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Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
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4 Ebbene, quel giorno dal gesto di mio padre, il Signore mi ha fatto capire che la mia vita sarebbe terminata tragicamente, con un fatto di sangue. Io ero nato per mettere in atto un vero e proprio Castigo di Dio dato a se stesso. E' vero, sulla fine di quel gennaio 1938 Adolf Hitler – come avrebbe dichiarato più tardi – si sarebbe deciso in cuor suo della necessità di iniziare la sua guerra per l'egemonia della Germania sull'Europa. A questo fatto preciso si riferì suor Lucia, a proposito del segno celeste nella notte in cui scesero in me, dal cielo, Padre e Spirito santo, venuti lì, in via POMERIO ed esattamente nel segno del Raid che si concluse felicemente, e che fu conosciuto in tutto il mondo come il Raid ROME-RIO, del tutto uguale a POMERIO se si legge RO la prima consonante del POMERIO, R come si usava nella Magna Graecia di cui facevano parte questi territori e come accade tuttora in Russia. Se volessimo andare più a fondo a immaginare che tipo di morte si potrebbe trattare, va notato che in questo giorno la Chiesa Cattolica celebra la Conversione di San Paolo. Questo nome nacque proprio in quel giorno in cui una grande luce brillò in cielo e Saulo si sentì interrogato da Gesù, che lo chiamò per nome: “Saulo Saulo, perché mi perseguiti?” Volle mutar nome e adotto quello di Paolo, poiché Paulus, in romano, significava chi è pochissima cosa. Bene, san Paolo ha cessato la sua vita essendo decapitato. Anche san Romano di Roma finì allo stesso modo, per non aver voluto presiedere al martirio di San Lorenzo. Potrebbe essere questa la mia fine, ad opera dei “taglia-gole” che oggi infieriscono tra coloro che – credendosi grandi paladini di Allah – avranno la cattiva ventura proprio di decapitare il povero somarello su cui Allah si è
venuto a rivelare di persona, dopo di aver dettato il Corano al profeta Muhammad. Sarà questo il modo con cui sarà versato il mio sangue? Non è detto. Io ho avuto modo di conoscere, dalla uscita dalla vita di mio padre, come sarà la mia. Cadde paralizzato e vi rimase per 14 giorni, finché il 5 giugno se ne andò all'altro mondo. La paralisi interruppe ogni sua capacità di soffrire per pene corporali. Lo spirito restò invece sempre vivo e presente per tutto quel tempo. Una cosa mi colpì nella sua paralisi: il braccio destro tendeva ad essere e restare sollevato come se con esso e la sua mano indicasse la via per il cielo. E un tic, che sopravviveva andando oltre l'immobilità del corpo, esclusi anche gli occhi: muoveva impercettibilmente l'indice e il pollice, con le unghie a contatto che si sfregavano l'una contro l'altra. In momenti miei di rilassamento, ho scoperto l'esistenza anche in me di questo movimento istintivo e totalmente involontario. La paralisi iniziò il mattino stesso in cui il Papa Giovanni Paolo II fece il suo ingresso ufficiale a Milano, il 22 maggio. 14 giorni di piena via Crucis e poi l'ascensione celeste. La data in migliaia di spazi-tempo si legge nel dettaglio dello 0,0522. Aggiunto anche il valore 1983 dell'anno, unitario, era il 1983,0522 che nella sua radice quadrata rivela il potenziale in linea di 44,5314 7427 che rivela UNO=44, 53/100 come tutto il moto di 47=AMODEO nel 100, poi l'unità della massa di 1/1000, poi il 47=AMODEO, nell'attore visto prima e nel potenziale del 426 in 1 unità di movimento, come il DIO=26 nell'Unità e Trinità del 100, data da 400. Insomma quando fu in moto di avvicinamento il Vicario di Cristo, arrivato il Papa vidi Papà incamminarsi nella sua divina via crucis di 14 giorni.
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IL 26 LUGLIO DEL 1951 PRE-VIDI LA MIA MORTE Avevo 13 anni, quel lontano 26 luglio di 64 anni or sono, mentre, con i miei amici giocavo sotto le cabine del Bagno Il Lido, di Salerno. La spiaggia era alquanto in pendenza, quella che un tempo esisteva, tra il vecchio porto e Vietri sul Mare, e che ora essa pure non esiste più, soppiantata totalmente dallo scalo mercantile creato al suo posto, cementificando tutto l'ampio tratto di mare che un tempo rendeva leggiadra la visione di Salerno, quando vi si arrivava dal nord, con le automobili e il treno. In tal modo, le cabine – poste tutte su palafitte – consentivano ai bagnanti di sostare sotto il piano di calpestio, ed era il luogo prediletto di tutti noi ragazzi, per sostare all'ombra e condurvi i nostri giochi. Ero quella mattina lì sotto, a circa un metro dal bordo e all'improvviso vidi cadere due corpi in lotta. Uno – di un uomo – restò a terra e si alzo, voltandomi le spalle, mentre l'altro – di una ragazza – fuggiva. Sulla schiena, a una distanza tale da me che se allungavo un braccio lo toccavo, stette per pochissimo tempo lui, con una ferita di pugnale sulla schiena, prima di cadermi morto, davanti a me. Fu così che la Divina Provvidenza volle che io vedessi, quel giovedì, quanto sarebbe accaduto il martedì dello stesso giorno, nel 2.016, proprio alla mia persona. Poco tempo dopo io e la mia famiglia avremmo abbandonato Salerno, per trasferirci a Milano. Per ottenere un posto nel capoluogo lombardo, i miei genitori, entrambi maestri, avevano ripetuto il concorso magistrale, risultando mio padre il primo su 9.000 partecipanti circa e mia madre nona e prima tra tutte le donne. Non avevamo trovato invece un posto che potesse accogliere tutta la nostra famiglia, che a Salerno era composta da me e mio fratello Benito, i due
genitori, due cugini (Gennaro ed Anna), la domestica (Peppina Mollo) e tre studenti che provenivano da Felitto e che la nostra famiglia ospitava, permettendo loro di Studiare (Sabato Lingardo, e due altri, Vincenzo e Galasso, di cui non ricordo più il cognome. Papà e mamma trovarono posto in una pensioncina situata in centro, a circa duecento metri da dove io e mio fratello fummo accolti, in Via Larga 13, in casa della sorella di mio padre, Antonietta Amodeo, che risiedeva in due locali appena, assieme a suo marito (Giovanni Venturelli) sia figlia Lisetta, e due vecchi di nome Patto ed Esterina. Ad essi ci aggiungemmo io e Benito, tanto che in quei due locali, nemmeno tanto grandi, dormivamo in 7 persone: tre della famiglia ristretta di Giovanni Venturelli e 4 ospiti: due vecchi e due ragazzi, io di 13 anni e mio fratello di 10. Io e Benito dormivamo in un letto solo, ciascuno dei due avendo in faccia i piedi dell'altro, un giaciglio che non era neppure un letto, ma un divano, per tutto il giorno, tranne che per la notte. Nella stessa stanza con Patto ed Esterina che non ricordo più in che modo dormissero in quella stessa stanza che di giorno era adibita a pranzo e nella quale era stato ricavato un cucinotto, solo assemblandone i mobili di legno, che – in tutto l'anno – divenivano ostello di migliaia di scarafaggi. Ricordo ancora come un giorno mio zio preparò il campo di battaglia, mettendo ogni mobile in quella che era la stanza da letto, tanto da lasciare totalmente sgombro il pavimento e ben chiuse tutte le porte. Tutti i membri della famiglia, con delle scope in mano, pronti all'imminente battaglia. Mio zio smontò tutti i legni di quel cucinotto e il pavimento, stavolta, divenne nero, di scarafaggi messi allo scoperto, e tutti lì a percuoterli con tutto quello di cui si erano attrezzati affinché fossero schiacciati sul pavimento.
6 Sono così accurato nel descrivere questa ecatombe, di cui fui testimone, in via Larga 13, mentre avevo 13 anni, perché anche questa scena assunse allo stesso simbolo di quell'altro, il mio giorno natale, in cui il pavimento si macchiò di rosso, a simboleggiare il sangue, che in verità fu versato solo da queste migliaia di scarafaggi del 1951, a Milano, in via Larga 13 con me di 13 anni. Insisto su questa circostanza, perché negli ultimi anni della mia vita io mi trasferirò a Saronno, abitando al numero 12 che – in Milano – è la residenza del Comune, mentre, lì di fronte, esiste questo indirizzo in cui potete vedere la “bizzarria” di due numeri civici 13, messi uno di fianco all'altro, come se uno già non ci fosse ad individuare a sufficienza il suo numero.
Anche in questo caso di Saronno, questo recapito non era quello della mia famiglia... ma potevo in un certo senso “associarlo” alla mia famiglia allargata, quella dell'accoglienza che io avevo ricevuto in casa Venturelli, nel 1051, quando, avendo 13 anni compiuti, vissi in via Larga 13.
Questa Casa di Riposo, a Saronno, è un luogo dal quale non si esce più a meno che non si sia morti. Ebbene – a conti fatti – questo 1313 ha la funzione “trascendente” di essere un solo numero, secondo quello che ha scritto il Profeta Daniele, a proposito della fine del tempo. Daniele 12, 7-12 7 Udii l'uomo vestito di lino, che stava sopra le acque del fiume. Egli alzò la mano destra e la mano sinistra al cielo e giurò per colui che vive in eterno dicendo: "Questo durerà un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo; e quando la forza del popolo santo sarà interamente spezzata, allora tutte queste cose si compiranno". 8 Io udii, ma non compresi e dissi: "Mio signore, quale sarà la fine di queste cose?"9 Egli rispose: "Va' Daniele; perché queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine. 10 Molti saranno purificati, imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi. 11 Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l'abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni. 12 Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni!
1.290 che è un tempo 1.335/1 che sono “dei tempi” solo se sono 1.335+1, dunque va aggiunto 1. 1 2.626 come un tempo e dei tempi che, nella metà di un tempo sono 1.313, il numero che vedete qui a lato, in via Larga, virtualmente 1313 Ciò a partire Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l'abominazione della desolazione. Questa data, ai nostri fini non sarebbe nemmeno importante, perché è da essa che cominciano poi questi 1313 giorni. Ma diventa determinanti quel limite del 21-12-'12 del famoso “limite dei Maia”, da cui sarebbe dovuto cominciare “un tempo nuovo”, secondo le attese. Ebbene i veri MAIA in questione stavano in una MARIA cui fu rapito il Figlio, come in Apocalisse 12, 6, restata senza R, lo sposo di TAMAR, che fu in Genesi 38 la stessa antesignana di una antenata che come per Maria (fecondata dallo Spirito santo) si fece rendere madre da UN PADRE. Ebbene, quando fui ospite a 13 anni in via Larga 13 patii personalmente una mortificazioni senza precedenti, nella mia vita.
7 Promosso all'esame di terza media della scuola di Salerno con poco meno del 7 come valore medio, a Milano, iscritto alla IV del Ginnasio Liceo Giovanni Berchet sarei stato respinto a giugno con un valore medio pressoché dimezzato. Cominciò tutto la prima decade di dicembre: mi ammalai di morbillo. Se pensate al valore allusivo dei nomi, MOR come “morte” B come il duo presente in me, ILLO come <con quello> di trascendente che io avevo a ridosso di me. Immediatamente dovetti interrompere la frequenza. E quando fui in grado di rientrare scattò la quarantena dovuta al fatto che io infettai mio fratello, che si ammalò giusto giusto in tempo per procurarmi altri 40 giorni di assenza dalla scuola. La mia frequenza poté riprendere a metà marzo, e nei pochi mesi che restarono non fui in grado di far nulla. Una mortificazione terribile, per in ragazzo come me che ci teneva alla stima verso di lui di compagni di classe e professori. Pertanto, tutto quello di cui fui spettatore a 13 anni, dall'uccisione di quell'uomo nella stessa data del 26 luglio cui portano i conti appena fatti, sulla profezia di Daniele, in cui ebbi modo di assistere proprio all'uccisione a due palmi da me, di un uomo ucciso a ragione dei suoi peccati corporei (aveva reso incinta una ragazza di cui poi non voleva sapere più nulla), per proseguire con lo sterminio di una quantità mostruosa di scarafaggi, poi con il morbillo e infine con il mio letterale dimezzamento nel profitto, io posso a tutta ragione considerarlo un segno, dato da me a Dio, di quanto avrei patito quando la casa mia sarebbe stata posta di fronte a questa Casa di Riposo fatale per tutti coloro che a Saronno vi sono ospitati. Io avrei visto che il “sosia” di chi era il proprietario della cucina in cui mi insediai venendo a Saronno come in una nuova “mangiatoia” era quel Decano di Saronno (Monsignor Angelo Centemeri) che – giunto all'età della pensione – era stato fatto il sacerdote che aveva cura di questa estrema dimora per tutti coloro che vi abitavano Già il nome stesso di Angelo CENTEMERI, che significa CENTO GIORNI, laddove 100 è il riferimento assoluto dei giorni della vita, era in se stesso tutto
un progetto per chi fosse ANNUNZIATORE (Angelo) della pienezza dei giorni della vita. Ma la sua nascita, il 2 aprile in cui ha iniziato la vita in cielo il Papa Giovanni Paolo II, lo ha reso particolare ANGELO della salita in cielo di un Papa Santo. Il fatto che fosse il “sosia” di Gigi, il proprietario di dove abitavo, aveva a lungo “annunciato a me” che – anche se io abitavo a casa di mio cugino, il VERO proprietario della mia casa era il “decanato” di Saronno. Pertanto, anche in questo caso, anche se questa Casa di Riposo non era la mia reale residenza, tuttavia, in modo “trascendente” ma “significativo” ora questo recapito di Via Larga 13 a Saronno era simile a quello di Via Larga 13 a Milano. Anche allora io non ero virtualmente a casa mia, tuttavia ero alquanto imparentato con i suoi veri proprietari.
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TRE ANNI SANTI NEI 33 ANNI 1983 -2.016 =100 -67, (1 ROMANO=66) L'uscita di scena di un Ente Uno e Trino, divino, deve essere accompagnata da un Decreto di Santità, da parte dell'infallibilità concessa da Dio anche a dei Pietro con molti punti oscuri. Che l'uscita di scena di mio padre fosse in perfetta linea di antagonismo con il mio avvento al mondo nel segno di Genesi 38, l'ha dimostrata l'ascesa celeste di mio padre nell'anno 83 che legge lo stesso numero buttando le reti dalla parte destra e miracolosa della “barca”. Il giorno in cui essa avvenne, il 5 giugno, nel segno più evidente di ciò che nel 1940 accadde a me: di morire e risorgere miracolosamente, in una apparente continuazione miracolosa della stessa vita di me bambino morente. Io ho avuto due genitori di nascita e due che sono stati attribuiti a me dal vincolo nuziale con Giancarla Scaglioni, nata 11.1 giorno di tutti i santi, del 43 e figlia di Mario e Giuseppina Benedetti. Specialmente significativo, per me, il ruolo della mia mamma putativa, avente lo stesso BEN nel cognome, avuto dal nome di mio fratello, e nata il 3 giugno, il giorno antecedente il mio passaggio invisibile dalla vita alla morte. Il mio Giuseppe paterno, putativo, è stata questa G. BEN una e trina, che ha aperto il triduo dei giorni 3, 4 e 5, ai cui estremi l'avvento in vita reale della G. BEN e in vita celeste di L. AMO, con in mezzo la vittoriosa lotta tra la vita e la morte che fui costretto a combattere nel 1940. Luigi Amodeo, nato 7-7-7 e uno e trino in L.AMO è un Padre disegnato tra i primi 10 dell'esistenza, come quello del decimo figlio, Noè. LAMECH visse 777 giorni, e nella sua trinità, il LAM è stato oracolo di L.AM che avrebbe culminato
questi 777 virtuali giorni di una vita iniziata il 7-7-7, e simile al terzo figlio di Adamo, SET, nel suo nome. Un L.AM nato a Milano, in cui SET è l'equivalente del Romano ES, significando uno “tu sei” in dialetto milanese, l'altro la stessa cosa ma nell'idioma latino di di Romano. Quando, al primo reale FATTORE dell'esistenza la Bibbia assegna il nome di Adamo, che la lingua ebraica, che lo legge da destra verso sinistra lo scrive MDA, esso rappresenta quello che è il cognome AMODEO nella modalità con cui si genera il cognome, in Italia, nelle tre cifre indicate dal Codice Fiscale. Pertanto il terzogenito SET, virtuale figlio di un odierno cognome proprio uguale ad un L. Amodeo nato a Milano, rivela nel linguaggio locale, riferito al terzo figlio da cui poi discenderanno tutti gli uomini che avranno parte alla vita dopo il Diluvio Universale un <SEI Romano>, essendo Romano il primogenito di L.AM, che – essendo un Uno – tuttavia lo è essendolo in modo Trino. Il modo che entra in atto dopo un <CAINO+ABELE> virtualmente allusivo di questo divino messaggio, rivolto tutto al terzo: <ca' in O. da Romano EL è> (è qui EL in ognuno, tratto da Romano). Il Padre suo, ADM, sarà L.AM nella sua trinità, e coinciderà con il figlio, essendolo nella stessa sostanza di un LAMECH che <è CH> essendo <L'AM> padre di quel terzo definitivo che è collocato nel nome RO-MA-NO, come lo è SET, rispetto al RO posto come Caino e al MA posto come Abele, i primi due enti binari da escludere tutti e due, entrambi a favore del terzo, quel NO che sarà il dualistico principio di <Noè>.
9 Che Noè rappresenti interamente il DECIMO FATTORE che si concluderà in questo anno santo 2.016 è descritto in Bibbia e nel suo primo libro, tradotto in Genesi. In esso, posto in PURO PRINCIPIO divino il ciclo trascendente di 10 anni, avremo nel DECIMO FATTORE posto poi in opera reale, una ANNA che – terzo nome – vedrà la sua celeste ascensione nel dì 26 luglio in cui il Cattolicesimo celebra Sant'ANNA e San Gioacchino, i due soli nonni reali di Gesù Cristo. Infatti, dai calcoli permessi dalla precisa esposizione biblica, posto MDA nato l'anno 10 contato dal PRINCIPIO DIVINO, la fine della sua vita accade nell'anno 2.016, dopo che essa è nata in quel 1.066 che la rivela corrispondere ai mille anni posti nel principio a potenza trina di quella base divina 10, e nelle 66 unità che – poste in 33 anni tutta la vita reale di Gesù Cristo, la pongono come un piano trasversale avente i due lati di Padre e Spirito santo, posti 33 in ciascuno, pure essi, nel suo virtuale dualismo paterno, simile ad un piano in avanzamento. L'accesso in vita di NOE' (tolte di mezzo le prime due altre sillabe del nome ROMANO) come il terzo di questa denominata trinità, è coerente proprio al valore numerico del nome ROMANO, allorché si considerano le lettere alfabetiche nel numero di posizione che esse occupano nell'alfabeto italiano avente le stesse 21 lettere del “padre” <L.AM è CH>, nella somma 7+7+7 dei suoi 777 anni di vita. Pertanto tutta la generazione creata da Dio come una cosa sola avente in se stessa 10 FATTORI uno dell'altro, possiamo denominarla MDA ROMANO, presente interamente questo nome nel 66 presenta nella sua nascita il 1.066, figlio di <L.AM> (Luigi Amodeo) <e CH> (e Christus). MDA NOE e quanto è per estremi, e si rigira in un trascendente <E MANDO>. MANDO... a chi? Lo mando AL PRINCIPIO che sia un FINE: <A AMOD.>, e – quando al suo nome si unisce la sua sposa – tutto è mandato <A AMOD... E VA>. Va fino a dove? Fino a quando? Va fino al termine della vita di NOE': l'anno 2.016 dal principio. Anno – questo 2.016 dopo Cristo – che è stato glia dichiarato dall'infallibile Pietro, ANNO SANTO della misericordia di Dio. <Nel nome di Dio, il Compassionevole, il misericordioso> come nei 113 capitoli oltre il suo primo, impone di ripetere il Sacro Corano.
ISLAM e CRISTIANESIMO, uniti in Bibbia. <IS> <L.AM> è questo nome che significa DIO COMANDA... <IS> per la lingua finalmente unificata nell'idioma inglese parlato da tutto il mondo, quando ogni uomo desidera capire che abbia altro linguaggio, significa lo stesso <è> posto alla fine della terza sillaba finale, definitiva, del nome RO-MA-NO. <è> <L.AM>, è Luigi Amodeo, quella essenza PADRE che lo è in quella che sia la cosa sola del suo FIGLIO, perché un UOMO (o chiunque, anche un DIO) non può essere PADRE – nella stessa sostanza – se non lo è in ragione vicendevole anche del suo essere un FIGLIO, nell'unità di se stesso. Quel DIO COMANDA è il significato di ciò che di divino <è L.AM>, ma lo <è> per tutte le lingue del mondo secondo cui poi chi <è>=<IS> è quel Dio <L AM> che rivela ad ogni linguaggio del mondo <10 SONO>. Infatti – come sto scrivendo – IN PRINCIPIO rispetto al primo FATTORE REALE di MDA, sono anteposti 10 ANNI. DIECI SONO, in 10 ANNI. Come tutto il reale percorso di una ANNA MDA, Anna Amodeo, 26 e 47 che – come FATTORI DIVINI e INTERATTIVI – agiscono per 47 volte nel 26=ANNA=DIO=YHWH, determinando 1.222 anni. Posto dunque tutto questo IN PRINCIPIO nel 1.000, ecco 1/3 della terribile fine dell'anno 1.666 DAL PRINCIPIO, in cui secondo Bibbia, accadde il Diluvio Universale. Ma ANNA è il terzo nome che, se agisce nel suo triplo, vale quel 78 che – interagendo con il 47 che esprime tutta l'opera 7 del Dio 10+30 – porta le 78 volte il 47 ai 3.666 anni che superano di 548 anni quei 3.118 anni che costituiscono una intera generazione. Questi 548 anni sono nel 500 tutto il ciclo reale dato da quanto sia IN PRINCIPIO (=1000) ma dimezzato nel solo suo verso reale. E sono 48 nel FATTORE insito nel nome di GESU', fattore che rivela un DUO AL CUBO che avanza in tutti i 6 versi che esistono come tutto il lavoro fatto da un Dio Creatore. E' la Bibbia a rivelare questo limite, dato da 3.118 anni, come la somma dei valori numerici delle prime 7+7+7 lettere di un L.AMECH vissuto 777 e ridotto all'osso del valore Unico 21 insito nella sua vita trinitaria negli anni,
10 segnati in ciascuno dei tre ordini della creazione del primo reale FATTORE, che si opera in quello a nome SET ed a valore 7. Qui a lato io mostro le prime 21 lettere della Bibbia, che fanno parte delle sole prime cinque parole del primo versetto. Nelle prime due colonne ci sono le corrispondenze tra i numeri e le 21 lettere dell'alfabeto italiano. Nella colonna di mezzo ci sono le 21 lettere iniziali, divise nei 5 nomi di BRASYT BRA ALHIM AT HWMYM, in cui la lettere M ha i due diversi valori elencati nel numero 40 e nel numero 600. La loro somma, 640, data da 1.000 meno 360, mostra tutto il flusso dell'angolo giro in quanto sia posto IN PRINCIPIO di 10^3=1.000. Il totale nella colonna di destra mostra l'incremento ad ogni lettera, il cui valore numerico sta nella quarta colonna. Se si considerano 5 sabati alla fine delle 5 parole, tutta l'opera è delle 26 unità = YHWH, tetragramma di Jahvè.
