sono stati segni di una chiarezza assoluta, ma l’uomo si è tanto convinto che Dio non gli parli più che neppure questi segni, che sono tanto eloquenti da palare da soli, sono stati voluti sufficienti, da Dio, per questi rappresentanti della Fede cattolica. Sicché, al Redde rationem finale, l’attuale Pietro si comporterà come il Pietro traditore che – per quanto messo sull’allarme che l’avrebbe tradito – tuttavia lo tradisce per amaramente poi piangerne per sempre. Vi sembrerà strano ma è di me – solo un povero cristo – che il Papa si pentirà per sempre, come del tradimento vero del Cristo: perché tutto quanto fatto (o non fatto) ad un povero cristo, lo è fatto (o no) al Cristo…!
122 Io sono veramente l’ultimo di tutti, sono la quint’essenza del povero cristo che non conta nulla. Ebbene è proprio in un ultimo emblematico fino a questo punto, in un neo Paulus – uomo dappoco come il San Paolo nato a Cristo il 25 gennaio in cui Dio ha voluto far nascere anche me – è in un simile ultimo che il Figlio di Dio si riconosce sempre! Nel mio caso ci sono, poi, centinaia di straordinari indizi, ma anche cose miracolose, tanto eccezionali … che erano attese fatte da Gesù al suo ritorno. Oggi è facile portare lo stesso Gesù Cristo di allora sull’altare, ma bisognava esserci allora, quando Pietro lo vide imprigionato ed osservò naufragare tutto il disegno da lui fatto sulla potenza attribuitagli dopo di aver assistito ai suoi tanti miracoli. Come era possibile che la grandezza infine si manifestasse nell’assoluta povertà di una sopraffazione generale? Come è possibile assistere alla sconfitta sonora, decretata da tutti, e restare fedele all’idea che si tratti della suprema vittoria? Allo stesso modo è accaduto e sta tuttora accadendo a me. Mi è toccato, in vita mia, una cosa eclatante: di sconfiggere la morte, e lo faccio quando dimostro con la scienza perché la vita elettrica sia solo il ritorno verso l’originale Dio promosso dal suo Spirito santo e dalla Gravitazione Universale, per la validità del 3° Principio della Dinamica. Agisce Dio, nell’intorno del filo della vita dell’uomo e costui crede di stare andando con il suo interno verso la morte, mentre è invece di là che sta venendo – già perfettamente risorto – il suo Spirito, anima dello Spirito santo di Dio in quanto animato dal suo accentratore magnetismo! Mi è toccato, in vita mia, la cosa davvero prodigiosa di svelare chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo, facendolo sulla base dei principi della verità scientifica e di aver compiuto – con ciò – addirittura il miracolo di aver dato risposta alle domande impossibili, arrivando a spiegare la verità insita in tutti i paradossi di Gesù Cristo! Mi è così toccato di spiegare con la scienza la verità di Nostro Signore… Forse l’ho fatto io da me? E come se io – come tutti – sono mosso, nel mio lato elettrico, solo dal disegno straordinario di Dio? Oltre i tanti segni a mio favore, ci sono queste cose straordinarie, fatte nella modestia di sapermi tutto guidato e senza altro titolo… se non un grande e vero amore per Dio! Ma anche questo è stato solo un suo dono.
123
Il vero ritorno del Cristo è in ogni povero cristo Non esiste nemmeno la mia capacità… e non esiste nemmeno che tutto ciò sia accaduto per caso. Se allora sembra che io abbia dato le assolute risposte date dal Cristo è perché Dio ha voluto che in me fosse esistente il povero cristo che veramente ha assunto su di sé tutto il peccato ed il suo stesso, fino a sembrare a tutti come un comune peccatore! Sono io un povero cristo talmente più povero di Lui poiché io, a differenza di Lui, sono nato in una stalla umana disadorna e nella storia di un visibile peccatore privo di qualsiasi ascendente e di qualsiasi carisma. Chi – vedendomi così peccatore e così povero di ogni mio personale valore – potrebbe giudicar Cristo e primo un ultimo che è stato voluto ancora tanto più ultimo e povero del Puro ed Innocente Grandioso Gesù? Gesù ebbe il primato della sua straordinaria bellezza ed innocenza, del suo divino Carisma. Nacque in una stalla disadorna ma in tutta la ricchezza straordinaria del suo essere divino… mentre io sono stato un Figlio di Dio – tutti sono figli di Dio resi tali da Gesù Cristo – che è stato voluto ancora più povero cristo del povero cristo stesso, perché peccatore come chiunque di noi, come tutti gli altri eccetto Lui… Ma state attenti! C’è un grande ruolo nei peccatori! Gesù lascia a loro la responsabilità se lapidare o no la Maria Maddalena e – visto che nessuno le ha voluto ne potuto scagliare in tal modo la prima pietra – anche Egli in conclusione le perdona! Gesù si avvalse dei peccatori per potere assolvere la Maddalena! Così se Egli, con la sua purezza, porterà in Cielo i pentiti, il suo assumere il peccato, calato realmente nei peccatori, salverà anche costoro. Non lo si dimentichi: ciascuno di Noi è in sostanza il Creatore che si è calato in quei limiti relativi e li fa esistere essendo Egli per loro!
124 Fanno ridere gli uomini che dibatterono se Gesù fosse anche vero Dio oltre che vero uomo! Tutti siamo questa essenziale comunione, tra Iddio che ci inventa sostiene e anima ed il nostro personaggio (della sua fantasia)! E se non fosse dato un ruolo così importante ai cattivi, ma solo ai buoni, Dio avrebbe discriminato anche lui tra i buoni e i cattivi… dopo di essere stato proprio l’Onnipotente a disegnare e volere che vi fossero sia i primi, sia i secondi! Ecco, allora io – veramente un povero cristo colpevole e conoscitore di ogni peccato – proprio io, in questo mio personaggio, sarò il Rosario in cui si impersoni straordinariamente la Madonna del Rosario di Fatima. Io sarò l’impersonarsi in me – di Dio – in questa mia figura così cattiva e così piccola da far poi giustificare, grazie a ciò, da Dio, tutti i cattivi… per l’impossibilità di un Figlio di Dio divenuto il comune peccatore che è ciascuno di noi, di scagliare per primo la prima pietra! Come posso io, o chiunque che sia così cattivo, condannare allora un Papa, nelle cui mani ho più di una volta riposto la mia vita, per la sua non volontà a lasciare tutte le altre pecore nell’ovile per cercar me, la smarrita? Non posso in alcun modo tirare la prima pietra, perché ho trascorso i primi 33 anni della mia vita come un enorme presuntuoso! Credevo che tutto accadesse solo per effetto e in grazia della mia capacità! Se poi ho vissuto i successivi 33 anni nell’idea straordinaria di dar corpo in me alla figura ideale di Gesù Cristo, permettendole di esistere nel concreto della mia vita, io non ho agito così per la mia bontà. Ho agito così solo per la Carità di Dio Padre che è il solo veramente buono in quanto, con il suo fluido magnetico, attira a se ogni cosa e, nel contempo, dà la sembianza che un altro come me, opposto e separato da lui, si allontani con autonomia nel senso inverso… Ma quale mai autonomia, dell’io umano, se questo modo è solo la pura reazione intima e personale all’azione esterna e salvifica di Dio? Eccomi allora come un povero cristo che ha finito per essere mortificato da tutti coloro che mi hanno visto come un peccatore, anche quando Dio ha voluto riscattarmi da tale peccato fino al punto da riconoscermi a me stesso solo come l’assoluto effetto della sua Causa promotrice di ogni mio apparente gesto.
125 Ma Dio ha voluto che nessuno si accorgesse di come un povero cristo come me fosse caricato del ruolo straordinario già detto in tutti i modi: “Quando farete qualsiasi cosa ad uno dei miei poveri di spirito, dei miei piccolini… lo avrete fatto a me”. Perché io non dovrei credere valido, per la mia povertà, quanto è davvero vero per la povertà di chiunque? Perché dovrei credere che – trascurando me in quanto un puro e povero cristo peccatore – chiunque l’abbia fatto abbia trascurato proprio Gesù Cristo? Devo crederlo perché in più io ho avuto, più ancora di lui, anche la povertà del peccato… E Gesù lo affermò: chi crederà in me potrà fare, con il suo Spirito, delle cose ancora più grandi di quante fatte da me. Io, per quanto possa sembrarvi poco riverente, sono stato voluto da Dio più ultimo di quanto lo sia stato Gesù Cristo! Ma lo siete, più ultimi di Lui, anche voi stessi! Lo furono – più ultimi – anche i due Ladroni posti uno alla destra e l’altro alla sinistra del Figlio innocente e puro! Perché venerate solo Gesù e non considerate per nulla gli altri due poveri cristi che pure patirono, con Lui, della sua stessa morte? Lo fate forse perché in Gesù solo è emersa la potenza e la virtù di Dio? Se è così, allora voi venerate Dio solo perché è virtuoso e potente? Occorre più Carità! Non capite che anche quei due poveri cristi erano Figli di Dio e Dio stesso, calato in loro con lo Spirito santo a vivificarli, nel mentre erano in apparenza ancor meno amati da Dio, ma solo in apparenza? Dio ha dovuto crocefiggere la sua visibile purezza per fare umanamente apprezzare il bisogno della croce da parte dello stesso Dio Potente. Ebbene la Croce di questa potenza l’ebbero di più ancora i due Ladroni di quanta l’abbia avuta Gesù, costretti ad impersonare dei comuni ladri di strada! Sono gli apparenti cattivi di questo mondo le vere vittime che Dio ha voluto, pur di fare emergere ed apprezzare i buoni. Con questi cattivi Dio ha un debito di riconoscenza ancora più grande di quanto non abbia assunto con l’Innocente e Resuscitato Gesù. È Dio, è Dio solo chi disegna e fa vivere un innocente o un colpevole, come lo è uno scrittore che, per rendere interessante la storia che vuol narrare, la riempie di cattivi, alcuni dei quali poi li fa pentire ed altri No.
126 Ma se noi abbiamo il dovere di perdonare tutti, come potete credere che Dio non abbia il dovere di perdonare anch’egli il suo nemico, quell’angelo Lucifero da cui solo Dio volle in verità essere tradito? Poiché vi sarà in cielo la massima gioia per ogni peccatore pentito il pentimento di Lucifero sarà la gioia massima di Dio e Lucifero si pentirà quando avrà visto come l’Onnipotente ha giocato sulla sua ribellione per avere, col Male, più bene di quanto non avrebbe potuto avere dal solo bene. Capito per bene come egli sia stato costretto a spingere al contrario, essendo in se stesso un bastian contrario, Satana capirà di essere stato un No a Dio dettogli da un No espresso in persona, e dunque, dicendo un No del suo essere un No, gli ha detto di Sì, ma in modo complesso! Capito questo straordinario modo dell’Onnipotente, di avvalersi di tutto quanto il complesso, tutto a fin di bene, Satana si pentirà della sua stessa voglia perversa e sarà il massimo della gioia in cielo…, parola di Gesù. Ecco, nel nostro mondo relativo, l’incarico dato dall’Onnipotente ai due ladroni del calvario è stato ancora più straordinario di quello dato a Gesù. Ma l’uomo, nella sua incapacità somma a capire il primato veramente riposto negli ultimi, doveva vedere sul Calvario la fine di un ultimo che era tuttavia un evidente primo, altrimenti questo uomo creato così debole ed inconsistente del suo, non avrebbe capito più nulla. Infatti, vedendo ora il mio essere solo un povero cristo e vedendo, assieme a me tanti poveri cristi ancora più poveri di me, l’uomo non arriva ancora a rendersi conto del valore delle Beatitudini affermate da Gesù. La verità è che la vittima più grande, della carità di un Dio che trae il bene dal male, è proprio il suo apparente antagonista Satana, un nemico pro forma che poi risulterà il massimo tra i suoi amici, avendo remato al contrario del suo essere un contrario espresso nella forma di una persona! È per questo che Dio rende il suo Popolo di così dura cervice e si fa tradire fino in fondo, fino ad essere mortificato in ogni modo soprattutto da chi più poi ama, avendo avuto così meno degli altri: il Signore è talmente superiore a tutte queste questioni relative che si poggerà per sempre proprio sull’apparente tradimento personale per l’eterno imprinting della persona, a non volere tradire mai più.
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La vera cecità è proprio di chi non vuole vedere Così è accaduto che l’uomo moderno ha rigettato l’idea che il suo progresso sia dipeso dal Cristo ed abbia corrisposto pari pari alla Manna ed alle Quaglie già date in cibo nel deserto agli Israeliti! Lo ha rigettato perché non ha saputo leggere – per la volontà di Dio che così fosse – gli eventi in se stessi e dare il senso giusto al Vangelo di Luca, che descrive il dopo-Pasqua del dodicenne Gesù come la definizione finale e la scelta della vera famiglia. Tutti i critici hanno sempre dato una lettura che ha riferito l’evento al ristretto ruolo di Gesù nella sua famiglia e non al segno strabiliante che è Gesù in se stesso, come il primo tra tutti, il campione ideale che vive nella sua persona quanto poi vale per tutti. Con una simile incapacità a dare al Cristo la dovuta importanza al livello dell’essenza stessa del Genere Umano, non si capisce allora come quanto raccontato da Luca sia proprio la base stessa per allargare strepitosamente il compito sovrumano dato da Dio alla stessa persona di Gesù, per come poi il Signore ve lo presenta attraverso la mia persona: 1. il compito tradizionale di salvare tutte le anime; 2. il compito straordinario – annunciato da me – di salvare la stessa vita dell’uomo dalla sua estinzione sul pianeta, 2.000 anni dopo quella sua Pasqua ai suoi 12 anni. In quel giorno Gesù prese le debite distanze dalla casa dell’uomo per privilegiare quella del Padre Nostro che sta nei cieli e per permeare della parola di Dio la storia della salvezza umana, salvezza ottenibile solo per mano di Dio e da parte di chi crederà a questo ruolo dato a Lui dal Padre… Non dichiarò forse Gesù:“Io sono la Via, la Verità e la Vita!”? Gesù allora ci disse chiaro quando sarebbe stata la fine, perché Egli, in se stesso, sarebbe stata la Via, la Verità e la Vita… per preservarla!
128 Se gli uomini dei 5 Continenti vogliono agire come le 5 Vergini Spose scaltre devono fare più attenzione all’avvenimento in sé di Gesù. È l’intero avvenimento cristiano la Via, la Verità e la Vita, contro la stessa estinzione della vita umana sul pianeta Terra, perché Gesù si è comunicato a tutti gli uomini, con il suo essere la loro stessa essenza ed il nostro comune poterci rivolgere a Dio chiamandolo Padre Nostro. Chi tra noi si sa Figlio di Dio e Dio stesso (nel limite esatto che gli è stato donato dal Creatore assoluto che l’ha generato nel suo contesto limitato e relativo) non è un apostata, perché in verità egli è il solo che crede nel Primo Comandamento che dichiara l’esistenza di un solo Creatore. Chi crede invece se stesso modesto, perché si pone altro da Dio – e ci mancherebbe… credersi Dio! – è invece solo il grande Ladrone dell’opera di Dio, l’autore di un grave furto attuato nel momento del Peccato Originale, perché egli vive solo del gesto della creazione fatta di sé ma l’avoca tutta a se stesso, fatta da Sé ed alle spalle del Dio della condivisione! Il Maligno ha talmente confuso gli animi che ormai Dio è stato escluso dal suo mondo fino a convincere un Papa santo come il Woitila che Dio nemmeno parlerebbe più agli uomini, interamente abbandonati a se stessi! Ed è così che ciechi cercan di guidare altri ciechi, perché, ignorando come in questi 2.000 anni si sia vissuto solo della Manna e delle Quaglie date da Dio, il buon latte s’è quagliato e così inacidito da giustificare un apparente castigo di Dio simile alla Fine del mondo. Intervento celeste che però castigo proprio non è, essendo, per chi non sarà salvato dalla sua fede in Cristo, un puro ed autentico ritorno alla casa del Padre vero! Dunque anche se Gesù ha affermato che neppure il Figlio dell’uomo conosce il giorno e l’ora della Fine del mondo, ma solo il Padre, allora bisogna aprire gli occhi e riconoscere che in Gesù è esistito non solo il Figlio dell’uomo ma anche di Dio, fino al punto che Padre e Figlio sono da intendersi un unico Ente, per lo Spirito della santa Trascendenza da ogni Figlio e da ogni Padre di questo mondo reale. Chi dunque sostiene che Gesù, per sua stessa ammissione, ignorasse il giorno dell’Apocalisse, non può crederlo, a meno che non voglia negargli il suo simultaneo essere un tutt’uno col Padre… e dunque un conoscitore di quando l’evento accadrà, essendo ben saputo dal Padre.
129 Il fatto da capire è che l’essenza del Figlio unico, posseduta da Gesù, è simile a quella del legno, posseduta da un albero. Ebbene, mentre ciascuno di noi è un albero di legno, Gesù, nella sua stessa persona, è il campione stesso, virtuale, dell’essenza del legno. Non a caso si paragonò ad una Vite. È da capire l’eccezionale rappresentanza data dalla Provvidenza al Personaggio di Gesù, tanto che Egli, in se stesso è la Via, la Verità e la vita e – come tale – è la sola speranza dell’uomo per non essere totalmente costretto all’estinzione proprio il 22 dicembre del molto imminente 2.012. Ciò proprio nel rispetto dei 2.000 anni di Manna in un nuovo deserto cominciati a partire da quel giorno in cui, finalmente giovane uomo, alla fine della celebrazione della Pasqua ebraica diede inizio a quella pasqua cristiana che avrebbe dovuto valere poi per tutti i 5 continenti di un mondo di cui allora ancora si ignorava che fossero in tutto 5, come le 5 vergini – scaltre o imprevidenti – dispostesi o no nella giusta attesa dello Sposo. Dio ha voluto davvero farsi tradire ancora da Pietro, in questo momento così escatologicamente forte! Lo ha disegnato come un oppositore al fatto che gli uomini viventi nei 5 Continenti, attendendosi finalmente l’arrivo di Dio, si potessero predisporre delle giuste lampade e dell’olio necessario a quella celebrazione delle nozze finali. Se fosse per questi Papi, che seguitano a rinnegare Gesù, nessuno si salverebbe: essi ammirano il Giovane Ricco, così bravo e lungimirante, che vuole esser possessore dei beni morali per poterli personalmente donare. Questo discorso è molto difficile, se si considera che, a riguardo della Carità, lo stesso San Paolo ribadiva la necessità di possederla. Ebbene, l’uomo che è convinto di possedere la Carità, la Bontà e tutte le Virtù, non se ne accorge, ma è proprio il gran Ladrone crocefisso assieme a Gesù sul Golgota! Meglio credersi malvagi! Chi crede si crede peccatore… toglie la sua colpa a Dio. Chi invece si crede possessore della Virtù, attribuendola a se stesso e non a Dio…, gliela ruba. Agisce meglio, molto meglio chi toglie bruttezza e malvagità a Dio di quanto non faccia chi gli sottragga meriti! Solo Dio ha la Carità, e l’ha sia quando ci tratta bene, sia quando sembra trattarci male… ma – e proprio allora – ci sta salvando da ciò!
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La vera cecità è proprio di chi non vuole vedere, ad esempio, il segno santo del Santoro ucciso in chiesa! Che segno sarebbe? Ma pensateci: Dio manda un Papa santo che cerca di suscitare lo Spirito santo di Dio in un filosofo che – nuovo Paolo – sia per Pietro oggi quello che fu Paolo allora. Fede e Ragione devono essere le due torri legate assieme, da tutta la Chiesa! Ma questa Chiesa – ribelle – non accetta che un Filosofo ingerisca nelle questioni sacre della fede, infischiandosi del legame fissato da Pietro, vero legame di salvezza, indispensabile ai nostri giorni e, così facendo, abbatte le due torri gemelle erette da Pietro… La conseguenza è – pari pari – che Dio mostra all’uomo in modo facile da capire come stanno le cose allorché un potente è toccato sul vivo, un potente che sia come è l’uomo: uno che si ribella. E Dio fa ribellare Bin Laden e abbattere le due Torri Gemelle degli USA, da una fede stravolta… come la cattolica, che si oppone ai legami sacri fissati da un Papa. Tutte le volte che Dio tenta di dar peso alla Dea Ragione, è costretto ad assumere il Terrore, perché l’uomo confonde la vera Ragione, dello Spirito santo di Verità, solo con quella del suo “comodo”. La guerra seguita a quell’abbattimento e che ha portato il sangue nell’antico Paradiso Terrestre storico, non riesce a dire né a significar nulla, ad un uomo che ha perso ogni fiducia che lo Spirito santo di Dio gli parli sempre, con parole da cercare di capire. Queste parole qui, peraltro, sono chiarissime, ma quando uno non vuol capire, seguita a negare che c’entri qualcosa il fatto che l’Iraq corrisponda al Paradiso Terrestre della storia. Allora Dio, per farsi capire, manda le forze della Natura, che non sono manipolabili dall’uomo, ad annegare i cultori del Re del Sole nel Paradiso Naturale, sterminando con uno Tsunami che è il chiarissimo grido di Gesù: The sun am I, the sun of the Crux, †sun am I… ma inutilmente. È Natale, che celebra un bimbo, in personificazione di Dio, fatto nascere per farlo poi morire sulla croce. È una nascita destinata a quella croce di dolore, ma l’uomo fa sempre il suo comodo e si dissocia, considera solo la
131 festa e festeggia proprio nel modo pagano di chi si assenta alla sacra celebrazione di Gesù per festeggiare il Dio Sole! Quale segno più chiaro ci poteva essere dello
†sun am I ?
Io questi segni li ho mostrati tutti, alla Chiesa, con il solo risultato di non essere ricevuto a Palazzo, né dall’Arcivescovo, né dal Cardinale, né dal Papa! Come se fossi un operatore di menzogne e non un profeta, uno che è stato voluto ancora da Dio come un vedente, che aiuti questi ciechi ridotti alla miopia più assoluta. Per farmi udire, dopo 5 anni di tentativi inutili a Saronno, dove ho avuto contro tutti i Papaveri della Chiesa, mi sono spostato in Abruzzo e mi sono messo nuovamente nelle mani del Papa. Ho fatto scrivere dal giornale Il Centro, di Pescara, che era stata persa la pecorella Gesù, quella del Galileo Gesù che era stata al fondamento stesso del Galileo Galilei, altra pecorella persa dalla Chiesa… Ed era accaduto proprio mentre il Papa Woitila chiedeva scusa al Galileo Galilei che era vilipesa la verità del Galileo Gesù che io stavo professando proprio nello stesso tempo in cui dal Papa erano rivolte quelle scuse… Il Papa era tenuto a fare come il buon Pastore che abbandona le altre pecorelle nei recinti del Vaticano e va a cercarsi la pecorella smarrita! Lo fa, ma in un modo sui generis, perché va a fare bagni di folla che scaldano solo i cuori di chi non ha bisogno di essere trovato, perché è già della Chiesa. La pecorella smarrita è chi dichiara di esserlo, e io lo dichiaravo! Dichiaravo di aver rischiato già la vita per aiutare il Papa, con l’arte filosofica degna di un Paolo e che la rischiavo nuovamente, pur di costringere a forza dei malvagi ad avere pietà per chi soffre! Allora non avrei mangiato più finché il Papa non mi avrebbe ricevuto, e ne sarei morto! Poi, per forzare le cose, mi sono letteralmente messo in croce il 5 dicembre 2005, davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, nudo e denutrito dai 55 giorni di digiuno. Ero un povero cristo e tale mi dichiaravo in un manifesto! Ebbene il parroco non è uscito dalla Chiesa a cercare di risolvere il mio caso. Probabilmente è stato il primo ad essere informato, ma non ha ritenuto di dover fare altro che chiamare i questurini. Ebbene io, quel giorno, è stato come se fossi stato ucciso nuovamente dalla Chiesa dei miei tempi cristiani, proprio io, un povero cristo cristiano che crede che il primo compito di un Parroco, nei confronti di chi sceglie proprio la sua Chiesa, del Sacro Cuore di Gesù di avere quel sacro cure, è quello di cercare subito quella evidente pecorella smarrita!
132 No, nemmeno il Parroco si è mosso e la forza pubblica ha ucciso nuovamente Gesù, e stavolta è accaduto in chiesa e, come sempre, per mano di una fede immatura, troppo infantile… Ed ecco il segno del Santoro, ucciso in Turchia! Ucciso mentre prega in Chiesa e ucciso proprio dalla fede, quando è infantile e acerba, come quella di quel Parroco! Perché affermo che il segno del Santoro riguarda me? Ma per le solite questioni di onomastica: il Santoro è il Santo RO, e sono io il Santo RO.
Io sono Ro mano, ossia il
Io sono il Santo
Ro = il che è
della Magna Graecia
l = elle = ele,
’manuele Is RA.ele
il che è quando la mano è quella di Romano Amodeo e il verbo Essere, in terza persona indicativo presente, è nella lingua del mondo l’ Is degli inglesi, così adusi a chiamare le persone con gli acronimi, tanto che la mano di Romano Amodeo si risolve nel RA centrale di Is RA ele! Dite che sono solo segni senza importanza? Sì, così, ma per chi non ha più orecchie per sentire né cuore per amare un semplice povero cristo se non ha la potenza di essere proprio il Cristo! Che amore povero, ruffiano, che seguita ad amare solo il potente Gesù e non degna di nessun moto dello spirito i due poveri cristi crocefissi assieme a lui nello stesso giorno e sullo stesso Golgota. Eppure quei due ladroni sono proprio tutti i grandi ladri della Chiesa, che rubano la buona fede dei credenti per fare sfoggio solo della loro vanagloria! Altrimenti un Parroco sarebbe uscito da quella Chiesa del Povero Sacro Cuore di Gesù, al sapere di un poveraccio che non sta chiedendo l’elemosina
133 si soldi, ma quella dell’amore, dell’affetto delle persone responsabili della sua Chiesa che, più responsabili sono, più sono rese cieche da Dio! Dio vuole mortificare tutti i suoi Pietro e i suoi Sacerdoti, perché questa è la loro croce, che purifica il loro senso di vanagloria per quel servizio fatto in pompa magna e non nell’umiltà di chi si china sul povero e gli lava i piedi. Da me in croce non è venuto nessuno a portarmi una spugna intrisa di fiele o un panno per ripararmi al tanto freddo che faceva a dicembre… Ebbene il Santoro Morto ucciso in Chiesa è stato un puro segno di quanto patito in modo oscuro proprio da me! Tutto quanto io compio è condannato al silenzio proprio da Dio. È il Signore che, calato umilmente nella mia persona a vivificarla ed a soffrire concretamente in essa, è proprio il Signore Onnipotente che ha dato origine a tutta la Divina Commedia, che ha ritagliato per se nuovamente una morte figurata, sulla croce. Essa, nel concreto, è accaduta al Santoro, un vero Missionario, ma nella sua verità simbolica è avvenuta in tutto e per tutto (e condannata al silenzio ed alla estrema mortificazione) alla presenza divina calatasi in me a darmi vita. Io sono il MISSIONARIO presente proprio in questa suprema questione della salvezza della morte del genere umano, da quanto l’attende il 22 dicembre del 2012, alle ore 22, 22 primi e 22 secondi, ora italiana perché quella di Gerusalemme, a quell’ora, segna l’inizio dell’ora 0 della giornata. Ma questa Missione Dio non la vuole per nulla agevolare. Consente al mio personaggio di scrivere questi libretti e di porli sulla Rete INTERNET, ma poi non ne agevola l’affermazione, agendo come ha sempre fatto con ogni profeta. Io, tra l’altro, sembro proprio come un Mosè da cima a fondo, dall’Alfa all’Omega o dalla A alla O, inizio e fine del mio cognome A-mode-O, che, sempre nella lingua del mondo, l’inglese, significa l’Inizio a modo del Principio. Il Modè racchiuso tra il principio e la fine è ora Modè e non Mosè, perché, sempre per ragioni onomastiche, Mo (adesso) D io è quanto Mo (ai tempi di Mosè) S on chi sono è Tutto ciò, beninteso, sempre e solo per chi ha orecchie per intendere e fede per credere che, nell’imminenza del più spaventoso †sun am I come la stessa affermazione di Dio di essere il Sole della Croce, Dio voglia mandare un MESSIA che, in MISSIONE, cerchi di catechizzare addirittura il Papa,
134 mediante la lezione infertagli non certo dalla mia povera persona, ma dallo Spirito santo della Verità del Cristo che la anima. Questo SANTO RO, però, pure in tanta missione, pur mentre prega come meglio non si può, mettendosi in croce, è fatto vilipendere dalla Forza Pubblica, affinché sgomberi al più presto la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, della sua presenza di povero cristo senza alcun valore! E questo ben sapendo come Gesù stesso avesse detto: “Ogni volta che farete qualsiasi cosa, in bene o in male, ad uno dei miei figliolini (i poveri cristi dei Beati delle Beatitudini) l’avrete fatta a me!”. Ebbene il Papa che andrà in Turchia, mosso dal sacrificio del Santo Santoro e la stessa Chiesa che presto farà santo il Santoro è la risposta tacita, ma eloquente, che Dio dà al se stesso calato nella mia povera persona. Deve essere evidente – Dio lo vuole – alla mia anima, che Dio ha sommamente apprezzato il sacrificio fatto di me il 5 dicembre a Pescara. Dio mi fa vedere la prontezza della Chiesa a riconoscere quanto non debba essere oggetto di una lettura tra le righe. La Chiesa è incapace di leggere tra le righe la volontà della Divina Provvidenza! Ma è così perché crede che tutto il male che esiste sia opera dell’uomo, e tenta di porvi rimedio, inutilmente. Non c’è fede, nella Chiesa, che tutto quanto accada sia fatto bene, perché rientra in un perfetto processo divino nel quale ogni male, per quanto grande sia, è solo all’origine di un bene che è almeno altrettanto grande! Altrimenti Dio non avrebbe disperso e sacrificato il suo Popolo ebraico! Hitler aveva deciso di sterminare questo popolo essendo Dio stesso a consentirglielo, giacché a tutto quel male sarebbe corrisposto un bene molto, molto più grande, perché ETERNO. La sconfitta umana, la croce qui, su questa terra, è opera passeggera. Mentre il frutto cui porta vale per l’eternità. Ma solo una grande fede può convincere l’uomo che non è un male se uno come il Santoro è ucciso dalla fede acerba di un sedicenne, come non è un male che io sia stato crocefisso in modo oscuro, fuori da ogni riflettore, nella massima modestia e castigo voluta da Dio. A tanta momentanea distratta attenzione ed incapacità di scorgere quello che è oggi passeggero e relativo corrisponderà proprio il pieno successo del mio intento! La prova è già data ora, con il successo ora attribuito al Santoro che, ripeto, è solo una controfigura di quanto Dio ha fatto in me, eretto al suo Messia che tenta di salvare la specie umana dall’estinzione!
135 Se oggi io sono vilipeso, sto facendo, comunque, il gran servizio di dire con l’esattezza del minuto secondo quando inizierà l’Apocalisse. Lo Spirito santo di Gesù intende, attraverso di me, povero cristo, dire questo, all’uomo della cosiddetta sua fede: « Ma come avete potuto credere che non conoscessi né il giorno né l’ora della Fine… conoscendolo solo il Padre? Quante volte vi ho detto che io e il Padre siamo una cosa sola? Ebbene ho anche un’altra assoluta novità: ogni uomo è una sola cosa con il suo creatore e nella sua stessa sostanza, perché è per lui come è per il burattino Pinocchio. Egli è solo il Collodi, Padre suo che è calato in lui e gli dà tutto: pensieri, parole ed opere. Io devo farvi tutti Figli di Dio e Dio stesso, perché solo se ci crederete e crederete in me e in chi mi ha mandato anche ora, solo allora vi salverete, per la fede in me, il 22-12-2012! »
136 Così vi salverete: basta una Mongolfiera di plastica, dal costo irrisorio, giacché costruita “usa e getta”. Quel “Gol” segnato sul Golgota, sarà il mio, mon “gol”, il mio successo. Lo sarà, lo fierà, la Mon gol fierà
La quinta strada , skyline, la linea del cielo di un
55
per le 5 vergini scaltre e le 5 stolte Montesilvano, Montesi…ano LV, il mio Monte Sion 55 , dei 55 giorni di penitenza… di un Romano come me, 10 febbraio 2.006
Segue il Libro 3.
Processo a Socrate Socrate fu accusato d’Empietà e condannato a morte perché la sua fede nella Verità sembrava portare i giovani verso un Dio più essenziale, diverso dalla tradizione. Anch’io lo faccio e qui processo me assieme a lui.
Premetto quanto è scritto di Socrate su un sito INTERNET Socrate nacque nel 470 / 469 a.c. da Sofronisco, scultore, e Fenarete, levatrice. Dapprima esercitò forse il mestiere del padre, ma successivamente l'abbandonò per dedicarsi esclusivamente all'indagine filosofica. Non di rado dovette quindi ricorrere all'aiuto economico di amici. Sposò Santippe, che una certa tradizione tende a presentare come donna bisbetica e insopportabile: si è arrivati a pensare che Socrate stesse sempre in piazza non tanto per filosofare quanto piuttost o per stare lontano da Santippe e dalle sue ramanzine continue: pare che Socrate sia riuscito a far ragionare tutti tranne Santippe. Da lei ebbe tre figli. Socrate non lasciò mai Atene se non per brevi spedizioni militari: partecipò infatti nel 432 alla sp edizione contro Potidea, traendo in salvo Alcibiade ferito, e nel 424 combatté a Delio a fianco di Lachete durante la ritirata degli Ateniesi di fronte ai Beoti. Successivamente nel 421 combatté ad Anfipoli. Nel 406 in conformità al principio della rotazione delle cariche, fece parte dei pritani, ossia del gruppo del Consiglio al quale spettava decidere quali problemi sottoporre all'Assemblea e si oppose alla proposta illegale di process are tutti insieme i generali vincitori nello scontro navale avvenuto al largo Arginuse, perchè non avevano raccolto i naufraghi. Con questa presa di posizione egli si poneva in contrasto con i democratici, ma nel 404, passato il potere in mano all'oligarchia capeggiata dai Trenta, rifiutò di obbedire all'ordine di arrestare un loro avversario, Leone di Salamina. Nel 403 la democrazia restaurata, pur concedendo un'amnistia, continuò a ravvisare in Socrate una figura ostile al nuovo ordine, anche per i rapporti da lui intrattenuti in passato con figure come Alcibiade e Crizia . Nel 399 fu presentato da Meleto un atto di accusa contro Socrate, ma tra i suoi accusatori erano anche Licone e soprattutto Anito, uno dei personaggi più influenti della democrazia restaurata . L'atto di accusa è il seguente: " Socrate è colpevole di essersi rifiutato di riconoscere gli dei riconosciuti dalla città e di avere introdotto altre nuove divinità . Inoltre è colpevole di avere corrotto i giovani . Si richiede la pena di morte " . Gli accusatori contavano probabilmente in un esilio volontario da parte di Socrate, com'era avvenuto in passato per Protagora o Anassagora, ma egli non abbandonò la città e si sottopose al processo . A maggioranza i giudici votarono per la condanna a morte la quale fu eseguita in carcere mediante la somministrazione di cicuta . Possiamo inserire Socrate nell'era sofistica (sebbene lui si schierò contro i sofisti) perchè come i sofisti si interessò di problemi etici ed antropologici, mettendo da parte la ricerca del principio e della cosmogonia . Socrate non scrisse mai nulla e così per ricostruire il suo pensiero dobbiamo ricorrere ad altri autori . Le fonti principali sulla vita di Socrate sono quattro 1) Platone 2)Senofonte 3)Aristotele 4)Aristofane . 1) Platone è senz'altro la fonte più attendibile: egli fu discepolo diretto di Socrate e con lui condivise sempre l'idea della filosofia come ricerca continua . Senofonte è la fonte più banale e meno interessante: il Socrate degli scritti di Senofonte è un cittadino ligio alla tradizione, il vero interprete dei valori correnti, il saggio ch e mira al bene dei suoi concittadini ed è ossequioso verso la città e le sue divinità. Va subito precisato che Senofonte era un grande generale, coraggioso e valoroso, ma non era certo un'aquila: i suoi scritti stessi non sono certo esempi eclatanti della letteratura greca: sono ridondanti e ripetitivi. Senofonte fece anche campagne militari con Socrate e nei suoi scritti ne esalta il valore dicendo che non stava mai fermo, era sempre in azione, non soffriva niente (camminava addirittura a piedi nudi sul ghiaccio). A Senofonte della filosofia non gliene importava nulla e con Socrate, di cui era grande amico, non trattava mai argomenti filosofici, ma solo militari: questo ci consente di capire che Socrate modulava il discorso a seconda del personaggio che aveva di fronte: con un filosofo parlava di filosofia, con un generale di guerra. 3) La testimonianza di Aristotele è stata a lungo ritenuta la più attendibile perchè Socrate non viene caricato di significati simbolici: Aristotele ce ne parla in modo oggettivo. Tuttavia la testimonianza aristotelica ha dei limiti: in primis, è la meno "
139 artistica " delle 4 ed è l'unica di un non -contemporaneo. Va poi detto che in Aristotele Socrate ci viene presentato quasi come un " robot ": la filosofia socratica viene presentata come un susseguirsi di ragionamenti e non viene dato spazio al filosofare in pubb lico, al dialogo aperto. 4) Aristofane è il personaggio più vicino a Socrate come età: ci presenta un Socrate relativamente giovane (circa 40 anni). Va ricordato che Aristofane era un commediografo e ne risulta che l'immagine che lui ci dà di Socrate è fortemente impregnata di tratti sarcastici. Ne " Le nuvole " ce lo presenta come un sofista studi oso della natura (il contrario di ciò che era in realtà), con la testa fra le nuvole. Insomma Aristofane è l'unico a darci di Socrate un'immagine fortemente negativa (non a caso Aristofane era stato uno dei primi accusatori di Socrate). In realtà non dobbiamo pensare che Aristofane volesse gettar discredito su Socrate o lo prendesse in giro per cattiveria: in fondo lui faceva solo il suo lavoro di commediografo, che consisteva nel far ridere. In realtà con la figura di Socrate vuole prendere in giro non Socrate, ma l'intera categoria dei filosofi. La testimonianza di Platone resta la migliore e le altre tre vanno sfruttate come appoggio. Platone lo conosceva davvero bene ed era lui stesso un gran filosofo: il grosso limite è che trattandosi di un filosofo, Platone avrebbe potuto rimaneggiare i discorsi di Socrate, ed è proprio quel che fa man mano che invecchia. " L'apologia ", per fortuna, resta un dialogo giovanile nel quale Platone descrive il processo che decretò la condanna a morte di Socrate. E' proprio in questo dialogo che emerge fortemente la differenza tra Socrate ed i sofisti : i sofisti pronunciavano discorsi raffinati ed eleganti, ma totalmente privi di verità: per loro l'importante era parlar bene, avere un buon effetto sulle orecchie degli ascoltatori. Per Socrate invece quel che più conta è la verità: lui si proclama incapace di controbattere a discorsi così eleganti e ben formulati (ma falsi). Socrate, pur non tenendo un'orazione raffinata, dice il vero: la critica ai sofisti verrà poi ripresa da Platone stesso. I sofisti puntavano a stupire l'ascoltatore, dal momento che erano convinti che la verità non esistesse (soprattutto Gorgia. Socrate per difendersi in tribunale non pronuncia un discorso (come i sofisti), ma imposta un dialogo botta e risposta: è proprio dal discorso che viene a galla la verità (Platone dirà che il discorso tra due o più individui è come lo scontro tra d ue pietre dal quale nasce la fiamma della conoscenza). Lo stile oratorio di Socrate è scarno, secco e quasi familiare, modulato a seconda dell'interlocutore. Il punto di partenza del discorso socratico è la cosiddetta " ironia socratica ", ossia la totale autodiminuzione, " io non so, tu sai ". Così inizia anche " L'apologia": si pone la domanda "che cosa è x?" e l'interlocutore cade nel tranello e risponde, sentendosi superiore a Socrate. Socrate, come abbiamo detto parlando di Senofonte, parla di argomenti noti all'interlocutore: se ad esempio parla con un generale gli chiederà " che cosa è il coraggio? ". Quello risponderà, per esempio, dicendo che il coraggio è il non indietreggiare mai. Allora Socrate interverrà dicendo che quello non è coraggio, bensì pazzia. La critica diventa stimolo per l'interlocutore a fornire una seconda risposta meglio articolata: il gioco può andare avanti a lungo e spesso rimane aperto. Questo metodo viene detto " maieutico ": Socrate diceva di fare lo stesso lavoro della madre, la quale era ostetrica: lei faceva partorire le donne, lui le anime. Come le ostetriche valutano se il neonato è " buono ", così Socrate valuta se le idee, le definizioni sono buone. Non tutti gli interlocutori erano intelligenti e riconoscevano i propri errori: spesso preferivano evitare Socrate. Da un interlocutore Socrate fu anche denominato " torpedine " in quanto l'incontro con Socrate risulta scioccante perchè ribalta le concezioni di chi era convinto di sapere e dimostrava che in realtà non sapeva. Socrate stesso si paragonava ad un moscone che stimola il cavallo: lui stimolava gli uomini a ragionare. Socrate con il processo dell'autodiminuzione afferma di non sapere nulla, mentr e sostiene che i sofisti sappiano tutto: dice che forse l'educazione che impartisce lui è inutile rispetto a quella sofistica, ma senz'altro è più importante. Le calunnie nei confronti di Socrate hanno avuto inizio quando lui si definiva sapiente in quanto l'oracolo di Delfi gli aveva detto che era il più sapiente tra gli uomini. Lui era rimasto sconvolto da tale affermazione e non riusciva a crederci: allora cominciò a girare per Atene per vedere se trovava persone effettivamente più sapienti di lui. Dunqu e si recò da coloro che si ritenevano sapienti:
140 politici, poeti, artigiani. Socrate si accorse che tutte e tre le categorie erano convinte di sapere, ma in realtà non sapevano niente: i politici erano i peggiori di tutti non in quanto politici (Socrate stesso, se vogliamo, era un politico perchè svolgeva la sua attività in pubblico) ma in quanto non capaci di insegnare il loro sapere: un vero sapiente deve spiegare ciò che sa: anche i politici migliori (Pericle) non sanno trasmettere il loro sapere. Lo stesso era per i poeti, che a partire da Omero erano considerati sapienti ed educatori: Socrate li biasima sia perchè dicono assurdità, sia perchè il loro non è un sapere, ma una forma di " follia ispirata ": era la divinità che parlava per bocca loro. I meno peggio risultarono essere gli artigiani, che almeno sapevano fare diverse cose di utilità pubblica: la loro è una " tecnè ", ossia una sapienza pratica. Però anche gli artigiani avevano i loro difetti: erano sì competenti nel loro settore, ma peccavano di presunzione perchè erano convinti che la loro conoscenza fosse universale ed illimitata, anziché limitata. Inoltre essi agivano senza pensare e ponderare. Socrate arrivò alla conclusione che l'oracolo di Delfi aveva ragione: lui stesso è il più sapiente, pur sapendo di non sapere. Il suo non va interpretato come atteggiamento di rinuncia alla ricerca della verità, ma come segno di modestia intellettuale: è proprio il fatto di essere consapevoli della propria conoscenza che spinge l'uomo a sforzarsi di raggiungere la conoscenza ; se si è convinti di sapere già tutto non ci si sforzerà di migliorare. Tra le varie accuse che vengono mosse a Socrate c'è anche quella di corrompere i giovani nella piazza rendendoli peggiori: lui ribatte a questa accusa dicendo che non avrebbe motivo di fare ciò. Infatti se corrompesse i giovani finirebbe per vivere in una città di giovani corrotti, il che si ritorcerebbe contro lui stesso. Va senz'altro ricordato il cosiddetto " intellettualismo etico " di Socrate: secondo lui nessuno può compiere il male sapendo effettivamente di compierlo: nessuno potrebbe mai fare del male volontariamente. Un rapinatore rapina non pensando di fare del male, ma di fare del bene: è un errore intellettuale ritenere bene ciò che è male. E' un atteggiamento tipicamente cristiano-cattolico che si possa scegliere tra bene e male indistintamente. Dunque Socrate introducendo l'intellettualismo etico dimostra di aver agito per il bene della sua città. E' Socrate che ha scoperto il concetto moderno di anima (yuch): in precedenza significava " soffio vitale ", ciò che fa vivere le cose ; il termine yuch assunse poi il significato di " immagine nell'Ade ", un'esistenza depotenziata. Per gli Orfici significava " demone ". A partire da Socrate fino al giorno d'oggi l'anima è diventata il nostro io: ci identifichiamo con l'anima. Secondo Socrate possiamo dividere i beni ed i mali in tre categorie a) dell'anima b) del corpo c) dell'esterno. Il corpo è lo strumento nonché la prigione dell'anima. Il denaro, per esempio, è un bene esterno. In alcuni frangenti sembra che Socrate (e anche Platone) rifiuti i beni materiali e del corpo, scegliendo quelli dell'anima ; in altre occasioni pare che possano essere accettati entrambe. Socrate, per esempio, pare che non disprezzasse il vino. Quest'ambiguità tra beni del corpo e beni dell'anima può essere spiegata affermando che i beni son tutti beni finché non entrano in conflitto con altri: la ricerca del piacere fisico diventa un male quando la si antepone alla ricerca di quello intellettuale. Questo non vale solo per i beni, ma anche per il rapporto tra anima e corpo: il corpo per Socrate e Platone non va disprezzato, anzi va apprezzato perchè serve all'anima. Per il Cristianesimo la ricchezza è un male, per Socrate e Platone è un bene finché non entra in conflitto con gli al tri beni. Interessante è il concetto socratico di ingiustizia: essa non danneggia chi la subisce, ma chi la commette. La giustizia infatti dà un senso di piacere interiore e chi è ingiusto perde questo piacere, mentre chi subisce l'ingiustizia continua a provarlo. Questo vale anche per Platone. Tra le cose che Socrate dice di non sapere vi è la conoscenza dell'aldilà, di cosa c'è dopo la morte (Platone dirà di essere in grado di dimostrare l'esistenza di un aldilà). Per lui non è che se si vive una vita giusta si sarà premiati: si è già appagati dal vivere giustamente, la felicità che si prova perchè si è giusti è già una sorta di premio: Socrate dice che magari potrebbe esserci una vita ultraterrena, ma lui non lo sa. Tra le varie accuse rivolte c'era anche quella di ateismo e di empietà: Socrate infatti credeva nei
141 demoni, che lui proclamava " figli delle divinità ". Lui dimostra che è un'accusa sbagliata dicendo che se crede nei demoni che sono figli delle divinità, è ovvio che creda anche nelle divinità: perchè ci sia il figlio (demone), ci devono anche essere il padre e la madre (le altre divinità). Ma che cosa era questo demone? Abbiamo due testimonianze divergenti: per Platone era una sorta di angelo custode - coscienza personale che interveniva ogni qual volta Socrate stesse per sbagliare: si tratterebbe di una sorta di " aiuto privilegiato " che non tutti hanno: solo le persone per
bene. E' un dono divino per i buoni. E' come se la divinità partecipasse alla vita umana. Per Senofonte invece il demone è un'entità che lo spinge ad a gire in determinati modi: Senofonte intende ancorare fortemente Socrate alla credenza in un ordine divino e in un intervento divino nella vita umana. Per Socrate l'importante non è vivere, ma vivere bene: quando la nostra anima è sana, giusta, allora anche noi stiamo bene. Sempre Senofonte nei " Detti memorabili " riassume la prova dell'esistenza di Dio formulata da Socrate in questi termini: ciò che non è opera del caso postula una causa intelligente, con particolare riguardo al corpo umano che ha una struttura organizzata non casuale. Per questa sua origine l'uomo è ritenuto superiore a tutti gli altri animali ed è oggetto dell'interesse di Dio, come si deduce anche dalla possibilità di conoscere i suoi progetti sull'uomo ricorrendo all'arte della divinazione. Va notato che il Dio socratico (inteso come
intelligenza finalizzatrice) è una sorta di elevazione a entità assoluta della psychè umana. Molti hanno notato che gli accusatori non volevano in realtà condannarlo a morte, ma semplicemente zittirlo. Ma Socrate non può accettare di essere zittito: il suo destino è andare in giro a colloquiare con la gente. Vivere bene per Socrate significa svolgere quest'attività e non rifiutare di essere colpevole significava non far perdere significato alla sua vita. Dal momento che era già vecchio e gli restavano pochi anni di vita, tanto valeva farla finita lì, ma non rinunciare ai suoi ideali. Mentre la ricerca di Platone si spingerà in un'altra dimensione, quella di Socrate rimane saldamente ancorata al mondo terreno: la sua missione è far capire ai cittadini ciò che fanno. In So crate vi è poi un rifiuto della politica (che peraltro troveremo anche in Platone): fa infatti notare che lui stesso aveva avuto parecchi problemi con la politica: prima contro di lui si erano scagliati gli oligarchici, ed ora i democratici (nell'accusa ai danni di Socrate si possono scorgere istanze politiche: lui era un aristocratico e i democratici volevano punirlo). Pur avendo problemi con la politica, Socrate non dice che vada abolita. Prima dell'esec uzione della pena capitale, a Socrate era stata presentata la possibilità di evadere dal carcere, ma lui si era rifiutato: in lui infatti vi era il massimo rispetto per la legge, che non si deve infrangere in nessun caso. La legge può essere criticata, ma non infranta: di fronte ad una legge ingiusta non bisogna infrangerla, ma bisogna battersi per farla cambiare. Socrate afferma che sarebbe stato suo dovere far cambiare la legge e che non essendoci riuscito è giusto che lui muoia. Gli Ateniesi son convinti di essersi liberati di Socrate avendolo eliminato fisicamente, ma in realtà per liberarsene completamente avrebbero dovuto " ucciderlo filosoficamente ", batterlo a parole. In realtà volevano farlo tacere, ma han sortito l'effetto opposto: Platone infatti, che era intenzionato a dedicarsi alla vita politica, resterà sconvolto per condanna del maestro e si dedicherà alla filosofia. In Socrate vi è una vaga idea di provvidenza divina, ma non collettiva, ben sì individuale: la divinità aiuta solo i migliori. Celeberrima è la conclusione dell' Apologia, in cui Socrate si rivolge ai suoi discepoli prima di essere giustiziato: " Ma ormai è ora di partire: io verso la morte, voi verso la vita. Chi di noi cammini a una meta superiore è oscuro a chiunque: non al mio dio." Nel " Simposio " di Platone Alcibiade afferma che Socrate non assomiglia a nessuno degli uomini del passato e del presente: è una figura nuova. Non si interessa di politica, ma non la disprezza, non rifiuta i festini, ma non vi si
142 identifica (nel " Simposio " tutti i convitati si addormentano, Socrate no). Soffermiamoci ora maggiormente sulla tecnica discorsiva di Socrate: la confutazione è la tecnica che dimostra l'inconsistenza del sapere dei propri interlocutori. Ma per arrivare a questo risultato bisogna partire dal metodo delle domande e delle risposte. " Che cosa è la giustizia? " può essere il punto di partenza per il dibattito: porre questa o qualsiasi altra domanda del genere significa richiedere la definizione delle cose in questione, che però deve essere valida per tutti i casi particolari. In questo senso la ricerca di Socrate è stata interpretata da Aristotele come ricerca dell'universale, nell'ambito dei concet ti e dei problemi morali. Gli interlocutori di Socrate si dimostrano incapaci di rispondere correttamente alla domanda sia perchè sottovalutano Socrate (che dice di essere inferiore) sia perchè rispondono citando casi particolari, anziché la definizione universale. Abbiamo già citato il caso della domanda " Che cosa è il coraggio? ": rispondere " non indietreggiare mai " è sbagliato, così come dire " assalire il nemico ": si può essere coraggiosi anche nell'affrontare una malattia o un'interrogazione: una definizione corretta deve coprire tutti i casi possibili. Nella sua funzione negativa il metodo delle domande e risposte si caratterizza come confutazione, ossia dimostrazione della falsità o contraddittorietà delle risposte date dall'interlocutore. Gli eff etti prodotti dall'esercizio di questo metodo sono paragonati a quelli della torpedine marina, che intorpidisce coloro che tocca. Di fronte alla confutazione si può reagire rifiutandola, come fanno vari
interlocutori di Socrate. Ma, se la si accetta, essa può liberare dalle false opinioni che si hanno sui vari argomenti e agire dunque come una forma di purificazione. La situazione, che risulta dalla confutazione, è detta aporia, ossia letteralmente situazione senza vie di uscita. Essa consiste nel rendersi conto che i tentativi sin qui percorsi di rispondere a un determinato problema, hanno condotto a un vicolo cieco. Ma in questa nuova situazione, liberi dal falso sapere e soprattutto dalla presunzione di sapere, ci si può accingere alla ricerca del vero sa pere, tentando nuove strade che possano condurre ad esso. In questo nuovo orientamento il metodo delle domande e risposte può assolvere una funzione positiva. Essa è paragonata alla funzione svolta dalla maieutica, capace di far partorire ad ognuno, median te domande opportunamente indirizzate, la verità, di cui ciascuno è gravido. Socrate si ostina incessantemente a far convergere i propri interlocutori nell'ammissione di un punto fondamentale: per saper agire bene, cioè virtuosamente, in un determinato ambito, occorre possedere il sapere che renda capaci di ciò. A questo risultato egli perviene mediante l'analogia con le tecniche: il buon artigiano che sa svolgere bene la propria attività possiede un sapere capace di guidarlo a questo risultato. La stessa cosa deve valere in ambito etico-politico: questo è il nocciolo della famosa tesi secondo cui la virtù è scienza. Questa tesi conduce ad alcune conseguenze. In primo luogo, chi conosce che cosa è bene e quindi anche che cosa è buono per lui non può non farl o. Il bene è dotato di un potere incontrastabile di attrazione. Ciò non significa che Socrate disconosca l'importanza delle passioni e delle emozioni nella vita umana, ma soltanto che in ogni ambito della vita umana l'unico strumento capace di orientare verso il comportamento corretto è ravvisato nel sapere. La posizione etica di Socrate non va confusa con forme di rigorismo ascetico. Essa è invece definibile come una forma di eudemonismo, perchè pone come obiettivo fondamentale il perseguimento della felicità (in Greco eudaimonia). E' il sapere che è in grado di effettuare un corretto calcolo degli stessi piaceri, misurando le conseguenze piacevoli o dolorose che essi possono arrecare. Questo è il sapere, di cui Socrate dichiara di non essere in possesso, ma proprio per questo è il sapere che egli persegue. Non ha senso allora distinguere le varie virtù nettamente le une dalle altre: la virtù è una, come uno solo è il sapere in cui esse si compendiano: sapere che cosa è bene e che cosa è male.
143 Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza
Libro 3.
PROCESSO AL
SOCRATE di “So C. R.A. te” “S?/sò Cristo R. A. te”
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Socrate è famoso e fu poi ucciso con la velenosa cicuta, per la sua Maieutica, ossia l’arte, della gestante, di cavare da sé un’altra vita, che lo portò alla grave accusa di empietà, perché avrebbe traviato i giovani insegnando la Verità come un altro Dio! Io pure, Romano Amodeo, sono talora accusato della stessa empietà, proprio per la mia ipersocratica pretesa di voler cavare, dalla mia pancia volgare, addirittura la vita incarnata della stessa ESSENZA di Dio, fattasi persona e conosciuta come me stesso, nel mio umile “io”, per l’ordine Delfico adottato anche da Socrate, di “Conosci te stesso”… Il mio Dio è lo stesso suo: elevazione a entità assoluta della Psiche umana… ma per me ciò accade solo per la stessa volontà dell’Assoluto. Così, in questo libro, io stesso, sicut A. (come l’A. Romano), m’armo di cicut A, e ripropongo contro te, Socrate e la Maieutica, l’antico processo mortale per empietà. Affermo – e suscito molte proteste – che la Maieutica in sé allude con MaIe a MariaIesus (al processo madre-figlio) e, con utica, a “ut Iesus Cristus” sia finalizzato ad “AmoR”, e ci vedo, per trascendenza dal contesto, un Amodeo Romano, guidato in ciò non dalla ragione consapevole, ma dal dettato di una Provvidenza Superiore ... L’accusa, in base al “Conosci te stesso”, è al “Só Cristiano, Romano Amodeo, te!” che è forzato proprio ad un “So C.R.A. te” che, saputo dall’Oracolo delfico di essere il più sapiente del mondo, dopo lunga ricerca ammette d’esserlo perché è il solo a sapere di non sapere. Io pure so una sola cosa, di non potere nulla e proprio per questo stesso motivo sono il più potente, in questa Terra di Egitto, in cui nessuno può, essendo tutti per ora vere marionette nelle mani del Potere Assoluto di Dio. Questa Terra nostra non è ancora la promessa, è ancora una Terra d’Egitto, senza libertà, in cui è tutt’ora ucciso chi muove una decisa accusa all’intelligenza creduta consapevole e in grado di dirigere il destino del mondo, nel mentre invece dovrebbe essere infinitamente più umile e modesta, per riconoscere come proprio una qualunque ignorante partoriente sappia creare in sé la vita per il vero dettato di una Provvidenza Superiore e senza l’intervento della ragione umana. Così questo Processo a Socrate – con il botta e risposta tradizionale in lui – è lo spunto per un vero processo ai limiti intellettivi dell’uomo, che porterà a morte anche me, per la rabbia che faccio con certi parti materni del tipo delle allusioni sui nomi cicuta, Maieutica e Socrate. Io, come una ignorante mamma, partorisco ciò per dettato d’un Santo Spirito trascendente, ma il neonato, la cui costruzione è oscura alla coscienza raziocinante dell’uomo, porta non alla sua ragione che s’interroghi sui suoi limiti, ma che debba uccidere ogni mamma così!
Al mio fratello Benito e Mirella al Papa Benedetto XVI e a tutti i miei fratelli e sorelle.
Caro Benedetto e Benito, cari fratelli e sorelle, la vostra intelligenza – scusatemi – è condizionata, non è libera e ve lo voglio dimostrare. La nostra natura relativa, di uomini animali e cose, esiste a livello secondario come è splendidamente esemplificato dal libro Pin occhio di Collodi. In esso Giuseppe il falegname, Geppetto, crea il burattino e solo l’autorità dello scrittore è così onnipotente da poterlo far essere un vivente, oltrepassando la verità che regola il mondo reale e relativo. Ogni personaggio ha due dimensioni: quella apparentemente autonoma dei Personaggi (nei pensieri, parole ed opere) e quella invisibile ma vera e fondamentale del Creatore (che con la sua essenza mette in comune i suoi pensieri, parole ed opere, tra sé e le creature). Ora anche il nostro rapporto con il nostro Dio Creatore è così e ciascuno, dotato della giusta intelligenza, non fa molta fatica a capire la fondamentale verità che sto segnalando. Ebbene, a prova che l’intelligenza (che il Creatore ha dato, a ognuno, circa il suo creduto io) non è libera di trarre le giuste conclusioni anche se le sa, chiunque, sentendosi porre la domanda: “Tu chi sei veramente? Il Creatore o la Creatura?” è indotto a rispondere con la massima sicurezza: “Senza dubbi, io sono la Creatura. Il Creatore è un’altra cosa!”. È questa la prova certa che la vostra intelligenza è costretta a dare questa risposta dal Creatore, perché, pur sapendo distinguere tra Verità e apparenza, credete vera l’apparenza! Dio vi ha creati schiavi suoi, in una Terra d’Egitto in cui solo l’Esodo da essa vi libera in assoluto. Ebbene anch’io sono assolutamente condizionato, come voi. Ma, udendo la stessa domanda fatta a voi, io, pur vedendo la stessa apparenza, dico: “In verità, in verità, io e il Padre siamo una cosa sola”. È la risposta che già appartenne al divino Gesù, voluto con la divina capacità di ragionare in Assoluto (oltre le righe del mondo), in un modo che è così fortemente condizionato dal DIO UNO che, quando si vede l’esistenza di 1/N, la si sa assolutamente coinvolta e l egata a tutto quell’N/1 che sembra mancante, ma non manca, perché N/N è la Valenza unitaria dell’ Unico Dio che ci regge e interamente sorregge.
146 Per cui, se anch’io mi vedo 1/N (l’ennesimo di tutta la vita creata da Dio), m’accorgo d’essere stato voluto da Dio come il solo oggi che par capace d’esprimere la divina verità di fondo dell’Unico Assoluto UNO. Esso è dato dal prodotto 1/N×N/1, tanto che in me stesso, visibilmente 1/N, io non vedo tanto il lato apparente, quanto la verità fondamentale. Perché il Creatore mi ha diversificato da voi? Perché mi ha dato questa trascendente intelligenza che supera il visibile, e non l’ha data a voi che, pur sapendo come 1/N sia solo il frutto di una apparente divisione, tuttavia l’escludete dal contesto unitario? Lo ha voluto affinché tutti voi, messi di fronte a questa divina intelligenza, vi comportiate di nuovo come un tempo gli Ebrei si comportarono prima contro tutti i Profeti e poi contro l’Ebreo Gesù, dopo che i Greci s’erano comportati allo stesso modo contro il Greco Socrate: dando l’umano supplizio a chi giudicarono “empio”. L’intelligenza divina si fa perennemente uomo per farsi mortificare e mettere a morte dall’uomo che ha dovuto creare inizialmente schiavo. Lo scopo è l’esempio, a tutti gli “schiavi”, che l ’Ente Supremo e veramente libero, consapevole di dover creare inizialmente e al momento solo il Male… per fare esistere in definitiva e per sempre solo il Bene, deve chiedere all’uomo e pretendere l’iniziale grandissimo sacrificio della vita. Ma Dio è disposto ad assumerlo su di sé, questo sacrificio, nascendo e facendosi sacrificare proprio egli da Empio: “perché si dice e crede Dio”, da chi lo stesso Signore inizialmente sacrifica empiamente, come non avesse pietà. Pertanto Dio, dopo i Profeti, Socrate, e l’Ebreo Gesù, usa ora me, un Cristiano (il solo voluto da Chi regge il mondo come chi, “ben conoscendo, Socraticamente, se stesso”, sia consapevole di essere una cosa con Lui) per essere ora mortificato in me dai Cristiani (perché ogni cosa fatta a un u ltimo come me, è fatta a Dio, sulla parola di Gesù…). I maggiori torturatori e coloro che più grideranno all’empietà, saranno proprio gli attuali Caifa, sempre resi incapaci di osservare un Dio perennemente vivo, messi di fronte ad uno che è stato reso storico e devitalizzato. A prova dell’importanza di un Sacrificio relativo (d’un Male da patire affinché sia eternamente vinto), l’intelligenza divina causa anche tutto quanto vi sia di criticabile, dall’intelligenza umana, in questo mio libro, affinché tu, proprio tu, fratello mio che – con la tua intelligenza così capace di gestire le cose note mi hai ripetutamente sconfitto a scacchi, anche giocando tu alla cieca ed io no – proprio tu, fratello Benito e tu Papa Benedetto, siate chi m’addossa la croce… ed io la porterò. Con vero amore, io il vostro Romano Gesù Spirito santo del più importante cittadino d’ogni Impero Romano
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Accuso TE, R.A. e il tuo “SÒ” e “SÓ Cristiano” « Io, Socrate, in virtù del mio sacrificio (ad immagine di quello poi toccato al tuo Cristo), ti accuso, o cristiano Romano Amodeo! » – Perché? Che ho fatto di male? – « Io so una sola cosa: di non sapere nulla, di non sapere un C., un cavolo, un Cristo! E tu invece ti atteggi a me, ma dici esattamente il contrario, perché dici di sapere! » – Quando mai l’ho fatto? – « Lo fai tutte le volte che affermi tutto il tuo sapere d’Egitto… » – Un sapere “di poco conto?” – « Sì, il tuo pretenzioso sapere… di un Cristo d’Egitto, di un Dio RA d’Egitto e di un Amon Dio d’Egitto… tu: Amodeo d’Egitto! Perché mi coinvolgi? Rispettami! Son morto per difendere idee di modestia! Anche nel morire ho cercato di rispettare le buone regole ! » – Ma sono anche le mie idee e le mie regole! – « Impossibile! Sei l’opposto: sei la presunzione e la sovversione. » – Dici così solo perché non mi conosci, o Socrate. – « Che importa? Ascolto ciò che dici e mi basta. » – È quanto partorisce, ma senza alcun merito o colpa, il mio senno. Non hai detto proprio tu che bisogna osservare le gestanti, per agevolare la natura ed imitarla, nell’arte del mettere al mondo la novità ? – « Sì, agevolare la nascita, non l’aborto. Escono dal tuo seno parole senza senno, false, che sembrano la morte della verità. » – Sì, accade, amico mio…, ma perché la Verità si è complicata, è divenuta complessa e contraddittoria. È accaduto con l’avvento del figlio stesso della contraddizione: Gesù, innocente come te ed ucciso da empio, come te. Egli “conosceva se stesso”, avendo ben seguito il suo consiglio.
148 Ma affermava, in sé, la creduta empietà di chi sa d’essere “una cosa sola con Dio” e, poi, crede che per vivere davvero bisogna saper morire. – « Figlio della Contraddizione in persona? Che cosa vuoi dire? » – Riguarda un Padre che è Figlio… e non lo è – né Padre, né Figlio – per l’esistenza dello Spirito santo della Trascendenza divina da tutti i modi relativi e reali… come appunto quelli dell’essere padre o figlio. – « Mentre io ho cercato “la Verità”, espressa al singolare, dopo di me Gesù ha sostenuto forse vero… il tutto e il contrario di tutto? » – Proprio così. Una Verità “complessa”, positiva e negativa assieme. – « Come il mio “sapere di non sapere”? » – Già! E tra il mio “So C., Ra, te” e te, Socrate, che sai di non sapere, non c’è differenza. Vogliamo le stesse cose e subiamo lo stesso processo. – « Ad esempio? » – Siamo condannati perché convinti che bisogna fare come le gestanti e gestire in noi l’idea più grandiosa: di cavar da noi la Verità di cui siam figli. – « La Creatura deve partorire il Creatore? Ma è vero l’opposto! » – La massima Verità è quella complessa, dall’Empietà va fino alla Pietà. Io faccio anche come Diogene, che s’era messo in una botte a cercare l’uomo. Cerco il gene di Dio, e lo trovo, nella genialità della sua creazione. – « Diogene e gene di Dio… quasi una divina allusione… » – Socrate, il Creatore sta alludendo anche a te e me, quando dice: “So te un CRA”, o SoCRAte!”. C.R.A. è l’acronimo del Cristo di Dio e di un Romano Amodeo, un R.A. che è l’Amon Dio, o il Dio Ra d’Egitto! – « Ma di che Cristo mi parli?! Non lo conosco! È nato dopo di me. » – Ti sbagli. Lo conosci senza conoscerlo, perché è nato prima di te. – « Me ne sarei ricordato… » – E il Valore Sommo, idea innata della tua stessa vita! M’improvviso Papa e ti faccio Santo: un Cristiano santo ante litteram, nello Spirito santo. – « Dimmelo tu: chi è il Cristo? Nella mia lingua significa “unto”. » – Ed è l’Unto del Signore. È il Messia, il Mandato da Dio, in Ebraico. –
149 « E chi è, per chi ha la Fede riposta in lui? » – Lo rivela il Credo dei suoi Apostoli: “Credo in Dio, Padre Onnipotente, creatore e Signore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico figlio, Nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò da morte; salì al Cielo e siede alla destra di Dio Padre Onnipotente; di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.” – « E tu, proprio tu, che cosa credi? » – Io? Credo che i “Cristiani hanno il valore del Cristo”. – « Certo, i Cristiani lo seguono… Chi altro ? » – Intendo dire che il Valore suo è lo stesso Valor e di chi lo segue! Che la Sostanza di Gesù è la stessa Sostanza di chi ha fede in lui! Io, per parlarti chiaro, so di essere, in sostanza, un Figlio umano di Dio e so che lo è ogni vivente della nostra specie, poiché chiunque abbia la vita è, in sostanza, sia parte del Creatore, sia il Creatore nella sua essenza. – « Come pretendi di sapere… d’esserlo? Sei Empio anche tu? » – Sembro empio anch’io. Il sapere viene dall’apprendimento e per me è stata la più ardua conquista conoscitiva tra tutte le possibili… – « Io direi tra tutte le “impossibili”. » – No, no, tra le possibili. – « E come? » – Come tutte le cose che infine si sanno e si possono sapere. – « Non mi rispondi. » – Ti rispondo a modo tuo, chiedendo io a te “Ma cos’è questo sapere?” Voglio fare a modo tuo, o amato Socrate, che, quando cercavi di capire e far capire, chiedevi ai tuoi allievi “Cos’è questo?”. – « E allora anche io ti rispondo a modo tuo, con un tuo vocabolario del tuo tempo. Per il Devoto il “sapere” è il complesso delle conoscenze acquisite dall’umanità nel suo progressivo arricchimento spirituale. » – Dunque è una cognizione. Ebbene, so d’esser Figlio unico di Dio per un vero e proprio apprendimento, secondo le regole del buon ragionare. –
150 « Buon ragionare? Tu apprendi d’essere Figlio “Unico” di Dio, ben ragionando? Unico significa di uno solo e non comprende ciascuno. » – Lo comprende! Lo contiene e lo capisce, con entrambi i significati! Proprio tu, Socrate… salti alle conclusioni? Infatti l’essenza unica del Figlio di Dio – cioè il Cristo – è condivisibile. Chiediti che cosa sia da intendersi per essenza. – « Per voi l’essenza è quanto individua e definisce la realtà di un oggetto materiale o ideale. » – E individua che cosa significa, ai nostri giorni? – « Ha sempre significato “il riconoscere con assoluta certezza dalle sue caratteristiche una persona o una cosa”. » – Ebbene come allora il legno è una sola essenza e definisce con assoluta certezza in tutti gli alberi le caratteristiche del legno, allo stesso modo il Figlio di Dio è una sola essenza e definisce con assoluta certezza in tutti gli uomini le caratteristiche dell’essere tutti figli di un unico Dio Padre. – « C’è una bella differenza tra l’essenza del legno e quella di Dio. » – Non si direbbe, ma riguarda solo questioni di quantità e non di qualità. Il legno è una tra le tante essenze relative. Dio è l’essenza in se stessa, quella unica e assoluta che appartiene a tutto e a tutti. Pertanto, come tutti gli alberi hanno in comune l’essenza unica del legno, così tutti i figli degli uomini hanno in comunione tra tutti loro l’essenza unica del Figlio di Dio. – « C’è tuttavia un salto logico tra l’essenza del Figlio dell’uomo e quella del Figlio di Dio. Se è figlio dell’uno non lo è dell’altro. » – Devi sapere, caro Socrate, che proprio Gesù chiamò se stesso non Figlio di Dio, ma dell’uomo… Come mai, visto che era il Figlio di Dio? – « Lo chiedi proprio a me? Forse, sapendosi vero Dio, puntava a spiegare agli uomini di essere anche… uno di loro? » – Come dubitarne? L’essenza divina di Gesù si era compromessa a tal punto con quella dell’uomo da essere anche quella del Figlio dell’Uomo. Ci volle però il Concilio di Nicea per riconoscere almeno in Gesù la comune “sostanza” umana e divina. – « “Sostanza”? E cos’è questo? » – “Sostanza” ed “Essenza” sono sinonimi…
151 In filosofia, la sostanza è l’essenza o il principio permanente di per sé, al di là di ogni mutamento o divenire, tanto che la prima e non creata sostanza è Dio. Ma, comunemente parlando, “sostanza” è il sinonimo proprio di essenza, è cioè la parte essenziale o fondamentale, in contrapposizione a quanto è invece accessorio o marginale. – « Così tu, empio, affermi che a Nicea… si sbagliarono? Che tutti gli uomini, e non solo Gesù, sono in sostanza – e veramente – Figli di Dio? » – Non si sbagliarono… ma perché sottolinei questo veramente” ? – « Perché tutti siamo Figli di Dio, ma solo “per modo di dire e non veramente”! I nostri genitori veri sono papà e mamma. » – Non è del tutto vero e te lo dimostrerò. Ma rispondimi prima a questo: “Che cosa intendi tu, per Padre celeste, e cosa per Padre terrestre? Ci sono differenze?” – « Sì, Il “Padre celeste” è ideale, mentre il “Padre terrestre” è reale. » – Vedi? Ben ragionando, ti ho portato alla stessa mia conclusione. Noi non abbiamo un solo padre, ma due e sono veri entrambi: uno è di natura ideale e celeste, l’altro è di natura reale e terrestre. È così? – « Sì, ma una cosa è immaginaria, l’altra è reale. » – Devi sapere che tutto il nostro mondo, nella sua interezza, è assieme reale e immaginario. Laddove immaginario non significa però opera della fantasia, ma solo cosa da immaginare, perché vera e reale… ma invisibile. Il mondo è reale nella sua determinazione relativa, quella che abbiamo davanti agli occhi e vediamo, mentre può essere solo immaginato per quanto è vero in Assoluto, ma non risulta al momento, perché ci sfugge! – « E come è possibile? » – Lo è sempre: se tu vedi la faccia di una moneta, devi accettare che essa abbia anche la faccia retrostante, anche se non la vedi. Per quanto riguarda la Verità di tutti noi, è la stessa cosa: anche se appariamo figli solo di papà e mamma siamo figli anche del Padre celeste, il Creatore di tutto, noi compresi. Anche se non si vede, perché è collocato in un certo dietro (o Regno del Cielo che sorregge e dà un fondamento così pieno a tutto quanto è qui), il vero Padre nostro è lui, anche di papà e mamma. Dio volle che questa verità fondamentale fosse evidenziata in Gesù: il padre vero non era Giuseppe, padre solo putativo, ma lo Spirito santo della
152 Trascendenza divina, che in lui scavalcava l’origine terrestre e imponeva la paternità vera di fondo, quella originaria, celeste e invisibile. È però da escludere, che questa caratteristica, saliente in Gesù, non sia in fondo anche la nostra, anche se Dio in noi non l’ha sottolineata. – « Perché allora sostieni che a Nicea non si sbagliarono? » – Riconobbero in Gesù le due nature, ma non s’interrogarono nemmeno, su noi. Per loro era ovvio che, figli d’uomini, noi fossimo solo uomini! Il Padre trasfigurò Gesù affinché in lui si notasse la trascendenza e apparvero allora Elia e Mosè, fatto molto trasfigurante. Io dico infatti che Elia, Mosè o Gesù trasfigurano quest’occulto messaggio: Elì Amodèo Gesù. L’idea matura e definitiva del vero Padre Elì sarà offerta solo lì da Amodeo, ma in perfetta aderenza col Padre Nostro dichiarato da Gesù – « Altri segni allusivi a te…, nella Trasfigurazione? Sei empio… ma rifletti: se Dio ha voluto si vedesse la differenza, in Gesù, allora essa c’è! » – Certo! Gesù doveva essere il Campione in cui la Verità s’umanizzasse, come l’essenza pura e senza tarli del legno della Vite… Ma io A-mode-o (Mosè da cima a fondo) dico, ed è creduto empiamente che, pur coi pregi e i difetti, abbiamo l’essenza e la sostanza del Padre Nostro Elì che ci ha creato e ci regge, secondo il dettato suo e del Gesù morto per l’accusa di empietà. È solo Dio il Padre “vero”. Anche se a tutti sembra che un figlio nasca dall’amore terreno, nel concreto egli viene in verità da quello divino! – « Non è vero! La concreta realtà mia nasce dai genitori concreti! » – Ti spiegherò allora la differenza che c’è tra Realtà concreta e Verità. Ma, prima di farlo, è necessario che tu mi dica chi è il Creatore. Mi sai fare, poi, un esempio di un reale Creatore che sia, inoltre, davvero Onnipotente ? – « Il Creatore è chi è capace di produrre dal nulla. È Dio in quanto principio di tutte le cose. Il Creatore Onnipotente non so chi sia. » – Allora ti voglio fare io un esempio (veramente bello e calzante) di un Creatore Onnipotente che è davvero vissuto tra noi. Si tratta di uno scrittore che si è chiamato Collodi per volontà della Provvidenza divina e con tanto di lodi sue per il cognome che Essa gli ha dato. Egli ha scritto un libro intitolato Pinocchio, in cui questo Pinocchio (occhio è un pino!) ha per papà Geppetto, un falegname (il Giuseppetto allusivo al Giuseppe papà di Gesù e falegname). Senza che intervenga una mamma, costruisce un burattino, da un pezzo di legno, e quello diventa vivo!
153 Chi può sindacare al Creatore Collodi (con tanto di lodi divine) che le sue storie siano giuste perché verosimili o sbagliate perché inverosimili? Nel suo libro egli è talmente Onnipotente che può crearvi tutto quello che vuole… Ma una cosa è veramente interessante, e la chiedo a te, Socrate: “Questo Collodi come fa a creare?” – « Ci mette se stesso, il suo tempo, la sua fantasia, il suo lavoro, la sua arte maieutica e partorisce in Pinocchio la sua creatura. » – Possiamo dire che ci mette “tutto… pensieri, parole ed opere”? – « Sì, ci mette giorni ed ore del suo impegno; ci mette la sua vita. » – Bene. E allora dimmi: “Secondo te, il burattino è figlio “vero” del falegname Giuseppe o dell’opera fondamentale del suo Creatore? Di chi possiamo fare a meno, tra Geppetto e Collodi?” – « Possiamo fare a meno di Geppetto. Il falegname non può dargli vita dal legno... Solo l’autore può, perché inventa quel che vuole. » – E allora perché quel Creatore l’ha fatto fare a Geppetto?” – « Per dare al falegname la parvenza del suo padre reale. » – Giusto: Giuseppe è un padre pro-forma… Ma è esattamente come sono i nostri genitori nei confronti di Dio. Elì è il solo vero Padre Nostro di cui non si possa fare a meno. Ma dimmi ancora, Socrate: “Secondo te, Dio, in quanto principio di tutte le cose, non fa forse lo stesso, del Collodi, nel mentre crea non solo noi figli, ma anche tutte le altre cose del nostro mondo?” – « Dio non è certamente un Creatore inferiore a questo Collodi. » – Dici bene. Dunque se i pensieri, le parole e le opere di Pinocchio consistono certamente e tutte nel Collodi che le pensa, le dice e le descrive…, forse i pensieri, le parole e le opere nostre non consistono allo stesso modo, in quelle del nostro Creatore che le pensa, le dice e le crea? Dio – lo hai detto tu – non è certo inferiore al Creatore Collodi. – « L’ho detto e non si può dubitarne! » – E allora bisogna per forza circoscrivere “in modo assoluto” anche la pretesa che tutti noi abbiamo, in toto, della nostra capacità e libertà!
154 Bisogna proprio affermare che tutto ciò che appare dipendere da noi o dalla Natura, è vero solo nel relativo e non in assoluto… Ma non voglio fare salti nella dialettica. Pertanto descrivimi che cosa sia il Relativo e che cosa sia l’Assoluto. – « “Relativo” è per voi quanto ha riferimento, relazione con un’altra cosa. È quanto è senza specificazione (contrapposto ad “assoluto”), limitato, condizionato da fatti particolari o contingenti. L’“Assoluto”, invece, non ammette per voi limitazioni, restrizioni o condizioni relativamente a se stesso, alla propria volontà o alle proprie attribuzioni. » – Secondo te, Socrate, l’uomo è Relativo o Assoluto ? – « Certamente è Relativo! Ha restrizioni e condizioni relativamente a se stesso, alla propria volontà ed alle proprie attribuzioni. Per nascere, devono prima esserci suo padre e sua madre e deve avere un corpo reale ed un aspetto ben predeterminato in tutti i suoi organi. » – Dio, invece, è Assoluto ? – « Sì, non ammette restrizioni o condizioni relativamente a se stesso, alla propria volontà o alle proprie attribuzioni. » – Ed è un Creatore ? – « Sì » – Beh, non ti accorgi allora, caro Socrate, del bisticcio che stai involontariamente facendo tra Assoluto e Creatore? I due significati sembrano infatti in disaccordo tra loro, perché proprio il termine di Creatore indica e definisce Dio in quel modo, e lo fa al punto che Egli, se è un Creatore, non è più Assoluto. Secondo te come si risolve questo bisticcio? – « Io non saprei… ma tu lo risolvi con la Verità Complessa? » – Bravo Socrate! Che l’Assoluto sia anche un Creatore è solo una verità contraddittoria, poggiata su due verità, proprio uguali, ma contrarie. – « Dunque la Verità non sarebbe più UNA ed una sola? » – No, No! È proprio UNA ed una sola… proprio nel mentre sono due e sono uguali e contrarie! Il fatto è che la Verità è trascendente e lo è proprio nel numero UNO.
155 Infatti, UNO, come ci informa la matematica, è l’esatta combinazione, tra loro, di due Verità esattamente uguali ed esattamente opposte ! – « Parliamo allora di matematica… Lo feci anch’io. » – Facciamolo! UNO è il risultato di una potenza matematica il cui esponente è la dimensione ZERO, che significa assenza di ogni dimensione. La potenza di un numero qualsiasi X in base ad un altro che chiamo N è quel numero N elevato ad X. Questa potenza si esprime come N^X. Per farti capire che significato operativo abbiano le potenze: N^2 indica che quel numero N si basa sull’unità di se stesso come N^1 e si moltiplica per N^(2–1). È pertanto N^1×N^1 = N×N. N^1 indica che N si basa sul suo valore N^1 e si moltiplica per N^(1–1). È pertanto (N^1) ×N^0 = (N^1) ×1 = N. N^0 è 1 perché indica che N si basa sempre su se stesso come N^1 ed è moltiplicato per N^(0–1) che è 1/N. È così N×1/N = N/N = 1. Pertanto UNO, lo vedi, dipende sia da DUE N, sia da un particolare modo di essere tra le due N che trascenda dal prodotto diretto per N e imponga quello inverso, il prodotto per 1/N, che è l’inverso di N. – « Che cosa ne può risultare? » – Una Assoluta Verità di rapporti che vale per tutti e anche per Dio, infatti allo stesso modo stanno tra loro il Padre e il Figlio nel Dio UNO. – « Sii più chiaro… » – Dato (Padre×Figlio)/(Padre×Figlio) come un UNO evidente, esso è uguale al prodotto inverso che ti presento come Padre/Figlio × Figlio/Padre. Esso ti rivela come, dato Padre/Figlio come la linea generazionale che dal Padre genera il Figlio, deve valere il prodotto anche per quella inversa data da Figlio/Padre, intromettendosi in Assoluto lo Spirito santo della Assoluta Trascendenza da ogni possibile linea generazionale. In Dio è vero lo Spirito santo della Verità matematica, che di due opposti termini, messi in relazione diretta, ne fa uno solo e ripristina l’unità. – « E come può essere? » – Lo è davvero come il Dio Uno e Trino. Deve essere 3 terzi, due valori, 3/1 e 1/3, opposti tra loro nell’orientamento (tipo Padre/Figlio) che sono Vera e Trascendente Unità solo se 3/1 è anche 1/3. –
156 « Stai cercando di dirmi che quant’è Assoluto deve essere anche Tutto il relativo? Che il Creatore deve essere anche Tutte le Creature? » – Bravissimo, Socrate! È questa proprio la tua Suprema Maieutica! Solo su questa base assolutamente contraddittoria, trascendente, ma VERA, l’Assoluto è davvero senza alcun limite ed è il Dio UNO. Solo in questo medesimo modo la stessa Onnipotenza divina è veramente tale: divina soprannaturale, soltanto allorquando assuma anche tutta l’Impotenza di “tutte le essenze” generate nella sua stessa sostanza. – « Stai dicendo forse che l’uomo (anche se generato proprio nella sua assoluta impotenza), è proprio l’Ente che è davvero all’origine stessa della liberazione della “Onnipotenza” di Dio ? » – Ti abbraccio, Socrate! Ma le cose stanno così sorprendentemente interattive tra loro che per far vivere questa liberazione dell’Onnipotenza di Dio occorre sublimare la vita, ossia non vivere più per se stessi e morire. – « Cosa mi dici mai ? » – Ti rivelo l’assoluto paradosso esistenziale della Creatura Creata impotente che è alla base dell’Onnipotenza Creatrice… Creatrice però, bada bene, solo di un modo, di un orientamento, di un genere di presentazione, e non di una Creazione in assoluto. E ciò in quanto ogni Creatore non crea mai dal nulla, ma solo da se stesso. Infatti è solo dalla sua stessa divisione per se stesso che qualsiasi numero può generare l’UNO, per determinazione unitaria. Bisogna però capire il senso reale della divisione e del prodotto. – « Fallo tu, io non so che dire. » – Sono processi opposti di calcolo. L’unità nasce solo uguagliando tra loro i processi opposti di calcolo, come il prodotto N×N e la divisione N/N. T’assicuro: N×N = N/N vale solo per N=1. Bene, ora, se portiamo il divisore N nel primo membro, sia ha N×N×N = N, Trinità uguale Unità, e vale solo per N=1. Infatti 2×2×2 è 8 e non 2. è 2^3 (potenza della Trinità) – « E allora ? » – E allora il DIO UNO ha la potenza Trinitaria, per qualsiasi numero. 3×3×3 è 27 e non 3. Infatti è 3^3 (potenza della Trinità) 4×4×4 è 64 e non 4. Infatti è 4^3 (potenza della Trinità) N×N×N è solo N^3 (potenza della Trinità, per qualsiasi numero N).
157 Ciò accade in virtù di un Santo Spirito di trascendenza da ogni numero solo quando il numero è proprio UNO! Queste regole sono tanto VERE in ASSOLUTO che valgono… anche per DIO, il quale così assume l’UNO matematico per ordinare il mondo tra i due estremi di un UN INSIEME, tipo N/1 e il suo elemento 1/N . – « E come accade realmente ? » – Accade attuando realmente un calcolo relativo, matematico, secondo cui il ricco (reso tale dal povero) e il povero (reso tale dal ricco), bilanciano i loro opposti valori con la matematica, la geometria e la legge dinamica. Il DIO UNO si pone come il mediatore per eccellenza, tra tutti gli opposti e assolutamente li bilancia. – « Ma come ? » – Accade così: quando c’è un 1/N qualunque, UNO divide 1/N e dà N, perché 1:1/N=1×N=N. L’Assoluto si compromette e dialoga per numeri e dà l’unità di tutto, sempre! Se tu oggi sei 1/N di tutta la vita, ne avrai per N! – « Perché parli di dialogo ? » – Tu, Greco, sai che cosa significa Dialogo. Dià Logos, se conversazione tra Relativo e Assoluto, è come il dialogo tra chi conosca tutte le lingue e chi una. Per intendersi occorrerà usare quella sola. Così il grande deve spogliarsi se vuole un dialogo col piccolo. Al livello sublime, l’Onnipotente deve assumere l’Assoluta Impotenza, ma per divinarla, attraverso la vera sublimazione della Realtà Relativa ed Impotente. Così, il Creatore deve mettersi nei panni di chi Crea, affinché chi è creato sublimi il suo limite e liberi Lui che si è “compromesso” in esso. – « Come può superare il suo stato? Fammi un esempio! » – Collodi scrive Pinocchio e si compromette in quell’opera… per averne una rivalsa, economica, che non lo costringa a scrivere Pinocchio all’infinito. A livello sublime, Dio Creatore si crocifigge nel limite delle Creature affinché il suo Cristo, l’essenziale purezza, prema sull’assoluta impotenza delle Creature, fino ad elevarla a sé per sacra Comunione. Dio si è messo in modo così contraddittorio in forma di un reale bilancio, nelle mani della creatura, che la sua vita dipende… da lei e non da lei… – « Da lei o non da lei? »
158 – Da entrambi. La vita dell’uomo non è libera se non all’interno di un Dettato Assoluto che deve essere eseguito! Per cui che Dio esista, realmente qui, dipende anche da me… che però dipendo intanto tutto e solo da lui – « Dio dipende da te… che dipendi da lui? Affermi concetti che mi sembrano molto in contrasto col sano e netto dualismo uomo - Dio. » – Sì. L’accusa precisa è di Apostasia – « Significa il ripudio totale del proprio credo religioso? » – Sì. Chi è superficiale mi lancia questa grave, gravissima accusa. Per lui tra Creatore e Creatura c’è una bella differenza e un taglio netto! Mi si fa rilevare che sono l’uno l’opposto dell’Altro! – « E non è forse vero? » – Ma certo! Tuttavia, chi lo sostiene difetta proprio nello Spirito santo della Verità Trascendente che, data una Verità, impone anche l’opposta. Infatti, se Creatore e Creatura, oltre che ad essere opposti termini tra loro non fossero anche assolutamente concorrenti in unità, Dio non sarebbe un Ente Assoluto e Perfettissimo, né l’incontro divino tra gli opposti, laddove “divino” significa appunto e soprattutto “trascendente e soprannaturale”, ossia posto al di fuori dell’ordine naturale, nostro, delle cose. Gli uomini vorrebbero un Dio dominato dagli stessi limiti della nostra natura e della nostra ragione e non padrone di quanto li trascenda e superi. La mente limitata dell’uomo è unilaterale e veramente gli mente. Non gli consente di raccapezzarsi più di fronte ad un Gesù che afferma: “Muori a te stesso se vuoi davvero vivere !” – « Si riferiva all’altra vita. Chi muore, nella verità di questo mondo, perde la vita… in questo mondo e non la conquista di certo. » – Vedi? Tu pensi così… ma se fossi un Cristiano, sarebbe proprio allora che saresti proprio tu il vero Apostata, che rinnega la verità di Gesù ! – « E perché? Gesù non accennava a ricompense nell’altro mondo? » – Sì, lo faceva. Se tu però non sai bene in che cosa consista l’altro mondo e quel Regno… io ti dico che è questo e non può esser che questo. Se esso non fosse proprio questo, chi morisse per vivere davvero, e vivesse poi altrove, avrebbe proprio quello per cui è morto ? – « Avrebbe di più! Avrebbe ben oltre! »
159 – No! Avrebbe Altro! Sarebbe stato TRADITO! – « E Perché? » – Se voglio una donna in sposa non puoi darmene un’altra e consolarmi dicendo che è migliore!.. Tradisci le mie attese, perché io amo quella, con tutti i suoi evidenti limiti, anzi proprio essi sono la prova del mio amore… Gesù avrebbe detto, onestamente: “Muori a te stesso ed avrai non questa vita, ma, ti assicuro, una diversa ma che è molto, molto di più e di meglio” e non avrebbe invece detto: “muori, se vuoi veramente questa vita…” – « E allora come è possibile? Se, infatti, io muoio da eroe, la gloria, unica rivalsa, arriva solo quando io non ci sono più a poterne godere! » – Ecco, Socrate, stai sperimentando il limite esatto di chi proprio non riesce a ragionare in un modo complesso, ossia in una maniera che comprenda come una sola, vera e reale le due opposte Verità, di Vita ed Altra Vita. – « Come si fa a ragionare così? » – Come Gesù cercò di far capire a Nicodemo: che sono due i versi della vita, quello dell’acqua, della materia, e quello dello Spirito santo che lo trascende, come sono due quelli percorribili di ogni linea reale. – « Posso tornare indietro nello spazio, ma non nel tempo. » – Solo finché non muori. Se tu avessi conosciuto il Cinema, capiresti. Il Cinematografo ricostruisce la possibilità concreta di vedere gli avvenimenti nel loro apparente divenire. Molti fotogrammi, messi in sequenza, riproducono immagini variate di pochissimo. Quando una scena è sostituita dalla successiva, nella sua veloce visione, sembra che le immagini presenti e ferme sulla pellicola si muovano… cosa che non è vera. Ebbene il film, una volta finito, può essere mostrato al contrario, e allora sembra che tutti gli avvenimenti rientrino sempre nelle cause originarie, e che si torni al passato, muovendosi al contrario anche nel tempo. – « Sì, capisco, ma come costringere l’Universo a retrocedere? » – Morendo hai questo potere. – « Assurdo. Non sono io che muovo l’Universo. »
160 – Sei proprio tu. Il mondo si fa vedere dal punto in cui sei tu e come vuoi tu. Se analizzi un insieme e lo scomponi dalla A alla Z, vedendo queste sezioni nella sequenza A-Z, metti in movimento l’Universo! – « Impossibile! È l’Universo a coinvolgere me! » – Tu non conosci la fotografia. Peccato! Ma se ne fai una che è una immagine che dura un niente di tempo, tu fermi l’immagine di tutto. – « Certo. È il tempo che fa avanzare tutto. » – Socrate, è la tua vita che avanza nel tempo! Se sei fermo e tutto è fermo, puoi mettere facilmente in moto tutto lo scenario. Basta solo che sali su una carrozza e corri; allora vedi che tutto si muove attorno a te, mentre ti muovi. Come è per lo spazio, così è per il tempo. Ma, vivendo, siamo su una carrozza che si ferma solo con la morte. È allora che noi scendiamo… mentre tutti seguitano a far avanzare il mondo. Allora noi, finalmente fermi, lo vediamo sopravanzarci e come se retrocedessimo. « E che cosa ne consegue? » – Una cosa chiara: che tutto il mondo, nel suo complesso, può apparire muoversi non solo in avanti, ma anche nel verso opposto, ossia all’indietro. Così, caro Socrate, se vuoi che i tuoi ragionamenti siano liberi e veri devi considerare la Verità in tutto il suo complesso, con bilanci in entrata e uscita. Devi considerare tutte e due le forme del possibile divenire apparente, perché la dinamica fisica accade per la validità di un Principio Generale che afferma come, dato un verso in azione, sia possibile solo osservare il verso della reazione, uguale e contraria all’azione. – « Non capisco bene. Fammi un esempio. » – Grazie ad una cosa tu vedi l’altra, la verità opposta. Se vai verso il muro, vedi il muro avvicinarsi a te. Dunque esistono due dinamiche, nel mondo, quando ne appare solo una. Una la conosci bene, perché ti mostra come accadono le cose: esse sono sempre fatte, dalle persone, dal caso, dalla natura… Quella al contrario si mostrerebbe allora come l’esatto disfarsi di tutto quello che adesso è visibile solo nel suo farsi… Ebbene noi assistiamo al farsi, perché è vero il disfarsi! Tutto sta realmente tornando ad esistere “solo in potenza”, e noi vediamo al contrario: che tutto è “messo in atto”… ma non è vero! « Noi saremmo così? Immagineremmo fatti inesistenti? »
161 – Noi siamo in un mondo che è opera evidente dell’immaginazione. Come è questa realtà se non quella dell’apparenza ? Luci, colori, suoni, odori, sapori e percezioni tattili sono il frutto dei nostri 5 sensi. Il cervello riceve segnali elettrici differenti tra loro e li rappresenta inventandosi forme e qualità che non esistono per nulla, così come le vediamo. Come puoi negare, allora, che noi si sia tutti davvero all’interno solo di una rappresentazione ideale del mondo, data dalla nostra mente ? – « Cosa sono questi segnali “elettrici”? Non dimenticarti che io, Socrate, non so ancora nulla di “elettricità”… Che cosa è? » – Te lo dico brevemente: è una scoperta di questi tempi nostri moderni. Se tu fai girare una calamita (la conosci, vero la calamita?) vicino ad un anello di filo, un anello perfettamente chiuso, l’energia della calamita si mette a correre nel filo nel verso opposto, e come un flusso di energia che abbiamo chiamato “elettricità” perché è fatta di “elettroni” cioè particelle piccolissime di energie, come sostenevano gli atomisti greci, i filosofi, già ai tuoi tempi. Visto allora che, se giri la calamita nel verso orario, l’elettricità corre nel filo nel verso antiorario, abbiamo diviso il fenomeno in due versi: quello seguito dal magnetismo e quello seguito dall’elettricità, che allora è l’energia opposta al magnetismo, visto che essa corre nel verso opposto… – « E che c’entra tutto ciò con la nostra percezione umana delle luci, dei colori, eccetera? Perché hai detto che si riducono a segnali elettrici? » – Perché ne abbiamo fatto la reale esperienza. Dagli occhi i dati passano al cervello nella forma di segnali elettrici. Ma anche dalle orecchie, anche dalle mani, dalla bocca. Tutte le nostre sensazioni sono distinti segnali elettrici che il cervello idealizza dandogli la forma della luce, dei colori, del gusto, del tatto… qualità create da noi, interamente, dall’attività elettrica che esprime la stessa vita del nostro cervello, perché quando uno muore ci si accorge dall’improvviso sparire di ogni attività elettrica interna al cervello. – « Ma sono segnali elettrici di relazioni che, allora, ben esistono in se stesse, anche se non hanno quell’immagine che gli diamo noi! » – Credi? E come fai ad esserne certo? – « Perché una cosa è la realtà ed un’altra è l’immaginazione. » – Ne sei sicuro? –
162 « Ma certo! Si vede bene! » – Socrate, tu credi ancora in quello che vedi? – « E cos’altro potrei fare? » – Credere, ad esempio, che sia vero anche il contrario di quanto vedi. – « Ma dai! » – Tu vedi il Sole girare attorno alla Terra? Lo, vedi. Ma lo credi vero ? – « Come dubitarne? » – Oh, ti assicuro, ne devi dubitare! Quasi 2.000 anni dopo di te si scoprirà che si vede girare il Sole perché la Terra ruota attorno al suo asse e attorno al Sole, che è solo il centro improprio della rotazione terrestre. Altri secoli ancora più tardi, un certo Einstein scoprirà una legge dalla quale risulta che tutto è relativo, appartenendo ad una Relatività che è proprio Generale. – « E allora? » – La conseguenza pratica è che se io seguo il verso –1 di una linea, io vedrò il mondo scorrere, tutto quanto, nel suo verso opposto +1! Noi dovremmo abituarci a rovesciare sempre tutte le apparenze dinamiche, perché non siamo mai in grado di vedere il verso della nostra azione, anche mentale, anche intellettuale… ma solo quello uguale e contrario della reazione! Così, quando tu vai verso la sorgente della luce sulla Terra, quando ti muovi verso il luogo dell’Alba, per risultato, non hai tanto la conquista della luce quanto l’accelerazione del tramonto. – « Sì? » – Sì, volendo accelerare la vista della luce, tu acceleri ed hai solo l’ombra, per inverso risultato. – « Davvero? » – Sì, e se vuoi accelerare la vita… hai la morte! – « Come? Come? » – Strano, imprevedibile… ma è così! Ti sembra allora “irreale”, e una cosa dell’altro mondo e non proprio di questo, se… per avere la tua vita, proprio la tua tu debba muoverti proprio verso la tua morte? –
163 « Muoverti come? » – Morendo davvero! – « Ma se muori davvero… è vero che sei morto! » – No, amico Socrate! Dove la verità è relativa, essa, da sola, è sempre bugiarda. La mente ti mente e devi tenerne conto, trascendendo la sua verità! Essa ti mente davvero. Tu agisci ed ottieni di vedere l’opposto di quanto vuoi, perché non vedi mai l’azione tua se non dal risultato concreto che ne hai, ed esso è sempre proprio uguale e contrario all’azione che hai fatto. Ed è così in tutto! Se vuoi amore, fuggilo! Se vuoi vita, muori! – « Sarebbe vero anche quando l’azione riguarda il morire ? » – Soprattutto allora. Questo mondo, per le Creature, è veramente una condizione del cavolo…, è una Terra di Egitto, perché è il luogo ideale del Popolo di Dio che vi esiste interamente da schiavo. Solo la morte, Esodo da questa vita, la libera dall’assoluta sua servitù. – « Mi sembra una “vera” follia! » – No. È la “Verità” complessa e trascendente di Dio. L’Onnipotente si è calato nei panni impotenti dell’uomo, dandogli questa vita come una prigione da cui liberarlo, dopo di avergli consentito una apparente libertà, datagli però solo per dettato, una libertà come quella di un bimbo che sembra libero, ma è sempre ben vigilato e protetto dai genitori. Poiché la vita attuale è questo: un controllo paterno assoluto, la liberazione dal controllo è data solo dalla morte di questo condizionamento. Allora il Padre ti propone il suo Disegno come un Film che torni all’indietro e con tutti gli eventi che si disfino…, e così te lo fa desiderare nel suo farsi, disegnato tutto in avanti. La verità che ci toglierà dall’inganno sarà quando morremo e vedremo come tutto veramente si disfi e che abbiamo solo desiderato di non perdere nulla, scambiando un dettato assoluto per libertà. – « Faccio fatica a seguirti se mi parli di un film che torna all’indietro e di cui io non ho proprio esperienza… » – Pensa allora ad un libro che hai davanti, diviso in pagine per la limitata capienza d’ogni pagina, che non può contenere tutte le frasi del libro intero. Ebbene la pagina 1… ecco, viene girata, sparisce e solo allora vedi la pagina 2, che era dietro la prima e non davanti… – « No, più avanti. La pagina 2 è più in avanti della pagina 1 … »
164 – È solo relativo, che sia più avanti o più dietro! Tra tutte le pagine del libro, infatti, la prima è sempre quella che tu hai davanti alle altre e davanti a te ed essa, tra tutti i tempi, già esistenti tutti in tutto il libro, riporta l’ultimo, il più remoto come quello presente, in quanto il tempo più attuale e recente del libro è quello collocato nell’ultima pagina. Gesù spiegò questo procedere come i primi che sono anche gli ultimi – « E con ciò? » – Succede che se ti volto quella pagina n. 1, del libro che hai davanti, ti dispiace e proprio non l’accetti! È il rifiuto ad accettare che quella mela del Paradiso Terrestre, sia sottratta a te, che sei Adamo e vuoi tutto. Allora mangi quella mela e fai tutto tuo il contenuto della pagina sottratta, con tutto quanto vi è descritto, in bene e in male, sia che l’abbia voluto tu, sia che ti sembri opera solo della natura, del caso o degli altri… T’accontenti, ti basta, anche se il mondo che vedi non corrisponde in pieno al tuo personale ideale… che intanto liberamente arrivi a conoscere e a costruire, col tuo vero libero arbitrio di fare solo te e il tuo abito mentale. Assisti al miracolo d’una partoriente che fa la vita e non sa come e seguiti a negare una Regia Superiore e a credere che tu faccia tutto da te! – « Io vorrei dunque non tanto quello che veramente voglio, ma solo quanto non voglio che mi sia portato via dal crudele destino? » – Proprio così! Tu non stai scrivendo quel libro ma lo stai solo leggendo e non puoi far nulla per modificarlo… però stranamente sembra che tu ci riesca, opponendoti ad un No! Infatti ogni no ad un no è senza dubbio un Sì! Avendo letto, una ad una, tutte le pagine del libro della tua vita, tutte immodificabili come la prima – perché si tratta di un promo, un puro atto promozionale – tu ti sarai sempre opposto ad ogni mela sottratta alla tua ingordigia… e avrai adottato quel libro come la tua vita fai-da-te, nella scelta tra il Bene e il Male a cui sembra essersi aperta la tua possibilità fattiva da quando hai deciso di mangiare ogni frutto proibito del Paradiso Terrestre. Adamo ed Eva sono così cacciati da quel Paradiso (molto simile all’infanzia) nel momento in cui, invece di riconoscere ed affidarsi solo al buon senso dello Scrittore del libro della vita posto come un buon Padre che pensa a tutto e pone da condividere solo un promo prefabbricato, preferiscono il loro buon senso, davvero insensato, perché vedono nascere da sé figli… che spesso non vogliono fare e non sanno nemmeno come li fanno, essendo tutto stranamente automatico! – « Insomma io non sarei libero… di far la mia vita? »
165 – Ma Pinocchio, lo è? Lo sono il Gatto e la Volpe, Geppetto, la Fatina, Mangiafuoco? Può Lucignolo non divenire un somaro? Tu stai semplicemente osservando questi descritti eventi, e li vedi svanire, dissolversi! Oh, non lo vuoi! Li vedi come la tua vita reale che ti passa davanti, incessantemente, e svanisce! Così ti rassegni e accetti d’essere imprigionato in quel libro e lo resterai finché esso non finirà, cosa che ora a torto credi coincida col tuo esser morto. Solo questa apparente morte, invece, ti salva da quel libo che hai creduto di scrivere! Pertanto se vuoi vivere davvero libero, che il libro finisca! Il libro non è libero, manca, alla parola, quella è nel suo bel mezzo, quella di chi è è è, Gesù! Gesù detto anche la parola e il verbo. – « Poi fai giochini di parole e ti diverti a ingarbugliar le idee… » – No, non ti confondo. Tu credi compromesso il tuo Libero Arbitrio se non puoi cambiare gli eventi… eppure sei ben libero, anche quando leggi un libro immodificabile! Hai il Libero Arbitrio, grande, grandissimo, di costruire addirittura il tuo stesso essere! Ti sto facendo capire, inoltre, come non esista mai e veramente una azione che diventi la reazione, perché azione e reazione sono sempre due distinte realtà, che si mettono nella forma del divenire tra loro solo se tu ne fai una analisi unitaria, scena dopo scena. Noi, per capire, scindiamo, dividiamo ogni cosa nel complesso dei suoi singoli elementi, che consideriamo in sequenza ed uno alla volta, ed è proprio tutto questo processo mentale che poi attiva l’apparenza della necessaria movimentazione delle singole parti. Siamo noi stessi, nel nostro IO che esiste, trascendente a noi stessi, lo Spirito santo, gli autori di questo cinematografo che mettiamo su per capire le cose nella forma delle energie e delle masse cinematiche, provviste di movimenti… che non hanno per nulla ma che sono poi visti realmente. – « Anche io dico che per capire bisogna chiedersi “che cos’è questo?” È vero: è l’analisi che ci fa capire nei dettagli. Se, fatta l’analisi, non tiriamo però mai le somme, abbiamo aumentato solo la confusione. » – Hai ragione. Quando la Verità esiste nella trascendenza del suo insieme, se non tiri mai le conclusioni, ossia se non riconduci mai il tutto all’unità, non hai apportato nessuna vera conoscenza, ma ti sei solo confuso. Facendo la frammentazione nell’analisi, hai visto tutto muoversi e divenire laddove nulla mai in verità diviene, perché mai una pagina del libro
166 si libera di sé e diventa l’altra… come mai una situazione della realtà è diventata veramente l’altra se è descritta differente nella pagina dopo. Ogni pagina ed ogni indicazione che vi è contenuta e descritta non può mai essere altro che quello che esattamente è: quel frammento, quel tempo. Noi non riusciamo mai ad uscire da questa perdurante situazione in cui seguitiamo ad analizzare l’evoluzione apparente delle varie pagine di quel libro e crediamo che quell’unica pagina che abbiamo davanti si trasformi liberamente ma questo avverbio parla da solo ed è una libera menzogna. – « Solo il libro finito, allora ci libera… dal libro? » – Solo la fine, la morte del processo analitico, ci libera e possiamo iniziare l’analisi inversa, il Purgatorio. Chi vuol vivere libero deve voler morire… Ma nessuno abbia paura, perché, che lo voglia o no, quel libro non dipende minimamente da lui e dalla sua volontà, per come esso evolve. – « Eppure la morte ci uccide. Come “ci libera davvero”? » – È il nostro stesso IO, nella divina Trascendenza del suo Spirito santo, che ce la manda. Ma non è la morte. È solo l’inizio dell’antitesi. Tu hai voluto l’ordine A, B, C… e poi vuoi quello inverso. È il tuo IO, nel suo Trascendente complesso del conscio e dell’inconscio, chi te lo mostra con un esame incrociato tesi/antitesi, di cui la croce è la soluzione tecnica! All’asse d’una vita vista per analisi in caduta verticale, sulla croce si contrappone quello orizzontale dell’abbraccio del Dio inchiodato su di esso. – « La croce allude anche in se stessa alla salvezza? » – Sì. Il controllo incrociato è immediato, trasversale, non implica più il tempo del flusso. Liberati dalla sequenza con la morte, l’intero libro presenta tutte le pagine affiancate, a fare l’asse ai cui estremi ci son le mani inchiodate di Gesù. Non dobbiamo aspettare di tornare bambini, perché il tempo è divenuto l’asse trasversale della croce e, tra le due braccia, c’è il cuore di Cristo. Ora sta’ attento, o Socrate, seguimi molto bene, perché quanto sto per dirti è difficile da capire e accettare: Cristo, la Parola, parla da sé, con la sua parola: C.Ris(or)to, CR isto; C.R.I. sto, allude al Cristo risorto, a isto (questi) che è C.R. (un Cristus Romanus); e al suo “sto” come Cristus Romanus Iesus. Gesù fu l’Isacco che doveva essere immolato da Giacobbe, ma al posto suo Dio immolò un ariete (A.R. Iesus, te) impigliato in un cespuglio (che infine rivela, in “glio”, l’io di G., Gesù e Geova, e con C. e S.P.U. rivela Cristo e Santo Padre uniti, per un puro principio di chi è pigliato così, impigliato).