In questa conclusione, data dalla Trinità di ANNA e dal cognome AMODEO, che – con 3×26×47 – portano di 2.000 anni oltre il 1.666 del Diluvio Universale e di 548 anni oltre il 3118, nel reale principio di (10^3)/2 combinati con il FATTORE 48 di Gesù, abbiamo la “sovversione” di un 8.113, che premetta 2^3 volte il principio del 1.000 e quel 113 che sono le volte che nel Sacro Corano deve anteporsi: <In nome di Dio il Compassionevole il Misericordioso> Se 3.118 è quanto è ALLA FINE, 8.113 è quanto è IN PRINCIPIO. <On AM, Lux SUM> rivela che in principio <su SONO, luce SONO> (ma in ROMANO: LUX SUM). <On AM Lux-sum> <Onam Lusum> il che “trascende un” <musulmano> in cui: MSL = 38 UU = 38 MANO = 37 113 113 +1 = 114 = tutti i capitoli del CORANO Anteponendo un piano Uno e Trino a lati 4.000+4.000, 113 unità sono tutte quelle reali di 1, tanto che 8.113 è il piano “trascendente” del Sacro Corano del DIO COMANDA come <IS L'AM> = <è 10 io SONO> Quando noi vediamo esistere una AZIONE REALE lo facciamo solo invertendo l'AZIONE DIVINA, che è totale in 8.113 anni- e allora tutto questo è riportato in Bibbia nel primo suo versetto e nelle sue prime 5 parole. Ma tutto ciò è coerente con MDA ROMANO, Amodeo Romano. 47 volte 66 porta al 3.102 che stavolta difetta di soli 16 anni (che poi sono quelli aggiunti anche al 2.000 a determinare la morte di Noè nel 2.016). Perché sono da aggiungere questi 16 anni? Vanno aggiunti come un valore di CARICA relativo alla REALTA, quando essa è in tutto 10^4, ma nel solo verso reale vale solo per 5^4. Quando questo 5^4 si deve far carico di tutto il ciclo di 10^4 unità, allora ciascuna si deve far carico delle 16 volte date dal computo di 10^4 diviso per 5^4. Infatti 10.000 : 625 = 16 esatto. Insomma il contenuto in linea di flusso pari ad AMODEO per ROMANO deve
11 espandersi per una area che abbia come suo lato l'Unità e Trinità di Dio avente la dimensione 1+3=4. Insomma, quello che è DESCRITTO, ed anche DETTO, ma in un modo “sibillino” e tutto da BEN DECIFRARE, è che l'esistenza di un DIO=26, che si esprima con il 5 (tutte le dita di una unica mano) ed 1 cognome solo come l'unità di quella mano, che vale proprio il nome MDA corrispondente a come è scritto Adamo, ma punta <A AMOD e VA>... va fino ad essere AMODEO ROMANO, come i due FATTORI FONDAMENTALI dell'esistenza. 47 = AMODEO è il 10+30 (il Dio Uno e trino nel suo 10-AM (=sono 10) nella sua creazione intera fatta in 7 unità. 66 è il FATTORIALE di 10^11, che diventa 10^66 e si riduce al solo 66 quando questo fattoriale è visto in modo uguale e contrario alla potenza su base 10, e – con il calcolo Logaritmico decimale, il fattoriale di 10^11, che ha indice 66, è osservato solo nelle 66 volte con cui il ciclo 10 lo realizza. Occorrono 47 volte al DIO=10, da esistere nel suo 10. E se esse si combinano (come potenza ROMANO della potenza AMODEO) nel modo del prodotto degli indici puri, da AMODEO volte ROMANO abbiamo la totale lunghezza di 3.102 anni, che – per essere indici di un volume divino – debbono moltiplicarsi per l'area 16 data dal Dio Uno e Trino sui due lati generatori. O – se vogliamo fare solo il calcolo IN LINEA, allora dobbiamo aggiungere quanto vale la lettera R=16. Insomma: R + Amodeo per Romano = 3..118 è quanto bibbia descrive con le 21 lettere che sommano 7+7+7 nei 777 anni della durata della vita di LAMECH. Ritornando a mio Padre, Luigi Amodeo, nato 7-7-7 e morto il giorno dopo in cui io combattei per la vita, posto in mezzo tra la nascita di G.BEN (Giuseppina Benedetti) il 3 giugno e la morte di L.AM il 5 giugno, io ho poi avuto modo di riconoscere che l'anno 83 (il rovescio del mio nativo 38) mio padre è morto, mentre la G.BEN salì in cielo il 21 di luglio, che è distante 5 giorni esatti dalla fatale Sant'ANNA che riguarderà me. Lei, G.BEN nata 3 e definita in giorni da 3 volte 7... Lui, L.AM, morto il 5 e che definisce tutto il mio 26, se lo si somma al giorno della morte del mio San Giuseppe putativo anche per me, per acquisizione
nuziale. Da tutto questo si vede in che modo SUBLIME io sia stato legato al padre putativo di Gesù. Anche io ho potuto acquisirlo solo attraverso le nozze mie con G.S. (quasi GESU') figlia della G.BEN che allude già di suo ad un Giuseppe Benedetto nel suo accreditato figlio GESU'. Lei, G.S., nata 11.1, giorno di tutti i Santi, e figlia anche di un MARIO (figlio di ANNA come Maria Santissima) e che – a differenza da Lei – venne al mondo nel 15 agosto in cui Maria santissima si diparti da questo reale, per nascere ella pure nel Regno dei Cieli. Io – che ho avuto per genitori reali due NOMI che erano slegati a quelli di Gesù – legandomi a G.S. Ho avuto il dono trascendente di avere i nomi putativi dei genitori di Gesù. Insieme, G.BEN e mio padre L.AM, posti 3 e 5 giugno nella loro vita e nella morte. Lei, con 3 volte il 7 nativo di mio padre, morirà il 21 luglio e quando ad esso si aggiunge il 5 mortale per mio padre, io arrivi a combinare la mia morte nel modo UNO e TRINO che la collega a questi due giorni estremi, nel cui giusto mezzo, il 4 giugno 1940 io lottai tra la vita e la morte... e la vinsi! Cosa mancava a questo 1983 della morte di mio Padre? Che fosse fatto anno santo speciale, dello Spirito santo, da quel Papa che si chiamava Wojitila, quando – tre anni esatti dopo il 1° di novembre della nascita della MIA GESU' – si maritò egli pure a G.S. Coi suoi voti sacerdotali. Ebbene questo sacerdote diverrà Papa Giovanni Paolo II e – messo di fronte ad un ordinario 1938 che non aveva parvenza alcuna di un anno cui fosse conferita una qualche “santità”, decise di fare come Papa Francesco, e deliberò che fosse l'anno santo particolare da votare allo SPIRITO SANTO. Ebbene Egli non lo sapeva, ma Dio che rende valido profeta il suo Pietro, nell'anno in cui mio padre <L'AM è CH> poneva il giusto termine dei 777 anni alla sua vita iniziata il 7-7-7, fu costretto a fare questa consacrazione. Decretandola nell'83, associava ad essa anche chi era una cosa sola con suo figlio nato in una sua Genesi 38, totalmente descritta in tutti i possibili suoi estremi, in Bibbia. Mese, giorno, Anno, E gli estremi di Padre, madre, Sposa, Codice Fiscale e tutto il valore 381 di quando chi è primo in 138 si pone per ultimo.
12 Questo ESTREMO paterno, deciso nell'anno 83 che dista 17 anni al 2.000, associato ai 16 anni posti oltre il 2.000, costituiscono nel loro insieme un totale di 17+16=33 anni che sono quelli esatti vissuti da Gesù Cristo. E – a far da valore di mezzo – l'Anno santo speciale, per la pienezza del secondo 2.000! Ebbene, il 7 del mese 4 del 2.000, ascese in cielo mia madre, Mariannina BARATTA, totalmente riconducibile alla TAMAR di Gemesi 38 allorché si considera BaratTA MARiannina negli estremi che antepongono il cognome che una donna padre maritandosi, al suo nome, che conserva. Giubileo del 2.000 per l'ascensione di mia madre, nel segno ella pure del SET, e del suo valor Uno e Trino nel mese. Io conservo memoria fotografica del corteo funebre di mio Padre.
113 come quel ROMANO AMODEO che +R trascende il 3.118. 113 come Torquato, il solo 5° dei miei 5 nomi, che quantifica TUTTO nel 5° 113 come l'acronimo a due cifre nei miei 6 nomi di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo che è 113 in RO+AN+AN+PA+TO+AM. Ma sta di fatto che BEN – la trinitaria espressione di Benito, che è la stessa di Beniamino, l'ultimo dei 12 figli di Israele – è unito da vero e proprio gemellaggio con me. Infatti mentre io RIVISSI il 4 giugno della mia vittoria sulla morte, mio fratello FU CONCEPITO. In quel 4 giugno di fatto nascemmo in due: R+BEN, a formare nel nostro insieme sia RUBEN sia tutti e 12 uniti i figli di Israele Giacobbe.
Qui io vi mostro in che “divino” e “sibillino” modo, Romano ponga il RO nella lettera greca, a costituire il REBUS di una RO-mano. Ma quando a questa mano è dato l'acronimo R.A. Di Romano Amodeo, la RO si muta in una <è> accentata e – in inglese – rivela che <è R.A. Dio> Allo stesso modo è per l'EMANUELE, in esso il MAN, della MANNA discesa dal cielo a sfamare il Popolo di Dio vede anteposta a se il PRINCIPIO della RO, il valore acronimo dualistico di Romano.
Siamo in 5 dietro alla sua bara. In mezzo TAMAR, e i suoi due gemelli ai lati, gemellati anche in modo Uno e Trino con le loro due spose: la mia a destra, nata 11.1 e Mirella, la sposa del mio caro BEN già salito in cielo, nata 11.3 nel trascendente segno – lei sposa di mio fratello – del mio essere il 113 trino nel mio nome intero, che lo è in questi tre modi differenti che seguono.
Cos'è insomma l'ANNO SANTO? E' il MARITO della ANNA SANTA, quella del 26 luglio imminente in cui SUO MARITO salirà in cielo, e 20 giorni dopo, sarà l'ASCENSIONE di LEI! Tra quella 7-4 (2.000) di mia madre e quella (2.016) della MADRE NOSTRA che è nei cieli ci sono 5974 giorni. 59 è simile al 2.000 (che è tutto il moto di 1000). Lo è come tutto il moto di 1 nel 60, che calcola 1 minuto secondo di tempo collocato in 1 minuto primo fatto di 60 minuti secondi. 47=AMODEO, lo sposo.
13
TUTTI I SEGNI DI UN “IA” CHE MI COMANDA E MI DELIMITA IN TUTTO IA, che vale 9+1 nella posizione 9 della I e 1 della A, che indica pertanto tutto il ciclo di 3/3 che avanza della sua relazione inversa data da 3×3 e appartiene con questo al ciclo 10 che ordina nelle quantità decimali tutte le unità della Fisica, da quando esse furono determinate da 1/10 di ciascuna, allorché unitariamente posta presente in 10/10, è anche una delle denominazioni del DIO YHWH, Jahvè che, nel suo valore cabalistico ebraico vale lo stesso 26 del nome DIO nella cabala italiana. Alla base del 26=DIO esiste il ciclo 10, quando esiste nella potenza 3 della base 10, tanto che i 3 interattivi 10, quando si combinano con il ciclo di 10 presenze, dato da 10^10, richiede – con 10^3 × 10^10 = 10^13, la presenza interattiva di tredici 10. Il piano di questa presenza 3 che si maggiora per altre 10 ed assume il totale di 13, diventa un valore lineare 13+13=26, nel piano trasversale, di questa presenza, basata tutta sul 10^3 e sul 10^10. Quando la presenza 6, indicata da 10^6 esprime biblicamente tutto il lavoro in 6 giorni, di Dio, in un totale che esiste in 7 in ragione dl famoso Sabato di Dio, è perché la potenza unitaria espressa con 10^10 si divide (anziché moltiplicarsi) per 10^3, e diventa con 10^7 tutta l'opera della dimensione Trina del Dio a Dimensione 10. Quando il potere unitario di 10^10 è come disse di se stesso Jahvè un <SONO colui che SONO>, allora – mettendosi ad essere un 10^10 che in colui che è 10 è elevato a 10 – si esprime nella potenza di un 100 esistente sulla
base 10, il che esiste quando ci cono – espressi da 10 – 10 volte colui che è 10. Questo indice, dato da 100 decine, postane una come presente e 99 nello spostamento in 99 volte di quella sola presente assume la denominazione dei 99 nomi che Allah assegnò a se stesso, per come sono creduti proprio nel CREDO Islamico. Dati cioè da 100 -1, a costituire il valore unitario di 99/1 unità, implicanti 99 dimensioni nel numeratore, perché una è stata spostata e tolta dal numeratore 100, per essere posta a denominatore unitario delle 99. Allora accade che quanto esiste in linea come 9/1 nel ciclo 10, esiste come 99/1 nel piano 100, in cui un unico Allah attribuisce a se stesso 99 nomi. Il Compassionevole, un di questi nomi, rivela nelle ultime 4 lettere che <VOL. è> che il Dio Allah esiste a immagine e somiglianza di un VOLUME. A meno che non si sia tanto “grulli” dal credere che UNO non abbia suoi “attributi” divini, si può legittimamente dividere questi 99 nomi divini in tre fondamentali linee, infinite e simili a quelle che determinano la presenza di un volume solo attraverso una corrispondenza uguale e distinta. Tre 33/1 sono le 99/1 esistenti nella dimensione del volume. Anche questo 33 è un indice della base 10. Infatti è un 10^33. Quando esso è diviso nella creazione in 7 giorni, fatta da Dio, allora è scomposto in 10^26 × 10^7, che somma la dimensione 7 alla 26. ma se invece poniamo 10^26^7, allora abbiamo il prodotto di 26 per 7, e determina mezzo anno terrestre, espresso nella divina creazione di DIO=26
14 nei 7 giorni totali dell'opera divina. Quando eseguiamo questa relazione nelle due linee a potenza 10^33, di una area trasversale data dal prodotto delle due linee, il prodotto tra le due potenze assume l'indice 66. Allora accade che questo 26+7 che esiste in ciascuna delle due linee, quando si combina 26×7 su ciascuna delle due linee, presenta 183 giorni dati da 26×7, nella durata di 182+182 giorni, per i totali 364 di un anno intero che, per essere totalmente definiti anche nell'unità del giorno, devono ancor sommare a 264 il flusso in linea dato esattamente da giorni 10/8, ossia il valore intero dato dai 10 giorni della presenza totale quando il VOLUME è quello complesso dato da 2^8, il quale, avendo il lato doppio di quello dell'unità, contiene il volume solo fino al valore di 8 volte il volume che abbia il lato 1. Il flusso in linea, del piano avente a lato mezzo anno, quello dato da 26 atti creativi in 7 giorni, è obbligato ad avere il flusso unitario di 1 giorno come valore intero, sommato allo 0,25 corrispondente al tempo ¼ di un giorno, dato da 6 ore. 364 +1,25 = 365,25 è il tempo medio posto su 4 anni. Avremo tre anni di 365 giorni e poi il quarto di uno in più, di 366 e detto Bisestile. Se interveniamo sull'anno intero nella sua durata di 365/1 che somma anche il denominatore 1, allora abbiamo un tutto che può essere posto tutto e interamente su due mezzi anni bisestili, contenenti ciascuno 183 giorni. Quando la Bibbia si decide a dare le misure dell'Arca di Noè e la pone lunga 300 cubiti, larga 50, alta 30 e pone in 1 cubito posto sopra la copertura, vediamo che la somma delle 4 lunghezze porta al valore 381 che è esattamente la lettura “trascendente” di quella che io chiamo la DOLCE META' di questo Signor Anno che è totale, contenendo non solo il numeratore dei primi tre, ma anche il denominatore 1. La DOLCE META' di questo Signor Anno... si chiama ANNA! Questo nome, dato da 1+12+12+1 vale lo stesso 26=DIO, creatore in 7 giorni, e si imposta come il piano lineare ad indice 13+13, che è una area, in quanto moltiplica 10^13 per 10^13, con il risultato che solo la forma assunta dall'indice raddoppia, pur esprimendo un prodotto. In quanto al DIO dato dalla base 10 del calcolo decimale, 10^26 ne contiene in quantità 26.
Fatta questa ampia disquisizione a mettere in luce in che modo reale il Dio 10 ordina ogni cosa, noi poi abbiamo una storia affidata a due cose apparentemente differenti: la vita reale, e i valori nominali che DIO (ossia il ciclo 10) ha dato a tutte le cose. In questa accezione non si considera il valore delle apparenze, ma solo quanto è determinato ed ordinato da DIO, quando assume il comando di tutte le cose attraverso solo un 10 che esiste solo lui, zero o più volte, determinando indicazioni basate sugli indici delle volte in cui Dio esiste e si muove. A questo punto, se voglio riscontrare nella mia vita reale quella di uno che sia in toto comandato dal ciclo 10, io devo considerare solo le date relative alla entrata in azione reale della mia vita. 1938,0125 è il corretto valore con cui si possa esprimere un anno che contenga non solo i 1.461 giorni di tempo esistenti in 4 anni, ma anche quelle quantità di espansioni spaziali tali che ogni mese abbia tutti i 100 giorni che deve avere, in un anno che ne contenga esattamente per 12 quantità in mesi, dati 10 in lunghezza pura di flusso e due mesi posti per traverso, a determinare una area contenente 1 mese per ogni lato. 10^1.461 × 10^(3.333+3+3) = 10^4.800 dimostra che, moltiplicando il puro tempo per la potenza avente a indice le 3 dimensioni dello spazio su tutte e 4 le dimensioni in decine che compongono la nostra realtà, abbiamo esattamente l'indicazione di 4.800 giorni quali sono quelli di 4 anni contenenti 1.200 giorni ciascuno. 1938,0125 è dunque la dimensione esatta del tempo come noi lo misuriamo solo in tempo, quando esprime interamente l'anno 1938, nel dettaglio del mese 1 e del giorno 25. ma vediamo benissimo come si tratti di 125 decimillesimi, dati da 100 decimillesimi, divisi per 8, ossia esattamente nel modo che pone in atto il flusso unitario di 1 giorno sommato ad ¼. Dunque nel “tempo” annuo relativo al numero di anni 1938, abbiamo posto esattamente tutto quanto è COMANDATO dal ciclo 10 quando si divide per 8. Nello spazio, invece, di 1938 dobbiamo vedere se esiste un comando imposto dal 10 o dal 100 che fa essere il 10 per le stesse volte che esso è, come afferma il Dio YHWH, in <SONO chi SONO>, e se sono un 10 allora io sono un DIECI in DIECI DIECI.
15 100 è un ciclo reale in linea, ottenuto da niente, ossia da ZERO, attraverso la scomposizione simultanea in un -50 e +50. Quando 1 si esalta a 100, si unifica in 100/1 che, nella sola parte avanzante è 50/1. Questo Dio costruisce usando 1 giorno come un contributo dato da un 1°, un minuto primo reale che - per ricavarne 1 giorno – deve in primo luogo considerare 10 primi, e poi farli esistere per 144 volte una decina di primi. Di fatto esistono anche 4 unità, esse sono 1444,444444... in eterno, ma quando noi BLOCCHIAMO un 10 a comandare con la presenza di 10, sono 144 i 10 primi che creano un primo giorno, di cui poi esistono tutte le repliche che abbiamo visto prima. Pertanto, il 4,4444... dato da 40 noni ancora non esiste, fino all'ultimo dei 4.800 giorni posti nei 4 anni. Ma un anno, di 1444 unità intere, quelle esistenti al momento è il risultato di una area il cui lato vale 38, esattamente 38. Accade infatti che il Dio Uno e Trino nel 10 vale 40. Quando dispone due di queste dimensioni come area unitaria di flusso, il solo flusso in linea vale 38. Dunque 100 unità hanno un flusso unitario di 50/1 che sono 51, e che portano al ciclo 10 di un primo, valgono esse pure solo il lineare 38. 10^51 × 10^38 = 10^89... ma 10^51^38 vale 10^(51×38) = 10^1938biamo in tal modo compreso come l'indicazione insita nell'anno 1938 moltiplica il flusso lineare di 50/1 (che sono in tutto 50+1 dimensioni) con il flusso lineare a valenza 38 (quella che determina un giorno in unità di 1444 decimi di 144 decine di minuti. Avendo avuto modo di riconoscere come la dimensione 26 esprima veramente una certa MASSA (numerica) unitaria creatrice di un anno, se noi la consideriamo uguale a 26°, e ne accorpiamo gli 8 esistenti nell'unità a lato 2, in natura di volume, abbiamo un ciclo annuale di 208 giorni. All'interno di questo ciclo abbiamo anche l'uguaglianza esatta tra i valori contrapposti esistenti come SENH(26) e COSH(26), che risultano entrambi avere questo stesso valore:
97864804714,41938213... scomponibile in: 97864804714,41838100 (assoluto) 978 4804714,41938113 in cui abbiamo un misto di valori NOMINALI e valori TEMPORALI
48 = GESU' 047=AMODEO 14,4=Romano+Antonio (in unità decime) 1938=Anno Natale 113= Romano Amodeo e Torquato e RO+AN+AN+PA+TO+AM acronimo dualistico di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. In quanto al 9786, vale 11000 meno 314 (o il rapporto di curvatura noto come Pi greco), rispetto al Principio 10^3 avanzante per 10^4. Questo per dirvi che i valori assegnati ai nomi che sono in campo e che sembrano dovuti alla bizzarra fantasia di un papà e di una mamma, per quanto riguarda me, Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, nato nell'anno 1938,0125 – a questa apparente fantasia a corrisposto dei valori che di fatto hanno UN POTERE IN SE STESSI. Quello che coinvolge questi numeri è quanto coinvolge il ciclo 8 quando si incrementa regolarmente di 10 in 10, e assume queste stazioni, quando esse sono perfettamente ordinate:
18
28
38
48, in cui la somma dei due medi equivale alla
somma degli estremi.
18+48 = 66 28+38 = 66, tanto che la somma di tutti e 4 è data dal 66+66=132. Se allora disordiniamo questo ordine, presentando prima uno dopo l'altro i due valori estremi, di 18 e 38 e unifichiamo poi il valore medio, in 66, abbiamo questa serie divina:
18
48
66.
E' descritta una mamma che ha tutto questo ancora IN GREMBO (in costruzione) C'è il MAGGIORE, che sta nel valore medio 28+38, e che lotta contro l'altro estremo rappresentato dal maggiore tra i due. Sono il popolo ROMANO=66 e l'altro gemello, che vale esattamente nei suoi due estremi quanto lo stesso ROMANO. Ma è un 66 che si dispone 48/18, divisioni tra indici che sono anche tra potenze di potenze. 10^48 : 10^18 = 10^30, unità di Dio nella trinità di
16 10^10 × 10^10 × 10^10. Invece, nella potenza della potenza del Dio 10, abbiamo che 480 : 18 = 26=DIO, nell'infinito tempo di 0,66, il ROMANO in centesimi. Pertanto 480 assume proprio quel valore per 10 che avete visto in:
97864804714,41838213 Insomma, in questi tre supremi FATTORI, 18, 48 e 66 abbiamo che 66 e 48 assumono i due nomi di ROMANO e di GESU'. Il primo nome è quello che rappresenta il valore di un ME che sia DIO, un valore MEDIO 66, di una reale unità e trinità che, se è divisa
esattamente nei 4 valori medi sono tutti dati da
33.
33
33
33
In quel dissimile modo che invece attribuisca ad una dimensione del volume quella 2 di una area, e all'altra quella 1 di un puro flusso lineare, il 33+33=66 è assegnato alle due dimensioni lineari dell'area, mentre alla linea del flusso in quello reale e vitale di Gesù Cristo sono assegnati 33 anni, ma nel nome accade che il minore, il 18, si moltiplica per le 26,66666666... infinite volte uguali a DIO, nell'infinito tempo del reale nome ROMANO, e – attraverso 26,66666... x18=480 “fissa” il periodare eterno di un ROMANO in 10 quantità uguali a GESU=48. In tal modo, nell'unità del volume posto 1000, abbiamo che 480 vale la decina di GESU' e 520 – pari a 260+260 “FISSA” il suo piano divino in cui su ciascuna delle due linee esistono 26=DIO quantità del DIO=D.10. Questo 520, riferito a una decina di ROMANO, sono 660 meno 70 e meno 70, i due totali 10 giorni di creazione su ogni lato del piano. 10^660 : 10^140 = 10^520 rivela che le 520 settimane esistenti in 10 anni sono una linea di flusso. Quando essa si moltiplica per il piano creativo a dimensione di 10 settimane ciascuna, il volume che si ottiene è TUTTO il ciclo divino 10 del nome ROMANO. Pertanto ROMANO e GESU' sono nomi divini dati a divini FATTORI, che stanno tra di loro nel modo perfetto che impone che il valore degli estremi uguagli il valore dei medi. Il maggiore dei due estremi 18 e 48, che è il secondo FATTORE di questa scala divina di FATTORI, sta al TERZO, così come lo è il terzo se perde con 7+7 l'intero piano creativo, e 66 riduce a quel 52 che è in valore numerico il DIO
YHWH, che esiste 26=DIO e 26=YHWH. In tal caso, 48+52 diventa 100, e GESU' esiste in un piano aventi i due FATTORI, sia di DIO, sia di YHWH, nel rispetto di entrambe le due cabale. Quanto vale nel 100, vale anche nel 1.000, e allora tutto è espanso alla dimensione 10 di DIO=D.10. Cosa potremmo dire, sulla base di questa scala divina? Possiamo dire che 66 sta al 48 di Gesù con un 18 in più, che è il primo termine semplicemente “trasceso” perché “disceso” a denominatore di 10 GESU', tanto che con 480/18 si abbia DIO=26, nell'eterno periodo decimale del 66=ROMANO. In sostanza ROMANO si pone a TEMPO ETERNO, periodico, di un infinito 0,66.66.66.66.66.66... e “serve” GESU' valorizzandolo come DIO=26. Infatti ROMANO sta a GESU come 10 GESU stanno a 18, ossia come 480/18 = 26,6666666, l'eterno DIO nel tempo FISSATO dal 66 di Romano, eterno. Ciò rivela che il ciclo 10 di GESU, che porta a 480, sta al primo fattore 18 come il DIO=26. E ROMANO è asservito a suo TEMPO. Si trova allora una spiegazione matematica a quanto in questo modo IL SIGNORE rivelò alla mamma REBECCA, in Bibbia posta 10/8 come 1,25, Genesi 25 in cui esiste la scala divina data da 10/8 elevati a 0,5 e poi sommato a 5, il che attua esattamente quello che è dato da 1 e da 0,61803398874.... in cui abbiamo due grandi popoli: il maggiore è l'intero 1, il minore è il decimale 0,61803398874. Quando essi sono entrambi in grembo a Rebecca sono la loro somma. Ebbene questa somma sta al maggiore (sta ad 1) come il maggiore quando è diviso dal minore. Infatti, a conti fatti, 1 : 0,61803398874 = (1+ 0,61803398874) ossia alla loro somma. Quando sono ROMANO e GESU' e la loro somma sta in 132, allora tutti e 2 stanno a ROMANO come quel doppio con cui sta la VITA di ROMANO=66 alla vita 33 avuta realmente da Gesù. E il 66 del piano costruito su ROMANO e sugli estremi 18 e 48 di Gesù servono proprio a determinare in un tempo ¼ del 132, i 33 anni che risultano in quelli vissuti dal Cristo di Dio, attivando in modo tale che anche il 132 sommi al centrale 3 i valori estremi dati in 1 e 2. Se vogliamo realizzare una cosa VERA, il valore che deve essere IN GREMBO a Rebecca deve essere dato solo dal dimezzamento del nome reale di GESU' che da 48 deve valere solo per il ciclo delle 24 ore di un unico giorno.