167 La CROCE rivela in fondo un E’, che è CROC nel suo principio e ha un RO nel cuore di CC, 2 poveri Cristi, il 1° Ebreo, il 2° Romano. Tra il chiodo nella mano destra e l’altro, nella mano sinistra, c’è il cuore di Gesù…, ma io “chi odo”, in questa mano e questo cuore? Odo la mano e il cuore di ROmano, il cittadino Romano più glorioso del suo Impero, segno stesso del perdono dato al Romano uccisore apparente…, o non ho orecchi per intendere tutto ciò? Bada bene: Roma è il contrario di Amor, che è poi l’Amore, l’Amo RE, posto a RE, o RA, o RO o RI(sorto) o RU (in GeRUsalemme)… – « Perché, di punto in bianco, cominci a non ragionare più? » – Te l’ho detto: questo discorso è difficile e occorre capacità di udire se ora mostro solo, come puri segni, ragioni superiori, che trascendono le nostre, che sembrano eccelse ma non sanno spiegarsi come fa un coito a mettere al mondo una vita anche se non la si vuole… … e allora si ricorre ad ogni sorta di HATU! Con ciò credi forse che HAI TU la libertà di non generare, se Dio non vuole così? Non essere illuso! Occorre cambiare il punto di vista umano in cui le cose accadono secondo una scienza oggettiva! Dio si comporta da soggetto e autore ricco della nostra stessa fantasia, per dialogare con noi! Così, se non riesci a leggere il libro, perché le pagine sono una dietro l’altra, devi presentarle affiancate e superi il limite del tempo, e vedi tutto assieme, trascendendo lo stesso leggere. Mentre la Mente mente, le divine Ragioni indicano Ra, Gioshua, N.I. (il Nazarenus Iesus)! Sant’Ambrogio li presenta santi entrAmbi, RO e GIO. Con la relatività tra Sole e Terra Galileo Galilei ribadì il Galileo Gesù che svelò a Nicodemo lo stesso (due versi interattivi), ed ebbe due volte il nome Galileo… Il Re Ciro che liberò il popolo di Dio dalla schiavitù a Babilonia, è C.I.RO non a caso, come RO ma non lo è. Tutto ciò non succede a caso, ma per lo Spirito santo che trascende la Torre di Babele linguistica e parla per pure reali allusioni, facendolo per comunicare con un soggetto vivo che ha anche questi mezzi trascendenti, allegorici. – « Che senso ha il divino abbraccio sulla Croce? » – Allude al Purgatorio. Vedere assieme, nella trasversalità del flusso, quello che si credeva divenisse, fa capire il vero. E questo Vero è che tutto è immutabile, eterno, e solo noi, con la nostra analisi, determiniamo le pagine del libro e la vista reale dei moti in esse descritti. Le pagine sono tante solo per la poca capienza di ciascuna: solo 16 possibilità, in un quadrato 4 per 4, come le 4 D. della realtà. –
168 « Così è davvero o stai solo facendo un esempio? » – No, non è un esempio, è proprio vero così: noi vediamo solo 16 dati su ogni pagina perché usiamo il significato dimensionale dei numeri per dare dimensione alla nostra realtà concreta. È solo il numero a poter configurare un solo UNO diviso e non diviso in un infinito di uno con la teoria degli Insiemi. Poi, naturalmente, abbiamo la memoria e, a mano a mano che i dati aumentano, è solo per modo di dire: 10/10 son poi 100/100 e 1000/1000… Nell’Universo appare allora la sua dilatazione spaziale e la riduzione sempre più grande nel tempo. Così l’impulso, sempre più efficace, seguita a creare materia nuova nello spazio intergalattico, come una pila che, se dà energia per un attimo sempre più breve, dà sempre più luce nel suo flash… – « Tutto questo sarebbe comandato dal mio IO? » – Sì e puoi davvero considerarlo il tuo DIO! È quella parte del tuo io che è in Cielo (ossia dall’altra parte del tuo stesso metodo personale) e lo dirige in modo unitario. È il lato Onnipotente del tuo stesso IO, quello sintetico, quello che non è compromesso nella visione relativa e singola del mondo, e che assolutamente trascende da tutto quello che sta facendo vedere ad ogni io… – « Con che vantaggio finale? » – Il possesso di tutta l’opera descritta, di cui ora stai fruendo solo nell’illusione di una sola parte data a te, personale e per sempre solo tua. – « Nell’illusione? Avrò forse altro? Oltre le apparenze? » – Avrai, come un cuor solo ed un’anima sola, oltre la tua, tutte quante le vite, a partire dagli interessi che tu hai voluto liberamente assumere. – « Non avrò dunque solo me stesso? » – Avrai la Comunione grandiosa di tutta la Biblioteca che contiene tutti i Libri della vita… come il tuo. Non sei stato voluto per avere solo te stesso. Ma non devi rubarlo, questo tuo io. Se ti appropri di te e non t’affezioni al bene del prossimo, non ne gioirai mai liberamente: riguarderà sempre altri e mai te stesso. Se non sublimi il bene, nella tua vita attuale, messo in futuro di fronte al successo che è stato descritto negli altri libri delle altre vite, tu non sarai mai a pieno soddisfatto, perché penserai che quei contenuti non sono stati offerti a te nell’unico tuo libro. Esso era solo il primo libro, di una lunga serie infinita, e ti è stato dato solo momentaneamente, da leggere nell’attimo fuggente…
169 Dopo il primo obbligato, ciascuno avrà ogni libro che vorrà e potrà essere chi vorrà, scegliendo quanto oggi non si è potuto scegliere, avendo ciascuno avuto assegnata la sua parte con un gesto d’assoluta imposizione. – « E come si va a finire realmente a questo risultato? » – È funzionale l’abbraccio di Cristo sulla Croce. Raggruppa tutti i tempi. Dall’altro lato, rispetto al creduto futuro, la nostra nascita ci porta più indietro, a poter essere realmente laddove prima si fu solo in potenza di essere, ossia prima nei 2 genitori. L’arretramento ai 4 nonni, agli 8 bisnonni e, i successivi raddoppi ci collegano realmente infine a tutte le storie di vita che esistono nel mondo. È allora che la vita, nel suo complesso, ci appare finalmente per quello che è: un immenso sistema probabilistico, in forma di un Supremo IO, che contiene in se stesso tutte quante le possibilità uguali e distinte. – « Questo Sistema Assoluto contenente Tutto il Relativo sarebbe poi quello che noi idealizziamo come Dio? » – Sì. Dio è infatti la tua idea trascendente, dell’IO Supremo. Tu, tu sei essenza di Dio, e non solo te stesso! Ma lo sei nel relativo e per come l’Assoluto si è messo nella definizione reale del tuo attuale limite, per potere dialogare con te, attraverso un puro dettato. – « Anche io lo dissi che Dio, inteso come intelligenza finalizzatrice, è una sorta di elevazione a entità assoluta della psychè umana…, e fui per questo condannato per empietà. Non è Empio chi l’afferma? » – Gesù fu forse Empio? Anche lui ne fu accusato! Forse Pinocchio, Geppetto, Mangiafuoco & C. non sono singoli pezzi di vita del Collodi, spesa a configurarli, determinarli ed animarli? – « Io ho creduto nei buoni Dèmoni! E mi hanno accusato perché li ho definiti “figli di Dio”. » – Anche Gesù diceva che un Regno non può essere diviso, altrimenti andrebbe a pezzi… Diviso no, ma condiviso sì… tra opposti che agiscono all’opposto. Quando l’ideale si fa persona, l’ideale negativo, divenuto un Dèmone negativo, quando vuole il male diventa un No che dice di No, e il no del no è un sorprendente Sì che proprio non ti saresti aspettato mai! – « Ma come può accadere? » – In un modo reale e semplicissimo: io ti mostro il contrario del vero, al punto che se vedi in apparenza arrivare il futuro… quello è il vero passato. –
170 « E come nasce in concreto il tempo infinito? » – Nasce perché l’Assoluto ci sottopone un calcolo fatto di divisioni senza possibilità alcuna di una fine, un calcolo periodico... – « Esempio? » – 10:9 = 1,1111111…. È l’operazione esatta, il calcolo concreto che facciamo, per andare a determinare sempre più nel minuto la realtà unitaria, sempre più nella dimensione decima della precedente. – « Usi la matematica? Io usai il Teorema di Pitagora, per spiegare! » – Si deve fare! Ciò che esiste, al di sotto delle qualità (che sono pure invenzioni della mente) sono le quantità. Il numero è la sola possibile intesa tra Massimo e minimo. Ma anche queste quantità derivano dalle idee, che usano numeri, tavole pitagoriche e concetti per dar dimensioni alla realtà. – « L’intuisco, anche se non so come. » – Oh, è semplice. Tutto sta sempre in 10 dimensioni, in 10 D. come fossero D.IO, DIO. Ebbene questo 10, considerabile davvero alla stregua del Dio del nostro Universo, è l’IO ed è simultaneamente visto in tutte le possibili combinazioni: 1/9 è inteso massa, e 0,111… è l’infinito suo tempo unitario. 2/8 sta per tempo, e ¼ è come il tempo base della musica. 3/7 sta per il volume, e il 3 è dato dai 7 moti suoi nel 10; 4/6 indica la realtà spazio-temporale, le 4 D. in base ai 6 versi di xyz; 5/5 ci fa concepire l’elettromagnetismo, su base paritaria; 6/4 ci fa concepire lo spazio complesso dei 6 versi della realtà a 4 D.; 7/3 ci dona i concetti della libertà del volume, 7 moti del 3 nel 10; 8/2 ci dà l’idea della realtà complessa, 4/1 come reale, 4/1 immaginaria; 9/1 è quanto poi percepiamo come il quadrato della velocità della luce; 10/0 è la quantità assoluta del ciclo ideale, in cui ogni “IO” si immedesima. Il soggetto “io” s’immedesima in 10 dati come il suo 1. – « Mamma mia! » – Dici bene. Tu Socrate non lo conosci ma questa è roba che dovrebbe far dare a Romano Amodeo un Premio Nobel in Fisica! Mai nessuno è stato capace di stabilire che cosa ci sia in comune tra massa, tempo, spazio, volume, energia, elettromagnetismo, molecola, intensità della luce… –
171 « E come hai fatto, tu, a scoprirlo? » – Io non ho scoperto un bel niente ! Io so di non potere nulla! Io sono un Romano Amodeo che pensa e vive solo nel dettato di Dio. Io sono in un disegno e Dio si è veramente calato in me al punto da avermi rivelato le cose mai capite prima da nessuno, tranne che da Gesù. Empio io allo stesso modo “non empio” suo… stai vedendo in che modo semplice e lineare io ti abbia rivelato il Giudizio Universale sull’Io e sul mondo e su come noi tutti in sostanza si abbia già vinto la morte, essendo già resuscitati da essa… tutti come il primo: come Gesù, l’esempio vivente valido per tutti… mentre io sono l’esempio generale di questa Sua validità. – « E quando l’avresti spiegato? » – Quando ti ho spiegato che se andiamo verso il tramonto della vita è perché stiamo perennemente andando verso il suo assoluto principio, partiti in tutto questo proprio da quella morte verso cui invece crediamo di andare. Io sono l’esempio ora, definitivo, di Gesù come il generale esempio. Sono nello Spirito santo dello stesso Cristo, in quanto non sto facendo altro che svelarti la Verità che già Gesù tentò di spiegare una sera a Nicodemo. Gli disse che “se non si scende dall’Alto” non si entra nella Vita Eterna, ed intendeva dire “se non si viene dal futuro”. Nicodemo capì che parlava del futuro, infatti gli chiese: “Come può un vecchio rinascere? ” – « Che voleva dire? » – Che se l’uomo non vede anche il vero verso della vita (la verità disfattiva alla quale ci opponiamo), ma solo la dinamica naturale vista nell’acqua, avremo sempre una visione unilaterale e sbagliata della Realtà diveniente dell’Universo. Il Regno di Dio fa uscire da ogni condizionamento relativo, ma non elimina la relatività sostenuta da Dio, tanto che l’uomo finalmente può fare davvero il Dio del caso e gioire di tutta la gioia che esiste tra i tanti personaggi viventi realmente appartenenti alla natura Creata. « Tratti Dio come se non esistesse e fossi tu a determinarlo! » – Se ti sembra questo ti sto dando una idea sbagliata. Vedi, come ti ho già spiegato, Dio è innato in noi, come la nostra essenza reale e vera… come il legno è l’essenza reale e vera degli alberi. Non puoi astrarre il concetto “legno” dagli alberi e credere che il legno, anche se è una pura idea, esista oltre gli alberi… che non sarebbero a quel punto fatti in sé di legno!
172 Allo stesso modo Dio non è astratto rispetto a noi! Dio è proprio Noi, nel limite numerico assunto da quest’essenza trascendente la sua immanenza, determinata in noi nel campo reale e relativo all’unità espressa in piccolo. Dio, il nostro Dio, è il Sistema Assoluto di tutte quante le nostre reali possibilità e anche di tutte quelle irreali e assolutamente fantastiche. È come un contenuto che è unitario, ma che, nello stesso tempo, è anche diviso nei suoi singoli elementi concreti… come il legno è diviso in tutti i suoi alberi possibili, reali e immaginari. – « Mi stai dicendo che Dio è una sorta di elevazione a entità assoluta della tua psychè? Credi quello che io credo? » – Sì, anche la mia supposta Empietà ti indica che Dio è la Potenza di una Potenza, e che sta veramente a noi di fare esistere, realmente per calcolo e non solo idealmente, nel nostro mondo relativo, condizionato dai limiti! – « Saremmo assolutamente servi e poi capaci di dar corpo a Dio? Ti contraddici da solo! Io credo solo che l’uomo elevi a Dio la sua Psiche » – La ragione vera, e già l’ho detto, è l’incontro e il rispetto assoluto tra tutti gli opposti, come la Pietà Divina e l’Empietà. Così accade che proprio io, che non posso fare che quello che Dio mi ha assegnato, posso addirittura permettergli di esistere in prima persona. Solo che io, rivolgendomi a me stesso, mi smaschero in questo modo: “Non sono io, a farlo, ma Chi m’ha mandato e di cui sto scrivendo ora solo per un dettato, che non posso fare altro che osservare e seguire… I Suoi 10 Comandamenti non sono Aspirazioni sue lasciate al nostro rispetto o No. Anche quando sembriamo contravventori dei suoi ordini, li stiamo eseguendo, senza alcuna possibilità di disattenderli”. Ma anche tu, Socrate, hai sostenuto che gli ordini vanno assolutamente eseguiti… e, per non violarli, hai preferito morire. – « Sì, ma avrei potuto violarli! O no? » – Potrebbe, l’Altissimo, fare da sé qualcosa se non calato nell’apparente volontà umana? Potrebbe mai parlare realmente con voce umana se un uomo reale non gli desse mai realmente la sua voce? Ma potrebbe dargliela, un uomo, se non fosse l’Onnipotente a determinare tutto ciò in lui? Oh, certo, un miracolo potrebbe far esistere la voce divina, nella realtà, senza che esista un uomo reale che la esprima… Ma Dio non ha fatto questo mondo nel rispetto di una logica fattiva, per disattenderla sempre coi miracoli. Il Padre vuole parlare con la bocca reale dei suoi figli e li crea, quando lo fa,
173 ben disposti a dargli lo loro voce e la loro persona, affinché il Creatore viva in loro come se ciò accadesse solo in virtù della libera scelta delle creature… Allora accade davvero il miracolo che il Figlio ha la facoltà apparente di generare in sé stesso il Padre…, ma si verifica solo quando è il suo stesso Genitore che glielo concede nello stesso tempo. – « Così un Faraone che si crede Dio… lo sarebbe? Quando a Samo l’Oracolo mi ha definito il più sapiente del mondo, ho fatto ricerche. » – E hai risolto di esserlo per la tua reale modestia, di sapere di non sapere… Tu, caro Socrate, comprendi proprio nel modo trascendente di Dio! Possiamo forse negare che le imprese malefiche dell’assassino, in un libro, siano solo opera dello scrittore? Chiunque creda d’esser suo Padre non è empio ma giusto, perché è solo egli che lo sostiene, come fa un burattinaio. – « Se il malvagio si identifica nel Creatore, Dio – io spero – non si riconoscerà in quel Dèmone! » – E come potrebbe? Lo scrittore di libri gialli si identifica, se mai, nel poliziotto, nella povera vittima… insomma nei personaggi positivi. Gli altri sono… il Diavolo, un Di(o del c)avolo che diventa Diavolo proprio se metti tra parentesi e taci “o del c.”… si “o del cazzo”, proprio quell’organo da cui si crede che venga la vita, anziché da Dio, prendendo per buono ciò che risulta nella logica fattiva del divenire abbandonato a se stesso e non provvidenzialmente costruito per distinte pagine e mediante una sequenza di parole. – « Perché ne usi ora di così volgari? » – Perché Omnia munda mundis! Lo dicevano fin dai tuoi tempi... Non bisogna mai dimenticare che questa realtà è tutta virtuale, è tutta un miracolo creato solo dalla divina Provvidenza e non dal sesso! Essa è reale/immaginaria e non esiste nemmeno, di per sé, e tuttavia sembra esistere per conto suo. Si disfa veramente, continuamente davanti ai nostri occhi e tuttavia la vediamo invece proprio nel suo inverso e falso determinarsi… Però, caro Socrate, fissate tutte le regole, il Creatore vuole abitare il mondo stando nelle sue creature, essendo quelle giuste. Non vuole però intrufolarsi nell’intimo umano come un guardone, ma come chi gli dica: “Ti permetto di essere me, così come sei davvero, e di identificarti in me… certo, se prima io sono di tuo gusto e se ti vado bene”. Potrebbe mai accadere, allora, che Dio s’immedesimasse in me, se io stesso non m’immedesimassi ed identificassi in Lui? –
174 « Mi stai dicendo che io, per far esistere Dio in me, concretamente e in tutto, devo allora credere d’essere essenzialmente lui? » – Ma è la verità! Tu sei già lui! Egli ti ha donato se stesso come te… Ma tu non voler rubare per te solo quello che ti è stato dato da condividere! E non illuderti di poter essere ora come tu vorresti! Devi ammettere che Dio l’ha fatto non solo per te ma anche per lui… perché siete una cosa sola. Tu e il tuo Creatore siete una cosa sola ed è esattamente quello che disse Gesù, riferendosi a sé, e che poi comunicò a tutti, dando se stesso in Comunione. – « Io dovrei dire e credere valido per me quello che Gesù affermò valere… per lui? Ma siamo diversi! Come può valere la stessa cosa? » – Sì. Gesù è l’esempio ideale che Dio ci ha dato, è quel Figlio nel quale Egli si è voluto compiacere. Eppure io so che s’è compiaciuto anche in te! Ammessa, comunque una differenza, credimi: se arrivi a credere valido per te quello che Gesù rivelò valido per sé Figlio, in relazione al Padre Suo, sparisce la differenza! Tu e lui siete una cosa sola e Dio abita realmente in te e si riconosce anche in te come nel suo Figlio prediletto e come in Se Stesso. – « A me, anche a me che giudico l’arte maieutica il comportamento ideale dell’uomo, ciò sembra troppo! Rischia di essere solo una grande e personale montatura della mia psiche… » – Oh No! La montatura è l’uomo che strumentalizza l’idea di Dio, nella pretesa di accrescere se stesso! L’uomo ruba a Dio l’identità avuta in dono (e da condividere con l’Identità stessa di Dio) non quando crede di essere chi lo vivifica, ma quando è convinto di essere solo se stesso! Quando intende così lo fa non con la riconosciuta modestia del suo povero stato, ma nel massimo disprezzo di tutto quanto il suo Creatore fa, con la sua vita e proprio in quello stesso momento, per concederla anche a lui che… proprio in quell’istante, è così ladro e così ingrato e si crede solo sé! – « Sarebbe “montato” chi si crede povera cosa e tratta Dio con osservanza, anziché chi crede che in lui, così empio, agisca il Creatore? » – Socrate! Una mamma sa, per caso, come fare a saper creare così bene suo figlio, nel suo grembo? Eppure modestamente lo fa! Non ruberebbe invece al Creatore l’arte di Lui se credesse tutta propria quella virtù? Ce l’ha, è evidente, ma deve solo dire di non sapere come fa, e che ci deve essere un Valore nascosto a dirigere ogni cosa.
175 Il bello è che questo uomo che non sa come viene al mondo, si crede poi padrone di sé! È pazzesco! Fa un vero e proprio furto alla Verità e cade nelle braccia dell’errore supremo, di Satana (la tana oscura di chi Sa) l’errore fatto persona. Così egli vieta a Dio di riconoscersi in quel Gran Ladro. – « Chi “Sa” di sapere quel che “non sa” oltraggia il Vero e rintanerebbe Dio in Satana come nella “tana” della conoscenza? » – Lo dice la Parola stessa ed il suo sonoro effetto, nelle lingue oggi del mondo. Parola dettata da Dio, SON ORO, sono quello offerto da Baldassarre al Figlio di Dio, al SON (figlio nella lingua inglese, quella egemone del mondo d’oggi). Io son AM(odeo) in inglese lo Jahve (o dio) Ebraico. Son RA, Amaterasu, Siddarta Gautama, Brama, mentre Si-va è Yes-us. Maria afferma anche, per converso, Hai RAm… Itzamna, il Karman, l’Egira, AbRamo, Adamo… tutti i nomi di Dio e gli uomini suoi e le sue virtù alludono all’Amon Dio e Re Manasse, come all’Amodeo Romano che rivaluta tutta la fede nel complesso stesso dell’Unità di un solo Dio. Questi due Re empi, di Giuda, rivalutano perfino l’empietà verso Jahve, Dio di un Popolo solo, esorcizzando a tal punto quel male, da recuperare con esso il Signore di tutti come un Tutt’uno! Il vero Unico Dio! Ancora una volta Dio ci mostra la sua Assoluta Trascendenza, anche dalla verità della Bibbia. E lo fa grazie alle accuse di Empietà! « Perché ti metti di nuovo così in mezzo? Non essere empio anche tu! Non rischiar d’essere anche tu questa grande e personale montatura… » – Non è proprio questo il mio processo? Non mi processi proprio per il mio “SO C. R.A., TE”? Per il mio divino sapere te, Romano Amodeo il Cristo di me Dio che Amo come la stessa essenza del mio SON… il Figlio? Mi parli di rischi, Socrate… ma io non rischio nulla, giacché io credo e penso realmente così, mettendomi nei panni di chi mi detta tutto: “Sono Dio nella reale, immaginaria creazione di me: un burattino”. Ora come farebbe, Dio, ad affermare egli in me “SON Dio”, son Padre e Figlio in Essenza di Spirito, se non con i pensieri e le parole di quel se stesso calato concretamente in me, come nel suo reale e vero burattino? Non pensare però che sia un burattino come me a poter parlare! Egli pensa parla e fa, libero in apparenza, ma solo dando atto ad un imprescindibile e rigido dettato. Non pensare che io abbia autonomia! – « E come potrei pensarlo o No… se sono anch’io un burattino ? » – Qui hai ragione, Socrate.
176 Nessuno è libero di volere quello che vuole… per nostra vera fortuna! Ciascuno di noi ha avuto una delle possibilità uguali e distinte presenti nell’immenso Sistema Probabilistico corrispondente all’Onnipotenza di Dio. Per cui se solo io riesco a credermi serenamente, modestamente Dio, per dettato, ed ho poi attribuiti degni di Lui, ciò è solo perché Dio stesso l’ha consentito solo a me… e non perché ciò fosse il frutto di una pretesa capacità o presunzione o superbia. Non ne ho alcuna! – « E perché l’avrebbe poi fatto solo a te, come solo al Cristo? » – Lo fece anche solo a te! Siamo, nel nostro cuore (grazie a come ci ha fatti Dio), i suoi servi inutili e sommi servitori, e ne basta uno alla volta, così inutile e sommo… uno che poi è sempre e solo lo stesso Spirito santo del Figlio unigenito di Dio, che trascende me, te, Gesù ed è tutto in tutti. – « Non credi di correre il rischio proprio tu d’essere Satana? » – Sono anche di SA, di Salerno, un sa(pere del)l(’inf)erno che esclude “pere de l’inf.”, l’inf. deperire… Infatti, Salerno è posta al principio della Costiera Amalfitana, e il SON è chiaro: “Costì era AM alfì… tana”. Il suono rivela che “Costì era alfine la tana di AM” (il “Sono” di Jahve e principio divino di Amodeo) e non la tana di Satana (evidente in SA tana). – « Perché infine AM sarebbe addirittura un principio divino? » – Non sono io a decretarlo, ma il suono, il SON… Dio della Parola. Infatti AM, nel SON per come è inteso oggi nel mondo, significa sia SON (sia Figlio, nell’inglese, lingua mondiale), sia SONO (lingua mia)… sono Jahve. Quel Dio ebraico con AM significa “SONO CHI SON” (Padre, Father e Figlio, Son, nella trascendenza del CHI). Ebbene Father è CHI “fa the R”: un RA, un Re, un Ri, un Ro ed un Ru... insomma tutto! D’altronde non puoi negare che AM (io sono) è il principio, in prima persona, dell’Essere affermato ad Elea (che Ele ha, Dio ha ed è nello stesso natale Cilento di me nato a Felitto). Io sono nato come lo F di El che è un IO che incorpora 2 croci (l’umana e divina), tanto che IO +†† è infine I††O ed è lo Spirito F di El finito infine, definito, a F El I††O, a Felitto e partito dall’Egitto dell’Ego AFFLITTO (un AFFLITTO che è quasi A FELITTO)… Quanti straordinari segni, in un dettato che non dipende da me! – « E perché il SON, Figlio e Suono/Sono di “Father” esalterebbe in te la R fattiva in tutto, come il figlio RA, RE, RI, RO e RU? » – Perché proprio in me? Te lo mostro, una voce dopo l’altra.
177 RA è l’acronimo di Romano Amodeo, ma è anche Re il nome del Dio di Egitto. Ha anche nome Amon, quel Dio RA, ed io mi chiamo R. Amodeo. RE Amon fu anche un Re Empio, di Giuda, re a 22 anni e per 2 (ove io sono un 2 e 22). Fu re dopo Re Manasse (SS.è Remana, Romano, un 5 e 55) che regnò 55 anni! Due Re empi che venerarono anche altri dei (come io apro a tutti e dico che tutti sono il modo complesso con cui Dio ha presentato il suo Uno). Io sono, infatti, anche l’atteso ed apparente Anticristo: il Cristo in un apparente empio, ora per i Cristiani; io lo sono non per combatterlo ma per farlo vincere e avvincere tutti gli Dei. Che Gesù sia ora il suo Romano uccisore non è un chiaro segno dell’Anticristo empio e perdonato? RI è anche il Romanus Iesus, perché Gesù è stato il più essenziale cittadino di Roma, specie ora che il suo Vicario è Romano… ma è anche il RI finale dell’INRI, il rex iudeorum, re “in” RI, “risurrezione”, azione del suo risorgere…, un RI su R.Re-azione, che è l’azione di un Re R., Romano. RO è come la mano mia, di Ro (mano), segno importantissimo e prezioso nell’ORO, il Ro letto da entrambi i versi del tempo, e che OR è RO, ma tutt’assieme è ORO… come ARA è l’altare ed ERA ed ORA son il tempo. RU, infine, sta nel vivo di GeRUsalemme, e mostra d’essere il principio virtuale di Gesù, con la R nel suo cuore, e mostra il SALE di Salerno come il sale della terra e mostra infine il tutto come il LEMMA, come la Parola e il suono, il SON Oro, figlio, associato alla Gerusalemme che lo esprime… – « Perché t’affanni così… come chi si arrampichi sugli specchi? » – È maieutica, caro Socrate! Mostro come non dipendo proprio da me ed è scritto a chiare lettere da che risulto. Amodeo, sono quello Amon Dio tratto dall’Egitto e finito a Felitto, nel Ci-lento che prende nome dal flusso del fiume A-lento. Un Ci-lento che, quando è Ci-RO salva Israele dalla schiavitù. Flusso lento/lemme transitato per Betlemme/Gerusalemme. Lento/lemme, iniziato sia nell’Egitto del Dio RA (R. Amodeo) sia ad Elea (che Ele ha fin nel nome) come Essenza di tutto, 55 secoli a.c. (vedi il 55 davanti a Cristo?) Ciò come a mostrare, nell’onomastica, nella toponomastica e nei numeri un tragitto Egitto/Elea/Felitto iniziato in essenza sul flusso dell’A-lento, impersonato a B-lemme e ritornato infine in C-lento… flusso A-B-C/G (Gerusalemme), lento-lemme, come un G/Ciro di 25 secoli di salvezza. – « Comunque sia dai l’idea di chi s’arrampica sui vetri ! » – Se devo mostrarti segni trascendenti, cos’altro potrei fare? Ti assicuro, ce ne sono moltissimi e, limitandomi a questi, ne ho omessi una montagna! – « Mi incuriosisci! Allora mostrameli! »
178 – Uno, iniziale, è che la Filosofia dell’Essere nacque ad Elea per mano di tre grandi Re-Maestri, tre Re Magi venuti dall’Oriente, dalla tua Grecia – « Allievi di Senofane: Parmenide e Zenone d’Elea, Melisso di Samo. » – Non sai però che Elea è alle falde del Monte Stella. Sicché la Filosofia dell’Essere nacque sotto la stessa Stella di Gesù, portata dai tre Re Magi. Son nato a Felitto, vicina a Elea, anch’io sotto quella Stella. Ebbene lo F di Eli , già visto come Spirito afflitto da 2 †† nel suo IO , a Feli††o , è in un paese bagnato dal fiume Calore che dice nel diletto locale “Ca’ lo re”, qui il Re. Il fiume sgorga dal Monte Sacro, (Me on te, Sac. Romano) e, a Felitto, ha la potenza di Ciro perché dà luogo alla C.I.d RO (C. IdROelettrica, che trascende l’uomo, ente elettrico nella mente, sorto qui, nel suo flusso vitale). Son nato il 25-1-1938, durante una molto straordinaria Aurora Boreale, una gran luce di notte osservata persino in Africa…, il che è ideale per ripresentare lo Spirito di un Gesù trapassato con una eclisse solare. Ebbene, quel giorno ufficialmente l’Italia celebrava un Volo a Tre , Mondo / Altro Mondo . Un celeste trinitario volo da Roma a Rio de Janeiro, a quel R omano IO nato di gennaio, un Rio come il Calore (caldo Amore). Questo evento è di un assoluto simbolismo: i tre aerei erano trimotori ed 1 dei 3 era pilotato da Bruno Mussolini, il giovane figlio del Duce di Roma, che aveva per secondo figlio maschio uno chiamato proprio Romano. Dei 3 celesti mezzi, 1, chiamato I-Moni (è solo 1, ma anche I, Mon I , io il Mio io), giunto al nuovo mondo, si ferma in 1 Elica e scende a Natal. La Elì ca sola che si ferma è Elì ca’ (è il Dio qua, lo stesso Re qua già indicato dal fiume Ca lo Re, che fissa qua il Re Figlio). Infatti Elì è Dio, e tutti questi mezzi del cielo hanno 3 Elì che , 3 Elì che son 3 in 1 volo celeste . Ma 1 dei 3 scende a Natal, dà luogo al Natale del Ca lo Re o dell’ I- Mon I . Io Solo Io trasceso dal trimotore, scendo a Natal in modo oscuro, fatto privato e non partecipo alla festa fatta a Rio de Janeiro agli altri 2 trimotori. Il che allude a come, in questo dì, ci siano 3 eventi, di cui uno è il Natal dello I-Mon I , ed è una nascita e festa privata, celebrata solo in Ca’ Amodeo. Gli altri 2 eventi, voluti gloriosi, sono il viaggio del Figlio del Duce dell’Impero Romano (che allude a figlio di Dio) e l’Aurora Boreale…
179 La Provvidenza dà chiari segni: affidati all’apparente, vanagloria umana e al Sole. Da esso dipende la Terra, col suo elettromagnetismo che è all’origine della stessa essenza umana e che nasce nella Natale Felitto, da una C.I. (Centrale Idroelettrica, quale Cristus Iesus o C.I-dRO il grande!). Ma ci sono anche altri segni. Uno è terribile: 6 dì dopo il 25-1 in cui rinasce il Messia, Hitler non l’accetta e vuole sé come il Signore del Mondo. Così decide la II Strage degli Innocenti: che ci sia la II Guerra Mondiale! Un segno importante, trascendente, è stato infine che questi bellissimi papà e mamma miei sono stati, senza saperlo, l’immagine stessa, attuale, dello Spirito santo Re e della Madonna. – « In che modo può esser possibile? » – Per trascendenza. Papà è nato il 07-07-07, la terna dei Sabato di Dio, la libertà del 3 nel 10 base del tempo. Il ciclo 10 non è una convenzione. Solo il 10 è l’opposto di 0 perché, nelle due equazioni 3/3 –1 = 0 e 3×3 +1 =10 (fatte da Trinità ed Unità, Spazio 3 e Tempo 1), i primi 2 membri sono di calcoli opposti. Il ciclo dello spazio-tempo deve essere 10. Esso trascende la D.10 di DIO. E il 3 (Trinità in DIO D.10), ha nel 7 il suo Sabato, il suo riposo divino, su ogni linea xyz. Sono 07 anni, 07 mesi, 07 giorni, nella prospettiva-tempo. – « Quindi tuo papà, nato il 7, 7, del 1907 trascende il giorno di Dio? » – Intanto il suo cognome Amodeo è dello Spirito del santo Amor di Dio. Il nome Luigi per diritto allude a Lui G.I. (genuit Iesum) e, per inverso, a IGiuL, IL Giuseppe paterno. Ove il Re Santo francese e lo Spirito santo Re. Poi ragioni, che ti sembreranno più serie, rivelano il suo Spirito davvero eletto: va a scuola solo fino alla VI elementare; da privatista si diploma in 3^a media, l’anno dopo è maestro e dopo 20 d’insegnamento, può partecipare a un concorso riservato ai laureati e diventa Direttore Didattico (D.D. un Domine Dio che, pur senza studio ordinato, è maestro ai maestri) … Andato in pensione, per corrispondenza, con la Scuola Radio Elettra (S. Cuor, la Ra-Dio-El è ††, è Ra) crea Radio (crea il Dio Ra: R.A., me) e, da sé, fa il falegname (fa da sé… il papà di Gesù!).
180 Il dì stesso in cui il Papa entra ufficialmente a Milano, il 22-5-’83, papà cade paralizzato e parte idealmente per il Cielo, per morire 7+7 giorni dopo …una vera Via Crucis, il 5 (saluto augurale) di Giugno (segno di Giuseppe), di domenica (segno del giorno del Signore), alle 15 (degna morte di Gesù). Ebbene il Papa decreta Anno Santo Straordinario dello Spirito santo il 1983… di questo bel funerale: dei tanti figli dietro lo Spirito santo di papà.
Luigi Amodeo ha ogni attributo, anche quello delle due generazioni precedenti: sua nonna è Innocente Buonumore e sua mamma una Maria Bonamore, 2 Sacre Famiglie tra Maria e lo Spirito di un Amodeo amo-Dio. Ma anche sua moglie, Maria Annina Baratta, è la Maria SS, figlia della piccola S. Anna… ed è la nuova Madonnina d’un sacro Baratto. – « Anche lei ha avuto segni così eccezionali come tuo padre? » – Giudica tu: nacque il 29 giugno in cui la Chiesa celebra il Sacrificio, appositamente unito, dei suoi due Principi degli Apostoli, Pietro e Paolo. Dunque è nata nel segno straordinario del Principato della Santa Chiesa. Fu educata a Lustra di Monte Stella (alla luce della Stella di Gesù) all’amore per la Madonna, da grandi Maestri (uno venuto dall’America). La magia di quella Stella, e le preghiere insistenti a Maria fattele fare da sua madre Maria Teresa (una sorta di S. Maria Goretti che poi ama il suo violentatore), l’indussero a chiedere a Maria SS. ogni dono per sé. Fu lei, divenuta maestra, a preparare in papà un maestro che la superò. Insuperato, però, il reale Baratto di lei, di cognome Baratta, tra me e Gesù, figlio di Dio. Il 4-6-‘40. Ebbi la crisi mortale. La Baratta pregò molto, dicendomi figlio di Dio, come tutti, e mi barattò con Gesù, perché Maria SS. mi salvò, con un miracolo annunciato quella notte a una bimba. Fui adottato da Dio e Signora, a loro figlio. A riprova della nuova vera nascita che fu realizzata in me e del fatto che io abbia realmente vinto la morte, il 10 giugno (soli 6 dì dopo il miracoloso intervento divino) il Duce ed il Re decisero che anche l’Italia doveva ordire la Strage degli innocenti e il Duce dichiarò la guerra.
181 La motivazione di questa vera strage d’innocenti fu la stessa di Re Erode: si temeva che la guerra finisse con il vero avvento di Hitler come un Messia…, se l’Italia non si fosse seduta essa pure al tavolo dei vincitori… Negli ultimi 10 anni, Dio mortificò la mente di mamma, e la costrinse a essermi come Figlia… Non toccò anche a Maria SS. d’esser come figlia a Gesù? Ebbene, nonostante la demenza, il suo amore per me mi salvò la vita quando perfino il Vaticano, nel ‘99, decise che io (che vivevo solo dell’Ostia da 57 dì per difendere la Fides et Ratio del Papa), potevo morire benissimo… Ha vegliato lei pure sulla condanna a morte del figlio! Dio l’ha voluta con sé nel Giubileo del 2.000, l’Anno Santo per eccellenza, il traguardo epocale celebrato con gloria dal Papa e dal mondo intero. – « Se è vero, sono proprio segni divini ! » – È tutto vero; ma non voglio insistere con queste dimostrazioni. Ti basti sapere che ho visto la mia vita ricalcare grossomodo quella di Gesù . – « Fammi capire almeno in che modo. » – Te l’indico a grandi linee: impiegherò i primi 30 anni di vita solo a prepararmi. Dai 30 ai 33 mi laureerò, metterò su casa, diverrò ricco e famoso con un successo impossibile da raggiungere, poi…. – « Alt! Se l’hai raggiunto era possibile… » – Sì? Vincerò un concorso cui non avrei potuto partecipare! Starò per essere Presidente dell’Ordine professionale degli Architetti, cui non avrei potuto iscrivermi, io, funzionario pubblico! Per vocazione costruirò una casa a Nicola (N.I. colà, il Nazarenus Iesus) una frazione del Comune di Ortonovo, tra gli ulivi, nell’orto del Saccomani, mentre Gesù lo fece nell’Orto degli Ulivi, non del Saccomani ma del Getsemani… ma sempre quel sacco dei rifiuti che se get, con le mani, tipo Isacco… Impossibile rifare Gesù! … poi, a 33 anni, son morto a me stesso e sono risorto in Gesù! . – « Spiegati meglio… Come è stato? » – Nel solito modo trascendente. I 3 anni d’impossibile successo mi avevano convinto d’una grande capacità. Ma a 33 anni morii a questo credo! M’accorsi come niente fosse dipeso da me, ma dalla Provvidenza divina…
182 E allora volli dare corpo a Gesù e al suo ideale, affinché Egli rivivesse concretamente e realmente nella mia persona. Ebbene, ho visto risorgere, sulle mie ceneri, davvero lo Spirito del Santo Gesù! L’ho visto e sentito! Ho assistito, di persona, a veri miracoli, accaduti a centinaia! Ma tutti non del tipo impossibile di cui era stato capace Gesù. Quelli attorno a me contemplavano sempre l’intervento reale, ma straordinario, di altre persone. – « Che miracoli? » – Interventi grandiosi per salvarmi. Avevo tentato di aiutare il prossimo con il lavoro, e mi sono impegnato, firmando cambiali. In 12 anni quasi 500 ne ho viste andate in protesto e purgate tutte nei soli 5 dì successivi che la legge dava per cancellare i protesti. Con soli 5 dì in più che cosa avrei potuto fare, da me, se, avendo avuto mesi per preparare le scadenze, non avevo saputo? Per calcolo di probabilità era quasi impossibile purgare il 100%! Sbucavano da sé persone in mio soccorso. Un prete (Don Francesco Mambretti, di Milano) mi confessò e, senza conoscermi e senza che nemmeno gli chiedessi aiuto, m’offrì e diede 20 milioni…, fattisi prestare dalle sorelle! E – poi – c’è stata la prova inversa: la prima volta che ebbi 450 milioni sul conto, non potei pagar cambiali per la decima parte e Fallii in Tribunale. – « Tanti miracoli… per poi Fallire Ufficialmente? » – Gesù è ufficialmente fallito egli pure, davanti ai suoi Notabili! Ma c’è una grande logica: stavo cercando d’aiutare pochi, con iniziative reali ed economiche… Dio mi ha assecondato fino a darmi certezza del suo soccorso amoroso… poi, mi ha stroncato. Il suo scopo era di farmi agire nel campo delle idee, in cui non occorrono mezzi e fortune per aiutare tutti. La certezza dell’aiuto di Dio mi avrebbe fatto avere un coraggio da leone, tale da non temere riprovazioni, specie dai Sacerdoti! Io dovevo riuscire a dirgli: “Gesù è tornato in me! Non aspettatelo più! Son io!”. – « L’hai fatto? » – Certo, l’ho detto il 20-10-2.002, all’allibito Mons Centemeri, a Saronno, poi a Don Luigi e a altri. Mi sono accorto di che m’avesse concesso Dio: ho vinto la mia morte il 4-6-1940 e, poi, l’ho vinta per tutti. Ho emesso il Giudizio Universale… opera attese dal Cristo, al suo ritorno… – « Come è avvenuto? Tutti seguitano a morire! » – È stato come fu. Gesù sconfisse idealmente i Romani, e non come volevano (realmente)… Eppure oggi a Roma l’unico Impero che c’è è il Suo.
183 Ma allora sembrò a tutti che fosse stato sconfitto e ucciso da Roma. Allo stesso modo anche io ho sconfitto idealmente la morte, dimostrando a tutti quello che ho dimostrato a te: che non è vero che si muoia, anche se così sembra. Le mie dimostrazioni sono addirittura scientifiche. Anche secondo scienza ho dimostrato quale sia il Giudizio Universale. È quello che ti sto spiegando, o Socrate, e per il quale mi stai processando. Ebbene devi sapere che la vita mi ha anche portato ad essere di nuovo crocefisso in tutti i modi e da tutti., quando mi senton dire che “Dio è me!”. Ebbene, a 66 anni e 2 mesi esatti dopo il Venerdì santo (due per me che sono nato 1 mese esatto dopo il Natale) so che Gesù è asceso al cielo per la seconda volta, e che è accaduto in me. Io lo so perché l’ho sperimentato, ma gli altri, che non sono stati voluti credenti da Dio, non hanno potuto crederci. Anche ora uno solo doveva essere il Campione di Dio, nel suo ritorno al mondo, nello Spirito santo della Trascendenza divina dalle singole persone. – « Spiegami perché dovrebbe essercene solo uno. » – Perché Dio è uno e si immedesima in un unico Campione, per essere servito e attraverso cui dire la sua voce… È così perché, da tutti gli altri, Dio non vuole essere servito, ma vuole, sostanzialmente, essere tradito. – « Non è logico! Dio è ben servito dai Sacerdoti e dai Santi! » – La logica di Dio non funziona come l’umana, ma trascende a tal punto da essa che è addirittura opposta e alla rovescia e occorre convertirsi. Chi tradisce il Signore, in questo promo reale della vita, è condotto a poter essere un tale “servo pentito”, in esso, che, in tutte le libere edizioni che seguiranno, nel Regno dei Cieli, egli non tradirà mai più nessuno! Ogni vivente deve fare, qui dove siamo, tutta una serie di così sostanziali errori guidati che gli permettano l’eterna sete per la giustizia e l’amore. Chi invece serve unicamente Dio (come Gesù e il suo ritorno in me), ha solo la funzione di dimostrare come Dio stesso (sceso a patti con l’uomo e assunto una persona) non si sia assolutamente privilegiato…, tutt’altro! È per questo che Dio educa l’uomo con vero amore, facendolo peccare… come se dipendesse da lui! Ma è un peccato guidato, senza vera libertà e senza vera colpa, che serve solo a costruire. È proprio come succede di provare ai bambini, quando sono guidati da genitori davvero sapienti. Essi credono di essere liberi ma sono sempre sotto controllo… e non se ne accorgono nemmeno! Allora ogni piccolo, responsabilizzandosi di colpe fattegli fare e non sue, arriva ad essere educato alla perfezione.
184 Egli trascendere a tal punto quel suo stesso stato servile e gregario da riscattarsi e crescere… fino a conquistare la vera libertà e capacità, che saranno usate quando si potrà essere chi si vorrà essere. Così è per i Sacerdoti: tutti serviranno Dio, fedelmente, grazie all’infedeltà di adesso. Gesù diede a Pietro il primato e si fece rinnegare proprio da lui... – « E i Santi? » – Anche i Santi, nonostante la santità donata a quelle esemplari figure, sono resi incapaci a sentirsi uno con Dio e giacciono nel Peccato Originale. È quell’inevitabile furto compiuto da chiunque si reputi diviso da Dio e sia in ciò dominato da un Satana tuttavia vincibile e superabile grazie a Dio. Il peccato più grave che Dio ha voluto esemplificare, con la morte di Gesù sul Calvario, fu quello dei due ladroni crocefissi col Cristo, ad evidenza di quel vero furto di persona fatto da tutti gli uomini, allorché credono di essere solo se stessi e non in divina comunione col Dio che li ha mandati, anche loro, proprio come ha creduto di mandarli per il meglio: come ladri. Dio ha voluto mostrare come, tranne il Puro Gesù (che sa e dice di essere Figlio di Dio e che afferma che solo il Padre è buono), tutti gli altri, che affermano altrimenti, nessuno escluso, sono veri ladri dell’identità divina. – « Gesù fu fatto morire, e tu? » – Finora sono stato mortificato da tutti; nessuno mi crede né mi stima. Ma credo che sarò ucciso: quando papà seppe che ero nato, gli sfuggì un bottiglione di vino rosso, che si sparse per terra come fosse il mio sangue… Intanto tutti mi sentono affermare come affermava Gesù: di essere tutt’uno con Dio e, credendosi capaci di fare, accusano me della massima presunzione fattiva che esista, di voler deificare me stesso! Nel mentre la verità assoluta è tutta al contrario di questa. È che Dio ha voluto farsi me e mi ha fatto desiderare e chiedere con tutto me stesso e a 33 anni, compiuti, di essere tolto di mezzo con il mio io. Me l’ha fatto chiedere a quell’età affinché Dio Padre potesse nuovamente riconoscersi in me come nel suo Gesù e vivere in me ora lui, usando il mio corpo, la mia mente, e tutta quella mia realtà che è stata il dono per lui ideale, di un vero Figlio che sa di esserlo… tanto che Dio stesso poi vi aderisce, nonostante tutta la mia vera pochezza e l’apparente mia empietà. – « Pochezza… e poi ti senti addirittura Dio? » – Ma è proprio per la mia pochezza assoluta che posso essere anche secondo l’Assoluta Onnipotenza… non mia, di Dio!
185 È proprio per il mio essere il mio niente che può essere il Suo Tutto! Non dipende da me quello che io faccio! Io so che agisco sotto dettatura e, pur essendo il più modesto che ci sia per questa mia convinzione, sono tuttavia giudicato il più presuntuoso, solo perché dico che sono un così assoluto servo e schiavo di Dio che è solo Lui che parla e agisce in me! Ti ho spiegato, caro Socrate, come accada che l’uomo sbagli a capire e si creda libero: una pagina già scritta, di un promo, ed in cui sono descritti tutti i pensieri, le parole e le opere di tutti (e tutti i movimenti di tutte le possibili particelle atomiche della Natura), è realmente tolta davanti al suo osservatore. Con ciò l’Assoluto gli fa piacere, per pura reazione e conducendolo per mano, quella vita relativa, per quanto essa sia già in tutto ben determinata. Ebbene la pagina promozionale che è sottratta a me e che sto leggendo mi segnala sempre e in tutti i modi possibili: che io e Gesù siamo una cosa sola, perché Dio ha rimandato in me lo Spirito santo del suo unico Figlio. Io non posso fare altro che prenderne atto, essendo ben convinto di essere un vero servo di cui Dio assolutamente si serve per assumere le mie corde vocali e per dire agli uomini: “Io esisto qui tra voi e ho questa voce!” Ma a tutti sembro empio, convinti che le mie scelte dipendano da me. – « Dunque un Gesù ritornato in consapevolezza e nell’impotenza? Sarebbe questa la Gloria attesa nel Credo, al suo ritorno? » – La prima Croce non fu la sua gloria? E perché adesso ne avrebbe dovuta avere una diversa? Adesso gliene è toccata una ancora maggiore! – « Olla là ! » – Sì. Gesù aveva miracoli e prodigi a renderlo attendibile. Oggi, sceso consapevolmente in me, non ha altro che l’apparente mia empietà. La Bibbia trascende davvero me nei due Re Empi: Re Manasse (Remana… SS. è) e Re Amon (Amodeo). Uno ha regnato 55 anni, l’altro 2, dai suoi 22… e son i numeri miei. Io sono il 2 di un doppione e il 10:2 = 5, che, unito a Gesù (come 2 × 10, e 5 × 10), sono 2 e 22 e sono 5 e 55. Ecco così la Gloria d’una stalla ancor più povera: un R.A. Amon giudicato Empio, quale esempio, trascendente, della vera pietà divina per ogni forma immatura di Dio, che accusa di Empietà i vari… e veri Pii. – « Adesso non buttarti troppo giù! » – Non lo faccio, ma dico che so d’essere il più povero che esista, in quanto io so di non avere nemmeno la piccola possibilità di soffiarmi il naso, o passeggiare, o mangiare un gelato, se Dio non me lo detta… –
186 « Ma come? Non fai nulla di tutto questo? » – Io No. Se tu, caro Socrate, sai una sola cosa, di non sapere nulla, io sono assolutamente come te: so una sola cosa, di non sapere né potere fare nulla. Un poveraccio, anche il più povero che esiste al mondo, crede e sa di poter fare tante povere cose. Io so di non potere nemmeno quelle. Sono il servo assoluto di Dio! Perciò gli servo in tutto, anche nella mia accusata empietà, per affermarsi andando ben oltre Jahve… Dio intende trascendere da sé e dal suo Popolo, per recuperare in sé e comprendere, come un Tutt’Uno, anche tutti gli Dei e tutti i Popoli. Infatti, se io dico a me: “non sono io ma è sempre e solo Dio”…Egli mi costringe a dirlo a me… a vantaggio del Tutto e di ognuno! – « E allora che fai? » – Do modo a Dio di parlarmi realmente… – « Come sarebbe? Fai un esempio. » – Mi metto arbitrariamente, da apparente empio (ma come uno che sa e crede in ciò che è proprio Vero), nei panni trascendenti di Dio e mi dico: “Ti ringrazio, Romano, che mi fai vivere. Grazie per il tempo che perdi a scrivere tutto il dì libri che mai nessuno leggerà. Io lo so che lo fai per me.” Dopo, Dio mi fa rientrare in me, per dirgli: “Son io Padre, che ti debbo eterno amore e grazie, perché tu mi stai facendo vivere. Metti nella mia bocca e nel mio cuore queste parole. E so benissimo che se oggi sembra che io perda tempo, nella scrittura di libri che mai nessuno leggerà, il fatto che tu li legga significa che in Paradiso tutti già li stanno leggendo, mentre li scrivo. Tu, Padre, sei nostro Padre e tutto quello che è fatto per te e detto a te è detto a tutta la Comunione dei Santi…” – « E… “Lui” che cosa ti risponderebbe, in questa simulazione? » – Simulazione? No! Mi risponde davvero Che è così, fiero di me, dello spazio che gli do, delle parole che gli faccio dire, rivolte a me… Mi ringrazia perfino dell’apparente empietà, che gli fa recuperare su ogni altro Dio. Così (e tutto nel privato e nel mio segreto) si realizza un vero e proprio colloquio, ad alta voce, tra l’uomo di Dio e il Dio… degli uomini … E la mia figura vive veramente in una estasi del cuore e della mente il modo, uguale e distinto, sia della divinità fattasi umana figura, sia dell’umanità fattasi umile e assoluto servizio a Dio…, prima del tempo. – « In che senso? »
187 – Accade ora, alla mia figura, quanto poi accadrà a tutte in Paradiso. Ogni uomo, buono o cattivo che sia parso nella sua vita-promo, purificato in tutto e per tutto dal sacrificio stesso del Dio che si è calato in lui (a dar consistenza alla sua vita), sarà realmente avviato all’eredità promessagli da Dio, al suo indiamento vero e proprio. Una empietà benedetta, voluta! – « Sarebbe una vera eredità… l’empietà come “pienezza”? » – L’hai detto. Quella generazione strana di Dio (un Dio plenario, che va ben oltre Jahve ed è tutt’uno con Lui) che accade nel mio personaggio e che sembra solo il risultato d’una pazzesca ed empia dissociazione del mio IO, realizza in me il Campione divino, già ora, di quanto poi accadrà a tutti. – « Perché far rinascere sembrando così empio, lo Spirito del Cristo? » – Perché già sembrò così agli Ebrei. C’è sempre bisogno dell’empio esempio personale, ed è ora che i Cristiani giudichino Empio me quale il Cristo. Dio vuole entrare nel nostro mondo dimostrando la sua assoluta superiorità, fino a contraddire empiamente e ampiamente il suo stesso essere solo il Dio Jahve di Abramo, Isacco e Giacobbe…, perché è anche quello di Siddarta Gautama, è anche Amaterasu,Itzamna, Manitù, Ra, Baal. Poi, giacché a ciascuno piace soprattutto d’essere apprezzato, stimato ed amato, Dio sublima tutto calandosi nell’apparente, empio Anticristo atteso: “Uomo del dolore davanti a cui tutti i benpensanti storcono il naso”. – « Gesù non fu considerato così da poco! » – Gesù non è stata la Trinità del Dio di Tutti, discesa nel mondo, ma il Figlio di Jahve, nel quale Jahve stesso non si è contraddetto, ma compiaciuto. Il Padre ha difeso Lui e il suo Spirito, reggendolo dal Cielo. Così gli ha dato carisma e autorevolezza, affinché gli uomini conoscessero che egli era stato mandato e sapessero che i veri primi sono gli ultimi… Dettato il valore vero, si è allora presentato di persona, nella sua Trinità e in un ultimo, per contraddirsi del tutto e farsi crocefiggere di nuovo. – « Ma perché contraddirsi? » – Perché Jahve è il Dio d’Israele. Dio si è dato quel Popolo per farsi contraddire da Esso e contraddire se stesso attraverso di esso… altrimenti non sarebbe un Dio Assoluto! Si è voluto presentare come una Guerra tra gli Dei nell’idea assoluta del Dio Uno… ma per essere infine il Dio Unico, di Tutti. Re Manasse e Re Amon che edificarono altri Altari, che si prostrarono davanti a tutta la milizia del cielo e la servirono (scrive la Bibbia) sono il
188 segno, descritto empio, di quanto Dio sta facendo fare a me: ma solo per recuperare l’Assolutezza del Dio Unico attraverso l’Uno e il Molteplice, l’assoluta contraddizione del Dio che mentre è il Dio di tutti è Dio in tutti . – « Non solo Uno e Trino ma Uno in Tutti i piccoli Uno? » – Già! La Trinità è riferita ad ogni persona, è la sua forza d’unione. – « Come fa l’uomo a non esserne sovrastato? Tu lo sei? » – Dio rispetta ogni io. Siamo un tutt’uno, trinitario, di amore, in otto realtà! E combinate tra loro, fanno 11., e si riducono a 2 in 1. Prima due uguali e distinte unità: una divina e l’altra umana. Poi 6 figure componenti, 3 umane e 3 divine, tutte comprese e rispettose dei loro limiti… assunti tutti in me e nella croce del mio enorme limite. Il tutto sono 8, come 2^3, 4 reali e 4 immaginarie. Poi la trinità del volume, 11, due, uno – « E dimmi, allora, che cosa si prova, essendone consapevoli? » – Posso dire, per esperienza diretta, come, in che modo, il divino e l’umano cooperino nell’unità complessa e interattiva tra l’Assoluto ed il Relativo, tra l’Indeterminato ed il determinato: come una cosa sola! Così – quando parlo a me stesso – m’accorgo che sono certo un uomo, ma anche quel Dio Pio che ha assunto in proprio, in me, la mia empietà. Sì, empietà e pietà assieme. Per questo solo ora si avvera e si completa la profezia di Isaia, di un “Messia” che mai si sarebbe detto, avendolo giudicato una cosa veramente dappoco, priva d ogni autorità e carisma, che ha trattato se stesso senza più la pietà con cui trattò l’amato figlio Gesù. – « Sembra una presunzione senza alcun precedente! » – Sembra così a chi è convinto di avere poteri piccoli, eppure suoi! Chi crede che tutti li abbiano, quando poi sente dire, a me, dei poteri che solo Dio ha in me, inevitabilmente crede che anche io li attribuisca a me…, come fa lui e come crede vero che facciano tutti e valga per tutti! Non c’è la capacità di essere semplicemente coerenti. Dio non la dà! Se non solo dico ma anche spiego, e anche bene, perché nessun uomo ha attualmente potere, perché gli uomini seguitano a credere che io me ne attribuisca? Io giudico me stesso proprio come il burattino Pinocchio: un vero furfante, che porta il padre stesso, che va in cerca di lui, ad essere ingoiato vivo dalla balena… come Giona (il G. io, Gesù di NA, la nea polis celeste). Perché tutti seguitano a credersi possessori di quanto non gli appartiene? Ve lo spiego io: è Dio che non vuole essere capito! –
189 « Infatti io non lo capisco… Dovrebbe volersi far credere! » – Dio non ha bisogno d’esser capito né creduto, ma, per mostrare tutta la sua solidarietà a chi ha dovuto violentare (per crearlo nudo e schiavo, nella durissima inutile lotta di ognuno per essere stimato ed amato), deve allora maltrattarsi, concretamente, ancor di più… e si fa trattare come fosse empio. E allora ha un bisogno morale d’incarnarsi per farsi umiliare e uccidere. Mettendo le sue creature nella condizione assunta da Lui, esorcizza e sublima ogni cosa. Solo in questo modo, costretto Egli pure, infine, nei panni di un povero ed empio peccatore, non può più lapidare nessuno, Egli neppure! Ma non dimenticarti, caro Socrate, che Dio stesso si è messo in ogni uomo, tanto che, facendo tirare le pietre da essi contro di Lui incarnato, si dà da solo il necessario castigo propiziatorio per propiziare l’Assoluta Rivalsa. Il castigo per aver dovuto creare il Relativo nella povertà dei talenti concessi. Dio è un valore morale che deve incarnarsi in uno come me per essere reale e dialogare in modo intelligibile con i talenti concessi alle Creature. – « Come fai ad esserne così sicuro? » – Vedi, l’Immacolata Concezione, una pura virtù, si incarnò nella Signora che apparve alla piccola Bernadette, a Lourdes. Allo stesso modo, Nostra Signora del Rosario, a Fatima, elevò la preghiera al rango del benedetto frutto del suo seno… impersonato nel Rosario: una delle due speranze di salvezza, mostrate dalla Signora. Ebbene, il frutto son io, nella mia apparente empietà, ed ecco i segni: il Ro(mano) Sar(onnese/salernitano) io son, il Rosario! Mamma mi dava il frutto del suo seno e invocava “Madonna!” per la sua mastite e bevevo latte e sangue loro . L’altro segno era la conversione della Russia. Tu pensi allo Stato… anche! Ma questa Russia trascende mia nonna Russo Maria. Stuprata da Giovanni Baratta, generò Rosa, un mese dopo le nozze riparatrici. Ma se non avesse mutato in amore l’odio per lo stupratore, io, suo nipote, Romano, R.io, non mi sarei aggiunto a Rosa a formare il Rosario. Preghiera per la Russia e santo Rosario, come vedi, valgono ad ottenere la santificazione di mia nonna. Queste preghiere sono il rimedio di Nostra Signora del Rosario. Son io, Rosario, ed è nonna, la Russo.. – « Sembra pazzesco! Come pretendi che uno ti possa credere? » – Oh, Dio punta solo a confondere! Non vuole che io sia creduto e mi fa raccontare queste verità che sembrano fantastiche, ma non lo sono.