17 Insomma anche Gesù è un valore DUALISTICO, dato dal 2 al cubo sommato al 40 dell'Unità e Trinità di Dio. 48 sono infatti le ore di 2 giorni di 24. E che siano esattamente 24 quelle legate ad un DUO si apprende da DUE elevato a 10, che quantifica in 1.024 le 24 ore in cui ruoti un 1.000 che è quanto esiste nel principio di 10^3. Ciò in quanto tra Romano è Gesù intercorre la Trinità di Dio che è il DUO PATERNO in ROMANO ed il FIGLIO unico in Gesù. Pertanto, se il nome di ROMANO giustamente conserva il DUO dei 33 anni, seppure a titolo “nominale” , al suo DUO si deve aggiungere solo la metà di quanto è un DUO anche nel nome di GESU' Allora: 24 (½ di GESU') +ROMANO sta in grembo materno come 90. 90 deve caricarsi anche di tutta la presenza dello spazio, che è data da ¾ ed è uguale a 0,75. Infatti:
90,75 : 66 è uguale a 66 : 48
=
1,375
il che alla dimensione
10 di Dio vale come:
907,5 : 66 che è uguale a 660 : 48 = 13 +0,75 10 Romano stanno a GESU' come DIO=26 sta a 2
nel
piano avente per ogni lato i ¾ della presenza spaziale. 26 +66/99 sono il 2.640/99 equivalente al 480/18 che è ridotto di 5,5 volte. DIO sommato al nome ROMANO e diviso per i 99 nomi di Allah sta a ciascun nome come i due estremi 18 e 48 (nel nome di GESU) stanno in Romano. 5 +0,5 (potenza di Bibbia, Genesi 259 come quel sommario 5,5 che moltiplica 480/18 in entrambi i termini e lo esprime in 26 +66/99 quando è nel riferimento ai 99 nomi di Allah sostenuti nel Credo Islamico. Che dire dunque degli estremi totali dei miei 6 nomi, che valgono 381, come l'Arca di Noè? Che “trascendono” ANNA=26, Dio come la dolce metà del SIGNORE, quando è il creatore di un ANNO, e portano il suo valore al reale 183 di una lettura rovesciata? Non dà luogo al 138 quando (come descritto in genesi 38 si riporta come 1° quell'1 che era stato posto per ultimo? 125 e 138 non costituiscono in somma quel 263 che contati in cicli 10 e poi sommati al 10, sono il 2.640 di un DIO posto 100 e posto 10+30?
Infatti sono associati anche in Bibbia, essendo 1,25 derivato da 10/8 e 1,38 derivato da 69/50. Gli anni di Noè furono dati da 25×38=950, ossia dal solo flusso nel tempo di 1, 25 e 1,38. Ma questo 25 è il mio giorno natale in genesi 38. Ancora una volta, il DECIMO FATTORE di Noè esiste sulla base dei tempi 0,25 e 0,38, dell'unità, che rispettivamente sono ¼, tempo della presenza e qual 38 che lo lega al 1000 -50 (la fase immaginaria del ciclo 100 da -50 fino a +50. Più prossimo ancora è il 26×38 che porta a tutto il moto di 12 nel 1.000, portando a 1.000 -12 = 988, che è un 38 in più oltre la vita di Noè, nato nel 1.066 e morto dunque nel corrente anno 2.016. Sono i valori di dettaglio dei miei nomi dei FATTORI DIVINI? 66, il 1°, lo è. E' il fattoriale di 10^11, che porta l'esponente al 66. 78, il 2° è il fattoriale di 10^12. Insieme sono associati proprio dalla giusta salita di 12 del fattoriale di 10^12 rispetto a 10^11144 la loro somma sono una intera decina esistente in un PRIMO (minuto) all'interno di 1 dì. Sono dunque valori legati alla serie di Fibonacci, che poi sta alla base della Sezione aurea, come il 12° valore, dato peraltro da 12 per 12. 26, il 3° nome, è il valore del Termine DIO, mentre il 78 del 2° nome è stato a rappresentare la sua trinità. 51, il 4° nome è il tratto reale percorso in 100 mezzi da una unità di presenza. 113, il 5°, vale come tutto il nome e il cognome 334 è la somma dei 5 e vale come tutto il moto reale del 1° nome 66, quando esistendo nel 400, vi si muove per 334 unità. Dunque questo nome numero 1 rappresenta in unità tutti e 5. A riprova, 334 diviso per 5 porta al valore medio di 66, nel tempo di 8/10 esatti. Infatti 66,9 ×5 = 334, ossia 1 è TRE 111. 47 è il cognome, come opera 7, totale, del Dio 10+30. 381 è Bibbia, 1,38 in cui è descritto un 1° che vuole mostrarsi per ultimo, come 381 ed è l'inverso del 183=ANNA, dolce metà di un ANNO di 366 giorni, nella trinità assoluta 300 di un Romano=66. Come si potrebbe negare valori di “trascendente” rappresentanza nominale ai miei nomi?
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Davvero il 10 comanda tutta la mia vita? Ebbene la risposta non può essere che “sì: la mia mano è posseduta da un 10, come mostro sul mio stemma su Twitter: In questa immagine sembra che io lo offra come quel puro valore “a cui immagine e somiglianza essenziale” Dio ha affidato la sua reale rappresentazione del Padre Uno, quando come PADRE=40 appare nelle 4 dimensioni della sua PRESENZA Una e Trina. In quest'altra è L'Unità sulla mia pochezza, a cavalcarmi come un SOMARO.
Vi ho dimostrato come la mia data di Avvento, il 1938,0125 sia totalmente determinata nel 1938 da 100/2 come moto di 1, che sta nella presenza di un DUO, posto nel PADRE=40 e che si muove per 38. Infatti 51 volte 38 dà esattamente il 1938 nel suo valore intero. Ciò nel mentre sono 10^3/8 a determinare il 1.000/8 =125 alla dimensione decimillesima della Realtà 10^4=10.000. Apparente generato da mio padre, Luigi Amodeo, nato il 7-7-7 a Milano, in cui <te SET> significa <tu SEI>, e SET è il Figlio terzo di MDA (C.F: di Amodeo ma anche scrittura così come è, in questo ordine, che corrisponde al nome scritto in ebraico, di ADAMO), per come indicato in ADAMO ed EVA, a cominciar dalla Donna da cui realmente nasce un uomo, la coppia di EVA+ADAMO significa in italiano, in modo indiscutibile: <e va ad Amo>... per non dire <e va a Amod...>. Come il mio avvento il 1938,0125 viene tutto da 10, quello del 1907,0707 viene nel 19 come tutto il moto di 1 che esiste in un 10 che avanza di 10. Il suo trino avanzamento intero di 07,0707 è riferibile solo all'intero 21 (uguale a tre volte 7) che, sommato all'intero 07, diventa interamente il 28 che esprime questo 7 in moto totalmente Uno e Trino. Morto il 1983,0605, la durata della sua vita è stata di 75 anni, 4 settimane e 1 giorno, per totali 27727 giorni, in cui si vedono i tre 7 di cui due sono relativi a un piano trasversale di lati 1+1, mentre il terzo è esso pure legato allo stesso suo piano trasversale unitario. Poiché in ogni anno ci sono 21/4 di presenza in puro spostamento e, nel totale di 75 anni, 5,25 diventano 393 giorni, tolti essi al 27727 risultano essere 27.334 i giorni di pura rotazione in 360 giorni uguali a gradi unitari. A questo punto, mio padre ha 27/1 unità contenute nelle 28 di un 7 Uno e Trino, mentre 334 sono esattamente il valore numerico dei miei 5 nomi Romano Antonio Anna Paolo Torquato, data da 66+78+26+51+113. Il che, diviso per i 30 giorni esatti di 12 mesi resi esattamente di 30 giorni ciascuno, ne contiene esattamente per un valore intero dato da (26+26) volte 7 = 364, nel tempo esatto di 0,45, sommato all'eterno periodo 33 della vita del Figlio Gesù Cristo. Questo tempo di 45 centesimi, nel suo valore invertito in 54 è uguale a FIGLIO, e il 33 eterno messo dopo ne quantifica in eterno la sua vita. Se dividiamo in settimane i 27727 giorni, esse sono 3.961, esatte! In cui 39
19 è la trinità di 13+13+13, e 61 è il gemellaggio di 1 Primo (computato in 60 secondi) sommato al minuto secondo. Pertanto l'intera durata della vita del Padre, posto in L.AM (come le tre prime lettere di LAMECH, il padre di NOE') lo evidenziano come il padre di un ente trisillabo, dato da RO, da MA e da NO. Come SET fu il terzo figlio di Adamo, ed ebbe il ruolo di procreare l'umanità, allo stesso modo solo la terza sillaba NO è quella cui è fatto carico di ricreare il nuovo mondo, attraverso un <NO è>, che però esprime la trinità intera di Caino, Abele e Set, solo nel terzo, di nome SET e di fatto incarnato in Luigi Amodeo, per la sua nascita 7-7-7, i suoi 27727 giorni e le sue 3961 settimane esatta, nel segno assoluto (=100) del suo 13+13+13=TRE, e nel biblico gemellaggio espresso sia in Genesi 25, sia in Genesi 38, di due coppie di Gemelli: un 1° e un 2°, ma con il 1° che si lascia misurare dal secondo! Veniamo ora agli estremi natali e della vita della madre, Mariannina Baratta nata 1909,0629 e morta il 2.000,0407. Il valore intero negli anni presenta nei 19 gruppi di secoli tutto il moto di 1 secolo presente in 10 secoli avanzanti per altri 10 secoli. L'anno 9 si rivela tutto l'avanzamento di 1 anno, nell'unità ciclica data da 10 anni. Pertanto tutto il valore intero negli anni è riferito al ciclo 10, quando esiste nei secoli e quando esiste nei singoli anni. 6/100, a indicare il mese di giugno sono tutto il lavoro 6, divino, riferito al valore assoluto delle centinaia di centesimi. 29/10.000 sono tutto il moto di 1 che esiste in un 10+10+10 e si muove interamente per il valore non occupato al presente, da 1. Dunque tutto questo tempo di nascita è derivato dal 10. A segnalare un divino rapporto con la Chiesa Cattolica, il 29 giugno celebra il sacrificio congiunto dei due Principi degli Apostoli, Pietro e Paolo. Dalla data della sua nascita a quella della sua morte intercorrono esattamente 90 anni 9 mesi, 1 settimana e 2 giorni, per 33.155 giorni esatti. Come è possibile vedere, 90 è tutto il moto di 10 nel 100, allo stesso modo con cui 9 mesi son tutto il moto di 1 mese in 10 mesi. Per ridurre il tutto esattamente a mesi di 30 giorni, dobbiamo prima eliminare 5,25 giorni da ciascuno dei 90 anni. Dobbiamo toglierne per 472 giorni e restano 32.682,
che, divisi per 30 giorni pone 1.089,4 gruppi di 30 giorni. Essi sono 78 volte 26,666666... +10, in cui 78 è la trinità del Dio=26, e 26,6666666 aggiunge all'unità 26=DIO il periodo eterno del 66=ROMANO, cui poi occorre aggiungere 10. Insomma si vede come, dividendo il valore intero legato ai 360° di rotazione posto come quella intera dell'angolo giro, tutta la vita di Mariannina Baratta è costruita dal Dio Uno e Trino nel 10, tenendo conto del 26,6666 (il DIO=26 eterno nel tempo di ROMANO), quando si moltiplica per la sua intera Trinità e poi giustamente aggiunge il 10 unitario. Se noi osserviamo tutta la durata dei 33.155 giorni la vediamo nel segno della durata di 33 anni del Figlio Gesù Cristo, nella espressione di quel 10^3 che è il PURO PRINCIPIO del 1.000. E possiamo vedere come i 155 giorni che ad essi sono aggiunti sono segno nel 100 del piano assoluto, e del 55 di quella somma data da 50+05 che indica l'azione a componente totale Elettromagnetica. Infatti la sua azione 55 sommata alla sua uguale e contraria 55, porta al 110 esatto che somma all'area 100 esattamente il ciclo 10. Se la calcoliamo in tutta l'opera divina creativa in 7 giorni, 33.155 giorni sono 4736 quantità interamente divise con resto 3, a identificare la presenza trinitaria indivisibile, posta a base della creazione in 7 giorni. Ebbene 47 centinaia fanno di lei una TAMAR=47, lei che lo ha scritto già negli estremi esatti congiunti in BaratTA MARiannina. TAMAR +14+1+11+1+16=47, lo stesso di AMODEO=1+11+13+4+5+13. Le 36 unità espresse da settimane, sono esattamente le 36 cifre che esistono nel nome del Figlio ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO, che sono 36 lettere al lavoro medio dato esattamente da 6×6=36. Se sommiamo la durate delle vite dei due genitori: 27727+ 33155= 60882 giorni sono totalmente un 1° calcolato in 60 secondi, nelle quantità intere mille esistenti nel puro principio di 10^3. 882 sono 118 al 1.000, in cui 118 sono i valori interi dell'intera generazione data quando a 118 unità di giorni si aggiunge la trinità di altri 3.000. Ma queste due entità reali, del PADRE e della MADRE, hanno avuto una
20 denominazione reale che vede:
il nome di LUIGI AMODE'=10+19+9+7+9+1+11+13+4+5=88 (quello che in decine abbiamo visto nel totale di 60.882) deriva interamente da Bibbia posta 10/8 = 1,25, il libro numero 1 nel suo capitolo 25. Mentre G+ESU' è un nome combinato Uno e Trino dai due nomi dei gemelli, Giacobbe ed ESAU' (costui senza il primato della A posta in terza posizione... come in SET), per il nome del padre ci pensa la “trascendenza” italiana del Nome di Allah, che – se invece che in arabo è letto in italiano – è letto evidentemente LUI, che vale il 38 dato da 10+19+9, e si definisce poi anche in Genesi 38, attraverso gli estremi congiunti in GIUDA. Pertanto, quando all'italiano LUI si aggiunge GI+A (come gli estremi esatti congiunti in LuiGI Amodeo) e potrebbe sembrare che gli si sia aggiunta la trinità del nome GIAcobbe, di fatto si è sempre aggiunto LUI, negli estremi del PADRE che feconderà TAMAR. E quando – per completare il nome fino al valore 88 che abbiamo visto di aggiunge un MODE' (che in ebraico, letto da sinistra è EDOM, il primogenito) allora non è aggiunto nessun secondo e resta un totale esclusivo primo, a rappresentare in 10/11 il nome del Padre:
LUIGI AMODE'
cui manca solo il ciclo finale O=13 per divenire esattamente 101, quello che si deve attendere in un 10 che si figlio del 100 e che sia 1. Questo PADRE, in genesi 25 matte davanti LUI=ALLAH a GIA(cobbe) e ad EDOM, per come esso è scritto in ebraico: MODE'. Occupiamoci ora del valore della madre. Vale 84 in Mariannina e 57 in Baratta, per un totale di 141 che aggiunge al 101 di suo marito il 40=PADRE.
Nel suo nome MARIANNINA=84 è la MAMMA che ha nel grembo ESAU=42 e GIACOBBE=42). Quando questi due usciranno, nella loro somma di 84 si procederà alla lettura da destra, per avere il 48 “trascendente” del nome GESU'. In Genesi 38 è chiaramente TAMAR, negli estremi congiunti già posti in evidenza in BaratTA MARiannina. Assieme, i soli nomi di Luigi=54 e di Mariannina=84, formano nella loro somma il 138 di cento volte il libro 1,38 di Bibbia. Uniti anche i cognomi, solo i cognomi portano 47+57=104, un valore importantissimo, perché è 26 nelle tre dimensioni Una e Trina. 138+104 = 242 si rivela come il flusso assoluto di 7 volte il lavoro in 6 giorni, legato al fronte trasversale assoluto a lati 100 e 100. 42 sono tutte le cifre del nome del figlio primogenito, con 36 lettere al lavoro ripartite mediamente per 6 in ciascuno dei 6 nomi e che, se aggiungono i 6 sabati che rigorosamente devono esistere, portano alla 42 cifre di RomanoOAntonioOAnnaOPaoloOTorquatoOAmodeO Questo nome è il flusso del piano che è 200 nelle due lunghezze, date da 100 e 100 che sono il valore assoluto dell'area il cui lato è dato dal DIO a dimensione 10=D.10=DIO. Ora io in vita mia mi sono congiunto con GIANCARLA SCAGLIONI, che vale 60 in Giancarla e 81 in SCAGLIONI, tanto che la somma è lo stesso 141 di Mariannina Baratta. In Genesi 38 si racconta della moglie di R che poi si tramuta in sua madre, quando si fa rendere feconda da suo Padre. E questo accade al 141 di mia moglie, quando si uguaglia al 141 di mia madre. Mancano gli estremi di mio fratello che si è innestato di prepotenza sulla volontà di non avere altri figli, per il dolorosissimo allattamento al seno che non volle negarmi nonostante la sua mastite a entrambi. Quando mi vide ammalato e moribondo, pregò Maria Santissima di Salvarmi, giudicato da lei INNOCENTE COME GESU', e la Madonna l'esaudì. Per la gioia di un grande miracolo accadutole il 4 giugno del 1940, quello stesso giorno Benito si innestò nella mia vita rinata come un vero e proprio gemello. Osserviamo allora questa data, per vedere intanto se essa è nel segno di un valore 10 che la comanda come un Dio.
21 1940,0604 evidenzia nei 19 secoli tutto il moto di un secolo presente in 10 che avanzano interamente di 10. I 40 anni sono nel segno dell'Unità e Trinità del 10. Nel dettaglio di questo anno, i 6 mesi sono tutto il lavoro compiuto dalle 4 unità dei 4 giorni come la presenza Una e Trina del Dio nella sua unità della creazione fatta in 1 giorno. La mia intera vita, ripartita quel giorno, quanto tempo avrà se si concluderà come tutto scrive il 26 luglio di questo 2.016? Sono 27811 giorni che evidenziano nelle migliaia esistenti in puro principio di 10^3 che sono 3^3. Il dettaglio di 811 lo abbiamo già visto esistere nel suo inverso 118 legato alla fine della generazione del 3.118 dopo Cristo. Quel giorno cominciò la costruzione della vita di mio fratello, che sarebbe nato il 1941,0217 e morto nel 2.014,0407, nello stesso dettaglio annuale della Madre, ma esattamente 7+7 anni dopo. La sua vita intera di 26711 appare stupenda espressione di quella mia in 11 centinaia in più, partita dallo stesso giorno in cui egli fu concepito. Se sommiamo anche la gestazione avuta da lui a partire da quel giorno, questa durata diventa quella di 26.970 giorni che indicano nelle migliaia il 26=DIO e nel 970 tutto il moto trinitario nel valore assoluto 100. Con altra valutazione, 70 è l'opera 7 divina, perché espressa in decine, che avanza totalmente nelle 9 quantità dell'assoluto 100 unitario. Quando ciò fosse accaduto, il 26 sarebbe stato portato a 3 elevato a 3. La sovrapposizione del nome di mio fratello, contenente esso pure 6 nomi, nel segno di una opera totale, disegna questo progetto fatto per numeri: 59=Benito 116=Vittorio 26=Anna 83=Giovanni 95=Vincenzo 379 che è il puro moto in linea interno al mio 381 quando 1+1 sono area. 47=Amodeo 426 esprime il Dio assoluto di 100+300 sommato al DIO=26 381 è il mio contenuto 807, tutta l'opera in 7, di un 2^3 assoluto. Messa in relazione con la vita intera di Adamo, vissuto 130 anni per
generare la sua causa seconda in SET e altri 800 per generare figli e figlie, dunque vissuto per 930 anni, questi totali 807 valori numerici che ripartiti tra 12 nomi sono esattamente 66 +1,25 ciascuno, ossia ROMANO più Genesi 25, diventano come: 930 meno 807 123, segno di un intero ed ordinato crescendo unitario che è quello che, cresciuto interamente del 9 unitario, porta 123+9=132 ad essere 66+66, il dualismo di Romano, in quello che avevamo visto essere compreso in: 18 28 38 48, i cui valori totali sono 66 nei due estremi e 66 nei due medi. Allorché i due medi scavalcano l'estremo 48=GESU' e si unificano in 66, è nata l'eterna energia del periodo 66. 66+10/8 è 538/8 = in 66 di Romano in Bibbia 10/8 = 1,25, Genesi 25. Allorché questo 66+1,25 si attua nei 12 figli di Giacobbe e nei 12 apostoli di Gesù Cristo, (66+1,25) × 12 = 807, e sono i 12 nomi dati dai due gemelli, di cui io uno e l'altro mio fratello. In questi due nomi, Anna Amodeo è in comune. Si tratta di un 26+47 la cui somma è 73 e il cui doppio è il 146 in cui esiste il piano di una opera 7, divina, posta 70 e 70 nei due lati, e che lavora nel flusso di tutto il lavoro divino uguale a 6. Il valore medio di questo 146 da dividere per 4 si rivela 36 con resto 2, indiviso, come il piano trasversale a lati 1+1 e flusso 144. Ebbene, questo 144 è Romano Antonio. Da 807 meno 146 e uguale a 661 risulta il valore di tutti gli altri 8 nomi, non ripetitivi. Essi, ripartiti tra tutti e 8, rivelano un valore medio di 82,625, che pone 80 il piano a lati 40 e 40, dati dal dualismo di Dio PADRE=40, nel mentre è dettagliato in 26=DIO nel decimi del Figlio, e nel 25 che associa il giorno natale del Padre con il giorno natale del Figlio. Nato il primo (il Padre) nel mese 1, e il secondo (il Figlio) nel mese 12 ed ultimo.
Quando io faccio la somma di tutti i nomi coinvolti in questa storia, questi sono i risultati.
22 242 per la somma dei nomi di mio padre e mia madre, che sono 4. 141 per la somma del nome e cognome di mia moglie, che sono 2. 807 per la somma dei 12 nomi tra me e mio fratello: 1190 sono tutto il moto di un 10 in 12 valori assoluti come 100. Riguardando in totale 18 nomi, il valore medio è di 66=ROMANO ciascuno, nell'infinito periodo di 11/10, un 11 che è l'unità del tempo di un 66 diviso per le 6 quantità del lavoro di Dio. 66,1111111111... per 18 = 1.190 esatto esatto esatto. Sono questi 18 nomi ad esprimere il primo valore della scala divina, data da 18, sommato a 10, poi a 20, poi a 30 e poi a 40. Se ad essi estrapoliamo il 146 dato dal dualismo di Anna Amodeo =26+47=73, abbiamo che: 1.190 meno 146 1.044, che esprime quanto esiste IN PRINCIPIO 10^3 di UNO=44. Allora i 18 nomi si riducono a 14 e 1.044 diviso per 14 determina 74 con resto indiviso di 2^3, e si tratta della lettura “divina” e trascendente del 47=AMODEO=TAMAR. Essendo questo 74 la lunghezza dei due lati del piano, essa è 37 in ciascuno dei due, nel mentre è 8, tutti i cibi a lato i nel complesso di quello a lato 2, che avanzano con il 37=MANO. 37+37 sono le due volte la MANO di Dio, quando è proprio il nome di questa mano preceduta da RO, che associa i due mariti di TAMAR, ER ed Onan. È anche ciò che riguardi ogni MUSUL-MANO, che è preceduto da un: MUSUL che se trasceso indica LUSUM alias: LUX SUM, sono la LUCE, la LUX per un SUM (io sono ROMANO) che quando ha suo padre milanese lo indica in <te SET> e quando lo esprime nella lingua unificata nel mondo da quella inglese, l'IO di YHWH (di “Sono colui che sono”) diventa quello di un I <AM>, che è IAM (andiamo) in napoletano e che vale il PER SEMPRE di tutto quanto contraddica il MAI.