190 Non sarei nato, da un santo eroismo, se Maria Teresa Russo, mia nonna, avuta Rosa, non avesse aggiunto anche Romano, me, R. io, a fare il RosaRio. Come vedi, Rosario e conversione della Russ…ia sono indispensabili, ma entrambi trascendono me, il veicolo di Dio e il frutto di ogni virtù. – « E tu che virtù saresti? Perché poi pregare per quant’è gia fatto?» – Tutto c’è già! Il futuro dello Spirito è… il passato! Il mio Spirito precede l’avvento di Gesù! La virtù mia è il limite. Assunto da Dio, lo rende Onnipotente! Altrimenti sarebbe solo grande e mai piccolo e umile. Dio in me assume il peccato È la stalla che si è scelto, stavolta! Per questo, oggi, la sua Gloria, per essere sceso in me peccatore, è più di quella di un tempo. Allora patì tre giorni in tutto, in una vita vissuta… da Dio. – « Ma perché l’ha fatto? Se è così… nessuno se ne accorge! » – Dio non vuole farsi scorgere, per farsi riverire, ma ha voluto mortificarsi così per caricarsi realmente e umilmente del peccato. Sapessi come mi mortifico, io che mi so Dio e credo di farlo peccare assieme a me! Mi aiuto, allora, con quanto Gesù ha messo a disposizione di tutti, e mi confesso da un Sacerdote, mi umilio: “Sento che Dio è me… e pecco!” – « E come risolvi questo patema? » – Con le Vere Ragioni, dirette, dello Spirito santo della Verità divina, trascendente: io non ho la vera possibilità di contaminare Dio con l’ombra data al mio personaggio. Così la mostro, mi dichiaro e sono crocefisso! – « Fai il masochista? Ma come fai a sentirti peccatore, se dici che non sei capace di fare nulla? Se nulla dipende da te, tu nemmeno pecchi! » – Proprio così! Proprio questa è la giustizia secondo la quale perfino la mia empietà, di quando io davvero pecco nel mio cuore, potrà essere perdonata. Non si può processare le pure intenzioni! Mi rendo ben conto, con ciò, di quale Croce si faccia carico Dio quando – assoluto e senza limiti qual è – si determina e si imprigiona nei miei limiti e nei pochi talenti che ha dato al mio cuore. – « Ora,visto che credi di essere assolutamente uno schiavo, puoi avere un qualcosa che sia proprio tuo? » – Sì, ed è proprio il mio limite! Dio non ha limiti, ma io sì. Il limite è la mia forza ed è quanto posso io donare a Dio, quando gli consento di assumerselo consapevolmente anche per se stesso. –
191 « Dio in te annuncia delle novità? » – Se non l’avesse fatto come l’avrei compreso in …RO ? Ha fatto in me quant’era atteso da Gesù: Vittoria sulla morte e Giudizio. Ma ora devo annunciare agli uomini dei 5 Continenti che debbono disporsi come le 5 Vergini sagge, perché, venuto con me sia il ritorno del Cristo, sia del creduto Anticristo, sta per venire il finale… lo Sposo. Dio è venuto in me come in chi non solo annunci l’Apocalisse, ma anche salvi la continuità della vita umana sulla Terra. – « L’Apocalisse? Ma davvero? » – E che, credevi che fosse stata rivelata da Gesù a Giovanni per metterci poi una pietra sopra? L’uomo l’ha fatto, ma deve essere svegliato, affinché si prepari in tempo, si difenda, metta satelliti in orbita e tanti aerei e poco costose Mongolfiere, sostenute dal soffio caldo di Dio! – « Tutti questi eventi non dici che dipendono da Dio? » – Certo, e chi lo sta annunciando, attraverso la persona sua data a me? Con chi altro dovrebbe farlo, e farlo sapere, visto che non vuole più stravolgere il suo piano con i salti nella realtà, che sono i miracoli? – « L’Apocalisse non è forse un bel saltone? » – Assolutamente No. Accadrà nel rispetto di un fenomeno della natura che corrisponderà al collasso dei poli magnetici terrestri. – « Perché dovrebbe portare all’Apocalisse? » – Perché, al rovesciarsi della polarità magnetica, la Terra si ribalterà e gli oceani, resistendo ad essere messi in moto, passeranno su tutti i continenti, spianando i colli e ricolmando le valli…, proprio come Dio fece dire ad Isaia e, poi, al Battista, aggiungendo: “Raddrizzate le vie al Signore che viene!” Ebbene è venuto consapevole in me, per salvare di fatto il mondo. – « E quando dovrebbe accadere? » – Posso essere preciso con la definizione addirittura del minuto secondo. Sarà questa la prova che Dio parla ed è presente in me, a comprendere e trascendere lo stesso Gesù, per salvare gli uomini dall’estinzione. – « Perché tanta precisione? » – Perché tutti han creduto che il Figlio non sapesse il momento della Fine dopo che rivelò come solo il Padre lo sapesse. –
192 « Se lo rivelò perché non dovrebbe esser vero? » – Figlio e Padre sono una cosa sola, senza segreti. – « Quando sarebbe, allora, questo attimo? » – Quando a Roma sarà il 22° minuto secondo del 22° minuto primo, della 22^a ora del giorno 22 dell’imminente dicembre 2.012. – « La bizzarria del 2! E come lo sai? » – Lo so perché 2 è in sé l’unità del tempo 1. Così 2.012,12.22.22.22.22, ossia la data dell’anno 2.012, del mese 12 e 22 nelle ore, nei minuti e nei secondi è la definizione piena e completamente dettagliata del tempo. A riprova, il totale risulta dalla somma delle cifre ed è 24, come tutte le ore presenti nel 2^10=1.024 che misticamente è la potenza dello Spirito santo della D.10=DIO dell’Universo, ove 10×10=100 è l’assoluto 100%, il tutto. A ulteriore prova, sono 14 cifre: la Via Crucis come il piano a lato 7, ossia, religiosamente interpretando, come tutta la libertà della Trinità nel ciclo decimale dello Spirito santo di DIO, come detto, D.10 dell’Universo. Ma non voglio ripeterti quanto puoi trovare su un altro mio libro. – « Non puoi obbligarmi a leggere un altro libro, se il processo al tuo “So C.R.A. te” è in questo! » – Ti dico, allora, solo che ho la prova matematica del ritorno dello Spirito santo del Cristo in me… in apparenza Empio e Anticristo. – « Addirittura matematica? Ma se non è matematico nemmeno che sia venuto la prima volta! » – Oh, No! No! È pienamente matematico! Infatti, l’anno 0, della nascita di Gesù, deriva dal 35%^2, che dà il numero 0,12.25 che indica la data dell’anno 0 e del 25 dicembre, Natale. – « Per quale bizzarra ragione? » – Perché, essendo la D.10 il ciclo spazio-temporale dell’Universo, esso è visto orario e antiorario a seconda dei due punti di vista di chi osservi una faccia o l’altra del circolo. Egli – dovendo scorgere il positivo con il negativo – scorge solo +5, basandosi sul –5. Per creare una vista comune ai due cicli opposti, occorre combinarli assieme, mediante il loro prodotto. Allora 10^2 è la risposta che soddisfa entrambi gli opposti osservatori ed indica il 100% della risposta, ottenibile in
193 base ai due cicli opposti dell’Universo, quello della materia e quello dell’antimateria, o del magnetismo e dell’elettricità. – « E che cosa centra questo con il 35% al quadrato? » – Se +5 è quanto percepisce in pieno il soggetto relativo e 100% è il dato assoluto, la relazione tra Realtà Relativa e Stato Assoluto è data dal prodotto tra la potenza +5 e quella +100. – « Il prodotto 5×100 non dà forse 500? » – Io sto descrivendo potenze e non numeri base di calcolo. 5 e 100 sono esponenti della base 10 di calcolo e il prodotto tra le due potenze, che hanno 5 e 100 per esponente, è dato dalla potenza avente 5+100 come esponente. Così 105% è la Relazione assoluta tra la Potenza umana e quella divina. Poiché Dio è una potenza Trinitaria, una sola delle sue Persone vale esattamente 1/3 dell’esponente 105, dunque esattamente il 35%. Se non lo sai, 35% è la frazione 35/100. Questa divisione subordina nuovamente al Dio Assoluto 100 la stessa relazione del terzo di 105. Ebbene il contenuto massimo della potenza in linea è 0,35, ossia il 35%, e il suo quadrato è il massimo contenuto che è possibile nell’area, nella sezione del flusso, che considera tutta l’ampiezza massima. Se presenti in modo diverso questo quantitativo massimo, ossia in modo che il suo fronte non sia questo, ma un semplice punto geometrico avente 0 dimensioni per area, allora il risultato del 35%^2, che è uguale a 0,12.25, ti esprime la data reale dell’anno 0, del mese 12 e del giorno 25. Hai con ciò l’incarnazione dell’Assoluto 100%, che si è fatto mediare dalla potenza ½ di un divino ma reale mediatore, e ridurre a 10, Dio solo dell’Universo reale e tale che, per ragioni generali di dinamica, deve ottenere il positivo attraverso la metà negativa del 10. Come hai visto, la mediazione e la relazione tra l’Assoluto ed il divino mediatore, ridotta solo alla quantità del Figlio e raggruppata poi nella sezione massima del flusso nel tempo, dà la data di questo tempo di mediazione e incarna il Figlio di Dio esattamente il 25 dicembre dell’anno 0. – « La data del Natale è dunque ottenuta dalle dimensioni unitarie? » – Sì. Queste dimensioni sono poste alla base dell’Ordinamento di Dio di tutta la natura, allorché deve presentarsi all’uomo in un modo coerente ma anche comprensibile. – « Perché mai dovrebbe? »
194 – Dio vuol dare un reale modo per capire in modo esatto e perfetto, tanto che si realizzi che la realtà non è mai lasciata al caso, ma a decisioni matematiche assolutamente definite ad ogni grandezza, e perfette. – « Ho capito. E allora quando questo Figlio si dovrebbe reincarnare? Anche questo dovrebbe essere contemplato e comprensibile? » – Sì. Ma ora che te lo spiego – ti avverto – sarò giudicato malissimo. Questa cosa è giudicata talmente impossibile da sapere e paradossale che chi tenta di spiegarla in modo matematico è immediatamente preso per un pazzo assoluto ed uno proprio fuori di testa. – « Ti dispiace? Non vuoi? E allora perché lo fai? » – Non dipende da me. E – poi – sembra anche che io faccia davvero di tutto per costringere gli altri a giudicarmi così! No! Non sono turbato da questi giudizi che sono essi sì pazzeschi e fuori di mente, se bocciano solo per partito preso me che mi son detto Empio e Anticristo a fin di bene! Io ti so dimostrare con l’esattezza del minuto secondo la data della reincarnazione dell’Onnipotenza del Figlio. – « Da cosa cominci? » – Da Gesù Cristo, il cui arrivo sulla Terra ha fissato l’anno del riferimento 0. – « E poi? » – Lancio l’Onnipotenza, nel tempo. – « Son curioso di vedere come… » – Uso il Potenziale assoluto di Gesù Cristo, il 35%, come base assoluta e lo lancio nel tempo. – « ??? » – Sì, per lanciarlo realmente, gli do il massimo fronte divino e moltiplico il 35% per 100, ottenendo 35 volte 1. Questa è una pura linea, cui devo dare il massimo fronte di una realtà spaziale il cui lato unitario non può che essere 3, se ogni componente x,y,z è 1/3 della Terna cartesiana. L’unità è infatti 3 terzi. Avendo così una lunghezza 35 e un fronte dato da 3×3, ed essendo tutte potenze dell’Onnipotenza, il totale è dato da 35 +9 ed è 44 volte 1. – « E allora? »
195 – Ho allora fissato la potenza massima, l’Onnipotenza unitaria e ti faccio notare che ho ottenuto 4 volte quell’11 che è dato dallo spazio 10 del ciclo, sommato al tempo 1 del suo riferimento unitario. La potenza 44 esprime l’Onnipotenza, in cui la Realtà umana a livello dei decimi è 4, ed è anche 4, ma in decine divine, la realtà del Ciclo Divino. – « In 44 tu vedi il complesso della gerarchia Divina ed umana? » – Si, sono accomunate come aggiunte una all’altra, come 40 +4. – « E che valore hanno ora i dettagli decimali? » – Vanno considerati come rapporti, a se stanti e compiuti, che sono parte della realtà oggettiva. Il primo dato decimale, 1/10, esprime il rapporto assoluto tra l’uomo 1 e Dio, considerato quanto il comune riferimento 10, la D.10 di DIO. L’Onnipotenza, a livello del decimo si ha, nella potenza, quando essa ha il contenuto dello 0, perché tutti i numeri, aventi 0 per esponente, sono sempre uguali ad 1… e allora la potenza 0 li contempla tutti, in questa dimensione assoluta del puro rapporto uomo/Dio. – « E negli altri? » – Voglio procedere in due modi: uno iniziale e sintetico, l’altro analitico ed esplicativo. Nel primo ti do tutto il numero, dato da unità e decimali, nel secondo te lo spiego più a fondo…, se vuoi. – « Sì, almeno so dove il tutto va a parare… » – Tutto il numero è: 44,022863630415955. Sono le 17 cifre che corrispondono al ciclo elementare della realtà su base 4 (data dalle 3 dimensioni dello spazio sommate alla dimensione 1 del tempo). – « Scusami se t’interrompo: in che modo? » – Come il riscontro tra le due equazioni 4/4 –1 = 0 e 4×4 +1 = 17. Ricordi? Ho gia detto come da 3/3 –1 = 0 e 3×3 +1 = 10 nasca il 10 come il ciclo Trinitario dello spazio e del tempo in ragione del 10 come opposto allo 0. In tal modo 17 cifre realizzano nel tempo 1 il fronte 4×4 avente per lato le 4 dimensioni della realtà spazio-temporale. – « Ma perché 17 cifre? » – Perché noi abbiamo una percezione logaritmica della realtà! – « Logaritmica? Che vuol dire? »
196 – Il Logaritmo di un numero lo trasforma in cifre. Il logaritmo decimale di 3, ad esempio, è un uno seguito da 3 zeri: è 1.000. Per cui tre cifre, in un numero decimale, significano l’esponente 3 sulla base 10. Poiché noi vediamo a seconda delle potenze, il Logaritmo di un numero consente di scendere dalla potenza al numero. Ecco perché occorrono 17 cifre decimali per il ciclo 17 che regola la realtà logaritmica che in tutto ha 4 dimensioni. – « Capito. Mi spieghi allora in sintesi il 44,022863630415955? » – Molto volentieri: 44,022863630415955 è tutta l’Onnipotenza che deriva dall’Onnipotenza in linea, data dalla potenza del 35% messa tutta in sequenza lineare. Ecco in sintesi come, a questa sequenza, si sommi il fronte del reale avanzamento: 44,000000000000000 =35 +(3×3) somma il piano della sezione a lato 3. 00,000000000000000 =35 –35 calcola il bilancio assoluto, fatto fino a 1/10, assoluto bilancio tra 1 e il ciclo 10. 00,022000000000000 =35 –(10 +3) estrapola la trinità spaziale combinata al ciclo 10, ed è la massa millesima 00,000860000000000 =35 +35 +(4×4) presenta il complesso tra –35 e +35, riferendolo al fronte reale a lato 4. 00,000003600000000 =35 +1 calcola in assoluto lo spazio 35 sommato al tempo 1, la sezione a lato ½ . 00,000000030000000 =35 –5 calcola in assoluto lo spazio riferito alle 5 D. elettromagnetiche, sez. a lato 2,5. 00,000000000410000 =35 +6 lancia la lunghezza 35 nei 6 versi dello spazio a 3 dimensioni di lato. 00,000000000005900 =35 +24 lancia la lunghezza 35 nelle 24 ore del 2^10=1.024, che, meno lo spazio 10^3, dà 24 come tutto il tempo. 00,000000000000055 =35 +22 infine lancia il 35 nella massa contenuta nel fronte a lato 10 (spazio) +1 tempo. – « Insomma le variazioni, alle varie dimensioni, rispetto alla Dimensione divina di Gesù , il 35%, dipendono dal fronte reale? » – Sì, ad ogni dimensione (ossia al livello della quantità decimale) il fronte è quello opportuno. Al livello del decimo, rapporto tra 1 e 10, vale tutto il 35, tanto che il fronte è quello assoluto, negativo essendo opposto alla linea. A livello dei millesimi della massa, riferita all’unità del volume, il fronte è il lato che va da –11 a +11 ed è dato da 10 (spazio) +1, tempo.
197 I centomillesimi sono l’elettromagnetismo, e allora dal –35 (magnetico) al +35 (elettrico) questo flusso deve avere la sezione reale a lato 4. La D. 10^7 è tutta la libertà di 10^3 in 10^10, e allora il fronte è espresso in decine come la potenza della potenza data dai 6 versi dello spazio a 3 D. La D. 10^9 è tutta la libertà del ciclo 10 in 10^10, e allora il 35 ha il fronte unitario 1, del tempo. La D. 10^11 è tutto il moto 10 di 10^10, quantità assoluta in linea, e allora il 35 deve dividersi per le 5 D. della massa elettromagnetica a esprimere l’unità assoluta elettromagnetica. La D. 10^13 è tutto il moto di 10^3 per 10^10, sicché la quantità assoluta del volume riferibile a 35 è quello lanciato nel fronte a lato 3 in cui i due lati si combinano tra loro come la somma 3+3 dei due opposti versi. La D. 10^15 rivela tutto il moto di 10^5 per 10^10, sicché la quantità assoluta dell’elettromagnetismo riferibile a 35 è quello che gli somma tutta la differenza tra 2^10 e 10^3, come le 24 ore della rotazione del tempo. La D. 10^17 rivela tutta la libertà 10^7 (di 10^3) estesa per l’assoluto 10^10, sicché la quantità assoluta della libertà è quella della massa 22, da aggiungere alla lunghezza 35 come l’area che somma i due lati 11 ed indici del ciclo spaziale 10 e temporale 1. – « Queste condizioni che cosa comportano? » – L’effetto è che le 3 linee, del Padre, Figlio e Spirito santo sono costrette a realizzarsi nella natura, incarnandosi attraverso l’assunzione di ogni possibile limite. – « Sì, ma qual è la conseguenza reale? » – Che l’Onnipotenza, espressa ad ogni livello dimensionale, s’incarna e si schiavizza, così come è per tutti gli uomini… ad eccezione… – « Di che cosa? » – Ad eccezione della consapevolezza, o Socrate: il saper di sapere, la libertà assoluta del riconoscere me stesso una sola cosa con Dio. – « Ma come? Tu non sei una sola cosa con Dio! » – Oh, lo sono e lo so proprio perché il quadrato di questo numero 44,022863630415955 è 1938,01.25.22.22.22 e segna la mia nascita nel 25 gennaio 1938, proprio con i talenti dati a me da questi numeri. –
198 « Sei la reincarnazione matematica di Gesù? » – Sì, ma come il suo esatto opposto e concorrente, rispetto all’Unità di Dio. Gesù assolutamente dominava la Natura, io ne sono assolutamente dominato, ma ragiono divinamente, capace di credere nella Verità di me e non nell’apparenza di voi, come capita a tutti voi. Tutti gli uomini sono come i computer che calcolano in base agli ordini ricevuti e credono che le risposte che danno sono autonome, e volontarie anziché uniche e scontate, predeterminate. Io No! Io sono il solo voluto libero di riconoscermi empiamente in un Dio che è tutt’altro che Empio, ed è questa contraddizione che mi libera. Pur essendo un computer io pure, costretto a dire e riferire gli ordini che ricevo, ho avuto predisposta una macchina condizionata dal numero 44,022863630415955 che rappresenta l’Onnipotenza dello Spirito della Verità, piegata all’Estrema Impotenza del mio subalterno personaggio. Gesù faceva i Miracoli dell’Onnipotenza del 35%, io posso compiere solo quelli di una mente interamente asservita all’ordinamento di Dio, che fa tutto e solo quello che Egli dice, essendone consapevole! – « Ora entri più nel dettaglio? » – Sì, lo faccio “ad usum delfini”, di chi voglia scendere ancor più nel dettaglio. Chi non vuole, salti tutta questa parte che evidenzio con lo sfondo… Ricomincio dei millesimi, in 44,022863630415955. Il millesimo, te lo spiego io, quando l’unità della massa è data da 10^3, ossia da 1.000 masse per ogni metro cubo, esprime l’unità della massa, perché indica il millesimo di 1.000, uguale ad 1. Se voglio raggruppare tutta la massa su una sezione del flusso, devo fare sì che il suo lato sia non solo 10 (numero che indica solo lo spazio dell’unità), ma anche il tempo 1, di questa unità di riferimento, che lo realizza. L’area massima deve avere così il lato 11, e deve essere espressa, in lunghezza, dalla somma 11+11 dei due lati, che dà esattamente 22. Se poi voglio, come ti ho detto prima, ricavare tutto dal 35 (il potenziale del Figlio), devo, a livello dei decimali, riferirlo ad un valore unitario massimo che sia dato dal ciclo 10 e dalle 3 dimensioni spaziali. La somma 10 +3, tra esponenti di potenze, dà il volume ad esponente 3 nella sua interazione con il ciclo ad esponente 10. Pertanto è la potenza 13 il
199 riferimento esatto ed unitario del volume ciclico, misurato per linee componenti come quella del figlio che è 1/3. Il 10 +3 somma all’assoluta D.10, a DIO, il 3 che deve essere 1/3, per essere UNO, intero, egli pure. Pertanto la divisione della Onnipotenza di Gesù (data da 35) per la quantità unitaria a Onnipotenza 13, riduce i millesimi della sola massa alla sottrazione 35 –13, che dà esattamente la potenza 22 già vista prima. – « Non fa una grinza sola, in quanto a coerenza! » – Ora non possiamo fermarci alla dimensione millesima, della sola massa riferita all’unità del volume. Dobbiamo anche considerare la dimensione centomillesima, perché tutto l’elettrico o il magnetico, che spaccano esattamente in due la quantità assoluta del 10^10, risulta essere data da 10^10 elevato ad un mezzo, ossia da 10^5, centomila, la cui unità è data dal suo centomillesimo. – « Perché 10^10 è il massimo? » – Lo rivelano anche i Fisici. Per fare la lunghezza unitaria del metro occorrono esattamente 10^10 unità spaziali, lineari, dell’atomo, chiamate Angström. – « Dunque 10^5 media il tutto in elettricità e magnetismo? » – Sì, espressi in pura linea, di 10^5 unità Angström o di 10^–5 metri. Posso andare avanti? Mi hai seguito bene? – « Sì, vediamo la quantità Onnipotente a questa dimensione 10^5! Come la quantifichi? » – Parto da 35 e, considerando che –35 è lo Spirito santo invisibile che determina il +35 del Dio Padre visibile, dico che quanto va da –35 a +35 vale tutto il solo verso positivo +70. Esso è il valore Assoluto messo in sequenza come il Padre 35 aggiunto allo Spirito santo 35, negativo giacché invisibile. – « Fenomenale! Possono non crederti ma è bellissimo! Tutto qui? » – No! Questa è una pura linea di flusso, che deve anche corredarsi della realtà massima possibile come il fronte del reale avanzamento. – « Ma come? È possibile calcolarla? » – Sì, ed è semplicissimo! È il fronte 4 per 4, e vale un 16 che esprime potenza di potenza, essendo un prodotto tra indici. Ti avevo detto che 44 era l’Onnipotenza, in sequenza?
200 Ebbene ora il fronte deve moltiplicare tra loro i due 4, per combinare la potenza della potenza tra la Realtà divina e quella umana. Solo allora il 70, che ha messo in pura linea di lunghezza la Potenza complessa del Padre e dello Spirito santo, solo allora si realizza, allorché ha il fronte reale 4 per 4. Il risultato concreto è che la potenza 70 data dal Padre e dallo Spirito santo, si realizza come il potenziale Assoluto 86 che somma 16 a 70. Questo 86, se si pone come il centomillesimo delle centomila masse elettriche o magnetiche che ci sono in unità di masse atomiche, si pone come lo 0,00086 che si aggiunge al 44,022 ottenuto finora. – « E perché vai ancora avanti? » – Perché, per definire tutta l’area, bisogna intanto arrivare a 14 cifre. – « Non capisco perché… » – Il numero, in lunghezza, deve essere come quanto è nel fronte, quando è dato da tutto il moto reale possibile alla Trinità nel Dio 10, dell’Universo dato dalla D.10. Il lato 10 –3 = 7 è la libertà massima di questo 3: il sabato. Allora se 7 è vero su una linea, l’espressione 7+7 aggiunge una linea all’altra, così come abbiamo aggiunto allo Spirito santo 35 il Padre 35. Bada, la D.14 espressa in potenza, dà la somma 10 +4 che aggiunge la realtà 4, umana, a quella 10 della D.10 come DIO. Hai capito? – « Credo di sì… Procedi. » – Quale è la libertà massima della dimensione 3? Dimmelo tu! – « È forse il 10^7 risultante dalla divisone tra l’Assoluto 10^10 e il volume unitario dato da 10^3 unità di masse? » – Bravo Socrate! Dimostri vero il tuo nome, che esprime in se stesso un So giudicare, perché cratè, nella tua lingua, indica il potere di chi ha il giusto criterio, come ci indica la demo-crazia, il giusto potere del Demos, il popolo. – « Non distrarmi mentre sto sforzando le mie meningi… Procedi, per favore. » – Voglio alleggerire il tuo sforzo. Ora però procedo. Hai ragione: il dieci milionesimo di dieci milioni, ossia di 10^7, è l’unità che ti esprime la dimensione unitaria libera, data dalle 1.000 masse che ci sono in ogni volume unitario dato da un metro cubo di massa.
201 Dobbiamo solo quantificarne la quantità assoluta, ossia quella massima contenibile in un fronte ideale dato da 2 Pi greco. Quant’è, Socrate, lo sai? – « 360 gradi. » – Bene, devi inserirli per cicli di decine, ossia secondo un 36 che combini tra loro tutti i versi uguali e distinti della Terna x, y, z, che ne hanno 2 per ogni direzione. La combinazione 6 per 6 considera sia l’espansione in 6 versi, sia la compressione in 6 versi. La prima riguarda l’onda elettrica, la seconda la massa magnetica. Posso affermare che 36, potenza della potenza, considera la massa elettromagnetica nel suo complesso? Posso affermare che se si presenta come un dieci milionesimo si riferisce a tutto il moto libero di 10^3 masse elettromagnetiche nelle 10^10 che esistono nel totale, tra la dimensione unitaria dell’atomo e quella unitaria del metro? – « Credo di sì… E allora? » – Allora occorre aggiungere 36 al 44,02286 ottenuto finora, come la Onnipotenza 36 che abbiamo osservato come il massimo della potenza. – « E come la mettiamo adesso in relazione al 35 di Gesù Cristo? » – La mettiamo osservando che 36 è il quantitativo assoluto, che aggiunge, alle 35 unità spaziali, anche la sua unità-tempo. – « Meraviglioso… Ed ora? » – Dobbiamo considerare la dimensione data da 1 diviso 10^9, che indica di quanto si muovono 10 unità atomiche nell’unità del metro. Secondo te, essendo 3 le linee (o il Padre, Figlio e Spirito santo), il 10 quanto si muove sulle 3 linee, in tutto? – « Credo che sia 10 volte 3, cioè 30. » – OK. Allora l’Onnipotenza da aggiungere a 44,0228636 è data da 30, e sono proprio tutti i movimenti del ciclo di 10 atomi in fila, nel metro. Ora procedo, considerando la dimensione data da 1 diviso 10^11. Che cosa indica, secondo te? – « 11 è lo spostamento di 1 aggiunto al 10, ed indica tutto il moto dell’uomo sommato a Dio? » – Sai giudicare, Socrate.
202 La dimensione 10^11 esprime il vincolo unitario del suo valore inverso, dato dal 10^–11 che è uguale ad 1 diviso 10^11. Esso è attribuibile a tutto il moto uomo+Dio, esprimibile al livello unitario dello spazio atomico. Dobbiamo solo calcolare quanto sia esprimibile come massimo, ossia come una Onnipotenza. Lo fai tu? – « Non sono capace… » – E allora ti aiuto. Quant’è la tua realtà, e quant’è quella di Dio? – « Se 4 è la realtà e 10 è Dio, la potenza della potenza non è dato dal 4+10, che sarebbe solo il prodotto tra le potenze, ma dal 40 che moltiplica gli esponenti e dà la potenza della potenza… è così? È 40? » – Certo. La potenza della potenza reale di Dio è 40. Sarebbe data dal 35, della potenza divina, sommata al 5 di quella a livello umano. Che cosa è questo 40, secondo te? È spazio o tempo? Considera che sono 40 unità. – « 40 volte 1 indica 40 come spazio ed 1 come tempo… E allora? » – L’hai detto da solo: lo spazio, più il tempo, porta il 40 all’Assoluto spazio-tempo 41. Questo è l’assoluto avanzamento alla dimensione 10^11, e deve essere aggiunto, portando l’Onnipotenza a 44,02286363041, che la esprime finora con 13 cifre. Quella successiva si deve esprimere col dettaglio millesimo, della sua massa. Insomma la quattordicesima cifra, che determina l’intero in giorni riferiti all’anno, deve contenere anche il suo dettaglio millesimo, altrimenti non è definita essa pure nel suo interno, in ore, muniti e secondi. – « Ma che significa? » – Che le cifre totali devono arrivare fino alla 17^a, che è tutto il moto 1 del fronte massimo dato da 8+8, ossia il moto 7 riferibile al suo tempo 1. – « Perché non l’hai detto fin dal principio? » – Per farti considerare la differenza che passa tra 14 e 17. Il primo valore è in funzione del ciclo trinitario, il secondo è in funzione del ciclo reale. – « Non capisco. » – 10 deriva da 3/3 –1, mentre 17 deriva da 4/4 –1 – « No, derivano da 3×3 +1 e da 4×4 +1… »
203 – Non sembra, in apparenza, ma ti sbagli. Per il Principio di Azione e reazione, quello che dici tu si basa, cioè deriva, da quello che dico io. Ma non voglio confonderti ulteriormente. Devi capire che, come 10 è il ciclo della Trinità, 17 è il Ciclo comprensivo dell’Unità sommata alla Trinità di Dio. Pertanto se vogliamo arrivare fino al dettaglio massimo della possibile Potenza, ossia dell’Onnipotenza espressa dalla Potenza, dobbiamo considerare le 14 cifre espresse come l’avanzamento 4 di 10, nelle 17 che sono direttamente il Ciclo unitario poggiato sulle 4 dimensioni. Esse hanno 16 come potenza della potenza del fronte, ed 1 come il suo riferimento tempo, tanto che 16+1 è il valore assoluto. – « Credo di aver capito… Procedi. » – Procedo seguitando a dettagliarti le cifre sempre a due a due. Il dettaglio a dimensione 10^15 prevede una potenza che esprime il ciclo lineare 10 in funzione della sua quantità elettrica o magnetica, data dalla potenza 5. Quale è il massimo attribuibile alla dimensione elettromagnetica? – « Avevi detto 35 come elettrico e 35 come magnetico… . » – Ma qui è 15, e comprende solo uno dei due dati del complesso, sicché dobbiamo considerare solo la lunghezza 35, quella reale e positiva, data dall’immaginaria e negativa. Insomma solo il Padre, o il Figlio, che sono sempre la stessa cosa, sempre il positivo, tratto dallo Spirito santo negativo, che non si vede.. Che fronte dobbiam dare alla linea, perché esprima un volume reale? – « Il 14 che realizza, nel tempo 1, la quantità 15? » –.E che cosa altro? Deve essere il fronte libero, della massa del volume, quello che ha per numero il 7 dato da 10 –3. Questo 7 è il lato e tutta l’area è espressa in linea come 7+7. In tal modo la potenza 35, sia del Padre, sia del Figlio (sono la stessa cosa) dovendo esprimere la loro trinità nel 7 che la esprime in funzione libera, in linea, deve sommare alla libertà 7 del Padre quella 7 del figlio. Così l’Onnipotenza sale, dal 35, al 35 +7 +7 = 49. Abbiamo considerato tutto, considerando Padre e Figlio come le dimensioni del Fronte, ma anche della lunghezza? Dimmelo, Socrate! – « Credo di sì… O manca qualcosa? » – E sì! Manca l’unità di Dio, manca il 10. Il 49 deve essere 49 +10. –
204 « Come fai ad esserne così sicuro? » – Direttamente dal numero 59 che esprime con 50 tutta la massa 5 espressa in funzione del DIO D.10, cui si aggiunge tutto il moto possibile di 1, nel 10 stesso, moto dato dal 9. 59, somma tra 100/2 e 10 –1, dato che 50 e 9 sono potenze, è il prodotto delle potenze che le combina una per l’altra, tanto che la somma 59 esprime l’Onnipotenza di tutto il moto reale della massa magnetica a indice 5. Non siamo forse alla dimensione 15 che è data da 10 (quantità assoluta) +5 (quantità reale della sola quantità magnetica o elettrica)? Come vedi, 59 ti esprime il 5 esteso fino al ciclo 10, e il 9 che riguarda tutto il possibile moto dell’unità, e li combina insieme, così come 15 combina 10 +5. Pertanto la Onnipotenza da aggiungere nelle due successive cifre è 59, ed il numero diventa 44,0228636304159. Mancano solo le due ultime cifre e sono date dal 57 che fissa il 59 appena visto, obbligandolo ad esprimere solo la lunghezza di un fronte 1×1 dato da due dimensioni. – « Non capisco allora che cosa c’entri con il 35 di Padre, Figlio e Spirito santo… » – Per capirlo basta fare semplicemente 57 –35 ed ottenere 22, il numero magico e definitivo della massa totale. Ti ho mostrato prima come siano 22 millesimi il valore Onnipotente della massa. Ebbene il 35, valore in potenza di ogni persona della Trinità divina, deve realizzarsi nella sua massa totale e deve considerare di avere un fronte di avanzamento dato da un lato che è 11, tanto che 35 +11 +11 = 57 indica con un indice di potenza tutta la libertà 7 che ha il 50. Il numero, giunto al dettaglio millesimo come 5,955, mostra le 5 dimensioni intere della massa al livello millesimo della sua definizione, quando sono riferite all’Onnipotenza 35 di ogni membro della Terna divina. – « Dunque l’Onnipotenza è divenuta 44,022863630415955? E con questo che cosa hai ottenuto, finalmente? » – Ho ottenuto la massima lunghezza su una sola linea. Poiché la quantità totale della potenza è la potenza della potenza, di questa Onnipotenza, il totale è dato dal prodotto delle due Onnipotenze. – « E che cosa risulta? Dimmelo, sono ansioso! »
205 – Basta fare il calcolo. 44,022863630415955 espresso al quadrato, ossia come la potenza della potenza di questa Onnipotenza, dà il numero 1938,01.25.22.22.22.000, ove i tre 0 definiscono la pienezza del dato. – « E che indica, questo indice assoluto dell’Onnipotenza? » – La data certa della reincarnazione dell’Onnipotenza, espressa con il dettaglio assoluto dell’unità di misura umana, data dal minuto secondo. Indica l’anno 1938, il mese di gennaio, il giorno 25, le ore 22, il minuto 22 ed il secondo 22…– « Già! Ma in che parte del mondo? Le ore sono diverse. » – L’ora di Roma, sede del Vicario di Cristo. – « E perché non di Gerusalemme, luogo della nascita a Betlemme? » – Perché il ritorno virtuale è in Italia. ITA LI’ A. è andata lì la A che è l’Alfa di tutto, in un paese che non ha caso Dio ha disegnato come lo Stivale delle sette leghe di una bella favola… Ma non devi dimenticare che è l’Italia, con capitale Roma, in cui sono nato io, Romano. Io sono nato proprio in questa data e a quest’ora, mentre sull’Italia, alle ore 22, si era nel bel mezzo di una grandiosa Aurora Boreale vista in Africa e perfino in Canada. Se consideri che in quel dì la stampa celebrava il volo Mondo-Altro mondo del Figlio del Duce dell’Impero Romano e che io sono nato essendo il Re Emanuele II, eccomi anche nel segno regale del II Emanuele, quello vittorioso. Io, amico mio, vincerò in assoluto e farò vincere quel Dio che mi ha interamente asservito a sé e mi fa rivelare queste stupefacenti cose. – « Ma come vi si può credere? » – Non si può, perché Dio non lo vuole. Mi fa scendere talmente nel dettaglio delle cose che a tutti non è consentito di dire altro che questo: “Ma allora è proprio matto! Gli mancano molte rotelle!”. – « Hai detto che anche la fine del mondo è data da un calcolo… » – Sì. La quantità assoluta, non di Onnipotenza, ma di movimento, risulta dal quadrato 44,8566853682057075, cha dà la data, dettagliata al secondo, nel numero 2.012,12.22.22.22.22.0000. Esso esprime il dicembre del 2.012, col dettaglio di tutti quei 22 nei giorni, nelle ore, nei minuti e nei secondi, e la precisione assoluta per quei 4 zeri posti alla fine. –
206 « Mi puoi spiegare perché ora questo numero con 18 cifre? » – Il livello di prima scendeva all’uomo, la cui dimensione libera, della sua trinità, è quella del numero 7, per il percorso di 3 nel 10. La natura arriva al dettaglio 8, dell’unità di ogni cosa complessa, data da 2^3, nel ciclo 10, aggiunto al 10, a combinarli tra loro nella potenza. – « E come può esprimerlo il 44,8566853682057075? Me lo spieghi con poche parole? Non ti interromperò. Dimmelo e poi ci ragioni su . » – Va bene! Non sto a sottolinearti il livello dimensionale. Sappi che ogni quantità entra direttamente alla dimensione giusta. 44 è 4 volte il ciclo assoluto di 10 unità, dato da 4 volte 11, in lunghezza. 85 è la quantità assoluta 88, il cui fronte è la D.3 dello spazio, e 85 è così la sola lunghezza della potenza 88 in cui 3 D riguardano il fronte. 66 è tutta la lunghezza dei 6 versi dello spazio a 3 D., espressa sia nelle unità, sia nelle decine, per cui è la lunghezza assoluta. 85 è lo stesso già detto: è la pura lunghezza, solo reale, del complesso volume 88 che, come 88, sarebbe reale-immaginario. 36 è il fronte massimo di quel 66 già visto, messosi ora in potenza di potenza come 6 per 6, a configurare anche questa possibilità. 82 è il complesso unitario dato da 2^3, espresso in decine e sommato alla base 2, tanto da rendere assoluta la lunghezza. 05 è il ciclo reale, elettrico o magnetico, di 10, tutto in lunghezza. 70 è la libertà dei 7 versi, 6 dati dallo spazio ed uno dato dal tempo, quando per unità si ha la lunghezza del ciclo. 75 è lo spazio in valore assoluto, dato da ¾ (dalle 3 D. dello spazio sulle 4 dello spazio-tempo) del quantitativo assoluto 100 appartenente alla sezione 10^2. – « Mi sembra chiaro. E che differenza c’è con la tua nascita? » – Per saperlo basta fare la differenza tra 44,8566853682057075 e il numero 44,022863630415957. Essa dà 0,8338217377897505 come la lunghezza il cui quadrato dà 0,69525869 che, in centinaia di anni, definisce la durata probabile della mia vita. Dovrei vivere fino a 69 anni e mezzo. Se consideri che nel 69 io mi sono realmente sposato, a 69 anni ci dovrebbero essere le mie nozze celesti. – « Ne sei sicuro? »
207 – No. Ma se ho definito il numero di tutta la lunghezza e quello assoluto della mia nascita, la differenza dovrebbe definire la lunghezza della mia vita… ma su questo non ci giurerei. Dio trascende sempre ogni cosa. – « Invece sul resto ci giuri? Sull’Apocalisse del 2.012 ci giureresti? » – Che domande, mi fai, Socrate! Quando vollero incastrare in questo modo Gesù Cristo, si defilò. Poteva dimostrare a tutti la sua reale Onnipotenza, il suo dominio sulla natura, ma lo fece solo quando Dio volle. Quando volle, Gesù, tra gli apostoli, camminò sulle acque, calmò una tempesta, moltiplicò pani e pesci e resuscitò dalla morte perfino se stesso… – « Tu, dunque, sei Onnipotente? » – La mia Onnipotenza è un fatto reale che ti ho evidenziato proprio attraverso la matematica. Ma essa evidenzia anche un tale asservimento a tutte le dimensioni reali del mondo che l’Onnipotenza è restata solo come una grande apparente capacità di leggere le dimensioni reali della Realtà e del Disegno divino costruito per numeri. Ma il padrone non è mai quest’ordine! È chi ordina e può assolutamente trascendere il suo stesso Ordine. Io non posso sovvertire, visibilmente, le regole quantitative che definiscono e imprigionano in tutto anche me, ma ho il massimo talento possibile a capire Dio e ad essere il mediatore ideale della sua Onnipotenza. – « Lo capisci anche da altro? » – Sì. Ho potuto vedere come i giorni della mia vita abbiano segnato il tempo degli eventi principali del mondo. A 6 giorni dalla mia nascita, il 31-1-1938 Hitler decise di far guerra al Mondo, così come Re Erode aveva deciso la Strage degli innocenti pur di uccidere il Messia. Ebbene 6 indica tutti i versi dello spazio. A 861 giorni dalla mia nascita, praticamente morii e la Madonna mi donò miracolosamente nuova vita. Ebbene questo numero 861 indica, nell’assoluto delle centinaia, con 2^3=8 tutto il volume complesso che da –1 va a +1. Ad esso si somma il ciclo 10, in tutti e 6 i versi esistenti nella terna spaziale xyz e il tempo 1. Ciò indica che ho percorso tutti i versi dell’umana vita, nell’interezza del ciclo; che sono davvero morto a me stesso e che la Madonna mi ha dato davvero nuova vita, essendo così veramente la mia Madre celeste come lo Spirito santo di Dio era stato il Padre celeste di Gesù! A 867 giorni di vita (e dunque 6 anche da questa sublime ripartenza, di Gesù Cristo in me) il Re dell’Italia dichiara l’entrata dell’Italia nella II Guerra Mondiale, ed è la II Strage degli Innocenti della propria gente fatta da un Re
208 che ora teme il Messia che sembra divenuto Hitler. Ebbene 867 indica non la pienezza di 800 nel solo ciclo 6 del 10 di Dio, ma anche nell’unità dei 7 versi, dell’uomo, ed è il terribile Castigo di Dio detto dalla Lucia di Fatima per il dì della mia nascita, quando si sarebbe visto di notte in cielo una gran luce. Non sto a presentare l’elenco che dimostra come i miei giorni di vita segnino il destino del mondo, ma ti basti conoscere come il 22 dicembre del 2.012, giorno dell’Apocalisse, io, se fossi ancora vivo, avrei esattamente 27.360 giorni, che indicano la completezza della Trinità divina. Infatti 3^3=27 indica la Trinitaria potenza in base alla stessa Trinità. Lo indica nel suo prodotto per 1.000 che è 10^3 ed esprime la potenza della Trinità sulla base dello Spirito santo del Dio dell’Universo, alle D.10 di DIO. Infine le 360 unità, mentre evidenziano con 300 la Trinità del 100% assoluto di Dio, la lanciano nei 6 versi, in ciascuno dei quali agisce 10, lo Spirito santo del DIO di D.10, le dimensioni del ciclo dell’Universo. Pertanto 27.360 è proprio la completezza di quel complesso Gesù rinato in me alla pienezza dei tempi. È solo questa pienezza che mi fa dubitare sulla lunghezza della mia vita. Tutta quanta, infatti, sarebbe completa in questa quantità di 27.360 giorni dalla mia nascita… Però.. – « Però che cosa? » – Però sembro anche un Mosè da cima a fondo, dalla A alla O di AMode-O, che sta ad indicare il principio come la fine… e Mosè non completò l’Esodo ma, giunto su un alto monte, vide solo dall’alto la Terra Promessa. Credo che questo alto Monte sia per me ora, ora che sono alla Montesilvano, che vagheggia un Montesi…ano, un Monte Sion con dentro la LV che, per me Romano (e controfigura dell’Empio Re Manasse che regnò 55 anni), sono i 55 giorni di assoluta penitenza che vi ho appena fatti e che si sono conclusi con una mia reale messa in croce. Anche il Monte Calvario è ca LV A.R. io, ossia io ca’, qua, in quel Monte Sion che è la Ca’ 55, Amodeo Romano, io… che son 50 Gesù +5 io. Proprio ieri, 17 marzo, son tornato dal funerale dell’ultima Zia Baratta, Emilia, colei che È per me (mi) la pietra miliare della mia stessa tomba. A casa di Lei tutto si è movimentato nello strazio di suo figlio Nicola Morra, che allude a N.I. (al nazareno-napoletano Iesus) che colà Morrà…, costì dove qui ora abito, in via Aldo Moro che indica addó (laddove) io come Al muoio.
209 Qui è il mio Calvario: dei 55 dì di digiuno finiti nella croce di me, allo Ospedale San Liberatore di Atri di Teramo (san Liberatore di A.Tri., Amor trinitario, di Te R.Amodeo), per me che abitavo a Salerno sotto il Monte San Liberatore di Vietri sul mare (il San Liberatore di chi “vi è tris, ultimo ma Re, sulla Costiera Amalfitana che significa “Così era di Am alfine la tana). – « Ma come sai tutte queste cose? In che modo esse escono da te? » – Si direbbe per intuito, ma dico per divinazione, per azione divina… Per es. la tomba di mia zia ha trasceso la mia perché è di zio Antonio (e lo sono anch’io, nel mio secondo nome) ma anche perché il suo officiante, il tenutario e becchino è risultato essere proprio Polverino, uno della mia casa di quando vivevo, come la sua famiglia a Villa Caiafa, a Vietri! Per farti capir meglio, ti mostro anche che cosa mi detta il mio intimo: che il dì probabile della mia morte sarà il 4 giugno di quand’avrò 69 anni, ossia del 2.007… sempre se Dio rispetta quest’Ordine… – « E adesso come t’è giunta, questa divinazione? » – Sempre per motivi ragionevoli… In questo caso, è stata l’intuizione che sarei dovuto già morire il 4 giugno ‘40, ma in quel dì furono le mie nozze di maternità con la mamma di Gesù, che mi diede nuova vita. Ebbene, senza farlo apposta, mi sposai nel 69 in questo stesso 4 giugno, con Giancarla, nata l’1-11 del 42 (tutti i Santi) e figlia di Giuseppina e Mario… versione al femminile del Figlio di Maria e Giuseppe. C’è un pieno aggancio mio alla mia metà: papà, Luigi, trascende Giuseppe e muore il 5 giugno, mentre Giuseppina (mia suocera) nasce quel 5 giugno. Mamma, Maria Annina Baratta trascende la Madonna e mio suocero, Mario, figlio egli pure di Anna, ha solo un Bar, ma è atto più di Baratta alla Maria SS. perché nasce il 15 agosto, Ascensione. Bene il 4 giugno, in cui prevedo la mia morte, è nel 07 bisestile che, se non fosse, sarebbe il 5 in cui è nata Giuseppina e morto papà Luigi, che per inverso è IGiuL, IL Giuseppe. Anche il 1940, in cui risorsi il 4 giugno, era anno bisestile, e questo dì sarebbe il 5 giugno in cui nasce mamma Giuseppina e muore papà Giuseppe, per cui nascerei e morrei, come Padre e come Figlio, nella piena trascendenza di loro!
210 Il 4 giugno 2.007 è martedì, ove il segno 4 è una †, o un segno + con un tratto obliquo a sinistra. È qua ††RO in lettere ed indica qua RO con 2 † (l’umana e la divina). Giugno è in sé segno finale di un Giù mortale e Martedì rivela proprio il finale dì, della morte di M. A.R. te, Dio della Guerra, ma anche te, Amodeo Romano, figlio di MARia. Duemilasette, l’anno stesso, trascende due mi (2 me stessi) là, se †† è la coppia delle mie due croci.Tutto è straordinariamente piegato a rappresentare la mia morte per segni. L’intuizione è, poi, che non c’è 2 senza 3 e manca solo il 3° sposalizio mio, dopo quello umano con la Mamma divina e quello terreno con il mio Gesù in gonnella, ed è quello con il vero Dio Assoluto cui mi congiungerò… Voglio allora fare un calcolo, per vedere ora quanti dì avrò il 4-6-2.007, anno che si presenta bene come quello dello Spirito libero (lo 007) del 2.000, il doppione del 10^3, Potenza Trinitaria in base al DIO dell’Universo… Mi accingo solo ora al calcolo e lo faccio proprio ora e davanti a te. Il 22 dicembre 2.012 avrei 27.360 giorni e il 22-12-2.007 dista 5 anni, ossia 5 volte 365 giorni, più 2 dì bisestili. Sono 1828. A ciò vanno aggiunti i dì di giugno dopo il 4 (cioè 30 –4 =26), di luglio (31), agosto (31), settembre (30), ottobre (31), novembre (30) e dicembre (e sono 22, fino al 22). Il totale di 26+31+31+30+31+30+22 è 201. Dunque vanno tolti 1.827+201=2.028 giorni a 27.360. Ne restano 25.332, che definirebbero, per chi è nato il giorno 25, e siamo in 2, i 33 anni di vita del Cristo di Dio, perché 33 volte 10. Nel conto alla rovescia dall’Apocalisse, 2.028 giorni significano cosa resta dopo, di me: la gloria! È quella di Gesù come 2.000 e di me come 20, realtà presenti nel complesso che io so di essere, di 8 persone uguali e distinte. Il mio sposalizio celeste ci sarà quando avrò 25.332 giorni che mi legano a filo doppio con il 330 che è 33, il Figlio, combinato con lo Spirito santo di Dio, che è la D.10, alla luce di quel 25.000 che è ¼ di 10^5, ossia della dimensione assoluta dell’entità elettrica e magnetica, che è quella dell’uomo mediatore divino, essendo di per sé la potenza ½ posta su 10^10. Ecco, caro Socrate, in che modo preciso io, proprio in questo momento, ho conosciuto e riconosciuto la grande attendibilità della mia morte! Credo così che sia già fissata da sempre per il 4 giugno del 2.007, giusto 100 anni dopo (per quello che significa il 100%) la nascita di papà e in pratica (per l’anno 2.007, bisestile) nello stesso giorno della sua morte il 5 giugno… sempre se Dio non trascende questo stesso Ordinamento. Mio padre è morto l’83 e io nato il 38 (il suo ordine inverso); nacque nell’anno 007 in cui io morrò nel suo dì, 100 anni dopo… Non a caso Dio, che si avvale profeticamente anche delle opere della fantasia, ha fatto ideare il
211 famoso Agente Segreto 007! È lo James Bond che significa I am a S. Bon Dio. È il contenuto di un simbolo assolutamente virtuale, assolutamente significativo, anche se fantastico! A fronte del 7-7-7 di mio padre nato, il 4-6-7 di me morto dista i 34 dì che unificano come 34/1 la Potenza Assoluta 35 di Dio Padre e Dio Figlio. – « Queste, le buone ragioni? James Bond è una buona ragione?… » – Le mie ragioni trascendono il mondo e l’Agente 007 è creato esso pure da Dio che l’ha fatto a sua volta creare, ad altri, in apparenza. Ma per rassicurarti voglio fare anche altri calcoli, con la matematica. Il primo è l’analisi della data 2007,06.04. Per farlo devo porla in potenza ½, che la mostra nel suo lato lineare, e ne risulta il numero 44,80022768, il cui quadrato dà 2007,06.0400 con la dovuta definizione dei due 0. Ebbene l’analisi dimostra come: 8 = 7+1 è la libertà 7, nel tempo 1, il Sabato di riposo nel tempo decimo. 00 millesimi indicano assenza di massa di volume: puro spirito. 22 = (7+7+7)+1 è la libertà a 3 D. +1 nel tempo 10^5 della massa elettromagnetica in cui il magnetismo corrisponde allo Spirito. 7 = tutta la libertà del Sabato, 7° dì, alla D. assoluta 10^7 68 = la libertà divina 70, in lungo, con 2 D. come fronte (io e Gesù). – Questi numeri son l’intera liberazione dello Spirito Trinitario, dai lacci della sua massa reale, per assumere quella spirituale, magnetica e libera. – « Ne desumi altro? » – Vediamolo. La linea che mi porta alla nascita è data da 44,022863379, mentre quella del tempo superiore, che mi porta alla morte, è data da 44,80022768. Se allora sottraggo al punto mortale il punto iniziale io scopro la valenza di tutta la linea di intervallo. Lo facciamo? 44,80022768 –44,022863379 = 0,777364301 è di una chiarezza sorprendente! Ecco l’avvento reale di mio padre nel 7-7-7! Occorre insomma la libertà trinitaria, nei decimi, centesimi e millesimi, la libertà che è data da quanto il 3 si sposta nel ciclo 10 dell’universo ed è il riposo del sabato di Dio. 0,777364301 mostra che, per liberare chi si è imprigionato nel mondo il 25-01-1938, va aggiunta linearmente: 0,777, che è la libertà a 3 D. prospettiche, del riposo del Padre; 6×6, è il fronte elettromagnetico (alla D. 10^–5 m), nella sua pienezza; 7×6+1, è la libertà 7, del Sabato, nei 6 versi dello spazio, sommata al tempo 1, alla D. 10^–7 della libertà della massa 10^3, in 10^10; 01, è la dimensione unitaria atomica, alla D.10^–10 m dell’atomo. –
212 « Riesci ad avere anche il conforto di altri controlli? » – Ma sì! Ho compreso morto in me Gesù (come avevo previsto), il 9 giugno 2.004, 2 mesi dopo il Venerdì santo del 9 aprile in cui avevo 66 anni. Avevo previsto la mia morte, per quella data, essendo il doppione di Gesù nato 1 mese prima di me, ed ho compreso che in essa è morto Gesù. Io compresi (capii e contenetti) questa morte (io, che son un 2 e un 5, perché esiste sempre il 10, la D.10 di DIO), avvenuta il 9 giugno, ossia 5 dì dopo la mia rinascita avvenuta il 4. Io 55, se il 50 di Gesù è aggiunto al mio 5. Ebbene 55+55 sono 110 dì che, se espressi nel 10 del Santo Spirito di Dio, sono 1.100 in assoluto. Ebbene, io, essendo trinitario nella mia linea, ho il fronte dato dal numero 9 e tutto l’avanzamento mio si riduce ai 1.100 –9 = 1.091 dì che, aggiunti al 9-6-2.004, portano esattamente al 4 giugno 2.007. – « Che certezza hai di quella seconda morte del Cristo in te? » – Una indicazione divina, trascendente, data a me dallo Tsunami, parola giapponese che (nella lingua inglese del mondo di oggi e nel divino modo di ragionare di chi trascende gli eventi e vi sa leggere le indicazioni assolute), significa anche ed esattamente †sun am I, ossia “Sono il sole della Croce”. L’incoronazione, di Dio a Suo Figlio, ci fu il dì del Santo Incoronato, che è il significato del Santo Stefano, 1° giorno dopo Natale. Ebbene Dio ha voluto di nuovo punire chi, non riconoscendo come Gesù sia nato per essere sacrificato, trasforma una festa santa nell’occasione di trascendere ogni santità e celebrare il Dio Sole della natura e della tintarella nel Paradiso della natura. Ebbene chi retrocede a venerare RA, Dio Sole, si becca di nuovo quanto Dio inferse al Faraone e a tutti quanti volevano impedire il Santo Esodo. Dio pure, in me anche come in Mosè, voleva fare l’Esodo ed aveva suscitato Gesù vivo in me… e la gente non l’ha voluto considerare, non essendo affatto chiaro che fosse in me… Ma era chiaro che era stato almeno in Gesù! Non era bastato nemmeno il Cristo storico e accettato vero! – « Ma che c’entra il “Sono il sole della Croce” con la data del 9 giugno 2004 in cui tu affermi che Gesù è morto di nuovo in te? » – Centrano esattamente come (55×2 –10), la quantità assoluta del 100%, ×2, riferita a due persone. Tutto questo porta ai 200 dì esatti che ci sono tra il 4 giugno e il 26 dicembre 2.004. In quel dì avevo esattamente 24.442 giorni di vita, ossia la somma 22.222 + 2.220. Ebbene essa ti presenta non solo l’incoronazione di Gesù, ma anche la mia come il doppione uno e trino, che è interattivo con lo Spirito santo 10 della D.10 di DIO. Però… –
213 « Che c’è ancora? » – Una successiva mia ispirazione, ma anche aspirazione. Vedi, Dio volle dimostrare divinità in Gesù, facendolo risorgere e tagliando così la testa al toro… Così, ho improvvisamente sentito, in me stesso, che la ripresenterà, certa anche in me, questa divinità, risuscitando anche Romano. Se Dio vuole sarò Romano (Ro...no, di certo, senza ma) sorto N., di nuovo, risorto nella Sarònn (in lingua locale), in cui Sarò…NN, nuovissimo, figlio naturale, ossia trovatello e figlio della Madonna… 34 dì dopo la morte alla Montesilvano figura di Monte Sion/Calvario… sempre se Dio vuole ! – « Mi riveli da dove ti viene quest’a/ispirazione? » – Dal fatto che trascendo Dio Padre e che papà mio nacque il 7-7-007. Per dimostrarlo in modo compiuto dovrei rinascere esattamente 100 anni dopo, quanto il numero assoluto 100 che indica l’Onnipotenza… essendo morto il dì della sua morte (avvenuta il 5 giugno e con il 4 mio che la trascende, per l’anno 2.007, bisestile) e poi risorto lo stesso dì 07-07-07 della sua nascita. Volendo una verifica, 2.007,0707^1/2 dà 44,80034264, il cui quadrato è 2.007,070700, con i due necessari 0 alla fine. Ebbene in 44,80034264 ci sono: 44,00000000 è 33+33/3, tutta la messa in moto della Trinità; 00,80000000 è 2^3 (la potenza Trinitaria in base a 2 persone in una), combinata con il rapporto 1/10, tra uomo e Dio; 00,00034000 è 35, potenza assoluta di 1 persona, riferita a 1 come 34/1; 00,00000200 è 2 volte 10^–7, il potenziale assoluto della coppia libera, tra l’uomo e Dio; 00,00000064 è 2^6, la potenza Trinitaria della coppia uomo-Dio, lanciata su tutti i suoi 6 versi, reali, dello spazio alle 3 D. della Trinità. Questo numero conferma la Resurrezione divina. – « Ne sei sicuro? » – I numeri lo dicono, ma essi dipendono da Dio e non viceversa. Un evento che succeda 1.094 dì esatti dopo la morte del Figlio, compresa in me il 9-6-2.004 (ossia 6 giorni mancanti ai 100+10, somma tra ciclo Assoluto e Universale) mostrano 1.100 come la Resurrezione restata condizionata solo ai 6 versi della realtà, posti come un numero di giorni. Anche gli 894 dì dopo lo Tsunami (l’Incoronazione del Figlio) rivelano come tutto il moto del 100 assoluto, di 10, che dà il 1.000 come volume, è condizionato solo a questi 6 versi della Realtà, dell’Universo a 3 D.