Nel CREDO dell'ISLAM che per il mondo inglese <è L.AM> (Luigi Amodeo), Allah ha 99 nomi dati da 100 meno uno. In esso è detto espressamente Il Messaggero di Allah (s.A.'a.s.) ha detto: «Ad Allah appartengono novantanove nomi - cento meno uno -, non li memorizza se non colui che entrerà nel Paradiso. In verità Lui è al di sopra della vostra capacità di comprensione e perciò non fate meditazione su Allah ma sulla creazione di Allah» (Bukhari 6410)
Fate meditazione sulla creazione <del nome> di Allah (questo è il messaggio trascendente!) quando vi si dice di non fare meditazione su Allah, ma sulla creazione di Allah... riguardante con certezza estrema il suo nome per come esso è dato da 100 -99” . Quali sono i 99 da cui deriva il nome numero 1? Sono quelli che sono 33+33 nel piano frontale e 33 nella linea del flusso. Quelli che sono 66 nel piano divino nominato ROMANO e 33 nella vita reale di GESU' Cristo. Essendo anche GESU' il complesso di 2^3 sommato al 10 Uno e Trino, in quel totale indice dato da 8+40 che di fatto combina le potenze di: 10^8× 10^10 × 10^30 ottenendo con 10^48 la presenza di 48 numeri 10 che sono dato da uno solo come quello che sia PRESENTE e le 47 ripetizioni pari al valore di AMODEO o di TAMAR... accade che debba essere dimezzato in quel suo valore complesso, il che lo porta al 24 di tutte le ore del giorno descritte presenti in 2^10 = 1,024. Solo la crescita unilaterale è esistente in GESU', quando il suo dualismo, pari alle 48 ore di due giorni, è ridotto alle sole ore di un giorno. Allora ½ GESU' +33+33 (il piano reale intero di tutta la sua vita reale in 33 anni) è associato al valore di 24+66=90=MAOMETTO=11+1+13+11+5+18+18+13=90. In tal modo alla traduzione in italiano di un MUHAMMAD originario che vale lo stesso 66 di ROMANO è associato tutto il verso unilaterale dato da Gesù. Solo quando questo 90 si dettaglia nel tempo della presenza dei ¾ spaziali, il 90,75 dello spaziato MAOMETTO sta a ROMANO come esattamente ROMANO
23 sta esattamente a GESU. Infatti, facendo il riscontro reale: 90,75 : 66 è esattamente uguale a 66 : 48. Insomma occorre che sia reintrodotto un OM=13+11=28 in quelle ultime 4 lettere del CO-RANO, tanto che R.ANO (Unità e Trinità di ROMANO) introduca anche l'OM che uguaglia il 24 e che porta esattamente il R.ANO a essere ROMANO... che è il Nome di Allah che nella fede Ebraica è “nascosto” ed è possibile da conoscere solo a chi sia addentro a tal punto a queste cose, da essere una nuova versione del Profeta MUHAMMAD, che valga lo stesso 66 e che porti il CORANO ad essere eseguito <CON ROMANO> <In nome di Allah, il Compassionevole, il misericordioso> Non omettere più, “metti IN” la N +OM> e CORANO diventa CON ROMANO. Romano nome è di Allah, colui che con passione VOLUME è (tridimensionale). E “il miser Iesus Cristus or Dio so!” ora finalmente conosco che il misero Gesù Cristo, morto sulla croce, è Dio!> Una bella sorpresa dunque anche per i Musulmani, dopo quella datagli invitandoli a considerare Allah, proprio LUI, come quel 38=LUI di cui si parla in Genesi 38 nella Sacra Bibbia degli Ebrei... e con gran sorpresa per gli stessi Ebrei che Allah ritenga Sacro anche quanto descritto in Bibbia e nel Nuovo testamento di un Gesù Cristo che ora finalmente sia riconosciuto come Dio! Ora quando? In questo anno santi voluto in nome della divina Misericordia per la quale nel Corano va sempre detto, per 113 volte e davanti ad ogni capitolo, che va risaputo che il Misericordioso è il nome di Allah nel quale è riconosciuto a Gesù Cristo di essere Dio.
Insomma non solo elementi della vita reale e storica, ma anche quelli di una NOMENCLATURA, sono totalmente esaurienti a significare una totale dipendenza dal ciclo 10 assunto da Dio, a creare un mondo matematicamente perfetto, anche se non lo appare, visto come è in modo uguale e contrario.
Ora occorre esaminare anche altri ESTREMI, perché ai 18 stretti componenti della mia famiglia, in termini dei 18 nomi delle 5 persone considerate, il quadro arriva a 7 persone (la pienezza dell'opera) aggiungendo i due genitori putativi, acquisiti attraverso le mie nozze con G.S. I loro nomi sono MARIO SCAGLIONI e GIUSEPPINA BENEDETTI. Poiché in altri libri io ho mostrato tutti gli estremi di coloro che si sino congiunti a me descritti nel due capitoli 25 e 38 del primo libro della Bibbia, vediamo se anche di questi 4 nomi che si sono aggiunti è possibile riconoscere cenni, nei due succitati capitoli. Essendo una altra forma di genitori, occorre invertire i sessi. In Genesi 25 mio padre aveva gli estremi congiunti GI-A. di Luigi Amodeo in GIAcobbe. Ebbene, gli estremi di GIacobBE sono ora l'acronimo dualistico di GIuseppina Benedetti. Per il dato materno, valeva il numero 84 del nome di mia madre, MARIANNINA, come la madre dei due nomi ESAU e GIACOBBE che valgono 42 in ciascuno dei due. Analogamente avremo ora che sarà il numero derivante dal cognome intero di MARIO SCAGLIONI che dovremo estrapolare questo nascosto 84, ancora nella pancia non più di una mamma ma di un papà il cui reale cognome è il 47=AMODEO. Questo valore sta in SCAGLI=17+3+1+7+10+9=47. Pertanto gli ESTREMI dati da MARIO-ONI sono la “pancia” in cui “scagli” i due CONTENUTI 42 dati da MAINI=11+1+9+12+9=42 e ORO=13+16+13=42. In Genesi 38 il padre si chiama GIUDA, e la mia madre acquisita è inizialmente trina in GIU(seppina). La madre si chiama TAMAR e gli estremi congiunti di BenedetTI-MARio, che congiunge il cognome di lei con il nome di lui, porta a TI-MAR anziché esattamente a TAMAR, rivelando una I=9 al posto della A=1. Ma sappiamo che per tornare a 9 da 10 va invertito il verso che dallo 0 coincidente con 10 porta ad 1 con la crescita di 1. Pertanto, trattandosi di una inversione dei soggetti, quella che li combina in un nome e cognome composito attraverso i due sposi, è accettabile questo 9 retrocedente di 1 a sostituzione dell'1 avanzante. Infatti nel ciclo 10, la somma di 1+9=10 esprime la totalità del ciclo che qui è intero
24 per somma di maschile e femminile. Comunque sia, questo composito TIMAR “equivalente” a TAMAR è sempre un dato che si aggiunge a definire gli estremi di lei, quando si congiunge al marito usando l'estremità TI del cognome, laddove quella GIU del nome si riferiva a congiungersi con il GIU di Giuda. In quanto a MARIO SCAglioni, il matrimonio con TI-MAR si completa con lo SCA trino iniziale del suo cognome, che nel racconto biblico si identifica nel filo color SCArlatto. Pertanto anche lui usa tutti e due gli estremi del nome e del cognome, l'iniziale suo MAR per congiungersi al finale MAR di TaMAR, e l'iniziale SCA del colore SCArlatto per l'atto nuziale di chi lega un filo attorno ad una MANO, e sposa in tal modo CARLA SCAglioni alla di RO (estremi di Er e Onan) MANO, quel la di RO-MANO. Avuti ampi riconoscimenti degli estremi dei genitori putativi, abbiamo avuto modo anche di riconoscere come la nascita di lei il 3 giugno sia a due soli giorni dalla morte del padre reali di Romano, in veste del suo vero Giuseppe. Nel bel messo tra la nascita della putativa Giuseppina e la morte del reale papà Giuseppe, c'è la morte e resurrezione accaduta il 4 giugno 1940, a Romano. In relazione invece alla nascita di Mario Scaglioni, egli ebbe Anna Scaglioni come madre, come quella che ebbe Maria santissima. E nacque il 15 agosto in cui Maria Santissima ha la sua Ascensione in cielo. Inoltre l'uscita dalla vita reale della mamma putativa è stata nel 21 di luglio e se si aggiunge il 5 legato alla morte di suo padre Luigi Amodeo, con 21 luglio +5 si arriva esattamente al 26 mortale di Romano. Analogamente, la morte di Mario Scaglioni è stata il 19 del mese 1, e se si aggiungono 5 giorni al 19+1, ciò porta al giorno in cui Romano è nato, il 25-1. Altre corrispondenze importanti nascono quando consideriamo il valore numerico dei nomi: MARIO SCAGLIONI, uguale a 50+81=131, valore medio 65,5 e GIUSEPPINA BENEDETTI = 107+78 =185, valore medio 92,5. Lei, che con il giorno 21 luglio della sua morte approssima il 26 luglio della morte del suo figlio acquisito, con il valore del cognome ne definisce il numero esatto degli anni 78 della sua vita, nel mentre il 107 del nome rivela una piena
creazione 7 dell'assoluto 100. Tanto per saperlo, 107=Gerusalemme. Anche il valore di Lui ha un valore medio 65,5 che è dato dal 66=Romano allorché è tutto il moto dato da un tempo ½, compreso come 0,5 in 66 e che si muove di 65,5. 131+ 185= 316 si rivela nelle 100 quantità di 3,14 (Pi greco) quando il fronte è quello esatto in 2 centesimi dell'espansione 100. In sostanza, quando io mi sono legato ai due genitori adottivi, ho acquisito un perfetto indice di “curvatura”. 1.190, somma di tutti i 18 nomi dei 5 legami diretti, più 316, somma degli altri 4 nomi, porta a 1.506 come i tre lati di un cubo dati da 500+500+500 con un piano 3+3. Diviso per i 22 nomi che identificano il valore 1/3 del 66 di Romano, portano ad un valore medio esatto in 68, con un periodo decimale che è eterno nel valore 45, che sono i gradi per cui tgh(45)=1, il che rivela l'esattezza del rapporto di curvatura, esseno 45° un ottavo dei 360 totali. Senza l'apporto dei due genitori aggiunti, il periodo eterno era di 66/6. Il quanto intero, che da 66 si porta a 68 acquista il dato che rende volume il flusso 66, per un fronte trasversale a lati 1+1. Se consideriamo il 2,454545... esso è dato da 10^3 (quanto esiste in puro principio) diviso per un eterno 407,407407... che individua l'eterna intera opera creativa del Dio assoluto dato da 100+300. Questo incremento, riconosciuto nel cognome paterno AMODEO un 47, lo potenzia per le 10 volte di Dio nel 40. Pertanto è dimostrato come i nuovi genitori aggiungono a Romano=66 una eterna paternità aggiunta e putativa. Con riferimento stretto al 66,1111111... dei 18 nomi dati ai 5, abbiamo che 68,454545 meno 66,111111 considera un incremento solo di 2,353535, in cui il valore 2 segna 2 genitori aggiunti, e l'eterno periodo 35 è proprio quello che porta al natale di Gesù, attraverso il 35×35=1225, mese 12 e giorno 25. Il valore 35 è quello del nome MAMMA.
25 Ora vorrei aggiungere anche i genitori di lei, con i quali io ho avuto un rapporto bellissimo e fondante. CLARA RAGGI è 31+40=71, per un valore medio di 35,5 GUGLIELMO BENEDETTI è 91+78=169, per un valore medio di 84,5 71+169 dà 240, per una media di 60 esatto dei 4 nomi. 1.506+ 240 1.746 relativi a 26 nomi, in cui 26=DIO. Il valore medio è 67 con resto del numero 4 indicante un Dio Uno e Trino Indivisibile, che divide esattamente in modo tale che: 26×67 sia 1.742. Insomma abbiamo: ANNA × (1+ROMANO). 17 centinaia sono AR in centinaia. 42 sono tutte le cifre al lavoro nel suo nome: RomanoOAntonioOAnnaOPaoloOTorquatoOAmodeoO, di cui 6 nomi al lavoro per un ideale lavoro medio di 6 giorni per ciascuno, sommati a sei doverosi “sabati” che ho indicato al termine di ogni nome con O. Quando dunque ho aggiunto nella mia vita i 4 nomi dei nonni della mia G.S. Come i soli due nonni materni avuti da Gesù, quello che era il valore medio 66,111111 nei soli 5 della mia ideale mano, si è portato a 67,153846 che in questi 6 decimali è l'eterno periodo dato da 4/26 1,042735 è stato l'incremento, con 042735 periodico in eterno. Acquisito con facilità che l'intero 1 sia un incremento unitario, questo periodo incrementale nasce da 1234, quando si divide 1 per 23,4, ossia quando si parte dal 123,4 che considera intere le prime tre quantità incrementali dello spazio e come tempo la dimensione 4 da cui poi nasce realmente l'unità del tempo in ¼. 1 + (1 : 23,4) dà l'eterno periodo incrementale, subito dal 66,111111, che rappresenta interamente ROMANO=66, nell'eterno tempo unitario decimale dato esattamente dal suo 66/6 che si replichi all'infinito. Solo per conoscenza, un giorno intero nelle sue 864 centinaia di secondi è dato da 12,3456 che estrapola un cubo chiuso tra 12 lati, ed esiste – in 4
tempi – in 0,3456, tanto che ciò corrisponda a 4 giorni, come risulta dal 864×4=3456, allorché sono reali come 0,3456 decimillesimi, il che è la stessa cosa di 0,345600 quando lo consideriamo nelle centinaia. Io sto dimostrando come, a mano a mano che aggiungiamo i nomi reali delle persone che sono state coinvolte nella mia vita, allorché io ho avuto la presenza di nove persone: 4 della mia famiglia. 1 la mia congiunta 4 genitori e nonni materni 9 persone, per un valore di 1746 numeri assunti coi loro 26 nomi, io ho raggiunto un assolutamente perfetto valore incrementale, rispetto a quando erano coinvolti solo le 5 ristrette persone. A questo punto, però, è doveroso che io aggiunga anche il nome della sposa di mio fratello, congiunta alla mia dal fatto che la mia è nata 11-1 e l'altra 113. MIRELLA BOSELLI vale 62+66, congiunta “fenomenale” legata in un modo “trascendente” me, essendo la sposa del mio “alter ego” comparso con l'avvento di mio fratello. Se si legge il 62+66 dalla parte opposta, è 66+26, ROMANO +ANNA, e sono i miei nomi 1 e 3°, come la sua nascita 11.3 è quella indicativa di una trinità di modi in me: Romano Amodeo, Torquato, e acronimo dualistico. Il totale di 62 e 66 porta a 128, ed esprime una creazione assoluta in 100 e in un 7 Uno e Trino. La prima cosa da farsi è integrare i 5 della famiglia riguardante noi 4 con tutte e due le spose. 1.190 + 128 = 1.318, che ora riguarda 20 nomi, per una media di 65,9 esatto. Riconosciuto che il tempo 1/10 è quello unitario, questo valore medio indica tutto lo spostamento del tempo unitario. Sommato anche i due nomi Di Mirella Boselli a quelli che erano 26 e che valevano esattamente 1746, il valore aumenta.
26 1.746+ 128 = 1.874 riguardanti 28 nomi di 10 persone. La media si porta al valore intero di 66, con resto indiviso di 26=DIO. Sappiamo che DIO vale per 10, e quando io ho compreso tutti i 28 nomi di queste 10 persone, che ne hanno 16 in 8 distinte e 12 in sole 2, ecco che è proprio un 26=DIO a porsi come il valore NON DIVISO, nel mentre è esattamente 66 il valore che è diviso. 26/28 – se lo dividiamo – ripartisce 9/10 interi a ciascuno, più l'eterno periodo di 0,0285714 dato da 1/35, essendo 1 : 35 = 0,0285714285714... quello che si aggiunge allo 0,9 dato dai 9/10. Poiché 0,9 è tutto il moto dell'unità, il periodo di 1/35 che si aggiunge è esattamente quello dovuto al 35 che indica l'intera dinamica dell'opera 7 quando avanza in tutte le 5 dimensioni positive del ciclo 10 avanzante dal negativo di -5 fino al positivo di +5. (6 -1) (6+1) combina in 35 dimensioni quella del 6-1 che fissa unitariamente i 6 versi nella presenza unitaria in 5/1 con quella di un 1 che invece avanza nelle 6 dimensioni). 35=MAMMA è davvero ciò che rende “divina” l'opera di una MAMMA che si combina solo con se stessa per creare un Figlio “trascendente” la natura, con un concorso di 35×35 che determina il 1225, in cui il 12 nelle centinaia di giorni di spazio+tempo che esistono in ogni mese è il numero 12, mentre è 25 il suo definito giorno. Compreso – io spero bene – come questo indice 35 svolga davvero il ruolo di una MAMMA divina, ecco che 35^-1, alias 1/35, sottopone l'unità ad valore unitario 35 posseduto in blocco dalla mamma, e il periodo eterno che ne deriva ci sarebbe solo se dividessimo 1, che è dovuto all'integralità di una MAMMA=35, tanto da conoscere quanta parte ne spetterebbe a ciascuna delle 35... il che è ASSURDO. Una MAMMA divina vale nella sua integrità Per cui risulta la condizione definita in modo SPLENDIDO dalle 10 persone cui la divina Provvidenza ha attribuito questi 28 nomi. Poiché ROMANO è quel valore medio 66 dato da 28+38, nella scala divina: 18 (28+38) 48 in cui il valore dei medi è unico, ed è lo stesso di questi estremi 18 e 48,
abbiamo che le 10 persone considerate sono davvero un INTERO, il cui valore medio è esattamente diviso in 66 unità a ogni nome, ma il tutto a patti che esista un DIO=26 indivisibile (che se fosse diviso porterebbe a tutto l'avanzamento subordinato ad una MAMMA) che divida solo il divisibile. Allora 1.874 meno 26 (per il DIO indivisibile) si riduce a 1848, reso totalmente divisibile per 66. Ma che cosa è questo 1848 in questa scala divina in cui la somma dei medi uguaglia quella degli estremi?
18
(28+38)
48
È una cosa solo “fenomenale”, ma diciamolo pure, DIVINA. Mette in sequenza i due estremi, 1828, rendendoli “una cosa sola” quando i 28 nomi delle 10 persone sono costretti a estrapolare il 26=DIO dal loro totale. E quando questi estremi della scala divina sono resi un “tutt'uno” avvertano di essere divisi tra i 28 e a ciascuno va esattamente il 66 che è il valore medio. Io sto cercando di portarvi a RICONOSCERE delle verità che sono INIMMAGINABILI, e che – nella logica comune di un uomo che costruisca il mondo nel modo raffazzonato con cui egli vi riesce – sembra un assoluto frutto di DEBOLEZZA MENTALE. Invece siamo in un disegno che si realizza in modo perfettamente ordinato dai numeri. Tutto potete dire, ma non che i nomi con cui la mia vita è stata coinvolta siano talmente probanti di questa verità che io rivelo, ma che per voi è semplicemente pazzesca. I PAZZI siete voi, che esistete in un tempo DEFINITO. Significa che se esso è 1/1000, questo può essere solo se già esiste la realtà 1.000. Altrimenti non potrebbe essere perfettamente determinato il tempo dell'unità. Ora se esiste già tutto il 1.000, come fate a credere che esso sia fatto e determinato a vostro piacimento? Siete voi i PAZZI, credendo in questa VOSTRA follia, che giudicate vera, e – di conseguenza per voi – il pazzo son giudicato io.
27
PRENDIAMO ALLA LETTERA QUANTO IL SIGNORE RISPOSE A REBECCA Una fondamentale CAUSA DIVINA esiste in Rebecca, la donna sterile che solo il Signore (CAUSA ASSOLUTA e non ABRAMO, causa causata) rende feconda di due FONDAMENTALI e DIVINI FATTORI relativi, uno PRIMO e l'altro SECONDO (ma che poi si afferma come quello realmente primo), di tutta quanta la creazione relativa del mondo. Quando essi sono ancora nella loro culla, ossia nel grembo di Dio rappresentato dal seno del RE B che è cca (il RE espressi in 2, che è qua, ma dove <qua> si dice esattamente <cca'> con la <c> rafforzata da due in un sol Cristo) lei avverte l'effetto della totale contrapposizione esistente tra questi DUE RE, quando sono ancora insieme e litigano ferocemente l'un contro l'altro fino al punto da indurre la madre a dire:
Genesi 25, 22-23 Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: «Se è così, perché questo?». Andò a consultare il Signore. Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo». Prendiamo dunque “il parola” la risposta esplicativa del Signore, senza trarre affrettate conclusioni.
Due nazioni e due popoli sono 4, e non i due che sembrano, espressi in modo ripetitivo. Sono 2 che sono 2 (uguali, gemelli). Sono esattamente i TERMINI esistenti alla base di una perfetta proporzione riguardante un valore medio, rappresentato di due e quello di due estremi, differenziati tra di loro poiché posti al suo esterno. Sono proprio questi:
18
28
38
18
28+38=66
48 48
10^(28+38) : 10^(18+48) = 10^(18+48) : 10^(28+38) 10^66 : 10^(18+48) = 10^(18+48) : 10^66 10^0 = 01 Dio in potenza = Dio in Atto Unitario Ebbene 66 sta a 48 (al maggiore tra 18 e 48) come 01,375 … nel quale rapporto il maggiore è 01 e il minore è 0,375. Ebbene 01 sta a 0,375 come 2,66666... eterno in 66 Ebbene 10 sta a 0,375 come 26,6666... DIO=26 eterno in 66 Ebbene anche 48 sta a 18 come 2,6666 Ebbene anche 480 sta a 18 come 26,6666... DIO=26 eterno in 66 Il popolo che sarà più forte dell'altro è il valore MEDIO dato da 2 che è più forte esistendo “in potenza 0” dell'altro che “attua” quella potenza e vale 01. Ma ciò che esiste in potenza zero di 10 servirà il minore, perché lo servirà presentandosi nella forma che è realmente “in atto”.
28 Pertanto con l'affermazione che un popolo sarà più forte dell'altro, si deve intendere (visto che uno dei due è uno solo, quando quello unico esistente nel “valore medio”) che il 66 (che gemella “in unità uguale e contraria” il 60 con l'inverso 06, ottenendo 66 come prodotto tra gli indici opposti, quando esistono “in potenza” della base 10) sarà “più forte” esattamente per quanto è dato da 01,375 volte la base 10. E con la finale conclusione di:
e il maggiore servirà il più piccolo si deve intendere che l'unità reale data da 01 si farà dividere come un servo dello 0,375 (che è il valore più piccolo, posto a suo tempo decimale, (mentre l'intero 01 è il suo spazio). Tutto questo “servirà a produrre” il 2,66 che è eterno nel 66, e che rappresenta DUE INTERI che valgono eternamente 66. Uno solo come l'unico valore medio dato da 28+38 e l'altro, come un 66 che però si presenta diviso nel rapporto tra un numeratore 48 e un denominatore 18, il quale esprime la velocità reale unitaria data da 48 : 18 = 2,6666666666... che è lo stesso di 01 : 0,375 Insomma l'affermazione trascendente fatta dal SIGNORE ASSOLUTO è che esiste un DUO (di due gemelli) che valgono 66 in ciascuno dei due. Come 10^66^2 (in potenza di potenza) valgono per quanto è indicato dall'indice che moltiplica 66 per 2, ottenendo l'indice 132. Come 10^66 × 10^66 valgono per quanto è indicato dallo stesso indice di 132. Come 10^66^66 valgono (in potenza della potenza) 10^4356, in cui nel valore 43, se è posto per primo il vero primo tra i due, allora tutto l'indice si muta in 3456 e “serve a dare” 1 giorno Uno e Trino (ossia 4 giorni) quando l'unità di 3456 è posta esistere in centinaia di minuti secondi. Infatti un giorno contiene 86.400 minuti secondi è 4 volte tanto sono 3456 centinaia di secondi.
Insomma questa “papale papale” spiegazione data dal Signore ha posto il luce la presenza dei due rapporti generali che FONDANO tutta la nostra realtà. Essi sono il 10^0 che esiste in potenza, e il valore 01 che inverte letteralmente la base 10, quando il calcolo espresso da 10^0 è posto in atto. Quando il ciclo 10 si pone come SPAZIO e pone ½ come il suo tempo che lo riduce al solo +5, allorché uno 0 si è scomposto nella somma di +5 e -5, allora abbiamo 5,5 come lo spazio+tempo, di quel 10 che dimezzandosi si presenta come spazio 5 (equivalente a 10/2) e poi si somma al suo valore vero dato da 5/10. La somma di 5 e 5/10, determinato il 5 dal 10, poi lo definisce esattamente per quello che esso è: vale 5/10, ossia 0,5. A questo punto abbiamo DUE MANI aventi 5 dita ciascuna, ma una è 10 volte la seconda. Quando pensiamo che la potenza delle 2 mani insieme sia 2^3, allora abbiamo 8 volumi di cubi il cui lato è 1. Se dividiamo il 10 che funge da PADRE di tutti i numeri decimali per questi 8 cubetti che hanno come lato 1/10 di quel 10, ossia il 10 visto da destra come 01, allora ognuno di questi otto cubetti di lato 01 riceveranno 1,25. Questo tocca ad ogni mano. Se su di essa, ossia su 10/8 poniamo l'indice 0,5, di fatto ne estraiamo la radice quadrata, avendone il valore di 1,11803398874.... Esso è uno dei due valori “in linea”, poiché è la radice quadrata di 10/8, Se lo consideriamo “nel principio matematico” dato da 10^3 sue volte, abbiamo l'unità di 1118 millesimi di quel 10/8 posto in 1000 sue volte. Se sommiamo a tutto questo lo stesso 1.000 posto nelle 2 volte la sua esistenza una (poiché abbiamo un Dio che per come si è nominato “è QUELLO che è”) 1118,0339 2000 3118,0339 è il ciclo intero di una generazione del mondo solo sommando: 775 ch'è 777+2 la dinamica della vita di Lamech (+2, SET e lui di 3) 3118,1114 indica il 14 novembre 3.118 dopo Cristo (“finimondo”). Ora se non consideriamo i mille millesimi di 10/8 elevato a 0,5, e ci
29 fermiamo al valore di ciò che appare nella mano più piccola:
1,11803398874.... e le sommiamo direttamente l'altro 0,5... 0,5 1,61803398874... abbiamo il valore esatto della Sezione Aurea. Abbiamo un MAGGIORE, dato da 01 e un MINORE dato da 0,6180. Se dividiamo il MAGGIORE per il minore, allora, con 1 : 0,6180 otteniamo 1,6180 che è la somma dei due Quando, nella PANCIA di chi comanda il mondo reale, esiste uno spazio+tempo, espresso esattamente da 0,5 + la potenza 0,5 di 10/8, abbiamo la condizione TRASCENDENTE conosciuta come la sezione aurea. Vediamo qui a lato che cosa di essa si scrive su Wikipedia. Come vedete, i valori sono gli stessi. Che relazione esiste tradimenti 1 : 0,375 che avevamo esistere prima e 1 : 0,6180399, esistente in questa? La prima è nel divisore (nel tempo dell'unità) 1,64809063666638626... volte minore. Laddove 16 è la carica della realtà nel piano 4×4 dato dalle sue 4 dimensioni, o da 10^4 / 5^4, qui abbiamo la sua presenza 1/10, quella unitaria riferita al ciclo di 10 unità decime. Segue il valore decuplo del 48 che abbiamo osservato come il maggiore dei due estremi (tra 18 e 48), seguito in ordine dalle cifre 90 (indicanti tutto il moto di 10 nel 100), dal 63 (indicante tutto il moto del 3 nel 66) seguito dalla realtà dei due 66 messi in sequenza, seguiti poi dal 100 disaggregato in 38+62 (le due cifre poste in sequenza). I due risultati, di 2,666666666 e 1,61803398874 stanno tra loro in modo tale che 1,64809063666638626... presenta il 1° tante volte maggiorato rispetto alla scala esatta data da 0,5 + la potenza 0,5 di quel 10/8 che nel suo valore 1,25 appare proprio come il libro 1 di Bibbia nel suo capitolo 25 che tratta di tutto questo DIVINO PRODIGIO, offerto dalla Sezione aurea. A questo punto abbiamo che le dimensioni presentate dalla scala reale, divina, nella serie di:
30
18
(28
38)
48
il cui il medio tra parentesi è post-posto all'estremo
18
48
66
sta consegnando al mondo la conoscenza di DUE ENTI SUPREMI aventi il numero di 48=GESU' e 66=ROMANO (=il popolo maggiore) laddove il nome di Gesù è proprio espresso dagli eventi narrati in Bibbia 1, 25.