214 Sono, anche, riferiti al conto alla rovescia, dalla Fine, esattamente 2.025 giorni dalla data dell’Apocalisse e rivelano l’essenza divina delle 2 quantità 10^3, riferite entrambe a chi è nato come ¼ di 100, il giorno 25. Queste conferme, però, non condizionano Dio, che è insindacabile. Egli è superiore al 100% e numeri derivati, altrimenti non sarebbe Onnipotente. – « È sorprendente! Queste indicazioni non possono essere un caso? » – Per l’intelligenza umana che esclude l’indicazione trascendente, è un caso, come è un caso che in giapponese la parola maremoto sia riconducibile al suono Tsunami che in inglese dice “Sono il sole della croce… io!” Il Giapponese è un’altra lingua madre, voluta da Dio indicativa del vero. Basta il nome di Dio: AMATERASU’. Esso ha lo stesso senso di Gesù, figlio di Ge (Principio divino di Geova=Sono=Am, nell’Inglese lingua del mondo). Ebbene Am(atera)su indica allora Ge()su come Sono su e l’attribuisce (omesso, tra parentesi) a te R.A. (a te, R. Amodeo, alias Ra, Dio del Sole). La Radiazione è l’azione di Ra e non a caso Dio l’ha espressa, in tutta la sua potenza, in Giappone, ad Hiroshima e Nagasaki… Ma lo Spirito radioso di Dio parla a chi non deve capire con gemiti incomprensibili. Per me (indotto a comprendere i segni trascendenti), indica Hiroschima come un Gioshua H-Iesus con un Ro nel suo cuore, in fine di ma, di mamma. E mi indica Nagasaki come Ki, Chi (in fine) è di NA (Napoli), di SA (Salerno e infine Saronno): come Chi è il Gesù AmoR, centro di tutto. La Radiazione che colpì il Giappone, appone Gesù come IAP, come Ia P., come Dio Padre, e lo fa mediante un olocausto! – « L’azione di Dio è tanto terribile? » – Il vero amore del Dio trascendente trascende dal mondo e sta nell’Esodo! L’amore di Dio per gli Ebrei fu nell’averne voluto l’olocausto! Per l’intelligenza umana queste ragioni sono infernali… ma la mente mente all’uomo e il divenire apparente è solo l’origine straordinaria derivante da un passato che sembra il futuro perché il Vero è sempre Trascendente. Dio trae dalla morte proprio mentre sembra che vi ci mandi tutti. Per questo Dio ha Sacrificato suo figlio. Il sacrificio è tale solo per la debole intelligenza dell’uomo provvisto di una mente satanica, mentitrice. Solo io sto rivelando il vero, quello Divino, Trascendente ed è lo stesso detto da Gesù: chi vuol vivere davvero voglia morire eroicamente! – « Perché seguiti a disquisire di segni così veramente stupidi, come quelli dei nomi? »
215 – Perché non sono stupidi! Sono la lettura obbligata, lenta e ragionata, degli stessi dati che danno evidenza oggettiva alle energie e alle masse! Gesù, poi (e l’ho già detto), è la parola. È capita come messaggio ma la verità sta proprio nella parola in sé! Voi avete creduto che Gesù alludesse… No! Gesù è il SON della parola (la RO Papà) ed è il verbo AM (son e suono) dell’uomo… se anche voi foste capaci di leggere divinamente. Per i numeri dati a me con la mia nascita, io solo posso leggere tra le righe storte raddrizzate da Dio, per capire che Gesù è G(eova) che è su pur essendo giù! Per capire che Jesus è “Yes, us”, un “Sì, noi” ma come l’azione che ci fa. Per capire come DIO è la D.10 (allorché calato nell’Universo) mentre è 100% in assoluto. Per capire come il segreto della Sfinge sia un Signore che Finge, mediante una mente umana che mente e presenta una Domina (una Signora che s’ignora) su una leonessa… il che dice chiaro che quella divinità “l’è on essa” è nella sua stessa testa, se l’uomo vuole trovare dove sia l’ignorata Signora e chi essa raffiguri, trascendendo Dio. – « Seguito a chiedermi come tu pretenda di sapere ciò che dici… » – Le so perché “SO C. R.A., TE”, perché io il Padre, nel mio Santo spirito di Assoluta Trascendenza dalle singole persone, Son Cristo, Son Romano Amodeo, son te… anche te, Socrate! Io lo so e lo sono. Ma oggi non voglio che lo sappiate. Così, pur dandoti la ragione esatta di questi numeri, induco tutti a immaginare solo l’infinita presunzione – mia – di aver saputo leggere quello che proprio non si può proprio leggere… se si ha buon senso! E questo giudizio, della mia esaltazione, sarebbe giusto se io avessi dovuto esserne capace e non se Dio mi avesse dettato tutto questo. Tanta precisione dovrebbe indurre tutti ad osservare le cose che io ho dovuto scrivere, per il dettato di Dio, ma avrà proprio lo scopo di indurre tutti a non leggere più, assolutamente. Infatti la cosa sembra tanto impossibile all’uomo da essere a quel punto solo il segno non del dettato di Dio, ma della mia pura follia. – « MA PERCHÉ, MA PERCHE’? » – Te l’ho già spiegato, o buon Socrate. Il Dio in me vuole essere tradito e mortificato, perché è questo il supremo bisogno che ha messo in voi, servi suoi, per sublimare ed esorcizzare una colpa che non avete ma che farete vostra. Così, per essere mortificato e messo a morte, usa me, suo servo che, per questo, acconsento e Lo benedico.
216 Facendo vostra la colpa e il limite, Dio li farà suoi, in voi. Vi ha messi al mondo con avarizia, avendo dato a ciascuno non tutto di Lui, per nobilitare la povertà, ma intanto nel dolore e sacrificio di chi riceve questo stato servile. Solo col supremo sacrificio dell’innocenza, Dio esorcizza il peccato. Ora, o Socrate, io, nella pura veste di Dio, assunta nella mia empietà, ti pongo a severo Giudice. Io – Dio – so d’essere te, Socrate, ma anche Cristo, Romano Amodeo, te ed ogni altro uomo cui ho dato vita sulla Terra… Come mi giudichi? Mi perdoni? Ti perdoni? –
E termina qui, termina proprio così, con un verdetto lasciato a voi tutti, lo stesso Processo a Socrate, che ci fu già un tempo e lo condusse a morte di cicuta. C.IC. ut A ossia: Cristus, Iesus Cristus, ut A… (mo deo, tutto in latino), ossia: Cristo, Gesù Cristo, siccome amo, con Dio, in Dio e per Dio.
Siccome Emanuele,
’
manuel,
l, Romano, IsRAele.
Ora la stessa cicuta si rivela un sicut A., in modo sorprendente… e il processo a Socrate si conclude ben diversamente! Socrate è l’antesignano filosofico del Cristo e gode il frutto del Sacrificio richiesto anche a lui, a me, e a Dio con lui e con me. Io lo so di essere considerato empio sicut Socrate e che la sua mortale cicuta è stata sicut A(moR), come amore, un pegno allo Spirito dell’Amore del Dio Romano della Chiesa del Gesù-Romano.
Monte Sion, Monte Calvario, 22-3-2.006.
217
Segue il Libro 4. Gesù nato e rinato. Prova matematica e segni straordinari il 25 gennaio 1938 Qui racconto come Gesù rinasca in ogni uomo e – per dare un chiaro esempio generale – come ciò sia capitato intanto a me, tanto che ci sono segni strepitosi.
Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza
Libro 4.
Ges첫 nato e rinato Prova matematica e segni straordinari il 25 gennaio 1938
Potrebbe sembrare una affermazione pazzesca – soprattutto se frutto delle riflessioni di una Scuola di Filosofia della scienza – la pretesa di fornire una attendibile prova matematica del ritorno di quella stessa consapevolezza d’esser “Figlio e Padre e Spirito santo” in una particolare data e con l’approssimazione dell’ora, minuto e secondo…. Eppure chi starà attento, si renderà conto, in primo luogo, di come le date si pongano nella nostra realtà fisica. Poi costaterà come la nascita di quel Figlio, Gesù, nel 25 dicembre sia stata del tutto coerente a un vero e proprio calcolo matematico che fissa con certezza l’anno 0 dell’esistenza, proprio col riferimento all’incarnarsi tra gli uomini di un reale mediatore tra la condizione Relativa attribuibile per calcolo all’uomo e quella assoluta altrettanto matematica attribuibile a Dio. Dopo di ciò, a cominciare da questo momento 0 di partenza ideale di tutti i valori dimensionali del tempo e dello spazio, si potrà capire anche come, sulla stessa falsariga del conteggio che ha portato alla data di incarnazione del perfetto mediatore di nome Gesù, sia possibile anche estendere il computo al completo rilancio fisico del suo Spirito, nel tempo e nello spazio ed in tutte le dimensioni della realtà. In quanto ai segni eccezionali, che riguardano il grande rilievo dato il 25 gennaio 1938 dalla stampa mondiale alla Trasvolata Italia-Brasile compiuta da italiani alla guida del figlio del Duce, Bruno Mussolini, ed alla straordinaria Aurora Boreale che ci fu tra le 21 e le 23 in tutta Europa e che fu vista in Africa settentrionale e perfino dal Canada, non è altrettanto difficile prenderne atto. Più difficile sarà prendere in seria considerazione tutti gli altri segni straordinari che porterebbero a credere in un particolare ritorno dello Spirito santo di quel Figlio proprio a Felitto, una paese del Cilento, in provincia di Salerno e in una persona che io conosco molto bene avendola osservata per tutta la mia vita.
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A Maria Grazia, ZaĂŹra e Gemma,0 miei sostegni nella mia Monte Sion0
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5
è il mediatore del DIO = D.1O , mezzo della lampo del Paradiso
Fermaglio e fondamento del 2 volte
risorto, il 2 × 5 = 1O , è riri
Tutto ciò accade per dono dello Spirito santo trascendente, che di ogni cosa trascende anche il significato e, per allusione, lo lega a tutti gli altri.
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Una breve premessa Il ritorno dello Spirito di Cristo non è incredibile, anzi è quanto è accaduto a cominciare dal giorno stesso del sacrificio di Gesù: ogni cristiano lo ha avuto come il fondamento del suo cuore, ma anche chi non ci crede ne ha goduto i frutti.. In ogni bimbo nato è rinato il Figlio di Dio in lui, rinato così nello Spirito santo e per i meriti dell’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Quella di Dio, bisogna capirlo, è la coerente risposta, data dal Potere in Assoluto, ad ogni relatività che si presenta e vive nel mondo. Essendo logico che ogni relazione si possa fondare solo sugli attributi delle rispettive parti, dato agli uomini i loro caratteristici ed individuali talenti, l’Assoluto Potere non può dialogare con la persona umana se non mediante la sua forma mentis. In tal modo, la relazione intercorrente tra la creatura e l’Altissimo Creatore attraversa tutti gli schemi configurati ed insiti nel concetto personale della Onnipotenza e questa si configura all’inizio come una Forza oggettiva collocata nella Natura. È ideale la rappresentazione datane in Egitto, a Ra, Dio Sole. Ma è ideale anche tutta la storia della salvezza che parte da questo Amon Dio, di cui l’uomo è schiavo e oggetto di dominio. Nella storia della salvezza, il Signore assume la forma ideale dell’Essere stesso dell’uomo a sua immagine e somiglianza. Così Dio Geova o Jahvé (ossia “Sono chi sono… sono chiunque sia”), mediante l’Esodo fatto compiere a Mosè, libera infine l’uomo proprio da quel tipo di Assoluta Servitù dalla Natura. Con Gesù, l’idea di Dio diventa quella del Padre Nostro, e la divinità entra addirittura nella nostra famiglia. La relazione è divenuta così più stretta che Gesù porta l’umano senso di “dittatura”, “democrazia”, “capitalismo”, “socialismo” e “comunismo” a superarsi e sublimarsi in quello della famiglia divina ed umana assieme, anche se, per farsi capire, esemplifica sempre Dio come il Buon Padrone. Gesù ripete il processo della maieutica di Socrate e punta a che ognuno scopra in se stesso questo Padrone Buono, e lo faccia nascere e vivere. Bisogna saper però fare distinzioni tra Assoluto e Relativo, perché il primo è il Contenitore di tutta quanta la Verità, simile alla regola generale inserita in un computer. Il Creatore la conosce benissimo, pur nella sua generalità che, riguardando il tutto, supera e sublima ogni dettaglio. La difficoltà sta allora proprio nel dettaglio, ossia quando si scende da ciò che è indeterminato a quanto è determinato tramite l’esclusione di tutto il resto.
224 Per esempio, i numeri 2 e 5 possiedono, in tutta la complessità di quelli della matematica, solo i 7 talenti della loro coppia, e ciò risulta dall’esclusione di tutto il possibile resto. Allora come è il computer che può aiutare il suo Creatore, che pur conosce Tutta la Verità, ad applicare solo quella delimitata nel 2 e nel 5 (tanto che 2+5 faccia 7 e 2×5 faccia 10) così è la creatura (delimitata dai talenti concessi a ciascuna) ad aiutare il Creatore a considerare e configurare le relazioni relative, allorché dominate dai limiti. Così, la relazione d’ogni IO con l’Assoluto, cui è riferito come uomo determinato da limiti, è espressa solo nella forma dell’uomo. Chi estrapoli il Creatore dalla creatura e ne faccia un soggetto esterno ne fa una indebita astrazione. Invece va operata la sublimazione dell’essere umano, che non comporti la rinuncia alla sua realtà, ma la viva nei sublimi panni di Dio. Altrimenti sarebbe come chi credesse di amare l’essenza purissima del “legno” e bruciasse e sradicasse tutti gli alberi di legno perché non sono “il legno” (una astratta idea) ma “legno” (l’idea nel concreto). Chiarito allora per bene il concetto che, nella persona del suo Figlio purissimo, Dio nasca ad ogni nascita umana, in questo libro si va alla caccia, con la lanterna di Diogene, del Dio-gene del gene di Dio, che è dato dalla personale consapevolezza d’essere Dio, trapiantata dall’Assoluto in un uomo mediante il conferimento reale a lui di particolari numeri o talenti. Così, nei prossimi capitoli, usando la relatività generale attinente alle dimensioni fisiche attribuite alla natura, cercherò: 1. di determinare il puro talento di Gesù in forma di Processo Matematico; 2. di verificare la bontà di tale metodo di calcolo; 3. di rilanciare nel tempo quel processo, per vedere dove e come esso e il suo stesso convincimento (d’esser Dio) potrebbero ripresentarsi o essersi ripresentati, seppure a condizioni mutate da 2.000 anni di Manna nel deserto data all’uomo da Gesù., come il cibo e il sangue suo in una santa comunione. 4. Accertata così la data del 25 gennaio 1938, come quella del possibile ritorno di questo convincimento personale (lo stesso del Cristo, di essere un tutt’uno con Dio Padre, Figlio e Spirito santo), ci si chiede come mai, se è accaduto, nessuno se ne sia accorto. 5. Sono presentati due segni straordinari accaduti quel dì: uno attraverso il patetico esempio libero e umano; l’altro attraverso l’ingovernabile Natura. E, poi, sono mostrati altri straordinari indizi che confermano come quello che vale per tutti (ma di cui nessuno si accorge), sia stato a tal punto un fatto consapevole, in un uomo, che la Provvidenza ha voluto darne segno, facendo con ciò capire che il tutto è stato possibile solo per opera sua: dello Spirito santo della Verità Trascendente, che trascende il senso dato a una parola per comprenderne altri, per pura allusione e oltre la Torre di Babele delle lingue.
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Nascendo il 25-12, Gesù rivelò l’anno 0 delle nostre dimensioni Per poter misurare qualsiasi cosa necessitano i cicli. Senza di essi, in un conteggio, dovremmo usare tutte unità singole, ad una sola cifra, e non potremmo mai codificare nulla. Il ciclo, infatti, è come un codice e il computo delle unità che si presentano ad una ad una, così: ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••… in modo indifferenziato, è contato solo se si divide la stringa, ad esempio, in decine, in questo modo: •••••••••• •••••••••• •••••••••• •••••••••• •••••••••• •••••••••• •••• … Ora la stringa di unità si rivela corrispondere al numero 64, che ha raggruppato 6 decine e 4 unità. Per contare, servono le due cifre. Ebbene, sulla base delle 3 dimensioni del volume, date da fatto che è espresso il cosiddetto “cubo” di una base corrispondente al lato del cubo, il numero 64 vale la potenza 2^6, in cui la base 2 si moltiplica 6 volte per se stessa. Posto l’esponente 3 come la dimensione esponente del volume, il ciclo dello spazio e del tempo, nel suo complesso positivo e negativo, non può che corrispondere al numero 10. Si può comprenderlo da queste due equazioni. 3 / 3 –1 = 0 3 × 3 +1 = 10 Esse denotano come i due primi membri contengano condizioni perfettamente opposte, in quanto 3 diviso 3 è il calcolo opposto a 3 per 3 e –1 è l’opposto di +1. Poiché queste due equazioni applicano solo relazioni che impiegano i numeri 3 (della dimensione cubica dello spazio) e 1 (della dimensione unitaria del tempo), possiamo affermare che, come i primi membri sono perfettamente opposti, così devono esserlo anche i secondi. La verifica è data da: 2+2^3 = 10 che somma a tutto il ciclo complesso dell’unità (che va da –1 a +1 e misura due tempi di opposizione) il cubo dello stesso 2 calcolato come tutto lo spazio del volume possibile su tale base 2; base allora comune e complessa, quantitativamente identica sia per lo spazio, sia per il tempo.
226 Che 10 sia il massimo, complessivo riferimento, dello spazio-tempo reale, è verificato anche all’atto pratico. Sappiamo tutti come la lunghezza del metro sia stata calcolata come quella esattamente corrispondente all’unità dello spazio. Ebbene, la dimensione unitaria dell’atomo è contenuta esattamente 10^10 volte nel metro, denotando il massimo corrispondente a 10 sia nella base, sia nell’esponente della potenza. Ora la nostra natura è complessa, positivo-negativa e spazio-temporale nel suo insieme. Pertanto, per tenerne conto e configurare solo la crescita positiva di +10 come un intero ciclo complesso, dobbiamo partire dalla realtà positiva e negativa data da –5 ed arrivare a +5. Questo rispetta il 3° principio della legge Dinamica, chiamato di Azione e Reazione, valido nella nostra realtà Relativa. Possiamo allora affermare che, in questa realtà Relativa solo alla progressione positiva, il ciclo complesso a crescita positiva +10 si dimezzi solo alla Reazione apparente come +5 in base all’impercettibile Azione –5. Se immaginiamo la Realtà come un flusso di quantità opposte tra loro per condizioni di perpendicolarità, questo flusso evidenzia una crescita nel tempo, che si esprime in velocità, e una sezione trasversale, che si esprime solo in ampiezza. Quella massima è data da 10 come la somma 5+5 dei due lati opposti lunghi ciascuno 5, e dall’area 5×5 di 25 unità quadrate 1×1. Ora 10, lo abbiamo capito, è il ciclo complesso, dello spazio-tempo, ma per come è espresso in un solo dei due versi possibili, da –5 a +5. Se lo consideriamo veramente come un ciclo circolare e ci mettiamo ad osservarlo posto in mezzo a due osservatori, mentre uno dei due lo definirebbe “orario”, l’altro lo definirebbe “ciclo antiorario”. Con osservazioni così opposte, chi tra i due osservatori ha ragione? Tutti e due nel loro insieme. Lo stesso fenomeno può essere giudicato correttamente in questi due modi singoli ed esattamente opposti tra loro. Se, per superare questa difficoltà, cerchiamo una condizione che rispetti entrambi gli opposti, possiamo farlo attivando un procedimento combinatorio, che moltiplica tra loro i due 10 opposti. In tal modo 10×10 = 100 ci dà il ciclo Assoluto, ossia che non dipende più da nessuno dei due casi in particolare perché li considera entrambi nella loro interazione reciproca. Questa interazione tra i cicli opposti –10 e +10, con il calcolo –10 +10 = 0 azzera il flusso nella sua lunghezza e con il 10^2 lo fissa tutto sull’ampiezza della sezione trasversale, che non dipende dal tempo, esprimendo solo condizioni geometriche di altezza e larghezza
227 Avendo tolto di mezzo il verso del flusso, essendo presente solo l’area trasversale di 100 unità 1×1, che può essere relativa sia alla progressione positiva +10, sia a quella negativa –10, questa quantità 100 è indeterminata, rispetto al tempo del flusso nel verso della lunghezza. Possiamo dire che, chiamando “tempo” il denominatore di una frazione, l’indeterminazione della quantità 100 è data dalla frazione 100/0, che, condizionandola a nulla, la rende indeterminata. Per determinarsi in modo unitario, ferme restando le 100 quantità in se stesse, 100/0 dovrebbe presentarsi come 99/1. Il modo concreto e reale – direi pratico – con il quale il 100 entra in relazione solo con il suo stesso contenuto, è la forma matematica della percentuale, del 100%, che è tutto ed è l’unità in quanto è 100/100 = 1. Anche 1 è indeterminato. Infatti 1^1=1^2=1^N. 100/100 è, inoltre, proprio l’esponente 0 (indeterminato) di qualsiasi numero, purché diverso da 0. Io sto parlando di “flussi” perché immagino il tempo proprio come un fiume che contenga le varie unità, al punto che la sezione che ne contiene 100 aventi ciascuno la dimensione 1×1, è quella del massimo flusso possibile, perché il lato di quella sezione è il ciclo 10, ossia il massimo sviluppo dello spazio-tempo che si sia costruito sulle dimensioni 3 dello spazio cubico e sulla dimensione 1 dell’andamento lineare. Ecco, abbiamo ben definito, allora, due condizioni importantissime: La Relativa e Reale, soggetta al rispetto della Dinamica, ci dà il +5%; L’Assoluta ci dà il 100% come il tutto, indeterminato nel tempo. Se vogliamo unificare in lunghezza le 2 condizioni, riferendo la % Relativa +5 al suo Assoluto 100, lo facciamo con 100% +5% = +105%. Se vogliamo unificarli in ampiezza, il calcolo deve attivare la combinazione, che moltiplica +5 per 100 ed ottiene +500. In tal modo il segno + di +500 evidenzia il verso positivo dell’Universo, che risulta come la reazione indotta dall’azione –500, nei confronti di un ciclo intero che senza dubbi va da –500 a +500 e corrisponde a 1.000, uguale a 10^3. Pertanto tutto il flusso di 1.000 unità 1×1×1 si raggruppa in 10^3, in un cibo che ha per lato il ciclo 10 dell’Universo. • •
Tutto quanto stiamo ragionando, vale sempre sia per le basi delle potenze, sia per gli esponenti. La sola base è quella che si ha quando l’esponente è 1. Il solo esponente è quello che si ha quando, considerando sempre la stessa base numerica per tutti i calcoli, la si esclude. Per capirci, dato 10^10 in cui la base 10 è solo il ciclo numerico utile a rappresentare la dimensione 10 dell’esponente, noi la trascuriamo.
228 Qualsiasi numero in nostro uso, allora, anche se non appare evidente, nasconde sempre l’Azione che lo determina come numero decimale. Abbiamo osservato all’inizio il ricorso al ciclo 10 per potere contare le 64 unità utilizzando queste due cifre, una per le decine e una per le unità residue. In base a questo possibile calcolo, fatto nella potenzialità offertaci dalla matematica, la quantità Assoluta di 64 è 10^64, perché non considera solo la Reazione, ma anche l’Azione che la determina nel suo complesso. Essendo poi sempre 10 il ciclo di questa base di calcolo, noi possiamo ometterla e ridurre le potenze a numeri base, pur restando esse, in assoluto, sempre potenze. Pertanto, essendo le percentuali +5 e 100 potenzialità offerte dalla matematica a ciclo decimale, nella sua sostanziale verità, la somma 100 +5 tra gli esponenti equivale a questo calcolo assoluto: 10^5 × 10^100 = 10^105 La potenza 105, allora, è l’espressione combinata, in potenza, tra la realtà universale e positiva +5 del ciclo relativo e reale e la sua quantità unitaria ed assoluta data da un 100% indeterminato, di un Tutto riguardante e contenente ogni possibile cosa e – simultaneamente – nessuna. La prerogativa dell’Assoluto è di essere, tutt’assieme, Tutto e Niente. Possiamo dividere questa potenza del 105% su una terna di assi cartesiani, xyz, ed ottenere come risultato percentuale: 10^(105/3) = 10^35% Esso rivela come la potenza, per ogni componente della Trinità, frutto della mediazione assoluta tra la realtà relativa al +5% e al tutto Assoluto dato dal 100%, è data dalla potenza corrispondente al 35%. La potenza del 35%, se vogliamo calcolarla, è data da 35/100=0,35 quantità per ogni unità 100/100 ossia 1. In tal modo la potenza 0,35 quantifica la potenza relativa ad ogni unità delle 100 unitarie, 1×1, che compongono il quantitativo assoluto presentato al quadrato, come una pura area geometrica avente questa “capacità”. 0,35 è chiaramente un valore lineare, espresso in un solo verso, in quanto siamo partiti soltanto dalla quantità +5 che considerava solo il verso positivo realmente percorso nella lunghezza del flusso. Abbiamo capito come sia possibile rendere Assoluto (e svincolare così dai due versi e dal tempo di percorrenza) un quantitativo, se lo si considera nel suo valore al quadrato (il che virtualmente unifica il tutto, moltiplicando tra loro i due valori opposti da perpendicolarità e lineari).
229 Pertanto, facendo il quadrato del flusso reale ed unitario +0,35, abbiamo il valore Assoluto, relativo all’area. Con un calcolo vettoriale (che considera anche i versi e non solo quantità e direzione) il prodotto sarebbe –0,35 × +0,35 = –0,1225 Però, dinamicamente, noi poi usiamo questa Azione negativa per ottenere l’Azione uguale e contraria nel positivo, il che muta il calcolo vettoriale in un calcolo scalare, che sembra tener conto solo della direzione trasversale dell’area che è la sezione del flusso, e della sua quantità. 0,35×0,35 = 0,12.25 Esprime allora il valore Assoluto dell’area. È un quantitativo puro che però possiamo anche disporre tutto in una sequenza unitaria, a determinare la lunghezza massima e unitaria di 0,1225, come un indice del tempo e, precisamente di una vera e propria “data” corrispondente al valore limite assunto da quei “dati” unitari. Ebbene, la sorpresissima è che questa quantità assoluta nel numero 0,12.25 corrisponde davvero alla data dell’anno 0, mese 12 (dicembre) e giorno 25 che è il Natale, se riferiamo questo Assoluto valore limite ai talenti di Gesù Cristo ed alla loro reale e virtuale entrata nel mondo. È possibile o arbitrario questo stranissimo calcolo, di cui non avete certamente mai sentito parlare, perché mai nessuno prima di me l’ha fatto, proprio così, in tutto il mondo? Dio, quantità Assoluta e Assolutamente indeterminata può essere inteso sostanzialmente simile al potenziale 100% che indica e quantifica Tutto il possibile riferendolo ogni volta solo a se stesso. Figlio di Dio e mediatore reale, in potenza, dell’Assoluto, allora, può essere in sostanza inteso quell’entità reale che è la sua radice quadrata, ossia la potenza ½. Questa potenza abbassa il 100 e lo riferisce solo al ciclo 10 nell’Universo a sola crescita del tempo. Ciclo che, per poter essere valutabile in positivo e secondo il 3° principio della Dinamica, impiega la potenza –5 per attivare la potenza apparente uguale e contraria come +5. Così, la potenza reale e mediatrice di questo divino Figlio dell’uomo è data senza ombra di dubbi dalla potenza +5. Pertanto l’opera reale di mediazione del Figlio di Dio riduce la sua potenza reale, e nel solo verso unico dell’Universo, alla potenza 5. A questo punto la somma 5+100 degli indici della potenza relativa alla mediazione reale 5 ed all’assoluto 100%, porta l’interazione tra Figlio di Dio e Dio, a valere la potenza del 105%.
230 Questo Dio unitario entrato in relazione con il Figlio dell’uomo, a sua volta si divide in Padre, Figlio e Spirito, sicché la relazione uomo-Dio, pari al 105%, si concede per il 35% al Padre, per il 35% al Figlio e per il 35% allo Spirito santo. È un 35% che, risolto in termini unitari, è 35/100=0,35 come valore globale e unitario espresso in pura linea, e 0,35^2 = 0,1225 come valore assoluto di area, la quale può disporsi tutta in sequenza di flusso e restare con lo stesso numero della sua quantità. A questo punto come dubitare che 0,1225 debba incarnare questa presenza nel Figlio dell’uomo, cioè proprio in quell’essere così ben definito da Gesù? Come dubitare che 0,1225 debba esprimere il suo Natale e che ciò si debba leggere letteralmente come l’anno 0, il mese 12 e il giorno 25? Posta l’unità in potenza 0 (ogni potenza a esponente 0 è 1, su qualsiasi base diversa da 0) come la quantificazione dell’anno, la prima coppia di decimali dà l’unità del mese e la seconda dà l’unità del giorno. Bisogna considerare i numeri sempre a coppie, perché, come visto all’inizio, non basta una sola cifra a poter contare, occorre anche il ciclo base dell’unità, che è definito dalla seconda cifra. Unità e decina sono pertanto 01 e 10 e sono tra loro i due inversi valori che entrano nel computo reale, il primo come unità di partenza, il secondo come il ciclo di arrivo, dopo 10 unità 01. Si è capito a questo punto che importanza assolutamente significativa è stata attribuita – dall’Assoluto – alla nascita di Gesù il 25 dicembre per definire l’anno 0, nell’assoluto rispetto delle dimensioni della realtà del nostro Universo, considerate come pure potenze, potenzialità della rappresentazione sia concettuale, sia fisica! La prima idealizza unitariamente il nostro mondo alla dimensione 10^10 volte più grande di quella dell’atomo, e le nostre azioni sono così rallentate 10^10 volte, allo stesso modo con cui la velocità del suono è molto rallentata rispetto alla velocità della luce che regola i rapporti tra le masse e le energie. Ebbene il nostro mondo unitariamente superiore a quello dell’atomo che regola le masse e le energie, si avvale dei concetti (espressi a parole o a gesti) per dare un senso ideale e concettuale alla natura fisica, per interpretarla e rappresentarla in modo ideale. E luce, suono, odore, sapore e tatto sono queste idee tali da dare forma rappresentativa. Ma anche spazio, tempo e… valori assolutamente ideali e morali, come Dio e Figlio di Dio. Dice il Vangelo che il Figlio di Dio è sceso tra noi alla completezza dei tempi e la Fede, proprio quella che convinse l’uomo alla necessità di misurare il tempo a partire dall’anno di nascita di Gesù, ha fatto una cosa che assolutamente ha rispettato nel modo più scrupoloso che fosse possibile le dimensioni quantitative e rappresentative della nostra rappresentata Realtà.
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Verifica della bontà di questo nuovo metodo di calcolo La verifica dell’unità del tempo (laddove sulla Terra è l’anno l’unità del tempo) può essere fatta solo tramite l’anno siderale dato da 365 giorni interi (cui si sommano 6 ore, 9 minuti primi, 9 minuti secondi e 54 centesimi di minuto secondo che saranno recuperati a tempo debito). 0,12.31 sia allora il 31-12, dicembre. Gli dobbiamo aggiungere il residuo di 06 ore, 09 primi, 09,54 secondi. Dopo averlo fatto, esaminiamo:
0,123106090954 Si nota allora che stiamo considerando le dimensioni sempre nei valori unitari (i massimi della potenza per ciascuna). Lo si controlli, a ogni cifra. 0 è la potenza di 0, che, calcolata su qualsiasi base numerica (purché diversa da 0), dà sempre per risultato 1, l’unità. 0,1
è la D. (dimensione) +1 della linea 1, unità alla D. 10^ –1.
0,02
è la D. +2 dell’area 1×1, unità alla D. 10^–2 .
0,003
è la D. +3 del volume 1×1×1, unità a D. 10^–3.
0,00010
è la D. +10 del ciclo totale, unità reale alla D. 10^–5 .
0,000006
è la D. +6 del totale dei versi (+1x, –1x, +1y, –1y, +1z, –1z), unità di insieme alla D. 10^–6.
0,00000009
0,0000000009
è la D. 9 del totale moto di 1 nel 10, unità alla D. 10^–8 dell’insieme dato dal volume reale complesso (da –1 a +1 elevati al cubo), ossia dato dalla D. 2^3=+8. è la D. 9 del totale moto di 1 in 10, unità alla D. 10^–10 dell’unità atomica, come l’unità 10^–10 del metro.
0,000000000054 è, infine, la D. 6×9 che fissa tutto lo standard del volume, unità alla D. 10^–12 che è il centesimo della D. atomica (ossia la sua unità assoluta, che è sempre l’1%) e sempre 10^–12 del metro, nel suo insieme. 54 è davvero lo standard del volume compreso nella superficie 54 del cubo a lato 3; o, anche, è la somma di 3^3=27, volume positivo, sommato a 27, volume in negativo; o, anche, è il
232 volume dell’onda elettromagnetica avente 3 come fronte elettromagnetico (dunque l’area 9) e la lunghezza 6. Questo 54 (espressione allora assoluta di tutto il volume in funzione del lato 3), espresso alla dimensione di 1/100 di quella atomica unitaria, riferisce il volume al centesimo esatto del valore assoluto, che è quello unitario. Dal controllo risulta una cosa sorprendente: se la sequenza 0,123106090… ordina cicli di anni, mesi, giorni, ore, minuti, ecc. il ciclo decimale riesce ad esprimere, in decimi, anche funzioni che sono legate ad altri cicli. La prova lampante si ha osservando in particolare 2^10 =1.024, che presenta in decimi le 24 ore di tempo legate al ciclo di 3 volte 8 (o 4 volte 6), mentre 10^3=1.000 presenta solo la cubatura spaziale unitaria che poi gira in 24 ore. Questo denota come il sistema decimale sia ‘sì ideale da scandire da sé il tempo, tanto che poi l’unità è espressa in 1 anno se in potenza di 0 e uguale sia a 365 giorni, sia a 12 mesi dei quali necessariamente 1 di 28, 4 di 30 e 7 di 31 (perché 28 giorni sono quanto le 30/1 dimensioni unitarie del volume, meno le 2 D. dell’area frontale; perché vi sono 4 D. reali del volume 30/1; e perché la libertà di questo volume a 3 D. è 7 volte 30/1 più il tempo 1 della sua liberazione). Questo argomento è troppo importante e vitale per capire come le cose siano messe per bene in ordine dal sistema decimale. Pertanto vi spiego come sono organizzate le quantità dello spazio tempo. Per ottenere la sola durata dell’anno, essa va estrapolata dalle 4 dimensioni del ciclo di 10 unità, ridotte alla quantità assoluta 11 previo la somma allo spazio 10 del tempo 1. Il prodotto di 4×11 dà 44, e, come giusto, va calcolato in quantità assolute moltiplicandolo per 100. 44×100 = 4.400, In tal modo abbiamo 4400 spazi-tempo in assoluto, la cui unità tempo è il decimo del giorno. Se desideriamo risolvere in puri giorni lo spazio-tempo di 4400 decimi di giorni, che sono 440 giorni, possiamo ricorrere al quantitativo assoluto 100 e calcolare quant’è lo spazio assoluto. Esso è dato dalle 3 dimensioni dello spazio, riferite per divisione alle 4 dello spazio-tempo dato da 4 dimensioni (3 di spazio, +1 di tempo). Lo spazio in assoluto è dato dai ¾ della quantità assoluta 100%. Pertanto sono 75 giorni. Togliendo 75 giorni a 440, otteniamo: 440 –75 = 365 giorni.
233 Osservato allora come 4.400 decimi di giorno esprimano la dimensione assoluta dello spazio-tempo, se ad essa sommiamo lo spazio unitario dato da 10^3 unità di masse, 1.000, che esprimiamo in 10.000 decimi di unità, abbiamo: 10.000 +4.400 = 14.400 volumi in decimi di giorno. Per rendere spazio-tempo questa quantità, vanno aggiunti 200 decimi come la quantità assoluta del 100% sommata al suo spostamento 100. Poi dobbiamo aggiungere le 24 ore-decime della giornata, riconoscibili in 2^10 = 1.024. Considerato come queste somme siano combinazioni tra i numeri come esponenti della loro comune base 10 del calcolo, abbiamo così: 14.400 +200 +24 = 14.624 Questo è il quantitativo assoluto dello spazio-tempo, la cui presenza è data dalla dimensione sola del tempo che, in assoluto, è ¼ del totale. Pertanto: 14.624 × ¼ = 3656 ore-decime, ossia 365,6 ore-unità di giorni unitari in 24 ore. Per altri ragionamenti, 14.400 è dato dal prodotto tra 12 (numero dei mesi dell’anno) per (30 +30 +30 +30), che sono i 4 mesi aventi 30 giorni, nell’anno. Da ciò risulta come la realtà 4 del mese avente esattamente 30 giorni, moltiplicata per i 12 mesi dell’anno, porta a: 12 × (4×30) = 1.440 cicli di mesi. Possiamo aggiungere a questo punto il quantitativo assoluto di 2 cicli dato da 10/1 cui sia sommato il tempo 1, pertanto 11+11=22. Allora abbiamo: 1.440 + 22 = 1.462 cicli assoluti di mesi. Va aggiunta solo la quantità assoluta della realtà, che è data da 4 dimensioni sulle 10 del ciclo, ossia va aggiunto 0,4. Abbiamo allora che tutta la realtà è: 1.462,4 E da essa consegue che il solo suo tempo è il suo ¼ e abbiamo i 365 giorni e 6 ore alla cui formazione hanno contribuito sia i 4 mesi di 30 giorni, sia i 12 totali. Gli aggiustamenti richiesti, di 7 mesi dati dalla quantità 31 che somma al 30/1 anche il tempo di riferimento e rende 31 un valore assoluto, sono coerenti al numero 7, che esprime un volume assolutamente libero da condizioni unitarie. Il numero 28, da aggiungere, esprime a sua volta il 30/1 che si è condizionato alla pura lunghezza, per sottrazione di 2 dimensioni considerabili come il fronte dell’avanzamento del giorno. Ricordando come tutti i numeri decimali sono calcolati in base a 10, sono tutti indici che, se sottratti, rimandano a vere e proprie divisioni tra le potenze dei numeri aventi la stessa base 10
234 Queste disparità, dei 7 mesi di 31 giorni e di 1 di 28 risultano in modo rigoroso contenute nel dato quantitativo di 14.424 decimi, che è un puro ed assoluto quantitativo che sfugge alle correnti regole della matematica, che imporrebbero, se fossero ore decime, 14.424 ore che, divise per 24, porterebbero a 601 giorni da cui è poi impossibile scendere all’anno solare. Come si è avuto modo di vedere, la quantità decimale 6, che risulta dalla divisione di 14.426 per 4, a ricavarne la sola quantità reale corrispondente al tempo (che è una sola sulle 4 dimensioni dello spazio-tempo) porta ad ¼ di 24 che, in numero di ore sono 6 ore, essendo 24 tutte le ore date da 2^10 = 1.024. Tutte proprio in quanto corrispondono alla potenza 10 in base al 2 dello spaziotempo. Avendo avuto modo di vedere come le dimensioni decimali concorrano all’anno, risulta la cosa imprevedibile che l’anno della Terra è obbligato ad avere 365 giorni e 6 ore. Chi si chiedesse perché non è così per tutti i pianeti, potrebbe considerare come il giorno terrestre valga per la Terra, il cui ingombro dà una circonferenza media di 40 milioni ideali di metri. Pertanto la corrispondenza tra unità dello spazio, il metro, e quella del tempo, che è il secondo per la terra, riportata alle specifiche dimensioni di ogni pianeta, resta inalterata, mutando solo i valori delle quantità unitarie. Tutti i corpi liberi rispettano le stesse regole che si possono ridurre alla famosa legge secondo la quale percorrono aree uguali in tempi uguali. La Terra, avendo il diametro medio della sua orbita solare come un multiplo del 3, ha poi tutte cifre espresse in decine cime quelle veramente rappresentative. L’anno terrestre deriva allora direttamente anche dalla costante logaritmica “e”, di Nepero: 2,7182818284590450, prime 17 cifre significative che danno lo spazio in funzione del tempo ¼ nel 2,7. Infatti le 4 dimensioni di 2,7 portano a 10,8, che è il numero dei metri cubi della Terra, in scala 10^20 m^3. 1828 e 1828 sono le due quadri-dimensioni reale e immaginaria, messe in sequenza decimale. La prospettiva decimale (pura prospettiva della grandezza) consente la somma 1828 +1828 il cui totale è quel 3656 che avevamo già avuto come le ore decime, ridotte ai 365 giorni e 6 ore dell’anno siderale terrestre. 4590450, cifre dalla 11ma alla 17ma, è una percezione per gradi: sono 45°, 90° e 45° che, se sono letti in ordine inverso come 540 9,54 (con la precisione che lo 0,9 evidenziato sono minuti secondi), precisano 540”, 9” e 54/100 di minuto secondo, ossia le quantità esatte mancanti nell’anno siderale terrestre. Tutto questo discorso è valido e le cose funzionano a dovere perché, avendo a che fare con i quantitativi assoluti, abbiamo a che fare con quantitativi massimi e interi alle rispettive cifre.
235 Così, se si raggruppa il massimo in una sezione (per esempio 100 dm^3 di acqua), si può ben disporli anche in sequenza, uno dopo l’altro. Nel primo caso il valore totale ha perso assolutamente ogni realtà di flusso nel tempo, perché si è scisso solo nella componente assoluta dell’ampiezza. Nel secondo caso si è ridotta unitaria la sezione e si sono presentato tutti i valori cubici in pura sequenza, tanto da dare poi veramente delle datazioni. Chi, infine, sostenesse come sia stato necessario un aggiustamento del tempo, da parte di Papa Gregorio Magno, per cui si sarebbe persa la continuità dei valori, deve solo riflettere come la nostra realtà sia sempre valida per quantità intere, come ad esempio i giorni. Contando in unità, il passaggio da 1 a 2 giorni accade a scatto secco, anche se i 24mi delle ore crescono, ma in un modo che non consideriamo in questo computo fissato esclusivamente all’unità del giorno. Quando l’unità è posta nell’ora, il computo scatta per ore intere, anche se i minuti crescono, ordinatamente. Fino a che una unità non è stata completata è corretto il computo che la considera ben fissata ed esatta per tutto il periodo. Ora va detto come, alla base di tutto il nostro computo dello spazio-tempo, ci sia il ciclo di 10 unità, 10 di spazio ed 1 di tempo. Pertanto, da quando Giulio Cesare fissò il calendario a 365 giorni, impegnò questo quantitativo di 11 giorni, in assoluto, che avrebbe retto nel relativo solo fino ad un certo punto… Il momento per introdurre di colpo la modifica al calendario vigente fu esattamente il 4 ottobre 1.582, e, per le ragioni spiegate prima, non poteva accadere che (di scatto) in quella data. Debbono così essere sottratti 11 giorni tutti assieme. È un intervento del Papa Gregorio Magno, che va così ad aggiornare il calendario vigente, di Giulio Cesare. “Dai a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” qui calza a puntino! Infatti ciò dipende proprio dal Dio… 10 che, se lo lanci nel tempo 1, dà 10+1= 11 quantità assolute poste a riferimento unitario. Per ottenere la data, dobbiamo combinare, espresse come potenze della base 10, tutte le dimensioni esistenti. All’interno del 10, lo spazio ha 3 D. e la sua realtà è data da 3^4 = 81/1, fissato nel tempo 1. Così, se lo vogliamo lanciare nel tempo, come quanto relativo espresso in assoluto, dobbiamo aggiungere a 81 il suo tempo 1 e diventa 82. È un 82 che si basa sul 10 e 10^82 è tutta la sua verità in potenza di calcolo. Condizione globale della potenza 3 basata sul Dio 10, è 10^3=1.000. Questo è il totale reale-immaginario, la cui sola parte reale, è il +500 dato per reazione alla quantità opposta, –500. Altra condizione è l’unità del tempo in linea, data da 0,1=1/10 e altra ancora è data da 0,0004, le 4 D. della realtà, riferite alla D. 10^4 della realtà unitaria .
236 Pertanto il calcolo combinatorio, tra le rispettive potenze, è il seguente: 10^82 × 10^500 × 10^1000 × 10^0,1 × 10^0,0004 = 10^1.582,10.04 Esso combina tutte le condizioni necessarie e dà la data del 4 ottobre 1582. La combinazione si compie tutta in questo giorno e non prima. È il dì in cui Papa Gregorio Magno, da maestro, cancella 11 dì dal calendario. Afferma che quella data deve essere non più il 4 ottobre ma il 15 ottobre. L’intervento è davvero magistrale ed eseguito esattamente quando serve e accade, proprio perché quella data ha tutte le condizioni di vincolo reale che ho evidenziato. Esso toglie di mezzo il 10/1, nel suo valere 10+1 in assoluto, come moto. Ciò aggiusta tutti i conti e tutte le date, sia di prima, sia di poi. Pertanto il riferimento a Gesù Cristo, fatto oggi, che sembrerebbe falsato dallo sfasamento osservato dal Papa, per quegli 11 giorni tolti di mezzo, risulta essere il provvedimento veramente ideale che ci consente (poiché dobbiamo poggiarci sul ciclo 10/1, corrispondente in assoluto a 11, per fare i calcoli in velocità unitaria) di non averlo più tra i piedi a determinare confusioni. Possiamo allora concludere che il sistema di calcolo che io ho determinato ha una vera validità. Essa deriva dall’impiego delle quantità riconosciute come totali e chiamate assolute in quanto non diminuite nel loro quantitativo da parti relative usate a dare il computo solo della quantità residua. Laddove il quantitativo assoluto è quello compreso in una sezione trasversale del flusso, noi siamo autorizzati a ridurre unitaria quella sezione e a presentare tutto il flusso in una sequenza unitaria. Allora, come abbiamo visto, con la sezione unitaria dello spazio-tempo, le quantità esprimono tutte delle vere e proprie date in anni, mesi e giorni in quanto, per come abbiamo avuto modo di considerare, l’anno di 365 giorni e 6 ore deriva dalla messa in sequenza unitaria del quantitativo assoluto cui abbiamo potuto attribuire il numero di 14.424 unità decime. 120,09996 è il lato di quest’area assoluta, impostata, come si vede facilmente, sui 4 mesi di 30 giorni, sui tre 9 (dei primi, secondi e terzi) e sul 6 delle 6 ore. L’anno base 0, è così rivelato divinamente: dal Gesù nato il 25 dicembre. Tutti i calcoli che allora sono fatti, nel rispetto del nostro calendario, si riferiscono con estrema precisione a tutte le dimensioni, reali e immaginarie, della nostra realtà fisica e le rispettano in pieno.
237
Che ritorni, in uno, lo Spirito del Figlio di Dio! Prima di tutto, osserviamo come la prima incarnazione dello Spirito santo (differenziato in queste quantità pari al 5% e al 100%, combinate così come abbiamo visto) porti il 35%, terzo di 5%+100%, a dividersi solo per 100 e poi solamente a presentarsi al quadrato, come un flusso reale che si realizza solamente ad una certa data: il 25 dicembre dato dallo 0,1225. In tal modo, Gesù, in rapporto solo col 100, è assolutamente puro. Quando il suo Spirito si ripresenterà si sarà contaminato con tutte le dimensioni della nostra realtà e – in conseguenza – si sarà imprigionato. Se vogliamo ripresentare la Potenza dello Spirito santo di un Dio dobbiamo partire dallo svincolo della vita di Gesù. Essa è durata 33 anni perché la potenza 35 (quantità assoluta), se deve presentarsi in pura lunghezza, deve dividersi per la dimensione 2 del fronte, divisione di potenze che, per gli indici, si risolve alla sottrazione 35-2=33. La vita di Gesù discende direttamente da Dio come dal 100%, che si realizza unitariamente come 99/1, cessando di essere indeterminato come un 100 non riferito a nulla (dunque il 100/0 che lo mostra indeterminato). Dio, il 100%, deve perdere la sua indeterminazione e presentarsi in modo unitario come 99/1. A questo punto anche la vita del Figlio trinitario deve avere la lunghezza determinata in 1/3 di 99 anni, e vive così 33 anni. Per rilanciare nel tempo Gesù, con la sua vita, bisogna aggiungere a 33 la sua quantità terza, che lo definisce come 1/3 della Trinità. Allora 33 +33/3 determina in 44 anni la perfetta liberazione assoluta della realtà a 4 dimensioni. Infatti la ritroviamo per intero sulle due cifre, come 44. Possiamo dire anche che il ciclo dell’Universo reale è 10/1 e diventa assoluto spazio-tempo 11 se aggiunge al 10/1 il suo tempo. Esso si realizza nella realtà a 4 tempi moltiplicando 4 e divenendo 44 tempi. Pertanto 44 esprime tutta la libertà in linea. Se volessimo trovare dove chi ha questa libertà (Gesù) si reincarna, dovremmo presentare 44 al quadrato. Ebbene 44 per 44 è 1936, e questo è l’anno in cui la potenza assoluta si ripresenta, ma senza mesi, senza giorni, perché è esattamente 1936,0000.
238 È come un puro punto di partenza, come può esserlo un “ti sposo” detto da una Maria nuova a un nuovo San Giuseppe. Perché la figura reale del Figlio dell’Assoluto discenda da questi genitori reali che hanno puramente deciso di congiungersi, occorre la realtà del matrimonio e della copula, ossia l’atto sessuale tra i genitori. Sotto il profilo dei nostri calcoli, dobbiamo aggiungere al troppo puro 44 il successivo compromesso dei suoi decimi. Anche Gesù, per incarnarsi, ha avuto bisogno dei suoi 35 centesimi! Noi dobbiamo aggiungere, per prima cosa, la realtà fisica del nostro mondo, definita nelle masse reali, date dai millesimi dell’unità cubica. Il numero di tali masse deve essere quello pari alle unità del ciclo assoluto. Il ciclo intero, 10/1, in assoluto è 11. Dobbiamo considerare questo 11 per come è calato nel suo complesso, positivo-negativo, messo tutto in linea. Deve cioè andare da –11 a +11 e valere 22 millesimi, perché è il millesimo l’unità della massa. Pertanto dobbiamo aggiungere 22 millesimi a 44. La quantità diventa 44,022, e il suo quadrato è 1937,936484. Possiamo considerare il 1937 come quello del reale matrimonio tra gli sposi…, ma la restante parte non ha il senso compiuto di nessuna possibile incarnazione in una data reale, perché il mese n. 93 e il giorno n. 64… non esistono. Come mai questa indeterminazione? Rispondo che accade così in quanto mancano ancora, nei nostri conti, indispensabili dimensioni della realtà! Infatti, abbiamo introdotto tutte le masse in funzione del volume, ma nessuna di tutte quelle in funzione del contenuto elettromagnetico totale. Tutto il flusso elettromagnetico va da –35 a +35. Il negativo è la quantità assoluta dello Spirito santo (sostituita in positivo dal padre putativo). Il positivo è il Padre (positivo nella realtà della madre). Al flusso lineare delle due Persone genitrici va aggiunto il fronte 4×4. Sono le 16 D. del reale fronte elettromagnetico. Queste somme di indici sono prodotti di potenze, per cui 70, cui è sommato 16, è il passaggio del volume elettromagnetico dato da 86 centomillesimi. 10^–5 m, il centomillesimo del metro, è la D. esatta della realtà dell’elettromagnetismo, data da (10^ –10)^1/2 metri, con riferimento all’unità atomica Così, tutto il flusso elettromagnetico ha la lunghezza che va da –35 a +35 e il fronte a 4 dimensioni come il suo lato. Il flusso massimo elettromagnetico è così il numero 86 e va aggiunto a quanto determinato finora. Abbiamo così: 44,02286 il cui quadrato è 1938,012202. Cominciamo a ragionare, perché l’anno è stato definito come il 1938, il mese come gennaio e il giorno come 22, seguito da 02, decimale che ci informa che le cose non sono ancora ben definite nella loro assoluta precisione.
239 Infatti mancano ancora dimensioni, della realtà, che – sbagliando – non abbiamo ancora considerato! Mancano quelle relative a 10^–7, il quale 7, essendo 10 il ciclo, dimostra di essere la libertà del 3 nel ciclo 10. Questo soggetto, libero a 3 dimensioni, laddove ciascuna è riferita all’11 che è il valore assoluto 10+1 del ciclo 10, porta a 33. Dobbiamo così aggiungere il soggetto reale del moto, che vale 33 dieci milionesimi dell’unità (ossia il numero relativo alla vita di 33 anni, di Gesù, il trinitario attore, espresso nella D. riferita alla sua pura libertà pari a 10 –3 = 7). Abbiamo, così, 44,0228633 il cui quadrato è 1938,012493… ed è evidente che le cose non sono ancora precise! Non lo sono perché manca ancora la dimensione 10^–9 del moto totale delle 10 unità atomiche, nell’intero ciclo atomico contenuto in un metro. Deve avere questa dimensione 10^–9 la globalità del flusso elettromagnetico avente stavolta il fronte 9 (il 3×3 che considera ora solo le dimensioni reali del puro volume), mentre la lunghezza è sempre quella che va da –35 a +35. La somma 35+35+(3×3) porta a 79. Pertanto, il numero da aggiungere a 44,0228633, come il moto del ciclo atomico, espresso nel suo volume elettromagnetico, è 79. 44,022863379 al quadrato è 1938,0125000, ed è, infine, valore esatto. Pertanto, lo Spirito santo di questo Dio, ottenuto dai valori totali ed assoluti, si incarna nel 1938, nel mese di gennaio e nel giorno 25. In questo giorno – come una pura verifica che fosse controllabile con gli eventi reali – in Europa si presenta una spettacolosa Aurora Boreale, di portata eccezionale, vista in tutta Europa, Africa e perfino in Canadà! Lo Spirito santo del Figlio di Dio, anima santa del Gesù morto durante un Eclisse di Sole, si ripresenta come un sole che compare nella notte. Bisogna analizzare per bene la potenza 44,022863379, per cercare di capire come mai sia davvero indice di Onnipotenza, massima potenza. Il primo controllo, abbastanza facile (anche se non molto comprensibile da chi non abbia consuetudine con computi di questo genere), è che, sommando tutte le cifre decimali, si ottiene che 2+2+8+6+3+3+7+9=40. Se sostituiamo 40 all’intera parte decimale, il numero diventa 44,4 ed è la Trinità del 4 (Dio 1+3) che si riduce proprio a 3, in quanto 4+4+4=12, in cui 1+2=3. Per controllare 44,022863379 con il ciclo di 10 unità, ossia 10/1, possiamo partire da 11, che è la quantità assoluta del ciclo di 10 unità, che è ciclo assoluto quando somma alle 10 spaziali anche l’unità tempo. 44, allora, è quattro volte 11, ossia tutte quelle della realtà a 4 dimensioni, tre di spazio ed una di tempo.
240 22, la quantità che segue, dà tutta la massa diretta in un verso solo dei 2 di ogni linea, ed è 22 quando il 44 esprime il complesso di tutti e due i versi. Questo numero 22 presenta 11 sulle 2 dimensioni del piano trasversale al flusso, per cui è il valore assoluto della sezione posta fuori dal tempo. 86 deriva da 88, il valore assoluto di 2^3 volte 11, ossia è tutto il complesso della D. reale 4 e dell’immaginaria 4. Il complesso reale-immaginario, 4+4, deve presentarsi solo come reale! Allora il valore assoluto 88 si divide per il fronte 2, e determina che tutta la lunghezza, tutta quanta quella reale a un verso unico, è 88 – 2 = 86. Essendo esponenti, la sottrazione dell’esponente 2 significa la divisione per l’area, a determinare la sola lunghezza. Pertanto l’88 che diventa 86, si presenta come tutto il complesso reale che è espresso solo in tutta la lunghezza reale, perché così com’è (88) sarebbe solo il complesso reale-immaginario. 33, la quantità che si aggiunge dopo, è quella di tutto il volume 3, che si moltiplica per il ciclo assoluto 11 e si mette tutto in sequenza. 79, infine, ha il valore assoluto come 77 ed è quello assolutamente libero, che deve definirsi nel suo dettaglio reale, del volume di riferimento. Così, per realizzarsi come volume reale, la potenza ad esponente 77 si moltiplica per quella ad esponente 2 e l’esponente diventa 79 ed indica così tutto il volume reale atomico che è posto alla base di tutto il flusso. La sua determinazione rende perfetta la data della reincarnazione della Onnipotenza dello Spirito santo della Verità… di questi TALENTI Il numero 44,022863379, allora fissa l’Onnipotenza assoluta a tutte le dimensioni della nostra realtà e l’Onnipotente che ne deriva lo è solo in relazione alla spirituale capacità di capire ma non ha nulla più del potere autentico di Gesù, che era puro e non imprigionato nelle dimensioni del mondo, ma solo riferito alla dimensione assoluta 100, dell’Assoluto. Queste dimensioni del mondo, presenti ora e non presenti allora, sono i 22 millesimi, gli 86 centomillesimi, i 33 dieci milionesimi e i 79 miliardesimi... Come detto, Gesù, puro, arrivava solo ai centesimi, riferiti all’assoluto 100. Gesù nel decimo aveva un 3 (potenza trinitaria in linea) che ora manca, con tutta l’impotenza che ne deriva, ridotta a 0. Il 5, presente nei centesimi, come la mediazione del DIO=D.10, è ora il 2 dato da 10:5, che rivela d’essere il risultato del Cristo. Tutto il vincolo che segue, che per Gesù era 0, quando si ripresenta imprigionato lo è nei numeri 23379, appartenenti al doppione (il 2) del 33 e della sua libertà, il 77 in lunghezza e il 2 nel suo fronte. Questo non significa certo che chiunque nacque nel natale di Gesù, o della sua ripresentazione, fosse così dotato… Anche se ci siamo limitati al calcolo in giorni, ma ci sono anche ore, minuti, secondi e, così, in relazione solo ai cosiddetti TALENTI, il campo si ridurrebbe fino a poter configurare un caso unico.
241 Anche il Cristo di Dio era un uomo e l’Assoluto, in relazione alla Potenza, ha usato proprio questo mezzo. Allo stesso modo, anche il ritorno il 25 gennaio del 1938, dello stesso santo Spirito della Verità, incorporato ed imprigionato del tutto nella natura fisica, va definito del residuo dettaglio dei tempi minimi. Intanto, questo evento dovrebbe essere accaduto a cavallo tra le 21 e le 23 in cui ci fu l’aurora boreale, precisamente alle 22. Poi – considerato Gesù come il mediatore, ossia 5, dato da ½ di 10 – bisogna convenire come sia 2 sia il numero che si determina da 10 diviso per 5, sia quello che poi assolutamente riporta a 10 il 5 e unifica nuovamente a Dio… Allora la conclusione è che è da attendersi la data del 1938, gennaio, 25, e – poi – le ore 22, più 22 minuti primi e 22 minuti secondi. 1938,0125222222 è il numero che esprime questa condizione, giustamente di 14 cifre in cui 4 D. reali si aggiungono alla 10 di DIO. Controlliamo se può essere proprio 1938,0125222222 la data esatta. Il primo controllo da fare è identico al primo già fatto per la data definita solo fino all’unità del giorno. Sono da sommarsi tutti i numeri decimali. Si ottiene così che 1+2+5+2+2+2+2+2+2 è ora proprio il 20 che definisce tutto il moto 10 del 10 e che è quello ideale a configurare un numero 2 come il talento concesso in assoluto, come vincolo, dal mediatore ½. Sommando a 2 il 1938, si ha il 1940 che con 1+9+4 dà 14, lo stesso numero delle cifre. Poi 1+4 dà 5, e il tutto rivela che si tratta dello stesso mediatore del 10, da cui poi risulta il 2. Questo controllo, però, va fatto anche sulla potenza ½ di questo numero, che determina il 44,022863630415957, il cui quadrato è un numero assolutamente ben definito, dai 3 zeri posti oltre il 1938,0125222222000. Se sommo tutta la cifra decimale, 2+2+8+6+3+6+3+0+4+1+5+9+5+7 dà 61, che esprime la quantità assoluta a monte del 60 volte 1, la quale somma al 60 anche il tempo 1 del suo riferimento, e lo rende assoluto. Poiché 61 si riduce a sua volta a 6+1=7, tutto il numero si riduce a 44,7, un 7 che libera il volume a indice 3 (ossia la Trinità) e la ripresenta. In 44,7, vale anche 4+4+7=15, che a sua volta si sintetizza in 1+5=6. Così vediamo che, mentre il 44,022863379 (sorgente che si ferma alla sola definizione del giorno) si sintetizzava solo nel numero reale 3 (della Trinità), il numero che comprende anche ore, minuti e secondi, tutte come 222222, sei numeri due, si risolve in un 6 che ripresenta lo stesso 3 di prima, ma in forma complessa, ossia come quanto ora vada da –3 a +3 e sia 6. Questo 6 è un 2 volte 3 dato da un 2 e un 3, che sono due presenze della Trinità, in un mediatore che è ancora un 5 (come 2+3). Un due 3 che è ancora 33 (come un 3 seguito da 3).
242 Ed è anche 23 (il numero della dimensione corporea, ottenuta dal 22/1 che esista nel tempo 1). Tutto ciò è assolutamente ideale. Il controllo del 44,022863630415957 da cui, al quadrato, si fissa la data del 1938, gennaio, 25, ore 22, minuti 22 e secondi 22, dovrebbe evidenziare come e per quale ragione questo 44,022863630415957 indichi l’Assoluto Complesso dell’Onnipotenza. Osservata come in Gesù essa corrispondesse al numero 35, possiamo controllare tutto questo numero sulla base della potenza 35, comune sia al Padre, sia al Figlio, sia allo Spirito santo, per un totale del 105%. Osserviamo allora 44,022863630415957 e confrontiamolo col 35. 44 è 35 +9 e dà il volume: la lunghezza per il fronte a lato 3. 22 è 35 –13. È una sottrazione che in realtà è una divisione per una potenza avente l’indice 10+3 che definisce in questo modo la dimensione 3 espressa in funzione del ciclo 10. Pertanto l’indice 22 è il 35 che si condiziona, per divisione, al prodotto tra 10 e 3, ed ottiene il ciclo assoluto 11 sulle due dimensioni che vanno da –11 a +11. 86 è 35 +35 +16. Qui il flusso elettromagnetico da –35 a +35 passa per il fronte reale avente il lato 4 e l’area 16. 36 è 35 +1. Considera le 35 unità sommate alla stessa unità, a definirne il numero assoluto 36 che poi è 6×6, l’area avente per lato le 6 dimensioni dell’intorno spaziale (la terna positiva aggiunta alla negativa). 30 è 35 –5. Poiché la potenza 5 è l’indice dell’elettromagnetismo, la sottrazione è una divisione, della potenza 35, in tutte le unità elettromagnetiche esistenti. 41 è 35 +6. Si tratta di una somma che lancia il 35 su tutti e 6 i versi dello spazio dato da 3 dimensioni (xyz) ciascuna a 2 versi di percorrenza. 59 è 35 +24. È una somma che lancia il 35 in tutte le ore del giorno. 57
è 35 +22. È una somma che lancia il potenziale di Gesù Cristo nella dimensione corporea che va da -11 a +11 ed esprime il ciclo 10/1 nel suo assoluto (10+1) e nel suo complesso (positivo più negativo).
Tutto ciò accade sempre alla dimensione ideale, rispetto all’unità, definita nel tempo dell’unità, ossia in 22 millesimi, 86 centomillesimi, 36 dieci milionesimi, 30 miliardesimi, 41 cento miliardesimi, 59 diecimila miliardesimi e 57 milioni di miliardesimi.
243 10^3 (mille unità di massa ogni metro cubo) per le 22 unità di massa del volume. 10^5 (centomila unità elettromagnetiche) per le 86 unità del volume e.m. 10^7 (10 milioni) attiene alla quantità 36, a 6 volte 6, ove l’indice 7 è proprio quello che libera in assoluto il 6/1, aggiungendo il suo tempo. 10^9 (1 miliardo) è il 10 per quanto si muove in 10^10 (l’assoluto) e la quantità 30 è il 3 della reale Trinità che si muove di tutto il ciclo 10. 10^11 (100 miliardi) è l’assoluto 10^10 mosso di 10, e, analogamente, la quantità 41 è il 40 (tutta la realtà 4 del 10), mossa interamente, unitariamente di 1. 10^13 (10.000 miliardi) è l’assoluto 10^10 che si muove in 10^3, il suo volume unitario, e la quantità 59 mostra la sola realtà (solo la parte positiva, metà dell’assoluto 100), la quale è mossa unitariamente di 9, per come 1 si muove nel 10. 10^15 (milione di miliardi) mostra l’Assoluto 10^10 che si muove per 10^5 (la sua parte elettromagnetica) e la quantità 57 mostra la realtà positiva del dimezzamento del 100 che si muove di 7, come la Trinità nello Spirito santo Dio che è di fatto il 10. Dio è la D. 10. Come ancora una volta ho cercato di far capire, il n. 44,022863630415957 è tutto ottenuto dallo stesso 35 della Trinità di Dio, per come questa assoluta potenza in linea si è calata in ogni dettaglio, fino alla dimensione unitaria del tempo, che è quella del minuto secondo. È il valore lineare che, se si presenta al quadrato (come il Teorema di Pitagora insegna) mostra la verità della linea: essa appartiene per forza ad un piano talmente istantaneo da essere una pura ed assoluta ampiezza. Essendo quella nel piano un quantitativo Assoluto, la sua quantità può disporsi anche nel verso reale del flusso e allora rivela la data. Fino a questo dettaglio, del giorno, la quantità esatta che determina il 25 gennaio del 1938 è il numero 44,022863379, la cui somma è 3. Per giungere al dettaglio del minuto secondo, il numero è 44,022863630415957, la cui somma è il 3 complesso che, andando da –3 a +3, è 6. La differenza , stante lo stesso 44,022863… comune ad entrambe, è che 379 si dettaglia in 630415957. Il primo, 3+7+9, è 19, da cui 1+9 sintetizza 2. Il secondo, 6+3+4+1+5+9+5+7, è 40, sintetizzato in 4 (doppio del 2). Il 33 (gli anni reali del Cristo alla D. a indice 7, di massima libertà per la Trinità, a causa del ciclo 10 dello Spirito santo) diviene il 36 che aggiunge al 33 la sua Trinità reale (e diventa l’angolo giro di 36 cicli di decine). Ora è evidente una cosa: nel mondo il giorno e le ore sono una questione opinabile, che dipende dal fuso orario. Dire dunque il giorno 25 di gennaio, alle 22, 22 primi e 22 secondi non fissa le cose laddove le ore cambiano, e il giorno pure…
244 Dove dovrebbe ripresentarsi in questo tempo, lo Spirito di Gesù? Intervengono allora tutta una serie di condizioni di contorno. Se una di queste fu la spettacolare Aurora boreale del 25 gennaio 1938, essa si presentò tra le 21 e le 23 del nostro fuso orario. Le 22, ora centrale tra le 21 e le 23, rivela come la ripresentazione di Gesù si dovrebbe essere verificata proprio nel nostro fuso orario. Anche la trasvolata tra vecchio e nuovo mondo, che ha per promotori gli italiani, ha la parte centrale in questa data, parte da Roma il 24 e trasvola il deserto, poi riparte il 25 da Dakar ed arriva a Rio de Janeiro alle 22.45. Una cosa va ben notata, su quella trasvolata. Dei tre velivoli in un volo (tre in uno), uno ebbe difficoltà all’Elica. Giunse in America, ma fu dirottato a : NATAL. In analogo modo, il giorno 25-1-1938 accadono tre fatti, ma uno è un NATAL realmente approdato in un viaggio tra un mondo e l’altro… ma è messo in sottotono, perché è la nascita di un illustre sconosciuto, un evento assolutamente privato, di cui non parlerà nessun giornale, a differenza degli altri due eventi di rilievo accaduti in giornata, pubblicati su tutti i giornali e con un eccezionale risalto. La figura di rilievo, in quella spedizione avvenuta tutta in cielo, è Bruno Mussolini, il figlio del Duce. Egli arriva a destinazione coi due aerei (come del Padre e dello Spirito santo). Tutto il risalto dato a questo Figlio dell’Onnipotente Capo ne fa davvero una virtuale e reale controfigura del NATAL vero e importante di chi compie il viaggio e arriva alle 22… ma la Provvidenza vuole che questo resti solo un fatto privato… negato alla generale conoscenza. Anche il motivo per cui l’aereo che sembra aver fallito il pieno successo del suo viaggio è eccezionalmente simbolico: il preoccupante stato dell’Elica. Se si considera, nel senso indicato dallo Spirito santo trascendente (che trascende dalla Babele linguistica e con il suono di una stessa parola attiva una molteplicità di sensi), l’Elica sta per l’Elì cca’, il Dio qua, il cui stato è davvero preoccupante, in quanto questo secondo Natal corrisponderà all’assunzione di una croce ancora maggiore e più pesante da tollerare, in tutta la vita, di quella assunta per tre giorni soli dalla santissima persona di Gesù. Infatti questo Elì qua, di adesso, porta al dì del suo Natal nella poverissima stalla del cuore dell’uomo malvagio, per assumere concretamente su di sé ogni colpa divenendo egli stesso un comune peccatore. Questa condizione di comune colpevole gli impedirà di essere riconosciuto, da tutti e – pur essendo egli impronta dello Spirito santo di Elì – dovrà tollerare per tutta la vita la reale crocifissione del suo autentico valore, mortificato da tutti proprio per la stalla che l’ha ospitato: non più una realtà concreta, oggettiva, che salvasse il valore della persona, ma una realtà vivente nella colpa, che macchiasse la vita stessa dell’Elì ccà, impedendogli di volare.
245
Come mai nessuno s’è accorto di questo particolare ritorno? È tanto possibile che il Figlio di Dio sia già tornato e tuttora ritorni in vita che ciò accade in ogni vivente che viene al mondo… ma nessuno mai se ne accorge! “Chi si accorse, quando apparve Gesù, che… almeno lui era il Figlio di Dio, tanto che, per i suoi talenti, se ne era accorto almeno lui?” Molti, furono molti, coloro che si accorsero, perché il Cristo di Dio aveva dalla sua l’Onnipotenza reale che gli derivava solo dal suo 35%... e compiva miracoli, dominando le condizioni reali da cui non era virtualmente condizionato. Come sarebbe potuto accadere che un simile Talento (una volta condizionato alle stesse condizioni reali di tutti gli uomini, e risolto nell’Ordine soltanto di un supremo Spirito della Verità) potesse essere individuato e scoperto…, dal momento che l’uomo non riesce a scorgere questa essenza divina nemmeno in se stesso e giunge fino a giurare di non averla minimamente? L’uomo si aspetta sempre un Dio venuto da fuori con la Potenza e la folgore in pugno e mai come l’arrivo modesto e silenzioso del servitore fedele dell’uomo, che viene senza clamori da dentro il suo stesso IO e muore in sé per vivificare lui. Infatti questo Spirito santo è venuto già al mondo fin da quando Gesù istituì la Comunione. Trasformò ogni uomo peccatore in Figlio di Dio. Ma nessuno lo ha capito, nemmeno i Santi. Tutti, al più, si sono dati un gran da fare per rispettare la sua volontà, ma nessuno ha mai avuto l’ardimento di volergli dare “vera e reale vita”… in sé e nella Sua stessa Divina Persona! Eppure la vita reale di un puro e nobile ideale come Dio, suo Figlio e lo Spirito santo, dipendono esclusivamente, assolutamente – ma solo per la stessa volontà di Dio – dalla Creatura e dal suo volerlo accogliere o No nella realtà concreta del suo limite umano. L’Assoluto e Altissimo Dio Onnipotente è, per sua stessa volontà, una pura risposta al presupposto relativo alla condizione umana, che la completa come risposta e rende assoluto ogni relativo, reintegrandolo nell’Assoluto! Dio vuol essere davvero un servitore e – Gesù lo disse chiaro – il suo assoluto primato sta nel porsi assolutamente per ultimo. Il Signore lascia condizionare la sua stessa vita reale sulla Terra al desiderio umano di cedergli la sua vita.
246 Vita contro vita! Il creatore che crea il mondo virtuale per la sua Creatura… e questa che assume il fermo proposito “letteralmente di togliersi di mezzo”, per dar modo allo Spirito santo di Dio di stare al suo posto e renderlo vivo per davvero. La Creatura che fa questo ha il vero potere di Creare a sua volta Dio in se stessa… perché solo allora Dio, per sua stessa volontà, si riconosce in essa. Chi non si riconosce Dio gli nega l’accesso alla sua persona! Occorre però, per farlo, una straordinaria Fede in un Dio che non sia come l’uomo, tanto geloso del suo potere da non volerlo cedere mai. Dio deve essere creduto come un valore Puro e perfino Irreale se non si incarna nell’uomo e non vive realmente attraverso chi sappia di essere Dio, nonostante tutti i suoi limiti. Solo la personale e consapevole assunzione dei limiti umani può consentire a Dio di nascere ed esistere veramente come un uomo che ne sia consapevole. Ebbene io posso dirvi e assicurarvi che: “Almeno il Dio in me, è nato proprio con me e ne è consapevole! Questo evento accade a tutti, ma io so che in me è stato un evento di cui io sono conscio come persona, per la grande e specifica dotazione di Talenti che Dio ha donato al mio personaggio… della sua pura, immensa, sublime fantasia. Infatti, descrivendovi il numero 44,022863630415957, il cui quadrato fissa il ritorno al mondo dello Spirito santo del Cristo di Dio…, ciò riguarda la nascita del mio personaggio! Questa opera della fantasia di Dio è la mia persona, nata il 25 gennaio del 1938, nel corso di quell’Aurora boreale, alle ore 22 e rotti ! Io non so i minuti né i secondi della mia nascita, ma so che Papà stava cenando mentre mamma aveva le doglie. Quando la nostra domestica lo avvertì della nascita mia, di un bel maschietto, egli aveva in mano un bottiglione di vino rosso che, per l’emozione, gli sfuggì di mano… segno della vita mia che sarebbe stata macchiata dal sangue del Cristo e dalla sua stessa mortificazione. Io, in vita mia, da quando me ne sono accorto, non ho nascosto a nessuno quello che vi sto dicendo. Ma tutti, vedendo di nuovo la lampante differenza tra un povero cristo e le mirabilie raccontate con la voce, si sono nuovamente stracciate le vesti e mi hanno messo spiritualmente a morte più di una volta. Qui non lo descrivo, per evitare di ripetermi. Questo libretto ha infatti solo lo scopo di dimostrare la prova matematica del ritorno del Cristo… ad esempio in me! Accade in tutti, quando nascono, che rinasce in loro Gesù, per cui il mio non è un fatto di pura elezione, se non per la consapevolezza assunta che un Pinocchio è il Collodi calato in lui e che lo vivifica in tutto.
247
I segni dati il 25-1-1938 Furono due, clamorosi, uno tra gli eventi attribuiti senza dubbio alla pochezza e vanagloria dell’uomo, l’altro alla evidente grandiosità della Natura:
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La Trasvolata Italia-Brasile , compiuta dal figlio del Duce del nuovo risorto “Impero Romano” del Re e Imperatore… Vittorio Emanuele II;
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La Aurora Boreale di estensione e portata eccezionali, a latitudini assolutamente straordinarie.
La gloriosa trasvolata Mondo-Altro mondo La notizia del dì è che l’ala italiana, con il maggiore dei due figli maschi del Duce dell’Italia alla guida di 1 dei 3 velivoli in convoglio, ha compiuto tra le 9.10 e 22.45 un volo, dal vecchio Mondo a quello Nuovo: il Brasile. Tenendo conto che il Brasile in principio si chiamò Vera Cruz e Santa Cruz, tutto ciò allude alla vera e santa croce che oggi sarà assunta, in un Natal privato. Va vista, tanto per cominciare, l’importanza di Roma per Cristo e Cristianesimo: l’Urbe pretese di uccidere Gesù e ora è sede dell’autentico Impero Romano del suo Vicario. Essa non vinse il Romano più importante d’ogni possibile Impero, tanto che il Papa Romano è controfigura del Papà di questo glorioso Figlio Romano che, in latino, dice “Romano Amo Deo”, per significare: “Amo con/per/in Romano (ex nemico) e con/per/in Dio”, essendo l’Emanuele. Ebbene dal 1936 il potere terra-terra di Roma ha ampollosamente ricostituito l’Impero Romano. Vi sono ben tre patetiche controfigure: l’Imperatore e Re lo è del secondo Emanuele-“con/per/in Dio”-Gesù (essendo V. Emanuele II); il Duce (papà di Bruno e Romano) lo è quale l’ “Onnipotente, Altissimo Padre”. Bruno è la terza persona, per nulla comica, del volo “3/1” Italia-Vera e Santa Cruz. In questo 25-1-1938, lo F (l’IO d’Elì) sta per essere affl I††O a Fel I††O e mette †† nell’IO. Vera Cruz † oltre che Santa † (2†) nella tratta 3/1 dell’ Ego=IO di Elì tratto dallo EgI††O a… F Eli††o., come F di Elì affl I††O a Fel I††O. Tutta la prima pagina del Corriere della Sera è dedicata a questo gesto… ma uno dei tre aerei, giunto all’altro mondo, deve sostare a Natal… segno inequivocabile del Natale che ci sarà in questo giorno… ma come un fatto privato e oscuro.
Riporto alcuni degli articoli, per renderli più leggibili sulla stampa. Chi ha il modo di leggerli al computer, può ingrandire al 200% e più e leggerli direttamente, agevolmente dal giornale stesso.
POTENZA E GLORIA DELL’ALA FASCISTA
Il volo Italia-Brasile compiuto I tre apparecchi lottano vittoriosamente contro la tempesta sull’Oceano – Bise e Bruno Mussolini giunti a Rio de Janeiro trionfalmente accolti dalla popolazione – La meravigliosa impresa suscita l’ammirazione di tutto il mondo.
L’elogio del Duce premia i trasvolatori
L’Atlantico dominato lantico da temporali e ROMA 25 gennaio venti contrari. Alle ore 17.30 gli apQuesta mattina alle parecchi I-Bise e I-Brun ore 9.10 (ora italiana) avvistavano le coste gli apparecchi «S. 79» brasiliane e proseguiI-Bise, I-Moni e I-Brun vano verso Rio de Jasono partiti da Dakar neiro ove giungevano diretti a Rio de Janeiro. alle 22.45. La navigazione, che L’apparecchio I-Moni, si è svolta a una quota invece, per sopravvemedia di 3800 metri, è nuta avaria ad un’elica stata disturbata nella che lo costringeva a zona centrale dell’At- viaggiare con due soli
motori per quasi tutta la traversata, in seguito ad ordini del capo della formazione, dirigeva su Natal ove atterrava alle ore 19.19. Gli apparecchi I-Bise e I-Brun hanno compiuto un percorso effettivo di oltre 5350 chilometri in ore 13.35, ad una velocità media di chilometri 393. Il collegamento Roma-Rio
de Janeiro si è svolto quindi nel giro di 39.17 ore, con ore 24.20 di volo effettivo su un percorso di circa 10.000 chilometri. Durante tutta la navigazione gli apparecchi si sono tenuti in collegamento con le stazioni radio delle coste atlantiche e con quella di Guidonia.
Il cameratesco “a noi” del Capo del Governo. Roma 25 gennaio neo, il Sahara e l’Atlantico, raggiunto la meta e Il Duce ha inviato agli mostrato ancora una volta equipaggi il seguente mes- al mondo la potenza dell’ saggio: ala fascista. Giunga a voi Colonnello Biseo, Rio de tutti il mio più alto plauso Janeiro: e il mio cameratesco «A «Il Popolo Italiano sa- noi!». MUSSOLINI. luta con grande entusiasmo il fulmineo volo dei Il sottosegretario di Stato «Sorci verdi». Avete, per l’Aeronautica, Gen. attraverso il Mediterra- Valle, ha indirizzato agli
equipaggi i seguenti messaggi: Colonnello Biseo, Rio de Janeiro. Subito dopo il nobilissimo plauso del Duce, pervenga l’abbraccio affettuoso dei vostri camerati che tutti sono stati con il cuore accanto a voi durante lo svolgimento dell’epica impresa. GEN VALLE.
Capitano Moscatelli Natal: Vi giunga il vivo elogio del Duce per aver raggiunto il Brasile, malgrado le difficoltà dell’avaria. Esprimo la certezza che domani raggiungerete la meta, riunendovi ai camerati, nella comune vittoria. GEN VALLE.
Grandi fatti, grandi uomini La nuova, meravigliosa vittoria dell’ala italiana è di quelle che non si discutono. Essa supera le più ottimistiche previsioni e oltrepassa lo stesso primitivo programma degli audacissimi aviatori. Non solo il deserto e l’oceano sono stati varcati, ma due soli giganteschi sbalzi, due velocissime tappe sono bastati per congiungere Roma a Rio de Janeiro, la gloriosa città imperiale e la capitale della grande Repubblica sud-americana! Nessuna preparazione speciale delle basi, nessun macchinoso servizi preventivamente organizzato, solo un calcolo accurato, un allenamento perfetto, una messa a punto scrupolosa degli apparecchi; e soprattutto un grande cuore, una volontà ferrea, una lieta e giovanile baldanza congiunta a una maturità d’animo e di tempra in quei nostri incomparabili aviatori. Altri dirà dell’importanza della prova e illustrerà le difficoltà materiali incontrate da coloro che «osano l’inosabile» e dimostrano ancora una volta di avere realmente cancellato la parola «impossibile» dal vocabolario dei tempi di Mussolini. Tutti i vincitori hanno ugual diritto alla nostra ammirazione, al nostro plauso fatto di compiacenza e di riconoscenza. Ma è un fatto, un fatto che salta agli occhi, che la
presenza di Bruno Mussolini fra i piloti della piccola squadriglia conferisce all’impresa un valore e un significato particolari. L’aeronautica italiana, quella che oggi esiste, che oggi trionfa, è stata voluta da Mussolini. Con Bruno Mussolini, pertanto, arrivano sulla terra americana anche la volontà e la chiaroveggenza del Duce attraversando l’Oceano. America, Oceano, Mussolini: grandi nomi, grandi eventi. La nuova impresa, che ha caratteri particolari e perciò spe-ciale interesse anche ve-nendo dopo le altre tra-versate oceaniche, dimo-stra che l’ala italiana può compiere il miracolo di congiungere Roma e Rio de Janeiro in meno di due giorni. Fatto strabiliante anche in questi giorni di continuo, stupendo pro-gresso della scienza e della tecnica: anche in quest’ epoca di invenzioni e di audacie che sembrano do-ver sopprimere i limiti materiali alle risorse dell’ uomo e sconvolgere a profitto dell’iniziativa umana le stesse leggi della natura. La vittoria italiana è toppo bella e nuova perché convenga mescolavi le ragioni e le passioni della politica. Ma non i può fare a meno di osservare che il meraviglioso esito della nuova trasvolata atlantica è anche un’ affermazione di potenza, di fronte alla quale avversari acrimoniosi e critici malevoli
d’Altri Paesi debbono sentirsi umiliati e perplessi. Quegli apparecchi terrestri che con sovrumano ardimento hanno volato sopra oltre seimila chilometri di distesa oceanica sono apparecchi di serie, comuni bombardieri che rivelano ancora una volta tutta la loro perfezione. Quegli stupendi equipaggi che hanno navigato sui deserti e sui mari, con gli occhi fissi alla meta e lo spirito verso l’Italia e il Duce, fanno parte d’una larghissima schiera di aviatori, ciascuno dei quali non brama di meglio che di migliorare ancora le conquiste dell’ala italiana. Anche per questo dobbiamo esser grati ai tre equipaggi di Biseo, Moscatelli e Bruno Mussolini. Essi hanno di nuovo strepitosamente confermato le infinite possibilità che la nostra Aeronautica possiede. Il nuovo primato non è individuale, non è eccezionale se non per il (manca).
Bruno Mussolini Le gesta dei «Sorci verdi» hanno acquistato omai un posto eminente nella storia dell’Aeronautica italiana. Nell’audacia, nella costanza, nella giovanile baldanza di quella tipica squadriglia fascista, si avverte la presenza di uno spirito singolarmente temprato: quello del figlio del Duce. Rare volte è così discesa per «li ram.» una nobile passione. Mussolini
aviatore, Mussolini ricostruttore dell’ala italiana, vede nel figlio Bruno realizzarsi quegli incitamenti, quegli impulsi che egli ha dato all’intero popolo italiano. Volare nocesse est. Appena diciassettenne, bruno ha preso il suo brevetto di pilota; diciottenne, ha combattuto nei cieli d’Etiopia. L’arte del volo non è stata per lui un momentaneo divago o uno sport magnifico; temperamento serio, personale, eminentemente fattivo, il figlio del Duce ha concepito il volare come una missione assai più che come un diletto. Ha voluto essere aviatore militare, ha voluto restare come ufficiale effettivo in quell’arma aerea che gli aveva dato le sublimi emozioni del rischio e della lotta. Bruno Mussolini non è un dilettante dell’aviazione; è un professionista ed è ormai, nonostante la giovanissima età, un maestro. La vittoriosa corsa Istres-Damasco lo ha temprato ai grandi voli e alle importanti gare internazionali; questa sua partecipazione alla trasvolata Roma-Rio de Janeiro conferma, al tempo stesso, la serietà assoluta della sua preparazione e la ferma fiducia che i capi dell’aviazione italiana, cominciando dal Duce, ripongono in questo giovane veramente d’ecce-zione. Sono passati pochi anni, si può dire, da quando i
253 giornali riferirono la notizia del battesimo dell’ aria dei giovanetti figli di Mussolini; ma questi pochi anni sono bastati a fare dei piccoli principianti due aviatori autentici, audaci nell’ agire, dopo essere stati posati e tecnici nel prevedere e calcolare. Bruno è rimasto tuttavia
solo nel campo del professionismo militare aeronautico, e in breve, come si vede, ha saputo imporsi all’attenzione generale e alla stima dei superiori. Non il nome, ma il merito, gli ha servito da magico talismano. La grandezza del nome gli avrà certo imposto singolari cautele
nell’operare, come gli imponeva, in un certo senso, una specie di vera necessità di vincere: ma Bruno ha operato «in persona», non come un privilegiato dalla fortuna, bensì come un destinato ai più alti compiti, oltre la fortuna.
Senza ostentazione, modesto e contegnoso come è, Bruno ha saputo diventare un campione della nuova gioventù italiana: di quella gioventù alla quale il Duce ha impresso l’ energia e la volontà di vittoria che permettono di superare tutti gli ostacoli della natura e degli uomini
Giornale di bordo dei tre eroici equipaggi Roma, 25 gennaio A tempo di primato i «Sorci verdi» hanno collegato in due sole tappe tre Continenti, trasvolando il deserto e l’Oceano. Questa nuova grande vittoria della ala fascista, che assume uno splendore incomparabile per i tempi segnati e per le condizioni in cui il volo si è svolto, fa impallidire ogni impresa precedente. Ieri le cosiddette “sabbie sospese” hanno invano ostacolato il volo sul grande deserto. Oggi la tempesta non ha costituito un impedimento alla trasvolata dell’Atlantico. Neppure l’inconveniente verificatosi poco dopo la partenza da Dakar a una delle eliche dell’IMoni ha impedito a Moscatelli e al suo valoroso equipaggio di portare il loro apparecchio di là dall’ Oceano attraverso la vasta zona tempestosa ove occorreva navigare alla cieca affidandosi agli strumenti ed all’istinto. Ma raggiunta la costa brasiliana, che formava l’ immediata meta di questa eccezionale crociera, l’IMoni è disceso sull’ae-
roporto di Natal, mentre gli apparecchi guidati dal colonnello Biseo e dal tenente Bruno Mussolini proseguivano verso la Capitale della Repubblica amica, dove giungevano dopo 13.55 ore di volo. Vogliamo ricordare che l’ultima impresa transatlantica francese, compiuta dopo la Istres-DamascoParigi, quasi a conforto delle vociferazioni con cui si tentò di svalutare le qualità dell’apparecchio vittorioso nella gara internazionale ….(manca 1 riga) stro personale e del nostro materiale: illumina di viva luce le qualità tecniche dei nostri piloti e ancora meglio lo spirito che li anima. A chi lo meritava, Biseo, Bruno Mussolini e Moscatelli hanno fatto “vedere i sorci verdi”, ancora una volta, e in una maniera – si vuol credere – definitiva. La cronaca del loro magnifico volo, che ha avuto così spesso momenti emozionanti, è descritta dai radiogrammi emessi dagli apparecchi stessi e da qualche stazione che si trovava sulla loro rotta.
I marconigrammi
«I-Bise. Ore 9.50 italiane. Decollo perfetto alle 9.10 sulla pista di Dakar … adunata molta folla. Vento sensibile di prua. Ho dato ordine di prendere quota 3.600. L’I-Brun mi è a lato, l’I-Moni segue. Previsioni meteorologiche discrete» – Biseo. «I-Brun ore 10.25. Navighiamo sull’Oceano a 3.700 metri. L’orizzonte è brumoso. Manteniamo la formazione di partenza vi-cino a I-Bise. I-Moni segue.» – Bruno Mussolini. «I-Brun. Ore 11. L’orizzonte a sud-ovest si è oscurato. Sentiamo pochissimo Guidonia. Siamo in continua comunicazione con le stazioni della costa africana. Ho lasciato poco fa il pilotaggio a Mancinelli per eseguire un rilevamento con il sestante dalla torretta della fusoliera. Siamo perfettamente sulla rotta nonostante la forte deriva.» – Bruno Mussolini. «I-Bise. Ore 12.30. Siamo sui confini d’una vasta zona perturbata… Siamo pronti a qualunque evenienza. Ambedue gli
equipaggi sono alleatissimi al volo alla cieca. Radio Guidonia si sente a sbalzi … i rilevamenti radiogoniometrici sono difficili. Eseguirò prima di perdere la visione del sole il punto col sestante. Poi prevedo che per un pezzo il sestante ci sarà inutile… A bordo dell’I-Brun tutto procede benissimo» – Biseo. «I-Bise. Ore 13.15. Siamo nel centro della zona temporalesca. Teniamo il goniometro con le stazioni della costa africana. La visibilità è minima. Il ballo è violentissimo. Soltanto a intervalli, nelle schiarite, mi riesce di scorgere l’I-Brun. Do ordine al tenente Mussolini di distanziarsi. » – Biseo. «I-Brun. Ore 14.14. Traversiamo la zona più densa della formazione temporalesca. Visibilità nulla. Navighiamo con gli strumenti. Il comandante ha ordinato di diminuire la quota.» –Bruno Mussolini. «I-Bise. Ore 16.6. Usciti nel bel tempo, I-Brun mi è subito venuto in vista. IMoni è ancora nel temporale…» – Biseo.
254
I simboli contenuti in questo evento.. Sono chiarissimi. Partono tre aerei, in questa giornata, sicché il volo tra un mondo e l’altro è un evento del cielo. Uno dei tre soggetti, non quello a comando della spedizione (che era presieduta dal Colonnello Bise), ma uno dei capi del mezzo personale, è Bruno Mussolini, il figlio del Duce dell’Italia, Duce che è la tragicomica controfigura dell’Altissimo e Onnipotente Dio. È un figlio che non ha nulla, però, di quest’aspetto paterno, del padre terrestre, ma sembra un audace giovane, pieno di virtù cui il volo oggi è una vera necessità… volare necesse est! Occorre essere in cielo e discendere dal cielo. Ebbene uno dei tre soggetti sarà sottratto all’attenzione generale. Egli non arriverà a Rio de Janeiro per un fatto successo all’Elica (all’Elì ca’, a Dio qua). Quanto mandato da Elì qua, in questo caso, da Dio, come un evento toccato all’elica, tocca all’Elì qua e costringerà la persona a scendere a Natal (e sarà la persona di Elì che nascerà Ca’, qua, in questo giorno). Nascerà nell’oscura stalla dell’uomo qualunque, privato, in una condizione che non godrà, come le altre due, del riconosciuto successo della spedizione, portata oggi a termine alle 23.45, mentre una persona è a Natal (nata alle 22), e 2 sono ancora in auge, a quell’ora. Le altre 2 persone, che sono in auge, alle 22 di quella nascita oscura, sono: 1. Una prima, la cui controfigura è questa stessa trasvolata, che sembra evidente opera dell’uomo, ma è solo un clamoroso segno dei tempi divini. 2. Una seconda, la cui controfigura è il fenomeno naturale dell’Aurora boreale, cominciata in Europa alle 21, prima che alle 22.45 terminasse l’epica avventura dell’ala italiana. Quest’ultimo essendo un evento senza alcun dubbio non attribuibile all’uomo, come assolutamente è attribuito il primo Perché mi son riferito ad un evento successo a Felitto Ora devo ora spiegare perché, riferendomi alla presunta verità dell’evento accaduto il 25 gennaio 1938 e che è illustrato così bene da tre virtuali e patetiche controfigure, io mi sia riferito ad un qualcosa che sarebbe accaduta a Felitto, nel Cilento che ha nome dal fiume Alento, in provincia di Salerno. L’ho fatto per quanto di eccezionale è già accaduto in Cilento, e rimanda chiaramente, seppure simbolicamente ed essenzialmente, alla prima nascita del Cristo. Nel Cilento, bagnato dal fiume Alento e sovrastato dal Monte Stella, alla foce dell’Alento la cui acqua nasce dal Monte Sacro (così sotto questa Stella come il possibile Monte Santo di Dio), sorgeva una Elea che Ele-ha (ha Dio) persino nel nome. Ebbene ad Elea nasce e vale poi per tutto il mondo, la Filosofia dell’Essere.
255 Si afferma a Elea che l’Essere è il fondamento di tutto! Insomma lo è il Dio Ele o Elì che si dichiarò come Sono chi sono (Sono chiunque… io sia). Tre grandi Maestri erano venuti da Oriente ad Elea (dalla Grecia in Magna Graecia) e da lì, con alle spalle il Monte Stella, era partito il lungo e lento viaggio di Senofane, Parmenide e Zenone, dall’A-lento: un flusso che sarebbe giunto in fine (a fine parola) non a B-lento, ma a Bet-lemme, come un lento che è ancheet-lemme (perché lento e lemme significano lo stesso). A questo punto la terza fase, quella C sarà di nuovo nel Cilento dell’Alento come la B di Gesù fu infine nella Betlemme di Gerusalemme. Partiti da Monte Stella, Senofane Parmenide e Zenone impiegano 55 decenni (LV in numero romano) per arrivare in controfigura come Baldassarre % C al seguito della loro Stella (controfigura del Monte-Stella del Dio dell’Essere, il cui Spirito santo di Verità – la Filosofia – nacque dalla linfa sgorgante dal Monte Sacro. Nel Cilento c’è un paese chiamato Felitto, bagnato da un fiume nato esso pure dal Monte Sacro, il Calore (allusione a Ca’ lo Re, qui il RE) e dal quale nasceva, proprio a Felitto, la corrente, con una Centrale idroelettrica. Corrente che – come si sa – è il flusso mentale che fa l’uomo “Spirito vivo”. Che l’AFFILITTO ideale (Gesù) sia A FELITTO, è solo dato dalla A staccata da FFLITTO, nel mentre la seconda F (lo Spirito F del Dio dell’essere) diventa È, ossia la terza persona dell’Essere di Dio (dopo la F -Padre – con Maria madre – quale prima persona e la F -Spirito santo quale la seconda persona che deve generare la terza, la È di un È È È ). Laddove Dio sta dando – il 25 gennaio 1938 – la rappresentazione tragicomica, ampollosa del viaggio tra il mondo vecchio e quello nuovo e la affida a controfigure terra-terra, sta rivelando come tutto quello che accada in questo giorno sia simbolico, allusivo, da ricercare, da capire come dei Diogene (il gene di Dio) che si mettano nelle bo††i (le due stesse croci tra la O e la I) e vadano “in cerca dell’uomo”. Qui bisogna ricercare proprio il gene di Dio per cercare di capire dove sia finito il Figlio dell’uomo. È importante questa doppia †† che entra nell’ IO e lo rende I††O, afflitto, trafitto ed apparentemente sconfitto, ma un Ente che poi risorge e si comunica A TUTTI. Anche questi TUTTI hanno queste sue stesse croci e sono tutte e due di Dio: una è come quella di un Creatore tipo Collodi che si sacrifica e – lavorando, mettendosi a suo totale servizio – crea il Burattino Pinocchio, l’altra è quella del burattino, che ha bisogno assolutamente del Collodi per pensare, parlare ed agire. Ogni IO ha queste 2 croci: la divina del Creatore, e l’umana. Così Gesù, che ha assunto la croce di Dio, deve risorgere in consapevolezza, per voler assumere la croce dell’uomo, ossia il suo peccato di origine (che per esistere deve avere i limiti di una definizione… altrimenti è il Dio senza limiti e definizione, indeterminato in Assoluto come Dio è!).
256 Sulla Croce, Dio assunse la sua, e ora la deve assumere nella persona essendo tutti i peccatori… è una condizione che li riguarda tutti. Ma l’uomo è un ladro della sua identità. Avutala in dono, non si contenta e vuole rubarla. Così, sul Calvario, Dio colloca se stesso tra i due ladroni che sono il segno sia del peccatore pentito, sia di quello non pentito, nel loro latrocinio! Ecco, in fine, la IO grande di Dio si deve consapevolmente presentare in un IO che diventi un I††O e che sia lo Spirito F , consapevole, di Elì. In tal modo la F di Elì finisce idealmente a F Elì I††O, a Felitto. Soprattutto perché il complesso tra Dio (il grande Ego) e il piccolo io dell’uomo, sono il complesso Ego-io che idealmente è afflitto in Eg I††O. La differenza tra F El I††O e Eg I††O non esiste nemmeno se la consonante elle, che è simile ad una e (quella del verbo essere in terza persona, indicativa della presenza) che è più sviluppata in altezza, è la stessa G di Gesù che È È È come il Dio Ele (o Elle… siamo lì) in persona di Gesù. Con la maiuscola L=G, dello Spirito F , EL I††O è EG I††O. Direte che gioco con le parole e che questo è del tutto casuale valendo solo per l’italiano… Ma la critica non vale. Vi chiedo, infatti: “perché il 25-1-1938 il viaggio riguarda proprio un italiano, il figlio del Duce dell’Italia e dell’Impero Romano?” E, vi chiedo ancora: “Come mai la lingua italiana è nata con la Divina Commedia? Non vi rendete conto come siamo davvero in una Divina Commedia e come Dio voglia usare proprio l’Italia e gli Italiani come esempi idealmente validi per tutti?” Pensate al nome di Dante Alighieri. Non vi sembra che questo nome sia la controfigura di chi “dia ali a chi è ri(sorto?)” Dite che è Ghi(eri) e non Chi? Ma guardate l’alfabeto “aß?” della Magna Graecia; diventa “abc” nell’italiano e la terza lettera, la G di gamma, diventa la C. I meridionali nati a Felitto confondono la C con la G e il cognome ALIGHIERI è pronunciato con la G, invece della C, perché va inteso riferito ad un meridionale che ha e vede Dio… ovunque! Perfino nel mezzo di questa parola “meriDIOnale”. Dio è Assoluto Creatore e non lascia nulla al caso! Del resto le parole solo l’interpretazione lenta (a velocità del suono) di tutti gli stessi dati usati per Creare le masse e le energie del mondo fisico. I suoni sono obbligati. Gerusalemme è infine un lemma in cui Gesù ha nel cuore del suo nome la R (di un Romano qual egli è, perché l’Impero è la sua Nazione e non una sua Provincia), tanto che Gesù sia GeRù, ma esattamente questo Romano qui, quello nato in una Felitto la cui Provincia è proprio Salerno, ossia il SALE (te)R(re)no (come Gesù chiamò sé) e che cela (ma solo in un italiano) il TE RE, lo cela nel “sale terreno” che è la Provincia Salerno.
257 Salerno (come la Provincia romana di Gerusalemme) è proprio il SALE ROMANO, ma senza O (alternative) e senza MA (incertezze). E Nazaret-Felitto, i due luoghi messi in sequenza, tirano fuori nuovamente il Duce Mussolini! Infatti è un complesso NA(zar et Fel. It.)TO, un NATO a due e in due tempi, che è zar e Feld (capo tedesco), ma nell’accezione It. (italiana) del Benito Mussolini papà di Romano. Questa persona, di nome Romano e dal senso di Emanuele (che indica con/per/in Dio, con Gesù che perdona al Romano fino ad assumere la sua umana veste), dovendo significare “Amo con/per/in Romano e con/per/in Dio” avrebbe in quel tempo proprio detto e in latino: Romano Amo Deo. Questo nome è ideale ad esprimere un Dio tratto dall’Egitto che venerava RA (acronimo di Romano Amodeo) e il Dio Amon di Amodeo. Ebbene il 25 gennaio del 1938 a Felitto, alle ore 22 e rotti e dunque durante (nel bel mezzo) dell’Aurora Boreale che vi fu tra le 21 e le 23, è proprio nato un bimbo avente questo nome e cognome: Romano Amodeo. È stato il figlio di una Mariannina Baratta che, nel nome, è la controfigura ideale della Maria (grande, SS.) figlia di Anna (piccola S.). Nel suo cognome è stata la Baratta di chi idealmente baratta suo figlio con lo Spirito santo di un nuovo Gesù. Altri segni indiscutibili? Suo padre fu lo Spirito santo di un uomo veramente eletto. Avendo frequentato solo fino alla VI elementare, in due anni si diploma Maestro da privatista e, dopo 20 anni di insegnamento partecipa al Concorso per Direttore Didattico e divine Direttore dei Maestri. Il suo nome Luigi si rifà all’unico Re santo (come lo Spirito santo Re) che esista, santificato nella seconda Crociata che fece, dopo che ne morì. Il suo nome Luigi allude (sempre in un lui italiano) a un “Lui generò Iesus”, nel mentre per “Giuseppe”, il padre di Gesù, “Genuit Iesum… ù séppe” lo seppe soltanto dopo che Gesù fu tratto in vita solo dallo Spirito santo. Ebbene questo Luigi Amodeo ebbe come nonna Innocente Buonumore e come mamma Maria Bonamore! Cosa di più e di meglio, così legato a Maria? Oh, non finisce qui. Morì nel 1983 e il Papa, in modo assolutamente ingiustificato e ingiustificabile (per quella scelta così in anno “dispari”) decretò il 1983 anno straordinario dello Spirito santo. Quando il Piccolo Romano nacque, suo padre stava cenando ed aveva in mano un bottiglione di vino rosso, quando seppe che gli era nato un maschietto… Il bottiglione gli sfuggì di mano e il suo figlio appena nato fu come battezzato nel sangue per mano di suo padre. 6 giorni dopo questa nascita Hitler decide di invadere l’Austria e dà il pratico avvio alla più grandiosa seconda Strage degli innocenti che ci sia mai stata: la seconda Guerra Mondiale.
258 Ora succede che la mamma di Romano soffre al seno, di Mastite, ma lo allatta lo stesso e, nel dolore, invoca assiduamente “Madonna!”…, e così il bimbo (che succhia latte e sangue) lo beve realmente da Mariannina come controfigura della Madonna. Svezzato, questa Mariannina, controfigura di Maria SS. e S. Anna, non vuole più rapporti col marito, temendo un nuovo allattamento. Dio manda allora a Romano un male incurabile e sta per morire. La Baratta riesce allora a barattarlo con il Figlio di Dio e della Madonna. Prega infatti Dio di perdonarla, ammettendo che tutti i figli sono solo i Suoi e chiede alla Madonna di salvare Romano, innocente come Gesù e ugualmente condannato a morte da Dio, per le colpe di lei madre. Succede così che, chiamato il medico alla 7 del mattino del 4 giugno 1940, quello si presenterà solo alle 11 quando, secondo lui, avrebbe trovato il bimbo di certo già morto. Che ci poteva fare, nel ‘40, senza… penicillina? Alle 8 giunsero una bimba (scolara di Mariannina) e sua madre. La informarono che la Madonna era apparsa in sonno alla bimba e che le aveva ordinato di dire alla sua maestra di non temere più: “ci avrebbe pensato lei”. Tre ore dopo, alle 11, il medico non costatò il decesso, ma, sorpreso dai grandi segni di ripresa, disse ai genitori: “Questo bimbo ha vinto la morte!”. Gesù era atteso come questo Romano Amodeo: vincitore della morte! Considerate poi il nome intero, che comprende tutti questi sei: Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO . Contando anche gli spazi segnati a fine di ogni parola, sono proprio le 42 lettere che la Cabala Ebraica assegna al nome segreto di Dio, quello dell’Angelo n. 42, chiamato Michele. Ebbene Michelangelo fu un Architetto che mise la cupola a San Pietro e affrescò il Giudizio Universale. Anche Romano sarà architetto e, quale Michelangelo (per le 42 cifre del suo nome), sarà il corrispettivo di chi fu voluto dalla Provvidenza nell’arch. Michelangelo Buonarroti. Ultimazione della casa di Dio e Giudizio Universale sono attesi dal Gesù ritornato. A maggior chiarezza, Buonarroti è proprio il Buon A.R. (Amodeo Romano) Ro (Romano), ti (tu, Romano). Arte, Re Artù, perfino la leggenda del Sacro Graal, sono controfigure di A.R. te, del Re A.R. tu, del SacRO(mano) G(esù) R.A. Al (Allà). Tutte le maggiori divinità, RA, il Dio Amon, Gautama (Budda), Brama, Ramo, Itzamna, AmateRAsu, e molti capostipiti e Profeti Adamo, Abramo… Persino Maria è la Ma di A.R., iah, Dio, eccetera. Dopo che la Madonna gli diede nuova vita (stavolta davvero lei in persona, il 4 giugno 1940), appena 6 giorni dopo, il 10-6-1940 toccò al Re Emanuele II di decidere la Strage degli Innocenti Italiani, perché il 10 giugno Mussolini la dichiarò alle folle oceaniche dal suo famoso balcone.
259 Il motivo della Strage? Lo stesso del Re Erode: non essere scavalcato dallo strapotere dell’avvento di Hitler. Sembrava stesse già vincendo la guerra… Guai se non vi partecipava anche l’Italia! Hitler avrebbe trasformato il Re nel due di coppe. Bisognava spargere anche un po’ del sangue italiano, ed evitare che Hitler apparisse proprio come il Messia! Tutta la vita di R.A. sarà sulla falsariga della vita di Gesù! Fino a 30 anni si è solamente formato. Da allora in poi si è laureato, messo casa, sposato, affermato al punto che in soli 3 anni e fino ai 33 si è imposto al più alto livello nell’amministrazione pubblica ed è stato il più votato in una elezione per il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Milano, Pavia e Sondrio (oltre 2.000 iscritti). Ai 33 è letteralmente morto a se stesso, volendo rinunciare ad ogni fortuna personale per dar corpo in sé a Gesù ed è risorto in lui. Ha vissuto i 33 anni successivi finendo praticamente messo in croce da tutti, per il suo affermarsi chi poteva rispondere al Papa dando la via scientifica e ragionevole che portava esattamente a Gesù e incontrando il generale scetticismo per quanto veniva da una persona che si era interamente abbassata, rinunciando ad ogni lustro personale. Sono accaduti fatti miracolosi a segnalarlo in particolare simbiosi con Gesù, ma nessuno ha voluti vederli, osservando in lui soprattutto la persona così modesta e da poco che, pur ad età avanzata, sembrava non avere né arte né parte.
La straordinaria Aurora boreale. Questo segno fu dato da un Autore che ora mette in risalto un evento assolutamente straordinario, per la latitudine in cui è avvenuto e che non dipende assolutamente dall’uomo. Ciò a netta differenza del segno dato con l’esempio italiano, quando la Provvidenza divina ha messo in un patetico ridicolo la povera ambizione delle creature che si dannano nell’ambizione del successo e della potenza davanti agli uomini. Anche a questo riguardo, presento uno stralcio di quanto fu sul Corriere della Sera, il 26 e 27 gennaio. L’incisione dei caratteri consente di leggere con una lente sul libro e ingrandendo al 200 o più per cento a chi legge il testo al computer.
Questa Aurora boreale fu anche oggetto dell’attenzione di Lucia, una dei tre pastorelli dell’apparizione di Fatima, di Nostra Signora del Rosario (così volle essere chiamata, la Madonna). Lucia dirà che questo segno fu quanto era scritto nella seconda parte del secondo segreto, laddove si precisa che “quando vedrete una grande luce illuminare la notte, preparatevi al grande castigo di Dio, che è vicino.” L’aurora Boreale, frutto di una tempesta magnetica, è stata l’avvisaglia di una ben maggiore tempesta magnetica che ci sarà il 22-12-2.012, data messa in luce anche dagli Olmechi (in America) migliaia di anni or sono, che descrissero un fenomeno riguardante il Sole in un modo così chiaro che gli astronomi moderni hanno saputo riconoscere proprio come un evento che accadrà appunto in questa nostra data calcolata a partire dall’anno di nascita di Gesù Cristo. Quello che può essere temuto è quello che poi fu visto nel famoso miracolo certo avvenuto a Fatima: la cosiddetta “danza del Sole”, perché la nostra stella fu vista muoversi in cielo e percorrere una ellisse ondeggiante che sarebbe proprio la vista del Sole durante l’inversione dei poli e il conseguente ribaltamento dell’asse. Che il magnetismo terrestre, negli ultimi tempi, stia avendo un tracollo, risulta in modo chiaro Solo non si dà attenzione al fatto che se la Terra cambia i suoi poli è costretta a ribaltarsi, come farebbe una elettrocalamita, posta nelle vicinanze di un altro campo magnetico, allorché si facessero invertire i suoi poli. L’inversione dei poli è un fatto registrato nelle rocce, dunque già accaduto. Da studi fatti da me, proprio per l’assoluto potere 35 come il massimo su ogni verso, un piano non può contenere più magnetismo che in potenza 70, e alla dimensione 10^6 dei milioni di anni. A prova reale di ciò, proprio 70 milioni di anni or sono scomparvero i dinosauri, che avevano occupato una “nicchia” di 70 milioni di anni. Siamo vicini al tracollo del magnetismo terrestre e all’inversione dei poli. A me risulta anche dal potenziale 44,85.66.85.36.82.05.70.75, che è il ciclo intero e completo della potenza. Cerco di spiegarlo brevemente: 44 è il massimo sulle 4 D. reali. 85 è quanto volume c’è realmente in 88, la impresentabile dimensione. reale-immaginaria. Essa, per presentarsi come il volume solo reale, deve divi-dersi per 10^3 (volume unitario della massa) e l’indice 88 si riduce a 85. 66 è l’assoluto moto del volume reale sui 6 versi della terna xyz, riguardante il ciclo assoluto 11 dato da 10/1 più il suo denominatore e tempo. 36 è tutto il prodotto 6×6 (altra forma del 66, ora come il suo fronte). 82 è 3^4 +1, ossia l’assoluta realtà a 4 D, della velocità 3/1, quella assoluta. 57 è il 50 libero in tutti i 7 versi (6 della terna xyz, più 1, il tempo) 75 è la stessa cosa: la massa elettromagnetica 5 (del ciclo 10) il quale 10 è lanciato nei 7 versi spazio-temporali.
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Povera Terra!