Giacobbe + EsaU' allorché il 2° gemello si afferma nel 1° segno e chi era 1° perde la a=1. In questa sezione aurea, il maggiore che si divide per il minore, e determina 1,375, porta realmente a un valore esattamente proporzionale alla sezione aurea data da 0,5 sommato alla potenza 0,5 basata sui 10/8 di Genesi 25 =1,25 di Bibbia. Esso è maggiorato esattamente di 1,64809063666638626... Ebbene, sottraiamo a questo valore maggiorato 1,64809063666638626 1,61803398874989484 0,03005664791649142. Vediamo come, fino alla dimensione decimillesima, della realtà esistono appena 3 centesimi in più. Questo ci indica come la dimensione di 3/100 (di un valore SUPREMO, che vale 3, rispetto ad un riferimento assoluto 100) si impone su quanto è raccontato in Bibbia 1,25. Avremmo l'unità di 1 decimillesimo, ma si esprime nella sequenza di un 120 post-posto nel 56+64(=120), seguita da un 138 post-posto 47+91(=138), e da un 155 post-posto 64+91(=155) in cui: 120+ (è quanto in Bibbia è IN PRINCIPIO =21+99=120) 138+ (è quanto è in Bibbia, libro 1,38, a dimensione 100) 155 (è il piano a lati 50+50 che avanza in 50 dei suoi 50/10) 413 che è l'inverso di 314 come 100 quantità di Pi greco (pura curvatura), un valore che – essendo inverso ad un rapporto spaziale lo esprime in quanto
è “temporale”. Infatti 413 si rivela essere: 300 che è lo spazio unilaterale in assoluto, nel piano a 2 lati 50+50+50 +113 che è 111 il flusso unitario, del piano a dimensioni 1+1. Quando, in precedenza, avevamo aggiunto: 2.000 al valore della potenza 0,5 su base 10/8 (di Bibbia 1,25) 1.118,0339 per avere il limite estremo del 3.118,1114... avevamo aggiunto, ve lo mostro nuovamente: 775 3.118,1114 perché mai? Bisogna farsi una giusta ragione del fatto che questo 0,0339 è la pura dimensione dello spazio che si mostra tre volte il valore unitario in 113 Infatti, facendo il computo in 4 anni interi, 10^1.461 indica il solo tempo “indicato” in 1.461 giorni, in 4 di 361,25. Con: 10^1.461 × 10^3.339 abbiamo 10^4.800 esatto in Spazio+tempo, che assume l'indice 4.800 di 4 anni aventi 12 mesi di 100 giorni. L'indice 339 è esattamente quello del solo spazio. Come si vede bene, è necessario integrare anche le 3 dimensioni al solo 1180 che ci risulta da 1.000 quantità di 1,25 elevato a 0,5 = 1,1180. Con 1.000 presenti in un lato, ne abbiamo 3.000 sui 3, pertanto sulla base preesistente di 1.000, ne vanno aggiunte altre 2. E' esattamente quanto abbiam fatto sopra con: 2.000 al valore della potenza 0,5 su base 10/8 (di Bibbia 1,25) 1.118,0339 per avere il limite estremo del 3.118,1114... avevamo aggiunto, ve lo mostro nuovamente: 775 3.118,1114 Pertanto, nel tempo dell'unità aggiunto a 3.118 solo nello 0,0339 e che riguardava questa potenza: 10^0,339 dovevamo espanderla anche nel
31 tempo, ossia attuare il prodotto: 10^0,0339 × 10^0,0775 uguale a 10^0,1114, il che definisce il giorno 14 del mese 11. Laddove 10^0,0775 è dato da 10^0,077 × 10^0,0005 in cui i valori “indicati” in 77/1.000 sono un valore espresso in velocità 1/1 avanzante interamente per 10, tanto da essere il suo prodotto di 10/1 implicante 11 dimensioni (10 di spazio ed 1 di tempo) le quali percorrono le 7 dimensioni di una presenza unitaria in 6/1. Insomma è lo 0,066 che interamente avanza per il suo tempo unitario, dato da 0,066/6, dato da 0,066/6 =0,011. 10^0,066 × 10^0,011 = 10^0,077 Questo prodotto lo combina esattamente con il suo tempo unitario. Il prodotto di questo, poi, con il dimezzamento di 10 decimillesimi, combina il ciclo 10 di un decimillesimo (della realtà 10^4=10.000) con il suo solo tempo, dimezzato nel suo solo avanzamento +5 esistente nel ciclo di uno zero, divisosi nel ciclo da -5 fino a +5. Per questo perfetto calcolo, che porta perfettamente all'indice di 0,0775 è questo esatto TEMPO ad aggiungersi poi all'esatto 0,0339 che è SPAZIO. Cosa dovete, siete proprio obbligati a dover credere? Solo questo: “La Bibbia è scritta “sibillinamente” da una INTELLIGENZA SUPERIORE”, ed accade proprio per le DIVINE REGOLE che entrano in gioco, quando il comandante è il 10 NUMERO PURO di un DECALOGO. Quando ogni cosa è impostata su UN PRINCIPIO che sia esattamente il 10 in Potenza Una e Trina, allora abbiamo presente un 1.000 che avanza in una sua decina, ed è l'ESEMPLIFICAZIONE perfetta di tutta la realtà. Quando l'uomo ha imposto tutte Unità obbligate a questo ciclo 10, ha acquisito possibilità divine di calcolo! Ma dovete a questo punto anche credere che la diversità tra ogni uomo
possa essere come quella secondo cui ogni uomo abbia la quantificazioni univoca di un solo numero. Dovete allora anche poter riconoscere che – dati una possibilità anche infinita per tutti essi – ne esista uno ed uno solo cui possa corrispondere il valor medio.
66 di questa scala divina: (28+38) 48
Esso non può essere altro che il valor medio
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Ma tutto questo è sottoposto ad un reale GEMELLAGGIO, come quello esistente tra due uomini che siano interattivi tra di loro come un PADRE lo è di un FIGLIO, i quali due non possano essere FIGLI se non hanno un PADRE e non possono essere un padre se non hanno un FIGLIO. PADRE e FIGLIO sono la stessa COSA: il quanto 66 Ma mentre il Padre lo è come PRIMO e unico valor medio... il FIGLIO lo è nel rapporto espresso da 48/18 = 2,66 che mostra i due 66 e si presenta come DIO alla dimensione 10, assunta da 480/18.
480/18 sono il DIO=26 nel tempo eterno del 66=ROMANO Pertanto:
48=GESU' lo abbiamo già ben visto 66=ROMANO... è chi sta a cavallo di me, l'asino che lo porta! Infatti questo 66 non è un uomo ma l'ESSENZA STESSA di un popolo. Posto un
UOMO=19+13+11+13=56
L'UOMO come un 10 in più, come il 66. Ciò che fu UOMO in Gesù, in me ROMANO è PURA ESSENZA de' <L'UOMO> “romano”, il PADRE di OGNI POSSIBILE ESSENZA ALLO STATO PURO. Avremo
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TUTTI I SEGNI DI UN EPILOGO PER COME: VISTO IN MIO PADRE IMPOSTO A S.ROMANO E S.PAOLO La vita reale di mio Padre ha esemplificato la mia rappresentandomela in anteprima. Ebbene il 22 maggio del 1983 attendevo l'arrivo ufficiale di Papa Giovanni Paolo II a Milano, e mio Papà si paralizzò, prenotando la sua salita in cielo con una premessa consistita in 14 giorni di via crucis. E' per questa ragione che, 14 giorni prima del mio estremo saluto alla vita reale, io subirò quello che mio padre L.AM ha esemplificato per la vita di suo figlio Noè, alla data del 2.016 anni dal Principio, ma questa volta posto in quel nuovo principio che Dio ci ha offerto attraverso l'avvento del suo figlio Unigenito Gesù Cristo, il solo veramente nato nella perfetta immagine reale del Figlio Ideale di Dio, da offrire ad ogni uomo a campione unico di ciò che significhi esistere secondo la volontà del padre Celeste. Rispetto al vecchio mondo, Lamech arrivo ad esistere fino all'anno 1661 dal Principio, ossia morendo 5 anni (una manata di anni) prima del Diluvio Universale accaduto nel 1.666 dal Principio assoluto del Dio 10^3. L'anno di uscita dal mondo del Papà di Noè, rappresentato da L.AM, Luigi Amodeo, mio padre, per via dei 777 anni della sua vita, il mio essendo nato il 7-7-7, rappresenta di fatto la divina Unità data da 1.001, nel ciclo divino 10 del nome 66=ROMANO. E' in questo “trascendente modo” con cui suo figlio, nato nel 1.066, compie interamente quel valore decuplo che è il ciclo di Dio, presentandolo accresciuto nell'unità di un 1 diverso. In data 2.016,0712 – secondo gli indizi offerti a me da mio padre, io pure
dovrei essere “bloccato”, come da un evento che mi tolga ogni possibilità di muovermi a mio piacimento. Non avendo osservato in mio padre nessun percepito “dramma” a ragione della sua condizione, io credo che anche a me toccherà di patire una totale violenza, che non abbia tuttavia, da parte mia, alcuna percepibile sofferenza. Ci sono poi due tra i miei 6 nomi ad avere una caratteristica di realtà. Sono il primo nome ROMANO, associato al quarto nome mio, che è PAOLO. Poiché la loro combinazione, in potenza di 10, vale la somma dei due indici, e poiché 66+51 è uguale a 117, io vedo in questo il valore assoluto 100, combinato con un RA che sia 4×4 + 4 : 4, ossia l'unità in tutto il suo flusso reale del piano il cui lato è 4, e che in pura lunghezza, è il suo valore caricato di un altro 4, tanto da dare la lunghezza 8+8 che poi corrisponde al valore di 4 volte 4, dato dall'area. Ebbene i due Santi legati a questi due nomi furono il Santo Romano di Roma, espresso da un nome ricondotto proprio all'essenza di chi era quel soldato di Roma cui fu chiesto di ardere a fuoco lento San Lorenzo. Quel soldataccio smascherò immediatamente il “satanico” contenuto in quell'ordine, quando seppe che la sola colpa per tanto atroce supplizio stava nel fatto che egli era un Cristiano. Quando chiesero a lui il perché non obbediva all'ordine ricevuto, disse che lo faceva per essere lui stesso un cristiano.
33 Ebbene, prima ancora che San Lorenzo fosse satanicamente arrostito a fuoco lento, questo soldato dell'antica Roma fu decapitato. Pur non conoscendo nulla di Gesù Cristo, preferì perdere la sua testa reale, pur di non perdere quella IDEALE che avevano perso tutti gli altri. Questo accadde nel senso restrittivo proprio del verbo di Gesù, che consigliava a tutti di voler perdere pure la loro vita, per salvarla davvero. E questo soldato di Roma, preferì perdere la testa pur di non perderla come stavano facendo tutti i suoi compagni attorno a lui. Non essendo risaputo il suo nome reale, fu santificato in lui quel suo ESSERE UN ROMANO, e proprio nel segno di quell'essenza ROMANA in chi era nel grembo di Rebecca, in Bibbia 10/8, alias 1,25.
Amodeo). E se non bastasse questo indizio, allora dovranno bastare i totali 38 versetti di questo capitolo 47=Amodeo che tratta di un MUHAMMAD=66 che è uguale a ROMANO. Coloro che si sentiranno “investiti” di Furor sacro divino, espresso tutto IN NOME DI ALLAH, saranno proprio coloro che lo decapiteranno, allo stesso modo toccato a Caifa, così infervorato dalla Legge di Mosè, da non aver voluto accogliere il predetto Messia di Israele. Predetto esattamente in Bibbia 1,25, in quella sezione aurea che è descritta lì e che è proprio determinata da 5 più la potenza 0,5 basata su 1,25, sul libro 1 di Bibbia, nel suo capitolo 25.
Il terso segno ha riguardato quel san Paolo il cui nuovo nome SAULO nacque da quel SAULO cui Gesù aveva chiesto perché mai fosse perseguitato così ferocemente da lui. Io sono nato in quel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra l'evento che indusse Saulo alla sua clamorosa conversione. Nato io come questo nome di Paolo, morirò come accadde a san Paolo, che fu decapitato. Dovrei essere sequestrato il 12 e – dopo 14 giorni di quella via Crucis che io vidi in mio padre – ascendere al cielo come lui, che in un certo senso perse anche lui la testa, nel omento in cui non seppe più comandare alcun movimento. Dovrebbe essere fatto dai miscredenti Islamici che non accettano il CON ROMANO, e si ostinano a voler osservare solo il rispetto di quel CORANO, che Dio, scrivendolo con un MUHAMMAD=66, uguale a Romano, era già scritto con Romano! Infatti quando nel Corano si parla del profeta Muhammad, è nel capitolo 47=AMODEO (tanto che il 66=MUHAMMAD si precisa essere in Romano
Questa la copertina del libro nuovo scritto da Allah CON ROMANO, e finalmente da Allah disceso di persona sul mondo, ma nell'Onnipotenza di uno ZERO postosi installato, questa volta in una stalla umana, o se lo preferite a cavallo di un vero asino.
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TUTTI I SEGNI DI UN “IA=10” CHE TERMINA NEL VALOR MEDIO ALLA PERFEZIONE DEL CICLO 10 Quando ogni cosa è determinata mediante un numero, allora il baricentro dei loro pesi quantitativi è rappresentato dal valor medio. Allora la pienezza di un ciclo reale la si ritrova in quell'unico uomo che Dio abbia disegnato nel suo avere quell'unico valor medio che totalmente gli corrisponde. Abbiamo visto come non solo lui, ma tutti coloro che sono stati resi suoi interlocutori, esistono come fattori tutti della sua davvero unica “unicità”. Accade infatti che – quando in principio numerico è posto esserci il 10^3, in quello stesso istante è supposto esserci un numero totale di giorni in cui questo ciclo arriva al compimento del suo valor medio, posto in 736.566 giorni in cui l'Unità e Trinità esiste in 4 giorni che si muovono allora in tutto per 736.662. La somma di queste 6 cifre al lavoro vale il 30 dell'unita nella divina trinità del 10. Divisi in settimane di creazione, sono 105,223 settimane, con il resto di 1 giorno, e rappresentano proprio 1+26+78, il creatore DIO=26 Uno e Trino in 26 e ! in 1. nel piano dell'unità avente 111 su ciascuno dei due lati generatori, sommato al tempo 1 della presenza reale di questo piano. Se il computo lo eseguiamo in unità di anni, allora occorre che i 1.000 anni messi in fila si muovano per un altro 1.000 in linea, in un piano reale avente i lati 8, ed 8, in cui gli 8 cubi esistenti nel volume complesso sono messi in fila,
per 9 anni in lunghezza dato un anno quadrato nel fronte. E' questo che porta alla pienezza della vita del decimo FATTORE posto in Noè, che muore in Bibbia 2.016 anni a partire da quanto esista IN PRINCIPIO di 10^3=1.000. Inoltre deve essere proprio il valore 26 del Dio Uno e Trino a determinare tutto questo nella potenza della potenza data da 10^26^78, tutta l'espansione divina attraverso la sottrazione al 2° nome del Primo. Insomma in anni, ANNA × ANTONIO meno i 12 anni di differenza esistenti tra il 66 di Romano e il 78 di Antonio. 26 moltiplicato per 78 meno 12 è uguale a 2.028 meno 12 anni = 2.016. Per i valori “rotti” dei giorni dopo l'inizio dell'anno 2.016, sono da calcolare due linee su ciascuna della quale chi sia una ANNA+ANTONIO. 2 (26+78) = 2 (104) = giorno numero 208, che nel bisestile 2.016 è il 26 del mese 7, pur essendo dato da 26×8. Infatti, a partire dal Principio dell'anno di avvento di Gesù Cristo, per come riconosciuto da un infallibile profeta Pietro, ci sono questi giorni che portano al 26 luglio del 2.016 attraverso 73.6562 giorni equivalenti a 105,222+1 settimane.
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I SEGNI DI UN “DIO=2626” NELLA PROFEZIA DI DANIELE Leggiamo questa profezia, per come detta nel capitolo 12. Daniele 12 1 Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. 2 Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. 3 I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. 4 Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta». 5 Io, Daniele, stavo guardando ed ecco altri due che stavano in piedi, uno di qua sulla sponda del fiume, l'altro di là sull'altra sponda.6 Uno disse all'uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume: «Quando si compiranno queste cose meravigliose?». 7 Udii l'uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume, il quale, alzate la destra e la
tutte queste cose si sarebbero compiute fra un tempo, tempi e la metà di un tempo, quando sarebbe finito colui che dissipa le forze del popolo santo. sinistra al cielo, giurò per colui che vive in eterno che
8 Io udii bene, ma non compresi, e dissi: «Mio Signore, quale sarà la fine di queste cose?». 9 Egli mi rispose: «Va', Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine. 10 Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente: nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. 11 Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio
della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. 12 Beato chi aspetterà con pazienza e
giungerà a milletrecentotrentacinque giorni. 13 Tu, va' pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei giorni».
Il tempo in cui è salvato il Popolo di Israele è iniziato da quando, dopo il terribile genocidio nazista, Dio ha ricostituito la Nazione di Israele. Ebbene il primo momento di partenza sta nel giorno in cui è decretato l'abominio della Desolazione. Il primo TEMPO è poi determinato in 1290 giorni, i TEMPI sono determinati da 1335 unità, che in tutto sono 1335+1 (il denominatore che rende TEMPO unitario il rapporto tra il numeratore e il numero 1) 1290+ (è il tempo unitario in 1290/1) 1336 (sono i due tempi dati dal numeratore 1335 e dal denominatore 1, nel rapporto unitario in 1335/1)
2616 evidenzia il DIO YHWH (26 e 26), nei due valori, quello assoluto 100 e quello dato da 100/100. 1313 è la metà di un tempo Calcolati a partire dall'Abominio della desolazione posto nel 21-12 del 2.012 noto come il termine dei Maia, essi portano al 2.016,0726. I MAIA non c'entrano granché. “Trascendono” una MARIA restata, nel suo antefatto di Genesi 38, senza il suo marito R, lei che, chiamandosi TAMAR... R AMAT, ed è desolatissima a restar vedova di R, quella che – se si toglie in MaRia – la muta in MAIA. L'Abominio della desolazione è come nel Salmo 21-22 di Dio Dio perché mi hai abbandonato?
36 Gesù mise in risalto questa profezia fatta da Daniele, come vi mostro dal vangelo di San Matteo. Matteo 24, 14-20 14 Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine. 15 Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -,16 allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, 17 chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, 18 e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 19 Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. 20 Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.
Gesù non dice “cercate di non capire”, ma dice proprio “chi legge comprenda!” Che cosa c'è da capire? Forse che ci sarà la fine del mondo? No. Semplicemente si sarà finalmente e definitivamente TUTTO COMPIUTO, da parte della verità di Dio, che ha per compito divino quello di salvare ogni uomo. Quando sarà la volta di DIO PADRE di dire “TUTTO E' COMPIUTO” ci sarà un esodo nuovo dal vecchio mondo senza conoscenza totalmente rivelata, a quella rivelata in ogni suo punto. Dio, disceso a cavallo di un vero Asino, alla morte reale di questo asino, SALIRA' IN CIELO.
Quel generale esodo che già si vede esistere nel mondo, da parte di un continente intero pieno di disadattati che cercano una altra patria, accompagneranno il VALORE MEDIO di chi ha compiuto tutto il suo umano compito di rappresentare tutti i possibili uomini, proprio grazie al valor medio che a lui solo è stato concesso, per divino disegno. Per questa GRAVITA' di un fenomeno che riguarda IL VALOR MEDIO di ogni uomo, l'uomo deve preoccuparsi molto, al punto tale che chi sia in Galilea fugga sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa e chi si trova nel campo non torni indietro. Guai alle donne incinte che attraverseranno il mare per venire in Europa! Pregate perché questo esodo, mutato in una vera e propria generale fuga dalle guerre e dalla fame, non avvenga d'inverso quando il mare è freddo e procelloso. Ma non accadrà né d'inverso, né in giorno di sabato, perché il termine della metà del tempo, dato da 13 centinaia e 13 giorni dopo il 21 dicembre del 2.012 sarà il 26 luglio, di estate e di martedì, il giorno in pratica contrapposizione rispetto al sabato.
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L'OROLOGIO DELLA CHIESA CHE INDICA “ORA 6 in meno: UNO -1=0” Un evidentissimo segno è presente nell'orologio del campanile della Chiesa di San Giovanni Battista, posta in via Larga e di fronte alla mia abitazione, in cui risiedo in via larga 12. Da quasi un mese l'orario visto indicato con le lancette si è dissociato da quello indicato regolarmente dal suono delle campane del campanile.
In sostanza quanto è affidato alla vita, annuncia una ORA che manca esattamente in 6:43. Insomma è un <tu SEI che viene a mancare, espresso da un ORA, con il riferimento al mancamento anche di 43 minuti che equivalgono al valore numerico di un UNO, dato da 19+12+13=44, che è “fatto fuori” (eliminato, azzerato) nel suo 1 numerico. Infatti 43 è uguale ad UNO meno 1. Questo orologio di questo campanile già si mostrò “disponibile” a far VEDERE l'avanzamento addirittura del tempo (infatti tutto l'orologio si bloccò in quel 29 gennaio del 2.002 in cui – ad opera di un Maligno – qualcuno entrò in chiesa e staccò il corpo ligneo di Gesù dalla grande croce dell'altare, “facendolo fuori”. L'orologio si bloccò alle 10 e 2-3 minuti del mattino e rifiutò per 9 mesi e 16 giorni a rimettersi in movimento, per quanto avessero tentato in tutti i moti leciti. Nella stessa ora io ero stato investito, mentre – nella mia Fiat CROMA – stavo sbucando sul marciapiede a raso e un grosso pullman della Golden (la Dorata Mammona) ci investì, sbatacchiandomi contro la parete all'interno dell'auto. Il Signore non accettò che io fossi “eliminato” dalla Dorata mammona, ma permise al Maligno di asportare il corpo ligneo di Gesù... e il tempo si fermò, per indubbio volere della Divina Provvidenza. Ebbene 9 mesi e 16 giorni dopo io stavo pregando Gesù che ripetesse il Miracolo del Cieco nato, a favore di Tommi Urbani, nato senza occhi e cantore della parrocchia.
38 Mons. Angelo Centemeri mi intimò di mangiare, saputo che io offrivo in cambio, a Gesù, 45 giorni di totale digiuno e molte comunioni ogni giorno. Avendo rifiutato di dar retta a lui, Mons. Centemeri mi definì “un superbo”. Al 9° dì del mio digiuno e in pratica alla 16ma comunione con Gesù (era la 12ma, ma io son già in comunione
per le 4 dimensioni dell'unità e Trinità, il che le portava a 16), l'orologio, senza che nessuno avesse provato a metterlo in moto, ricominciò da solo a contare il tempo. Si era bloccato alla mancanza di Fede di chi entra in Chiesa e porta via per spregio un corpo ligneo che non aveva particolare valore oggettivo, o di una Mammona che cerca di portar via dal mondo me – povero cristo vivente – e Dio giudicò superate le diaboliche condizioni precedenti. Mostro cosa ne scrissi su un libro (Le 42 cifre del nome segreto di Dio, su issuu.com/amoramode). Anche l'avvenimento dell'orologio partito da solo lo potete trovare a pagina 99 del succitato libro. Qui vi mostro quella pagina.
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I SEGNI ESCATOLOGICI RISPETTO AI MEI VITALI MOMENTI PIU' CRITICI Quando volli morire a me stesso per dar corpo a Gesù Era il 4 giugno del 1973. Da allora al 26 luglio 2.016 della mia fine reale ci sono esattamente 15.758 giorni. Danno il senso di un periodo intero? 15.000 indica il lato 5.000 di un cubo che ne ha tre, e rappresenta tutto il moto reale nell'intera realtà che vale il 10.000 di 10^4. 75 decine mostra la totalità dello spazio, dato da 3.000 (tutto lo spazio in puro principio) nel valore ¼ della sua presenza. Infatti 3.000/4=750. Infine 8 indica i due lati di un piano che ha due lati, ciascuno Uno e Trino.
Quando volli per me la croce del fallimento Era il 28 febbraio del 1988. Da quel giorno che scelsi la mia croce a quella mortale del 26 luglio 2.016 ci
sono interamente 10.375 giorni. Ebbene 10.000 è il valore intero di tutta la realtà Una e Trina. 300 è lo spazio in quel 100 che è assoluto. 75 è tutto lo spazio dato dai 300/4 della sua intera presenza.