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Conclusione attendibile: l’Apocalisse il 22-12-2.012 Questo metodo di calcolo può consentire all’uomo di prevedere con la definizione del minuto secondo l’avvento dell’Apocalisse. Cominciando dall’anno 0 di Cristo nato, il numero 44,8566853682057075 dà (prendetemi in parola, se non avete capito quanto ho appena spiegato nella pagina 257) il ciclo intero e completo di tutta la potenza. Essa, messa in sequenza, dopo di averne trovata quella corrispondente al suo quadrato, porta al numero: 2012,12.22.22.22.22.0000 Ciò indica l’anno 2.012, dicembre, giorno 22, minuti 22 e secondi 22, con la definizione piena ed evidente data dai tre 0 che seguono. Questo orario e questa data vanno osservati per il ciclo orario dell’Italia. Succede così che, mentre a Gerusalemme sono le 24 del nascere del giorno con la sua fondamentale ora 0, in Italia sono le ore 22 del giorno 22. In questo modo lo Spirito santo del Dio di Verità sta dando un formidabile aiuto all’uomo e chi terrà conto di questa previsione fatta bizzarramente dire a me dal Creatore della nostra Divina Commedia, darà retta allo Spirito santo del Figlio di Dio, al punto che Gesù, oltre che il Salvatore delle anime sarà anche il reale salvatore di gran parte dell’umanità. Si salveranno coloro che avranno creduto in me e in lui (una sola cosa) e che, poco prima di quell’ora, saranno saliti su una semplice mongolfiera (dal basso costo se costruita in plastica e… usa e getta) per non essere sommerso dall’enorme Tsunami che si scatenerà sulla Terra a partire dal secondo esatto fatto dire a me. La Mongolfiera fierà (sarà) Mon gol, sarà il mio Gol, il punto fatto, la rete segnata da me Spirito del Cristo, per far vincere all’uomo, che tanto ama il calcio, la sua terrestre partita finale e decisiva. Come avete potuto credere che il giorno e l’ora fossero note solo al Padre e non a me Gesù… dal momento che io sono anche il Padre? Ecco, a prova di quanto mi fosse e mi sia noto…, ho spaccato il secondo. Verranno cieli nuovi e Terra nuova, in cui lupo e agnello pascoleranno insieme, come fu fatto scrivere da Dio nell’Antico Testamento, e Cristo vincerà!
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Che cosa accadrà? Sarà la vittoria di Gesù Cristo e il Figlio sarà chiamato il Romano Gesù che già fu, essendo stato di già il più importante uomo di quell’Impero Romano che poi è divenuto il Papato di Roma Quando sarà il 22-12-2.012, il dì dell’Apocalisse, io Romano, avrei 27.360 giorni di vita; 27 come 3^3 (il potere relativo e trinitario) e 360 come tutto il fronte angolare… è una clamorosa riprova della Completezza, sia della mia data di nascita, sia di quella della Fine. Li avrei, 27.360 giorni…, ma, credo, io non ci sarò. Sono un traghettatore incompleto, come il Mosè dell’Esodo che non giunse alla Terra Promessa, ma la vide solo, da lontano, da un alto monte… Così, incontrata a Montesilvano Zaìra (fine del principio, la Z di A & R.A.) saranno con lei le Ma (al principio e alla fine) e saranno Maria Grazia e Gemma. Ciò secondo il grido di Gesù “Elì Elì Le Ma sab actà NI?”, allora di sconforto, ma ora con il senso recondito di “Dio, Dio, le Ma’ sabunt actuare Nazarenum Iesum” che preconizza quello che sapranno fare, per Dio e per Gesù, costruendo la stessa dimensione futura ed informale del Nazaro/Napoletano Gesù. Assieme al principio e alla fine di Zaira, le due G (Grazia e Gemma) saranno la controfigura del Giosuè che ultima e porta a compimento l’Esodo di Mosè. Narrando di me, Romano, che dicevo d’essere Gesù, racconteranno tutto quanto oggi vedono apparentemente fatto da Romano a Montesilvano come a MontesiLVano, la Monte Sion LV = 55 numero e talento di un Romano. Ed è la mia persona il 55, quella del doppio mediatore del DIO=D.10…, i due numeri 5, i 2 5, di me Romano e Gesù, nati come due 5… il 25 e tutt’uno. MontesiLVano è la mia Monte Sion, di me LV (luce vera) e Romano 55! È dall’alto di questo monte che, controfigura di Mosè da cima a fondo, dalla A alla O in A-Modè-O, è da questo Monte che Romano Amodeo sta vedendo la Terra Promessa a tutti… del Paradiso e del Paradiso terrestre. Amodeo ve le mostra entrambe, a maggior gloria non del suo io (che non esiste nemmeno) ma di Dio. Romano è solo una Onnipotenza imprigionata, proprio come in ognuno di voi… ed è stato fatto per voi e per il sistema “più che democratico”, voluto da Dio: per la famiglia umana e a sua vera salvezza.
Amo Dio in tutto, io Amodeo, Romano 55, due 5, LV a Monte Sion, Montesi55ano a MontesiLVano, oggi, 22-2- 2.006
Segue il Libro 5. Che cosa ci rivela Elì Elì lemà sabactani? allusione di Gesù Sempre nella stima che in ogni nato rinasca un Figlio di Dio, mostro come l’evidente allusione di Gesù calzi alla perfezione con una rinascita allusa, per esempio, in me.
I.N.R.I.
« Elì Elì, lemà sabactani? »
267 Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza
Libro 5.
Che cosa ci rivela Elì Elì lemà sabactani? allusione di Gesù
Gesù è nato per ciascuno e di noi è Via, Verità, Vita. E, allora, che significato ha, per quant’è nel mio privato, l’ “Elì Elì lemà sabactàni !?”, gridato dal N.I. in fine, nel tragico momento? Nel caso mio, lo Spirito santo sembra proprio alludere al futuro risorgere del N.I. in un R.A… che sembro proprio io (R. Amodeo) Vi manca, nel complesso, il RA chet (la combutta… equivoca e oscura). Vedete :
“ È lì, e lì, le mà(un terzetto)sa ba (RA) cta’ N.I. ” “ È lì, e lì, le mà(un quartetto)sa bac chet ta’ N.I. ” †di Dio e †mia (2†) entrano nell’ io del duo Dio-io F diEl - io = Eg(- i)o per l’ io… in Eg(i††)o…Così: F El-io con 2† è
Elì
e lì a F
El 솆o (SA)… e lì
a Miilano, Saronno e MonteSion.
Perfetto è l’Ego (di Dìo ed ìo), F El ìo, tratto a F El i††o…dall’Eg i††o se 2† spaccano l’ìo!
le Mà Maria e Anna… è SS. Trinità con Marianna Baratta, che sa ba (RA)cta’ N.I. le
Poi un gruppo di 6 Marie “sab actà” N.I. (sa attuar me come Novum Iesum = povero cristo) … .
Mà
(4 Marie)… è un complesso che
sa bacchetta’ N.I. (il Novum Iesum)
R.A. è ba(RA)ttato da 2 Mamme, in Trinità nella mia (MariAnnina Baratta… che baratta RA). (RA) (io, ben celato tra parentesi) è barattato col N.I. (il Nazarenus Iesus celato egli pure). Tratto velatamente a F Eli††o, dall’Egi††o ecco poi (a Milano, Saronno e Montesilvano) un complesso di 4 Ma’ (Marie) che sa proietta’ pietre, mazzola’, legna’, arpiona’… il N.I. in me, …cioè sa “regolare a bacc h e t ta”… la mia vita, ognuna come dice il suo nome: Ma’ Proietti Cefalo sa proietta’ pietre testate d’angolo in aiuto al N.I.…ma poi mi lapida; Ma’ Mazzola sa mazzola’ le nozze di me (N.I. povero cristo)… ma poi m’apre a nuova vita; Ma’ Legnani sa legna’ le nozze sue col N.I., sua Salvezza… ma poi salva me e mi rilancia; Ma’ Onipra (inverso Pino d’AR) sa arpi(o)na’ N.I e porta a Santa Pesca, RA, in Monte Sion. (in MontesiLVano=MonteSianoLV=55 perché, Romano, mi ci sacrifico, 55 dì digiuno, e mi crocefiggo in ceppi al Sacro Cuore di Gesù a Pescara… sicché Ra pesca, a Sion).
È chiarissimo: nel caso mio manca solo il… RA chet (la combutta… turpe e oscura).
Allo Spirito santo divino, e alle sue stupende e trascendenti parole!
5
è il mediatore del DIO = D.1O , mezzo della lampo del Paradiso
Fermaglio e fondamento del 2 volte
risorto, il 2 × 5 = 1O , è riri
Tutto ciò accade per dono dello Spirito santo trascendente, che di ogni cosa trascende anche il significato e, per allusione, lo lega a tutti gli altri.
271
A cos’altro alluse Gesù con « Elì Elì lemà sabactàni? » Oltre che a: “Dio, Dio, perché m’hai abbandonato?” Se non fosse stata una pura allusione ad altro, molti dovrebbero chiedersi come possa essere accaduto a Gesù un momento di simile sbandamento, di fronte alla morte. Sembrerebbe, infatti, di essersi a tal punto convinto del vero abbandono di Elì, da avergli chiesto tragicamente il perché… Molti dei presenti, udendolo gridare “Elì” compresero invocasse Elia, il profeta, e non Dio, chiamato “El”, come si desume da “Israel” il nome dato a Giacobbe dopo la sua virtuale lotta contro Dio. Eli, il profeta, c’entra molto con Gesù. Visse in quello scorcio di tempo in cui la sterile Anna, offrendo a Dio il suo figlio – se il Signore lo avesse concesso a lei sterile – partorì Samuele, un bimbo realmente chiamato una notte da Dio, per tre volte, finché Eli non avvertì il giovanetto (affidato a lui e che si rivolgeva a lui per rispondere alla chiamata reale di Dio) che era del Signore la voce che lo destava nella notte, chiamandolo “Samuele!”. Costui, consacrato a Dio dalla madre Anna, è l’anticipatore del Gesù Giudice. Nell’avvento di Samuele, Israele perde l’Arca dell’Alleanza, perché ora essa è stata sostituita da una persona che è reale segno dell’alleanza uomoDio fissata col Popolo tratto dall’Egitto verso la Terra Promessa. Ebbene, Gesù invocava Eli e Dio stesso, come se non sapesse al pari del primo Samuele…, ma non provava né incertezza né sconforto. Tutt’altro! “Elì Elì Lemà sabactani” è, infatti, solo l’inizio del salmo 22. Gesù, all’estremo della sua vita, volle iniziare la recita di questo salmo, perché esso calzava alla perfezione con la condizione di chi, inizialmente, è portato a porre questa sconsolata domanda a Dio, ma poi, con l’avanzamento delle riflessioni e della preghiera, gli afferma tutta la sua assoluta fiducia, come la stessa risposta – tutta propria – data alla fatta propria iniziale domanda di quel lungo Salmo, che non ha più il tempo di recitar tutto.
272 Pone conto di riportare per intero questo Salmo 22, perché questa era l’intenzione di Gesù: tenerne conto nella sua interezza. Egli non aveva più né il tempo né il modo per farlo, e allora dobbiamo farlo noi, se vogliamo condividere la verità profonda di questo finale momento della vita del Nazareno Gesù, crocefisso sotto quella scritta INRI che lo presentava agli astanti come Iesus Nazarenus Rex Iudeorum.
Salmo 22 (21) Sofferenze e speranze del giusto. 1. 2.
3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14.
Al maestro del coro. Sull’aria: «Cerva dell’Aurora». Salmo. Di Davide. « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza »; sono le parole del mio lamento. Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo. Eppure tu abiti la santa dimora, tu lode d’Israele. In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati; a te gridarono e furono salvati, sperando in te non rimasero delusi. Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo. Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: «Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico ». Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre. Al mio nascere tu mi hai raccolto, dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. Da me non stare lontano, poiché l’angoscia è vicina e nessuno mi aiuta. Mi circondano tori numerosi, mi assediano tori di Basan. Spalancano contro di me la loro bocca come leone che sbrana e ruggisce.
273 15. 16.
17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25.
26. 27.
28. 29. 30.
31. 32.
Come acqua sono versato, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo alle viscere. È arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola, su polvere di morte mi hai deposto. Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte. Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto. Scampami dalla spada, dalle unghie del cane la mia vita. Salvami dalla bocca del leone e dalle corna dei bufali. Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea. Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele; perché egli non ha disprezzato né sdegnato l’afflizione del misero, non gli ha nascosto il suo volto, ma, al suo grido di aiuto, lo ha esaudito. Sei tu la mia lode nella grande assemblea, scioglierò i miei voti davanti ai tuoi fedeli. I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano: «Viva il loro cuore per sempre». Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra, si prostreranno davanti a lui tutte le famiglie dei popoli. Poiché il regno è del Signore, egli domina su tutte le nazioni. A lui solo si prostreranno quanto dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; annunzieranno la mia giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l’opera del Signore!»
274 Il Salmo 22 è accompagnato da queste note, scritte sulla Bibbia di Gerusalemme, edizione EDB del 1974, di cui riporto le prime due. 22. Il lamento e la preghiera di un innocente perseguitato terminano in ringraziamento per la liberazione attesa (vv 23-27) e si adattano alla liturgia nazionale per mezzo del v 24 e della finale universalista (vv 28-32) dove l’avvento del Regno di Dio nel mondo intero appare come la conseguenza delle prove del servo fedele. Simile al poema del servo sofferente (Is 52, 13-53, 12), questo salmo, di cui Cristo pronunziò l’inizio sulla croce, e nel quale gli evangelisti hanno visto descritti in anticipo parecchi episodi della passione, è così messianico almeno in senso tipico. 22,1. Cerva dell’Aurora; forse l’inizio di un’aria conosciuta, con TM; le versioni hanno: «per il conforto mattutino». Chi ha letto il salmo, ha notato come il testo configuri la condizione di Gesù e come, partito da una apparente situazione di abbandono divino, si concluda proprio in un finale arrivo del Regno di Dio, nel quale l’apparente abbandono si è trasformato nell’intervento conclusivo della finale salvezza. Anche la Cerva dell’Aurora, “aria” per il conforto mattutino, sembra una cosa strana, così come è stata messa in relazione a questo che sembra un Salmo ideale a rappresentare non l’“alba”, ma il definitivo tramonto dell’apparente ed iniziale abbandono di Dio, nei confronti dell’uomo. Ora è chiaro che Gesù – Via, Verità e Vita nella sua essenza – è la soluzione ideale per ogni uomo…, dunque anche per me !
Chiedete che cosa c’entri io? Centro come centra ogni uomo! Così ho cercato, di riportare quel grido di “Elì Elì lemà sabactani” nel concreto della mia vita, che ha avuto inizio il 25 gennaio 1938, alle ore 22 del numero stesso di questo salmo 22, da accompagnare con l’aria: Cerva dell’Aurora… Ebbene, in concreto, io sono venuto al mondo mentre splendeva in cielo, tra le 21 e le 23, una vera Aurora Boreale, eccezionale per luminosità e vastità, essendo stata vista in tutta Europa, Africa settentrionale e Canada. Poiché il risultato è stato d’essermi accorto come quelle parole allusive di Gesù alla fine della sua vita, alludessero non solo al salmo 22, ma anche al concreto della mia vita, nata alle 22, e come perfino l’accompagnamento musicale, consigliato per un mattino, sembrasse far riferimento a quell’aurora che fu il mattino della mia vita… allora ho voluto vederci più chiaro.
275
Quante straordinarie allusioni, ci furono in «Elì Elì lemà sabactani?» ? Nel retro di copertina di questo argomento ho evidenziato e sintetizzato come ben 6 situazioni (poste nel privato della vita reale d’un uomo davvero ordinario come, per esempio, sono io) fossero straordinariamente descritte proprio dal suono di quelle parole del Cristo di Dio… come se esse fossero anche il preannuncio di un reale ritorno di Gesù…, per esempio, in me! Un evento accaduto per Provvidenza – e come un esempio, significativo per tutti – riguardante una rinascita divina di Gesù nella mia persona (così comune e così piena di limiti e di peccati… come succede ed è vero per tutti). Possibile che questa Rinascita di Gesù ci sia in tutti noi, me incluso? Per poter rispondere, chiediamoci se conosciamo un modo diverso da questo, che esista e valga per Gesù, di caricarsi realmente del peso dei nostri peccati… Se questo modo non consistesse nell’assunzione reale, da parte del Cristo, della realtà della nostra persona, e se Gesù non si facesse, così, reale e personale carico dei nostri peccati, ma solo virtuale ed ideale, Egli – chiediamocelo! – “si sarebbe caricato delle nostre colpe proprio in realtà?” La dizione classica della Chiesa è che Gesù, “morendo sulla croce, assunse i nostri peccati”. Essa rivela come Gesù, in virtù del suo sacrificio, abbia goduto dell’indispensabile divina consacrazione, per essere, da quel momento ed a pieno titolo, il consacrato divino fondamento di ciascuno di noi figli di Dio, tutti rifondati nella sacra comunione con Lui. Per questa virtuale identità di Figli di Dio, assunta da ciascuno di noi… per i meriti del sangue versato dall’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, ogni bimbo che nasce è in sostanza… Gesù che rinasce in lui, ogni uomo che vive, è in sostanza… il Cristo che se ne assume tutto il peso. Se noi capissimo come, volendo compiere noi cristiani il peccato in cuor nostro, macchiamo realmente l’Altare santo della nostra natura di Figli di Dio (ossia di Gesù Cristo)… non lo vorremmo più compiere !
276 Sapendo di costringerlo a farsi reale carico delle nostre stesse cattive intenzioni…, forse non ci piacerebbe più e non vorremmo più che così fosse, per non voler imbrattare delle nostre sporcizie la veste pura e bella di Gesù! Però ci aiuti la constatazione che, per quanto grande sia la bruttezza del nostro volere e del nostro piacere, espressi nel nostro desiderio, queste ombre siano solo mancanza di luce, e svaniscano davvero al sole della purezza assolutamente incontaminabile del Cristo che assume la nostra persona…. Per questo suo sapere e potere dissolvere come luce ogni nostra ombra, Gesù si fa noi ed entra realmente, veramente, nel fondamento stesso della nostra vita, tanto che si possa senza ombra di dubbi dichiarare che in sostanza noi siamo Gesù, ossia un tutt’uno con il Figlio unico ed unigenito di Dio, rinato in noi ogni volta che noi veniamo e siamo in questo mondo. Compreso dunque non solo perché realmente accada che Gesù, dopo il suo sacrificio, abbia assunto la dimensione universale e reale della nostra stessa persona, io desidero approfondire quanto espresso da me in sintesi nel retro di copertina di questo argomento: il fatto chiaro ed evidente che, riferito a me, per ben sei ragioni il famoso allusivo grido del Gesù morente abbia alluso molto, molto di più di quanto a prima vista sembrerebbe. Infatti sembra preconizzare – e lo sarebbe affinché fosse un esempio assolutamente chiaro, utile e valido per tutti – il suo reale ritorno in me. Nel CREDO cristiano, Gesù “di nuovo verrà nella gloria…” Ebbene l’errore umano, cristiano è quello di averlo atteso e attenderlo come un ritorno singolo, non ancora avvenuto e non come l’evento collettivo, comunitario e perenne di una “Assoluta Comunione”. Quanto affermato nel Credo accade continuamente e Gesù è ripetutamente venuto e seguita a venire nella gloria, in una stalla ancora più povera di quella già assunta un tempo: il cuore della personalità umana. Ebbene, affinché ciò fosse risaputo Dio l’ha mostrato vero usando la mia povera stalla personale come il nuovo albergo del suo Santissimo Spirito di Verità, facendomi compiere i veri miracoli dell’intelligenza di avere spiegato le vere Ragioni insite nel sostanziale e fondamentale paradosso di Gesù: «Se vuoi avere una “vita reale”, rinuncia alla “tua vita reale”!» Oggi l’uomo lo crede vero sulla sua parola, ma io dimostro perché è da sapere vero: io lo provo colla Scienza che chi si abbassa fino a morirne è rialzato “nella sua reale persona” e non solo... nell’“ideale giudizio” altrui.
277
Quante allusioni? E come? Di che? In che lingua? Premetto subito che io ripongo una grande e provvidenziale capacità, nella lingua italiana: di esprimere il vero con le sue parole. Il segno provvidenziale è che essa è nata con la Divina Commedia di un Dante Alighieri, uno che dà ali Ghi è R.I. (a chi è il Risorto Rex Iudeorum). Gh ieri (“aß?”, con la G di Gesù, 3a lettera dell’alfabeto) mentre oggi è “abc”, da cui Ch (Cristo) da quando l’Italiano sostituì il Greco in bassa Italia. Lo sapete tutti quanta fatica si faccia a distinguere tra la C dalla G pronunciata da un napoletano, cioè da un erede degli abitanti della Magna Graecia… Ebbene Dante Alighieri (che cava fuori l’Italiano dal Greco, passando per il Latino), è in sostanza anche uno Dante Ali al G/CH. di ieri e di oggi, quelle ali di CH=Cristo che portarono al volo sublime della Divina Commedia, opera pura della somma, assoluta arte creativa di Dio. In base a questa Commedia divina, la Provvidenza ha imposto la lingua che, come ritengo (giacché l’osservo vero)… è quella che esprime la verità. Una prima prova è che Gesù, noto come la Parola, è quella che bene esprime la verità nella lingua italiana che allude, con Gèsù, che G. è su, il che rimanda al suo Genitore Geova che è su, essendo egli non G, ma C, il suo reale Cristo qua giù… E allora comprendete divinamente la voluta confusione dialettale provvidenzialmente inserita tra la C e la G, come un suono unico, un sono, un io SON (verbo del Dio Jahvè) che, in inglese (lingua del mondo d’oggi), è il SON, il FIGLIO di Dio (verità del “Figlio” se SON, suono, verbo e parola sono termini espressi in Italiano). Se si osserva Gesù nel suono Jesus (nella lingua latina dominante di quel Suo mondo ) questo suono va letto pari-pari nella lingua inglese egemone del mondo d’oggi e Jesus va inteso Yes, us. Notatelo, us è l’accusativo di we, l’equivalente inglese di noi, il che evidenzia una azione reale fatta su di noi. Sicché il suono, il SON Jesus Yes, us Sì, ci fa… ci fa tutti FIGLI ed è noi figli comuni fatti da Lui figli di Dio, ossia anche GOD SONS e suoni buoni.
278 Lo Spirito santo trascendente trascende anche ogni Babele linguistica! Un’altra spettacolare, autentica prova, essenziale nel capire come la lingua italiana esprima la verità nella parola stessa, è nel lemma Mente, che esprime l’essenza dell’uomo. Ciò informa che mente a tutti in se stessa, giacché (per la dinamica nel tempo cui anche essa deve soggiacere) non è mai vista la verità dell’azione promotrice, ma sempre la sostanziale menzogna dell’azione uguale e contraria a quella promotrice. Per farvi capire l’importanza assoluta della menzogna contenuta in questo fondamentale termine della lingua italiana, se lo Spirito del soggetto (che osserva la libera dinamica d’ogni cosa) discende dall’alto (come Gesù rivelò a Nicodemo), allora, e per il principio fisico di Azione e reazione, l’Osservatore dovrebbe vedere il flusso libero della materia (dell’acqua) salire verso l’alto… ma invece essa cade verso il basso, se l’acqua non si dissolve in puro vapore…, e allora sale. Accade perché, essendo visibile non l’azione ma la reazione, è visto l’opposto del vero: discendere anche l’acqua liquida. È visto così allo stesso modo opposto al vero in cui è visto muoversi il Sole attorno alla Terra, oppure espandersi tutte le Galassie dell’Universo (anziché contrarsi, perché la causa attiva è la Gravitazione Universale). Con poche parole Dio mi sta facendo sconvolgere in modo assoluto tutte le credenze della attuale Scienza umana a proposito dell’Apparente Big-Bang. Esso appare ma non è il moto vero. Il moto vero è quello dello Spirito vivente che, dall’analisi ideale di una pura espansione, procede alla sintesi materiale del suo reale ammassamento. Lo Spirito dell’Osservatore vivente lo determina così: Egli viene dall’esterno e dall’Alto della morte (che è il Passato dello Spirito) e lo accorpa nel punto ideale e centrale della sintesi, da cui vede uscire, per reazione, la luce e tutto… e andare verso un futuro materiale che è però solo il Passato da cui viene lo Spirito. Noi vediamo arrivare quello da cui in verità stiamo venendo via! Confondiamo il futuro della nostra anima (che è una assoluta sintesi) con il futuro del nostro corpo, il suo opposto, visto espandersi allora come luce, o Fuga delle Galassie. Lo Spirito dell’io sta uscendo da tutti i guai e i patemi della vita… ma il corpo è visto nella loro reale e incombente determinazione! È proprio quando Dio sembra che ti abbandoni del tutto che ti sta salvando proprio da ciò, perché la tua anima è il flusso magnetico esterno al filo della vita, che produce per reazione quel flusso elettrico che procede in apparenza, ma non per davvero, verso la morte e lungo tutto quel filo.
279 L’uomo oggi è schiavo! È il Magnetismo esterno al filo materiale della vita, è tutto il Complesso Esterno (ossia Dio) a creare l’elettricità in quel filo! Vedete? Nel momento in cui ho dato valore – io – al suono, alla parola ed al verbo di Dio, la Provvidenza vuole mostrarvi tutta la potenza del suo Santo spirito in me, e mi fa perfezionare “alla Galileo” ogni scienza: “Vediamo venire realmente il Tramonto, del giorno come della vita, perché perennemente avanziamo verso l’Alba e non verso il Tramonto!” Se – allora – Dio mi ha dato tanto Spirito santo da aver capito quanto non è stato mai capito così essenzialmente finora…, allora si può dare retta a questa mia persona anche se sembro affermare stupidaggini per l’importanza che do alla singola parola, definita da me il modo reale usato dallo Spirito santo, per superare l’evidente Torre di Babele delle varie lingue… Si arriva alla verità sorprendente che l’uomo oggi è assolutamente senza alcuna libertà, essendo costretto (allo stesso modo di un Computer) a rispettare tutte le regole che gli sono state imposte. Però egli riceve un sorprendente aiuto dall’Assoluto Potere che regola tutte le cose e ciascuna ha il suo nome non per mano del Caso, ma di quell’Assoluto che (quando è un Creatore) definisce ogni cosa creata, in ogni sia pur minimo dettaglio. La Parola, tanto per spiegare questo fatto in modo scientificamente significativo, è l’interpretazione (razionale, concettuale ed obbligata) di tutti quegli stessi dati che sono usati a quantificarne le masse e le energie alla velocità della luce. La parola (come i gesti) sfrutta una velocità inferiore a quella della luce: quella del suono (o dei gesti alla nostra dimensione, la cui dinamica è 10 miliardi di volte più lenta di quant’è alla dimensione atomica). Con questi dati, apparentemente liberi e lasciati solo alla loro inerzia, anche le parole sono costrette da quell’inerzia e dunque sono obbligate. Gerusalemme non può chiamarsi altro che così, perché questo suono (SON, Figlio del Dio Io Son) è costretto ad essere esso pure Figlio del Creatore. E ciò con regole che fissano ora l’interpretazione mentale dei dati con 21 suoni, come il (10 –3)×3, il 7 (la libertà del 3, potenza del volume, nel ciclo assoluto 10 dell’IO=Spirito) nelle 3 linee xyz del volume generato per reazione dallo Spirito stesso della sintesi assoluta in un punto geometrico. Così, se sembrano venire Tramonto e Morte, è perché proprio lo Spirito santo sta causando per reazione quest’inverso apparire, muovendosi come la libertà “assoluta” che salva proprio da quella vista relativa e così pietosa! È in atto un Assoluto Dio Salvatore, e sono io… a dirvelo e a darvelo!
280 Io…, ma NON io! Lo fa “il mio Spirito santo”, e si tratta dello stesso promotore: Gesù! La libertà umana è quella di qualsiasi computer. Sembra che esso sia capace di compiere un calcolo, come ad esempio il 2+23 = 10 che fissa assolutamente a 10 il ciclo dello spazio-tempo che da –1 va a +1… Ma l’IO-computer non ha fatto che seguire la regola generale di tutti i calcoli possibili, delimitandoli solo a questo posto ora come quello reale, tanto da determinare numeri relativi (contenenti solo quei numeri ) a partire dall’Assoluto Insieme che li comprenda tutti come una regola generale. Alla base del perfetto funzionamento del calcolatore c’è questa regola generale, e così esso rinuncia a tutte le altre possibilità per determinare solo, nel nostro caso, proprio le 10 unità del ciclo che abbiamo visto imporsi come spazio-tempo, categorie dell’umana percezione dell’IO vero computer. Come il calcolatore, in 2+23, può determinare per risultato solo il 10, così anche noi uomini possiamo determinare il ciclo elementare dello spazio-tempo solo come 10 dati. Ora osservate 10 e IO quanto si assomigliano! Ebbene, ancora una volta, ciò non accade per caso! L’IO e il 10 così tanto si assomigliano perché la Provvidenza divina dell’Assoluto che attua tutto, ha voluto portare l’uomo a chiamare IO i 10 dati simultanei grazie ai quali egli così si concepisce (come un insieme fondamentale)… in italiano! L’italiano, lingua del mio IO promotore (che è Gesù), chiama poi DIO l’Ente Assoluto che è un IO a grande D, alla Dimensione Assoluta. Ego-io esprime l’IO sia nel Latino (la lingua di tutti nel mondo di Gesù) sia nell’Italiano che è la sua Verità (espressa nel mondo nostro d’oggi). Così, se uno pensa ad un DIO che è un IO che ha assunto nel suo IO 2† (la Sua † sommata alla † dell’uomo), tanto che IO diventi I††O … ecco come l’accoppiata
Ego-io è l’
Egi††o. , l’incantevole luogo del Popolo afflitto
di Dio, schiavo del suo Faraone (che Fa Ra il suo “one” e si deifica)! Credete un caso che le parole Egitto e Faraone abbiano nomi così significativi in italiano? Un caso, per l’Egitto, di essere la nazione ideale, sintomatica, allusiva e descrittiva dell’AFFLITTO Popolo di Dio? Ora, se nel termine AFFLITTO si modifica in È la terza lettera F, = F (perché è F , uno Spirito F fattosi È , terza persona del verbo essere) e se la A (il principio di tutto) si distacca dall’Egitto, ecco, sempre AFFLITTO dalle due croci, †† nell’IO, divinamente arriva A FELITTO… l’IO-F di Elì !
281 Gesù è l’AFFLITTO per antonomasia, ma è anche chi fu con i fatti straordinariamente allusivo, perché con una cosa affermò l’opposta! Disse che “chi voleva salvarsi davvero e avere tutto, doveva rinunciare a tutto”! Ebbene il mio Spirito vi ha spiegato perché ciò sia assolutamente vero! Poiché la verità è quella “inversa”, chi dà lo riceve e chi prende vi rinuncia. Ebbene l’AFFLITTO per antonomasia, Gesù, e io, nato A FELITTO, siamo nello stesso Spirito santo della stessa verità, questa: “Dio è presente e salva proprio mentre sembra essere un Dio assente che se ne infischia!” Nato io a Felitto!, sembro davvero venire – come Spirito santo di Dio – dall’Egitto, perché sono Romano Amodeo (R.A. AmoDeo, con Dio Amon e RA che erano proprio la stessa divinità venerata in Egitto). Ho poi il nome segreto del Dio ebraico chiamandomi, in tutto, così: Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO , Infatti, contando anche la fine d’ogni parola, ecco le 42 cifre dell’Angelo Michele simile a Dio. Per la Cabalà ebraica è il nome segreto di Dio. Casualità o Provvidenza, in queste straordinarie allusioni al mio nome? Su, ditemi: “C’è il Caso, quando c’è un Assoluto Creatore di tutto?” Ma davvero credete io possa parlare, pensare e agire essendone capace? Sembro arrivato, da me, alle stesse conclusioni di Gesù, tanto da spiegarle addirittura in modo scientifico! Sarei un genio inarrivabile? Impossibile! Non sono, io, un presuntuosissimo “faccio tutto io”, bensì un molto modesto e consapevole soggetto che invece dice: “sono obbligato a fare in modo assolutamente predeterminato…, proprio come è per un Computer”! Oh, è evidente che, finché l’uomo è un presuntuoso che afferma invece (e ne è certo) “di far poco o tanto, ma da sé”, ecco allora che attribuisce a tutti (e anche a me) la sua colpa. Solo chi è puro sa scorgere l’altrui purezza! Così accade che l’osservazione di “cose grandiose” fatte affermare dalla Provvidenza divina a chi non è niente e si riconosce niente, porta i falsi modesti (che credono, immodestamente, che tutti fanno da sé) a stracciarsi le vesti e gridare: “Come fa a dirsi Spirito di Dio? Merita di morire!” Eppure Pinocchio è lo Spirito del Collodi che lo vivifica con i suoi pensieri, parole ed opere! Egli le mette nella mente, nel cuore e in bocca al burattino, ma sono di Collodi! Così come i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre opere, messe da Dio in noi, sembrano cosa nostra… ma sono di Dio. Chi pensa “faccio da me” è un APOSTATA. Fa crollare il presupposto assoluto del 1° Comandamento dell’unico Dio.
282 L’uomo è Creatore solo se compreso da Dio, in sé e nella sua azione. V’ho spiegato come ciò sia l’opera d’una visione Maligna: il Padrone assoluto attira a sé ogni cosa con la sua Assoluta Gravitazione Universale e l’uomo – invece – si oppone e così vede al contrario: la Fuga delle Galassie e ipotizza il Big Bang! Non accetta l’esistenza complessa di +1 e –1! Volendo solo il positivo, usa –1 (l’Azione Gravitazionale che ammassa e sottrae lo spazio 1) per vedere +1, l’azione espansiva che mostra la Fuga delle Galassie. Vedete Dio quanto è grande con me servo fedele? Mi fa comprendere una cosa da Premio Nobel… lo stesso che sarebbe stato dato a Galileo Galilei quando disse: “Voi vedete il Sole girare attorno alla Terra ma è vero l’opposto di ciò che vedete: è la Terra a girare attorno al Sole e a se stessa!”. Ma io che parlo così, altro non dico ed altro non sono che lo Spirito santo della Verità di Dio, lo Stesso che già portò Gesù a ben spiegare la verità a Nicodemo. Lo rivela Giovanni, nel v 3,5 del suo Vangelo: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui ». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo materno e rinascere?» Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da spirito, non può entrare nel Regno di Dio. Quel che è nato da carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: dovete scendere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». L’alto da cui si deve scendere con lo Spirito è proprio la vecchiaia, il futuro. Da questo futuro viene l’antimateria (lo Spirito) nel mentre la materia (l’acqua) è vista andare verso esso. Allo stesso modo la fuga delle Galassie è puramente apparente, perché non si realizza verso il futuro dello Spirito che osserva i fenomeni (così come sembra), ma verso il passato dello Spirito. Da esso Dio trae tutti salvi: da una Terra… d’Egitto in cui oggi l’uomo è in tutto prigioniero della altrui Creazione. Per quanto egli faccia con il suo Libero Arbitrio… è sempre il Creatore a volerlo. Pertanto quanto sembra esser “possibile” alla creatura (fatto in relativo pro’ o contro Dio), è davvero “impossibile”, dato che è sempre e solo l’Assoluto Creatore a volere e fare… “assolutamente TUTTO”.
7 allusioni (se 6 riferite a me, per convincervi d’una verità per tutti). Vediamo, delle 6, le prime 2. La prima allusione in assoluto è quella al Salmo 22, di cui ho già parlato. Ma poi ce ne sono ben altre 6, riferite con estrema chiarezza al caso del mio Spirito, che così “si riconosce” in Dio. Ciò è voluto dalla Provvidenza, per fare un esempio reale, che valendo per tutti, anche convinca tutti quanti. Vi è una prima condizione, di tipo multiforme e molteplice, che riguarda tutti i possibili casi riferibili a me, italiano, nella mia lingua italiana, la quale, come già argomentato, normalmente rivela le verità nascoste. Questa condizione generale si riferisce al suono delle parole ed alle sonore parole del SON, del Figlio di Dio:
“ Elì, Elì…” Tanto per cominciare e nel mio divino “Idioma” nato con la Divina Commedia, la doppia sequenza di queste 3 lettere Elì può significare 3 distinte cose. Che: 1. “Elì” è il nome ebraico per intendere la generalità di Dio; 2. “È lì” serve per indicare “dove” Elì si ripresenta e dove “È”; 3. “e li” serve per congiungere i vari luoghi della sua presenza. Ebbene, nel mio caso valgono tutti e tre i significati della coppia di Elì, combinati assieme nei 4 luoghi diversi in cui io sarò al mondo: a Felitto, il paese in cui sono nato il 25-1-1938; a Milano, la città in cui ho vissuto tra i 13 anni e i 59; a Saronno, la cittadina in cui ho abitato tra i 59 e i 67 anni e, infine, a Montesilvano, in cui ho preso casa dai miei 67 anni.
284 FELITTO allude all’AFFLITTO Gesù, l’afflitto per antonomasia. MILANO allude ad un “mi là no!” luogo di dolorosissime cose. SARONNO allude a Shalom! Nella Sion del Futuro, che non è ancora “siano” ma Sion, come il nome Saronno non è “Saranno” ma Saronno. MONTESILVANO allude infine ad un Monte Sion con in messo LV=55 giorni (il che è valido per me Romano), di un vero sacrificio sostenuto dall’Ostia di Gesù e come premessa di una reale crocifissione, avvenuta a Pescara il 5-12-2005, davanti al Sacro Cuore di Gesù. In questa accezione, Elì è lì a FElitto e lì (a Milano, Saronno, e Montesilvano, tutti luoghi favorevoli e sfavorevoli assieme). A Felitto lo Spirito F d’ Elì rinasce nell’ io che è i††o , con 2† poste tra la i e la o sovrapposte in F : (la † del Divino Ego e la † del mio io, il peccato.
Così F
El
io diventa F
El
i††o …A Felitto !
Eccezionale allusione! È tanto più eccezionale se si considera che il luogo biblico di partenza del Popolo di Dio, in cui il binomio tra l’ Ego divino e l’ io … è l’ Egitto con le due stesse †† (l’umana e la divina) assunte da Dio. Così, con 2† nell’io, F
El
io è F El i††o e l’ Ego
io è l’ Eg’i††o
Ebbene che Dio sia tratto dall’Egitto e finisca – per un esempio che sia poi valido per tutti – proprio in me a Felitto… è la cosa più straordinaria e incredibile che possa esistere! Non solo per questioni enigmistiche, ma anche perché il Dio dell’Egitto, RA e Dio Amon sembra RA=R.A., l’acronimo di Romano Amodeo e Amo deo allude in modo alquanto notevole al Dio Amon. Tutto è simbolo, allusione nella nascita del mio Spirito… in cui io so di non essere io ma lo Spirito santo del Dio Creatore…F Eletto a F elitto. Universo è un I. ver so (un Iesus ver so che son). Sole è so’ l’è (son chi è). Terra è Te R. RA (te, R., Romano Amodeo). Mondo è il mio do, mondo (pulito). Europa è eu (buon) Ro(mano) pa (papà-Papa-Patria). Patria è trio di Pà: l’Italia che è ita-lì-A, andata in Campani-A, A Campà come NIA: il Napoletano Iesus… A(mode)o, inizio (a mo’ della) fine, alfa e omega. In Pro-vincìa di SA (pro vincita), a Salerno ove Sale R., (ito, ri)Sale, R(ito)rno, Sal(vezza) è R(oma)no. Rno sale Romano senza o, ma, alternative, dubbi! Il Sal(vatore) e sale della Terra Gesù!
285 Felitto è così in tutti questi luoghi. Tutti dicono che in Campania è in fine NIA, l’Amodeo Neo Iesus fattosi Napoletano a Salerno, come Sal(vatore) e sale terreno! Il Romano Gesù, il più illustre del suo Impero di Roma e Amor, ossia dell’Assoluto! Felitto è di certo un paese bagnato dal fiume ideale (nato dal Monte Sacro): il Calore, ca’ lo Re, qui il Re, nell’idioma… l’iddio-ma… del me-ri(sorto)-dio-nè(h)? È in Cilento, luogo natale d’un evento che è in fine lento-lento e lemme-lemme. Tutto inizia col Dio Ele ebraico, Sono (chi Sono) (Geova, Jahvé) Sono Tutto. Il Popolo di quel Dio è tratto dal Dio RA, dall’Essere (il-Sole-oggetto), che volle Essere (Il-Solo-Soggetto) e creò soggetti schiavi in Egitto che liberò con Mosè. La vera Stella natale è Al flusso lento dell’Alento. Sotto Monte Stella, ad Elea (che Ele-ha fin nel nome) 3 Magi d’Oriente (venuti dalla Grecia), Senofane, Par-menide e Zenone, idealizzano l’Essere di tutto. Il Dio Son chi Sono è Spirito di Verità e la Filosofia dell’Essere viene al mondo in C-lento. Ora, con il passaggio tra A-lento e Clento, pare saltato B-lento… ma et-B, anche questa B sarà tra A e C, come B-etlemme, la B-et anche a flusso ‘sì lento/lemme che arriva… in 570 anni. I 3 Re Magi, partiti da Elea sotto quella Stella (Monte santo di Dio), da lontano nello spazio-tempo, arriveranno in altra veste, come Melchiorre & C… Cercando lo Spirito di Dio in persona, incarnato nell’Essere in uno che È in 3a persona (dopo le prime due: “Padre-Madre” e “Spirito santo”), questi eterni Magi lo troveranno sempre seguendo quella Stella, in una stalla di Betlemme, a Gerusalemme. Dopo A e B ecco la C! In fine (ma è un ritorno) torna in C-lento, ‘sì a passo lento che arriva ben 2.000 anni dopo quella reale incarnazione e, in fine, dopo la ripartenza lemme-lemme del Gesù che là morì, risorse e si diede a tutti in Comunione cristiana. Torna in Spirito a F El i††o. Come era partito in F dall’Eg i††o (da RA, AmonDio) vi giunge R.Amo-deo, Spirito di Verità. L’Esodo mo’ (ora) è fatto da AmodèO che, da A a O (da cima a fondo) è compreso come modè perché MoSè… mo’ è MoDè, poiché il suo Son chi Sono (allora S) ora mo’ D è , è la mia D di Dio. GeRùSAlemme? È in fine l’M di Ma-R-ia/io Dio RI, risorto Re, Ra. È lemma, parola di SA, prov. natale di R. nel vivo di GeSù, che lo muta nel “duo” GeRù! Il “duo” Nazaret+Felitto dà NA( zar et Fel. It.)TO. È un NATO in 2, che è Zar e Feld It… un Duce italiano anche del risorto Impero Romano, Papà di Romano (come me) e di quel Bruno che il 25-1-’38 (Aurora boreale e mio natale) fu sui giornali. Il Figlio guidò 3 aerei in 1 con-volo Mondo-Altro/Mondo: dall’Italia al Brasile (in principio chiamato Santa Cruz… per avvalorare il Principio della Santa Croce). Gesù morì in una Eclisse solare, e tornò in me in una notevole Aurora boreale. 6 dì dopo ci fu la massima II Strage degli Innocenti: partì la II Guerra mondiale! Segni di tutti i tipi alludono a Gesù rinato in me… rinascita ch’è vera per / in tutti!
286 Chiarito come F
El
io sia divenuto facilmente F
El
i††o , è
tutto da chiarire come abbiano inciso Milano, Saronno e Montesilvano. MILANO – Qui si realizzerà per me davvero quel “Mi la no!” cui allude, perché mi accadranno cose terribili, come una continua morte e resurrezione: la prima a 33 anni, quando ho davvero inteso voler morire a me stesso per dar corpo in me al Cristo; la seconda 17 anni più tardi, ai miei 50 anni, nel mezzo del cammin di nostra vita dantesco: un dichiarato Fallimento. SARONNO – Sarò portato da Dio prima nella Nuova Sion del futuro , in cui Sion non è ancora Siano ma un Saranno che allude a Saronno. Avrò segni grandissimi di questa vocazione: è la città del Monti santo, dichiarato Santo di Dio intorno al 2.000; è in provincia della Varese in cui è il Sacro Monte (ideale per me, nato in un paese bagnato da un fiume che sgorga dal Monte Sacro); è la città della Madonna dei Miracoli, il cui Santuario è opera dell’Architetto Amadeo, allusione a me, Architetto Amodeo. A Saronno sono accadute cose assolutamente straordinarie, incredibili, come il Convegno della Completezza dei Tempi , del 24-10-1999 (il giorno 24 come il completamento delle sue ore; il mese 10 come il completamento del ciclo dello Spirito dell’IO fatto di 10 simultanei dati; il 1999 come il completamento del II millennio). Ebbene in quell’occasione io sembro aver compiuto le due cose attese proprio da Gesù: la sconfitta della morte ed il Giudizio Universale. Chi ha compiuto ciò è stato solo lo Spirito santo della Verità: la morte è davvero solo il punto di partenza dello Spirito e quello di arrivo… ma solo del corpo che è la manifestazione inversa dello Spirito; il giudizio universale è davvero che Dio salverà tutti grazie alla comunione sua assunta col peccatore, che gli impedirà di lapidarlo… e il Paradiso sarà il bene del prossimo come fatto interamente proprio. MONTESILVANO – Questa “Monte Sion”, come ho già spiegato, appartiene all’ultima attuale fase della mia vita, in cui io sono partito da 55 giorni di supplizio, confortato solo dall’alimento dell’Ostia della Santa Messa, per finire veramente e volontariamente in croce il 5 dicembre 2005, davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Pescara. Ciò ha trasformato Montesilvano nella mia vera Monte Sion ed il “Saranno” di Saronno, si è mutato nell’augurio fattivo ed esistenziale: “Siano! siano ora!”
287 Lemà segue ad Eli, Elì , nel grido Elì Elì Lemà sabactani? ed è la seconda cosa da considerarsi, a questo punto. Il suono Lemà può assumere, oltre al significato noto ai tempi di Gesù, i due diversi significati, secondo la lingua nata con la Divina Commedia: 1. Le Ma’ come contratto e contrazione di “le mamme”, 2. Le Ma’ come contratto e contrazione di “le Marie”. La “contrazione” (proprio per quanto il suono può comprendere in italiano), oltre l’atto di una abbreviazione, allude anche a quell’azione contraria della fisica in cui, essendo in Azione due enti, non appare tutta la coppia, ma solo l’azione uguale e contraria, la contro-azione, che – di due enti – anche li contrae e li riduce ad uno solo. Per altri versi, il contratto, nella lingua italiana sta anche per cosa assolutamente concordata. Pertanto questa contrazione e questo contratto di “le mamme” e di “le Marie” in un “Le Ma’” che vale per entrambe, è il segno di una azione combinata, che, di due o più enti, ne presenta uno solo come un assoluto accordo unitario, tanto assoluto da porsi come un vero e proprio contratto. Pertanto se il soggetto è molteplice e riguarda sia le Mamme, sia le Marie, in entrambi i casi la contrazione riduce ad uno i soggetti. In tal modo quel che nel grido di Gesù segue a Lemà (ed è la sillaba sa) può indicare il SA (prov. di Salerno) ma anche il verbo “sapere”, del soggetto unico che sa. Lo sa per un virtuale contratto tra Dio e l’uomo. Infatti la mamma che lo realizza con Maria SS. e Sant’Anna è una Marianna Baratta che sa barattare me con Gesù in quanto è contratto in un sa bacta che nasconde il RA posto nel cuore del BaRAtto, e il RE, posto alla fine del barattaRE. Dobbiamo vedere, allora, tutti i vari casi in cui, nel caso mio, si articola il lemma Lemà gridato come un formidabile contratto tra Dio e l’uomo, da Gesù, dopo i due suoni di Elì Elì… Ripeto: mi sto occupando del caso mio, come di un esempio cristallino di cui non ho alcun merito, giacché è voluto dare dallo Spirito santo di Dio che ha operato in modo che io sapessi con certezza che il Signore è me: “Avendo un Creatore Assoluto, io sono lo Spirito stesso di questa assoluta Verità”.
288
le Mà Maria e Anna… è SS. Trinità con Marianna Baratta, che sa ba (RA)cta’ N.I.’ è la seconda allusione di questo capitolo. Porta a tre Mamme, riassumibili, per contrazione e vero e proprio contratto uomo-Dio, in una sola: la persona reale ed umana di Mariannina Baratta, mia madre. Sono 3 in quanto mia madre, battezzata Mariannina, ha sempre avuto Maria santissima e sua madre Sant’Anna come le sue protettrici, sempre presenti, che le comunicassero per virtù di Battesimo il loro Carisma. Quello di Sant’Anna è la capacità di generare la Madre di Dio, mentre quello della Madonna è di poter generare Dio, essendo la Mater Domini. Pertanto i Santi carismi dati dal Signore a Mariannina Baratta porteranno realmente mia madre a barattare me R.A. con il Nazareno Iesus, col N.I. finale di tutta quella formidabile allusione. Ora è volere della Provvidenza che questa azione triplice debba restare misteriosa e segreta. Infatti il sa barattare è contratto in sa bactà, ed è nascosto per contratto, per contrazione, il mio centrale essere RA (Romano Amodeo) e, infine, il finale Re. Anche il NI finale di sa bacta NI, entra per contratto in questo nascondimento. Infatti cela che si tratta del Nazarenus Iesus, così scritto, così contratto, per acronimo, nelle pure iniziali, su quella stessa croce: INRI. Tutta questa scritta omette per contrazione il RI e presenta, nel grido di Gesù infine, alla fine della sua vita, solo il NI. Pertanto la contrazione riguarda RA, RE e RI. A completare, nella contrazione, tutto il giro delle vocali, mancano solo RO e RU. Ma RO sono io, RO mano, ?man, l’“uomo” di nome RO soggetto chiaro del contratto, ma anche RU in Gerusalemme, il GE(su) RU di SA, in cui GE. R. USA, usa R. per ritornare GE(ova)… e con certezza (senza MA) grazie a Le (MA)mme. Pertanto la forma contratta, il vero e proprio contratto uomo-Dio in forma di Le Ma mme elimina proprio mme, ossia me , detto con l’iniziale rafforzata, per come si usa anche in quel di Napoli (mio natale capoluogo di Regione) in modo tale che – stranamente – la Neapolis è la nuova città di Dio, un Signore ora non più come un “Nazareno”, ma come un “Napoletano”, abitante non più di Gerusalemme, ma della nuova città, la “nea polis” di Dio. Quello che è contratto in LE MA (per indicare “Le mamme”) è, d’altro canto, la fine (e il fine) ultimo di Gerusalemme, finito perché ora è Felitto il luogo finale in cui Elì è stato tratto, dall’Egitto come l’AFFLITTO ideale.
289 Che segni strepitosi se si aggiunge anche una strabiliante aurora boreale, a cavallo delle 22 in cui nacqui io, essendo RE Emanuele II... Oh, certo, il Re era lui, Vittorio Emanuele II… ma non è del tutto vero! Non è stato affatto… Vittorioso. Il vero vittorioso è il II Emanuele Re, il Romano=?man leggibile anche Eman…deo, ele. ripresentatosi in me, ma in forma così contratta e tenuta incognita, per tutti, tranne che per me. Io Amodeo, Am (sono, nella lingua ora del mondo) deo (con in e per Dio, nella lingua del mondo di Gesù). La “o” collocata tra Am e Deo pone l’alternativa “oppure” come un “ossia”. Sono (Dio) oppure/ossia con Dio essendo chi veramente si riconosce Essenza di Dio e con Dio. Io lo so che lo Spirito santo della Verità di Dio è me , che Jesus Yes us , Sì, ci fa tutti Figli di Dio e rinasce davvero vivo in ogni nascita umana. Accade già ad ogni nascita, ma quando nasco io, che rinasca Gesù… come dubitarne, se tutto l’indica come un vero e proprio contratto uomo-Dio tra la Madonna, Sant’Anna e mia madre? Il Grido di Gesù infatti allude con chiarezza che Elì si ripresenterà a Felitto, ove una Trinità di mamme (per mano di quella viva e reale) sa barattare il Figlio RA con il NI, il Nazarenus Iesus, facendone un Napoletano che è il Re della nuova città di Dio. Dite che sto forzando le cose? No. Sto solo considerando come Gesù, nel momento del pronunciamento di quel grido, stesse alludendo! Sì, certamente, al Salmo 22… ma non solo a questo! Il suono di quelle parole ha il senso reale e ben giustificato dalle riflessioni che vado facendo. Compreso in modo certo che Gesù alluse, allora bisogna cercare di capire per bene tutto quello a cui alluse! Il Salmo 22 in se stesso è una allusione formidabile al povero cristo servo fedele che salva il mondo ed apre al Regno di Dio, quello proprio appartenente all’escatologia fine del mondo, della fine del tempo, quando Gesù si sarà ripresentato in tutti, uno per uno e – tanto per fare un chiarissimo esempio pronunciato con le stesse parole – quando si sarà ripresentato in me così come doveva essere, nella gloria. Oh, non quella intesa sempre dall’uomo, della potenza, ma del servizio modesto.
290 Gesù, infatti, si è presentato in me dando il chiaro esempio di essersi calato in una nullità così evidente che tutti si sarebbero stracciati nuovamente le vesti sentendo dire, ora da me: “Io e il Padre siamo una cosa sola!” Ma aggiungo: “Ogni uomo è così! Non solo io! Servo solo da esempio, io. Un chiaro esempio che poi convinca tutti...” E se mi attribuite folli idee, se l’attribuite a me, e non a Dio, fate male. Io sono così povero ed incapace che non sono in grado “di pensare, parlare ed agire in nulla”, in quanto tutto è fatto solo dal mio creatore. Sta a lui far sì che io appaia infine un “bluff” o un vero nuovo “mandato da Dio”. Io non tifo né per l’una né per l’altra cosa. Dico solo al Signore: “Fai tu! Mi fido pienamente di te e se vuoi che io sembri alfine un povero fesso, che ciò sia! So che tutto quello che fai, o Dio, è fatto bene!” Ora se quel grido di Gesù avesse alluso solo alla sua resurrezione e non alla sua rinascita reale – per esempio in me – cose come ad esempio il baratto fatto da mia madre Baratta potrebbero apparire solo bizzarrie linguistiche… Perché mai mi avrebbe barattato? E, pur avendolo ammesso possibile come una allusione espressa con le parole, quali fatti ci sarebbero a calare e tradurre le affermazioni a parole in fatti realmente avvenuti? Vi rispondo subito: sono stato davvero barattato da mia madre, nella realtà degli eventi e non nel puro esercizio di una vana immaginazione! È accaduto esattamente il 4 giugno 1940, sei giorni esatti prima della più grande Strage degli innocenti del proprio Popolo, perpetrata dal Re e dal Duce esattamente il 10 giugno 1940, quando dichiararono l’entrata nella II Guerra Mondiale di una nazione italiana assolutamente impreparata! Lo fecero per non essere esautorati nel loro potere dall’avvento del Messia Hitler che sembrava stesse già per vincere quella Guerra… le stesse motivazioni di Re Erode che temeva di perdere il potere per l’avvento del Messia Gesù. Alla nuova vita da me ricevuta per le preghiere di Mamma di salvami, “essendo innocente come Gesù”, seguì (6 giorni esatti dopo questa vita da Figlio) anche il ripetersi della Strage degli innocenti e per gli stessi motivi! Stavo morendo per una Broncopolmonite che nel ‘40 non aveva rimedi. Alle 7 del mattino i miei genitori avevano chiesto l’intervento del medico, perché sembravo sul punto di morire.
291 Ma il dott. Sabatella, di Felitto (1.500 abitanti), non accorse, non voleva che gli morissi tra le sue mani impotenti. Agì con tutto il suo comodo e venne alle 11, un’ora in cui, secondo lui, sarei già stato morto. Restò a quel punto sbalordito, avendomi ritrovato invece con evidentissimi segni di ripresa che denotavano come avessi vinto la morte, avendo superato la mia crisi mortale. Anche questo mi è accaduto: che un medico mi dichiarasse il Vincitore della morte, come Colui che è ancora atteso al Compimento dei tempi... Era accaduto, durante quelle 4 ore tra le 7 e le 11, che i miei avevano ricevuto alle 8 la visita di una scolaretta della classe in cui insegnava mamma, maestra elementare. La bambina aveva sognato quella stessa notte la Madonna, che le aveva parlato così: “Mi fa tanta pena il figlio della tua maestra! Domattina, quando ti svegli, vai subito a casa sua e dille di non temere più per suo figlio, ‘ché ci penso io. Deve solo accendere subito in chiesa una candela al mio altare, per ringraziamento e devozione”. La Madonna aveva avuto accanite preghiere, da mia madre, così: “Mio figlio Romano muore per colpa mia. Io, per il dolore avuto quando l’allattavo, a causa della mia malattia ai seni, pensavo di essermelo comprato e guadagnato con la sofferenza, per cui ho cercato di non avere più figli. E ora Dio, per insegnarmi che tutti i figli sono suoi e che non dobbiamo porre limiti alla sua divina Provvidenza, me lo porta via. Tu, Madonna, hai già sperimentato quanto è grande il dolore che una mamma prova quando Dio stesso le porta via un figlio innocente. E allora salva, ti supplico, mio figlio, innocente come Gesù!” Mia madre, già affidata a lei e a sua madre per Battesimo, mia madre, che già aveva coinvolto la Madonna nel mio allattamento a latte e sangue, tutte le volte che l’aveva invocata gridando “Madonna!” mentre più soffriva, per il suo stesso cognome di Baratta, già aveva messo se stessa nei panni di Maria SS. e me in quelli dell’innocente Gesù, proponendo così un vero e proprio molteplice baratto tra figure umane e figure divine. Così il baratto indicato dal cognome di mamma è accaduto davvero, sia nel lungo tempo dell’allattamento mio, sia il 4 giugno 1940, quando Maria SS. mi adottò a suo figlio, accettando il baratto con Gesù e dicendo ad una bimba che lei stessa avrebbe pensato a me… cosa che ha fatto in tutta la mia vita, per tutte quelle Marie che l’hanno regolata poi a BAC chet TA .
292 La Trinità divina sa barattare l’uomo con Dio! Infatti ogni uomo è già di per sé il frutto di questo baratto. Un Creatore, come Collodi, nel creare il suo romanzo Pinocchio, si mette nei panni di ogni personaggio, con la sua vita, e li fa vivere di luce riflessa. Non solo Pinocchio, ma ogni vivente in questo mondo virtuale creato dal Collodi è il baratto tra la sua vita e quella delle sue creature. Così Dio stesso la dona a noi, e tutti noi siamo, in sostanza, Dio. È ridicolo che ci sia voluto il Concilio di Nicea per ammettere che, almeno Gesù, fosse in sostanza il suo Padre Creatore. Ridicolo in quanto tutti noi siamo in sostanza il nostro creatore. E a chi mi dice che, affermando questo sono Apostata, che rinnego cioè il fondamento della fede cristiana, gli rispondo e faccio capire perché Apostata è proprio lui che così accusa me! Poiché Dio è il fondamento assoluto di ogni cosa, è Dio il nostro stesso assoluto fondamento, al punto che la nostra libertà è solo condizionata alla priorità assoluta che essa sia in tutto conforme alla libera volontà di Dio. Ciò esclude in modo assoluto che noi si possa compiere qualcosa che Dio non voglia. Anche quando l’uomo compie il peccato, è allora Dio che assolutamente lo vuole, ma non di per se stesso, per il peccato, ma per l’insegnamento sublime che, proprio con il peccato, dà all’uomo. Chi dice “O Dio, o Dio, perché mi hai abbandonato?” lo dice solo per la difficoltà, tutta umana, di comprendere che un peccato sia voluto come un evento sublime (che va oltre i suoi limiti) e tutto a fin di bene. L’uomo – però – schiavo dei suoi limiti concettuali, non può proprio accettare che sia stata una scelta assoluta di Dio qualcosa che sia come lo sterminio degli Ebrei ai tempi di Hitler, perché non riesce a capire il valore di per sé e perfettamente sublime, del sacrificio e della croce personale. Scrivere “valore di per sé” significa che il supplizio della croce è un valore in se stesso, che fa divenire “sacro” chi è stato “sacrificato” a quell’accettazione. Tutti gli Ebrei martirizzati, per la logica sconvolgente di Dio, sono un evento “assolutamente felice”, anche e proprio perché “assolutamente infelice”. La Natura di Dio è la condizione assoluta espressa dalla perfezione. In essa bene e male interagiscono e collaborano, tanto che più è lancinante un male, tanto più esso è anche un bene. L’uomo fa fatica a comprenderlo e ad accettarlo e quando vede se stesso divenire l’oggetto di un sacrificio, si sente abbandonato da Dio invece che aiutato.
293 Eppure, nella verità, l’abbandono assolutamente apparente è proprio un soccorso assolutamente dato e liberatorio (anche se invisibile) proprio delle cose viste incombere con la loro inappuntabile ed indiscutibile definizione. Ho già spiegato perché: vediamo accadere quanto invece è annullato. Se io agisco come –1 (il che annulla 1 realtà) e vedo che si realizza l’uguale e contrario +1, c’è un Maligno che ci confonde! L’uomo deve accettare tutto, sia +1 sia –1 (non mangiare la mela)! Ma non accetta di perdere e così è asservito alla percezione relativa di una parte mediante l’altra, e la vita appare avere un solo verso… quello sbagliato. A quel punto egli divide tra loro il male dal bene, nel mentre, invece, è bene tutto quanto il complesso. Lo è perché “finisce in bene”: in una eterna resurrezione da ogni eterna fine. È così perché è davvero valido solo l’Assoluto e, se ipotizzi un bene, esso è relativo e deve necessariamente accompagnarsi al male e viceversa. Infatti Bene e Male si definiscono a vicenda e non vi è l’uno senza l’altro. Non si può vincere nulla… se non esiste la sconfitta! E allora Dio sconfigge tutti, uno ad uno, ciascuno nella sua vita, ed è il presupposto tanto definitivo nel sempre, come lo è e lo sembra la morte, definitiva e per sempre posta in atto, dopo che è vista accaduta.. Dunque ho risposto o no alla Domanda fatidica: “Dio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” La risposta, prima assolutamente inimmaginabile è: “questo apparente abbandono è osservato da chi sta uscendo, del tutto salvo, proprio da quell’apparente abbandono!” Questo instaura il Regno di Dio, come una verità assoluta, che appare assolutamente contraddetta… ma è solo a causa del fatto che noi non osserviamo l’azione, ma solo l’azione che è uguale e contraria ad essa. Se, allora, pensando alla mia nascita, volete una verifica alla condizione che in essa sia rinato lo Spirito santo dell’Assoluta Verità di Dio, chiedetevi che cosa sembra vi abbia fatto (con questi pochi concetti fattimi esprimere da Dio nelle pagine che avete finora letto)… che cosa d’altro, se non vi ho aperto all’Assoluta Verità di Dio, ossia al suo Regno! È strano allora che quanto è valido per tutti (ossia che Gesù è presente come Figlio di Dio in tutti noi), appaia vero proprio per me?
294
«Elì Elì lema sabactani?» paiono 7 allusioni, di cui 6 a me… Ecco le ultime 4, sulle 4 Ma’rie. Questa la sintesi, nel riepilogo, sul retro della copertina.
le Mà
(4 Marie)… è un complesso che
sa bacchetta’ N.I. (il Novum Iesum)
È un quartetto di “rie” Ma’, avverse, malvagie senza volere, anzi, l’ultima, vera Grazia per me. Sono 4 diverse figure di una salvezza per me contrastata, peccaminosa, che, in virtù della Maria SS. che avrebbe pensato a me, dirigeranno a bacchetta’ e in vario modo, la mia vita. Sono, in ordine: 1. Maria Proietti Cefalo, che mi proietta come un Pietro testata d’angolo, ma è poi così “ria” da gettarmi sassate per lapidare il male visto in me; 2. Maria Teresa Mazzola, che, “ria”, mazzola e abbatte senza volere il mio matrimonio, con ciò salvandomi dal limitato progetto d’un amore privato; 3. Maria Teresa Legnani, che, “ria” legna N.I. (il Nazareno Iesus), perché è una suora che, dopo 10 anni, si ammala e, quando guarisce per dono del suo sposo, da ingrata lo lascia! Ebbene costei seguita a legnare N.I. quando lo vede in me, povero cristo alla sua portata… Ma proprio con ciò mi libera da un voto-capestro che avevo fatto (di non essere più creduto da nessuno al mondo), e mi rilancia alla grande, indirizzando la mia vita, senza volerlo, proprio all’incontro coi Pietro già allusi dalla Proietti. 4. Maria Grazia, inversa in Onipra, infine, Grazia l’Onip. (Onnipotente) R.A. arpionato al contrario, me come un pesce, a Pesca’… Ra.. Per trarmi alla Montesilvano ch’allude a MontesiLVano, Montesi55ano, Montesiano 55, insomma nella mia Monte Sion dei miei 55 giorni di digiuno mistico, sostenuto solo da Gesù Cristo, prima di finire in croce, nella mia persona, davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Pescara, il 5 dicembre 2.005. Io R.A. riceverò dalla Grazia Onip… il fatale colpo di grazia finale!
295 Può essere un caso che questo quartetto che sa bacchetta’ N.I. lo faccia in 4 modi diversi e ciascuno per come è chiaramente scritto nel cognome di ciascuna di queste controverse 4 Ma’rie? Può essere una pura coincidenza il “rio” diverso ripetersi del “mistico” BAraCTAre compreso, inteso, nel BARATTA, cognome di mia madre? Il “rio” umano quartetto, aggiunto al misto e Trinitario tra MariAnnina (mia madre) e Maria SS. di Sant’Anna, è un sestetto di Marie. Ebbene, non fece forse sapere la Madonna a mia madre (col sogno di una bambina, il giorno che mi salvò adottandomi a figlio) che a me “avrebbe pensato lei”? Ed ecco allora queste 5 altre figure, di nome Maria, che “pensano a me” in nome di lei, in vario modo e mi dirigono a BACchetTA e regolano la mia vita, proprio per come è chiaramente indicato dal nome e cognome di ciascuna, nel dritto e nel rovescio! Descritto per bene il baratto di ma’ Baratta, ecco ora i casi che restano, per far capire come io sia stato veramente diretto a bacchetta, da queste 4 tipologie di Ma’rie, umane in rappresentanza della Maria santissima che comunicò a mamma di non temere per me, perché “ci avrebbe pensato lei”.
MARIA PROIETTI CEFALO, che costruisce e getta pietre. Quando mi sono sposato nel 1969, sono andato a vivere in via Vetere, al numero 14, e qui ho conosciuto ed abita ancora questa Maria, di cognome Proietti, ma il cui padre vero si chiama Cefalo. Dopo che a 33 anni volli dar corpo a Gesù in me, assumendo interamente il senso profondo e personale del suo Spirito santo, Dio acconsentì a questo desiderio così forte e preciso di dar vita reale – la mia – a Gesù. È l’ideale di Dio! Vuole entrare in prima persona nel mondo concesso ai suoi figli, ma ha assoluto rispetto della loro Privacy e devono chiederlo, immolare il loro “IO”. Se l’uomo non osa tentare di dar corpo a Dio, il Signore non entra in Spirito nel suo spirito e seguita a sostenere “come un altro”. L’Onnipotente Altissimo Signore si differenzia da Satana perché il Maligno è la prepotenza in persona, che si impossessa dell’anima in modo assoluto e truffaldino, convincendo le persone che devono sapere ben distinguere il bene dal male e darsi da fare per volere il primo ed assolutamente rifiutare il secondo.
296 Bene e male, invece, sono un complesso equilibratissimo, voluto solo da Dio e così come lo vediamo. Esso va accettato nel suo insieme, come la via cercata e trovata, dall’Equilibrio per imporsi, alla fine, nella forma dell’apparente ricerca attraverso una dinamica. Ogni squilibrio, nel bene e nel male, richiama infatti quello estremo dello squilibrio opposto e, attraverso ripetute contrapposizioni, tutto alla fine sarà ordinato – bisogna crederlo! – in un perfetto equilibrio. Le forme squilibrate, però, serviranno, per chi avrà trovato infine l’equilibrio, come il modo di godere attraverso una vittoria. Infatti anche l’Equilibrio, se fosse definitivo e conclusivo, porrebbe limiti all’Assoluto, che non è delimitabile, neppure da un significato di Equilibrio o di Pace! Ancora una volta questi termini non avrebbero alcun senso relativo se non fossero messi a confronto con i significati simmetrici e opposti che li avvalorano. Ebbene, quando io (e proprio a 33 anni) morii a me stesso (nel supremo e sublime desiderio di dar corpo reale a Gesù, e fui accontentato), usai le mie discrete ricchezze materiali (accumulate tutte prodigiosamente e per miliardi tra i 30 e i 33 anni) non per donarle immediatamente ai poveri e seguire Gesù, da povero, ma per fare con esse il bene inteso dallo Spirito santo di Gesù. Impegnate e non date via tutte le mie risorse, la Provvidenza volle però tenermi sempre come avrei dovuto essere (come un povero senza denari), non facendomi mai vendere e trasformare così tutti gli immobili in moneta liquida e corrente, segno vero della disponibilità piena della ricchezza Così mi sono trovato per tutto il tempo che Dio ha voluto, circa 18 anni, nella condizione di un povero che avesse sempre assunto (sulla fede che era la Provvidenza a fare tutto e non io) impegni superiori alle disponibilità liquide. Chi allora mi ha sostenuto e mi ha proiettato vincente, in questo contesto economico, è stata soprattutto Maria Proietti Cefalo, una del mio palazzo! Quando non sapevo da che parte più girarmi, dovevo solo salire due piani più su e chiedere a Maria. E lei, guidata da colei cui era affidata per battesimo, dava fondo alle sue risorse e mi proiettava come una vera testata d’angolo della Casa di Dio, in quel mondo economico, facendo stare in piedi quella casa che volevo davvero edificare a Dio, come il suo servo fedele. La Provvidenza mi ha fatto sostenere così da questa umana Maria soccorritrice per 18 anni, per darmi la certezza di essere amato, poi ha voluto che divenissi veramente povero e che si verificasse quella mia autentica disponibilità ad esserlo, che sempre avevo dichiarato al Signore. Ho dovuto accettare nel 1988 il vero Fallimento, in Tribunale, della mia iniziativa economica e anche di me come persona e, per altri versi, sposo.
297 Questo fallimento terra-terra è divenuto a poco a poco la stessa base della mia resurrezione nei valori terra-cielo dello Spirito umano, che è indissolubilmente legato al suo Dio che gli dà assidua sostanza. Maria è restata involontariamente coinvolta nelle mie apparenti disgrazie e, da allora in poi, la Proietti Cefalo ha cominciato a scagliarmele contro quelle pietre, a lapidarmi, esercitando una vera e propria persecuzione. Comportandosi da “ria”, non l’ha mai fatto per una sua malvagità, ma a fin di bene, per me, lei, tutti. Lei, a sua volta, si era fatta garante con amiche, alle quali mi aveva proiettato, prospettato come una vera testata d’angolo, ed ora aveva anche le loro rimostranze a spingerla a ribaltare su di me i lamenti, affinché io ponessi dei rimedi… che però erano assolutamente impossibili. Tutti i tentativi che ho fatto di venire incontro a questo “rio” modo, si sono risolti in peggioramenti. Una volta le ho proposto l’acquisto gratuito di un alloggio (pagato a poco a poco da me, che pur dovevo vivere in un alloggio e pagarne l’affitto…). Già Michele Colabella aveva anticipato 20 milioni di caparra. Ma non si poté completare l’acquisto: la banca non si fidò a dar credito agli 85 anni di mia Madre. Quel bell’Angelo Michele, colà (un aiuto a me, nonostante il mio Fallimento!) non volle intestarsi la casa e Maria si rifiutò di entrare (senza spendere una lira) in possesso, poco alla volta (con Mutuo a lei come un affitto) di quella casa che, disse… non le piaceva! In verità, invece, divenuta “ria”, Ma’ non si fidava che avremmo pagato (io o mamma) l’affitto! Per risultato, la caparra andò perduta e che misi in piedi un altro debito ancora, di 20 milioni e impossibile da restituire, col Michele Colabella, col Michele colà, bella figura, bellissima, di vero amico! Pensando a questi chiari nomi e cognomi, come negare che la Ma’ Ria Proietti Cefalo mi abbia prima proiettato come un Pietro e poi lapidato?
M. TERESA MAZZOLA, che sa mazzola’ le mie nozze. La seconda Maria si chiama Maria Teresa Mazzola. La conobbi nel momento assai difficile della mia vita, quando Dio distrusse la mia iniziativa economica. Io avevo coinvolto, a quel punto, tutta la mia famiglia e mia moglie viveva un vero incubo personale, nel timore di perdere anche il frutto del suo indipendente lavoro, fatto a Corsico. Il dolore per questo stato prodotto involontariamente in mia moglie me ne fecero una involontaria nemica.
298 Io allora arrivai a desiderare di morire, perché ero assicurato per una grossa cifra in caso di morte e infortuni. Era meglio per tutti se Dio avesse voluto salvare a me almeno la faccia e avesse mandato tutti lieti e contenti, con le loro risorse salve… ma senza me. È stato a questo punto che la Provvidenza ha messo sulla mia strada questa Ma’…, ma “ria” Teresa Mazzola, questa Marì a Te resa mazzola… resa così a me! Si innamorò di me sposato e – per quella gratificazione che mi distolse dal desiderio di morire – fui da lei veramente salvato, riattaccato alla vita, seppure a quella egoistica e “ria” di chi confonde l’Eros con l’Agape. Fu una situazione impossibile e moralmente inaccettabile che però accettai e – rotto nella mia integrità – sopravvissi, mortificato dall’esperienza del mio tradimento, accettando a quel punto con facilità tutte le perdite involontarie del Fallimento negli altri campi e le lapidazioni di Maria Proietti, perché ora peccavo volontariamente, facendo fallire me e le nozze consacrate! Fui brutalmente messo, dalla Provvidenza, davanti allo strazio patito da mia moglie e davanti al limite del mio povero e molto, molto “rio” cuore! Dio allora ha usato il male per il mio bene e il fascino tutto erotico e carnale della Maria Teresa Mazzola mi ha letteralmente salvato la vita. Per dimostrarmi che il suo compito era proprio la mia salvezza (pur con la sua mazzola), una sera del 1992 la Provvidenza l’ha costretta a telefonarmi sul fare della notte per dirmi “Basta! È finita!” Svegliatomi alla sua chiamata e alzatomi, mi sono solo allora accorto che i locali erano già tutti invasi dal gas che usciva dai rubinetti tutti lasciati aperti, che mamma, malata del morbo di Alzheimer, aveva inteso invece voler chiudere... Quell’ultima mazzolata è stata la più chiara di tutte di una Marì a Te resa (a me, N.I.)… resa come una assolutamente salutare mazzola che sa BACchetTA’ N.I.!
M. TERESA LEGNANI, sa legna’ le sue nozze col N.I…., e me La terza Maria è essa pure Maria Teresa, ma è agli antipodi della Maria Teresa erotica. Lei è spirituale, è Maria †, una suora messa in croce, quando la Provvidenza le manda, tra capo e collo, una forma così insistente di anoressia, che la costringe a curarsi per 3 anni a casa sua, a Via Trento a Saronno, tra il 90 e il 93. Poi guarisce… e legna N.I. e le nozze con lui, facendo col Nazareno Iesus quanto la carnale MT Mazzola ha fatto fare a me.
299 Io nel 1993 ero ancora a Milano, ed ho pregato Dio di salvare una giovane anoressica. Non M† (che nemmeno conoscevo) ma Lucy, ed è subito accaduto: suo padre l’ha strappata alla madre, una volta portata via, a Trento. Avendo finalmente autorità, costrinse la figlia a dormire per un mese alimentandola a flebo, finché lei, con 10 chili in più, volle mangiare e vivere. Avevo pregato Dio di salvare Lucy, offrendo in cambio la rinuncia ad ogni futuro credito per me, da parte di tutto il mondo… una offerta capestro, che Dio subito accettò, tanto questa preghiera era altruista ed eroica. Ora io, coerentemente alla mia offerta a Dio, stavo sperimentando come nessuno più mi desse credito. Dopo 5 anni circa osai, però, osservare questo, al mio Signore: “Non tutto però è giusto: vedo ogni giorno il mio insuccesso e non ho mai visto – mai – il frutto di ciò, perché Lucy è salva, ma è via a Trento!” Fu allora che fui fatto trasferire da Milano (dal Mi là No!), in un allusivo presepio, dalla Provvidenza di Dio. Fui portato a Saronno da Barbara Baratta (un triplice mistico baratto di casa, perché vissi nella cucina, allusiva alla mangiatoia, in una proprietà a 3 distinti vani: una stalla, una cucina e un locale al piano alto). A Saronno (la “Siano” di un allusivo “Saranno”), conobbi, come maestra del coro della Chiesa, questa Maria † ex suora, che era non proprio via a Trento come Lucy, ma… quasi, essendo a via Trento. Seppi, inoltre, che si era salvata dallo stesso male e nella stessa data in cui io avevo pregato…, ma solo per Lucy. Io non sapevo ancora che la mia preghiera era frutto d’un virtuale “Duo” (io e Gesù) e che, mentre pregavo io per Lucy, Gesù pregava per la sua Maria †, sua sposa e sua e mia croce. Salvata per la preghiera di Gesù fatta mediante me, lei non aveva trovato altro modo per ringrazialo che di abbandonarlo, rinunciando ai suoi voti. Il fatto è che la sua decisione di sposare Gesù era stata assolutamente razionale: aveva osservato la povertà dell’amore umano ed aveva cercato quello divino. Scelta ottima, secondo Gesù, ma criticata dall’uomo, che le sue cose le fa per passione e non secondo lo spirito stesso della Verità delle cose. Il Gesù in me amava ed ama questa sua ex sposa proprio per la qualità razionale della sua scelta nuziale. La donna, però, che aveva cercato Gesù nel Convento e non nel suo cuore, là non aveva visto e trovato altro che lo stesso Ordine – contro l’amore – da cui era scappata quando l’aveva visto a casa sua. Ma era preferibile il morso di una madre vera a quello di una Madre Superiora incapace di sublimare la sua maternità! Purtroppo, quante ce ne sono che, avendo fatto una scelta… per passione, poi fanno… compassione! Ebbene questa Maria Teresa si chiama Legnani e già con chiarezza Legna NI, il Nazareno Gesù nel suo cognome.
300 SA BACchetTA’ N.I. a tal punto che mentre Gesù le salva la vita lei lo abbandona… Sembra una pura ingratitudine, ma, ancora una volta, la Provvidenza ha suscitato questa Maria Teresa essenziale (che ama Dio per l’essenza di Amore che Egli è), distraendola dal convento, per esercitare la sua direzione a BACchetTA (quella di una vera maestra) sulla mia vita. Io, per quel Gesù in me che l’amava, vedendo tutta la sua bellezza, l’ho amata anche io, nello stesso modo puro di chi cerca solo Comunione… Ma lei non l’ha mai accettata da me. Anzi, ha iniziato una vera e propria furibonda lotta, disprezzando il mio bene e purificandolo così, sempre più, fino a farlo essere sublime (ossia assolutamente oltre i limiti derivanti da tutto il suo manifestato disprezzo). Mi ha portato ad amare il nemico, come davvero la cosa più bella possibile e – non avendo alcuna stima né credito per me – si è messa da sola al posto del disprezzo per me, di tutto il mondo, secondo l’offerta fatta a Dio per salvare Lucy e sciogliermi dal mio voto! È una storia bellissima, che ha fatto di lei la mia amata, ma “ria” Giuda, colei che mi ha sempre tradito ma mi ha consentito realmente lo stesso Calvario e lo stesso supplizio patito da Gesù. Non solo, però! È stato grazie alla sua presenza in vita che si è prodigiosamente realizzato un tale rilancio che ho cominciato a voler contattare addirittura il Papa. Infatti, l’avevo seguita nel coro di Cogliate e l’1-1-1999, mentre cantavo nella nuova cantoria, il Parroco, appreso come fossi un filosofo, mi mise letteralmente nelle mani l’Enciclica Fides et Ratio scritta da Giovanni Paolo II, cui risposi. Io, da filosofo, avevo aperto a Saronno una scuola di Filosofia che aveva ripreso l’idea dell’Essere proclamata ad Elea come il fondamento di tutto e, ragionando su tale Essere, arrivavo a dimostrar vere, scientificamente vere e provate, le affermazioni di Gesù. Ma non avevo alcun aiuto: gli scienziati diffidavano di una scienza asservita alla fede e questa – paga del suo – non sapeva che farsene, della ragione... Il Papa era intervenuto, con l’enciclica, a provocare i filosofi come me e a fargli assumere un coraggio da leone, “affinché non avessero troppo modestia nel loro filosofare”. Io ho pertanto trovato il massimo Sponsor possibile (addirittura il Vicario di Cristo) solo per aver seguito Maria Teresa Legnani a Cogliate! Vi ho colto così al volo la mia occasione e il 24-10-1999, nel convegno benedetto dal Papa che io chiamo del Completamento del Tempo per i numeri che ha, io ho dato… i numeri di Gesù: vincendo la morte ed emettendo il Giudizio Universale atteso al compimento dei tempi. M† mi ha fatto fare il Gesù!
301
M. GRAZIA ONIPRA, l’inverso colpo di grazia per l’Onip. R.A. La quarta Maria è Maria Grazia di nome e Onipra nell’inverso cognome. Come la Legnani è stata per me un valore essenziale come il legno, così la Onipra è, nella sua inversione, di A.R. il pino (la croce reale), lettura inversa del finale RA. Come Amor, che asseconda la forza, è il contrario di Roma che mette in croce l’amore, nella prepotenza della forza, così AR è il contrario di RA. In A.R. l’amore per Dio, di Amodeo, è prima del Romano ch’esprime la forza. Così è la Grazia data a me dall’inverso pino: è il colpo di grazia… e sarà la croce fatale, di legno, di pino. Maria Grazia è in graziosa simmetria (di vita-morte) con la prima Maria (l’accoppiata tra mia madre Maria Anna e Maria SS figlia di Sant’Anna, che mi han dato vita). Mentre le 2 intermedie M† alludono alla †, croce della salvezza, Maria Grazia esprime di per sé il colpo di Grazia di Maria, che salva dalla Terra d’Egitto. Grazie a lei Onipra, dal suo inverso sono stato arpionato e trascinato a Montesilvano, che è la mia Monte Sion dei 55 dì in digiuno, sostenuto dall’Ostia di Gesù, fino a quando, il 5 dicembre del 2005, mi sono volontariamente incatenato in croce, davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Pescara… E qui Romano Amodeo Pesca RA come un pesce (simbolo di Gesù) sfruttando l’arpione inverso dell’Onipra: pesca la sua reale crocifissione dopo quelle virtuali… volute da tutti. Sono stato infatti mortificato da tutti, a Saronno! Non solo dalla M† Legnani, ma anche dalla Chiesa cattolica, che – con il Papa che spingeva tutti i filosofi a intervenire promettendo una vera avvocatura a cristiani e non cristiani – non ha accettato il mio cristiano contributo! Ma chi ero io? Che razza di filosofo ero io laureato architetto? io che a 60 anni ero un povero fallito, che vivevo facendo il badante di mia madre? A Saronno hanno disprezzato la mia povertà, assunta tutta per aver voluto seguire il Signore nell’assoluta povertà di me stesso. La povertà vera, quella che non ti lascia alcun merito, alcun titolo, nel mentre appari a tutti proprio come uno dei beati delle Beatitudini… Come poteva venire da uno così da poco un qualche cosa che potesse aiutare addirittura l’uomo nella sua interezza e la Fede in Gesù Cristo? Eppure io gli davo la prova scientifica che si può credere nella resurrezione perché è scientificamente provato che siamo già risorti. Se vediamo il nostro andare verso la morte questa è la prova bella e buona che la nostra invisibile essenza, quella del nostro Spirito, sta venendo giù lì dall’alto!
302 Io gli spiegavo come alla base del flusso elettrico nel nostro corpo (e diretto verso la morte) vi fosse il flusso magnetico (esterno al corpo e pari al magnetismo Assoluto di un Potere Onnipotente che ci travalica e che poi sa generare, per azione e reazione, la dinamica apparente dell’acqua). Io gli spiegavo la verità scientifica che proprio Gesù spiegò a Nicodemo, ma inutilmente: egli non poteva capire. Ora si può capire e se l’uomo infine si convince che la sua vita è eterna… allora si decide ad investire questa prima e formativa nel disegno ideale di tutte le successive, valide, nella loro essenza, come il famoso prossimo nostro come noi stessi. Aprivo lo Scrigno per cui la Provvidenza aveva fatto fallire la mia via economica… Ma fui disprezzato e crocefisso. Il giorno del mio Convegno una ventina di preti seguì la croce lignea del Cristo e il Gesù di legno, disprezzando il Verbo nuovo, di quello Vivo e Vero, che gli spiegava, con lo stesso Spirito santo divino, la verità assoluta del Verbo eterno di Gesù. Ebbene, a questa crocifissione virtuale decretata dagli altri, io nella mia Monte Sion e grazie all’uncino, all’arpione dell’Onipra, avrei fatto centro, avrei pescato la dimensione di RA a PescaRA, finendo in croce per scelta, con la Grazia all’Onip. R.A. Avevo confidato nel Papa. Gli dovevo la risposta alla richiesta di Woitila nell’ultima pagina dell’Enciclica Fides et Ratio: “che la Sede della Sapienza Potesse…!” Così gli ho scritto, mediante Il Centro di Pescara, per far centro: Ebbene, Santità, la Madonna può, e può mediante me, salvato come suo figlio, innocente come Gesù. Mi riceva in udienza privata. Sono un Missionario, il Missionario dello Spirito santo della Verità di Dio. Sono la pecorella smarrita… ma è Gesù questa pecorella, smarrita dalla chiesa cattolica quando essa criticò me che spiegavo niente altro che la Verità di Gesù. Che il Papa riceva in me il povero cristo, altrimenti morirei, smarrito in un deserto di aiuti. È compito del Buon Pastore, proprio suo, abbandonare le altre 99 pecorelle negli ovili curati dagli altri pastori, per venire a cercare la pecorella unica e sola, che tutti trascurano perché sembra insignificante! Ecco allora i miracoli della Provvidenza di Dio! La mia voce non riuscirà a raggiungere il Papa, per il rifiuto del suo Apparato di consegnargli le lettere! Qualsiasi Cesare va ricevuto… non il povero cristo! Ebbene Dio indurrà allora il Papa a scrivere l’Enciclica sull’Amore di Dio e a dire che uno Stato (come il Vaticano) che non poggia sulla Giustizia è una banda di Ladri. È stata una risposta data allusivamente a me: l’enciclica è stata firmata il Natale, e consegnata a tutti, con grande risalto ufficiale, nel mio Natale, in quel 25 gennaio in cui lo Spirito santo del povero cristo è nato anche in me, per dare esempio giusto a tutti. Il Papa è stato provvidenzialmente indotto ad accomunare i due distinti 25 natali… dello stesso Spirito del Cristo.
303 Ma c’è stato anche un altro provvidenziale indizio, chiaro a me. In Turchia il Cristianesimo è allo sbando, essendo passato dal 20% di tempo addietro, allo 0 e rotti per cento di adesso. Ebbene, mentre io ho la Missione nei confronti del Papa (di annunciare Maria SS.), un Missionario in Turchia, di cognome Santoro, è stato ucciso dalla mano di una fede infantile, ma armata. È morto in chiesa e mentre pregava. Ebbene Santoro è il segno vivo, allusivo del SANTO ROmano? Ma no! Nessuno vedrà la mano santa di RO, RE, RA, RI e RU in me! Deve restare un segreto , per tutti, ma non per me! Dio lo svela a me in ogni modo e io credo che abbia sacrificato Santoro per santificare il gesto da Dio compiuto in me, Santo Ro, solo da Dio! Alle mie intenzioni, inutili, di un Papa che mi ricevesse, la preghiera di Santoro sarà esaudita e il Papa andrà in quella Comunità di 4 poveri cristi. Io non posso avere successo! La mia funzione è quella di consentire al Gesù realmente tornato in me, di essere di nuovo mortificato e per le stesse motivazioni di prima: “Sei così modesto, tu, figlio di falegname! Perché dici di essere Figlio di Dio? Come ti permetti? Meriti di morire!” Ebbene questo è quanto accadrà anche a me e intuisco quando: il 4 giugno del prossimo 2.007, esattamente 2.028 giorni prima che il 22 dicembre 2.012 tutta l’umanità impatterà nell’annunciata Apocalisse (come ho intuito nel marzo 2.006). Già vi ho detto perché. Il personaggio di Amodeo è A-Mode-O, ossia MOSE’ dalla a alla o, dall’alfa all’omega, da cima a fondo. È MODE’ e non MOSE’ perché il Dio che ho nel cuore oggi si chiama Dio in Italiano e non “Sono”, nome suo ai tempi di Mosè. Il lemma Modè significa, allude che mo’ (adesso) Dio è. Io pure sto facendo il traghettatore da questo all’Altro mondo, come fu scritto sui giornali quando nacqui ed un unico convoglio a 3, guidato dal Duce dell’Italia, trasvolò senza scalo da qui fino in quel Brasile che, quando sorse, in principio, si chiamò Santa Cruz, per affermare il suo santo principio: la †. Ora Mosè arrivò solo a vedere la Terra Promessa, dall’alto di un Monte. La vide da lontano, come io sto vedendo da lontano, qui a Montesilvano, l’Apocalisse che ci sarà tra sette anni, gli ultimi delle Vacche grasse. Lo scrivo perché Maria Grazia Onipra sarà (con la sua Grazia che inizia con la G, come il Giosuè che portò il Popolo di Dio nella Terra Promessa, dopo 40 anni di manna nel deserto)… chi mi porterà in cielo, graziando l’Onip. R.A. Gesù è stata la manna nel deserto. A partire da quella Pasqua descritta da Luca, quando aveva compiuto i 12 anni e si allontanò tre giorni dalla sua famiglia,
304 per stare nella casa di Dio, scattò una coppia epocale di 1.000 anni ciascuno e nel 2.012 ci sarà quello spaventoso Tsunami fatto vedere il dì dopo Natale, nel 2004, allorché, dissacrando la nascita di uno nato per morire, l’uomo tornò ad essere l’adoratore del Sole e dei Paradisi naturali. In questi casi Dio torna a essere Dio degli Eserciti ed abbatte cavallo e cavaliere di chi si oppone all’Esodo. E afferma a tutto il mondo, nella sua lingua, l’inglese:
†sun am I, sono il sole… della croce, io! Perché adorate il Sole e Babbo Natale? Siamo tutti nati per morire! Ebbene Maria Grazia Onipra (l’inverso di A.R. il pino) sarà la mano di Maria, di Santa Signora del Rosario e – morto io come il Mosè defunto prima di arrivare a quel luogo, concluderà quanto Dio ha voluto che Gesù iniziasse a compiere, usando le mie mani e il mio cuore come una cosa sola con i suoi. Sono io il Rosario, la salvezza portata dall’assidua preghiera a Maria! Su che base tanta presunzione? Ma sulla solita base: che io non sono io. A parte i contenuti spirituali, importantissimi (e che son quelli) come sono Santoro, così anche sono il Ro(mano)-sar(onnese salernitano)-io, Rosario ! Perché sono il Santoro e il Rosario? Perché io – per esempio di Gesù – sono l’anima essenziale di tutti, tutti quanto voi, che sarete salvati da Gesù attraverso di me. Conoscere la data dell’Apocalisse permetterà a chi mi crederà e crederà che Gesù sia stato ed abbia parlato veramente attraverso di me, di salvare l’uomo dalla sua estinzione sulla Terra. Gesù Cristo non avrà salvato solo l’anima, ma anche la specie umana sulla Terra. E – dopo quel giorno – sopravvivranno nel mondo solo coloro che, avendo avuto il Timor di Dio (che Egli comanda mediante di me), crederanno in me e in chi mi ha mandato. In me (come la vera ricomparsa del Cristo – per esempio anche in me –) e in chi mi ha mandato come la Provvidenza tutta nuova che ora fa annunciare a Gesù il giorno finale e che allora lo spinse a precisare, ma per pura allusione (7) il luogo, e la vita che avrebbe avuto al suo ritorno: tutta sotto la protezione della sua madre Celeste. Concludendo, con Elì Elì Lemà sabactani Gesù affermò come realmente Dio Padre avrebbe attuato la sua personale vittoria (con Vittorio Emanuele II, quello veramente vittorioso ) e l’introduzione nel regno di Dio, già
305 compresa nel salmo 22, come la trasvolata a 3 in uno, del Figlio del Duce Onnipotente, che parte dal Mondo e va senza scalo all’Altro, sbarcando in una nazione che quando nacque fu chiamata Santa Cruz, la santa Croce. Il 22-12-2.012 il genere umano, nella sua interezza, patirà questa croce che, molto simile allo Tsunami.
Ma non temete, quella che credete sia una fine, è solo il Principio! “Dovete rinascere dall’Alto” – è parola detta “in verità” da Gesù! E da tutta la natura che almeno ogni 70 milioni di anni mostra la “danza del sole” fatta vedere a Fatima come una anteprima…, la stessa dello Tsunami seguito al Natale di Gesù del 2.004.
Rinascere tutti bellissimi, come mia nipote, Paola Amodeo
Ed eccola poi sposa, con Marco e Andrea, i suoi fratelli e miei eredi.
Scritto qui, a MontesiLVano, la mia Monte Sion LV, di me 55 Romano. Oggi, 15 febbraio 2.006.
Segue il Libro 6. Due Torri Gemelle, la Fides et Ratio… … demolite da chi? Qui documento i miei vani sforzi d’entrare in contatto con il Papa, per rispondergli, visto che l’ha chiesto. Tentativi contrastati da chi, con la pretesa della Fede, invece avversa proprio il Santo Padre, ne vanifica gli intenti ed abbatte così le due Torri Gemelle di Dio Padre: il Figlio e lo Spirito santo. Il rimprovero fatto a me è che mi esalto troppo nella Croce… per rispondere all’Enciclica proclamata nel dì della santa Esaltazione della Croce?
Ricevuta di ritorno della Petizione di 4 Sacerdoti e 460 persone al Papa, il 18 ottobre 1999, affinchÊ non mi facessero morire di fame‌ petizione restata senza alcuna risposta, nemmeno formale: potevo morire benissimo! Fatti miei!.
309 Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza
Libro 6.
2 Torri gemelle, la FIDES et RATIO demolite da chi ?
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Vi racconto e documento una strenua lotta sostenuta da me, in difesa dell’iniziativa del Papa Woitila, appena essa fu promulgata. Essa provocava con forza ogni filosofo, cristiano o meno, ad osare nel suo filosofare e a voler cercare un altro percorso, ragionevole, che portasse alle stesse Verità del Cristo, promettendo in cambio la vera avvocatura della Fede, al fine di superare l’isolamento (punto 65 dell’Enciclica Fides et Ratio, dell’ottobre 1998). Scrissi un libro, indissi un Convegno e ne ebbi in cambio due benedizioni apostoliche, ma, quando decisi di passare all’azione e di aiutare la Fede in Dio agendo (come chiesto dal Papa) all’esterno dell’apparato fideistico, mi fu prima detto chiaro: « MA TU CHI SEI PER RIVOLGERTI A NOI? »… E poi, capito io come, per farmi dar retta, dovessi dar prova di volere arrischiare la mia vita in questo intento, questa fu la risposta tacita e incredibile che ne ebbi, sia in sede locale sia in Vaticano: « Digiuni per costringerci? Vuoi proprio morire? E allora muori! » Se avrete la pazienza di considerare per bene tutto ciò, ne resterete allibiti! Con quanto hanno fatto contro il solo al mondo che, avendo ben qualcosa da dire, abbia cercato di dare il suo apporto… i Fideisti sono stati i Bin Laden che hanno abbattuto Fede e Ragione, le 2 Torri Gemelle di Dio e iniziato l’ultima fase dell’ESODO dalla Terra… d’Egitto, ora senza libertà essendo uno solo il Creatore. La prima fase della Creazione può essere realizzata per fortuna solo da un Dio! Noi, relativi e secondari, partecipiamo a un gioco chiamato La Divina Commedia. Per realizzare il video-gioco, prima il Costruttore ha creato (per bene e indisturbato) tutte le sue distinte possibilità (in Bene e in Male), poi i suoi stessi partecipanti, dando a ciascuno, come promo, una partita già giocata, in base alla quale ogni giocatore possa costruire liberamente, per esperienza, la libera e personale volontà ed il suo gusto. Il nostro IO, acquisito liberamente il suo abito mentale, si aprirà così a dimensione assoluta, tanto da comprendere in sé (contenere e capire) ogni vita fatta solo da Dio, come il prossimo suo come se stesso… da rivivere ed amare. Ma Dio non vuole ascolto, vuole l’imminente ESODO dalla Terra d’Egitto. Così ha disegnato una povera Fede umana che abbattesse le 2 Torri Gemelle di Dio… e Bin Laden quelle dell’uomo! Che attaccasse il Paradiso Terrestre (d’una vita saputa solo opera del Padre Nostro)… e il Dio degli Eserciti (U.S.A.) il Paradiso Terrestre storico. Che cercasse il Paradiso naturale sulla Terra d’Egitto… e Jahve annegasse ancora Faraone e suo seguito, nel Santo Stefano (incoronato) 2.004, incoronando santo Gesù con lo Tsunami: †
sun am I! Sono il sole della croce!
E la Sede della Sapienza ha “potuto” e “voluto”, ma nessuno ha creduto che l’avrebbe fatto, tanto che nessuno si è messo a cercare in che modo fosse avvenuto! E quando si sono trovati ad avere a che fare con un credente, che ha vissuto tutta la vita per Cristo e che ha messo a repentaglio persino la sua per affermare che la Madonna avesse potuto attraverso di lui, nessuno ci ha voluto credere e, di fronte alla sua insistenza, senza entrare minimamente nel merito, non hanno accettato di farsi carico della sua vita, che egli gli aveva rimesso: “Che morisse pure! Era lui che lo voleva!” Per spiegare cosa avvenne allora, vi pubblico un documento che stesi, molto amareggiato, nel 1.999.
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Eroe-vittima della “Fides et ratio” Documentazione delle difficoltà ad attuare l’Enciclica Per scoprire i nuovi percorsi chiesti nel dì d’Esaltazione della Croce, con l’Enciclica Fides et ratio occorreva la conversione di un Anticristo. Un Gentile, un nemico Romano che, esorcizzato dal Cristo della Croce, fosse eletto a nuovo S. Paolo, Principe degli apostoli, Apostolo delle Genti. Il Santo Padre aveva scritto, al punto 56, queste testuali parole: << Non posso non incoraggiare i filosofi, cristiani o meno, d’aver fiducia nella capacità della ragione umana e a non prefiggersi mete troppo modeste nel loro filosofare. La lezione della storia di questo millennio, che stiamo per concludere, testimonia che questa è la strada da seguire: bisogna non perdere la passione per la verità ultima e l’ansia per la ricerca, unite all’audacia di scoprire nuovi percorsi! È la fede che provoca la ragione ad uscire da ogni isolamento e a rischiare volentieri per tutto ciò che è bello, buono e vero. La fede si fa così avvocato convinto e convincente della ragione. >> Il primo Vicario di Cristo, Pietro, fu assistito da un Vicario virtuale, Paolo, e fu la prima intesa elettiva, eletta sulla via di Damasco, del dualismo Dio-uomo della Fides et ratio. La Chiesa d’allora non disse a Paolo: “Taci, Anticristo!” e il Romano Paolo spalancò al Cristo i confini del mondo. Provocato così, Dio ha dato un nuovo Romano Paolo. Ma la Chiesa d’oggi non accetta un Anticristo convertito e Pietro e Paolo saran martiri, insieme. Un seme che aprirà il mondo al Paradiso Terrestre di Cristo!
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Documentazione
a)
Prima relazione di commento, di Romano Amodeo, con articoli apparsi sulla stampa locale.
b)
Petizione al Papa di 4 Sacerdoti e 460 persone, che non ebbe mai alcuna risposta.
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Esistono cose al mondo che si chiamano “scempio” e questa è una di quelle: questa spiaggia di Salerno è perduta per sempre! È stato ottenuto il porto commerciale e ora, al suo posto, c’è solo una vasta massicciata di cemento e una orribile catasta di disordinati containers. Analogo scempio è stato fatto delle mie speranze, e del Papa, relative all’applicazione della Fides et ratio!
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Allegato a) Prima relazione di commento, di Romano Amodeo, del 1.999, con articoli apparsi sulla stampa locale.
Sulle difficoltà che si frappongono e che uno scienziato, un filosofo, incontra, allorché tenta di rispondere alle domande “Chi sono, da dove vengo e dove vado?” se non è doverosamente assistito, come promesso al punto 56 dall’Enciclica Fides et ratio, emanata dal Papa il 14.9.1998
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Conclusione del Papa alla sua Enciclica Fides et ratio. • •
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Ebbene, notate le provvidenziali circostanze: questa preghiera fu fatta nella Festa dell’Esaltazione della santa Croce (come potete leggere, poco sopra la firma del Papa); io vi risposi il 24-10‘99 da Saronno, dì in cui – senza che fosse fatto apposta – era celebrata la Festa dell’Esaltazione della santa croce, portata quel giorno in processione lungo tutta via Roma; e io ero di fatto chi Festeggiava in sé l’Esaltazione della santa Croce, per 38 giorni di un esaltato digiuno, alimentato solo dall’Ostia consacrata, affinché la Fede facesse l’avvocatura alla Ragione filosofica ispirata dallo Spirito santo di Dio, per come il Papa aveva promesso! Io ero, di fatto, chi Pativa in sé la Festa di esaltazione della santa Croce, il Romano Amo-deo di tutta quella via Roma… perché messovi da una Chiesa che, incapace di cogliere il Cristo vivo, lo mette sempre in croce, tutte le volte che l’incontra realmente! 20 sacerdoti seguirono un morto di legno e crocefissero il vivo, di carne, boicottando il Convegno.
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334 Io ho forse solo il torto di essermi affezionato troppo a questa Cassina Ferrara in cui mi sono trasferito da Milano ed in cui hanno messo radici i miei affetti, unilaterali, non ricambiati che da pochi, eppure fortissimi. Da sempre mi sono occupato di problemi aventi scala quantomeno nazionale, ed ho preteso di trasmetterli, trapiantarli in un contesto culturale che vive ancora ai tempi in cui Berta filava. La colpa è mia: non si può chiedere un salto di qualità a chi non può farlo, a chi vive la Chiesa come la parrocchietta, anziché quel luogo che deve ormai partecipare alla logica di un mondo che non può e non deve più essere diviso in parrocchiette. Mentre il Santo Padre tenta intese con gli Ortodossi, pronto perfino a mettere in discussione il Primato della Chiesa di Roma e l’Infallibilità dei Papi, mentre fa pace con i protestanti, mentre si raduna con tutti i rappresentanti delle varie fedi del mondo, qui è ancora la voce del parroco a dettar legge, e il bravo cristiano deve restare umile e silenzioso, altrimenti se aguzza il suo ingegno per capire, invitato a farlo espressamente dal Papa, è solo un presuntuoso, un immodesto, uno che rifugge in tutti i modi da quella umiltà che la Chiesa comanda. La Chiesa… ma quale Chiesa? Quella in cui Berta filava. Mea culpa! Ho sbagliato ad affezionarmi così tanto a questa gente! Dovevo restarmene a Milano! Quello che qui io ho tentato di compiere è tuttora improponibile. È stato arduo dire addio a coloro per cui nutrivo affetti ed amicizia, ma ho preso le mie distanze, con la morte nel cuore. Se accetto anche di morire è perché un vero senso di rinuncia e di desolazione si è radicato nel più vivo della mia mente. Mea culpa! La Chiesa, alla quale avevo rimesso la sorte della mia stessa vita, lo giudicò un gravissimo peccato (!!!!) ed accettò che io ne morissi, in silenzio, giudicando me, solo per quello, un esaltato ed un ricattatore cui non dovesse essere concessa alcuna pietà né fatta salva la vita.
335 Il Vaticano non rispose nemmeno ad una supplica scritta, pietosa, ricevuta a nome di 4 sacerdoti e 460 anime, affinché si trovasse, per misericordia umana, il modo per cui io non fossi lasciato morire! Ma Dio e la Madonna, mia Madre adottiva, non hanno accettato che io ne morissi, solo che ne fosse mortificato lo Spirito: mio e di Chi mi animava, in Comunione sacramentale con me, che vivevo ormai solo di lui, con lui e per lui! Ed ebbi in gran dono la Croce dello Spirito! Così mi salvarono: dovevo ormai entrare in ospedale, al 57° giorno di digiuno assoluto e mia madre, Mariannina Baratta, sarebbe dovuta essere ospitata, come io speravo, a casa di mio fratello. Ma la sua famiglia, riunitasi a parlarne, non volle assumersi il carico della sua responsabilità: era pronto, anche per lei, un ricovero in una struttura sanitaria pubblica. Io, affinché mamma, che non sentiva più altro ormai che l’affetto dei figli, non perdesse questo sostegno all’esistenza, avevo abbandonato ogni altra attività della mia vita, tranne che l’esercizio di quanto attinente alla fede. Compresi allora come non potessi permettermi il lusso di morire martire volontario, per il bene della mia Chiesa, perché avevo assunto quello impegno con mia madre ed era prioritario. Così, come ultimo dono della sua vita, l’esistenza di mia mamma, salvò per l’ultima volta la mia, cinque mesi prima che poi lei morisse, nel 2.000. Generato e costruito dall’Amore Materno, Esso aveva saputo mettermi, nei miei primi due anni, nei panni di un figlio adottivo della Madonna, che avrebbe molto amato la Comunione col Suo figlio vero! Perfino quando non ci fu più alcun senno, per la grave malattia, solo l’Amore Materno, solo esso, mi tenne ancora in vita… Ma su me vigilava la Mamma Regina e Sua mamma Anna, cui ero stato votato, prima ancora di nascere, tanto che fui battezzato anche Anna, al centro del mio nome, io: Romano Antonio ANNA Paolo Torquato AMODEO
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Petizione al Papa di 4 Sacerdoti e 460 persone, che non ebbe mai alcuna risposta A Cesare quel che è di Cesare! Mi è gradito pubblicare i nomi di tutti costoro, perché un giorno ne riceveranno tutto il merito che è giusto gli spetti quando, con il volgere del tempo, si capirà meglio chi il Progetto di Dio volle che io fossi: l’esaltato creduto dalla Chiesa oppure chi Dio avrebbe esaltato, per l’assunta mia esaltazione della Croce del Cristo
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Questa è un’annotazione successiva al documento redatto. La faccio per mettere in rilievo come l’Enciclica Fides et ratio fu edita il giorno della Festa dell’Esaltazione della Croce ed ebbe risposta da me a Saronno, casualmente (?) nel dì di Esaltazione della Croce (Festa del Trasporto), e il convegno organizzato in risposta mi vide praticamente costretto ad esaltarmi nella croce (57 giorni di vero digiuno), dalla Chiesa, che disprezzò in tutto la mia opera, nonostante io avessi arrischiato la vita per rispondere al Papa e fossi, il giorno del Convegno, al 38° giorno in cui mangiavo solo l’Ostia consacrata, per cui vivevo letteralmente solo di Cristo, con Cristo e per Cristo. Quando, mesi dopo, ci fu una visita pastorale e fu presentato al Vescovo quanto vi fosse di più vivo nella Chiesa di Cassina Ferrara, tutti si dimenticarono di come una persona davvero povera avesse investito, facendo quasi la fame, circa 20 milioni di lire per quel Convegno, che poi è stato il solo che ha cercato di rispondere al Papa trovando un’altra via, ragionevole, che portasse al Cristo. Altro che “avvocatura”! Contro tanto spirito di sacrificio si sono opposti solo “Pubblici accusatori”.
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Come scritto, questa supplica al Papa, fatta da quattro sacerdoti e firmata dalle 460 persone che ho appena evidenziato, restò assolutamente senza risposta. Certamente il Papa non ne fu informato. La sua cinta di protezione, impedendogli di aderire a questa richiesta dettata da ragioni profondamente umane, si dimostrò di una disumanità senza precedenti, assolutamente indegna della Chiesa.
Queste persone credono di poter fare il bello e cattivo tempo in casa di Dio e, peraltro, rappresentandolo. Dio ha voluto mostrare come sulle loro spalle cadesse la vera responsabilità dell’ abbattimento delle due torri gemelle di New York e della conseguente guerra all’Iraq. Infatti coloro che hanno impedito alla Fides et ratio di cogliere gli obiettivi per cui era stata diffusa, hanno demolito, come suicidi ed omicidi, le due torri di Dio, la fede e la ragione, che la Sede della Sapienza aveva mandato all’uomo, in risposta alla conclusione dell’Enciclica da parte del Santo Padre, sull’ultima pagina della Fides et Ratio, appena sopra alla sua firma. Suicidi perché essi per primi uccidevano le loro necessità, divenute ormai inevitabili, omicidi perché il loro atto si è rivelato nei miei confronti un vero e proprio attentato mortale alla mia vita. Non conterebbe nulla – voi credete – perché sarebbe un attentato relativo ad un povero esaltato ed illuso, che se l’è quasi meritato? Ma ignorate forse che quanto fatto ad uno dei piccolini di Gesù è fatto contro Dio e Gesù? Perché esaltate la croce di Gesù e mistificate quella dei 2 poveri cristi morti assieme a lui sul Calvario? Ve lo dico io: venerate in Gesù la potenza di Dio! Se vedete la croce in uno di voi non capite più la dignità data da Dio ad ogni persona! Siamo tutti Figli di Dio e degni del rispetto stesso di Cristo!
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Copertina di una comunicazione alle Chiese diffusa dal Cardinale Arcivescovo di Milano Dionigi Tattamanzi, al quale invano scrissi il primo appello, il giorno stesso che mi consegnai alla Chiesa, disposto a morire se essa non rispettava i comandi del Papa.
MI SARAI TESTIMONE? Certamente! Infatti, ho tentato in ogni modo di interloquire con il Tettamanzi che, da un lato, chiedeva a tutti di entrare in relazione con lui e, dall’altro, ha sempre evitato accuratamente il colloquio proprio con me, l’unico che lo chiedesse con assoluta insistenza e ci tenesse per la MISSIONE che sapeva di avere… Dopo 7 anni, sì, 7: 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005 la misura si è colmata e ho cambiato regione, spostandomi a Montesilvano, in Abruzzo, per tentare di entrare in contatto da lì con il nuovo Papa. Ma anche a Sua Santità avevo scritto già tre volte: la prima felicitandomi per la sua elezione e il suo essersi dichiarato un servitore maldestro; la seconda e la terza inviandogli libri nei quali rivelavo di essere attivamente occupato nel tentativo civile di far dialogare tra loro le varie fedi attraverso le Ragioni dello Spirito santo… sì, l’intento di Papa Giovanni Paolo II e anche il suo! Ebbene se sono riuscito ad incontrare perfino qualche responsabile dei Mussulmani, proprio il Papa si è premurato di non dare mai corda al mio arco… perché non gli hanno neppure mai detto che io esistessi e avessi questo bisogno.
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Che dire? Cosa concludere? Questo: VI DENUNCIO in modo ufficiale! SIETE UNA BANDA DI LADRI… di voi stessi! Vi ho fatto vedere come io sia stato costruito per dar nuova voce a Dio e farlo esistere in modo consapevole. Conscio io che Egli è in tutti e che dà tutto (pensieri parole ed opere) mi ha reso coerente! E non giudico d’essere più, io, sol me stesso, ma in sostanza quel Dio che mi anima, nella modestia (!!) del mio stato assolutamente servile. Ebbene, sono stato reso io solo, con Gesù, coerente al fondamentale credo in un DIO UNICO CREATORE… credendomi, io, NON ME, ma CHI mi DA’ TUTTO. Anche i Santi son resi invece incoerenti e bastian contrari! Già immodesti e servi, si credono modesti (!!) e liberi! Perfino capaci d’imporre a Dio i loro peccati, che Egli non vorrebbe e… subirebbe ! Pure i Santi credono d’imporre a Dio le loro scelte e di lasciargli solo il compito di premiare, punire o perdonare! E, invece, è Dio che ha voluto tutto e condiviso in tutto la comune e suprema croce dell’umana pochezza! Il Padre ha voluto per voi la buona nuova del Figlio: VUOLE, VUOLE farsi tradire… ma per modo di dire, in questa Terra d’Egitto in cui nessuno è libero! Vuole con ciò che ogni schiavo pentito possa liberarsi “in Assoluto” e non tradire “mai più”… nel Paradiso! Sarà presto: il 22-12-2.012, alle 22, 22’ e 22” di Roma, l’amor di Dio darà all’umanità l’ESODO, quello vero e definitivo, dalla Terra… d’Egitto.
Scorcio della casa da me costruita ad Ortonovo degli ulivi, Orto del Saccomani e, sotto, mamma e i suoi unici nipoti nellâ&#x20AC;&#x2122;estate del 1976.
I 5 maschi di 3 generazioni di Amodeo (sarà un caso che io sembri incoronato… di una luce ancora spenta?)
È un caso che il 26-12-2.004
(il giorno della santa incoronazione a Santo Stefano, l’incoronato… e incoronazione santa di Gesù come
† sun am I sono il sole della croce) io, nato il 25-1-38, avessi 22.222 +222×10 giorni esatti? Laddove 22.222 è il doppione a ogni D. delle 5 che ×2 fa 10, laddove 222 è l’unità e trinità alle 3 D del 2 e laddove il ×10 riferisce unità e trinità alle 10 D. di DIO?
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Mamma, Benito, Renata Benedetti Sergio Venturelli, Nonna Clara Raggi, e la mia metĂ . Le prime 3 mi hanno giĂ preceduto in Paradiso
Benito e Gen, fratello aggiunto, alla Madonna di Pompei, la nostra Prima Comunione con GesĂš.
Dalla mia Monte Sion e Monte Calvario, il 27 marzo 2006