Quando decisi di rischiare la vita per il nuovo percorso verso Gesù Era il 17 settembre 1999 e mancavano esattamente 6.157 giorni alla mia reale morte prevista per il 26 luglio a cui mancano nemmeno più due mesi. 61=SANTO. 157=SPIRITO SANTO. 6.000 è tutto il lavoro posto nel puro principio di 10^3 giorni. 150 è un intero cubo il cui lato è 50, e corrisponde a tutto l'avanzamento in 100 quantità assolute. 7 giorni significano tutta l'opera di Dio. Digiunai per 57 giorni che, moltiplicati per 6,157 (la distanza) dà 350,9, praticamente tutto il numero di anni che Noè visse dopo il diluvio, nel nuovo mondo.
40 Ma 350 o 351 è il giorno di Natale a partire da un nuovo inizio di 10 giorni. Infatti Natale è il giorno 160 nell'anno bisestile e 159 negli altri tre. In sostanza tutto l'antefatto a Gesù, diviso in 57 giorni, ha dato il numero esatto di questo tempo intero.
La 2a scelta di rischiare la vita per il nuovo percorso verso Gesù Era il giorno 11-10-2.005 e da allora alla mia presunta vera morte ci sono esattamente 3.941 giorni, che indicano: 3.000 tutto lo spazio posto nel puro principio di 10^3. 900, tutto il percorso fattibile da 100. 41, l'unità di 1 e di un Dio Uno e Trino nel 10. 41 è il valore in AMOR. Questi 1.941 giorni si replicarono per 55 giorni, per un ideale valore di 106.755, in cui 106 è il 100 che va in tutti i versi possibili.
La 3a scelta di rischiare la vita per il nuovo percorso verso Gesù Era il 23 marzo 2.013, posto a 1.220 giorni dalla mia supposta fine del 26 luglio 2.016. Sono tutto quanto esiste in principio come il 10^3. 220 sono esattamente il piano 110 e 110, trasversale, indicante tutta l'assoluta dinamica del 10 che avanza di 100. Tenuto presente che è il valore 1/3 di 10 Romano, ossia elevati alla dimensione di Dio, questo 220 giorni sono proprio riferiti a me. 10.000/122 = 81, laddove 10^4 è tutta la Realtà Una e Trina In principio il divisore 122 “fissa” 81 giorni e tanti io ne farò di un digiuno ultimato il 13 giugno in cui in Egitto c'era l'Ascensione di Gesù Cristo, e io ero in Egitto esattamente dai 33 giorni, come Gesù, che aveva vissuto per 33 anni nella stessa “terra d'Egitto” di tutti gli abusi di un Faraone che si atteggi a un Golia.
Pertanto in questo caso terzo, 122 decine di giorni, estesi per 81 giorni sono 98.820. mancano 1180 al 100.000, e questo 118 è – se gli si antepone tutto lo spazio In principio, di 3.000, è proprio quello che definisce tutto il tempo di una generazione dell'esistenza, per come indicato dalla somma delle prime 21 lettere della Bibbia.
Quando il 13 maggio '08 mi offrii a Dio in Brasile Era il 13 maggio 2008 e distava 2.996 giorni a quella che dovrebbe essere la mia reale fine. Questi giorni indicano tutto il percorso che un Ente Uno e Trino compie in tutto lo spazio dato dai 3 quantitativi che esistono in puro principio di 10^3. Ma ricevetti notizia che non potevasi accettare, per le preghiere fatte da tutti, cattolici e protestanti, affinché Dio non mi prendesse. Seppi che la mia offerta sarebbe stata accettata il 13 ottobre del 91° anno dal miracolo del Sole a Fatima, per cui ricominciai i miei 14 giorni di digiuno della fame e della sete, il giorno penultimo di settembre.
Quando il 29-9-'08 mi offrii a Dio a Saronno Era il 29 settembre 2.008 e la sua distanza è stata di 2.857 giorni dal mio reale previsto epilogo. 28 centinaia sono l'opera 700, (divina, assoluta) Una e Trina. 50 è tutto il verso avanzante nel ciclo assoluto 100 e 7 è l'opera unitaria. Aggiunti i 14 giorni mancanti al miracolo del sole, diventano 2.943, che nel 43 indica il Dio a dimensione 10 che avanza per tutto il 33 della vita di Cristo. Per cui diventa l'opera Una e Trina divina di un 10 avanzante come Gesù. Sono 405464 giorni al “finimondo” del 14 novembre 3.118 che sono 38.980 all'unitario 444.444, ove 38 migliaia (in tutto 39) è l'unità che dà 1 giorno nei 1444,4 minuti interamente compiuti in 4 anni.
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Quando il Maligno cercò di uccidermi a Saronno Era il 29 gennaio 2.002, che dista 5.291 giorni dal giorno in cui ci riuscirà. 52 centinaia è un piano a lato di 26 centinaia in un lato e 26 centinaia nell'altro, in cui DIO=26 e vale l'assoluto 100. Il flusso reale di questo piano assolutamente divino vale i 91 giorni che indicano tutto il movimento di 9 nel 100, laddove 9 è tutto il movimento di 1. Pertanto è il flusso dell'unità del movimento nell'unità di tutto il ciclo 10 del suo movimento e riguarda il piano assoluto fatto da Dio.
Quando l'orologio del campanile si mise in moto da solo... Era il 14-11-2.002 e distava dal limite della mia vita esattamente 5.002 giorni che indicano tutto il flusso unilaterale della realtà di 10^4 quando il piano è unitario, in 1 giorno per ciascuno dei due lati che danno il volume unitario. Ma la cosa assolutamente straordinaria è che il 14 novembre del 3.118 è il “finimondo” determinato dall'inversione della polarità terrestre che farà compiere al corpo della Terra una rotazione di 180°, invertendosi. Nel 2.002, la distanza rispetto al 3.118 è di 1116 anni indicanti le 4 dimensioni date da 11.111 anni che si muovono per tutto il dimezzamento reale del ciclo 10.
Quando resuscitai 6 rondini... Era il 2 giugno del 2.006, distante esattamente 3707 giorni in cui questo
numero, che nelle 37 centinaia è il valore assoluto 100 di una MANO, in grado di compiere interamente l'opera miracolosa in 7 giorni. Ebbene quel giorno, trovate tramortite 5 rondini, le presi sulla mano e restavano tramortite. Ma quando porgevo la mano verso la finestra, immediatamente le rondini riprendevano miracolosamente tutta la loro vita e volavano via. La sesta rondine la trovai addirittura annegata, nella tazza del gabinetto, Aveva le testa sott'acqua ed emergeva solo con la coda. La presi in mano e pregai Dio di aver pietà per quell'essere indifeso. Ma non accadeva nulla. Allora decisi che dovevo provare io a darle vita, in tutti i modi. Aveva le zampine legate da un filo d'erba, le sciolsi. Poi, presola sulla mano destra, andai in cucina ed accesi il gas, tenendo la mia mano con la rondinella su di essa, al tepore di quel fuoco. Ma non succedeva nulla. Allora decisi di sedermi sul divano. Nel momento in cui abbassai la mia mano, mentre mi sedevo, avvertii il primo segnale di una sua vita. Aprì gli occhietti e cominciai a parlarle. Lei era lì, impossibilitata a muoversi dalla mia mano. Oramai era vigile, e tuttavia non fuggiva alla mia voce e al contatto con un mio dito della mano sinistra, che le accarezzava il capo. Decisi allora di andare sul balcone, a vedere che cosa succedeva a questa rediviva. Ebbene, appena ripetuto lo stesso gesto con il quale le porgevo lo sconfinato spazio, al di sotto del settimo piano di quella casa di Montesilvano, lei volò via, come se non fosse stata morta una ventina di minuti prima. Ebbene, 37 centinaia sono segno della mano divina, e 7 è la sua intera opera. Poiché tra la mia morte e il finimondo del 14 novembre 3.118 ci sono 1.102 anni e i 165 giorni dal 2 giugno al 14 novembre, abbiamo 402.677 da quella miracolosa data al finimondo, laddove 40 è il Dio 10+30, 26=DIO e 77 è l'opera miracolosa di 70 volte più 7. Queste distanza corrispondono a snodi evidentemente importantissimi in cui sembrano accadere veri e propri miracoli
Quando fu il 3° segreto di Fatima Era il 25 maggio del 2.004 e chiesi in chiesa di fare la comunione con me
42 che sentivo di stare per paralizzarmi. E non vollero uccidendo Dio in chi sapeva di averlo su di se. Un dì distante dalla mia fine giusto 4444 giorni +1. Se io avessi avuto qualche dubbio sul significato altissimo di quella che stava accadendo in relazione all'Unità e Trinità di Dio esistente ad ogni dimensione dell'unità, questo computo me lo toglierebbe. Il terzo segreto di Fatima sta nell'uccisione dell'Unità e Trinità di Dio esistente ad ogni possibile dimensione del 4, esattamente come in 4444 unità che sono 4445 in tutta la sua unità. Esattamente la distanza che passa dalla morte reale data a me stesso. Rispetto alla fine del mondo del 14 novembre 3.118 sono esattamente 407.122, in cui 407.000 indica l'opera intera del Dio Uno e Trino, nelle migliaia che esistono in puro principio di matematica, dovuto a 10^3, la Trinitaria potenza del Dio a immagine di 10, nel mentre 122 lo abbiamo già visto legato alla realtà totale 10^4 come essa divisa per 3^4, che vale 81. Infatti 10.000 : 122 = 81. Messa in altro modo, la quantità di 122, quando esiste nella potenza di un 3 che ha potenza Una e Trina, realizza tutta la realtà 10^4. Come si vede, anche riferito al giorno più catastrofico possibile per il pianeta Terra, la distanza di 407.122 quantità è proprio quella dell'opera 7.000 in tutto il 100+300 a dimensione di quanto vale IN PRINCIPIO, ossia come 1.000 giorni.
Quando fu lanciata l'Atomica... Era il 6-8-1945 e la distanza con la mia fine è di giorni 25.922. 25.000 è il valore totale della presenza ¼ di 10^5, tutto il tratto magnetico o elettrico. 900 è tutto l'avanzamento possibile di 100, e 22 è la presenza intera su una linea, dell'energia totale che è quella 22+22+22 di ROMANO. Sono anche tutto il percorso di 88 nel DIO=26 per il 1.000 che vale in puro Principio. Il che rivela lo scatenamento di tutta questa energia distruttiva.
Quando morì Papa Giovanni Paolo II Era il 2 aprile del 2005, e distava 4133 giorni, in cui 41=AMOR e 33 è la
vita di Gesù Cristo.
Quando Wojitila si fece sacerdote Era il 1° -11- 1946, distante 25.469 giorni. Come per l'Atomica, ma stavolta è tutto il percorso di 1 in un 470 = Amodeo a dimensione 10 di Dio.
Quando furono abbattute le 2 torri Era il giorno 11 -9-2001 distante 5432 giorni di un vero e proprio conto divino alla rovescia. Diventano 408.109 giorni dal Finimondo terrestre il che appare tutto in questi numeri di grande potenza. 40 è la potenza Una e Trina. 81 è la potenza Una e Trina della trinità, 9 è tutto il possibile moto di 1 nel ciclo 10 di Dio.
Quando fu promulgata la lettera Enciclica “Fides et Ratio” Era il 14 settembre 1998, distante 6525 giorni. 64 centinaia come 2^6 a dimensione assoluta 100 e 125, come Genesi 25. Giorno di esaltazione della santa Croce, lo dimostra per il 2^6 che è una forma potenziata del 26=DIO. 6525 è anche in 6.000 tutto il lavoro espressi in principio di 10^3, seguito da 26+26=52, che sono una coppia di DIO, e 5 che sono le dita della sua mano miracolosa.
Quando fu lo T-Sun Am I il 26-12-2004 dista 4229, che sono 4222+7 come l'opera 7 di 1/3 della Bestia 666 nella potenza Una e Trina che vale in puro principio di 10^3.
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E ALTRI SEGNI PREMONITORI, SU QUALE VITA AVREI DISTORTO LE NOZZE Il dito anulare è quello della mano sinistra, e mi ha segnalato che la mia vita nuziale si sarebbe distorta. Come potete vedere nella foto, oggi è alquanto storto.
Mi accadde mentre, avendo da poco conosciuto colei che sarebbe divenuta
mia moglie, una sera mi allenavo, nel campetto dell'oratorio della chiesa di San Michele e Santa Rita, vicina alla mia casa di allora, situata in viale Omero al numero 22. Il pallone mi giunse rasoterra, dalla sinistra, mentre io correvo. Giunto in mio contatto, si alzò improvvisamente, impattando con la mia mano, che in quel momento stava passando. Urtò contro quel dito e spezzò il tendine che lo comandava, costringendolo a restar diritto. L'ultima falange si piegò ad angolo retto, e divenni incapace di riportarla nella sua corretta posizione, senza quel tendine che comandava quel movimento. Consultai i medici, che mi dissero che con un intervento chirurgico avrebbero potuto mettere a posto le cose... forse. Ma che avessi pazienza! La natura è assai provvida e avrei visto intervenire altre forze a supplire quella che non c'era più. Difatti sarebbe accaduto. Ma, per tenere in linea tutte le estremità delle dita, la naturale provvidenza che presiede su di me ha dovuto arcuare quel dito anulare. Ma ciò ha significato per me molto di più: l'avvertimento relativo alla distorsione che sarebbe avvenuta nel mio matrimonio. Infatti in esso davvero tutto si è distorto. Nel mio destino ci dovevano essere incontri fatti con altre donne. Quel matrimonio, che avrei fatto con Giancarla Scaglioni, non era come tutti gli altri, ma era destinato a ricreare l'Unità di Dio, essendosi egli connaturato in me nelle due persone di padre e Spirito santo; per cui sarebbe occorso un matrimonio fatto per Cristiano Sacramento, che rendesse uno con me la terza persona del Figlio. Infatti tutto questo ho visto poi scritto nell'incontro che c'è stato tra me e lei, che ha creato una unità poi aperta e disponibile ad altri incontri.
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UN INCONTRO NEL GELO Conobbi quella ragazza al Palazzo del Ghiaccio, di Milano, ed anche quello fu un segno che il nostro incontro di amore si sarebbe congelato, ma non sarebbe mai morto. Chi fu da tramite tra me e lei fu Riccardo Passer, che abitava allo stesso numero 22 di viale Omero, in cui abitavo io.
Riccardo è il primo in alto a sinistra, mio fratello è quello in basso, sempre nello stesso lato. Io sono quello in alto con la fascia da capitano. Alla mia sinistra c'è il carissimo Renato Mariano, con cui sono in cara amicizia ancor oggi. Accovacciato sotto di me, Vittorio Delgrossi, il portiere, che avrebbe avuto una gran parte nella storia della mia vita. Questa era la squadretta degli <Anni Verdi> di quel tempo. Ebbene, io – incontrata una ragazza di nome Anna Badari – me ne ero tanto innamorato da aver lasciato tutti i miei amici, per passare con lei tutto il tempo libero che io avevo. Questa Anna aveva scritto nel suo cognome il suo compito di una Anna che BADA a R-I.
UNA ANNA CHE BADA A RO Io sono un consacrato a sant'Anna. Prima che ancora io nascessi, mia madre, di nome Mariannina ma che volle sempre e solo essere chiamata Anna, come la madre di Maria, fece un voto a Sant'Anna: “Ti affiderò mio figlio o figlia. Che sia maschio o femmina, in cambio gli darò o le darò il tuo nome!Tu abbi personale cura di questo parto che mi attende.”. Ebbene da questo inizio, fino alla mia fine, io esisterò protetto da Lei, tanto da andare in cielo nel giorno in cui il cattolicesimo celebra la santità di Lei e di suo Marito, San Gioacchino, i due unici nonni di Gesù, concelebrati insieme il 26 luglio.
UNA ANNA CHE BADA A R-I Con lui avevo giocato a calcio. Ve lo mostro in una fotografia di quel tempo, in cui è ritratto con il mio caro fratello che è in cielo ad attendermi.
La prima donna con cui io ho amoreggiato anche col corpo, senza però mai farla mia, in quel tempo, ebbe nome Anna e per cognome uno di provenienza Egiziana, come la Agar madre di Ismaele e spinta a sposare in modo irregolare Abramo, consacrato sposo della sua padrona, chiamata allora SARAI, e poi SARA, quando il Signore farà di lei non feconda per natura, una
45 donna capace miracolosamente di procreare Isacco. E Anna Badari avrebbe avuto lo stesso destino di questa Agar, perché avrebbe preceduto l'incontro tra me e la mia futura sposa (come l'Egiziana che fu legata per prima ad Abramo) e avrebbe poi creato con il suo altezzoso comportamento un tale dissapore da essere allontanata, anche se mai ripudiata, lei e il suo figlio Ismaele. Allo stesso modo, io avrei amoreggiato con lei, me ne sarei invaghito e poi ne sarei stato deluso. Se non ci fosse stata tutta questa delusione, avuto da Anna, che un dì disse di non amarmi più perché amava un altro, Alessandro Foresti, un mio amico, io non avrei potuto apprezzare il gelido rapporto che si sarebbe instaurato con la ragazza che avevo incontrato al palazzo del Ghiaccio. Allo stesso modo, se non ci fosse stata la Schiava Agar, SARAI non si sarebbe mutata in SARA', nel suo nome, ad indicare nella lingua italiana con lei proprio tutto quello che un giorno grazie a lei, vi SARA'. Ebbene, dopo di Anna Badari, SARA' Giancarla Scaglioni a subentrarle come la mia sposa. Come già detto, la conobbi grazie a Riccardo Passer.
UNA LEZIONE INUTILE DI NUOTO Il mio amico finalmente mi rivide, quando – ritornando a far l'amore io con il calcio – l'invitai un sabato a far quattro tiri. “Che fine hai fatto, Romano? Non ti si vede più!” “Mi ero dato tutto a una ragazza, che mi ha molto posseduto, ma che poi mi ha lasciato...” “Devi incontrare altre ragazze, e ci penso io, poiché lavoro alle Mole Norton di Corsico e ne ho molte per amiche, che mi chiedono sempre di organizzare qualcosa, così, per divertirci...” Fu così che decidemmo di organizzare una festa. Ma Riccardo poi mi riferì che una ragazza del gruppo non aveva avuto il permesso di parteciparvi, e
allora si poteva andare tutti insieme a pattinare al palazzo del Giaccio. Così fu il mio amico, Riccardo, il tramite e conobbi Giancarla, che gli piaceva molto, ma che si innamorò di me, e mi scelse, mi scelse lei. Una sera, mentre d'estate eravamo sudati nello spogliatoio dell'oratorio Anni Verdi, gli proposi di andare a rinfrescarci un po' all'Idroscalo. “Oh, ma io non so nuotare!” Era impensabile che questo ragazzo, atleticamente molto dotato, non sapesse nuotare! Ne fui meravigliato e gli proposi che in un solo giorno gli avrei saputo insegnare io! Accettò. L'indomani, come promesso, gli feci costatare come i corpi galleggiassero, se il torace è gonfio di aria. Poteva stendersi a faccia in giù, sull'acqua, e lo avrebbe costatato di persona. Lo fece! Galleggiava. Imparò a muoversi, così, ancora con la faccia sotto, dal momento che ancora non conosceva che spinte mettere in atto per compensare una testa alta, che, fuori dall'acqua, era in grado di respirare. Cosa ne dite? In molti anni che ci conoscevamo, possibile che io sia stato costretto a insegnargli a galleggiare proprio la settimana precedente al suo annegamento?
UN PESCE PESCATO INSIEME E... PER LA PANCIA Ma il giorno prima che egli annegasse, andammo insieme sul Ticino, a pescare. E non prendevamo niente. Mentre egli teneva la canna, io vidi un pesce passare vicino all'amo e dissi a Riccardo: “Tira! Tira!” Egli tirò, e l'amo agganciò quel pesce... per la pancia. Ebbene, quel pesce agganciato per la pancia stava rappresentando Gesù, la mia G.S. che a lui piaceva molto... ma che aveva infine scelto me e non lui. Sapete – vero? - che uno dei simboli di Gesù Cristo sia stato quello di un pesce? Prendere per la pancia significava un legame che sarebbe stato fatto “di pancia”, in una realtà di fatto, corporea, costitutiva dell'integrità di un Corpo
46 mistico che è Uno e Trino, e che – essendo un duo solo in me – cercava di ricostituirsi in unità attraverso la consacrazione di Padre e Spirito santo in un reale sposalizio con il Figlio. Io, il giorno dopo, avrei convenuto che ciò che mi legava a questa “fidanzata” non dovevo accettarlo, al punto che l'avevo lasciata. Vi spiego perché ed anche il “come”. Io – futuro architetto – mi ero infine lasciato conquistare da questa giovane impiegata, che aveva fatto appena l'avviamento, dopo le elementari. Non era all'altezza di Anna Badari! Non era in grado di seguirmi nei discorsi che le facevo, quelli che più mi coinvolgevano nei miei personali interessi. Sì, mi voleva bene e io gliene volevo. Ma un legame nuziale deve poggiarsi anche su una sufficiente comunicazione ideale e non solo su un fatto... di pancia. Di un bene che c'è, ma non sa comunicare nello spirito. Per mettere a prova la sua quanto meno “disponibilità” ad incontrare i miei interessi conoscitivi, le avevo proposto di studiare insieme. L'avrei preparata io, così come mia madre aveva un tempo preparato a tal punto mio padre, da far divenire lui un maestro diplomato prima ancora che si diplomasse lei, seppure nello stesso anno. Lei aveva accettato, ed erano cominciate delle letture di storia che presto per lei si dimostrarono di nessun interesse. Quella domenica mi disse chiaro e tondo che non aveva nessuna intenzione di assecondarmi in questa cosa. Si sentiva addirittura personalmente umiliata dal fatto che io – futuro architetto – non fossi in grado di apprezzarla così come ella era! E – a questo punto, giunti a questa conclusione – ci eravamo lasciati! Io tornai a casa, molto molto deluso e amareggiato. Cercai Riccardo e seppi che con altri amici era andato sull'Adda. Ma quel tardo pomeriggio, Angelo Mazzola, che era stato uno di quella compagnia, fu – come detto dal suo nome – annunciatore di una gran mazzata per me: Riccardo era annegato! Io non trovai niente di più importante da fare che telefonare a Giancarla, per dirle che chi era stato il tramite tra noi non c'era nemmeno più e che sarei andato sull'Adda, a cercare il suo corpo che non era stato ritrovato. “Posso venire anche io?” mi chiese, ed io passai a prenderla, con la mia spider che mi ero fatto donare dai miei, ai tempi di Anna che amava
particolarmente le auto di quel tipo... e – dopo che l'ebbi avuta (la spider) – mi aveva lasciato. Così si avverò quanto avevo visto appena il giorno prima: che Riccardo avrebbe ripescato quel pasce, prendendolo per la pancia, in una pesca in comune, fatta assieme a me.
UN RICCARDO PASSER DISEGNATO TUTTO PER ME Nel disegno di Dio tutta la sua vita ha avuto il compito di agganciare a me G.S., figlia di Mario (figlio di Anna) nato il 15 agosto dell'Ascensione di Maria Santissima, e figlia di Giuseppina! Nata nel giorno di tutti i santi, lei era la controfigura di Gesù. E lui? Uno che arde di ricchezza, ma che passerà la mano, di lei a me. Se pensate chi sia ER in Genesi 38, ossia quel marito di Tamar che PASSa la mano a suo padre, morendo e in modo tale che la sua sposa si fa realmente fecondare da suo padre, avete la spiegazione di questo divino indizio posto nel cognome di questo PASS-ER. RICCARDO inizia così come finisce BadaRI, e così letteralmente è stato. Si tratta di un R-I. che è C.C. (un duplice povero Cristo) in un DO A.R. in un dare a me come al PA' santissimo ER. Nessuno aveva potuto trovare le sue spoglie. Erano accorsi i vigli del fuoco che lo avevano cercato a lungo, immergendosi nel fiume Adda e nel luogo in cui era annegato. Avevo presagito il pericolo mortale che correva, solo la settimana precedente e gli avevo anche dato almeno i... “rudimenti” per non andare a fondo! Ma inutile! Quando un disegno è fatto non si corregge! Il giorno dopo assieme ad Angelo Mazzola, mi recai nuovamente in quel luogo, per cercare un corpo che se non era stato trovato dove era affogato probabilmente era stato portato via dalla corrente. Saremmo andati per un gran tratto a valle e – noleggiata una barca – avremmo risalito il corso di quel fiume, nella speranza che qualcosa avesse potuto trattenere le spoglie del mio amico.
47 Andavamo zigzagando, mentre risalivamo la corrente, perlustrando ovunque vedevamo affiorare qualcosa che indicava di essere un possibile appiglio al corpo morto. Quando giungemmo all'altezza del punto in cui era accaduto l'annegamento, eravamo sulla sponda opposta del fiume, largo in quel punto poco meno di 100 metri. Così lo attraversammo, per portarci là dove a quell'ora non c'era più nessuno. I sommozzatori avevano fatto quanto era possibile a loro, e, persa ogni speranza, avevano rinunciato. Ricordo ancora come se fosse ora che dissi ad Angelo ed al Barcaiolo: “Probabilmente lo hanno trovato, mentre noi risalivamo la corrente, e se ne sono andati, senza pensare alle nostre ricerche, ormai inutili! Guardate come gira la corrente. Se l'hanno trovato in un punto, è stato qui!” ed indicai con un dito, il punto in cui doveva esser accaduto. Ebbene, il corpo di Riccardo comparve li sotto, nel preciso punto indicato da me con il dito. Non sto affermando ciò come se accadesse per miracolo. Ma è un dato di fatto che se i sommozzatori hanno cercato dappertutto ed anche lì senza trovare il corpo, come ho fatto io a ritrovarmelo proprio lì dove avevo affermato che sarebbe stato? Questo segno doveva essere un suggello del ruolo assolutamente essenziale che la Divina Provvidenza aveva messo in atto con questo personaggio. La verità è che con questo avvenimento tragico per lui, Riccardo Passer riannodò un discorso che io ormai avevo chiuso, e che fu riaperto dalla sua morte proprio nello stesso giorno in cui io lo avevo chiuso! Dopo – infatti – io e Giancarla Scaglioni fummo costretti a vivere tutto quello che derivò da questa morte. A cominciare dal dolore della povera mamma del nostro amico, che aveva in lei vedova questo unico figlio! Per continuare con il funerale e gli incontri fatti con gli amici, nel ricordo di questo splendido ragazzo che il Signore aveva deciso di cogliere nello splendore dei suoi anni, appena dopo il suo diploma di geometra! La sua morte pose la relazione tra me e questa controfigura di G.S. su un piano vitale divenuto “essenziale” in cui la vita contava nella sua consistenza nuda e cruda senza tutti i possibili svolazzi... da cui tanto io ero avvinto. Io ero attratto dal FUMO.
Anna Badari era tutta un PROFUMO di bene, ma esso – quando arrivava alla sua essenza – si mostrava senza ARROSTO, solo FUMO, che io avevo inteso come PRO-FUMO... ma non si può spingere a favore del fumo! La durezza di questa morte, mi convinse che con G.S. - così povera di FUMO – c'era tutta la consistenza di una realtà fatta di amore bello e concreto, cui – per esistere davvero – non occorre alcun fumo. Certo, ne deriva poi un tipo di amore che sembra “congelato”, come il segno avuto dal destino, che me l'aveva fatta incontrare le PALAZZO del GHIACCIO. E la mia vita avrebbe avuto veramente in questo reale ghiaccio, il suo palazzo. Dopo sette anni di fidanzamento, ci sposammo.
LA PREMONIZIONE DELLE MIE NOZZE DEL 4 GIUGNO Essa accadde il 4 giugno del 1940, quando fui assunto a Figlio di Maria Santissima: come un Gesù postumo figlio Suo. Senza farlo apposta, io fui costretto a legarmi a G:S. nello stesso 4 giugno (ma del 69), 29 anni dopo quel 1940 in cui un Miracolo (annunciato in sogno a una scolaretta di mia madre) di Maria santissima, mi aveva introdotto a quella sostanziale realtà di un Figlio postumo rispetto a Gesù. A lui poi sarebbe toccato, 29=RO anni giusti dopo, un riconoscimento consacrato da vere nozze con G.S., attraverso la sua contro-rappresentazione in una altra persona, dato che la mia persona reale aveva il ruolo di essere la contro-rappresentazione, la contro-figurazione, di padre e Spirito santo. Visto che prima ho fatto il computo dei giorni rispetto alla fine della mia vita, il 4 giugno 1969 (badate: è un anno in cui l'uomo va in cielo fino alla Luna) dista dal 26 luglio 2.016 (che mi sarà fatale) 17.219 giorni. Indicano nel 17.000 un R.A. per come esiste nel puro principio di 10^3 e in quel 219 che è tutto il flusso 19 esistente tra i due eventi, percorsi da un reale 10, e per la sezione assoluta di un piano a due lati 100 e 100.
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AVREMMO PERSO I BENI, MA L'AVREMMO RITROVATI Quello stesso 4 giugno, compiute le nozze, il pranzo e fatti tutti i saluti, partimmo per il nostro viaggio di nozze. Andavamo a farlo con la nostra prima camera da letto viaggiante, che era stata la Citroen dei miei genitori, in cui avevamo consumato il nostro primo incontro, dopo un matrimonio personale fatto “in privato”. C'eravamo sposati io e lei, da soli consacrandoci, nella chiesa degli Sposi, in Milano, quella che tutti coloro che si legano in matrimonio poi visitano, offrendo fiori. La chiesa di San Celso, in via Lamarmora, se ben ricordo. Ci promettemmo un legame a tu per tu e con davanti a noi il solo Dio e le nostre buone intenzioni. Dopo di ciò, il garage di viale Omero, in cui era custodita la vettura, era divenuto il luogo in cui cominciammo a consumare i nostri rapporti, prima che il Matrimonio Ufficiale, fatto nella chiesa di sant'Eustorgio, lo consacrasse poi ufficialmente e liturgicamente. Con quella stessa vettura avevamo dunque iniziato anche il viaggio di nozze ufficiale. Io volli fermarmi subito, appena fuori della città, in un Albergo di San Donato. Avevamo stipato tutti i nostri averi in due grosse valige di pelle di camoscio, pesanti già quando erano vuote. Piene, dei soldi e di tutti gli altri nostri averi, cercammo di salire al nostro piano, usando l'ascensore dell'albergo, posto in un luogo di passaggio, aperto a tutti. Feci entrar prima lei, poi entrai io, ma quando cercai di tirar dentro le due valige lasciate sull'esterno, mentre noi entravamo, ecco le porte si chiusero, lasciandole fuori. Cercai di riaprirle, ma l'ascensore partì. Io lo bloccai, una due, tre volte, ordinandogli ogni volta di scendere al piano terreno. L'ascensore accettava il comando di ALT, ma poi si rifiutava di discendere e ripartiva in salita. Mi arresi. Ci guardammo l'uno negli occhi dell'altra: “e se qualcuno ci
avesse portato via quelle due valige?” Lì dentro era custodito tutto ciò che al momento possedevamo, escluse le nostre due persone... Ecco, con quel segno il signore mi diede immediatamente un importante segnale: avremmo perso tutto il nostro avere, e saremmo restati possessori solo di noi stessi. L'ascensore giunse al punto più alto della sua salita e io mi chiedevo chi mai l'avesse chiamato a salir fino a lì... ma quando la porta si aprì, non c'era nessuno che l'avesse chiamato e che – con la sua prepotenza – non avesse accettato gli ordini dati da me! Nessuno! Come a voler dirci che tutto questo non era una opera comandata dall'uomo, ma solo da una divina provvidenza. Le porte si chiusero e finalmente l'ascensore decise di correre difilato fino al piano terreno, senza nessuna interruzione che quelle che io avevo ordinato in precedenza. Nessuno né in salita né in discesa aveva chiamato quell'ascensore. Avremmo ritrovato i nostri beni? Eravamo davvero preoccupati, tutti e due. E quello fu il segno di tutto ciò che ci avrebbe afflitto per tutto il tempo in cui saremmo stato con i nostri beni esclusi dalla nostra vita personale. Giunto al piano terreno, la parta si aprì e le valige – che nessuno aveva fatto sue approfittando di ritrovarsele sole e incustodite, in quello spazio aperto accessibile a tutti – erano ancora lì fuori, ad attendere che le riprendessimo, le introducessimo finalmente nel suo abitacolo, e le usassimo finalmente, per tutto quello che esse erano e che rappresentavano per noi. Dunque fu il segno di una vita in cui avremmo perso tutti i nostri beni. Ma bisognava aver ferrea fede che alla fin fine avremmo ritrovato ogni cosa apparentemente perduta. Solo apparentemente, perché i nostri beni erano ancora tutti lì fuori, della nostra vita, ma tutti restati ad attenderci.
AVREI DOVUTO ASPETTARE Questo incitamento alla speranza, in una finale soddisfazione piena, io avrei avuto bisogno che mi fosse detta di persona da Dio!
49 Infatti, quando accadde tutto ciò che ci era stato mostrato in precedenza, ed io mi accorsi di avere perduto tutti i nostri beni, pensai di oppormi a questo inflessibile destino. Avevo sottoscritto una assicurazione che aveva un premio di circa due miliardi di lire in caso di morte e in caso di infortunio, il risarcimento pattuito dipendeva dal tipo del danno che si era patito e che era stato assicurato. Io avevo fatto i conti e se – per un infortunio – avessi perso i due pollici e i due indici delle mie due mani, avrei fruito di un risarcimenti di circa un miliardo e duecento milioni. Erano giusti giusti per darli a tutti coloro che avevano creduto in me (in quanto cristiano) e che – senza nessuna altra garanzia che quella – avrebbero riavuto il danaro dato a me, in virtù di un incidente truffaldino, perché deciso da me e che avrebbe dovuto truffare l'assicurazione, convincendola che non vi era stato dolo ma solo un vero incidente, dovuto solo alla malasorte. Avevo preparato tutta la necessaria messinscena per vincere questa battaglia contro la giustizia. Ma io avrei preferito persino andare all'Inferno che la cattiva sorte di deludere profondamente chi9 si era profondamente e totalmente fidato di... un Cristiano. Rinunciavo ad una parte importantissima del mio corpo, ma soprattutto al benessere della mia anima, purché la fede in un cristiano, data “ciecamente” non andasse delusa. Non ero io e il mio benessere al centro di questa questione. Io rinunciavo al mio benessere ma non a quello di chi poteva rimproverarsi solo di avere avuto “fede cieca” in un Cristiano! Dunque qualcosa di tanto PURO, anche se totalmente criticabile in se stesso, che non poteva di certo disgustar Dio. Ma – prima di compiere quel gesto – volli chiedergli, con una domanda struggente: “Dio, che cosa faccio?” Il senso era quello di “dimmi tu che cosa debbo fare”. Ebbene udii una voce venire non certo da me, ma da fuori che mi rispose:
“ASPETTA!” Una voce autorevole, calma, suadente, che mi convinse che non dovevo fare nulla di quanto a lungo così io avevo preparato, e che dovevo aspettare.
Non sono stato io a dirmelo. Quella assicurazione, il cui premio era così alto, stava scadendo e non avevo il danaro per mantenerla ulteriormente in vita. Se fossi stato io a parlare a me stesso, nel tentativo di creare delle scuse plausibili per non compiere quel gesto estremo avrei cercato di porre davanti ai miei stesi occhi quella che poi era la pura verità. Io ero stato aiutato – è vero – ma da persone che ne avevano un controvalore, un interesse, molto al di sopra degli stessi interessi dati da banche che pure già da sole operavano al limite dello strozzinaggio. Avrei detto: “Sapevano comunque di rischiare, altrimenti non avrei pagato un interesse così alto, che ho sempre corrisposto tanto da essere poi credibile! Se la legge umana accetta il fallimento e coinvolge tutti in ragione del rischio corso da ciascuno, è giusto che se io fallisca, falliscano tutti coloro che, traendo profumatissimo profitto dal mio operare ci hanno sempre guadagnato. Dunque è giusto che si sia tutti a pagare e non sia solo un povero cristo che si faccia sempre carico e sempre lui soltanto, di un rischio che deve invece legittimamente coinvolgere tutti” Così io avrei risposto a me stesso, e non con un “Aspetta” messo come ero davanti ad una situazione in cui ormai e purtroppo non c'era proprio niente di buono da aspettare. Con il passare del tempo, la memoria diretta di questi fatti si affievolisce, e io stesso, non riuscendo più ad udire – come feci allora – quella voce che veniva da fuori di me, sono talvolta tentato di metterlo nel dubbio. Potrei essermi illuso! Potrei aver confuso per voce altrui quella che era solo la mia e che mi veniva da dentro... Ma questo è solo il risultato che io ho vissuto direttamente fatti che poi sono assegnati alla memoria. Ed oggi non ho più memoria diretta di quella voce di Dio che ha risposto con immensa prontezza alla mia domanda fatta a lui su che cosa io dovessi fare. E – a questo punto – io mi pongo una altra domanda: “Se io do ascolto a quel comando divino, io che cosa ora aspetto? La mia attesa è secondo le indicazioni dei Vangeli? Se lo è, di che sacra scrittura si tratta, che mi rimanda a qualche cosa di importante da aspettare?”
50
IO MI ATTENDO TUTTO SECONDO “APOCALISSE” E SECONDO “DANIELE”. Un brano di Apocalisse si allaccia alla profezia di Daniele, negli stessi capitoli e punti, il Capitolo 12 e i versetti da 5 al 6. Anche in questo caso, esiste una sostanziale Gennaio 25, 1, 25, riguardanti un <TU SEI>
Daniele 12,5-6 5 Io, Daniele, stavo guardando ed ecco altri due che stavano in piedi, uno di qua sulla sponda del fiume, l'altro di là sull'altra sponda. 6 Uno disse all'uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume: «Quando si compiranno queste cose meravigliose?». Apocalisse 12,5-6 5 Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. 6 La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Questa quantità di 126 decine di giorni si innesta sullo stesso filone dei 1.290 +1.335+1, nel valore del tempo di mezzo del sommario 2626 che – riconoscendo il DIO=26 sia a dimensione assoluta 100, sia a quella delle unità
date da 100/100, porta con i 1.313 giorni dopo il 21-12-2.12 del Termine di una MARIA senza R (il famoso termine dei MAIA), al 26 luglio 2.016 in cui è prevista la morte di questo somaro che veicola uno ZERO. ZERO è il numero più potente che si sia anche in questo mondo che ha pervertito il senso vero della grandezza. Infatti quella vera in una relazione combinatoria tra due, è quella che non possa aggiungere nulla a quella maggiore delle due. Ebbene, N grandissimo moltiplicato per 0 non è in grado di ingrandirlo in niente! ZERACH e PEREZ (i due gemelli in Genesi 38 lo esprimono nelle tre lettere sia lette da destra sia da sinistra. Tra ZER e REZ, quelle lettere ACH-PE che valgono il 1+3+8+14+5=31, il numero stesso che dimensiona un <SEI> tanto che ZER -6- REZ lo descrive a cima a fondo, per un valore medio 27 relativo a ZERACH, che diventa 72, letto da destra a sinistra. Sicché poi 27 6 72 è il valore che segue al Puro principio cabalistico delle 999 unità, e 27672 +999 = 28.671, i giorni esatti della mia vita derivante per pura cabala dai due gemelli di Bibbia 1,38. Senonché, quando su un uomo reale è posto proprio uno ZER, succede che nessuno realmente lo veda, e sia visto solo 'Asino, o il Somaro, che è posseduto interamente e guidato in ogni frangente e situazione da questo Onnipotente VALORE ZERO. Allora spetta al messaggio apocalittico di San Giovanni, di fissare i giusti
51 paletti. Intanto in relazione ai 144 mila purificati dal sangue dell'agnello, numero che è ripetuto dall'altezza delle mura della Gerusalemme celeste, dichiarate di 144
dagli uomini delle 12 tribù di Israele, che, moltiplicati in 12 volte 12 e poi nelle migliaia esistenti “IN PRINCIPIO” riferiscono il primo 66 all'essenza di un Romano, la riferiscono, in forza di Bibbia 1,46 versetto 26, a tutti coloro che entrarono come energia in Egitto.
Apocalisse 7, 1-4 1 Dopo ciò, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta. 2 Vidi poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: 3 «Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi». 4 Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele:
Apocalisse 21, 17 Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo.
Costoro, nell'unità del 1.000 che esiste in “puro principio matematico di 10^3 – sono il 144 che è espresso dai primi due FATTORI, quando esistono alla dimensione del FATTORIALE, prima di 10^11 e poi di 10^12. Il primo porta all'indice 66, di cui già ci siamo occupati come di tutta l'energia, che, quando è riferita esattamente a quella unitaria misurata in Joule per ogni grado Kelvin misura esattamente 138 volte 10^25, precisando in questo realissimo modo che vede questa come la Costante di Boltzman, dei Gas, ciò che quando si incarna entra in scienza nel mese 1 dell'anno 1938 e per la dimensione 25 che presenta proprio di avere questa unità in Fisica. Il secondo FATTORIALE, di 10^12, porta all'esponente 78, che aggiunge anche alla sommatoria degli indici data da 1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11=66 quel nuovo incremento che si aggiunge nel 12, portando a 78 l'indice del 66. 66+ 78= 144 sono l'esatto richiamo apocalittico con il quale, se i 144.000 sono dati
Genesi 46,26 Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei.
Il suo incremento, dato dal FATTORIALE di 10^12, che porta all'indice 78, è tale da dimensionarlo con esso come la trinità esatta del DIO=26. In tal modo, la somma dell'indice 66 all'indice 78 combina:
10^66 ×10^26 × 10^26 × 10^26 = 10^(66+26+26+26) = 10^144 66=ROMANO sommato a 78=ANTONIO somma all'acronimo RO di Ra ed Orus, il nome del Dio AMON, in Romano e somma ATON (n.10) alias <An T on IO> (un IO italiano sulla croce). Il risultato è il valore numero 12 della serie divina presentata in questa sequenza da Fibonacci:
1
1
2
3
5
8
13
21
34
55
89
144
Evidenziato il vero valore profetico insito in Apocalisse, va rilevato che, mettendo in stretta coerenza il libro Apocalisse, con quello del profeta Daniele, nei capitoli che “rivelassero” un 125 SEI, ecco che entra in scena una donna cui fu rapito il figlio. Il che – nella rivelazione di Daniele – parte dal giorno dell'Abominio della desolazione. Esso fu collocato realmente in quel giorno in cui io mi recai nella terra santa (come Gesù rivela attraverso San Matteo: “quando vedrai in luogo santo l'Abominio della desolazione di cui scrisse Daniele – chi legge intenda!”) e quel Gesù che mi abbandonò (esattamente alle 2 di notte del giorno 22 in
52 Gerusalemme, mentre era ancora il 21 nell'America dei Maia) fu costretto a ripetere: “Dio Dio perché mi hai abbandonato?” (recitando appunto il Salmo 2122 come i numeri di quei giorni che esistevano in quel frangente nel mondo intero)... espresse di nuovo quello che corrisponde di certo alla desolazione abominiosa in un Figlio di Dio che si sente abbandonato da Dio. Ebbene, mentre in Apocalisse 12, 5 è scritto:
e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. Lo stesso evento era stato già descritto dal profeta Daniele come il Figlio che sconsolato risale in cielo, per non essere stato riconosciuto dalla sua chiesa, quella del suo tempo. Solo che questo evento è accaduto nella durata di due tempi. L'esistenza di Gesù, infatti, è stata separata in due tempi, come nella progressione che abbiamo visto prima in: 18 48 66, in cui anche 48+18 appartiene al 66, ma nei due tempi separati da 46/18 nel primo e 18/18 nel secondo, quando si sarebbe unificato nell'unità del padre, data dal valore medio di 28+38. Il primo atto di divina desolazione poteva avere una scusante: gli Ebrei ritenevano il dio POTENTE nella stessa POTENZA, tanto da essere stati proprio messi fuori strada dal Gesù che affermò che la POTENZA esisteva nell'apparente IMPOTENZA degli Ultimi, che invece erano veri primi. Venuto in un ultimo che giudicarono tanto IMPOTENTE da farlo impunemente crocifiggere dai Romani, Gesù rivolto al Padre disse, in punto di morire “perdonali, perché non sanno quello che fanno!”. Ora quel 66 in Gesù Cristo, esisteva come 48/18, in un 2,66 (eterno nel 66) che era giusto. Infatti esistevano due 66, uno nel valore medio 66, e l'altro negli estremi – separati l'uno dall'altro – da ben 2.000 anni di tempo. Gesù aveva catechizzato tutti i suoi, in ogni modo cercando di far loro capire che gli ULTIMI sono i veri PRIMI, perché chi ora si ESALTA sarà UNILIATO e chi era è UMILIATO sarà esaltato.
Questa la SUPREMA LEGGE assolutamente divina e trascendente, in relazione al POTERE osservato ora sulla terra, fu quella che Gesù rivelò essere quella vera. Tutto il male, esistente ora, era colpa del MALIGNO modo di vedere ora la GRANDEZZA. Se essa appare esserla, lo è solo in PICCOLEZZA, mentre che sembra PICCOLO lo è solo IN GRANDEZZA. Ora è risaputo molto bene che è la cosiddetta ECCEZIONE la cosa che conferma la REGOLA. I MIRACOLI eccezionali fatti da Gesù furono ECCEZIONALI, e – in essi stessi – furono le eccezioni che dovevano CONFERMARE LA REGOLA: che il VERO POTENTE è chi non lo sembra. Il POTENTE in assoluto è chi ora sembra avere 0 in potenza. Ogni numero che ha questo 0 in potenza dimostra fino a che punto comandi questo indice zero della grandezza reale: Che sia un N immenso o MINIMO, se esso è in potenza zero è sempre ridotto a valere UNO. E questo UNO è il massimo “servo” che è totalmente asservito a dare APPARENTE GRANDEZZA a tutti gli altri. Chi – in una reale combinazione – porta a confermare la grandezza di tutti gli altri, ebbene questi è un UNO “servile”. Esso serve sia a far grande gli altri, sia a farsi ridurre a infinitesimo, una volta che sia diviso da un valore infinito. Dunque gli uomini – in tutta l'esistenza di Gesù – dovevano capire che le eccezionali dimostrazioni di forza onnipotente da parte sua erano solo cose di ECCEZIONE, destinate solo a CONFERMARE la REGOLA dei veri valori riposti non in quelle apparenti, ma in quelli esattamente validi in quelli UGUALI E CONTRARI. Del resto anche lo disse bene come sarebbe stato allorché si sarebbe ripresentato. Ripassatelo dal vangelo di San Matteo. Matteo 25,31-45 31
Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria
con tutti i
53 suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il
ROMANO.
regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io
ROMANO sembra un pazzo vaneggiante che afferma di ESSERE una cosa sola con Dio, perché egli è solo quell'I-SACCO da eliminare come un contenitore che non debba imprigionare il suo divino contenuto.
ho avuto
fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?40 Rispondendo, il re dirà loro: In
verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me . 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non
avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. Insomma il significato rivelato da Gesù sostanzialmente è questo, quando il Figlio dell'Uomo verrà nella sua gloria, egli sarà <la pura essenza> che esiste in ogni più piccolo di questi miei fratelli. Più egli è piccolo, più sono io che riceverò – in bene e in male – i vostri gesti che avrete creduto di aver fatto a lui. Ora è realmente accaduto che, dopo di essere valso solo 48/18, e non i 66/18 che valgono 3,66, ossia un ente trino che vale per un eterno 66=ROMANO, e che in 48/18 sono valsi solo per un 2,66 eterno nel 66=ROMANO, dunque esattamente in UNO in meno, UNO che fosse nel tempo esatto del 66=ROMANO, Gesù ha ricuperato tutta la sua trinità, rinascendo IN
Ma ROMANO è la pura essenza di ogni uomo, e non un uomo reale, anche se lo sembra da tutti quanti i suoi miserrimi estremi.
Ma quando il contenuto è PURA ESSENZA, di una grandezza vera che è ZERO, tutti vedono solo un sacco pieno di niente, in un uomo che sembri solo sfoggiare "quintali" di... porcherie. Quando uno ZERO è davvero a cavallo di un Asino, tutti vedono solo l'asino! E Gesù – che era ritornato nella PURA ESSENZA di divin Figlio, in quella altrettanto PURA di Padre e Spirito santo – non è stato riconosciuto da nessuno. Ai suoi contemporanei, che gli chiedevano UN SEGNO, Gesù non ne volle dare nemmeno uno. Ma – quando è tornato nella ESSENZA che mi regge e governa – si è messo a dare ogni possibile segno! Di tutti i tipi e segni veramente DIVINI e tali che – per riconoscersi la VERA POSSANZA – non fossero necessarie le ECCEZIONI, ma soltanto l'esatta comprensione delle REGOLE. Questo libro e tutti quelli che trovate in questo sito esistono da tempo. Quanti sono gli iscritti a questo canale, a tutt'oggi? Solo i 12 che già ebbe un tempo Gesù e che cercarono di capirlo non riuscendoci mai interamente. Sì, perché in Gesù era ritenuto DIVINO ogni segno che fosse dato come ECCEZIONE ALLA REGOLA, e che la contraddiceva! ECCEZIONI fenomenali, come quei 5 pani e tre pesci con cui un giorno sfamo 5.000 persone affamate al suo seguito! Ma non valgono queste eccezioni PER DIO, altrimenti sarebbe DIO STESSO a sfamare ogni uomo. Quanti di questi SEGNI ECCEZIONALI sono stati dati da Gesù? Una
54 moltitudine. Eppure, quando sarebbe tornato IN PURA ESSENZA di Figlio, presente in OGNI Figlio dell'Uomo, e non solo nell'UNICO FIGLIO DELL'UOMO come definì se stesso in quel tempo, avrebbe compiuto TUTTI I POSSIBILI MIRACOLI consistiti in una generale SOVVERSIONE di tutte le regole che comandano questo mondo... non mutando di una virgola le apparenti POTENZE, sia della Natura, sia della vita disegnata in essa. Come? In questo semplicissimo modo, che vi posso dire IO perché in me è presente IN PURA ESSENZA questa divina verità. Vedete la potenza dinamica nella materia e nella luce, ma questa è solo la forma assunta VERAMENTE da quanto è tutt'altro: è verso ANTIMATERIALE e verso MAGNETICO. Poiché questi hanno un verso IN ATTO VERSO IL CENTRO (centripeto) voi state osservando il verso opposto solo in quanto è un OPPOSTO che viaggia in verso opposto. Se voi vedete l'OPPOSTO dell'OPPOSTO voi non vedete l'OPPOSTO, ma solo ciò che gli è OPPOSTO. Se il verso del MAGNETISMO è OPPOISTO a quello della LUCE, ma voi vedete questa luce avere la carica negativa di quanto viaggia realmente in senso opposto, voi, attraverso la PARVENZA del verso della luce, state davvero vedendo il verso del MAGNETISMO. Ma – questo MAGNETISMO . Voli lo vedete nel suo OPPOSTO, che è il verso elettrico. Pertanto se voi vedete in apparenza la dinamica di espansione della luce, state vedendo (in modo uguale e contrario) l'andamento centripeto del Magnetismo. La GANDIOSA LUCE vista espandersi da ogni punto luce, è solo MAGNETISMO che entra in quel punto (e lo vedete nel fenomeno opposto). Dunque la legge ben scoperta dell'esistenza della gravitazione universale, non è contraddetta dal BIG-BANG apparente, perché questa ESPLLOSIONE di potenza che state vedendo è solo MAGNTISMO che si accentra fino a zero. Dunque questo mondo che sembra avviato a rendere così diradata l'energia
in un fenomeno di Entropia, è TUTT'ALTRO! E' DIO che riconduce ogni cosa nella sua vera ONNIPOTENZA riportandola A ZERO! Quanti sono stati convertiti a Gesù da Gesù Cristo? Fino ad oggi circa 2,5 miliardi... e in una conversione talmente NON CAPITA che l'uomo ancora lotta in tutti i modi per voler restare in vita il più a lungo possibile! Questa VITA, vita NON E'. <NON è>, <NO è> è quanto salva il mondo dalla potenza di ROMA. ROMA NO è! AMOR, si è! Si è TUTTI AMORE. Amore totale sconfinato, divino! E scrivendo che <AMOR SI E'> affermo simultaneamente che si è tutti AMOdeo Romano. Ogni cosa fatta contro di Lui è fatta contro di Dio. Ebbene, Gesù è tornato, a dirlo, a ripeterlo a tutti quanti nel tentativo ESTREMO di farlo vedere e capire offrendo tutti i possibili segni. INVANO! Quel giorno in cui il povero Somaro di Romano andò a Gerusalemme per morivi... vi morì IN GESU' CRISTO, che se ne risalì nell'ABOMINIO DELLA DESOLAZIONE, per non essere stato riconosciuto... E DAI SUOI! Quel giorno – era esattamente il 25 maggio del 2.04 – dopo di aver cantato nel coro, sapendo che era giunta l'ora di paralizzarsi e di salire in cielo, trascorsi 66 anni e due mesi della sua vita, di lui che era IL DUPLO di Gesù (e lo era! Avete visto: 48/18 è solo 2,66 in un eterno 66, nel mentre 66/18 è esattamente 1 in più, essendo 3,66, eterno nello stesso 66) i suoi amici del coro si opposero! Una ex sposa di Gesù, di nome Milca, gli disse francamente che:
<queste cose non si fanno in chiesa!” E dove mai, il povero cristo le doveva rifare... se non in chiesa, ammesso che quella fosse ancora la sua chiesa?
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“In verità, in verità vi dico: ogni cosa fatta ad uno dei mie piccolini – fatta o non fatta – è sempre rivolta a me!” E' parola di Cristo! Quale Dio celebrano i Cristiani? Quello immaginario della loro pura fantasia! L'IDOLO PERSONALE che ognuno ha in se stesso, di Dio. E sembra un male... ma allora NON LO E'. Il VERO compito umano è proprio quello di ELEGGERE il DIO (quel valore al di sopra della persona) che ciascuno ritenga giusto comandi alla sua persona. Infatti non è chi dice “Mio Dio, Mio Dio” che è secondo Dio, ma solo colui che, in perfetta libertà di Spirito, ha eletto in se stesso CHI GLI DEBBA COMANDARE, e veramente, nella sua vita. “Figlio, va a coltivare la vigna!” “No Padre! Non ci vado perché tu me lo comandi. Io non do alcun peso ai tuoi comandi, ma do retta solo ai miei! Ebbene è solo IN BASE AI MIEI che io vado a coltivare quella vigna!” Il Padre lo aveva chiesto al figlio che gli dava ascolto solo per timore, sapendolo onnipotente, uno che possiamo definire “uno di Chiesa”, che crede in Dio e lo segue giudicandolo il Dio Onnipotente da cui dipende ogni cosa del mondo”. E quegli – messo da parte nel momento di agire la sua opportunistica fede – usando il vero DIO da cui si faceva comandare... non agì per come il Padre gli aveva chiesto. “Chi tra questi due figli ha fatto la volta del Padre? (L'ATEO o quell'altro, il BIGOTTO, che fa i suoi comodi ogni volta che gli pare. CHI dice che DIO NON ESISTE, o quel PAPA che sentendosi comandare per tre volte “pasci i miei agnelli” (come descritto in Giovanni, capitolo 21, versetti da 15 a 17) si permette, in una terna di Pietro uno dopo l'altro, di affamalo per 57 giorni il 1°, per 55 giorni il 2° e per ben 81 giorni questo 3° papa Francesco? Il povero cristo (prima che risalisse in cielo il 21-22 dicembre 2.012, fu costretto a digiunare per ben 112 giorni, dal Pietro della Vecchiaia, il Pietro numero 112 secondo l'elenco degli ultimi papi fatto da san Malachia.
Poi è venuto il Pietro Nero, uscito da quei Gesuiti il cui capo ha l'indumento nero. Ma assieme a lui c'ero io, PIETRO ROMANO. Paolo Iesus Emanuele Torquato RO-mano, Trino nelle consonanti PTR di tutti e solo i nomi comincianti per consonanti, con il primo cristianamente posto per ultimo, con IE (il dualismo di Iesus) come nelle doverose attese alla destra della P del padre. Più PIETRO ROMANO di questo? Ma anche questo stupendo papa Francesco Dio lo ha voluto MORTIFICARE, come fece con PIETRO, costretto e per tre volte a rinnegarlo! Forse che Dio non amasse PIETRO? Oh, certo! Lo amava! Ebbene Dio l'ha voluto IN BASSO, rispetto agli altri (e ha voluto IN BASSO questi ultimi 3 Papi) perché chi ora E' IN BASSO, quegli è chi sarà alzato. E si farà abbassare in me fino alla morte, nel segno della massima personale sconfitta, perché chi ora adesso sembra essere TOTALMENTE sconfitto è chi è davvero l'unico ad essere TOTLAMENTE vittorioso e per sempre. Vittorioso e non PER MERITI PROPRI. Ma per pura bontà divina. Questi tre ultimi Papi, che hanno avuto da Dio la stessa Mortificazione patita a suo tempo da Caifa e dal Sinedrio, quando vedranno, nel Regno di Dio quanto, quanto sono stati amati (messi proprio “a muso duro” di fronte ai loro apparenti tradimenti) non sapranno quanto, quanto, quanto amare Dio. E proprio in quell'ente PURO disceso in quel Romano che hanno affamato e lo avrebbero fatto fino a che ne morisse! Accusato di essere un ricattatore, che non mangiando vuole costringere il Papa a fare come vuole lui (Romano Amodeo) mentre chi glielo ha chiesto e per tre volte è stato lo stesso Gesù, e rimproverandomi che non è così che ci si rivolge a un Papa... poi hanno avuto tutto il tempo per rimediare, quando, avendo cominciato mangiare, le mie divine ragioni son restate, ed è stata tolta di mezzo solo l'apparente mia violenza. Ma non l'han fatto a ma, non facendolo a Gesù, non facendolo a Dio!
56 Quando gli uomini si responsabilizzano, ma credono che le cose accadono grazie alle loro scelte, credendosi fruitori DEL DONO ricevuto, del LIBERO ARBITRIO, sono letteralmente “fuori di testa”. Questo che credono il libero arbitrio DI POTER FARE, per una delega che gli è stata donata, come fanno a CREDERLO tale? Dio non disse ad Adamo: “Ti DONO di poter mangiare del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male... insomma di mangiare la MELA”. Disse chiaramente: Ti NEGO IL DONO di poter mangiare del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male... insomma di mangiare la MELA”. Il Signore fu chiaro: “TU NON DEVI mangiare la mela! Fai pure tutto quello che credi ma NON MANGIARE QUELLA MELA!”.
collocandola in una visione relativa e nel tempo. Allora il 1.000/1 è visto in 1/1000, ma – per esser poi sempre VERO come 1.000/1 necessitano 1000^2 millesimi, che sono un fronte di 1.000×1.000 e un altro 1.000 che si pone a denominatore di questo 1.000.000 /1.000, che vale 10^6 / 10^3 in puro PRINCIPIO di puro calcolo numerico. A questo punto, abbiamo la necessità (comandata dall'unità) che anche il denominatore sia esistente mille volte, in quel singolo millesimo in cui gli appare un fotogramma quadrato per volta. Ne deriva inevitabilmente UNO SPETTACOLO.
Adamo ed Eva si OPPOSERO alla volontà del Signore, e per questo PECCATO ORIGINALE furono addirittura scacciati dal paradiso Terrestre.
In ogni tempo millesimo, il valore che è compreso nel piano muta, per inflazione decima, e – da due differenti fotogrammi – noi ricaviamo la SENSAZIONE PURA che il primo fotogramma sia DIVENUTO, ossia si stato oggetto di una EVOLUZIONE, nel suo singolo aspetto formale.
Dunque è un totale ARBITRIO, di una RAGIONE SATANICA, quello che porta a essere convinti di essere stati SPINTI e addirittura INCARICATI a compiere la propria volontà, disobbedendo a Dio.
Questo apparente DIVENIRE, nell'ESSERE di quel FILM che esisteva tutto nello stesso presente, è una pura parvenza cinematica che oggi vediamo confermata in ogni esperienza fatta al cinematografo.
Finché l'uomo – seguendo la sua libera scelta – segue la volontà di Dio, egli fa la volontà di Dio e non la sua! Ma se elegge a guida propria un DIO FASULLO, e crede che lo può fare, accade solo perché Dio gli sta dando “corda”, quella che si dà a un cane tenuto ad un guinzaglio elastico e che più egli si allo0ntana, più lo tira verso di se!” Quando la povera bestia si sarà STANCATO di credere che è lontano dal suo padrone la sua FORTUNA, e si farà ricondurre dalla stessa forza di richiamo che ha attivato, verso il padrone, allora vedrà come solo LUI gli dava da mangiare.
Una sequenza di ferme immagini, o di dati 1 e 0 di un DVD, visti in sequenza e raggruppati in un piano di 16 bit per ogni lato, consentono la possibilità di 156 quadratini unitari, che abbiano 1 bit come lato, e ai quali si può assegnare il ruolo di FARE UN CALCOLO, o di realizzare una immagine spaziale. La video-scrittura è così. Ogni quadratino è una lettera.
L'arbitrio (apparentemente fattivo) di agire CONTRO IL BENE, quello è il PECCATO ORIGINALE dovuto al DISEGNO dell'esistenza.
A noi non sembra, vedendoci gli AUTORI della nostra opera. Ma se conveniamo infine di essere solo gli OSSERVATORI, allora tutti i ragionamenti che reputiamo siano fatti da noi usando le parole, sono ricondotti a quelle 21 caselle cui sono assegnate le lettere dell'alfabeto.
Questo è simile ad un film in cui tutti i suoi MILLE fotogrammi esistano tutti SIMULTANEAMENTE, in un tempo 1, e dunque come un PRESENTE eterno in cui esiste questo 1000/1 come PURO PRINCIPIO. Ora Dio permette di osservare questa PRESENZA fuori dal tempo,
La nostra ragione fa lo stesso, ed ha assegnato ai numeri da 1 a 21 (in 21 quadratini) il ciclo delle lettere dalla A alla Z.
Io ho ogni ragione per crederlo, avendo visto la mia presenza in quell'unico VALORE MEDIO associato come una cosa sola a quello di GESU' CRISTO. Il valor medio E' OBBLIGATO TOTALMENTE al rispetto di se stesso.
57 E quando la vita sembra averlo creato di padre in figlio, ed averlo sposato ad una giusta consorte, ecco che i 18 nomi: 12 tra me e il mio Gemello in Gesù, Benito +6 e due a testa nei tre dati da mia madre, mio padre e la mia sposa, come calcolato in altra parte di questo libretto, sembrano avere A CASO un valore sommario, in tutti i nomi di:
segno, con la perfezione di tutti gli estremi possibili, in Bibbia 1,25 e 1,38, io nato nel 25-1-38. Ma è sbalorditivo che quello che riguarda Cosh(26)=Senh(26), laddove 26=DIO, ha gli opposti senh e cosh con valori totalmente uguali e da cui emergono nelle quantità centrali dell'unità posta tra spazio unitario e il so tempo dell'unità, divisi dalla virgola,
807 tra me e mio fratello, 141 mia madre
...4804714,419381, si proprio l'anno natale del 1938 nel mese 1 + 113
141 la mia sposalizio 101 mio padre 1.190 in tutto, che, diviso tra i 18, sono esattamente 66,111111 che somma all'intero 66, l'eterno periodo decimale dato da 66/6. Un valore TOTALMENTE conformato secondo il valore medio, ma in una realtà evolutiva apparentemente causata da cause secondarie, nel suo legame, come si ha il chiarissimo modo di constatare ha nel primo dei valori della scala divina data da 18 28 38 48, un numero di FATTORI COLLEGATI in un apparente rapporto di tipo causale, la somma di 18 nomi che poi riguardano solo le 5 persone come le 5 dita di una sola mano. C'è una sposa che vale lo stesso di mia madre, ma con cui ho vissuto un legame come congelato da un amore non tra sposi, ma tra padre e figlia, anche se poi ella è mia madre...
Il nome di mio padre con quello straordinario 101 che era 88 nelle prime 10 cifre e che aveva in se stesso la valenza, nei miei confronto di un Allah padre. Mia madre come la TAMAR di Genesi 38 e tutto descritto per filo e per
4804714,41938213
(lo spazio intero in 7 cifre, il tempo in 8)
in cui 480/18 = 26,66, Dio=26=Anna, nel periodo eterno di Romano è il valore di 10 nomi di GESU=48. 47=AMODEO 144=Romano+Antonio, che è 14,4 nel valore decimo (unitario del 10) 113=Romano+Amodeo; =Torquato; =Ro+AN+AN+PA+TO+AM acronimo a 2 cifre dei 6 nomi. Dei miei 6 nomi ci sono: Romano Antonio Anna e Torquato Amodeo. Mancherebbe solo il PAOLO=51. Ma 51×38=1938, per cui in modo invisibile ma determinante questo 51 serve proprio a definire il 38 nel secolo 19 che lo precede. Ora se date retta a quanto è celebrato dalla chiesa cattolica nella Conversione a Cristo di Saulo, che poi si “rinomina” Paolo, ciò configura il 1938 proprio nel giorno 25 di gennaio, il che accade anche se si aggiunge al 19 che precede l'anno 1938 il valore netto del 213, tanto che 19+2+1+3=25 contiene, in una causa esistente ma invisibile, non solo il secolo 19 ma anche il mese 1 e il giorno 25. Questo Senh(26)=Cosh(26) esiste secondo un angolo giro dato da 8 volte
58 26, e dunque 208° gradi, come se fossero giorni. Questa condizione di uguaglianza tra seno e coseno, che in tanh(45) = 1 rivela come potremmo definire una circonferenza di 360° e immaginare un cono cui corrisponda una circonferenza lunga 208 che sia sempre corrispondente ad un ciclo totale. Oppure potremmo immaginare di ritagliare da 360 gradi in cui considerassimo il 360 una pura lunghezza, quella di 152, che uguaglia 100+26+26. Qualora la residua lunghezza di 208 sia chiusa ad angolo giro, essa è “causata” da questo che esiste come un piano a lati 50+50 e flusso di 26+26 associato a 52 settimane di 1 anno. In tal modo, le due cause invisibili che hanno ridotto a 208 il 360 in lunghezza si evidenziano nella causa che unifica la tgh(45) a 1 dato proprio e solo allora da 26/26 posti l'uno come il senh(26) e l'altro il cosh(26) che lo equivale come... tutti gli estremi dei nomi di GESU' e tutti i miei 6, assieme al completo dato relativo alla mia intera nascita posta nel 25-1-1938. Questo ciclo di 208 giorni è allora quello che porta questo anno conclusivo del 2.016, a definirsi nel 26 luglio, che è il giorno limite di tutta l'intera vita del soggetto reale cui è toccato questo Unico e solo valore medio, corrispondente al valore ESSENZIALE di ogni reale Uomo, e dunque come quello de L'UOMO=66. Sbalorditivo è riscoprire che l'intera durata della mia vita sia poi definita da Anna × Antonio meno Antonio più Romano + 1/80. 26×78 -78 +66 + 1/80 = 2.028 -78 +66 +0,0125 =
Il valore puro in 1/80, da aggiungere, e che definisce il 25 gennaio del compimento esatto dei 78 anni definiti dal secondo nome Antonio, per mutarsi nello 0,0726 deve incrementare lo 0,0125 di uno 0,0601, equivalenti a 6 mesi e 1 giorno. Dal 25 gennaio dell'anno bisestile al 26 luglio ci sono 182 giorni si differenza che sono 183 se si considerano presenti sia il 25, sia i 182 di spostamento. Infatti, in un anno ordinario, il 26 luglio è il giorno numero 207 dell'anno, ed è il 208 con l'aggiunta del 29 febbraio. Dedotti i primi 25 del compimento dell'anno numero 78 compiuto e “assecondato” dal secondo nome Antonio, risultano 208 -25 = 183, uguale esattamente a ½ anno bisestile di 366 giorni. E' sbalorditivo costatare una durata della vita regolata dalla Trinità del DIO=26 e dall'aggiunta di una ANNA come la “dolce metà” del SIGNORE (ANNO) quando egli crea in 183 giorni esatti. E che 381 sia la lettura a rovescio, idealmente cominciata da questo limite posto a destra, e che in questi 183 contati da sinistra – ove contati da destra – portano dalla definizione della vita fino al suo principio nel 25 gennaio. Come se la mia vita stesse tutta quanta in un sol anno, anzi nella dolce metà dell'anno bisestile. Al suo inizio (il 25 gennaio) la mia nascita, e 183 giorno oltre, la mia morte, il 26 luglio. Con 381 che è il valore numerico di tutti i miei 6 nomi, e che è tale che se si mette il numero in ordine, con l'1 che è in fondo portato come 1°, diventa il Gennaio del 38 e anche tutto quanto è descritto in Genesi 38.
2.016,0125. Faccio presente che togliere 78 a 2.028 porta al 1950, in cui il DECIMO FATTORE, denominato NOE', visse esattamente 950 anni. Essendo egli nato nel 1.066, questo 66 da aggiungere è proprio la premessa della sua nascita, che poi porta con la somma di tutti i 950 anni di vita alla sua morte nell'anno 2.016.
Ebbene, essendoci sbalorditi abbastanza, resta solo di mettere in campo una seconda genealogia, fatta dallo “storico” San Luca che comincia il suo vangelo dedicato ad un incognito TEOFILO (che è “in santo odore” di AMODEO) dicendo che la sua narrazione è assunta sulla base delle testimonianze di coloro che furono gli interpreti dei fatti e dunque i soli in grado di dire il vero per comunicazione diretta.
59 Egli in tal modo “smaschera” il Vangelo IDEALIZZATO da san Matteo, e toglie di mezzo la verità della fuga in Egitto, inventata di sana pianta da Matteo, che stava cercando DI TUTTO per far rientrare le storia di Gesù nelle profezie. C'era stata quella di OSEA che, al versetto 11.1 afferma categoricamente che il Figlio è stato CHIAMATO dall'Egitto. Io presento tutte le traduzioni e costaterete.
digiunavo e farmi ricoverare di prepotenza in un Ospedale Psichiatrico con quegli interventi di Ricovero Obbligato ordinato da un Sindaco, spinto a farlo da sacerdoti che non gradissero io violentassi il papa, come un ricattatore che volesse a tutti i costi essere ricevuto e facesse lo sciopero della fame. Mi recai in Egitto, fuggendo in questo modo, l'11 maggio, quando stavo digiunando già da ben 48 dì (=GESU') tanto che il 13 giugno mi ritrovai digiuno da ben 81 giorni, ma di essi solo 33 li avevo sofferti in questa “terra d'Egitto” in cui Gesù trascorse 33 anni e se ne risalì in cielo nel dì della sua Ascensione, proprio in quel 13 giugno in cui si celebrava Sant'Antonio! Smisi il supplizio, perché la Provvidenza Divina aveva mosso (come io chiedevo) il Papa! Non Papa Francesco ma Gregorio XIII che, nel 1570 – fatti i debiti accertamenti scientifici – tolse 10 giorni dal calendario... mentre gli Ortodossi non lo seguirono. Poiché con il passar degli anni oggi sono divenuti 13, io mi ritrovai il 13 di giugno in Egitto, e la Chiesa (che in quanto alla Pasqua seguiva coi Copti gli Ortodossi) stava celebrando una Ascensione che in tutto il resto del mondo Cattolico era già stata celebrata 13 giorni prima. Io vidi la mano di Dio in questo intervento di Papa Gregorio XIII che aveva consentito a me di essere digiuno da 33 giorni lì... quando Gesù era risalita in cielo da questa terra d'Egitto, a 33 anni... e ricominciai a mangiare.
Chiamato o chiamato FUORI dall'Egitto, nel vangelo di Osea è alluso che il nome con cui è chiamato il Figlio dipende da come erano chiamati gli dei in quella località. Non dunque la chiamata da un luogo, ma da una nomenclatura Sta di fatto che è in me che c'è in RO la derivazione da Ra ed Orus in acronimo, mentre RA è Romano Antonio, e Romano Anna, e Romano Amodeo (dunque presente in una trinità di nomi inizianti per A). A RO si aggiunge AMON 'sì da girarlo in un RO MANO. A questi (chiamato RA AMON) si aggiunge ATON, girato in ANTO, o – se meglio gradite – in <An T on IO> che rimanda ad Uno sulla Croce che è un definitivo IO italiano. Io realmente sono fuggito in Egitto e proprio nel 2.013, per impedire agli “amici” di un Papa (questo, Francesco) di agire con violenza su me che
Dicevo che lo Storico tra gli Evangelisti è Luca. Egli, su testimonianza diretta di Maria, scrisse dei primi tempi riguardanti la nascita di Gesù e la purificazione cui erano tenute tutte le donne alla nascita di un Figlio: 40 giorni se era maschio e il doppio se era una femmina. Espletati tutti i riti e con le due testimonianze di una profetessa di nome Anna e di un sacerdote di nome Simeone, Luca racconta che la sacra Famiglia se ne tornò a Nazareth e non si mosse mai di lì se non per andare a Gerusalemme durante la celebrazione della Pasqua Ebraica. Ebbene anche Luca elenca tutte le generazioni, risalendo da quella di Gesù fino a Dio, ed esse sono 78. Eccovi l'elenco:
60 Posto numero 1 Gesù, il Figlio di Dio Adamo è il numero 78. Ora io l'ho già dimostrato come MDA sia la scrittura ebraica di questo nome, nel mentre essa è proprio come lo leggete, il Codice Fiscale che descrive il mio cognome di AMODEO. Partendo da EVA +ADAMO, è creata la prima coppia... <e va a Amod> Sono omessi i primi 2 nomi e SET è solo il terzo... Anche il nome RO-MA-NO vale solo nel terzo. <NO è> in NO è il 3° nominato. Dio (la premessa) è sostanzale al Figlio) da cui quel valore di ½ anno oltre il 78. Questo ½ anno che poi è ANNA, dolce metà del Signor Anno e che determina il 26 luglio proprio in cui la Chiesa cattolica celebra Sant'Anna e San
Gioacchino, i due nonni mortali di Gesù. Se considerate che io sono stato consacrato a Sant'Anna, capirete perché la data ideale nella quale io ponga fine alla mia permanenza in questa terra d'Egitto che è la valle di lacrime detta da Maria, sia quando è sant'Anna! Ora però vorrei tornare al capitolo 12, 5-6 dell'Apocalisse, che richiamo. Apocalisse 12,5-6 5 Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. 6 La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Appurato nel 21-22 del Salmo 21-22 l'Abominio della desolazione detto da Daniele, e descritto in Apocalisse come il giorno in cui il figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono, ecco che da quella data del 2.012 partono questi 1260 giorni. Essi arrivano esattamente fino al 4 giugno del 2.016, considerando anche il giorno di partenza. Mancano giusto 5 giorni, oggi che sto scrivendo questo ed è il 30 maggio. Ebbene, la cosa sbalorditiva è che il 4 giugno del 1940 c'è stata la parusia di Gesù in me, il 4 giugno del 1969 ho sposato G.S. Annoverando tra i miei genitori putativi un Mario nato il 15 agosto dell'Ascensione di Maria santissima, e figlio egli pure, come lei, di una Anna, e una Giuseppina BEN avente le prime tre lettere BEN sia di mio fratello Benito dia dell'ultimo figlio di Giacobbe, Beniamino. Poi – dulcis in fundo – il 4 giugno del 1971 io scelsi di morire a me stesso e alla mia presunzione, per poter dare VERO CORPO MIO a Gesù Cristo. Insomma, sempre in questo 4 giugno in cui Maria esce dal suo Rifugio nel deserto in cui Dio l'ha riparata dopo il 21-12-2.012 in cui Gesù le fu rapito, ecco che lo rimette al mondo, lo fa sposare con G.S. Figlia di Mario e G.BEN e gli da DAR CORPO (il mio) secondo le mie migliori intenzioni. Mi aspetto dunque di vedere che cosa mi accadrà tra 5 Giorni. Dovrebbe avere l'aspetto di una
risurrezione.
61
Finito di scrivere il 30 maggio 2.016 a 57 giorni dalla mia salita in cielo, ma a 43 soltanto da quel 12 luglio in cui dovrei esse â&#x20AC;&#x153;bloccatoâ&#x20AC;? come dalla paralisi vista in mio padre, per i suoi (e miei) 14 giorni di Via Crucis.